NOVEMBRE 2002
SPIrito di gruppo
Supplemento a LiberEtà n.11 - mensile del Sindacato pensionati
italiani della Cgil / a cura dello Spi Cgil regionale Marche
Marche
Spedizione in abb. postale / legge 662-96 art. 2 comma 20 lettera B - Roma / Stampa F.lli Spada - via L. Romana, 60 - Roma
SOMMARIO
Futuro sempre più incerto con una Finanziaria che premia l’evasione
1
Diritti e tutele, la Cgil in campo
a difesa di giovani e lavoratori
Caso “Tucker”:
Federconsumatori
istituisce un
collegio di legali
a pag. 2
2
Previdenza,
invalidità civile
per gli ultra65enni:
i pareri delle
Corti Supreme
a pag. 3
3
Sanità,
per lo Spi Cgil è
troppo «confuso»
il piano sociale
della Regione
a pag. 4
4
Ancona,
“lavoro coatto”
durante la guerra:
l’Austria risarcisce
un pensionato.
È il primo caso
nelle Marche
a pag. 7
5
Ascoli Piceno,
tante adesioni
alla battaglia
della Cgil
a pag. 8
di Oscar Barchiesi
segretario generale Cgil Marche
N
onostante l’oscuramento dell’informazione, i tentativi di
pressione di aziende, governo e altre organizzazioni sui singoli
lavoratori, lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 18 ottobre è
pienamente riuscito. Altissime adesioni nei luoghi di lavoro ed in tutti i
settori, centoventi piazze del nostro
Paese gremite di lavoratori, pensionati, giovani, studenti, immigrati ed
anche tanti amministratori pubblici.
Milioni di persone per difendere i diritti del lavoro, lo stato sociale a partire da sanità e pensioni, per opporsi
alla legge Finanziaria e contro una
politica economica e sociale fallimentare.
In poco più di un anno non solo le
mirabolanti promesse sono dimenticate ma questo Governo ha riportato
il Paese indietro di anni.Bastano alcuni dati: lo sviluppo è vicino allo zero
e stiamo entrando in una fase di recessione, la produzione industriale nell’ultimo mese è calata del sette per
cento, l’inflazione è doppia delle previsioni colpendo salari e pensioni; il
debito dello Stato è ripreso a crescere
e c’è bisogno di una finanziaria di
40.000 miliardi di vecchie lire. Una
legge ancora basata su dati e previsioni inventati, che non sostiene lo sviluppo e che avrà entrate certe solo per
la metà di quanto previsto e con condoni che premiano i disonesti e gli evasori. Interi settori e zone del Paese,
a partire dal Sud, risentono della crisi, scoppia il dramma della Fiat che
certifica i clamorosi errori del Governo e della Confindustria che pensano
di recuperare competitività colpendo
i diritti ed i salari dei lavoratori.
La Cgil, in tutti questi mesi,come
la situazione conferma,ha avuto ragione.
Per questo lo sciopero e le manifestazioni sono riusciti ed ora, con
coerenza, la Cgil continuerà la propria iniziativa.
A fine novembre si svolgeranno
un convegno ed una manifestazione
nazione a Napoli sui temi dello sviluppo, della politica industriale e sul
Mezzogiorno; a gennaio un convegno ed una manifestazione nazionale
a Milano sul tema dei diritti sul lavoro e per la difesa dello stato sociale.
Alcune immagini della manifestazione
di Ancona. Sopra il segretario della
Cgil di Ancona, Gilberto Zoppi,
in un momento del comizio
Subito dopo un’assemblea nazionale
di quadri e delegati “contro il declino
dell’Italia”.
Nel frattempo si concluderà la raccolta di firme contro il patto e per sostenere le proposte di legge per estendere i diritti a tutti i lavoratori. Un successo anche qui straordinario: siamo
ormai a cinque milioni di firme raccolte a dimostrazione del consenso della
gente alle nostre proposte.
Il sindacato pensionati poi ha deciso di sostenere le nostre proposte
con un’iniziativa nazionale da tenere
a Roma nelle prossime settimane in
concomitanza con l’approvazione
della legge Finanziaria in Parlamento per rivendicare diritti per i pensionati e contro i tagli agli enti locali che
saranno poi costretti a diminuire i
servizi ai cittadini, a partire da quelli
degli anziani.
Di fronte a questo scenario è sempre più incomprensibile l’atteggiamento delle altre organizzazioni sindacali. La Cgil è per l’unità che rende più forti i lavoratori ed i pensionati ma gli altri fanno accordi separati,
non li fanno votare dai lavoratori, costruiscono incontri separati che ci esclude e poi cercano di addossare le
responsabilità a noi.
Sono sempre più evidenti i loro
errori e le politiche che hanno condiviso e firmato con il patto di luglio.
Abbiamo proposto di ripartire con iniziative unitarie su temi specifici come il Sud o le crisi industriali. Non ci
sono risposte ed allora è evidente e
bisogna prendere atto che il cammino non sarà né breve né facile e che
gli appelli generici non servono.
SPIrito di gruppo
REGIONE
I consigli di Caso Tucker/Un collegio di legali
Federconsumatori
a cura di Piero Chiacchiarini
responsabile regionale
per difendere i “truffati”
D
a alcuni giorni è
prepotentemente salito alla ribalta il
Caso Tucker.
Come è noto, si tratta
della vendita su larga scala,
a consumatori ignari, di un
dispositivo da applicare alla caldaia per riscaldamento che, secondo il produttore, avrebbe fatto abbassare
notevolmente il consumo,
aumentato al massimo il
rendimento e ridotto drasticamente le emissioni inquinanti.
