Anno III - Numero 105 - Domenica 4 maggio 2014
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Focus
Storia
De Benedetti adesso
fa anche la morale
Quanti nazionalismi:
il caso Cornovaglia
La morte del Duce
ta bugie e misteri
Calvo a pag. 3
Di Giorgi a pag. 5
Moriconi a pag. 6
EDITORIALE DELLA DOMENICA
di Roberto Buonasorte
una campagna
elettorale strana
quella alla quale
stiamo assistendo,
eravamo abituati
a confronti cruenti, comizi,
piazze piene, gazebo e tanti
manifesti.
Appare oggi tutto sospeso,
in un clima così surreale,
quasi da fantascienza.
Da una parte c'è Beppe
Grillo che soffia sul fuoco
della disperazione della
gente, un irresponsabile che
gioca la partita del tanto
peggio tanto meglio.
Un gran comunicatore, il comico genovese.
Dall'altra il popolo dell'astensione, quasi un italiano su
due manifesta l'intenzione di
non voler andare a votare.
Insieme ai Cinque Stelle rappresentano circa il 60% dell'intero corpo elettorale...
I Parlamentari grillini che
saranno eletti in Europa, da
qui a poco risulteranno assolutamente inutili, esattamente come lo sono nel Parlamento italiano, un gruppo
di uomini e donne che ha
quale unico obiettivo quello
di distruggere tutto, alimentare l'odio, voler far scorrere
sangue a più non posso.
Da una parte l'astensione, dall'altra
Grillo: solo macerie, questo è lo
scenario triste che rischiamo di
vedere da lunedì 26 maggio in poi.
Infine ci sono una serie di partitini
che improvvisamente si sono sco-
È
TRA MACERIE
E ASTENSIONISMO
tinuare a far vivere le loro
idee e le storie personali
di ciascuno.
Si, è giunto il momento delle
scelte, fatte con coraggio
ma soprattutto alla luce del
sole, scelte a volte sofferte,
mai prese per l'interesse
personale o per ottenere la
famosa poltrona; ciascuno
di noi lo ha dimostrato, basta
vedere la composizione delle liste alle europee, alla
faccia delle tante menzogne
generate ad arte alla vigilia
del deposito delle liste.
Sosterremo nelle liste di
Forza Italia chi viene dalla
nostra storia o chi si impegnerà a battersi in Europa
contro il fiscal compact, che
strazia i suoi popoli.
La stessa cosa faremo nelle
elezioni comunali.
Voteremo chi lotta per difendere le proprie radici nel
nome del radicamento territoriale, alla faccia di chi invece
è dovuto migrare altrove.
Lo faremo con la lealtà di
sempre, anche con l'ausilio
di questo nostro giornale altro esempio di progetto
concreto, non chiacchiere che negli ultimi tempi ci sta
dando tante soddisfazioni,
non solo in termini di accessi ma anche perché è
divenuto centrale nel dibattito politico e culturale.
Tra astensionismo e macerie meglio andare al voto; per un capriccio che dura appena cinque
minuti, non possiamo tenerci alla
guida degli irresponsabili per cinque anni...
L’Italia a un bivio, Renzi o Berlusconi - Per i partiti minori un ruolo ininfluente
perti anti euro, e che oggi si agitano
per tentare di superare lo sbarramento elettorale del 4%.
Appare del tutto evidente che gli
italiani avranno innanzi a loro due
sole alternative credibili: Renzi o
Berlusconi.
Gli uomini di sinistra è bene che
votino per Renzi, servirà anche a
fare chiarezza su una maggioranza
di governo tenuta in piedi dai signori
del ribaltone: Alfano, Lupi, Cicchitto,
e Formigoni, eletti nel PdL ma che
oggi, creando il NCD, sono divenuti
IL CAVALIERE BACCHETTA L’EX DELFINO
la stampella dei comunisti.
Quelli di destra e di centrodestra,
anche alla luce delle nuove leggi
elettorali che impongono sbarramenti impossibili, saranno obbligati a votare per Forza Italia, l'unico
contenitore ove sarà possibile con-
E IL PREMIER SNOBBA IL CONGRESSO CGIL
ESTERI
Il decreto lavoro non va più bene
a sua (lesa) maestà Camusso
di Igor Traboni
A
Alfano?
Un traditore
A pag. 2
lla Cgil, che
pure aveva
dettato le prime modifiche al governo Renzi tanto che
Silvio Berlusconi ha
avuto buon gioco a
definire il tutto come
un ‘Cgil act’, gli ulteriori aggiustamenti al
decreto lavoro non
vanno bene (oppure ancora
una volta non bastano?) ed è
pronta a rialzare la posta con
lo stesso presidente del Consiglio. E quest’ultimo minaccia
di non andare al congresso
del sindacato rosso, seppur
invitato, ulteriore segnale delle
frizioni esistenti a sinistra.
“Hanno peggiorato un decreto
che già non andava bene”.
Questo in sintesi il giudizio
della numero uno della Cgil
Susanna Camusso dopo
l'emendamento sul decreto
Lavoro. Secondo la Cgil ci
sono "modalità per cui l'unica
strada è la precarizzazione",
e la riassunzione trasformata
in modalità pecuniaria "è il
via libera all'illegittimità dei
rapporti".
Ma dicevamo della situazione
sempre più tesa con il governo
e il suo presidente, Matteo
Renzi, che e' stato invitato al
congresso della Cgil, anche
se il sindacato non ha ricevuto
informazioni sulla
sua eventuale partecipazione. "Noi
non abbiamo ricevuto comunicazioni - ha dichiarato il
segretario generale della Cgil, Susanna Camusso sarebbe un segnale di assenza di rispetto per una
grande organizzazione, ma non è la presenza
del premier a legittimare il
congresso", ha detto ancora
stizzita la Camusso, rispondendo alle domande dei giornalisti .
Insomma, tutto lascia capire
– e non ci vuole certo l’indovino per riuscire nell’impresa
– che sul decreto lavoro in
realtà si stanno giocando altre
scaramucce a sinistra, tra il
Pd e il sindacato di riferimento, la Cgil.
Ucraina
sull’orlo
del baratro
inquanta morti negli
scontri tra filorussi e
nazionalisti in varie città
dell’Ucraina, dove oramai la
guerra civile è di fatto scoppiata. E la battaglia si fa sempre più cruenta, non solo
nell’est del Paese. L’unica notizia positiva arriva dalla liberazione dei sette osservatori
dell’Ocse, rapiti nei giorni
scorsi e lasciati andare senza
condizioni.
Ceccarelli a pagina 4
C
2
Domenica 4 maggio 2014
Attualità
IL LEADER DI FORZA ITALIA: “ELETTI CON IL MIO NOME E ADESS O FANNO DA S TAMPE L L A AL PD”
Berlusconi: Alfano e i suoi sono traditori
Il premier e Grillo due facce della stessa medaglia: “Entrambi sono pericolosi per il Paese”
di Igor Traboni
n Silvio Berlusconi in
grande forma continua
a menar fendenti sull’attuale governo e a
spaziare sull’intero panorama politico italiano, riservando
‘attenzioni’ niente affatto bonarie
nei confronti dell’ex delfino Angelino Alfano, ora ridotto ad appoggiare un governo guidato dal
segretario del Partito democratico
''Siamo al terzo governo consecutivo non eletto dai cittadini'', ha
esordito ieri Silvio Berlusconi collegandosi
telefonicamente con i club Forza Silvio
della provincia di Messina. ''Questo governo
– ha sottolinea il Cavaliere - si regge su
uno 0,37% di differenza tra la coalizione
di sinistra e quella di centrodestra attraverso
i voti che ci hanno sottratto. Si regge alla
Camera su 144 deputati che la Corte Costituzionale ha indicato come incostituzionali, perché legati a quel premio di maggioranza che per la Consulta è incostituzionale''.
Il leader azzurro, come detto, non è per
niente tenero nei confronti dei parlamentari
di Ncd di Angelino Alfano, che hanno ''tra-
U
dito il voto degli elettori'', ha sottolineato
Berlusconi, diventando ''stampella della
sinistra: il governo Renzi si regge su '33
senatori che sono stati eletti dai cittadini
del centrodestra con il simbolo del Pdl e il
mio nome. Eletti per contrastare la sinistra
e, invece, sono ora la stampella del governo
di sinistra.
Sempre nella giornata di ieri, il fondatore
e leader di Forza Italia è intervenuto anche
ai microfoni del Tg2 e giù altre stilettate
nei confronti dell’ex rottamatore: ''Renzi ci
ha deluso, è tornato ad aumentare le tasse,
la sinistra non cambia mai...''. Ma, da
signore della politica, Berlusconi sulle ri-
forme dice che ''per noi reggerà
sicuramente l'accordo. Noi le riforme le abbiamo sempre volute
e anche fatte. E' stata la sinistra
con uno sciagurato referendum
ad abrogare le nostre riforme.
Speriamo non si comportino allo
stesso modo''.
Il leader di Forza Italia torna poi
sugli 80 euro promessi dal presidente del Consiglio, dopo che
anche i tecnici del Senato hanno
avuto a che ridire sulla copertura:
''Non sono un problema, ma il
problema è che Renzi abbia deciso di mettere nuove tasse per pagarli.
Se si vuol dare una mancia al proprio
elettorato, non vedo sinceramente perché
la si debba far pagare a pensionati e famiglie. Renzi ci ha deluso perché dopo le
uscite iniziali è tornato a fare quello che
ha sempre fatto la sinistra, mettere le tasse.
La sinistra non cambia mai, neanche con
Renzi''.
Il Cavaliere è tornato ad occuparsi anche
del leader dei 5 stelle, definendo Grillo
"uno sfasciacarrozze aspirante dittatore" e
accomunando il comico genovese al premier toscano: "sono due possibili rischi,
due possibili pericoli per il Paese".
I GRILLINI NON VOLEVANO SEI LISTE
Elezioni del Piemonte:
respinto il ricorso 5 stelle
giudici del Tar del
Piemonte hanno respinto i ricorsi, presentati dal Movimento 5
stelle, per l’annullamento di ben sei liste per le
prossime elezioni regionali, tornata elettorale
che si terrà il 25 maggio,
assieme alle europee.
''L'esonero dall'obbligo
di raccolta delle sottoscrizioni – scrivono i giudici nelle motivazioni
della sentenza - è collegato dalla legge alla circostanza che la nuova lista possa avvalersi, in
virtù del collegamento
con un gruppo consiliare
uscente, del consenso
I
elettorale acquisito da
quest'ultimo in occasione
delle ultime elezioni, e
tale consenso è, per la
lista la cui ammissione
è qui posta in contestazione, un fatto oggettivo,
storico, legittimamente
acquisito, e che non è
vanificato dall'annullamento delle elezioni medesime''.
Da qui la decisione di
respingere in toto i ricorsi dei grillini, ai quali
evidentemente sarebbe
piaciuto vincere facile,
come il refrain della famosa pubblicità, una volta eliminati dalle urne
un po’ di avversari.
ESORDIO PER LE ELEZIONI EUROPEE A SOSTEGNO DI SERGIO SILVESTRIS
Tanta gente a Potenza alla manifestazione con Storace
Incoraggiamento al candidato sindaco Cannizzaro. Oggi il segretario de La Destra in Puglia
anta gente a Potenza ad ascoltare il
segretario de La Destra Francesco
Storace. Alla manifestazione d'esordio a sostegno delle liste di Forza Italia
alle europee e per il candidato sindaco
di coalizione, Michele Cannizzaro, e la
candidata Mariolina Camardese, Storace
ha invitato tutti i militanti del partito a
mobilitarsi al massimo contro l'astensionismo e in favore della battaglia comune
con Silvio Berlusconi: "Ora più che mai
dobbiamo sentire nostra questa prova di
forza, ne va del futuro dell'Italia. Se vince
Renzi l'economia va alla rovina con una
montagna di tasse; se vince Grillo restano
sul campo macerie e odio", ha detto.
Poi, Storace - che farà tappa anche a
Foggia e San Severo, prima dell'appun-
T
tamento promosso da Raffaele Fitto a
Bari - ha voluto rivolgere un forte incoraggiamento a Sergio Silvestris, deputato
europeo uscente di Forza Italia che "ha
onorato il suo mandato con una presenza
massiccia in assemblea che nessun altro
italiano e' riuscito ad eguagliare".
"Ci ritroviamo con la nostra comunità a
sostenere la lista di Forza Italia perché la
gente e l'Italia sono più importanti di un
quorum e di piccoli incarichi di partito.
A Berlusconi - ha detto Storace - non abbiamo chiesto posti in lista o altro, ma
abbiamo promesso voglia di combattere
contro un assetto finanziario che impoverisce i popoli: e la sovranità politica e
economica si conquista con una dura e
credibile battaglia".
Michele Cannizzaro e a destra Francesco Storace
LO ZOO DI SPIDERITA
La Vergine Santa delle Riforme e l’imbonitore Renzi
cque sempre più agitate all’interno del PD:
la ministra vergine Maria Elena Boschi, cerca
da mesi di imporre la sua linea, a colpi di
proposte di legge, sotto l’egida del gran capo
Renzi, ma i giuristi professori dem non sembrano
essere convinti. Li aveva già bacchettati qualche
settimana fa, la ministra, quando aveva così sentenziato dall’alto della sua presunzione: “Temo
che in questi trent'anni le continue prese di posizione
dei professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese”.
