TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo - Anno XV - N. 4 APRILE 2004 - P.I. Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 comma 20/B - Legge 662/96 D.C.I. Sicilia Prov. CT
Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814-7153840 - e-mail [email protected]
ADRANO
EURISPES
In Sicilia +103,7% stranieri in 10 anni
Meta di un continuo flusso migratorio
che porta a ondate sulle sue coste vecchie
carrette del mare cariche di centinaia di persone, la Sicilia ha visto crescere del 103,7%
in dieci anni, dal 1991 al 2001, il numero dei
residenti stranieri, in maggioranza nordafricani.
E’ uno dei dati contenuti nel primo Rapporto Sicilia presentato dall’Eurispes. L’Isola è l’ottava regione italiana per numero di
soggiornanti stranieri: 47.904 al 31 dicembre 2001 (incidenza dello 0,9% sulla popolazione). La provincia che ne ospita di più è
Palermo (3.958), seguita da Catania (2.347)
e Trapani (1.809).
Le cifre si riferiscono a quelli in regola
con i documenti di permanenza in Italia. Per
provenienza, al primo posto sono i tunisini
che costituiscono il 78,6% del totale e vivono in prevalenza nelle province di Trapani,
Palermo e Ragusa, dove la loro densità è
tale che rappresentano il 40% del totale di
tutti gli extracomunitari presenti nell’Isola. Al
secondo posto i marocchini seguiti da mau-
La posizione dei Socialisti Democratici
Il trasformismo
all’origine
della crisi
dei partiti
Al Direttore di “Universo Sicilia” e Presidente dell’Associazione Politica SDF
(Socialisti Democratici Federalisti) è stato chiesto un
parere a proposito del trasformismo dei politici eletti nei
consigli comunali, provinciali
e regionali, i quali saltano da
un partito all’altro superando ogni forma di pudore e di
decenza.
Castiglione si è così
espresso: “in un ambiente
intriso di piccoli miserabili
interessi di natura personale,
segnato fra l’altro, dal decadimento politico ed ideologico,
in questa situazione alcuni
faccendieri, di professionisti
del trasformismo, di commercianti della politica, si vanno
impadronendo del potere
attraverso il saccheggio delle
istituzioni, distruggendo ogni
residua speranza di fare progredire questa realtà sociale
segnata dal sottosviluppo
economico e culturale.
Esperti, consulenti ed
incaricati, pagati a fior di
milioni di euro, sono selezio-
Vincenzo Castiglione,
Presidente dei SDF.
nati dai capi delle amministrazioni comunali, provinciali e
regionali, per essere posti al
servizio dell’interesse esclusivo di chi governa.
Senza una condanna
esplicita dei partiti e dei candidati su tali metodi di governo
nessun voto riceveranno dai
Socialisti Democratici nelle
prossime elezioni europee”.
Vincenzo Castiglione
riziani, srilankesi e filippini.
Per gli immigrati, l’agricoltura rappresenta il principale mercato di sbocco: a Ragusa
il 75,9% di tutti gli stranieri che lavorano nella provincia sono addetti a questo settore.
Ma un’occupazione può essere offerta
anche dai servizi (a Messina, ad esempio,
un terzo degli extracomunitari assunti operano in questo campo), dall’edilizia dove il dato
medio è del 12,5% degli occupati, con una
punta del 25% a Messina, o dal commercio
dove spicca per addetti stranieri il dato di
Catania che a fronte di una media regionale
dell’8,3%, si attesta al 20,3%.
Dunque, sostiene l’Eurispes, “piuttosto
che strategie di prevenzione di eventuali
fenomeni di destabilizzazione, occorre pensare alla realizzazione di servizi reali non
solo per quanti sbarcano clandestinamente,
ma anche per coloro che arrivano in Sicilia
in maniera regolare, in conseguenza di un
ricongiungimento familiare o perché assunti
in modo regolare”.
Taità
Redditi parlamento
I tecnici
più ricchi
dei politici
I più ricchi sono i “tecnici”.
I politici, nel governo, occupano
solo le posizioni di rincalzo nella
classifica dei redditi più alti che
si evince dai dati resi noti dalla
Camera e dal Senato. Il primo,
non è una novità, resta Silvio
Berlusconi con oltre 12 milioni di euro. Al secondo posto, il
ministro per l’innovazione tecnologica Lucio Stanca (512.083),
a seguire il ministro per le
infrastrutture Pietro Lunardi
(433.876). Anche il quarto è un
tecnico: Luigi Mazzella, ministro per la Funzione Pubblica,
che guadagna 372.296. Primo
tra i politici, Antonio Marzano
(Attività Produttive) con un reddito annuo di 319.921. Ultimo
tra i tecnici, il ministro per la
Salute, Girolamo Sirchia, settimo con 281.228, scavalcato
anche dal ministro per gli Italiani all’estero Mirko Tremaglia,
seppur di poco, con 281.961.
Spicca la posizione di Giulio
Tremonti (Economia) staccato al
dodicesimo posto con 177.883.
La Loggia (248.138), Martino
(224.570), Frattini (213.012),
Castelli (182.144), Prestigiacomo (178.972), Buttiglione
(176.009), Urso (175.827),
Giovanardi (170.859), Micci-
L’On. Silvio Berlusconi
chè (170.498), Letta (170.016),
Alemanno (169.841), Gasparri
(169.373), Maroni (169.384),
Bossi (169.276).
Elisant
Quale opposizione
al sindaco
Ma in questo Comune
è possibile criticare senza
rischiare di essere considerati nemici personali? Esiste in
questo Comune una sola possibilità di confronto fra le parti
politiche, fra chi governa e chi
non è d’accordo con il modo di
governare del primo cittadino?
Nelle grandi democrazie
accade che la maggioranza
governa e l’opposizione critica;
il fatto curioso è dato dall’anomalia che in Italia e in particolare in Adrano, chi governa
critica l’opposizione in quanto
critica il governo fino al punto
di sentirsi offeso per le critiche
che riceve.
In buona sostanza ci troviamo di fronte al paradosso che
non si capisce più che sia l’aggressore e chi l’aggredito.
Gli Amministratori comunali non perdono occasione per
criticare chi li critica, quasi a
volere vantare il diritto di essere intoccabile. Su questo terreno Berlusconi insegna, quando
non è più in grado di controbattere, finisce col dire d’essere
stato frainteso.
L’opposizione, dice il Sindaco, fa soltanto chiacchiere,
non ha proposte, è senza un
programma, insomma è una
opposizione che parla solo
male di chi governa.
A dire il vero anche i partiti senza consigliere, che sulla
Ciampi:
rilanciare
un’Europa
capace di
accrescere
ricerca
“Occorre valorizzare la strategia delineata nel vertice di
Lisbona per rilanciare un’Europa
capace di accrescere la ricerca,
gli investimenti, la formazione,
l’innovazione e la competitività”. E’ il passaggio principale del
messaggio inviato dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi al Dott. Marcantonio
Muzi Falcone, Presidente della
Federazione Relazioni Pubbliche Italia, in occasione del 50°
anniversario del Premio Oscar
di Bilancio.
“Il cinquantesimo anniversario del Premio Oscar di Bilancio - scrive Ciampi - sottolinea
carta si dicono contro l’Amministrazione, spesso finiscono
per criticare i gruppi consiliari
dell’opposizione, prescindendo dal dovere democratico di
far sentire nell’opinione pubblica una proposta politica alternativa.
Eppure le cose stanno
molto diversamente di come ci
vengono propinate dai monologhi televisivi dell’On. Sindaco. Il
fatto stesso che l’opposizione
non appare in tutto il suo vigore
è dato dalla constatazione che
l’Amministrazione, la maggioranza consiliare che sostiene Mancuso con i partiti della
C.d.L. non hanno in questi anni
proposto nulla di concreto e di
programmaticamente realizzato. E’ possibile fare opposizione
al nulla?
Per la gioia di chi ci amministra bisogna riconoscere che
ad Adrano mancano i partiti, i
quali hanno dimostrato di non
avere alcunchè da dire sui
governi che hanno devastato
la realtà sociale, economica e
politica della città.Continuando
su questa strada nessuna prospettiva si apre in direzione del
cambiamento politico, neppure
sul terreno di una aggregazione capace di proporre uomini e
cose adeguati alla gravità della
situazione della città e dei suoi
cittadini.
Vincenzo Castiglione
Il Presidente della Repubblica,
Azeglio Ciampi.
l’impegno costante della Federazione Relazioni Pubbliche
Italiane nel promuovere la cultura finanziaria ed economica
d’impresa. In questo quadro il
vostro prestigioso riconoscimento promuove l’informativa
societaria, un metodo capace di
coniugare una gestione consapevole dei sistemi di relazione
con una comunicazione trasparente, completa ed efficace della
rendicontazione”. “Con questa
consapevolezza rivolgo a Lei,
Presidente, ai vincitori e a tutti
i presenti un cordiale augurio di
buon lavoro”.
■
UNIVERSO SICILIA
APRILE 2004
MATTOMONDO
DIAMOGLI UNA BUONA SPALMATA...
ANZI NO
Si spalma, come si sa, il burro o la marmellata sul pane, il
colore sulle pareti, l’olio sugli arrosti, in tante altre belle o interessanti spalmature. Ora abbiamo scoperto che si possono spalmare i debiti per esempio quelli delle società sportive, dei celebrati
clab che ingaggiano giocatori da tutto il mondo al suon di miliardi
e altri ancora ne fanno piovere sugli emonumenti che spesso corrispondono, quelli di un mese, agli introiti di un comune mortale
per tutta la vita. Ora si è scoperto che diverse di queste società
hanno aperti pesanti conti con il fisco e con gli enti previdenziali. Tutti allora a caccia di rimedi e il primo a cui si è pensato
è quello di una bella spalmatura che vuol dire, consentire che i
debiti vengono rateizzati e diluiti in tempi lunghissimi. S’è parlato
a proposito di un decreto legge ma poi alla fine, o per ora, non
se n’è fatto niente perché s’è vista l’indecenza di simili interventi
quando non si fa niente in casi altrimenti seri e drammatici. Allora
spalmiamoci le mani con una bella saponata e non pensiamoci
più a queste cose.
DIVENTANO FEMMINE
Questo succederebbe nel nostro mediterraneo dove si verificano strani fenomeni con l’aumento della temperatura: pesci che
spariscono, varietà che prendono altre strade e altre che calano
di numero e registrano curiose trasformazioni come, si legge,
dei pesce spada che prima si moltiplicavano rigogliosi nel nostro
mare e ora si riducono di numero e, cosa inaudita, cambiamo
di sesso come è stato scoperto da alcuni studiosi: 14 su 100
maschi diventano femmine.
Ci sarà una spiegazione, ma questi esperti non ce l’anno fornita e nemmeno ci hanno spiegato se è un fatto positivo o negativo; sicuramente si inserisce in quel vasto repertorio di trasformazione che oggi più rapidamente ci tocca rilevare sulla superficie
delle terre e dei mari che prima sembrava dormissero e che ora
sono in frenetiche metamorfosi. Cambiamenti vertiginosi che in
pochi anni potrebbero cambiare la faccia della terra. Se poi si
sciogliessero, come si teme, le immense distese dei ghiacciai
polari dovremmo temere che sia l’anticipo della fine del mondo.
Per fortuna molti di noi si potranno risparmiare questi spaventi.
NOVITA’ ANCHE NELLE CHIESE
I fedeli sono abituati a vedere quella specie di piccoli camerini che sono i confessionali dove i fedeli vanno a ripulirsi delle
loro impurità confessando al prete i peccati e promettendo di non
ricaderci più. Il prete, nello sgabuzzino sta seduto mentre il penitente è fuori inginocchiato. In confessionale, si capisce d’estate
c’è caldo e d’inverno freddo motivo per cui qualche accolto parroco ha pensato di dotare queste piccole costruzioni lignee di aria
condizionata: così si soffre per i peccati, come giusto, ma non si
aggiunge freddo o caldo eccessivo.
Dove si dice il progresso.
