affogasanti
Il Giornale di San Marco Anno XXXVII
Siena 29 giugno 2011 - Autoriz. Trib. di Siena n. 455 del 22/5/1985 - Direttore responsabile: Ester Vanni
Direttore editoriale: Sonia Corsi - Sped. in abb. post. – Comma 20/c - art.2 - Legge 23/12/1996 n°662 - Filiale di Siena
ono quasi duecento anni, da quando
nel 1813 la Contrada trasferì la propria
“sede” nella Chiesa dei Santi Pietro e
Paolo, che celebriamo qui la festa Titolare il
29 giugno. Pietro e Paolo considerati inseparabili l’uno dall’altro e colonne della tradizione cristiana. A loro due affidiamo le
nostre preghiere e dedichiamo una tradizione che si rinnova, sospendendo il tempo tra
flashback che la nostra memoria riesce a
scovare in ogni angolo delle emozioni e
istantanee confuse, spezzoni di vita vissuta
dove rivisitiamo in modo a-cronologico
tanti momenti passati. Ogni anno ci sorprendiamo di come si possa ripetere, con lo
stesso trasporto e immutata passione, la
nostra partecipazione a un rituale che
abbiamo nel nostro DNA e del quale siamo
felicemente prigionieri: la preparazione del
Rione che viene “vestito a festa” per l’occasione, gli stand enogastronomici, i giochi in
piazzetta, il Battesimo contradaiolo, il ricevimento della Signoria, il solenne Mattutino
e finalmente il Giro con l’offerta del Cero
alla Madonna di Provenzano. In questi giorni il richiamo di San Marco giunge forte ai
chiocciolini di tutte le età che non possono
fare a meno di mettersi il fazzoletto: bambini, giovani, anziani popolano le nostre strade in una mescolanza gioiosa. Inevitabile la
trepidazione dell’attesa del palio di luglio,
con l’adrenalina a mille e con le emozioni
che si confondono e perdono i loro confini
dentro di noi. Sarà un susseguirsi di sensazioni speciali che rendono unica la nostra
Festa: in quest’ultimo periodo, forse, il
senso di appartenenza alla nostra Chiocciola si è fatto ancora più vigoroso e il desiderio
di ognuno è quello di dare un segnale forte
di presenza, determinati e compatti, esigendo il rispetto degli altri. E allora con fierezza
e orgoglio portiamo i nostri amati vessilli
nella città, rulliamo ancora più forte i nostri
tamburi e innalziamo ancora più in alto,
“alla gloria del sole”, le nostre bandiere.
Viva la Chiocciola!
Il priore
S
i siamo. Ci siamo
quasi. La fine delle
serate all’Oliveta, nel
mio personale calendario,
segna una discesa lunga e
ripida verso i giorni di Palio,
verso il caldo e l’estate.
Dopo varie iniziative, fra le
quali il banchetto del 25
aprile, la merenda-cena del
primo maggio e, quest’anno, la bella ed emozionante
cena degli alfieri e dei tamburini, arriviamo alle serate
tanto amate ed attese da noi
chiocciolini.
L’Oliveta ci piace perché
è un luogo all’aperto, un
luogo che forse ci mancava,
un posto dove vedere “scorrazzare” felici i nostri cittini
e dove poter “frescheggiare” nelle calde sere estive,
magari parlando di Palio.
Quest’anno, poi, c’è stato
un vero e proprio salto di
qualità, sia nella gestione
degli spazi, sia nelle migliorie di carattere strutturale e
edilizio. Il palco, fulcro e
teatro di balli e canti urlati
contro il cielo, faceva da
spartiacque fra la zona
“mangereccia” e quella,
invece, delle bevute. Il
comico di Zelig, i Pancera
Gialla, gli Ottanta Febbre, il
Cipolla e lo Zar, ci hanno
fatto ballare fino a tarda
notte, incuranti delle ore di
lavoro del giorno dopo e
dell’immancabile incapocciamento della serie “la sera
leoni, la mattina coglioni”.
La macchina dell’organizzazione non si è mai fermata ed ha funzionato a
meraviglia. La zona ristorante, oltre ad offrire vere e
proprie prelibatezze, grazie
alla sua posizione, ci ha
regalato, ogni sera, tramonti indimenticabili. Altri fiori
all’occhiello di queste serate sono state la pizzeria, con
pizzaioli all’opera fino a
tarda notte; la discosteria
ogni sera in grado di offrire
C
2 affogasanti
La magia
dell’Oliveta
menù a tema, il braciere;
luogo infernale di fuoco e
fumo, ma in grado di regalare paradisiache bistecche e
costolecci annaffiati da
numerosi bicchieri di vino.
Per i nottambuli, poi, il bar
e la birreria hanno sempre
consentito di “tirar tardi” di
fronte all’ultimo bicchiere e
all’ultima chiacchiera notturna.
Il tramonto, le bevute e
uno spazio da far invidia a
chiunque. Descritte così le
notti all’Oliveta sembrano
uscite da un romanzo,
molto semplice da scrivere.
In realtà, dietro al nostro
divertimento, all’euforia
che ci ha riunito insieme a
tanti amici c’è il cuore e la
fatica della nostra contrada.
Una contrada che ha risposto, ancora una volta, in
modo impeccabile alla chiamata di questo evento,
ormai abituale. Abituale,
ma non scontato. Le serate,
infatti, sono il frutto del
lavoro di decine e decine di
persone, ragazzi, uomini,
donne, insomma, di tutti i
contradaioli.
Lavorare, certe volte,
può essere meno faticoso se
fatto con la compagnia giusta e, soprattutto, con lo
spirito giusto. Uno spirito
che ci spinge tutti verso lo
stesso fine, un unico obiettivo. Questo è quello che
conta.
Elena Milanesi
Si fa presto a dire cavallo...
’inverno è alle spalle e
l’incalzare della primavera e delle belle giornate ci porta con la mente
ai mesi caldi della nostra
vita contradaiola. Arrivare
al Palio di Provenzano è un
batter d’occhio detto tra
noi!
Dopo le previsite invernali i cavalli da Palio iscritti
alla prima selezione da 185,
salvo la defezione dell’ultimo istante di Già del
Menhir, sono rimasti in
114.
Tra questi soggetti, dai
nomi talvolta curiosi per chi
non è dell’ambiente ippico,
ci saranno i due vincitori
delle tanto attese carriere del
2011. Partiamo con una
piccola infarinatura ippica: i
cavalli da corsa si dividono in
due categorie, purosangue e
mezzosangue, a seconda
della percentuale di sangue
inglese riportata nel libretto
segnaletico rilasciato dall’U.N.I.R.E. (Unione Nazionale Incremento Razze
Equine), ente predisposto
alla gestione e controllo
dell’attività ippica italiana.
I cavalli debuttano, a
seconda della loro categoria
di appartenenza, nel mondo
delle corse: possono esordire in pista a due anni se
purosangue altrimenti tre
se sono mezzosangue.
Al Protocollo equino del
Palio sono ammessi i cavalli
mezzosangue la cui percentuale di sangue inglese non
superi il 75% e questo per
favorire le caratteristiche
morfologiche dei soggetti
allenati per la futura partecipazione al Palio. I dati
L
sopra richiesti sono riportati nel libretto segnaletico di
ogni equino, che corrisponde in pratica al nostro passaporto. Inoltre i cavalli
hanno pure un microchip,
inserito nelle fasce muscolari del collo, che permette
la loro corretta identificazione, attraverso la lettura
dello stesso, da un apposito
lettore che indica un numero trascritto nei dati di riconoscimento. I cavalli di
quattro anni parteciperanno
alla Tratta per proseguire
l’accesso alle carriere.
Da circa dieci anni, il
Comune ha istituito il Protocollo Equino per difendere la nostra amata Festa dai
numerosi attacchi scandalosamente “ animati” da animalisti in cerca di notorietà
e ignoranti delle tradizioni
del Palio e della nostra vita.
Nel Protocollo sono state
inserite delle misure che
alcune parti del corpo del
cavallo devono rispettare e a
volte queste sono risultate
un vincolo per l’ammissione
degli equini alle fasi della
Festa. Varie sono le correnti di pensiero sull’argomento e a tutt’oggi non si riesce
a trovare una linea condivisa
che accomuni proprietari,
cavallai, dirigenti e contradaioli. L’argomento non è
dei più semplici da dipanare… anzi! Solo che dei
punti fermi devono esserci,
anche se nel giudizio per la
valutazione di un soggetto
equino da Palio è necessaria
una certa dose di elasticità
attinente alla realtà: credo
che un millimetro non
possa pregiudicare un atleta
che nel complesso ha le
caratteristiche morfologiche e anche di testa, cosa
importantissima viste le
lunghe mosse degli ultimi
anni, in regola per l’ adattabilità alla Piazza.
Pare che quest’anno ci
sia un’apertura in questo
senso anche se le misure
previste rimangono quelle
stabilite lo scorso anno: per
evitare le innumerevoli
polemiche e chiacchiericci
vari, queste andrebbero
però rilevate con un solito
misuratore… addetti ai lavori, incaricati e via dicendo.
La novità del 2011
riguarda i prelievi del giorno della previsita: in caso di
non negatività, l’equino non
avrà la possibilità di partecipare ad ogni fase del Palio
in corso, il proprietario avrà
comunque la facoltà di
richiedere a sue spese, ed
entro 10 giorni, le analisi di
revisione. Nel caso di tacita
accettazione delle prime
analisi, queste si considerano accettate e quindi il proprietario verrà radiato
dall’Albo per tre anni ed
escluso da ogni forma di
contributo.
