DOSSIER CER Finanza & Ceramiche CERDOSSIER BISONI: “ESISTE UNA oggettiva stretta creditizia” di Alessandra Ferretti Una recente ricerca, promossa dal CEFIN, Centro Studi di Banca e Finanza, dell’Universita di Modena e Reggio Emilia, cui hanno collaborato la Camera di Commercio, le associazioni imprenditoriali e le banche operanti nel territorio, ha confermato come la risoluzione delle problematiche finanziarie delle piccole e medie imprese continui a vedere le banche come interlocutore privilegiato. Ma questa crisi economico finanziaria ha cambiato il rapporto bancaimpresa? E, se sì, a quale livello? Lo abbiamo chiesto a Cesare Bisoni, ordinario di Economia delle aziende di credito all’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore della ricerca. Che spiega: “Nell’ambito del rapporto banca-impresa, è ancora molto presente il fenomeno del multiaffida- mento, giustificato dalla volontà di sfruttare l’accresciuta concorrenza per ottenere credito e servizi a condizioni più favorevoli. Né le concentrazioni bancarie né l’avvento di Basilea 2 hanno inciso significativamente su questa pratica, i cui aspetti negativi sono noti da tempo, primo tra tutti l’instaurazione di una relazione debole con l’impresa. Infatti, sebbene quasi tutte le banche affermino di conoscere meglio il cliente rispetto al passato, esse stesse dichiarano che il problema principale nella concessione dei finanziamenti consiste nell’individuazione della reale situazione economico-finanziaria dell’impresa. E qui è evidente una contraddizione”. Ad oggi, in generale, le imprese dichiarano un discreto grado di soddisfazione relativamente ai servizi forniti dalle banche. Come già avevano messo in luce precedenti analisi, il livello più elevato di insoddisfazione riguarda la capacità di proporre servizi innovativi. “Le banche”, continua Bisoni, “sembrano aver percepito la necessità di adottare modelli organizzativi in grado di fornire servizi adeguati alle imprese in tempi più rapidi, sia sotto il profilo decisionale che operativo. Il grado di decentramento/autonomia delle decisioni di affidamento e di determinazione dei tassi e delle condizioni è infatti in crescita rispetto a tre anni fa”. In seguito al diffondersi della crisi finanziaria, sulla pratica del prestito è stato fatto un aggiornamento dal quale è risultato che le politiche di affidamento delle banche vanno nella C O N F I N D U S T R I A C E R A M I C A Forte protesta contro i nuovi balzelli bancari Dura nota di Confindustria Ceramica contro gli oneri bancari che sostituiscono la commissione di massimo scoperto. “Quello che il decreto anticrisi ha tolto per aiutare le imprese ed i privati in difficoltà, viene reintrodotto dalle banche. La misura di legge voluta dal Governo, che ha eliminato la commissione di massimo scoperto viene reintrodotta dalle banche, attraverso decisioni unilaterali, e con formule addirittura peggiorative del passato. Confindustria Ceramica denuncia le varie CDF (Commissioni disponibilità fondi), CSA (Commissioni su affidamenti), SSA (Spesa servizio affidamento), formule che nascondono prelievi ancor più pesanti che nel passato. Infatti, rispetto all’aliquota classica di CMS dello 0,125% o 0,250%, queste formule prevedono una percentuale che può arrivare fino all’1% trimestrale ed il pagamento anche qualora l’azienda non utilizzi i fidi accordati. A tale situazione si deve aggiungere l’ulteriore, pesante allargamento degli spread sulle diverse forme di finanziamento. Confindustria Ceramica, pur riconoscendo un diverso comportamento da banca a banca, denuncia questa intollerabile manovra. “Confindustria Ceramica ha avviato una azione di monitoraggio, di concerto con il sistema confindustriale regionale, al fine di rimuovere qualsiasi atteggiamento che possa minare la competitività delle imprese ceramiche associate - afferma il presidente Franco Manfredini -. Auspichiamo che ci sia l’occasione di un chiarimento con le banche, anche attraverso la costituzione di un apposito tavolo in ambito locale”. Cesare Bisoni 2009 maggio/giugno CER 39 CERDOSSIER direzione di un credito meno abbondante e più costoso. Ancora Bisoni: “È aumentato il numero delle imprese che indicano un aumento dei tassi e delle spese, della richiesta di garanzie, dei tempi di istruttoria, così come il numero di quelle che dichiarano una diminuzione della disponibilità a concedere credito e della durata dei prestiti: la quota di imprese razionate passa dal 19% al 30%”. Gli analisti prevedono che questo fenomeno si accentuerà, per effetto del perdurare delle tensioni sui mercati finanziari e del rallentamento del ciclo economico. Inevitabilmente si produrrà una maggiore selettività 40 CER maggio/giugno 2009 nella concessione del credito, un incremento delle revoche di fido, un aumento del costo del credito e delle garanzie richieste. Il docente riferisce come, anche in prospettiva, si abbia avuto conferma del peggioramento della situazione da un esercizio effettuato utilizzando un modello di rating attraverso cui si è cercato di valutare la probabilità di insolvenza di oltre 300 imprese della provincia di Modena selezionate dal campione utilizzato presso l’Ufficio Studi della Camera di Commercio. A fronte di un rischio di insolvenza del 1,1% per il 2008, in linea con l’anno precedente, per il 2009 si è stimato un aumento al 2,9%. Benché la stima sconti necessariamente un certo margine di incertezza, si tratta di un valore elevato, sia in termini storici che assoluti. “In questo momento”, riferisce il docente, “il problema consiste nel conciliare le esigenze delle imprese, i cui problemi finanziari si accentuano nei momenti di crisi, con la necessità che le banche hanno di non peggiorare il livello di qualità dei prestiti che hanno in portafoglio. Un ruolo fondamentale in questo senso può essere svolto dai Confidi. Le garanzie che questi potranno offrire e quelle aggiuntive del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese saranno di grande utilità. Un’analisi che abbiamo effettuato su un insieme di 1.230 operazioni di garanzia conferma il ruolo importante svolto sinora dai Confidi e la loro capacità di allocare efficacemente la garanzia mutualistica riducendo le difficoltà di accesso al credito delle imprese che, pur presentando un’accettabile capacità di reddito, non possiedono un adeguato equilibrio finanziario”. Le banche devono quindi affrontare la situazione con “coraggio” ma anche con attenzione, senza dimenticare di applicare “buone pratiche” nella valutazione del merito creditizio, pena ulteriori future situazioni di crisi. Ma anche gli imprenditori devono fare la loro parte capitalizzando le imprese, magari anche attraverso operazioni di aggregazione che le rendano più competitive. [email protected] CERDOSSIER EUROPA ORIENTALE: Export di Lettonia Lituania Export (mq)*: 796.757 Fatturato (€)*: 10.425.659 Slovacchia Export (mq)* 2.037.607 Fatturato (€)* 17.116.481 Banca Popolare dell’Emilia Romagna Unicredit Bank Slovakia a.s. Unibanka AS Volksbank Slovensko a.s. VUB Banka Repubblica Ceca Export (mq)* 3.532.430 Fatturato (€)* 36.110.324 Ungheria Export (mq)* 6.034.478 Fatturato (€)* 50.384.36 Slovenia Export (mq)* 4.088.053 Fatturato (€)* 37.764.422 Croazia Export (mq) 6.342.035 Fatturato (€) 54.034.138 TALLIN Unicredit Bank Latvia Unicredit Bank Lituania Unicredit Bank Estonia I flussi commerciali nel 2008 Tallin Esportazioni (mq): 52.656.942 PRAGA Unicredit Bank Czech Republic a.s. VUB Banka Zivnostenska Banka Volksbank CZ AS Volksbank CZ Fatturato (€): 595.785.992 Riga Fonte: (*) Centro Studi Confindustria Ceramica, ISTAT. Vilnius BUDAPEST Banca IFIS Magyarorszagi Volksbank RT Unicredit Bank Hungary CIB Central European International Bank Magyarorszagi Volksbank RT HVB Bank Hungary Rt. Varsavia Lutsk KOPER Krakow Praga Banka Koper Lviv LIUBLIANA Volksbank-Ljudska Banka DD Unicredit Bank Volksbank-Ljudska Banka DD B Bratislava Oradea Bacau Cluj-Napoca Brasou Arad Budapest SPLIT DUBROVNIK HVB Splitska banka d.d. ZAGABRIA Liubliana Veneto Banka Koper KRAPINA Volskbank DD Veneto Banka Intesa Sanpaolo PULA PBZ Privredna Banka Zagreb Veneto Banka (2 agenzie) Unicredit Zagrebacka Banka RIJEKA Veneto Banka (4 agenzie) Veneto Banka CRICKVENICA Veneto Banka Bosnia Herzegovina Export (mq) 2.094.985 Fatturato (€) 11.187.220 Export (mq)*: 576.253 Fatturato (€)*: 7.884.294 RIGA VILNIUS BRATISLAVA Estonia Export (mq)*: 535.095 Fatturato (€)*: 7.905.890 Timisoara Zagabria Bucarest Banja Luka Belgrado Sarajevo Split Mostar Sofia Skopje Tirana VARAZDIN Veneto Banka MOSTAR Unicredit Zagrebacka Banka SARAJEVO HVB Central Profit Banka d.d. Volskbank BH DD Volskbank BH DD Intesa Sanpaolo Banka Bosna I Hercegovina BANJA LUKA Nova Banjalucka Banka 42 CER maggio/giugno 2009 Serbia e Montenegro Export (mq) 2.400.716 Fatturato (€) 18.952.124 BELGRADO Volksbank AD Unicredit Bank Serbia Banca Intesa Beograd Albania Export (mq) 1.641.268 Fatturato (€) 6.400.945 TIRANA American Bank of Albania CERDOSSIER ceramica e reti estere di banche italiane Polonia Export (mq)* 5.509.544 Fatturato (€)* 78.173.686 Ucraina KIEV Export (mq) 1.587.042 Fatturato (€) 36.755.893 VARSAVIA Intesa Sanpaolo Bank BPH Bank Pekao SA Bank Pekao Ukraine LTD Joint Stock Commercial Bank - HVB Bank Ukraine Pravex Bank LVIV OJSC Electronbank Elektron Bank LUTSK Unicredit Bank Ukraina Russia MOSCA Export (mq)* 6.291.885 Fatturato (€)* 149.812.646 Moldavia Export (mq) 198.103 Fatturato (€) 1.378.797 Mosca Banca Carige HVB Group ZAO Banca Intesa Banca Monte dei Paschi di Siena Mediobanca Bostok - Gruppo BNP Paribas CHISINAU Eximbank (9 agenzie) BALTI Eximbank CAHUL Eximbank CAUSENI Eximbank Romania Kiev Balti Chisinau COMRAT Legenda Eximbank Eximbank Eximbank Banca Italo-Romena IntesaSanpaolo Bank Romania BACAU Banca Italo-Romena Banca Commerciala “Ion Tiriac” S.A. Banca IFIS Banca Italo-Romena Volksbank Romania SA HVB Bank Romania S.A. Unicredit Romania Banca CR Firenze Volksbank Romania SA Unicredit Group Banca Popolare dell’Emilia Romagna Veneto Banca Intesa Sanpaolo Banca Popolare di Vicenza UBI Banca Banca Monte dei Paschi di Siena Banca Nazionale del Lavoro Banca Carige Mediobanca Banca IFIS Banco Popolare CLUJ NAPOCA Banca Italo-Romena ORADEA Banca Italo-Romena TIMISOARA ALBA IULIA Banca Italo-Romena BAIA MARE Banca Italo-Romena BUCAREST COLENTINA Banca Italo-Romena CONSTANTA Banca Italo-Romena CRAIOVA Banca Italo-Romena IASI Banca Italo-Romena PITESTI Banca Italo-Romena PLOIESTI Banca Italo-Romena SIBIU Banca Italo-Romena SUCEAVA Banca Italo-Romena Volksbank Romania SA Banca Italo-Romena Volksbank Romania SA Banca Transilvania Fonte: ABI, Settore Crediti e Internazionalizzazione, gennaio 2009 Bulgaria Macedonia Export (mq) 636.180 Fatturato (€) 4.243.321 Eximbank SOROCA BUCAREST ou UNGHENI ORHEI Banca Italo-Romena