Poco importa se per tali
risultati e prestazioni gli ignari consumatori sono
stati chiamati a sborsare
vari milioni ! Il ragionamento fatto dai molti è stato molto semplice: “ il gioco, ancorché pesante, vale
la candela”.
Tale presunta miracolistica opportunità ha però
insospettito alcuni consumatori i quali, tramite le loro associazioni, ad un certo
punto, hanno voluto vederci chiaro richiedendo un
giudizio ad affidabili Istituti Tecnici che provato il dispositivo Tucker in ogni
condizione tecnica ed ambientale.
Ne è scaturito che le
caldaie utilizzate non hanno prodotto nessun beneficio sia per quel che riguarda il consumo, il rendimento, le emissioni. E’ risultato quindi evidente che il tubo miracoloso non era altro
che “una bufala” e, di conseguenza, chi l’aveva acquistato era stato oggetto di
una probabilissima truffa.
La notizia è stata resa
pubblica e immediatamente dopo le associazioni sono state tempestate di telefonate e di segnalazioni
a riprova della consistenza
delle famiglie interessate.
La Federconsumatori,
insieme alle altre associazioni dell’Intesa dei Consumatori (Adoc, Adusbef,
Codacons), ha immediatamente allertato le proprie
strutture sul territorio nazionale e, contemporaneamente, ha costituito un collegio di legali per assistere
adeguatamente i consumatori quali probabili truffati.
Il collegio ha constatato
innanzitutto una variegata
molteplicità di casi: dal pagamento avvenuto con
contanti al rilascio di effetti cambiari, dall’utilizzo di
Finanziarie opportunamen-
te presentate dai proponenti l’affare fino alla vendita
affidata a strutture terze regolate con contratti di rappresentanza, francising,
ecc. o di semplici promoters.
Ogni caso va pertanto
verificato e analizzato con
cura. Per questa ragione innanzitutto vanno raccolti i
dati individuali dei singoli
acquirenti tramite la compilazione di un apposito
questionario.
In ogni caso, tenuto
conto che la truffa, sopratutto ai fini di un auspicabile rimborso o risarcimento,
deve comunque essere accertato e certificato dall’autorità giudiziaria, è indispensabile presentare una denuncia-querela alla
Procura della Repubblica .
Inoltre, come è risaputo, il caso propone anche il
delicato aspetto del presunto trattamento riservato ai
promoters in occasione dei
meetings in località umbra.
Le associazioni dell’Intesa
dei consumatori tramite il
collegio legale si rendono
disponibili ad assistere
quanti lo richiederanno,
nella indispensabile riservatezza.
Al via una raccolta di firme
contro l’Iva sempre più selvaggia
D
a troppo tempo i
consumatori lamentano una forte sperequazione nei loro confronti
rispetto ai consumatori degli altri paesi europei.
Si tratta dell’Iva sul
consumo del gas per uso
domestico. In Italia l’Iva
applicata è del 20% mentre
ovunque è al 10% con alcuni paesi anche sotto tale
percentuale.
Non solo, la normativa
2
italiana presenta anche
un’altra macroscopica anomalia: l’applicazione dell’Iva anche sulle varie addizionali determinando così il fenomeno della “tassa
sulla tassa”.
Sull’argomento le associazioni di rappresentanza
dei consumatori italiani, da
molto tempo, hanno inutilmente posto al governo la
necessità di risolvere il
problema.
Per questa ragione le associazioni Federconsumatori, Adoc, Adusbef, Codacons unite nell’intesa dei
consumatori, sono giunte
alla decisione di chiamare
il parlamento italiano a
pronunciarsi attraverso la inevitabile discussione su una proposta di legge di iniziativa popolare il cui testo
è molto semplice e chiaro:
stabilire che l’Iva da applicare sulle bollette del gas
per uso domestico è al 10%
e che l’Iva non va applicata sulle varie addizionali
siano esse nazionali, regionali o comunali.
Tutti i cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali potranno apporre
la loro firma in calce alla
proposta di legge in tutti i
luoghi che verranno comunicati dai rappresentanti
del comitato promotore e
dai rappresentanti delle as-
sociazioni proponenti.
La raccolta è già iniziata
e, come prevede la legge,
potrà protrarsi entro il termine massimo di sei mesi. I
promotori, comunque, sollecitano tutti i cittadini che
intendono firmare, a farlo
nel minor tempo possibile in
modo da accelerare il deposito presso il parlamento e
chiedere quindi che la proposta inizi immediatamente
il suo iter parlamentare.
REGIONE
Previdenza
notizie utili
a cura dell’ Inca Cgil Marche
Invalidità civile ultra65enni: ecco le
ultime sentenze delle Corti Supreme
L
e attuali leggi in materia e i pronunciamenti
delle supreme Corti
hanno stabilito che coloro
che hanno contratto una
malattia invalidante, oltre
i 65 anni di età, non possono accedere alle prestazioni economiche come la
pensione d’inabilità o l’assegno d’invalidità prevista
per gli invalidi civili.Per
questi soggetti pertanto,
non è previsto nemmeno
l’accesso all’assegno sociale previsto per coloro
che sono risultati invalidi
civili parziali o inabili prima del compimento dei 65
anni, in quanto ciò avviene a seguito di trasformazione dell’assegno d’invalidità o della pensione d’inabilità.
Come si diceva la Corte di Cassazione, la Corte
Costituzionale, chiamate a
pronunciarsi su questi temi, hanno ribadito il concetto che coloro che hanno
avuto il riconoscimento
delle prestazioni per gli invalidi civili prima del
compimento dei 65 anni,
trasformano la prestazione
concessa in assegno sociale con particolari condizioni previste dalle apposite normative, mentre coloro che hanno riconosciuto l’invalidità dopo il compimento dei 65 anni non
possono accedere alle prestazioni degli invalidi civili e pertanto non posso-
no trasformarle in assegno
sociale con le condizioni
particolari previste.