Altra innovazione, l’abbassamento del termine, da
30 a 20 giorni, per il fermo
agonistico precedente alla
previsita del cavallo: lo stop
concerne sia le corse dette
regolari in ippodromo che i
cosiddetti Paliotti.
Nell’ottica della prevenzione in primis, ma anche
dell’individuazione di soggetti più idonei, è previsto
un calendario di prove di
addestramento spalmato nei
mesi che vanno da aprile a
giugno: sulle piste di
Mociano, lavori di addestramento, e di Monteroni,
corse di addestramento.
Purtroppo quest’anno
sono saltati gli appuntamenti alla pista del Tamburo a Monticano, il test più
attendibile e veritiero per i
cavalli, vista la sua spiccata
similitudine con la Piazza in
quanto presenta molte delle
difficoltà che si riscontrano
nel reale svolgimento della
corsa.
Sicuramente ci stiamo
muovendo per rendere possibile la creazione di un
parco cavalli omogeneo e
preparato per le future Carriere, ma sono ancora molte
le cose da affinare o limare e
credo che molto stia nella
volontà delle persone preposte, che devono avvalersi
della collaborazione di professionisti esperti, ma
anche dell’ausilio dei proprietari che tanto si impegnano moralmente ed economicamente nella ricerca
di equini “D.O.C.”
A tutt’oggi credo sia
indispensabile creare una
sinergia di alchimie tra chi
gestisce la Festa e chi permette la realizzazione attraverso coloro che ne sono gli
attori principali… I cavalli,
principi indiscussi della
nostra realtà paliesca.
Giulietta Ciani
affogasanti 3
egli ultimi numeri del
giornalino avevo avanzato alcune domande
all’Assessore Delegato al
Palio sul perché al fantino
Bruschelli veniva riservato
un trattamento a mio giudizio di “favore” in occasione
dell’applicazione
delle
norme in tema di giustizia
paliesca, tanto da avermi
fatto parlare di una situazione per la quale tutti i fantini
sono uguali, ma un fantino
appare più uguale degli altri.
Ovviamente non v’è stata
alcuna risposta, sotto alcuna
forma; né, invero, nutrivo
molte speranze al riguardo.
Ora ci sono state le elezioni
amministrative: nuovo è il
sindaco, nuova la Giunta e
nuovo l’Amministratore
Delegato al Palio; spero
proprio quindi che si possa
porre il giusto rimedio alla
situazione sopra ricordata
che io considero una pericolosa patologia negli equilibri
della Festa.
***
Continua, con un nuovo
ricorso al giudice, la controversia, per certi versi dolorosa e inquietante, che contrappone alcune donne
dell’Oca alla propria Contrada e il cui problema di
fondo irrisolto è noto: queste donne dell’Oca reclamano il diritto di votare e di
essere elette alle cariche di
Contrada (c.d. elettorato
attivo e passivo) sulla base di
norme statutarie e di principi generali; la Contrada non
riconosce un tale loro diritto
adducendo sostanzialmente
l’esistenza di una tradizione
di contrada contraria alle
richieste avanzate. Sul punto
ho ovviamente la mia opinione personale, ma ho altresì
pieno rispetto del principio
dell’autonomia di ciascuna
contrada e della non interferenza nei suoi affari interni;
quindi non intendo, soprat-
N
4 affogasanti
Specchio
dei tempi
tutto in questa sede, entrare
nel merito della disputa.
L’argomento è comunque di
grande rilievo e mi siano
pertanto concesse due brevi
osservazioni di carattere –
come dire? – comportamentale (sempre a titolo personale e quindi coinvolgenti
solo me stesso):
1. nella vita quotidiana della
contrada interessata, il problema non sarà realmente
risolto dall’esito giudiziario,
qualunque esso sia; solo la
effettiva disponibilità al dialogo all’interno della contrada potrà permettere , nonostante tutto, di imboccare la
direzione della ricerca di
una soluzione (consensuale)
che tenda a superare – in
modi e tempi condivisi –
l’attuale puro e semplice
rifiuto delle rispettive posizioni.
2. Nell’universo contradaiolo la “tradizione” è
indubbiamente di fondamentale importanza: impone il ricorso al passato per
legittimare il presente. Ma
come è cognizione comune,
il Palio è una cosa viva perché, pur nella sua complessità, ha saputo adattarsi ai
tempi senza tradire le propri radici e questo concetto
vale ovviamente anche per
la “tradizione”. Al riguardo
ha detto un valente studioso
senese che “la tradizione
deriva soprattutto da precise scelte; passo dopo passo
un gruppo sociale ricostruisce il proprio passato, la
propria tradizione adattan-
dola ai quadri sociali del
presente; per le generazioni
future bisognerà scegliere
le tradizioni – diciamo così
– sostenibili, che abbiano in
sé qualcosa di tollerante, di
aperto”. Indro Montanelli,
che pur si autodefiniva
“conservatore spassionato”, sosteneva che “ non
c’è, per la conservazione di
ciò che va conservato, nemico più mortale dei conservatori che vogliono conservare tutto”.
***
Alla fine di maggio dello
scorso anno il Magistrato
delle Contrade approvò e
inviò all’Amministrazione
Comunale un documento
contenente alcune riflessioni su argomenti strettamente palieschi, legate all’evoluzione della corsa, in cui la
mossa ha ormai un peso preponderante, anche in relazione all’innalzamento della
qualità dei barberi e al livellamento del lotto dei prescelti.
L’analisi del Magistrato si
sviluppava in relazione a ciascuno dei macro-argomenti
individuati (mossa, mossiere, rincorsa; Assessore delegato e sanzioni; veterinari e
cavalli; Ordinanza Martini),
evidenziando sia il bisogno
di un’interpretazione del
Regolamento del Palio chiara e coerente, sia il ruolo di
legittimo garante dell’Amministrazione Comunale.
Molti gli aspetti affrontati,
tra i quali: la necessaria
autorevolezza del Mossiere;
la non tollerabilità di comportamenti dei fantini strumentali a ritardare volontariamente la partenza dei
cavalli; l’ossessione della
ricerca di un allineamento
perfetto capace di condizionare in negativo l’ingresso
della rincorsa e la durata
della mossa; le proposte di
sanzioni da essere maggiormente dettagliate e motivate; l’opportunità di una rotazione periodica dei veterinari nominati dal Comune per
il Protocollo e la possibile
revisione del Protocollo
stesso. I miei auspici sono
che la nuova Amministrazione voglia valutare con attenzione il documento, la cui
approvazione nell’Assemblea del Magistrato delle
Contrade fu preceduta da
un incontro della Deputazione del Magistrato con i
Capitani delle 17 Contrade.
***
Nell’ultimo numero di questo giornalino scrivevo che
mi sarebbe piaciuto veder
mettere nel dovuto risalto il
lavoro delle bandieraie della
Chiocciola. L’appello è
stato accolto: in questo
numero Anna Maria Baldi
ripercorre, con affetto ma
anche con giusto orgoglio,
la storia del gruppo delle
bandieraie chioccioline da
lei organizzato, mettendo in
rilievo il lavoro fatto che, per
qualità e quantità, è davvero
notevole. Il numero di 99
bandiere di seta, più bandieroni, bandierini e altre cose
varie, sono un patrimonio
imponente e prezioso, una
realizzazione che meritava
venisse evidenziata. Così,
semplicemente ( per dirla
con una frase di un amico
giornalista).
Marco
Le bandieraie di San Marco
ell’ultimo Affogasanti
Marco, nella sua rubrica Specchio dei tempi,
parlando di attività in Contrada, ha invitato qualcuna
di noi a raccontare la storia
del gruppo delle nostre bandieraie, ed ecco che ho raccolto l’invito; ma nell’accingermi a raccontare la nostra
storia mi è venuta la voglia di
partire dall’origine di questo
lavoro. E sono tornata con il
pensiero all’inizio dell’attività della nostra stanzina; sì
proprio le Donne del martedì, che non so per quanti
anni hanno dato un contributo di lavoro, di impegno e
soprattutto di amore alla
nostra Chiocciola. Tante,
troppe di loro non ci sono
più; altre non possono più
lavorare perché la salute non
glielo permette; ma l’esempio e le realizzazioni da loro
fatte rimangono intatte per
la Contrada: basti pensare al
rinnovo completo delle
monture del giro degli anni
’70. C’era però una cosa
che non sapevano fare, le
bandiere di seta, lavoro che
giudicavano troppo impegnativo e troppo specializzato. Così, quando nel marzo
del 1993 il Magistrato delle
Contrade organizzò un
corso per insegnare l’arte
della bandieraia, alcune di
noi aderirono. L’idea era di
imparare per lo meno a
mantenere e accomodare al
meglio le bandiere della
Contrada; mai avremmo
pensato di riuscire in meno
di quattro mesi a confezionare completamente una
bandiera di seta. Quando
N
questo accadde l’entusiasmo fu veramente grande, e
grande, direi, l’emozione
che il fruscio musicale della
seta, così delicatamente
lavorata, produsse quando
l’alfiere impegnò la bandiera
nelle sue figure. Fu così,
proprio dal settembre del
1993, che noi che avevamo
seguito il corso ci mettemmo a disposizione di chi
voleva imparare, organizzando un gruppo che ha realizzato e mantenuto in
buono stato un notevole
patrimonio di bandiere di
vario tipo: quelle del giro,
quelle di Piazza, altre di rap-
presentanza, quelle dei
bambini nella misura per il
Minimasgalano e quelle per
i più piccini. Abbiamo ricercato e realizzato modelli di
bandiere più antiche, il
grande bandierone per l’inaugurazione della nostra
nuova Società, il bandierone
di Piazza (di grande difficoltà come disegno), i bandierini per il rinnovo dei
costumi del Corteo Storico
del 2000.
