CONGRESSI E MISCELLANEE
Chrétiens et juifs au Moyen Age: Sources pour la recherche d’une relation permanente cur. Flocel Sabaté Curull Claude Denjean, Lleida/Lérida, Editorial Milenio 2006 pp.
346 (De christianis et iudaeis ad invicem 1). Si segnalano a
parte i saggi di D. Baloup, F. Sabaté Curull, C. Denjean, M.
Sánchez Martínez, J. Carrasco Pérez, A. Pinto, B. Dumézil,
A. Blasco Martínez e R. Narbona Vizcaíno / IMB 42, 2 (2008)
XXX
[12820
* Christian Readings of Aristotle from the Middle Ages to
the Renaissance cur. Luca Bianchi, Turnhout, Brepols 2011 pp.
442 (Studia artistarum. Etudes sur la Faculté des arts dans les
Universités médiévales 29). Dedicato alla recezione di Aristotele (soprattutto naturale, politico e morale) nella tradizione cristiana dal XIII al XVII secolo, in rapporto all’averroismo e alla
tradizione biblica. Il volume contiene l’indice dei manoscritti,
degli autori antichi e degli studiosi. Si segnalano a parte i saggi
di G. Fioravanti, C. Crisciani, V. Courdonier, D. Calma, I. Costa,
S. Simonetta, P. Porro e A. Corbini. (F.S.)
[12821
Christliche Begräbnisliturgie und säkulare Gesellschaft cur.
Albert Gerhards - Benedikt Kranemann, Leipzig, Benno-Verlag 2002 pp. 345. Si segnala a parte il saggio di F.K. Prassl /
PMM 14 (2005) 215 Günther Michael Paucker
[12822
* Christlicher Norden - Muslimischer Süden. Ansprüche und
Wirklichkeiten von Christen, Juden und Muslimen auf der Iberischen Halbinsel im Hoch- und Spätmittelalter cur. Matthias
M. Tischler - Alexander Fidora, Münster, Aschendorff 2011
pp. 789 (Erudiri sapientia. Studien zum Mittelalter und zu seiner
Rezeptionsgeschichte 7). La miscellanea raccoglie gli atti del
convegno internazionale svoltosi dal 20 al 23 luglio 2007 a
Francoforte sul Meno, che ha visto riunirsi i maggiori studiosi
di medioevo ispanico in un incontro che fa capo al progetto di
ricerca «Integration und Desintegration der Kulturen in europäischer Mittelalter», che ha preso avvio nel 2005. La Penisola Iberica, punto di incontro fra la cultura europea giudaicocristiana e la componente araba giunta dal Nord Africa, è il fulcro della miscellanea, dove vengono affrontati i temi del dialogo e delle forme di comunicazione delle e fra le culture. Il volume è diviso in sezioni tematiche che riguardano la mobilità
dei testi e l’espressione visiva; il commento come forma di avvicinamento; le forme di lettura e rilettura riflessive; i limiti e
fragilità degli attori; la stabilizzazione data dall’istituzionalizzazione e dalla forma scritta; i concetti di missione e dialogo.
Si segnalano a parte i saggi di M.M. Tischler - A. Fidora, K. Herbers, R. Ramón Guerrero, C. Burnett, A. Fidora, C. Kothe, A.
Blasco Valles, J. Martínez Gázquez, Ó. de la Cruz Palma, M.M.
Tischler, J.V. Tolan, H.J. Hames, M. Fierro Bello, W. Drews, Y.
Schwartz, A. Akasoy, P. Henriet, M. Maser, L. Vones, C.M. Reglero de la Fuente, P. Josserand, N. Jaspert, R.J.E. Vose, J.S. Madrigal Terrazas, H. Wels e M. Delgado. (M.Cer.)
[12823
Chronicling History. Chroniclers and Historians in Medieval and Renaissance Italy cur. Sharon Dale - Alison Williams
Lewin - Duane J. Osheim, University Park, PA, Pennsylvania
State University Press 2007 pp. XX-332 [cfr. MEL XXXI
12856] / EHR 125 (2010) 398-9 Guy Geltner
[12824
Church, Society and Monasticism Acts of the International
Symposium. Rome, May 31-June 3, 2006 cur. Eduardo LópezTello García - Benedetta Selene Zorzi, Roma, Pontificio Ateneo
Sant’Anselmo 2009 pp. 736 (Studia Anselmiana 146. Analecta
monastica 9). Si segnalano a parte i saggi di L.-M. Gantier, R.
Alciati, M. Dell’Omo, E. López-Tello García, H.A. Luckman,
P.R. Martines, A. Simón, A.M. Casidy, B. Degórski, A. Böckmann, T. Kardong, J. Seynnaeve, D. Tredget, K. Zelzer, L. Natali, S. Vantroys e M. Zelzer.
[12825
* Cinquante années d’études médiévales. A la confluence
de nos disciplines. Actes du Colloque organisé à l’occasion du
Cinquantenaire du CESM. Poitiers, 1er-4 septembre 2003 cur.
Claude Arrignon - Marie-Hélène Debiès - Claudio Galderisi Eric Palazzo, Turnhout, Brepols 2005 pp. 819 tavv. carte (Culture et société médiévales 5) [cfr. MEL XXXII 12487] / Scriptorium 64 (2010) 161*-3* Morgane Belin
[12826
1166
Cities, Texts and Social Networks, 400-1500: Experiences
and Perceptions of Medieval Urban Space cur. Caroline J.
Goodson - Anne Elisabeth Lester - Carol Lynne Symes, Farnham-Burlington, VT, Ashgate 2010 pp. XV-361 tavv. carte.
Essays deriving from sessions at the 2007 International Medieval Congress at Leeds, examining change and meaning in the
built environment, urban topographies as texts, disunity within cities, and the public sphere. Essays by M. Cohen, A.
Christys, A.E. Lester, J. Rollo-Koster - A. Holstein, S.G. Bruce,
S. Rees-Jones, F.-J. Arlinghaus, S. Watson, G. Geltner e C.
Symes are noted separately / EHR 126 (2011) 630-2 Maureen
Catherine Miller
[12827
Città e ambiente Roma, Ecole française de Rome 2004 =
MEFRI 116 (2004) 637-807. Vengono presentati i risultati, preceduti da un’introduzione di C.M. Travaglini, del seminario dedicato a «Città e ambiente (secc. XVI-XX)» svoltosi a Roma
nel 2002 nell’ambito del ciclo seminariale sulle «Città capitali»,
promosso dall’Ecole française de Rome e dal CROMA-Università Roma Tre in collaborazione con l’Archivio storico capitolino. Si segnala a parte lo studio di S. Zaggia.
[12828
Clero, economia e contabilità in Europa. Tra Medioevo
ed età contemporanea cur. Fiorenzo Landi - Roberto Di Pietra, Roma, Carocci 2007 pp. 335 (Studi storici Carocci 122)
[cfr. MEL XXXI 12862] / RSCI 64 (2010) 156-61 Kristjan
Toomaspoeg
[12829
* Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo Atti del
convegno internazionale di studi. Firenze, 29-31 ottobre 2008
cur. Concetta Bianca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura
2010 pp. 442 (Libri, carte, immagini 3). L’introduzione. Coluccio Calutati e l’invenzione dell’Umanesimo di C. Bianca (pp.