Il riconoscimento delle
prestazioni per coloro che
cadono ammalati dopo aver compiuto i 65 anni sono mirate all’indennità
d’accompagnamento per
tutti quelli che non possono deambulare o
compiere gli atti
quotidiani
della vita
essendo
impediti a far
ciò, e all’esenzione dei
ticket.
Ciò contrasta enormemente con le situazioni esistenti per coloro
che si trovano nelle condizioni di aver riconosciuta
una prestazione d’invalidità civile prima del com-
pimento dei 65 anni e coloro che tale riconoscimento lo ottiene dopo aver
compiuto detta età. Costoro possono accedere all’assegno sociale. se riconosciuti invalidi con
un’invalidità superiore al
74percento o inabili, con i
soli redditi propri. Pertanto coloro che vengono riconosciuti invalidi civili
prima del compimento dei
65 anni di età, comporta
l’erogazione dell’assegno
sociale per intero, in quanto il limite di reddito che
non deve essere superato
per questo diritto è di
€.4.437,57 per gli invalidi
parziali, mentre è di €.
12.796,09 per gli inabili,
(l’importo del reddito annuo è riferito al reddito personale e
pertanto il
reddito del
coniuge
non entra in gioco). Invece
quando si è avuto il riconoscimento dell’inabilità
dopo pochi mesi dal compimento dei 65 anni, si
rientra nella normativa che
riguarda tutti i cittadini e
pertanto l’assegno sociale
compete se non si supera i
limiti di reddito previsti
per coloro che hanno diritto a questa prestazione come se non fosse sopraggiunto lo stato che rende
invalido o inabile il richiedente. I limiti di reddito
previsti per l’accesso sono, per il 2002, di €
4.557,41 quello individuale e €. 9.114,82 quello coniugale. Come si nota la
differenza esistente tra coloro che hanno avuto il riconoscimento dell’invalidità o dell’inabilità prima
o dopo il compimento dei
65 anni è notevole.
Come detto, purtroppo,
si sono avuti dei pronunciamenti negativi da parte
della Corte di Cassazione e
Costituzionale e pertanto è
impossibile avere oggi riconoscimenti da parte degli
organi competenti si spera
comunque che a livello legislativo si possa cambiare
questa assurdità in quanto,
mentre si riconoscono aumenti assistenziali per coloro che beneficiano di
pensioni poco consistenti,
non si pensa a chi ammalato e senza pensione debba
vivere, insieme al coniuge
con un reddito, ”di poco
superiore ai 2milioni delle
vecchie lire”.
Un altro beneficio riconosciuto ai nuclei familiari
in cui è presente un inabile
è quello relativo all’aumento dell’assegno al nucleo familiare.
Pensioni Inpdap:
le novità sulle detrazioni
A
molti pensionati che ricevono la pensione dall’Inpdap, l’istituto non applica sulla prestazione l’ulteriore detrazione spettante a coloro che
hanno un importo di pensione determinato dalla legge e che non avendo nessun altro reddito non debbono fare il 730 o il 740 (denuncia dei redditi). Per poter verificare l’esatta situazione pensionistica il sindacato pensionati (Spi-Cgil) e il patronato Inca-Cgil,
invita coloro che sono interessati a farsi controllare la
propria pensione per sistemare la situazione.
Previdenza pubblica, le news
La sentenza dalla Corte dei Conti stabilisce che la I.I.S. (Indennità Integrativa Speciale) concessa entro il 1994, anche se il dante causa è deceduto successivamente, può
avere il diritto alle due indennità speciali.
Visto il notevole aumento che può essere riconosciuto ai pensionati in oggetto, si
invitano gli stessi presso sedi Inca-Spi per presentare la domanda.
3
SPIrito di gruppo
REGIONE
La sanità L’appello del sindacato pensionati alla Giunta
nelle Marche
«Difendiamo i diritti degli anziani»
Per lo Spi è confusa l’offerta dei servizi nel nuovo Piano
di Adelio Franceschetti,
segretario generale Cgil
Marche
I
l passaggio della spesa
sanitaria a totale carico
delle Regioni sta creando pesanti ripercussioni
sulla qualità dei servizi e
sui costi.
Il governo nazionale
vuole privatizzare la sanità
e non garantisce i più deboli.
I pensionati sono l’area
sociale più colpita e sensibile, proprio perché esprimono maggiori bisogni sanitari.
L’obbiettivo che è stato
posto alla base del secondo
Psr, non raggiunto ma
tutt’ora valido ,rende indifferibile la condivisione di
scelte che eliminino gli
sprechi presenti nella struttura ospedaliera e rilanci le
strutture sanitarie territoriali alternative al ricovero ospedaliero ,“finanziandole”, come teoricamente previsto e mai attuato.
Nelle ”Linee di piano
sanitario regionale 2002 –
2005”,si propone un’analisi dei bisogni in cui ,tra
l’altro si pongono al primo
posto le questioni poste
dall’aumento del 15% della popolazione anziana
con più di 65 anni per il
2015.
In questo documento si
dà giustamente rilievo all’integrazione socio-sanitaria.
Con sorpresa si osserva
che questi concetti basilari
sono stati sostanzialmente
trascurati e contraddetti
nella schematica stesura
successiva in cui si propongono le scelte concrete.