Il nostro gruppo, che si è
protratto negli anni con
pochi cambiamenti, è attualmente formato da me che
l’ho organizzato, da Paola
Maggi che da sempre è stata
il mio valido aiuto, e poi
Annamaria Amidei, Letizia
Dionisi, Maria Dominici,
Giuliana Lorenzini, Antonella e Letizia Viliani,
Daniela Marchetti, Lorenza
Bruni (ritornata con il suo
impegno e la sua capacità
dopo che la sua bambina è
cresciuta) e infine Valentina
Niccolucci che da quest’anno si è unita a noi con il desiderio di imparare. In questi
ultimi anni poi si sono
aggregate a noi alcune
ragazze molto giovani – Giulia, Denise, Sarah e Vittoria
– che, con grande volontà,
già hanno realizzato un buon
lavoro e fanno quindi sperare che la nostra attività possa
continuare nel tempo.
Un piccolo appello ora ai
nostri ragazzi, dagli alfieri
più esperti a quelli più piccoli: rispettate queste bandiere, trattatele con cura,
non solo per ciò che esse
rappresentano (“lo stendardo dei nostri colori”), ma
anche perché sono frutto di
un lavoro difficile, impegnativo e molto lungo. Oggi
abbiamo un patrimonio di
98 bandiere di seta (di cui
più di 80 frutto del lavoro
del nostro gruppo), ma per
il prossimo 29 Giugno ne
avremo 99 con l’ultima realizzata con il nostro aiuto da
Daniela e Maria. E a me
(che vi devo dire?) sembra
un numero bellissimo.
Anna Maria Baldi
affogasanti 5
Società) se, dato che la donna prende parte oggi alle elezioni politiche ed amministrative, non deve prendere parte alle
adunanze di Contrada come elettrice del Seggio stesso.
Qualche donna iscritta alla Società mi ha riferito che in
qualche Contrada, le donne, oltre ad essere elettrici, sono
pure state elette quali facenti parte del Seggio stesso. A
SIENA AL FEMMINILE Protagonismo e impegno di nome di tutte le iscritte e nell’ interesse della nostra bella
donne dal Medioevo a oggi è stato il ciclo di conferenze Contrada La prego di far approvare il voto alle donne.
In attesa di ciò e scusandomi del disturbo ben distintacurate da Aurora Savelli e Laura Vigni che itinerante in
mente
La saluto anche a nome di tutte le appartenenti al
undici contrade, ha fotografato le donne nelle fasi salienti
di questo lungo periodo. Le oratrici e l’unico oratore, Consiglio Direttivo.
La Presidente della Società delle Donne
scelti con accuratezza, hanno trattato i temi con padronanAdriana Posani
za e semplicità, tanto da rendere piacevole il tutto anche a
chi non aveva alle spalle studi classici, pertanto consiglio a
tutti, visto che Canale 3 ripropone le conferenze, di guar- Ho riportato per intero la lettera di richiesta perché ho trovato delizioso che fosse scritta a mano e con enorme rispetdarle.
La nostra contrada ha ospitato la professoressa Patrizia to per l’istituzione Contrada e per le sue cariche… qualcoGabrielli che ha relazionato su Ricominciare tutto da capo: sa su cui riflettere.
Le Assemblee Generali e il Seggio in oggetto, per dovere
donne tra guerra, resistenza e ricostruzione a Siena.
di
cronaca,
furono presieduti dal Vicario Cesare Lunghetti
Il suo è stato un intervento che ci ha ricordato racconti di
che
in
data
7
maggio 1951 invia risposta alla presidente, qui
nonni e genitori ai quali non avevamo mai pensato in termitroviamo
una
discrepanza (che vale la pena indagare in avveni storici, una valenza che ci è stata suggerita dalla testimonire)
infatti,
indirizza
la lettera alla Presidente della Società
nianza del professor Barni che ha parlato degli ospedali
del
Palio
fra
le
Donne
della Contrada della “Chiocciola” in
militari del Pendola e del Collegio San Marco .
questa
il
Vicario
sostiene
di aver ricevuto la lettera la sera
Dopo che la curatrice del ciclo Aurora Savelli ha parlato
stessa
dell’Assemblea
(26
aprile)…
in detta nuova convocadi Centralità marginale: donne nelle contrade ieri e oggi è
sorta in tutti noi della Chiocciola presenti una domanda: zione l’argomento venne preso in esame e, dopo lunga, ponma quando hanno avuto diritto al voto le donne da noi? derata discussione, l’Assemblea deliberò di rimandare ogni
decisione, dando mandato al nuovo Seggio di studiare il
Sono salita in archivio e questo è ciò che ho trovato.
Dal verbale dell’Assemblea Generale del 26 aprile problema in tutta la sua interezza. (4 maggio) Mi auguro
1951, nel cui ordine del giorno compare la nomina della che Ella mi darà atto che la richiesta delle Donne della Concommissione elettorale, si legge che è pervenuta una lette- trada non fu tempestivamente avanzata, essendo pervenuta
ra della Presidente della Società delle Donne dove viene in periodo di vacanza del Seggio,… inoltre riportava le più
richiesto il diritto al voto e l’eleggibilità in Seggio delle importanti problematiche formulate in assemblea, punti che
donne. Non essendo l’argomento all’ordine del giorno meritavano un approfondimento e non d’immediata soluviene convocata una nuova assemblea per il giorno 4 mag- zione (dal verbale dell’Assemblea non si riesce a capire con
gio 1951 e viene fatto un Seggio in data 2 maggio che pro- la stessa chiarezza le motivazioni che portarono alla votaziopone due soluzioni da presentare all’Assemblea Generale: ne suddetta) ...La richiesta di voto da parte della donna
1) prevede che per i tempi troppo stretti questo seggio porta di conseguenza quella correlativa di eleggibilità di
venga eletto con le modalità in uso ma con la garanzia che essa alle cariche che amministrano la Contrada. In tal caso
le donne potranno essere elette a tutte le cariche? Se si risponnel biennio verrà presa in esame la proposta delle donne.
2) nota come proposta Vivarelli, dove una donna in desse affermativamente, non bisogna dimenticare che ad
rappresentanza della società faccia parte del seggio in esempio il Priore è membro del Magistrato delle Contrade e
che quindi questo organo deve essere preventivamente conelezione.
sultato sulla possibilità che in seno a esso una Contrada
L’Assemblea Generale opta per la prima soluzione.
Nel fascicolo inerente al 1951 viene trovata la lettera potesse essere rappresentata da una donna. Altro punto che
della Presidente della Società delle Donne, la minuta di si presentava né di facile e quanto meno immediata soluziorisposta del Vicario della Contrada alla Società delle ne, era ed è quello, una volta ammesse le donne a votare,
Donne e della lettera inviata dal Priore al Magistrato delle quali di esse avessero tale diritto. Le inscritte nei ruoli dei
Protettori, o addirittura tutte le inscritte alla Società del
Contrade.
Palio?
Ho voluto diffusamente spiegarLe attraverso quali
Egr. Signor
Siena, 24 aprile 1951
ragionamenti
l’assemblea è giunta alla deliberazione delCav. Guido Tuci
l’aggiornamento
del problema, perché non sorgano malinPriore della Contrada della Chiocciola
tesi
sulla
portata
di tale voto; esso è stato unicamente geneLa sottoscritta, quale Presidente della Società delle
rato
dal
desiderio
di tutti che il tutto venga risolto tenendo
Donne di questa Contrada domanda alla SV (domanda
presente
il
precipuo
e superiore interesse della Contrada. Il
che è stata a sua volta rivolta a me da alcune iscritte alla
nuovo Seggio, non appena nominato, secondo il mandato
Donne al voto
6 affogasanti
conferitogli dall’Assemblea, si metterà subito all’opera per
la migliore soluzione, coadiuvato da Lei o da una Commissione di Donne della Contrada, e mi auguro che saranno
raggiunti risultati concreti…
Non appena insediato il nuovo Seggio tenne fede
all’impegno preso e giusto sessant’anni fa il Priore indirizzò al Magistrato delle Contrade la seguente lettera che
nella prima parte fa un breve riassunto degli avvenimenti
da me riportati.
25 giugno 1951
...Onde assolvere il mandato ricevuto e prima di presentare la richiesta al Seggio, teste ricostituito, è mio desiderio
conoscere la opinione del Magistrato in proposito.
Se pur le Contrade che nella loro singola organizzazione
hanno e debbano mantenere un’assoluta autonomia, sembra al sottoscritto che si debba mantenere fra tutte le 17
Contrade una uniformità di decisione in merito alla importante questione dalle Donne di S. Marco. Se ci riferiamo alle
secolari consuetudini che hanno retto e reggono le Amministrazioni contradaiole, le donne non potrebbero essere elettrici né eleggibili.
I Capitoli del 1663 di questa Contrada stabiliscono in
modo inequivoco come debbano essere nominati gli “Offitiali” come Priore, Vicario, Consiglieri, Camarlengo e designa a tali uffici l’“huomo” del rione.
Ben poche le disposizioni del 1663 sono oggi in vigore.
Ora che si è democraticamente ammesso le donne a partecipare alla vita pubblica nazionale, possono le Contrade
non uniformarsi a tale giusto criterio? Possono allora, le
donne, ricoprire cariche direttive come componenti il Seggio? Sono queste le domande che mi permetto rivolgere a
codesto Onorando Magistrato affinché esprima il proprio
parere che serva di norma per tutte le nostre Contrade.
