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DISMAMUSICA MAGAZINE - Settembre 2007
Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Anno IX - n 39 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
Editore e proprietario:
S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI)
Stampa: Emme K srl - Fino Mornasco (CO)
Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003
Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 39 - 24 SETTEMBRE 2007
PRIME IMPRESSIONI
di Gianni Cameroni
Si sa che a caldo una
botta non fa male (ma poi diventa blu...). E che invece si dice che
le opinioni a caldo è meglio non
formularle, perché sono sempre
di parte. Però nel caso di Meet
Milano, è giusto che l’ultimo giorno di fiera si
cerchi di tirare le somme. Parliamo dunque di
questo Meet.
Qui a fianco troviamo una puntualizzazione
attenta e misurata di Antonio Monzino jr., che
naturalmente vi invitiamo a leggere. E nelle
pagine interne trovate una carrellata di commenti “colti al volo” tra gli espositori: un modo
di comprendere l’esperienza del ritorno a Milano anche per chi a Milano non è potuto venire (questo numero di Dismamusica Magazine
viene infatti spedito anche in tutta Italia).
Da parte mia la tentazione di esprimere un parere è forte, ma mi devo astenere: il mio compito è quello di riferire, ed anche in questo caso
vi invito a leggere quello che mi hanno detto.
Posso però,
come ogni buon moderatore fa al termine di un dibattito, cercare di
“tirare le fila” del discorso, e il compito è abbastanza arduo. L’impressione generale è infatti di non completa soddisfazione, perché ci si
aspettava generalmente di più da Milano. Ma
allo stesso tempo è di consapevolezza del fatto
che l’atteso salto di qualità rispetto al passato è
stato compiuto, e che si deve comunque guardare avanti nella prospettiva di cogliere i grandi margini di miglioramento che certamente ci
sono.
Disegnare
il percorso verso il futuro
è compito dell’Associazione, il cui ruolo trainante in questo contesto è emerso con grande
chiarezza proprio durante il Meet. Ed è dunque all’Associazione DISMAMUSICA che
occorre fare riferimento, magari raccogliendo l’invito ad aderire (e parlo alle aziende) per
ampliare la base sociale e portare idee, consigli, proposte, consensi e dissensi, se necessario. Un’associazione più ampia è più forte e più
rappresentativa, capace di raggiungere più velocemente obiettivi lontani e capace di avere
maggior peso “politico” nei rapporti con le istituzioni e con gli Enti con i quali è chiamata a
collaborare.
Vogliamo vedere crescere il nostro futuro? A parere di molti, la strada percorribile è una sola.
Gianni Cameroni,
Responsabile Ufficio Stampa DISMAMUSICA
di PRESIDENTE
Anche se forse è un po’ presto (l’intervista viene realizzata al termine della terza
giornata di manifestazione), chiediamo
al Presidente Antonio Monzino jr. di fare
il punto della situazione, di commentarci questo “ritorno a Milano” di una manifestazione dedicata agli Strumenti Musicali.
“L’impegno profuso da tutti gli associati
e dagli espositori per arrivare a Milano è
stato notevolissimo”, esordisce Antonio
Monzino jr., “e credo di poter dire che gli
espositori, in generale, hanno saputo interpretare al meglio lo spirito di questa
prima edizione. Era necessario muoversi con la filosofia del contadino: con la
consapevolezza che prima di raccogliere
occorre seminare. E che la semina va fatta nel modo giusto, sul terreno giusto e
nel giusto periodo dell’anno. Quando poi
spuntano i germogli, bisogna sapere farli crescere”.
E TU, HAI FIRMATO?
Il giorno dei giudizi
Un po’ di opinioni raccolte a caldo su questa
edizione di Meet Milano.
Durante questi giorni di MEET MILANO
stiamo raccogliendo le firme per inviare una lettera aperta al Governo Italiano “Per una politica di sostegno della
pratica musicale in Italia”. Di fatto, chiediamo
che con la prossima Legge Finanziaria si preveda
un BONUS FISCALE per gli studenti della scuola
primaria, per l’acquisto di strumenti musicali nuovi a scopo didattico, riconoscendo altresì il valore educativo, culturale, sociale e formativo dello
strumento musicale e dello studio della musica.
in audio
veritas
Una sorpresa da leggere
Giovanni Allevi in concerto, ieri sera alle ore 18,30,
di fronte al pubblico di Meet Milano
con attenzione.
a pag. 29
Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua.
Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato.
21-22-23-24 Settembre 2007
Fiera Milano-Rho Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14
Monsound s.r.l. - Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy- Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 - [email protected] - www.myaudio.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
23 Settembre 2007
I prodotti vanno a... ruba!
Tutto il mondo è paese, dicono. E in tutto il mondo accadono cose strane, come durante il
Meet Milano, in svolgimento in questi giorni. Dovete infatti sapere che i furti con destrezza,
in fiera, sono cosa all’ordine del giorno, al punto che il fatto non fa nemmeno più notizia.
C’è però da dire che, per chi il furto lo ha subito, il fatto fa notizia e come!
E c’è di più. Un distributore di editoria musicale ha messo in bella mostra una serie di
volumi che non si vendono quasi nemmeno a regalarli. “È una serie che proprio non c’è
verso di far decollare”, commenta sconsolato il portavoce del distributore.
Ci credereste? Ieri mattina non c’erano più. Venduti... direte voi. Per nulla, dico io. Sono
stati sottratti con destrezza da mani ignote (e anche un po’ idiote, direi trasformando la
parola con una alchimia enigmistica), probabilmente nella speranza di poterne ricavare
qualcosa di tangibile.
Ladro di professione, dico a te! Informati prima! Cosa te ne fai, ora, di quegli spartiti
invendibili? Ti metti a suonare tu una musica che nemmeno capisci? E forse non conosci
nemmeno la musica tout-court...
Si dice sia andata meglio ad altri, che si sono impossessati di altri prodotti, che però,
probabilmente, allo stesso modo non sanno utilizzare...
Ma ci pensate a quel ladro che telefona in assistenza perché non sa come si usa l’oggetto
che ha rubato? La cosa è talmente assurda che potrebbe anche accadere.
All’editore toccato dai furti dei libri invendibili non resta che prendere atto della cosa, e
fare tesoro dell’esperienza. Anche alla prossima fiera potrà dunque disporre di due distinte
aree di offerta dei suoi spartiti. La prima, più interna e controllabile a vista, “in vendita”.
La seconda, più a portata di mano dei cleptomani-ladruncoli (o giù di lì) e posizionata
vicino all’area di passaggio, “in furto”.
Vecchia Volpe
in questo numero:
Parola di Presidente
di Gianni Cameroni
L’economia della musica in Italia
a cura della Redazione
Il ritorno di un grande marchio
Il Bosco degli Artisti
di Anna Cristofaro
Hohner da 150 anni
di Cristiano Cameroni
Accade oggi
Strumenti di carta
di Caterina De Gregori
Dalle aziende
di Claudio Formisano
Il giorno dei giudizi
di Gianni Cameroni
Dalla Fiera
a cura della Redazione
pag. 1
pag. 6
pag. 8
pag. 10
pag. 12
pag. 14
pag. 18
pag. 20
pag. 29
pag. 30
colophon
DISMAMUSICA MAGAZINE
N. 39 - 24 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
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Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director).
Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Daniela D’Isa, Caterina De Gregori, Vittorio Gallarotti.
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Dalla
Fiera
Dalla Fiera
24 Settembre 2007
segue da pag. 1
Antonio Monzino jr. riprende dopo una
breve pausa: “Per fare tutto questo,
ci vuole la ‘sapienza’ di riuscire a interpretare nel modo corretto i segnali
che si sono manifestati dopo questa
prima edizione”.
Gli aspetti concreti
Ci viene spontaneo portare il discorso su un piano più concreto, partendo
dalle motivazioni che hanno fatto cadere la scelta su Milano. “Milano”, chiarisce il Presidente, “è il luogo principe
della musica, intesa come musica prodotta (e penso a radio, TV, sale d’incisione, teatri, case discografiche...) o
come strutture dedicate alla musica a
livello di eccellenza e apprezzate a livello mondiale (e credo sia sufficiente
prendere La Scala come esempio). E
con Milano è stato lanciato un guan-
to di sfida, per la realizzazione di un
evento destinato a stimolare il concreto sviluppo del nostro mercato su scale di più ampio respiro rispetto al passato, non fosse altro che per il grande
bacino d’utenza che si muove intorno
al capoluogo lombardo”.
“Questa scelta non coinvolge solo gli
associati a Dismamusica”, diciamo.
“Naturalmente no”, chiarisce il Presidente, “ma l’attività che la nostra
Associazione ha svolto in 25 anni
l’ha portata ad essere il riferimento
probabilmente di maggior peso nel
nostro settore: la nostra presenza a
Meet Milano e l’effettiva aggregazione delle varie realtà che di questo
settore fanno parte sono forse uno
dei temi di riflessione più importanti anche nell’ottica di ampliamento
della base associativa sia nei confronti di fabbricanti, editori e distributori, sia nei confronti del vasto
mondo dei rivenditori. DISMAMUSICA può trarre solo vantaggio dall’ampliamento della base associativa, in
una visione comune con le realtà associative dei settori a noi contigui, per
avere maggior forza, maggiore rappresentatività e maggiore peso politico
nei confronti delle istituzioni e degli
enti con i quali siamo chiamati a collaborare”.
“L’esperienza di Milano è dunque positiva?”, gli chiediamo ritornando sul
nostro argomento di oggi.
“Credo di poter affermare che, grazie
all’investimento di tutti gli espositori, l’impatto con il visitatore è stato di
grande effetto”, afferma Antonio Monzino jr., “sia sotto il profilo dell’ambiente –non dobbiamo dimenticarci di
essere nella maggiore area espositiva del mondo– sia sotto il profilo dell’organizzazione degli stand, ma soprattutto della ricchezza e della completezza dell’offerta, arricchita da un
grande numero di eventi collaterali,
concerti, demo e clinics tenute da artisti di altissimo profilo”.
“Molti espositori hanno però espresso alcune perplessità su questo Salone e sulla sua organizzazione...”, sottolineiamo.
“Non posso non riconoscere che la
seconda edizione dovrà tenere conto dei rilievi e delle zone d’ombra che
questo primo MIV - Music International Village ha generato. Sono peraltro certo che la collaborazione con
Expocts e FieraMilano ci consentirà
di appianare gli aspetti operativi che
hanno espresso le criticità evidenziate dagli epositori, per ripartire verso
una seconda edizione, capace di interpretare il ruolo strategico del ‘fil
rouge’ della Musica”.
SIAE mette d’accordo tutti. A Meet Milano
E’ successo per la prima volta al MEET e ne siamo contenti. Artefice la SIAE e il suo vulcanico direttore dell’Ufficio Eventi Filippo Gasparro, si sono riuniti intorno ad un tavolo, nello spazio
Agorà del MEET, per “La SIAE è con…” i rappresentanti dei principali festival di musica d’autore italiani. Con lo stesso spirito
che da tre giorni anima il grande stand “Italia in musica”, organizzato dalla SIAE e condiviso dalle più importanti associazioni
dei produttori fonografici e di tutela dei diritti del mondo musicale ( ACEP, AFI, ASSOARTISTI, ASSOMUSICA, AUDIOCOOP, CAPIFIPI, FEM, FIMI, IMAIE, PMI, SCF, UNCLA, UNEMIA) dove fervono
gli incontri e gli scambi di idee e di collaborazione, si è parlato
di promozione della musica in un incontro coordinato dal direttore di Rockol e degli Eventi MEET Franco Zanetti e da Filippo
Gasparro per la SIAE, che nel ringraziare “tutti gli amici presenti”, ha sottolineato la sua soddisfazione per l’entusiastica adesione all’incontro. Ha cominciato Giorgio Pezzana, ringraziando
la SIAE per aver scommesso sul giovane Biella Festival da subito puntando sulla musica emergente e contando sulla collaborazione di due che di giovani promesse se ne intendono, Michael
Pergolani e Renato Marengo, che con il loro Demo diffondono da
RaiRAI la musica degli sconosciuti. Enzo Bruno ha poi descritto
il Bordighera Jazz&Blues, rilevando come con la sua manifestazione Bordighera da città dell’umorismo è anche diventata città
del jazz. Andrea Pirera di De Musica e Disma, ha raccontato per
chi non avesse assistito nel maggio scorso a Roma, il Concertone di Scuola Musica Festival, che ha riunito in un concerto indimenticabile oltre 500 ragazzi provenienti dalle scuole di tutta
Italia, che hanno suonato i più svariati strumenti. Giordano Sangiorgi del MEI di Faenza (di ritorno dal Pop Komm di Berlino, che
quest’anno ha avuto una grande rappresentanza italiana tra cui
la SIAE) ha rilevato come il MEI in pochi anni è cresciuto sottolineando che i Festival devono collaborare fra loro per il bene della musica e dei partecipanti ai vari concorsi. Ezio Nanni Pieri di
Musicultura ha ricordato il tema della memoria della dimensione storica della canzone, lamentando che la nostra identità culturale talvolta dà segni di noia. Toccante l’intervento di Gaetano
D’Aponte il cui premio ha preso il nome dalla figlia Bianca prematuramente scomparsa. Da quest’anno il Premio Bianca D’Aponte
distribuirà gratuitamente una compilation di tutti i nuovi talenti scoperti nel corso della manifestazione. Enrica Corsi ha poi
parlato dei tre anni del Premio Bindi, nato in omaggio al grande
Daniela d’Isa
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Gianni Cameroni
di Daniela d’Isa
cantautore. “Da quest’anno- ha detto Corsi- ci sarà anche una
sezione per musicisti compositori che ci è stata suggerita da un
grande amico di Bindi, che ci ha lasciato, Bruno Lauzi”. Luciana
Damiano ha poi ricordato il Premio istituito con la SIAE “Un artista nel mondo” nell’ambito del Premio Chatwin, premio che l’anno scorso è stato consegnato ad un entusiasta Jovannotti. E’
stata poi la volta di Stefano de Martino, il cui Premio Lunezia è
stato tenuto a battesimo nientemeno che dalla grande Fernanda
Pivano. “Dei 500 ragazzi che si iscrivono ogni anno, 20 arrivano
al palco- ha detto De Martino la cui manifestazione è dedicata
al valore poetico dei testi delle canzoni e si fregia di aver premiato nel secondo dei suoi 12 anni di vita Fabrizio De Andrè- è
importante che poi riusciamo in qualche modo a seguirli”. Preoccupazione che è stata espressa dal moderatore Zanetti, che ha
raccomandato i partecipanti di non lasciar soli i giovani dopo
averli premiati. Anna Graziani ha poi parlato dei 10 anni del Premio Pigro, dedicato a suo marito, l’indimenticato Ivan Graziani:
“Ringrazio ancora una volta- ha detto Anna Graziani- non solo il
Tenco, ma tutti gli altri amici di Ivan che mi hanno dimostrato il
loro affetto venendo al Pigro, dove ricordo si suona live, senza le
basi”. E la parola è stata passata all’evocato Premio Tenco per
cui era presente uno dei cinque scatenati amici che lo organizzano, Enrico De Angelis: “In 32 anni, da quando Amilcare Rambaldi lo ha inventato da noi sono passati proprio tutti, anche se non
retribuiamo gli artisti che si esibiscono nelle tre serate. La RAI
viene a registrare tutto e poi ci manda in onda all’una e mezzo
di notte!”. “La musica ingentilisce l’animo, la mente e il cuoreha concluso Pino Scarpettini di Spazio d’Autore- ma io non riesco più a cercare nuovi talenti, perché non so come assicurare
loro un futuro: oggi non ci sono più le case discografiche che si
dedicano alla scoperta del nuovo. E pensare che da Spazio d’Autore sono usciti da Giampiero Artegiani ad Antonacci fino a Grazia Di Michele”.
Sul grande schermo dell’Agorà del MEET intanto scorreva il filmato con i momenti salienti di tutti premi realizzato con la collaborazione di tutti dalla SIAE per l’occasione. Alla SIAE è infine
stato chiesto da Zanetti di continuare ad essere una specie di
bollino di garanzia per i partecipanti ai vari concorsi, perché venga loro dato quello che devono avere, senza alimentare false illusioni, ma per aiutarli a entrare davvero in quel mestiere difficile
e fantastico qual è quello dell’autore.
Attualità
Attualità
24 Settembre 2007
ECONOMIA DELLA MUSICA IN ITALIA - RAPPORTO 2007
Viene presentato oggi pomeriggio alle ore 15.00 presso la Sala Agorà del
Padiglione 18 il Rapporto condotto dall’Università Bocconi di Milano sull’Economia della Musica in Italia.
“Si tratta della terza edizione del Rapporto in questa sua forma”, chiarisce
Antonio Monzino jr., Presidente DISMAMUSICA. “L’iniziativa è diventata in pochissimi anni un Osservatorio Permanente sul mercato italiano della musica
in senso lato, e viene finanziata da DISMAMUSICA, FEM e SCF”.
