Anno XII - N. 2/2009 (28)
Periodico dell’Istituto Italo Cinese. Redazione: Lungopo Antonelli 177, Torino
Direttore Responsabile: Mauro Pascalis
Aut. Tribunale di Torino n. 5052 del 6.8.97
Poste Italiane. Spedizione in A.p. 45% - Art, 2 Comma 20/B - Legge 662/96 – D.C./D.C.I. Torino
————————— EDITORIALE —————————
A quasi due anni di distanza dalle Olimpiadi di Beijing 2008, la Cina diventerà nuovamente protagonista mondiale. L’occasione questa volta sarà l’Esposizione Universale che si terrà a Shanghai dal 1° maggio al 31 ottobre 2010. Il suo tema rappresenta una speranza comune a tutto il genere umano: una vita migliore nel futuro sviluppo delle città del pianeta,
cercando di creare una coesistenza e un’interazione armoniosa tra i tre
sistemi organici: uomo, città e pianeta.
La Cina, e non solo lei, saprà trasformare questa speranza in certezza?
Per il momento non c’è dato di saperlo. Una cosa però è sicura: lungo
tutto il suo percorso plurimillenario ha cercato di stupire, di lasciare
“senza fiato” nelle cose grandi come in quelle più piccole e banali. Lo
scoprirete se avrete la pazienza di leggere le pagine di questo numero
di FdO. Buona lettura e “Gonghe Xinxi”, auguri di Buone Feste.
城市,让生活更美好
B e t t e r C i t y, B e t t e r L i f e
’Esposizione Internazionale di Shanghai sarà un grande forum sulla vita
urbana, una sinfonia il cui leit motiv è
“l’innovazione” e “l’interazione” e un forte
dialogo tra le differenti civiltà. Sarà la grande occasione per esplorare il potenziale delle
città nel 21° secolo, un momento significativo alla scoperta dell’evoluzione dei centri
urbani e del concetto di civilizzazione del
nostro Pianeta.
Per 184 giorni Shanghai diverrà un polo di
attrazione per governi e persone di tutto il
mondo.
Prima esposizione universale incentrata sul
tema della città, Shanghai 2010 metterà a
confronto esperienze diverse di sviluppo,
conoscenze avanzate sull'urbanistica e nuovi
approcci all’habitat umano (stili di vita innovativi, nuove condizioni di lavoro) al fine
di incoraggiare e promuovere uno sviluppo
sostenibile tra differenti comunità.
Nella nuova era, l’Expo di Shanghai 2010
auspica un progresso incentrato sull’uomo.
Un cammino fatto di innovazione scientifica
e tecnologica, diversità culturale e cooperazione vincente per un futuro migliore, pun-
L
tando sul legame cruciale tra rinnovamento e
interazione tra i popoli.
Shanghai 2010 si preannuncia come un evento di portata internazionale straordinaria,
con un record di partecipazione e pubblico
nella storia delle Esposizioni Universali.
DURATA: dal 1° maggio 2010 al 31 ottobre
2010.
PARTECIPANTI: 241 nazioni e organizzazioni
internazionali coinvolte, oltre 70 milioni di
visitatori previsti.
TEMA: Better city, better life (Città migliore,
Vita migliore) ovvero la qualità della vita in
ambito urbano.
Si vuole discutere del problema della pianificazione urbana e dello sviluppo sostenibile
nelle nuove aree cittadine, ma anche del come effettuare le riqualificazioni nel tessuto
urbano esistente. La tematica parte dal presupposto che dal secolo scorso ad oggi la
popolazione che vive nelle città è aumentata
dal 2% al 50%, con la prospettiva di un 55%
nel 2010.
(continua a pag. 4)
S t a m p a , ca r t a . . .
s ec o nd a p a r t e
L
a prima carta fu fabbricata con canapa
e stracci di cotone per la qualità superiore e, più tardi, con foglie, alburno
o fibre di certi alberi (mori, olmi, piante del
cotone o bambù) per le varietà più comuni.
Frantumata, lavata con acqua pura mista ad
allume (per toglierle la spugnosità), questa
pasta vegetale veniva poi cotta, mescolata,
passata al macero, pigiata, poi stesa e messa
a seccare dentro a dei telai tesi con un sottile
setaccio filtrante che tratteneva la quantità di
materiale necessaria a formare un grande foglio di una cinquantina di centimetri per
trenta, circa. Talvolta inoltre si incollavano i
fogli umidi contro delle pareti, per farli asciugare. Molto rapidamente questa carta
soppiantò, nell’amministrazione, l’antico
mezzo di seta o le lamelle di bambù. Al
tempo stesso, intorno all'anno mille, nelle
tombe, con la nuova diffusione della cremazione, i mingqi* e altri oggetti costosi furono
sostituiti da immagini corrispondenti di carta, che venivano bruciate nel corso delle cerimonie funebri.
S ta mp a g g i o e xi l o g r a fi a
La Cina ebbe quindi a disposizione la carta
molto presto. Tuttavia le condizioni politiche, tecniche, sociali ecc. favorevoli alla
comparsa e alla diffusione della stampa, saranno presenti nel loro insieme soltanto nel
VII secolo, con l’avvento della grande dinastia Tang (618-907), un periodo di pace e di
prosperità, soprattutto all'inizio, dal 618 al
750. Nel secolo precedente (il VI), si era sviluppata notevolmente la incisione, a grandi
timbri, impregnati di cinabro, che davano
una stampa a caratteri rossi su fondo bianco.
Dalla dimensione di questi sigilli nacque l'idea della xilografia, che non è altro che il
Frammento del Wenquanming
semplice sviluppo di questo metodo, esteso e
adattato a tavolette di legno più grandi. Tramite l'inchiostrazione e la spazzolatura di
questa tavola necessariamente incisa al contrario (in senso inverso alla lettura), si potevano moltiplicare all’infinito le tirature. Si
utilizzava di preferenza il legno di pero, di
melo e di giuggiolo. Il costo delle tavole di
legno incise era decisamente inferiore alla litografia che necessita di lastre di pietra a
grana estremamente fine. All'opposto dello
stampaggio, che dà un negativo bianco su
fondo nero, non invertito, per la xilografia,
con i suoi caratteri su fondo a rilievo, possiamo dire che dia delle immagini invertite,
in positivo nero su fondo bianco. Quindi, per
ottenere stampe normali, bisogna scolpire i
caratteri al contrario.
