Vita Nostra
Rivista periodica dell’Associazione
“Nuova Citeaux”
Anno I - n. 1; numero unico 2011
Vita Nostra
In copertina:
San Roberto di Molesme,
primo fondatore di Citeaux.
Icona della Fraternità Monastica di Ruviano.
IndIce
Editoriale: Da dove iniziare? di sr. Maria Francesca Righi, OCSO
Carisma Cistercense
1.1 Individuo e comunità, di P. Mauro-Giuseppe Lepori, Abate Generale OCist
1.2 I nuovi strumenti dell’ascesi monastica, di Madre Cristiana Piccardo, OCSO
1.3 La vita cistercense nella Chiesa del XXI secolo, di fr. Guillaume Jedrzejczak, OCSO
Magistero
2.1 Il Mistero Pasquale: silenzio e luce della Parola, Benedetto XVI, (VD 12)
2.2 Verbum Domini, di fr. Benedetto Doni, OCcist
2.3 Donne sante e sapienti, di sr. Maria Francesca Righi, OCSO
Dossier San Roberto
3.1 San Roberto: fondatore di Citeaux, di Thomas Merton, OCSO
3.2 Passione e fedeltà. S. Roberto e il genio di Citeaux, di sr. Patrizia Girolami, OCSO
3.3 All’ombra di San Roberto di Molesme, di Padre Fabrizio Cristarella, Frat. Mon. di Ruviano
Formazione
4.1 La Formazione continua del Superiore, di Dom Eamon Fitzgerald, Abate Generale OCSO
4.2 Formare all’Unità nella Verità, di Madre Giovanna Garbelli, OCSO
4.3 Incontri e momenti di formazione
4.4 Convegno di Norcia: il lavoro nella vita monastica, di Claudia Dallago, OCSO
4.5 Formazione monastica, Pra ‘d Mill settembre 2010
4.6 Corsi di formazione della Federazione Toscana: “Madonna delle Grazie” Monache Benedettine
4.7 Flash sul Simposio: Monachesimo tra cultura e culture, di Annamaria Valli, OSBap
Anniversari
5.1 Implicazioni di un centenario: Pontificio Istituto di Musica Sacra, di Mº Mons. Valentino
Miserachs Grau
5.2 Risorgimento, Chiesa, Evangelizzazione, di Marco Invernizzi
Cronache
6.1 Professione solenne di Sr. M.Aline e Sr. M.Francesca, Monastero S.Giacomo di Veglia, OCist
6.2 Abbazia cistercense Santa Maria di Boulaur, OCist
6.3 80° anniversario di vita monastica di padre Angelo, Tre Fontane, OCSO
Segnalazione di libri
Letture usate in refettorio secondo un’indagine svolta in alcuni monasteri OCist e OCSO
Editoriale
Editoriale
Da dove iniziare? Ogni cammino inizia da un appello, da una voce che e-duce,
conduce fuori e che chiama. Anche questo cammino parte da un appello, che è risuonato da diverse parti convergenti e che segna il nostro compito oggi come monaci:
• la lettera di Benedetto XVI alla diocesi e città di Roma sull’emergenza educativa (21/01/08)
• due capitoli Generali (OCist 2010 e OCSO 2011) dedicati al tema della
formazione
• il documento dei Vescovi sull’emergenza educativa come lavoro privilegiato
per il prossimo decennio.
Sicuramente questo tema segna l’orizzonte principale del nostro interesse, perché
è l’orizzonte principale della vita delle nostre comunità.