Un’arroganza tipica di chi, arrivata troppo giovane
a sedere sugli alti scranni del potere, non si accorge
di essere colpita da delirio d’onnipotenza, sancendo
di fatto una rottura insanabile con i padri detentori
delle idee fondanti del suo partito, con i quali il
premier, da buon imbonitore, aveva provato a ricucire durante la trasmissione tv dell’Annunziata,
annunciando la presenza di Rodotà e Zagrebelsky
al seminario del 5 maggio. Ma i due professoroni,
detentori delle più alte verità democratiche, hanno
A
istericamente declinato l’invito.
Ma il divario non è certo sulla necessità di fare le
riforme, ma è piuttosto generazionale tra vecchio
e nuovo, tra rottamatori e rottamati, oltre al con-
vincimento che per far presto si rischia di fare un
papocchio. Una riforma poco risolutiva per i
mali del Paese, ma soprattutto forzata, perché
nessuna delle parti in gioco, financo gli esacerbati
grillini, sono disponibili a votarla.
Per cui ci chiediamo il perché di cotanto incaponimento, se non per egocentrismo della ministra,
che vuole forzare tempi e modi solo per il gusto
di dire di esser riuscita a cambiare le cose, indipendentemente dal fatto se lo siano in bene o in
male, tanto per procurare soddisfazione al suo
premier che ha già messo all’asta il destino degli
italiani in una disperata corsa verso una vittoria
che appagherà solo lui e i suoi sodali, lasciando
per strada tutti gli altri. Speriamo a questo punto
che nessuno rilanci l’offerta e che capisca che
gattina frettolosa a volte fa i gattini ciechi e pensi
piuttosto a liberarci dalla morsa fiscale che ci soffoca sempre di più. Preghiamo affinchè si ravveda
e capisca che errare humanum est ma perseverare
è diabolico!
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Domenica 4 maggio 2014
Attualità
L’INGEGNERE SALE IN CATTEDRA, IMPARTISCE LEZIONI E VOTI, MA L E S INA S OL O BRUT T E F IGURACCE
De Benedetti, da che pulpito viene la predica
L’ala rossa del Pd sulle barricate: “Il Presidente della Repubblica non è il presidente de la Repubblica”
di Marcello Calvo
opo aver allungato le mani sul governo Renzi – come ammesso da
Fabrizio Barca – proponendo ministri a destra e manca, adesso
Carlo De Benedetti pensa anche
di poter scegliere il prossimo Presidente
della Repubblica. Suggerendo come successore di Giorgio Napolitano, nientepopodimeno che Piero Fassino. E visto che ha la
sfera di cristallo ora si mette anche a dispensare profezie. Per l’Ingegnere le dimissioni
del Capo dello Stato arriveranno entro la
fine del 2014, così come le prossime elezioni
politiche. Perché al primo cittadino del Quirinale, “il Pd sta sulle palle”. Suscitando la
giustificata rabbia dell’ala rossa del Nazareno,
che attraverso Dario Ginepra (bersaniano di
ferro), ha scatenato un’autentica bufera: “Il
Presidente della Repubblica – l’attacco - non
è il Presidente de La Repubblica”.
Al festival della tivù e dei nuovi media di Dogliani, intervistato da Giovanni Minoli, il proprietario del gruppo Espresso non ha lesinato
commenti e giudizi sui principali protagonisti
della politica e dell’imprenditoria italiana. Da
divo quale non è, s’è allisciato Renzi, ha dato
del “fascistello” a Grillo, senza risparmiare il
solito attacco a Berlusconi. Ma non solo.
Pagelle e voti per tutti. Anche per Sergio
D
Marchionne, amministratore delegato della
Fiat. A cui ha dato un bel 10, ma senza la
lode. Perché “poco sincero”. Permettendosi
anche di bocciare l’avvocato Gianni Agnelli
(“Pessimo imprenditore”), un gigante in petto
a lui. Nella kermesse storicamente rossa,
l’editore di Repubblica non ha potuto esimersi
dal ritenere dichiarazioni fuori luogo sulla
condanna del leader di Forza Italia da scontare
ai servizi sociali. “Se fosse stato assegnato a
una mia clinica, non sarebbe uscito vivo”. Ma
non è ancora finita. Voto 0 per Cesare Romiti
(sarà forse colpa di quella prefazione di De
Benedetti per il libro “Storia segreta del ca-
pitalismo italiano” che l’autore ha deciso di
cestinare?) e debito di scuola (da recuperare)
anche per il direttore del Corriere della Sera,
Ferruccio De Bortoli, “bravo, ma con delle
debolezze”. Dovute al fatto di aver concesso
la terza pagina del principale quotidiano italiano a Marina Berlusconi. Già, l’editore ha
dichiarato che lui sì sarebbe “fatto pagare”
piuttosto. Ignorando il fatto che la figlia del
Cav, non gliel’avrebbe rilasciata – l’intervista
si intende – neanche sotto ricatto. Perché la
dignità non ha prezzo. Chiusura col botto per
l’Ingegnere, che dà del “poveraccio” all’attuale
presidente di Alitalia, Roberto Colaninno (suo
ex amministratore delegato all’Olivetti), per
poi mettere sulla singolarissima agenda nera
anche Marco Tronchetti Provera per la sua
gestione di Telecom Italia: “La comunicazione
è fatta bene, la rapina ancora meglio”.
Solo una piccola autocritica su Sorgenia, la
società controllata dalla Cir di famiglia che è
sull’orlo del fallimento a causa degli enormi
debiti accumulati, che ha commesso errori
giganteschi “e non investimenti sbagliati”,
ma che continua a rimanere in vita grazie
alla stampella rossa (e milionaria?) ricevuta
dal governo Letta.
Avrebbe fatto meglio a tacere, De Benedetti,
anziché salire in cattedra per impartire lezioni
a chi non ne ha bisogno. E poi… da che
pulpito arriva la predica?
LA COMMISSIONE DEL PAPA
SCADUTO IL MANDATO DI INVIATO SPECIALE ONU PER L’EX PREMIER: AFRICANI CONTENTI, MA NOI…
Prodi lascia il Sahel e ‘minaccia’ di tornare La Chiesa: più duri
di Igor Traboni
li abitanti del Sahel sono riusciti a
liberarsene dopo nemmeno due
anni, per noi italiani il rischio concreto è invece quello di ritrovarci presto
Romano Prodi di nuovo tra i piedi. Certo,
l’ex presidente del Consiglio e alfiere
dei ‘cattolici adulti’ già un paio di volte
ha promesso di ritirarsi dalla politica attiva, ma proprio il fatto che lo abbia giù
detto più volte sta a significare che prima… mentiva.
Fatto sta che Prodi, dopo che nei mesi
scorsi si è visto sfilare la poltrona del
Quirinale, adesso è libero a tutti gli
effetti, anche dal ruolo di inviato speciale
per il Sahel. Il segretario generale delle
Nazioni Unite,
Ban Ki-Moon, ha infatti nominato Hiroute
Guebre Sellassie successore di Romano
Prodi alla carica di inviato speciale per
il Sahel. Come per ogni addio che si rispetti, anche in questo caso non si sono
risparmiati in convenevoli. E così Ban
ha espresso “forte gratitudine” nei con-
G
fronti di Prodi per la sua capacità di
centrare l’obiettivo di realizzare una
“strategia integrata per il Sahel” per
conto dell’Onu, e ancor di più nel sensibilizzare e mobilitare la comunità internazionale a sostegno della regione.
Una sensibilizzazione di cui francamente
in pochi si sono accorti in Italia (dove il
fautore del drammatico cambio liraeuro gode ancora di buona stampa), figuriamoci poi all’estero.
Romano Prodi era stato scelto da Ban il
9 ottobre 2012 per l’incarico di inviato
speciale per il Sahel, regione che in
questi mesi ha conosciuto il ritorno di
fiamma delle formazioni qaediste e jihadiste e la complicata guerra in Mali.
“Non possiamo lasciare il Mali e il Sahel
nelle mani di terroristi e trafficanti”, ha
ribadito Prodi più volte, anche nel corso
di un’intervista a La Stampa nella quale
non risparmiò una critica all’Italia per
essere “troppo assente nella regione”.
Al posto di Prodi arriva ora Guebre
Sellassie, etiope, già direttore della divisione affari politici dell’ufficio Onu di
Goma, nella Repubblica democratica
del Congo, dal 2007 al 2014. Prodi
invece, fanno sapere dal suo entourage,
adesso che non ha più incarichi neanche
internazionali, potrebbe godersi un po’
di riposo. Ma l’impressione è che non
lo farà.
e responsabili
contro i pedofili
P
rimo incontro dei
membri della commissione pontificia
per la tutela dei Minori
voluta dal Papa, al termine
del quale hanno fatto sapere di ritenere “particolarmente importante garantire l'esercizio della responsabilità nella Chiesa,
compreso lo sviluppo degli strumenti per protocolli
e procedure efficaci e trasparenti. Proporremo al
Santo Padre degli Statuti
per esprimere più precisamente la natura della
Commissione, la sua struttura, la sua attività e i suoi
obiettivi. È chiaro, ad
esempio, che la Commis-
sione non tratterà casi individuali di abuso, ma potrà presentare raccomandazioni sulle direttive per
assicurare l'obbligo della
responsabilità e le pratiche
migliori. Negli Statuti – si
legge ancora nella nota intendiamo presentare
proposte specifiche per
sottolineare le vie per sensibilizzare le persone sulle
tragiche conseguenze degli abusi sessuali e sulle
conseguenze devastanti
del mancato ascolto, dei
mancati rapporti di sospetto di abusi, e del mancato
sostegno alle vittime di
abusi sessuali e alle loro
famiglie".
I DATI DEL 2013: CROLLANO GLI ACQUISTI DI VESTITI, CALZATURE, MOBILI E PERFINO ALIMENTARI (-7%)
Le famiglie stringono la cinghia. Su tutto
S
empre più in crisi, le famiglie italiane riducono
drasticamente gli acquisti un po’ in tutti i
settori: 16 % in meno per i vestiti e calzature,
12 % per mobili, elettrodomestici e manutenzioni
fino all'8 % per gli alimentari. Insomma: si è
costretti a risparmiare, e anche parecchio, pure a
tavola. E’ questo il quadro, assai desolante, che
emerge da una analisi della Coldiretti su come la
crisi ha cambiato le abitudini di acquisto degli
italiani nel 2013, analisi fatta sulla base dei consumi
finali delle famiglie. In media, la diminuzione è
stata del 7 % e a subire tagli, sono stati anche le
spese per l'abitazione, l'acqua, l'elettricità (-1,4%),
la sanità (-1,5 %), l'istruzione e la cultura (-1,2%).
Gli italiani nei primi anni della crisi – attorno al
2008, come precisa la Coldiretti - hanno rinunciato
soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato
il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con
un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all'anno precedente. A
differenza di quanto è accaduto per tutti gli altri
settori , in cui gli acquisti sono stati rimandati, per
il settore alimentare, che va in tavola tutti i giorni,
questo non è possibile, almeno oltre un certo limite,
ma si è verificato un sensibile spostamento verso i
prodotti a basso costo per cercare comunque di risparmiare.
La crisi - sottolinea ancora la Coldiretti - ha fatto
retrocedere il valore della spesa alimentare per abitante, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra, fino a raggiungere l'importo
massimo nel 2006 per poi crollare da allora progressivamente ed in misura crescente ogni anno.
Nel 2013 le famiglie italiane – si legge ancora nell’analisi dettagliata - hanno tagliato la spesa dal
pesce fresco (-20%) alla pasta (-9%), dal latte (8%) all'olio di oliva extravergine (- 6) dall'ortofrutta
(- 3) alla carne (-2( mentre aumentano solo le uova
(+2 per cento), sulla base dell'analisi della Coldiretti
su dati Ismea relativi al primi undici mesi. In particolare si è assistito ad un calo nelle quantità di
alimenti acquistati, ad una riduzione degli sprechi
ma soprattutto all'affermarsi dei prodotti low cost
a basso prezzo in vendita nei discount che sono gli
unici a fare registrare un aumento (+1,6%) nel
commercio al dettaglio nel 2013.
Dietro questi prodotti , spesso si nascondono infatti
ricette modificate, l'uso di ingredienti di minore
qualità o metodi di produzione alternativi. Il risultato
è che nel 2013 sono aumentati del 14 per cento gli
allarmi alimentari in Italia con ben 534 notifiche
sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente
dannosi per la salute, sulla base del sistema europeo
di allerta rapido per alimenti e mangimi, rispetto al
2007 in cui è iniziata la crisi. Si tratta di un aumento
record nel numero di notifiche nazionali al sistema
di allerta comunitario per la prevenzione dei rischi
alimentari, rispetto allo stesso periodo di cinque
anni fa, prima dell'inizio della crisi.