Ricordiamo che la legge 405/01, di conversione
4
del decreto legge 347/01,
ha stabilito la riduzione di
0,5 posti letto per acuti per
mille abitanti, ma ha confermato la previsione di 1
posto letto riservato alla
riabilitazione e lungodegenza. Sono 1042 i posti
letto da tagliare per rientrare nella normativa nazionale, 735 posti letto di lungodegenza da istituire , sostanzialmente assenti nelle
Marche.
Se siamo ben informati
sono previsti 175 posti /l
per Pesaro,i 40 per Ancona,
60 a Macerata e 95 di Ascoli che danno come somma 365 senza nessun equilibrio territoriale tra la popolazione residente e l’attribuzione.
Siamo quindi in una situazione sottostimata rispetto agli standard nazionali e alla loro allocazione
territoriale.
Se gli ospedali che si
vedono ridimensionati i reparti di medicina e chirurgia vengono tacitati con
proposte di apertura di lungodegenze ospedaliere i risparmi di spesa si vorrebbero ,in parte ottenere, superando le strutture sanitarie pubbliche che operano a
favore dell’assistenza ai
non autosufficienti.
Le linee di piano consegnate fanno intendere ,anche se un vero confronto su
questo ci è stato negato,che
le proposte sull’articolazione in RSA sono rimesse
in discussione ed i non autosufficienti che richiedono
un’assistenza
continua
possono essere “scaricati
“nelle case di riposo a cui
si è riconosciuta la possibilità di attivare i Nar (nuclei assistenza residenziale) pur non essendo state
ancora definite le norme di
accreditamento di queste
strutture.
Il Manuale di autorizzazione ha stralciato la definizione degli standard di
personale . Queste strutture funzionano in assenza
definizione degli standard
di personale . La stessa definizione della quota alberghiera a carico degli utenti
viene definita senza alcuna
indicazione regionale.
Se ciò avvenisse, ci troveremmo di fronte a scelte
gravi ed inaccettabili in cui
si delegherebbe alle Ipab
,agli enti morali e ai privati la gestione di funzioni
che sono considerate sanitarie.
Tutto ciò utilizzando le
vincolate sul bilanci della
sanità per l’Adi –assistenza domiciliare integratache già da anni è in gran
parte sottratta alla sua effettiva destinazione per pagare le prestazioni sanitarie
svolte nelle case di riposo.
Si delegherebbe al privato (più o meno sociale)
una parte importante dell’assistenza della popolazione più fragile con costi
sempre più esorbitanti per
le famiglie che in base al
decreto Sirchia sui Lea dovrebbero pagare almeno al
50% del costo il ricovero
residenziale anche se causato da gravi motivi di non
autosufficienza. Se così
fosse, non solo si tradirebbero una parte importante
dei principi che hanno por-
tato alla definizione del 2°
piano sanitario dalla prima
giunta D’Ambrosio ma si
negherebbero quelli che
per noi sono principi fondamentali di una proposta
credibile nella realizzazione di un sistema territoriale per la non autosufficienza. E cioè: l’intervento dell’assistenza domiciliare va
prioritariamente garantito
,ove le condizioni familiari lo permettono ,quindi finanziato con risorse vincolate, l’assistenza erogata
nei NAR non dovrà essere
inferiore ai livelli previsti
nelle RSA in un rapporto
equilibrato tra strutture
pubbliche e strutture private, infine, l’offerta delle
case di riposo non può essere indirizzata solo o
principalmente ai non autosufficienti.
ANCONA &
provincia
Pronto il documento del riordino dei servizi sociali
Piano sociale, la proposta Cgil
Entro il mese, prenderà il via il primo confronto
di Paolo Angeletti
OSIMO - I prossimi mesi i
Comuni dell’ambito XIII
(Osimo, Camerano, Castelfidardo, Loreto, Numana,
Offagna e Sirolo) dovranno
elaborare ed approvare il
Piano sociale di ambito e il
relativo bilancio sociale. In
questa fase la Lega Spi promuoverà iniziative affinchè intorno a questo tema si
sviluppi un confronto pubblico.
In vista di un primo momento di confronto per novembre, è stato predisposto
un “documento” che rappresenta il primo contributo alla discussione.
Il “Documento”
In questi anni i Comuni
hanno organizzato i servizi
sociali senza un quadro di
riferimento, hanno cercato
di dare risposte alle domande sociali emergenti, in modo diverso, a seconda delle
disponibilità o delle sensibilità. Il risultato è un’offerta dei servizi disomogenea. Alcuni Comuni si sono
limitati a garantire servizi
minimi, altri hanno sviluppato reti di servizi più evoluti.
Così si è sviluppato, anche nella nostra zona, un sistema a strati, spesso scollegati tra loro. E cioè quello dell’offerta pubblica di
servizi destinata alle fasce
più deboli, del circuito degli aiuti volontari, gratuiti e
occasionali e, infine, quello
del mercato privato, nel
quale il cittadino acquista
aiuti da solo senza condividere la responsabilità con
l’ente locale.
Questi servizi dialogano
poco tra loro e non offrono
le stesse garanzie di qualità.
La riforma intende superare l’arretratezza e le lacune di questo sistema aprendo i servizi sociali alla
generalità della popolazione, coordinando le iniziative del volontariato o terzo
settore in un unico piano
sociale, assicurando la qualità di tutti i servizi, pubblici, convenzionati e privati.
La gestione del nuovo
Filo d’Argento solidale
“Siamo tutti
della stessa pasta”
a cura di Paola Fimmanò
presidente provinciale
Filo d’Argento
ANCONA - La prima volta
che ho sentito parlare della
pasta biologica per finanziare il Filo d’Argento, mi
sono meravigliata.
