UIYAVOCE
dalle due torri
InformatoredellaBasilicadi Sant'Ambrogioin Milano
- Fax8693839
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Piazza
Sant'Ambrogio,
15- Tel.02/86450895
26958207
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\
ORARI SS.MESSE
Prefestive:S.Nicolao:ore 17.30
inBasilica:ore18.30
Festive:
in Basilica: ore 8.00 - 10.00- 11.00 (Capitolarein
lingua latina) - 12.15 - 18.00 - 19.00
( l e m e s s ed e l l e 1 1 . 0 0e 1 8 . 0 0s o n o
in luglioe agosto)
sospese
17.15Vespri
Feriali:
in Basilica:ore 7.30- 8.00- 9.00- 18.30
(la messadelle8.00è sospesa
il sabato)
ORARI SS.CONFESSIONI
Tuttii giomi dalle7.30alle9.30e dalle17.30alle 19.00
INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI
Mons.ERMINIO DE SCALZI.AbaîeParoco
PíazzaS.Ambrogio, 15
Tel. 02.863866
Mons. BIAGIO PVZI, Arciprete
PíazzaS.Ambrogio, 15
Tel.02.86451300
Don ENRICO PARAZZOLI. Assistente Oratorio
PiazzaS. Ambroeio.25
Tel. 02.86450795
Don UMBERTO OLTOLINI
PiazzaS. Ambrogio, 15
Tel.02.72010716
Mons. GIOVANNI MARCANDALLI
Tel. 02.72095730
PiazzaS.Ambrogio,2l
Mons. FRANCO VERZELERI. Abate emerito
ViaLanzone,13
TeI.02.86451948
Diacono GIULIANO BERETTA
Tel. 02.89401063
MAKZO2006
2|,Oó
QUARESIMA
Ogni anno risuona per il cristiano questo invito alla liturgia: "incominciamo con volonterosa letizia i giorni della penitenza quaresirnalet''
*- *- .^La Quaresima è una preziosa occasione, "un
momento favorevole" in cui siamo richiamati
dalla futilità dei nostri soliti pensieri ai temi
più importanti e fondamentali della vita.
. La nostra origine e il nostro destino
Il rito suggestivo delle ceneri ci ricorda che noi
veniamo da Dio che ci ha tratti dalla terra e a
Lui un giorno ritorneremo.
Tutte le volte che ci dimentichiamo di questo
fondamentale rapporto con Dio, che è all'inizio e alla fine della nostra umana a\,ryentura,
noi rinunciamo a dare dignità e senso ultimo
alla nostra umanità.
La Quaresima vuole farci vincere questa
"smemoratezza".
La fedeltà alla preghiera di ogni gionto ci aiuterà a ricordarci di Dio.
r La nostra liberazione dal male
Dobbiamo dire "Perdonaci Signore, abbiamo
peccato".
Basikca di S. Ambrogio, Milano
Crocifisso in legno, sec.xN
2 UNAVOCE dalle due torri
E questo va detto prima nel nostro cuore e poi
nel Sacramento della Penitenza.
Il male è dentro di noi e non innanzitutto fuori
di noi.
"Prepariamo allora in questa Quaresima la
nostra confessionesacramentaledi Pasqua".
donarlo in carità: sono i frateili che devono
godere del frutto delle nostre privazioni.
E questo il senso di qualche "mortificazione" o
"digiuno" che in Quaresima ci farà rinunciare a
qualcosa perché si abbia a donare l'equivalente
in soldi, in tempo, in attenzione a qualcuno.
. Ladesione alla Parola di Dio
In Quaresima la Parola di Dio della liturgia è
molto abbondante, occorre che essa divenga il
criterio "interpretativo" della realtà, il principio
"orientativo" del nostro agire in un mondo
opaco al Vangelo.
Si tratta di prendere le proprie decisioni di vita
in base alla Parola di Dio, non acconsentendo
alla cultura dominante e alle mode comportamentali del mondo che cercano di imporci
regole e dogmi diversi.
. La Parola che però riassume meglio gli
atteggiamenti con cui dobbiamo vivere la
Quaresima è "conversione"
La conversione è dare a Dio il primo posto
nella nostra vita e metterci, nei suoi confronti,
nell'atteggiamento di "figli".
Essa ci obbliga a misurarci con la nostra lontananza e dimenticanza di Dio.
La conversione è una tensione perenne, ma,
quando trova dei tempi a ciò destinati, si fa
impegno più pressantee urgente.