IX-XXII) si apre con una citazione da una lettera del Salutati a
Bernardo da Moglio (figlio di quel Pietro con cui aveva studiato
a Bologna) del 7 giugno 1391. Il ricordo del suo maestro gli consentì di fare un bilancio sul proprio percorso culturale, spiegando come il salto tra l’educazione ricevuta e la frequentazione
con gli studia humanitatis e la ricerca della storia e del mondo,
era stato grande dal momento che aveva intrapreso una strada
diversa dal suo maestro. Viene poi evidenziato un parallelismo
tra il Salutati e Bracciolini: entrambi cancellieri ed entrambi
coinvolti nella chiamata di un maestro; il primo per favorire la
venuta di Manuele Crisolora come insegnate di greco a Firenze,
il secondo per contrastare quella di Giovanni Argiropulo. Nella
suddetta lettera, il Salutati spiega anche il momento in cui è avvenuto il salto di qualità del suo percorso. Segue un approfondimento sul ms. Firenze, Laurenziana, Fies. 176. Il saggio prosegue con la lettera del 20 dicembre 1367 al Boccaccio, nella
quale afferma di essere disposto a trasferirsi a Roma per cercare
nuove esperienze intellettuali: emerge dunque l’importanza di
riflettere sui testi e sulla loro trasmissione. Viene infine delineato il concetto di amicizia per Salutati. Si segnalano a parte i
saggi di R. Abardo, S. Gentile - D. Speranzi, E. Ornato, E. Giazzi, L. Boschetto, C. Caby, G. Fiesoli, E. Guerrieri, J. Hankins,
M. Laureys, C.M. Monti, A. Nuzzo, G. Tanturli, S. Zamponi e
T. De Robertis. (C.To.)
[12830
Come nasce un manoscritto miniato. Scriptoria, tecniche,
modelli, materiali cur. Francesca Flores d’Arcais - Fabrizio Crivello, Modena, Panini 2010 pp. 246. Il volume raccoglie gli atti
del convegno tenutosi presso l’Università Cattolica e la Biblioteca Ambrosiana di Milano nei giorni 6-7 marzo 2008. Si segnalano a parte i saggi di G. Cavallo, G. Baroffio, M. Maniaci
- G. Orofino, M. Petoletti, A. Perriccioli, A. Melograni, F. Crivello, C.Z. Laskaris e C. Pasqualetti / Aevum 85 (2011) 652-3
Milvia Bollati
[12831
* Come stranieri e pellegrini. I Francescani lungo l’itinerario del Corridoio Bizantino e della Via Amerina praef. Pietro
Messa, Santa Maria degli Angeli (Perugia), Porziuncola 2010
pp. 200 (Viator. Itinerari spirituali e culturali per il cammino
dell’uomo impegnato a vivere nel «già e non ancora» della storia 10) [cfr. MEL XXXII 12492] / IlSan 50 (2010) 665-6 Andrea
Vaona
[12832
Communes and Despots in Medieval and Renaissance Italy cur. Bernadette Theresa Paton - John Easton Law, Farnham,
Ashgate 2010 pp. XVII-354 tavv. Si segnalano a parte i saggi
AUTORI E TESTI
limite ed esercizio del potere «Rivista di storia del diritto italiano» 79 (2006) 291-401 (cfr. MEL XXX 7161) e «Fit monachus,
qui papa fuit»: la rinuncia di Celestino V tra diritto e letteratura
«Rivista di storia e letteratura religiosa» 44 (2008) 257-323 (cfr.
MEL XXXII 953).
[1020
* Roberto Rusconi Celestino V agli inizi del secolo XVI: una
vita versificata e illustrata in «Arbor ramosa» [cfr. Studi in onore: A. Rigon] 87-93. Nell’aprile 1520 a Bologna lo stampatore
Girolamo de’ Benedetti pubblicava, nell’agile formato dell’8˚,
un libretto in versi, opera di un poeta cortigiano conosciuto con
il nome di Notturno Napoletano, dal titolo La santissima e miracolosa vita dil glorioso santo Pietro Celestino. L’opera era
stata scritta dal versificatore su preciso invito del priore del monastero bolognese dell’ordine dei Celestini e alla sua produzione a stampa partecipò, oltre al Notturno, anche l’incisore Amico
Aspertini. Ne sortì una vita illustrata e versificata del santo con
chiare finalità di propaganda devozionale, come suggeriscono
l’uso del volgare e il ricco corredo di immagini, oltre alle orazioni e alle indulgenze riprtate nel primo bifolio. Il Notturno
mise in versi il testo agiografico trecentesco noto come Vita et
obitus beati Petri confessoris, Celestini pape quinti, di cui seguì
fedelmente la sequenza, e la Legenda de translatione sancti corpors eius, tramandata di seguito al testo agiografico in un codice
proveniente dal monastero celestino di Sant’Eusebio a Roma
(l’attuale Vat. lat. 8883). (E.So.)
[1021
Anna Lucia Villani La croce di Celestino. Simbolo luminoso e dimenticato Roma, Associazione San Pietro Celestino
2009 pp. 65. Originato dalla ricorrenza dell’ottavo centenario della nascita di Pietro Angelaro (più noto come Pietro di
Morrone), divenuto papa col nome di Celestino V, lo studio
mira a suscitare nel lettore un interesse storico e culturale per
una delle più grandi elaborazioni simboliche del cristianesimo:
la «croce celestiniana» / MSoph 8 (2010) 242 Salvatore Ivan
D’Agostino
[1022
Vide etiam nn. 341, 347, 1237, 3637, 6705, 7332, 7509, 7511,
8119
Cogitosus
* Vita sanctae Brigidae. Stephanie Haarländer «Innumerabiles populi de utroque sexu confluentes [...]». Klöster für
Männer und Frauen im frühmittelalterlichen Irland in Female
«Vita Religiosa» [cfr. Miscellanee] 137-50. Il testo di riferimento dell’intero saggio è la Vita Brigidae di Cogitoso. Attraverso la lettura dell’opera l’A. descrive la chiesa di Kildare, la
vita di Brigida come esempio di agiografia irlandese, il contesto storico e i rapporti tra forme di vita monastica maschili e
femminili. (F.Bo.)
[1023
Cola Rentii v. Nicolaus Laurentii
Collectanea (pseudo Beda) v. n. 4189
Collectanea Lemovicensia v. n. 11129
Colombi Iacopo v. Iacobus Columbi
Colonna Giovanni, senior v. Iohannes de Columna senior,
Romanus senator
Colonna Odo v. Martinus V papa
Colotius Angelus v. Angelus Colotius
Colucius Salutatus
* Rudy Abardo Dante in Coluccio Salutati in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 73-82.
Il saggio intende delineare il progressivo apprezzamento che il
Salutati dimostrò per Dante, il suo interesse filologico sul testo
della Commedia, la riflessione sulle valenze allegoriche intrinseche a un’opera letteraria e alcuni tentativi di imitazione poetica. Si evidenzia il suo giudizio entusiasta su Dante, facendo riferimenti a passi della Commedia e ad alcune opere salutatiane
(De fato et fortuna, De laboribus Herculis e De tyranno). L’A.
112
si sofferma poi su due mss. del Salutati la cui autografia è stata
recentemente messa in discussione: ms. Oxford, Bodl. Libr., ital.
e. 6 (un Dante) e Paris, BNF, lat. 7942 (un Virgilio). L’oxoniense,
già posseduto da E. Moore, dipendeva dal ms. Vat. lat. 3199, utilizzato da Pietro Bembo per il tramite del descriptus Vat. lat.
3197 nell’approntamento dell’edizione Aldina. Si passa quindi
ad analizzare quattro casi dei noti passi di Inf. VII 73-96 e Purg.
XVI 58-83 e si considera il rapporto fra il determinismo astrologico e il libero arbitrio (viene citato il capitolo XII del secondo
libro dell’Acerba). Il saggio si conclude con una glossa dantesca
di Coluccio alla Vita nuova. (C.To.)