Cahul Eximbank HINCESTI BRASOU cau TARACLIA Eximbank ARAD Export (mq) 5.768.982 Fatturato (€) 46.959.513 Intesa Sanpaolo Unicredit Group Banco Popolare UBI Banca KMB Bank SKOPJE Bank Austria Creditanstalt Export (mq) 2.585.529 Fatturato (€) 20.296.403 SOFIA Unicredit Bulbank HVB Bank Biochim AD 2009 maggio/giugno CER 43 CERDOSSIER FINANZA STRAORDINARIA per l’innovazione e la R&S di Roberto Faben Le aziende del comparto ceramico e dei settori collegati, come quelli della meccanica avanzata e dei macchinari, della logistica e dei nuovi materiali, devono investire in innovazione tecnologica, per affrontare l’agguerrita concorrenza internazionale ed uscire dalle secche della crisi, dando vita a start-up, spin-off e nuove divisioni, il cui obiettivo diretto sia quello della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico ai processi produttivi. A loro disposizione, per progetti ritenuti promettenti, ci sono finanziamenti a tasso agevolato concessi da istituti di credito e da società di venture capital e private equity, che gestiscono fondi ad hoc finanziati da fondazioni bancarie, enti pubblici e investitori privati. Varie sono le opportunità sulle quali le aziende ceramiche e della filiera possono guardare come possibili fonti di finanziamento. Nel marzo 2009 è stato formalizzato un accordo di collaborazione fra la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) e Acimac, l’Associazione costruttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica, che prevede lo stanziamento di un plafond di 20 milioni di euro, per il finanziamento a tasso agevolato, riservato ai soli soci Acimac, di progetti di supporto alla ricerca e allo sviluppo, incluse le attività di pre-industrializzazione, per azioni di ri-capitalizzazione aziendale (prestito partecipativo), e per processi d’investimento destinati all’internazionalizzazione assistiti da garanzia SACE. Per quanto riguarda i finanziamenti per R&S, «l’accordo stabilisce spiega Giorgio Barbolini, responsabile large corporate di Bper - che le iniziative ammesse debbano rientrare esclusivamente nell’ambito della ricerca industriale e dello sviluppo pre-competitivo». I prestiti sono concessi nella forma del mutuo per un importo massimo di 0,5 milioni, una durata di non più di 60 mesi, rate trimestrali e spread variabili fra 1,15 e 1,95 a seconda che si tratti di pmi o grandi aziende e in funzione di rating e classe di rischio (condizioni economiche valide fino al 31 dicembre 2009). Numerose opportunità provengono anche dal versante dei fondi di venture capital e private equity, che si differenziano, rispetto ai tradizionali finanziamenti con capitale di debito, per essere strettamente legati alle aspettative di continuità operativa dell’azienda finanziata, per non prevedere scadenze di rimborso, almeno nel breve e medio periodo, e per fornire assistenza strategica e finanziaria all’azienda di cui ha finanziato il progetto innovativo. Quello che appare il più ricco fondo di venture capital italiano, è Innogest, una Sgr (Società di gestione del risparmio) costituito fra il 2005 e il 2006, con uffici a Milano, Torino e Padova, e una dotazione finanziaria di circa 80 milioni. Come spiega Claudio Giuliano, amministratore delegato di Innogest, «questo fondo investe a tutto tondo in tutti i settori e, fra questi, quello della ricerca sui materiali e delle macchine è uno dei punti focali dei nostri interessi, considerate anche le prospettive di profittabilità di alcuni progetti». «Fra i nostri dossier, in fase di valutazione – aggiunge - abbiamo anche un progetto Le importanti esperienze di quattro venture capital attive anche nel campo dei materiali e delle rispettive tecnologie 2009 maggio/giugno CER 45 CERDOSSIER I principali fondi di venture capital in Italia Sgr Sede Fondo Dotazione* Area d’affari Sici Finlombarda Gestioni Innogest Quantica Fondamenta Friulia Vertis Firenze Milano Milano Milano Milano Trieste Napoli Toscana Innovazione Fondo Next Innogest Capital Principia II TT Venture AladInn Ventures Vertis Capital-Venture 44,4 37 50-80 25 65 50 25 Toscana Nord Italia Nord Italia Italia Italia Friuli Sud Italia * in milioni di euro di spin-off di un’azienda attiva nel settore delle piastrelle ceramiche, relativa alla progettazione di una nuova tecnologia produttiva da lanciare sul mercato». Fino ad oggi, Innogest ha finanziato circa 5 progetti di spin off; fino ad aprile 2018 il portfolio disponibile è di circa 20 investimenti, con uno stanziamento in entrata da 0,2 a 2 milioni, per giungere a 8 milioni nel corso dell’intero ciclo di vita della start-up. La durata temporale è di 10 anni, con uscita definitiva del fondo al termine del 12° anno. Per le imprese che intendono investire in newco ad alto contenuto tecnologico, finalizzate all’innovazione di processo e prodotto, il fondo “Toscana Innovazione” è una valida fonte di proposte progettuali purché le aziende, che possono avere sedi ed insediamenti industriali in altre regioni italiane, investano in start-up nel territorio toscano. A gestire il fondo è Sici (Sviluppo Imprese Centro Italia), con sede a Firenze, una sgr indipendente del sistema finanziario toscano, nata nel 1998, con finanziatori di maggioranza Fidi Toscana (31%) e Monte dei Paschi di Siena (29%), che ha come oggetto la gestione di fondi mobiliari 46 CER maggio/giugno 2009 chiusi e per mission gli investimenti in pmi con interessanti prospettive di sviluppo, accompagnandone la crescita dimensionale e patrimoniale fino alla quotazione in borsa. Come spiega Guido Tommei, vice-direttore generale di Sici, «il fondo “Toscana Innovazione”, partito nel 2008, ha una consistenza finanziaria di 44,4 milioni e la possibilità di estensione temporale fino al 2020». Le aziende attive in Emilia Romagna possono valutare la presentazione di progetti nell’ambito del fondo “Ingenium”, a partecipazione pubblico-privata, con contributi della Regione di provenienza comunitaria. A gestire il fondo è ZernikeMeta Ventures, società d’intermediazione finanziaria, autorizWWW Per approfondimenti: www.innogest.it www.fondisici.it www.zernikemetaventures.com www.ttventure.com www.finlombarda.it www.quanticasgr.it www.friulia.it www.vertis.it zata dall’Ufficio Italiano Cambi, con sede a Terni, specializzata in finanza per l’innovazione e per l’accelerazione delle start-up knowledge based avviate anche da aziende già esistenti. «Il fondo ha una dotazione di 14 milioni e si estenderà fino al dicembre 2013 illustra Francesca Natali, direttore del fondo Ingenium – con possibilità di riposizionamento temporale in caso di stanziamento di contributi aggiuntivi. Anche TT Venture, fondo di venture capital gestito da Fondamenta sgr, nato a Milano nel 2008 e finanziato da varie fondazioni bancarie associate all’Acri (Associazione casse di risparmio italiane), ha concluso due investimenti diretti in società e tre investimenti in fondi operanti in altri mercati esteri, «anche se, rivela Giuseppe Campanella, presidente di Fondamenta sgr - a causa della crisi la sua consistenza finanziaria è rimasta di 65 milioni, anziché giungere, come inizialmente previsto, a 100 milioni per la fine del 2009». TT Venture ha un capitolo che prevede il finanziamento a start-up innovative nel settore delle scienze dei materiali e dell’innovazione energetica. [email protected] CERDOSSIER STRUMENTI per un credito migliore di Giulia Vellani Corrado Savigni Leonello Guidetti 48 CER maggio/giugno 2009 La crisi c’è, e si sente. Per superarla è richiesto prima di tutto un delicato equilibrio tra azioni tese al sostegno del mondo imprenditoriale e del sistema del credito. Le banche in tal senso si pongono come importanti interlocutori a fianco delle aziende, per aiutarle a fare business e favorirne il processo di crescita e internazionalizzazione attraverso un adeguato flusso di credito. Se è vero infatti che la crisi ha colpito tutti gli attori del sistema economico e finanziario, con intensità diverse, ora più che mai si rende necessario il supporto verso chi desidera investire su innovazione, ricerca e formazione per continuare ad essere leader nella produzione ed esportazione del prodotto Made in Italy. Il gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha messo in campo diversi strumenti per guidare le imprese fuori da questo difficile momento congiunturale, tra cui la possibilità di accedere a mutui con fondi BEI fino al 100% per gli investimenti finalizzati allo sviluppo d’impresa: immobili, beni strumentali, ricerca di prodotto e processo, acquisto di marchi e brevetti. È finanziabile anche la quota di capitale circolante in proporzione all’aumento della capacità produttiva generata dagli investimenti programmati. “Un altro strumento importante a disposizione delle aziende - spiega Corrado Savigni, direttore della divisione Corporate BPER - è dato dalla convenzione con la società governativa SACE, attraverso cui possono ricevere finanziamenti relativi alle operazioni legate alla crescita sui mercati internazionali, godendo della garanzia SACE fino al 70% dell’importo erogato”. Per dare forza e credito alle imprese, il Banco S.Geminiano e S.Prospero ha ideato il nuovo progetto Banco Imprese nato dal confronto con gli imprenditori del territorio per rispondere alle esigenze reali della clientela corporate. L’impegno nei confronti delle aziende non è mancato negli ultimi dodici mesi, come sottolinea il vice direttore generale BPV-SGSP Leonello Guidetti: “gli impieghi concessi alle pmi hanno registrato un incremento del 5,50% e nel mid corporate sono cresciuti del 3,50%. Cifre importanti, conseguite senza far venir meno il nostro supporto anche alle grandi aziende che rappresentano l’orgoglio del nostro territorio”. Per il sostegno della liquidità dell’impresa, il Banco ha attivato due nuovi prodotti: il primo è Credito 9+9, un mutuo chirografario diretto (importo massimo 500 mila euro, durata 18 mesi) che ha l’obiettivo di ripristinare la liquidità causata dal rallentamento del circolante e dal probabile aumento di insoluti. Dopo i primi 9 mesi di preammortamento, non sussistendo penale di anticipata estinzione, il cliente può scegliere se rimborsare in un’unica soluzione o con 9 rate mensili. L’altra novità è Credito Formula 300, un mutuo chirografario diretto (importo massimo 250 mila euro e durata 300 giorni) per il finanziamento dell’acquisto di merce destinata alla trasformazione o lavorazione e successiva vendita, anche all’estero. Alla fine dei 120 giorni il cliente può scegliere se rimborsare in un’unica soluzione o tramite 6 rate mensili. Anche la Cassa di Risparmio di Cento continua a prestare grande attenzione al mondo dell’industria. All’interno della gamma di prodotti e servizi offerti rientrano l’assistenza e CERDOSSIER consulenza dedicata, l’assicurazione su