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Domenica 4 maggio 2014
Esteri
SCONTRI E VITTIME TRA NAZIONALISTI E FILORUSSI - LIBERATI GLI OSSERVATORI OSCE TENUTI IN OSTAGGIO
Ucraina: è il caos totale
S
di Francesca Ceccarelli
ospiro di sollievo per
il rilascio, senza condizioni, dei sette osservatori Osce tenuti
in ostaggio in Ucraina: una svolta che comunque
non cambia il clima nel paese
che è ad alta tensione. La
notizia del rilascio è stata
confermata da Vladimir Lukin, inviato del Cremlino nel
sud-est ucraino, citato dalla
tv Russia Today: "Tutte le 12
persone che figuravano nel
mio elenco sono state liberate", ha affermato. I membri
del gruppo dell'Osce hanno
retto bene, ha detto ad Associated Press uno degli osservatori rilasciati, il colonnello tedesco Axel Schneider.
"Hanno avuto un atteggiamento positivo e questo ha
dato loro la forza di affrontare
la situazione".
"La battaglia è in corso", ha
scritto su Facebook il ministro
dell'Interno ucraino, Arsen
Avakov. Le operazioni militari
contro i separatisti filorussi
nell'est del Paese continuano,
ha infatti affermato il governo
di Kiev con le truppe sono
in azione nei pressi di Kramatorsk.
Intanto continua a salire il bilancio delle vittime: il sindaco
Ponomariov ha affermato che
sono morti oltre 10 civili del
vicino villaggio di Andreievka
nel tentativo di bloccare un
corteo di auto degli ultra nazionalisti di Pravi Sektor. Registrati anche 40 feriti, mentre
le forse di Kiev hanno riportato 5 morti e 12 feriti nell'operazione: così rende noto
il capo del centro anti terrorismo ucraino, Vasili Krutov,
annunciando che Kiev ha il
"pieno controllo" dell'area
esterna a Sloviansk, di tutte
le strade importanti di accesso e dei 14 checkpoint
precedentemente in mano
ai filorussi.
La carneficina non si ferma :
a causa del rogo di Odessa,
nel sud dell’ucraina, nei pressi di un pastificio, sono morte
42 persone, ma bilancio potrebbe aggravarsi. L'incendio
sarebbe stato causato da
bombe molotov lanciate contro il secondo e terzo piano
dell'immobile. La maggior
parte delle vittime è morta
soffocata, ma molti - secondo
il ministero dell'Interno- si
sono gettati dalle finestre per
fuggire le fiamme.
La polizia che ha arrestato
più di 130 persone dopo gli
scontri scoppiati tra lealisti
e filorussi, a cui si sono uniti
anche decine di tifosi di calcio: un vero campo di battaglia. Gli arrestati rischiano
accuse che vanno dalla partecipazione a disordini all'omicidio premeditato.
Dopo la strage di Odessa
sono stati dichiarati due giorni di lutto: per verificare la
situazione, proprio ad Odessa è arrivata Yulia Tymoshenko, l'ex premier scarcerata
dopo la 'rivoluzione' a Kiev
ed ora candidata per il partito
Batkivshchina (Patria) alle
prossime presidenziali.
Nel frattempo il Cremlino ha
ammesso di aver perso il
controllo sui gruppi di 'autodifesa' operanti nel sud-est
del paese e ritiene dunque
necessaria una commissione
internazionale per indagare
sugli scontri e sull'incendio.
Per il Cremlino è "assurdo"
parlare di elezioni dopo
l'escalation di violenza nel
sud-est: "Dopo quello che è
successo a Odessa, sullo
sfondo dell'aperta spirale di
conflitto nel sud-est del Paese, non capiamo di che elezioni stanno parlando Kiev,
le capitali europee e Washington", ha detto il portavoce
di Putin, Dmitry Peskov.
Posizione a cui Kiev replica:
"Servizi russi dietro a scontri.
Quello a cui abbiamo assistito
ad Odessa è stata una provocazione della Fsb per distrarre l'attenzione dall'operazione anti-terrorismo in corso nell'est dell'Ucraina", ha
detto il capo dello staff della
presidenza ucraina, Serhiy
Pashynsky.
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Domenica 4 maggio 2014
Focus
LA REGIONE SITUATA ALL'ESTREMO SUD DELLA GRAN BRETAGNA ACQUISISCE LO STATUS DI “NAZIONE COSTITUTIVA”
L’indipendenza senza eccessi della Cornovaglia
L'annuncio del governo Cameron: “I cornici sono una minoranza nazionale”, come gallesi, scozzesi e irlandesi
di Cristina Di Giorgi
Curiosità e leggende corniche
a Cornovaglia è diventata una
“nazione costitutiva” del Regno Unito di Gran Bretagna.
Questa qualifica, usata nei
contesti e nei documenti ufficiali, indica che quella che fino a poco
tempo fa era “soltanto” una semplice
regione, ora acquisisce lo status di componente di un'entità o di un gruppo di
Paesi. Quelli che compongono appunto
il Regno Unito. Una conquista importante
per gli autonomisti cornici, che hanno
recentemente ottenuto dal Parlamento
di Westminster il riconoscimento ufficiale
del fatto che la Cornovaglia, con le sue
tradizioni linguistiche, culturali, culinarie
e storiche, non è una semplice regione
amministrativa ma una vera e propria
nazione.
E' del 24 aprile la notizia che, anche a
seguito di lunghi anni di rivendicazioni
e battaglie giuridiche indipendentiste,
il governo Cameron ha annunciato che
il popolo della Cornovaglia è stato formalmente dichiarato distinto da quello
inglese e dunque gli verrà riconosciuto
lo status di minoranza nazionale, come
scozzesi, gallesi e irlandesi.
E se anche tale cambiamento non dà
immediati risultati concreti in termini di
autonomia politica, certamente costituisce un ottimo punto di partenza per
futuri ulteriori sviluppi di carattere amministrativo, finanziario e legale. Alla
base di tutto c'è la Convenzione quadro
per la protezione delle minoranze nazionali (approvata in Europa nel 1995 e
ratificata nel Regno unito nel 1998), i
cui obiettivi generali “assicurano che
gli Stati firmatari rispettino i diritti delle
persone appartenenti a minoranze nazionali, impegnandosi a combattere le
discriminazioni, promuovere l’uguaglianza, preservare e sviluppare la cultura e
l’identità delle stesse, garantire alcune
libertà in relazione all’accesso ai media,
alle lingue minoritarie e all’educazione,
incoraggiando la partecipazione delle
persone appartenenti a minoranze nazionali alla vita pubblica”.
E se, dal punto di vista britannico, vari
componenti del governo in carica hanno
espresso il loro entusiastico apprezzamento per una decisione che riconosce
la storia e la distinta identità del popolo
di Cornovaglia (terra in cui molti di
loro, va detto, hanno una discreta base
di consensi elettorali), è però anche
vero che il passo appena compiuto
“complice anche l'indizione del referendum di autodeterminazione della
L
Cucina, attrazioni turistiche e pillole di tradizione
di una regione dal fascino particolare
St. Michael's Mount
Scozia, potrebbe però rivelarsi presto
un'insidia per il governo centrale di
Londra. Tale riconoscimento infatti –
sottolinea Luca Fusari su L'indipendenza
– potrebbe prefigurare la richiesta di
un percorso per ottenere maggiori autonomie territoriali ed un maggior decentramento degli affari interni da parte
del movimento nazionalista” locale. Che
fino ad ora ha combattuto le proprie
battaglie identitarie con estrema pacatezza e moderazione, presentando petizioni (nel 2001 ne fu indirizzata una
all'allora premier Blair) e dettagliate relazioni formali atte a dimostrare la distinzione identitaria linguistica e culturale
della Cornovaglia rispetto all'Inghilterra.
Un'azione lenta e meticolosa quindi,
appoggiata da un sempre maggior numero di persone, come dimostra il forte
e costante aumento, nei sondaggi, delle
percentuali dei favorevoli ad un più alto
grado di autonomia e dei consensi ai
movimenti nazionalisti come il Cornish
Mebyon Kernow guidato da Dick Cole.
Che sul suo sito ha commentato l'annuncio di Cameron dicendosi “felice
che il governo riconosca formalmente
il popolo della Cornovaglia come minoranza nazionale. E' bello che a tutti i
popoli celtici di queste isole vengano
offerte uguali protezioni. Stiamo facendo
una campagna su questo tema da oltre
15 anni e vorrei rendere un sentito
omaggio a tutti coloro che hanno avuto
un ruolo nella lunga lotta per assicurare
lo status nazionale di minoranza” alla
Cornovaglia.
Una lotta, come detto, combattuta senza
minacce secessionistiche o eccessi,
che passa attraverso il recupero di tradizioni culturali e linguistiche (il carnico,
anche se quasi estinto e parlato da poche persone, è oggetto di notevoli sforzi
affinché sia nuovamente diffuso e tramandato e si sta assistendo, negli ultimi
tempi, ad una certa inversione di tendenza nell'uso e nell'insegnamento scolastico) e la dichiarazione, nei moduli
del censimento, di essere di nazionalità
cornica anziché inglese. Chissà se, nelle
prossime celebrazioni della festa nazionale della Cornovaglia (St. Piran, 5
marzo), alle tradizionali iniziative se ne
aggiungeranno altre riguardanti l'indipendenza. Per ora “i cornici – scrive
Fabio Cavalera sul Corriere della sera
– si accontentano e scommettono: il referendum per l'indipendenza è dato
uno a cento nel 2030”.
• il patrono della Cornovaglia
è San Piran, un abate che visse
nella regione attorno VI secolo
• nella contea non ci sono prigioni attualmente in uso. L'unica
presente, che si trova nella cittadina di Bodmin, è stata trasformata in un museo
• in tutta la zona ci sono più
mucche che persone: la popolazione è infatti di circa 500mila
unità mentre gli ovini sono circa
800mila
• il piatto tipico locale è il Cornish Pasty, un fagottino ripieno
di patate e carne. Anticamente
era la colazione al sacco di pescatori, contadini e minatori
• delle 140 isole che costituiscono l'arcipelago delle Scilly
(situato a circa 40km dalla costa)
solo 5 sono abitate
• alla Cornovaglia sono legati
due nomi noti della letteratura
mondiale: John Le Carrè, che
vive a St.Buryan e la scrittrice
Daphne du Maurier, autrice del
romanzo “Rebecca la prima
moglie” (da cui è stato tratto il
film di Alfred Hitchcock con
Laurence Olivier), che giunse
nella cittadina di Fowey all'inizio
degli anni Venti e se ne innamorò. A lei è dedicato un importante festival letterario che
si tiene ogni anno nel mese di
maggio
• tra i vari castelli medievali
della regione, il più famoso è
quello di Tintagel, in cui secondo
la leggenda è nato Re Artù. Alla
figura leggendaria del celebre
sovrano è legata anche la Dozmary Pool, uno specchio d'acqua molto profondo situato nel
Bodmin Park, dove si dice che
la Signora del Lago custodisca
la spada Excalibur
• il capoluogo amministrativo
della Cornovaglia è Truro, una
cittadina di poco più di 20mila
abitanti. Meno di St.Austell, che
con i suoi 22mila residenti è la
più popolosa della regione
• sulla costa occidentale della
penisola di Lizard, a Poldhu
Cove, si può visitare il Marconi
Memorial, costruito nel punto
in cui sorgeva la stazione radio
da cui fu inviato il primo messaggio via telegrafo
• una delle principali attrazioni
della regione è St.Michael's
Mount, un'abbazia benedettina
dell'XI secolo poi trasformata
in un castello. Costruita su un
isolotto a poca distanza dalla
costa, è molto simile a Mont
St.Michel, in Normandia.
CDG
Le Home nations britanniche: status e struttura
L
e nazioni costitutive del Regno unito di Gran Bretagna
sono Inghilterra, Scozia,
Galles e Irlanda del Nord. Ad esse
si aggiungerà prossimamente anche la Cornovaglia. Amministrativamente e politicamente parlando, la loro struttura è variamente
configurata: di alcune materie specifiche se ne occupano infatti soltanto il Parlamento di Westminster
e il governo del regno (sono le
cosiddette “reserved matters”),
che amministrano anche la sfera
legislativa per l'Inghilterra. Vi sono
poi altri ambiti demandati ai governi delle singole nazioni, ovvero
il Parlamento scozzese, l'Assem-
blea nazionale del Galles e l'Esecutivo dell'Irlanda del Nord.
Le attività di governo, legislazione
e amministrazione dei vari territori
sono diversamente articolate e
comunque inquadrate nel contesto
del Regno unito, non sussistendo
per nessuna delle varie Home Nations lo status di indipendenza
politica. Ciascun paese nel corso
del tempo ha attuato una serie di
cambiamenti nel proprio status
interno, ma se anche l'identità di
ogni Paese si considera generalmente distinta, la nazionalità della
popolazione è comunque per tutti
unica, ed è quella britannica.
CDG
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Domenica 4 maggio 2014
Storia
CI AVVIAMO VERSO LA CONCLUSIONE DEL NOSTRO SPECIALE DEDICATO A QUEGLI ORRIBILI GIORNI DI APRILE DEL 1945
L’assassinio di Mussolini, settant’anni di menzogne e misteri
Tantissimi i buchi neri nelle versioni, ormai sbugiardate, che si sono susseguite nel tempo
di Emma Moriconi
a nostra piccola indagine
su come siano andate le
cose quel 28 aprile 1945
sta per giungere al termine, almeno per il momento.
