Impresa Artigiana & P.M.I.
Periodico della CNA · Anno XI · Numero 12 del 28/04/2014
CNA ASSOCIAZIONE PROVINCIALE GROSSETO
Poste Italiane spa sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Po
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa
SOMMARIO
GLI “INVISIBILI” HANNO RIEMPITO LA PIAZZA
Tre autobus e oltre cento partecipanti
il contributo offerto dalla CNA di Grosseto
pag. 3
Impresa Artigiana & P.M.I.
periodico della CNA - Anno XI
Numero 12 del 28/04/2014
Aut. Trib. di Prato
n°6 del 25/06/04
Red. e Amm.
Media Srl
Via Lombarda, 72 · Comeana (PO)
Tel. 055 8716801
Direttore responsabile
B. Lisei
Hanno collaborato
a questo numero
Renzo Alessandri,
Deborah Santini,
Maurizio Pellegrini,
Fabio Capitani,
Elena Dolci,
Cristiana Sgherri
Roberto Matozzi
Realizzazione ed impaginazione
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Grosseto
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Tel. 0564 490938
Copertina
Manifestazione a Roma
LA MOBILITAZIONE DI RETE IMPRESE ITALIA A ROMA:
SENZA IMPRESA NON C’È ITALIA
Migliaia di imprenditori in piazza
pag. 5
UNA RICERCA DELLA CNA NAZIONALE CONFERMA L’INSOSTENIBILTÀ
DELLA PRESSIONE FISCALE
In crescita il peso della fiscalità locale
TUTTE LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE:
AD ILLUSTRARLE I DIRETTORI DELLE ASSOCIAZIONI LOCALI
“Riprendiamoci il futuro” lo slogan dell’iniziativa
pag. 6
pag. 7
RICCARDO BREDA SULLA CRISI MAREMMANA:
LA RELAZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA CNA GROSSETO
“Le nostre imprese non sono in grado di sostenere una tassazione a questi livelli”
pagg. 9-10-11
RAPPORTO TREND PRIMO SEMESTRE 2013: ARTIGIANATO MAREMMANO
ANCORA NEL TUNNEL DELLA CRISI
Nessun segnale di ripresa, anche se, nei primi mesi dell’anno,
è stato registrato un leggero incremento di fatturato
pagg. 12-13
IL DIFFICILE RAPPORTO TRA BANCA E IMPRESA
“La mancanza di finanziamenti si traduce nell’impossibilità di investire
sull’azienda”
pagg. 14-15
UN PROGETTO CHE “METTE IN RETE” AZIENDE E PROFESSIONISTI,
BCC DI PITIGLIANO E CNA GROSSETO
Una accordo finalizzato alla “rigenerazione urbana” e al rilancio dell’edilizia
nella zona delle Colline del Fiora
pag. 16
IL MERCATO ELETTRONICO
NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN UN CONVEGNO
Una nuova iniziativa della CNA arriva sull’Amiata
NEXT LEVEL È STATO UN SUCCESSO:
76 RICHIESTE A FRONTE DI 40 POSTI DISPONIBILI
Per fronteggiare l’altissima domanda è stata necessaria una selezione
pag. 17
pag. 18
DIPLOMARSI ON LINE
Prosegue la collaborazione tra CNA e Ufficio scolastico provinciale
pag. 19
“POLTRONA ESTETISTA”: SODDISFATTI GLI ARTIGIANI DELLA CNA
D’Andrea, responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute della CNA:
Un’importante novità per rilanciare questo mestiere e per dare opportunità di lavoro”
pag. 20
POSITIVE NOVITÀ SUL SISTRI
Il ministro Galletti firma il decreto che esclude le imprese con meno
di 10 dipendenti. Prorogato al 30 giugno il versamento del contrubuto annuale
pag. 21
CNA PRODUZIONE: LA PRESIDENZA REGIONALE A GROSSETO
Un incontro per fare il punto sulle “semplificazioni” alla normativa di settore
pag. 22
FINITO DI STAMPARE MAGGIO 2014
EDITORIALE
Gli “INVISIBILI”
hanno riempito la PIAZZA
Tre autobus e oltre cento partecipanti
il contributo offerto dalla CNA di Grosseto
La manifestazione nazionale che ha
visto Rete Imprese Italia portare in
piazza a Roma, il 18 febbraio, migliaia di imprenditori provenienti da ogni
parte d’Italia è purtroppo coincisa con
la crisi di Governo aperta dalle dimissioni di Enrico Letta.
La mancanza di un esecutivo in carica e il venir meno dell’interlocutore politico (un incontro tra premier e
vertici delle Associazioni era previsto
a manifestazione appena conclusa),
avrebbe potuto indurre anche al rinvio
dell’iniziativa (i vertici nazionali avranno preso in esame anche questa possibilità), ma la manifestazione è stata
poi confermata.
La gravità della situazione economica, l’allarmante trend delle cessazioni
(più di mille in provincia nel 2013), il
peso della burocrazia e delle tasse,
la mole dei crediti nei confronti della
Pubblica amministrazione e, non ultime, le difficoltà (crescenti) di accesso
al credito, rendevano necessaria per
non dire indispensabile una risposta.
Una risposta dettata, oltre che dall’orgoglio di chi ha scelto di fare impresa, di non dipendere da nessuno e di
non affidare ad altri, se non al proprio
saper fare, il futuro suo e quello della
sua famiglia, dalla frustrazione e dalla rabbia di chi (immerso in una situazione apparentemente senza sbocco)
si vede circondato dall’inefficienza,
dalla cattiva gestione e dagli sprechi.
Quella che prevale è infatti l’immagine di un Paese, di un sistema istituzionale, di una struttura pubblica,
(almeno apparentemente) incapaci di
riformarsi.
Sembra essere questa, infatti, la convinzione prevalente; una convinzione
rilanciata dai servizi televisivi e dai resoconti giornalistici, confermata dal
giudizio dei cittadini e dalle afferma-
zioni di chi ci governa: a giudizio del
premier e del ministro dell’Economia,
infatti, “il sistema politico e istituzionale italiano ha rallentato e talvolta
ostacolato la gestione della cosa pubblica” nonché “ritardato la ripartenza
dell’economia”.
Parole chiare che confermano, come
abbiamo già detto, un’opinione purtroppo prevalente.
Come giustificare in maniera diversa
la ridondanza e l’inefficienza della
“macchina” pubblica italiana?
Ottomila Comuni, cinquemila dei quali al di sotto dei cinquemila abitanti e
tremila con meno di tremila.
Uno spreco evidente che però non
impedisce, a quegli stessi Comuni, di
gestire seimila società partecipate (il
fatto che un terzo di queste sia in perdita sembra un dettaglio poco più che
trascurabile).
L’inefficienza, in Italia, è però una
patologia diffusa: la gestione di un
patrimonio immobiliare come quello
dell’Inps (stimato in quasi tre miliardi)
perde 380 milioni all’anno.
Un risultato che grida letteralmente
vendetta in un Paese che considera
proprio la casa come il più ambito investimento.
Quale altro soggetto riuscirebbe a
fare di peggio ?
Il “cahier de doléances”, solo volendo,
potrebbe continuare pressoché all’infinito.
Se in Giappone e in Spagna il costo di
un chilometro di Tav non raggiunge i
10 milioni (9,3 e 9,8) e in Germania li
supera di poco (10,2) in Italia, per realizzare la stessa tratta, non bastano
60 milioni.
Sarà un caso, ma in Italia, le migliori
performance sembrano realizzarsi al
negativo.
Si assiste alla stretta creditizia più
forte e più ingiustificata d’Europa, a
fronte del progressivo incremento
dei depositi privati. La Banca d’Italia
certifica l’ennesima contrazione dei
prestiti (alle famiglie e alle imprese)
e le condizioni praticate dalle banche
italiane sono tra le peggiori (sia in relazione alle garanzie richieste che alle
condizioni praticate).
Si subisce però una tassazione insostenibile: il cosiddetto total tax rate (il
totale complessivo delle imposte che
gravano sugli utili d’impresa) ha quasi
raggiunto il 66.
Mutuando uno degli hashtag del premier in carica, si può dire che l’Italia
ha veramente bisogno di “cambiare
verso”.
Gli ottantamila (noi compresi) che
hanno riempito piazza del Popolo a
Roma, il 18 febbraio, erano portatori
di una richiesta (per non dire esigenza) di modernizzazione e di normalizzazione di un Paese che se, a volte, è
stato all’avanguardia dell’innovazione,
proprio “normale” non è mai riuscito
ad essere.
È ora che lo diventi. All’introduzione
di un nuovo linguaggio e all’avvento di
una nuova classe dirigente deve seguire, finalmente, quella “rivoluzione”
tante volte annunciata e troppo spesso mancata.
Le prime misure del Governo, pur
trascurando il mondo dell’impresa,
sembrano essere andate nella giusta
direzione.
La fase due (ha garantito il premier)
dovrà recuperare in tal senso (pensionati, incapienti e piccole imprese
avranno l’attenzione che meritano).
Noi stiamo aspettando.