crediti, i mutui ipotecari per ristrutturazioni, i mutui chirografari per pagamento imposte, ferie, 13ma mensilità, i mutui chirografari per altre esigenze di liquidità. Sul fronte internazionalizzazione, la Cassa di Cento garantisce infine un’operatività completa sull’estero: dai pagamenti ai crediti documentari, e poi ancora garanzie, standby, consulenza tecnica, operativa e finanziaria, assistenza e consulenza altamente specializzate. A tutto ciò si aggiungono servizi quali l’organizzazione di seminari, convegni, incontri formativi e informativi con gli operatori della filiera estero finalizzati al rafforzamento della conoscenza aziendale inerente il commercio internazionale. “Tutto ciò - sottolinea il vice direttore generale Luciano Teneggi - a tutela dei rischi tipici dell’attività internazionale, per salvaguardare i corrispettivi delle vendite e facilitare l’accesso al credito”. Nelle iniziative a supporto delle attività delle imprese oltre frontiera rientra infine il finanziamento a tassi fortemente competitivi (importo massimo euro 500 mila) per l’acquisto di impianti e attrezzature, consulenze specialistiche per accordi di cooperazione, acquisto o affitto immobili. Luciano Teneggi [email protected] A S S I C U R A Z I O N E Quanto è importante evitare l’insolvenza dei propri crediti Specialmente nei momenti di crisi come quello attuale, per le imprese è sempre più importante ricorrere all’assicurazione dei propri crediti. I motivi ce li spiega il broker assicurativo Federico Donati, della EFFEDIBROKER. “Attraverso questo strumento le aziende possono usufruire dei servizi collaterali offerti dalle Compagnie che svolgono questo particolare ramo, ad esempio: la selezione della clientela nella fase di acquisizione del nuovo cliente, oppure il monitoraggio della clientela per prevenire le insolvenze, che all’imprenditore lascia la possibilità di dedicarsi al proprio business senza preoccuparsi della solvibilità dei propri debitori. A tutto ciò si aggiunge l’opportunità di ricevere assistenza legale in tutto il mondo: attraverso la sottoscrizione del contratto assicurativo l’assicurato trasferisce la maggior parte dei propri rischi all’assicuratore, che a sua volta indennizzerà la perdita del fatturato e delle spese legali per il recupero”. I rischi che un’azienda corre oggi non sono più solo di carattere commerciale: al pericolo di insolvenza per l’andamento negativo di un’azienda, al crollo del fatturato, alla chiusura dei mercati, all’andamento negativo dell’export, si somma il rischio di insolvenza di aziende affidabili che a loro volta subiscono una serie di mancati pagamenti da parte dei propri clienti. “Per questo motivo – aggiunge Donati - le Com- pagnie hanno adottato una diversa analisi nella valutazione dei debitori ed un monitoraggio più attento con risposte tempestive”. Nel vasto mondo dell’assicurazione crediti è però fondamentale affidarsi a professionisti specializzati che "costruiscono" le polizze ad hoc insieme all’imprenditore a seconda Federico Donati delle proprie esigenze, essendo in grado di effettuare previsioni sul futuro prossimo e di evidenziare pro e contro di ogni prodotto assicurativo e finanziario. “In questo modo - conclude il broker - il cliente ha sotto gli occhi una situazione chiara e può scegliere il prodotto che più si avvicina alle proprie esigenze”. 2009 maggio/giugno CER 49 CERSTRATEGIE BERNARDINI: “ORA è il momento di investire in USA” di Andrea Serri Chicago downtown. Ovvero, il cuore pulsante della capitale dell’Illinois, l’elegante porzione di città inserito all’interno del loop, la metropolitana sopraelevata diventata famosa in tanti film, ultimo dei quali ‘Il Fuggitivo’ con Harrison Ford. Inside the loop, il quadrilatero d’oro dello shopping, delle università e degli edifici di rappresentanza, c’è lo studio legale Ungaretti & Harris, al 35° piano del numero 70 di Madison Avenue - con vista sulla First United Methodist Church da un lato ed il lago Michigan dall’altra. “Uno studio di professionisti di media grandezza, che opera in tutti gli Stati Uniti attraverso 110 avvocati che si occupano principalmente di proprietà intellettuale, gestione delle controversie legali ed assistenza nella stipula dei contratti” rileva Charles R. Bernardini, italo americano di terza generazione e partner dello studio. Una chiacchierata a tutto campo che inizia da un conoscente, importante cittadino non solo per la città di Chicago. za per essere innanzitutto uno pratico, non un idealista o un ideologo. Quella “Sono stato uomo eletto della concretezza è a Chicago (“Alderman “ e una caratteristica di “County Commissioner”) Chicago, che fra 1986 al 1999. La appartiene sia ai prima volta che ho inconpolitici Democratici trato Barack è stato in che ai Repubblicaoccasione di un evento ni: del resto, questa finalizzato a raccogliere è la città conosciuta fondi per una causa di Charles Bernardini negli Stati Uniti come beneficenza cara ad entrambi. Alla metà degli anni ‘90 "the city that works". La politica di Barrack è entrato in politica nella mia Obama a Washington è e sarà carattestessa area liberal/riformista del parti- rizzata proprio da questo principio: to Democratico, cosa che ci ha porta- risultati pratici, non ideologia. Un modo di fare e di operare che, come to a condividere molti amici”. Quali sono le caratteristiche salienti già più volte riportato riportato da del presidente degli Stati Uniti alcuni commentatori, intravedono d’America, come presidente e come per questa nostra città la previsione di diventare una delle più brillanti e uomo? “Il Presidente è una persona molto prospere al mondo”. disponibile, molto ‘alla mano’ come Nei giorni immediatamente successisi usa dire in Italia, che ha come vi all’insediamento alla Casa Bianca, priorità la propria famiglia. Obama è in Italia si era sparsa la voce di un una persona sincera, che si caratteriz- possibile innalzamento nei dazi sulle Charles, quando hai conosciuto Barrak Obama? piastrelle di ceramica importate negli Stati Uniti. Hai un qualche riscontro in merito? “La cosa non esiste, siamo nel campo della pura fantasia. Il Presidente Obama sì è dichiarato contrario al protezionismo e rispettoso agli obblighi e doveri internazionali degli Usa: una dichiarazione che, poiché in politica le parole hanno un senso e sono sempre espressione della verità, scaccia il campo da ogni dubbio. Sul tema della piastrelle di ceramica negli Usa, molto interessante è la vostra statistica che rileva come una alta Armando Cafiero, Walter Bellisi, Graziano Sezzi e Andrea Serri durante l'incontro con Charles Bernardini 50 CER maggio/giugno 2009 CERSTRATEGIE percentuale della produzione domestica statunitense di piastrelle sia nelle mani di aziende con capitale italiano: queste sono aziende che godono già di un vantaggio, in termini di costo e di servizio per i clienti nordamericani”. città di Fairbanks, il capolugo dello Stato. Qual’è la storia di Charles Bernardini, tre generazioni di italiani d’America? Il Presidente Obama ha ribadito il primato di ‘Main Street’ su ‘Wall Street’. Quali sono le linee di intervento che l’Amministrazione intende seguire nel sostegno all’industria. “Le misure messe sul campo dall’Amministrazione Obama sono molteplici. Da un lato, si sta implementando una seria di agevolazioni per le piccole e medie imprese, con un occhio di particolare attenzione per chi produce negli Usa, siano queste imprese a capitale statunitense come anche aziende controllate da società straniere. Si tratta di agevolazione al credito, di risorse finanziarie che il Governo sta stanziando ed investendo in vari settori per stimolare il commercio e le vendite. Comunque, l’iniziativa di maggior importanza è legata all’iniziativa legislativa volta a ridurre il costo del nostro sistema sanitario, che adesso grava in modo significativo sull’industria. Non per niente l’accordo Fiat – Chrysler ha inciso in modo significativo proprio su questo aspetto, al fine di ridare competitività alla nostra casa automobilistica”. Uno degli epicentri della crisi dell’economia statunitense sono i mutui subprime ed il conseguente raffreddamento della dinamica immobiliare. Nelle misure a sostegno dell’economia reale, ci sono norme volte a Barrak Obama e Charles Bernardini far riprendere quota a questo comparto, centrale anche per l’industria italiana delle piastrelle. “Questo è considerato un settore fondamentale nell’economia statunitense. Le forze per rilanciare il settore immobiliare ci sono, e tante di queste sono già state messe in campo. Mi riferisco alle sovvenzioni per i mutui immobiliari, agli aiuti finanziari a favore delle banche, agli stimoli all’economia in generale. Già adesso, seppur in un quadro di difficoltà, si possono notare segnali positivi. Sono ottimista”. Italia e Stati Uniti hanno legami strettissimi, dove gesta epiche di italiani ne hanno contributo a fare la storia. Felix Pedroni, emigrante di Trignano di Fanano (Mo) nella fredda Alaska per cercare l’oro fondò la “La mia storia è simile a quella dei circa 20 millioni di americani con origini italiane. Una storia che comincia circa 100 anni fa da gente semplice che, con grandissimo coraggio è venuta in America a cercare fortuna. Nei ricordi dei nonni mi hanno raccontato dei viaggi in mulo o in carrozza fino a Marsiglia; delle due settimane in nave sull’oceano, ovviamente non in prima classe; delle 48 ore di treno, sempre in seconda classe, da New York verso l’ovest, in quella prateria di America sotto la quale si celava la possibilità di lavorare, 6 giorni la settimana per 10 ore al giorno, per cercare il carbone. Lavoro duro, ma fatto con gioia perchè così potevano guadagnare una vita decente e dare una speranza alle loro famiglie. Un lavoro duro, costellato anche di tragedie. Nel 1909, 100 anni fa, nella città di Cherry, Illinois, quasi 300 minatori, molti dei quali italiani tra cui mio nonno Benedetto Ciro, persero la vita: una tragedia che ha spinto alla creazione di una nuova legge finalizzata al sostegno e salvaguardia delle famiglie rese orfane da tragedie come queste. A novembre di quest’anno, una delegazione verrà dall’Italia per commemorare l’evento”. Chicago e le contee circostanti vantano ancor oggi diversi insediamenti di emigranti italiani, provenienti dell’alto Appennino modenese ed emiliano in particolare. Esistono ancora lega2009 maggio/giugno CER 51 CERSTRATEGIE mi e tradizioni condivise? “Un secolo fa, molti modenesi e bolognesi originari dell’Appenino sono arrivati in Illinois per lavorare nelle miniere di carbone. Sono nati diversi piccoli paesi nella prateria, dove adesso risiedono migliaia di italoamericani con cognomi emiliani. Oggi siamo alla 3° e 4° generazioni, con pochi di questi che parlano correntemente l’italiano o che hanno visitato l’Italia