TEMA IN CLESSE DI LAURA ROSSI
IV ELEMENTARE DI CIUCHILANDIA:
“PERCHE’ AMO LA SQUOLA”
Io amo la squola mi piace perché me lo dice la mia maestra
la squola è bella perché ci sono le vacanze quando non abbiamo
alcun pensiero e ce ne andiamo a giocare.
Viva la squola dice la maestra che è buona e con lei non facciamo niente e perciò ci annoiamo.
Quando facciamo schifio la maestra si arrabbia e si mette a
gridare parolacce ma botte non ce ne da.
Se la squola fosse sempre vacanza sarebbe meglio perché
ci divertiamo di più ma non può essere dice la maestra la squola
ci vuole se no resteremo come gli asini che non sanno leggere e
scrivere e sono stupidi.
La squola non è cattiva ma il tempo non passa mai e ci
annoiamo anche la maestra si annoia e si mette a leggere il giornale per vedere che cosa fa il signor Berlusconi che deve essere uno molto importante e lo sentiamo nominare continuamente
dalla radio dalla televisione dai giornali ma non abbiamo capito
che cosa fa.
A noi del signor Berlusconi non ce ne importa niente perché
la cosa che ci piace è divertirci e basta. Viva la squola quando
ce vacanza e viva la maestra quando non si arrabbia e non ci da
botte perché ha paura di mio padre e ci vuole bene a questi figli
di .......(censura), così dice lei lo detto a mia madre e mi ha fatto
sapere che è una brutta parola e .......(censura) ce la maestra e
tutta la sua famiglia.
Questa qui non la deve più dire glielo detto e cantato perché
se no mio padre si incavola e fa un macello. Mi sono stufata con
questo tema finisco e me ne vado a giocare.
Il Pazzariello
Premiati i vincitori
del “IV° Premio
Letterario Giovanile
Sicilia Mondo”
L’Australia
vuole parlare
italiano
In un mondo globalizzato cresce
ovunque l’intersse per le lingue estere. Il fenomeno di curiosità o utilizzo
di un idioma diverso viene stimolato
spesso dalla presenza di comunità
di diverse origine che fanno attività in paese. E’ questo un po’ quello
che è successo in Australia dove gli
italiani, di origine o di prima generazione hanno stimolato l’interesse
degli autoctoni per la nostra lingua.
E’ nata così una nuova sede ed una
nuova offerta didattica per l’Italian
Didactic Centre di Adelaide (Australia). Che ha dato il via ai nuovi corsi
di primo livello di lingua italiana. Le
lezioni si svolgeranno a scadenza
settimanale, probabilmente di mercoledì, nella sede dell’Istituto stesso. Ed hanno già registrato diverse
iscrizioni. Soprattutto di giovani. Del
resto il Centro Didattico, fondato
nel 1980, si è sempre distinto per
la professionalità con cui ha svolto
i propri compiti culturali. Diventando
nel tempo sinonimo di affidabilità e
competenza. Al momento sono attivi
corsi di italiano per più livelli: principianti, intermedi ed avanzati. Ma
anche corsi di aggiornamento per
l’insegnamento dell’italiano, corsi
di cultura italiana; anche in forma di
lezioni private. E ancore lezioni di
computer e lezioni di lavoro. Il tutto
con la possibilità di accedere ad un
centro multimediale.
A.T.
Casini
condanna
le guerre di
religione
In occasione della
sua visita in Marocco
per incontrare i vertici
del paese, il presidente
della Camera Pier Ferdinando Casini ha citato le parole del Papa
ribadendo che: “Nessuna guerra può essere
mossa in nome di una
religione”. Nel suo intervento Casini ha ricordato
che: “Durante il semestre
della presidenza italiana
dell’Unione Europea si
è lanciata l’Assemblea
Euromediterranea,
un
forum permanente di
dialogo - ed ha sottolineato che - i paesi che
si affacciano su questo
mare, come il Marocco e
l’Italia, un paese islamico
ed uno cattolico, devono
essere in prima fila nel
dialogo interreligioso”. Il
presidente della Camera
ha inoltre confermato l’
importanza della collaborazione tra il Marocco
e l’Europa: “Paesi come
questo - ha dichiarato
- sono infatti bastioni
come la deriva islamica
estremistica, contro il
fanatismo musulmano”.
M. Consolo
Troppi bambini
muoiono per le
strade italiane
In Italia ogni anno 7.500 persone perdono la vita per incidenti
stradali: oltre 20 mila sopravvivono ma con gravi danni e invalidità
e con un costo pari a 15 miliardi
di euro spesi. In più di 30 anni,
dal 1969 al 2000, hanno perso
la vita 19 mila bambini, 55 mila
sono rimasti invalidi, oltre 350
mila i ricoverati e circa 1.500.000
al pronto soccorso. I dati sono
dell’Istituto Superiore di Sanità,
presentanti da Franco Taggi,
direttore del reparto ambiente
e traumi durante la presentazione del quadro europeo sugli
incidenti stradali, in occasione
della Giornata mondiale della
sicurezza stradale. In pratica
ogni anno 170 bambini muoiono
a causa di incidenti stradali ma,
per fortuna, il trend è in diminuzione e mentre nel 2969 su 100
mila bambini morti 8 erano causati da incidenti stradali, oggi se
ne contano 2 con una riduzione
del 74,7%. Secondo una ricerca
su 25 mila ragazzi delle scuole
superiori per conto dell’ISS, il
18% dei giovani ritiene che l’assunzione di cannabis (spinello) è ininfluente sulla sicurezza
Carlo Santagati di Dornstetten
e Jennifer Sanfilippo di Caracas,
vincitori ex-aequo del “IV° Premio
Letterario Giovanile Sicilia Mondo”
sul tema “La sicilianità: un valore da
coltivare tra i giovani della tua generazione. Quali le tue motivazioni?”,
hanno ricevuto la targa-ricordo dal
Presidente di “Sicilia Mondo” Mimmo Azzia e dal Coordinatore giovanile Francesco Geremia.
stradale, il 9% ritiene ininfluenti
anche gli psicofarmaci, il 7%
giudica ininfluente anche l’assunzione di cocaina per quanto
riguarda la sicurezza stradale, il
6% anche l’assunzione di pasticche di ecstasy e il 4% di LSD.
«Occorre fare scacco matto in
cinque mosse - ha detto Taggi - massimizzando dovunque
l’uso dei dispositivi di sicurezza,
tolleranza zero verso la guida in
stato di ebbrezza alcolica e sotto l’influenza di sostanze psicotrope, l’eccesso di velocità e la
velocità pericolosa, il mancato
rispetto della distanza di sicurezza e l’uso di cellulari durante
la guida. Inoltre occorre migliorare il sistema emergenza-urgenza e aumentare concretamente
la percezione del rischio di incidente stradale tra gli utenti», ha
concluso l’esperto dell’ISS ricordando che occorre mantenere
sotto i limiti la velocità definita
e soprattutto fare attenzione a
quella pericolosa. «Se il limite è
40 km orari davanti alle scuole,
può essere però pericoloso per i
bambini che escono».
T. Bene
Alla solenne cerimonia erano presenti i genitori dei premiati,
numerosi amici ed una delegazione di siciliani provenienti dal Sud
Africa e dalla Grecia, presenti a
Catania per una iniziativa di Turismo Sociale che hanno festeggiato
i vincitori del premio.
Carlo Santagati e Jennifer Sanfilippo hanno ringraziato con brevi
parole illustrative sugli elaborati
2
COME CAMBIANO I TEMPI
CON LA DESTRA
QUALCHE ARANCINO
CI SCAPPA!!!
CON LA SINISTRA
AL COMUNE SI FACEVA
LA FAME!!!
Sciuscià e Giuggiolone.
Eurispes: otto
ragazzi su dieci
sono credenti
La stragrande maggioranza
dei ragazzi italiani è credente.
In particolare i bambini lo sono
per l’81,9%, gli adolescenti per
il 73,2%. Tra i piccoli appena il
5,1% afferma di essere ateo,
mentre un bambino su dieci
non ha ancora un’idea precisa
al riguardo. Tra gli adolescenti
invece, poco più di un ragazzo
su dieci afferma di non credere
in Dio, mentre il 15,6% non sa
rispondere. E’ quanto emerge da
un recente sondaggio EurispesTelefono Azzurro, contenuto
nel Quarto Rapporto Nazionale
sulla condizione dell’Infanzia e
dell’adolescenza, condotto su
un campione di ragazzi appartenenti alle fasce di età compresa
tra 7-11 anni, e 12-19 anni. La
rilevazione sul campo ha riguardato circa 84 scuole italiane di
ogni ordine e grado, e ha interessato 5.076
bambini e 5.710
adolescenti.
prescelti dalla commissione aggiuLa distribudicataria.
zione dei dati
I presenti hanno poi usufruito
rileva una magdella ospitalità di “Sicilia Mondo”
giore presenper i 7 giorni previsti dal bando ed
za di credenti
hanno potuto visitare Catania, Militra le bambine:
tello Val Catania, Acireale, Le Gole
l’84,7%
condell’Alcantara, Siracusa, Piazza
tro l’81,2% dei
Armerina, Agrigento, Palermo,
bambini.
Tra
Taormina e visita sull’Etna.
questi ultimi è
D.A.
maggiormente
diffusa la percentuale di coloro
che affermano di non essere
credenti (il 6,4% contro il 3,7%
delle intervistate) e gli “indecisi”.
La percentuale di bambini
credenti, molto elevata in tutte
le aree geografiche, assume
un valore variabile dall’80,6%
(Nord-Est) all’84,4% (Centro).
Sopra la media anche la quota di bambini che affermano di
essere credenti nel Nord-Ovest
(83,3%). Le Isole si collocano
in posizione mediana (i bambini
credenti costituiscono l’81,5%
del complesso), seguite dal Sud
(80,8%). Le regioni del Nord-Est
e del Sud si distinguono anche
per una maggiore presenza di
“indecisi” rispetto al sentimento
religioso, pari rispettivamente al
10,8% e al 10,9%, contro una
media nazionale del 9,9%.
Anche la pratica religiosa
risulta essere molto diffusa. La
frequenza in chiesa o in altri
luoghi di culto interessa infatti poco meno di nove bambini
su dieci. Nello specifico, il 46%
degli intervistati si reca in chiesa
con cadenza settimanale; una
percentuale lievemente minore,
il 43,3%, lo fa qualche volta. Nel
complesso, la mancata frequenza ai luoghi di culto interessa
una piccola minoranza di bambini: il 7,6% del campione.
M.C.
3
APRILE 2004
UNIVERSO SICILIA
Adrano:
questa
terra è la
mia terra
Con questo titolo di una bellissima canzone popolare dell’americano Guthrie Woody si apre la collaborazione del Professore Pietro Scalisi studioso e profondo conoscitore della realtà Adranita, della storia, dell’arte,
del costume, di tutti gli aspetti della complessa realtà della nostra città dalla storia millenaria.
Ad Adrano il Prof. Scalisi ha dedicato tra l’altro, tre libri preziosi sulle vicende storiche, sull’arte, sul paesaggio urbano ed extraurbano con affascinanti descrizioni di itinerari cittadini e campestri alla scoperta di una
realtà sconosciuta a molti e che ha radici in tempi lontanissimi. Opere di grande pregio questi del Prof. Scalisi
scritte benissimo, con linguaggio chiaro e comprensibile, avvincenti, che rivelano un mondo in cui siamo
immersi e che guardiamo distrattamente. Il Prof. Scalisi rievocherà uomini e cose della nostra storia locale,
storie e leggende, attualità e passato, lontano e vicino per farci meglio conoscere la nostra terra, l’opera degli
uomini e della natura, il bene e il male, problemi annosi e attuali.
Il Prof. Scalisi sarà lieto di rispondere a quesiti e domande dei lettori, su uomini e cose della storia di
Adrano.
Pasqualino Sangiorgio
IL TERRITORIO DI ADRANO
Prima di tutto desidero ringraziare vivamente
il direttore responsabile di
“Universo Sicilia”, per l’invito rivoltomi ad occuparmi
di questa nuova rubrica dal
bel titolo “Adrano: questa
terra è la mia terra”; titolo
efficacemente proposto dal
prof. Pasqualino Sangiorgio
che di questo periodico è da
molti anni autorevole direttore culturale.