[1024
* Luca Boschetto Salutati e la cultura notarile in Coluccio
Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 145171. Il saggio propone alcune riflessioni sul modo in cui i notai
che operavano nell’ambiente fiorentino possono aver guardato
alla figura di Coluccio Salutati, che divenne durante il suo lungo cancellierato uno dei maggiori protagonisti della vita culturale del tempo. Da una parte vengono riconsiderati i rapporti
intrattenuti da Salutati e dai suoi discendenti con l’Arte dei
Giudici e Notai di Firenze e dall’altra viene analizzato se il
prestigio acquistato dal Salutati nell’esercizio della sua carica
di cancelliere abbia avuto un riflesso positivo sulla vita professionale di tutti quei notai che prestavano servizio nelle cancellerie «minori», operanti presso le varie magistrature fiorentine. Questo saggio è suddiviso in quattro paragrafi: «Salutati e
l’Arte dei Giudici e Notai di Firenze»; «La memoria del cancelliere negli affreschi del Proconsolo»; «I discendenti di Coluccio, l’Arte, la dispersione della biblioteca»; «Notai e cancellieri nella Firenze di Salutati: il caso della Parte Guelfa e della
Mercanzia». (C.To.)
[1025
* Coluccio Salutati e Firenze. Ideologia e formazione dello
Stato. Firenze, Archivio di Stato, 9 ottobre 2008-14 marzo 2009
cur. Roberto Cardini - Paolo Viti, Firenze, M. Pagliai 2008 pp.
XXII-360 tavv. (Pubblicazioni del Centro di studi sul classicismo. Cataloghi di mostre 7) [cfr. MEL XXXII 957] / MSoph 8
(2010) 170-1 Vincenzo M. Corseri
[1026
* Teresa De Robertis Salutati tra scrittura gotica e littera
antiqua in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo
[cfr. Miscellanee] 369-99 tavv. 12. In apertura il saggio fa riferimento all’ultimo foglio del codice Firenze, Laurenziana, S.
Marco 284 ritenuto dapprima un’aggiunta posteriore al 1419,
ma poi attribuito alla mano di un Salutati che sperimentava la
nuova littera antiqua. È questo lo spunto per trattare di quel processo di autoanalisi grafica del Salutati, che presuppone una forma di consapevolezza della varietà storica, geografica e di funzione delle scritture. Altri analoghi tentativi di scrittura si evidenziano nei codici Firenze, Riccardiana, 264 (Niccoli), Vat.
Pal. lat. 903 e in altri manoscritti copiati da Niccoli e Bracciolini. In merito al ruolo svolto dal Salutati nelle origini della scrittura umanistica vengono evidenziati gli apporti di Albinia de la
Mare. L’attenzione si sposta quindi sugli autografi librari del
Salutati: Firenze, Laurenziana, Santa Croce 23 sin. 3 e S. Marco
165; due sezioni dei due codici Firenze, BNF, conv. soppr.
I.1.28 e Magl. XXIX.199; London, BL, Add. 11987 (le tragedie
di Seneca con l’Ecerinis del Mussato); Vat. lat. 3110; gli statuti
di Vellano dell’Archivio di Stato di Pescia, Manoscritti di varia
provenienza 4. Per capire l’orizzonte grafico del Salutati viene
proposta una dettagliata rassegna dei sette codici che formano
il breve catalogo degli autografi maggiori. Vengono poi segnalati tre codici del Salutati non presi in considerazione dalla de
la Mare: Vat. lat. 989, Vat. lat. 2063 e Vat. lat. 3110. Il saggio si
conclude accennando all’opera di coordinamento di copisti con
il Salutati. Sono altresì presenti 12 tavole con esempi di scrittura. (C.To.)
[1027
* Giovanni Fiesoli Salutati e i classici latini: tra forme esemplari e sperimentalismo di «emendatio» in Coluccio Salutati e
l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 49-72. Il saggio
analizza il rapporto che lega Salutati ai suoi manoscritti, attraverso il riferimento al catalogo della mostra alla Biblioteca Laurenziana (Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 2 novembre 2008 - 30
gennaio 2009 Firenze 2008; cfr. MEL XXXII 958). Quest’analisi viene condotta attraverso vari esempi emblematici (si fa ac-
113
cenno a V. Fera che, nel saggio sullo Svetonio Vallicelliano, Roma, Vallicelliana, B.26, XIV sec., evidenziava come i testi classici latini appartenuti al Salutati sono «infitti spesso da vari strati
di note di collazione e di correzione») che attestino il profilo metodologico del Salutati, con attenzione a motivare e a distinguere
gli interventi ope codicum da quelli ope ingenii; la presenza della
mano salutiana si riscontra in due codici contenenti il testo degli
Elegiaci: il Catullo Vaticano (Vat. Ottob. lat. 1829) che viene
messo in relazione con il Catullo Marciano lat. XII. 80 (4167)
indebitamente attribuito alla mano di Poggio e il Properzio Laurenziano Pl. 36.49 sul quale viene registrata la presenza di annotazioni riconducibili a tre mani diverse (quattro se si tengono
presenti gli interventi correttori introdotti da un copista della
cerchia di Lombardo della Seta, lo stesso che ha copiato il Vat.
Ottob. lat. 1883 e il Laurenziano Conv. soppr. 447). L’A. successivamente tratta del rapporto di Salutati con i manoscritti di
un altro poeta latino classico, Virgilio, ricordando il manoscritto
contenente gli opera omnia, Basel, UB F. II. 23, posseduto e postillato da Salutati e poi da Giovanni Tortelli. La nota di acquisto
è attestata al f. 217r del Prisciano Laurenziano Fies. 176; i marginalia salutatiani discendono da Servio, commentatorum optimus (posseduti e annotati dal cancelliere anche i Commentarii
in Vergilium, traditi dal Laurenziano Pl. 45.3); l’A. suddivide i
marginalia per tipologia evidenziando l’interesse del Salutati a
comprendere il dettato lirico virgiliano. Per spiegare alcuni passi
virgiliani Salutati si rifà alla lettura dell’Expositio Virgilianae
continentiae di Fulgenzio, conservata nel codice composito Vat.
lat. 3110. Si torna poi a parlare dello Svetonio Vallicelliano in
cui compaiono note che è difficile attribuire al Salutati nonostante compaia la medesima scrittura di altri manoscritti salutatiani, come il Firenze, BNF, Magl. XXIX. 199 o nel Seneca
tragico London, BL, Add. 11987. Altro testimone della biblioteca del Salutati di cui si tratta è il commento di Lattanzio Placido alla Tebaide di Stazio (ms. della Forteguerriana di Pistoia
A.45), con annotazioni del cancelliere. L’analisi di questo manoscritto include un confronto con altri manoscritti utili al riconoscimento della mano salutatiana: London, BL, Egerton 818,
al Firenze, Laurenziano, Pl. 38.6 e Vat. Pal. lat. 1694. Successivamente si passa a trattare i Laurenziani Pl. 49.18, Pl. 49.9 e Pl.
49.7 della versione crisolorina della Repubblica di Platone, Napoli, BN, VIII.G.51. Si arriva infine a parlare del VI capitolo del
II libro del De fato et fortuna. (C.To.)
[1028
* Sebastiano Gentile - David Speranzi Coluccio Salutati
e Manuele Crisolora in Coluccio Salutati e l’invenzione
dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 3-48 tavv. 10. Il saggio si
apre ripercorrendo le vicende che caratterizzarono l’arrivo di
Manuele Crisolora a Firenze nel 1397. Attraverso lo studio di
alcuni documenti emessi dalla Signoria fiorentina e soprattutto
del Rerum suo tempore gestarum commentarius di Leonardo
Bruni e dell’epistolario di Coluccio Salutati, gli A. ricostruiscono il clima e il fermento negli ambienti della cultura fiorentina,
i cui esponenti attendevano con impazienza l’arrivo del Crisolora, al quale sarebbe stata affidata la cattedra di greco. Tramite
alcune lettere del Salutati gli A. informano sulla parte avuta da
Iacopo Angeli, che si trovava nel 1396 a Costantinopoli, nel portare Crisolora a Firenze. Salutati affidava all’Angeli tre incarichi: convincere il Crisolora ad accettare l’invito; arrivare a Firenze il più presto possibile; acquistare quanti più libri greci potesse. Lo studio si concentra quindi sui codici che arrivarono da
Costantinopoli. Testi che coincidevano in larga parte con quelli
che fece arrivare dalla stessa città Palla Strozzi, anch’egli allievo del Crisolora. Si tratta tra gli altri di Plutarco, tutto Platone
e la Geographia di Tolomeo. I manoscritti considerati dagli A.