anche solo per turismo. Quello che invece si è mantenuto e radicato sono le tradizioni religiosi e la gastronomia”. Oggi c’è un altro celebre italo - canadese che ha raggiunto valore mondiale, puntando sull’industria. Sergio Marchionne, che tu hai conosciuto e premiato nello scorso mese di settembre in un incontro organizzato dalla Camera di Commercio Italiana di Chicago. “Sergio Marchionne, davanti ad una platea particolarmente attenta, ha sottolineato la crescita, le strategie ed i risultati positivi ottenuti da Case New Holland (CNH), la società internazionale con sede a Chicago attiva nel campo delle macchine movimento terra. Nel suo discorso ha sviluppato osservazioni molto acute e sensibili sul ruolo e l’importanza degli Stati Uniti nel mondo, non solo per quanto riguarda il business. La cosa che ha maggiormente colpito i presenti è che Sergio Marchionne non è arrivato solo per ritirare il premio, con i soliti convenevoli e ringraziamento di rito, ma aveva preparato con grande cura il proprio intervento, con l’obiettivo di sviluppare 52 CER maggio/giugno 2009 Sergio Marchionne e Charles Bernardini per la platea ragionamenti di grande interesse e serietà. Questo dimostra non solo che è una persona seria, ma anche rispettosa delle persone che erano venuti per sentirlo. Ho partecipato a tanti discorsi di politici e di uomini d’affari in simili occasioni, ma solo pochi sono coloro che hanno l’eleganza di rispettare i partecipanti grazie ad un discorso preparato in maniera seria e documentata”. Ho letto sul Wall Street Journal del 24 aprile che, “secondo fonti non confermate vicino alla casa automobilistica” – una interessante allocuzione tipica del vostro giornalismo lo stabilimento Chrysler di Chicago, che si chiama Belvidere, è quello in cui verranno costruite le Alfa Romeo, e che questo sarà uno dei tre sull’intero territorio degli Stati Uniti in cui verranno assemblate le auto del Gruppo Fiat, attualmente prodotte e vendute in Europa. Che caratte- ristiche ha oggi questo stabilimento? “Belvidere è appena fuori Chicago, nella campagna verso Wisconsin. Si tratta di un impianto moderno, dotato di un ampio spazio intorno utile per poter crescere e svilupparsi”. Che cosa significa l’accordo Fiat Chrysler per gli Stati Uniti e per gli italoamericani in particolare? “E’ certamente un motivo di orgoglio per gli italoamericani, oltre che una importante ed ulteriore spinta positiva all’immagine dell’industria italiana, e non solo per il comparto dell’automotive. Questo accordo sottolinea il fatto che oggi è, come non mai da diversi anni a questa parte, il periodo migliore per investire nelle fabbriche e nella produzione negli Stati Uniti, approfittando della riduzione nei prezzi degli asset industriali e di un euro forte che rende più convenienti gli acquisti”. [email protected] CERINNOVAZIONE TECNOLOGICA CERAMICA SANITARIA, alla caccia del microbo di Thomas Foschini In gergo si chiamano smalti antibatterici. Più corretto, dal punto di vista scientifico, parlare di composti con proprietà fotocatalitiche, in grado cioè di innescare, quando esposti alla normale luce del sole o a determinati tipi di radiazioni luminose (per esempio i raggi UHV), processi di iper-ossidazione delle sostanze organiche presenti su una determinata superficie; il tutto grazie ai radicali liberi iper-attivi che risultano dal processo di fotocatalisi, con i quali le molecole organiche reagiscono. Composti che se applicati su una superficie sono in grado, in pratica, di distruggere lo sporco, batteri in primo luogo, per il solo effetto dell’esposizione alla luce. Non pochi, per la verità, i problemi che si pongono nel passaggio dalla ricerca pura alle potenziali applicazioni industriali. Specie se il target è l’industria dei sanitari. Parola di Setec - Servizi e Tecnologia per la Ceramica l’azienda di Civita Castellana (Vt) specializzata nella fornitura di servizi e tecnologie per la filiera dei sanitari. “Applicare titanio nanoparticellare in terza cottura non è un problema, quando si tratta di una piastrella”, osserva l’ingegner Domenico Fortuna, presidente di Setec, che da anni annovera la ricerca sugli smalti antibatterici tra i principali ambiti di attività del proprio laboratorio. Sul sanitario invece lo è, “per la necessità di pulirlo, spolverarlo, riposizionarlo per la spruzzatura e la ricottura”. Operazioni dal costo economico e logistico insostenibile, nota Fortuna, “per la particolare conformazione geometrica del manufatto, e per l’organizzazione delle linee produttive che prevedono molte manipolazioni”. A dimostrarlo, sottolinea il presidente di Setec, sono i dati di mercato relativi ai risultati delle proposte commerciali Smalti antibattrici a confronto Campione Parametro Concentrazione iniziale (cfu/ml) Percentuale di sopravvivenza (%) STANDARD Escherichia Coli Top 100 10-6 100 STD+Titanio Escherichia Coli Top 100 10-6 40.8 STD+Argento Escherichia Coli Top 100 10-6 75.1 STD+Zinco Escherichia Coli Top 100 10-6 55.1 STD+Zinco/Titanio Escherichia Coli Top 100 10-6 34.3 STD+Argento/Titanio Escherichia Coli Top 100 10-6 62.4 “Standard” = mattonella in vitreous china smaltata con smalto bianco A. Percentuale di sopravvivenza (%) = 100 (Ne/No), dove Ne indica il numero di batteri vivi sulla mattonella esaminata e No indica il numero di batteri vivi sulla mattonella di controllo. Fonte: Se.Te.C 54 CER maggio/giugno 2009 in tema di smalti antibatterici rispetto al settore dei sanitari. “Risposta assente, o scarsissima - spiega - proprio per i costi economici e logistici non accettabili”. Anche prodotti “semplicemente” idrofobi o super-idrofili (che riducono cioè l’angolo di contatto tra l’acqua e la superficie, creando un velo ampio e sottile in grado di “lavarla” più facilmente) hanno avuto scarsissimo riscontro in questa filiera, proprio per la necessità di dover essere, analogamente, applicate a fine linea. “Tenendo conto di questi riscontri di mercato abbiamo istituito un filone di ricerca mirato ad ottenere direttamente un effetto antibatterico applicando il composto in un unica soluzione, insieme allo smalto, o al limite in sovrastrato, direttamente in linea e prima della cottura”. Questo, rileva Fortuna, “ci permetterebbe di ridurre i costi al solo prezzo del materiale, e di semplificare notevolmente le questioni logistiche”. Il problema principale è che il biossido di titanio, a temperature superiori ai 600 gradi, cambia la sua forma cristallina, da ossido di titanio “anatase” a ossido di titanio “rutilo” (due delle tre forme cristalline del composto presenti in natura), annullando la gran parte delle proprietà fotocatalitiche proprie del composto. “Come è noto, la fase di cottura dei sanitari richiede temperature superiori ai 1.200 gradi”, osserva Fortuna. Una possibile alternativa al TiO2 - il fotocalizzatore più conosciuto, studiato, e dalle proprietà fotocatalitiche più importanti in termini di potere ossidante - individuata nei laboratori Setec è rappresentata dall’ossido di CERINNOVAZIONE TECNOLOGICA I N L A B O R ATO R I O Come funziona il test Il test antibatterico permette di valutare quantitativamente l’attività antimicrobica della superficie ceramica smaltata. L’Escherichia Coli viene scelto come batterio per il test, perché questi antimicrobici richiedono un contatto forte con le celle microbiali per espletare la massima attività. Da una sospensione batterica di Escherichia Coli, fatta crescere in adatto terreno di coltura per circa 24 h, viene prelevato 1 ml e posto in 100 ml di terreno “agar” in acqua demonizzata. Un ml di questo terreno agar, inoculato con Escherichia Coli, viene pipettato sulla superficie della piastra di ceramica smaltata in un’apposita area delimitata da un cilindro di vetro. È necessario un campione di controllo per confermare le condizioni del batterio; lo stesso campione può essere utilizzato come standard per il calcolo del rapporto di sopravvivenza. Dopo 24 ore di contatto, 100 µl del terreno agararizzato, depositato sulle piastre smaltate, vengono prelevati ed inoculati su una piastra di Petri con agar a 37°C per 24 h. Il confronto del numero di batteri vivi permette di verificare la capacità antimicrobica dello smalto. In foto, la piastra di Petri con Escherichia Coli dopo 24 h di crescita, ottenuto dal prelievo sulla piastra smaltata con smalto standard (STD). In foto la piastra di Petri con Escherichia Coli dopo 24 h di crescita, ottenuto dal prelievo sulla piastra smaltata con smalto STD+Zinco/Titanio. zinco, in formula ZnO. Semiconduttore dalle proprietà simili, ha il vantaggio di non modificare la propria struttura cristallina al crescere della temperatura. Tra le ultime frontiere esplorate da Setec, c’è anche una miscela tra ossido di zinco e ossido di argento, in grado probabilmente di risolvere gli ultimi ostacoli che si frappongono a un utilizzo industriale su vasta scala. Sì, perché il problema di questa soluzione si esprime nelle percentuali ancora non del tutto soddisfacenti rispetto alla degradazione delle sostanze organiche: “Al momento - ammette Fortuna - i nostri dati oscillano tra il 50 e il 65%. Si tratta di un buon risultato, ma ancora lontanissimo dal 90 e oltre raggiungibile con il post-trattamento. Riteniamo comunque che sia presto per proporre la soluzione al mercato. Abbiamo intenzione di proseguire sulla strada della ricerca, per innalzare questa percentuale”. Come? Ottimizzando i dosaggi, facendo lavorare in sinergia più materiali (per esempio l’ossido di argento, una delle ultime direzioni esplorate da Setec), partendo dal presupposto che a parità di altre condizioni l’ossido di zinco è meno esposto alle variazioni di temperatura ma dispone di proprietà fotocatalitiche più limitate. I tempi? Per vedere la soluzione sul mercato, rivela il presidente di Setec che ha archiviato con soddisfazione il buon successo di mercato di un altro importante filone di ricerca dell’azienda di Civita Castellana, quello sui “deflocculanti” - bisognerà attendere la fine del 2009. L’idea è quella di puntare su un composto miscelabile direttamente nello smalto, senza la necessità di applicare strati aggiuntivi (il che, spiega Fortuna, non dovrebbe causare particolari problemi tecnici, se non alcuni accorgimenti nella preparazione dello smalto). Nessun dettaglio preciso, per il momento, sui costi - “dipenderà dall’esatta composizione della miscela e dalla quantità da applicare”, nota Fortuna - comunque nell’ordine di pochi euro a pezzo. Un’opportunità comunque da valutare, per una filiera, quella dei sanitari, che non ha potuto finora ricavare dalle ricerche sugli smalti antibatterici vantaggi tangibili e concretamente applicabili al processo produttivo. [email protected] 2009 maggio/giugno CER 55 CERENERGIA SBOTTIGLIARE IL GAS per essere più competitivi di Simone