Non certo perché sia rimasto poco
da dire ancora: concentrati in poche
ore, sono tantissimi i fatti che invece
andrebbero eviscerati. Ma per fare
un ragionamento completo si avrebbe bisogno almeno di un corposo
volume e in questa sede, com'è
ovvio, lo spirito è altro: cercare di
dare un contributo di chiarezza, sorvolando su alcuni aspetti che in
questa sede possono essere omessi.
Anche perché abbiamo rivissuto,
con i nostri lettori, per giorni, l'orrore
di quelle ore e di quelle vicende in
uno speciale che certamente andava
fatto, ed è stato doloroso per chi ha
scritto non meno che per chi ha
letto. E anche perché le nostre pagine
di storia, che quotidianamente sottoponiamo ai nostri lettori, hanno anche altro da raccontare di quel Ventennio tutto italiano che, con buona
pace dei mentitori in servizio permanente effettivo, tanto ha dato all'Italia.
Per settant'anni, lo abbiamo visto,
menzogne su menzogne si sono accumulate su quelle giornate convulse
e complesse della fine di aprile del
1945. Per decenni, però, e questa è
la cosa fondamentale su cui porre
l'attenzione, i libri di storia hanno infarcito le menti degli studenti con
L
quelle bugie. Dette anche male, bisogna dirlo. L'Unità che pubblica - lo
abbiamo visto - un resoconto sulla
morte di Mussolini pieno di contraddizioni facilmente contestabili (ma
perché tanto silenzio c'è stato nel
corso dei decenni? Perché a sollevare
i dubbi che palesemente quella versione forniva sono stati solo giornalisti?
Gli storici dov'erano?). Non solo: Audisio pubblica pure un libro, "In nome
del popolo italiano", che fa acqua da
tutte le parti. Possibile che il PCI, che
possiede una struttura peggio che
militare non abbia posto attenzione?
E poi, la scienza: i colpi da arma da
fuoco e le lesioni ricevuti in vita posseggono caratteristiche ben diverse
dai colpi e dalle lesioni ricevuti post
mortem. Non lo sapevano? E ancora:
una vicenda come l'assassinio di Benito Mussolini, il Duce, Capo del Fascismo, poteva davvero essere presa
così sotto gamba? Con un esame
necroscopico condotto con così scarsa cura? Con gente che entrava ed
usciva liberamente dalla sala settoria?
Con "ospiti" la cui presenza nell'obitorio di Milano quel 30 aprile non si
spiega in nessun modo?
Chi era, per esempio, l'uomo che si
appropriò del lasciapassare spagnolo
rinvenuto da Cova, di cui abbiamo
parlato nella scorsa puntata? Aveva
detto "sono un comandante partigiano", semplicemente. A che titolo
era lì? Perché Cattabeni non cita
Cova tra i medici presenti alla ricognizione? Che ci faceva il giornalista
Bruno Romani - grazie al quale la
Benito Mussolini
storia oggi possiede un documento
di eccezionale impatto, che descrive
l'atmosfera di quel luogo orribile in
quel giorno altrettanto orribile - che
si aggirava indisturbato nelle sale
dell'obitorio? Nessun controllo, nessuna autorizzazione ad entrare in
quel luogo, nessun rispetto, né per i
cadaveri lì ammassati né per i medici
al lavoro. Inspiegabile. Del resto,
molte solo le questioni inspiegabili
di quei giorni. Ma cosa racconta Romani? Lo riferisce lo speciale di
"Storia in rete", in edicola in questi
giorni: "Non si vedeva in giro né un
custode né un servitore [...] Sul pavimento, ammassati l'uno accanto
all'altro, giacevano centinaia di corpi
inanimati [...] Sulla maggior parte
di essi si leggevano espressioni di
terrore, come di chi aveva visto la
morte incombere su di lui. Altre
facce invece erano deformate da
smorfie di dolore, tanto da dare l'impressione che dalle loro labbra contratte uscissero dei lamenti o delle
grida [...] Nella morte erano tutti ritornati uguali: fascisti, partigiani, militari, cittadini ignoti giacevano senza
distinzioni sul freddo piancito e marcivano insieme. Su alcuni di quei
corpi, che i famigliari avevano riconosciuto, erano stati deposti dei
mazzi di fiori, oppure dei nastri rossi
o tricolori. Invece ad altri cadaveri
erano state conficcate nel ventre
aste di legno dalla punta aguzza
che reggevano dei cartelli recanti
le scritte: 'Traditore', 'Spia dei fascisti',
'Carogna fascista'".
Già, nella morte erano tutti uguali,
scrive Romani: i morti lo sanno.
Sono i vivi che spesso lo dimenticano.
"Ed ogni volta che uno di essi veniva
riconosciuto - continua il giornalista
- si verificavano le stesse scene: si
levavano striduli lamenti, preghiere
recitate ad alta voce, ed anche imprecazioni e maledizioni". Romani
riferisce anche di un personaggio
che, indisturbato, prendeva le misure
al corpo del Duce con un metro in
maniera meticolosa: voleva ricostruire la personalità di Mussolini
attraverso i suoi dati antropometrici.
"E lei ha rivelato nelle misurazioni
qualcosa di anormale?" aveva chiesto
il giornalista. "No, proprio nulla. Era,
nell'insieme, un uomo normale" aveva risposto l'uomo che, anch'egli,
era lì chissà a quale titolo.
UN GROSSO CUMULO DI COSE FATTE MALE, UNA SOLA CERTEZZA: SU QUELLE ORE SOLO INSPIEGABILI BUGIE
Se hanno mentito sulla morte del Duce...
Il fatto di aver raccontato fandonie su un fatto così eclatante, e di averle propinate sui libri di storia, dimostra che molto altro, di falso, è stato scritto e detto
Lo schema dei nove colpi come riportato da Pisanò nel volume
“Gli ultimi cinque secondi di Mussolini” e a destra il prof. Pierucci
n grosso cumulo di bugie,
insomma. E di cose fatte
male. Molte le domande
che restano irrisolte ancora oggi,
dopo quasi settanta anni. Ma almeno una certezza: hanno detto
e scritto un mare di fandonie. E la
cosa grave è che le hanno scritte
sui libri di scuola, che con esse
hanno riempito la testa dei giovani,
menti duttili, facili da manipolare.
Bisogna chiamare le cose con il
loro nome: si è trattato (e si tratta
ancora oggi) di manipolazione. E
U
questo aver appurato che di bugie
si è trattato fa nascere una riflessione: quante altre ce ne sono sui
libri che, ancora oggi, vengono
sottoposti all'attenzione dei ragazzi
in quell'istituzione della Repubblica
che dovrebbe essere la scuola?
Hanno mentito su una vicenda
grossa come l'assassinio di Mussolini, figuriamoci cosa hanno potuto fare sul resto. Nello specifico,
sui ventuno anni di Regime, ma
chissà su cos'altro.
A sbugiardare definitivamente le
numerose e tutte sballate versioni
diffuse nel tempo, le indagini scientifiche. Abbiamo già parlato dell'autopsia effettuata da Cattabeni
la mattina del 30 aprile 1945 all'obitorio di Milano, condotta in
condizioni a dir poco di confusione
totale. Ci sono poi le deduzioni
eccellenti di Aldo Alessiani, che
ricostruì la possibile dinamica attraverso il combinato studio del
referto dell'autopsia e delle foto
scattate sia a piazzale Loreto che
all'obitorio. C'è poi la consulenza
della squadra del prof. Pierucci, al
quale anche Pisanò si rivolse per
chiarire alcuni dubbi. Ecco, nello
specifico, alcuni dei quesiti proposti
da Pisanò: quanto colpi hanno
raggiunto Mussolini da vivo? Quali
sono stati mortali? Come si spiegano il colpo all'avambraccio destro
e quello al fianco destro? Quale
poteva essere la posizione del
braccio destro quando venne trapassato dal proiettile?
Pierucci si basa, per la sua indagine, sul verbale dell'autopsia del
3 aprile, sul rendiconto di Cattabeni,
sul verbale dell'autopsia effettuata
dopo il recupero della salma trafugata a Musocco dal prof. Cazzaniga, sul verbale di consegna
dei "resti mortali" al cimitero di
Predappio e sull'ormai noto "documento Cova". Inoltre è a sua
disposizione materiale fotografico
e cinematografico. Sorvolando
sui tecnicismi, ecco le conclusioni
di Pierucci: "Mussolini Benito da
vivo fu attinto da almeno otto
colpi di arma da fuoco, forse
nove: l'incertezza deriva dal fatto
che il colpo all'avambraccio Dx
potrebbe - una volta uscito essere ripenetrato nel corpo; ovvero potrebbe essere pertinente
ad un proiettile che già aveva trapassato il corpo annoverandosi
fra uno degli altri otto [...] Il verbale
d'autopsia non documenta un
foro d'uscita per il colpo che
attinse la regione sopraioidea: il
proiettile potrebbe dunque essere
"ritenuto" nei resti (non risulta che
il cadavere sia stato mai sottoposto
ad esame radiografico)" (!).
Ancora, dice Pierucci tra l'altro:
"Il colpo trapassante all'avambraccio Dx [...] è attribuito da
Cattabeni, "con tutta probabilità",
ad un atto di schermo con l'arto
alzato istintivamente, a mo' di
"scudo" contro la minaccia incombente. La spiegazione prospettata è del tutto compatibile
con l'obiettività traumatologica
[...] tuttavia non è l'unica plausibile;
anzi sul piano psicologico ("autopsia psicologica"), ci sembra
poco coerente con il comportamento di un giustiziando. D'altronde una lesione del genere,
anziché avere preceduto l'impatto
del proiettile sul corpo, potrebbe
avere seguito l'uscita del proietto
dal corpo stesso. Questa ipotesi
presuppone che Mussolini, all'atto
dell'esecuzione, avesse le mani
legate dietro la schiena, in modo
che il bordo ulnare dell'avambraccio Dx venisse a trovarsi dietro
il gluteo Dx, quadrante anterosuperiore, sulla stessa linea del
tramite con entrata al fianco". Pierucci non esclude che "l'avambraccio Dx di Mussolini sia stato
raggiunto dal colpo mentre tentava
d' impugnare un'arma con la
mano corrispondente". (Nella foto
la duplice immagine del braccio
dimostra le possibili angolazioni
che esso può aver assunto al momento in cui venne trapassato
dal proiettile).
Molte sono le informazioni che
Pierucci consegna ai posteri, tra
queste va certamente menzionata
questa che segue: "Le traiettorie
degli altri sette proiettili che raggiunsero il Duce [...] dimostrano
- come scrisse Cattabeni nel "rendiconto" d'autopsia - 'che l'esecuzione è avvenuta con il petto
del giustiziando rivolto alle armi'".
A Dongo, ai fucilati sul lungolago,
tale privilegio non fu concesso.
Insomma le indagini compiute
negli ultimi settanta anni hanno
portato certamente luce su molti
misteri. Molti sono ancora insoluti.
Ma resta la domanda più pesante
di tutte: perché tante menzogne?
[email protected]
7
Domenica 4 maggio 2014
OSTIA
Sfugge a controllo
e provoca incidente,
arrestato nomade
R
om, un’enciclopedia
di reati. Quotidianamente le forze di
polizia hanno un bel da fare
per tamponare i furti dei
nomadi nella capitale. Dal
rame alle manoleste, fino ai
topi d’appartamento. Anche
venerdì sono scattate le manette per un rom di 26 anni.
Da tempo gli agenti del
commissariato di Ostia erano sulle tracce di alcuni nomadi, segnalati sempre a
bordo della stessa auto, in
quanto sospettati di essere
gli autori di diversi furti avvenuti nella zona. Venerdì
sera, però, una pattuglia ha
notato l’auto sospetta. Il malvivente, per eludere il controllo dei poliziotti, ha tentato
la fuga per l’ennesima volta
e da lì è iniziato un inseguimento per le vie di Ostia,
durante il quale il giovane
nomade alla guida, noncurante della presenza nella
sua auto della moglie e dei
figli minorenni, ha tentato
in ogni modo di sfuggire
alla volante della polizia, fin
quando non ha provocato
un incidente con un’altra
auto ed è stato costretto a
fermarsi.
Il nomade, però, non ha gettato la spugna. E così si è
dato alla fuga a piedi, lasciando la moglie e i figli
minorenni in auto. Dopo un
breve inseguimento, i poliziotti lo hanno bloccato. L’uomo ha fatto di tutto per divincolarsi, ma alla fine è
stato arrestato.
Per fortuna, l’incidente non
ha causato danni ai passeggeri delle vetture coinvolte.
Il giovane nomade era al
volante dell’auto pur non
essendo in possesso della
patente di guida.
Dopo il controllo della macchina, il 26enne è stato inoltre trovato in possesso di
alcuni cacciaviti, mentre altri
li teneva con sé in tasca insieme ad una torcia.
Dovrà rispondere di resistenza e lesioni a pubblico
ufficiale, guida senza patente, omissione di soccorso
e possesso ingiustificato di
arnesi atti allo scasso.
