La teoria marxiana
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L’idealismo

L’idealismo è quella corrente filosofica che trova in Hegel (1770-1831) il suo
massimo esponente. Si fonda sull’idea di una realtà colta come “movimento
infinito del tutto” in cui questo Tutto è identificato con uno Spirito razionale
assoluto (Soggetto). Le idee e gli uomini che le vivificano hanno dunque il
primato;

Per Hegel “tutto ciò che è reale è razionale”;

La dialettica è la legge di movimento dello spirito, quindi della storia e del
reale. Essa si articola in tre momenti: Tesi, anti-tesi e sintesi;

La Storia è orientata ed ha un senso filosofico: essa si muove verso la
progressiva affermazione della razionalità e della libertà nel mondo; tuttavia,
gli attori primari di questa Storia sono gli Stati (il momento più alto dello
spirito oggettivo e della sua eticità, che riassume e supera gli altri due
momenti, “la famiglia” e “la società civile”).
2
Karl Marx (1818-1883)

La sua produzione è costituita da:
-
una parte filosofica;
una parte politico-ideologica;
una parte economico-sociologica (quella che rimane,
tutt’ora, viva e che si fonda sul rapporto economiapolitica);
studi storici.
-
-
L’ambizione di Marx fu quella di fondare su basi
scientifiche il socialismo
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Karl Marx (1818-1883)

-
-
Principali opere:
L’ideologia tedesca (scritta nel 1845 ma resa
pubblica da Engels, postuma, nel 1888);
Manifesto del Partito comunista (con Engels, 1848);
Critica dell’economia politica (1859);
Il Capitale (primo volume: 1867; altri due volumi
pubblicati postumi da Engels nel 1885 e nel
1894).
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Karl Marx (1818-1883)

Allievo di Hegel, rovescia la sua dialettica: non è il
pensiero, l’Idea, che precede e fonda tutto ma
l’attività concreta degli uomini, in particolare
attraverso il loro lavoro di trasformazione della
Natura;
-
La struttura economica fonda la società e i suoi
mutamenti determinano i mutamenti storici del
Tutto (fonti del suo pensiero a questo proposito:
economisti classici, storici francesi).
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Karl Marx (1818-1883)
Concetti fondamentali:
-
-
Struttura economica (modo di produzione)
Sovrastruttura
Società di classe
Ideologia come falsa coscienza
Alienazione e sfruttamento
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Karl Marx (1818-1883)
Studia i cambiamenti della società moderna
legati allo sviluppo del capitalismo: un modo di
produzione radicalmente diverso dai suoi
precedenti storici e costituito da due elementi:
- il capitale: mezzi di produzione usati per produrre
merci;
- il lavoro salariato: l’insieme dei lavoratori che,
privi dei mezzi di produzione, vendono la
propria forza lavoro in cambio di un salario.

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Karl Marx (1818-1883)
Il capitalismo è un sistema classista e nella società
capitalista sono presenti due classi:
- la borghesia: i capitalisti proprietari dei mezzi di
produzione;
- il proletariato: la classe operaia priva dei mezzi di
produzione.
 Il rapporto fra classi è conflittuale, fondato sullo
sfruttamento:
- la borghesia è la classe dominante;
- il proletariato è la classe subordinata.

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Karl Marx (1818-1883)

Le società cambiano a causa delle contraddizioni insite
nei rispettivi modi di produzione: il motore della storia è
l’esplodere di queste contraddizioni, nel momento in cui lo
sviluppo delle forze di produzione è “frenato” dai rapporti
di produzione.

