DOSSIER
CER
Finanza
& Ceramiche
CERDOSSIER
BISONI: “ESISTE UNA
oggettiva stretta creditizia”
di Alessandra Ferretti
Una recente ricerca, promossa
dal CEFIN, Centro Studi di
Banca e Finanza, dell’Universita di
Modena e Reggio Emilia, cui hanno
collaborato la Camera di Commercio,
le associazioni imprenditoriali e le
banche operanti nel territorio, ha
confermato come la risoluzione delle
problematiche finanziarie delle piccole e medie imprese continui a
vedere le banche come interlocutore
privilegiato.
Ma questa crisi economico finanziaria ha cambiato il rapporto bancaimpresa? E, se sì, a quale livello? Lo
abbiamo chiesto a Cesare Bisoni,
ordinario di Economia delle aziende di
credito all’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore della ricerca. Che spiega: “Nell’ambito del rapporto banca-impresa, è ancora molto
presente il fenomeno del multiaffida-
mento, giustificato dalla volontà di
sfruttare l’accresciuta concorrenza
per ottenere credito e servizi a condizioni più favorevoli. Né le concentrazioni bancarie né l’avvento di Basilea
2 hanno inciso significativamente su
questa pratica, i cui aspetti negativi
sono noti da tempo, primo tra tutti
l’instaurazione di una relazione debole con l’impresa. Infatti, sebbene
quasi tutte le banche affermino di
conoscere meglio il cliente rispetto al
passato, esse stesse dichiarano che il
problema principale nella concessione dei finanziamenti consiste nell’individuazione della reale situazione
economico-finanziaria dell’impresa. E
qui è evidente una contraddizione”.
Ad oggi, in generale, le imprese
dichiarano un discreto grado di soddisfazione relativamente ai servizi
forniti dalle banche. Come già avevano messo in luce precedenti analisi, il
livello più elevato di insoddisfazione
riguarda la capacità di proporre servizi innovativi.
“Le banche”, continua Bisoni,
“sembrano aver percepito la necessità
di adottare modelli organizzativi in
grado di fornire servizi adeguati alle
imprese in tempi più rapidi, sia sotto
il profilo decisionale che operativo. Il
grado di decentramento/autonomia
delle decisioni di affidamento e di
determinazione dei tassi e delle condizioni è infatti in crescita rispetto a
tre anni fa”.
In seguito al diffondersi della crisi
finanziaria, sulla pratica del prestito è
stato fatto un aggiornamento dal
quale è risultato che le politiche di
affidamento delle banche vanno nella
C
O N F I N D U S T R I A
C
E R A M I C A
Forte protesta contro
i nuovi balzelli bancari
Dura nota di Confindustria Ceramica contro
gli oneri bancari che sostituiscono la commissione di massimo scoperto. “Quello che il
decreto anticrisi ha tolto per aiutare le
imprese ed i privati in difficoltà, viene reintrodotto dalle banche. La misura di legge
voluta dal Governo, che ha eliminato la
commissione di massimo scoperto viene
reintrodotta dalle banche, attraverso decisioni unilaterali, e con formule addirittura peggiorative del passato.
Confindustria Ceramica denuncia le varie
CDF (Commissioni disponibilità fondi), CSA
(Commissioni su affidamenti), SSA (Spesa
servizio affidamento), formule che nascondono prelievi ancor più pesanti che nel passato. Infatti, rispetto all’aliquota classica di
CMS dello 0,125% o 0,250%, queste formule prevedono una percentuale che può
arrivare fino all’1% trimestrale ed il pagamento anche qualora l’azienda non utilizzi i
fidi accordati. A tale situazione si deve
aggiungere l’ulteriore, pesante allargamento
degli spread sulle diverse forme di finanziamento.
Confindustria Ceramica, pur riconoscendo
un diverso comportamento da banca a
banca, denuncia questa intollerabile manovra. “Confindustria Ceramica ha avviato una
azione di monitoraggio, di concerto con il
sistema confindustriale regionale, al fine di
rimuovere qualsiasi atteggiamento che
possa minare la competitività delle imprese
ceramiche associate - afferma il presidente
Franco Manfredini -. Auspichiamo che ci sia
l’occasione di un chiarimento con le banche,
anche attraverso la costituzione di un apposito tavolo in ambito locale”.
Cesare Bisoni
2009 maggio/giugno CER 39
CERDOSSIER
direzione di un credito meno abbondante e più costoso. Ancora Bisoni:
“È aumentato il numero delle imprese che indicano un aumento dei tassi
e delle spese, della richiesta di garanzie, dei tempi di istruttoria, così
come il numero di quelle che dichiarano una diminuzione della disponibilità a concedere credito e della
durata dei prestiti: la quota di imprese razionate passa dal 19% al 30%”.
Gli analisti prevedono che questo
fenomeno si accentuerà, per effetto
del perdurare delle tensioni sui mercati finanziari e del rallentamento del
ciclo economico. Inevitabilmente si
produrrà una maggiore selettività
40 CER maggio/giugno 2009
nella concessione del credito, un
incremento delle revoche di fido, un
aumento del costo del credito e delle
garanzie richieste.