Con deferenza
Il Priore, Guido Tuci
Purtroppo al carteggio non è allegata risposta del Magistrato delle Contrade né so se vi fu una discussione verbalizzata o la “questione” venne trattata nei “corridoi” del
Magistrato di certo c’è che, ad oggi, l’idea di una donna
Priore o Vicario nella nostra Contrada è ancora futuro.
Nell’Assemblea di Seggio del 18 novembre 1952 viene
nominata una commissione per lo studio delle Nuove
Costituzioni della Contrada e fanno parte di questa: Emilio
Beccarini Crescenzi, Cesare Lunghetti, Enrico Civai,
Enzo Bindocci e Umberto Pegni.
Purtroppo non abbiamo memoria se la Presidente delle
Donne o chi per lei prese parte o coadiuvò la commissione
stessa perché nella minuta originale delle Nuove Costituzioni approvate dal Seggio il 24 febbraio 1953 e dal Consiglio Generale nell’Adunanza del 28 aprile 1953 non è
apposta nessuna firma.
A questo punto si presenta un “giallo” che solo i presenti all’Assemblea del 28 aprile 1953 potrebbero risolvere
perché la minuta delle costituzioni approvate al Capo III
dei Contradaioli al 3° articolo recita:
Tutti i contradaioli dell’uno e dell’altro sesso; che hanno
raggiunto la maggiore età possono accedere a cariche eletti-
ve in condizione di uguaglianza e possono essere elettori
secondo quanto stabilito dalle presenti costituzioni.
A mano è stato aggiunto le donne sono però escluse dalle
cariche di Uffiziali.
È con questa aggiunta che detto articolo compare nel
libretto delle Costituzioni, questo fa supporre che, visto
che nel Libro dei Verbali del Seggio non è fatta menzione
di una richiesta di modifica dell’articolo in oggetto presentato all’approvazione, tale modifica sia avvenuta in sede di
Assemblea Generale, ma non potendo consultare il Verbale delle Adunanze del Consiglio Generale (mancante dall’Archivio) questa resta una supposizione vista la non sempre dettagliata descrizione delle riunioni del periodo.
Di fatto, con le elezioni del 1953, entra a far parte del
Seggio una grande figura femminile della nostra Contrada,
Bianca Golini: è particolare notare come questa sia sempre
indicata con il solo cognome da sposata ed è presente per
quasi 20 anni; il 19 maggio 1962 sostituì Victor Hugo
Zalaffi nella carica di Fiduciario della Contrada nella
Società delle Donne. L’abolizione della clausola dell’esclusione delle donne dalle cariche Uffiziali fa parte di un gruppo di modifiche costituzionali approvate nell’Assemblea
Generale del 29 agosto 1966.
Di seguito riporto alcune curiosità che fanno capire
come le donne fossero importanti nel “quotidiano”, nel
lavoro lontano dal “palcoscenico” della vita della Contrada
di allora. La Sezione Piccoli Chiocciolini da sempre veniva
identificata nel Presidente ma, fin dal 1933, molte donne
facevano parte del consiglio non eletto: Giulia Lusini, nota
come “Giulina”, fu per molto tempo l’esattore dei protettori, se c’era da segnarsi per una cena bastava rivolgersi alle
“Bianche” (Bianca Golini e Bianca Paoloni) che sono state
anche le uniche due donne che abbiano partecipato a una
sibilla. Nel 1957 votarono per il rinnovo del Seggio della
Contrada 113 chiocciolini, di questi 18 erano donne.
Nella Commissione Elettorale nominata il 23 settembre
1963 viene eletta Fulvia Brogiotti, le donne presenti in
assemblea sono 4 su 60 contradaioli.
Nonostante l’abolizione della clausola dobbiamo arrivare al 1970/71 per trovare un Cancelliere: Maria Cristina
Peccianti; 1982/83 per un Vice Economo: Giuliana
Migliorini Mariotti; 1995/96 per un Vice Camarlingo:
Anna Maria Amidei Ceccherini; 1999/2000 per un Presidente della Sezione Piccoli Chiocciolini: Patrizia Rossi.
Onde evitare di dimenticarne qualcuna dirò che, nell’ordine, i ruoli più svolti dalle donne sono stati in Cancelleria
sia come Cancelliere che Vice, Addetti ai Protettori, Vice
Archivista, come Vice Camarlingo nonché Cassiere e Vice
Cassiere in Società, questo a dimostrazione che in S.
Marco si continuano a considerare le donne capaci di mettere a frutto solo le attitudini ritenute molto femminili: la
precisione, le pubbliche relazioni e l’attenzione nel far quadrare i conti.
Alessandra Pianigiani
a sera di lunedì 28 giugno 1971, subito dopo
la celebrazione del
Solenne Mattutino, avvenne
ai cancelli un episodio molto
particolare. Un gruppo di
persone, in particolare i piccoli del 1933 e quei bambini
nati successivamente che
contribuirono alla raccolta
dei fondi per la fontanina,
idearono una cerimonia
molto particolare e simpatica per ricevere il tanto desiderato battesimo contradaiolo, che a quel tempo era
riservato solo ai piccoli nati
durante l’anno. Ad officiare
l’evento fu voluto Victor
Hugo Zalaffi, amato fondatore e primo presidente
della Sezione dei Piccoli,
anche se da circa vent’ anni
aveva lasciato tale carica. È
Victor Hugo stesso che ci ha
aiutati a riportare alla memoria l’avvenimento, attraverso
le sue famosissime pagine
dattiloscritte in cui aveva l’abitudine di annotare meticolosamente ogni evento
chiocciolino e delle quali
citiamo fedelmente i passi di
questo articolo.
Prima di iniziare la cerimonia, fu rivolta una preghiera e un ricordo per i
sette bambini del 1933 che
erano scomparsi negli anni.
Ad ogni nominativo, i piccoli alfieri abbassavano la
bandiera in segno di saluto
e di cordoglio accompagnati
dal rullo di tamburo dei piccoli tamburini.
Il rito prevedeva che
ognuno dei battezzandi si
dovesse avvicinare alla fontanina e, mentre Victor
Hugo impartiva la “benedizione”, riempire il bicchiere
e bere un sorso del vino
stesso. Per l’occasione fu
anche preparata una formula apposita, che Victor
Hugo con voce tonante e
baritonale, ripeté per oltre
110 volte.
L
8 affogasanti
Golini Bianca e Guerri Giulia. Venne ricordato pure il
Segretario Sig. Inghilesi Pio,
deceduto da molto tempo.
Al Presidente Sig. Zalaffi
Victor Hugo, oltre alla pergamena venne donata una
targa d’argento con medaglia d’oro. Lo Zalaffi, molto
commosso per la dimostrazione di affetto, ringraziando tutti abbracciò e baciò, il
piccolo del 1933, Sergio
Chellini, consegnatario
della Pergamena.
La pergamena donata a
Victor Hugo, grazie alla
generosità del suo amato
nipote, nonché nostro Capitano, Roberto Zalaffi, si
trova oggi esposta nel
Museino, il museo dei piccoli, recentemente inaugurato. Là sono rimasti
impressi i nomi di tutti i
“protettori onorari della
fontanina” a imperitura
memoria. Molti di loro, purtroppo, non sono più con
Nel nome del Popolo di stesso tempo Vi impegnerà di noi, invitiamo, pertanto,
San Marco e con il beneplaci- tramandarla alle generazio- tutti coloro che conservano
to dell’Onorando Priore ni future. Vi consacro perciò un ricordo o un’immagine
della Contrada e dell’Eccel- Chiocciolini onorari delle della serata a contattare il
lentissimi Componenti il Seg- fontanina vita natural gruppo degli archivisti, così
gio della Contrada della durante.
da arricchire il patrimonio
Chiocciola, io, quale ex-PreRiunitosi, alfine, presso i storico della nostra amata
sidente fondatore della locali dove ebbe vita la contrada.
Sezione dei Piccoli Chioccio- Sezione dei Piccoli venne
Mentre si svolgeva il batlini, in questa sera del 28 offerto a tutti un signorile tesimo Contradaiolo venne
giugno 1971, ricorrendo il rinfresco e consegnato, ai inaugurata una grandiosa
38° anniversario dalla sua battezzandi, a ricordo, una Fiera Gastronomica a prò
fondazione e il 24° anniver- bellissima pergamena. Al della Sezione dei Piccoli,
sario dalla inaugurazione termine prese la parola l’al- fiera inaugurata dal dinadella Fontanina donata da lora Pro-Vicario, ragazzo mico Presidente, ex piccolo
Voi ex- piccoli Chiocciolini il del 1933, il Sig. Rag. del 1933, Sig. Petreni Rag.
28 giugno 1947. Avendo, Lorenzini Eldo, ricordando Elveno, andando in tutto
da questa data, la Contrada le bellissime giornate tra- esaurito in breve tempo.
della Chiocciola riportato scorse, nella sua giovinezza Varie manifestazioni di
ben cinque vittorie sulla in quei locali, ebbe parole di carattere popolare si svolsePiazza del Campo, le cristal- plauso per i vecchi dirigenti, ro durante la notte, nel
line acque di questa Fontani- consegnando delle perga- Rione di San Marco, organa si sono trasformate in mene firmate da tutti i picco- nizzate da un folto numero
buon vino del Chianti.
li del 1933 [in generale da di giovani contradaioli.
