Anteprima Estratta dall' Appunto di
Letteratura italiana
Università : Università Milano Bicocca
Facoltà : Sc.Formazione
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La vita
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Aron Hector Shmitz (Italo Svevo è uno pseudonimo letterario), nacque a Trieste (allora territorio
dell’Impero asburgico) nel 1861, da un’agiata famiglia borghese. Il padre, commerciante in vetrami,
era figlio di un funzionario imperiale austriaco di origine ebraica; la madre, anch’essa di famiglia
ebraica, proveniva dal Friuli.
I suoi studi furono indirizzati dal padre verso la carriera commerciale. Nel
1873 fu mandato con i fratelli in un collegio in Germania, dove studiò
materie utili per quel tipo di attività e si impadronì perfettamente del
tedesco. Contemporaneamente però, si dedicò anche ad appassionate letture
di scrittori tedeschi.
A diciassette anni tornò a Trieste e si iscrisse all’Istituto Superiore per il
Commercio, frequentandolo per due anni. La sua aspirazione però, era
quella di divenire scrittore, iniziò quindi a comporre testi drammatici che
per il momento rimasero nei suoi cassetti e, dal 1880, collaborò col giornale
triestino “L’Indipendente”, di orientamento liberal-naionale, con articoli
letterari e teatrali.
Nel 1880, in seguito ad un investimento industriale sbagliato, il padre fallì
e anche Svevo conobbe l’esperienza della declassazione, passando dall’agio borghese ad una
condizione di ristrettezza.
Fu costretto a cercare lavoro e si impiegò presso la filiale triestina della Banca Union di Vienna,
presso cui rimase per diciannove anni. Il lavoro impiegatizio era per lui arido ed opprimente, per cui
cercava un’evasione nella letteratura, frequentando assiduamente la biblioteca civica, leggendo i
classici italiani e i grandi narratori francesi dell’Ottocento; si dedicò anche alle prime prove
narrative, scrivendo alcune novelle e progettando il suo primo romanzo, “Una vita”, che pubblicherà
nel 1892 con lo pseudonimo di Italo Svevo.
Nel 1895 morì la madre, a cui lo scrittore era molto legato. In questo difficile momento della sua
vita fu per lui molto importante la presenza di una cugina, molto più giovane di lui, Livia
Veneziani, di cui si innamorò, fidanzandosi con lei nel corso dello stesso anno.
Le nozze furono poi celebrate nel 1896 e l’anno successivo nacque la figlia Letizia. Il matrimonio
segnò una svolta fondamentale nella vita di Svevo sia sul piano psicologico che su quello economico,
infatti, l’”inetto”, attraversato da infinite insicurezze, trovava finalmente un terreno solido su cui
poggiare e poteva coincidere con quella figura virile che era apparsa irraggiungibile, quella del pater
familias, dominatore del suo mondo domestico. Con il matrimonio però cambiarono anche le
condizioni sociali dello scrittore, infatti i Veneziani erano dei grandi industriali che possedevano
una fabbrica di vernici antiruggine per navi.
Svevo, per uscire dalle ristrettezze in cui viveva, abbandonò l’impiego in banca ed entrò nella ditta
dei suoceri. Questo fu un salto di classe sociale, da una modesta e opprimente condizione di piccolo
borghese, Svevo si ritrovò proiettato nell’alta borghesia; ma soprattutto da intellettuale si trasformò
in dirigente d’industria. I suoi orizzonti si allargarono a dimensioni internazionali, perché per
lavoro dovette compiere numerosi viaggi in Francia e in Inghilterra, dove soggiornò per un periodo al
fine di dirigere una filiale dell’azienda. Venne quindi a contatto con un mondo completamente
diverso da quello intellettuale in cui era vissuto fino ad allora: si trattava di un mondo borghese in
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1. Mi parli della 'Signorin
Risposta:
La 'Signorina Felicita' è tratta dall'opera 'I colloqui' ed è un poemetto che narra dell'estate che il poeta
ha trascorso nel Canavese nella Vill'Amarena in compagnia della Signorina Felicita. Villa Amarena viene
subito collocata in una dimensione
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2. Mi parlo della poesia 'Non ch
Risposta:
Si tratta di una poesia tratta dall'opera 'Ossi di seppia' e il titolo ci evidenzia i temi trattati dalle poesie in
essa contenute, ovvero l'aridità della vita espressa dall'osso che è qualcosa di scarno e privo di vita. La
poesia si compone di tre strofe, la prima e l'ultima hanno la responsabilità dell'argomentazione, ment
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