Il docente riferisce come, anche in
prospettiva, si abbia avuto conferma
del peggioramento della situazione
da un esercizio effettuato utilizzando
un modello di rating attraverso cui si
è cercato di valutare la probabilità di
insolvenza di oltre 300 imprese della
provincia di Modena selezionate dal
campione utilizzato presso l’Ufficio
Studi della Camera di Commercio. A
fronte di un rischio di insolvenza del
1,1% per il 2008, in linea con l’anno
precedente, per il 2009 si è stimato
un aumento al 2,9%. Benché la stima
sconti necessariamente un certo margine di incertezza, si tratta di un
valore elevato, sia in termini storici
che assoluti.
“In questo momento”, riferisce il
docente, “il problema consiste nel
conciliare le esigenze delle imprese, i
cui problemi finanziari si accentuano
nei momenti di crisi, con la necessità
che le banche hanno di non peggiorare il livello di qualità dei prestiti
che hanno in portafoglio. Un ruolo
fondamentale in questo senso può
essere svolto dai Confidi. Le garanzie
che questi potranno offrire e quelle
aggiuntive del Fondo di Garanzia per
le piccole e medie imprese saranno di
grande utilità. Un’analisi che abbiamo effettuato su un insieme di 1.230
operazioni di garanzia conferma il
ruolo importante svolto sinora dai
Confidi e la loro capacità di allocare
efficacemente la garanzia mutualistica
riducendo le difficoltà di accesso al
credito delle imprese che, pur presentando un’accettabile capacità di
reddito, non possiedono un adeguato
equilibrio finanziario”.
Le banche devono quindi affrontare la situazione con “coraggio” ma
anche con attenzione, senza dimenticare di applicare “buone pratiche”
nella valutazione del merito creditizio, pena ulteriori future situazioni di
crisi. Ma anche gli imprenditori
devono fare la loro parte capitalizzando le imprese, magari anche attraverso operazioni di aggregazione che le
rendano più competitive.
[email protected]
CERDOSSIER
EUROPA ORIENTALE: Export di
Lettonia
Lituania
Export (mq)*: 796.757
Fatturato (€)*: 10.425.659
Slovacchia
Export (mq)*
2.037.607
Fatturato (€)*
17.116.481
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
Unicredit Bank Slovakia a.s.
Unibanka AS
Volksbank Slovensko a.s.
VUB Banka
Repubblica Ceca
Export (mq)*
3.532.430
Fatturato (€)*
36.110.324
Ungheria
Export (mq)*
6.034.478
Fatturato (€)*
50.384.36
Slovenia
Export (mq)*
4.088.053
Fatturato (€)*
37.764.422
Croazia
Export (mq)
6.342.035
Fatturato (€)
54.034.138
TALLIN
Unicredit Bank
Latvia
Unicredit Bank
Lituania
Unicredit Bank
Estonia
I flussi commerciali nel 2008
Tallin
Esportazioni (mq):
52.656.942
PRAGA
Unicredit Bank Czech Republic a.s.
VUB Banka
Zivnostenska Banka
Volksbank CZ AS
Volksbank CZ
Fatturato (€):
595.785.992
Riga
Fonte: (*) Centro Studi Confindustria
Ceramica, ISTAT.
Vilnius
BUDAPEST
Banca IFIS
Magyarorszagi Volksbank RT
Unicredit Bank Hungary
CIB Central European International Bank
Magyarorszagi Volksbank RT
HVB Bank Hungary Rt.
Varsavia
Lutsk
KOPER
Krakow
Praga
Banka Koper
Lviv
LIUBLIANA
Volksbank-Ljudska Banka DD
Unicredit Bank
Volksbank-Ljudska Banka DD
B
Bratislava
Oradea
Bacau
Cluj-Napoca
Brasou
Arad
Budapest
SPLIT
DUBROVNIK
HVB Splitska banka d.d.
ZAGABRIA
Liubliana
Veneto Banka
Koper
KRAPINA
Volskbank DD
Veneto Banka
Intesa Sanpaolo
PULA
PBZ Privredna Banka Zagreb
Veneto Banka (2 agenzie)
Unicredit Zagrebacka Banka RIJEKA
Veneto Banka (4 agenzie)
Veneto Banka
CRICKVENICA
Veneto Banka
Bosnia Herzegovina
Export (mq)
2.094.985
Fatturato (€)
11.187.220
Export (mq)*: 576.253
Fatturato (€)*: 7.884.294
RIGA
VILNIUS
BRATISLAVA
Estonia
Export (mq)*: 535.095
Fatturato (€)*: 7.905.890
Timisoara
Zagabria
Bucarest
Banja Luka
Belgrado
Sarajevo
Split
Mostar
Sofia
Skopje
Tirana
VARAZDIN
Veneto Banka
MOSTAR
Unicredit Zagrebacka Banka
SARAJEVO
HVB Central Profit Banka d.d.