Renzo Alessandri
Direttore CNA Grosseto
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Agricultural Machinery Opportunity
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PROTESTA
La MOBILITAZIONE di RETE IMPRESE ITALIA a ROMA:
"SENZA IMPRESA non c’è ITALIA"
Migliaia di imprenditori in piazza
Il 18 febbraio, una
piazza del Popolo
gremita, ha accolto
il “popolo delle partite Iva” chiamato a
Roma da Rete Imprese Italia.
Lo slogan “Senza Impresa non c’è Italia”,
campeggiava
sulla
mobilitazione generale promossa dalle
cinque organizzazioni
costituenti Rete Imprese: Casartigiani,
CNA, Confartigianato, Confcommercio e
Confesercenti.
Decine di migliaia di imprenditori, arrivati in piazza fin dalle prime ore della mattinata,
provenienti da tutta Italia, sono
“scesi” a Roma per sollecitare
una decisiva svolta nella politica economica del Paese, una
svolta in grado di tener conto
delle difficoltà e delle esigenze
del mondo dell’impresa diffusa,
dell’artigianato e del terziario di
mercato, che rappresenta il 94
per cento del tessuto produttivo
dell’Italia che ne costituisce la
forza trainante (concorre al 69
per cento del fatturato nazionale e garantisce il 58,8 per cento
dell’occupazione del Paese).
Alla manifestazione hanno dato
voce i presidenti delle cinque associazioni: Marco Venturi (portavoce di Rete Imprese Italia e
presidente di Confesercenti), Daniele Vaccarino (CNA), Giacomo
Basso (Casartigiani), Carlo Sangalli (Confcommercio) e Giorgio
Merletti (Confartigianato).
Dalla Toscana in 1200 alla manifestazione di Roma
“La manifestazione nazionale alla quale abbiamo partecipato, e che si è svolta a Roma, ha avuto un’adesione
oltre ogni aspettativa, è stata un grande evento storico. Anche noi toscani abbiamo fatto la nostra parte: eravamo
almeno 1.200, tutte le Province erano presenti con le loro rappresentanze. Per questo desidero rivolgere un forte
e sincero ringraziamento a tutti voi per il vostro impegno e la vostra partecipazione. Il futuro delle nostre imprese è anche il futuro del Paese. La speranza è che la nostra classe dirigente comprenda veramente il senso della
manifestazione di Roma e, soprattutto, prenda coscienza del valore della piccola impresa. Le nostre imprese e
l’Italia tutta hanno bisogno di un cambio di marcia immediato: troppe tasse e troppa burocrazia stanno dando
il colpo di grazia al sistema economico del Paese, già fortemente provato dalla persistenza della crisi”.
Valter Tamburini
presidente CNA Toscana
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APPROFONDIMENTO
Una ricerca della CNA nazionale conferma l’insostenibilità
della pressione fiscale
In crescita il peso della fiscalità locale
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Due miliardi di tasse in più al mese, rispetto all’anno
2011, sulle spalle degli italiani. Una ricerca condotta da
CNA nazionale conferma quanto denunciato in sede
locale, sia nel corso dell’assemblea CNA che nelle iniziative di Rete Imprese Grosseto, sugli effetti del prelievo fiscale in generale e di quello locale in particolare
(l’Imu, a fronte della dichiarata invarianza di gettito, ha
raddoppiato il prelievo dell’Ici e la Tares quello della
Tarsu). Un vero e proprio salasso è stato operato sulle imprese italiane grazie a un’imposizione fiscale che,
incurante della crisi, “morde” con sempre maggiore
ferocia. Il fisco italiano è l’unica impresa a non soffrire
la crisi; i suoi conti vanno a gonfie vele: rispetto al 2011,
infatti, incassa quasi due miliardi di euro in più al mese.
Ma com’è possibile che i contribuenti italiani siano stati
chiamati a versare 24 miliardi in più all’anno nelle casse pubbliche, centrali e locali, a dispetto del prodotto
interno lordo in costante arretramento? La risposta la
offre una ricerca del Centro studi della CNA dedicata
alle “Entrate erariali e locali che incidono sulla pressione fiscale”. L’ “annus horribilis” per i contribuenti
italiani è stato il 2012, quando (complice la riduzione
del Pil) la pressione fiscale è balzata dal 42,8 al 44,3
per cento (nel 2013, “fortunatamente” il fisco si è “limitato” a confermare le entrate e anche la pressione
fiscale precedenti). Nel 2012, infatti, la crescita del gettito è stata determinata per 12,4 miliardi dalle imposte
indirette e per 11,1 miliardi da quelle dirette (in questo
computo rientra anche la trasformazione delle “una
tantum” in “una semper”). Nell’arco di 12 mesi, è avvenuto uno spostamento di
circa 5,5 miliardi dalle
entrate tributarie straordinarie (sostenute, per la
maggior parte, da quanti
hanno scelto di beneficiare di sanatorie, condoni
e particolari agevolazioni
fiscali) alle entrate strutturali a carico di tutti i
contribuenti e, in particolare, delle imprese. La
responsabilità principale
dell’aumento “monstre”
della tassazione va addebitata alla trasformazione
dell’Ici in Imu: la nuova
imposta sugli immobili
(che ha colpito selvaggiamente capannoni, laboratori, negozi, gli immobili
strumentali insomma, quelli che creano lavoro e ricchezza diffusa) è costata ai contribuenti intorno ai 14
miliardi. Per effetto della doppia competenza ComuniErario, le maggiori entrate derivate dall’Imu sono state
pari a circa 6 miliardi per i Comuni e ad 8 per l’Erario.
L’impennata del 24 per cento dell’imposta di fabbricazione sui carburanti ha permesso poi al fisco di introitare maggiori entrate per 5 miliardi: maggiori entrate
non certo dovute alla crescita dei consumi, che, anzi,
si sono ridotti (dopo i beni di consumo, gli alimentari
e l’elettronica è in caduta libera anche il consumo dei
medicinali), ma proprio all’exploit della tassazione. Auguriamoci che sia finita, ma le ultime notizie non sono
certo confortanti. Complice la Tasi, si tornerà a pagare
(anche se sotto mentite spoglie) l’Imu sulla prima casa.
L’aliquota massima iniziale fissata (dalla Legge di Stabilità) al 2,5 per mille è già salita (dello 0,8) attestandosi
al 3,3 per mille. L’eventuale aumento, così viene assicurato, è nella facoltà dei sindaci, servirà a finanziare le
detrazioni destinate alla prima casa e a garantire l’invarianza del prelievo rispetto all’anno precedente. È certo
che non staremo a guardare e l’invarianza del prelievo,
visti i precedenti, la vorremo “toccare con mano”. Nel
frattempo, tanto per fare due conti, si può dire che per i
negozi e i capannoni (già soggetti all’Imu), l’introduzione della Tasi comporterà un prelievo aggiuntivo (in tutta
Italia) di circa un miliardo in più.
Renzo Alessandri
direttore CNA Grosseto
PRELIEVO FISCALE
TUTTE LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE:
AD ILLUSTRARLE I DIRETTORI DELLE QUATTRO ASSOCIAZIONI LOCALI
"Riprendiamoci il futuro" lo slogan dell'iniziativa
Le imprese, da troppo tempo in
attesa di una ripresa che sembra
non arrivare mai, chiedono che
azioni concrete e rapide prendano
il posto dei soliti progetti astratti
(la soluzione di problemi ormai indifferibili).
La mancata ripresa della domanda e una pressione fiscale nazionale e locale, che ha raggiunto
livelli intollerabili, rischiano di
prolungare i loro effetti sulle imprese (già stremate da forti difficoltà), di provocare un ulteriore
impoverimento delle famiglie e
una crescita allarmante della disoccupazione.
Con l’iniziativa del 18 febbraio, e con lo slogan “Riprendiamoci il futuro”, le 5 organizzazioni dell’artigianato, del terziario di mercato e delle piccole imprese italiane (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) hanno portato in piazza il disagio delle piccole imprese italiane (stremate,
come è stato detto, dalla crisi economica e dalle condizioni di contesto che comprimono le potenzialità
del tessuto produttivo.
Gli imprenditori, con la loro presenza in piazza, hanno voluto ricordare che dal futuro delle loro aziende
dipenderà il futuro del Paese. Al tempo stesso, però, hanno voluto porre all’attenzione della politica
alcune proposte (attuabili rapidamente), in grado di ripristinare un clima positivo e di diffondere una
maggiore fiducia nel futuro.
La manifestazione è stata l’occasione per dare visibilità a tutte quelle micro, piccole e medie imprese
che, nonostante le difficoltà, continuano a garantire occupazione e stabilità, ma non ricevono adeguata
attenzione da parte del mondo politico e istituzionale.
L’attività produttiva in tutti i settori economici ha subito, negli ultimi cinque anni, una contrazione incredibile.
Alcuni dati:
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la ricchezza prodotta dal Paese è diminuita del 9 per cento
la ricchezza pro-capite si è ridotta dell’11,1 per cento
il valore aggiunto dell’industria si è ridotto del 19,5 per cento
il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 9,4 per cento
la spesa delle famiglie si è ridotta del 7,9 per cento
l’occupazione si è ridotta di oltre 1 milione di unità
la disoccupazione è raddoppiata, dal 6,4 al 12,7 per cento (1,2 milioni di disoccupati in più)
la disoccupazione giovanile ha superato il 40 per cento
le imprese che ogni anno cessano di esistere sono oltre 1.000 al giorno.