Invece, avevo torto. La
pasta è tipicamente italiana come sono italiani la
generosità e la fantasia.
Così quel 5 ottobre che
sembrava tanto lontano è
arrivato. Abbiamo predisposto tre postazioni ad
Ancona , una a Falconara ,
a Iesi e a Senigallia e con
la disponibilità sempre generosa dei volontari ci siamo preparati a offrire pasta
ma soprattutto un progetto
di solidarietà per il “ Filo
d’argento” che è un telefono amico degli anziani e
delle famiglie che combat-
te la solitudine e l’ emarginazione.
Digitando un numero
verde nazionale 800995988 gratuito, si potranno contattare volontari
che prenderanno nota delle
richieste. L’obiettivo è di
attivare il numero verde
entro l’anno.
La presidente nazionale
Maria Guidotti, in una lettera, ricorda che lo slogan
“hanno assaggiato vite diverse ma sono fatti della
stessa pasta “ è per ribadire
che la solidarietà e la disponibilità indicano <la pasta con cui sono fatti uomini e donne che offrono tempo e risorse per chi è in
difficoltà>.
Morale: la pasta ha avuto un buon successo ma ci
si prodigherà affinché ancora più successo abbia il
Filo d’Argento.
welfare locale fa capo ai
Comuni che la esercitano
attraverso il Comitato dei
Sindaci dell’ambito (in
questo caso: Osimo, che è il
Comune capofila, insieme
a Castelfidardo, Loreto,
Camerano, Offagna, Sirolo
e Numana). Il Piano sociale di zona è lo strumento di
programmazione. Le priorità sono i servizi per le
persone anziane e disabili,
per le famiglie e i bambini
e per i giovani adolescenti
con particolare attenzione a
quelli usciti dal ciclo scolastico.
Anziani e disabili
Si deve partire dai servizi esistenti per coordinarli e
renderli omogenei. Occorre, poi, individuare quali
strutture e/o servizi attivare
o modificare per costruire
una rete di opportunità che
offra in modo completo una risposta alle diverse esigenze dei singoli e delle famiglie. L’obiettivo deve essere quello di mantenere fino a quando è possibile
l’anziano e/o il disabile nel
suo ambiente sociale e familiare. Quindi sviluppare
con decisione l’assistenza
domiciliare integrata. È poi
necessario che vi sia una
varietà di strutture semiresidenziali e residenziali per
le situazioni più gravi. Tuttavia anche il ricovero,
quando è possibile, non deve essere definitivo, ma teso al recupero del disabile
per un ritorno alla vita nella propria casa. In questo
contesto occorre rivedere la
politica assistenziale delle
numerose case di riposo
della nostra zona.
Famiglie e bambini
L’impegno prioritario
deve essere rivolto ad un
sostegno alle esigenze delle diverse situazioni familiari rispetto alla crescita ed
educazione dei bambini.
Le strutture per la prima
infanzia (asili nido, scuole
materne, ecc.) devono essere garantiti a tutte le famiglie. I ragazzi, poi, debbono essere sostenuti nella
scuola elementare e media
con iniziative di supporto,
come doposcuola attrezzati. Una particolare attenzione va rivolta alla necessità
di disporre nel nostro territorio di strutture per adolescenti a “rischio”.
Adolescenti che lavorano
precocemente
Ai ragazzi che precocemente hanno abbandonato
gli studi e già a quindici anni sono inseriti nel mondo
del lavoro, occorre dare un
completamento di istruzione. Occorre garantire a questi ragazzi un periodo di
formazione, in sinergia con
la Provincia e la Regione.
IL CASO
Un pensionato risarcito per il
lavoro “coatto” durante la guerra
Strano, ma vero. Un nostro pensionato di Ancona Solpensiero Sebastianelli ha
percepito dal Fondo Austriaco di Riconciliazione un indennizzo di € 2.543,55. E’
senza dubbio il primo pensionato per il nostro territorio e forse dell’intera regione,
ad essere liquidato per il lavoro coatto svolto durante la seconda guerra mondiale.
Il risarcimento, come comunicato all’interessato, doveva avvenire con pagamento in
contanti presso un’impresa locale associata alla ditta “Western-Financial Service”.
Per richiedere ulteriori informazioni una filiale associata doveva provvedere al
pagamento chiamando il numero verde 800.22.00.55. Contemporaneamente si comunicava che per ritirare la somma l’interessato doveva presentarsi personalmente,
non era possibile alcuna delega a terze persone, portando con se un documento d’identità. Fin qui nulla di strano.
Telefonando al numero verde si scopre che a pagare dovrebbero essere tre gestori
privati di tabaccherie. L’unico a pagare l’indennizzo, poichè le altre due si erano rifiutate, è stato il gestore della tabaccheria in via Ascoli Piceno di Ancona.
Questa è la novità. Il pagamento avviene tramite un gestore privato. Il titolare
della tabaccheria comunicava che la transazione poteva essere effettuata solo se l’incasso lo rendeva possibile. Nel caso di “Solpensiero Sebastianelli” la transazione è
andata a buon fine dopo ripetute telefonate e sollecitazioni da parte dell’interessato
e propri familiari. Una storia a lieto fine. A questo punto, sorge spontanea una domanda: «Che fine hanno fatto le richieste di indennizzo dei lavori forzati svolti dagli
internati militari italiani in Germania durante la seconda guerra mondiale?»
Per il Governo tedesco quelle domande sono classificate non accoglibili. Stiamo
moltiplicando le nostre azioni, anche in campo europeo, perchè il partner tedesco
non ha molta fretta di rispondere forse perchè pensa di stendere un velo pietoso sull’intera vicenda.