Così il principio della stampa deriva dall'uso
di sigilli che servivano per fare amuleti e talismani. I religiosi buddisti e taoisti, molto
appassionati di magia, li vendevano ai fedeli
e ai pellegrini, e i monasteri ricavavano notevoli profitti da queste immagini pie, rappresentazioni di buddha, amuleti, talismani,
volantini di propaganda religiosa, sûtra e
dhârani (formule magiche buddiste) che venivano riprodotte meccanicamente per mezzo di grandi sigilli di legno. I sacerdoti taoisti riproducevano talismani illustrati, che raffiguravano costellazioni e astri.
All’inizio della dinastia Tang, a partire dagli
anni 620-630, si prese l'abitudine di stampare su carta le iscrizioni incise sulle stele di
pietra. Sappiamo che i grandi scritti "classici" erano stati incisi su pietra tra il 175 e il
183, e la celebre Foresta di stele di Xi'an, ne
presenta 114, recanti il testo dei "Dodici
classici", in 650.000 caratteri, incisi
nell’837, per gli studenti del Collegio imperiale.
Uno stampaggio ci dà un negativo bianco su
fondo nero, e questa tecnica delicata era già
notevolmente perfezionata nel VII secolo.
Così, i letterati confuciani che inizialmente
avevano mostrato un certo fastidio di fronte
a questi processi di duplicazione utilizzati
dai religiosi, e di cui non avevano avuto l'iniziativa, si resero conto di poterne ricavare
dei vantaggi, e quindi fecero realizzare alcune tirature dei "Grandi Classici". La Biblioteca Nazionale di Parigi ha la fortuna di possedere “l’Imperatore degli stampaggi” come
viene definito dagli studiosi cinesi; si tratta
del più antico stampaggio di cui si sia a conoscenza, un rotolo d’inestimabile valore, il
Wenquanming (温泉铭 – Iscrizione delle
terme), un'opera ritmata che era stata scritta
in bella calligrafia dall'imperatore Taizong
(627-649) e incisa su pietra quando lui era
ancora vivo. Un'annotazione manoscritta aggiunta alla fine del poema è datata 654. Questo prezioso documento fu portato da Dunhuang da Paul Pelliot, nel 1909, e proviene
dall'illustre biblioteca, murata nel 1035.
Alla stessa epoca - quella di Taizong -, dopo
aver fatto ritorno (nel 645) dalla famosa
spedizione in India, il monaco Xuan Zang
(che morì nel 664) fece stampare a Xi'an un
milione di immagini di Buddha, sicuramente
da matrici di legno. Del resto, il carattere ripetitivo e ossessionante di una figura le conferiva una specie di potere magico. Come se
volessero battere sempre sullo stesso chiodo,
i religiosi, artigiani e artisti, associavano
all’infinito, e su molteplici toni, piccole immagini di Buddha, seduto nella posizione del
loto, come si può notare all'interno di varie
camere, nei complessi rupestri buddisti di
Yungang, Longmen, Dunhuang ecc. Si ritiene che questo motivo ornamentale a
tappezzeria riproduca il miracolo di Cravasti
(o Sravasti), in occasione del quale Buddha
comparve in cielo, riprodotto in migliaia di
esemplari. Messo a confronto con sei detrattori, Buddha fece scaturire acqua e fuoco dal
proprio corpo e moltiplicò all'infinito la propria immagine su un immenso fior di loto.
Durante la dinastia Tang, parallelamente alle
occupazioni religiose, i monaci e i preti si
dedicavano a ogni genere di attività commerciali e bancarie. Quindi è all'interno delle
comunità monacali taoiste e buddhiste che è
nata la stampa. Si tratta della conclusione
logica e naturale di queste molteplici tirature
di sigilli, disegni con lo stampino su carta o
su stoffa, realizzati dai religiosi nei laboratori dei monasteri. Uno dei documenti significativi di quest’evoluzione è un lungo rotolo
di carta, di sette metri, che è stato realizzato
in Corea, intorno al 720-740, con la tecnica
xilografica, per mezzo di una dozzina di ta-
vole incise in rilievo; queste riproducono
una dhârani, o formula dedicatoria talismanica. D'altronde sappiamo anche che nel 784
il governo dei Tang, per far conoscere a diffondere una legge sulla tassazione
riguardante vendite a donazioni, fece ricorso
a un modulo stampato.
Indubbiamente questi processi iniziavano ad
avere successo e a diffondersi, perché nell'835 un funzionario del Sichuan, per la prima volta sollevava il problema della libertà
d'espressione: richiedeva un editto imperiale
che impedisse la stampa prematura dei calendari, venduti nei mercati dell’Impero,
prima dell’arrivo di quelli strettamente ufficiali, che venivano pubblicati dall’Ufficio
imperiale di astronomia. Venne dato ordine
di proibire queste stampe private. La data
835 appare come primo accenno alle attività
professionali di stampa. La Biblioteca Nazionale di Parigi possiede - e sempre proveniente dal fondo Pelliot di Dunhuang - uno
stampaggio datato 824 e realizzato con lastre
incise, recanti una versione del Kumârajiva.
Infine il più antico libro stampato, e degno
di essere chiamato tale, viene considerato un
rotolo di sette lunghi fogli di carta, rilegati e
datati 11 maggio 868. Si tratta di un trattato
buddistico illustrato, il Sutra del Diamante,
stampato da un certo Wang Jie. Conservato
al British Museum, è stato a sua volta portato da Dunhuang da Sir Aurel Stein, all'inizio
del secolo. La tecnica xilografica fa di quest'opera il più vecchio libro stampato del
mondo finora conosciuto.
Procedimento comodo, piuttosto rapido e
poco costoso, la xilografia in effetti risponderà a tutte le necessità dell'editoria, e questo fino a un’epoca decisamente recente.
Rappresentò quasi la norma per un millennio. Così dunque, la stampa appare in forma
quasi adulta, nel IX secolo, ed esce dai monasteri per assumere un aspetto nuovo, questa volta profano. Tra il popolo, da quel
momento circolano opere d’astrologia, calendari d’uso popolare, almanacchi, ma anche i primi testi propriamente letterari, e lessici non troppo impegnativi. Tre città e regioni sono particolarmente interessate da
quest’importante evoluzione, si tratta del Sichuan occidentale, intorno a Chengdu, dove,
da questo momento, si sanno i nomi di varie
famiglie di tipografi; della città di Yangzhou, nella regione del basso Yangzi o
fiume Azzurro, che stampa calendari e opere
letterarie; infine la capitale, Chang’an (l'attuale Xi'an) che produce anche calendari,
letteratura popolare nonché libri di medicina.