Servendomi di questo vino tutti coloro che furono batper il tradizionale battesimo tezzati ndr] al Sig. Victor
contradaiolo infonderà in Hugo Zalaffi (Presidente),
Voi, ex-Piccoli Chiocciolini, Sig. Bindocci Rag. Enzo
la Fede dei nostri Avi e nello (Cassiere) ed alle consigliere
Chiocciolini
onorari della
fontanina
affogasanti 9
ncontro Leonardo Peccianti un pomeriggio di
fine estate, in Cancelleria, e mi metto davanti a lui,
con il mio quaderno, dove
ho già annotato parole
importanti di presidenti passati della Sezione Piccoli
Chiocciolini. Noto subito il
suo rigore e la sua precisione, la rettitudine di un uomo
il cui senso del dovere viene
prima di tutto. La sua storia
inizia nel 1973, come vice
presidente di Bruno Alfonsi
– che poi dovette lasciare
per motivi di lavoro – a cui
subentrò nel 1976, come
presidente della Sezione.
Gli anni del suo mandato
vanno dal ’73 al ’78.
I
Leonardo
Peccianti
racconta
Come era la Sezione negli
anni Settanta?
C’era una mentalità antica,
era difficile riuscire ad
apportare novità. A volte,
mi preoccupavano di più
le novità di quegli anni?
i genitori dei ragazzi e
Tutti
i sabato pomeriggio o
cominciammo a coinvolla domenica mattina,
gere di più anche loro.
guardavamo i film, i carQuali sono state le attività o
toni animati in Società, a
seconda della disponibilità. Cercammo, poi, di
coinvolgere i giovani e i
loro genitori, creando
una vera e propria assemblea dei Piccoli, nella
quale, grandi e piccini,
potevano proporre e
organizzare iniziative.
Questo è stato un evento
che ha funzionato, e che
ci ha gratificato molto.
Poi mi ricordo le feste
della Befana e quelle di
Carnevale, la caccia al
tesoro e le merende, bei
momenti di vita di contra-
della Chiocciola e lo collocavo davanti a tutti gli altri,
poi finalmente poteva partire la corsa, la quale, sempre
più avvincente, dava ogni
volta come vincitrice la mia
Contrada preferita. Beh,
oltre alla mia pista, ne esistono di altri tipi, costruite
con materiali diversi come
legno, metallo e anche la
pietra come la bellissima
pista di San Prospero dove,
armato di barberi, andavo
sempre per divertirmi un
po’. Il gioco della pista dei
barberi è diventato una tradizione per tutte le contrade, soprattutto durante i
festeggiamenti del giro in
città, e l’anno scorso nella
Chiocciola proprio in occasione della Festa Titolare è
stata inaugurata la pista dei
barberi più bella del mondo.
È stata realizzata da Simone
Bocci con l’aiuto di alcuni
uomini della Sezione Piccoli. È una vera opera d’arte,
diversa da tutte perché è
costruita in plexiglas e
metallo e quindi il tufo assume il colore trasparente, ma
la particolarità più grande
spicca proprio alla seconda
curva dove s’innalza al cielo
la Torre del Mangia.
Alle serate all’Oliveta di
fine maggio ho avuto la possibilità di giocare con questa meraviglia essendo stato
allestito uno stand interamente dedicato a lei dove
noi giovani, oltre che giocare come spettatori, potevamo divertirci a fare “i venditori dei biglietti”. Grazie a
questo, sono tornato bam-
La pista dei
barberi
he bello il Palio, una
gioia in più per ogni
bambino; un sogno
grande da realizzare per chi
crede nella propria contrada? La Vittoria. Fin da piccolo ho sempre creduto
nella mia Contrada (la
Chiocciola) e non l’ho mai
abbandonata. Un po’ di anni
fa il mio babbo mi comprò
una pista dei barberi, ed è
solo attraverso quell’eccezionale gioco che scoprii
veramente questo sogno,
pur essendo in realtà una
vera e propria finzione della
grande corsa. Così ogni
volta che mi mettevo a giocare prendevo il barbero
C
10 affogasanti
da. Un evento che ricordo
con particolare piacere è
la gita a Lecceto: partimmo con i tavoli e le panche di contrada, i ragazzi
vennero in pullman. Ci
vollero due o tre viaggi
per portare tutto l’occorrente.
Hai trovato delle difficoltà a
gestire la Sezione?
Le maggiori difficoltà erano
quelle a livello economico, purtroppo non eravamo supportati a dovere
da quel punto di vista, ma
d’altronde ci dovevamo
accontentare.
Definisci la tua Sezione con
tre aggettivi.
Il mio mandato è stato soddisfacente, divertente e
impegnativo.
Dai suoi occhi direi proprio
di sì. I piccoli ti “vogliono
guardare in faccia”, ma,
senza dubbio, ti regalano
tutto il bello della vita.
Elena Milanesi
bino nel salotto di casa mia
insieme al mio bel giocattolo di legno per fare ancora,
a occhi spalancati, quel
grande sogno che spero
questa volta si possa finalmente avverare.
Matteo Rossi
Da piccolo a…
giovane alfiere
a mia mamma voleva
che suonassi il tamburo; così, all’età di 5
anni, mi portò nella terrazza
della società da Silvano
(Bano), ma il tamburo non
era nel mio futuro: non
veniva mai un be-re-be nana giusto.
Così, l’anno seguente,
vedendo Franco e Beppe
sbandierare, ho deciso che
volevo farlo anch’io per
diventare bravo come loro.
È stata grande, e lo è ancora, l’emozione di portare il
cero in Provenzano la prima
volta; ricordo che in quell’occasione avevo in mano
L
una bandiera che aveva fatto
la mia mamma con un fazzoletto!
Crescendo, il gruppo di
Denise e Giulia ci ha cucito
delle vere bandiere. Altre
bandiere, addirittura più
grandi (quasi il doppio di
noi), le ho poi usate per fare
tre volte il mini-masgalano
con il mio amico Francesco
Ninci.
Nel corso degli anni ho
anche avuto l’onore ed il
piacere di fare i giri in campagna ed in periferia con i
miei amici e con gli adulti.
Ho però dovuto cambiare
diverse monture: da quelle
Chiedilo a
Niccolò, Alessio e Tommaso
dei piccoli chiocciolini fino
ad oggi che indosso una
montura da “grandi”.
Da due-tre anni, ho
anche avuto l’onore di fare
il giro il 29 di Giugno.
Anche se è sempre molto
caldo, la fatica è tanta e alzare la bandiera è sempre più
difficile, la voglia di vestire i
colori della mia Contrada e
portarli in giro per Siena nel
giorno della festa, mi da la
forza di continuare.
La bandiera è cresciuta
con me e, passando dai piccoli ai giovani, ho iniziato ad
usare una bandiera proprio
da “veri grandi”. Anche se è
pesante, che emozione riuscire ad alzarla in cielo!
Voglio ringraziare tutti
quelli che mi hanno seguito
e insegnato in questi anni e
che continuano ad avere la
pazienza di farlo: Beppe,
Simone, Franco, Leonardo,
Andrea e, mi scuseranno,
tutti quelli che ho dimenticato e che hanno contribuito a farmi diventare un giovane alfiere che… sogna di
entrare in piazza.
Giovanni Cai
Vorresti entrare in piazza Avresti paura di sbagliare?
un giorno?
N.-T.-A.: “Si è ovvio, ma
Niccolò: “Sì, certo”.
mi impegnerei comunTommaso: “Sì, ovvio”.
que al massimo”.
Alessio: “In realtà ho un
po’ paura, ma mi piace- Con chi vorresti entrare in
rebbe”.
piazza?
Perchè vorresti entrare?
N.-A.: “Perchè non c'è
miglior situazione per
rappresentare la mia
Contrada”.
T.: “Perchè mi piace molto
suonare il tamburo e
anche per me sarebbe
una grande emozione
rappresentare la mia
contrada in quella circostanza”.
(Tutti e tre hanno risposto
che vorrebbero entrare
insieme).
Chi sono i tuoi idoli?
N.-A.: “Beppe e Franco”.
T.:” Silvano e Maurizio
Bellaccini”.
Camilla Cialdini
Lucrezia Verdiani
affogasanti 11
Fumetti
&
Enigmistica
Unisci i puntini del gioco ideato da
Eugenio e Leonardo e apparirà un
misterioso simbolo della nostra
contrada a cui tutti noi siamo legati e
profondamente affezionati.
Buon divertimento!
12 affogasanti
Tra le botteghe
del rione
ella tradizione italiana
il bar rappresenta da
sempre il punto di riferimento per eccellenza delle
aggregazioni sociali. Che si
trattasse di circoli, vinai, bar
più moderni o anche i bar
delle nostre Società di Contrada, il loro ruolo è sempre
stato quello di catalizzare la
vita dei rioni. Non fa eccezione il Bar San Marco, presente
nel rione da talmente tanti anni che si farebbe fatica a
immaginarselo senza. Il bar ha visto nel corso della sua
storia il succedersi di molti gestori, contradaioli e non,
tanto che è difficile identificarlo con una singola figura.
Ogni generazione ha avuto il “suo” barista, del quale
continua a raccontare aneddoti e usanze. Il nostro amato
bar però negli ultimi anni ha avuto fortune piuttosto
alterne – gentile eufemismo – che l’hanno portato addirittura – sacrilegio! – a cambiare nome. L’arrivo del personaggio che stiamo per presentare sembra aver finalmente dato al bar la stabilità che merita.
N
È partito un po’ con timidezza, come è normale, ma ora ho
veramente un rapporto bellissimo con tutte le fasce di
età. Gli anziani ti coccolano, ti danno veramente soddisfazione e con i giovani ho instaurato un dialogo buono,
non c’è stato mai nessun problema.