sono i seguenti: Firenze, Laurenziana, Antinori 207 (contiene
due minute stese dal Salutati di due atti relativi alla permanenza
del Crisolora a Firenze); contengono la Geographia di Tolomeo
il Vat. Urb. gr. 82, Paris, BNF, lat. 17542, Firenze, Laurenziana,
Conv. soppr. 626, Pl. 28. 9, Pl. 28. 38, Pl. 28. 49, Vat. gr. 191,
Paris, BNF, gr. 2423; Venezia, Marciana, it. Z 76 (= 4783) (atlante geografico); Vat. lat. 5698; Pl. 6. 20 (lettere autografe del
Crisolora); Paris, BNF, gr. 1811 (codice appartenuto al Crisolora); Vat. gr. 225 (corpus platonico); Vat. gr. 226 (Respublica di
Platone); Napoli, BN, III AA 4; Venezia, Marciana, gr. VII. 5;
Wien, ÖNB, Phil. gr. 90; Vat. gr. 87; Urb. gr. 121; Vat. lat. 989;
[1020-1031] COLUCIUS SALUTATUS
Firenze, Laurenziana, Pl. 25 sin. 9; Vat. Urb. gr. 105; Firenze,
Laurenziana, Pl. 89 sup. 78; Tübingen, UB, Mb 14; Paris, BNF,
gr. 1809; Firenze, Riccardiana, 65; Vat. gr. 1368 (due epistole
in greco scritte dal Crisolora e indirizzate al Salutati); Firenze,
Laurenziana, Pl. 49. 7; Venezia, Marciana, gr. IV. 53; Firenze,
Laurenziana, Conv. soppr. 287; Pl. 81. 18; Pl. 81. 17; Vat. Urb.
gr. 32; Urb. gr. 33; Genève-Cologny, Bodmeriana, 136; Vat. gr.
113; Barb. gr. 182; Urb. gr. 100; Firenze, Laurenziana, Pl. 70.
16; Vat. gr. 996; Firenze, Laurenziana, S. Marco 284; Vat. lat.
2063; Firenze, Laurenziana, Pl. 49. 18; Pl. 69. 8; Vat. Ottob. lat.
1984. (C.To.)
[1029
* Emilio Giazzi Coluccio Salutati e il rilancio del genere
della «declamatio» in Coluccio Salutati e l’invenzione
dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 315-39. Il saggio si apre
con un elenco di codici miscellanei contenenti soprattutto
exempla epistolarum risalenti al periodo di Giangaleazzo Visconti. Tali raccolte continuarono a circolare anche in manoscritti più tardi, della fine del XV secolo o inizi del XVI. Si
tratta di Milano, Ambrosiana, C 141 inf., Paris, BNF, n.a. lat.
1151 e n.a. lat. 1152, Milano, Bibl. dell’Univ. Cattolica, Visconti di Modrone 2, Ambrosiana, H 211 inf. e D 223 inf., Trivulziana, 97 e 751; Praha, Knihovna Metropolitní Kapituly, K
37. Dall’analisi comparata di questi codici emerge la presenza
di molte epistole redatte dalla cancelleria fiorentina degli anni
di Coluccio Salutati, nel periodo del duro confronto con Milano. Nonostante le ostilità, la cancelleria milanese adottò come
esempio della nuova epistolografia proprio il cancelliere fiorentino. Le miscellanee viscontee presentano infatti una prassi
costante nel materiale epistolare, ovvero l’accostamento della
missiva e della relativa responsiva. Questo tipo di disposizione
giustifica la presenza, accanto alle lettere, di alcune declamationes. Maestro di tale genere fu proprio il Salutati, del quale
l’A. ne studia la produzione con lo scopo di definirne le tecniche di composizione e le principali caratteristiche. Dopo una
parte dedicata alla storia della declamatio e soprattutto alla conoscenza che di questo genere classico ne ebbe il Salutati (si
cita ad es. il Firenze, BNC, Conv. soppr. I.5.27, contenente le
Declamationes di Seneca, che appartenne al Salutati), l’A. si
sofferma sulla Declamatio Lucretiae (tramandata da molti
codici tra cui Milano, Ambrosiana, C 141 inf., ff. 67r-68v; Paris, BNF, n.a. lat. 1152; Milano, Univ. Cattolica, Archivio Visconti di Modrone 2, ff. 1r-2v; Milano, Trivulziana, 97, ff. 12v14r; 751, ff. 13r-15v; Praha, Knihovna Metropolitní Kapituly, K
37, ff. 96v-99r), sulla Declamatio Priami (Todi, Bibl. Comunale, 53, f. 51r), sulla Questio coram Decemviris (tramandata tra
gli altri dal ms. Paris, BNF, n.a. lat. 1152, ff. 2v-4r) e sulla cosiddetta Disputatio de regno (ms. autografo Vat. Capponi 147,
ff. 39r-43r). Il saggio si conclude con lo studio di altre due declamationes, coeve o di poco posteriori a quelle del Salutati: la
Declamatio Didonis (Praha, Knihovna Metropolitní Kapituly,
K 37, ff. 56r-64v e H 5, ff. 102v-108r), con molta probabilità di
Antonio Loschi, e la Declamatio di Avogaro da Orgiano (Praha,
Knihovna Metropolitní Kapituly, K 37, ff. 33r-39v e Paris,
BNF, n.a. lat. 1151, ff. 32r-37v). (C.To.)
[1030
* James Hankins Salutati, Plato and Socrates in Coluccio
Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee]
284-93. Salutati diede un contributo fondamentale per la rinascita di Platone e degli studi greci in generale. Si cerca di
comprendere la posizione che ricoprì in questa rinascita, grazie anche alla sua ricerca continua di testi. A conclusione del
saggio vengono formulate alcune ipotesi di questo suo interessamento per Platone: una di queste crede possibile un’attenzione del Salutati per Socrate, la figura che domina la
maggior parte dei dialoghi. (C.To.)
[1031
* Marc Laureys La poesia latina di Coluccio Salutati in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 295-314. Il saggio prende avvio cercando di spiegare il
contrasto fra l’apprezzamento dei contemporanei e quello moderno della produzione poetica del Salutati. Viene citata una
parte della lettera, del 1392, in risposta a maestro Bartolomeo di
Puglia, che aveva elogiato le sue qualità poetiche; in questa missiva lo invita a evocare il sostegno delle Muse e di Apollo per
conseguire lo stato di poeta. Successivamente si cerca di individuare gli stimoli specifici che indussero Salutati a scrivere in
AUTORI E TESTI
poesia. Una parte del saggio è dedicata al suo incoraggiamento
a far pubblicare l’Africa del Petrarca, per poi trattare dei poemi
del Salutati che non sono pervenuti o che non furono mai terminati. Una particolare attenzione è dedicata alla Conquestio
Phyllidis e alla Fabula de vulpe et cancro. Altro componimento
che viene messo in rilievo è un carme contenuto in una lettera a
Iacopo Allegretti del 1378, in cui condanna le pretese dell’astrologia. Seguono riflessioni sulle poesie di carattere prettamente
politico. (C.To.)
[1032
* Carla Maria Monti Salutati visto da Nord: la prospettiva
dei cancellieri e maestri viscontei in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 193-223. All’inizio del saggio viene messa in luce la figura del notaio Bartolomeo Bayguera, analizzandone l’Itinerarium, il suo lungo poema in esametri diviso in due libri che si chiude con un’ampia
lode del vescovo bresciano Marerio. Questo testo, inedito, è trasmesso da due testimoni: Milano, Ambrosiana, A 6 inf., f. 5r-v,
sec. XV secondo quarto (A) e Brescia, Bibl. Queriniana, A V 6,
ff. 10r-11v, sec. XV terzo quarto (Q). Analizzando il contenuto
dell’opera, l’A. si sofferma sul rapporto tra il Bayguera e il Salutati, ritenuto una sorta di incontro fittizio, dal momento che
non ci sono elementi che rimandino a una conoscenza diretta.