Ma insistiamo sul Sichuan che si è dimostrato e si è imposto durevolmente come un
grande centro per la stampa. Sembra aver
svolto un ruolo determinante per il suo sviluppo in Cina.
Su questa scia, il secolo seguente, il X, - epoca delle Cinque dinastie, 906-960, e inizio
della dinastia Song - conferma questo sviluppo della stampa, che entra in una nuova
fase, quella delle grandi edizioni. Nel 932
viene promulgato un decreto imperiale, che
ordina la stampa della prima grande edizione
classica del Canone confuciano. Vent’anni
più tardi l’opera è terminata (953), xilografa-
ta completamente e non più stampata da stele di pietra. Chengdu, Kaifeng e Luoyang si
contendono il primato della qualità. Sulla
stessa scia, nel corso del decennio seguente
(960-971), esce una grande edizione del canone buddhista, un corpus gigantesco che
raccoglie i Sûtra, i commentari e le opere
dottrinali dei pensatori buddhisti. Tra il 971
e il 983 compare il Tripitaka, un insieme di
testi che regolamentano la disciplina monacale, che trattano del canone, della morale,
della filosofia e delle eresie del buddhismo;
in breve si tratta di tutte le sacre scritture
tradotte in quest’epoca dal sanscrito o dal
pali. Questo Tripitaka cinese comprende
5.000 volumi, un totale di 130.000 pagine!
Intanto, nel 978, il ministro Li Fang faceva
iniziare la prima enciclopedia.
introdotta in Corea un'enciclopedia di mille
capitoli e che, sicuramente, la diffusione della cultura in Giappone, nel XII e XIII secolo,
deve molto al sapere cinese.
Questo ritorno al passato, l’allargamento del
mondo dei lettori e la sua curiosità sempre
crescente, agivano da sprone sul ritmo delle
pubblicazioni.
Per la prima volta, i non letterati avevano
accesso alla cultura, e questo nuovo incontro
sarà all’origine della creazione letteraria romanzesca e popolare; ha consentito la comparsa del romanzo e del teatro, i due unici
generi di origine plebea, in terra cinese.
I l R i n a s c i me n to c i n e s e : :
la d in a s tia S on g
1048, un certo Bi Sheng ideò, sembra per
primo, una stampa tipografica realizzata per
mezzo di caratteri mobili di terracotta. Erano
allineati e incollati su una piastra metallica,
rivestita con un impasto di resina e di cera.
Più tardi, verso il 1300, questi caratteri saranno di legno scolpito; nel 1313, un certo
Wang Zhen descrisse lungamente in un trattato di agricoltura la tecnica dei caratteri
mobili di legno.
In seguito si tenteranno prove con caratteri
di metallo fuso (in rame, stagno o piombo),
ma questa soluzione non sembra essere risultata soddisfacente per i cinesi, estremamente
legati alle belle calligrafie manuali, più vive.
Parigi possiede (alla Biblioteca Nazionale)
un trattato educativo coreano, opera del monaco Pak-un, che fu stampato nel 1377 con
caratteri mobili metallici; forse è il più antico esistente al mondo, di questo tipo. Sappiamo che nei decenni seguenti i sovrani coreani faranno fondere, a varie riprese (nel
1403, 1420, 1434...) caratteri di metallo destinati alle botteghe reali. In questo secolo il XV - i coreani usavano contemporaneamente caratteri mobili di piombo, ceramica e
legno.
Si osserverà che la scoperta della stampa in
occidente, intorno al 1450, è di poco posteriore a quest’ultima tappa della stampa in estremo oriente. I grandi viaggiatori del XII e
XIV secolo - Guillaume de Rubroek, Marco
Polo, Odorico da Pordenone, Ibn Battuta
ecc. - non avevano mancato, nel corso delle
loro peregrinazioni, di osservare l'esistenza
dei libri stampati, o della carta moneta, o
della carte da gioco, tanto più che, sotto
l'impero della dinastia Yuan (1276-1368), la
via dell’Asia centrale venne finalmente riaperta, dopo una lunga interruzione. Gli
scambi con l'occidente ripresero e si intensificarono, e allora poterono giungervi anche
le invenzioni e le scoperte cinesi, come la
polvere da sparo e la stampa.
Sembra che i grandi editori ufficiali si riservassero a quell'epoca i campi della religione
e del sapere, lasciando alle imprese più modeste le pubblicazioni di carattere prettamente commerciale e popolare. Da quest'epoca,
la maggior parte dei libri erano stampati in
varie forme, a rotolo, a libretto o a fisarmonica. In questo stesso secolo compaiono le
carte da gioco (a cui si accenna per la prima
volta nel 969) e la carta moneta, nel Sichuan, emessa inizialmente da mercanti e finanzieri privati, dagli anni 806-820, sotto
forma di biglietti di cambio, o riconoscimenti di debiti, a verso l’anno 900 in forma di
certificati di deposito negoziabili, veri e propri antenati delle banconote. Nel 1024, lo
Stato adotta questa "moneta volante" ed emette le sue prime banconote ufficiali.
Il grande periodo della dinastia Song
(960-1280) - uno dei più bei momenti della
cultura umana, l’equivalente, in Cina, del
nostro Rinascimento in occidente - testimonia la straordinaria passione dei cinesi per il
sapere in tutte le sue forme. Un volume prodigioso di testi antichi è stato riprodotto e
tramandato in quell’epoca; ci sono pervenuti
circa 7000 titoli! I grandi classici confuciani,
come abbiamo già detto, furono pubblicati,
reinterpretati e commentati. Nel 1019 erano
disponibili 4.565 volumi degli scritti taoisti.
Tutto ciò che a quel tempo contava, dal punto di vista letterario, veniva stampato: cataloghi, enciclopedie, trattati, inventari, collezioni, monografie riguardanti le pietre strane, le giade, le monete, gli inchiostri, i bambù, i gelsi, i litchi, i funghi, i fiori, i pesci, i
granchi ecc. Una vera bulimia di sapere! Tra
questi tesori, i libri di storia e di geografia
non sono certo i meno ambiziosi, così come
i trattati sulla pittura e sulla calligrafia. Ma si
trovano anche repertori di ricette pratiche, di
avvenimenti strani o di storie fantastiche, e
perfino piccoli romanzi polizieschi, racconti
nella lingua del volgo, raccolte di aneddoti,
altre di sogni premonitori, storie di fantasmi,
di gene o di demoni...