Ricci Il mercato del gas in Italia, anche dopo la liberalizzazione avviata nel 2000, vive una situazione di distorsione evidente per cui non si può ancora parlare di un vero mercato libero, dove il prezzo derivi dall’incontro tra domanda e offerta. Da un lato ENI, l’operatore dominante, che porta nelle casse dello Stato oltre 60 miliardi di euro all’anno, e dall’altra le imprese, che soffrono di un sempre maggiore gap competitivo nei confronti degli concorrenti stranieri. La strozzatura del sistema impatta in modo drammatico sul sistema industriale del nostro Paese: basti pensare che nei settori energivori consorziati a Gas Intensive - 240 aziende manifatturiere dal vetro alla ceramica, dalla carta ai metalli, che consumano 5,5 miliardi di metri cubi di gas annui, pari a circa il 30% dei consumi industriali di gas metano - il gas rappresenta una vera materia prima, incidendo in media per oltre il 15-20% sui costi totali di produzione. Il tavolo dei relatori al convegno tenutosi presso Confindustria Ceramica 56 CER maggio/giugno 2009 “Siamo di fronte ad un vero fenomeno di elusione da parte di ENI dei tetti di distribuzione del gas fissati dall’antitrust al 70% - afferma Claudio Di Macco dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas - e risulta evidente la necessità di prorogare tali tetti per altri 5 anni e allo stesso tempo incentivare gli investimenti esteri nel settore italiano del gas”. “Le proposte dell’Autorità - sottolinea Di Macco - ribadiscono anche la necessità di avere una rete indipendente con una proprietà delle infrastrutture diversa e affiancata a quella dell’operatore dominante”. “Vi è una palese asimmetria tra il settore del gas e l’industria in Italia -afferma Antonio Costato, vice presidente di Confindustria - ed è fondamentale che si ricrei un clima di collaborazione così come è avvenuto per il mercato dell’energia elettrica. ENI deve essere al servizio del sistema Paese così come EDF lo è in Francia; “sbottigliare”non significa solo investire in infrastrutture, bensì riformare le norme che regolamentano il nostro settore energetico e per fare ciò ci deve essere una forte volontà politica orientata alla salvaguardia del nostro tessuto industriale e dei principi di concorrenza e di trasparenza del mercato”. “L’obiettivo finale è rendere più competitive le imprese italiane, per le quali uno dei principali elementi di costo è l’energia - afferma l’On Francesco Casoli della Commissione Industria del Senato - ed è in questa ottica che si inserisce l’emendamento 18.8. al ddl Sviluppo. La politica deve fare recuperare il ruolo di campione nazionale ad ENI per sostenere il sistema economi- CERENERGIA co dell’Italia perché la nostra economia ha una colonna vertebrale fondata dalle PMI che vanno salvaguardate.” “Secondo alcuni, aumentare i tetti rappresenterebbe un possibile indebolimento di ENI - prosegue l’On Casoli mentre io credo, in un’ottica di più ampio respiro temporale che il rafforzamento del sistema delle imprese che costituiscono il parco clienti di Eni potrà giovare anche all’operatore dominante, fermo restando che non possiamo continuare a prorogare i tetti per sempre”. “Effettivamente il mercato del gas in Italia è molto indietro nel processo di liberalizzazione - conferma Luca Dal Fabbro di EON Italia, partner tecnico di Gas Intensive - mentre il mercato dell’energia elettrica è uno dei più liberalizzati del mondo, grazie anche alle grandi dismissioni operate da parte di Enel, che hanno consentito a società come EON di entrare.” “Ritengo primario lo sforzo per favorire gli investimenti di altri operatori anche per il gas - prosegue Dal Fabbro - poiché ENI in realtà è l’unico operatore che investe per la sicurezza energetica dell’Italia. Gli stoccaggi sono fondamentali per dare risposta ai periodi di crisi e alle stagionalità, ma non dobbiamo focalizzare l’attenzione solo sui volumi, bensì lavorare per un patto tra domanda e offerta, tra governo e operatori sulle infrastrutture, per stimolare la flessibilità e attuare una revisione del lato normativo”. “Nonostante la crisi e il calo dei prezzi delle commodities - afferma il presidente di Gas Intensive Alfonso Panzani noi paghiamo il gas mediamente di più Confronto prezzi mensili* delle borse gas gennaio 2008-marzo 2009 Prezzo Gas Italia, netto imposte, per consumatore tipo: ~20 Mln mc/anno (anno termico) *medie aritmetiche da gennaio 2008 a marzo 2009 dei nostri competitor stranieri. Colpa anche del meccanismo di indicizzazione a 9 mesi, di fatto imposto da Eni nell’ultima campagna contrattuale, che lega il prezzo del gas metano ai prezzi della filiera dei prodotti petroliferi e che quindi fa riferimento al valore massimo dell’anno scorso, assolutamente non rappresentativo del mercato.” “Abbiamo salutato con favore l’intervento dell’Autorità - prosegue Panzani - perché per noi è necessario prolungare i tetti antitrust. Ora le imprese hanno precluso l’accesso agli stoccaggi e non possiamo fare una contrattazione evoluta e sfruttare flessibilità gestionali alle quali non abbiamo accesso. Ci vuole chiarezza sulla posizione di ENI tra il ruolo politico e quello di impresa, tornando al principio fondatore di Enrico Mattei e cioè che ENI deve sostenere la crescita del Paese”. “Dobbiamo creare le condizioni perché il prezzo del metano scenda e le tariffe siano competitive con le altre nazioni europee - conclude Panzani - tenendo ben presente che il consumo di gas (anche industriale) non è lineare: per far fronte alle stagionalità è fondamentale una evoluta capacità di modulazione e quindi una disponibilità di accesso al servizio di stoccaggio. Ribadiamo che i settori gas intensive, in virtù della loro collocazione strategica a monte di importanti produzioni manifatturiere, sono in grado di agire da volano per gran parte del sistema industriale del paese e di immettere lungo le filiere produttive, in caso di diminuzione del prezzo del gas, un fattore di competitività a beneficio delle aziende, dei lavoratori, del paese.” [email protected] 2009 maggio/giugno CER 57 CERINFRASTRUTTURE SCALO DI MARZAGLIA, nodo strategico per l’Area Vasta di Simone Lazzaretti Il distretto ceramico punta molto, per il suo futuro, alla logistica. Per la viabilità modenese e non solo è attesa da anni un’opera strategica che consentirà di snellire la viabilità ed il trasporto su gomma e razionalizzare quello delle merci. Stiamo parlando dello scalo merci di Marzaglia, al quale l’Ordine degli Ingegneri di Modena, Parma e Reggio Emilia ha dedicato un convegno, tenutosi il 16 aprile a Modena. L’obiettivo: fare il punto sul progetto di realizzazione di questa fondamentale infrastruttura, mettendo a fuoco le principali problematiche relative al trasporto merci. L’esigenza di ridurre la dipendenza dal trasporto su gomma, che in Italia rappresenta il 90% della mobilità complessiva, ha portato il sistema ferroviario nazionale ad una fase di rilancio per uscire da una situazione di immo- I bilità consolidata. Mancano infrastrutture collegate al trasporto su rotaie, e l’esigenza di rinforzare la mobilità e l’integrazione tra i vari sistemi territoriali su diverse reti di connessione è sempre più concreta. Per questo si lavora anche a livello locale, con un progetto che avrà un ruolo strategico per la viabilità della cosiddetta “Area Vasta”, costituita dalle province di Modena, Reggio Emilia e Parma. Lo scalo merci di Marzaglia è uno degli elementi necessari al potenziamento ed alla riqualificazione dei corridoi multimodali e delle connessioni di interscambio tra mezzi di trasporto differenti che si trovano nell’ambito del “nodo” di Modena Ovest-Rubiera. Al convegno, che si è tenuto in continuità al precedente seminario del 2008 sul tema della mobilità stradale dell’area, hanno preso parte esperti di N U M E R I Il layout e le potenzialità dello scalo Il lay out dello scalo di Marzaglia prevede in una prima fase, la dotazione di 7 binari di carico- scarico suddivisi in due fasci: fascio di 4 binari di carico-scarico diretto per trasporto tradizionale di circa 460 metri; fascio di 3 binari di carico-scarico intermodale di circa 650 metri. Sono inoltre previsti 7 binari di arrivopartenza di circa 700 mt e 6 binari di fascio d'appoggio per la manovra di 700 mt. Le dimensioni dello scalo sono pari a: 76mila mq il terminal intermodale, 44 mila il terminale per il traffico tradizionale, 15 mila l'area di stoccaggio; 4 mila l'area manutenzioni, 12 mila la zona adibita a parcheggi e uffici. 58 CER maggio/giugno 2009 mobilità, infrastrutture, rappresentanti di imprese e istituzioni delle tre province coinvolte. Uno degli interventi principali è stato quello di Mauro Moretti, amministratore delegato Ferrovie dello Stato, che ha confermato la rilevanza internazionale dello scalo a livello di infrastrutture. Moretti ha poi presentato la nuova struttura “FS Logistica” istituita da Ferrovie dello Stato nel 2008 per la gestione del trasporto merci. Il nostro paese (e in particolare il territorio modenese) si qualifica infatti in ambito europeo come un importante asse viario grazie alla confluenza dell’Autostrada del Brennero quella del Sole, e i mercati nazionali ed internazionali in cui le attività dell’area vasta ne sono protagoniste. Per lo scalo ferroviario di Marzaglia e il suo possibile collegamento con CERINFRASTRUTTURE Carta della mobilità: rete della viabilità di rango provinciale e sue relazioni con le altre infrastrutture della mobilità viaria e ferroviaria. Dettaglio di Modena. Dinazzano urgono le opere viarie; è questo il principale messaggio uscito nel convegno. “Marzaglia è un nodo importante per il Paese, al momento manca la realizzazione delle opere stradali, è ora che la Campogalliano-Sassuolo esca dall’angolo” ha sottolineato l’assessore regionale alla Mobilità Alfredo Peri, che ha poi rivolto un appello ad Anas e Governo affinchè questo avvenga in tempi rapidi. L’ad Moretti ha spiegato che “lo scalo sarà gestito dalle Ferrovie dello Stato e i tempi si stanno rispettando”. È intervenuto tra gli altri anche Marco Stancari, dirigente della Pianificazione del Comune di Modena, che ha tracciato lo stato dell’arte per quanto riguarda la realizzazione dello scalo merci delineandone la strategia all’interno del sistema infrastrutturale locale. In particolare per quanto riguarda il trasporto merci nel bacino delle ceramiche nelle provincie di Modena e Reggio Emilia, il nuovo scalo merci di Marzaglia dovrà integrarsi dal punto di vista logistico con quello di Dinazzano e tra i due dovrà essere realizzato un collegamento ferroviario elettrificato. Al convegno ha preso parte anche Rino Rosini, direttore generale dell’Istituto dei Trasporti e della Logistica EmiliaRomagna, che ha fornito dati aggiornati sulla mobilità su ferro e gomma in Regione. Per