Un Ordine non vive solo se assicura una comune organizzazione, ma se è capace
di continuamente rinnovarsi nella sua vitalità, se diventa esso stesso strumento di vita
nuova. Perciò la fecondità di una Famiglia religiosa passa in gran parte dalla formazione che essa riesce ad assicurare e trasmettere. Se nelle nostre comunità e Congregazioni, e nel nostro Ordine, come in tutta la Chiesa, si perde la volontà e la capacità di
educare, di formare, la nostra vocazione, che è una forma di vita, diventa sterile. (Dom
Mauro Lepori per il Corso di formazione)
Dove le comunità non avessero più la passione di trasmettere la vita ad altre generazioni, con tutto ciò che questo comporta, perderebbero anche la voglia di vivere
esse stesse, e il desiderio e la capacità di cambiare in una fedeltà creativa al proprio
carisma, in una dinamica di continuo cambiamento in una fondamentale stabilità,
alla fine se non ci fosse amore per le generazioni future anche le generazioni anziane
perderebbero la voglia e il gusto della perseveranza. Cominciamo perciò non dal
compito educativo in sé, ma da ciò che noi continuamente riceviamo e vogliamo trasmettere: questo dono nella Chiesa che è la vita monastica e contemplativa radicata
nei solchi benedettini e cistercensi. Il tema della trasmissione della vita, e del compito
della vita ad altri segna perciò l’orizzonte che sta davanti a noi. Dietro e ancora davanti a noi come segnali luminosi in questo cammino abbiamo la santità di alcuni che
sono stati guide o semplici compagni e fratelli che indicano la strada.
• Giovanni Paolo II, di cui abbiamo celebrato la beatificazione a pochi anni
dalla morte.
1
•
Fr. Rafael Arnaiz Baron, di cui il 2011 è il centenario della nascita (9/04/1911)
(a lui è stato dedicato il penultimo n. di Vita Nostra).
• San Roberto di Molesme († 1111), il più piccolo, che ha meno scritto, che ha
anche terminato la vita con un apparente fallimento, che però è obiettivamente il primo dei tre fondatori dell’Ordine.
• Jean Leclercq (1911-1993), studioso universalmente noto del monachesimo
medievale e benedettino egli stesso, Jean Leclercq è l’emblema dell’uomo che
coniuga la passione per l’indagine scientifica con la passione per la vita. A lui si
devono l’edizione degli Opera Omnia di San Bernardo e testi sul monachesimo
medievale divenuti fondamentali per chiunque si occupi della storia culturale
o religiosa del medioevo, tra cui il suo capolavoro, L’amour des lettres et le désir
de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e che ha conosciuto molteplici traduzioni… In fondo tutta la vasta opera di Leclercq può essere letta come una
testimonianza della sua gioia di essere monaco. (Dall’Osservatore Romano,
30/12/09)
Da dove ricominciare? Cominciamo da lì, da quel primissimo inizio. Da un evento molto piccolo. Nel 1098, il 21 marzo, che quell’anno coincideva con la Domenica
delle Palme, alcuni monaci attorno al loro Abate Roberto, amato e per questo conteso, iniziavano la vita monastica nella solitudine di Cîteaux, ben decisi a radicarsi
nel solco benedettino con la semplicità di chi conosce solo la misura del tutto. La
Domenica delle Palme di alcuni anni più tardi il 17 aprile 1111, San Roberto moriva, dopo essere stato richiamato dal Papa a Molesme che guidava con l’animo e i
criteri del Nuovo Monastero. Cristo entrava in Gerusalemme, i monaci entravano in
Cîteaux, San Roberto entrava in Paradiso. Sì, ripartiamo da questo evento piccolo e
grande insieme perché ancora alla sua ombra fiorisce la vita, ancora si scavano solchi
di obbedienza, ancora nascono case, ancora si cerca come meglio rispondere alla chiamata che abbiamo ricevuto, ancora giovani e meno giovani bussano alle porte dei
nostri monasteri con domande a volte ancora molto confuse, ma spesso autentiche,
e ancora ci interroghiamo insieme. A queste domande in tre modi diversi rispondono tre dei primi articoli; Dom Mauro pone una esigenza radicale alle comunità che
interroga con grande profondità e coraggio proponendo loro (sì, non è un errore
di stampa, propone alle comunità) la conversione: non ai singoli, non ai candidati,
non ad alcuni: alle comunità, perché siano luoghi dove le persone possano crescere
e maturare fino al fondo della verità della vocazione. Avremo altrettanto coraggio di
ascoltarlo fino in fondo?