Il governo dei Song, geloso di tali tesori,
proibiva severamente l’esportazione dei libri
stampati. Tuttavia sappiamo che nel 1100 fu
La ti p o g r a f i a
Alla metà dell’XI secolo, tra il 1041 e il
* Per mingqi si intendono le figurine o statuette funerarie che da sempre sono state poste nelle tombe,
accanto ai defunti, per circa due millenni, soprattutto
dall'epoca dei Regni Combattenti (dal 450 al 220
a.C.), ma anche anteriormente.
(la prima parte dell’articolo è stata pubblicata sul n.27)
(continua da pag. 1)
SOTTOTEMI:
la fusione delle differenti culture nella città;
la prosperità dell’economia urbana;
l’innovazione tecnico-scientifica nella città;
la rimodellazione delle comunità urbane;
l’interazione tra la città e la campagna.
LOGO:
Ispirato dalla forma calligrafica del carattere
cinese 世shi, che significa “mondo”; l’emblema, attraverso l’allusione alle tre persone
che si tengono per mano, evoca una famiglia
unita, colma di felicità; simboleggia anche la
grande famiglia umana, composta da “io, tu,
lui/lei”, aspirando a una vita bella e armoniosa e sottolinea così l’idea cara all’Esposizione universale – comprensione, comunicazione, unione e cooperazione – e gli obiettivi attivamente perseguiti dall’EXPO 2010
Shanghai China, che situa l’uomo al centro
delle sue preoccupazioni.
SEDE: sulle due rive del fiume Huangpu, tra
il ponte Lupu e il ponte Nanpu, collegate da
un ponte e da traghetti fluviali. L'intero sito
copre circa 5,3 km2 diviso tra la sezione Pudong su una riva (circa 4 km2) e la sezione
Puxi (circa 1,3 km2) sull'altra.
Sono previsti inoltre otto padiglioni collettivi e un museo dedicato alle EXPO.
Sono state individuate cinque zone, ognuna
ampia circa 50 ettari, mentre i padiglioni sono stati organizzati in otto gruppi, otto dei
quali posizionati nella sezione Pudong e gli
altri due nella sezione Puxi. A loro volta i
gruppi sono organizzati in 26 cluster. Ogni
cluster avrà i propri servizi, dalla ristorazione ai bagni, dalle telecomunicazioni ai servizi di infermeria. I padiglioni sono organizzati su base continentale.
 Zona A: ospita il padiglione cinese e quelli asiatici, con l'eccezione dei Paesi del sudest asiatico;
 Zona B: ospita i padiglioni dei Paesi del
sud-est asiatico, quelli dell'Oceania, delle
organizzazioni internazionali, i padiglioni
tematici, il World Expo Centre e un teatro
per gli spettacoli (Expo Performance Centre);
 Zona C: qui verranno installati i padiglioni
di America, Europa e Africa più un parco di
divertimenti di circa 10 ettari;
 Zona D: è localizzata nella sezione Puxi e
ospita gli edifici recuperati da alcune antiche
fabbriche cinesi; tutta la zona sarà dedicata a
esposizioni pubbliche e scambi culturali;
 Zona E: è localizzata nella sezione Puxi e
ospita i padiglioni delle aziende, i padiglioni
della Civilizzazione Urbana e dell'Esplorazione Urbana, e la zona Urban Best Practice.
BIGLIETTO: 160 yuan (200 nei giorni di
maggiore affluenza); 400 yuan per 3 giorni
di visita; 900 yuan per 7 giorni di visita.
La costruzione del THEME PAVILION all'Expo Universale 2010 è stata completata dopo
688 giomi di duro lavoro. Il THEME PAVILION è il primo dei 4 padiglioni permanenti e
la sua inaugurazione è stata celebrata con la
propiziatoria cerimonia della danza dei draghi. Non c'è nulla che non stabilisca un primato mondiale: il più grande tetto (11,5 ettari di superficie) dotato di un sistema integrato di energia solare che produce 2,8 milioni
di kilowattora per anno - equivalenti all'energia elettrica consumata nello stesso arco
di tempo da 2.500 famiglie cinesi. Altra perla del padiglione è "l'ecological walls",
5.000 mq di verde per il più grande muro ricoperto di piante mai realizzato. Ultimo, ma
non meno importante, il più grande
“non-column space”, con un arco di 188 metri.
Il THEME PAVILION permetterà alla Cina di
rappresentare la propria visione sul tema generale, "Better City, Better Life", anche attraverso 5 sotto-padiglioni di approfondimento: "Urban Dwellere', "Urban Beings",
"Urban Planets","Urban Footprints"e "Urban Dreams". Il collaudo del Padiglione è
previsto per il 1° gennaio 2010.
Si chiama MAGIC BOX, il cubo di cristallo
coperto da LED che trasmetterà giochi di luce durante tutte le notti dell’Expo, “dando ai
visitatori il senso della potenza dell’energia
elettrica”. Parola di Zhao Xiaojun, designer
del MAGIC BOX. C’è un messaggio forte dietro a tutto questo, che “l’elettricità nel futuro
sarà sicura, di alta qualità, pulita e affidabile”. Altra meraviglia di MAGIC BOX sarà il
TUNNEL OF ELECTRIC CURRENTS, che collegherà tra loro le varie mostre del Padiglione
cinese dedicato all’energia elettrica e dentro
al quale i visitatori avranno la sensazione di
muoversi all’interno di fili elettrici.
La luce del sole è sempre la stessa, ma
l’ingegno dell’uomo può fare davvero la differenza nel modo di sfruttarla a proprio vantaggio. L’EXPO si accende di una meraviglia
di luce, la Sun Valley, l’ultima incredibile
installazione, in costruzione, che attraverso
la particolare forma conica convoglia i raggi
solari in una serie di stanze sotterranee. Non
è finita. Sun Valley è progettata anche per
raccogliere e riciclare acqua piovana.
A otto mesi dall’apertura della manifestazione, lo spettacolo di luce è già iniziato, posizionato nell’EXPO BOULEVARD che attraversa i principali Padiglioni.