Alle condizioni attuali, le previsioni Istat indicano per il 2014 una crescita del Pil pari a +0,7 per cento,
mentre i consumi delle famiglie aumenteranno solo dello 0,2 per cento. È chiaro che non si tratta di una
ripresa vera e propria. Occorre andare oltre al sentiero dell’austerità, con azioni che rilancino realmente
l’attività economica. Occorrono azioni semplici ed efficaci, funzionali al sostegno del modello imprenditoriale italiano “quale realmente è”, non “quale si vorrebbe che fosse”. Le nostre proposte vanno in
questa direzione e tendono a far si che il 2014 diventi l’anno della svolta.
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IL MANIFESTO
LE NOSTRE PROPOSTE:
SERVONO INTERVENTI PER LA CRESCITA,
CAMBIANDO L’APPROCCIO CHE HA GUIDATO FINORA
LE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA.
BASTA CON L’AUSTERITÀ, VANNO RILANCIATI
CONSUMI ED INVESTIMENTI
Riformare gli assetti istituzionali e garantire la governabilità
• ripresa di un forte e rinnovato dialogo con le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori da parte delle istituzioni
• ri-articolazione dei livelli di governo territoriale ed eliminazione di ambiti istituzionali inutili
• nuova legge elettorale
• revisione del Titolo V della Costituzione
Fare la riforma fiscale: dall’oppressione allo sviluppo
• destinazione delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione e dalla “Spending Review” alla riduzione della pressione fiscale
generale, in particolare partendo dalla riduzione delle aliquote IRPEF
• confluenza nel fondo Taglia Tasse delle risorse derivanti dall’emersione volontaria dei capitali detenuti all’estero
• rapida attuazione della Delega Fiscale, con l’emanazione dei provvedimenti in favore delle Pmi
• innalzamento della franchigia IRAP
• esclusione dal pagamento dell’IMU per gli immobili strumentali all’attività d’impresa, partendo dall’aumento della percen
tuale di deducibilità dell’IMU dalle imposte sui redditi (pari al 20% dal 2014); estensione inoltre della deducibilità anche ai fini IRAP
• nuovo sistema tariffario per i rifiuti attraverso una revisione della TARI e profonda rivisitazione della TASI per le imprese con
l’inclusione in tale imposta di altri tributi locali, con la conseguente loro abolizione
Far ripartire le imprese e uscire dall’emergenza occupazionale
• ridurre il costo del lavoro
• sostenere tutte le nuove assunzioni
• non penalizzare i contratti flessibili
•
eliminare le causali per le assunzioni a tempo determinato
•
semplificare ulteriormente l’apprendistato, in particolare per i giovani che ancora studiano
Dare credito alle imprese
• intervento straordinario della BCE a sostegno dell’accesso al credito delle Pmi
• riorganizzazione della filiera della garanzia e rafforzamento nella patrimonializzazione dei Confidi
• incentivazione delle fonti alternative al canale bancario
Proseguire nell’azione di semplificazione
• efficace semplificazione normativa e amministrativa: non costa ma libera risorse per la crescita
• pieno riconoscimento e valorizzazione delle Agenzie per le Imprese e di ogni altro strumento atto a rafforzare la sinergia pubblico
privato e rendere maggiormente positivo il rapporto tra le imprese e le Amministrazioni
• assicurare il rispetto dei termini di pagamento dei debiti commerciali
• incoraggiamento all’uso della moneta elettronica attraverso l’abbattimento dei costi di gestione troppo alti che ne impediscono
la diffusione
• snellimento degli adempimenti formali e procedurali in materia di sicurezza sul lavoro
Tornare alla legalità
• meccanismi premianti per le imprese che denunciano l’illegalità
• sistema giudiziario civile più efficiente.
Portare a competere più imprese sui mercati internazionali
• investimenti per fare del turismo uno dei volani principali per la crescita, trami- te un suo collegamento con le attività delle Pmi
del Made in Italy
• network di sostegno alla presenza internazionale delle Pmi con servizi finanzia- ri e assicurativi dedicati alle Pmi
Innovare il sistema dei trasporti e della logistica
• definizione di un Piano nazionale vincolante sulle infrastrutture, i trasporti e la logistica
• completamento del processo di riforma della legge sui porti
• rafforzamento della liberalizzazione del trasporto ferroviario
• definizione di un quadro regolamentare ed economico certo per i servizi di Trasporto Pubblico locale
Ridurre i costi energetici per le Pmi
• adeguata revisione dei sussidi incrociati presenti nell’articolazione delle tariffe elettriche
• modifica del sistema impositivo vigente sui consumi di energia elettrica
• abrogazione dell’IVA sugli oneri propri e impropri della bolletta
• favorire l’uso di fonti energetiche alternative
Superare il Sistri
• sospensione dell’attuale operatività del Sistri;
• dopo un fase di sperimentazione, definizione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti con semplificazione degli adempimenti
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ASSEMBLEA
Riccardo Breda sulla crisi maremmana:
la relazione del nuovo presidente della CNA Grosseto
"Le nostre imprese non sono in grado di sostenere
una tassazione a questi livelli"
L’Assemblea del 18 gennaio ha
offerto al neo presidente Riccardo Breda e ai componenti la Presidenza provinciale dell’Associazione l’occasione per la prima
uscita pubblica.
La fase elettiva dell’Associazione, dopo aver portato il 28 giugno all’elezione della Direzione
provinciale, si è infatti conclusa
il 10 dicembre 2013 con l’elezione
del presidente e della Presidenza (composta
da Stefano
Acquarelli,
Massimiliano Di Rosa,
Daniela Morosini e Luciano Tortelli).
“A b b i a m o
deciso di far
coincidere –
ha detto Breda in apertura della sua
relazione –
l’Assemblea
pubblica con
la presentazione del
Rapporto
“Trend”, per
offrire anche i risultati
dell’indagine
all’esame e alla valutazione dei
presenti.
Il primo semestre 2013 ha visto
l’artigianato maremmano ancora all’interno del tunnel della
crisi.”
Credito e burocrazia tra i maggiori problemi.
“I dati diffusi dalla Banca d’Italia
certificano l’ennesima contrazione dei prestiti su base annua
che, a novembre si sono ridotti
del 4,3 per cento (sono diminu-
iti dell’1,5 i prestiti alle famiglie
e per il sedicesimo mese consecutivo quelli alle imprese: meno
6 per cento a fronte di un meno
4,9 registrato ad ottobre).
Una stretta creditizia infinita e
oltretutto ingiustificata: l’incremento dei depositi privati (sempre base annua) ha raggiunto il
6,1 per cento (a fronte del 5,4 per
cento di ottobre).
Le banche continuano a riem-
pire il loro portafoglio di titoli di
Stato (a novembre la quota di titoli nazionali è salita a un nuovo
massimo: 402 miliardi e 938 milioni dopo che ottobre, con 399
miliardi, aveva “frantumato” il
record che aveva visto, a giugno
sfiorarne i 402).
Tutto questo, per non parlare dei
costi del credito e delle condizioni a cui questo soggiace.
Nel descritto contesto, pensare
che gli imprenditori possano av-
viare politiche espansive o riattivare la crescita rischia di essere
una pura utopia".
"Non meno problematico – ha
proseguito Breda – risulta essere il problema della burocrazia.
In una situazione in cui burocrazia è sinonimo di inutilità, perdita
di tempo, ridondanza, complessità, difficoltà di comprensione,
il ricorso a consulenti esterni diventa inevitabile.
Risultato: oneri
stimati
in 5 miliardi
l’ a n n o .
Ta n to
costa
infatti
la burocrazia
(come
attesta
una ricerca
c o m m i s sionata
dalla
C N A
a l l’ I p sos) agli
artigiani e alle
p i c c o le
e medie imprese italiane.
Per il solo svolgimento degli
adempimenti burocratici il titolare di una piccola impresa è
infatti costretto a lavorare, mediamente, 47 giorni ogni anno;
alla burocrazia, deve inoltre dedicare anche una parte del lavoro dei suoi dipendenti (ulteriori
28 giorni).
Un costo totale di circa 11 mila
euro che, moltiplicato per il numero delle piccole imprese ita-
9
ASSEMBLEA
liane, raggiunge l’astronomica
cifra di 5 miliardi (oltretutto per
assolvere ad adempimenti che,
un terzo degli intervistati, giudica “indebitamente posti in capo
alle aziende”).
Tali adempimenti, cresciuti a
dismisura nel tempo, sono considerati inutili prima ancora che
costosi. La burocrazia, quindi,
è percepita come il principale
ostacolo alla crescita e all’innovazione.”
Per non parlare del fisco, della
sicurezza e dell’ambiente.
“Nell’area dell’ambiente e della
sicurezza le procedure risultano
complesse, in primo luogo per le
aziende che trattano rifiuti pericolosi e, subito dopo, per quelle che operano nell’ambito dei
cantieri (anche in questi casi, gli
adempimenti sono assimilati ad
inutili formalità dal 40 per cento
degli intervistati).
È innegabilmente quella del Fisco, per la complessità e per i
costi, l’area da cui gli imprenditori (in modo particolare quelli che operano nell’ambito dei
servizi e occupano pochi dipendenti) si sentono maggiormente
vessati.