Volskbank BH DD
Volskbank BH DD
Intesa Sanpaolo Banka Bosna I Hercegovina
BANJA LUKA
Nova Banjalucka Banka
42 CER maggio/giugno 2009
Serbia e Montenegro
Export (mq)
2.400.716
Fatturato (€)
18.952.124
BELGRADO
Volksbank AD
Unicredit Bank Serbia
Banca Intesa Beograd
Albania
Export (mq)
1.641.268
Fatturato (€)
6.400.945
TIRANA
American Bank
of Albania
CERDOSSIER
ceramica e reti estere di banche italiane
Polonia
Export (mq)*
5.509.544
Fatturato (€)*
78.173.686
Ucraina
KIEV
Export (mq)
1.587.042
Fatturato (€)
36.755.893
VARSAVIA
Intesa Sanpaolo
Bank BPH
Bank Pekao SA
Bank Pekao Ukraine LTD
Joint Stock Commercial Bank - HVB Bank Ukraine
Pravex Bank
LVIV
OJSC Electronbank
Elektron Bank
LUTSK
Unicredit Bank Ukraina
Russia
MOSCA
Export (mq)*
6.291.885
Fatturato (€)*
149.812.646
Moldavia
Export (mq)
198.103
Fatturato (€)
1.378.797
Mosca
Banca Carige
HVB Group
ZAO Banca Intesa
Banca Monte dei Paschi di Siena
Mediobanca
Bostok - Gruppo BNP Paribas
CHISINAU
Eximbank (9 agenzie)
BALTI
Eximbank
CAHUL
Eximbank
CAUSENI
Eximbank
Romania
Kiev
Balti
Chisinau
COMRAT
Legenda
Eximbank
Eximbank
Eximbank
Banca Italo-Romena
IntesaSanpaolo Bank Romania
BACAU
Banca Italo-Romena
Banca Commerciala “Ion Tiriac” S.A.
Banca IFIS
Banca Italo-Romena
Volksbank Romania SA
HVB Bank Romania S.A.
Unicredit Romania
Banca CR Firenze
Volksbank Romania SA
Unicredit Group
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
Veneto Banca
Intesa Sanpaolo
Banca Popolare di Vicenza
UBI Banca
Banca Monte dei Paschi di Siena
Banca Nazionale del Lavoro
Banca Carige
Mediobanca
Banca IFIS
Banco Popolare
CLUJ NAPOCA
Banca Italo-Romena
ORADEA
Banca Italo-Romena
TIMISOARA
ALBA IULIA
Banca Italo-Romena
BAIA MARE
Banca Italo-Romena
BUCAREST COLENTINA
Banca Italo-Romena
CONSTANTA
Banca Italo-Romena
CRAIOVA
Banca Italo-Romena
IASI
Banca Italo-Romena
PITESTI
Banca Italo-Romena
PLOIESTI
Banca Italo-Romena
SIBIU
Banca Italo-Romena
SUCEAVA
Banca Italo-Romena
Volksbank Romania SA
Banca Italo-Romena
Volksbank Romania SA
Banca Transilvania
Fonte: ABI, Settore Crediti e Internazionalizzazione, gennaio 2009
Bulgaria
Macedonia
Export (mq)
636.180
Fatturato (€)
4.243.321
Eximbank
SOROCA
BUCAREST
ou
UNGHENI
ORHEI
Banca Italo-Romena
Cahul
Eximbank
HINCESTI
BRASOU
cau
TARACLIA
Eximbank
ARAD
Export (mq)
5.768.982
Fatturato (€)
46.959.513
Intesa Sanpaolo
Unicredit Group
Banco Popolare
UBI Banca
KMB Bank
SKOPJE
Bank Austria
Creditanstalt
Export (mq)
2.585.529
Fatturato (€)
20.296.403
SOFIA
Unicredit Bulbank
HVB Bank Biochim AD
2009 maggio/giugno CER 43
CERDOSSIER
FINANZA STRAORDINARIA
per l’innovazione e la R&S
di Roberto Faben
Le aziende del comparto ceramico e dei settori collegati, come
quelli della meccanica avanzata e dei
macchinari, della logistica e dei nuovi
materiali, devono investire in innovazione tecnologica, per affrontare l’agguerrita concorrenza internazionale ed
uscire dalle secche della crisi, dando
vita a start-up, spin-off e nuove divisioni, il cui obiettivo diretto sia quello
della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico ai processi produttivi. A loro disposizione, per progetti
ritenuti promettenti, ci sono finanziamenti a tasso agevolato concessi da
istituti di credito e da società di venture capital e private equity, che gestiscono fondi ad hoc finanziati da fondazioni bancarie, enti pubblici e investitori
privati. Varie sono le opportunità sulle
quali le aziende ceramiche e della filiera possono guardare come possibili
fonti di finanziamento.