FEM (Federazione Editori Musicali) e
SCF (Società Consortile Fonografici)
si sono affiancate a DISMAMUSICA in
questa rilevazione per poter monitorare
con attenzione un settore –quello della musica in Italia intesa come produzione, diffusione, fruizione e generatrice di diritti– tradizionalmente parcellizzato e dispersivo nella sua mappatura
economica.
DISMAMUSICA, che sin dalla sua fondazione monitorizza attentamente il mercato degli strumenti e delle edizioni musicali in Italia, ha messo volentieri a disposizione dell’Osservatorio i propri dati, così come hanno evidentemente fatto le altre due realtà che sostengono
l’iniziativa.
Questi dati, incrociati sapientemente
con quanto emerge dalla struttura di rilevamento statistico nazionale (ISTAT
e non solo) sono stati elaborati da un
team di ricerca del Centro ASK (Art &
Science for Knowledge) dell’Università
Bocconi, con il prof. Andrea Ordanini
come Coordinatore e con il fondamentale apporto del dott. Lorenzo Mizzau. Il risultato
è una agile sintesi della
ricerca che dipinge, dettagliandone i contorni,
quello che potrebbe cominciare ad essere definito il “Sistema Musica”
in Italia.
Il Rapporto
Nell’introduzione al Rapporto 2007 si legge: “(...)
Il Rapporto ha l’obiettivo
di costruire uno schema
del sistema di attori e di flussi che caratterizza il sistema musica in Italia, e
di valutare l’entità e l’articolazione dei
valori economici generati all’interno di
tale sistema. (...) In sostanza, il Rapporto intende proporre una ‘visione di
insieme’ del business musicale, attraverso un’analisi dei fenomeni con un
approccio sistemico e integrato, volto
ad illustrare compiutamente ogni anello
della filiera, evidenziandone la struttura, il ruolo e il valore generato.
L’approccio sistemico adottato in questa sede vuole dunque rappresentare
un tentativo di percorrere questa direzione di analisi e di ricerca, cercando di
soddisfare due esigenze:
– la rappresentazione dei soggetti chiave del sistema musica e del loro ruolo in termini di valore generato;
– la stima del valore generato nel sistema.
Il Rapporto indaga, oltre al segmento
discografico, altri comparti centrali nell’economia della musica, ma quasi mai
analizzati in relazione alla discografia,
quali ad esempio la produzione e distribuzione di strumenti musicali, l’istruzione e la formazione alla musica per professionisti ed amatori, il ballo e gli spettacoli musicali dal vivo, il comparto dell’elettronica di consumo audio.
In aggiunta, l’approccio sistemico consente di rappresentare adeguatamente
il ruolo delle collecting societies, cioè di
quegli intermediari che giocano un ruolo
fondamentale in questo business, con
le loro funzioni di raccolta e redistribuzione di importanti flussi di valore legati
ai diritti”.
Per consentire la massima diffusione dei risultati di questo Rapporto, è
stato deciso di metterlo
a disposizione di chiunque lo voglia consultare: sarà pertanto reso
disponibile, in formato
Acrobat, sui siti di riferimento dei soggetti che
ne hanno promosso e
sostenuto la realizzazione (DISMAMUSICA, FEM
e SCF).
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
KAWAI ALLA FIERA
DELLA MUSICA
RIPRODOTTA
Il 15 settembre
scorso, durante
la “quattro giorni” del Top Audio
& Video Show di
Milano –la manifestazione italiana di riferimento per il settore
dell’audio hi-fi esoterico e della
musica registrata– si è esibita in
concerto la pianista italiana Leonora Armellini.
La giovanissima interprete –
che si è diplomata con il massimo dei voti e la lode due anni
fa e che oggi, a soli 14 anni di
età, ha già una brillante carriera
aperta davanti a sé– ha presentato al pubblico milanese il suo
primo disco interamente dedicato a Chopin ed edito da Velut Luna. Il programma comprendeva
fra l’altro brani come l’Andante Spianato e la Grande Polacca Brillante e lo Scherzo n° 4: e
insieme alla giovane pianista, il
protagonista del concerto è stato un gran coda Kawai.
Al di là del dato... anagrafico,
che non ha mancato di destare
lo stupore dei presenti, ciò che
ci ha piacevolmente sorpreso è
stata proprio la presenza della musica dal vivo all’interno di
una manifestazione così fortemente orientata verso la musica
riprodotta.
I concerti del Top Audio & Video
Show, che accompagnano la vetrina espositiva secondo una tradizione ormai ventennale, sono
spesso anche occasione per la
dimostrazione diretta dei sistemi di ripresa del suono, e in questo senso sono seguitissimi anche dal pubblico degli appassionati di... forme d’onda. Ma sono
anche uno strumento importantissimo per ricordare ai visitatori
che la verità ricreata da amplificatori valvolari, lettori ad alta definizione e diffusori acustici esoterici risiede proprio nelle note
degli strumenti musicali.
Uto Ughi gratis per le scuole?
Nel corso di un’intervista rilasciata
a Paola Zanuttini su il Venerdì di Repubblica lo scorso 14 settembre, il
celebre violinista Uto Ughi lamenta il
disinteresse dei governi di destra e di
sinistra nei confronti della musica. E ripete, come puntualmente fa da otto anni a questa parte con
le dichiarazioni rilasciate in occasione
del lancio dei concerti gratuiti della rassegna Uto Ughi per Roma, che lo stato culturale del nostro Paese
versa in condizioni disperate.
La responsabilità di questa situazione, dichiara Ughi, è “del degrado”.
Ma anche –e soprattutto, aggiungeremmo noi– dei media che “martellano [i giovani] con prodotti commerciali lanciati investendo milioni”, delle
famiglie “che non accostano i giovani alla buona musica”, e della scuola “che non fa niente”. E qui il maestro ricorda il caso del sistema di orchestre giovanili creato in Venezuela
dal maestro José Antonio Abreu (pre-
miato da DISMAMUSICA anni fa proprio per la sua attività al servizio della musica). Un sistema, ricorda Ughi,
che “ha dato a 250mila ragazzi delle
favelas la possibilità di
accedere alla musica e
all’educazione fondando
157 orchestre giovanili
e infantili”. Un sistema,
aggiungiamo noi, che è
stato voluto e sostenuto dallo Stato.
D’altra parte non è
un caso che lo stesso Ughi abbia ripetutamente bus-
sato alle porte che contano per proporre a diversi Ministri dell’Istruzione
un progetto che prevedeva che “ogni
musicista più o meno famoso andasse almeno una volta al mese in una
scuola italiana”, ma mai nessuno dei
politici “si è fatto vivo”.
Insomma, ci sarebbe abbastanza
materiale per sollevare una questione morale, oltre che politica, sul reale desiderio di investire nella cultura da parte delle istituzioni. Un punto
che, evidentemente, non sta molto a
cuore a chi firma l’articolo; che, fra
domande un po’ superficiali (del tipo
Il violino è lo strumento più emozionante? o Lei, per caso, canta qualcosa quando si fa la barba?), si conclude informandoci che Uto Ughi non
ascolta il pop, il rock e i cantautori.
A noi, che non avvertivamo la necessità di una simile informazione, sfugge il motivo per cui, ancora una volta,
si perde di vista il punto centrale della questione –cioè quella vera e propria emergenza nazionale data dalla
sottocultura musicale del nostro Paese– per parlare di dettagli irrilevanti.
Anche questo, ci viene da dire riprendendo le parole di Ughi, è un modo
per “non fare niente”.
C.C.
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
MarchiDisma.qxp
31/08/2007
10.57
Pagina 1
24 Settembre 2007
Forse non tutti lo hanno notato, ma il marchio con cui
EKO espone a questa edizione di MIV - Music International Village ha una forma nuova. “Colpa,” ci ha confidato
sorridente il Responsabile
Marketing dell’azienda marchigiana Giovanni Matarazzo,
“di un piccolo restyling con il
quale abbiamo voluto sottolineare le due importantissime
novità che presentiamo all’appuntamento di Milano”.
Una nuova SpA
La meno evidente delle due
è quella che si leggerà a partire da lunedì prossimo sulla carta intestata. Eko Group
modifica infatti l’assetto amministrativo e diventa a tutti gli effetti una Società per
Azioni.
“Continueremo a mantere separate le due divisioni EKO e
ESOUND, che avranno una
struttura di vendita diversa”,
precisa Matarazzo, “ma la società sarà una sola. E noi ci
auguriamo che questo piccolo cambiamento porti ad una
lunga serie di vantaggi amministrativi”.
Le nuove
chitarre EKO
Il vero motivo di orgoglio,
l’evento per il quale alla Eko si è lavorato a lungo con passione e dedizione, è però il grande ritorno
del marchio nel settore della produzione di chitarre.
Classiche, acustiche, elettriche e bassi.
“Al quarto giorno di Fiera
ci siamo quasi abituati all’idea”, scherza
Giovanni Matarazzo,
“ma questo è stato il
primo appuntamento italiano in assoluto al quale abbiamo
portato le nuove chitarre a marchio Eko.
Una specie di battesimo che
ci ha tenuti con il fiato sospeso per giorni e giorni”.
Una strategia
di lungo corso
Salutato da migliaia di appassionati in tutto il Paese, il ritorno alla produzione del glorioso
marchio italiano è già di per sé
una notizia positiva. Che si colora di ulteriore fascino se ci si
fa raccontare il lungo percorso
che ha portato a questo attesissimo momento.
È ancora Matarazzo a raccontare: “La nuova, straordinaria
gamma di chitarre Eko è il risultato di una decisione che
abbiamo preso diversi anni
fa. Una decisione non facile, per molte ragioni. Prima
fra tutte la considerazione
che, se è già di per sé difficile portare avanti un’attività
produttiva già avviata, figurati
quanto più arduo può essere
il ricominciare a produrre
dopo anni di
stop”.
Lo possiamo
immaginare:
si incontrano
ad ogni passo
problemi logistici,
quesiti tecnici apparentemente insolubili, dubbi e
ripensamenti sulla bontà della scelta.
“Noi però siamo riusciti a portare avanti la nostra idea”,
continua Matarazzo sottolineando con orgoglio le sue
affermazioni, “anche perché
potevamo contare sul grosso
aiuto che ci è venuto dall’avere aperto il Museo
Oliviero Pigini. Qui, come
forse sai, sono conservati molti strumenti storici della prima produzione
Eko: strumenti che erano
rimasti in azienda e strumenti che ci sono stati
spediti da appassionati
che volevano contribuire
alla costruzione di questo tributo al marchio
Eko. Ebbene, in questo luogo, potendo
studiare da vicino
gli antichi strumenti, abbiamo potuto
chiarire tantissime
questioni tecniche.
Senza dire che il
continuo contatto
con centinaia e centinaia di
appassionati ci ha convinti
sempre di più del fatto che il
marchio Eko è ancora circondato dalla simpatia del grande pubblico”.
“Arrivare sul
mercato con
prodotti nuovi e re-issue
non sarebbe servito a niente senza un grande lavoro
preparatorio ‘intorno’ al marchio. Così un paio di anni fa,
quando non avevamo in mano che i primi prototipi dei
nuovi modelli, abbiamo lanciato una campagna istituzionale per lavorare sui buoni ricordi dei
musicisti. Tre
diversi soggetti accompagnavano lo
slogan Sentite che storia
–una headline che strizza l’occhio a
un’espressione di uso comune e che anche per questo ha avuto molto, molto
successo”.
Alle prime pagine pubblicitarie hanno fatto seguito, nel
corso dei mesi, nuove inserzioni in cui il soggetto originale in bianco e nero, ridimensionato, passava in secondo
piano per lasciare spazio all’immagine degli strumenti. E
a un nuovo slogan, che evidentemente costituiva la seconda parte del messaggio:
Sentite che suono.
“Anche questo
secondo step della campagna
ci ha dato
molta soddisfazione; e a
questo punto
siamo pronti
ad affrontare
il terzo ed ultimo momento della strategia. Le nuove pagine, che
usciranno verso fine anno,
saranno dedicate interamente ai nuovi strumenti. E con
esse passeremo definitivamente dalla tradizione storica al presente e al futuro della Eko”.
LA campagna
pubblicitaria
Come avrebbe
voluto Pigini
Forti di queste considerazioni, alla Eko hanno elaborato
una strategia di comunicazione di lungo corso per preparare il terreno all’attesissimo
ritorno.
Al punto in cui siamo, con la
campagna pubblicitaria che
volge al termine e con le nuove chitarre ormai ufficialmente... battezzate, è possibile
tracciare un primo bilancio
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
dell’intera operazione.
Giovanni Matarazzo, sollecitato su questo
punto, non si fa certo pregare. “Siamo molto soddisfatti.
Ti dirò: una delle cose di cui
siamo più fieri è stato l’essere riusciti a ragionare come avrebbe fatto Oliviero Pigini, il fondatore della Eko.
Più e più volte, nel corso di
questi anni, ci siamo interrogati sui motivi del successo
dei primi, gloriosi strumenti a
marchio Eko. La risposta stava prima di tutto nell’ottimo
rapporto qualità/prezzo che li
contraddistingueva, e poi nel
fatto che, grazie ad intuizioni
geniali, Eko è stato il primo
marchio ad entrare nelle case di tutti gli italiani. Ai tempi, Oliviero Pigini aveva spinto molto sulla vendita per
corrispondenza e su campagne di co-marketing piuttosto
sorprendenti, come quella in
cui le chitarre erano abbinate
all’acquisto degli elettrodomestici di una nota Casa del
settore...”.
Mentre prendo appunti, ho un
moto di sorpresa. Davvero,
questo è un accostamento
che mai mi sarei immaginato
per uno strumento musicale.
Ma è ancora Giovanni Matarazzo a darmi la spiegazione
più semplice, sottolineando
con entusiasmo: “Strano, ma efficacissimo. E
perfettamente funzionale
all’obiettivo,
che ancora
oggi ci compete, di diffondere una
alfabetizzazione musicale
nel Paese. Oggi, come allora,
c’è una intera generazione di
giovani che ha bisogno come
il pane delle emozioni. Quelle emozioni che i nostri strumenti musicali sanno regalare a piene mani da decenni.
E ti dirò di più: mai come oggi
ci siamo resi conto del fatto
che il marchio Eko ci è praticamente... sfuggito dalle mani. Non è più nostro: ma è diventato un bene della gente,
un patrimonio comune della
grande comunità dei musicisti e degli appassionati di
questo Paese”.
Attualità
Attualità
24 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
di Anna Cristofaro
FOTO: RAOUL JACOMETTI
Il legno degli abeti della Val di Fiemme è considerato fra i migliori al mondo
per la produzione di strumenti musicali. Per valorizzare questo grande patrimonio,
l’Azienda per il Turismo della Val di Fiemme e la Magnifica Comunità di Fiemme
hanno dato vita a Il Bosco che suona, una singolare iniziativa nel corso della quale
i migliori alberi della Valle sono stati “adottati” da alcuni fra i migliori musicisti italiani.
Chiedete pure ad uno qualsiasi dei tantissimi liutai presenti
in questi giorni fra i padiglioni di
MEET Milano. Qual è il legno migliore per costruire strumenti musicali di altissima qualità? Da dove si ricavano le più apprezzate tavole armoniche di violini, chitarre,
pianoforti?
La risposta, pur nella ragionevole
diversità delle opinioni, è statisticamente una sola: l’abete rosso
della Val di Fiemme. Un legno che
si caratterizza per una buona cilindricità, per l’assenza di tensioni interne e di nodi e per la presenza di anelli sottili e regolari.
Un materiale ideale per la musica, che può nascere solo da quello che gli scienziati di tutto il mondo chiamano fine tuning, l’allineamento perfetto delle caratteristiche naturali e biologiche. Nella
Val di Fiemme i requisiti ci sono
tutti: le piante crescono in un bosco “chiuso”, ad una altitudine
compresa tra i 1.500 ed i 1.800
metri, e possono contare contemporaneamente sulla presenza di
un terreno solido, di un’esposizione solare ottimale e di un regime
di precipitazioni adeguato.
Una tradizione
antichissima
Per tutte queste ragioni, le tavole ricavate dagli abeti della Val
di Fiemme sono annoverate dai
tempi più antichi fra i migliori legni di risonanza del mondo. Tanto che già ottocentonovantasei
anni fa, e quindi nel 1111, esisteva un Ente incaricato della
buona gestione delle foreste: la
Magnifica Comunità di Fiemme,
che fu fondata proprio in quell’anno e che ancora oggi esercita con lungimiranza il proprio
compito. Occupandosi, oltre che
di tecnica forestale e di pianificazione del taglio e della ricrescita delle “magnifiche” piante,
anche della promozione di questo immenso patrimonio verde.
10
Una pianta
da adottare
Una delle iniziative più originali,
in questo senso, è stata intitolata Il Bosco che suona e ha visto
protagoniste, non più tardi di due
mesi fa, la Magnifica Comunità e
l’Azienda per il Turismo della Valle
di Fiemme.