La Quaresima è questo tempo di conversione!
o lJespressione più grande di una vita secondo il Vangelo è la carità
Se in Quaresima rinunciamo a qualcosa è per
Buona Quarestma
+ Erminio De Scalzi
DIZI ONARIETTO QAARESI TMLE
Camrgverr:
l'etimologia è da "carnem levare". Si tratta del giorno in cui veniva soppresso il
piatto di carne.
QuannsrnrLir:
da "quadragesima": cioè periodo di quaranta giorni; quaranta sono i giorni del
nostro cammino quaresimale verso la pasqua, proprio come quaranta furono i
giorni della tentazione di Gesù nel deserto, come quaranta furono i giorni di
Mosè sul Sinai, come quaranta sono i giorni del profeta Elia verso il monte di
Dio, come quaranta gli anni della peregrinazionedi Israele verso la terra promessa.
Vnmnnì ar.rruRcrco:nel rito ambrosiano nei venerdì di quaresima non si celebra l'Eucaristia. Sono
giornate dedicate alla meditazione della parola di Dio e della croce di Gesù (vedi
la pratica della Via Crucis).
Monttrtclztolul:
da"mortem facere" che vuol ii." fa. morire dentro di noi tutto ciò che ostacola la
vita spirituale. Se sono gli altri che devono beneficiare delle nostre mortificazioni, a chi è un po'triste, depresso,ha la pressione bassa,si consiglia di non fare
mortificazioni, ma "vivifrcazionl": cioè vedere un bel film, fare un viaggio, uscire
al ristorante, comperare un oggetto che piace, insomma fare qualcosa che sollevi
lo spirito.
Così facendo si alzerà il morale di chi ci sta vicino. altrimenti contaseremmo
anche gli altri con il nostro malumore.
DrcruNo:
significa sottoporsi a determinate rinunce in materia di cibo e bevande, nel
primo e ultimo venerdì di quaresima. È tenuto al digiuno chi ha compiuto i
diciotto anni fino ai 59 anni. Esso può consistere nel rinunciare a un pasto e nel
non prendere nulla fuori pasto. Tutti i venerdì di quaresima è d'obbligo il magro.
* è la lettura della Parola di Dio. In quaresima si legge il discorso della montagna
(Mt. capitoli 5-ó-7).
* procurati il libretto di quaresima che porta un breve pensiero della Parola
di Dio ogni giorno. (Chiedilo in Basilica o in segreteriaparrocchiale).
Lrcrro DTVINA:
UNAVOCE dalledue torri z
6 MARZO - ore 7.00
appuNTAMENTopER rNrzrAREcoMUNTTaRTAMENTE
LA Qu,qnnsrnna
In Basílica partecíperemo allo S. Messa del lunedì d.ella prima settímnna di quaresíma
per esprímere, unít| Ia nostra volontà dí vhtere íl tempo forte della quaresíma come
tempo dì conversione personale e comunìtaría a Dío. A tuttí venà donato un líbro dí
medìtazione. Mì piacerebbe rtederegenítorì efìgh che compìono insìeme questo gesto per
ínízíare la quaresimn.
CELEBRAZIONI DEI VENERDI DI QUARESIMA IN BASILICA
Ore 8:
OTe 9:
Ore 18.30:
Ore 21.00:
cELEBRAZToNB
nBrrB LODI
CELEBRAZIoNE
DELLAVIA CRUCIS
cELEBRAZToNE
DELLAVIA CRUCIS
a renrr)
QUARESIMALE (velr pRocRAMMA
CATECHESI QUARESIMALE DELTARCTVESCOVO
Saranno trasmessenei martedì di Quaresima (7-14-21-28marzo e 4 aprile), da Telenova a partire dalle
20.45e da Circuito Marconi a partire dalle ore 21.00.L'argomentodi quest'annoè "Testimoni della beatitudine cristiana" con riferimento alle beatitudini secondo l'evangelista Luca. Attraverso la radio e la
televisione il nostro Arcivescovoporterà la sua parola direttamente nelle case di ciascuno, offrendo un
preziosoalimento spirituale per vivere il tempo di Quaresima.
