S T A G I O N E
D ’ O P E R A
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Evgenij Onegin
Scene liriche in tre atti (e sette quadri)
Libretto di Pëtr Il’ič Čajkovskij e Konstantin Šilovskij
dall’omonimo poema di Aleksandr Puškin
Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij
Personaggi Interpreti
Evgenij Onegin baritono Vasilij Ladjuk
Vladislav Sulimskij*
Tat’jana, figlia di Larina soprano Svetla Vassileva
Radostina Nikolaeva*
Vladimir Lenskij tenore Maksim Aksënov
Aleksey Tatarintsev*
Ol’ga, figlia di Larina contralto Nino Surguladze
Iryna Zhytynska*
Il principe Gremin basso Aleksandr Vinogradov
La vedova Larina, possidente mezzosoprano Marie McLaughlin
Triquet, un maestro di francese tenore Carlo Bosi
La njanja Filipp’evna mezzosoprano Elena Sommer
Zareckij basso Scott Johnson
Un capitano della guardia basso Vladimir Jurlin / Marco Sportelli (18, 22, 24, 26)
Guillot, cameriere mimo Giuseppe Cannizzo / Andrea Frisano*
La giovane Tat’jana mimo Francesca Raballo / Veronica Morello*
Il giovane Onegin mimoAndrea Frisano / Giuseppe Cannizzo*
Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda
Regia Kasper Holten
Scene Mia Stensgaard
Costumi Katrina Lindsay
Luci Wolfgang Göbbel
Coreografia Signe Fabricius
Video Leo Warner e Lawrence Watson per 59 Production
Aiuto regista Justin Way
Costumi ripresi da Elena Cicorella - Luci riprese da John Charlton
Coreografia ripresa da Toniah Pedersen - Video ripresi da Benjamin Pierce
Direttore dell’allestimento
Maestro del coro
Saverio Santoliquido
Claudio Fenoglio
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Nuovo allestimento in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden, Londra e Opera Australia
Maggio 2013: Venerdì 17 ore 20, Sabato 18* ore 20, Domenica 19 ore 15,
Mercoledì 22 ore 20, Giovedì 23* ore 20, Venerdì 24 ore 20, Sabato 25* ore 20, Domenica 26 ore 15
Evgenij Onegin
Argomento
La giovane e romantica Tat’jana scrive una lettera all’affascinante Evgenij Onegin, dichiarandogli il suo amore.
Onegin però la rifiuta, non è pronto per il matrimonio. Anni dopo si rincontrano e gli antichi sentimenti
si ridestano. Insieme rievocano dolorose memorie ma comprendono che è impossibile cambiare il passato.
Scena I: Casa di Larina
Tat’jana e sua sorella Ol’ga stanno cantando una canzone d’amore. La loro madre, la vedova Larina, insieme
alla nutrice delle ragazze Filipp’evna, riflette amaramente sull’ingenuità della gioventù. Un gruppo di braccianti della proprietà di Larina, festeggia il raccolto.
Sentendoli cantare, Tat’jana sogna a occhi aperti; Ol’ga la prende in giro e descrive il proprio atteggiamento
leggero nei confronti della vita. Arriva il fidanzato di Ol’ga, il poeta Lenskij, insieme al suo vicino di casa
Evgenij Onegin. Subito si instaura un legame tra Tat’jana e Onegin.
Scena II: Quella notte
Incapace di dormire, Tat’jana pone alcune domande a Filipp’evna a proposito della sua giovinezza e del suo
precoce matrimonio. Quando Filipp’evna esce, la ragazza scrive una lettera a Onegin confessandogli il suo
amore per lui. Lei sente di aver incontrato spesso Onegin nei suoi sogni, anche prima che si conoscessero, e
che sono fatti l’uno per l’altra. All’alba, chiede a Filipp’evna di recapitare la lettera a Onegin.
Scena III: Il giorno seguente
Tat’jana aspetta con ansia Onegin; quando questi sopraggiunge, le confida di essere stato molto toccato dalla
sua lettera, ma teme che non sarebbe un buon marito per lei né per chiunque altra, nonostante nutra nei suoi
confronti teneri sentimenti. Le raccomanda di essere meno impulsiva in futuro, lasciandola confusa e distrutta.