Seguendo una intuizione di Claudio Delvai, le due istituzioni hanno voluto intitolare alcuni dei più
pregiati abeti di risonanza a tre artisti presenti in Trentino per la rassegna di musica in quota I suoni
delle Dolomiti. Musicisti raffinati
che da sempre non
si limitano a “produrre” musica di
grande spessore
artistico, ma che
hanno
spesso
contribuito con la
propria creatività
a far conoscere
in tutto il mondo i pregi del legno della Val di
Fiemme. I tre
musicisti sono
Uto Ughi, Mario Brunello e
Giovanni Allevi. Tre personaggi scelti evidentemente
con grande attenzione, che
sanno parlare linguaggi diversi
(la musica classica, il jazz) a tre
diverse generazioni.
Una cerimonia
semplice
La “consegna” delle piante è avvenuta in tre giorni diversi; e ogni
volta, pur nella sua semplicità, ha
stupìto e commosso sia il “pubblico” che i diretti interessati.
Il primo a... battezzare il proprio
abete è stato il grande violinista
Uto Ughi, che il 18 luglio scorso,
alle 18.00 precise, si è recato
nella Valmaggiore portando con
sé due custodie. Accompagnato
dai tecnici forestali, che lo han-
no informato sulle caratteristiche
degli alberi e sulle tecniche di...
coltivazione, il maestro Ughi si è
addentrato nel “bosco maturo” alla ricerca del “suo” abete di risonanza. A un certo punto ha aperto
le custodie che aveva con sé per
estrarne due strumenti preziosissimi: prima uno Stradivari, quindi
un Guarnieri. E li ha suonati entrambi ai piedi dell’albero prescelto. Al termine del piccolo récital, lo
nanza e il maestro Uto Ughi. Valmaggiore lì 18 luglio 2007”.
Un violoncello
a Predazzo
Tre giorni più tardi, sabato 21 luglio, se un escursionista si fosse
avvicinato al maestoso bosco che
sovrasta Predazzo avrebbe potuto assistere ad una scena molto
simile. Ad innalzarsi nel cielo azzurro assieme ai fusti da 35 metri
delle piante bicentenarie della Val di Fiemme,
questa volta, c’era
però il violoncello
di Mario Brunello.
Di ritorno dal concerto delle Albe delle Dolomiti, Brunello si è avvicinato
ad un esemplare maestoso,
ha estratto il
proprio struQui sopra, Uto Ughi con lo Stradivari.
mento dalA sinistra, Mario Brunello durante
la custodia,
la performance. Sotto, Giovanni Allevi
ha appoggiamentre abbraccia il “suo” abete.
to il puntale
alla base di
una radice e
ha cominciato
a suonare. Chi
c’era ha descritto
questo momento
magico come “una
sorta di dialogo tra
madre e figlio”; le
fibre dell’abete vibravano assieme
al violoncello, e fra l’esecutore e
l’albero si è instaurato un rapporScario della Magnifica Comunità to profondo, dal quale il maestro
di Fiemme ha consegnato al mae- Brunello è riemerso alla fine del
stro Ughi il Magnifico Sigillo alla brano visibilmente commosso.
presenza delle autorità di valle. E
a fianco dell’abete Uto Ughi è sta- Abbracciato
to piantato un cartello che recita Ad un abete
testualmente: “Noi abeti di que- La commozione ha contrassegnasto bosco abbiamo potuto espri- to con forza anche il terzo ed ulmere armonie e intense vibrazio- timo appuntamento dell’iniziani grazie al suo cuore e alla sua tiva Il Bosco che suona, che ha
magia. Grazie grande Maestro Uto visto protagonista il pianista GioUghi. Dialogo tra gli abeti di riso- vanni Allevi. A differenza dei suoi
due predecessori, Allevi non poteva certo portare con sé il proprio
strumento; ed è stato così che
l’autore di Joy ha scelto di instaurare con il “suo” abete rosso un
rapporto emotivo in linea con la
sua estetica musicale. Di fronte
allo sguardo stupito dei presenti,
Giovanni Allevi ha abbracciato a
lungo l’albero, al quale ha dedicato il pezzo per pianoforte e orchestra Trecento anelli. Un brano che
è stato scritto, come lo stesso Allevi ha dichiarato in quell’occasione, “usando (...) i valori matematici del peso specifico e della velocità di propagazione in esso delle
onde sonore, che sono serviti per
gettare le basi della struttura del
brano”. Al di là di questo “piccolo gioco”, l’autore ha “voluto fortemente che la musica volasse in
alto e sfiorasse il cielo, come i rami dell’abete”.
Una strategia
innovativa
per la promozione
del territorio
I tre appuntamenti hanno dimostrato con grande evidenza come
sia possibile coniugare poesia, rispetto per la natura e amore per
l’arte e dare vita ad un’efficace
strategia di promozione del territorio e delle sue risorse culturali ed economiche. Nella Valle di
Fiemme, il legno è –come ha osservato l’assessore all’Ambiente Mauro Ghilmozzi– “il messaggero prezioso di un intero territorio”. L’azione sensibile e intelligente degli operatori trentini dovrebbe essere presa a modello in
tutto il Paese –non tanto per essere copiata (sarebbe impossibile)– quanto piuttosto per stimolare le amministrazioni locali ad intraprendere operazioni analoghe
per la valorizzazione delle grandi
ricchezze che la cultura della musica e dello strumento musicale
sono in grado di esprimere in tutto il nostro Paese.
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
di Gianni Cameroni
Raccontare la storia di Hohner non è semplice. Meglio tentare di raccontare un po’ di sensazioni, di
aneddoti e di fatti che hanno contraddistinto 150 anni di storia di questo marchio.
Un marchio che è come un vecchio amico di poche pretese, un amico fidato che mangia con noi
un boccone di pane e accetta di passare poi tutta la serata a canticchiare vecchie canzoni…
Mettendo da parte gli
scherzi e le battute, bisogna andare al 1857
per vedere la
prima armonica a bocca
Hohner, un
prodotto che,
nato per l’impegno di un
artigiano appassionato di
musica, è diventato il simbolo imprescindibile di un
marchio e di un prodotto
inconfondibile. E da subito è stato anche considerato un prodotto di qualità, destinato ai professionisti esigenti, ma non vie-
12
tato agli appassionati e ai
principianti, per i quali da sempre è presente in gamma
una vasta scelta
di modelli.
Come nasce
il mito Hohner
La nascita di questa azienda ha un aspetto quasi avventuroso. A Trossingen, un piccolo
villaggio tedesco
del Baden-Württemberg,
dove ancora og-
gi
sorge
la sede di
Hohner, viveva un artigiano bravo e
intraprendente, tale Messner, che fin dal
1833 produceva piccoli
strumenti musicali folkloristici destinati ad allietare le feste di paese. Accanto a questo artigiano viveva
anche un
orologiaio
ugualmente intraprendente, ma
più sfortunato, che guardava con
ammirazione mista a invidia al lavoro del vicino. Mathias Hohner (questo era il nome dell’artigiano), spinto dalla moglie Ana, nel 1855
comincia a costruire armoniche
a bocca. Gli
strumenti sono tecnicamente
ineccepibili, ma
più brutti. Messner, infatti, è come un “Rembrandt” dell’armonica,
e i suoi strumenti sono davvero più belli e più facili
da vendere.
Ancora una volta arriva in aiuto
di Mathias la moglie Ana, abile negli affari e acuta nelle sue intuizioni. Di fronte all’impossibilità di vendere in paese
i prodotti del
marito, che si
accumulavano
in magazzino,
propone di spedirli al cugino Hans negli Stati Uniti.
“Lì non c’è la concorrenza di Messner”, pare abbia detto.
Questa decisione fu la
mossa vincente del neoimprenditore. Il “pocket pia-
no” come veniva soprannominato il nuovo strumento,
si diffuse a macchia d’olio,
e non c’era emigrante verso le Americhe che non
avesse in tasca un’armonica a bocca. Nel 1857 venne fondata la Matth Hohner AG, e trent’anni dopo il
piccolo orologiaio
di Trossingen
esportava
mezzo milione di armoniche verso gli
Stati Uniti.
Proprio nel
1887, mentre
Hohner cresceva così rapidamente, la
Gran Bretagna, per
contrastare l’invasione di prodotti provenienti dall’esterno
del British Commonwealth, promulgava una legge che imponeva
la dichiarazione del Paese di
origine di ogni
prodotto. E da
allora sulle armoniche Hohner appare la
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
scritta “Made in
Germany”,
che
nel tempo, invece
di sottolineare la
non britannicità
del prodotto, è diventata sinonimo
di qualità altissima, al punto che
i prodotti sprovvisti di quella scritta erano considerati assolutamente inferiori. Una
altro punto a favore dell’imprenditore di Trossingen.
Giornalisticamente
parlando, l’armonica Hohner
la paragonerei, forse proprio per questi episodi, alla nostra Settimana Enigmistica, una pubblicazione che, come si legge in
copertina, “vanta centinaia di imitazioni”. Anche
le armoniche Hohner, infatti,
sono
state variamente imitate nel tempo, e ricordo armonicisti che guardavano con
sufficienza prodotti “non
Hohner”, considerati, appunto, solo imitazioni.
Certo, non sempre questo corrispondeva alla verità, ma il marchio Hohner
è stato per troppo tempo
sinonimo di armoniche a
bocca.
La crescita
e le risposte
al mercato
L’armonica a bocca è uno
strumento capace di molte voci e di molte sonorità. Hohner ha compreso
la potenzialità di questi
dettagli, e ha cominciato
molto presto a produrre
modelli “custom” (come
diremmo oggi) destinati a questo o a quel genere musicale. È il caso
della celeberrima “Marine Band” (già progettata
a partire dal 1896 per la
celebre orchestra di John
Philip de Sousa, per offrire un inconfondibile suono blues), che è diventata un must per questo
genere musicale. Potrebbe quasi sembrare un paradosso: uno strumento
blues, legato al mondo
della musicalità dei neri
americani, è in effetti nato dalle mani degli artigiani tedeschi della Foresta
Nera.
I cinque figli di Matthias
Hohner nel 1900 prendono in mano le redini dell’azienda
di famiglia. Jacob,
Matthias,
Andréas, Hans e
Will sono quindi
chiamati a continuare l’opera paterna e a far crescere la società,
cosa che accade
puntualmente. Non passa anno senza che si co-
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
struisca un nuovo edificio. E se si pensa che all’inizio del secolo l’unica
forza motrice era rappresentata dalle braccia degli operai, è facile immaginare l’effetto che ebbe
la comparsa dell’energia
elettrica: si potevano lavorare quantità di ance
fino ad allora impensabili (già allora si dovevano
utilizzare oltre 887.000
ance al giorno per produrre le armoniche richieste
dal mercato).
Le guerre
Paradossalmente, uno dei
luoghi in cui l’armonica a
bocca era particolarmente
apprezzata
era l’esercito, seguito a
ruota (o a vela) dalla Marina. La portabilità, la facilità di impiego (basta un po’ di fiato), l’immediatezza (non
va nemmeno accordata),
la voce… Tutto in questo piccolo oggetto si faceva apprezzare là dove oggetti ingombranti sarebbero
stati
di impiccio
(nelle trincee c’erano le armoniche a bocca, non le fisarmoniche o
le chitarre). E Hohner si è
trovata ad essere un oggetto destinato a togliere
dalla solitudine i soldati
di ogni trincea, a saldare i ricordi alle canzoni, a
unire i gruppi,
a sottolineare i
cori… strumento di pace anche in tempo di
guerra.
Questo vale naturalmente per
le due grandi
Guerre mondiali, ma, probabilmente vale ancora oggi. Strumento popolare per eccellenza, l’armonica
compare quasi
magicamente
nei posti più impensati,
e ci viene raccontata dalla letteratura, dal cinema,
dalla poesia e dalla canzone.
I professionisti
L’armonica è però, soprattutto, uno strumento
musicale dalle caratteristiche
di
grandissima flessibilità, e non
si contano,
al mondo, i
grandi musicisti che
hanno adottato questo
strumento per rincorrere
l’espressività più intensa
delle loro proposte musicali. E l’armonica a bocca
è diventata in questo modo, spesso, un mito, come nei film di Sergio Leone, nelle particolari musicalità di Stevie Wonder, di
Johnnie Cash, dei
Beatles, di John
Popper, di Donovan e di decine
di altri, tra i quali
non si devono dimenticare i nostri Battisti, Bennato o il grande attualissimo armonicista Fabio
Treves.
Oltre l’armonica
Hohner però non significa solo armoniche a bocca.
Nel corso della sua storia
l’azienda si è
affermata nel
settore delle
fisarmoniche
(le
produce
sin dal 1906),
degli strumenti didattici, delle
melodiche, delle chitarre,
dei bassi, dei sistemi di
amplificazione, dei pianoforti e delle tastiere elettroniche, anche. Ma se
fermate chiunque per la
strada e chiedete a bruciapelo cosa viene in
mente se si cita il
marchio Hohner,
la risposta più frequente in assoluto
è quella di sempre:
armoniche a bocca.
E forse il fatto che
ancora oggi dalle fabbriche di Trossingen
escano più di un milione di pezzi all’anno
giustifica questa opinione.
Le scuole di musica di tutta Europa
si danno convegno in Italia
Si terrà a Prato,
fra il 28 e il 30 settembre prossimi,
il Presidium Meeting, o consiglio direttivo, dell’EMU,
l’Associazione Europea delle Scuole di Musica. Nella
cittadina toscana
sono attesi ventitré partecipanti
in rappresentanza
delle 15 nazioni
europee che fanno parte del Board
dell’Associazione.
L’incontro si tiene
durante gli ultimi giorni della Rassegna Musicale AIdSM che vede esibirsi presso la basilica di San Lorenzo le
scuole toscane che fanno parte dell’Associazione Italiana delle Scuole
di Musica. Al termine dei lavori, che
si protrarranno dal 30 settembre al 3
ottobre, le delegazioni internazionali
prenderanno parte al Corso di management musicale per associazioni nazionali organizzato dalla segreteria AIdSM.
“È un’occasione di grande prestigio per
l’Associazione Italiana”, ha dichiarato il
presidente dell’AIdSM e vicepresidente
EMU Paolo Ponzecchi.
Ponzecchi, che è stato protagonista di
una lunga intervista pubblicata sul numero di ieri, ha ribadito che “iniziative
come quella in programma a Prato fra
quattro giorni ci fanno sentire in un certo senso come un piccolo partito giunto al governo con incarichi di prestigio.
E questo perché, nonostante le dimensioni della nostra associazione nazionale siano piuttosto contenute rispetto al
totale delle scuole di musica italiane,
siamo riconosciuti e valorizzati all’estero. Come soci dell’EMU abbiamo infatti la possibilità di organizzare in prima
persona importanti iniziative e di sedere ad un tavolo dove ci si scambia di
continuo un preziosissimo patrimonio
di esperienze e di pratiche virtuose che
può essere speso nel nostro Paese per
rendere proficuo il dialogo che l’AIdSM
ha aperto con le istituzioni per il riconoscimento e il sostegno delle scuole di
musica italiane.”
Per ulteriori informazioni sul Presidium
Meeting, sul Corso di management
musicale o sulle altre attività dell’AIdSM è possibile fare riferimento al sito dell’associazione, all’indirizzo www.
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13
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
SEMINARIO
24 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Accade oggi
Lunedì 24 settembre
CONCERTO
EVENTO
Ore 10:00 - Pad. 14
Ore 10:30 - Palco Bianco & Nero
Rari Vinili - Con la
collaborazione di
Vinilmania, la più importante
manifestazione italiana di
collezionismo musicale
Fatti un CD (Tu piano, io
forte)
Ore 10:00 - Pad. 14 e Pad. 18
“Il videoclip: storia e
storie” - Su totem video
collocati in diversi punti
dei padiglioni verranno
proiettati i video musicali
più importanti e significativi
della storia
Ore 11:00 - Palco Mogar
Esibizione live: Giorgio
Palombino; Four Tiles;
Max Furian;
Fabrizio
Leo; Walter
Calloni;
Luciano
Zardo
Quartet
Ore 11:00 Stand MusicTech - Pad. 14
Ore 14:00 - Palco Bianco & Nero
CONFERENZA
Staffetta pianistica Esibizione di 6 allievi del
Maestro Vincenzo Balzani
Ore 11:00 - Aula Agorà - Pad. 18
ALLA RICERCA DI SINERGIE
Incontro fra operatori dell’industria musicale e dei
new media
Ore 15:00
Palco Bianco & Nero
“Concertando”
Enrico Intra
accompagnato da
Lucio Terzano al
contrabbasso e
Tony Arco
batteria
Ore 11:00 - Spazio Gamma - Pad. 18
POPROCKCONTEST: UN CONCORSO PER FARE SCOUTING
Conferenza sulla relazione tra scouting e didattica:
analisi dei problemi riscontrati negli scouting e
strumenti per ripararli
Esibizione
del maestro
di fisarmonica
Caporilli
Ore 15:00
Ore 11:00
Ore 15:00
Stand MusicTech Pad. 14
Stand MusicTech - Pad. 14
Dimostrazioni tecniche
e musicali - Esibizione
del campione del mondo
di Fisarmonica e Diatonica
Dimostrazioni tecniche
e musicali - Esibizione
del maestro di fisarmonica
Caporilli
Ore 12:00 - Palco elettronico Corso Italia
Ore 15:00
Esibizione live: Silver Sky-line
Stand MusicTech - Pad. 14
Ore 10:00 - Accademia
Ore 13:00 - Palco Nazioni
Teatro alla Scala - Pad. 18
“MEET Demo”
con Renato Marengo e
Michel Pergolani, conduttori
di “Demo” (il programma
“acchiappatalenti” di Radio
Uno Rai)
Esibizione del campione
del mondo di Fisarmonica
e Diatonica
Ore 10:00 - Aula Agorà - Pad. 18
Mostra fotografica
“Musica in Mostra:
le origini”- Immagini
storiche dell’industria
musicale in Italia dal 1950 al
1970 a cura di “M&D Musica e
Dischi”.