Il saggio prosegue analizzando le tracce del mito del Salutati al
Nord: la lettera che Uberto Decembrio ha indirizzato al cancelliere fiorentino nel 1393; la lettera di Giovanni Manzini del
1388, trasmessa dal Vat. lat. 11507, indirizzata a Matteo da Pescia; la lettera di Antonio Loschi in risposta a Giovanni Tinti.
Si analizza poi un gruppo di codici, collocabili negli anni di Filippo Maria Visconti, in cui viene trasmessa una raccolta che fissa gli elementi centrali della celebrazione viscontea uniti a prototipi dell’umanesimo cancelleresco; queste raccolte sono occupate per la maggior parte da lettere della cancelleria fiorentina
degli anni del Salutati. Viene poi dedicata una parte al cancelliere milanese Enghiramo Bracchi e all’interpretazione dello
stemma visconteo del serpente con in bocca il bambino. In appendice vengono riportati il testo dell’Itinerarium del Bayguera
(vv. 300-360) e i carmi del Salutati e del Bracchi sullo stemma
visconteo secondo i codici: Milano, Ambrosiana, C 141 inf., f.
1v (A); D 223 inf., f. 180r-v (D1); H 211 inf., f. 3r-v (H); O 63
sup., f. 21r-v (O); Paris, BNF, n.a. lat. 1152, ff. 30v-31r (P); Milano, Bibl. Trivulziana, 97, f. 17r-v (T); 751, f. 18r-v (T1); Milano, Bibl. dell’Università Cattolica, Visconti di Modrone 2, f.
39v (V). (C.To.)
[1033
* Giuliano Tanturli Filologia del volgare intorno al Salutati
in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 83-144. Scopo del saggio è quello di raccogliere iniziative
e testimonianze intorno a scritture letterarie volgari e alla loro
tradizione che si connettono a Coluccio Salutati e al suo ambiente. Si fa riferimento al ms. Vat. Chig. L.VIII.305, appartenuto sicuramente al Salutati; ma l’attenzione principale del saggio si
concentra sull’anonimo copista che si firma Non bene pro toto
libertas venditur auro. Si ritrova la mano di questo copista nei
codici: Firenze, BNC, Panc. 24, f. 15r; Laurenziana, Santa Croce
XXVI sin. 1, f. 200v; Riccardiana, 1642, ff. 65r-66r, 77v. Si esamina poi la sua unica raccolta lirica di rime dantesche, contenute nei codici Firenze, BNC, Panc. 24 e London, BL, Add.
26772; a tal proposito si fa riferimento anche ai codici Milano,
Trivulziana, 1053; Firenze, BNC, II IV 126; Riccardiana 1040,
1100 e 1050. Questa raccolta viene poi messa in relazione con
quella contenuta nel Vat. Chig. L.VIII.305 posseduto dal Salutati, giungendo quindi ad affermare che dalla biblioteca del Salutati siano passati o siano stati costruiti due dei testimoni principali della lirica di Dante. L’attenzione si sposta poi sul Dante
della Commedia (Laurenziana, Santa Croce XXVI sin. 1), copia conosciuta come di Filippo Villani, ma a cui il Non bene collabora in modo significativo. Successivamente vengono trattati
i volgarizzamenti di testi latini sia medievali sia classici trascritti dal copista anonimo. Dopo una breve analisi sui Rerum vulgarium fragmenta (Firenze, Laurenziana, Pl. 41.10) in cui compare diffusamente il segno d’accento caratteristico dei codici di
Non bene, si torna a occuparsi della Commedia. In appendice
le descrizioni dei codici. (C.To.)
[1034
Vide etiam nn. 523, 2204, 4708, 5185, 11761, 13507
Carmina varia v. n. 1032
114
Conquestio Phyllidis v. n. 1032
De contemptu mundi et de religiositate v. De seculo et
religione libri II
De fato et fortuna v. nn. 1024, 1028, 4670
De laboribus Herculis v. nn. 480, 1024, 4753
* De seculo et religione libri II [ad Hieronymum de Uzano
ordinis Camaldulensis]. Cécile Caby Coluccio Salutati, Santa
Maria degli Angeli e il «De seculo et religione» in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 341-68.
Il saggio prende le mosse dalla missiva ufficiale del Salutati al
cardinale Frignani per raccomandargli la comunità eremitica di
Santa Maria degli Angeli a Firenze; questa si riallaccia all’offensiva della Repubblica fiorentina volta a far fronte alla pretesa
dell’autorità pontificia di gestire la totalità delle nomine dei benefici sulle quali Firenze rivendicava un diritto di controllo. Il
principale motivo d’interesse per questa missiva è la sua datazione, 1381, che coincide cronologicamente con il trattato De
seculo et religione. Si procede quindi approfondendo l’origine
e lo sviluppo di questo legame attraverso tre filoni interpretativi.
In primo luogo vanno considerati nell’influenza di vari fattori
di aggregazione sociali, come il guelfismo. In secondo luogo,
l’origine e lo sviluppo del rapporto fra Salutati e camaldolesi
di Firenze va riletto alla luce della composizione sociale della
comunità nell’ultima parte del Trecento e dei suoi legami con
gli schieramenti comunali. Terzo e ultimo filone interpretativo
al quale riallacciare il legame fra Salutati e la comunità dei camaldolesi fiorentini, è l’impegno comune al servizio della comunitas urbana in faccende amministrative in particolare elettorali e fiscali del Comune. In seguito si cerca di stabilire quando il Salutati sia entrato in relazione con la comunità fiorentina.
Si fa riferimento ai seguenti manoscritti: Firenze, Riccardiana,
872; Oxford, Bodl. Libr., Canon. misc. 399; Milano, Ambrosiana, S 29 sup. (C.To.)
[1035
De sensibus allegoricis fabularum Herculis v. De laboribus
Herculis
De tyranno v. n. 1024
De verecundia [Anthonio de Baruffaldis physico Faventino]. Teresa De Robertis - Stefano Zamponi (ed. trad.) Giuliano
Tanturli (trad.) Coluccio Salutati De verecundia. Tractatus de
epistola ad Lucilium prima. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, ms. Strozzi 96 Firenze, Mandragora 2010 pp. 191 tavv.
Riproduzione del ms. Firenze, Laurenziana, Strozzi 96, preceduta dal saggio di S. Fiaschi Scritti moderni in veste antica: un
«compromesso» editoriale nel segno del Petrarca (pp. 9-22) e
dalla descrizione del codice a cura di T. De Robertis (Il manoscritto pp. 23-30). Alla riproduzione del codice fanno seguito le
edizioni dei due testi a cura di S. Zamponi, il primo, e T. De Robertis, il secondo; la traduzione italiana è di G. Tanturli / Aevum
85 (2011) 253
[1036
Declamatio Lucretiae v. n. 1030
Declamatio Priami v. n. 1030
Disputatio de regno v. n. 1030
* Epistolae. Elisabetta Guerrieri Spunti filologici dall’«Epistolario» di Salutati in Coluccio Salutati e l’invenzione
dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 231-81. Il saggio si apre con
l’esposizione del contenuto della lettera del dicembre 1397 in
cui Salutati esorta Ludovico Alidosi ad approfondire gli studia
litterarum. Vengono elencate alcune illustri personalità del panorama politico e intellettuale del tempo con cui il cancelliere
intrattenne un rapporto epistolare. Il saggio prosegue con una
serie di esempi di discussioni critiche salutatiane, di carattere
erudito-filologico, contenute in una selezione di lettere. Nella
lettera a Guido da Polenta del 5 febbraio 1377 Coluccio discute
le misure del cubitus; nella lettera a Iacopo Toderisi, forse del
1385, risolve un dubbio su uno specifico caso di sintassi modale; nell’epistola indirizzata ad Angelo Cini invece chiarisce la
grafia di evangelium. In lettere successive Coluccio esamina il
problema della figura di C. Acilio, compie ricerche sull’eroe
greco Ettore e discute i toponimi di Città di Castello, Stagira e
Genova. In appendice si elencano le lettere dell’epistolario nelle
quali Salutati e i suoi corrispondenti accennano al commercio di
libri. (C.To.)