L’impennata delle tasse ha rappresentato e rappresenta un freno alla crescita.
I numeri sulla tassazione nazionale regionale e locale, presentati da Rete Imprese Italia
10
nell’incontro sui tributi locali di
novembre, erano e sono numeri
da paura.
Con il passaggio dall’Ici all’Imu
si è assistito al sostanziale raddoppio del prelievo e il passaggio
dalla Tarsu alla Tares ha prodotto un effetto analogo.
Il peso della pressione fiscale locale, oggi, ha superato ampiamente
quella nazionale.
La Regione, stando a metà delle
due estreme è riuscita a conquistare, grazie all’Irap,
la posizione più
alta del podio.
L’Italia ha raggiunto, per livello
impositivo (42,3
per cento) il secondo posto in
Europa dopo il Belgio (un Paese
che per efficienza dei servizi e
qualità del welfare non è certo
paragonabili al nostro), mentre
il cosiddetto Total tax rate (il totale complessivo delle imposte
che gravano sugli utili d’impresa
calcolato dalla Banca mondiale)
ha quasi raggiunto il 66 per cento (65,8 per l’esattezza).
Pressione fiscale è contributiva,
di conseguenza, pesano come
un macigno sul costo del lavoro
italiano (il nostro Paese è tra i
peggiori, occupa il sest'ultimo
posto nella classifica Ocse con
un cuneo pari al
47,6 per conto
a fronte di una
media generale del 35,6 nel
2012).
A dimostrazione
della
pessima
performance
italiana si può
aggiungere che,
se tra il 2002 e
il 2012 la media
Ocse ha visto il
cuneo
ridursi
dello 0,9 per cento, nel nostro
Paese, nello stesso periodo,
questo è cresciuto di una quota
analoga (1 per cento)”.
“Le nostre imprese – ha proseguito Breda – non sono più in
grado di sostenere una tassazio-
ne a questi livelli.
Il sistema economico locale rischia il collasso e le principali
rilevazioni statistiche lo confermano (dalla caduta dei consumi
all’aumento della cassa integrazione, dalla regolarità nei pagamenti commerciali al numero
dei disoccupati), viene da chiedersi come una Provincia che
non raggiunge i 220 mila abitanti
possa permettersi quasi 30 mila
disoccupati.”
A giudizio di Breda “abbiamo attraversato una situazione di crisi
che non ha risparmiato niente e
nessuno, abbattendosi sulle imprese, falcidiando l’occupazione,
erodendo il potere di acquisto
delle famiglie.
Purtroppo però, nonostante i sacrifici chiesti agli italiani, il debito pubblico non ha dato segni
di miglioramento. A novembre
infatti, secondo la Banca d’Italia,
ha toccato il record di 2.104 miliardi di euro.
A fronte di un quadro così difficile e complesso, anche nell’anno
che è alle nostre spalle, la politica non si è dimostrata all’altezza. Si è persa un’occasione forse
unica, dando ancora una volta
ASSEMBLEA
l’impressione di tirare a campare.
Le larghe intese, nonostante una
maggioranza parlamentare bulgara e un’opposizione confinata
'sui tetti', non hanno prodotto
l’auspicato cambio di passo: la
spesa pubblica ha continuato a
correre, la pressione fiscale a
crescere, non si è vista l’ombra
di una riforma, non si è investito
a sufficienza sull’impresa, non si
sono create le premesse per la
ripresa economica e meno che
meno per lo sviluppo.
Sosteniamo queste cose sapendo di essere, a nostra volta, nella
necessità di ridefinirci e riformarci.
Ai 'campanili' che hanno caratterizzato il nostro essere fino
ad oggi debbono sostituirsi, nei
tempi più brevi, la collaborazione funzionale, le costruzione di
sinergie e la ricerca di più ampie
intese.
Nessuno pensa, almeno per il
momento, a fusioni tra le Associazioni.
Allo stato, però, lo scambio di
buone pratiche, l’integrazione dei servizi tradizionali e una
comunione
di quelli innovativi può
essere sicuramente e
opportunamente sperimentata.
L’uscita dalla crisi che
tutti
auspichiamo
prossima
avverrà in
un contesto
p ro fo n d a mente modificato.
Nessuno, da solo, potrà bastare
domani a se stesso.
Il cambiamento segnerà la vita
delle Associazioni e il rapporto
tra sigle associative diverse.
I bisogni e le aspettative delle
imprese, a loro volta, saranno
maggiori e più articolati.
Di conseguenza, anche la rappresentanza dovrà rilanciare la
propria iniziativa ed unirsi per
moltiplicare le proprie possibilità di successo.
L’esperienza di Rete Imprese ha
costituito, indubbiamente, una
prima risposta in tal senso.
Dobbiamo chiederci se, e in che
misura, una tale esperienza possa essere rilanciata e maggiormente valorizzata.
Quello che stiamo vivendo è uno
dei momenti più difficili della nostra esperienza personale e professionale.
La nostra primavera, quella che
attendiamo da tempo, è costituita dalla ripresa economica e
produttiva di questa provincia e
dal maggior benessere per il nostro Paese”.
C’erano proprio tutti !
Un parterre d’eccezione ha fatto da cornice all’A ssemblea della CNA convocata, in seduta pubblica, il 10 gennaio 2014.
Erano presenti, infatti, il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi; il vice prefetto aggiunto Sergio Di
Iorio, in rappresentanza del prefetto; Diego Acqui, in rappresentanza del questore Laratta; l’assessore regionale Anna Rita Bramerini; il vice sindaco Paolo Borghi e gli assessori comunali Arsenio
Garosi, Giovanna Stellini e Emanuel Cerciello; gli assessori provinciali Federico Balocchi, Gianni
Chelini e Fernando Pianigiani; l’assessore Rotoloni, in rappresentanza del sindaco di Castiglione
della Pescaia, il sindaco di Roccastrada Giancarlo Innocenti; Francesco Carri e Giancarlo Ciarpi,
rispettivamente presidente e il direttore generale della Banca della Maremma; il presidente della
Camera di Commercio Giovanni Lamioni; il segretario della CGIL Claudio Renzetti; il presidente della Coldiretti Francesco Viaggi e quello della Confagricoltura Antonfrancesco Vivarelli Colonna; il direttore della CIA Angelo Siveri; il segretario del Pd Barbara Pinzuti, presente anche
nella veste di assessore al Comune di Follonica e Francesco Giorgi segretario del Psi; il presidente
della Confesercenti Pierferruccio Lucheroni; il direttore dell’A nce Mauro Carri; il direttore della
Confartigianato Mauro Ciani; il presidente del Consorzio Bonifica Fabio Bellacchi; il direttore
di Grosseto Fiere Carlo Pacini; il presidente della R ama Marco Simiani.
Messaggio di saluto e di augurio, dagli assessori regionali Vittorio Bugli e Cristina Scaletti; dal
presidente della Provincia Leonardo Marras (quel giorno fuori città); dagli assessori comunali
Giancarlo Tei e Luca Ceccarelli; dall’assessore provinciale Patrizia Siveri; dal direttore della
Confesercenti Gloria Faragli.
11
TREND
RAPPORTO TREND PRIMO SEMESTRE 2013:
ARTIGIANATO MAREMMANO ANCORA
NEL TUNNEL DELLA CRISI
Nessun segnale di ripresa, anche se, nei primi mesi dell’anno,
è stato registrato un leggero incremento di fatturato
Un unico incontro per presentare la nuova Assemblea
elettiva della CNA Grosseto e
il Rapporto Trend del primo
semestre 2013. Un’occasione
importante per l’associazione
grossetana che, nello stesso
giorno, ha presentato il nuovo
presidente, Riccardo Breda, e
i dati non ancora troppo positivi del Rapporto Trend. A introdurre l’incontro il direttore
provinciale Renzo Alessandri
che ha lasciato al presidente
Breda (che è andato a sostituire Gabriele Fusini) il compito
di presentare il resto dell’Assemblea elettiva e di fare il
punto sulla difficile situazione
dell’artigianato della provincia
di Grosseto. A seguire l’analisi
dettagliata di Andrea Manuelli sul primo semestre 2013
dell’artigianato maremmano,
in rapporto anche ai dati regionali relativi alle altre province.
Una descrizione dettagliata e
precisa che evidenzia sì un leggero incremento del fatturato,
ma pochi reali segnali di ripresa. Un quadro leggermente più
incoraggiante del passato, ma
ancora molto lontano dal raggiungimento di una situazione
positiva.
12
I RISULTATI DEL RAPPORTO
Il primo semestre 2013 vede
l’artigianato maremmano ancora dentro il tunnel della crisi.