Nel marzo 2009 è stato formalizzato
un accordo di collaborazione fra la
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
(Bper) e Acimac, l’Associazione
costruttori italiani di macchine e
attrezzature per la ceramica, che prevede lo stanziamento di un plafond di
20 milioni di euro, per il finanziamento a tasso agevolato, riservato ai soli
soci Acimac, di progetti di supporto
alla ricerca e allo sviluppo, incluse le
attività di pre-industrializzazione, per
azioni di ri-capitalizzazione aziendale
(prestito partecipativo), e per processi
d’investimento destinati all’internazionalizzazione assistiti da garanzia
SACE. Per quanto riguarda i finanziamenti per R&S, «l’accordo stabilisce spiega Giorgio Barbolini, responsabile
large corporate di Bper - che le iniziative ammesse debbano rientrare esclusivamente nell’ambito della ricerca
industriale e dello sviluppo pre-competitivo». I prestiti sono concessi nella
forma del mutuo per un importo massimo di 0,5 milioni, una durata di non
più di 60 mesi, rate trimestrali e
spread variabili fra 1,15 e 1,95 a
seconda che si tratti di pmi o grandi
aziende e in funzione di rating e classe
di rischio (condizioni economiche
valide fino al 31 dicembre 2009).
Numerose opportunità provengono
anche dal versante dei fondi di venture
capital e private equity, che si differenziano, rispetto ai tradizionali finanziamenti con capitale di debito, per essere strettamente legati alle aspettative di
continuità operativa dell’azienda
finanziata, per non prevedere scadenze di rimborso, almeno nel breve e
medio periodo, e per fornire assistenza strategica e finanziaria all’azienda di
cui ha finanziato il progetto innovativo.
Quello che appare il più ricco fondo
di venture capital italiano, è Innogest,
una Sgr (Società di gestione del risparmio) costituito fra il 2005 e il 2006,
con uffici a Milano, Torino e Padova, e
una dotazione finanziaria di circa 80
milioni. Come spiega Claudio Giuliano, amministratore delegato di Innogest,
«questo fondo investe a tutto tondo in
tutti i settori e, fra questi, quello della
ricerca sui materiali e delle macchine è
uno dei punti focali dei nostri interessi, considerate anche le prospettive di
profittabilità di alcuni progetti». «Fra i
nostri dossier, in fase di valutazione –
aggiunge - abbiamo anche un progetto
Le importanti
esperienze di quattro
venture capital attive
anche nel campo
dei materiali e delle
rispettive tecnologie
2009 maggio/giugno CER 45
CERDOSSIER
I principali fondi di venture capital in Italia
Sgr
Sede
Fondo
Dotazione*
Area d’affari
Sici
Finlombarda Gestioni
Innogest
Quantica
Fondamenta
Friulia
Vertis
Firenze
Milano
Milano
Milano
Milano
Trieste
Napoli
Toscana Innovazione
Fondo Next
Innogest Capital
Principia II
TT Venture
AladInn Ventures
Vertis Capital-Venture
44,4
37
50-80
25
65
50
25
Toscana
Nord Italia
Nord Italia
Italia
Italia
Friuli
Sud Italia
* in milioni di euro
di spin-off di un’azienda attiva nel settore delle piastrelle ceramiche, relativa
alla progettazione di una nuova tecnologia produttiva da lanciare sul mercato». Fino ad oggi, Innogest ha finanziato circa 5 progetti di spin off; fino ad
aprile 2018 il portfolio disponibile è
di circa 20 investimenti, con uno stanziamento in entrata da 0,2 a 2 milioni,
per giungere a 8 milioni nel corso dell’intero ciclo di vita della start-up. La
durata temporale è di 10 anni, con
uscita definitiva del fondo al termine
del 12° anno.
Per le imprese che intendono investire in newco ad alto contenuto tecnologico, finalizzate all’innovazione di
processo e prodotto, il fondo “Toscana
Innovazione” è una valida fonte di
proposte progettuali purché le aziende, che possono avere sedi ed insediamenti industriali in altre regioni italiane, investano in start-up nel territorio
toscano. A gestire il fondo è Sici (Sviluppo Imprese Centro Italia), con sede
a Firenze, una sgr indipendente del
sistema finanziario toscano, nata nel
1998, con finanziatori di maggioranza
Fidi Toscana (31%) e Monte dei
Paschi di Siena (29%), che ha come
oggetto la gestione di fondi mobiliari
46 CER maggio/giugno 2009
chiusi e per mission gli investimenti in
pmi con interessanti prospettive di
sviluppo, accompagnandone la crescita dimensionale e patrimoniale fino
alla quotazione in borsa. Come spiega
Guido Tommei, vice-direttore generale
di Sici, «il fondo “Toscana Innovazione”, partito nel 2008, ha una consistenza finanziaria di 44,4 milioni e la
possibilità di estensione temporale
fino al 2020».