Nel frattempo due avventori abituali, chiocciolini docg, ci
interrompono chiedendo a Carlino uno spritz e un camparino, bevute classiche da queste parti. Carlo esegue, con
la sua consueta celerità, ma trovando il tempo per mettere
da parte i tappi a corona per l’Oliveta (sono serviti per
realizzare un pannello per l’allestimento del bar).
Quanto è legata la tua attività alla vita e alle caratteristiche
del rione?
In tutti i sensi, sia alla vita contradaiola che ad esempio a
quella degli studenti, visto che ce ne sono molti che abitano in questa zona. Poi ci sono le persone che vanno a
prendere i figli all’asilo o a scuola, oppure quelli che
vanno a lavoro. Ovviamente il lavoro e la vita del rione
sono legati anche all’alternarsi delle stagioni: d’inverno
c’è molto meno passaggio, di turisti ma anche di contradaioli, diciamo che lavoro più con la clientela abituale.
Come e quali sono i tuoi rapporti con gli altri commercianti
della zona?
Buoni con tutti: con Giorgio, con Marco e Domenico dei
due ristoranti, ma anche ad esempio con la lavanderia.
Loro frequentano il bar e anche a me capita di prendere
qualcosa da loro.
Attraverso la tua attività nel rione riesci ad essere un punto
di riferimento anche per la contrada?
Un paio di volte l’anno scorso mi è capitato di aver dato una
mano per accogliere le comparse delle Contrade. In più il
bar diventa quasi una società del giorno, quando l’altra è
chiusa, soprattutto con il bel tempo.
Puoi raccontarci un po’ di curiosità, di aneddoti particolari?
Il punto della situazione del rione me lo fanno tutte le mattine alle 7 Luciana e Maria, è diventato ormai uno scambio
abituale. Poi c’è Rosetta, che mi chiama “il barista terapeutico”, perché quando ha bisogno viene da me, prende
qualcosa e si sfoga un po’. Giorgio invece si becca un
monte di dispetti, il mio primo obiettivo dalla mattina è
quello di farlo arrabbiare – ride –, soprattutto la mattina,
perché lui di prima mattina non è molto in forma di solito.
Il mio primo punto di riferimento è stato Bano, perché
sin dai primi giorni è sempre passato dal bar e a lui mi
sono sempre rivolto per le domande “tecniche” sulla
contrada. Il nostro primo incontro è stato indicativo: lui
mi ha detto che con un gestore precedente aveva litigato
per un vaso piazzato fuori posto e con me non voleva litigare. Io l’ho subito levato... Qui posso dire ormai che mi
sento a casa e ne sono felice, perché era proprio quello
che cercavo.
Prima domanda a bruciapelo: nome, cognome e soprannome.
Carlo Tozzi, detto Carlino, semplicemente, mi hanno sempre chiamato così.
Da quanto sei qui?
Dal 20 giugno del 2010. Diciamo che ho aperto in un
momento in cui siamo dovuti partire subito forte. È stato
un pochino un salto nel buio per me, perché non avevo
riferimenti e non conoscevo l’ambiente. Ma questo lavoro bene o male l’ho sempre fatto, non ci sono stati grandi
problemi.
Cosa ha significato per te che arrivi da un paese della provincia aprire un’attività nel cuore del rione di una Contrada?
Non è capitato per caso. Tra i vari esercizi commerciali che
avevo adocchiato ho scelto questo proprio perché era nel
cuore di una Contrada. Credo che sia importante per la
Contrada avere un bar nel cuore del territorio. E la cosa è Questo è Carlo, anzi Carlino, persona semplice e solare che
con la sua umanità si è saputo ritagliare da subito un
reciproca, proprio per il rapporto diretto con la gente,
posto all’interno del rione e, di conseguenza, della vita
visto che il settanta per cento del mio lavoro si basa sulle
della Contrada.
persone che passano tutti i giorni.
Nicola Panzieri
Qual è il tuo rapporto con i contradaioli nella tua veste di
Denise Verdiani
barman?
affogasanti 13
A cura di Sarah Pianigiani
ontinua la rubrica
“Un tuffo nel passato”. In questo numero
dell’Affogasanti l’articolo è
tratto dal Numero Unico
…fra le corna della Chiocciola si è seduta la vittoria!,
edito dalla nostra Contrada
per i festeggiamenti della
46esima vittoria conquistata il 2Luglio1949 dal cavallo Lirio e il fantino Alessandri Eletto detto Bazza.
Buona lettura!
C
Quasi come 60 anni fa!
Bazza salva S. Antonio dal
bagno
29 Giugno. SS. Pietro e
Paolo. Giallo e Rosso in
festa: festa a Roma e festa a
Siena. Nel Chiocciolone,
poi, vampate di caldo e di
speranza, sollevano entusiasmi indicibili e canti a non
finire. Ore 11. Sul Campo
infocato, il sole picchia sulle
teste, sugli scolli, sulle
gambe. Una colonna di persone si sposta continuamente nei limiti mobili dell’ombra del Mangia, che impavido sovrasta migliaia di speranze ardenti e di speranze
feroci. I cavalli hanno saettato sulla pista gialla con il
numero ingessato sui fianchi, quel bianco che poi farà
sbiancare di rabbia atroce o
di gioia frenetica i contradaioli che se li vedranno,
dalla sorte appioppare. Sulla
pianata del Comune, tra la
calca enorme, i barbareschi
attendono ansiosi. I trombetti alzano le argentee chiarine, e gli squilli acuti
echeggiano superando il
brusio ed anche il clamore
della Piazza. Girano le gabbie contenenti i dieci numeri, le dieci contrade, la vittoria, la beffa, la sconfitta, la
gioia, il delirio e l’angoscia!
Il destino del Palio è dentro
quelle due gabbie! Oca!
14 affogasanti
Bazza salva
sant’Antonio
Cavallo Noce … Salti in aria
e parossismo indescrivibile!
L’Infamona ha avuto uno
dei migliori cavalli; più tardi,
magari stretto da una contrada rivale batterà una bella
ciaccia davanti a Fontegaia;
ma quello non vuol dire. Per
ora si canta e si accendono
moccoli a SantaCaterina...
Montone! Cavallo Popa... Il
cavallo è nuovo e… le speranze sono vecchie. Quelli
del Peoro, pur ballando, non
si sentono sicuri! Bruco!
Mistero… Quel cavallo è
un… mistero davvero! Ha
qualità straordinarie! Si
piazza sempre secondo,
specie se è montato da Amaranto! Chiocciola! Lirio!
Chiocciolini imbronciati
che non si rassegnano ai
capricci della sorte! Ma il
cavallino scrolla vivacemente il capo, quasi per dire:
“Uomini di poca fede!”. E
così tutte le altre contrade,
fino a che, l’attesa si fa spasimante. Due contrade in ruggine; Torre e Tartuca, e due
cavalli: Piero e Marcopolo,
cioè il re della Piazza, e una
mezza brenna! Come al soli-
to, Piero va alla Tartuca e la
brenna alla Torre. Quelli del
Rospo gongolano: che soddisfazione! Le due rivali
Chiocciola e Torre con due
belle brenne! Via San
Marco è congestionata di
gente. Intorno alla stalla i
Chiocciolini sconsolati,
imprecano alla sorte, che ha
regalato loro la duplice
beffa!
“C’ha colpa S. Antonio!”
“Ma via, ’he ci ’ombina?”
“E ci ’ombina, ci ’ombina!”
E lì, chiacchiere a non
finire; gli animi sono riscaldati, il giallo è quasi sparito,
s’incomincia a vedere soltanto il rosso; si sragiona…
“Se stasse a me!”
“E che faresti?”
“Lo ributterei dove si
‘avò qualche anno fa!”
“Nel pozzo?”
“Già, proprio nel
pozzo!”
“Eppoi?”
“Eppoi... È più tardi!”
Ma il cavallino deve avere
inteso, nitrisce, e Bazza, il
fantino che difenderà i colori della Chiocciola accorre:
“Ma siete matti?”
“???!!!”
“Dico se siete matti!”
Purtroppo, non c’è matto
al mondo che non protesti
d’esser savio. Sicché, concitate discussioni per dimostrare che sant’Antonio,
quale immagine, non avrebbe la possibilità di galleggiare; perciò per farsi di nuovo
tirar fuori, farebbe certamente la grazia... Ma Bazza
tagliò corto: “Voi fate quello che vi pare; però trovatevi
un altro fantino! Mi porterebbe sperpetua!”
“Via via, un fa storie…”
“Le storie so’ queste!
Sant’Antonio è il mi’ santo;
lo prego tutto l’anno perché
mi tenga ritto… lo sapete,
>>>
a alcuni dati ricavati
da una Miscellanea
del Comucci sembra
che le strade del nostro
Rione siano nate nel XIV
secolo, e più esattamente:
1362 – Strada degli
Orciolai (comprendeva il
tratto dello Spedale dei
Santi Niccolò e Lucia;
1364 – Via Sperandie
(già strada delle Monache
della Madonna);
1368 – Porta delle Sperandie (dal 1708 della
Clausura delle Monache
della Madonna);
1370 – Borgo San
Marco (dal 1708 Borgo
delle Monache di Santa
Marta);
1375 – Piano dei Mantellini (in faccia alla Chiesa
del Carmine);
1380 – Fondaco del
Borgo San Marco (strada
dei Frati (C)Armini, poi
detto San Marco al Pozzo);
Portone di Santa Lucia
(già Porta Sperandio, poi
via delle Sperandie).
Sempre dallo stesso volume si ricavano indicazioni
D
>>>
‘un fo’ mica lo speziale! E
ora lo vorresti butta’ nel
pozzo! Sarei sicuro di rompermi ’l collo! Addio!”