Non si avvertono segni concreti di ripresa anche se un leggero incremento del fatturato
registrato nei primi sei mesi
dell’anno (il secondo semestre,
nelle rilevazioni degli ultimi
anni, e “riuscito” però ad an-
nullare i modesti miglioramenti
del primo), induce a sperare in
una riduzione della sua drammatica intensità. L’artigianato
toscano, come sappiamo, è in
difficoltà dal 2002 e in recessione dal 2008. La crisi dell’ultimo
quinquennio ha colpito il sistema produttivo così duramente
da indurre alcuni settori (vedi le
costruzioni) ad un vero e proprio
ridimensionamento. Quasi tutti
gli altri, salvo pochissime eccezioni, hanno subito pesanti contrazioni. L’analisi congiunturale
“Trend”, come è stato spesso ribadito, si fonda sui dati contabili
di circa 4 mila imprese artigiane
tra le migliaia presenti in Toscana (il campionamento è curato
dall’Istat) e serve a quantificare
l’apporto che il “pianeta artigianato” da al sistema economico
regionale (fra queste imprese,
alcune centinaia, hanno sede
nella nostra provincia). Da un
esame del rapporto si evince
che nemmeno il primo semestre del 2013 ha aperto la strada all’auspicata ripresa. Ad ogni
buon conto, rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente,
si registra un (lieve) incremento dei ricavi che, quantomeno,
segna uno stop alla consistente
e costante erosione di fatturato
che aveva accompagnato questa
provincia negli ultimi anni. La
dinamica del fatturato per macro settori evidenzia, infatti, una
ripresa di quello delle costruzioni; ancora in flessione, invece, il
manifatturiero, mentre recuperano qualcosa i servizi (in particolar modo grazie ai trasporti). Nel primo semestre 2013, il
monte-fatturato dell’economia
artigiana grossetana ha supera-
TREND
to i 158 milioni di euro
(per l’esattezza 158,6)
proiettando, su base
annuale, un’aspettativa superiore ai 300
milioni di euro. Una
dimensione
ancora
ragguardevole. Consideriamo che quest’eccezionale contesto di
crisi ha prodotto un
calo “demografico” di
450 aziende artigiane
(saldo tra quelle “nate”
e “morte”) tra il 2007
e il 2013. Le imprese
artigiane in provincia,
che alla fine del 2007
erano infatti 6.498, si
sono ridotte a poco più
di 6 mila (per l’esattezza 6.048) nello scorso
anno (la contrazione maggiore si è registrato nel
comparto delle costruzioni che
in tale periodo ha perso ben 307
imprese). Con un fatturato 2013
che si stima sui 317 milioni, l’artigianato rappresenta ancora la
base fondamentale per l’economia maremmana. I dati relativi
al primo semestre dello scorso
anno, però, confermano al tempo stesso la staticità del comparto nell’ambito della provincia.
Un settore che, mentre non cede
ulteriore terreno, non avvia il recupero delle posizioni perdute.
Ad un fatturato in lieve crescita
rispetto allo stesso periodo del
2012, si contrappongono indici
occupazionali e produttivi densi
di criticità. Tutti i macro settori
infatti, proponendo la riduzione
della spesa per le retribuzioni,
confermano il perdurare della
crisi (un dato che desta preoccupazione soprattutto a fronte
di una tendenza regionale che,
su tale voce di costo, manifesta una leggera ripresa). Unica
fonte d’ottimismo, il saldo parzialmente positivo del principale
macro settore provinciale: quello
delle costruzioni, dopo i difficili
semestri con cui ha condizionato
negativamente l’intero artigianato locale. I livelli pre-crisi, come
sappiamo, sono ancora molto
lontani, mentre resta da capire
se e in quale misura “l’apparente
ripresa” sia stata tale o, piuttosto, indotta e favorita da elementi
contingenti (dagli incentivi per le
ristrutturazioni agli interventi in
atto nelle zone Peep e Pip della
città). Per rimettersi in carreggiata e per essere pronti ad agganciare una ripresa che almeno nel 2015 si dice non dovrebbe
mancare serve però un’iniziativa
straordinaria. Carico fiscale eccessivo, peso della burocratica e
accesso al credito problematico
non possono costituire, all’infinito, le criticità del sistema economico (locale e non). Un’adeguata
promozione d’area, il sostegno
all’innovazione e alla ricerca, l’accelerazione delle opere pubbliche
sono le aspettative che i vari livelli
di Governo (nazionale, regionale e
anche locale) sono chiamati necessariamente ad assolvere.
13
ANATOCISMO E USURA
IL DIFFICILE RAPPORTO TRA BANCA E IMPRESA
"La mancanza di finanziamenti si traduce nell'impossibilità
di investire sull'azienda"
14
Non lo fanno tutte, questo è certo.
Non tutte le banche, infatti, applicando, o avendo applicato in passato,
interessi eccessivi sono “in odore” di
anatocismo.
Non sono tutte le banche a sommare
interessi esorbitanti a commissioni
da “capogiro” e a valicare, in alcuni
casi, la soglia del tasso usura.
A volte però succede: anche in ambito locale.
Non dimentichiamo che il primo
aprile di quest’anno, e non si è certo
trattato di un pesce, proprio le cronache locali hanno riportato il caso
di quattro istituti di credito condannati a restituire ad un correntista
somme ingenti.
Sulla base di queste premesse, in un
momento difficile come quello che
stiamo vivendo, le imprese debbono
essere messe in condizione di difendersi: monitorando gli estratti conto bancari, individuando le possibile
anomalie e, dove possibile, recuperando il “mal tolto”.
Di questo tema e più in generale del
rapporto tra banche e imprese si è
parlato mercoledì 16 aprile, nella
sala conferenze della CNA, nel corso in un' iniziativa promossa dall’Associazione e da Toscanaconsulting
(società di consulenza bancaria).
Il rapporto con il mondo del credito
infatti, oggi più che mai, si configura
come il “nervo scoperto” delle imprese.
La stretta creditizia che ha colpito il
sistema imprenditoriale negli ultimi
anni si è sovrapposta alla più grande
crisi dell’economia ‘realè dal dopoguerra ad oggi.
Il combinato di questi due fattori ha
formato un mix micidiale per la piccola impresa in generale e per l’artigianato in particolare; un combinato
che ne ha penalizzato la crescita e
ne ha messo in discussione la stessa sopravvivenza.
La situazione in atto è stata monitorata da un’indagine condotta da
CNA toscana, rivolta ad un campione rappresentativo dei principali
settori economici (manifatturiero,
costruzioni e servizi) e operante
nell’intero territorio regionale.
La base imprenditoriale selezionata come campione era costituita
da soggetti nel pieno della propria
periore al 25 per cento.
- il 40 per cento delle imprese che
ha fatto domanda di finanziamento
ha trovato difficoltà nel veder accol-
vita imprenditoriale (tra i 40 e i 50
anni d’età) aveva al suo interno una
quota significativa di donne (40 per
cento) e deteneva un titolo di studio
elevato (il 57 per cento con diploma
ed il 26 per cento con laurea o titolo
superiore).
I risultati dell’indagine.
Il rapporto delle piccole imprese
con le banche si è confermato deprimente per la maggior parte degli
intervistati.
Negli ultimi 5 anni, il 79 per cento
del campione si è rivolto alle banche
chiedendo affidamenti (per gestire
la mancanza di liquidità nel breve
periodo, per realizzare investimento, per processi di riorganizzazione
aziendale a medio-lungo termine).
Allo stesso tempo, però:
- l’83 per cento delle imprese del
campione ha avvertito una riduzione del flusso di credito dalle banche
negli ultimi cinque anni.
- secondo la metà del campione
(precisamente il 52 per cento) tale
riduzione del credito è stata su-
ta la propria richiesta. Queste difficoltà hanno indotto “fragilità” nel
sistema e lo hanno posto a rischio
(sul breve e sul medio-lungo periodo).
I risultati dell’indagine, come conferma anche la situazione locale,
collocano l’accesso al credito tra i
principali problemi delle imprese,
soprattutto delle più piccole.
Tali difficoltà, se non rimosse, possono compromettere la sostenibilità
dell’impresa: anche di quella più solida e non esposta ad insolvenze.
La mancanza di finanziamenti può
infatti tradursi nell’impossibilità di
investire sull’azienda, di apportare
innovazione di prodotto e di processo, di investire sulla mano d’opera
più qualificata.
Il rapporto tra banca e imprese propone una duplice criticità: le difficoltà di accesso al credito e le condizioni praticate.
In ambedue i casi, le imprese debbono imparare a “difendersi” e a tutelarsi.
ANATOCISMO E USURA
Non esponendosi eccessivamente sul piano delle garanzie,
nel primo caso, monitorando le
condizioni praticate e denun-
ciando, se necessario anche in
senso letterale, le eventuali condizioni vessatorie verificate nel
secondo.
Impianti
per la climatizzazione
e per la produzione
di acqua calda sanitaria
Il contenuto dell’articolo 7 del dpr 74 del
2013, controllo e manutenzione degli impianti termici, ha fatto molto parlare di
sè, negli ultimi mesi. Oggi, con i chiarimenti forniti delle Autorità preposte ai
controlli e con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del libretto d’impianto per
la climatizzazione si definiscono, con precisione, tutti gli adempimenti che gravano
sui vari soggetti responsabili. I conduttori
devono concedere il controllo e l’eventuale
manutenzione degli impianti affidati alla
loro responsabilità, solo a ditte abilitate ai
sensi del decreto ministeriale 37del 2008
Le operazioni di controllo e l’eventuale
manutenzione degli impianti devono essere eseguite tenendo conto:
Novità sulla normativa relativa alla gestione
dei gas fluorurati ad effetto serra
La normativa riguardante la gestione dei gas fluorurati ad effetto serra prevede che entro il 31 maggio di ogni anno gli operatori delle apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e dei sistemi fissi di protezione
antincendio, contenenti 3 o più chilogrammi di F-Gas comunichino al Ministero dell’A mbiente, tramite Ispra, la quantità di
emissioni in atmosfera dell’anno precedente.