Le aziende attive in Emilia Romagna
possono valutare la presentazione di
progetti nell’ambito del fondo “Ingenium”, a partecipazione pubblico-privata, con contributi della Regione di
provenienza comunitaria. A gestire il
fondo è ZernikeMeta Ventures, società
d’intermediazione finanziaria, autorizWWW
Per approfondimenti:
www.innogest.it
www.fondisici.it
www.zernikemetaventures.com
www.ttventure.com
www.finlombarda.it
www.quanticasgr.it
www.friulia.it
www.vertis.it
zata dall’Ufficio Italiano Cambi, con
sede a Terni, specializzata in finanza
per l’innovazione e per l’accelerazione
delle start-up knowledge based avviate anche da aziende già esistenti. «Il
fondo ha una dotazione di 14 milioni
e si estenderà fino al dicembre 2013 illustra Francesca Natali, direttore del
fondo Ingenium – con possibilità di riposizionamento temporale in caso di
stanziamento di contributi aggiuntivi.
Anche TT Venture, fondo di venture
capital gestito da Fondamenta sgr,
nato a Milano nel 2008 e finanziato da
varie fondazioni bancarie associate
all’Acri (Associazione casse di risparmio italiane), ha concluso due investimenti diretti in società e tre investimenti in fondi operanti in altri mercati
esteri, «anche se, rivela Giuseppe
Campanella, presidente di Fondamenta
sgr - a causa della crisi la sua consistenza finanziaria è rimasta di 65
milioni, anziché giungere, come inizialmente previsto, a 100 milioni per
la fine del 2009». TT Venture ha un
capitolo che prevede il finanziamento
a start-up innovative nel settore delle
scienze dei materiali e dell’innovazione energetica.
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CERDOSSIER
STRUMENTI
per un credito migliore
di Giulia Vellani
Corrado Savigni
Leonello Guidetti
48 CER maggio/giugno 2009
La crisi c’è, e si sente. Per superarla è richiesto prima di tutto
un delicato equilibrio tra azioni tese al
sostegno del mondo imprenditoriale e
del sistema del credito. Le banche in
tal senso si pongono come importanti
interlocutori a fianco delle aziende,
per aiutarle a fare business e favorirne
il processo di crescita e internazionalizzazione attraverso un adeguato flusso di credito. Se è vero infatti che la
crisi ha colpito tutti gli attori del sistema economico e finanziario, con
intensità diverse, ora più che mai si
rende necessario il supporto verso chi
desidera investire su innovazione,
ricerca e formazione per continuare ad
essere leader nella produzione ed
esportazione del prodotto Made in
Italy.
Il gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha messo in campo
diversi strumenti per guidare le imprese fuori da questo difficile momento
congiunturale, tra cui la possibilità di
accedere a mutui con fondi BEI fino al
100% per gli investimenti finalizzati
allo sviluppo d’impresa: immobili,
beni strumentali, ricerca di prodotto e
processo, acquisto di marchi e brevetti. È finanziabile anche la quota di
capitale circolante in proporzione
all’aumento della capacità produttiva
generata dagli investimenti programmati.
“Un altro strumento importante a
disposizione delle aziende - spiega
Corrado Savigni, direttore della divisione Corporate BPER - è dato dalla convenzione con la società governativa
SACE, attraverso cui possono ricevere
finanziamenti relativi alle operazioni
legate alla crescita sui mercati internazionali, godendo della garanzia SACE
fino al 70% dell’importo erogato”.
Per dare forza e credito alle imprese,
il Banco S.Geminiano e S.Prospero
ha ideato il nuovo progetto Banco
Imprese nato dal confronto con gli
imprenditori del territorio per rispondere alle esigenze reali della clientela
corporate. L’impegno nei confronti
delle aziende non è mancato negli ultimi dodici mesi, come sottolinea il vice
direttore generale BPV-SGSP Leonello
Guidetti: “gli impieghi concessi alle
pmi hanno registrato un incremento
del 5,50% e nel mid corporate sono
cresciuti del 3,50%. Cifre importanti,
conseguite senza far venir meno il
nostro supporto anche alle grandi
aziende che rappresentano l’orgoglio
del nostro territorio”. Per il sostegno
della liquidità dell’impresa, il Banco ha
attivato due nuovi prodotti: il primo è
Credito 9+9, un mutuo chirografario
diretto (importo massimo 500 mila
euro, durata 18 mesi) che ha l’obiettivo di ripristinare la liquidità causata
dal rallentamento del circolante e dal
probabile aumento di insoluti. Dopo i
primi 9 mesi di preammortamento,
non sussistendo penale di anticipata
estinzione, il cliente può scegliere se
rimborsare in un’unica soluzione o
con 9 rate mensili. L’altra novità è Credito Formula 300, un mutuo chirografario diretto (importo massimo 250
mila euro e durata 300 giorni) per il
finanziamento dell’acquisto di merce
destinata alla trasformazione o lavorazione e successiva vendita, anche all’estero. Alla fine dei 120 giorni il cliente
può scegliere se rimborsare in un’unica soluzione o tramite 6 rate mensili.
Anche la Cassa di Risparmio di
Cento continua a prestare grande
attenzione al mondo dell’industria.