LA VIA CRUCIS PER LA ZONA PASTORALE DI MILANO
Oltre alla catechesi quaresimale del martedì, il Cardinale presiederà, in ciascuna delle sette zone pastorali della Diocesi, una solenneVia Crucis. La significativa adesione,non solo a livello numerico, ma
anche spirituale e pastorale a questa iniziativa, gli scorsi anni, ne ha incoraggiato la conferma anche per
quest'anno.Nella Zona Pastoraledi Milano Città si svolgeràmercoledì 15 marzo alle ore 2O.45.I1
luogo sarà precisato quanto prima.
I VENERDÌ OTQUANESIMANELLA BASILICADI S. AMBROGIO- ORE 21.00
IL VANGELO DEL QUOTIDIANO
Apputtrt
1.0 marzo
17 marzo
24 marzo
3l marzo
07 aprile
pER UNA REGILA DI vITA DEL LAICI
:RISTIANI
La preghiera di ogni giorno
LurcI Accerrort - vaticanista del Corriere della Sera
Cristiani al lavoro e nella professione
EucE'Nto Zuccrtpt'n - docente Università Cattolica
L'uso del denaro
Peoro MonBnro - presidente Fondazione Vismara
La famiglia, il luogo degli affetti e della educazione
PrBrno Tarurul - dirigente
Elevazione musicale a cura del coro della Università Cattolica, diretto dal M" Angelo Rosso
Nulla di ciò che appartieneal vivere di ogni giomo è estraneoalla esperienzadi fede.
La fede è sì andarein chiesa:lì ci troviamo a celebrarlacome popolo di Dio, ma poi essachiededi esserevissutada ciascunofuori dalla chiesa,nelle dimensionipiù ordinariee concretedella vita.
Così vissuta,la fede fa tutt'uno con la nostraumanità che diventaluogo dell'incontro con Dio. sacramentocontinuo della
suapresenza.
Molti, spesso,pensanoalla vita cristianacomequalcosadi separatoe di lontanodall'esistenza
di ogni giomo. Gesùci ha
insegnatoche si è fedeli a Dio consentendo
al Signoredi raggiungerela nostraesistenzacosì com'è, nella suasemplicità
e fragilità, aprendolein tal modo oizzonti impensati dipienezzae di senso.
È in questaluce che proponiamole riflessioni quaresimalidi quest'anno,affidandolealla testimonianzadi "fedeli laici".
Sentiti attesoe partecipa questoinvito ad ahri amici della città.
aNA VOCE dalle due torri
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DELiloFFERTA
DEL/INICENSo
AL CnocTFISSo
Da alcuni anni si compie nella nostra
Basilica, dopo le omelie delle sei domeniche di Quaresima, il gesto dell'offerta dell'incenso al Crocifisso, quello del XIV
secolo, che tutti ci invidiano e che rimane
sull'altare per tutto il tempo della Quaresima. Molti vivono questo gesto come un
piccolo rito aggiuntivo, che lascia indifferenti, perché si ignora il significato dell'incenso.
Lincenso, nelle cerimonie del culto, veniva usato, non solo presso il popolo ebreo,
ma anche in tutte le liturgie pagane,
come, del resto, in tutte le religioni. È
simbolo degli onori resi alla divinità.
Anche Ia Chiesa, sia pure tardivamente
(verso il secolo VII), introdusse I'uso dell'incenso nella liturgia come attestazione
di omaggio alla suprema maestà di Dio e
a Cristo, il Messia, Fi_eliodi Dio, inviato
dal Padre per la nostra salyezza.Infatti,
nelle Messe solenni si incensa l'altare,
che è simbolo di Cristo e contiene le reliquie dei martiri, che per Cristo hanno
sacrificato la vita. Su di esso si è offerto il
sacrificio di Gesu. Si incensano il pane e
il vino che diventeranno il corpo e il sangue di Gesù. Si incensa la croce con il
Cristo crocifisso. Anche i ministri sacri
vengono incensati, perché sono i rappresentanti di Gesù durante le celebrazioni.
Nelle processioni, innanzi a tutti e prima
della croce affiancata dai due ceri, precede il turiferario con il turibolo fumigante
come gesto di onore verso il corteo sacro.
Nei funerali si incensa il corpo dei defunti che hanno ricevuto il battesimo, perché
sono membra del corpo di Cristo e, come
Cristo, un giorno risorgeranno.
S. Giovanni, nell'Apocalisse,così descrive
una sua visione: "Io vidi venire un Angelo
che portava un incensiered'oro e si presentava all'ahare. E gli fu dato molto incenso.