Dom Guillaume prende l’occasione di un altro piccolo anniversario di quest’anno: il quindicesimo anno dal rapimento e dal martirio del sette fratelli di Tibhirine.
Cos’aveva di speciale questa comunità? Eppure è proprio lo specchio di tante comunità oggi e guardando alla loro vicenda possiamo delineare le sfide che la situazione
in cui siamo ci presenta; il film che è stato loro dedicato e che ha procurato milioni
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di incassi e provocato articoli su riviste e quotidiani in Francia e in Italia, sta a testimoniarlo.
Madre Cristiana Piccardo poi come sintesi offre la chiave del passaggio della conversione delle comunità, e un esempio di risposta a una delle sfide dell’oggi: la necessità di adoperare, acquisire nuovi strumenti di ascesi.
Così entriamo nel vivo della vita della famiglia cistercense che a sua volta è tutta
sospesa a una realtà, alla Parola di Dio, al Verbum Domini, come ci ricorda l’esortazione apostolica che Benedetto XVI ha regalato alla Chiesa, e che tocca alcuni dei
pilastri della nostra vita: l’appoggio su una tradizione sapienziale di approccio al testo
biblico, l’amore alla Parola di Dio come l’origine e il fine della nostra vita. L’ultimo
degli articoli infine riprende il tema principale di questo nostro primo numero: San
Roberto, presentato da una nuova comunità monastica nata all’ombra del suo manto:
il suo carisma di paternità desiderata continua ancora! Ce lo dicono i nostri fratelli
di Ruviano monaci diocesani, nati però all’ombra del carisma del nostro Fondatore.
Infine le molteplici avventure che hanno ritardato l’uscita del primo numero di
questa nuova serie di Vita Nostra, (ce ne scusiamo), ci permettono di aprire una
sezione dedicata al tema della formazione, preoccupazione comune del’OCist e
dell’OCSO e oggetto della Riunione Generale Mista dell’OCSO che si è tenuta in
settembre ad Assisi: una conferenza sul tema della formazione dei superiori, parola
ponderata e profonda di Dom Eamon, e una conferenza di Madre Giovanna Garbelli, superiora del monastero di Matutum nelle Filippine, sulla formazione delle
comunità: due sguardi complementari sullo stesso tema.
Formativo è anche il tema della musica liturgica, suscitato quest’anno dal centenario del Pontificio Istituto di Musica Sacra; la redazione ringrazia il M° Miserachis per
il suo contributo come pure il nostro amico Marco Invernizzi per il contributo sulla
storia della nostra Italia nel 150 della sua unificazione. Dopo questi eventi maggiori
entriamo nella conoscenza degli eventi spiccioli di ogni tipo che hanno rallegrato e
dato colore alla vita delle nostre comunità prima fra tutte la cronaca della comunità di
San Giacomo di Veglia con il racconto di due professioni solenni… Poi Boulaur, una
comunità fiorita nel segno della santità di una giovane … Ai giovani che professano
fanno eco gli anziani che ormai confessano la fedeltà di Dio, come il nostro ottuagenario di vestizione Padre Angelo, immagine di eterna giovinezza; tra gli uni e gli altri
segnaliamo altri eventi di vita come corsi di formazione a Pra ’d Mill, convegni sui
valori monastici a Norcia e a Vitorchiano e Santa Marta
Ringraziando del sostegno finora accordato, nell’attesa di rinnovarci nella memoria dell’Incarnazione, invitiamo le comunità che ci ricevono a collaborare con le notizie che le riguardano: ingressi, professioni, cinquantesimi, decessi… corsi, e quanto
può utilmente essere condiviso.
sr. Maria Francesca Righi, OCSO
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Segnalazione di libri
ROBERTO NARDIN - ALFREDO SIMON, La vita benedettina, Collana I
prismi, Città Nuova, Roma 2009.