quanto riguarda la domanda di servizi logistici, la richiesta delle imprese del settore ceramico si concentra sul trasporto intermodale e tradizionale sia per la distribuzione internazionale, sia per i flussi di rifornimento. “Le piattaforme di Rubiera e Dinazzano offrono servizi in grado di coprire l’offerta - ha spiegato - e in caso di sviluppo del potenziale dell’intermodalità, Marzaglia potrà integrare ulteriore capacità produttiva”. Da segnalare anche la presenza di Sergio Rossato, amministratore unico e direttore generale d’Interporto di Padova spa, che ha presentato il caso di eccellenza del terminal intermodale padovano. Secondo gli ordini degli ingegneri molto resta ancora da fare a partire dal sistema infrastrutturale, concepito quindici anni fa quando furono sottoscritti gli accordi per l’alta velocità tra ferrovie dello stato e istituzioni locali. Marzaglia si trova a metà strada tra i distretti di Campogalliano, Sassuolo e Rubiera ancora oggi non collegati efficientemente tra loro: l’unica realtà esistente per il trasporto merci è lo scalo di Dinazzano principalmente utilizzato per le materie prime in arrivo per la produzione ceramica. Da qui, l’importanza assoluta di realizzare il collegamento ferroviario con lo scalo di Marzaglia che, come ha sottolineato l’assessore alle Infrastrutture del Comu- ne di Modena Daniele Sitta “dovrebbe essere pronto entro il 2010. Per allora dovranno essere garantiti i collegamenti viari con l’Autobrennero, l’Autostrada del sole, la tangenziale di Modena e di Rubiera”. Nel corso del convegno si è guardato alle prospettive future che l’infrastruttura aprirà “proiettando lo scalo all’interno del Sistema Europa e dei mercati internazionali” ha spiegato Elisa Abati, coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Ordine degli Ingegneri di Modena. Le ha fatto eco l’assessore provinciale all’Urbanistica Maurizio Maletti: “quest’opera è frutto di una visione più ampia dei temi territoriali e servirà per togliere camion dalle strade”. La posta in gioco è alta, e lo sforzo di lavorare insieme superando i campanilismi non è semplice: da sole le tre province non avranno mai il rilievo di area metropolitana di valenza europea, evidente invece nella sua rappresentazione integrata. L’area vasta di ModenaReggio Emilia-Parma rappresenta un sistema di città e territori che sempre più dovranno costituire una piattaforma logistica europea posizionata tra l’Autostrada A1, l’A22 del Brennero, la Cisa e la fermata Medio Padana dell’Alta Velocità, auspicando la realizzazione del corridoio Brennero-Tirreno, stradale e ferroviario. [email protected] 2009 maggio/giugno CER 59 CERLAVORO FORMAZIONE SPECIFICA per i lavoratori in difficoltà di Giulia Vellani Le modifiche intervenute negli assetti organizzativi di molte aziende a seguito del difficile momento economico hanno portato molte di queste a rivedere i propri organici e a valutare azioni concordate con i sindacati per l’avvio di procedure di mobilità e Cigs (cassa integrazione straordinaria) per i propri lavoratori. In un contesto di disagio lavorativo, la formazione rappresenta lo strumento ideale per i lavoratori del comparto ceramico, al fine di professionalizzarli e consentirne il reinserimento nel mercato del lavoro con competenze più adatte ai nuovi scenari. Una particolare attenzione va quindi prestata alla formazione dei lavoratori fuoriusciti dal processo produttivo, affinché possano accedere a nuove opportunità lavorative, così come di coloro che sono ancora dentro le imprese, per sviluppare la competitività delle stesse e tutelare quindi il mantenimento di migliori livelli occupazionali. Cerform, in collaborazione con le organizzazioni sindacali del territorio, ha messo a punto uno specifico Piano per l’occupabilità nell’area ceramica, una proposta formativa impostata secondo criteri quali tempestività per garantire formazione e opportunità ai lavoratori interessati da piani di gestione degli esuberi e licenziamenti; raccordo e coordinamento con le organizzazioni sindacali; sviluppo di progetti flessibili. L’obiettivo è in primis quello di intervenire in maniera intensiva sull’occupabilità dei lavoratori coinvolti da crisi aziendali, in linea con quanto sta emergendo nell’ambito dei Tavoli Provinciali dedicati al fronteggiamento della crisi occupazionale. Le attività proposte da Cerform, del tutto gratuite grazie al finanziamento del Fondo Sociale Europeo, del Ministero del Lavoro, della Regione EmiliaRomagna e con l’approvazione della Provincia di Modena, si rivolgono agli iscritti alle liste di mobilità del Centro per l’Impiego di Modena (Cpi) provenienti da aziende ceramiche, e a lavoratori iscritti alle liste di disoccupazione da meno di 12 mesi, in molti casi precari e atipici non coperti da ammortizzatori sociali. L’esigenza di intervenire attraverso un programma di formazione mirato nasce dall’osservazione dell’attuale situazione nel comparto: al 31 dicembre 2008 il Centro per l’Impiego di Sassuolo ha rilevato 1.099 lavoratori 2009 maggio/giugno CER 61 CERLAVORO quenza, anche se la partecipazione al corso e le conoscenza sviluppate costituiscono comunque un elemento fondamentale per il rilascio della scheda di capacità e conoscenza. I percorsi formativi previsti all’interno del Piano per l’Occupabilità hanno preso il via nel mese di aprile 2009 per concludersi a giugno. L’attività formativa è organizzata presso la sede di Cerform a Sassuolo. Le aree professionali collegabili ad ogni singolo progetto sono infatti individuate a priori per rendere possibile un successivo sbocco alla certificazione. Assieme alla Provincia sarà poi possibile valutare come organizzare i necessari processi di qualificazione e le specifiche richieste di certificazione. All’intervento mirato sulla mobilità fino a qui illustrato si affiancano poi numerose altre attività organizzate sempre al fine di sostenere la qualificazione, l’aggiornamento e la specializzazione nel comparto ceramico. Infatti, anche attraverso le risorse disponibili sui Fondi Interprofessionali, in particolar modo Fondimpresa per le imprese industriali, è possibile realizzare interventi di aggiornamento, formazione e riqualificazione professionale per i lavoratori e le lavoratrici delle imprese del settore ceramico. Già alcune imprese si stanno muovendo in questa direzione, utilizzando in questo modo tutti gli strumenti a propria disposizione per sostenere le competenze professionali in un momento particolare in questa fase di grande incertezza. foto di Vincenzo Conelli in mobilità. Il bacino di utenza disoccupazione include disoccupati di breve periodo, ex lavoratori precari, co.co.pro., lavoratori a tempo determinato. Cerform interviene in linea con la procedura “just in time” proponendo soluzioni diversificate sulle esigenze delle persone in difficoltà e in sintonia con il contesto economico attuale, per fornire loro un’offerta di aggiornamento professionale ampia e flessibile. L’esperienza di formazione proposta accompagna la mobilità di lavoratori dell’area urbana del distretto ceramico con percorsi di formazione finalizzati all’aggiornamento ed alla riqualificazione lavorativa. In questo modo il lavoratore può ‘sfruttare’ il periodo di non occupazione per prendersi cura del proprio bagaglio di conoscenze e competenze professionali. Le tipologie di percorso formativo individuate sono 4, della durata di 100 ore di cui 40 di project work, ciascuno dei quali dedicato a 12 lavoratori in mobilità o disoccupati di breve durata provenienti da crisi aziendali nel settore ceramico. Queste le aree di competenza individuate: energia e ambiente; pneumatica, oleodinamica, idraulica; elettronica e informatica industriale; innovazioni tecnologiche e produttive nella ceramica e meccanoceramica. Il project work prevede la sperimentazione pratica delle conoscenze apprese durante la formazione teorica con l’ausilio di materiali didattici, ed il confronto con i bisogni professionali delle imprese. A fine corso viene rilasciato un attestato relativo alla sola fre- [email protected] 2009 maggio/giugno CER 63 CERLAVORO INTEGRAZIONE IMMIGRATI: un progetto del Rotary di Simona Malagoli Carlo Cottica I massicci flussi migratori che hanno interessato negli ultimi anni il nostro Paese e la forte domanda occupazionale volta a reperire da parte delle aziende una determinata tipologia di manodopera, spesso disposta a svolgere mansioni particolarmente pesanti, ha determinato nei comuni del comprensorio ceramico una presenza rilevante di lavoratori extracomunitari. Stando alle percentuali d’iscritti alle liste anagrafiche (Servizio Statistico e Osservatorio Economico e Sociale Provincia di Modena), risulta come a Fiorano gli stranieri impiegati siano il 7,1%, a Formigine il 6,2%, a Maranello 7,4% e a Sassuolo 12,3%. La dimensione del fenomeno non è dunque affatto marginale e, tanto meno, di facile gestione. Il percorso d’integrazione all’interno della nostra comunità, come della realtà aziendale in cui questi lavoratori operano, al quale essi devono aspirare a raggiungere al più presto, incontra spesso complicazioni dovute alle differenze culturali, sociali, nonché all’estrema difficoltà nel riuscire a comprendere e ad esprimersi in una lingua diversa dalla propria. La capacità comunicativa risulta fondamentale ai fini di un buon inserimento: un aspetto la cui centralità viene sottolineata anche dal progetto “Alfabetizzazione” lanciato a livello mondiale dal Rotary International, volto a sviluppare la conoscenza Un momento della presentazione del libro tenutasi il 17 aprile 2009 64 CER maggio/giugno 2009 della lingua del Paese ospitante presso i lavoratori stranieri presenti in quello Stato. Interpretandone le direttive in funzione delle problematiche locali, il Rotary Club di Sassuolo, al fine di facilitare l’integrazione ai cittadini extracomunitari residenti nel comprensorio, ha realizzato una pubblicazione, redatta in quattro lingue, a loro destinata. Il volume, dal titolo Benvenuti nel comprensorio ceramico di Sassuolo, illustra in breve, attraverso un linguaggio volutamente semplice ed una grafica chiara e pulita, la struttura e le caratteristiche della zona, la ceramica quale principale attività economica, ma anche l’indotto, fornendo inoltre preziose informazioni pratiche su specifici argomenti quali la sicurezza in fabbrica e le normative sul lavoro. Termina con il “Glossario ceramico minimo”, vocabolario caratterizzato dalle duecento parole più comuni usate in questo ambiente. Nell’intento di estenderne la comprensione al maggior numero di popolazioni, “la scelta delle lingue inserite nella pubblicazione - italiano, inglese, russo e arabo - è stata alquanto ragionata”, riferisce il suo curatore Carlo Cottica nel corso della presentazione avvenuta lo scorso 17 aprile