Scena IV: La festa per l’onomastico di Tat’jana
Larina dà una festa per l’onomastico di Tat’jana, ma la ragazza non desidera affatto essere al centro dell’attenzione. Onegin balla con Tat’jana, ma quando sente che gli ospiti spettegolano su di loro, inizia a danzare con
Ol’ga. Triquet, un anziano signore francese, canta una canzone composta da Lenskij per Tat’jana. Onegin
continua a ballare con Ol’ga. Lenskij si ingelosisce e affronta Ol’ga, che ride davanti alla sua agitazione e
continua a flirtare con Onegin. Lenskij quindi sfida Onegin a duello.
Scena V: In campagna, mattina presto
Lenskij, nell’attesa di Onegin, riflette disperato sulla possibilità di morire prematuramente e teme che tutti lo
dimenticherebbero in breve tempo. Giunge Onegin con un amico e i duellanti preparano le pistole. Onegin
spara per primo e uccide Lenskij.
Scena VI: Un ballo, San Pietroburgo
Onegin, per sfuggire al ricordo di Lenskij, parte per l’estero. È perseguitato dal rimorso e si sente depresso.
Al suo ritorno, anni dopo, incontra il principe Gremin, un suo parente. Gremin lo accoglie e gli presenta sua
moglie: Tat’jana. L’incontro inaspettato turba profondamente Onegin e Tat’jana. Gremin racconta a Onegin
quanto lei l’abbia reso felice. Quando lasciano il ballo, Onegin comprende il suo terribile errore nell’aver
rifiutato Tat’jana e le scrive una lettera per dichiararle il suo amore.
Scena VII: La stanza di Tat’jana nella casa del principe Gremin
Tat’jana e Onegin si vedono la mattina successiva. Incontrarsi nuovamente è doloroso per entrambi. Onegin
le dichiara di essere dispiaciuto per tutto ciò che è accaduto: ora gli è chiaro che Tat’jana è la sua anima
gemella. Nonostante lei ammetta di condividere questo sentimento, è ormai troppo tardi: non abbandonerà
mai suo marito, rovinandogli la vita per la propria felicità.
Testo di Kasper Holten, tratto dal libretto di sala della Royal Opera House, 2013; traduzione di Sara Dapino.
Prima rappresentazione assoluta: Mosca, Malyj Teatr’, 29 marzo 1879 (17 marzo secondo il calendario giuliano).
Questa edizione dell’opera prevede un solo intervallo dopo la quarta scena.
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@TeatroRegio
Il mio Onegin
Intervista a Kasper Holten
Kasper Holten è balzato agli onori delle cronache prima per la sorprendente regia del Ring des Nibelungen
di Wagner, messo in scena alla Royal Danish Opera – esiste anche in dvd – e poi per essere stato nominato,
non ancora quarantenne, Direttore artistico della Royal Opera House di Londra. Lo scorso febbraio ha
debuttato nel suo Teatro con Evgenij Onegin di Čajkovskij, realizzato in coproduzione con il Teatro Regio.
Perché ha scelto questo titolo?
«Vidi quest’opera per la prima volta a Copenhagen, quando avevo tredici anni: mi sono immediatamente
identificato con la teenager Tat’jana, che lotta con le sue emozioni e affronta le difficoltà e i rischi che l’espressione dei sentimenti comporta. Da allora ho amato quest’opera sempre, ma non l’avevo mai messa in scena.
Crescendo, credo di essere arrivato a comprendere e simpatizzare anche per Onegin».
Chi è Evgenij Onegin?
«Spesso viene ritratto come un uomo annoiato, che esibisce la sua arroganza e, per questo, ci si chiede perché Tat’jana si innamori di lui. Io ho voluto penetrare sotto la sua pelle e catturare la strana innocenza di un
uomo che non ha mai conosciuto problemi o emozioni: un uomo di mondo, ma anche curioso, vulnerabile
e solitario. Quando arriva nella società borghese e limitata in cui vive Tat’ jana, si dimostra subito pronto a
smuovere le cose. È un outsider, che non capisce come la gente possa accontentarsi di così poco nella vita.
Ho voluto anche mettere in evidenza la sua crescita e la perdita dell’innocenza primigenia cui si assiste nel
corso dell’opera».