Il Concilio Vaticano II ha segnato un momento fondamentale nella vita della Chiesa
del XX secolo, e anche il monachesimo, in varie sue componenti, è stato coinvolto in
diversi ambiti della stagione conciliare, sia nella sua preparazione sia nell’applicazione
degli stimoli e delle direttive che dal Concilio sono emerse. La prima applicazione
monastica del Concilio Vaticano II si ebbe con l’approvazione del Congresso degli
Abati (riunitosi nell’Abbazia Primaziale di Sant’Anselmo, a Roma, il 30 settembre
1967) del documento «La vita benedettina». Si tratta di un testo significativo perché
nelle elaborazioni delle nuove Costituzioni delle varie Congregazioni monastiche, nel
rinnovamento richiesto dallo stesso Concilio, questo documento divenne un punto
di riferimento. Tale documento viene qui ripresentato, accompagnato da una nuova
traduzione italiana e da tre studi. Il primo analizza la genesi storica del documento,
il secondo ne commenta il testo definitivo e il terzo ripropone un sintetico articolo
sullo sviluppo della spiritualità monastica, nella speranza che il presente lavoro
contribuisca a far conoscere e apprezzare la vita monastica in chi non è monaco, e a
stimolare un rinnovato amore al proprio genere di vita in chi monaco lo è.
ROBERTO NARDIN, Percorsi monastici. Incontri e studi nell’ultimo decennio,
collana Mane nobiscum n. 15, Lateran University Press, Roma 2009.
“Il volumetto intende offrire un percorso monastico attraverso recensioni e note
su pubblicazioni o eventi riguardanti il monachesimo” (dalla prefazione di don
Roberto).
La prima parte ripercorre le tematiche affrontate nei Convegni di Monte Oliveto dal
1998 in avanti. (Monachesimo e riforma della Chiesa, monachesimo ed ecumenismo,
monachesimo e riforma liturgica, monachesimo e teologia sapienziale, monachesimo
e formazione permanente). Una seconda parte attinge direttamente alle fonti delle
scuole di spiritualità monastica cistercense, benedettina e olivetana, e una terza parte
propone un incontro con figure significative sia antiche come Anselmo d’Aosta, sia
moderne come Thomas Merton o Jean Leclercq.
(Recensito in Il Riposo nella tenda, da Mariella Carpinello).
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C. PICCARDO - R. NARDIN - S. CORSI, La sapienza monastica: una tradizione
vivente, Borla, Roma 2006.
Ha senso ancora parlare di “sapienza” nell’epoca del tramonto delle ideologie,
quando relativismo e nihilismo corrodono il sapere lasciandolo patrimonio della
scienza e della tecnica o consegnandolo nelle mani di un pragmatismo individualistico
e utilitaristico? E di quale sapienza si può ancora parlare?
S. Benedetto, Patrono d’Europa e Maestro di civiltà, ne conosceva una, l’aveva
appresa solo con se stesso e con Dio nello speco di Subiaco: la Sapienza di Cristo e del
Vangelo, sapienza di vita dischiusa alla promessa e alla novità del Regno.
Ed è questa la Sapienza, itinerario di Senso e di nuova figliolanza, realtà di
vita rinnovata e di comunione, di cui si parla nel volume edito da Borla, in cui si
raccolgono gli atti del Convegno monastico, dallo stile più familiare dell’“incontro”,
tenutosi nel monastero trappista di N. S. di Valserena (PI), che ha visto radunati
monaci e monache provenienti da diversi monasteri italiani di regola e tradizione
benedettina (cisterciensi, olivetani, vallombrosani). La Sapienza della vita monastica
e che la vita monastica custodisce come seme fecondo, fatta oggetto di riflessione ad
intra e messa a disposizione anche ad extra, di chi voglia accostarla e conoscerla anche
da fuori, in questo agile libretto a più voci.