presso la Sala Conferenze di Confindustria Ceramica. Si tratta di “un’iniziativa che va nel senso della globalizzazione, dell’apertura, dell’inserimento”, sostiene il presidente dell’Associazione Alfonso Panzani, vedendo nell’immigrazione, in un’ottica d’internazionalizzazione dell’attività produttiva, una preziosa opportunità da cogliere per formare in Italia persone in grado, poi, di poter essere utilizzate all’estero dalle CERLAVORO imprese ceramiche, col grande vantaggio di conoscere sia la mentalità italiana ma soprattutto quella del loro Paese d’origine. “Capisco che dobbiamo rafforzare anche il nostro localismo, le nostre radici locali, ma non possiamo da un lato voler andare sui mercati e dall’altro chiuderci in casa: sono due cose che non possono stare insieme. Dobbiamo, invece, cercar di far crescere culturalmente tutti quelli che vivono sul territorio, con coraggio, in modo tale che si possa creare anche una politica d’osmosi, poiché credo sia importante sviluppare una sensibilità all’inserimento sia sociale che civile”. E proprio questo è lo scopo con cui è stato realizzato questo libretto, sottolinea Emilio Galavotti, presidente del Rotary Club di Sassuolo: “poter fare in modo che vi sia una migliore integrazione all’interno del comprensorio della ceramica a tutto tondo - cioè anche nell’ambito di ciò che le gira intorno secondo l’approccio del ‘gestire e non subire il cambiamento’. Già sono tanti i disagi - a livello di domicilio, di lingua, di quotidianità - che si trova a dover affrontare chi dall’estero giunge nel comprensorio; questo vuole essere uno strumento per permetter loro di trovare un’occupazione ed integrarsi nella società più facilmente, ai fini di acquisire una maggiore dignità”. In tal senso, il sindacato, rappresentato al convegno dal segretario provinciale della CGIL ceramica Manuela Gozzi, mette costantemente in campo campagne d’informazione e di lavoro, svolgendo, grazie al centro lavoratori stranieri, un ruolo non soltanto di servizio - che riguarda ad esempio tutta la parte burocratica legata alle difficoltà per l’ottenimento del rinnovo di un permesso di soggiorno, o contrattuale, concernente la tutela e il miglioramento della loro condizione lavorativa - ma anche politico. Le organizzazioni sindacali - secondo Manuela Gozzi - possono fare molto, ritenendo che ci voglia, però, un senso di responsabilità comune per porre tutti alla pari, perchè i contratti possono fare una parte, le organizzazioni con i centri lavoratori stranieri un’altra, ma debba essere l’insieme complessivo della società a contribuire e lavorare in questa direzione. “Il più delle volte – riporta - ci sono lavoratori extracomunitari che hanno un livello culturale molto più alto della scolarità media presente nel distretto sassolese, ma che in Italia non è loro riconosciuto, determinandone così l’impiego nelle mansioni meno qualificate”. Dal punto di vista della formazione, poi, non ci sono delle grandissime iniziative, contrariamente a quanto avviene per l’alfabetizzazione. “Il momento sarebbe favorevole - evidenzia Carlo Cottica, in veste anche di presidente della Commissione Formazione, Scuola e Università di Confindustria Ceramica esistendo fondi disponibili attraverso, ad esempio, le istituzioni regionali e periodi di non lavoro per i dipendenti. Inoltre, trovarsi al termine della crisi con una forza lavoro più preparata significherebbe essere maggiormente pronti nel momento della ripresa”. Se riguardo al tema di un’eventuale politica attiva d’immigrazione rivolta alle professionalità più elevate, Carlo Cottica si dimostra scettico nell’immaginare l’Università italiana quale polo d’attrazione di cervelli, ritiene invece che i lavoratori stranieri possano contribuire molto all’eccellenza del Made in Italy. “Da questi forse non troveremo la maniera di tirar fuori dei Premi Nobel, ma dei tecnici sì: delle persone che aiutano non solo con le mani, ma anche con la testa a far andare avanti le nostre aziende”. Non soltanto, dunque, un messaggio di speranza e fiducia nel futuro in questo clima di difficoltà, ma anche un augurio rivolto agli stranieri che lavorano o avranno la possibilità di lavorare nel comprensorio ceramico di Sassuolo di poter avviare o percorrere una bella carriera, provando un giorno un senso di orgoglio nel sapere che in quelle piastrelle così prestigiose al mondo c’è anche un pezzo del proprio impegno professionale, culturale e civile. [email protected] 2009 maggio/giugno CER 65 CERFIERE CERAMICA PROTAGONISTA all’ICFF di New York di Cristina Faedi Ceramic Tiles of Italy ha organizzato per la prima volta un evento - che prevedeva, oltre alla presenza commerciale in fiera, una serie di iniziative di immagine in città e di comunicazione sulla stampa locale - in occasione di ICFF International Contemporary Furniture Fair, la fiera che si è tenuta a New York dal 16 al 19 maggio scorso. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione con ICE e con il Ministero dello Sviluppo Economico che hanno finanziato il progetto con fondi destinati alla promozione del Made in Italy. Lo stand collettivo Ceramic Tiles of Italy, progettato dall’architetto Michele De Lucchi, su un’area di oltre 300 mq. prevedeva l’inserimento di piastrelle sulle colonne centrali dello stand, sui portali di ingresso, nelle tende di copertura e in alcuni inserti a pavimento; comprendeva due desk informativi istituzionali e ICE, alcuni parti comuni e 13 spazi dedicati alle 1 2 3 66 CER maggio/giugno 2009 aziende ceramiche che hanno partecipato: Caesar, Casalgrande Padana, Ceramica Lord, Ceramica Sant’Agostino, Ceramiche Refin, Del Conca, Edilcuoghi Ceramiche, Etruria Design, Fap, Impronta Ceramiche, Lea Ceramiche, Marazzi, Settecento, Tagina. Un’apposita brochure guidava il visitatore attraverso il padiglione Ceramic Tiles of Italy fornendo dati sulla rete distributiva locale delle aziende ceramiche presenti. Molto buona l’affluenza di pubblico (ai desk istituzionali sono stati registrati complessivamente oltre 550 visitatori fra architetti, progettisti, interior designer e trade) e dei media (oltre 60 i rappresentanti della stampa). Diversi gli eventi collaterali organizzati in occasione della partecipazione Ceramic Tiles of Italy. Il 15 maggio, prima dell’apertura della fiera, presso la sede di ICE New York si è tenuto un breakfast meeting per un incontro propedeutico pre-fiera fra Donato Grosser, consulente dell’Associazione e le aziende italiane della collettiva Ceramic Tiles of Italy sul tema “La crisi dell’economia americana e l’effetto sul mercato delle piastrelle di ceramica”. Alle aziende italiane è stata illustrata e distribuita una Nota sull’andamento del mercato USA delle piastrelle in ceramica. All’incontro sono stati invitati anche i corrispondenti della stampa italiana a New York per la presentazione della partecipazione Ceramic Tiles of Italy all’ICFF. Punta di diamante dell’intero evento è stato l’incontro con l’architetto Michele De Lucchi che si è tenuto il 17 maggio alle ore 14.00 nell’ICFF Theather. Intervistato dalla curatrice di MOMA Paola Antonelli, il maestro del CERFIERE 4 design italiano ha discusso a lungo sul tema dell’architettura e del design in relazione alla genesi del suo percorso professionale - da Alchimia, Memphis fino ad oggi - e al rapporto fra design e produzione commerciale. Gli oltre 150 presenti all’incontro, dopo le domande, si sono trasferiti presso lo stand Ceramic Tiles of Italy per un incontro conviviale nel cuore dello spazio italiano. Nell’ambito delle iniziative collaterali, il giorno successivo presso lo stand Ceramic Tiles of Italy è stato organizzato un pranzo riservato ai rivenditori di piastrelle di New York sensibilizzati anche dall’importante presenza di ceramiche italiane in fiera. Per l’occasione i dealers sono stati coinvolti nelle iniziative presso gli showroom della città che consistevano in speciali promozioni presso le principali showroom di Manhattan e di New York (oltre 40) e la predisposizione di “banners” fisici che hanno marcato la presenza delle aziende italiane all’ICFF. Sempre lunedì 18 maggio alle ore 5 6 14.00, si è tenuto presso lo stand Ceramic Tiles of Italy il book signing del libro The Art of Tile della giornalista americana Jen Renzi. Il libro riporta le principali tendenze estetiche del panorama ceramico internazionale e raccoglie centinaia di immagini di piastrelle italiane fotografate a Cersaie 2008. Fra le iniziative del “fuori-salone” durante i quattro giorni della fiera, dal 16 al 19 maggio, il Meatpacking District ha ospitato, nella showroom “414”, la mostra dedicata ai progetti che hanno vinto il premio CTI Design Competition. Una ulteriore vetrina di grande prestigio per le piastrelle italiane a corollario della presenza fieristica all’ICFF. L’iniziativa è stata celebrata nella serata del 18 aprile con una reception organizzata dalla rivista Surfaces di cui Ceramic Tiles of Italy è stato sponsor. In tale occasione sono state messe in mostra anche le sedute in ceramica della mostra “sit_down_please”. La presenza di Ceramic Tiles of Italy all’ICFF è stata pubblicizzata su alcune delle maggiori riviste di architettura e design, su banners on-line e sui web, sia con l’immagine A natural beauty che con quella ideata dallo Studio De Lucchi. ICFF è sicuramente l'evento fieristico più importante per l'arredamento e il design che si svolge a New York nonché il più noto e consolidato degli Stati Uniti. Grazie alla partecipazione molto qualificata di progettisti di interni le aziende presenti hanno potuto entrare in diretto contatto con categorie sinora poco conosciute che rappresentano potenzialmente un segmento di domanda in rapida crescita in grado di apprezzare al massimo il Made in Italy. [email protected] 1-3. Lo stand Ceramic Tiles of Italy 2-4. Schizzi di progetto dello stand Ceramic Tiles of Italy (Michele De Lucchi) 5. Uno dei banner promozionali posizionati presso gli showroom di Manhattan e New York 6. Un momento dell’incontro con l’arch. Michele De Lucchi, intervistato da Paola Antonelli 7. L’interno della mostra sul Design Competition 7 2009 maggio/giugno CER 67 CERFIERE COVERINGS festeggia il ventennale di Valentina Resmini 1. L’inaugurazione dell’edizione 2009 di Coverings 2. L’interno dell’Art Institute di Chicago dove si è svolta la Serata Italiana 1 2 68 CER maggio/giugno 2009 La ventesima edizione di Coverings, la più importante fiera americana nel campo delle piastrelle di ceramica e delle pietre naturali, si è svolta dal 21 al 24 aprile scorsi presso il McCormickPlace di Chicago. I dati relativi alla partecipazione in fiera, recentemente comunicati dalla società organizzatrice della manifestazione, NTP, rivelano che sono state oltre 13.000 le presenze registrate, delle quali 9.000 i visitatori