Ore 10:00 - Accademia
Palco Nazioni
Ore 12:30 - Club House (Centro Servizi Stella Polare)
“Viva la fisa” e tributo a
Pierino Codevilla
“Talking lunch!”
Conquista e fidelizzazione del cliente: come mantenere
il rapporto con il proprio cliente oltre la leva del
prezzo e le difficoltà di mercato - Su invito.
L’incontro verrà moderato da Franco Marzo,
consulente di Direzione, autore del libro:
“Music Manager: esperienza musicale e arte manageriale”
Ore: 14:00 - Spazio Gamma - Pad. 18
Teatro alla Scala - Pad. 18
Maria Callas - Mostra costumi ed accessori
“Fotografie di scena” - Mostra fotografica con selezione delle immagini realizzate dagli allievi del
“Corso per fotografi di scena”.
PRESENTAZIONE RIVISTA “STRUMENTI E MUSICA”
L’Ars Spoletium ha rilevato la storica rivista
“Strumenti e Musica”, fondata nel 1948 dalla Farfisa e
diretta dal Maestro Bio Boccosi, punto di riferimento
per tutti gli amanti della fisarmonica.
Durante la conferenza stampa verrà presentato il primo
numero della nuova gestione.
Ore 15:00
Stand Rugginenti - Pad. 18
piero di stefano e diamante
sugar live
Ci vediamo a...
5 - 7 ottobre 2007 Salone Internazionale
degli Strumenti Musicali
d’artigianato e degli
accessori per la liuteria
11 Novembre 2007
Second Hand Guitars
30esima edizione
Milano
Alcatraz+DeSade
17-18 Novembre 2007
EUROBASS DAY
Verona
Palazzo della Gran
Guardia
24-25 Novembre 2007
MEETING DELLE
ETICHETTE
INDIPENDENTI
Faenza
14
Rassegna
Stampa
Rassegna Stampa
24 Settembre 2007
...diMusica
CARTA
e mercato
di Caterina De Gregori
Lo Stradivari pop per i più giovani
“Penso che la musica classica sia
il fondamento di qualunque tipo di
musica, l’ispirazione per il meglio
del genere rhythm & blues, del pop,
e soprattutto del rock, che io adoro.
Ma il fatto è che i giovani oggi non se
ne rendono conto, non sanno da dove derivi la musica che ascoltano.”
A parlare è David Garrett, intervistato da Giulia Cerqueti per Famiglia
Cristiana del 24 giugno.
Nato in Germania e residente a New
York, Garrett è stato da piccolo un
assoluto prodigio del violino classico. Il suo strumento è un preziosissimo Stradivari San Lorenzo del
1718.
Da poco il musicista ha prodotto un
album in cui esegue brani più pop,
perché, anche se si definisce un
violinista classico, ha deciso di allargare la propria produzione: “Ho
sempre pensato alla necessità di
fare un album rivolto ai più giovani, un cd comunque classico ma più
aperto a nuove influenze”.
Anche in questo cd il violinista usa il suo Stradivari,
anche se ci tiene a sottolineare: “… il tipo di strumento che usi non influisce molto su una registrazione. Fa invece un’enorme differenza in un concerto dal vivo.”
Uno sguardo su MEET Milano
È Teresa Potenza a descrivere, sul numero
dell’8 agosto del settimanale Economy, la
fisionomia dell’attesa
edizione di Meet Milano.
“Dare un palcoscenico
all’intero universo musicale: è l’ambizioso
obiettivo di Fiera Milano, che attraverso la
controllata Expocts si
appresta a inaugurare
Meet Milano, sigla che
sta per ‘music, events and entertainment
technology’, cioè musica, eventi e tecnologia legata all’intrattenimento”.
Con questa manifestazione, spiega Potenza, “Milano entra nel
mondo dell’industria
musicale italia-
na e internazionale, a
cui presterà 25 mila
metri quadrati del polo
fieramilano a Rho”.
Per diventare “il punto di riferimento di un
settore che ogni anno
muove cifre importanti: basti pensare che
la sola industria musicale produce un giro
d’affari superiore ai 3
miliardi di euro”.
Non solo, continua
l’articolista: Meet ha
studiato un unico grande salone in cui si riuniranno tutti i settori
del mondo della musica (produttori e distributori di strumenti musicali, editoria,
infrastrutture, servizi
affiliati,…). Non a caso “la manifestazione
può contare sul supporto fondamentale
dell’Associazione dei
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
produttori e distributori
di strumenti ed edizioni musicali e artigianato (Dismamusica), con
cui è stata messa a
punto la manifestazione fieristica”.
Sottolineando che il
salone non è rivolto
solo agli operatori professionali ma anche al
grande pubblico, Teresa Potenza precisa:
“Meet Milano non vuole essere soltanto un
appuntamento per gli
operatori del settore.
Si rivolge infatti anche
al pubblico ed è proprio
per venire incontro ai
visitatori non professionali che Expocts ha studiato un nutrito calendario di eventi: concerti, incontri e convegni,
lezioni, mostre ed esibizioni di artisti, famosi
ma anche in erba”.
Tornano i 45 giri
È una notizia ANSA del 16 luglio: “i dischi in vinile
stanno vivendo un vero e proprio revival, con un aumento delle vendite negli ultimi sei mesi del 13%,
motivato soprattutto dal boom dei singoli in formato 45 giri”.
Nell’era degli Mp3 torna, insomma, sulla cresta dell’onda il vecchio disco in vinile.
Ma a far tornare in auge il vecchio LP non sono i nostalgici di mezza età, bensì “gli stessi giovani che
passano ore al computer a scaricare centinaia di
brani dalla rete”.
Secondo Stuart Smith, proprietario di un negozio di
dischi a Leamington Spa, i ragazzi in età studentesca amano i dischi e li collezionano perché “con gli
Mp3 puoi avere un hard drive pieno zeppo, ma nulla da mostrare. Una collezione di dischi è molto più
personale. Ci si può vedere dentro l’animo di una
persona”.
José Cura: “Cantare
è la mia professione,
dirigere la mia
vocazione”
Con queste parole si rivolge a Piarachille Dolfini
per Avvenire del 14 agosto il cantante lirico e direttore d’orchestra argentino José Cura.
La filosofia di Cura è semplice, per il canto: “Una recita può andare bene o
male, ma io so che ogni volta che torno a casa c’è
la mia famiglia, mia moglie e i miei tre figli che mi
aspettano. Ed è questo quello che conta. Cantare? Diventa un modo per guadagnarsi da vivere”.
Per la direzione d’orchestra, invece, “le cose cambiano perché ho sempre detto che cantare è la
mia professione, mentre dirigere è la mia vocazione. Ho iniziato a studiare musica a 14 anni
perché volevo fare il direttore. Solo dopo, a 29 anni, è arrivato il canto e più per un’esigenza commerciale che per passione. Allora, erano i primi
anni Novanta, era molto più facile trovare lavoro
come tenore lirico spinto che non come direttore:
diciamo che ho dovuto scegliere se mangiare o
fare la fame”.
In agosto, Cura è impegnato con il Tuscan Sun
Festival a Cortona.
Per l’Italia una manifestazione così, “con una parata di star del belcanto, è un po’ una novità: farà
bene alla musica?”, chiede Dolfini.
“Vede, sono convinto che non importa dove un
festival si faccia, se a Cortona o in un’altra città:
importa che il festival ci sia. L’Italia è la culla della grande musica, ma col tempo, per ragioni che
non dipendono assolutamente dalla musica, ha
perso questo ruolo.
Occorre programmare concerti, opere, incontri
perché nel momento in cui non si fa più nulla,
inizia la morte. Questo l’Italia non può permetterselo.”
I numeri
della musica
Il quotidiano Finanza & Mercati del 31 luglio introduce, con un articolo a firma di Andrea Settefonti, la prima edizione di Meet Milano.
“Tutti i suoni della musica si ascoltano a Milano. Dal 21 al 24 settembre, a Fieramilano
a Rho, si svolgerà la prima edizione di ‘Meet
Milano, music, events and entertainment technology’, il nuovo evento fieristico, dedicato totalmente all’industria della musica e dell’entertainment, organizzato da Expocts in collaborazione con Dismamusica. Una vetrina per un
comparto che produce un giro d’affari di oltre 3
miliardi di euro”.
Settefonti cita anche i dati di mercato relativi
al 2006, soffermandosi sul positivo andamento del settore degli strumenti musicali: “il fatturato ha superato i 357 milioni di euro, + 4,4
per cento rispetto al 2005” e sottolinea anche che le vendite sono state spinte dal calo
dei prezzi al dettaglio per l’ingresso massiccio
sul mercato di strumenti di produzione orientale ma con tecnologie e marchi occidentali.
La Royal Liverpool Philarmonica
su Second Life
È una notizia flash su Europa del 17 agosto: “la Royal Liverpool
Philarmonica è approdata su Second Life. Con l’intento di raggiungere più utenti, l’orchestra britannica ha fissato un concerto per il prossimo 14 settembre in un teatro virtuale sul popolare sito web”.
Il programma musicale del concerto prevede opere di Ravel,
Rachmaninov e McCabe.
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Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Rassegna
Stampa
Rassegna Stampa
24 Settembre 2007
Il cd compie 25 anni
“Il 17 agosto 1982, in uno stabilimento della Philips vicino ad Hannover (Germania),
venne prodotto il primo compact disc: conteneva l’album The Visitors degli Abba. Oggi il
celebre disco ottico, che ha rivoluzionato il consumo di musica accelerando il passaggio
dall’era analogica a quella digitale, celebra 25 anni di onorata (e rivoluzionaria) carriera proprio quando la sua preminenza è ormai messa in discussione dal dilagare di iPod
e altri lettori Mp3”. Così Carola Frediani su Il Corriere della Sera del 17 agosto, per il
25esimo compleanno del compact disc, ne traccia in breve la storia.
Il compact disc venne sviluppato “attraverso un’aperta partnership tra l’olandese Philips
e la giapponese Sony: una collaborazione che contribuì a imporre il Cd come standard
dell’industria musicale. La task force congiunta di ingegneri cominciò a progettare i nuovi supporti già dal 1979; ed è proprio in quegli anni che furono fissate le caratteristiche
tecniche, come il diametro o la quantità di dati registrati. L’obiettivo originario era realizzare un Cd che contenesse fino a un’ora di audio, ma successivamente la capacità venne estesa a 74 minuti in modo che contenesse la Nona Sinfonia di Beethoven”.
I primi cd arrivarono sul mercato nel novembre 1982: si trattava principalmente di musica classica. Per il primo nuovo album realizzato direttamente per cd bisognerà aspettare il
1985 con Brothers in Arm dei Dire Straits. Questo l’inizio: “il Cd fu il precursore dei Cd-Rom,
dei Dvd fino agli attuali dischi ottici in alta definizione. La qualità dei contenuti immagazzinati, la leggerezza, nonché la sua estetica accattivante ne hanno decretato il successo; anche
se, in questi ultimi tempi, proprio quella digitalizzazione che ha contribuito ad affermare gli si
sta rivoltando contro. Le vendite di Cd musicali sono in costante declino, mentre si diffondono i lettori Mp3. E addirittura c’è chi riscopre il fascino del vinile. A questo punto la
speranza del compact disc potrebbe essere solo quella di tramutarsi, in breve tempo, in un oggetto di vintage”.
STRUMENTI DA RECORD
“Una Gibson Les Paul Standard del 1959 è stata stimata 530 mila
dollari, mentre una Explorer del 1958-63 ha toccato 611 mila verdoni ( poco meno della metà di uno Stradivari del periodo d’oro non restaurato, battuto durante la stessa sessione d’asta). (...) Un basso
Warwick appartenuto (e firmato a pennarello) a John Entwistle (The
Who) è in vendita online per 60 mila dollari, mentre un Burns Nu-sonic
del 1964, in dotazione presso gli Abbey Road Studios, che fu sfiorato dalle dita di George Harrison (il venditore acclude foto) e che, con
ogni probabilità, fu impiegato per registrare Paperback writer, è offerto a 110 mila euro da un negoziante di Leeds.”
Questi sono soltanto alcuni tra gli “strumenti da record” citati nel
numero di Panorama del 6 settembre scorso. L’autore del pezzo,
Pablo Echaurren, un pittore amante egli stesso del rock, compie un
viaggio nel mercato impazzito dei cimeli da palcoscenico che, secondo
quanto dice, stanno raggiungendo cifre strabilianti nelle aste reali o nei
bazar online quali eBay o in altri siti più mirati (www.mercatinomusicale.
com). Secondo l’articolista tali mercati stanno costituendo una sorta di
mania globale, una passione che investe perlopiù gli ex ragazzi degli
anni sessanta, che investono cifre folli pur di impossessarsi di un feticcio musicale, purchè appartenuto ad un divo. Non a caso la stessa
fondazione Cartier di Parigi dedica una mostra alle “memorabilia” dell’età d’oro del
rock ‘n’ roll, alle chitarre che valgono come i gioielli, ai dischi preziosi come anelli. E per quanti, per motivi di spazio o più verosimilmente, economici, non possono
permettersi uno strumento tutto intero, esistono anche le collezioni di plettri autografati e realmente utilizzati durante un concerto, che si possono acquistare in base al colore preferito, al gruppo prediletto o al genere musicale di appartenenza. E
il loro valore raggiunge persino i 2.800 dollari.
Professioni musicali:
c’è spazio per le donne?
Quella che viene dalla Repubblica delle Donne del
24 agosto vuole essere
certamente una provocazione, e come tale la giriamo
ai nostri lettori.
Al centro dell’attenzione
un interrogativo che può
apparire infondato, banale o scontato –a seconda
dei punti di vista– ma che
qualche fondamento certamente ha: sul piano professionale è più utile per una
donna una buona e solida
formazione culturale o una
prorompente presenza fisica? Da qui poi il discorso
si allarga ad altre considerazioni altrettanto provocatorie.
Ma veniamo al dunque.
Concita De Gregorio riporta alcuni stralci di una lettera inviatale da Elena Casella, 41enne direttrice
d’orchestra che precisa di
avere alle spalle tre diplomi conseguiti al Giuseppe
Verdi di Milano (pianoforte,
composizione sperimentale e direzione d’orchestra)
e di avere frequentato molti corsi di specializzazione:
“…e a Vienna, città nella
quale sono diventata assistente di Ervin Acél, figura
leggendaria della direzione
d’orchestra, del quale –è
doveroso e non moralistico
specificarlo– ero esclusiva-
mente assistente musicale
(non amante, né parente,
né segretaria)”.
“Già dai tempi degli studi
al Conservatorio mi è stato chiaro che lavorare come direttrice d’orchestra
fosse alquanto complesso
(…) ma alcuni aspetti di
questa complessità sono per me tuttora stupefacenti”, continua amareggiata Elena Casella
“Generalmente, dopo il primo concerto con una nuova
orchestra, arrivano ben graditi attestati di stima. Contestualmente mi viene posta la fatidica domanda:
lei cos’ha da offrire all’orchestra? Finora (…) ho risposto con sfacciataggine: la mia professionalità
in crescita, il mio impegno,
il mio entusiasmo. E basta.
No, non basta. Avrei dovuto metter sul tavolo merce
extramusicale come nascere in una famiglia potente, sposare un uomo influente, cercare e ottenere
appoggi che mi avrebbero
permesso di pagare (con
moneta sonante o con poteri appetibili) per poter lavorare. La differenza fra i
tanti direttori di pari bravura, talento, profondità, impegno, fantasia e cultura,
la fa la merce di scambio
extramusicale”.