Tre le principali, quelle dei relatori: Madre Cristiana Piccardo, protagonista del
rinnovamento monastico post-conciliare e per oltre vent’anni Badessa del monastero
cisterciense della Stretta Osservanza di Vitorchiano (VT) e a buon diritto Maestra
di Sapienza; P. Roberto Nardin, monaco e sacerdote dell’Abbazia di Monte Oliveto
Maggiore (SI) e docente di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense,
e don Santino Corsi, singolare figura di sacerdote e parroco “un po’ monaco” della
Diocesi di Bologna, dove ha fondato la famiglia religiosa dei Discepoli del Signore e
dove è stato l’animatore dell’Istituto Veritatis Splendor, nato per rinnovare il connubio
da sempre fecondo di fede e cultura cristiana. Ma non tre “a solo”, in un libretto
che ha come caretteristica principale e pregevole quella di una coralità colloquiale e
distesa che invita ad entrare in ascolto e in dialogo. Vi si accompagnano e si integrano,
infatti, in vivace e appassionato intreccio, le domande dei partecipanti e i contributi
di approfondimento e di dibattito delle tavole rotonde seguite agli interventi. Ne
risulta una ricca e variegata polifonia che consente anche a chi monaco o monaca
non sia di apprezzare il prezioso tesoro di vita e d’esperienza che si nasconde nel
chiostro. Esperienza d’umanità, del destino unico e irrepetibile di ogni persona che
accetta di farsi risposta e dialogo al mistero e al disegno di Dio, che con lui, e per lui,
accetta la fatica del cammino quotidiano. Verso la meta. E con la compagnia della sua
Presenza.
Chi legge queste pagine può convincersi che di questa Sapienza, e proprio di
questa, c’è ancora bisogno. E che perciò se ne possa e se ne debba parlare. E sia un
dono per tutti.
(sr. Patrizia Girolami, OCSO)
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MADRE CRISTIANA PICCARDO, La stabilità monastica, Borla, Roma 2010.
Dopo La Sapienza monastica: una tradizione vivente con La stabilità monastica in
un mondo in perenne mutamento Madre Cristiana Piccardo offre alle comunità che
si sono nuovamente riunite attorno al suo insegnamento, cinque piste di riflessione
sul pilastro dell’esperienza monastica che è il voto di stabilità (letto dentro la prospettiva di una diagnosi culturale del momento presente, di un’analisi antropologica
personalista, di una lettura carismatica della tradizione patristica, in un’ottica verginale - sponsale ed infine ecclesiale). Le conferenze sono state seguite da domande
e interventi più estesi che hanno contribuito a fare del Convegno un momento di
ascolto e riflessione comune, una nuova “chiacchierata in famiglia” che suggerisce la
vocazione monastica come roccia di perenne stabilità in un mondo frammentato al
suo interno e dall’esterno sempre minacciato da fattori destabilizzanti.
Il monastero benedettino e cistercense appare ancora come l’arca sulla quale si
posa la colomba della pace.
FRANCO MOSCONI osb cam – LUCA FALLICA osb - MARIA PIA GIUDICI
Fma, Lectio divina, Ed. La Scala, Noci 2010.
Questo agile libretto è il risultato del Convegno per Giovani monaci e monache
delle Congregazioni monastiche italiane tenutosi a Norcia dal 13 al 18 luglio 2009.
Contiene due relazioni, una di Padre Mosconi, sulle radici bibliche della lectio in
ordine al discernimento vocazionale e una di fr. Luca Fallica che percorre invece il
tema nella tradizione monastica dall’inizio e in particolare in riferimento alla Regola
di San Benedetto. Un intervento conclusivo di Maria Pia Giudici pone il tema della
lectio in relazione diretta con il contesto socioculturale odierno.