Desidero inoltre inaugurare la presente rubrica
con un articolo di carattere
generale, in qualche modo
(come vedremo in seguito),
sono
straordinariamente
significative, con una valenza che spesso travalica l’ambito locale.
Tralasciando il Paleolitico
finale e il Mesolitico, epoche
in cui in quest’area geografica la presenza dell’uomo
sembra essere stata sporadica, da almeno 70 secoli
(dal Neolitico ad oggi) tutte
le civiltà che sono transitate
per la Sicilia, o che in questa
regione si nono stabilmente
insediate o comunque sviluppate, hanno interessa-
Adrano: le gole del Simeto nei pressi del Ponte dei Saraceni.
introduttivo, sulle caratteristiche
geografico-fisiche
del territorio di Adrano per
poi passare, di volta in volta,
alla trattazione di specifici
argomenti storico-artisticoambientali che ovviamente
riguardino Adrano. Perché,
com’è facilmente immaginabile, ogni vicenda storica,
artistica, ambientale, umana, sociale e politica, anche
la più minuscola e remota,
sarebbe improponibile senza quel supporto fisico ben
definito, che chiamiamo territorio, da cui i valori naturalistico-ambientali e le vicende
culturali traggono sostanza,
significato, concretezza.
Il territorio di Adrano,
in relazione al numero dei
suoi abitanti (e ancor più se
nel conto mettiamo i tanti
emigrati sparsi ovunque nel
mondo, che nonostante tutto
continuano a mantenere un
rapporto non solo affettivo
con questa terra d’origine)
è estremamente esiguo:
82,5 Kmq con una densità
che è di circa 500 abitanti
per Kmq; quando la densità
media nazionale e regionale
si aggira intorno ai 200 abitanti per Kmq.
Ma se il territorio di Adrano nel suo insieme risulta
esiguo, esigue non sono
le sue bellezze naturali e
ambientali e le sue vicende
storiche e culturali che, anzi
to il territorio di
Adrano. Tutto ciò
è inequivocabilmente attestato
dalle diverse aree
archeologiche
(della preistoria,
della protostoria
e della storia antica) che insistono
nel nostro territorio; dalle innumerevoli testimonianze materiali,
anche monumentali, e dagli innumerevoli reperti
archeologici che
si conservano nel
museo locale del
Castello Normanno e in altri musei
nazionali e internazionali, nonché
da numerose pubblicazioni storiche
e letterarie e da
una montagna di
documenti rintracciabili negli archivi
storici di Palermo,
catania, Adrano e
altri comuni.
Ma tornando
alle caratteristiche geografiche
del territorio di
Adrano, desidero
sottolineare
brevemente che
esso
territorio
ricade interamen-
te nel perimetro della regione etnea (cioè del più grande vulcano d’Europa) di cui
occupa una parte del settore
sud occidentale, estendendosi dal fiume Simeto (il più
grande fiume della Sicilia)
all’apice del cratere centrale,
con un dislivello di oltre 3000
metri in soli 20 chilometri di
lunghezza e una doppia
inclinazione, da est a ovest e
da nord a sud, che ne favorisce in maniera unica l’esposizione ai raggi del sole.
La straordinaria divaricazione altitudinale tra il punto
più basso sul Simeto (150
metri di quota) e il punto più
alto fissato sull’apice del cratere centrale dell’Etna, a circa 3340 metri sul livello del
mare, realizza una diversità
pedologica,
vegetazionale, geologica e morfologica
non comune che può essere
riassunta nelle seguenti tre
fasce altimetriche:
- fascia basale (fino a circa
600 metri di quota), la più
antropizzata e perciò stesso la più esposta ai rischi
di degrado, che comprende, il centro urbano storico
e contemporaneo e le brevi ma fertilissime pianure
alluvionali del Simeto e del
Salso e quelle dell’altipiano lavico detto il “Terrazzo
di Adrano”, dove, grazie
anche alla presenza di
numerose sorgenti naturali, da sempre sono in
atto coltivazioni intensive
e specialistiche, con risultati eccezionali sul piano
della qualità dei prodotti e
del reddito economico;
- fascia media (fino a circa
1000 metri di quota), ricca
di terreni lavici di antichissima formazione con coltivazioni miste che vanno
dal pistacchio al mandorlo, dall’ulivo alla vite e a
tante altre varietà di alberi
da frutto;
- fascia montana, che oggi
coincide con le zone di
maggiore protezione del
Parco dell’Etna, dove
ampie aree di particolare
importanza
naturalistica ancora integre (come
l’area di Prato Fiorito e
quella della pineta comunale) si mescolano ad
una miriade e mirabile
presenza di conetti vulcanici secondari antichi e
recenti che danno luogo a
prospettive panoramiche
di straordinario fascino e
bellezza.
Questo è in sintesi il territorio di Adrano, la mia terra, un concentrato di valori
spesso unici in bilico tra il
disfacimento e la tutela. Mi
auguro che prevalga questo
L’ANGOLO DELLA POESIA
A CONCA
Non parru di li tempi troppu antichi,
ma di li tempi ca eru carusu,
la vita si passava tra lammichi,
e lu poviru sempri bisugnusu.
Lu pani, era picca e ‘ddi muddichi,
iù li ‘ccampava era chiddu l’usu,
mangiari pocu e vecchi vistimenti,
vita di puvirtà ‘ccù fami e stenti.
Eppuru tanti erumu cuntenti,
atturniati passamu la sirata,
‘ccù Patri, Matri, suruzzi e parenti,
e ‘nta lu menzu la conca ‘ddumata.
‘Ccù tanta nicissità, uri e mumenti,
assemi ni scurava la nuttata,
‘nta seggi vecchi e tavuli assittati,
mangiamu nuciddi e favi caliati.
Alivi cuciuti, menzi ‘incinnirati,
ficurinia sicca a passuluni,
nuci, mustarda e mennuli ‘nfurnati,
e lu vinuzzu ‘nta lu buttigghiuni.
Tra puvureddi chisti ‘mpruvvisati,
erunu spissu ‘ppi tanti ragiuni,
stati, autunnu, mmernu, e primavera,
passamu la vita ccù gioia sincera.
Pietro Scalisi
secondo orientamento. E
non per ragioni sentimentali, ma morali e insieme politici, quando per politica si
intende il perseguimento del
bene comune: che promuove lo sviluppo economico e
sociale senza stravolgere il
territorio; che eleva lo spirito pubblico e la cultura dei
cittadini mettendo al primo
posto la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale.
Perché nulla è peggio della
perdita della memoria storica e della identità collettiva e
personale.
Pietro Scalisi
Ora li tempi di ‘natra manera,
canciunu tuttu, strammau la natura,
finiu l’affettu e l’amiciazia vera,
li genti sparpagghiati quannu scura.
‘nà vota s’addumava ‘nà lumera,
e bineva ‘nsemi na famigghia pura,
ma ora ‘ccù sti cosi a nuvitati,
ginituri suli e figghi strati strati.
Oggi parraiu di tempi passati,
e macari di l’epuca prisenti,
siddu l’antichi erumu arritrati,
vuatri picciotti ‘npocu strafuttenti.
Vecchi tignusi e giuvini rasati,
mittemu ‘nsemi li nostri sintimenti,
parramu cuntenti e senza rancuri,
lassamu l’odiu e truvamu l’amuri.
Si non vuliti, ‘ppì natri du uri,
vi l’assicuru mi mettu a pinzari,
mi fazzu ‘ncuttu comu ‘mpuncituri,
e vi custringiu ‘npocu a ragiunari.
La prima cosa ‘ppì li ginituri,
onuri e rispettu duviti purtari,
è l’urtima parola e mi staiu mutu,
‘zzoccu faciti, ‘llaviti rinnutu.
Alfio Sciacca
Fra poesia e cornamusa
Alfio Sciacca arricchisce la panoramica
dialettale lirica di Adrano
Una innata, ricca e umana “Vena poetica” accomuna i fratelli Sciacca: Luigi (docente di Educazione Artistica e bravo pittore), autore fra l’altro di
“Ricordi duci”, “L’omu”, “Amaru di matri”; Angelo,
che compose le lirica “Ad Adrano”;
Alfio, (che personalmente e cordialmente per la
poesia dedicatami e da lui stesso letta nella serata
in cui ho presentato il mio libro “Personaggi illustri”
nell’ex convento S. Domenico), di cui l’archivio storico, artistico e letterario del Castello Normanno
conserva molte poesie e il manoscritto: “Note auto
biografiche”.
Alfio Sciacca è nato in Adrano da Salvatore e
da Angela Scalisi il 20 Agosto 1934; travagliata è
stata le sua fanciullezza economicamente difficile
a causa del conflitto bellico della II Guerra Mondiale, che «Per lo sfollamento ha causato per la intera
famiglia la fame giorno dopo giorno», per cui si è
dedicato «per necessità al lavoro nei campi, assieme al padre e al fratello maggiore» (manoscritto).
«In quegli anni tristi, scrive Sciacca, si viveva
in campagna, trascorrendo la notte all’interno dei
pagliai, illuminati da una piccola lumera: qui mio
padre, per passare un po’ di tempo, suonava la ciaramella».
A proposito della cornamusa (cui ha dedicato
la poesia “La ciaramella” nel 1987) Sciacca scrisse: «Da questa vicenda è nata in me la passione
a questo bellissimo strumento, molto tradizionale,
un po’ quasi in fase di essere trascurato; però io,
dal 1950 ad oggi, suonò ancora con forte attaccamento, con simpatia maggiore, tanto li costruisco
da artigiano, adoperando il coltello, facendo pure
l’accordatore».
Per un grave artrosi, impossibilitato a recarsi in
campagna, s’è dedicato alla «lavorazione artigianale della lavica-pomice, costruendo, a pezzetti più
pezzettini, altarini, chiesette, campanili in miniature, come pure il PONTE DEI SARACENI, che si
trova nel Castello Normanno di Adrano, oggi grande Museo»: ha partecipato a numerose mostre
artigianali nella Villa Comunale, ottenendo targhe
e non pochi riconoscimenti.
A partire dagli Anni Settanta la poesia non lo ha
abbandonato mai (tranne alcuni mesi, a causa delle morte della moglie, avvenuta il 16-XII-2002).
Gli è stata preziosa l’amicizia affettuosa dei due
maggiori poeti dialettali adraniti, dai quali ha appreso molto, rimanendone molto grato artisticamente:
Antonino Bulla e Turi Cariola: al primo ha dedicato
una bella poesia, in occasione delle sue nozze “A
DUI PALUMMEDDI” nel 1987, al secondo la poesia
“MORI L’ARTISTA MA L’OPIRA NO” nell’anniversario della morte ( 15-X-1986).
Per quasi un trentennio è viva la vena poetica
di Sciacca, riconosciuta valida e premiata in tanti
concorsi lirici a Piazza Armerina, a Caltanissetta, a Palagonia, a S.M. di Licodia, a Militello Val di
Catania: da molti anni partecipa al “Centro Culturale Callicari” di Biancavilla, pubblicando poesie in
“Sciuri di Mungibeddu”.
Gran parte delle sue composizioni poetiche,
raccolte in “Liriche in dialetto”, “Nuove liriche in
dialetto”, “Ultime liriche in dialetto”, si conserva nel-
l’archivio storico, artistico e letterario del Castello
Normanno.
Citare tutte le poesie, di mia conoscenza, è
impossibile, però fra le più ricche di caldo sentimento, di sincero entusiasmo e di vivace originalità, gradevoli ai lettori per un musicale ritmo, dovuto
alla rima, mi piace ricordare: Musa patruna, Noi
oggi, Petri e ciuri, A conca, Ppi quarchi cristianu ca
strammau, Terra d’oru, Pizzeddi di petra di lava, La
pipa di Mungibeddu, Prieri di l’annu novu, Tri figghi
d’arti, Vi parru ccu virità, Fu Casteddu ieri e oggi,
Casteddu Nurmannu e Musiu, Cauru forti, Chi è lu
tiatru, Cchi pena ca sentu, Cori e sintimentu, Finisci
l’annu, La mangiata di la cona, Sugnu d’arti, L’omu,
Quasi quasi, Li stissi cosi, Vecchiu emigratu, Ci voli
lu nicissariu, Nan fari a lu cuntrariu, Lu telefunu.