Il successo di un'Esposizione passa anche
per i servizi offerti per garantire una comoda
e piacevole visita di ciascun Padiglione. Saranno più di 1.000 gli shuttle gratuiti che
condurranno i visitatori dell'Expo da un padiglione all'altro. Un efficiente servizio di
traghetti completerà l'offerta, trasportandoli
rapidamente da una riva all'altra del fiume
Huangpu. I visitatori troveranno una fermata
ogni 300 metri all'interno degli oltre 5 kmq
del parco, e si stima che l'attesa massima per
ogni shuttle sarà di appena 3 minuti. É stato
Huang Jianzhi, Vice Direttore dell'Expo
Cordination Bureau, a dare la notizia durante
il meeting annuale dei partecipanti all'EXPO,
che si è svolto lo scorso settembre.
Come avere la certezza che il parco
dell’EXPO funzioni in modo ottimale? L’idea
degli organizzatori è di invitare 700.000 persone a visitarlo, prima dell’apertura del 1°
maggio, per testarlo e perfezionare così gli
ultimi dettagli. Giornalisti, impiegati
dell’Expo Bureau e residenti locali parteciperanno al test-run che si terrà in aprile.
Monumentale, il PADIGLIONE CINA, Con un
costo di circa 1,5 miliardi di yuan (150 milioni di euro) riflette una delle leggende cinesi. La “Corona d’Oriente” è la metafora
della porta sud del cielo che separa la terra
dal cielo. Situato al centro della zona dei padiglioni internazionali, il padiglione cinese
ha una struttura allargata, che cresce con
l’aumentare
della
sua
altezza.
È
l’architettura dei dougong tradizionali che
risalgono a più di 2000 anni fa. Tutta la
struttura sarà dipinta nel classico rosso Città
Proibita. Il padiglione comprende i 37.000
mq del padiglione cinese propriamente detto,
i 38.000 del padiglione collettivo delle regioni cinesi e i 3.300 per il padiglione dedicato a Macao, Hong Kong e Taiwan. Dopo
l’Esposizione, il Padiglione diverrà in centro
culturale e una d’esposizione aperta agli artisti.
Il PADIGLIONE ITALIA sarà una vera e propria città in miniatura, con un riferimento
preciso a quella che ospiterà l’Expo ma soprattutto al carattere composito del Paese:
parla degli italiani, della loro creatività e della cultura millenaria che li ha attraversati.
Progettato dall’architetto Giampaolo Imbrighi e dai suoi Associati, il padiglione illustrerà i valori culturali italiani senza dimenticare quelli del paese ospite, con un omaggio alla città di Shanghai e al famoso gioco
che prende il suo nome.
Il padiglione presenta una pianta quadrata di
3.600 mq metri per un’altezza di 18 metri ed
una divisione in più corpi di dimensioni diverse ed irregolari collegati da struttureponte in acciaio che lasciano intravedere i
ballatoi di collegamento. Il progetto soddisfa
sul piano strutturale l’esigenza di essere eventualmente smontato e ricostruito in dimensione ridotta in un’altra area della città.
L’edificio è lambito su tre lati da una lama
d’acqua che lo riflette esaltandone gli effetti
luminosi naturali. La luminosità della struttura si riproduce anche all’interno non solo
attraverso feritoie che evocano i vicoli stretti
tra i palazzi delle città, ma anche grazie
all’impiego di cemento trasparente, un materiale poliedrico di recente creazione.
DE DE
L
a mascotte ufficiale dell’Esposizione
Universale di Shanghai 2010 si chiama
Haibao 海宝 (tipico nome portafortuna che
significa Tesoro del mare) ed ha la forma del
carattere 人 rén (persona, gente). È la prima
volta che un carattere cinese viene utilizzato
come mascotte per delle attività internazionali. Una scelta che se da un lato vuole
riflettere la peculiarità culturale della Cina
dall’altro vuole segnalare che i veri protagonisti di Expo 2010 Shanghai devono proprio
essere le persone, le quali devono relazionarsi col mondo e con gli altri, creando una
società migliore per una vita migliore.
S h a ngh a i
e i l s uo B und
S
hanghai, situata vicino alla foce del
fiume Yangzi, è la più popolosa città
cinese (ha raggiunto da poco i 20 milioni di abitanti) ed è il più importante centro
finanziario nonché commerciale, della Cina.
Il suo porto, il primo del paese, è uno dei più
trafficati al mondo con Singapore e Rotterdam. La vivacità economica della città è ben
rappresentata dai numerosi e moderni grattacieli del distretto finanziario di Pudong, che
riproduce l’aspetto dei maggiori centri finanziari americani ed europei ed ospita gli
uffici di numerose imprese straniere. Pudong
testimonia la storica vocazione internzionale
della città, il ruolo di Shanghai come finestra
sull’intera Cina e la sua economia emergente
e dinamica.
Proprio in occasione dell’Expo, la città di
Questo ambasciatore dell’Expo 2010 a
Shanghai accoglie gli amici del mondo intero con le sue braccia calorose e il suo sorriso.
Ogni singolo elemento che compone la sua
figura ha un significato preciso:
I capelli: assomigliano a un’onda marina e
riflettono la sua personalità viva e animata
precisando, allo stesso tempo, la caratteristica della sua città natale, Shanghai.
Il viso: espressione amichevole e fiduciosa.
Gli occhi: grandi e rotondi, guardano in modo ottimista verso il futuro.
Il blu: colore che rappresenta la serenità e
che favorisce l’intuito, simbolo di una Cina
colma di speranza per il suo sviluppo. Ma
blu è anche il colore dell’acqua – che circonda Shanghai – e l’acqua è la sorgente
della vita. La forma principale della mascotte è basata sul simbolo dell’acqua ed esprime la nuova volontà cinese di fondersi con il
mondo.
Il corpo: arrotondato, rappresenta una vita
armoniosa.
Il pugno: il pollice verso l’alto simboleggia
l’approvazione e l’accoglienza nei confronti
degli amici del mondo.
I grandi piedi: posati solidamente per terra,
diventano il forte sostegno per le braccia aperte calorosamente. Quest’immagine vuole
sottintendere che la Cina ha la capacità e la
determinazione di ben organizzare l’Expo.
Haibao riesce quindi a personificare la cultura e lo spirito del paese organizzatore e ad
interpretare il tema Città migliore, Vita migliore, ma anche ad essere un segno visivo
riconoscibile e utilizzabile per i media e un
personaggio simpatico che possa anche avvicinare i più piccoli ai temi di Expo 2010
Shanghai.
Il grande successo di Haibao ha suggerito la
creazione di un cartoon, in 52 episodi.
Shanghai ha iniziato lo scorso mese di agosto il restauro degli edifici storici originali
del « Bund », sui 170.000 mq alla confluenza del fiume Huangpu con il fiume Suzhou e
che dovranno essere terminati prima
dell’inaugurazione dell’Esposizione Universale (1 maggio 2010).