Il sistema capitalistico è destinato a essere rovesciato da una
Rivoluzione dei lavoratori (Soggetto storico), che instaurerà
una società senza classi, nel momento in cui se ne
determineranno le condizioni (crisi di sovra-produzionecaduta tendenziale del saggio di profittoproletarizzazione crescente - monopolio).
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Karl Marx (1818-1883)
In effetti, il legame tra politica ed economia, per Marx consiste nel
fatto che l’azione delle classi sociali è plasmata in tre modi dal
procedere dal capitalismo:
a)
interessi: ogni classe sociale ha un particolare interesse verso lo
Stato;
b)
le ideologie: le idee sono un’arma politica e sociale. Qualunque
classe sia in grado di controllare i mezzi di produzione
intellettuale è in grado di controllare le idee.;
c)
i mezzi materiali della mobilitazione politica: l’organizzazione
piuttosto che il numero porta al potere; i mezzi materiali sono
quelli che consentono ad una classe di governare la politica.
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Karl Marx (1818-1883)
Quando il sistema entra in crisi (e le crisi sono via via più forti)
cambiano sistematicamente queste tre modalità:
a)
interessi: aumenta il numero degli operai e dunque i loro
interessi aumentano di peso;
b)
ideologia: la realtà della crisi contraddice le ideologie dominanti
che diventano meno credibili mentre i mezzi di produzione
intellettuale sono più diffusi nella società;
c)
i mezzi materiali della mobilitazione politica: si spostano in
favore degli operai che, in seguito al gigantismo industriale,
all’urbanizzazione e all’oligopolio, sono ora più concentrati,
numerosi e in grado di sviluppare forme più organiche di
organizzazione.
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Sviluppo della teoria marxiana

a)
b)
c)
Tre sono stati i modi attraverso la quale la teoria
marxiana è stata modificata nel XX secolo (e ha dato
vita a filoni tuttora vivi):
Spostamento dell’attenzione dalle società nazionali al
livello sovranazionale o del sistema-mondo (Immanuel
Wallerstein).
Analisi dei meccanismi culturali e intellettuali del
capitalismo (Gramsci, Lukács, Lefebvre, Marcuse,
Althusser).
Analisi del ruolo dello Stato come attore
fondamentale del sistema (Poulantzas, O’Connor).
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Immanuel Wallerstein (anni ’70-’80)





Ha sviluppato le analisi sull’imperialismo appena abbozzate da Marx e
divenuti un elemento centrale del dibattito marxiano tra XIX e XX secolo, tra
la seconda internazionale e la Rivoluzione d’Ottobre, nelle opere di Kautsky,
Lenin, Luxemburg.
Altre fonti: Fernand Braudell, la teoria della dipendenza.
Lo sviluppo del capitalismo può essere compreso appieno solo facendo
riferimento al livello sovra-nazionale.
Sistema-mondo: è un sistema sociale ed economico che integra al proprio
interno un’area geografica vasta, formata da molti paesi e da diversi popoli,
assoggettati ad un comune dominio.
Sono esistiti, storicamente, due tipi di sistema-mondo:
a)
b)
Impero-mondo: è un sistema-mondo che si fonda sull’unificazione politica e su
un dominio centralizzato pur in presenza di culture e sistemi economici
parzialmente differenziati (ad esempio, l’Impero romano).
Economia-mondo: è un sistema-mondo la cui integrazione avviene al livello
economico (scambi e produzione) mentre le sotto-unità del sistema sono
politicamente indipendenti (Stati nazionali), pur in presenza di un paese egemone
culturalmente ed economicamente.
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Immanuel Wallerstein


a)
b)
c)
Il capitalismo è un’economia-mondo che inizia a prendere forma a partire
dal XVI secolo (passando per una fase commerciale e una produttiva).
All’interno dell’economia-mondo capitalista, esiste una divisione
internazionale del lavoro (e del peso politico\egemonia) tale per cui gli
scambi e le relazioni di potere sono fortemente asimmetrici:
Paesi centrali (quelli che guidano l’economia e dove vi sono le produzioni
più innovative e avanzate).
Paesi semi-perifici (quelli il cui peso politico è limitato pur in presenza di
un peso economico significativo).
Paesi periferici (quelli il cui peso economico e politico è limitato, dove vi
sono le produzioni più semplici e le materie prime più importanti, utilizzate
dai paesi centrali). – Vi sono poi paesi esterni al sistema-mondo
NB = se il modello a tre aree supera il tradizionale dualismo della teoria della
dipendenza, va riconosciuto il merito a Wallrestein di aver posto alcuni
problemi e costruito delle analisi che anticipano di almeno 20 anni i temi
sviluppati nel dibattito sulla globalizzazione (che si dipana come tale solo a
partire dalla fine degli anni ’80).
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Immanuel Wallerstein