Per apprezzare la bellezza dei versi di Sciacca
è sufficiente leggerli anche una sola volta: essi arrivano al cuore del lettore graditi, carezzevoli, musicali, simili all’acqua dolce di un bel ruscello.
Però per comprendere e apprezzare l’interiorità nobile del suo sentire, è necessaria una attenta
rilettura.Allora ti sembra di vedere un uomo che
abbraccia con calore, umanità ed entusiasmo tutto
ciò che lo circonda e lo agita: il suo paese, la sua
religione, i suoi amici, il suo ambiente e particolarmente il suo prossimo.
C’è tutta la sua vita, che artisticamente e musicalmente rimane per sempre legata all’armonia
incantevole, che scaturisce limpida e carezzevole,
come il suono della sua cornamusa.
Saro Franco
UNIVERSO SICILIA
APRILE 2004
“Sicilia Mondo”: Soddisfazione
per i risultati dei COMITES
“Sicilia Mondo” esprime soddisfazione per i risultati elettorali
che hanno accompagnato il rinnovo dei Comites, caratterizzato dal voto per corrispondenza.
Una conquista che certamente
va mantenuta e perfezionata.
Nonostante le lamentate
insufficienze delle liste elettorali e la incompletezza dei dati
forniti dall’AIRE, ha trionfato il
meccanismo virtuoso della partecipazione, della scelta e, quindi, della democrazia, cioè della
voglia di farsi sentire e di decidere le proprie cose.
“Sicilia Mondo” rivolgendosi
alle Associazioni aderenti prima
della consultazione elettorale,
aveva puntato prioritariamente
sulla partecipazione e quindi sulle scelte dei candidati per i quali
ha raccomandato le qualità per-
sonali, il rapporto rappresentativo e reale con le comunità nelle
società di residenza, la capacità
di portare avanti e far valere le
loro esigenze. Una raccomandazione che è andata oltre gli
schieramenti per privilegiare
programmi e contenuti tenendo presente i poteri, piuttosto
limitati degli attuali COMITES
rispetto al ventaglio dei tantissimi problemi delle nostre comunità in attesa di risoluzione.
Ma è anche vero che questa prova elettorale rappresenta
una esercitazione in vista del
voto politico. In questo senso,
la elezione dei COMITES, il loro
funzionamento, i rapporti tra i
rappresentanti eletti, le comunità e le società di residenza,
rappresentano una palestra
importantissima di formazione,
di crescita e di maturità democratica per l’ingresso nella vita
politica italiana attraverso l’esercizio del voto politico, ricordando che le nostre comunità che
vivono all’estero, tranne i pochi
rientrati in Italia per votare, non
hanno mai partecipato alle elezioni nazionali italiane.
Va dato atto che nel rinnovo
dei COMITES l’associazionismo
di emigrazione ha svolto un ruolo di primissimo piano.
Ancora una volta - ha affermato Azzia, Presidente di “sicilia Mondo” - è stata la vittoria
dell’associazionismo, cioè della
realtà vivente e rappresentativa
delle nostre comunità, un associazionismo che ha scritto la
storia dell’emigrazione italiana,
sempre punto di riferimento e
di partenza, sempre in grado di
adeguarsi ai cambiamenti delle
società e mai punto di arrivo.
Un associazionismo che
in ogni tempo ha tenuto in vita
i legami di italianità e dei suoi
valori e che oggi con la sua presenza diffusa in tutti le parti del
mondo, rappresenta la centrale
promozionale ed operativa della
cultura e della internazionalizzazione di tutte le realtà italiane.
“Sicilia Mondo” si sente gratificata per i risultati che hanno
premiato il suo impegno e ringrazia le Associazioni aderenti, i corrispondenti della rivista
“Sicilia Mondo” e le comunità
siciliane che in occasione dei
COMITES si sono resi artefici e
protagonisti delle proprie scelte
dimostrando maturità e capacità
di decisione.
M.A.
Il cane è il migliore amico dell’uomo
Nell’”Odissea” di Omero,
Ulisse fa ritorno da una lunga
guerra sotto le mura di Troia dopo
tanti anni di infiniti vagabondaggi
ma sempre meravigliosi. Ulisse
torna a casa dopo circa vent’anni, travestito da mendicante, e
trova ancora, già vecchio, il suo
cane e quando lui gli si avvicina
il cane, Argo, dimena la coda e
cerca di alzarsi, ma non ci riesce, e muore nell’atto di riconoscere il padrone.
mano che non ha cibo da offrire e quando se ne vanno tutti gli
altri amici, lui resta. Mark twain
ha detto: “se raccogliete un cane
che sta morendo di fame e lo
rendete prospero, non vi morderà. Questa è la principale differenza tra un cane e un uomo”.
Indipendentemente dal fatto
che il cane sia o meno il migliore
amico dell’uomo, pare certo che
sia il più antico amico animale.
Gli indiani americani avevano
si può addire essendo sempre
un animale.
Indipendentemente da questo ragionamento, il cane agisce
però nei confronti degli uomini
come se fosse pieno di amore e
di affetto per loro, e quella dimostrazione di amare viene presa
come un fatto e, di solito, l’affetto
viene pienamente ricambiato.
L’unico animale che viene
considerato come un “beniamino”, che viene tenuto soltanto
per l’affetto che si nutre nei suoi
confronti è il cane e questo ispira spesso l’amore profondo che
viene lui prodigato. Di recente gli
psicologi hanno scoperto che il
fatto di possedere un animale
prediletto contribuisca enormemente alla salute mentale e alla
stabilità emotiva. Quelli che possiedono un cane e ricambiano il
suo effetto lo sanno già da tempo.
Giuseppe Miraglia
4
Dall’Italia alle
Ande, per studiare
i vulcani
Prevedere eruzioni vulcaniche e sismi attraverso la
misurazione di emissioni acustiche. È questo il compito al
quale è chiamata a rispondere
la nuova stazione di monitoraggio installata dal Cnr sulle
Ande argentine, in cima al vulcano Peteroa. “Grazie a queste
rilevazioni”, spiega Gabriele
Paparo, ricercatore dell’Idac,
Istituto di acustica del Cnr, e
responsabile italiano della stazione, “possiamo prevedere,
prima di quanto ci permettano
i sismografi, l’evolversi di fenomeni che potrebbero dare luogo a eventi catastrofici”. I primi
risultati saranno disponibili
entro la fine del 2004 grazie
all’elaborazione dei dati che
ogni giorno vengono acquisiti e
trasferiti attraverso un telefono
satellitare, che controlla i sensori di emissione acustica in
funzione giorno e notte. L’Italia
esporta così la sua esperienza
nel settore, già sperimentata
con analoghe stazioni collocate per esempio sul Vesuvio, in
Argentina grazie alla collaborazione con il dipartimento di
Onde elastiche del Comitato
nazionale di energia atomica
di Buenos Aires, nell’ambito di
un accordo bilaterale promosso dal ministero degli Esteri
italiano. “Si tratta di un progetto particolarmente importante
perché oltre a rendere possibile la codificazione del vulcano
andino, può darci indicazioni
significative per situazioni tettoniche analoghe”, prosegue
Paparo. Il Peteroa, formatosi solo un milione di anni fa,
infatti, fa parte del Planchon,
un antico sistema vulcanico.
E’ quindi un vulcano “giovane”,
esplosivo, come il Vesuvio, e
molto attivo dal punto di vista
tettonico. Inoltre, la posizione
del Peteroa, localizzato a 32°
di latitudine Sud, proprio in
corrispondenza della faglia di
Juan Fernandez, che forma
una lastra litosferica orizzontale che si incunea sotto alcuni
segmenti delle Ande, fa di questo vulcano un caso di studio
particolarmente interessante.
“Anche perché”, conclude il
ricercatore dell’Idac - Cnr, “i
vulcani del Sud America sono
legati a sostanziali differenze
morfologiche del Pacifico che
agisce in modo diverso alle
varie latitudini”.
Grazie alle misurazioni
delle emissioni acustiche del
Peteroa sarà quindi possibile
scoprire che cosa hanno in
comune vulcani esplosivi di
emisferi diversi, se c’è sincronismo tra loro e soprattutto se
è possibile prevederne l’attività esplosiva.
Scop-Tach
Spaghetti, passione del sud
La lealtà e l’assoluta fedeltà
di un cane sono divenute atti di
fede per la maggior parte delle persone nella nostra cultura
occidentale, tanto che un filosofo ha detto che l’unico amico
assolutamente
disinteressato
che l’uomo può avere in questo
mondo pieno di egoismo, quello
che non lo lascia mai solo, quello
che non si dimostra mai ingrato
e sleale è il suo cane. Bacerà la
pochissimi animali addomesticati, ma tra questi c’era il cane.
Anche gli aborigeni australiani
avevano il “dingo” che era un
cane semi selvaggio. Però bisogna pur dire che se un cucciolo
è allevato dagli uomini, per esso
l’uomo diventa il capo per ciò
che riguarda quel cucciolo e in
seguito quel cane, e la sua fedeltà però è una questione di istinto
più che una virtù morale cui non
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Piazza Barone Guzzardi 6-7 • 95031 Adrano (CT) • Tel./Fax 095 7699150
Il Sud è la prima area di consumo in Italia per consumo di pasta
di semola tradizionale e all’uovo. Lo rivela l’Osservatorio IsmeaNielsen che ha riscontrato una stabilità
di consumi di pasta delle famiglie italiane
relativi allo scorso anno rispetto ai livelli
del 2002.
Secondo l’analisi, gli acquisti domestici
hanno riguardato poco meno di un milione di tonnellate (-0,7 per cento), a fronte
di una spesa di circa 1 miliardo e mezzo
di euro (+1,4 per cento). In particolare, la
pasta di semola ha mostrato una flessione
degli acquisti dello 0,7 per cento in quantità
contro un incremento della spesa dell’1,3
per cento dovuto a un aumento dei prezzi
medi del 2 per cento. All’interno di questa
categoria, è soprattutto la pasta integrale
a registrare una sensibile contrazione degli acquisti (-10 per cento),
mentre per la tipologia normale il calo è limitato a un meno 2,4 per
cento. Per gli altri tipi di pasta, il prodotto secco all’uovo fa registrare
un meno 3,2 per cento delle quantità acquistate, mentre per la pasta
secca ripiena il dato dei consumi non
si discosta molto dai livelli 2002. Bene
la pasta fresca, in crescita del 6 per
cento circa, mentre sia la fresca confezionata, sia gli gnocchi registrano
una battuta d’arresto. Dalla ripartizione geografica dei dati, infine, emerge
un generalizzato calo dei consumi di
pasta di semola al Centro, a fronte di
una sostanziale tenuta sia al Nord che
nel Meridione. Per il prodotto di semola tradizionale e quello all’uovo, il Sud
si conferma prima area di consumo,
mentre nelle regioni nordoccidentali
risulta particolarmente apprezzato il
prodotto fresco, sia ripieno, sia confezionato.
A.T.
Comunicato Stampa
“Conoscere la nostra storia siciliana e
valorizzare le sue realtà” è il tema scelto da
“Sicilia Mondo” per la “Giornata del siciliano
nel mondo” da tenersi possibilmente il 15
maggio p.v. nella ricorrenza della Costituzione dello Statuto della Regione Siciliana.
È questo il contenuto di una circolare
spedita dal Presidente di “Sicilia Mondo” Avv.
Domenica Azzia ai Presidenti delle Associazioni aderenti ed ai suoi corrispondenti:
«La iniziativa della “giornata del siciliano”, ha fatto il giro del mondo dove attualmente vive “un’altra Sicilia” di oltre dieci
milioni di siculi tra quelli in possesso di cittadinanza e passaporto italiano, discendenti
oriundi e naturalizzati.
La giornata è divenuta così un appuntamento annuale per ritrovarsi, stare insieme,
ripercorrere valori, momenti e tradizioni,
rinsaldare amicizie e vincoli nel segno di
una identità siciliana mai dismessa.