All’interno della gamma di prodotti e
servizi offerti rientrano l’assistenza e
CERDOSSIER
consulenza dedicata, l’assicurazione su
crediti, i mutui ipotecari per ristrutturazioni, i mutui chirografari per pagamento imposte, ferie, 13ma mensilità,
i mutui chirografari per altre esigenze
di liquidità. Sul fronte internazionalizzazione, la Cassa di Cento garantisce
infine un’operatività completa sull’estero: dai pagamenti ai crediti documentari, e poi ancora garanzie, standby, consulenza tecnica, operativa e
finanziaria, assistenza e consulenza
altamente specializzate. A tutto ciò si
aggiungono servizi quali l’organizzazione di seminari, convegni, incontri
formativi e informativi con gli operatori della filiera estero finalizzati al
rafforzamento della conoscenza aziendale inerente il commercio internazionale. “Tutto ciò - sottolinea il vice direttore generale Luciano Teneggi - a tutela dei rischi tipici dell’attività internazionale, per salvaguardare i corrispettivi delle vendite e facilitare l’accesso al
credito”. Nelle iniziative a supporto
delle attività delle imprese oltre frontiera rientra infine il finanziamento a
tassi fortemente competitivi (importo
massimo euro 500 mila) per l’acquisto
di impianti e attrezzature, consulenze
specialistiche per accordi di cooperazione, acquisto o affitto immobili.
Luciano Teneggi
[email protected]
A S S I C U R A Z I O N E
Quanto è importante evitare l’insolvenza dei propri crediti
Specialmente nei momenti di crisi come quello attuale, per le
imprese è sempre più importante ricorrere all’assicurazione
dei propri crediti. I motivi ce li spiega il broker assicurativo
Federico Donati, della EFFEDIBROKER. “Attraverso questo
strumento le aziende possono usufruire dei servizi collaterali
offerti dalle Compagnie che svolgono questo particolare
ramo, ad esempio: la selezione della clientela nella fase di
acquisizione del nuovo cliente, oppure il monitoraggio della
clientela per prevenire le insolvenze, che all’imprenditore
lascia la possibilità di dedicarsi al proprio business senza
preoccuparsi della solvibilità dei propri debitori. A tutto ciò si
aggiunge l’opportunità di ricevere assistenza legale in tutto il
mondo: attraverso la sottoscrizione del contratto assicurativo
l’assicurato trasferisce la maggior parte dei propri rischi
all’assicuratore, che a sua volta indennizzerà la perdita del
fatturato e delle spese legali per il recupero”.
I rischi che un’azienda corre oggi non sono più solo di carattere commerciale: al pericolo di insolvenza per l’andamento
negativo di un’azienda, al crollo del fatturato, alla chiusura
dei mercati, all’andamento negativo dell’export, si somma il
rischio di insolvenza di aziende affidabili che a loro volta
subiscono una serie di mancati pagamenti da parte dei propri clienti. “Per questo motivo – aggiunge Donati - le Com-
pagnie hanno adottato una diversa
analisi nella valutazione dei debitori
ed un monitoraggio
più attento con
risposte tempestive”. Nel vasto
mondo dell’assicurazione crediti è
però fondamentale
affidarsi a professionisti specializzati
che "costruiscono"
le polizze ad hoc
insieme all’imprenditore a seconda
Federico Donati
delle proprie esigenze, essendo in grado di effettuare previsioni sul futuro prossimo e di evidenziare pro e contro di ogni prodotto assicurativo e finanziario. “In questo modo - conclude il broker - il
cliente ha sotto gli occhi una situazione chiara e può scegliere il prodotto che più si avvicina alle proprie esigenze”.
2009 maggio/giugno CER 49
CERSTRATEGIE
BERNARDINI: “ORA
è il momento di investire in USA”
di Andrea Serri
Chicago downtown. Ovvero, il
cuore pulsante della capitale
dell’Illinois, l’elegante porzione di
città inserito all’interno del loop, la
metropolitana sopraelevata diventata
famosa in tanti film, ultimo dei quali
‘Il Fuggitivo’ con Harrison Ford. Inside the loop, il quadrilatero d’oro dello
shopping, delle università e degli edifici di rappresentanza, c’è lo studio
legale Ungaretti & Harris, al 35°
piano del numero 70 di Madison
Avenue - con vista sulla First United
Methodist Church da un lato ed il
lago Michigan dall’altra. “Uno studio
di professionisti di media grandezza,
che opera in tutti gli Stati Uniti attraverso 110 avvocati che si occupano
principalmente di proprietà intellettuale, gestione delle controversie
legali ed assistenza nella stipula dei
contratti” rileva Charles R. Bernardini, italo americano di terza generazione e partner dello studio. Una
chiacchierata a tutto campo che inizia
da un conoscente, importante cittadino non solo per la città di Chicago.
za per essere innanzitutto uno pratico,
non un idealista o
un ideologo. Quella
“Sono stato uomo eletto
della concretezza è
a Chicago (“Alderman “ e
una caratteristica di
“County Commissioner”)
Chicago,
che
fra 1986 al 1999. La
appartiene sia ai
prima volta che ho inconpolitici Democratici
trato Barack è stato in
che ai Repubblicaoccasione di un evento
ni: del resto, questa
finalizzato a raccogliere
è la città conosciuta
fondi per una causa di Charles Bernardini
negli Stati Uniti come
beneficenza cara ad
entrambi. Alla metà degli anni ‘90 "the city that works". La politica di
Barrack è entrato in politica nella mia Obama a Washington è e sarà carattestessa area liberal/riformista del parti- rizzata proprio da questo principio:
to Democratico, cosa che ci ha porta- risultati pratici, non ideologia. Un
modo di fare e di operare che, come
to a condividere molti amici”.