Lino Zingaretti
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SPIrito di gruppo
PESARO &
provincia
Pensioni ex minatori del Belgio: Cgil soddisfatta
ecco tutte le novità di legge «Il risultato di una
PESARO - Buone notizie
per gli ex minatori del Belgio: le pensioni estere erogate per malattia professionale o incidente sul lavoro
che hanno privato l’interessato dell’attitudine al lavoro per tutta la vita sono equiparate alle rendite Inail.
La novità più importante
riguarda quei pensionati
che hanno una pensione Inps inferiore al minimo perchè l’eventuale integrazione al trattamento minimo
può variare in virtù del fatto che la rendita estera di
cui parliamo prima faceva
reddito ed ora non viene invece più considerata. Anche coloro che hanno versamenti all’Inps per almeno 12 mesi o che abbiano
prestato il servizio militare
per almeno 12 mesi e non
hanno mai fatto richiesta di
rendita all’Inps potranno
con la dovuta documentazione fare la domanda di
pensione.
Le importanti novità in
parte contenute nella legge
388 del 23/12/2000 sono
state illustrate dai rappresentanti provinciali di Spi
e Inca nel corso di una riunione tenutasi a Pesaro il
16 ottobre, alla presenza di
numerosi ex minatori in
Belgio. E’ stabilito che sono esclusi dalla formazione
del reddito complessivo del
soggetto non solo i redditi
di pensione estera erogati a
coloro che abbiano lavorato nelle miniere di carbone
del Belgio, contraendo una
malattia professionale invalidante, ma anche i redditi di pensione estera erogati nei confronti di coloro
che abbiano contratto una
malattia professionale non
invalidante, purchè abbia-
no lavorato nelle miniere di
carbone del Belgio per almeno 20 anni. Anche in
questo caso, infatti, le pensioni di invalidità avrebbero carattere non redittuale
ma risarcitorio in considerazione dell’attività particolarmente usurante svolta
dai minatori del Belgio.
Al termine dell’incontro gli interessati sono stati invitati a contattare le
sedi Spi e Inca della provincia. Gli interessati dovranno portare il “brevetto”; i pensionati dovranno portare il libretto di
pensione e i redditi degli
ultimi 10 anni. Chi ha almeno 12 mesi di lavoro la
documentazione che lo attesta. Chi ha invece ha
prestato servizio militare
dovrà portare il foglio matricolare o chiederlo attraverso gli uffici Inca.
lunga battaglia»
PESARO - “E’ stata fatta finalmente giustizia”e’ il
commento di Umberto Romani, coordinatore degli ex
minatori alla Camera del lavoro di Pesaro a proposito
delle novità legislative della categoria. “E’ stato lo Spi
Cgil a condurre la battaglia per ottenere il riconoscimento Inail della pensione di invalidità degli ex minatori del Belgio, ovvero il carattere risarcitorio non tassabile – spiega- e la possibilità di ottenere la pensione
minima almeno con 12 mesi di contribuzione”.
Umberto Romani, anche lui ex minatore ricorda il
patto Italo Belga che prevedeva l’invio di 50 mila italiani a lavorare nelle miniere di carbone. “Erano ragazzi –sottolinea- anche se molti di loro non ci sono
più era giusto che la malattia professionale gli fosse riconosciuta al pari dei lavoratori italiani”.
Gli ex minatori, anche se pochi, sono devotissimi alla loro patrona, Santa Barbara, che si celebra il 4 dicembre. Anche se non viene più considerata festa nazionale, Santa Barbara rappresenta per i minatori
un’occasione irrinunciabile per ritrovarsi e per ricordare. Quest’anno, domenica otto dicembre, sarà celebrata una funzione religiosa nella chiesa della Madonna di Loreto a Pesaro.Al termine della celebrazione lo
Spi Cgil depositerà una corona sulla lapide che ricorda i caduti nella miniera di Marcinelle, al cimitero centrale di Pesaro, simbolo del sacrificio estremo in nome
del lavoro.
M.D.
La testimonianza di Cabernardi
Un convegno a Pergola
Donne, nuovo coordinamento
È stato eletto nell’ultima riunione
di Marina Druda
PESARO - Lo scorso 23
ottobre le donne elette nel
direttivo della Lega di Pesaro si sono riunite per la
costituzione del coordinamento femminile La formazione del coordinamento all’interno delle leghe è
una novità voluta dall’assemblea nazionale delle
donne, riconfermata sia
dal congresso nazionale
che dai congressi provinciali.
Il coordinamento si ba-
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Luciana Giannini
è la responsabile
dell’organismo
sa sulla prospettiva tutta
femminile di vedere il
mondo e i problemi con una sensibilità e una capa-
cità di cogliere aspetti assai
diversa da quella maschile.
Pertanto il coordinamento
si farà portavoce delle tante anche piccole istanze
che non sempre trovano riscontro nell’organizzazione.
Il coordinamento osserverà la “filosofia dei piccoli passi” ovvero la realizzazione di obiettivi semplici
e mirati fino a giungere a
grandi iniziative legate non
solo alla contrattazione ma
proponendosi come centro
di aggregazione e iniziative. E’ stata eletta responsabile Luciana Giannini.
PERGOLA - Lavoro e sacrificio: la miniera il suo
emblema. Il comune di
Pergola e la provincia di
Pesaro hanno organizzato
il 23 novembre a Pergola
un convegno dal titolo
“1952-2002 l’occupazione
della miniera di Cabernardi. Dalle lotte per il lavoro
la costruzione del nuovo
futuro”.