La dichiarazione deve essere inviata telematicamente, previa
registrazione, al seguente portale internet già attivo: www.sinanet.isprambiente.it/it/fgas.
Diversamente dalla dichiarazione dello scorso anno, relativa al
2012, la comunicazione di quest’anno, relativa al 2013, deve
contenere tutte le informazioni richieste e desumibili dai dati
riportati sui Registri di Apparecchiatura.
Si ricorda che, per la normativa sui gas fluorurati, l’operatore tenuto alla dichiarazione è il proprietario dell’impianto o
dell’apparecchiatura, a meno che egli non abbia delegato l’effettivo controllo sul funzionamento tecnico, con un contratto
scritto, ad un terzo responsabile. In questo caso il terzo responsabile diventa operatore, quindi il soggetto delegato obbligato a
presentare la dichiarazione.
Non ricade in questa casistica chi è stato incaricato soltanto
della manutenzione o assistenza dell’apparecchiatura o dell’impianto.
La seguente comunicazione riguarda prima di tutto le imprese
che sono state nominate terzi responsabili di impianti o apparecchiature ma può essere utilizzata anche come comunicazione
da trasmettere ai propri clienti (operatori) interessati.
In CNA potete trovare maggiori informazioni operative per gestire la registrazione e la dichiarazione.
•
delle prescrizioni e delle periodicità
contenute nelle istruzioni tecniche per
l’uso e la manutenzione rese disponibili dall’impresa installatrice;
•
oppure delle prescrizioni e delle periodicità contenute nelle istruzioni
tecniche relative allo specifico modello
elaborate dal fabbricante;
•
oppure delle prescrizioni e delle periodicità previste dalle norme UNI e
CEI per lo specifico elemento, tipo di
apparecchio o dispositivo.
Gli installatori e i manutentori degli
impianti devono definire e dichiarare
esplicitamente al loro committente, in
forma scritta e facendo riferimento alla
documentazione tecnica del progettista
dell’impianto stesso o del fabbricante delle
apparecchiature,
•
quali sono le operazioni di controllo
e manutenzione di cui necessita l’impianto da loro installato o mantenuto
per garantire la sicurezza di persone
e cose;
•
con quale frequenza queste operazioni
si devono effettuare.
Gli impianti termici per la climatizzazione o produzione di acqua calda sanitaria,
a partire dal primo giugno 2014, devono
essere muniti di “un libretto d’impianto
per la climatizzazione “. In caso di trasferimento, a qualsiasi titolo, dell’immobile
o dell’unità immobiliare, il libretto d’impianto deve essere consegnato, debitamente aggiornato, all’avente causa.
15
ACCORDO
UN PROGETTO CHE “METTE IN RETE” AZIENDE
E PROFESSIONISTI, BCC DI PITIGLIANO E CNA GROSSETO
Un accordo finalizzato alla “rigenerazione urbana”
e al rilancio dell’edilizia nella zona delle Colline del Fiora
16
Un importante accordo finalizzato alla
“rigenerazione urbana” e al rilancio
dell’edilizia nella zona colline del Fiora è stato raggiunto tra CNA Grosseto
e Bcc di Pitigliano. L’iniziativa, presentata in un convegno all’auditorium
della Banca, si propone, grazie ad una
partneship che ha “messo insieme” i
tecnici e le imprese del luogo, la CNA
e il Credito cooperativo di Pitigliano, di
promuovere e rilanciare uno dei settori più colpiti dalla crisi , quello delle
costruzioni, attraverso la leva delle
ristrutturazioni e della qualificazione energetica degli edifici. Alla base
dell’intesa, una valutazione comune
sulle prospettive delle costruzioni nel
“dopo crisi“, la sensazione che il settore non possa più contare, almeno
per un po’, sul mercato delle seconde
e la necessità di orientare le imprese
verso il recupero del patrimonio edilizio esistente, sul suo consolidamento
e sulla sua riqualificazione energe-
realizzato prima del 1991 (quando non
solo non esistevano le norme incentivanti, ma quando non si parlava di
risparmio energetico o di auto produzione di energia), sottolineando così
le potenzialità di questo nuovo mercato. La Bcc di Pitigliano e la CNA
Grosseto si faranno carico di informare i cittadini e le imprese residenti
nelle delle aree di riferimento della
Banca sui vantaggi e le opportunità
offerte dagli incentivi attualmente in
vigore (detrazione fiscale del 65 per
cento sulla riqualificazione energetica e per il consolidamento antisismico; 50 per cento sulle ristrutturazioni
edilizie e conto termico). Tutti gli interessati ad approfondire l’argomento
potranno rivolgersi al gruppo tecnico
costituito dalle imprese della CNA e
dai professionisti qualificati in materia, accedendo ad un Audit del tutto
gratuito: per conoscere la condizione
del proprio immobile, verificare gli
tica. Non casualmente il presidente
della CNA Riccardo Breda ha ricordato che il 92 per cento delle abitazioni della provincia di Grosseto è stato
interventi necessari al miglioramento della sua classe energetica e per
ottimizzarne i consumi annuali. Sulla
base dei risultati, tutti gli interessati
potranno prendere (con assoluta cognizione di causa) le proprie decisioni. Chi deciderà di attuare l’intervento
di ristrutturazione o di rigenerazione
energetica degli immobili potrà avere,
dalla Banca, un finanziamento a tasso
agevolato e finalizzato a questo tipo
di intervento. Se poi la progettazione
e la realizzazione dell’opera saranno
affidate alle imprese e ai professionisti in convenzione, saranno addirittura annullate le commissioni per
l’istruttoria relativa al finanziamento.
Imprese e professionisti convenzionati garantiranno la realizzazione di un
intervento “chiavi in mano“, facendosi
carico della gestione degli incentivi
e del rilascio dell’attestato di prestazione energetica per l’edificio ristrutturato. Questa iniziativa, realizzata da
CNA e Bcc di Pitigliano, costituisce un
modello che l’Associazione, se la sperimentazione risulterà positiva, intende esportare nel resto della provincia.
Sono già in corso contatti con istituti
di credito, imprese e studi professionali interessati a tale percorso.
MERCATO ELETTRONICO
IL MERCATO ELETTRONICO
NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE IN UN CONVEGNO
Una nuova iniziativa della CNA arriva sull'Amiata
Il 21 marzo si è svolta, nella sede
della CNA di Castel Del Piano,
una partecipata assemblea sul
mercato elettronico. L’iniziativa, introdotta dal presidente
del Comitato di Zona della CNA
dell’Amiata, Luciano Tortelli, si è
resa necessaria perchè l’Unione
dei Comuni Amiatini, già da tempo presente nella piattaforma
Start della Regione Toscana, ha
impresso una forte accelerazione ai processi di affidamento di
lavori, servizi e forniture tramite
procedure telematiche. E così la
CNA, cercando di offrire un concreto servizio alle imprese, ha
organizzato un incontro territoriale al quale hanno partecipato,
in veste di esperti della materia, Roberta Pieri, responsabile
dell’Area Amministrativa del Comune di Castel Del Piano, in rappresentanza dell' Unione dei Comuni Amiatini Zona grossetana,
e Divo Pettini, responsabile del
settore Informatica della CNA di
Grosseto e che da tempo segue,
per conto dell' Associazione, il
cosiddetto “mercato elettronico”.
Pettini, tra l’altro, fu anche relatore al primo dei convegni sul
mercato elettronico organizzato
a Grosseto nella sede dell' Associazione il 25 novembre 2013: le
slide sono riportate nel sito della
CNA al link www.cnagrosseto.it
nella colonna di destra “forniture
pubbliche amministrazioni”.
L’incontro si è incentrato sulle modalità di registrazione alle
due piattaforme che attualmente
supportano le aste online della
pubblica amministrazione: Start
e Mepa, la prima, più semplice,
gestita dalla Regione Toscana e
la seconda, dalla valenza nazio-
nale, gestita da Consip, struttura
che si occupa degli acquisti online per la generalità delle pubbliche amministrazioni.
Le numerose imprese presen-
vinciale, ha predisposto un servizio di supporto sia per la registrazione a Start che a Mepa che
per la acquisizione delle smart
card che delle business key.
ti hanno così potuto apprendere
come registrarsi ai portali, quale
dotazione tecnologica si rende
necessaria (collegamento internet, smart card dotata di lettore
o business key), come compilare il catalogo dei beni-servizi da
proporre al mercato. Strumenti,
questi, che entro poco tempo si
renderanno necessari per tutti
coloro che desiderano diventare
fornitori non solo della generalità delle Pubbliche amministrazioni ma anche solo dei comuni
amiatini.
Chi non si adegua resterà, entro
breve tempo, tagliato fuori. Va
tuttavia rilevato che molte imprese hanno già iniziato a prendere
confidenza con queste nuove
procedure mentre, per le altre, la
CNA, sia a livello locale che pro-
Si tratta, insomma, di una rivoluzione alle porte, sostenute non
solo dalle norme che impongono
ai comuni di dover obbligatoriamente adottare queste procedure
ma anche dalla ribadita volontà
del Governo di voler drasticamente snellire i “centri di costo
“ della pubblica amministrazione e fare ricorso, sempre di più,
a centrali di acquisto accorpate.