Questo libro, comunicazione di un evento e strumento di lavoro insieme, è
pregevole da tre punti di vista:
• è il resoconto di un incontro in cui la Chiesa monastica italiana si
è ritrovata viva attorno alle sue fonti: la Parola di Dio e la Regola di san
Benedetto;
• è perciò la testimonianza di un lavoro di approfondimento sulle
principali fonti della nostra vita, attraverso l’ascolto della tradizione e
l’incontro vivo nel presente;
• infine è un incontro che è frutto di un lavoro e vuol suscitare lavoro,
cioè coinvolgimento attivo del lettore in una delle più antiche pratiche
sapienziali proprie non solo del mondo monastico ma di ogni credente.
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STEFANO DI SALLEY, Speculum novitii, Glossa, Collana Sapientia, Milano
2010 (Introduzione, traduzione e note a cura di Milvia Fioroni, Editoriale di Claudio
Stercal).
L’Editrice Glossa pubblica per la prima volta in Italia un testo che Collectanea
Cistercensia (OCSO Francia) aveva edito nella versione latina (Collectanea OCR
1946 pp. 2-68, con la presentazione e le note critiche di p. Edmond Mikkers OCSO
(1910-1993)). L’ottimo apparato critico è utile per identificare le coordinate di
questo “Specchio del novizio”: autenticità, lavori critici precedenti, altre opere dello
stesso autore, tutte informazioni che aiutano a mettere a fuoco l’ambito culturale e
spirituale in cui il testo nasce e il personaggio dell’autore. Il quale con questo suo
“Specchio” ci introduce nel metodo formativo delle abbazie del XII - XIII secolo,
dove la preoccupazione pedagogica è semplice e quasi spontaneo riflesso della
ricchezza spirituale e dottrinale. Non è uno scritto teorico, ma un accompagnamento
per il corso della giornata, ricco di suggerimenti pratici, di indicazioni concrete:
un “manuale”, scritto da un abate per dei novizi, nato dall’esperienza e che vuole
introdurre all’esperienza, per il quale tutto è importante, dalla confessione
quotidiana, al piano di letture consigliato, al modo di accostare le Sacre Scritture, in
modo che tutta la giornata sia plasmata dalla meditazione della Parola, dalla memoria
Dei coltivata nell’Ufficio Divino, dalla devozione affettuosa all’umanità di Cristo,
passaggio indispensabile all’amore alla sua Divinità. “Quando vai a dormire pensa alla
sepoltura di Cristo Gesù e alla tua. Quando ti alzi alla risurrezione”. La giornata nella sua
ordinarietà diventa un percorso di trasformazione, conformazione, trasfigurazione,
unione al Cristo, rendendo così evidente lo scopo della vita cristiana e monastica.
Il metodo preferito per questo cammino, dato lo spazio che l’autore vi riserba, è
sicuramente la meditazione, sbriciolata in sette metodi, oppure sei, nella notte e nel
giorno, al momento di addormentarsi o nell’ora della tentazione, come l’elemento
che serve a far propria la Parola e la presenza di Cristo “Usa la lettura divina come
uno specchio in cui l’anima veda la propria immagine, per correggersi, se è deforme o per
ornarsi, se è bella”. Nel momento in cui la passione educativa sta cercando nuovi modi
per trasmettere ai giovani un contenuto valido e sperimentato, possiamo imparare
qualcosa dall’umiltà di questo antico maestro.
CLAUDE MARTIN, Pratica della Regola di San Benedetto, Collana Sapientia,
Glossa, Milano 2009.
La collana “Sapientia” promossa dal Centro Studi di Spiritualità della Facoltà
dell’Italia Settentrionale propone la lettura di un testo del 1600, precisamente del
1674, scritto dal figlio e biografo della mistica Maria dell’Incarnazione, benedettino
della Congregazione dei Maurini, che con questa lettura pratica della Regola di San
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Benedetto conduce il lettore a un’esperienza personale della stessa Regola.