Le testimonianze degli anni precedenti ci confermano che la manifestazione ha
assunto sempre più un significato culturale
ed emotivo condiviso dalle comunità siciliane, come occasione che certamente migliora momenti e qualità della vita per chi vive
lontano dalla Sicilia.
Il tema di quest’anno sulla storia e le
realtà della Sicilia sarà certamente motivo
di ulteriore arricchimento per tutti.
Da parte delle Associazioni aderenti, la
manifestazione potrà essere celebrata in
mille modi e nella data ritenuta più favorevole, con il coinvolgimento delle Istituzioni
locali, di quelle italiane e delle altre associazioni regionali.
A Catania la “Giornata del Siciliano nel
mondo” sarà celebrata il 20 maggio p.v.,
alle ore 10.00, presso il salone della sede
sociale di Via Renato Imbriani n° 253, con
una conferenza stampa e la presentazione della rassegna stampa “Sicilia Mondo”
2003.
Pertanto, Ti prego vivamente di volermi
informare sulla data della celebrazione e di
trasmettere, poi, una breve relazione con
foto da pubblicare in “Sicilia Mondo”.
Rilanciare la “Giornata del Siciliano nel
Mondo” significa far conoscere e valorizzare l’immagine della nostra Sicilia. Per questo conto sul Tuo impegno.
In attesa di leggerTi, Ti prego gradire le
più vive cordialità da estendere ai soci della
Associazione».
Il Presidente
(Avv. Domenico Azzia)
5
APRILE 2004
UNIVERSO SICILIA
A RUOTA LIBERA
di Pasqualino Sangiorgio
Buone Feste
(per questa
volta...)
Schegge
di Carmelo Ambra
PANTANI...
A
proposito
di...
Alla morte si addice il silenzio. Specialmente a quella di chi ha sofferto, in solitudine, nella disperazione.
Tutti, sportivi e non, abbiamo pianto un giovane uomo che se n’è andato disgustato da questo mondo, mentre i media da ogni emittente, da ogni giornale, ci spiegavano che la “sensibilità”..., che i “valori”... Come se queste belle cose fossero presenti in ognuno di noi
in egual misura e per ognuno avessero le stesse valenze!
Perché in molti abbiamo
temuto che anche le feste fossero in pericolo, almeno qualcuna,
ma è stato per fortuna un falso
allarme, uno dei tanti che appaiono per tribolare ulteriormente la
nostra vita. E così un’altra grande data del calendario cristiano
è passata e ci avviamo verso
l’estate fiduciosi in quel meglio
che sembra ancora una volta un
lontano miraggio. Quasi senza
accorgercene siamo in clima elettorale e tanti diventano buoni,
non ci sono più avidi lupi ma pavidi agnelli belanti, che invocano
quel voto, che, dicono risolverà i nostri problemi mentre oimè
appare più verosimile che la soluzione riguarderà i loro. Viviamo
in uno stato di precarietà, ci sentiamo minacciati e abbiamo paura
in un mondo che sembra impazzito in preda a furie scatenate.
I cavalli con le mutande
Questa l’abbiamo sentita l’altro giorno inserita nel discorso
oggi attualissimo della raccolta dei rifiuti urbani e della pulizia
delle città. Nel centro storico della città nel magico scenario della Trinità dei Monti, oggetto di interesse di turisti affluiti da ogni
parte del mondo, sostano ancora delle carrozzelle che portano a
spasso i visitatori trascinate non da roboanti motori ma da tranquilli cavalli i quali, bestie eleganti e distinte, come tutte le creature hanno dei bisogni, emettono delle sostanze che lo stomaco
rifiuta e che non sono proprio odorose anche se vengono da
un nobile animale; che cosa hanno pensato per risolvere il problema? Semplicissimo imbracare la gentile creatura, per capirci
mettergli le mutande che così raccolgono le feci, soffocano i cattivi odori e non sporcano le strade. Questa storia delle mutande ai
cavalli ci ha fatto ricordare di quel tale Daniele da Volterra, che è
passato alla storia con il nomignolo di Braghettone, pittore e scultore di non eccelse qualità, allievo di Michelangelo, fu incaricato
dal Papa Paolo IV e coprì con brache le troppo evidenti nudità del
Giudizio Universale nella Cappella Sistina di S. Pietro.
Il Bilancio delle Feste
Passate le feste Pasquali abbiamo tirato le somme e fatta la
facile scoperta che soldi ne erano rimasti pochi e acquisti meno
perché le casse sono vuote, gli aumenti sono all’ordine del giorno
e non consola affatto sentirsi dire che si tratta non di fatti reali, ma
di percezioni, di impressioni, che non dovrebbero perciò impressionarci e che invece hanno un segno sinistro perché sono non
semplici paure ma triste realtà.
DECENZA...
“Decenza vorrebbe che Prodi si dimettesse”, ha detto il Cavaliere qualche tempo fa a “Radio anch’io”.
E’ un uomo incredibile il Cavaliere!
In quanto ad anticomunismo, poi, è un vero mostro. Però, c’è uno dei suoi che questo primato glielo insidia seriamente. La sofferenza
di Bondi al solo sentir parlare di comunismo è così acuta da far temere per le sue coronarie. E’ pur vero che il Maestro delle Libertà fa la
commedia, ma egli no, la sua ossessione sembra autentica. E dire che in passato è stato comunista! Forse avrà subito qualche trauma.
Che ne sappiamo...
Lo Schifani sembra seguire l’esempio, ma non ce la fa; la sua avversione non appare così genuina come vorrebbe far credere. Anche
lui, come il Maestro, pensa che il cavalcare quelle antiche paure possa tornare utile alle loro libertà.
Infine c’è Fede. Che dire di lui?
C’è chi crede e chi non crede. Lui crede.
Che fede, ragazzi!
LADRI...
Il Cavaliere ha detto anche, ma stavolta dalla Grecia (chissà perché, quant’egli si trova all’estero è sempre più baldanzoso), che i
politici di professione sono ladri. In un primo momento non ha fatto distinzioni, ma poiché l’esternazione non è piaciuta neanche ai suoi,
ha poi precisato ( non “rettificato”, che diamine!) che si riferiva solo a quelli dell’opposizione, con particolare riguardo alle sinistre.
Il Bondi ha conosciuto un momento di assoluta felicità.
Gli scienziati sono tutti smemorati
Dagli studi fatti nella mia giovinezza, mi ricordo delle strane
storielline che circolavano circa
la smemoratezza di alcuni scienziati di tanto tempo fa. Poiché si
tratta di avvenimenti abbastanza
divertenti mi sembra sia interessante raccontarli ai nostri lettori, in sommi capi naturalmente
senza dilungarci. Penso che
sarebbe meglio, a mio modesto
parere, essere meno intelligenti (attenzione a non confondere
“l’intelligenza” con la “stupidità”)
e ricordarsi qualcosa in più che
piuttosto l’inverso.
stelle e non riesce a vedere che
cosa ha davanti ai piedi”.
Archimede (287-212 a.C.),
come si sa, scoprì il principio
della spinta dal basso in alto
mentre si trovava ai bagni pubblici, esaltato oltre ogni limite,
dimenticò completamente di
non avere addosso i vestiti e
corse a casa nudo, attraversando le strade della città, gridando: “EUREKA, EUREKA!” (Ho
capito, ho capito). In fin dei conti
questa non può essere stata
una distrazione così terribile da
parte di Archimede in quanto,
anticamente, gli scienziati non si
preoccupavano come noi della
nudità in pubblico. Avvicinandoci al presente, a quanto mi è
dato di ricordare nei miei studi,
anche fuori dalla scuola, VIARL
GAUSS, un matematico tedesco, vissuto dal 1777 al 1855,
durante la malattia di sua moglie,
mentre il dottore si trovava in
camera da letto per curarla, stava elaborando un suo problema
ed era pienamente assorto nella sua soluzione che quando il
dottore uscì per dare a Gauss la
triste notizia che sua moglie stava morendo, egli ancora fermamente fisso nel problema fece
un cenno al dottore e mormorò:
“Si, si, ma ditele di aspettare un
momento finchè non avrò finito”.
Vi sarebbero altri esempi di smemoratezza di scienziati, ma io mi
fermo qui in ossequio alla vera
intelligenza di questi signori che
hanno contribuito ad arricchire
con la soluzione di molti problemi la conoscenza del mondo.
Giuseppe Miraglia
E
“Caravaggio:
l’ultimo tempo”
a Napoli dal 24 ottobre
R
ST
O
M
di Gaetano Piazza Roxas
Platone
PER NOI MOSCHE IL PROBLEMA DELLA SOPRAVVIVENZA
E’ SEMPRE PIU’ ATTUALE.
1. Bizzarramente quella che in un mondo rovesciato aspetta la
felicità della sera.
2. L’inganno e la bugia sono il presente e solo il futuro può svelare la verità.
3. Non pensare che gli altri siano migliori di te, perché l’apparenza nasconde la realtà.
4. La giornata è finita senza incanti o speranze e bisogna
aspettare il silenzio... in silenzio.
5. Nessuno sa cosa sia il domani e ogni previsione è solo speranza.
6. Vivere due volte la stessa vita o vivere due vite diverse? Tutte e due le situazioni sono pura follia
7. Conviene a tutti cancellare le presenze ingombranti. Queste
danno una luce che abbaglia e disturba.
8. Se ti annoi o dormi cerca di non sbadigliare o russare. Resta
in silenzio. Agli altri importa solo questo.
9. Sulle alture del Golan attendiamo invano da trent’anni la
pace. Le armi sono le uniche voci che parlano mentre l’uomo
continua a tacere.
10. Felicità è avere poco e credere che sia molto.
Perché gli scienziati sarebbero degli smemorati nasce dall’idea che essi si debbano concentrare così intensamente su
questioni difficilissime, al punto
di non notare le cose comuni,
quotidiane, che accadono intorno a loro.
Sempre a proposito di scienziati smemorati si narra che
TALETE, che visse nel 624546 a.C., come riferisce PLATONE che scrisse due secoli
dopo, una rotta, mentre studiava attentamente le stelle, non
accorgendosi dove mettesse i
piedi, cadde in un pozzo. Una
donna anziana corse ad aiutarlo
in risposta alle sue grida e, dopo
averlo fatto uscire, disse piena
di disapprovazione: “Ecco un
uomo che vorrebbe studiare le
La mostra “Caravaggio: l’ultimo tempo” sarà inaugurata a
Napoli il 24 ottobre 2004 nel
Museo di Capodimonte. Il 15
aprile, a Roma, il presidente
della Giunta Regionale della
Campania, Antonio Bassolino, il
direttore generale del ministero
per i Beni e le Attività Culturali, Mario Serio, l’assessore alla
Cultura del Comune di Napoli,
Rachele Furfaro e il Soprintendente per il Polo Museale
Napoletano, Nicola Spinosa,
hanno presentato la mostra. A
quasi vent’anni dalla rassegna
su “Caravaggio e il suo tempo”,
ospitata nelle sale del Museo di
Capodimonte nel maggio 1985,
la mostra intende ricostruire il
percorso artistico dell’ultimo
Caravaggio, presentando, per
la prima volta insieme in Italia,
venticinque capolavori dei suoi
ultimi anni di attività, tra i quali
la celebre Flagellazione, per
la cappella de Franchis in San
Domenico Maggiore a Napoli,
oggi al Museo di Capodimonte,
la Crocifissione di Sant’Andrea
del Museum of Art di Cleveland, la Salomè con la testa del
Battista della National Gallery
di Londra e, per la prima volta
a Napoli dopo il recente restauro, la Sant’Orsola conficca il
Tiranno, dipinta per il principe
Marc’Antonio Doria e ora di proprietà di Banca Intesa. Fuggito
da Roma perche’ accusato di
omicidio, Michelangelo Merisi
da Caravaggio arriva a Napoli
nell’autunno 1606. Inizia così
una nuova fase della sua breve
carriera: quattro anni di intenso
lavoro e incessante sperimentazione, passati alla disperata
ricerca di incarichi e commissioni che lo portarono a spostarsi freneticamente fra Malta,
Siracusa, Messina e Palermo
per fare, poi, nuovamente ritorno a Napoli prima di concludere tragicamente la sua vita
sulla spiaggia di Porto Ercole
nell’estate 1610. La mostra,
posta sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica, è
promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano e dalla Regione
Campania-Assessorato ai Beni
Culturali e Assessorato al Turismo, insieme con il Comune di
Napoli e in collaborazione con
Civita. Partecipano la Regione
Sicilia e il Pio Monte della Misericordia. Il sostegno finanziario,
non istituzionale, è assicurato
dalla Compagnia di San Paolo,
che “intende così confermare il
proprio impegno per la valorizzazione artistico-culturale del
Mezzogiorno”.