“Vieni qua... vieni qua!”
“Date retta a me; aspettate se mai a buttaccelo a
Palio perso!”
E così sant’Antonio un po’
rinfrancato rimase nella sua
picchietta della stalla a proteggere il cavallo che ad
ogni boccata di fieno alzava
la mobilissima testa e lo fissava con i vivaci occhioni…
Si arrivò al giorno del Palio.
Un Palio pieno di sorprese e
d’incognite, come da anni
non s’era più conosciuto. Il
Dal nostro
archivio
riguardanti le origini della
nostra Contrada che inizialmente sembra si chiamasse
“Borgo Nuovo di San
Marco” ed era fuori dal
recinto di Castelvecchio.
Nel 1243 il Borgo fu messo
entro la Città a seguito di
essere stata fatta la Porta di
San Marco ed assunse il
nome della Chiocciola dagli
orti che erano fuori di Porta
San Marco abbondanti di
tali animali. Nelle grotte in
tufo, poi rovinate, ci faceva
penitenza il Beato Franco
Lippi Carmelitano da Grotti.
Si ritiene che le contrade
cominciarono ad avere vita
nel 1482. Dopo tumulti e
insurrezioni popolari, si finì
per dare al Governo della
Repubblica gli uomini di
suo speciale gradimento e
così far ritornare in Patria
quelli del Monte dei Riformatori.
Tanta ne fu l’allegrezza
per la conquista ottenuta
che si fecero grandi feste e
fra le altre si volle dare nella
Piazza Grande una Caccia o
Combattimento con Bufali
e Tori. In quell’occasione le
due Compagnie o Contrade
di San Quirico e di San
Marco si riunirono ed alla
loro macchina, che serviva
come di rifugio o luogo di
riposo per attingere nuove
forze, diedero forma di una
Chiocciola di smisurata
grandezza. Anche la compa-
Nicchio, orfano del cavallo
caduto sul Campo, come un
combattente; l’Infamona
ciondoloni per una botta di
Noce; il Montone sempre
per terra perché la Popa non
voleva curvare (anche se al
Palio successivo d’Agosto si
rivelerà un’autentica fuoriclasse); i Tartuchini sicuri di
Piero; i Torraioli tutti in
campagna a far merenda e
quei pochi rimasti, fiduciosi
nel miracolo avevano fatto
un colpo di stato!
La Chiocciola trepidante
nell’attesa e Bazza sereno, e
pronto a ogni evenienza...
Rullano i tamburi, rintocca
Sunto, squillano le chiarine
alte, sul palco multicolore, e
i nove cavalli s’avviano al
canapo come gli antichi gladiatori all’arena; un urlo
immane, e i barberi s’avventano sulla gialla strada che si
apre tra due ali di forsennati, non spettatori, ma anima
e corpo della tenzone secolare che rivive degli odii,
delle passioni, e tra preghiere e bestiemme, arriva
tra secondi che sembrano
secoli, al suo epilogo fatale.
Il giallo e rosso è in testa!
Bazza vola come una freccia; scavalca agile i caduti,
evita gli angoli delle curve
che danno le vertigini, scansa la Tartuca nella polvere,
il Papero che... scodinzola
impotente, e arriva primo al
bandierino, Chiocciola!!!
Dacceloooo!!! La Madonna
gnia di San Pietro Ovile al di
Sopra ne fece una a forma di
Giraffa (sembra che i loro
orti ne fossero pieni). È
dalla iniziativa di ambedue
le predette Contrade che
poi ne vennero altre e così
ebbero origine queste istituzioni. Questi pochi dati,
ricavati come detto dalla
Miscellanea del Comucci
conservata nel nostro archivio e riportati come scritti
nell’originale, sono solo
una piccolissima parte di
quanto custodito dalla
nostra Contrada.
Nei prossimi numeri
intendiamo proseguire con
questa ricerca riportando
quelli che secondo noi sono
fatti e curiosità più interessanti: invitiamo per questo
chiunque fosse in possesso
di dati storici della Contrada a prendere contatto con
gli addetti all’archivio.
Andrea Dominici
di Provenzano, piccola, sorride dalla sua nicchia d’oro,
tra le lampade votive e i
vetusti stendardi mezzolunati. Bazza, trionfante sulle
braccia altrui, istintivamente s’inchina. La Chiocciola
è in tripudio! Bandiere,
canti, campane e fiaschi di
vino in una ridda assordante! Sant’Antonio nella stalla, ha ora il lumino acceso, e
fasci di fiori d’intorno. È un
po’ triste, ma davanti alla
barba patriarcale di san Pietro, cosa poteva farci?
Nelcor
affogasanti 15
el ’58, la mamma fece
una discreta vincita al
gioco del Lotto”, tale
da sistemare per un po’ le
scarse risorse economiche:
giocò quattro numeri su
tutte le ruote. La vincita
sarebbe stata notevole, se
fosse stata su una ruota,
secca. I numeri non li ho mai
saputi, però so da dove vennero fuori.
Durante quegli anni, per
arrotondare le finanze, andava a fare gli occhielli da una
certa Lina, una sarta, in via della Diana, un paio di portoni
prima di casa nostra. Erano in tre, c’era anche Floriana,
molto più giovane, che era lì a imparare: stava in via San
Marco ed era molto corteggiata, in quei tempi, nel rione,
causa una piacevole prosperità fisica.
Lina era molto appassionata di numeri, non era una giocatrice del Lotto ma le piaceva conoscere il significato, la
simbologia di ogni numero e lo appioppava a ogni fatto o
cosa che accadeva intorno a lei.
Un giorno, per gioco, cominciarono a dare un numero a
tutto quello che riguardava la Contrada della Chiocciola,
segnandolo in un quadernetto. E una volta, la mamma, ne
scelse quattro e li giocò.
L’episodio è rimasto un piacevole ricordo per tutti questi anni da rammentare nei ritrovi di famiglia, poi alcuni
giorni fa, quando risistemando la cantina, tra gli scatoloni
di cianfrusaglie che nel ’93 avevo “ereditato” dal babbo, tra
i libri ho trovato il misterioso quadernetto.
Ho provato a giocare alcuni numeri, i più significativi
per me, ma senza fortuna.
Se qualcuno si vuol divertire e provare... un si sa mai!
Trascrivo qui di seguito i numeri, salvo errori, in ordine
alfabetico.
Siena 63 – Chiocciola 8 – Affogasanti 72 – Alfiere 6 –
Alzata 87 – Bandiera 30 – Bandiera fiocco rosa 57 – Bandiera fiocco azzurro 60 – Bandiera a lutto 58 – Bar San
Marco 43 – Barbaresco 76 – Barbero 7 – Barberi 17 – Battesimo Contradaiolo 1 – Benedizione cavallo 54 – Bercio
80 – Beverone 36 – Bombolone 1 – Braccialetto 4 – Brenna 90 – Campanina 6 – Canti di Contrada 74 – Capitano 3
– Casa del Cavallo 4 – Cenone della Vittoria 88 – Chiocciolini 10 – Collegio San Marco 51 – Comparsa 55 – Correttore 21 – Colonna di San Marco 37 – Colonnini 3 –
Contradaioli 58 – Convento delle Monache 20 – Correre
d’obbligo 22 – Diana (fiume) 42 – Diana (passo della) 56
– Dietro alla Contrada 50 – Duce 46 – Estratta a sorte 23
– Fazzoletto 16 – Festa dei Tabernacoli 62 – Festa Santa
Lucia 31 – Festa titolare 9 – Filusè 52 – Fontanina 48 –
Fontanina che versa vino 55 – Fonti di San Carlo 36 –
Fuori Porta San Marco 61 – Giri della Comparsa 75 –
Guarda fantino 44 – Golino 43 – Gotto 69 – I Cancelli 28
– I carretti 32 – I cenini in Contrada 66 – I Cittini 88 – I
Confini di Contrada 41 – I lavatoi 81 – I Mangini 53 – I
tappini 84 – Il Boschetto 26 – Il Cero 5 – Il fantino 90 – Il
N
Motto 14 – Il Museo 31 – Il
Palio dei ragazzi 56 – Il
Pozzo 67 – Il Rione 64 – Il
Seggio 27 Istituto Santa
Teresa 9 – L’Alberone (fori
porta) 89 – L’Appalto 4 –
L’Arco di Santa Lucia 12 –
L’Avversaria 47 – La bottega dei tamburi (Umberto)
87 – La Cena Propiziatoria
57 – La cavezza 74 – La
Contrada 1 – La Deputazione 30 – La Piazzetta 72 – La
Purga 47 – La Tombola 90 – La sbornia 33 – La Sede 68 –
Le Alleate 66 – Le carceri di Sant’ Ansano 38 – Le Cittine
77 – Le donne di Contrada 83 – Le Merende 66 – Le
Monture 71 – Le mura 63 – Le panchine al Bivio 11 –
Leone di San Marco Evangelista 64 – Lo scaloncino (in
cima San Marco) 12 – Il Circolo del Tennis 74 – Il Giuggiolo 86 – Madonna del Rosario 7 – Mangino 15 – Monastero 81 – Nerbo 70 – Oratorio 7 – Palazzo Pollini 41 –
Palio 17 – Palio vinto 27 – Pian dei Mantellini 44 – Piagga
di San Quirico 89 – Pignattella 18 – Porta San Marco 45 –
Priore 26 – Processione del Cero 85 – Protettorato 30 –
Quercia (Contrada)18 – Rospo 39 – San Marco 25 – San
Niccolò e Lucia 13 – San Quirico e Giulitta 16 – Sant’Ansano 1 – Sant’Antonio nel Pozzo 24 – Sant’Antonio nella
stalla 17 – Santi Pietro e Paolo 29 – Sbandierata 14 –
Società San Marco 2 – Sonetto 19 – Spennacchiera 73 –
Soprallasso 64 – Stalla vuota 59 – Stalla con cavallo 24 –
Stamburata 49 – Tabernacolo 8 – Tamburino 12 – Tamburo 19 – Via del Nuovo Asilo 81 – Via della Diana 40 –
Via delle Sperandie 82 – Via delle Scuole 5 – Via San
Marco 46 – Via di San Quirico 35 – Vicario 65 – Vicolo
dei Monelli 79 – Vinaio 34 – Vinaio del Giuggiolo 78 –
Zucchino 23.