Alle 15,30 nella sala
consiliare del Comune di
Pergola si ritroveranno il
sindaco Dario Conti, il presidente della Provincia Palmiro Ucchielli e l’assessore alla Cultura Paolo Sorcinelli.
Interverranno poi il professor Giorgio Pedrocco
dell’Università di Bologna,
Renato Covino dell’Università di Perugia, il professor Stefano Gatti dello
stesso ateneo e il ricercatore Marcello Tinti. Per la Cgil parlerà il segretario nazionale Ghezzi. Seguirà
l’intervento del presidente
del Cles Paolo Leon.
Alle 18, infine, sarà
proiettato il film “Pane e
Zolfo “ di Gillo Pontecorvo che sarà presente e al
quale si potranno rivolgere
domande.
M.D.
MACERATA &
provincia
Per una sanità universale
Sul tema i sindacati ritrovano unità
di Gherardo Giglioni
MACERATA - Pur nelle
difficoltà dei rapporti unitari, le segreterie provinciali di Spi Cgil, Fnp Cisl e
Uilp-Uil si sono incontrate
per verificare eventuali
punti di convergenza sugli
argomenti di maggiore attualità.
La riunione, che ha consentito ai nuovi dirigenti
dei tre sindacati eletti nei
rispettivi congressi di conoscersi, è stata proficua.
Il documento unitario
sulla sanità che è stato prodotto mette in evidenza la
<viva preoccupazione per
il rischio che la sanità, in
mancanza di un disegno
riorganizzativo serio e ra-
zionale, diventi più scadente sia nella risposta ai bisogni dei pensionati sia nell’efficienza dei servizi> e
che < la carenza di risorse
comporti l’inasprimento
del carico fiscale o l’avvio,
non meno preoccupante,
delle privatizzazioni>.
Tutti gli interventi, e il
documento poi approvato,
hanno convenuto su come
le ragioni della preoccupazione vadano ricercate <in
una legge finanziaria che
sostanzialmente prevede una riduzione globale delle
uscite dello Stato (tagli alle
spese)> verso le autonomie
locali, nel <sempre più pesante deficit del bilancio
regionale> da mettere in
relazione con la <mancata
attuazione dell’accordo
con Cgil, Cisl e Uil del febbraio 2002>. Inoltre si è
preso atto delle significative <proteste diffuse da parte di Sindaci e associazioni
di Comuni> rispetto agli
effetti che scaturiscono anche <dai pesanti tagli predisposti dai Commissari
delle aziende sanitarie, per
attenersi a quanto richiesto
e disposto dalla Regione>.
Le segreterie dei sindacati pensionati Cgil, Cisl e
Uil hanno poi chiesto alla
direzione dell’Inps un incontro per essere informati
sullo stato dei lavori in merito alla liquidazione delle
pensioni d’invalidità civile
che nella nostra provincia
vede un arretrato piuttosto
pesante con tempi d’attesa
troppo lunghi.
Con il “biologico”
al fianco degli anziani
Per invalidità e ricostituzione
Inps, pratiche più veloci
MACERATA - Il comitato
provinciale Inps sta conducendo incontri con le proprie agenzie presenti in
provincia (Macerata, Civitanova Marche, Tolentino e
Camerino) per stimolare la
messa a punto di tutte le iniziative per rendere più efficiente e rapida la risposta
alle richiesta di prestazioni.
Particolare attenzione
viene data al recupero dei
ritardi nella liquidazione
delle pensioni di invalidità
e nelle ricostituzioni delle
pensioni.
L’Inps, a suo tempo, ha
inviato la dichiarazione
reddituale ai circa 12.000
pensionati titolari di pensioni minime che erano stati individuati come possibili beneficiari dell’aumento
a 516 euro.
In 10.600 hanno provveduto alla restituzione del
modello e, di questi, hanno
ricevuto il beneficio in
6.500, la metà circa della
stima iniziale. Altri 400
hanno ricevuto l’adeguamento, compresi gli arretrati da gennaio, dichiarando la propria situazione
presso gli istituti postali o
bancari.
Gli uffici Inca, presenti
in tutti i Comuni della provincia di Macerata, sono a
disposizione per presentare
le domande di trasformazione in pensione di vecchiaia o di anzianità a favore di quanti siano titolari di
assegno o di pensione di invalidità.
La trasformazione può
comportare benefici importanti. E’ opportuno che tutti gli interessati facciano
controllare la propria situazione, recandosi presso la
sede Inca più vicina. Chi avesse difficoltà a trovare
indirizzi e orari può telefonare allo 0733-232097 cui
risponde il centralino della
Cgil provinciale.
MACERATA- La pasta biologica come simbolo, prodotto buono e sano della
tradizione italiana. E’ appunto la pasta biologica
che i volontari dell’Auser
hanno scelto di vendere per
finanziare il “Filo d’argento”, il numero verde (800995988) già attivo in trenta
città italiane e che, presto
sarà attivato anche a Macerata (Vicolo Santafiora 4).
Per contribuire a finanziare l’operazione i pensionati dell’Auser di Macerata, in contemporanea con i
loro colleghi di 400 città italiane, il 5 ottobre scorso
ne hanno distribuite 100
confezioni, per un totale di
un quintale e mezzo di pasta.
Quella della alimentazione biologica è una scelta che l’Ausetr della nostra
provincia ha fatto a prescindere dall’episodio. Infatti grazie ad un accordo
con
il
Comune,
il
Co.Sma.Ri., il consorzio di
smaltimento dei rifiuti che
vede associati molti dei comuni maceratesi, fornisce
ai pensionati assegnatari
degli orti comunali il Compost, un concime biologico
prodotto dai rifiuti organici.