La zona originale del « Bund » di Shanghai,
considerata come l’origine dello stesso Bund
e di tutta la città, include numerosi edifici
storici, tra i quali 14 figurano nella lista degli edifici protetti dalla città. Gli edifici saranno risistemati per migliorarne anche la
funzionalità.
L’antico Consolato inglese, costruito nel
1973, sarà trasformato in un edificio pubblico destinato ad accogliere grandi avvenimenti ed esposizioni artistiche. 18000 mq di
costruzioni senza interesse ad esso adiacenti
saranno demolite allo sopo di realizzare sul
Bund un giardino pubblici.
La Chiesa dell’Unione, costruita nel 1876,
dovrebbe ospitare, dopo il restauro, un Ufficio di Stato Civile municipale, dove saranno
rilasciati certificati di matrimonio. Questo
edificio era stato abbandonato e quasi distrutto nel 2007 in un incendio. Avrebbe dovuto essere demolito completamente ma è
stato salvato da un movimento d’opinione a
suo favore.
Il Club di canottaggio di Shangai non figurava originalmente nella lista degli edifici
protetti ed era destinato ad essere demolito
nel mese di settembre ma durante lo sviluppo del progetto « L’origine del Bund », ne è
stato scoperto il grande valore storico che gli
ha permesso di salvarsi.
Il Bund (Waitan 外灘 ) è un viale che bordeggia la riva destra del fiume Huangpu ed è
uno dei simboli architettonici più importanti
di Shanghai. La parola Bund deriva da una
espressione anglo-indiana che significa « le
rive della baia fangosa ».
In effetti in origine il Bund non era che una
riva fangosa sulla quale si scaricavano le
merci dalle imbarcazioni. Lo sviluppo economico del XIX e XX secolo trasformarono
questo luogo che divenne il centro commerciale e finanziario di Shanghai. Esso ospitava numerose banche straniere. Il Bund, come
il resto della città, era controllato dalle potenze che si spartivano la Cina: la Gran Bretagna, la Francia, la Germania…
All’alba degli anni ’40, comprendeva i centri
d’affari della maggioranza se non dalla totalità delle imprese straniere operanti in Cina,
tra le quali le quattro principali banche della
repubblica di Cina.
Con l’arrivo al potere dei comunisti, la quasi
totalità delle istituzioni finanziarie abbandonarono il paese, mentre gli alberghi e i club
cessarono le loro attività. Le statue coloniali
disseminate lungo la passeggiata vennero eliminate.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni
’80, la maggior parte degli edifici del Bund
vennero restaurati per diventare alberghi,
banche o istituti finanziari. Venne costruita
una nuova passeggiata 10 metri sopra il livello della strada.
A partire dagli anni ’90, il Bund diventa una
delle maggiori attrazioni turistiche di Shanghai.
Il Bund si estende lungo la Via Zhongshan,
chiamata così in onore di Sun Yat-sen (in cinese Sun Zhongshan), primo presidente della
Repubblica di Cina. Misura 1500 m e inizia
a sud dalla Via Yan’an (antico Viale Edoardo VII) e termina al ponte Waibaidu (antico
Garden Bridge), sul fiume Suzhou, quasi alla
confluenza con il Huangpu.
Vicino alla via Nanchino e al tunnel turistico
che collega le due rive del Huangpu, si trova
una gigantesca statua bronzea di Chen Yi,
primo sindaco comunista della città.
Visitando il Bund si potrà anche decidere di
fare una crociera sul fiume godendo così di
una splendida vista sull’insieme delle due rive. Senza alcun dubbio il Bund è diventato
una delle destinazioni turistiche principali di
Shanghai. Ed è per questo che i progetti di
sviluppo e di costruzione di grattacieli in
questo settore sono ormai proibiti, al fine di
preservare l’antico stile architettonico del
Bund.
Il Bund ieri (a sinistra) e oggi (sopra)
C i na I ns ol i ta
Re
Record: il più grosso uovo di gallina del mondo
Il proprietario di un gallina nella provincia cinese del Heilongjiang, ha reso noto
che il suo animale ha deposto un uovo enorme il 10 giugno, meritando il suo
posto nel Guinnes dei Primati.
L’uovo misura 6,3 cm di larghezza e 9,2 di lunghezza e pesa 201 grammi, cioè
tre volte un normale uovo. Il proprietario, Zhang Yinde, un impiegato dell’Ufficio
forestale del villaggio di Suiling, ha conservato l’uovo in frigorifero.
Zhang ha riferito alla stampa che l’uovo è simile a qualsiasi altro, salvo per il
fatto di avere il guscio un po’ più ruvido. Ha intenzione di chiedere il riconoscimento da parte del Guinnes dei Primati.
“Questa gallina è una super mamma. In precedenza ha già deposto altre 3
grandi uova e ne ha già deposto 4 nello stesso giorno.
Zhang aveva ottenuto la gallina gratuitamente per averne comprato altre 10 da
un allevatore. Le altre sono già finite sul suo piatto. La gallina si nutre in un modo poco comune: “Ama passeggiare vicino alla cuccia del mio cane per rubargli
del cibo”, ha dichiarato Zhang. “Il precedente recordo del Guinnes per un uovo era di 176 grammi. Penso che il mio batta questo record”, ha aggiunto Zhang.
U n a c a r ta r ita g lia ta g ig a n te
Gao Xiaodong, un amante dell’arte tradizionale cinese, il 4 giugno 2009 ha creato una
carta ritagliata intitolata “Profilo di Guangong” nella città di Hejin, situata della provincia settentrionale del Shanxi. Gao per realizzare questa carta ritagliata lunga 13,16 m
e larga 7,98 m ha impiegato 9 mesi.
Guangong 关公 è l’immagine deificata di un celebre generale durante il periodo dei
Tre Regni (220-280), di nome Guan Yu 关羽.
La C i n a h a p i ù d i 3 3 8 mi l i o n i d i i n te r n a u ti .
In un rapporto pubblicato dal Centro Informazioni della rete Internet cinese, si legge
che a fine giugno il Paese di Mezzo contava 338 milioni di internauti, cioè 40 milioni in
più rispetto a fine 2008.