[1037
115
* Armando Nuzzo L’epistolario del Salutati. Una presentazione in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo
[cfr. Miscellanee] 225-30. Il saggio è incentrato sull’epistolario di Coluccio Salutati e sul lavoro svolto dall’A. per portarne
a termine l’edizione [Lettere di Stato di Coluccio Salutati.
Cancellierato fiorentino (1375-1406). Censimento delle fonti
e indice degli «incipit» della tradizione archivistico-documentaria Roma 2008; cfr. MEL XXXII 960]. (C.To.)
[1038
Vide etiam nn. 1029, 1032, 1035, 1036, 2496, 2830, 4461,
8129, 12830
Fabula de vulpe et cancro v. n. 1032
Invectiva Florentinorum contra arma Comitis Virtutum
Hengiramo de Brachis v. n. 1033
Invectiva in Antonium Luschum Vicentinum v. n. 10478
Quaestio est coram decemviris, quid iure civili statuendum
sit de his qui fecerint carmen famosum contra aliquem vel ipsum recitaverint v. n. 1030
Quod medici eloquentie studeant et de verecundia an sit
virtus aut vicium v. De verecundia
Ratio punctandi v. n. 2201
Columba Hiiensis abbas v. nn. 580, 621, 6144
Columba de Vinchio OP
Psalterium vel liber hymnorum beate Virginis [paraphrasis
mariana Psalterii, additis antiphonis prosaicis, versiculis, orationibus] v. n. 5160
Columbanus Luxoviensis et Bobiensis abbas
Damian Bracken Juniors Teaching Elders: Columbanus,
Rome and Spiritual Authority in Roma felix [cfr. Miscellanee] 253-76 / Francia (2010-2)
[1039
Niklot Krohn Das Vermächtnis des Columban - Frühe Glaubensboten in der Peripherie des Frankenreiches in Macht des
Wortes [cfr. Miscellanee] I 63-72.
[1040
Flavio G. Nuvolone San Colombano: origini e formazione
irlandesi ABob 31 (2009) 69-119 tavv. 18 [cfr. MEL XXXII
967] / BSPiac 105 (2010) 319-20 Daniela Morsia
[1041
Michael Richter Verbreitung des Wortes: Columban der
jüngere und Gallus in Macht des Wortes [cfr. Miscellanee]
55-62.
[1042
Vide etiam nn. 4426, 5377, 7189, 7256
Epistolae [5] v. n. 1789
Regula monachorum v. nn. 4286, 5968
Sermones [13] v. n. 12384
Columbanus Sancti Trudonis abbas
Carmen ad Fidolium v. n. 4426
Carmen ad Hunaldum v. n. 12384
Carmen ad Sethum v. n. 12384
Planctus de obitu Karoli regis v. nn. 5183, 5184
Columbus Christophorus v. Christophorus Columbus
Columbus Iacobus v. Iacobus Columbi
Columna Aegidius de v. Aegidius Romanus
Columna Franciscus v. Franciscus Columna
Columna Iohannes de, senior v. Iohannes de Columna senior,
Romanus senator
Columna Landulphus de v. Landulphus de Columna
Columna Odo de v. Martinus V papa
Comes Glusianus de Casate
Consultacio v. n. 6637
[1032-1045] COLUMBA HIIENSIS
Comitibus Nicolaus de v. Nicolaus de Comitibus
Commemoratorium in Apocalypsin v. nn. 2665, 2669
Commentariolus historicus de origine et progressu civitatis
Burgi Sancti Sepulchri ab a. 937 ad a. 1441 v. nn. 5469, 10935
Commonitiuncola ad sororem v. n. 12366
Compendium logicae Porretanum v. n. 4891
Compendium Testamenti v. Codicillus
Compilatio Assisiensis v. nn. 342, 1323, 1339, 1362, 2834,
5598, 12016
Compilatio Augustensis v. Historia de expeditione Friderici
I imperatoris
Compilatio Avenionensis
* Enrico Menestò (ed.) Una inedita micro compilazione trecentesca di racconti francescani dal ms. Vaticano Latino 4354
in Scritti di storia medievale [cfr. Studi in onore: M.C. De Matteis] 413-50. Il codice Vat. lat. 4354 è uno dei testimoni più antichi della Compilatio Avenionensis, raccolta trecentesca di testi
francescani. Il manoscritto in questione è membranaceo del terzo quarto del XIV secolo composto da 157 carte irregolarmente
numerate. Rispetto al resto della tradizione manoscritta il codice
trasmette soltanto alcuni brani tra cui sedici episodi ai ff. 106v112v che l’A. pubblica alle pp. 437-49. L’edizione è preceduta
da un’indagine sulla genesi e la formazione del corpus dei sedici
episodi, in quale contesto abbia avuto origine, dove e da chi fu
scritto. Proseguendo nell’esame dei singoli brani arriva alla conclusione che la Compilatio venne redatta dopo il 1335 ad Assisi
e presenta non pochi punti di contatto con la Legenda maior di
Bonaventura. (L.Pu.)
[1043
Compilatio Sancti Albani
Charles Russell Stone Investigating Macedon in Medieval
England: The «St Albans Compilation», the «Philippic Histories», and the Reception of Alexander the Great Viator 42, 1
(2011) 75-111. Le Epitomi di Giustino risultano essere la fonte
più importante dell’inedita e anonima Compilatio Sancti Albani
(l’originale latino sopravvive in due mss., Cambridge, CCC,
219 e Cambridge, Gonville and Caius Coll., 154/204, più un
frammento precedentemente non identificato in Cambridge,
UL, Dd.X.24). L’A. ne analizza la ricezione, la caratterizzazione del personaggio di Alessandro e l’influsso sulla letteratura inglese.
[1044
Compotus ecclesiasticus v. n. 3160
Compotus minor v. Compotus ecclesiasticus
Computus est scientia considerans tempora v. Compotus
ecclesiasticus
Computus Hibernicus seu Sententiae sancti Augustini et
Isidori in laude computi v. n. 4639
Condulmer Gabriel v. Eugenius IV papa
Conflictus ovis et lini v. n. 5174
Conflictus veris et hiemis v. nn. 193, 5255, 5263
Conradus II imperator v. nn. 5947, 7409, 9580, 9645
Conradus III imperator
Jan Paul Niederkorn, Karel Hruza - Matilda Erak - AnneKatrin Kunde - Renate Spreitzer (adiuv.) Die Regesten des Kaiserreichs unter Lothar III. und Konrad III. II Konrad III. 1138
(1093/94)-1152 Wien, Böhlau 2008 pp. XII-453 (J.F. Böhmer,
Regesta Imperii. IV. Ältere Staufer, 1. Abteilung 1. Abteilung)
[cfr. MEL XXXII 973] / ZRGGerm 128 (2011) 559-61 Gudrun
Pischke
[1045
242
AUTORI E TESTI
ra del carme a Pandolfo Malatesta, datato al 31.12.1412, del
quale viene qui presentata l’edizione critica, secondo la lezione del codex unicus, Ambros. P 256 sup.
[2201
Ars punctandi v. n. 12353
Carmen ad Pandulphum de Malatestis v. n. 2201
Carmina ad Petrum Turchum v. n. 2201
Iacobus de Altavilla
Super quattuor libros Sententiarum v. n. 3361
Iacobus Ammannatus Piccolomineus
Anett Ladegast Liturgie und Memoria bei den AmmanatiGrabmälern in S. Agostino. Möglichkeiten und Grenzen einer Grabmalsstrategie in Vom Nachleben der Kardinäle [cfr.