P.P.
UNIVERSO SICILIA
APRILE 2004
6
Baccini: “dalla moda in Italia
Le Lingue di “Contatto”,
all’Italia nel mondo. Anche nel voto” come funzionano e cosa sono
A margine della presentazione del volume “La moda in Italia.
Il Novecento”, Nove Colonne ha
potuto intervistare Mario Baccini, sottosegretario di Stato agli
Affari Esteri e Presidente della
Commissione per la Promozione
della cultura italiana all’estero.
“Cercheremo di trovare sinergie per produrre idee, insieme”,
ha detto in conferenza stampa.
Insieme al Ministero degli Affari Esteri, oltre le fondazioni e le
associazioni ci saranno anche le
idee delle imprese: di che tipo di
imprese?
Certo, anche delle imprese.
Noi facciamo tutto questo per
promuovere l’impresa italiana.
Tutta la nostra politica estera
vuole promuovere non solo la
cultura, ma anche l’azienda italiana perché poi vogliamo anche,
in qualche modo, riuscire a dare
una mano alle nostre imprese
affinché nel tessile e nell’arte
della moda abbiano gli spazi che
meritano nel mondo. Per fare
questo bisogna creare il “tessuto” di base, ed è proprio quello
che stiamo facendo. Questo è
l’obiettivo, trasformare la simpatia di cui godiamo nel mondo e
trasformarla in affidabilità.
Il marchio italiano, quindi,
oltre che bello deve diventare
anche affidabile. Ma come si fa
con le copie che circolano nel
mondo?
Purtroppo le cose belle
si copiano sempre. Se non ci
copiassero, mi preoccuperei,
perché significherebbe che valiamo poco. Certo, noi tentiamo di
evitarlo, il fenomeno delle copie.
Un agevole libro come “La
moda in Italia” potrebbe essere
letto e consultato dalle imprese
italiane?
Il problema è come diffonderlo, bene, e a chi va, perché
il consumo e i consumatori sono
tanti. Bisognerebbe mandare a
ciascuno, nel mondo, un marchio doc per come si identifica
l’italianità. Credo che si potrebbe
ottenere la massima diffusione
mandando un messaggio globale tramite e i nostri Istituti Italiani
di Cultura, le nostre Ambasciate,
che ci potrà consentire di raggiungere risultati migliori.
La buona tavola
trova spazio tra i
banchi di scuola
Le cattive abitudini alimentari
si combattono a scuola, grazie
ad adeguate campagne d’informazione. A pensarla così è la
Coldiretti, secondo cui un bambino informato oggi è un consumatore consapevole domani.
Per la Coldiretti, “occorre informare i bambini di oggi sui valori
del benessere e della qualità del
vivere legati ad una sana alimentazione e aiutarli cosa a diventare cittadini-consumatori consapevoli di domani”. Nelle giovani
generazioni vanno “recuperati
i principi della tradizione, della
sana alimentazione, della stagio-
nalità dei prodotti e della realtà
territoriale, per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea
e ricostruire il legame che unisce
i prodotti della nostra agricoltura
con i cibi consumati ogni giorno”.
Obiettivo che la Coldiretti, ricorda, sta realizzando con il progetto “Educazione alla Campagna
Amica”, che coinvolge oltre centomila alunni delle scuole elementari e medie, che partecipano ad oltre tremila lezioni e agli
oltre cinquemila laboratori del
gusto organizzati nelle aziende
agricole e in classe.
■
Cambiamo discorso e parliamo di Comites, come ha visto la
tornata elettorale e soprattutto,
come può commentare i risultati
delle elezioni?
Mi sembra che ci sia stata
una grande partecipazione e
nonostante la straordinaria difficoltà per far votare all’estero tante persone, tanti italiani, i nostri
consolati sono stati all’altezza di
questo compito. Devo dare qui
atto a tutti i nostri consoli generali, a tutte le nostre sedi, anche
le più decentrate, che con mezzi
limitati a disposizione sono riusciti a consentire le operazioni
di voto. E non è stata una cosa
semplice. Come prima esperienza ritengo sia stata positiva.
Anche come seconda, in realtà.
Come prima esperienza dal
punto di vista della tenuta sul
voto, un voto che è un prevoto
elettorale, perché la prossima
volta si voterà per le politiche.
Quindi volevamo capire se la
struttura potesse reggere e questo è stato già un primo risultato
positivo.
C.R.
Il primo effetto delle migrazioni nella storia, fenomeno
permanente e ricorrente di ogni
popolo in ogni tempo, è il contatto. Contatto che si crea e coltiva
anche nell’ambito linguistico. E’
appunto per “necessità da contatto” che nasceva ad esempio,
in aree coloniali, il pidgin: lingua
artificiale originata dalla vicinanza tra due culture (quella dominante e quella dominata).
Semplificato a livello fonetico
e sintattico, il pidgin era parlato
da persone che non conoscevano ciascuno la lingua dell’altro.
In base agli studi sull’evoluzione della lingua madre degli
emigrati italiani si scopre che
le prime generazioni riconoscono e usano un maggior numero
di parole, mentre i più giovani
ne riconoscono molte meno, e
spesso solo a livello passivo.
Oltre al fatto che molte parole
in elenco sono cadute in disuso o sono utilizzate raramente.
Per quanto riguarda lo scenario
americano, i prestiti più numerosi che si affermano con l’arrivo
dei primi migranti nella seconda metà dell’800, sono quelli di
carattere culinario. Gli italianismi
più recenti, non solo del settore
gastronomico, sembrano prestiti
importati direttamente dall’Italia
a causa dell’aumento di prestigio del nostro paese e degli
scambi sempre più intensi con
gli Stati Uniti, che portano alcuni
studiosi a parlare di “imborghesimento” dell’italianismo.
Fino a qualche anno fa (ora
la cosa è meno diffusa) in Italia
si assisteva a fenomeni che prevedevano l’utilizzo di un determinato termine per identificare
una determinata etnia : è così
che i senegalesi, pur non essendo tutti commercianti, venivano
chiamati “Vu cumprà”.
E gli italiani emigrati in altri
paesi? Nella Svizzera tedesca
la parola Tschingg veniva usata
per indicare dispregiativamente
i nostri connazionali.
Si tratta della “germanizzazione” fonica della parola “cinque” e ha origine dal gioco della
morra che gli immigrati italiani di
fine Ottocento facevano per le
strade.
D’altra parte il germanese,
tedesco parlato dagli immigrati
italiani in Germania, comprende
ora i termini: “pulia” al posto di
Bauleiter (caporeparto), “tolemaccio” per Dolmetscher (interprete), “baostello” per Baustelle
(cantiere); “imbocciarsi in un
baostello”, infine, significa trovare lavoro in un cantiere.
Tornando agli italiani all’estero, Ritals, era invece l’appellativo degli italiani emigrati in
Francia, che veniva percepito e
usato dagli stessi italiani come
un nome , ironico forse ma certamente diverso dall’offensivo
macaronì. Ma dall’analisi della
parola “Rital”, non è difficile intuire il perché dell’enfasi di quella
“r” iniziale, che diventa maiuscola e che simboleggia l’unico residuo della nuova francesità per
un italiano: la sua impossibilità,
anche dopo molti anni, di pronunciare correttamente il suono
francese della lettera “r”.
P.P.
Vino: quelli che non
dimenticano un bicchiere
di Sicilia
La Sicilia resta nel cuore, e
anche un bicchiere di vino fa tornare alla mente ricordi che non
si cancellano. “Ci sono dentro i
profumi, i sapori e i colori della vostra terra. O meglio, della
“nostra” terra, perché sono legato alla Sicilia e soprattutto ai siciliani. Spero di tornare presto”. E’
il commento del calciatore Stefano Morrone, l’anno scorso nella squadra del Palermo e ora in
seria A con il Chievo Verona, che
ha fatto vista al padiglione della
Sicilia, al Vinitaly di Verona. Il
centrocampista ha fatto “assaggiare” un po’ di Sicilia anche ai
compagni di squadra Simone
Perrotta, centrocampista nel
giro della Nazionale, e Giorgio
Frezzolini, portiere in seconda. “Appena ho saputo che a
pochi passi da casa mia - ha
detto Morrone - potevo gustare
i prodotti siciliani, non ho perso
tempo”. Prima tappa della visita è stato lo stand dell’Azienda
Vinicola Miceli, che si è aggiudicata il Gran Premio Vinitaly
2004, grazie alle medaglie ottenute dall’ Entelechia e dal Tanit.
Ad accogliere i giocatori c’erano
il presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, e l’asses-
Associazione Regionale Sicilgrano - Catania
95124 - CATANIA
Piazza S. Maria di Gesù n. 3
Uffici zonali sono aperti a:
— Maniace
— Bronte
— Grammichele
— Raddusa
— Castel di Iudica
— San Cono
Tutte le sedi di cui sopra sono ubicate
presso le sedi comunali dell’A.I.C.
Per una puntuale assistenza tecnica in grado di garantire uno sviluppo adeguato
alle nuove tecniche di produzione rivolgetevi all’Associazione Regionale Sicilgrano.
sore regionale all’Agricoltura,
Giuseppe Castiglione. Dopo le
strette di mano, un giro per gli
altri stand con Morrone guida
d’eccezione che ha fatto gustare ai suoi compagni ora la pasta
di mandorla, ora i dolcetti al
pistacchio, accompagnati da un
ottimo moscato. “Siamo venuti ad ambientarci e raccogliere
sostenitori - ha scherzato Perrotta - in vista della partita che
disputeremo contro la Roma, in
campo neutro a Palermo”. Nel
padiglione dei ‘’Vini di Sicilia,
Istituto regionale della Vite e del
Vino”, ha fatto tappa, invece, l’
ex campione di ciclismo Francesco Moser. “Voi siciliani siete
fortunati - ha detto Moser, oggi
costruttore di biciclette e produttore di vini - il sole della vostra
terra arricchisce le uve”.
Taità
Sicilia:
buon appetito con
la manna
La manna, di biblica memoria, è sostanzialmente una
miscela di zuccheri estratta in
modo naturale dalla corteccia
del frassino e si presenta sotto
forma di bastoncini croccanti e
untuosi al tatto, di colore giallino
e sapore dolce, che fondono in
bocca. In Sicilia si sta pensando di vendere la manna come
prodotto biologico. Ne ha tutte
le caratteristiche, essendo ricavata in modo naturale dalla corteccia del frassino in una zona
ormai circoscritta delle Madonie, nel palermitano, e soprattutto da anziani che si dedicano
ancora al lavoro di inciderne la
corteccia. Fra i giovani, la manna è quasi sconosciuta, tranne
per chi ha fatto qualche lettura
della Bibbia, secondo la quale
la manna è il nutrimento che
Dio mandò dal cielo agli ebrei
durante i 40 anni trascorsi nel
deserto con Mosè. Nella tradizione biblica è piovuta dall’alto,
ma per legge deve essere ricavata soltanto ‘’da incisione nella
corteccia dell’orniello o del frassino” (l’orniello è una varietà di
frassino), dai quali cola come
succo che poi si rapprende. E’, in
assoluto, il prodotto alimentare
che in Italia è regolato dalla legge più antica, emanata nel 1927
(n. 1773) e mai modificata, forse
anche per rispetto della tradizione biblica, ma sostanzialmente
perché la manna non si mangia
più. La piccola produzione siciliana è destinata in gran parte
alle preparazioni medicinali (è
un leggero lassativo) o per usi di
laboratorio.