Tra gli internauti, 320 milioni (94,3%) utilizzano la banda larga, cioè 3,7 punti in più
rispetto alla fine 2008. Il numero di persone che utilizzano il telefono cellulare per avere accesso a Internet ha raggiunto i 155 milioni, con un aumento del 32,1% rispetto al
primo semestre 2008. La maggior parte delle persone utilizzano Internet per avere informazioni, per divertirsi e per attività sociali. L’acquisto online è sempre più popolare:
il numero di acuirenti online è infatti passato in sei mesi da 14 a quasi 88 milioni.
U n vi l l a g g i o c i n e s e c o s t r e t t o a c a mb i a r e n o me .
Un villaggio cinese della provincia dello Shanxi si vede costretto a cambiare nome, o
comunque i caratteri compenenti il suo nome, in quanto quest’ultimo comprende due
caratteri cinesi raramente utilizzati, che non si possono nel nuovo sistema informatico della polizia.
I caratteri “Tang” e “Lu” sono utilizzati da decenni, ma gli abitanti di Tanglu che
hanno cercato di ottenere un certificato di matrimonio, hanno incontrato notevoli difficoltà poiché i computer non riconoscevano la loro città d’origine indicata sulla carta
d’identità.
Il sistema è diventato un problema anche per coloro che cercano un impiego, i viaggiatori, o coloro che fanno delle transazioni immobiliari.
Alcuni abitanti di Tanglu ed esperti, pensano che cambiare il nome del paese sia
pregiudizievole alla loro cultura e ai loro costumi, ma secondo la polizia sarebbe
troppo oneroso fare modificare i programmi informatici. Quindi…
P r o p o s t a s t r a va g a n t e d i u n a l b e r g o
Un albergo cinese propone ai suoi clienti di dormire dentro scatole che assomigliano
a delle grandi bare.
Questo hotel è gestito da Tang Yulian a Chengdu, in Cina, nella provincia del Sichuan (sud-ovest). Malgrado le condizioni poco confortevoli, per affittare una
scatola di legno a guisa di letto per una notte si spendono 2400 yuan (270 euro), l’equivalente della tariffa di una camera in un albergo a cinque stelle.
M a c h e be l tu r c h e s e !
Nella città di Xiangfan, nella provincia dello Hebei, è stato scoperto un turchese gigante che misura quali 100 cm di lunghezza, 60 cm di altezza e pesa 210 kg.
Il turchese è stato acquistato da Zhang Wenli, un collezionista locale, da un contadino della contea di Zhushan, provincia dello Hubei. Il geologo Chen Qiming ha
pulito la gemma per meglio apprezzarne la bellezza e il valore. Oggi il turchese si trova essenzialmente nel sud-ovest degli Sati Uniti, in Iran e nella penisola del
Sinai.
Li n g o tti d ’ o r o e d ’ a r g e n to p e r l ’ a n n o d e l l a Ti g r e
Come per ogni Nuovo Anno cinese (o festa di primavera), la Cina edita dei lingotti d’oro e
d’argento in serie limitata con l’effige dell’anno a venire.
Il 3 dicembre, la Zecca cinese ha presentato alla
stampa dei lingotti d’oro
e d’argento decorati con
differenti immagini tradizionali della tigre. I lingotti, del peso tra i 50
grammi e il chilo, sono
stati messi in vendita a
partire dal 10 dicembre
scorso. Tali lingotti commemorativi a tiratura limitata sono molto popolari
in Cina e si vendono “come il pane” in quanto sono considerati dispensatori di fortuna a chi li possiede.
Il 14 febbraio 2010, oltre alla tradizionale festa di San Valentino, i Cinesi del mondo intero
celebreranno il Nuovo Anno sotto il segno della Tigre di metallo.
C a llig r a fie g ig a n ti
Calligrafie giganti
Il 16 marzo scorso, il calligrafo Lu Songxian ha realizzato, con un pennello decisamente enorme, un carattere cinese in un solo tratto.
La calligrafia gigante rappresenta il carattere cinese 寿(shòu), che significa longevità, su un foglio di carta Xuanzhi lungo 10 m e largo 2,7 m, ed è stata realizzata nel tempio del giardino Yuyuan, nella parte orientale di Shanghai, in occasione dell’arrivo della primavera. Contemporaneamente 100 bambini, nello stesso
luogo, hanno realizzato ognuno una calligrafia dello stesso carattere.
Solo alcuni mesi più tardi, il 24 novembre, a Hangzhou, nella provincia del Zhejiang, l’artista cinese Song Tao ha presentato alla stampa la sua calligrafia gigante
di un metro di larghezza e 200 m di lunghezza.
L’opera d’arte è stata realizzata per sostenere la candidatura del “Grande Canale Beijing-Hangzhou” al patrimonio mondiale dell’Unesco. In questa calligrafia sono riunite le
poesie di oltre 100 celebrità dedicate al canale.
Questo Grande Canale artificiale è il più vecchio e più lungo del mondo. Risale altre
2500 anni fa e il suo tragitto si svolge per 1794 km. Collegando Beijing a Hangzhou,
attraversa 6 province e municipalità, dal nord al sud: Beijing, Tianjin, lo Hebei, il Shandong, il Jiangsu et il Zhejiang. Unisce 5 reti idrografiche, i fiumi Giallo, Hai, Huai, Yangzi
e Qiantang. Lungo il canale si trova anche ogni sorta di vestigia culturale.
O r o l o g i o s vi z z e r o i n u n a t o mb a c i n e s e d i 40 0 a n n i f a
Recentemente, in una tomba cinese sigillata da oltre 400 anni, è stato scoperto un orologio svizzero.
Gli archeologi cinesi sono rimasti stupefatti nel trovare un orologio svizzero in una tomba della dinastia Ming (XV-XVI sec.) a Shangsi, nel sud della Cina, quando questa sembrava non essere mai stata aperta dall’intterramento del suo occupante.
L’orologio in miniatura, a forma di anello, daterebbe meno di un centinaio d’anni. È stato inciso nella pietra e il suo quadrante indica le ore 10.06. Sul retro è incisa la parola “Swiss”.
La dinastia Ming conosceva già l’orologeria, ma ciò non può spiegare come quest’orologio abbia un aspetto così moderno, né l’incisione della parola Swiss. Evidentemente si tratta di uno scherzo. Tuttavia, gli archeologi non ne sono gli autori poiché al momento di questa strana scoperta venivano filmati da due giornalisti per la realizzazione di un documentario.
Gli scavi sono stati sospesi e i ricercatori sono rimasti in attesa dell’arrivo di esperti da Pechino per aiutarli a svelare questo mistero tra i più inquietanti.