Miscellanee] 67-98. Studio dedicato al monumento funerario riservato al cardinale Iacopo Ammannati Piccolomini,
collocato nella chiesa di S. Agostino a Roma / ActB 94 (2010)
297 F.S.
[2202
Vide etiam nn. 2850, 3184
Diarium concistoriale. Claudia Märtl (ed. comm.) Unbekannte Notizen Kardinal Jacopo Ammannati Piccolominis aus
Konsistorien seiner Zeit QFIAB 88 (2008) 220-243. In den Aufzeichnungen werden unter anderem wörtlich drei Äußerungen
des Nikolaus von Kues referiert; die Fragmente könnten «vielleicht als Vorstufen zu einer historiographischen Arbeit» gedacht
gewesen sein / DA 66 (2010) 228 Jochen Johrendt
[2203
Epistolae v. n. 3185
Iacobus Angeli de Scarperia
* Stefano Zamponi Iacopo Angeli copista per Salutati in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo [cfr. Miscellanee] 401-20 tavv. 6. Punto di partenza dell’A. è il volume di B.L.
Ullman The Humanism of Coluccio Salutati (Padova 1963) nel
quale (pp. 261-80) vengono identificati sei copisti al servizio del
cancelliere fiorentino. Sebbene allo stato attuale delle ricerche i
copisti risultino essere oltre 40, quelli principali, tutti inseriti nella tradizione della littera textualis, non sono molti di più di quelli
segnalati da Ullman. Fra le varie mani ne emerge una che si distacca decisamente da tutte le altre, corrispondente al «third
scribe» di Ullman e già oggetto di numerosi studi; i mss. in cui
lo studioso americano la riconosce, per un totale di 64 fogli, sono
tre: Vat. lat. 989, Vat. lat. 2063 e Vat. lat. 3110. Secondo A. Petrucci (Il protocollo notarile di Coluccio Salutati Milano 1963)
il «third scribe» è lo stesso Salutati, che sta sperimentando una
nuova scrittura pre-antiqua; questa mano si può riconoscere in
tre lettere di stato, che Petrucci ritiene scritte da Salutati: Vat.
Cappon. 147, p. 290; Firenze, Archivio di Stato, Signori, Missive, Prima Cancelleria, 22, f. 189r e Firenze, Archivio di Stato,
Signori, Dieci di balìa, Otto di pratica, Missive 2, f. 160. La tesi
di Petrucci viene accolta da numerosi studiosi fra cui A. de la
Mare, a partire dal volume The Handwriting of Italian Humanists (Oxford 1973), che in seguito riconosce l’intervento di un
Salutati anziano nei mss.: Paris, BNF, lat. 7942; Oxford, Bodl.
Libr., Ital. e. 6; Firenze, Laurenziana, Pl. 19 sin. 6; Roma, Vallicelliana, D 49; Holkham Hall 371; Leiden, Bibl. der Rijksuniversiteit, Gron. 14 (in quest’ultimo caso secondo l’A. la mano è
in realtà un’altra). A tale elenco G. Savino aggiunge, nel 1995,
il ms. Firenze, Laurenziana, Ashb. 1049. L’A. concentra la propria attenzione sul ms. di Parigi (Virgilio Opera omnia) e su
quello di Oxford (Dante Commedia): in particolare l’analisi della sottoscrizione semi-erasa in quest’ultimo ms., paragonabile a
quella del ms. Ashb. 1049, porta a identificare il copista in uno
dei primi allievi di Salutati, che gli fu particolarmente amico: Iacopo Angeli. L’A. si sofferma sui tratti caratteristici della mano
di Iacopo, riconoscibili anche in un testimone finora non identificato: la prima sezione (ff. 3-24) del ms. composito Firenze,
Laurenziana, Pl. 25 sin. 9, contenente la versione latina della lettera dello ps. Aristea, la cui attribuzione all’Angeli a questo punto appare più certa. (F.L.)
[2204
Vide etiam n. 1029
Cosmographia [opus Ptolomaei; translatio ex graeco] v.
nn. 1597, 4398
De fortuna Romanorum [opus Plutarchi; translatio ex
graeco] v. n. 3183
Epistola pseudo-Aristeae [translatio ex graeco] (?) v. n.
2204
Iacobus Antiquarius v. n. 2560
Iacobus de Aquis
Chronica imaginis mundi v. n. 6340
Iacobus de Aragonia v. n. 8144
Iacobus I Aragonum rex
* María de los Desamparados Cabanes Pecourt (ed.)
Documentos de Jaime I relacionados con Aragón Zaragoza, Institución «Fernando el Católico» (CSIC) 2009 pp. 291 (Fuentes
históricas aragonesas 50). I documenti raccolti nel volume coprono un arco cronologico che va dal 1218 - poco prima di riunire le Cortes a Lérida per dare inizio effettivo al regno di Giacomo I - al 12 luglio 1276, in procinto di partire per Poblet e tredici anni prima della morte del sovrano, nel pieno della ribellione «mudéjar». Benché numerosi (268 pezzi, fra originali e
copie), si tratta comunque di una piccola parte dell’imponente
produzione della cancelleria regia, che poté usufruire, dopo la
conquista di Valenza e delle sue cartiere, del supporto cartaceo;
un elemento questo che determinò un incremento esponenziale
dell’attività della burocrazia. La scelta di questa selezione è perciò ricaduta solo su quei documenti che fanno riferimento diretto
al regno d’Aragona, e permettono di ricostruire la traiettoria
umana e politica del sovrano. Si tratta di materiale già edito in
diverse sedi, del quale l’ A. offre un’edizione migliore; si è effettuata una ricerca in riviste di difficile reperibilità, pubblicazioni locali, appendici documentarie di tesi inedite: in tutti i casi
si specifica il nome dell’editore o trascrivente originale. Attraverso questo panorama documentario si può in primo luogo seguire l’evoluzione della titolazione regale; l’organizzazione della sua cancelleria attraverso le sottoscrizioni notarili; lo sviluppo, e poi cristallizzazione, delle formule diplomatiche; la cronologia utilizzata (con l’alternanza di era ispanica ed era cristiana);
le questioni finanziare nell’epoca della sua minore età; i rapporti
con gli ordini militari; il problema dei confini; i rapporti con le
città del regno; le questioni di politica internazionale (le relazioni con la Francia, la conquista di Murcia, la spedizione in Terra
Santa). L’edizione di ciascun documento comprende: indicazioni di data e luogo; sunto in castigliano; segnatura archivistica;
bibliografia (edizioni precedenti e studi). Completano il volume
una breve bibliografia, un indice toponomastico e uno onomastico. (M.Mat.)
[2205
* Asunción Blasco Martínez Jaime I y los Judíos de Aragón
in La sociedad en Aragón y Cataluña [cfr. Miscellanee] 97-133.
Alla presentazione delle fonti e della bibliografia segue la disamina dei seguenti aspetti: la distribuzione e il numero degli Ebrei
di Aragona, le disposizioni giuridiche di Giacomo I nei loro confronti, l’organizzazione interna delle comunità giudaiche, gli incarichi di responsabilità loro affidati, i momenti difficili in seno
alla comunità giudaica e le sue relazioni con i cristiani, un supposto «crimine rituale» perpetrato nel 1250 dagli Ebrei di Saragozza. L’A. conclude la sua analisi sottolineando come i giudei
furono oggetto di una politica contraddittoria da parte di Giacomo I, pronto a recepire le istanze repressive della chiesa, ma al
tempo stesso attento a mitigare disposizioni troppo rigide nei
loro confronti. Le motivazioni di tale operato politico si inquadrano nella complessa situazione del regno all’indomani delle
grandi conquiste: per il fatto di detenere ingenti ricchezze e di
possedere eccellenti qualità di amministratori, gli ebrei erano necessari alla Corona sia per garantirsi sostanziosi finanziamenti
sia al fine di neutralizzare le ambizioni di potere della nobiltà,
ragioni che determinarono l’inclusione di alcuni di essi nelle alte
sfere del potere. (B.Sc.)