Quali sono le caratteristiche salienti già più volte riportato riportato da
del presidente degli Stati Uniti alcuni commentatori, intravedono
d’America, come presidente e come per questa nostra città la previsione
di diventare una delle più brillanti e
uomo?
“Il Presidente è una persona molto prospere al mondo”.
disponibile, molto ‘alla mano’ come Nei giorni immediatamente successisi usa dire in Italia, che ha come vi all’insediamento alla Casa Bianca,
priorità la propria famiglia. Obama è in Italia si era sparsa la voce di un
una persona sincera, che si caratteriz- possibile innalzamento nei dazi sulle
Charles, quando hai
conosciuto
Barrak
Obama?
piastrelle di ceramica importate
negli Stati Uniti. Hai un qualche
riscontro in merito?
“La cosa non esiste, siamo nel
campo della pura fantasia. Il Presidente Obama sì è dichiarato contrario al protezionismo e rispettoso agli
obblighi e doveri internazionali degli
Usa: una dichiarazione che, poiché in
politica le parole hanno un senso e
sono sempre espressione della verità,
scaccia il campo da ogni dubbio. Sul
tema della piastrelle di ceramica negli
Usa, molto interessante è la vostra
statistica che rileva come una alta
Armando Cafiero, Walter Bellisi, Graziano Sezzi e Andrea Serri durante l'incontro con Charles Bernardini
50 CER maggio/giugno 2009
CERSTRATEGIE
percentuale della produzione domestica statunitense di piastrelle sia
nelle mani di aziende con capitale
italiano: queste sono aziende che
godono già di un vantaggio, in termini di costo e di servizio per i clienti
nordamericani”.
città di Fairbanks, il capolugo dello
Stato. Qual’è la storia di Charles Bernardini, tre generazioni di italiani
d’America?
Il Presidente Obama ha ribadito il
primato di ‘Main Street’ su ‘Wall
Street’. Quali sono le linee di intervento che l’Amministrazione intende
seguire nel sostegno all’industria.
“Le misure messe sul campo dall’Amministrazione Obama sono molteplici. Da un lato, si sta implementando una seria di agevolazioni per le
piccole e medie imprese, con un
occhio di particolare attenzione per
chi produce negli Usa, siano queste
imprese a capitale statunitense come
anche aziende controllate da società
straniere. Si tratta di agevolazione al
credito, di risorse finanziarie che il
Governo sta stanziando ed investendo in vari settori per stimolare il
commercio e le vendite. Comunque,
l’iniziativa di maggior importanza è
legata all’iniziativa legislativa volta a
ridurre il costo del nostro sistema
sanitario, che adesso grava in modo
significativo sull’industria. Non per
niente l’accordo Fiat – Chrysler ha
inciso in modo significativo proprio
su questo aspetto, al fine di ridare
competitività alla nostra casa automobilistica”.
Uno degli epicentri della crisi dell’economia statunitense sono i mutui
subprime ed il conseguente raffreddamento della dinamica immobiliare. Nelle misure a sostegno dell’economia reale, ci sono norme volte a
Barrak Obama e Charles Bernardini
far riprendere quota a questo comparto, centrale anche per l’industria
italiana delle piastrelle.
“Questo è considerato un settore
fondamentale nell’economia statunitense. Le forze per rilanciare il settore
immobiliare ci sono, e tante di queste
sono già state messe in campo. Mi
riferisco alle sovvenzioni per i mutui
immobiliari, agli aiuti finanziari a
favore delle banche, agli stimoli all’economia in generale. Già adesso, seppur in un quadro di difficoltà, si possono notare segnali positivi. Sono
ottimista”.
Italia e Stati Uniti hanno legami
strettissimi, dove gesta epiche di italiani ne hanno contributo a fare la
storia. Felix Pedroni, emigrante di
Trignano di Fanano (Mo) nella fredda Alaska per cercare l’oro fondò la
“La mia storia è simile a quella dei
circa 20 millioni di americani con
origini italiane. Una storia che
comincia circa 100 anni fa da gente
semplice che, con grandissimo coraggio è venuta in America a cercare fortuna. Nei ricordi dei nonni mi hanno
raccontato dei viaggi in mulo o in
carrozza fino a Marsiglia; delle due
settimane in nave sull’oceano, ovviamente non in prima classe; delle 48
ore di treno, sempre in seconda classe, da New York verso l’ovest, in
quella prateria di America sotto la
quale si celava la possibilità di lavorare, 6 giorni la settimana per 10 ore al
giorno, per cercare il carbone. Lavoro
duro, ma fatto con gioia perchè così
potevano guadagnare una vita decente e dare una speranza alle loro famiglie. Un lavoro duro, costellato anche
di tragedie. Nel 1909, 100 anni fa,
nella città di Cherry, Illinois, quasi
300 minatori, molti dei quali italiani
tra cui mio nonno Benedetto Ciro,
persero la vita: una tragedia che ha
spinto alla creazione di una nuova
legge finalizzata al sostegno e salvaguardia delle famiglie rese orfane da
tragedie come queste. A novembre di
quest’anno, una delegazione verrà
dall’Italia per commemorare l’evento”.