professionali accreditati. Nonostante la fiera si sia svolta in un momento di crisi economica senza precedenti, le presenze in fiera, anche se in calo, sono state caratterizzate da operatori qualificati. Il padiglione Italiano è stato il più rappresentativo ed il più esteso tra i padiglioni delle nazioni presenti, mentre si sono registrati cali nei dai padiglioni di alcuni importanti competitors. Il padiglione Italiano, che sotto le insegne del marchio Ceramic Tiles of Italy ha raggruppato circa 65 aziende italiane produttrici di piastrelle di ceramica, è stato senza dubbio il fulcro dell’edizione appena conclusa della fiera. La nuova immagine di Confindustria Ceramica è firmata Michael P. Johnson, l’architetto vincitore di due passate edizioni del CTI Design Competition, che quest’anno ha curato la caratterizzazione del padiglione Ceramic Tiles of Italy, la progettazione dello stand istituzionale e del CTI Design Competition Exhibit. Posto al centro del padiglione CTI, lo stand istituzionale si è confermato ancora una volta il polo di attrazione della manifestazione e si è dimostrato particolarmente funzionale alle tradizionali esigenze di ospitalità e di punto informazione. Lo stand CTI Design Competition Exhibit, ha ospitato, durante i 4 giorni di fiera, un filmato dedicato ai progetti vincitori della XVI edizione del Ceramic Tiles of Italy Design Competition Awards 2009. La conferenza stampa internazionale Ceramic Tiles of Italy, moderata dal direttore generale di Confindustria Ceramica Armando Cafiero, ha visto come relatori il presidente della Commissione Attività Promozionali e Fiere, Vittorio Borelli ed il direttore generale dell’ICE di New York, Aniello Musella. La prima parte dell’incontro, durante la quale è stato delineato lo stato dell’arte della presenza italiana sul mercato statunitense e delle iniziative promozionali Ceramic Tiles of Italy, è stata seguita dalla cerimonia di premiazione dei Ceramic Tiles of Italy Design Competition Awards. Per la categoria commerciale il premio è stato assegnato allo studio di architettura Cooper Carry per la realizzazione del progetto Newport Renovation Center di Jersey City (New Jersey), realizzato con piastrelle di ceramica Ergon, Impronta Ceramiche, Lea e Refin. Sempre nella categoria commerciale è stata riconosciuta una menzione d’onore allo studio di architettura Gross Kaplin Coviensky Architects per il progetto Head Office Dollarama (Montreal, Canada), per la cui realizzazione sono state impiegate piastrelle di Caesar. Lo studio di architettura Baldinger Architectural Studio, Inc è stato premiato quale vincitore della categoria istituzionale, per la realizzazione del progetto Disability Empowerment Center of Arizona (Phoenix, Arizona) realizzato con piastrelle di Cooperativa Ceramica CERFIERE Gli Awards Ceramic Tiles of Italy: i premiati 3 4 5 6 d’Imola. Menzione d’onore è stata invece riconosciuta, sempre per la categoria istituzionale, allo studio Groth Design Group, Inc per il progetto St. Jerome Catholic Church di Oconomowoc (Wisconsin), per la cui realizzazione sono state utilizzate piastrelle Caesar. Vincitore della categoria residenziale è stato infine la scuola di architettura Frank Lloyd Wright School of Architecture per la realizzazione del progetto Taliesin Mod. Fab di Scottsdale (Arizona) realizzato con piastrelle di ceramica di Edilcuoghi, Etruria Design e Floorgres. Nella categoria residenziale, è stata riconosciuta allo studio Ziger/Snead Llp una menzione d’onore per la realizzazione del progetto Woodvalley House di Pikesville (Maryland), realizzato con piastrelle Mirage. Durante i 4 giorni di fiera, i progetti vincitori del Design Competition Awards sono stati pubblicizzati presso lo stand CTI Design Competition Exhibit attraverso un filmato appositamente dedicato e attraverso il press kit ed il flyer Design Competition distribuiti presso i due stand. I progetti vincitori sono come sempre visionabili anche online al sito ufficiale del concorso www.tilecompetition.com. Sempre mercoledì 22 aprile, presso l’Art Institute di Chicago si è svolta la Serata Italiana, momento di socializzazione tra le aziende associate ed i 8 3. Premiazione a Cooper Carry per il progetto “Newport Renovation Center” di Jersey City (New Jersey) 4. Premiazione al Baldinger Architectural Studio per il progetto “Disability Empowerment Center of Arizona” di Phoenix (Arizona) 5. Premiazione alla Frank Lloyd Wright School of Architecture per il progetto “Taliesin Mod. Fab” di Scottsdale (Arizona) 6. La conferenza stampa internazionale. Da sinistra: Aniello Musella, Armando Cafiero, Vittorio Borelli 7.Silvia Benchymol (Stone Tile International) riceve il premio ai distributori durante la Serata Italiana. 8. Sotto: lo stand Ceramic Tiles of Italy 7 propri clienti e occasione di promozione della ceramica Made in Italy e di Cersaie 2009. I circa 350 ospiti che vi hanno partecipato hanno anche avuto l’opportunità di ammirare i capolavori dell’arte moderna e antica del museo. La serata è stata, come di consueto, la cornice per la premiazione del Confindustria Ceramica North American Distributor Award, quest’anno conferito a Stone Tile International, (Toronto, Canada). Elemento di novità di questa edizione della fiera è stato l’evento “After Hour Party”, il prolungamento di due ore dell’orario di apertura del solo padiglione italiano nella giornata di giovedì 23 aprile. L’evento destinato alla numerosa comunità di architetti e di designer di Chicago, ha visto la fattiva collaborazione delle aziende italiane ed una discreta affluenza stimata in circa duecento persone che hanno potuto gustare prodotti e piatti tipici italiani. Coverings 2010, in programma dal 27 al 30 aprile 2010, si svolgerà all’Orange County Convention Center di Orlando. [email protected] 2009 maggio/giugno CER 69 CERSPORT SASSUOLO, riprovaci! di Leo Turrini Arrivato settimo dopo un campionato tutto in testa, il Sassuolo punta alla massima serie nella stagione 2009-2010 70 CER maggio/giugno 2009 Forse conviene dirlo subito, con franchezza. Non fosse stato per la squadra di calcio, nell’ultimo anno la capitale mondiale della ceramica sarebbe finita sui giornali e in tv esclusivamente in ragione di notizie non troppo gradevoli. La crisi del settore, condizionato pesantemente dalla drammatica recessione globale. E poi le cronache di immigrazione e insicurezza, cronache che hanno fatto di Sassuolo un simbolo del dibattito sulle incerte prospettiva di una società multietnica (o come diavolo la volete chiamare). Insomma, meno male che c’è il pallone! Il Sassuolo di patron Squinzi e del presidente Rossi ha alimentato e trasmesso un messaggio positivo. Ha costretto i media nazionali ad occuparsi di un piccolo paese stuzzicato dall’idea di replicare l’avventura del Chievo. Ce lo avete presente, il Chievo? È l’espressione di un quartiere di Verona e da anni staziona tra la serie A e la serie B, confrontandosi e confondendosi con il Milan, la Juventus, l’Inter, la Roma, la Fiorentina... Per lunghi mesi, i neroverdi della ceramica hanno accarezzato un sogno molto simile. Hanno disputato splendide partite, sono stati al vertice del torneo cadetto, hanno persino conquistato gli onori del ‘prime time’ televisivo, obbligando Sky, l’impero satellitare di mister Murdoch, a dedicare al Sassuolo la notte della sfidapromozione con il Bari. Tutto perfetto e tutto simpatico, la matricola che sfoggia un gioco da applausi, vecchi fusti come Zampagna e Salvetti tornati in copertina, giovani rampanti come Andreolli e Poli chiamati ad alternare le esibizioni in neroverde con quelle della maglia azzurra della nazionale Under 21... Dopo di che, è finita come forse sapete. È finita con un Sassuolo in affanno nella fase conclusiva della stagione. Giorgio Squinzi è un grandissimo appassionato di ciclismo, anzi, in realtà è un intenditore di cose di bicicletta. Dunque, ha compreso benissimo quanto accaduto. Come un campione fasciato dalla maglia rosa fino a poche tappe dall’epilogo del Giro d’Italia, il club neroverde è andato in riserva sulle ultime salite, sulle montagne che dovevano determinare gli equilibri definitivi, nelle cronometro che avrebbero stilato l’elenco di vincitori e sconfitti. Succede, eh: in passato, pedalando, è capitato persino a Fausto Coppi e a Eddie Merckx. Ci sta che una disavventura del genere si sia materializzata sotto gli occhi dei tifosi neroverdi: semplicemente e banalmente, sulle rampe decisive il Sassuolo è rimasto a corto di benzina. Ed è stato pure poco aiutato dalla sorte: senza scomodare l’alibi di sanzioni arbitrali non sempre segnate dall’equità, sono stati gli episodi a invertire il senso di un campionato. Se solo fosse stato trasformato un rigore in quel di Ancona, la formazione allenata da Andrea Mandorlini avrebbe disputato i play off, sarebbe stata in ballo per la serie A fino all’estremo respiro. In breve e riassumendo. Al netto di esagerate euforie consumate fra autunno e primavera, il Sassuolo è stato protagonista di una annata eccellente. Veniva dalla palude della serie C, aveva ancora addosso i ricordi di una C2 nemmeno troppo remota. Ciò nonostante, ha coltivato CERSPORT l’ambizione di salire, alla maniera del Dante pellegrino nell’Aldilà, a riveder le stelle. Per chi sappia ragionare mettendo l’equilibrio al primo posto della scala dei valori, il bilancio è positivo. E questo, in casa Mapei, lo hanno capito e hanno il diritto di sottolinearlo. A chiare lettere. Ora si tratta, senza cedere a malinconie inutili, di ripartire. I grandi progetti si costruiscono passo dopo passo, valorizzando la forza di una intuizione con l’impegno quotidiano. Le cattedrali sono edificate mattone su mattone. Il Sassuolo dell’estate 2009, settimo nella classifica finale del torneo cadetto, ha posato una prima, robustissima pietra. Ha smesso di essere la matricola-ye ye, per trasformarsi in una realtà che incute rispetto e timore alla concorrenza. Conoscendolo appena un po’, Giorgio Squinzi non è uomo da rinuncia frettolosa. Ci riproverà. Cambierà quello che c’è da cambiare, saluterà chi ha altre mete professionali (il manager Bonato, per dire, ha scelto di tornarsene nella sua città, a Verona, dopo anni di magnifico lavoro) e si ricorderà magari di grandi assi della bicicletta. Francesco Moser era già professionista nel 1973, ma vinse il suo fantastico Giro d’Italia nel 1984, undici anni dopo. Se vi fidate di un esperto, il Sassuolo non dovrà aspettare tanto, per salire nel paradiso del pallone. Ps. Poi, si capisce, se la crisi economica globale si degnasse di concedere una tregua e nel frattempo le ceramiche riconquistassero quote di mercato, sarebbe pure meglio. Ma questo, ovviamente, è un altro discorso... Alcune immagini dell’incontro Sassuolo-Parma [email protected] 2009 maggio/giugno CER 71