[2206
275
tils of Milíc of Kromeríz to His Work and the Jerusalem Community in The Bohemian Reformation [cfr. Miscellanee] VII
61-71 / DA 66 (2010) 386
[2495
Iohannes de Miricuria v. n. 4719
Iohannes Monachus cardinalis v. n. 8144
Apparatus in librum Sextum v. nn. 1685, 12100, 12384
Iohannes de Monsterolio
* Epistolae. Ezio Ornato Coluccio Salutati, Jean de Montreuil e l’emergenza dei primi fermenti umanistici in terra di
Francia in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo
[cfr. Miscellanee] 173-91. Il saggio ripercorre le tappe principali dell’esperienza formativa e culturale di Jean Charlin, anche in seguito all’adozione del toponimo «Montreuil», evidenziando una sorta di paradosso: il personaggio che meglio rappresenta l’emergenza dei nuovi fermenti umanistici in Francia
non ha lasciato nulla di tangibile, con l’eccezione delle lettere,
alla generazione seguente, che probabilmente non conobbe
nemmeno il suo nome. Il saggio prosegue con l’analisi del rapporto epistolare tra Salutati e Montreuil e con l’interpretazione
dei fatti che riguardano l’emergenza dell’Umanesimo in terra
di Francia e i rapporti con la cultura italiana. Jean de Montreuil
può essere considerato il precursore dell’esplorazione sistematica delle collezioni monastiche al fine di estrarne i più antichi
testimoni dimenticati negli armaria, portatori di nuove opere,
di versioni complete di opere già note o di tradizioni testuali
più affidabili; la sua azione si inscrive in una svolta decisiva del
movimento umanistico, all’interno di una vera e propria rete di
comunicazione ove la circolazione di codici e testi non si configura a senso unico, ma è la prima manifestazione concreta
della coscienza di una vera e propria communitas studiorum. Si
segnalano i mss. Paris, BNF, n.a. lat. 967 (ca. 1385) e lat.
13062 (con le Epistolae di Jean Charlin); Vat. Reg. lat. 332 e
Reg. lat. 1653 (Epistolae); Cambrai, BM, 940 (Epistolae, fine
XIV sec.). (C.To.)
[2496
Iohannes Montanus v. Iohannes Faber
Iohannes de Montecorvino v. n. 5848
Epistolae [3] v. n. 7680
Iohannes Moschus
Pratum spirituale. Bazyli Degórski San Leone Magno e
san Gregorio Magno nel «Pratum Spirituale» di Giovanni
Mosco in Church, Society and Monasticism [cfr. Miscellanee] 403-22 / BHB 23 (2010) 121*
[2497
[2487-2499] IOHANNES DE MIRICURIA
Iohannes Nauclerus
Memorabilium omnis aetatis et omnium gentium chronici commentarii v. n. 924
Iohannes Nider
Consolatorium timoratae conscientiae v. nn. 12366, 12385
* Liber vigintiquatuor aurearum cythararum. Stefan Abel
(ed. comm.) Johannes Nider «Die vierundzwanzig goldenen
Harfen». Edition und Kommentar Tübingen, Mohr Siebeck
2011 pp. XIII-746 tavv. (Spätmittelalter, Humanismus, Reformation. Studies in the Late Middle Ages, Humanism and the
Reformation 60). Il volume trae origine da una dissertazione
presentata all’Università di Augusta nel 2009 (philologisch-historische Fakultät). Si pubblica l’edizione critica commentata
del maggiore lavoro in volgare del riformatore domenicano
Giovanni Nider, realizzato durante gli anni del priorato a Norimberga. Die vierundzwanzig goldenen Harfen è una libera
rielaborazione delle Conlationes di Cassiano e si configura
come uno scenario apocalittico in cui i discepoli Cassiano e
Germano dialogano con gli antichi Padri della chiesa su alcuni
temi fondamentali del pensiero cristiano. Questi, individuati da
24 arpe che i vegliardi tengono in mano, sono ad esempio il libero arbitrio e la grazia divina, la penitenza e la confessione, le
preghiere e il demonio. Nider, teologo morale e asceta, intende
rispondere con questo scritto catechetico alle esigenze spirituali del suo tempo fornendo quasi un prontuario di etica. Il volume comprende alcuni capitoli introduttivi dove l’A. ripercorre
la vita di Giovanni Nider, delinea lo stato degli studi relativi a
questo autore e ai suoi lavori e rende conto della storia testuale
dell’opera oggetto dell’edizione. Die vierundzwanzig goldenen Harfen presenta infatti una tradizione fondamentalmente
doppia e tuttavia complessa, poiché non solo veniva copiata
per intero o per excerpta, ma si divide anche fra interpretazione
monastica e ricezione laicale. L’opera vanta anche una traduzione latina, realizzata presumibilmente dallo stesso Nider nel
1483 e trasmessa dal codex unicus München, BSB, clm 5605:
di essa si trascrivono il prologo e l’epilogo (quest’ultimo è in distici elegiaci). Prima di fornire l’edizione commentata dell’opera in volgare, l’A. discute della genesi del testo, dell’oscurità di
cui era ammantato il suo autore (l’opera circolava per lo più in
forma anonima), dei destinatari dello scritto che fa ricorso a numerose auctoritates patristiche, quindi della struttura e dello stile dell’opera. Il lavoro comprende anche un glossario dei termini in antico tedesco. (M.Cer.)
[2499
Manuale confessorum v. nn. 12386, 12387
Praeceptorium divinae legis v. n. 12385
Tractatus de contractibus mercatorum v. n. 12387
Tractatus de lepra morali v. nn. 11445, 12387
Iohannes Mulberg de Basilea
Iohannes Oecolampadius
In Isaiam prophetam v. n. 12353
Iohannes de Muris v. n. 4586
Iohannes de Opreno
Sermones de tempore, de festivitatibus, de beata Virgine, de mortuis v. n. 5762
Tractatus contra statum beginarum v. n. 12386
Ad correctionem calendarii [a. 1343] (?) v. n. 3160
Auctores kalendarii v. n. 3160
Correctio tabularum Alfonsi [a. 1321] v. nn. 3160, 4518
Epistola ad dominum papam Clementem VI super reformatione antiqui Kalendarii [una cum Firmino de Bellavalle] v. n. 3160
Musica speculativa secundum Boetium v. n. 4635
Notitia artis musicae v. nn. 4582, 4635
Patefit v. n. 3160
Iohannes Murmellius
Epigrammatum liber. Juliette A. Groenland Epigrams
Teaching Humanist Lessons: The Pointed Poems and Poetics of
the Latin School Teacher Joannes Murmellius (c. 1480-1517) in
The Neo-Latin Epigram [cfr. Miscellanee] 255-74.
[2498
Pappa puerorum v. n. 2480
Iohannes Ordinis Sancta Trinitatis fundator v. Iohannes
de Matha
Iohannes de Oxenedes
Chronica Hulmensis (?) v. n. 3031
Iohannes Pagus
* Scriptum super librum Porphirii. Alfonso Maierù Individuum vagum. L’influenza di Avicenna in un commento a Porfirio della prima metà del secolo XIII in Mots médiévaux [cfr.
Studi in onore: R. Imbach] 353-64. L’A. esamina l’impiego della nozione di individuum vagum nel commento di Giovanni
Pago all’Isagoge di Porfirio scritto circa nel 1235 e tramandato
dai mss. Padova, BU, 1589 ff. 3-22v e Vat. lat. 5988 ff. 63-81v.
Prendendo come punto di partenza la tematica legata al «singolare vago» presente nella Physica di Avicenna, l’A. commenta
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28/09/2012 - Edizioni di Storia e Letteratura