La smorfia
della Chiocciola
16 affogasanti
Ho cercato di capire come siano stati assegnati i numeri,
alcuni fanno riferimento a date (Santa Lucia, Sant’Ansano,
Affogasanti...) altri a riferimenti conosciuti (Siena, Chiocciola...): c’è di mezzo anche un po’ di “smorfia”, il resto
non so proprio da dove li abbia ricavati Lina, ribadisco che
era appassionata dei numeri, sosteneva che erano loro, i
numeri, a regolare la nostra vita.
Lorenzo De Stefani
Resto qui perché ora è
davvero Palio.
Vado via perché ’un ce la
posso fa’ a vederlo tutto!
Resto qui perché so’ duro
come un sasso.
Vado via perché so’ duro
come un sasso…
Vado via perché non
posso più vedere i Brutus.
Resto perché ci so le Brutussine.
Vado via/resto qui
(i perché dei chiocciolini)
Resto qui perché sentire il
rullo dei tamburi dà una Resto qui perché non mi
vorrebbero da altre parti.
emozione unica.
Vado via perché se ci levaVado via perché non sopno i nerbi un’è più Palio.
porto più nessuno.
Resto qui perché fortuna- Resto qui. Ma dove vo?!
tamente ci sono nata e
Vado via perché non
cresciuta.
Vado via quando posso... posso più tagliare.
per variare... ma torno Resto qui per limare.
sempre! Per apprezzare le
cose semplici, ma che Vado via perché non ho
contano e fanno la diffe- mai fatto una festa sulla
renza qualitativa della spiaggia a Ferragosto in
vita mia.
nostra vita senese !
Resto qui perché voglio
Vado via perché... vorrei vedere le due prove di
che le nostre consuetudi- notte.
ni fossero considerate
come leggi scritte con il Vado via perché la gente
dice cose molto strane.
fuoco.
Resto qui perché... sto Resto qui perché la realtà
aspettando da 701 giorni! supera sempre la fantasia
(701?)
Vado via perché sono
arrivati i turisti con gli Vado via perché Vicario è
65.
ombrellini.
Resto qui perché Spennacchiera è 73.
Resto perché ho imparato
a manda’ l’apino.
Vado via perché non me
lo fanno manda’.
Vado via perché il mio
fegato non ne pole più.
Resto perché so un’alcolizzata.
Vado via perché mi sòna il
cellulare.
Resto perché mi voglio
Resto qui perché ho finito travesti’.
la telefonata.
Vado via perché non mi
voglio travesti’ più.
Vado via perché le foto
che piacciono a me non le Vado via perché non è più
capisce nessuno.
come quando ero piccina
Resto qui perché c’è una al pozzo.
che sa fare le foto come si Resto qui perché ci sono i
deve.
bambini al pozzo a guardare lavare il cavallo.
Vado via perché non
posso vedere l’infradito Vado via perché ho semd’estate in città.
pre meno fantasia.
Resto qui perché San Resto qui perché “come
Marco mi fa battere il va a finire” non possono
cuore.
sempre deciderlo gli
altri”.
Vado via perché non
fanno i mojito.
Resto perché mi danno il
Campari.
Lo sapevate che... (sapevatelo!)
●
La Chiocciola è la contrada ‘’nonna’’ per quanto riguarda la vittoria di un Palio straordinario. Il
nostro ultimo e unico successo risale infatti al Palio del 3 Luglio 1712 con il fantino Giuseppe Maria Bartaletti detto Strega e il cavallo Baio della Posta di Siena. Da ricordare che questo Palio fu fatto correre in
onore della promozione a Cardinale di Giovan Battista Tolomei.
●
Durante la terza prova del Palio di Luglio 1828 il Gobbo Saragiolo, che indossava il nostro giubbetto,
con l’aiuto di una bacchetta, disarcionò il fantino del Drago Carlo Brandani detto Brutto. Il motivo scatenante fu il fatto che Brutto, durante la seconda prova, lo aveva preso per il giubbetto. L’episodio provocò la
protesta della Contrada del Drago che, con il suo capitano Giovanni Batazzi, si rivolse addirittura al Tribunale di Siena.
●
Insieme a Valdimontone e Giraffa con tre vittorie ciascuna, la Chiocciola è la contrada che detiene il
maggior numero di vittorie con cavalli scossi. I Palii in questione sono il 16 Agosto 1924 (Giacca e Picino),
il 16 agosto 1964 (Danubio e Peppinello) e il 2 Luglio 1976 (Quebel e Valente).
affogasanti 17
Galleria del pozzo
Speciale Oliveta
Anche quest’anno si è rinnovata la magia della nostra festa
nel verde dell’Oliveta. Un piccolo grande miracolo frutto
del lavoro di un vero e proprio esercito di volontari che non
si è risparmiato, offrendo ai chiocciolini e a tutta la città
indimenticabili notti di divertimento e spensieratezza.
Impossibile raccontare l’atmosfera vissuta in quei giorni di
maggio attraverso queste poche foto.
A tutti un grazie di cuore per aver partecipato!
18 affogasanti
La comparsa dei piccoli per il giro in periferia
I piccoli chiocciolini si esibiscono alla rassegna di cori nella Giraffa
San Marco News
uno chef accreditato. Peccato che
quella sera in cucina non c’era neanche una professionista dei fornelli…
solo donne con la voglia di fare bene;
per il buon nome della Società e
della Contrada, di divertirsi insieme
cucinando facendo stare bene al contempo chi, a tavola, godeva dei loro
manicaretti! Se, ironicamente, avevano inserito nel loro menù (questa
la dice lunga sul loro carattere!) lo Riunione Affogasanti inedita
sformato del 2010 (purtroppo Il luogo non è dei più consueti ma ci
buono anche quello), stavolta… se siamo trovati molto bene...
son rose… ci divertiremo!
Sogni giallorossoblu
Neo laureati
Concorso fotografico
Quando si dice passione contradaioI complimenti della Contrada ad
Anche tu hai un clic impazzito? Hai la! Un ragazzo di Crema ha “costretAlberto Pruneti laureato in Scienze
sempre la macchina fotografica to” la famiglia ad arredare la sua
della conservazione dei beni artistici
pronta per uno scatto improvviso, camera come vedete nella foto. I suoi
culturali e ambientali e a Davide
colorato, audace, inaspettato?
saranno sogni sempre bellissimi!
Bonucci laureato in Architettura.
L’Affogasanti ha indetto per te un
Toc d’oro
concorso fotografico. La più bella
Quando si dice “prendere un uomo foto inviata alla redazione avrà l’onoper la gola”, non vuol dire “dargli un re di figurare nella copertina!! In
golino”, ma deliziarlo con le preliba- ogni caso le foto più interessanti e
tezze preparate in cucina, risultato di originali magari troveranno una
un accurato e ricercato lavoro… lo pagina all’interno del giornalino.
sanno bene le San Marco’s Aunties
Il tema del concorso: colori e
(le nostre Zie si sono adeguate ai oggetti che rappresentano la nostra
tempi!) che al Toc d’oro della Giraffa Contrada.
hanno vinto il premio per il Miglior
Aspettiamo i tuoi scatti entro il
Primo (piatto): con i “risvolti a modo 15/09! Inviali per mail a cancellenostro” crespelle al radicchio rosso e [email protected]
ricotta con salsa al taleggio, servite Partecipate numerosi!
rigorosamente a “ventaglietto”,
insomma impiattate come farebbe
Sono arrivati ad allargare la famiglia chiocciolina:
Alessio, di Claudio Soldati e Claudia Culivicchi
Benedetta, di Lorenzo Rafanelli e
Rachele Roberti
Veronica, di Valentina Salvi e
Paolo Calibrasi
Lorenzo, di Gianluca Napoli e
Francesca Lancia
Luca, di Luigi Lungarella e Melanie Rochford
Filippo, di Alberto Piccini e Barbara Da Frassini
20 affogasanti
Hanno collaborato a questo numero:
per i testi
Anna Maria Baldi, Francesco Calzoni, Giulietta Ciani, Senio Corsi, Sonia Corsi, Lorenzo De Stefani, Andrea Dominici, Roberto
Martinelli, Elena Milanesi, Valentina
Niccolucci, Nicola Panzieri, Maria Antonietta
Peccianti, Alessandra Pianigiani, Sarah Pianigiani, Denise Verdiani, Zanibelli Francesco, gli
scrittori e gli addetti della Sezione Piccoli
Chiocciolini
per le fotografie
Archivio Contrada della Chiocciola, archivi privati
realizzazione: nuova immagine editrice, Siena
progetto grafico: Silvia Nerucci, Siena
per i disegni e le vignette
Enrico Ninci
stampa: Arti Grafiche Nencini, Poggibonsi
Scarica

l`Affogasanti - Contrada della Chiocciola