E la fragranza dell'incenso saliva dalle
ntani dell'Angelo attraverso la preghiera dei
santi, su su, fino a Dio". E il salmo 140
afferma: "La mia preghiera si eleva a Te
(v
conle incenso". Questi passi scritturistici
motivano il nostro gesto quaresimale. Lelevarsi del fumo odoroso dall'incensiere,
che, portato dall'assemblea, avanza verso
il Crocifisso che regna dall'altare, ci dice
che anche noi dobbiamo elevarci, come
una melodia fatta di movimento e di profumo, con un amore che dona, che elargisce tutto, che arde e si consuma sull'esempio dell'amore di Gesù crocifisso. Le
volute di fumo che salgono dal braciere
sono simbolo anche della nostra preghiera che sale come _eloriadopo ogni salmo,
per adorare e ringraziare Dio, così grande
e m a g n i f i c o . E u n a p r e _ q h i e r ac h e v u o l
donare, che non domanda nessun "p"aché", né "a che scopo" , Ína sale perché è
amore, fragranza e bellezza.
d. Biaeio
UNAVOCE dalle due torri
s
LA CONTESADELLE DUE TORRTNEL MEDIOEVO
(nneve NorAsur cAMpANrLr
Dr S. Annnnocro)
Per più di due secoli, dai tempi
dei Carolingi, l'antico campanile dei monaci aveva vegliato
solitario sulla basilica di S.
Ambrogio, ma alla fine dell'Xl
secolo, mentre i milanesi riacquistavano a fatica la pace
dopo gli anni burrascosi della
Pataria, le due comunità
monaci e canonici - che si dividevano privilegi e preghiere
presso l'altare di Ambrogio iniziarono una tumultuosa e infinita contesa che, attraverso i
secoli, sarebbe giunta fino alle
soglie dell'età moderna. La
disputa, che coinvolse con ripetuti colpi di scena le principali
autorità cittadine, l'arcivescovo
e persino il pontefice romano,
divenne presto - come ha ben
illustrato Annamaria Ambrosioni - una occasione per catalizzare i conflitti interni alla città
di Milano e alle nuove magistrature del governo comunale.
Testimoni eloquenti di quegli
anni sono i lunghissimi e gustosi verbali dei processi tra
monaci e canonici, risalenti alla
seconda metà del XII secolo e
oggi conservati nell'Archivio
Capitolare di S. Ambrogio: tra i numerosi
punti di controversia, che includevano la
divisione delle offerte, le aperture dell'altare d'oro e la cura pastorale sul popoloso
quartiere di Porta Vercellina, compare
anche il problema del campanile.
Senza campanile, infatti, la comunità
canonicale non poteva segnalare ai fedeli
l'inizio delle celebrazioni liturgiche e dei
funerali, tanto più che i monaci, oltre a
impedirne l'uso del campanile di loro proprietà, avevano fatto irruzione nel chiostro dei canonici e avevano distrutto la
skella - cioè la campanella - che i canonici
avevano installato per risolvere il problema. Così, nel primo decennio del XII
secolo, in concomitanza con i grandi lavori destinati a trasformare la basilica dandole l'aspetto attuale, al campanile edificato dai monaci, uno dei più antichi d'Europa - che oggi appare più basso, sulla
destra della facciata di S. Ambrogio venne costruito un secondo campanile, ad
uso dei canonici, ma a spese della comunità cittadina, tanto che le chiavi furono
affidate al soprastante laico che si occupavp della manutenzione della chiesa.
Nel 1128, poco dopo i primi scontri tra i
6
UNA VOCE dalle due torri
due collegi santambrosiani, l'arcivescovo
Anselmo IV della Pusterla, preoccupato di
conservare la pace e la concordia cittadine, aveva assegnato il campanile nuovo, i
cui lavori erano stati interotti, alia canonica (clocarium noviter fundatum et in
maxima parte edifficatur). Tuttavia, i
monaci non rinunciarono tanto facilmente: come riferiva molti anni dopo un testimone oculare, magister Prevosto, l'unica
campana che i canonici avevano piazzato
non poteva suonare, perché priva di anello e di fune, e perché i monaci facevano
di tutto per impedire l'accesso'.sine aspa
et fune, quam non pulsabatur, quia non
sinebant monaci eam sonari, nec erat aptata ad sonandum. Dal canto loro, i potenti
vicini, sostenevano che anche il secondo
campanile, così come l'antico, era stato
costruito con materiali forniti dal monastero, e dall'abate del monastero era venuta la benedizione solenne della prima pietra: in ipsius campanili exordio seu in inizio ipsius operis monachi requisiti cum
aque benedicte aspersione atque incenso,
primos in eo lapides posuerunt; deinde ex
ipsius monasterii lapidibus pretaxati camp anili fundamentum constructum est.