“Mi ritrovo a navigare
in questo mare desolante”,
conclude la professionista,
che però dichiara di riuscire comunque a non “perder
nulla dell’entusiasmo, del
rispetto per la musica”, pur
nutrendo “un’acuta insofferenza verso i miei simili
che la sfruttano. (…) non
passo le mie giornate a bofonchiare lamentele scomposte: vivo ogni giorno una
vivace, divertente attività di
donna musicista. Vorrei solo poter lavorare come direttrice d’orchestra nel modo più lineare e attinente
alla musica (…)”.
Giovanni Allevi:
ogni concerto
un evento
“Il suo ultimo disco, Joy, ha fatto saltare le classifiche:
oltre 60 mila copie sotto questi chiari di luna discografici. Ogni suo concerto è un delirio di fan che lo idolatrano. È ormai praticamente di casa al Blue Note di New
York come in Estremo Oriente, Cina, Giappone”, così scrive L’Espresso del 19 luglio. Ma tutti i giornali ne parlano:
di Giovanni Allevi, il 38enne pianista-evento, idolo di migliaia di fan, che riempie all’inverosimile le piazze in ogni
città in cui si esibisce.
Qualche esempio? Il primo settembre ha suonato a Loreto in occasione della giornata dell’incontro del Papa con
400.000 giovani provenienti da tutto il mondo. Sabato
15 luglio ha suonato in Piazza
Duomo a Milano e sono arrivati in 50mila per ascoltarlo. Da
tutta Italia. Un popolo di “Alleviani”, come ha scritto su La
Repubblica Franco Vanni, che
lo stesso Allevi definisce così: “in questo mondo col turbo, sono una razza marziana:
gente pacata e gentile. Giovani
ancora capaci di meravigliarsi
delle cose della vita. Arrivano
da tutta Italia, vengono a stringermi la mano dopo i concerti con gli occhi pieni della gioia dei bambini”.
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Dalle
Aziende
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24 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Il “codino” digitale
Il mini Grand
RG-3 è stato presentato da pochissimo
sul mercato. Come
il suo “fratello maggiore” RG-7, è uno
strumento di fascia alta, un punto d’arrivo
che propone una nuova sfida al mercato.
Le sue caratteristiche tecniche parlano da
sole: il generatore sonoro ha un sound set
con venti timbri “di riferimento” da usare dal
vivo, ai quali si aggiungono 600 patch per la
riproduzione dei MIDI file. La polifonia di 128
note garantisce una perfetta tenuta anche in
presenza di un uso... generoso del pedale
destro; e l’impianto di amplificazione “nascosto” nella piccola coda riesce davvero a dare
ROLAND ITALY
RG-3
al suono una diffusione spaziale molto simile all’originale. Dal punto di vista meccanico,
RG-3 mette sotto le dita del pianista una delle più avanzate meccaniche Roland: la PHA II
“Ivory Feel”, che adotta il sistema di pesatura progressiva (i tasti della regione grave pesano più dei tasti della regione acuta) e che
dà a chi suona la sensazione di trovarsi di
fronte ad una tastiera di avorio.
Con queste premesse, RG-3 può davvero
conquistare anche i pianisti più esigenti; e
guadagnare un posto non soltanto negli ambienti domestici più esclusivi, ma anche in
tutti quei luoghi (hotel, reception, ristoranti e
piano bar) dove la presenza di un pianoforte
digitale di alto livello, capace di suonare con
l’accompagnamento di una base e –nel caso– da solo è senz’altro apprezzata.
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Linea evolutiva
Si chiama TR Music Workstation ed è disponibile nelle tre
versioni a 61, 76 e 88 tasti: è l’ultima evoluzione del progetto
Triton Le di Korg. Leggeri da trasportare e “puliti” nella disposizione dei comandi sul pannello di controllo, i tre nuovi modelli della linea TR condividono una libreria di campioni da 64
MB, l’interfaccia MIDI/USB e il supporto per le schede di memoria SD, che permettono di salvare e caricare i dati in modo veloce, pratico ed economico.
Nate come workstation “pure” e per questo dotate di un sequencer a 16 tracce da 200.000
note, le tre nuove tastiere Korg possono essere facilmente trasformate in campionatori professionali con funzioni avanzate di editing. Per fare questo è sufficiente installare una scheda
opzionale che registra a 48kHz su 16 bit stereo e può importare campioni in formato .aiff, .wav
e Akai s1000/s3000.
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RG-3
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20
Fra le novità presentate da
Yamaha in fiera, un posto di
primo piano spetta –sia per
quantità che per qualità della
proposta– alla rinnovata gamma di pianoforti digitali della
linea Clavinova.
Il generatore sonoro degli
strumenti della nuova serie
CVP 400 (nella foto in basso
a sinistra, il modello CVP401)
si avvale di un timbro di pianoforte campionato a quattro
livelli, al quale affianca la riproduzione di alcune sfumature tipiche del pianoforte acustico, dal
Key Off (il rumore di
rilascio del tasto) alla String Resonance
(quel fenomeno che
si produce quando il
martelletto che colpisce le corde di un tasto
fa vibrare anche le corde di
altri tasti). Dettagli che, uniti alla meccanica di prestigio
GH3 –equipaggiata con tasti
in legno rivestiti in avorio sintetico sul modello CVP409–
consentono un tocco espressivo, simile a quello ottenibile su di un vero pianoforte
a coda. Accanto al suono di
pianoforte, poi, sono presenti decine di stili pronti all’uso
e centinaia di timbri in rappre-
YAMAHA
Clavinova
sentanza di tutte le famiglie
di strumenti musicali. Suoni
che, grazie alle tecnologie
Megavoice e Super Articulation (che riproducono aspetti esecutivi degli strumenti
come il rumore dei tasti sul
sax o lo slide sulla chitarra),
sono davvero estramemente
realistici.
I nuovi modelli hanno inoltre
una porta LAN per l’accesso
diretto ad Internet; e, ad eccezione del modello CVP401,
sono dotati della funzione
USB Audio Recording, che
permette di registrare sul
pen-drive le proprie performance in formato audio.
Per quanto riguarda invece
la serie CLP (i pianoforti digitali senza funzioni di intrattenimento), le novità riguardano i modelli CLP265GP e
CLP295GP (nella foto in alto
a destra). Il primo monta la
tastiera GH3 ed è dotato di
sequencer a 2 tracce, porta
USB to device e prese Midi.
Il CLP295GP, invece, ha in
più la tastiera Natural Wood
con tasti bianchi in legno, sequencer a 16 tracce con banco suoni General Midi, campionamento del pianoforte
a quattro livelli, effettistica
completa con sistema iAFC,
Pad. 18 | Stand G92 E77 E83
USB to host e to device, prese Midi.
Nelle sezione Tastiere Home
Workstation segnaliamo l’arrivo dei tre nuovi modelli
della serie PSR-S. Strumenti che si collocano
rispettivamente nella
fascia entry-level (PSRS500), nel segmento
consumer evoluto (PSRS700) e nell’area professionale (PSR-S900,
lo strumento che sostituisce
le vecchie PSR1500-3000).
Su questi ultimi modelli si ritrovano le tecnologie Megavoice e SuperArticulation, e
soluzioni innovative come la
porta LAN per il collegamento diretto ad Internet. Sulla
S900, inoltre, sono presenti
un ingresso microfono con armonizzatore vocale, un’uscita
video e la funzione USB Audio
Recording.
Nella fascia economica segnaliamo l’esordio dell’NP30,
un pianoforte digitale portatile con tastiera a 76 tasti
non pesata, campionamento
del pianoforte in tecnologia
AWM, dieci suoni di pannello,
riverbero, metronomo, funzioni dual e transpose e prese
www.yamaha.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Schott Piano Lounge
Sono diciotto i brani tratti
dalla grande tradizione della musica cinematografica e
riarrangiati da Carsten Gerlitz per Movie Classics, il volume della collana Schott
Piano Lounge di cui riproduciamo qui a fianco la copertina. I pezzi contenuti nell’indice sono estremamente noti,
ma non per questo meno stimolanti per l’esecutore e per
l’ascoltatore; ogni tema è arricchito da una armonizzazione che, pur rimanendo fedele
all’originale, introduce nuove
idee e nuova luce. E l’intero
volume gode di una scrittura
brillante, che riesce a coniugare scelte stilistiche estremamente gradevoli e passaggi tecnici relativamente semplici da eseguire. È quindi
Pad. 18 | Stand D57 E66
SCHOTT
Movie Classics
Al pianoforte, fra note e... pastelli
particolarmente indicato per
gli allievi dei corsi medi e per
gli amatori evoluti, che potranno affrontare con grande
soddisfazione un repertorio
universalmente apprezzato.
Accanto a Movie Classics,
Schott propone altri titoli dello stesso autore: Pop Ballads
1 e 2 (con brani come Don’t
Know Why, Field of Gold, Imagine, Against All Odds e Piano Man; e Swing Standards:
una raccolta che va da Duke
Ellington a Glenn Miller passando per i crooners di Fly
me to the Moon.
www.schott-music.com
Sarebbe difficile trovare, all’interno del fascicolo Piano... Pianissimo curato per Carisch da
Elena Contu e Ilaria Oggioni, ampie pagine da
suonare. E questo perché l’agile volumetto,
pensato per i bambini che si avvicinano per la
prima volta agli ottantotto tasti bianchi e neri,
si preoccupa soprattutto di favorire un approccio “morbido” e sereno allo strumento.
Abbondano quindi, accanto ai grandi pentagrammi e alle indicazioni didascaliche relative
alla posizione e al valore delle note, i... personaggi da colorare. La loro presenza serve a rendere ancora più piacevole il tempo passato a
lezione; e a personalizzare il libro con un tocco di colore. L’uso dei colori, almeno nella prima
parte del libro, serve fra l’altro ad identificare le note, che così possono essere lette anche ad
un livello più intuitivo.
Naturalmente la presenza dell’insegnante –e delle costanti attenzioni all’impostazione della
postura, della posizione delle dita e della scioltezza del polso– resta fondamentale.
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
Piano... Pianissimo
www.carisch.com
Buon Natale!
Non è un augurio
che giunge troppo in anticipo,
ma una esortazione a sfogliare
il volume Il Concerto di Natale
e... Capodanno!
presentato
in
Fiera dalle Edizioni Sinfonica di
Brugherio e firmato da Matteo Ferrari e
Luigi Verrini.
Dedicato espressamente agli ensemble
scolastici, l’agile libretto propone quattro
brani natalizi per organico variabile. Le
parti contenute, rigorosamente staccate,
sono infatti scritte per flauti (o violini),
chitarre, percussioni e pianoforte; e possono essere distribuite a seconda delle
necessità in modo da allestire un piccolo
momento musicale d’insieme in occasione delle prossime festività natalizie.
Deck the Halls, The first Nowel, Jinglemix e l’immancabile Marcia di Radetzky,
ormai svestita dei contorni militareschi e
consegnata dall’immaginario collettivo al
contesto delle feste di Capodanno... c’è
tutto l’occorrente per brindare in allegria
–assicurando contemporaneamente un
notevole successo alle formazioni studentesche!
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
Concerto di Natale
www.sinfonica.com
Libri da... ascoltare
È tutta da ascoltare la collana degli Audiolibri presentati dalle edizioni Rugginenti.
Testi di varia estrazione –ci
sono grandi classici della letteratura, racconti, gialli, tasti
sacri– che vengono proposti
in versione recitata e che si ricolgono idealmente al pubblico delle famiglie. È un modo
insolito di avvicinarsi alla letteratura, ma anche un esperimento editoriale innovativo,
che vive della libertà espressiva del libro e delle suggestioni sonore che il CD rende
possibili e che avvicinano gli
Audiolibri agli sceneggiati radiofonici.
Da segnalare, oltre al Racconto di Natale tratto da Dickens, ai canti scelti
della Divina Commedia recitati da Ugo De Vita, al Vangelo di Marco in lettura integrale a più voci, il thriller metropolitano Tre uomini, accompagnato da effetti, suoni originali e colonna sonora.
RUGGINENTI
Audiolibri
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21
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Monsound si presenta. Ed è subito gruppo
Le giornate di MEET Milano dovevano essere l’occasione per il lancio, da parte di Monsound, della nuova
linea di prodotti per il mercato Pro Audio a marchio
MyAudio. E invece...
E invece la giovane impresa
del Gruppo Monzino non si
è limitata a presentare un
marchio, ma ne ha introdotti addirittura tre in una sola volta. Oltre all’intera gamma MyAudio, infatti, a MEET
Milano sono stati tenuti a
battesimo anche i prodotti a
marchio M1750 e DAG.
“Le tre linee si rivolgono ad
altrettante fasce di mercato
differenti. Mentre DAG si posiziona nel comparto value,
MyAudio guarda all’utenza
semiprofessionale o comunque consumer;
M1750, invece, è un marchio pro per definizione”,
dichiara la Responsabile
Marketing Ilaria Piermatteo.
Che puntualizza: “Allo stato
attuale non abbiamo ancora delineato con precisione
i confini del nostro target,
anche perché ragionare per
target è un po’ come ghettizzare, e questo non è il nostro stile”.
In effetti, i primi tre giorni
di fiera hanno dimostrato
MONSOUND
Un sub e due satelliti
zionale, grazie alla rete di
vendita che si sta costruendo proprio in questi giorni.
Come dichiara Lorenzo Aramini, l’Amministratore Delegato della nuova azienda
del Gruppo Monzino: “Monsound ha scelto di presentare i prodotti dei cataloghi
DAG, MyAudio e M1750 in
questa fiera; è all’interno di
questo scenario che abbiamo avviato i primi
contatti con
la
rete
dei negozianti
italiani. Naturalmente contiamo
di allargare ulteriormente
il numero di punti vendita
pronti a sostenere i nostri
prodotti diffondendoli sul
territorio. Ma posso già dire
che, a breve, saranno disponibili sul sito www.myaudio.
it gli indirizzi dei punti vendita che decideranno di aderire alla nostra proposta commerciale.
Sono inoltre già stati
presi contatti anche con
alcuni ditributori esteri... Stay tuned!”
Pad. 14 | H21 L14
DaG - My Audio - M1750
22
in modo evidente che l’attenzione della Monsound
si concentra prima di tutto
sui prodotti. Tutti i modelli
sono particolarmente curati sia dal punto di vista del
design che dal lato dell’ingegnerizzazione. Ed è ancora Ilaria Piermatteo a spiegarci perché: “Come azienda del gruppo Monzino, abbiamo un background storico fatto per tradizione di
prodotti di alta
qualità. Suona
un po’ strano,
ma possiamo dire che, anche se siamo appena nati,
abbiamo alle spalle più di
duecentocinquant’anni
di
storia. Con queste premesse, e dal momento che andiamo ad affrontare un segmento di mercato relativamente nuovo per il Gruppo,
non avrebbe avuto senso
presentarsi con una proposta povera. Tanto più che
l’esperienza davvero più uni-
ca che rara che il
Gruppo Monzino
può vantare a livello di management e di gestione della strategia
ci ha permesso di
ottimizzare tutte
le fasi della produzione per arrivare sul mercato con prodotti ad alta tecnologia e di
prezzo aggressivo”.
Interamente progettati
in laboratori italiani di ricerca
e sviluppo, realizzati con compo- n e n t i
di alta qualità e caratterizzati da un design che valorizza gli aspetti ergonomici del
progetto, i prodotti distribuiti
da Monsound comprendono
mixer, amplificatori digitali e
analogici, diffusori da palco
in legno e in resina, sistemi di monitoring
per piccoli studi e imponenti
line array destinati alle installazioni più impegnative. Tutti
saranno presto
disponibili sul
territorio na-
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
www.monsound.it
I sistemi L.U.C.A.S. di HK
Audio sono rinomati sistemi attivi che, nel 1998,
hanno introdotto per la prima volta il concetto innovativo di sub amplificato
e due satelliti passivi. Nel
2006 la serie è stata completamente aggiornata ed
ora HK Audio introduce un
nuovo sistema, denominato L.U.C.A.S. Alpha, che si
colloca al vertice della serie per potenza e performance. Il subwoofer di LUCAS Alpha, equipaggiato
con un altoparlante al neodimio da 18” e pilotato da
un finale di potenza digitale da 1200 Watt, fornisce
bassi profondi e potenti. Il
suo cabinet accoglie tutta
l’elettronica del sistema,
SISME
compresi il controller digitale DDO™ e gli amplificatori
digitali da 400 Watt che pilotano i due satelliti. Questi ultimi, che si incaricano
di diffondere le frequenze
medio-alte, sono dotati di
un altoparlante al neodimio da 12” e di un driver di
compressione da 1.4” con
tromba 60° per 40°, che si
fa “sentire” anche in grandi spazi. Capace di raggiungere livelli di pressione sonora superiori a 130 dB,
il sistema Alpha è ideale
per produrre
bassi solidi e
lanciare medie
ed alte frequenze a grandi distanze.