Marco Compagnoni
Da Roma e dal Lazio
RICETTAZIONE
TORRE ANGELA
“Oro rosso”, continua
la caccia dei ladri
Ostiense,
in manette
“Bruno
lo zingaro”
L’ennesimo episodio nella capitale. I carabinieri hanno sorpreso
in flagranza di reato tre stranieri con un bottino di 70 kg di rame
di Antonio Testa
onostante
i numerosi
controlli
delle forze
di polizia,
non si placa il fenomeno dei furti di
rame nel Lazio. Vere
e proprie bande di
professionisti quasi
sempre stranieri che
arrivano dall’est Europa e lì ritornano per
piazzare il bottino.
Oggi, infatti, le quotazioni del ricco metallo si aggirano sui
6.500 euro a tonnellata. Una
ricerca, quella dell’oro rosso,
praticata nella capitale soprattutto dai residenti dei campi
rom.
L’ennesimo furto è andato in
scena sabato a Roma alla Magliana. Durante un controllo
della circolazione stradale, in
via Idrovore, i carabinieri del
Nucleo radiomobile di Roma
N
hanno sorpreso in flagranza
di reato tre uomini di 34, 36 e
46 anni – tutti provenienti dall’est Europa – nei pressi del
deposito Acea di materiali ferrosi, mentre trasportavano un
trolley. I carabinieri hanno così
trovato diverse trecce di “oro
rosso”, dal peso di 70 kg, custoditi nella valigia. Non solo:
i cavi erano tutti recisi, arroto-
lati, ripuliti della
guaina protettiva e,
pertanto, pronti per
essere venduti.
I tre sono stati immediatamente arrestati, accompagnati in caserma,
mentre la refurtiva
è stata sequestrata.
Successivamente,
i carabinieri hanno
quindi contattato
personale dell’Acea che, dopo
aver visionato i
cavi, li ha riconosciuti quale materiale utilizzato in esclusiva per
la rete elettrica nazionale. Inoltre, si è risaliti anche alla cabina
elettrica dalla quale, il 21 aprile
scorso, i cavi sono stati rubati.
Gli stranieri sono stati accompagnati presso il carcere di
Regina Coeli, a disposizione
dell’Autorità giudiziaria. Dovranno scrollarsi di dosso l’accusa di ricettazione.
aura all’Ostiense. Si era
presentato armato di pistola
in compagnia della madre
e della sorella a casa della cugina,
esigendo il libretto su cui suo
padre, zio della vittima, riceveva
la pensione. Non soddisfatto
della risposta negativa, B.L. 28enne noto col soprannome di
“Bruno lo zingaro” - ha dapprima
picchiato con calci e schiaffi la
cugina, per poi danneggiare con
violenza diversi suppellettili della
casa. Si è poi allontanato in
strada sparando alcuni colpi di
pistola in direzione del balcone
dell’appartamento.
Dopo aver raccolto le testimonianze della vittima e dei vicini, è
stato arrestato dai poliziotti nei
pressi della sua abitazione, a
Torre Angela. Con successivo
controllo, gli agenti hanno trovato
nell’auto di B.L un fucile a canne
mozze e 25 grammi di cocaina.
L’arma è risultata provento di un
furto del luglio 2013. Perquisendo
poi la cantina del suo appartamento, sono stati rinvenuti 5.800
euro in contanti, un bilancino di
precisione e un foglio manoscritto
con il conteggio del denaro, di
probabile provenienza illecita.
Dovrà rispondere di detenzione
illegale di armi e spaccio.
P
SI LITIGA PERFINO SUI PATROCINI
Roma:“no” alla vita, meglio il Gay pride
Nuove polemiche e accuse piovono sull’amministrazione Marino
A
ltre polemiche, come se piovesse, sulla giunta Marino. Il
Gay pride sì, la Marcia per
la vita no. I soldi non ci sono, ma
quando uno vuole li trova.
E’ polemica sulla richiesta di patrocinio respinta dal Campidoglio per
“mancanza di fondi” agli organizzatori della marcia. Domani migliaia
di persone sfileranno a Roma – il
corteo partirà alle ore 9 da piazza
della Repubblica, per poi concludersi
alle 12 in piazza San Pietro, in tempo
per l’Angelus di Papa Francesco per “affermare il valore universale
del diritto alla vita”.
Il percorso si snoderà lungo via Cavour, via dei Fori Imperiali, via del
Plebiscito, corso Vittorio e via della
Conciliazione. In migliaia sfileranno
contro quelli che definiscono “strumenti di morte”, come “Ru486, EllaOne, pillola del giorno dopo…” e
contro “una legge dello Stato (la
194/1978) che regolamenta l’uccisione deliberata dell’innocente nel
grembo materno, e i morti si contano
a milioni”.
I partecipanti alla marcia, però, dovranno perfino pulire le strade. E se
a qualcuno scapperà un bisognino,
dovrà correre in un bagno di un
bar. Oltre ai wc chimici e ai volontari
della Protezione civile, non ci sarà
nemmeno la distribuzione delle bottigliette d’acqua. Non solo. Alla ma-
nifestazione, alla quarta edizione ormai e che in passato ha sempre ricevuto il contributo del comune, il
sindaco della capitale ha già annunciato la sua assenza.
Tutt’altra storia invece per il Gay
pride del 7 giugno, dove l’amministrazione comunale, oltre a patrocinare l’iniziativa, alla quale il primo
cittadino questa volta non mancherà,
dal 12 al 18 maggio ha previsto pure
l’istallazione delle bandiere rainbow
sul Campidoglio e su tutte le sedi
municipali come “risposta all’omofobia e all’ignoranza”.
A chi troppo e a chi niente. A Roma
funziona così.
G.S.
LA VIRTUS CERCA IL COLPO IN LAGUNA
Dalmonte:“Servirà tanta energia in difesa”
Oggi pomeriggio alle 17 l’Acea scende in campo al Taliercio per guadagnare l’accesso ai playoff
ifficile trasferta per l’Acea Virtus Roma, che
oggi pomeriggio alle 17 affronterà al Taliercio
l’Umana Reyer Venezia. Per l’Acea si tratta di
una buona occasione portare a casa i due punti necessari a staccare il pass per i prossimi playoff,
contro una squadra (l’Umana) che invece è ormai
fuori dai giochi nonostante la rotonda vittoria di
giovedì nel posticipo contro Reggio Emilia, che ha
permesso proprio alla Virtus di conservare il sesto
posto.
“Sarà necessaria una buona lettura tecnico tattica spiega coach Luca Dalmonte presentando la partita
-, ma sarà altrettanto fondamentale mettere tanta
energia e durezza in difesa. Umana-Acea per noi significa innanzitutto una grande responsabilità difensiva,
l’uno contro uno deve essere prioritario nel nostro
piano partita, visto che la Reyer ha giocatori di
D
talento, che possono crearsi un tiro e spaccare individualmente la partita”.
Venezia gioca una sorta di corri e tira e limitare
questo tipo di gioco significherebbe avere il ritmo
partita nelle mani, mantenere un buon controllo del
possesso offensivo senza perdere troppi palloni e
non dare a Venezia quel timing di corsa necessario
per fare questo contropiede.
Per la Virtus le buone notizie arrivano
dall’infermeria:Riccardo Moraschini e Bobby Jonessono
pienamente recuperati dai rispettivi infortuni muscolari
e saranno a disposizione di coach Dalmonte.
“Sarà importante la nostra capacità di lettura dei
diversi quintetti che la Reyer può mettere in campo
- continua Dalmonte -, sia in difesa che in attacco:
dal punto di vista difensivo dobbiamo aspettarci
Smith da 4 e Peric da 5 o viceversa, due lunghi
capaci di colpire da 3 punti, quindi dovremo essere
bravi a reagire facendoci trovare pronti a cambiare
su tutti i pick and roll e pick and pop, mantenendo
sempre l’attenzione sull’uno contro uno dato che in
questi momenti gli spazi saranno dilatati. Di conseguenza, dal punto di vista offensivo, Venezia giocherà
con cambi sistematici sui pick and roll, quindi noi
dovremo essere capaci di leggere i vantaggi sul perimetro delle guardie contro Smith e Peric o, nell’area,
dei nostri lunghi contro gli esterni della Reyer”.
Tanti nuovi innesti per entrambe le squadre rispetto
alla gara di andata, finita 87-92 in favore degli orogranata: Mayo, Kanacevic e Szewczyk per la Virtus,
Vujacic, Johnson e Crosariol per l’Umana. Proprio i
due lunghi Szewczyk e Crosariol sono gli ex dell’incontro insieme a Giachetti e Vitali.
Fabrizio Cicciarelli
8
Domenica 4 maggio 2014
Dall’Italia
TORNANO IN ALTO MARE LE INDAGINI SULL'OMICIDIO DI BREMBATE
MASSIMA ALLERTA PER L’ALLUVIONE NELLE MARCHE
Yara, la 46enne identificata
non è la madre del killer
Maltempo: un morto
e un disperso
La donna di Clusone non è risultata idonea al test del Dna
di Francesca Ceccarelli
n altro passo indietro nelle indagini sull’omicidio di Yara
Gambirasio. La donna che nei
giorni scorsi era stata controllata dagli inquirenti poiché
considerata la madre del presunto killer
della vittima, indicato dagli inquirenti
come Ignoto Uno, era già stata identificata
nei mesi scorsi.
Non è la madre del killer la donna di 46
anni, che da ragazza frequentava un
istituto scolastico di Clusone, e che secondo recenti notizie il Ros dei carabinieri
stava cercando di identificare per un
accertamento, era già stata controllata
nei mesi scorsi dagli inquirenti che indagano sull’omicidio della ragazzina di
13 anni di Brembate Sopra, rapita e uccisa quattro anni fa.
Il Pubblico Ministero Letizia Ruggeri ha
disposto che venga effettuato un confronto fra il dna del killer di Cene, Isaia
Schena, presunto colpevole di aver ucciso una giovane rumena, con quello di
Ignoto 1, il presunto assassino della giovane promessa della ginnastica artistica.
Si tratta soltanto di un controllo che
viene effettuato per scrupolo, visto che
ci si trova nelle indagini ad un vicolo
cieco. Era già stato fatto un’altra volta
un test di questo tipo, quando era stato
fatto un controllo con il dna del killer di
Lodi, l’uomo arrestato per l’omicidio di
Lavinia Simona Ailoaiei.
Anche quella prova si è rivelata un buco
nell’acqua. Tante le strade che si cerca
di ripercorrere per arrivare alla verità.
“Chi sa parli, vogliamo giustizia, lo dobbiamo agli altri nostri figli”: è questo
l’appello a Sky Tg24 e Bergamo tv di
U
Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) nel novembre
di tre anni fa, e poi ritrovata cadavere in
un campo a Chignolo d’Isola il 26 febbraio successivo. “Interrompo il silenzio
per lanciare un appello: so che tutti si
stanno impegnando per la risoluzione
di questo caso ma non è bastato. Io e
mio marito viviamo sospesi con la paura
che quello successo a nostra figlia possa
ripetersi per mezzo della stessa mano
– le parole di Maura -. Viviamo con la
speranza che chi sa qualcosa si faccia
avanti senza paura. Abbiamo fiducia
nella giustizia umana oltre che in quella
divina e attendiamo con ansia che il responsabile venga finalmente assicurato
alla stessa e messo in condizione di
non nuocere in più“.
Decine e decini gli interventi della Protezione
civile in vari centri della regione
di un morto e un disperso
il bilancio dell’ ondata di
maltempo che si è abbattuta
sulle Marche colpendo in particolare Senigallia e l’hinterland.
Il sistema regionale della Protezione civile è operativo da ore
per gestire la pesante situazione
causata dal maltempo nelle Marche. Le criticità maggiori si registrano a Senigallia, con intere
zone allagate, come quelle a ridosso dell’uscita autostradale
(chiuso il casello sia in entrata
che in uscita) e del distaccamento
dei Vigili del Fuoco.
A Senigallia si stanno concentrando i mezzi di soccorso (anche
da fuori regione) e il volontariato.
Il direttore del dipartimento della
Protezione Civile, Roberto Oreficini, e il comandante regionale
dei Vigili del Fuoco, Giorgio Alocci,
stanno coordinando gli interventi
dalla città. L’invito alla popolazione
è quello di non uscire di casa, se
non per inderogabili necessità
ed eventualmente di portarsi ai
piani superiori delle abitazioni,
laddove l’acqua avesse già invaso
gli edifici. Gli elicotteri del 118 e
dei Vigili del Fuoco stanno operando in stretta collaborazione
per gestire le emergenze. È stato
allertato anche il Soccorso alpino
che interverrà a richiesta.
Al momento gli interventi sono
concentrati nel recupero e assistenza alle persone, in particolare
quelle a ridosso degli edifici scolastici dove alcune scolaresche
devono essere evacuate.
Per quanto riguarda la viabilità e
la mobilità, le ferrovie e l’aeroporto
sono operativi, così come la Statale 16, dove però posti di blocco
È
impediscono l’accesso alle aree
allagate.
Anche le sezioni marchigiane della
Croce Rossa italiana e dell’Anpas
sono state attivate dalle prime ore
della mattinata. La pesante situazione nel Senigalliese ha richiesto
la concertazione degli interventi
operativi nella zona. Da Morciano
di Romagna e da Pescara sono in
arrivo mezzi anfibi della Cri per i
soccorsi nelle aree allagate e il recupero delle persone in pericolo.