Così nel 11,43-1144la questione finì di
nuovo davanti all'arcivescovo Robaldo,
nei difficili anni in cui Milano, dopo la
chiusura dello scisma papale, si dibatteva
in nuovi moti cittadini, la cosiddetta
"Ierza Pataria" . Entrambe le parti, infatti,
accusavano gli awersari di aver sfruttato
i rispettivi campanili come opportuni
bastioni di combattimento: se il papa
Celestino III ordinava ai consoli di Milano nel 1143 di far distruggere una munitionem quam monachi hac occasione
super eandem ecclesiam construxerant, i
canonici rigettavano le insinuazioni del
collegio monastico di aver occultato non
meglio precisati instrumenta bellica nella
propria torre campanaria. Ancora una
volta fu decretato che il campanile nuovo
- non del tutto completato e più basso dell'antico - fosse donato definitivamente
dalla Chiesa milanese alla comunità canonicale, e venne garantito il libero uso
delle tre campane per chiamare a raccolta
i fedeli.
Durante il pontificato del milanese Urban o I I I ( 1 1 8 5 - 1 1 8 7 ) ,c h e a v e v a o t t i m i r a p porti con la canonica di S. Ambrogio, i
canonici decisero di terminare la costruzione del campanile nuovo innalzandolo
in modo che - come osservavano non
senza rnalizia alcuni testimoni del processo del 1200 - si potesse distinguere la vecchia torre campanaria dalla nuova (tempore quo dominus Urbanus erat papa fecerunt canonici altiare campanile, sicut
novum a veteri discernitur); rna probabilmente le gravi difficoltà economiche
seguite alla distruzione di Milano compiuta da Federico I e al conseguente esilio
dei canonici impedirono di completare il
sospirato progetto. Così i due campanili
rimasero a fronteggiarsi alla stessa altezza, muti testimoni delle controversie che
avevano animato le due anime di S.
Ambrogio nei secoli del Medioevo, fino al
1891, quando Gaetano Landriani, dando
seguito al sogno dei canonici, terminò il
quinto ripiano del campanile nuovo,
aggiungendone un sesto come torre campanaria.
Segno per secoli di controversie, nei bui
anni della seconda guerra mondiale le
due torri di S. Ambrogio divennero infine
rifugio di speranza, custodendo e preservando dai terribili bombardamenti del
1945 le preziose memorie contenute nei
manoscritti medievali della canonica, e
contribuendo così a rinnovare nel tempo
le voci di una antica storia millenaria.
Miriam Tessera
Anagrafe parrocchiale
Hanno celebrato iI sacramento del matrimonio
Borri Giovanni con Negri Sara
Pallanza Giorgio con Cavallini Emanuela
Stoppani Marco con Ripamonti Elena
Sono entrati nella casa del Padre
Cervi Luigi
Ghelfi Giovanna
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UNAVOCE dalle due torri
c}r;rerealizzanociò che è vero e giusto per tutta
l'umanità.
Dare il sapore - infine - significa sciogliersi,
essere un segno che non si mette in mostra,
ma anzi esercita la sua funzione proprio
quando "scompare": il sale che insaporisce
una vivanda c'è, ma non si vede. Guai però se
mancasse!
La Quaresima ha anche questo significato più
nascosto e profondo: il gusto di operare nel
mondo, negli ambienti di vita, nella società,
senza grande clamore, con modalità discrete
e quasi invisibili, eppure capaci di toccare e
cambiare il cuore di chi si awicina. Vengono
in mente parole della "Lettera a Diogîeho": ,rI
cristiani non si possono distinguere dagli altri
uomini né per telTitorio, né per lingua, né per
consuetudine di vita [...J. Mentre seguonogli
usi dei loro paesi nel vestire, nel cibo e in tutto
iI resto, danno esempiodi un loro vivere insieme meraviglioso che - a detta di tutti - ha dell'incredibile".
Al cristiano, al discepolo, è chiesto di spendersi nel mondo così: soprattutto oggi.
Buona Quaresima, dunque, a tutti coloro
che vorranno sciogliersi come il sale nella
vita del mondo e di tutte le persone che
hanno accanto!
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