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Mobile recording: ecco il futuro
La sua risposta in frequenza è di 100 kHz, la gamma dinamica di 120 dB. È il nuovo registratore professionale Korg MR
1000, un “Mobile Recorder” che sfrutta l’avanzatissima tecnologia di registrazione a 1 bit e 5.2 MHz per offrire un suono
pulitissimo, privo di rumore di fondo e convertibile senza perdite di sorta in qualsiasi altro formato. Ideale per le applicazioni giornalistiche, per il podcasting, per l’acquisizione di materiale da editare e per il salvataggio
finale di un master, MR1000 si collega facilmente al mondo informatico
attraverso la porta USB 2.0.
EKO
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KORG MR 1000
www.eko.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Phoenix per il
broadcasting
La famiglia di codec audio IP Phoenix,
che ha fatto la sua comparsa quest’anno nel catalogo
AEQ, è sicuramente una
delle soluzioni più avanzate del momento per la
gestione del
segnale audio all’interno di un flusso
di lavoro di tipo broadcast. Entrambi gli
apparecchi possono essere espansi grazie a due slot per l’inserimento di moduli opzionali –e aggiungono quindi alla dotazione di serie ulteriori interfacce
di comunicazione. Il più piccolo dei due
si chiama Phoenix Mobile, e come il nome suggerisce è un dispositivo pensato
soprattutto per l’uso portatile. Dotato di
quattro ingressi, di un mixer dalle dimensioni contenutissime e di un display grafico a colori, è in grado di sostenere fino a
due connessioni simultanee a scelta fra
una linea telefonica analogica e IP (disponibili in modo nativo), un modulo GSM o
ISDN o qualsiasi codifica AAC,V.35, G3,
Blutooth/Wifi. Le stesse caratteristiche
si ritrovano anche nel modello a rack
(Phoenix Studio), che offre entrate ad
uscite stereo analogiche e digitali con
alimentazione universale.
EXHIBO
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Hardware e Software per DJ
È un bundle decisamente interessante quello proposto da Sound Wave con il pacchetto
Torq Xponent.
Nella soluzione, che si rivolge a tutti i DJ che
usano il PC per le performance dal vivo, sono
infatti compresi il celebre pacchetto Torq™
per il DJing digitale e la nuova superficie di
controllo Xponent a marchio M-Audio.
Quest’ultima è stata sviluppata sulla base
delle specifiche di Torq, ed è quindi già predisposta con le mappe relative ai parametri
del software. Caratterizzata da un design ergonomico e cool, Xponent aggiunge alle funzioni di superficie di controllo una interfaccia audio integrata che lavora a 16 bit su 48
kHz e che, grazie alla porta USB, può essere
SOUND WAVE
Torq Xponent
collegata con facilità a qualsiasi computer.
I driver ASIO e Core Audio garantiscono affidabilità e bassissima latenza; e le quattro uscite separate di livello linea permettono all’unità M-Audio di inserirsi
con facilità in qualsiasi
ambiente di lavoro.
L’area mixer del pannello di controllo comprende due potenziometri
per il controllo del guadagno e altrettanti tasti
mute, due equalizzatori da tre bande dotati
del pulsante band killer, due fader vertica-
Pad. 14 | Stand L51 M44
li e un crossfade orizzontale. Le due aree
player, invece, dialogano direttamente con
il software; e pertanto
ripropongono in formato hardware i controlli
principali del pacchetto
Torq. Fra questi ricordiamo, su tutti, la funzione
di time-stretching, il campionatore a 16 memorie
con sincronizzazione automatica del tempo, il
supporto per effetti aggiuntivi in formato VST,
la funzione Rewire e la simulazione del comportamento del vinile.
www.soundwave.it
Pad. 14 | Stand G41 H34
AEQ Phoenix
www.exhibo.it
Mixer Kempton:
qualità per tutti
I mixer Kempton della serie ME
sono stati interamente progettati all’interno dei laboratori italiani
di ricerca e sviluppo di FBT. Pensati per portare qualità e facilità
d’impiego nei contesti medio-piccoli (dagli studi domestici alle produzioni musicali di dimensioni più
contenute, dai locali ai palchi dove
si fa musica live), sono caratterizzati da un rapporto qualità/prezzo
molto vantaggioso.
I modelli disponibili sono tre, e
vanno da otto a ventiquattro canali. Ogni console è dotata di alimentazione Phantom e di Insert
su ciascun ingresso microfonico;
inoltre, tutti i banchi sono equipaggiati con un processore di segnale di alta qualità che mette nelle
mani del fonico una “tavolozza”
di 99 algoritmi diversi. Il “colore”
del suono è affidato a tre tagli di
equalizzazione per canale, che diventano due sui due canali stereo
del modello ME 8-2. La differenza
è dovuta soprattutto alle dimensioni molto compatte di ME 8-2, che
si riflettono fra l’altro anche sul
numero di mandate ausiliarie: due
contro le cinque del modello top di
gamma.
Particolarmente ricca, nei due modelli superiori, è infine la sezione
delle uscite, che comprende, oltre ai canonici Main Outs su XLR,
due uscite Track, un’uscita cuffie,
un’uscita Control Room e un’uscita mono.
FBT
Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30
Kempton ME
www.fbt.it
23
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
5316_01_MA_DISMA_ital_82x380_4c:5316_01_MA_DISMA_ital_82x380_4c
Questa bellissima collection esplora il tradizionale mondo del
fiddle, dalla musica irlandese ai Gipsy, dal Bluegrass al Latinoamericano. Rimarrete incantati dalla bellezza dei ritmi celtici
della Scozia, dal liricismo della musica nuziale del Klezmer, da
questi ritmi spontanei e creativi.
Brani repertorio essenziale per il livello intermedio di tutti gli
archi con accompagnamenti e parti facili, accordi per chitarrra
con Cd playalong.
Tutti i brani possono essere eseguiti in solo o in duo, in ensemble
con o senza accompagnamento per piano o del CD.
Il CD di accompagnamento è eseguito da un ensemble di professionisti con strumenti e sonorità autentiche.
Le edizioni per violino, alto e violoncello sono compatibili fra
di loro.
The Fiddler Playalong Collection 1
per violin e piano
edizione con CD · ISMN M-060-11583-7 · BH 1002657
Contiene:
Carolan's Air - Drowsy Maggie - Makin' Whoopee - The Flower
of the Quern - Timour the Tartar - A Hero's Farewell - East
Tennessee Blues - Dusty Miller - Pastime with Good Company The Silver Leaves of the Poplar Tree - The Four Corners of my
Handkerchief - We Three Kings of Orient Are - Il est né, le divin
enfant - Dance! Dance! - Russian March - Muiñeira: The Bridge
of Saint Paul - La Cucaracha - El Choclo
The Fiddler Playalong Collection 2
per viola e piano
edizione con CD · ISMN M-060-11584-4 · BH 1002658
Contiene:
Red-Haired Boy - The Bridal - Paragon Rag - On the Balcony De'il among the Tailors - Staten Island - Mrs McLeod's Reel Little Sadie - Blackberry Blossom - Watkin's Ale - Song of the
Ghetto - Away in a Manger - Deck the hall with boughs of holly
- Freylechs from Warsaw - Glwysen - Nyth y Gwcw - Clear the
tracks! - Quizas, quizas, quizas - La Cumparsita
The Fiddler Playalong Viola Collection
per viola e piano
edizione con CD · ISMN M-060-11785-5 · BH 11785
Contiene:
Carolan's Air - Red-Haired Boy - Makin' Woopee - The Flower
of the Quern - Staten Island - Mrs McLeod's Reel - A Hero's
Farewell - On the Balcony - Little Sadie - Blackberry Blossom Pastime with good company - The silver leaves of the poplar
tree - The four corners of my handkerchief - We three kings of
Orient are - Il est né, le divin enfant - Russian March - Glwysen
- Nyth y Gwcw - Dance! Dance! - Quizas, quizas, quizas La Cumparsita
Seite 1
Per suonare subito
la batteria
Si può imparare a suonare la batteria nel giro
di poche ore? Evidentemente, se l’obiettivo è
quello di cimentarsi con
il repertorio dei più celebri virtuosi dello strumento, la risposta non
può che essere negativa. Ma diverso è il caso di chi voglia acquisire una prima, velocissima “infarinatura” sulle
nozioni teoriche fondamentali, sul coordinamento motorio
di mani e piedi e sulle tecniche di base dello strumento.
Per tutti questi entusiasti, l’agile volume Batteristi in 24
ore curato da Gianluca Fuiano per le Edizioni Curci si dimostrerà una risorsa di prim’ordine. Nel breve giro di
cinquanta pagine, infatti, l’autore –che vanta una invidiabile esperienza nei mondi del Blues, del Pop e del Latin
Jazz– offre una veloce panoramica degli argomenti fondamentali. Il percorso didattico, spezzato com’è in unità
dalle dimensioni ridottissime, risulta semplice ed immediato; e i primi risultati apprezzabili si ottengono molto
presto.
EDIZIONI CURCI
Batteristi in 24 ore
Pad. 18 | Stand D63 E72
www.edizionicurci.it
Cornamusa?
No. Armonica “Highlander”!
per cello e piano
edizione con CD · ISMN M-060-11784-8 · BH 11784
MASTER MUSIC
24
con una proposta che
privilegia allo stesso
tempo gli aspetti tecnologici e quelli legati
al prezzo.
Le nuove Fiberstick
sono costruite in materiale composito: la
fibra di carbonio rappresenta solo il 45%
del loro volume. Questa
soluzione ha permesso di
contenere il costo di produzione preservando le caratteristiche di fondo dei prodotti a marchio Carbostick.
Come le loro... sorelle, anche queste bacchette sono
molto resistenti: la loro “vita” è fino ad otto volte più
lunga rispetto alle bacchette tradizionali. Inoltre, grazie all’omogeneità del materiale con cui sono costruite, sono molto bilanciate e
assicurano un rendimento
costante in qualsiasi condizione ambientale.
Pad. 14 | Stand D51 F44
www.carbostick.de
Selmer for Africa
mantenuto la scala tonale
tradizionale sul lato in Re
Maggiore. Ora è quindi possibile suonare con grande
facilità melodie di norma riservate alle cornamuse delle Highland”.
Il corpo in legno di acero è
coperto con una speciale finitura verde scuro, che
rende lo strumento davvero esclusivo. La sua robusta struttura esterna in acciaio inossidabile presenta un decoro elegante e inconfondibilmente scozzese. Non è proprio una cornamusa, ma… quasi!
www.master-music.it
Non è il titolo dell’ennesimo disco
umanitario per il Continente Nero,
ma il tema prescelto da Selmer per
interpretare gli strumenti “Limited
Edition” del 2007.
Si tratta dei due sax Reference Pink
Flamingo, che si caratterizzano sia
per il dettaglio tecnico della mancanza della chiave del Fa# Acuto sia per la presenza di una bellissima incisione di cui riproduciamo nella foto in basso a sinistra un dettaglio. La lavorazione, eseguita rigorosamente a mano dai migliori artigiani Selmer
di Parigi, rappresenta nelle intenzioni del costruttore “una vera
espressione poetica della cultura di un continente”.
Ed è senz’altro un dettaglio di
gran pregio, che si aggiunge ad
altri particolari preziosi –come
la madreperla Tahitian Black o
il bocchino Super Session– per
fare di questi strumenti due autentici pezzi da collezione.
MOGAR MUSIC
Pad. 14 | Stand D51 E44
Selmer Pink Flamingo
www.mogarmusic.it
Cimbasso: chi è costui?
G&P Wind Instruments, un’azienda
artigianale di Legnano specializzata
in strumenti a fiato di grande pregio,
è presente a Meet Milano con uno
strumento davvero inconsueto, nella
forma, nel nome e nel suo impiego.
Si tratta del Cimbasso, che potrebbe essere chiamato tecnicamente
trombone basso in FA. Lo strumento
è nato ai primi del 1800 per offrire
sonorità gravi e molto presenti, ma
non ovattate come nella tuba, e decisamente più squillanti rispetto al
mondo dei legno (i controfagotti, ad
esempio). Apprezzato da alcuni au-
Boosey & Hawkes è un’esclusiva di distribuzione di Schott Music.
www.schott-music.com
Nonostante sia presente sul mercato da
diversi anni, il marchio
Carbostick è sempre
citato come paradigma dell’innovazione. E
questo perché le bacchette in fibra di carbonio, molto più resistenti all’usura rispetto a quelle tradizionali, sono ancora in netta minoranza nei kit dei batteristi.
La situazione, però, è in
costante evoluzione, complice il fermento vulcanico
degli inventori di queste
bacchette, sempre pronti a sfornare nuovi modelli
destinati ai musicisti più disparati.
A MEET Milano, in particolare, si possono toccare
con mano (letteralmente)
le nuove bacchette della linea Fiberstick, una nuova
famiglia di bacchette che
si affianca alle altre 11
Fiberstick
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
Hohner Highlander
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
La fibra di carbonio
che piace ai batteristi
STEFY LINE
La Hohner di Trossingen afferma che ora è possibile
suonare la cornamusa con
l’armonica a bocca. E sul
sito della casa tedesca si
legge a proposito di questa
novità 2007: “Abbiamo sviluppato questo particolare
strumento intonato come
una cornamusa proprio per
suonare un repertorio tradizionale scozzese. Abbiamo
riallineato i toni della parte
“A” sulla scala in LA (scala misolidia) ma abbiamo
The Fiddler Playalong Cello Collection
Contiene:
Carolan's Air - Drowsie Maggie - Makin' Whoopee - Paragon
Rag - Staten Island - Mrs McLeod's Reel - The Flower of the
Quern - On the Balcony - Pastime with good company Watkins' Ale - Blackberry Blossom - The silver leaves of the poplar tree - The four corners of my handkerchief - We three kings
of Orient are - Il est né, le divin enfant - Freylechs from Warsaw
- Russian March - Glwysen - La Cucaracha - La Cumparsita
11:10 Uhr
24 Settembre 2007
BOOSEY PRESENTA:
Musica fiddle da tutto il mondo!
10.09.2007
G&P WIND INSTRUMENTS
Cimbasso
Pad. 18 | Stand F63
tori d’opera, venne utilizzato per alcune opere di Verdi e Puccini, quali
ad esempio Otello, Butterfly, Turandot.
Il Cimbasso G&P, come gli altri ottoni
presentati da questa azienda, è realizzato interamente e rigorosamente
a mano, e ottimizzato grazie all’aiuto
di noti musicisti come Angelo Pinciroli (prima tromba all’Arena di Verona),
Daryl Smith (tuba dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Torino) e Roy Paci,
con il quale l’azienda sta sviluppando
la realizzazione di una tromba interamente disegnata dal musicista.
www.gp-wind.com
Vieni a trovarci!
una maglietta sarà subito tua.
Scopri le sorprese
che ti abbiamo riservato.
21-22-23-24
Settembre 2007
Fiera Milano-Rho
Salone Meet-Miv
Padiglione 14
corsia H 21-corsia L 14
www.myaudio.it
Monsound s.r.l.
Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy
Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501
[email protected]
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Come un microfono
Si può ottenere una resa “microfonica”
della chitarra acustica senza utilizzare
un microfono? Ed eliminare in questo
modo gli scomodi (e costosi) microfoni
da palcoscenico?
Fishman, con la sua nuova linea di
stompbox Aura, dà una risposta affermativa estremamente autorevole. Nelle ridottissime dimensioni di questi
pedali si cela infatti una tecnologia avanzatissima chiamata
Acoustic Imaging Blender. Grazie ad essa, il suono della chitarra viene processato come in un sistema di ripresa microfonica... e il risultato è un timbro pulito, accurato e brillante. In
una parola sola, un suono professionale che entra con facilità in qualsiasi mix. Facili da impostare, i pedalini Aura sono
realizzati “su misura” per ciascun tipo di body acustico; questo significa che, a seconda del tipo di chitarra da amplificare
(Dreadnought, Concert, Orchestra, Jumbo, Nylon e 12 Corde),
occorrerà scegliere il modello... ideale.
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
Fishman Aura
www.eko.it
PROEL allarga il management
PROEL annuncia
un rafforzamento
del management
aziendale. Le nuove nomine riguardano Massimo Signor, nuovo Amministratore
Aelegato di PROEL, e Paolo
Pierpaoli, che ha assunto la
posizione di Chief Financial
Officer.
Signor, nato nel 1954 a Vittorio Veneto e laureato in
Economia e Commercio all’Università di Padova, ha
aperto la propria carriera
in Arthur Andersen & Co.,
nel settore della revisione
e certificazione di bilancio.
Dal 1981 al 1985 è stato
consulente in organizzazione aziendale e sistemi infor-
Amplificatori in formato digitale
Compatti e potenti: i nuovi amplificatori digitali MyAudio della linea Diginox, che proprio qui in fiera sono alla loro prima uscita ufficiale sul mercato italiano, vogliono imporsi all’attenzione degli operatori soprattutto con queste caratteristiche.