Situazioni critiche si registrano
pure a Osimo, Ostra, Corinaldo e
Chiaravalle dove sono stati subito
attivati i centri operativi comunali.
Il sindaco di Senigallia Maurizio
Mangialardi ha diffuso un appello
in cui chiede ai cittadini di "non
interferire con le operazioni di sicurezza. "Chiediamo a tutti di collaborare restando in zone sicure
e di non utilizzare le autovetture"
aggiunge il sindaco. I cittadini
vengono invitati anche a seguire
"le indicazioni dell'amministrazione
comunale che verranno divulgate
con regolarità e tempestività". Il
sindaco sottolinea che l'emergenza
maltempo ha determinato "l'immediata mobilitazione di tutti gli
organismi e degli uomini destinati
alla sicurezza pubblica".
In particolare "le scuole sono
state prontamente avvertite dell'allerta e tutti gli studenti sono
stati messi in sicurezza nei piani
superiori dei vari plessi. Le vie di
accesso alla città e le strade più
a rischio sono continuamente
monitorate, mentre squadre di
uomini della protezione civile e
dei vigili del fuoco stanno effettuando sopralluoghi nelle zone
più esposte".
NUOVI ELEMENTI SULLE INDAGINI DEL GIALLO DI PERUGIA
IN TV I COLLOQUI CON IL PERITO CHE VALUTERÀ L'IPOTESI DEI DOMICILIARI PER LA MAMMA DI SAMUELE
Caso Meredith, spunta
un nuovo video
Franzoni:“Voglio tornare a casa”
Alla trasmissione “Quarto Grado”
mostrate immagini inedite
rriva una nuova possibile
traccia nel giallo di Perugia: dopo quattro giorni
dal deposito delle motivazioni
della sentenza di condanna per
Amanda Knox e Raffaele Sollecito, alla trasmissione "Quarto
Grado" è stato mostrato in esclusiva un video che potrebbe mettere in dubbio la ricostruzione
di quanto accaduto.
Si tratta di un filmato registrato
da una telecamera di videosorveglianza di un parcheggio, installata a pochissima distanza
dalla villetta di Via della Pergola.
Questi gli estremi del video: è il
primo novembre 2007, quando
intorno alle ore 21 (ore 20:53
riporta il fotogramma) si vede
transitare una giovane donna.
La ragazza inquadrata entra in
un parcheggio utilizzato dai pedoni come scorciatoia per raggiungere il centro città. Chi propone il video ravvede una so-
A
miglianza con la studentessa
americana: eppure a quell'ora
Knox ha sempre dichiarato di
essere stata a casa di Sollecito,
si spiega in un comunicato di
Retequattro.
Che prosegue: "Appena due minuti prima, la stessa telecamera
registra il passaggio di Meredith
Kercher, diretta verso la villetta
dove poco dopo verrà uccisa.
La Polizia ha analizzato quei fotogrammi, ma ha segnalato solo
il passaggio di Meredith Kercher.
Al contrario, la donna misteriosa
non è stata mai identificata. Potrebbe trattarsi di Amanda?", si
interroga "Quarto Grado".
In caso contrario, comunque la
testimonianza della ragazza immortalata dalla telecamera di
sicurezza avrebbe potuto offrire
spunti agli inquirenti, vista la
sua presenza in Via della Pergola
a quell'ora, si legge nel comunicato.
La donna ha espresso il desiderio di tornare nella sua abitazione a Cogne
Sento il bisogno di
tornare in quella casa.
Non sarà facile, perchè è dove Samuele ha
vissuto felice e dove è stato
ucciso. Non voglio rinnegare quei ricordi, non voglio perderli. Ho voglia di
tornare lì, perchè stare lontano è come voler dimenticare... Non posso permetterlo: non è giusto”.
Così Annamaria Franzoni,
che ad oggi sta scontando
16 anni di condanna proprio per l'omicidio del figlio
Samuele trovato morto nella casa di Cogne, ha dichiarato ad Augusto Balloni,
il professore incaricato di
stabilire se la donna possa
ottenere la detenzione domiciliare, la sua volontà.
Nella sua perizia, Balloni
ha concluso che Annamaria
Franzoni presenta “condizioni di pericolosità sociale”, proprio quando il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha
chiesto ulteriori approfondimenti per
“
prendere una decisione tra due mesi.
Le ultime considerazioni della donna
durante le sedute con il perito sono
state rese note durante l’ultima puntata
di 'Quarto Gradò su Retequattro.
“Ho sempre respirato da
mia madre un senso materno molto forte. Lo stesso
che ho io, perchè sento
come priorità, come donna, la famiglia , ha spiegato
Annamaria Franzoni. “Non
ho mai pensato alla carriera. Quello che mi gratifica di più e mi fa stare
bene è tenere la casa, stare
con i miei figli, stare con
mio marito, fargli trovare
quel calore materno di moglie. Penso sia lo scopo
della vita. Quello che ho
respirato a casa mia è questo: la normalità dei figli,
la dedizione. Ho mostrato
le foto di Samuele - aggiunge -, perchè insinuavano che non fosse sano.
Volevo proteggerlo. Ancora
oggi lascio la tomba bianca, senza
nome: nessuno sa dov'è per tutelarlo.
Ho cercato di difendermi, di difendere
la dignità di Samuele”.
9
Domenica 4 maggio 2014
Dall’Italia
SI RIAPRE IL CASO DEL BAMBINO SCOMPARSO IL 7 MAGGIO DE L 1 9 9 0
Pasqualino Porfidia si cerca nei cunicoli di Marcianise
La vicenda è stata riaperta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere
di Francesca Ceccarelli
iaperto dalla Procura di
Santa Maria Capua Vetere
il caso relativo alla scomparsa di Pasqualino Porfidia, il bambino di Marcianise di cui si è persa ogni traccia il 7
maggio del 1990, quando aveva 8
anni e mezzo (oggi ne avrebbe 32).
Il piccolo fu visto l'ultima volta intorno
alle 11.30 nel quartiere di San Giuliano, dove viveva con la famiglia,
mentre era seduto su una panchina.
Oggi gli inquirenti, sulla base di nuovi
e rilevantissimi elementi sono decisi
a chiudere il caso grazie anche alle
nuove tecnologie scientifiche di indagine: il Gip del Tribunale di Santa
Maria Capua Vetere cui si è rivolta la
Procura, ha ritenuto fondati gli elementi contenuti nell'istanza depositata
il 7 marzo scorso dai familiari di Pasqualino.
A venti giorni dalla presentazione
della richiesta, infatti, gli inquirenti
hanno voluto ascoltare la madre, la
sorella e il fratello dello scomparso:
grazie a queste nuove dichiarazioni
i carabinieri, delegati alle indagini,
cercheranno in particolare le ultime
R
tracce del bambino nel sottosuolo.
Una in particolare la traccia che
gli inquirenti stanno seguendo con
determinazione poichè porterebbe
a concentrare le ricerche in alcuni
cunicoli sotterranei che dal quartiere di Puzzaniello si snodano nel
sottosuolo marcianisano fino ad
arrivare addirittura in Piazza Carità,
nei pressi della Chiesa dell'Annunziata. Saranno risentiti gli amichetti di allora di Pasqualino con
una nuova attenzione al filone investigativo che porta a Milano:
proprio li infatti a Marzo si è consumato il suicidio di un uomo sulla
trentina, originario di Marcianise, che
in una lettera scritta prima di uccidersi
avrebbe raccontato di aver subito
numerosi abusi quand'era bambino
e risiedeva a Marcianise. Si ritiene
che nella lettera siano rivelati elementi
fondamentali che hanno convinto la
Procura a riaprire il caso. "La Procura
– ha spiegato l'avvocato Salvatore
Gionti, che assiste la famiglia dello
scomparso - è stata molto celere nel
comprendere che c'erano elementi
importanti per riaprire il caso. Dopo
due archiviazioni e tante parole e il-
lazioni è arrivato il momento di scrivere la verità su quanto accaduto a
Pasqualino; ci sono molti interrogativi
da chiarire – prosegue il legale –
come quello relativo alla presenza
di piccoli tunnel che partono proprio
dalla zona di san Giuliano in cui risiedeva Pasqualino con la famiglia; lì
non si è mai andato a vedere ma
oggi, con i geo-radar, è possibile
eseguire controlli accurati. E' poi necessario risentire gli amici di Pasqualino, che oggi sono maggiorenni
e potrebbero avere una diversa sensibilità. Bisogna chiarire, inoltre, il
ruolo di alcune persone che abitavano nelle vicinanza della famiglia
e che in quei giorni si comportarono in maniera piuttosto strana,
non partecipando per esempio
alla continue ricerche. Nell'istanza
comunque la famiglia – che si è rivolta all'Unità Prevenzione Rischio
Criminologico guidata dalla criminologa Immacolata Giuliani –
non ha mai parlato di pedofilia, e
la stessa decisione di riaprire il
caso ha tenuto conto solo degli
elementi da noi forniti".
Più volte però negli anni sulla vicenda si è affacciato l'incubo del
giro di pedofili in cui sarebbe finito
Pasqualino: era il 2000 quando la trasmissione "Chi l'ha visto?" intervistò
un cugino, suo coetaneo, che riferì
come nella sala giochi frequentata
dal gruppo di bambini venisse spesso
un adulto, di circa trentatré anni, che
cercava di vendere riviste pornografiche ai piccoli frequentatori della
bisca. Il ragazzo però raccontò di
non ricordare di aver visto Pasqualino
uscire dal locale con quest'uomo. Alcuni giornali pornografici furono anche ritrovati in una cassetta degli attrezzi presso la stazione di Marcianise,
che i bambini usavano come punto
di ritrovo del gruppo. La pista però
non ha mai trovato conferme. Due
macchine sospette sarebbero state
notate vicino casa di Pasqualino nei
giorni che hanno preceduto la sua
scomparsa. Si tratterebbe di una Lancia Beta bianca e un Alfa Sud grigiometallizzato. Inoltre i bambini avrebbero raccontato dell'inquietante presenza di un uomo che, più di una
volta, avrebbe distribuito banconote
da mille lire ai bambini, vicino alla
sala giochi che frequentavano.
La madre del piccolo, inoltre, ha tirato
più volte in ballo uno dei parroci del
paese, Don Carlo, dicendosi sicura
che il prete sapesse qualcosa ma
avesse deciso di non parlare o per
paura o per gli obblighi derivanti
dal segreto confessionale. Lo stesso
prelato però, che oggi è in pensione
e vive a San Cipriano d'Aversa, ha
smentito. Decisive, inoltre, per la presentazione dell'istanza, sono state le
consulenze psicologiche fornite alla
mamma e alla sorella di Pasqualino
dall'associazione 'Noi Voci di Donne';
durante le sedute di ascolto sono
emersi gli elementi poi confluiti nella
richiesta.
NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO IN PROVINCIA DI PIACENZA
Amazon: a Castel San Giovanni 1000 posti liberi
Inaugurato un centro operativo dell'azienda tra le più innovative d'Europa
inalmente operativo: il Centro per la logistica di Amazon Italia, situato a Castel
San Giovanni, ha dato ufficialmente l’annuncio. Oltre 70.000 i metri quadrati occupati
dalla struttura. Fino a 1000 le posizioni previste
nei prossimi 3 anni, sia operative sia manageriali.
Ampio tanto quanto 9 campi da calcio con la
sua superficie di oltre 70.000 metri quadrati e
pronto per ospitare fino a 1000 le posizioni, a
tempo determinato o indeterminato, nei pros-
F
simi 3 anni, sia operative sia manageriali, oggi
il nuovo Centro di Distribuzione di Castel San
Giovanni è stato inaugurato ufficialmente.
Annunciato a gennaio 2013 e ultimato 9 mesi
dopo, dal 2011 sono stati creati oltre 420 posti
di lavoro a tempo indeterminato e Amazon
ha intenzione di raggiungere circa 1000 posizioni, a tempo indeterminato o determinato,
nei prossimi 3 anni. Le opportunità di lavoro
riguardano ruoli come addetto alla ricezione
merci, allo smistamento, all'imballaggio, alla
spedizione, e anche posizioni di Team-leader
e manageriali.
Il nuovo Centro di Distribuzione è una infrastruttura logistica tra le più innovative in
Europa che consente una rapida evasione
degli ordini. E' stata gestita la spedizione di
oltre 199.000 prodotti, di cui 34.000 erano
destinati a clienti in Europa, nella giornata di
picco degli ordini registrata lunedì 16 di-
cembre 2013 (109 ordini al minuto).
Il nuovo Centro di Distribuzione conterrà anche
gli articoli di oltre 7.000 aziende interessate a
vendere i loro prodotti attraverso Amazon Marketplace e a spedirli tramite il servizio di logistica di Amazon (FBA).
Per coloro che fossero interessati a posizioni
relative al Centro di Distribuzione di Castel
San Giovanni, è possibile consultare la pagina
amazon.it/lavoro per ulteriori dettagli. Il nuovo
polo logistico di Amazon, realizzato in appena
9 mesi, impieghera entrà i prossimi 3 anni,
ben 1000 lavoratori, dei quali circa 400 da
subito, diventando cosi un traino per l'area
particolarmente interessante.