1)
2)
3)
-
-
La dinamica dei sistemi-mondo:
In uno stesso periodo possono esistere più sistemi-mondo tra loro
rivali (come accadeva spesso nell’antichità).
A partire dal XVI secolo, con l’ascesa della potenza europea, la
tendenza costante è quella all’unificazione del sistema-mondo.
Anche nelle economie-mondo (capitalismo) gli Stati centrali sono
soggetti a pressioni simili a quelle dello Stato dominante negli
imperi-mondo:
Circolo vizioso (o feedback positivo): gli stati centrali combattono
tra loro per l’egemonia e alla fine cadono in rovina, se non riescono
a conquistare stabilmente (direttamente o indirettamente) gli stati
periferici. In questa lotta gli stati semi-periferici riescono spesso ad
inserirsi e a divenire centrali.
Ciò avviene attraverso cicli di lungo periodo, internazionali, che
hanno una caratterizzazione economica
15
Immanuel Wallerstein
Questi cicli sono definiti onde Kondratieff di 150 anni, tramite le
quali le contraddizioni interne alle aree centrali sono scaricate su
quelle periferiche (interdipendenza):
A1: la domanda di beni ad alto prezzo supera l’offerta. Richiesta crescente
di materie prime, espansionismo degli stati centrali verso le aree
esterne al sistema, che li fa divenire paesi-periferici.
B1: saturazione del mercato; ristagno della domanda e aumento del
conflitto di classe in patria.
A2: risoluzione del conflitto di classe (repressione+redistribuzione).
Nuova espansione a livelli più alti che in A1.
B2: nuova saturazione. Crisi acuta che sfocia in un periodo di guerre al
termine delle quali sorge un nuovo o più paesi egemoni\centrali.

-
L’ultimo ciclo ha avuto inizio nel 1917, con l’ascesa degli USA.
Una volta esaurite le aree esterne al sistema, l’economia-mondo
capitalista crollerà.
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Gramsci e Lukács (anni ’20 ’30)

a)
b)
Dal nostro punto di vista, per entrambi fondamentale è la
riflessione attorno al concetto hegeliano di alienazione (“il
mondo controlla noi stessi mentre invece siamo noi che lo
abbiamo creato”) e alla sua versione marxiana (alienazione
come conseguenza del lavoro salariato).
Lukács: legò questo problema a quello della produzione della
falsa coscienza. Nel capitalismo le persone reificano il sistema.
La borghesia è la classe più reificata di tutte mentre, in virtù
proprio della sua posizione alienata (specie nella fase fordista),
la classe operaia è classe generale in grado di superare questa
situazione. L’avanguardia intellettuale guiderà il movimento
rivoluzionario.
Gramsci: pone il tema degli intellettuali e dell’egemonia
culturale oltre il semplice dominio politico-economico. La
sovra-struttura non è immediatamente determinata dalla
struttura.
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Lefebvre e Marcuse (anni ’40-’60)

a)
b)
Entrambi criticano quella forma di dominio o
totalitarismo strisciante e latente, che caratterizza il
capitalismo nelle società moderne (e per Marcuse, lo
stesso socialismo reale):
Lefebvre: si concentra sulla vita quotidiana come
dimensione della frammentazione dell’esperienza e del
micro-dominio, attraverso meccanismi come la pubblicità
e il consumismo, del capitalismo.
Marcuse: riflette sulla repressività della civiltà industriale
ad opera della burocrazia e dell’industria culturale che
produce massificazione e personalità immediatamente
spendibili e valorizzabili (economicamente, sia nella
funzione di forza lavoro e ancor più di consumatori) dal
sistema.
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Poulantzas, O’Connor (anni ’70)
a)
Poulantzas: a partire da una teoria dell’interdipendenza tra politica,
cultura\ideologia e economia (che comunque ritiene determinante in
ultima istanza) egli sostiene che lo Stato (luogo della lotta di classe) nel
Novecento ha agito puntellando in modo più deciso il capitalismo,
sostenendo così gli interessi dei monopolisti (a scapito dei piccoli
imprenditori o settore concorrenziale, ad esempio).
NB= questa teoria aveva anche la funzione di giustificare teoricamente l’eurocomunismo degli anni ’70.
b) O’connor (e gli studiosi della crisi fiscale dello Stato): sostiene che, nel
capitalismo formatosi nel ‘900, esistono 3 settori politici-economici
(monopolistico, concorrenziale e statale) i cui interessi (sia al livello di
lavoratori che di dirigenza\proprietà) sono divergenti. Dalle contraddizioni
tra di essi sorgono tre tipiche crisi strutturali che finiscono per inceppare il
sistema in modo sempre più insanabile: la crisi fiscale, l’inflazione,
sovraproduzione e sottoconsumo.
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Karl Marx (1818-1883)