C ioc c ola to c h e p a s s ion e !
Una Grande Muraglia in cioccolato di 10 metri di lunghezza e 2 di altezza
sarà il “clou” di un parco tematico sul cioccolato situato in prossimità dello
Stadio Nazionale (Nido d’uccello) a Pechino che sarà inaugurato il 29 gennaio 2010. Per realizzarla sono state utilizzate 10 tonnellate di cioccolato e
sarà presente in questo parco assieme ad altri celebri icone turistiche cinesi
come le Grotte di Mogao e i guerrieri di terracotta dell’imperatore Qin, tutti
rigorosamente di cioccolato.
Il parco World Chocolate Wonderland di 20.000 mq dovrebbe attirare i turisti, che sono meno numerosi del previsto, anche al Nido d’Uccello.
Ogni anno, i Cinesi consumano in media cioccolato per 3 miliardi di yuan
(circa 310 milioni di euro) e questo mercato cresce del 10-15% ogni anno.
In libreria
a cura di Patrizia Berzuini
IL SERPENTE PIUMATO
Attraverso le vicissitudini di cinque generazioni di donne, questa
indimenticabile saga familiare è anche il racconto di cento anni di
storia della Cina, dagli ultimi fasti della dinastia Qing fino alla
strage di piazza Tian’anmen. Ne è protagonista Yu, la cui vita è
indissolubilmente intrecciata a quella delle donne della sua famiglia: la nonna, la madre, le due sorelle e la nipote, figure forti, volitive, appassionate. Al contrario, la fragile personalità di Yu viene duramente segnata dal rifiuto che i genitori le dimostrano fin
da piccola e che la spinge a macchiarsi di un peccato imperdonabile. Allontanata dalla propria casa, viene spedita a vivere in città
per essere ben presto abbandonata a se stessa. Sola ma determinata, da quel momento Yu vive nella continua ricerca dell'amore e
del perdono, in uno struggente percorso di espiazione e desiderio
di libertà che sembrano essere a portata di mano proprio nel momento in cui il paese viene travolto dalla tempesta politica di fine
anni Ottanta.
In occasione del CAPODANNO CINESE (14 febbraio 2010)
Martedì 16 febbraio 2010, ore 20.30
presso il Ristorante
LA VIA DELLA SETA, Corso Casale 160, Torino
Cenone di Capodanno
Anatra alla pechinese
———————
Scrigno di maiale e gamberi brasato
Spiedini Drago e Fenice
Seppie con prezzemolo di giada
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Ravioli ai tre colori
Riso alla Yangzhou
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Involtini di filetto di branzino
Cestino alla Pescatora
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Dolce a sorpresa
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Bevande
Caffé
Costo: 33 euro (30 euro per gli iscritti a CentrOriente)
Prenotazioni esclusivamente in Segreteria
011.898.04.06
Autrice dotata di una potente vena satirica, abilmente celata tra le
pieghe di uno stile fantastico e lirico, Xu Xiaobin ritrae con maestria i profondi cambiamenti sociali e culturali della Cina a cavallo di due secoli, realizzando un romanzo epico, ricchissimo di
personaggi e avvenimenti storici, in cui passato e presente, realtà
e illusione si fondono con suggestioni magiche.
Xu Xiaobin. È nata nel 1953 in una famiglia di intellettuali di Pechino. Studiosa
di storia e religioni, ha pubblicato romanzi, racconti e antologie di scritti vincitori di molti premi. Viene spesso invitata negli Stati Uniti, in Canada e nel resto
del mondo come esperta di letteratura femminile cinese. Pubblicato per la prima volta nel 1998, Il Serpente Piumato è stato definito "una pietra miliare per
la letteratura femminile cinese" e "il miglior romanzo di fine secolo in Cina" ed
è attualmente in via di traduzione in molti paesi.
Xu Xiaobin, Il serpente piumato, Elliot Edizioni, € 18,50
DOLLARI, LA MIA PASSIONE
Cosa pensano, come si comportano gli abitanti di un paese che
cambia? Il protagonista di questi straordinari racconti è tanto
smarrito quanto determinato a trovare una sua strada nel momento in cui le tutele svaniscono, ogni forma di protezione e di
costrizione evapora in un contesto di stupita incertezza. Il suo
sguardo ricorda quello di un Buster Keaton, comicamente affondato nel nonsense. Individui sradicati e inconcludenti, ossessionati dai soldi, si aggirano sullo sfondo di scenari urbani della
Cina contemporanea, fra ospedali che non funzionano, fabbriche sull'orlo del fallimento, strade sovraffollate, stanze anguste
condivise da più inquilini. Bassezze e meschinità di un'umanità
confusa sono oggetto della spietata satira dell'autore, sempre
tenuta sul filo della tensione per ciò che attende il protagonista:
il medesimo narratore che, in diversi momenti della propria esistenza, affronta mafiosi di provincia, operai sull'orlo di una crisi di nervi, dipendenti di cliniche private che seguono ancora i
dettami comunisti, un padre al quale trovare una prostituta per
la sua visita in città... Le storie di Zhu Wen dipingono con
schietto umorismo la tragicomica realtà quotidiana in una società intrappolata fra capitalismo e comunismo, caratterizzata
da un febbrile individualismo e da improvvise esplosioni di violenza: e Zhu Wen sembra non sapere se piangere o ridere a crepapelle.
Zhu Wen (1967) ha lavorato come ingegnere in una centrale termoelettrica
fino al 1994, quando, con la pubblicazione del racconto Dollari, la mia passione, è divenuto una delle figure centrali e più discusse del panorama letterario cinese. La sua opera è stata pubblicata dalle maggiori riviste letterarie
nazionali. È autore di poesie, raccolte di racconti e di un romanzo. Ha inoltre
diretto due film: Seafood, che nel 2001 ha vinto il Gran Premio della Giuria al
Festival del Cinema di Venezia, e South of the Clouds, Premio NETPAC al Festival di Berlino 2004. Un terzo film è appena terminato e verrà presto presentato. La raccolta Dollari, la mia passione è già uscita in Gran Bretagna e
negli Stati Uniti, e sarà tradotta anche in Francia e Germania.
Zhu Wen, Dollari, la mia passione, Metropoli d’Asia, € 12,50
CentrOriente
augura a tutti
Buone Feste
e un Felice 2010
Stampato dalla tipografia EST Stampa Digitale – Via G. Verga, 56 – Settimo Torinese (TO)
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n. 28 - centroriente