I due modelli, che occupano ciascuno una
sola unità rack, erogano rispettivamente
2.600 e 4.000 Watt, e sono quindi particolarmente indicati per le applicazioni dal vivo
che richiedono impianti di medio-grandi dimensioni.
Tutto, nei due nuovi Diginox, è stato sottoposto a grande cura in fase di progettazione. Il pannello frontale è al tempo stesso aggressivo e lineare; la circuiteria interna è di
MONSOUND
Pad. 14 | H21 L14
Diginox 2600 • 4000
classe D,
e si appoggia quindi su componenti di alta qualità; ancora, tutti i connettori sono disponibili
nel doppio formato Speakon e COMBO, in
modo da assicurare una grande versatilità
di impiego.
Grande attenzione è stata rivolta infine alla sicurezza: ciascun canale è infatti dotato
di una protezione indipendente che mette al
riparo dai sovraccarichi di tensione e di calore. Non manca neppure il controllo intelligente della velocità di rotazione delle ventole, che abbassa sensibilmente il già contenuto rumore di fondo nel caso in cui la temperatura sia entro i limiti di esercizio.
www.monsound.it
mativi presso la
Considi di Milano. In seguito si
è occupato di amministrazione, finanza e controllo in
aziende di primaria importanza del panorama industriale italiano. Prima dell’ingresso in PROEL è stato
Direttore Operativo di Ecoflam, ora del Gruppo MTS
(Merloni Termo Sanitari).
Paolo Pierpaoli, marchigiano, 36 anni, laureato in
Economia e Commercio,
proviene dalla Elica di Fabriano una società leader
nella produzione di cappe
aspiranti per cucina, dove
ha ricoperto il ruolo di Direttore Amministrativo. Ha
iniziato la sua carriera professionale nel mondo delle società di revisione come Senior Auditor e Supervisor, fino al 2001, quando
per Team System S.p.A. di
Pesaro è responsabile delle
società consociate e M.&A.
Le nuove figure si inseriscono nel quadro complessivo
del management dell’azienda di Sant’Omero nell’ambito del già avviato processo
di quotazione in Borsa.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Chitarre Dual-Core
Sulla carta, il nuovo sistema VG-99 V-Guitar dovrebbe funzionare come una
coppia di VG-88; e questo
perché in ogni unità si trovano due processori di classe GT-Pro. Le caratteristiche del nuovo sistema, tuttavia, superano la
somma dei
suoi componenti,
perché oltre
ad offrire due
motori di sintesi indipendenti, schiudono innumerevoli
possibilità ai chitarristi attraverso la fusione dei generatori. I due processori
possono essere utilizzati in
modo autonomo o in parallelo; o, ancora, per passare
senza soluzione di continuità da un preset all’altro. A
ciascuno di essi è possibile inoltre assegnare un suono, un effetto e una accordatura differente.
L’elevato numero di connessioni presenti sul pannello
ROLAND ITALY
VG-99
posteriore di ciascuna unità permette un facile inserimento della stessa in qualsiasi ambiente di lavoro: ai
tradizionali jack del Main
Out si affiancano infatti le
uscite stereo sbilanciate, le
porte S/PDIF, USB
e MIDI. Queste ultime, in
particolare,
rendono
possibile
il controllo di
moduli esterni, tastiere
e sequencer remoti, trasformando la VG-99 in un convertitore guitar-to-MIDI di ultima generazione.
Di particolare interesse è
infine il software di editing
grafico dei parametri, attraverso il quale, con un normalissimo PC, anche chi
non possiede una competenza tecnica particolarmente approfondita può
gestire in modo intuitivo le
regolazioni fini dei parametri più complessi della nuova unità.
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Un piccolo... colosso da Peavey
Da che mondo è mondo, un
colosso è un oggetto di dimensioni gigantesche... Qualcosa
all’estremo opposto rispetto al
piccolo combo valvolare realizzato da
Peavey in collaborazione con Joe Satriani e che si chiama, appunto, Mini
Colossal.
Cinque watt RMS in
classe A, una valvola con funzioni di preamplificatore e una
di potenza, il compattissimo
JSX Mini Colossal è più di un
semplice combo “da trasporto”. Come sottolineano le note
di presentazione, è un combo
da studio, e può quindi essere usato con profitto anche durante sessioni di registrazione.
A farlo suonare “colossale” sono l’attenuatore Power Sponge
PEAVEY
(che regola in maniera continua l’uscita del finale tra 0 e
5 Watt, mantenendo costante
a qualsiasi volume la distorsione del finale di potenza in Classe A) e uno
speciale simulatore
di microfono che permette di inviare direttamente il segnale ad
un registratore o ad
un mixer di sala senza ricorrere ad un microfono
esterno.
Nel presentare il nuovo ampli,
Satriani ha dichiarato: “Con gli
amplificatori in Classe A, alla
dinamica succede qualcosa
di speciale, ed è qualcosa di
completamente differente da
quello che succede con gli amplificatori moderni. Un amplificatore moderno, per esempio
la testata JSX, suona forte an-
Pad. 14 | G15 H14
Mini Colossal
che quando la pennata non è
particolarmente forte. Al contrario, un amplificatore vintage
in Classe A suona piano e pulito quando si suona con tocco
leggero, e va progressivamente in overdrive man mano che
si esercita più forza. Quando
compongo, mi capita spesso
di aver bisogno di un amplificatore in Classe A per far funzionare il pezzo. È per questo
che abbiamo creato il Mini Colossal: per ottenere una dinamica totalmente diversa rispetto a quella del JSX a tre canali. Si tratta di un complemento
importante per la mia musica,
perciò quando registro uso i
due amplificatori insieme. Da
un punto di vista artistico, mi
permettono di avere esattamente il tipo di sonorità che
voglio ottenere”.
www.peavey.it
Charlie Brown conosce Furcht?
A Milano, uno dei rivenditori storici specializzati in pianoforti è Furcht Pianoforti di Via
Manzoni, punto vendita che rappresenta anche una importante vetrina per l’importatore e distributore per l’Italia dei pianoforti Kawai, la ditta (appunto) Furcht.
Ebbene, se siete appassionati di fumetti e vi piace il segno inconfondibile di Schulz,
creatore di personaggi mitici come Charlie Brown, Linus, Snoopy, Lucy e Schroeder
(il fanatico di Beethoven),
e se sfogliate le traduzioni italiane di questi albi più
volte ripubblicati, vi potrà
capitare di imbattervi nella vignetta che riproduciamo in questa pagina, come citazione di un fatto di
costume.
Per non rovinarvi il gusto
della scoperta, vi invitiamo a scorrere il fumetto
che vi proponiamo qui accanto per conto vostro.
Vi chiediamo solo una cosa: a chi sta telefonando
Schroeder?
26
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Bassi
esotici
da
Ibanez
A scuola di velocità
sulla chitarra elettrica
Le pubblicazioni firmate da Troy Stetina
stanno raccogliendo il favore e l’interesse
degli appassionati di chitarra elettrica ai
quattro angoli del pianeta. L’eclettico didatta americano, che vanta anche un passato
da... atleta di buon livello, ha realizzato tra
l’altro un metodo pensato per sviluppare la massima velocità
possibile sul manico e sulle corde della sei corde di vocazione hard-rock/metal.
Il riferimento al passato agonistico di Troy non è casuale:
l’intero volume, che è pubblicato in Italia per i tipi delle Edizioni Curci, è infatti organizzato con grande rigore, e in questo
non è distante dalle tabelle di allenamento con cui lo stesso
autore era ed è tuttora abituato a confrontarsi.
Il viaggio alla ricerca della velocità è suddiviso in tre sezioni
distinte, che prendono in esame rispettivamente i temi della
meccanica, del ritmo e della creatività. Ogni argomento è quindi ulteriormente suddiviso in una serie di brevissimi capitoli
che “mettono a fuoco” i singoli problemi. Così, suddividendo
in tante parti il percorso di studio, esercitarsi risulterà più facile, più proficuo, e, soprattutto, più... veloce.
EDIZIONI CURCI
Pad. 18 | Stand D63 E72
Speed Mechanics for Lead Guitar
www.curciedizioni.it
Una Martin
“Slow Hand Signature”
Sono molte le nuove chitarre introdotte quest’anno a
catalogo da Martin. Fra queste, uno degli strumenti di
maggiore interesse è senz’altro il modello Auditorium
Eric Clapton Signature. Si tratta di uno strumento
prezioso, costruito su specifiche di “Mister Slow
Hand” con un mix di essenze di gran pregio e una
grande cura dei più piccoli dettagli. Il top è in
massello di abete sitka, la tastiera e il ponte
sono realizzati in ebano. Fondo e fasce sono
in Indian Rosewood, mentre il manico è in mogano. Di particolare suggestione è anche la finitura del top, un sunburst tirato a lucido.
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
Martin 00028EC
www.eko.it
Ibanez si presenta con una
gamma di
bassi acustici che
presentano un manico con lo
stesso tipo
di scala normalmente impiegato per la
realizzazione dei bassi elettrici.
Come ha dichiarato Irene
Shvartsman, della divisione
acustica di Ibanez: “Partendo dalla consideazione che
le corde più gravi tendono a
perdere tensione se il manico del basso ha una scala ridotta, abbiamo deciso di utilizzare per i nostri strumenti a
4 o 5 corde della serie Exotic
Wood dei manici a scala più
lunga, da 34 pollici. Una caratteristica che si traduce in
una migliore definizione ed
articolazione del suono”.
I due nuovi modelli hanno un
manico in mogano con tastiera in palissandro, tasti e capotasti in IVOREX II, pin Advantage e un set di corde D’Addario EXP. Il disegno a spalla
mancante di questi strumenti
si rifà al design delle chitarre
Exotic Wood.
MOGAR
Pad. 14 | H03
www.mogarmusic.it
Duende: le chitarre di Barcellona
Sono distribuite in Italia da Stefy Line
le chitarre classiche artigianali a marchio Duende.
Costruite a Barcellona, si mettono in
luce soprattutto per l’insolita combinazione di essenze pregiate, che porta a differenziare notevolmente
il suono e le caratteristiche dei
sei modelli attualmente presenti
a catalogo. Il modello SP-1, ad
esempio (nella foto qui a sinistra), è costruito in etimoe e
affianca al top di pino un manico in samanguilla dalla tastiera in palissandro.
STEFY LINE
Al modello SP-1 fanno seguito
le due varianti della SP-2 (in
noce americano la prima, in legno di sandalo con manico in
cedro la seconda, ritratta qui
a fianco) e i modelli SP-3
e SP-4E. Costruiti entrambi in palissandro
indiano, cedro e cedro
massello (per il top),
si differenziano per
la forma, che nel
caso del modello
SP-4E è del tipo a
spalla mancante.
Pad. 14 | Stand D51 F44
Chitarre classiche Duende
www.stefyline.it
Trentasette chitarre in una Stratocaster
Non è uno scherzo, e nemmeno un errore di stampa, ma il “ricco bottino” che può portarsi a casa chi
decide di acquistare una Fender VG Stratocaster. La
chitarra, elaborata dai Fender Labs in collaborazione
con Roland, è facilissima da utilizzare e non richiede l’acquisto di unità MIDI esterne. Tutto quello che
serve per poterla usare è un amplificatore a cui collegarla con il caro, vecchio cavo jack.
Di insolito, almeno a vederla da fuori, la nuova VG
Stratocaster ha ben poco: un sottile pickup quasi invisibile posizionato al ponte e due piccole
manopole, rigorosamente in stile con il resto della paletta, che sono le “chiavi” con cui si accede ai mondi virtuali. Ruotandole si può passare rapidamente dal suono Strato alla voce di
una Telecaster, dall’atmosfera acustica alle sonorità di uno strumento a 12 corde. Le 37 diverse “voci” passano comunque attraverso i pickup originali... il risultato è quello di una chitarra
virtuale che suona come una (pardon, come 37) chitarre reali. E non è tutto: perché, se una
manopola permette di controllare le caratteristiche del timbro, l’altra è dedicata ai cambi di intonazione. Oltre all’accordatura canonica sono quindi disponibili le accordature Drop D, Open
G, D Modal (DADGAD), Low B (Baritone), e 12-string. Il tutto, naturalmente, avviene in tempo
reale ed è quindi... a prova di palco.
M. CASALE BAUER
Fender VG Stratocaster
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.fender.it
Segni dello Zodiaco
Sono nati dalla collaborazione tra Peavey e il bassista metal David Ellefson
i nuovi bassi della serie Zodiac. “Il
Rock n’ Roll”, ha dichiarato Ellefson
durante la presentazione dei nuovi modelli, “è una continua reinvenzione di
se stesso, e consiste nel raggiungere
sempre nuovi estremi. Gli Zodiac riflettono la mia passione per quello stile di vita”. E ha aggiunto:
“Voglio che il basso sia
chiaramente udibile e percepibile nella musica.
Del resto, quanto vale
un bel basso, se non
si riesce a sentirlo?”.
PEAVEY
Fedeli a questi princìpi, i due nuovi
modelli (che sono disponibili nelle
tre finiture qui riprodotte) adottano soluzioni tecniche che facilitano l’applicazione della tecnica più
“trascendentale”. Ne è un esempio
il manico, di tipo bolt-on con raggio da 8”, che permette di suonare comodamente su tutta
l’estensione della tastiera.
Corpo in ontano, tastiera
in acero o palissandro, i
nuovi Zodiac montano
pickup Seymour Duncan custom e Peavey
in alnico.
Pad. 14 | Stand G15 H14
Zodiac Series
www.peavey.it
Greg Bennet Interceptor II
A corpo scolpito e doppia spalla mancante,
con un top figurato High Tech e la soluzione
di accoppiamento manico-corpo in grado di
rendere agevole anche il virtuosismo sui tasti più alti, questa nuova Interceptor di Greg
Bennett si sta imponendo all’attenzione di
chi cerca un suono graffiante ed estremamente tagliente su uno strumento con una
finitura di grande pregio.
Le caratteristiche tecniche di questo nuovo
modello di Interceptor prevedono il manico
avvitato a 24 tasti, la tastiera in
Palissandro,
tuner Grover,
SISME
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
Interceptor II
Tono Vintage, Flessibilità Moderna
Tutti i suoni classici, nessuno dei classici compromessi!
Se cerchiil tono pulito e brillante
dei combo valvolari open back.
Se desideri un vero tono crunch,
la cui dinamica puoi controllare
da soft a ringhiante con nient’altro che il tuo tocco e la manopola
del volume della chitarra.
Se hai bisogno del punch e
dell’energia di un overdrive halfstack per suonare veramente
rock.
Allora troverai il tuo amplificatore
nella nuova serie Statesman!
tremolo Floyd Style e tradizionale, e pick-up
HH Duncan Design.
La gamma Interceptor si compone oggi di tre
modelli (IC 10, IC 20 e IC 30), tutti con l’inconfondibile e profonda
doppia insenatura della spalla
mancante bilaterale.
Per maggiori informazioni www.sisme.com
Richiedi il catalogo a [email protected]
www.sisme.com
27
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
24 Settembre 2007
Un quaderno per i jazzisti
Dieci lezioni e diciassette standard
per chi vuole approfondire le diverse
sfaccettature del linguaggio jazz. È
quanto propone il Quaderno pratico di
musica jazz a cura di Paolo Di Sabatino e Renzo Ruggieri.
I due autori, che partono dal presupposto che l’arte dell’improvvisazione
possa essere insegnata con successo (a patto, naturalmente, che sia supportata
da una conoscenza solida delle basi teoriche)
danno vita ad un volume ricchissimo. Gli argomenti, che vanno dalle scale tonali e modali alCARISCH
Per la tecnica della viola
le strutture armoniche, dallo studio
dei voicing alla poliritmia, sono esposti con grande ordine e precisione; e
ogni capitolo contiene numerosissimi
richiami alla tradizione che fanno da
stimolo per ulteriori approfondimenti.
Di particolare interesse è infine il CD
allegato, che contiene la registrazione dei diciassette brani scelti come
“palestra” dai due autori. La particolarità del disco, in formato MP3, è quella di contenere sia
le basi integrali sia le versioni minus-one per
ciascuno degli strumenti coinvolti.
Pad. 14 | Stand L21 M14
Quaderno pratico di musica JAZZ
www.sinfonica.com
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
La Traviata - La Bohème
28
Si tratta nientemeno che
della Traviata di Giuseppe Verdi e della Bohème
di Giacomo Puccini, pubblicate negli scorsi mesi
in una nuova edizione che
si inserisce nella fortunata
collana esportata in tutto il
mondo.
I volumi, che propongono
la riduzione per canto e pianoforte dei due melodrammi, sono particolarmente
curati sotto l’aspetto grafico, come si può intuire dalla vivace copertina. Lungi
dal produrre una semplice
ristampa anastatica, l’editore ha infatti incaricato il
maestro Claudio Rifferio di
Chi ha detto che gli studi tecnici devono essere per forza di cose noiosi
e banali? Il celebre violinista
francese Charles Dancla, vissuto fra il 1817 e il 1907, non
la pensava assolutamente così. E ha dato una chiara dimostrazione della bontà di una
impostazione didattica basata sulla ricerca della musicalità attraverso la sua lunga carriera di docente presso il Conservatorio di Parigi e l’intensa
produzione di studi.