Autore
7
APRILE 2004
UNIVERSO SICILIA
Bankitalia: cresce
il reddito familiare,
ma operai e impiegati
stentano
I redditi delle famiglie italiane
sono cresciuti fra il 2000 e il 2002
dell’1,1% al netto dell’inflazione,
toccando quota 27.868 euro.
Ma, a fronte di questa media
nazionale, per operai e impiegati sbarcare il lunario è sempre
più difficile: il loro reddito reale
infatti è passato da 26.477 euro
del 2000 a 27.505 del 2002 che
depurato dell’inflazione si traduce in un calo dell’1,8%. Questo il
quadro dipinto dalla Banca d’Italia nell’ultimo supplemento al
Bollettino statistico su “I bilanci
delle famiglie italiane nel 2002”.
Quanto a ricchezza, in media le
famiglie italiane dispongono di
un patrimonio netto - tra case,
aziende, oggetti di valore, strumenti finanziari, al netto di mutui
e altri debiti - di 103.000 euro, in
crescita del 10,8% rispetto a due
anni prima. Ma la polarizzazione
è anche in questo caso abbastanza marcata: se infatti più di
un quarto delle famiglie (27,6%)
può contare su una ricchezza
sopra i 200.000 euro, quasi 2 (il
19,5%) su 10 “possiede meno di
10.000 euro”. E si amplia il divario tra chi abita nelle regioni settentrionali rispetto ai cittadini del
Mezzogiorno: “mentre nel 1991,
scrive Bankitalia, la ricchezza
mediana delle famiglie del Nord
era superiore di circa il 40% alla
corrispondente ricchezza delle famiglie del Sud, nel 2002 il
dato diventa circa il doppio”.
Anche nell’analisi dei patrimoni
le famiglie di operai mostrano
l’andamento “più negativo: la
loro ricchezza nel 2002 scende
infatti ad un livello di circa il 38%
della mediana generale”. Tornando al reddito familiare netto
annuo, la foto di Bankitalia illustra anche una situazione difficile per i nuclei che dipendono da
un pensionato: in questo caso
le risorse a disposizione, negli
anni considerati, sono rimaste
praticamente inchiodate registrando in termini reali un misero +0,7%. Decisamente meglio
è andata invece la dinamica per
le famiglie dei lavoratori autonomi, il cui reddito è passato dai
36.568 euro del 2000 ai 40.245
del 2002, con un incremento
nominale del 10,1% e, depurato dall’inflazione, del 4,4%, ben
quattro volte sopra la media
nazionale.
A.C.
Grande onoreficenza
per imprenditore italiano in Cina
L’imprenditore italiano Elio
Matacena ha ricevuto la massima onorificenza del governo
cinese nel settore della Cooperazione Scientifica e Tecnologica Internazionale.
La cerimonia si è svolta nella
Grande Sala del Popolo, prospiciente Piazza Tiananmen, presenti le massime Autorità cinesi
del settore della Scienza e della
Tecnologia.
L’onorificenza è stata consegnata all’ottantenne armatore napoletano, presidente della
“La moda in Italia. Il Novecento”. E’ questo il titolo di un
agile libretto tascabile presentato nei giorni scorsi alla Farnesina dall’editore Cristina Palombi,
dal sottosegretario di Stato agli
Affari Esteri e Presidente della
Commissione per la Promozione della cultura italiana all’estero Mario Baccini e dall’autore,
Michele Rak. Promosso dal
Ministero Affari Esteri e suggerito dalla Fototeca di Roma, il
libro si innesta in un quadro più
generale di promozione della
cultura e della lingua italiana nel
mondo - sottolinea Baccini - per
promuovere il made in Italy e
l’italianità, che sono un valore e
non solo un mercato. “E il made
in Italy - ha detto ancora il sottosegretario - non è in difficoltà”.
Proprio Baccini firma la prefazione del volume, in cui sottolinea come «la moda fa parte del
patrimonio culturale e al tempo
stesso costituisce un tassello
importante del Sistema Italia per
i vasti settori produttivi e commerciali ad essa collegati». Non
solo. «La comunicazione avviene anche tramite il vestire - dice
ancora Baccini - E poi il vestire è
stato la nostra politica estera». E
se il riferimento più immediato è
al dopoguerra e alle seduzioni di
moda esercitate sugli americani,
altro e importante riferimento più
vicino è all’anno appena trascorso, “anno tematico” dedicato alla
moda e al design italiano, che
ha coinvolto la rete degli Istituti
Italiani di Cultura e ha dato vita
anche a pubblicazioni particolari. Come questa, inviata proprio
agli IIC. «Siamo passati dalla
Torre di Babele delle informazioni sulla moda a un libro che, in
una sequenza logica, racchiude
queste informazioni» ha concluso Baccini. Il ‘900 presentato in
schede, immagini, nomi, suddiviso in stagioni e periodi precisi.
Migliaia le voci di chi lavora nel
settore. «È un libro sul lavoro. E
il lavoro di chi firma gli abiti è una
punta del lavoro di chi taglia, di
chi cuce... i veri promotori della
moda italiana, al pari degli stilisti, ovviamente, ha detto l’autore
Michele Rak, professore all’Università di Siena ed esperto di linguaggi del mutamento culturale.
Lettere e telegrammi da stilisti,
dal vicesindaco di Roma Garavaglia e dal presidente della
provincia di Roma Gasbarra per
questo “piccolo oggetto”, come
lo definisce l’editore, da leggere
e sfogliare, da consultare sempre.
R.C.
più stretta fra l’Italia e la Cina.
«L’amicizia tra popoli - ha
detto nel suo discorso di ringraziamento - genera cultura, civiltà, progresso.
Le attività tecnologiche da
me avviate nella Repubblica
Popolare Cinese promettono
affermazioni su scala mondiale». Matacena ha intrecciato
sin dal 1966 importanti rapporti
con le autorità della Repubblica
Popolare Cinese. I progetti da lui
presentati sono stati inseriti in
due Protocolli di Cooperazione
Infortuni domestici
Censis, 8000 morti l’anno
Ogni anno tra le mura domestiche muoiono 8000 persone. E’ questo
un altro dato allarmante che emerge
dal rapporto annuale del Censis su
“Il valore della sicurezza in Italia”,
secondo il quale, però, le maggiori
situazioni di rischio o di pericolo di
cui gli italiani hanno paura sono gli
incidenti stradali (80,7%), seguiti a
ruota dall’inquinamento di aria ed
acqua (75,8%), dai disastri naturali
(74,9%), dalle fughe di gas (68,4%),
alla manipolazione degli alimenti
(64,8%). Il primo rapporto annuale è
frutto di interviste rivolte a 800 italiani
tra i 18 ed i 35 anni di età, di cui il
51,6% donne ed il 48,4% uomini. E da
tali dati scaturisce, come ha tenuto a
Moda
In un libro la storia
dello stile italiano
dal ’900
Caronte & Tourist SpA e della
“Ponte di Archimede SpA”, una
Società per le nuove tecnologie nei settori infrastrutturale ed
eco-energetico, dal ministro della Scienza e della Tecnologia Xu
Guanhua.
Ottantenne, iperattivo, Matacena, primo italiano a ricevere
un’onorificenza del genere dalle
autorità cinesi, ha sottolineato
l’estrema significatività di tale
riconoscimento, quale testimonianza delle immense prospettive di una collaborazione sempre
Italia:
calano i
turisti nelle
grandi città
La crisi internazionale nel
2003 ha colpito anche il turismo, che ha subito una flessione delle entrate, -21,% sul 2002
(passando dai 28.207 milioni di
euro a 27.605). Sull’andamento
complessivo ha inciso anche
la bilancia commerciale che
ha registrato una crescita degli
italiani che sono andati all’estero, con uscite che crescono
del 2,1% passando dai 18.811
milioni di euro del 2002 ai
18.193 milioni. Il quadro emerge
dai dati resi noti a Venezia dalla
quinta conferenza su “L’Italia e il
turismo internazionale nel 2003”
promossa dal Ciset (centro studi
sui flussi turistici), dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e
dall’ufficio Italiano Cambi (Uic).
L’Italia ha registrato una contrazione dei viaggiatori in arrivo (2,8%) ed i pernottamenti (-3%).
I grandi assenti sono stati i turisti
americani e giapponesi. L’area
maggiormente interessata dal
turismo internazionale in Italia è
stata la provincia di Roma (3.540
milioni di euro le entrate che cala
però del 4,5% rispetto al 2002).
Unica città che ha registrato una
crescita è stata Venezia 2.364
milioni di euro di entrate (pari ad
+2,7%) a fronte delle flessioni di
tutte le altre grandi città(Milano
-7,6%, Firenze -18,6%, Verona
-1,6%, Trieste -5,9% e Napoli
stazionaria).
■
rimarcare Giuseppe De Rita, il presidente del Censis, l’assenza di “una
cultura della sicurezza che non è
ancora un valore sociale”. Come, tra
l’altro, dimostra il fatto che a fronte di
4 milioni di incidenti domestici (“dato
sottostimato - secondo il rapporto
Censis - c’è un sommerso di un altro
buon 20%”) e di 8 mila morti l’anno,
la paura di un incidente domestico
è messa al terzultimo posto con il
43,3%. Le altre situazioni di rischio o
di pericolo sono: il cattivo stato degli
edifici (61,2%), l’incidente sul lavoro (57,6%), i comportamenti poco
sicuri degli altri (51,3%) e, dopo gli
incidenti domestici, i viaggi in aereo
(42,9%) ed il black-out (34,9%). Dal
1988 al 2000 gli incidenti tra le mura
di casa sono passati da 2.743.000 a
4.380.000 con un aumento del 59,7%
e parallelamente le persone infortunate sono cresciute del 65,5% passando da 2.103.000 a 3.480.000. E,
nel 2003, su cento italiani infortunatisi
tra le mura domestiche, il 22,4% sono
uomini ed il 32,8% donne: le casalinghe rappresentano il 33,1%, i pensionati il 28,6%, studenti e disoccupati
il 28,9% mentre gli occupati sono il
25,6%. Dove accade un infortunio? E’
la cucina il luogo più frequente seguita poi dal salotto e dal bagno.
Scop-Tach
Scientifica e Tecnologica conclusi tra i Governi italiano e cinese, nel 2000 e nel 2002. In particolare, i progetti promossi dalla
Società presieduta da Matacena
riguardano la realizzazione di
un tunnel subacqueto, il “Ponte
di Archimede”, fissato al fondo
del mare o dei laghi con una fitta
filiera di tiranti, nonché il sistema
di produzione energetica “pulita”
ENERMAR, in grado di sfruttare
le correnti marine captandone la
forza.
F.S.
Italia:
il pesce dolce
fa la differenza
Sono cresciuti, nel 2003, gli acquisti domestici
di prodotti ittici in Italia. La rilevazione è dell’Ismea
in base ai risultati dell’Osservatorio Ismea-Nielsen.
Complessivamente, sono stati di 410 mila tonnellate
i consumi di pesce, con una crescita dell’1 per cento
su base annua. La spesa, pari a 3,6 miliardi di euro,
è risultata invece superiore del 2,5 per cento ai livelli 2002, per effetto di un aumento medio dei prezzi
dell’ 1,4 per cento. Nel dettaglio delle diverse tipologie, aumenta l’acquisto di prodotti freschi e decongelati (+2,2% in volume; +4% in valore) e di conserve
(+4% e +10% circa) che rappresentano, nell’ordine, gli
aggregati che incidono maggiormente sul dato complessivo. In flessione invece gli acquisti delle famiglie
italiane di prodotti ittici congelati e surgelati e di pesce
secco, salato e affumicato. Per la categoria del fresco
e decongelato, si rileva, in termini quantitativi, una crescita soprattutto per i pesci d’acqua dolce (+11%) e i
molluschi (+7%). I pesci di mare, invece, registrano
una leggera contrazione (-1,7%), dovuta al calo degli
acquisti di orate (-8,4%), merluzzi (-4%) e sogliole (5%). Tra le specie d’acqua dolce più richieste, i dati
dell’Osservatorio rivelano un incremento degli acquisti di pesce persico (+31%), trote (+10%), trote salmonate (+7,5%) e salmoni (+7%). Tra i molluschi, invece,
aumenta il consumo domestico di vongole (+35%),
seppie (+22%) e calamari (+12%).