E Tat’jana?
«È un’anima poetica, chiusa in una società che non l’apprezza e che si limita a celebrare le sue convenzioni.
Si sente sola, ma quando incontra Onegin immediatamente riconosce in lui la sua anima gemella. Questa
è la vera tragedia: sono davvero fatti l’uno per l’altra, ma finiscono per non trovarsi mai. Alla fine lei, che
è stata ferita, non osa più cogliere l’occasione: non vuole prendersi la felicità a spese di Gremin, anche se
dubito che il loro matrimonio possa essere felice».
In scena Tat’jana e Onegin hanno un loro doppio che li osserva vivere e fare quelle scelte dalle quali non
potranno più tornare indietro. È una sorta di viaggio nella memoria?
«Tutti noi osserviamo le nostre vite e il nostro passato per capire come siamo diventati ciò che siamo, perché
le cose si sono risolte in un certo modo. Onegin e Tat’jana fanno questo percorso insieme: nella prima parte
dell’opera vediamo crescere lei, nella seconda invece tocca a lui. Nel romanzo di Puškin la storia è raccontata
da un narratore, il che le conferisce una certa malinconia. Ho voluto tradurre questa malinconia nello sguardo di Tat’jana e Onegin verso loro stessi: si osservano nel passato e capiscono che le cose non possono più
essere cambiate. L’uso dei doppi, poi, serve anche a mostrare come l’essere umano talvolta cerchi di raggiungere o confortare il suo “altro” più giovane: un’operazione impossibile, che lascia spazio solo all’accettazione
di quello che si è nel presente».
Il coro, con tutti gli artisti vestiti allo stesso modo, rappresenta una sorta di personaggio a sé?
«Ho voluto mostrare la società che sta attorno a Onegin e Tat’jana come loro la ricordano: un grande gruppo omogeneo, una folla conforme alla morale e alle regole borghesi. Per questo sono tutti vestiti allo stesso
modo, e di nero, senza un proprio colore».
Colore che invece caratterizza i personaggi principali, a partire da Tat’jana, che all’inizio è vestita di rosso e alla fine sembra nascondere la passione sotto un abito bianco, elegante e freddo. Che ruolo svolgono
i costumi nelle sue regie?
«I costumi e i colori sono estremamente importanti: definiscono la nostra prima impressione dei caratteri.
Un buon costume può raccontare cose che non necessitano di essere dette in un altro modo, e contribuisce
a quel viaggio nella mente dei personaggi che è la messa in scena di un’opera».
Testo dell’intervista di Paolo Cairoli, tratta dal mensile Sistema Musica (maggio 2013)
Se ritieni che la cultura musicale sia un valore irrinunciabile e pensi che sia importante dare direttamente
il tuo appoggio, puoi firmare a favore del tuo Teatro, destinando il 5 per mille dell’IRPEF. È sufficiente
scrivere il codice fiscale del Regio (00505900019) nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi.
La destinazione del 5 per mille non comporta nessuna spesa e non è alternativa all’8 per mille.