Gli Studi Op. 84, costruiti come sono su un
vasto repertorio di frammenti melodici poSCHOTT
L’Opera è servita
La collezione di pubblicazioni che le edizioni Carisch di Milano dedicano
alla letteratura operistica
si arricchisce di due nuovi “capitoli” fondamentali.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
polari e d’autore, permettono di costruire le
singole abilità tecniche (staccato, legato, spiccato, solo
per citarne alcune) senza tralasciare l’interesse per la melodia e il gusto per la buona
musicalità dell’insieme.
Utilizzato da un grandissimo
numero di violinisti... in erba,
questo classico della letteratura didattica è stato arrangiato da Julia Müller-Runte in modo da poter essere utilizzato
da chi studia viola. O, in alternativa, dai violinisti che vogliano familiarizzarsi con essa.
Pad. 18 | Stand D57 E66
Dancla - 36 Ètudes op. 84
www.schott-music.com
Saggi da MITO...
trascrivere l’intera partitura. Il risultato è una nuova
impaginazione di facile lettura, che si dimostra particolarmente efficace per lo
studio.
www.carisch.com
Una tradizione ormai affermata voleva che,
in occasione di SettembreMusica, le edizioni Ricordi pubblicassero alcuni saggi relativi
al programma del festival. Quest’anno nel festival è entrata anche la città di Milano, sono
proliferati sia i concerti in cartellone che le
polemiche... La tradizione, comunque, è stata nuovamente rispettata: in occasione di MiTo, le edizioni Ricordi hanno dato alle stampe due volumi legati alla
programmazione del festival delle due città.
Il primo (in alto a destra) è dedicato ad
Isang Yun, autore di
musica colta contemporanea scomparso dodici anni fa e protagonista centrale dei concer-
ti torinesi di quest’anno. Si intitola Isang Yun.
Musica nello spirito del
Tao ed è stato curato
da Hanns-Werner Heister e Walter-Wolfgang
Sparrer.
Il secondo, a cura di
Wolfgang Burde, è un testo di etnomusicologia che indaga il background musicale della cultura coreana da cui Yun proveniva. Si
intitola Musiche della Corea ed è un raffinato testo di musicologia, che insieme ai
precedenti Musiche dal Viet-Nam e Musiche e danze della Cambogia (tutti pubblicati
da Ricordi nell’ambito della collana “Popoli
& Musiche) forma una triade fondamentale
per chiunque voglia avvicinarsi alle tradizioni
musicali dell’Estremo Oriente.
UNIVERSAL MUSIC MGB PUBLICATIONS
Dancla - 36 Etudes op. 84
Pad. 18 | Stand E67
www.ricordi.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
24 Settembre 2007
Com’è andata la Fiera di quest’anno? è possibile tracciare un giudizio a
consuntivo? Abbiamo interpellato i protagonisti del mercato con queste due
semplici domande. E questo è quello che ci hanno detto...
“Tanta gente”, “Poca gente”, “Molto rumore” “Tutto perfetto”, “Lo dico domani”... Sono
tutte risposte al volo che abbiamo ricevuto ieri facendo un giro veloce tra gli stand.
Fondamentalmente abbiamo colto
un generale modo di sospendere
il giudizio, per evitare il confronto con situazioni precedenti o per
non sovrapporre momenti lontani
su situazioni di mercato non sempre paragonabili.
La manifestazione è fondamentalmente “andata bene”, se dobbiamo
metter su una bilancia i pro e i contro Soprattutto al termine della terza giornata, quando
la folla ha finalmente gremito i padiglioni (al
pomeriggio) e quando agli addetti agli stand
cominciavano a rimanere troppo poco tempo
da dedicare ai tempi morti. Certo, questo in
generale. Non vorrei essere frainteso: molti
casi singoli si discostano da questi giudizi trasversali, ma sono casi singoli.
Questo inizio mi farà sicuramente bollare come “buonista”. Ma ciascuno è libero di esprimersi. E quindi anche noi.
Solo che noi preferiamo farlo con le testimonanze dirette di quanto ci hanno detto le persone, e con nome e cognome possiamo essere smentiti o possiamo fare in modo che la
nostra consueta correttezza venga, in fondo,
riconosciuta. La polemica è sempre sterile,
soprattutto quando è gratuita.
I giudizi
Claudio Formisano sottolinea la
sua soddisfazione, con una
punta di enfasi sull’esito delle sue presentazioni e sull’affollamento
soprattutto di sabato e domenica:
“Siamo alla prima edizione, e non so ancora quante
sono le presenze effettive.
Ma sono soddisfatto: sono
venute le persone giuste e ho
visto molti rivenditori. Certo, tutto
è migliorabile, e il tempo per migliorare in vista di una seconda edizione lo abbiamo. Serve l’aiuto di tutti, nello spirito giusto
di una Associazione vincente”.
Secondo Gianni Rugginnenti l’esperienza è positiva, anche se migliorabile. Soprattutto a livello di comunicazione, l’unica lacuna veramente importante che mi
pare di riscontrare in questa
edizione”.
Daniele Fierro
(Jacaranda) vede
con occhio positivo la
sua partecipazione, la prima
a una manifestazione di questo tipo. “Non
ho termini di paragone specifici, ma credo di
poter esprimer la mia soddisfazione”.
Patrizia Bauer (Casale Bauer) qui ritratta nel
suo stand con il batterista Reggie Hamilton (a sinistra) e il gigantesco
chitarrista Greg Koch, è invece critica nei confronti della scelta: “Bisognerà fare na attenta riflessione
sulle varie opportunità di gestione di questa o di un’altra manifestazione. Lo sforzo economico e organizzativo che abbiamo
sostenuto per venire a
Milano, e per venire con
questa struttura e con
questi artisti, non è pienamente giustificato dai
risultati raggiunti”.
Più positivo Ignazio Vagnone
(Exhibo), che sostiene la validità di una fiera a Milano,
con elementi migliorativi
dell’organizzazione, soprattutto per il rumore e per la
comunicazione, in quanto
troppe persone non erano
informate dello svolgimento
del Meet.
Philippe Tirefoin (Yamaha Musica Italia) ha espresso il suo plauso
per lo sforzo organizzativo che ciascun espositore ha profuso per partecipare a questo primo Meet.
Claudio Sabbatini (Musictech) parla in
modo “moderatamente positivo”,
perché ha visto le persone che
si aspettava, e lo stesso commento viene da Pierluigi Cazzola (Laurus), che ha festeggiato in Fiera i 25 anni della
sua azienda cogliendo l’interesse di molti musicisti.
Carlo Bonomi è invece pienamente soddisfatto: “Alla prima
edizione le persone giuste hanno
trovato il modo di venire in fiera, e
non abbiamo avuto visitatori semplicemnte
curiosi o non interessati. Un’esperienza sicuramente migliorabile, soprattutto per la comunicazione, che credo però sia opportuno far
crescere in uno spirito collaborativo”.
Daniela Terragni non è pienamente convinta della validità di questa formula. “Da
Milano, secondo le premesse che erano state
delineate, mi aspettavo di più, e temo
che non tutti siano
disponibili a ripetere l’esperienza. Credo però che si debba
aspettare la fine prima di esprimere un giudiizio definitivo”.
Anche
Fabrizio
Sorbi
(PROEL) è critico. Soprattutto in considerazione del fatto che
l’esposizione così come è presentata manca di una parte consistente del panorama di
mercato. “Anche i problemi finanziari di aziende e rivenditori devono far parte di una attenta riflessione sulla tenuta del mercato. Ed è
anche a questi che bisogna guardare quando
si programma un evento come questo”.
Giovanni Matarazzo (EKO) è laconico con un
atteggiamento che suggerisce una moderata
soddisfazione, mentre Laura Patrizia Rossi
(Schott) esprime una moderata delusione per
lo scarso afflusso, dovuto, dice, “alla scarsa
comunicazione che ha lasciato molti all’oscuro dello svolgimento di questa fiera”.
Anche Andrea Furcht lamenta “la scarsa co-
municazione, che ha penalizzato soprattutto
chi si è attivato con importanti iniziative collaterali, come la nostra maratona pianistica
o ‘Fatti il tuo CD’. Francamente ci aspettavamo di più”.
Soddisfattissimi invece Alessio Ambrosi, premiato nella sua proposta culturale dell’Acoustica Guitar Village, e Fabio Zontini, liutaio artigiano, sorpreso dagli esiti per lui eccezionali
della sua presenza.
Un panorama come si vede variegato e ricco
di contrasti, che potranno essere, per il futuro, lievito positivo per migliorare un’esperienza da ripetere.
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Dalla
Fiera
Dalla Fiera
24 Settembre 2007
Tutta la EKO
in due cataloghi
Music Gallery:
affollatissima!
Un grande
tecnico al lavoro
Lo abbiamo fotografato ieri mentre accordava uno degli strumenti in esposizione presso lo stand
Crescendo: è Mr. Vasicek, il capo tecnico della fabbrica di pianoforti Seiler. Apprezzato in tutto
il mondo per la sua grande competenza, Vasicek ha avuto parole
di elogio per le attività della “nostra” AIARP, l’Associazione Italiana degli Accordatori e Riparatori
di Pianoforti. Di cui ricorda, come
ci ha confermato lui stesso parlandoci di un incontro internazionale di qualche anno fa, “la contagiosissima simpatia”.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
C’è davvero tutta la realtà aziendale di EKO Group all’interno dei due poderosi cataloghi con cui lo storico marchio italiano si è presentato all’appuntamento
di MEET Milano. Strumenti, marchi, prezzi di vendita e descrizione particolareggiata dei punti di forza di ciascuno
delle svariate centinaia di articoli presenti nel catalogo... le
novecento e passa pagine dei due volumi, dedicati rispettivamente ai prodotti distribuiti da Eko e a quelli
distribuiti da ESOUND, riportano tutto quello che può
essere utile al rivenditore per confrontarsi senza problemi con la grande offerta merceologica del gruppo
di Montelupone.
Al di là dei singoli prodotti, che ciascuno può scoprire da sé, segnaliamo le due doppie pagine dedicate ai “contatti utili”:
quattro fogli inseriti in testa a ciascun catalogo ed efficacissimi nel presentare il volto umano di un Gruppo che, come si suol dire, non esita neppure
un attimo nel mettere in gioco la propria faccia...
La Galleria di Daniela Terragni
è stata sempre affollatissima,
in questi giorni, grazie all’afflusso costante di appassionati che
si davano convegno per ascoltare le performance in programma
presso lo stand.
Gli spazi piccoli hanno favorito l’instaurarsi di un’atmosfera calda e accogliente, di un clima conviviale che ha trasformato la quattro giorni di
MEET Milano in un costante tributo all’universo della chitarra. Acustica
o resonator, classica o elettrica, la “seicorde” è di casa da Music Gallery. Dove c’è anche uno dei più vasti e credibili cataloghi di accessori
e di componenti di tutto il Salone.
Esperienza del suono
Passando dall’Acoustic Guitar Village
poteva capitare di imbattersi in un visitatore sdraiato su di una tavola armonica. Letteralmente circondato da corde
e legni di risonanza, era nelle condizioni ideali per immergersi nell’esperienza proposta da Christof Linhuber. Musicoterapeuta, ingegnere meccanico e
profondo conoscitore della spiritualità
orientale, Christof collabora al progetto Essere Suono con i suoi strumenti
che regalano al corpo energia positiva.
Per info: www.yogavillage.it
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
Nuovi cataloghi EKO - ESOUND
www.eko.it
Hi Betty Heywood! Behringer fra chitarre e PC
Ci è venuta a trovare, direttamente
dalla NAMM di Los Angeles, Betty
Heywood, direttrice dei rapporti internazionali per la potente organizzazione americana. Colta dall’obiettivo al fianco di Antonio Monzino
jr., Presidente Dismamusica, Betty
Heywood ha voluto sottolineare il
suo gradimento per il nuovo salone
di Milano, del quale ha apprezzato
il moderno layout, l’ariosa collocazione e la splendida cornice di Fiera Milano. Scherzosamente atteggiata ad indicare la testata della nostra
rivista, Betty ha espresso commenti lusinghieri anche per il nostro lavoro
di reporter, definendo “A great job!” la tempestività di intervento di Dismamusica Show Daily. Betty Heywood ha portato il suo saluto agli associati
Dismamusica ieri sera, durante la serata commemorativa per festeggiare i
25 anni dell’Associazione.
Alto durante tutta la Fiera: non è
solo il volume dei nuovi ampli valvolari Bugera, ma soprattutto l’interesse del pubblico misurato da
Behringer a MEET Milano.
La Casa tedesca, presente per la
prima volta in assoluto in veste ufficiale ad una manifestazione fieristica italiana, ha fatto parlare molto di
sè. Sia attraverso i prodotti esposti
allo stand (di cui vediamo uno scorcio nella foto sulla sinistra), sia per
mezzo di una lunga teoria di clinics
con cui il pubblico ha potuto ascolBEHRINGER
Pad. 14 | E11
Bugera amplificatori valvolari
www.behringer.com
Pianosound e l’antico
Chi visita lo stand Pianosound si può imbattere in uno
strumento davvero antico, in legno di noce, intarsiato
artisticamente e con una raffinata (e oggi vitatissima)
tastiera in avorio. Cosa ci fa lì? Lo abbiamo chiesto a
Atanasio Cecchini, titolare dell’azienda. “Vogliamo far
pensare i visitatori, i musicisti e gli studenti”, ci spiega
l’operatore romagnolo, “perché vogliamo far capire la
differenza tra uno strumento attuale, che è disponibile
Maratona
pianistica
Frankie Hi-NRG:
investire in musica!
Ore 13.00, stand EKO. Frankie
Hi-NRG, fotografato in compagnia
di Giovanni Matarazzo di fronte
agli apparecchi AKAI e Numark,
ha dichiarato che “è ora di smetterla di pensare alla musica come ad un settore da cui ricavare
profitti”. E che viceversa occorre
“investire sempre di più per portare la musica ai giovani”.
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“È stata un’ottima iniziativa,
che tuttavia avrebbe meritato un
sostegno maggiore da parte della comunicazione allestita dalla
Fiera per segnalare gli eventi”.
Così Andrea Furcht ha commentato i risultati della non-stop pianistica organizzata in Fiera dalla
sua azienda.
E ha sottolineato come l’intera
partecipazione della sua azienda
sia stata disegnata all’insegna di
un rapporto innovativo fra distributori e utenti finali.
tare i nuovi modelli, dalle chitarre con
interfaccia USB ai nuovi ampli. Le caratteristiche dei nuovi amplificatori –quattro testate con relativi combo– parlano
di 120 Watt e di un suono decisamente
vintage, accompagnato da un riverbero
di gran classe e da effetti a prova di...
tradizione.
qui a fianco, e uno strumento veramente antico, come
questo pianoforte. Il sono, o meglio, i suoni sono estremamente lontani, da noi. Se poi prendessimo uno strumento dei tempi di Beethoven, strumento che disponeva di 69 tasti a fronte degli attuali 88, ci renderemmo
conto ancora meglio dei limiti tecnici e delle differenze.
Se Beethoven avesse avuto a disposizione 88 tasti,
forse avrebbe addirittura composto in modo diverso”.
La provocazione culturale ci sembra interessante. Forse vale la pena di verificarla di persona…
Incontri e musica allo stand Rugginenti
Quattro giorni punteggiati da appuntamenti di musica dal vivo, incontri
con gli autori e momenti conviviali...
Allo stand Rugginenti, la vivacità
delle proposte si è misurata anche
attraverso le numerosissime iniziative proposte a getto continuo per
RUGGINENTI
presentare nel modo più adeguato
le proposte editoriali e discografiche della casa editrice milanese.
È proprio nel corso di alcuni di questi appuntamenti che abbiamo avuto modo, ad esempio, di incontrare
Piero Di Stefano, l’autore di La chitarra elettrica moderna. Di Stefano,
che è anche endorser del gruppo
Eko per le chitarre Framus, ha accettato volentieri di farsi fotografare
e di... raccontare anche ai lettori di
Dismamusica Magazine il suo percorso didattico, che combina teoria
musicale ed introduzione ai generi e
alle “buone pratiche” ad essi associate. E che, oltre ad essere accompagnato da un CD con oltre due ore
di esempi audio in formato MP3, è
arricchito da schemi di facile lettura
Pad. 18 | F70 E63
La chitarra elettrica moderna -
che mostrano le diverse configurazioni possibili degli effetti.
Dolcissimo, infine, l’appuntamento
di sabato scorso, che ha visto numerosi bambini aderire alla proposta dell’Abracaritmico di Maddalena
Pappalardo.
www.rugginenti.it
DSD
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