BERGAMO
A NAPOLI SVOLTA NELL'INCHIESTA SULL'INCIDENTE DEL VIADOTTO ACQUALONGA
Gare clandestine
organizzate su Facebook
Strage bus: la revisione era falsa
n giro di gare clandestine
in motocicletta organizzate
attraverso Facebook all'interno di un centro commerciale di Zanica, nel Bergamasco.
Una vicenda scoperta grazie ad
alcune segnalazioni fatte agli
agenti che hanno portato alla
luce un'organizzazione di giovanissimi, identificandone alcuni
e sequestrando video amatoriali.
Dieci di loro sono stati denunciati per organizzazione di competizioni non autorizzate in velocità con veicoli a motore e
partecipazione alle gare.
Le gare, cui assistevano decine
di giovani, erano organizzate
da un ragazzo italiano, B.D.F
19 anni, il quale pubblicizzava
i dettagli dell'evento (data, luogo
e ora) su Facebook. Quando
sono intervenuti gli agenti, i
due centauri in gara sono scappati come molti altri spettatori.
Gli agenti della Polizia locale
U
Indagati due funzionari della Motorizzazione
volta a Napoli nel caso
dell’incidente del bus
nel viadotto Acqualonga:
una perizia grafologica ha
stabilito infatti la non autenticita' del certificato di revisione rilasciato dalla Motorizzazione civile di Napoli
alla ditta "Mondo Travel" per
la revisione del pullman Volvo
che il 28 luglio precipito' dal
viadotto dell'autostrada A16
Napoli-Canosa provocando
40 vittime. Due dipendenti
della Motorizzazione Civile di Napoli sono
stati raggiunti nei giorni scorsi da un
avviso di garanzia per falso in atto pubblico,
Vittorio Saulino e Antonietta Ceriola, che
erano stati ascoltati dai magistrati della
procura di Avellino alcuni mesi fa, come
persone informate sui fatti.
Il certificato di revisione fu fornito dalla
Motorizzazione civile pochi giorni dopo
l'incidente, ma suscito' l'attenzione degli
inquirenti da subito. Secondo quanto si
e' appreso, ai magistrati il certificato
S
sono però riusciti a fermare ed
identificare dieci ragazzi e hanno
anche sequestrato anche alcuni
file dei video amatoriali delle
gare, che si svolgevano anche
lungo le vie cittadine e che condividevano sulla Rete.
Sono stati denunciati per Organizzazione di competizioni
non autorizzate in velocità con
veicoli a motore e partecipazione
alle gare, che prevede la reclusione da uno a tre anni e una
multa da 25mila a 100milaeuro.
Due minorenni sono stati denunciati alla Procura dei Minori
di Brescia, gli altri alla Procura
di Bergamo.
sembro' da subito prodotto ad hoc e nel
corso dell'interrogatorio il funzionario
incaricato delle operazioni di revisione
disconobbe la propria firma in calce al
documento, sostenendo di non averlo
mai visto. Il sostituto procuratore Adriano
Del Bene contestava infatti l'ipotesi che
il certificato fosse stato compilato successivamente al marzo 2013, data della
revisione, perche' non corredato dalla
richiesta della ditta Lametta e dalla ricevuta del versamento per la tassa gover-
nativa. Di fronte ai dinieghi
del funzionario, il pm ha disposto una perizia grafologica, affidata al consulente
Silvana Iuliano, che ha accertato l'autenticita' della
firma di Vittorio Saulino. Di
qui il provvedimento giudiziario per falso in atto pubblico a carico suo e anche
di Antonietta Ceriola, che
con le proprie credenziali
di accesso al sistema informatico della Motorizzazione, avrebbe falsificato informaticamente
l'esito regolare della revisione.
Un’indagine che non si e' limitata pero'
al solo caso del bus Volvo: gli inquirenti
infatti hanno fatto ulteriori verifiche sull'intero fascicolo della ditta Lametta,
presso gli uffici della Motorizzazione
civile dalle quali e' emersa anche un'altra
revisione sospetta. L'impresa aveva gia'
comunque subito in seguito all'incidente
la sospensione di tutte le licenze per il
trasporto di persone.
10
Domenica 4 maggio 2014
Cultura
DAL 29 APRILE ALL’8 MAGGIO AL TEATRO COMETA DI ROMA
“Buona Domenica... nel camerino”
Protagonisti dello spettacolo Edoardo Siravo e Emanuela Aureli
di Francesca Ceccarelli
aranno il noto e apprezzato
attore di teatro, cinema e televisione, conosciuto dai più
come commissario Vincenzo Leoni nella serie Tv Vivere, Edoardo Siravo e la poliedrica
Emanuela Aureli, famosa per le sue
innumerevoli e irresistibili imitazioni,
a interpretare "Buona Domenica" di
Dany Laurent (autrice del famosissimo libro "il tasso con gli occhiali"
tradotto in tutto il mondo), per la
regia di Roberto Ciufoli.
Una commedia francese brillante
che descrive con profondità e ironia i rapporti d'amore che possono
nascere nel mondo del lavoro, e
in questo caso nel mondo del teatro. Pietro è il classico attore narciso ossessionato da se stesso, in
più con il vero terrore di invecchiare e continuamente preso da
un dialogo solitario con il ritratto
della madre che incombe sulla
sua testa. Matilde è la sua assistente, e quindi gli fa da massaggiatrice, infermiera, suggeritrice,
psicoterapeuta. Ma fra i due, molti
anni prima, c'è stato un appassionato rapporto d'amore, interrotto
da lei senza alcuna spiegazione.
S
Adesso è il momento della resa
dei conti: gelosia, infedeltà, possesso, egocentrismo diventeranno
i veri protagonisti di questa introspezione psicologica condotta nel
segno tipico della cultura francese:
spietata, esatta, sempre incredibilmente leggera.
“Scrivere di regia è parlare di progetti, idee, disegni mentali e concetti
ma non di certezze e questo mi
piace.
Uno spettacolo è materia viva che
cresce ed evolve, anche se gli si
indicano strade e mete da raggiungere, non si sa mai davvero che
viaggio sarà.
Partiamo con bagagli adeguati, un
ottimo testo, bravi attori, collaboratori
di livello e una buona produzione.
Accidenti, non abbiamo alibi.
Due personaggi, due storie in una
storia comune, un pianeta e un satellite, una luna luminosa, con una
faccia nascosta, che non abbandona
mai l’orbita del pianeta che gira
solo su se stesso.
Pietro, un attore di successo, egocentrico e trombone, irresistibile
nel suo essere impermeabile al
mondo che lo circonda.
Matilde, la sua sarta, il suo punto di
riferimento, il bersaglio prediletto
dei suoi capricci.
In un camerino, più luogo mentale
che retropalco, un botta e risposta
serrato, feroce, acuto e disarmante,
divertente e intimo, che in quell’ora
che precede la messa in scena del
Misantropo, svolge e riavvolge una
vita di abbandoni, egoismi, slanci,
fughe e figli nascosti, di orbite che
si incrociano e non si staccheranno
mai. Non vedo l’ora di vederlo.”
Dany Laurent è una celebre autrice
francese nata a Belfort nel 1942.
Inizia scrivendo fiabe per i bambini
che mette in scena partecipandovi
anche come attrice. Il suo racconto
“Il tasso con gli occhiali”, tradotto
in tutto il mondo, è pubblicato anche in Italia. Nella sua carriera di
scrittrice ha ricevuto molti premi
fra cui il prestigioso Molière.
DAL 18 APRILE AL 28 SETTEMBRE 2014 A PALAZZO CIPOLLA
Terry O’Neill e le icone pop in mostra
I miti di un’epoca rappresentati dal fotografo britannico
l Museo Fondazione Roma,
Palazzo Cipolla, dal 18 aprile
al 28 settembre 2014, ospita
le opere del grande fotografo
Terry O’Neill con una retrospettiva intitolata "Terry O’Neill. Pop
Icons".
Una carrellata di ritratti che raccontano attraverso i volti dei
miti del cinema, della musica,
della moda, della politica e dello
sport, la carriera artistica del
fotografo britannico.
La mostra promossa dalla Fondazione Roma, prodotta e organizzata da Arthemisia Group
e da 24 ORE Cultura – Gruppo
24 ORE, offre un’ulteriore testimonianza di come il culto della
I
celebrità, leitmotiv degli anni
’60 - ’70, abbia notevolmente
influenzato il lavoro degli artisti
dell’epoca.
Inaspettatamente il lavoro di O’Neill può essere accostato a
quello di Andy Warhol ossessionato per le immagini e la notorietà, le cui opere sono esposte
contemporaneamente a quelle
del fotografo.
L’artista americano padre della
Pop Art fin dall’infanzia colleziona
autografi di star, presagendo il
dilagare della mania dell’immagine.
Nel suo studio, la famosa Factory, Warhol raccoglie intorno
a sé un gran numero di artisti,
scrittori, musicisti e figure underground e i ritratti scattati con
la sua polaroid costituiscono la
base dei suoi iconici dipinti fotografici.
Curata da Cristina Carillo de Albornoz, la retrospettiva dedicata
a Terry O’Neill, contiene alcuni
dei suoi lavori più celebri, 47
ritratti che documentano i momenti più intimi e naturali delle
icone del pop degli ultimi 40
anni.
“Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento
giusto: la Londra degli anni 60.
Avevi l’impressione che ogni
giorno succedesse qualcosa di
rivoluzionario” racconta Terry
O’Neill.
Nato a Londra nel 1938 può essere definito uno dei fotografi
più celebri del nostro tempo
che ha saputo cogliere, con straordinaria abilità, immagini autentiche e spontanee di molte
delle leggende del Novecento;
personaggi che hanno segnato
la storia diventando delle vere e
proprie icone. Politici, cantanti
e attori con lui trovano la chiave
perfetta per esprimere al meglio
la loro personalità.
Collabora con riviste importanti
come Rolling Stone e Vogue, e
con altri celebri colleghi, tra cui
David Bailey, Terence Donovan
e Brian Duffy.
Tutti autori di quelle fotografie
che hanno immortalato la “Swinging London” di quegli anni. I
suoi archivi, recentemente rior-
dinati, rivelano la sua visione
poetica della bellezza e del mito
degli anni ‘60 e ’70.
I suoi scatti più belli sono spesso
rubati dietro le quinte di set cinematografici e concerti, momenti informali nei quali i soggetti potevano sentirsi liberi di
essere se stessi.
O’Neill entra letteralmente a far
parte delle loro vite, trascorrendo
con loro intere giornate in piena
sintonia con il clima rilassato e
disinvolto dell’epoca.
La sua grande abilità nel gestire
le pubbliche relazioni in rapporto
allo star system insieme alla
capacità di essere per i suoi
soggetti un osservatore discreto,
gli ha permesso di illustrare il
successo dalla A alla Z. L’uso
della più leggera e maneggevole
35mm, una novità assoluta per
l’epoca, lo ha aiutato a rendere
il suo stile naturale e inconfondibile.
Terry O’Neill, il cui sogno era
diventare un batterista jazz, ha
cominciato la sua carriera nel
dipartimento di fotografia della
British Airways nell’aeroporto
di Heathrow di Londra, dove fotografava i viaggiatori che arrivavano nel paese.
Nel 1959 inizia a lavorare per il
periodico Daily Sketch. Nel 1963,
per lo stesso periodico, scatta
la prima fotografia dei Beatles,
negli studi di Abbey Road in
occasione dell’uscita del loro
primo album Please Please me,
per la prima volta un gruppo
musicale appare sulla copertina
di un periodico britannico. A
questa foto ne seguono molte
altre, dai Rolling Stones, a David
Bowie ed Elton John. Nello stesso periodo ritrae le grandi icone
della moda da Twiggy a Jerry
Hall. A 26 anni decide di andare
a Hollywood. I suoi amici, Micheal Caine e Richard Burton,
gli aprono le porte del mondo
del cinema, permettendogli così
di immortalare star del calibro
di Clint Eastwood, Paul Newmann, Sean Connerry e Robert
Redford.
Vivendo tra i miti dello spettacolo
e avendo con loro un rapporto
di grande vicinanza e complicità,
nei suoi cinquant’anni di carriera
O’Neill realizza alcuni dei ritratti
più autentici, da Frank Sinatra
(fotografato nell’arco di trent’anni) a Elvis Presley, da Elton
John a Bono Vox, da Elizabeth
Taylor a Audrey Hepburn, da
Brigitte Bardot a Ava Gadner
fino a Marlene Dietrich.
Terry O’Neill e Warhol hanno ritratto entrambi, in maniera stupefacente, gli stessi personaggi
leggendari come Elvis Presley
ed Elizabeth Taylor, per citarne
solo alcuni.
Tutti e due hanno cercato di
cogliere ed esaltare l’essenza
di ciascuno dei loro soggetti
esprimendone la grandiosità e
consacrandoli a icone senza
tempo.