L’impegno è di organizzare per primavera un’iniziativa di mostra e distribuzione dei prodotti degli orti
sociali, la cui gestione è curata dall’Auser, con il duplice obiettivo di propagandare un’alimentazione sana
e di sollecitare tutti i cittadini ad incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti casalinghi.
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SPIrito di gruppo
ASCOLI PICENO &
provincia
Dopo il grande risultato dello sciopero anche ad Ascoli Piceno
Battaglia Cgil, crescono le adesioni
Il sindacato, in questi mesi, verificherà le possibilità d’intesa con Cisl e Uil
di Emidio Celani
ASCOLI PICENO - La
segreteria della Cgil di
Ascoli Piceno esprime
un giudizio molto positivo sulla straordinaria
partecipazione allo sciopero e alla manifestazione del 18 ottobre di migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionate e
pensionati.
Percentuali molto elevate si sono registrate
nei posti di lavoro in tutti i settori superando
quelle registrate negli
scioperi di aprile e di luglio. La partecipazione
alla manifestazione è
stata numerosa da tutte
le aree della provincia.
Ancora una volta, la
Cgil ha riscosso un consenso molto ampio che,
partendo dai lavoratori,
si è esteso a grandi fasce
della società: studenti,
disoccupati, cittadini.
Importanti sono state le
presenze di associazioni
e movimenti. Significativa è stata l’adesione delle pubbliche amministrazioni che, nel condividere la battaglia sui diritti,
hanno voluto significare
la comune lotta contro i
tagli dei trasferimenti
statali che costringeranno gli enti locali a probabili manovre impopolari.
La Cgil esprime a tutti coloro che hanno partecipato alla propria iniziativa di lotta il più forte ringraziamento e l’impegno a proseguire la
battaglia con coerenza e
tenacia.
Il clima sereno, composto ma determinato rispetto ai contenuti della
protesta, rafforza la Cgil
nella convinzione di aver
fatto la scelta giusta proclamando lo sciopero con-
tro il Patto per l’Italia che
riduce i diritti del lavoro e
snatura il ruolo del sindacato e contro la finanziaria
2003, da noi giudicata iniqua e dannosa.
Alla luce della grave
situazione economica,
produttiva ed occupazionale del Paese, la segreteria Cgil giudica fallito
il Patto per l’Italia e dannosa la Finanziaria 2003.
Risulta ancora una volta
confermato l’asse strategico della linea della Cgil che intreccia la difesa
e l’estensione dei diritti
del lavoro con la rivendi-
cazione di uno sviluppo
di qualità, contro il declino dell’Italia.
La Cgil continuerà a
sviluppare la propria iniziativa con un programma articolato, nel merito
del quale verificherà le
possibilità di convergenza con Cisl e Uil.
La segreteria della Cgil riconferma il superamento di 30 mila firme
nella campagna “Due si
Due no” promossa a livello nazionale per la
raccolta di 5 milioni di
firme: è ormai prossimo
l’obiettivo prefissato.
Per il trasporto pubblico locale
abbonamenti annuali da inserire
di Sandro Cipollari
A
proposito del trasporto pubblico
locale, si è appreso che la Giunta regionale, pressata da gravi esigenze di bilancio,
aveva nella sostanza deciso di affondare la legge
n° 27 del 1997 che prevede tariffe agevolate
per numerose categorie
di cittadini tra le più deboli e bisognose, quali
invalidi civili e del lavoro, handicappati, anziani
e via dicendo.
Conosciuti i risultati
della vertenza, si ha la
consapevolezza che, senza un deciso intervento
soprattutto della Cgil, la
Giunta regionale non avrebbe modificato il suo
atteggiamento. Oggi si
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registra, infatti, con soddisfazione che con la delibera n° 1706 del 25 settembre 2002, la Giunta
regionale estende al treno il diritto al trasporto
pubblico agevolato e stabilisce agevolazioni in
base al reddito anche per
gli studenti, per i lavoratori, per i disoccupati e
per i pensionati sopra i
65 anni.
Tutto è bene quel che
finisce bene, dunque?
Non proprio. A nostro
parere, infatti, vi è un
punto molto importante
che va ripreso in considerazione e che si riferisce
all’annullamento
(temporaneo o definitivo?) degli abbonamenti
annuali.
Il provvedimento è
grave perché, oltre a costringere categorie disa-
giate a recarsi ogni mese
presso le aziende di trasporto a rinnovare l’abbonamento, determina
(con riscontri inoppugnabili) un consistente aggravio dei costi per i cittadini che si avvalgono
del trasporto pubblico.
Tale aggravio può variare dal 25% al 40% e
oltre, e colpisce anche
quelle categorie talmente “sfortunate” per le
quali la legge n° 27 del
1997 non ha previsto
nemmeno l’aggancio al
reddito per determinare
la possibilità di ottenere
l’agevolazione delle tariffe.
Stiamo parlando di
invalidi civili e del lavoro, portatori di handicap
con invalidità pari o superiore all’80%, sordomuti e ciechi parziali.
SPIrito di gruppo
Segreteria regionale Spi Cgil Marche:
Adelio Franceschetti, Carlo Santoni,
Anna Colafrancesco
A cura di:
Maria Federica Buroni
Hanno collaborato:
le segreterie Spi provinciali di
Ancona, Pesaro, Macerata e Ascoli Piceno
Grafica:
Media Graphics
Collaborazione fotografica:
Daniele Cimino, Giusy Marinelli
Stampa: F.lli Spada - Ciampino Roma
Sede: Via Primo Maggio, 142/a - Ancona
Tel. 071/285741 Fax 071/2857400
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Novembre - CGIL Marche