Il libro è diviso in tre parti di lunghezza diseguale: un’introduzione sull’ingresso
nella vita monastica, sul significato dalla vestizione, e sul fine di essa e i mezzi a
disposizione per giungervi (il distacco dal mondo, la nuova creatura, il nuovo
soggetto che inizia una nuova vita e gli strumenti che la Regola mette a disposizione
per giungere al fine).
Le altre due parti sono:
I. una “manuductio” attraverso gli esercizi propri della vita monastica
II. una meditazione sui grandi valori che sorreggono la vita: timore di
Dio, umiltà, contenuto dei voti, coordinate della vita comune e della vita
personale
L’introduzione di Anna Maria Valli, che raccomandiamo alla lettura, fa conoscere
la vita di quel grande e umile monaco e aiuta a cogliere la ricchezza dell’apporto di
questo testimone della fede. Questi infatti compie un reale lavoro di inculturazione
della fede e della spiritualità monastica facendo rivivere la Regola di San Benedetto
entro le coordinate storiche del suo tempo, come uno strumento vivo di fede e di
esperienza spirituale. Questo è il lavoro che ancora ci sta davanti, a noi che viviamo nel
solco della medesima Regola, in tempi così diversi, pure appartenenti alla medesima
natura umana e muovendoci verso il medesimo fine.
AA.VV, Monaci e per vivere. La vita monastica nel tempo postmoderno. Comunità
monastiche in dialogo. Ed. Il Segno dei Gabrielli, Negarine di San Pietro in Ceriano,
2007, curato dalla Piccola famiglia della Risurrezione (Comunità Monastica di
Marango), e dalla Piccola Fraternità di Gesù, Trambileno (TN).
Due giovani famiglie monastiche, la Piccola Famiglia della Risurrezione sorta,
a Marango di Caorle, nella Diocesi di Venezia, nella Pentecoste del 1984, con
la benedizione del Patriarca Marco Card. Cé, e la Piccola Fraternità di Gesù, di
Trambileno (TN), si sono fatte carico di raccogliere la sfida di un anziano monaco e
abate, Dom Valerio Cattana di mettere confronto antico e nuovo monachesimo in
ordine a una presenza più incisiva della vita monastica nella Chiesa oggi. Ne è nato,
ormai nel 2005, un Convegno cui hanno risposto 12 comunità tra quelle di antica
tradizione e quelle sorte recentemente e con l’aiuto di Padre Giorgio Bonaccorso,
dell’Abbazia di Santa Giustina, docente di Liturgia Pastorale e di P. Antonio Montanari
(specializzato in Teologia Patristica e Storia della Teologia, presso la Pontificia
Università Gregoriana di Roma nel 1994), hanno cercato di lavorare insieme su
questa domanda: qual è il compito del monaco nel nostro tempo? Domanda che ha
travagliato grandi monaci come Thomas Merton che nella loro vita e nelle loro opere
riflettono ciò che ha provato un intero periodo storico.
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La relazione di P. Bonaccorso riprercorre i valori che costituiscono i pilastri
del monachesimo di ieri e di oggi, quella di P. Montanari interroga la storia per
riappropriarsi della tradizione e per rispondere in modo non scontato alle domande.
Entrambi offrono due piste di lavoro per porsi le domande, e cercare umilmente
e seriamente le risposte, sapendo che il monachesimo o è tradizionale o non è, e
che porsi il problema del rapporto con la tradizione serve per rispondere in modo
autentico alle sfide dell’oggi.
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nuovo Postulatore Per le cause deI santI
Il 16 maggio 2011, l'Abate Generale, in accordo con il suo Consiglio e
dopo aver consultato l'Abate di Casamari, ha nominato Pd. Pier Domenico Volpi, monaco e sacerdote dell’Abbazia di Casamari, e Direttore Responsabile di Vita Nostra, Postulatore per le Cause dei Santi dell'Ordine
Cistercense (abbatis ad nutum Generalis).
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