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Domenica 4 maggio 2014
Cucina
AL GIORNALE D’ITALIA PARLA LO CHEF MASSIMILIANO ALAJMO
Gli ingredienti immancabili? Pane, olio e vino
Questo il trio perfetto che deve essere sempre presente in tavola
DAL 17 AL 19 MAGGIO NEL CUORE
DEL QUARTIERE GARBATELLA
“Culinaria, il gusto dell’identità”
Un evento dedicato al cibo a 360°:
incontri e degustazioni e molto altro
“
di Francesca Ceccarelli
Da anni ormai la cucina è stata sdoganata: da emporio per pochi rinomati
chef a piazza in cui tutti possono cimentarsi. Il merito di questo cambiamento è stato anche della televisione
che ha proposto format ad hoc. Cosa
pensa al riguardo?
Va fatto un doveroso distinguo tra cucina
e spettacolo, altrimenti si generano inutili
fraintendimenti. Il mio mestiere non è
quello di giudicare ma di cucinare e far
star bene i miei clienti.
In Italia più che mai cucinare non è
solo un’attività ma una vera e propria
filosofia di vita: che conoscenza hanno
gli italiani dei piatti che portano in
tavola secondo lei?
La cucina è molto introspettiva, in tal
senso la conoscenza risulta un ambito
relativo al singolo.
lare, ricca di contaminazioni e di un territorio generoso.
Ogm, fast food e surgelati vari: non
tutti sembrano predisposti a usare
mattarelli e padelle. Quale consiglio
si sente di dare a chi non se la cava
molto bene in cucina?
Andate al ristorante.
Lei come altri suoi colleghi ha sdoganato l’uomo ai fornelli: le donne
non detengono più il potere in cucina
soprattutto se si parla di alta cucina.
Perché è assai raro trovare su riviste
patinate o nelle guide più prestigiose
il nome di una grande chef?
Non la penso così.Trovo che ci siano sempre
più cuoche che si distinguono in cucina.
Girando per le cucine mondiali quale
pensa sia la marcia in più, se c’è,
della gastronomia italiana? Perché ci
invidiano gli chef da tutto il mondo?
La nostra è una cucina molto varia e so-
E infine non possiamo non chiederle
un consiglio: quali sono secondo lei
gli ingredienti che non devono mai
mancare nella cucina di un italiano?
Pane, olio e vino.
Culinaria, il Gusto
dell’Identità”: torna
il grande evento dedicato al cibo ed aperto
completamente al grande
pubblico. Si tratta di un
luogo in cui possono incontrarsi chef, produttori,
ristoratori, operatori del
settore e comuni appassionati della buona cucina.
E ancora un’occasione per
dedicarsi alla formazione
dei ragazzi ed insegnare
loro le buone abitudini
alimentari, ormai stremate
dalla società odierna.
Un’iniziativa importante
dunque, davvero innovativa, divenuta oggi il primo grande evento d’alta
cucina nella Capitale. Tutto questo grazie all’organizzazione ed il lavoro
dello chef Francesco Pesce, che più di tutti ha
creduto in “Culinaria”, di
Fabiana Scevola, Francesca Romana Pellegrini e
Vittoria Pesce.
L’appuntamento è dal 17
al 19 maggio, nel cuore
della Garbatella, all’interno del mercato coperto.
Sarà possibile assistere
ai cooking show di grandi
chef, acquistare prelibatezze direttamente dal
produttore ed assaggiare
il miglior street food. La
scelta della cornice della
Garbatella non è stata casuale: “Come quartiere,
sposa perfettamente il linguaggio e il messaggio
che questa manifestazione
enogastronomica vuole offrire al grande e piccolo
pubblico”, ha dichiarato
Francesco Pesce. “La Garbatella da sempre è luogo
che unisce tradizioni, innovazione e curiosità”.
Inoltre, grazie a Culinaria,
l’aspetto urbanistico del
quartiere è totalmente
cambiato: l’evento ha fatto
sì che il mercato tornasse
ad essere fonte di vitalità,
di scambio di idee, cancellando quella sensazione di degrado che da anni
si era abbattuta nell’VIII
municipio. Per questo motivo, l’accesso alla manifestazione per i residenti
del quartiere, sarà gratuito
nei giorni di Domenica
18 e Lunedi 19.
Un’altra particolarità di
Culinaria è che la IX edizione denominata “Un fiore in cucina”, verrà dedicata al ruolo della donna
nell’arte culinaria. Un ruolo che, negli ultimi anni,
è stato spesso dimenticato. E, con uno sguardo al
sociale, Culinaria, si pone
anche l’obiettivo di informare e sensibilizzare il
pubblico sulla tematica
della violenza sulle donne. Ecco perchè sabato
17, alle ore 20.30 ci sarà
lo spettacolo “Storie di
donne morte ammazzate
– Allegra barbaria italiana”, che affronterà la delicata questione.
Per i lettori de Il Giornale d’Italia qualche ricetta per dilettarsi tra i fornelli
“BRODO ORO”
Brodo di guancia
1 lt di brodo di gallina freddo
400 g di guance di vitello ben pulite
25 g di carote a cubetti
25 g di cipolla bianca a cubetti
precedentemente sbollentati
20 g di sedano a cubetti
5 g di sale grosso
4 g di pepe nero di Sarawak in grani
1 g di stecca di cannella
½ foglia di alloro
1 chiodo di garofano
1 pizzico di sale
1 goccia di zafferano liquido
1 traccia di liquirizia nera in polvere
Cuocere le guance sottovuoto insieme
a tutti gli ingredienti (tranne il ristretto
di zafferano e la polvere liquirizia) in
forno a vapore a 90°C per 4 ore e
mezza. Filtrare il liquido di cottura
con l’etamina e aromatizzarlo con lo
zafferano liquido e la liquirizia.
Per terminare 4 fogli di oro alimentare
a 24 carati
Composizione
Versare il brodo caldo in un piatto
fondo e guarnire con una foglia d’oro.
Nota
Le guance utilizzate per preparare il
brodo possono essere condite con olio
extravergine di oliva, sale grosso, un
pizzico di liquirizia, alcune gocce di ristretto di zafferano e servite su un letto
di insalata di verdure bollite, come
carote, rape rosse, patate e sedano rapa
“SPAGHETTINI FREDDI
CON SALSA DI CONCHIGLIE”
Conchiglie
250 g di cozze
300 g di vongole
1 kg di tartufi di mare ben spazzolati
250 g di garusoli (murix brandaris)
40 g di olio extravergine di oliva delicato
1/2 spicchio di aglio
10 g di prezzemolo fresco tritato
25 g di vino bianco
Spurgare le conchiglie in acqua e sale.
Ricoprire i garusoli con acqua fredda
e cuocerli a calore moderato per 40’.
Eliminare l’acqua di cottura, sgusciarli
e pulirli. Scottare separatamente le
cozze, le vongole e i tartufi di mare in
padella con l’olio e l’aglio. Unire il prezzemolo, sfumare con il vino bianco,
coprire e cuocere a calore vivace per
2’. Sgusciare le conchiglie, conservare
l’acqua di cottura e filtrarla all’etamina.
SALSA DI CONCHIGLIE
60 g di cozze cotte e sgusciate
70 g di vongole cotte e sgusciate
90 g di tartufi di mare cotti e sgusciati
35 g di garusoli cotti e sgusciati
75 g di acqua di cottura
delle conchiglie filtrata
50 g di olio extravergine di oliva delicato
20 g di succo di limone
1 goccino di salsa di soia
1 pizzico di sale
1 macinata leggera di pepe nero
di Sarawak
Versare i frutti di mare nel bicchiere
del Pacojet® insieme all’acqua di cottura; congelare a -20°C e pacossare.
Emulsionare la purea ottenuta con il
frullatore a immersione con l’olio, il limone, la salsa di soia, il sale e il pepe.
Composizione
Porre su un piatto uno stampo circolare
oleato (diametro 8,5 cm) e riempire
con gli spaghettini e il pesce crudo.
Togliere lo stampo e guarnire con la
salsa di conchiglie.
Nota
Il crudo di pesce può variare a seconda
della disponibilità di stagione. Questi
spaghettini sono ottimi anche con i
calamari, le seppie, la ricciola, ecc.
CRUDO DI PESCE
60 g di code scampo crude
60 g di code di gamberi crude
60 g di astice crudo
40 g di dentice crudo
40 g di triglie crude
25 g di olio extravergine di oliva delicato
5 g di succo di limone
sale q.b.
1 macinata di pepe nero di Sarawak
Tagliare i pesci a dadini e condirli con
l’olio, il succo di limone, il sale e il
pepe.
SPAGHETTINI FREDDI
160 g di spaghettini di grano duro
1 pizzico di sale
16 g di succo di vongole legato
con poco amido
18 g di olio extravergine di oliva delicato
10 gocce di salsa di soia
3 g di prezzemolo fresco tritato
1 macinata di pepe nero di Sarawak
3 g di succo di limone
Lessare gli spaghettini per 3 minuti e
mezzo in acqua salata. Scolarli, raffreddarli in acqua fredda, asciugarli
con un foglio di carta assorbente.
Salarli e condirli in un recipiente di
vetro con i restanti ingredienti.
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Domenica 4 maggio 2014
Sport
IL CAMPIONE DEL MONDO IN CARICA NELLA QUARTA PROVA DEL MONDIALE VUOLE CALARE IL POKER
Moto Gp, a Jerez tutti contro Marquez
A Pedrosa, Rossi e Lorenzo il compito di fermarlo – Dal 2016 la Bridgestone lascia, Pirelli nuovo fornitore?
di Bernald Shehaj
a Moto Gp riaccende i
motori e dopo aver lasciato l’America sbarca
in Spagna. Dove oggi, a
Jerez, andrà in scena il
quarto appuntamento della stagione. Sarà, come sempre, il fenomeno
Marc Marquez l’uomo da battere.
Il campione del mondo in carica
arriva in patria da autentico dominatore di questo campionato, appena iniziato eppure per gli esperti
già finito dopo le 3 vittorie in altrettante gare per il giovane e già
iridato pilota spagnolo della Honda
Hrc. Che approda in Andalusia con
un bottino di 75 punti, sì, ma anche
con una evidente superiorità verso
tutto e tutti. Un inizio da fenomeno
quello dell’austriano, che a solo
21 anni sta riscrivendo la storia
della Moto Gp, mettendo in ginocchio le statistiche e azzerando tutti
i primati. Con soltanto 20 corse
alle spalle nella classe regina, Marquez è già salito al quinto posto
della graduatoria che mette in fila
i piloti più vincenti di sempre delle
due ruote. Nove vittorie in cassaforte, diciannove podi, un’infinità
di giri veloci e pole position. Ieri
come oggi, una superiorità schiacciante, evidente, che non sembra
avere confini. Dopo soli 3 appuntamenti, può vantare già 19 punti
di vantaggio sul compagno di squa-
L
Marquez, Pedrosa, Lorenzo e Valentino Rossi
dra Dani Pedrosa (secondo in classifica) e ben 34 su Valentino Rossi.
E ancora: la bellezza di 53 lunghezze su Jorgé Lorenzo, collega
di scuderia del Dottore e tra i principali candidati alla vittoria finale.
Una distanza abissale. Toccherà
proprio a questi 3 fantastici corri-
dori cercare di mettere k.o. il baby
prodigio. Ma per farlo, tutti dovranno tirare fuori l’asso dalla manica.
Il primo è sempre andato fortissimo
a Jerez de la Frontera, tant’è che
ha conquistato l’ultimo Gp nel 2013.
Tra i potenziali disturbatori c’è appunto Rossi. Che non si nasconde
e punta al podio. In una corsa che
gli è familiare e che ha già fatto
sua per ben 8 volte in carriera. Le
motivazioni non gli mancano di
certo, così come la stoffa. Da campionissimo. Il maiorchino, dopo
aver fallito i due primi appuntamenti
della stagione, ha un gran voglia
di rivalsa. Soprattutto dopo la spallata ricevuta la scorsa stagione proprio da Marquez - all’ultimissima curva. Per tutti diventa quindi
fondamentale, se non vitale, iniziare
a recuperare punti dallo scatenato
campione in carica.
E intanto, ecco la notizia che ha del
clamoroso. Dopo aver lasciato la
Formula 1 (nel 2010) a vantaggio
della Pirelli, dalla fine della stagione
2015 la Bridgestone, fornitore ufficiale di pneumatici per la Moto Gp,
ha annunciato di voler abbandonare
la serie. La casa giapponese, dopo
le infinite critiche ricevute, getta la
spugna. Negli ultimi 2 anni in molti
nel paddock hanno puntato il dito
contro il produttore nipponico, “reo”
di non aver messo a disposizione
gomme all’altezza delle performance. La Bridgestone avrebbe voluto
lasciare già al termine del 2014. E
dopo l’incredibile annuncio, adesso
è caccia al sostituto. Tra i nomi che
circolano, c’è appunto quello della
Pirelli. Il marchio italiano sogna il
colpaccio, per aggiungere alla Superbike e alla Formula 1 anche la
Moto Gp. Ma non sarà facile. In
lizza ci sono anche Michelin (che
fu battuta proprio da Bridgestone)
e Dunlop, che già fornisce Moto 3
e Moto 2. Il bando per il successore
è già scattato, e si chiuderà il prossimo 22 maggio. E’ la fine di un’epoca (lunga 12 anni), l’inizio di una
nuova era.
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tra macerie e astensionismo