Teatro Regio
Walter Vergnano, Sovrintendente
Gianandrea Noseda, Direttore musicale
Orchestra
Coro
Violini primi Stefano Vagnarelli*, Marina Bertolo,
Monica Tasinato, Claudia Zanzotto, Angelica Faccani,
Fation Hoxholli, Elio Lercara, Carmen Lupoli,
Enrico Luxardo, Miriam Maltagliati, Alessio Murgia,
Laura Quaglia, Daniele Soncin, Giuseppe Tripodi,
Francesca Viscito, Roberto Zoppi
Soprani Sabrina Amè, Nicoletta Baù, Chiara Bongiovanni,
Anna Maria Borri, Caterina Borruso, Sabrina Boscarato,
Eugenia Braynova, Serafina Cannillo, Cristina Cogno,
Cristiana Cordero, Eugenia Degregori, Alessandra Di Paolo,
Manuela Giacomini, Rita La Vecchia, Laura Lanfranchi,
Chiara Lazzari, Maria de Lourdes Martins, Pierina Trivero,
Giovanna Zerilli
Violini secondi Marco Polidori*, Tomoka Osakabe,
Bartolomeo Angelillo, Silvana Balocco, Paola Bettella,
Lorenzo Brufatto, Maurizio Dore, Anna Rita Ercolini,
Silvio Gasparella, Roberto Lirelli, Anselma Martellono,
Marco Mazzucco, Paolo Mulazzi, Ivana Nicoletta
Viole Enrico Carraro*, Alessandro Cipolletta,
Gustavo Fioravanti, Rita Bracci, Maria Elena Eusebietti,
Alma Mandolesi, Franco Mori, Roberto Musso,
Alessandro Sacco, Francesca Turcato, Claudio Vignetta
Violoncelli Relja Lukic*, Giulio Arpinati,
Alfredo Giarbella, Augusto Gasbarri, Armando Matacena,
Luisa Miroglio, Marco Mosca, Nasim Saad
Contrabbassi Davide Ghio*, Atos Canestrelli,
Alessandro Belli, Fulvio Caccialupi, Michele Lipani,
Stefano Schiavolin
Flauti Federico Giarbella*, Maria Siracusa,
Roberto Baiocco
Mezzosoprani / Contralti Cristiana Arri, Shiow-hwa Chang,
Ivana Cravero, Corallina Demaria, Maria Di Mauro,
Roberta Garelli, Rossana Gariboldi, Elena Induni,
Myriam Rossignol, Marina Sandberg, Teresa Uda,
Daniela Valdenassi, Barbara Vivian
Tenori Pierangelo Aimé, Janos Buhalla, Gian Luigi Cara,
Antonio Coretti, Diego Cossu, Luis Odilon Dos Santos,
Alejandro Escobar, Giancarlo Fabbri, Sabino Gaita,
Mauro Ginestrone, Roberto Guenno, Leopoldo Lo Sciuto,
Vito Martino, Matteo Mugavero, Matteo Pavlica,
Gualberto Silvestri, Sandro Tonino, Franco Traverso
Baritoni / Bassi Leonardo Baldi, Mauro Barra,
Lorenzo Battagion, Enrico Bava, Giuseppe Capoferri,
Umberto Ginanni, Vladimir Jurlin, Riccardo Mattiotto,
Davide Motta Fré, Gheorghe Valentin Nistor, Franco Rizzo,
Enrico Speroni, Marco Sportelli, Marco Tognozzi,
Vincenzo Vigo
Oboi Luigi Finetto*, Stefano Simondi
Ballerine
Clarinetti Alessandro Dorella*, Edmondo Tedesco
Alessandra Gaboli, Stella Gelardi, Jessica Gillo,
Veronica Morello, Maddalena Parise, Francesca Raballo,
Martina Scandola, Samia Stilo, Federica Valla
Fagotti Andrea Azzi*, Orazio Lodin
Corni Ugo Favaro*, Evandro Merisio, Pierluigi Filagna,
Fabrizio Dindo
Trombe Ivano Buat*, Paolo Paravagna
Tromboni Vincent Lepape*, Enrico Avico,
Marco Tempesta
Timpani Ranieri Paluselli*
Arpa Elena Corni*
* prime parti
Direttori di scena Riccardo Fracchia, Riccardino Massa • Maestro collaboratore di sala Giannandrea Agnoletto • Maestro
rammentatore Giulio Laguzzi • Maestro alle luci Andrea Mauri • Maestri collaboratori di palcoscenico Luca Brancaleon,
Carlo Negro • Assistente del maestro del coro Paolo Grosa • Assistente alla coreografia Silvana Massacesi • Archivio musicale Enrico Maria Ferrando • Sopratitoli a cura di Sergio Bestente • Servizi tecnici di palcoscenico Antonio Martellotto
Realizzazione allestimenti Claudia Boasso • Servizi di vestizione Laura Viglione • Luci di scena e fonica Andrea Anfossi
Coordinatore di progetto Enzo Busco
Scene, costumi e attrezzeria Royal Opera House, Londra • Calzature C.T.C. di Pedrazzoli, Milano • Videoproiezioni Acuson,
Torino • Parrucche e trucco Mario Audello, Torino
Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli
(violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686) ed Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.).
Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola.
© Fondazione Teatro Regio di Torino
Prezzo: € 0,50 (IVA inclusa)
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