Una nuova frontiera che pone
le imprese di fronte alla sfida di
una nuova innovazione tecnologica e culturale con la quale, da
ora in avanti, occorrerà prendere
confidenza e rispetto alla quale la volontà della CNA, sia con
iniziative come questa descritta
sia con un supporto costante, è
quella di far sì che tutti possano
avervi accesso.
17
NEXT LEVEL
NEXT LEVEL È STATO UN SUCCESSO:
76 RICHIESTE A FRONTE DI 40 POSTI DISPONIBILI
Per fronteggiare l’altissima domanda è stata necessaria
una selezione
“L’educazione” nel tempo della
crisi economica può (e deve) essere intesa come “educazione”
alla scelta ed è in questo contesto che va inquadrata l’iniziativa
promossa da CNA Grosseto con
il progetto Next Level 2013-2014.
CNA ha messo a disposizione di
40 ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado
dell’area grossetana dei voucher
individuali per la partecipazione ad atelier di orientamento di
gruppo della durata di 12 ore (3
pomeriggi). I potenziali partecipanti dovevano autocandidarsi
attraverso un form online pubblicato sul sito di CNA e potevano
scegliere due atelier tra i cinque disponibili. Una modalità, tra le tante
possibili, per stimolare i più giovani
a fare le loro scelte, ad esprimere
le proprie motivazioni, a “costruire” attivamente il proprio futuro.
Il nuovo livello del progetto, come
abbiamo detto, si rivolge ai ragazzi
e alle ragazze delle scuole secon-
darie (hanno collaborato l’Isis Polo
Aldi, l’Isis Liceo Rosmini, l’Isis Polo
Bianciardi, l’Isis Manetti, l’Isis Leopoldo II di Lorena, l’Ic Follonica 2
e l’Ic Grosseto 5), mentre l’attività di orientamento “tradizionale”
continua a prendere a riferimento il circuito primario e le scuole
d’infanzia. L’interesse dei ragazzi è
Dettaglio delle richieste di adesione al progetto
18
Ecco il dettaglio delle richieste di iscrizione pervenute:
• Lavorare a Grosseto” (venticinque le richieste di iscrizione);
• “Antichi e nuovi mestieri artigiani” (nove richieste di iscrizione)
• “Definire la propria vocazione professionale” (quaranta
richieste di iscrizione);
• “Strumenti per l’accesso al mondo del lavoro: apprendistato
e tirocinio” (cinquanta richieste di iscrizione);
• “Creare la propria impresa” (ventotto richieste di iscrizione).
Ciascun atelier avrà un massimo di 14 partecipanti e sarà tenuto
da due consulenti senior: Andrea Caldelli, economista esperto di
processi formativi, e Simone Giusti, dottore di ricerca esperto di
orientamento con approccio narrativo. Le attività previste avranno
una della durata che va dalle 4 e alle 8 ore, per un totale di 12
ore, distribuite su tre pomeriggi da trascorrere insieme agli altri
studenti partecipanti e ai due consulenti esperti.
stato testimoniato dal numero delle adesioni: alle 17 pervenute nella
prima settimana di pubblicazione
del bando, se ne sono aggiunte altre 59, per un totale appunto di 76
richieste. Inevitabile, a questo punto, il ricorso ad una prova di selezione che verrà pianificata d’intesa
con gli insegnanti.
Una possibilità anche
per gli esclusi
L'obiettivo del progetto Next Level è quello
di sviluppare la propensione al lavoro autonomo negli studenti interessati a definire
una propria vocazione imprenditoriale. Di
conseguenza, la CNA ha deciso di mettere
a disposizione, anche dei candidati esclusi dagli Atelier, un seminario di "Orientamento all'impresa" proprio per offrire
anche a loro la possibilità di riflettere su
un'eventuale scelta professionale. Tutto ciò
sarà realizzato in affiancamento a orientatori esperti.
Una giornata formativa che rappresenterà
una forma di “start up artigianale” nella
concezione più ampia di imprenditorialità.
SCUOLA
DIPLOMARSI ONLINE
Prosegue la collaborazione tra CNA
e Ufficio scolastico provinciale
Il progetto promosso dalla
Provincia, dall'Ufficio Scolastico Provinciale e dall’Istituto di
Istruzione Superiore "Luciano Bianciardi", al quale la CNA
collabora da tempo, si rivolge
a tutti gli adulti che desiderano
acquisire un titolo di studio (in
questo caso il diploma di Stato di
Tecnico della Gestione aziendale informatica), ma non sono in
grado di frequentare una scuola
serale tradizionale.
La particolarità dell’iniziativa,
infatti, è quella di estendere l'offerta formativa ad aree decentrate, soddisfacendo, al tempo
stesso, le necessità di persone
con impegno lavorativo.
Il progetto è attivato con le normative attualmente vigenti. Il
modello didattico adottato prevede un corso di studi triennale
(su tre anni solari) e si basa sulla didattica blended (mista).
La didattica in presenza si svolge
in aule territoriali gestite da un
tutor d’aula e dai docenti, mentre la didattica a distanza utilizza un Centro Risorse costruito
dai docenti stessi, dei learning
object di Trio e da altre risorse
didattiche on line gratuite.
Il progetto è stato avviato nell’anno scolastico 2006-07 e, ad oggi,
oltre 200 studenti hanno conseguito il diploma di stato.
La Regione Toscana ha individuato il progetto Diplomarsi
online come modello per l’istruzione degli adulti di tutta la regione e l’Istituto di Istruzione
Superiore Luciano Bianciardi è
risultato capofila di un progetto per la diffusione del modello
nelle tre province della Toscana
meridionale: Grosseto, Siena e
Arezzo.
Gli interessati possono rivolgersi anche quest’anno, sia per
raccogliere ulteriori informazioni sia per compilare la eventuale
domanda di iscrizione, agli uffici
dell’Associazione.
Il diploma on line
“in pillole”:
DOVE SI FREQUENTA?
Nelle aule multimediali di Grosseto, Follonica, Porto Ercole, Isola
del Giglio , Capalbio Scalo, Paganico.
QUANDO SI FREQUENTA?
Due volte a settimana per circa
quattro ore (l’ orario è pomeridiano-serale in giorni da definire in
base alle esigenze dell’ utenza).
IN QUANTI ANNI SI PRENDE
IL DIPLOMA?
Tre anni (riducibili a due se si è in
possesso di comprovati crediti scolastici o professionali).
QUALI SONO LE MATERIE?
Si tratta di un professionale aziendale-informatico e quindi economia, informatica, italiano,storia,
inglese , matematica, diritto.
QUALI TITOLI RILASCIA?
Tecnico della Gestione aziendale
informatica (con questo diploma,
volendo, si può accedere all’ Università).
QUANTO COSTA?
Si pagano solo le tasse scolastiche (circa
90 euro da versare ad inizio anno).
SI DEVONO ACQUISTARE LIBRI DI TESTO?
No. Le risorse sono online e gratuite.
QUANDO INIZIANO I CORSI?
Ad ottobre 2014.
SE UNO NON SA USARE IL
COMPUTER CHE FA?
Sono casi che si presentano abbastanza spesso. Insegneremo ad
usarlo e in poco tempo tutto avranno acquisito le capacità di base necessarie.
DOVE CI SI PUO’ ISCRIVERE?
In tutte le sedi della CNA. Prima
si effettua l’ iscrizione e maggiori
sono le possibilità di vedere accolta
la domanda.
19
ESTETISTI E PARRUCCHIERI
“POLTRONA ESTETISTA”:
SODDISFATTI GLI ARTIGIANI DELLA CNA
D’Andrea, responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute
della CNA: “Un’importante novità per rilanciare questo mestiere
e per dare opportunità di lavoro”
20
La possibilità per gli estetisti e per
i parrucchieri di “affittare la poltrona” è "un’importante novità per
rilanciare il nostro mestiere e darà
opportunità di lavoro ai giovani in
una delle attività tradizionali più
diffuse in Italia". Filippo D’Andrea,
responsabile nazionale dell’Unione Benessere e Salute della CNA
saluta con estremo favore la novità
annunciata dal Ministero dello Sviluppo. "Sono anni - spiega - che
lavoriamo per aprire questa strada. Non è stato facile, ma, alla fine,
abbiamo trovato tutti gli strumenti
giuridici per aprire questa opportunità, come accade in molti Paesi
d’Europa e in Usa. In Italia, gli acconciatori iscritti all’albo delle imprese artigiane sono circa 70 mila
e gli estetisti sono circa 25 mila.
Con una media di 2 dipendenti a
salone, gli addetti sono complessivamente circa 200 mila. Con la
crisi molti saloni si sono trovati ad
avere poltrone libere". "L’acconciatore - spiega D’Andrea - è rimasto solo ed ha una o due poltrone
libere. Questa potrebbe così essere un’opportunità per i giovani che
vogliono iniziare". E il prezzo della
“poltrona”? "Dipende dal mercato, dal fatturato. Ogni parrucchiere dovrebbe capire quanto fattura
ogni poltrona e i costi fissi. Dovrebbe stabilire, inoltre, un prezzo
che varia molto sul territorio". Ma
attenzione: "il contratto d’affitto
deve rispettare le leggi di settore,
cioè va fatto tra due imprese. L’acconciatore affitta al giovane iscritto all’albo delle imprese artigiane.