R.S.
È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una:
• corretta coltivazione olivicola
• buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio
• professionalità per la conservazione dell’olio prodotto
Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici
sempre a disposizione dei produttori.
AGRIGENTO
CALTANISSETTA
CATANIA
LEONFORTE (EN)
TRAPANI
Per informazioni rivolgersi all’ASPO
95031 ADRANO - Piazza Mercato 72 - Tel. 095 7692946 - Fax 095 7602814
UNIVERSO SICILIA
APRILE 2004
Roma piange
Gabriella Ferri
E’ morta Gabriella Ferri. La cantante
è caduta dal terzo piano di un appartamento di Corchiano in provincia di Viterbo. Portata all’ospedale di Civita Castellana, le sue condizioni sono apparse
subito gravissime. Si è deciso pertanto
di trasportarla in eliambulanza al San
Camillo di Roma dove però è giunta
priva di vita. Gabriella Ferri era nata a
Roma nel 1942. Da molto tempo soffriva di crisi depressive. Dopo un periodo
di grandi successi si era appartata per
lunghi anni dal mondo dello spettacolo. Nel 2000 era tornata ad apparire
una prima volta in tv dopo otto anni di
assenza. Poi nel gennaio scorso aveva
preso parte allo show di Enrico Montesano su RaiUno. Gabriella Ferri esordì
nel 1963 all’Intra’s Club di Milano e in
seguito, nel 1965, al
Bagaglino di Roma
con un repertorio di
stornelli e canzoni
popolari romane. Si
fece subito notare per la sua prorompente romanità e la presenza scanica.
Accanto a lei dal 1968 al 1970 recitò
anche Montesano, da poco reduce
dal debutto televisivo. Gabriella approdò presto in tv, partecipando a diversi
spettacoli: Questa sera Gabriella Ferri
(1971), Senza rete (1972), Dove sta
Zazà (1973), Il circo delle voci (1974).
“Dove sta Zazà”, diretto da Antonello
Falqui e mandato in onda dalla Rai nel
1973, fu forse il suo momento di maggior successo.
R.S.
L’AIDS,
meglio il preservativo
alla castità
Meglio il preservativo che astenersi dal sesso. Questo è il pensiero dei
giovani italiani che rispondono con un
secco no alla castità e un sì altrettanto
netto al “cappuccetto”. Educazione sessuale come materia di insegnamento a
scuola con docenti esterni medici: consapevolezza inoltre che l’Aids si contrae
attraverso lo scambio di siringhe e rapporti “non protetti”. Questo è il risultato di un’indagine dell’Anlaids fra 2.059
studenti degli ultimi 3 anni delle scuole
medie superiori di Roma (ma il campione è rappresentativo di tutta Italia), coordinata dall’immunologo prof. Fernando
Aiuti presidente dell’Anlaids: «l’Aids fa
ancora paura - ha detto l’esperto - lo
dimostrano le drammatiche cifre dell’ultimo rapporto del centro operativo Aids
(Coa) dell’Istituto Superiore di Sanità:
1.275 nuovi casi nel 2003 con Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Toscana in testa. Non bisogna
abbassare la guardia - ha aggiunto Aiuti
- perché l’Aids si può vincere, anche
con un bonsai». Da venerdì 9 aprile è
partita infatti su 2.700 piazze italiane la
campagna dell’Anlaids per finanziare
le ricerche contro l’Aids, come quella
del vaccino “made in Italy” di Barbara
Ensolini dell’Istituto Superiore di Sanità,
borse di studio, case alloggio e campagne di educazione. L’indagine, per il
momento solo romana, ha coinvolto il
54% delle femmine tra i 16 e i 19 anni e
il prossimo anno sarà estesa in tutta Italia: emerge che solo 6,27 giovani su 100
sostengono che la castità è l’unico mezzo per difendersi dall’Aids sconfessando così il libretto ai ragazzi del Ministero
della sanità e della Pubblica istruzione.
Inoltre l’87,23% è favorevole al preservativo nei rapporti sessuali completi e
il 37,59% degli intervistati attribuisce
infine al test dell’HIV una importanza
fondamentale contro la malattia. Il cento per cento dei giovani sa che l’Aids si
può prendere con lo scambio di siringhe
mentre l’98,64% lo attribuisce al sesso.
Ancora una volta i giovani italiani non si
lasciano ingabbiare e sfuggono a tutte
le pretese di conoscenza dei loro genitori o dei “grandi” in generale. Chi pensava che in Italia si preferisse evitare il
sesso magari attendendo la maggiore
età o il matrimonio è stato smentito. I
giovani italiani non rinunciano ai piaceri del corpo, ma non per questo stanno
meno attenti alla loro salute.
T.R.
Ultrà:
alla scoperta
del mondo del tifo
e delle curve
La curva. Gli ultras, la loro mentalità. E poi ancora
il calcio moderno, le contestazioni e le “battaglie”, o
ancora i cori, gli striscioni e le esultanze. E una ridda
di sigle, stemmi e acronimi dietro i quali si identificano ragazzi che della loro passione, il tifo, hanno fatto
quasi una professione se non proprio una missione
di vita. Che comporta delle scelte precise, l’adesione
a un codice tacito e condiviso che determina regole
di comportamento e, a volte, anche di pensiero. Con
il rischio, dietro l’angolo, della sindrome del branco,
con la possibilità, dimostrata, di interrompere un derby
per una notizia infondata. Ma anche con la possibilità
di esercitare il proprio libero arbitrio e con la voglia
di educare nuove leve di ultras, come ci spiega Leo,
portavoce del gruppo “Brescia 1911 - Curva Nord” in
una lunga chiacchierata attraverso calcio, curve e dintorni.
Da quanto tempo frequenti la curva Nord?
“Sono in curva da più di un decennio, e in particolare faccio parte del gruppo ‘Brescia 1911’ da un paio
d’anni”. Quindi sei una sorta di “capo ultras”? “Assolutamente no, perché in curva non c’è nessun capo. Tutti
facciamo tutto, a partire dagli striscioni fino all’organizzazione delle nostre iniziative”.
Parliamo della curva: secondo te fra di voi c’è qualcuno che non paga il biglietto?
“Assolutamente no. Fra abbonati e paganti tutti
cacciano i soldi”.
Quindi non avete rapporti “privilegiati” con la società?
“No, e non li vogliamo nella maniera più totale.
Anzi, in passato, come noto, abbiamo anche rifiutato
offerte vantaggiose in questo senso”.
Il vostro gruppo si identifica con un’idea politica?
“La politica è quanto di più distante c’è dalla curva
Nord e dal gruppo Brescia 1911: la nostra bandiera è
l’apoliticità. Certo, ognuno ha le sue idee, ma il bello è
proprio questo: allo stadio siamo tutti amici nel nome
del Brescia e non vogliamo vedere stemmi e simboli
che non siano quelli della squadra”.
E in curva Nord c’è spazio anche per altri gruppi,
oltre al vostro?
“Certo, sono i benvenuti. Oltre a noi c’è ad esempio la “Vecchia Guardia”, con la quale collaboriamo
attivamente. Siamo tutti nella stessa curva, anche se
stiamo dietro due striscioni diversi non fa differenza”.
Cos’è successo durante il derby di Roma, il 21
marzo scorso?
“Faccio una premessa: gli ultras spesso vengono
strumentalizzati e pagano colpe non loro. Ovviamente
sono dispiaciuto per quello che è successo, ma non do
giudizi perché non ero presente. Una cosa però posso
dirla: mi ha colpito che nonostante le smentite delle
autorità nessuno abbia creduto che la
storia del bambino fosse una bugia. E
questo dovrà pur significare qualcosa...
La colpa è di chi non ha voluto la cultura
del dialogo: il rispetto porta rispetto.
Mogli tradite vanno dal Parroco
fanno chiudere la casa chiusa
“Bocca di Rosa” ad Arezzo. Qui
“l’eroina” della canzone di Fabrizio De
Andrè aveva assunto le sembianze di
giovani ed avvenenti prostitute di varie
nazionalità (specie dell’est europeo
e del centro America), che erano un
richiamo irresistibile per impiegati, professionisti, imprenditori, specie durante
le pause-pranzo. La scappatelle hanno
però fatto infuriare le rispettive mogli
che si sono rivolte prima al parroco e
poi, suo tramite, ai Carabinieri. Così, le
autorità hanno fatto il loro dovere e hanno chiuso - con l’operazione “Salomè”
- tre case d’appuntamento poste nel
centro storico. Sei le persone denuncia-
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te: due aretini di 50 e 60 anni, proprietari delle abitazioni che fungevano da
case d’appuntamenti; e quattro donne,
colombiane e dominicane, dai 30 ai 45
anni di età, che facevano le cosiddette
“maman”. Sono quattordici le prostitute
straniere segnalate. Le loro nazioni di
provenienza sono Moldavia, Romania,
Colombia, Santo Domingo. Tutte giovani e assai avvenenti, erano richiestissime dalla clientela per un giro di affari
valutato in diverse migliaia di euro al
giorno. Le tariffe variavano dai 60 euro
di uno strip-tease privato o di un “massaggio particolare”, ai 200 euro per
rapporti completi e poco di più per orge
con più ragazze. Le “piccanti scoperte”
potrebbero non finire qui: i carabinieri
continuano ad indagare nel sospetto
che esistano in zona altre “case di piacere”. Solo pochi giorni fa, nell’aretino
vi fu una retata di personaggi “vip” per
festini a base di sesso e droga.
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Negli ultimi tempi il mondo degli ultras è diviso da una polemica
sull’utilizzo o meno dei coltelli. Ti risulta?
“Sinceramente non so come si stiano regolando gli altri: quello
che posso dire è che noi combattiamo con tutte le nostre forze contro
l’uso delle lame e della violenza gratuita in generale. Dopo la morte
di Vincenzo Spagnolo (il tifoso del Genoa accoltellato nel ‘95, ndr)
c’è stato un grande incontro fra tutte le più importanti tifoserie, che
decisero di bandire le lame dagli stadi perché non si può rischiare la
vita per una partita. Noi aderiamo a quel cartello e combattiamo tutti
i giorni contro l’uso delle armi in generale, sia anche un bastone. Ai
ragazzi che si avvicinano alla curva insegniamo la lealtà e la vera
mentalità ultras. Quello che fanno gli altri però non lo so e non mi
interessa”.
La vostra opinione rispetto alle forze dell’ordine?
“Senza generalizzare, anche fra poliziotti e carabinieri ci sono
quelli più o meno corretti e quelli più o meno professionali. Il problema è che quelli ‘meno’ non pagano mai i loro errori, anzi li paghiamo
noi con provvedimenti anticostituzionali come la diffida: una vera e
propria limitazione della libertà personale che, prima che tu venga
processato, ti impedisce di andare allo stadio. Noi non ce l’abbiamo
a priori con le forze dell’ordine, anche se ci sono reparti della celere
addestrati in un modo piuttosto che in un altro...”
Tutte le curve si uniscono alla battaglia contro il calcio moderno.
Quali sono i suoi mali?
“Semplicemente che non si tratta più di sport, ma di business:
non è possibile speculare su una passione per colpa della pay-tv. Sia
chiaro, la pay-tv va bene: magari uno sta male o solo non ha voglia di
andare allo stadio e così può vedere la partita. Ma non esiste che per
colpa della televisione uno sia costretto ad andare allo stadio le sere
d’inverno quando fa -5 gradi o la domenica all’ora di pranzo, come
vogliono fare dall’anno prossimo”.
Però le pay-tv portano soldi nelle casse delle società...
“Sì certo, e so anche che il Brescia può permettersi di pagare
lo stipendio a Baggio grazie ai soldi della tv. Ma io non posso mica
saltare il lavoro di lunedì perché gioca Baggio”.
A.R.
UNIVERSO SICILIA
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Chiuso in redazione il 23 Aprile 2004
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Questo periodico viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda,
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