E questo è importante per evitare
contenziosi: non è possibile, per
esempio, licenziare un dipendente per poi affittargli la poltrona. Di
questo si è a lungo discusso con
sindacati con i quali è poi stato firmato un avviso comune".
"Orari negozi"
Niente più limite massimo di ore lavorative per
le attività di acconciatori, barbieri ed estetiste:
lo stabilisce l’ ordinanza del sindaco
di Grosseto numero 31 del 26 febbraio del 2014
Il 26 febbraio il sindaco di Grosseto
ha revocato l’ordinanza del 30 settembre 1994 che stabiliva un limite massimo di ore lavorative per le
attività di acconciatori, barbieri ed
estetiste ovvero 46 ore settimanali.
Prendendo a riferimento il decreto
legge 59 del 23-04-2010 (quello
che da attuazione alla direttiva
CEE 2006/123 e che “dovrebbe”
apportare benefici alle imprese
rimuovendo l’elevato numero di
ostacoli giuridici ed amministrativi all’esercizio dell’attività) e richiamandosi al decreto cosiddetto
“Salva Italia” varato dal Governo
Monti (liberizzazione degli orari
per le attività sia commerciali che
di somministrazione), il Comune
di Grosseto ha deciso di conformare
anche l' attività artigianali a tale
normativa, concedendo agli imprenditori la piena facoltà di amministrare i propri orari di lavoro.
Ma non si è in presenza di liberalizzazione vera e propria. La stessa ordinanza, infatti, obbliga ad
esporre al pubblico (in modo ben
visibile anche dall’esterno) cartelli
che indicano, oltre all’orario prescelto, anche l’eventuale giornata
(o giornate) di chiusura infrasettimanale.
Gli acconciatori e le estetiste aderenti a CNA (ma la stessa cosa
stanno facendo anche le altre associazioni) stanno valutando gli
effetti dell’ordinanza e le azioni di
contrasto da mettere eventualmente in campo.
Se da un lato, nel pieno rispetto
della libertà imprenditoriale e della libera concorrenza, può essere
accettata una maggiore elasticità
dell’orario di apertura settimanale,
non sono certo accettabili forme di
liberalizzazione selvaggia (che non
tengono conto del disagio connesso
all’esercizio di tali attività e delle
esigenze di tutela della salute).
Una forma di mediazione, in tal
senso, potrebbe essere quella di una
modifica alla suddetta ordinanza
con introduzione dell’obbligo di
chiusura delle attività di acconciatura ed estetica nei giorni festivi
(i cosiddetti “giorni rossi” in calendario).
SISTRI
POSITIVE NOVITÀ SUL SISTRI
Il ministro Galletti firma il decreto che esclude le imprese
con meno di 10 dipendenti
Prorogato al 30 giugno il versamento del contributo annuale
Il ministro dell'Ambiente Gian
Luca Galletti, raccogliendo le
istanze del mondo dell’impresa in
generale e della CNA in particolare (è recente l’ultima richiesta
in tal senso avanzata dalla nostra
Confederazione) ha finalmente
firmato il decreto ministeriale che
esclude, dall'obbligo di adesione
al Sistri (il Sistema telematico di
tracciabilità dei rifiuti) le imprese
al di sotto dei 10 dipendenti.
"L'obbligo di adesione al Sistri spiega il Ministero - rimane solo
per le imprese e gli enti produttori
iniziali di rifiuti speciali pericolosi
che abbiano più di 10 dipendenti''.
Nel decreto, che esclude dal Sistema di tracciabilità dei rifiuti
tutte le imprese agricole che conferiscono i rifiuti prodotti nei circuiti organizzati di raccolta, sono
previste anche altre disposizioni
di semplificazione amministrativa, sono chiarite le modalità di
gestione dei trasporti intermodali e viene prorogato al 30 giugno
2014 il versamento del contributo
annuale.
"Venendo incontro alle giuste
richieste dei 'piccoli produtto-
ri' oggi introduciamo una prima
importante semplificazione, rendendo il sistema più ragionevole e
meno burocratico, ma rafforzando allo stesso tempo i principi inderogabili che sono alla base del
progetto, ossia il contrasto alle
ecomafie e la difesa dell'ambiente attraverso il controllo informatico dei rifiuti pericolosi". Ha detto
il ministro dell'Ambiente.
"Ho convocato per fine mese – ha
detto inoltre Galletti - il tavolo di
monitoraggio e concertazione con
le associazioni interessate per
approfondire l'introduzione di ulteriori norme di semplificazione". Una posizione e una prospettiva,
quelle espresse dal ministro, del
tutto condivisibili.
Il mondo delle imprese non ha
mai chiesto una deregulation
ambientale, ma semplicemente
un sistema di controllo condiviso
ed efficace.
Ben venga, dunque, un sistema
nuovo. Un sistema in grado di
tutelare le imprese che operano
correttamente e di offrire un presidio del territorio a contrasto dei
veri inquinatori.
SISTRI CONTINUA A
FAR DISCUTERE
IL MINAMBIENTE
ALLERTA SU E-MAIL
FRAUDOLENTE
Il 19 marzo 2014 il Ministero
dell’A mbiente, con un comunicato
stampa, ha messo in guardia gli
utenti ricordando che le procedure
operative del Sistri non dispongono,
in alcun caso, l’invio di e-mail per
mezzo delle quali gli stessi utenti
siano tenuti a fornire (o confermare) i dati di accesso al sistema o addirittura ad eseguire pagamenti. Lo stesso Ministero ha invitato pertanto i gestori, gli intermediari e
tutti i produttori di rifiuti speciali pericolosi (quelli per cui il Sistri
è diventato operativo il 3 marzo
2014, a diffidare da e-mail che
sembrano provenire dal dominio di
posta del Sistri, ma che, in realtà,
sono messaggi “civetta” utilizzati
per possibili frodi informatiche (i
cosiddetti “phishing”). In ogni caso, l’Ufficio Ambiente e
Sicurezza della CNA è come sempre a disposizione per le ulteriori
informazioni che si dovessero rendersi necessarie (HYPERLINK
" m a i l t o : c . s g h e r r i @ C N A- g r.i t "
[email protected] – tel. 0564
471217).
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CATEGORIE
CNA PRODUZIONE:
La Presidenza Regionale a Grosseto
Un incontro per fare il punto sulle "semplificazioni"
alla normativa di settore
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Lavoro senza sosta per l' Unione
Produzione della CNA di Grosseto, presieduta da Mauro Sellari,
impegnata a portare avanti il programma di mandato 2013 – 2017.
Molti i fronti aperti: dalle “semplificazioni” alla normativa di settore, all’informazione specializzata,
fino alla contrattazione.
Attività intensa che ha portato
il rappresentante della CNA di
Grosseto in seno alla Presidenza
nazionale, insieme ad un gruppo
di altri toscani. Particolarmente attiva l’azione sul fronte delle
semplificazioni, ovvero nell’azione
di richiesta agli organi istituzionali di iniziative volte a snellire la pesante burocrazia che grava sulle
imprese in materia di sicurezza,
formazione, ambiente, adempimenti amministrativi. A tale riguardo si è svolto nelle scorse
settimane un incontro con la Presidente della terza Commissione
Regionale – Sviluppo Economico
Rosanna Pugnalini, alla quale è
stata rappresentata la eccessiva
mole di obblighi che gravano sulle piccole imprese, con grave pregiudizio anche per l’occupazione.
E, a dimostrazione di come si stia
cercando di sviluppare questo
tema, il 9 maggio l’Unione Produzione della CNA regionale ha in
programma un incontro convocato dall’assessore regionale Vittorio Bugli, sul tema “La semplificazione per le imprese”.
Altro fronte importante quello
della trattativa per il rinnovo del
Ccnl, al quale Mauro Sellari, in
quanto membro della Presidenza
nazionale, ha partecipato direttamente. “Ho ricavato un' ottima
impressione dalla professionalità
e competenza dei nostri funzionari nazionali durante la conduzione della trattativa - ha dichia-
rato Mauro Sellari - che infatti si
è conclusa con risultati più che
buoni per il comparto”.
E proprio per riconoscere l’impegno che l’Unione Produzione di
Grosseto sta portando
avanti a livello regionale
e nazionale la presidente
regionale di CNA Produzione Toscana, Costanza Conti, nelle scorse
settimane ha fatto visita
alla CNA di Grosseto,
insieme al coordinatore
regionale del comparto
Gianluca Volpi, visita nel
corso della quale hanno avuto uno scambio
di idee con il presidente
provinciale della CNA di
Grosseto Riccardo Breda e con il direttore Renzo Alessandri.
In quella sede è stato
assunto l’impegno di tenere a Grosseto una riunione della Presidenza
regionale dell' Unione
Produzione, l’occasione per fare
il punto sulle ”semplificazioni”
dopo gli incontri programmati con
i vertici della Regione Toscana.
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Confederazione Nazionale dell`Artigianato e della Piccola