Chicago e le contee circostanti vantano ancor oggi diversi insediamenti di
emigranti italiani, provenienti dell’alto Appennino modenese ed emiliano
in particolare. Esistono ancora lega2009 maggio/giugno CER 51
CERSTRATEGIE
mi e tradizioni condivise?
“Un secolo fa, molti modenesi e
bolognesi originari dell’Appenino
sono arrivati in Illinois per lavorare
nelle miniere di carbone. Sono nati
diversi piccoli paesi nella prateria,
dove adesso risiedono migliaia di italoamericani con cognomi emiliani.
Oggi siamo alla 3° e 4° generazioni,
con pochi di questi che parlano correntemente l’italiano o che hanno
visitato l’Italia anche solo per turismo. Quello che invece si è mantenuto e radicato sono le tradizioni religiosi e la gastronomia”.
Oggi c’è un altro celebre italo - canadese che ha raggiunto valore mondiale, puntando sull’industria. Sergio
Marchionne, che tu hai conosciuto e
premiato nello scorso mese di settembre in un incontro organizzato
dalla Camera di Commercio Italiana
di Chicago.
“Sergio Marchionne, davanti ad
una platea particolarmente attenta,
ha sottolineato la crescita, le strategie
ed i risultati positivi ottenuti da Case
New Holland (CNH), la società internazionale con sede a Chicago attiva
nel campo delle macchine movimento terra. Nel suo discorso ha sviluppato osservazioni molto acute e sensibili sul ruolo e l’importanza degli
Stati Uniti nel mondo, non solo per
quanto riguarda il business.
La cosa che ha maggiormente colpito i presenti è che Sergio Marchionne non è arrivato solo per ritirare il
premio, con i soliti convenevoli e ringraziamento di rito, ma aveva preparato con grande cura il proprio intervento, con l’obiettivo di sviluppare
52 CER maggio/giugno 2009
Sergio Marchionne e Charles Bernardini
per la platea ragionamenti di grande
interesse e serietà. Questo dimostra
non solo che è una persona seria, ma
anche rispettosa delle persone che
erano venuti per sentirlo. Ho partecipato a tanti discorsi di politici e di
uomini d’affari in simili occasioni, ma
solo pochi sono coloro che hanno l’eleganza di rispettare i partecipanti
grazie ad un discorso preparato in
maniera seria e documentata”.
Ho letto sul Wall Street Journal del
24 aprile che, “secondo fonti non
confermate vicino alla casa automobilistica” – una interessante allocuzione tipica del vostro giornalismo lo stabilimento Chrysler di Chicago,
che si chiama Belvidere, è quello in
cui verranno costruite le Alfa
Romeo, e che questo sarà uno dei tre
sull’intero territorio degli Stati Uniti
in cui verranno assemblate le auto
del Gruppo Fiat, attualmente prodotte e vendute in Europa. Che caratte-
ristiche ha oggi questo stabilimento?
“Belvidere è appena fuori Chicago,
nella campagna verso Wisconsin. Si
tratta di un impianto moderno, dotato di un ampio spazio intorno utile
per poter crescere e svilupparsi”.
Che cosa significa l’accordo Fiat Chrysler per gli Stati Uniti e per gli
italoamericani in particolare?
“E’ certamente un motivo di orgoglio per gli italoamericani, oltre che
una importante ed ulteriore spinta
positiva all’immagine dell’industria
italiana, e non solo per il comparto
dell’automotive. Questo accordo sottolinea il fatto che oggi è, come non
mai da diversi anni a questa parte, il
periodo migliore per investire nelle
fabbriche e nella produzione negli
Stati Uniti, approfittando della riduzione nei prezzi degli asset industriali
e di un euro forte che rende più convenienti gli acquisti”.
[email protected]
CERINNOVAZIONE TECNOLOGICA
CERAMICA SANITARIA,
alla caccia del microbo
di Thomas Foschini
In gergo si chiamano smalti
antibatterici. Più corretto, dal
punto di vista scientifico, parlare di
composti con proprietà fotocatalitiche,
in grado cioè di innescare, quando
esposti alla normale luce del sole o a
determinati tipi di radiazioni luminose
(per esempio i raggi UHV), processi di
iper-ossidazione delle sostanze organiche presenti su una determinata
superficie; il tutto grazie ai radicali
liberi iper-attivi che risultano dal processo di fotocatalisi, con i quali le
molecole organiche reagiscono. Composti che se applicati su una superficie
sono in grado, in pratica, di distruggere lo sporco, batteri in primo luogo,
per il solo effetto dell’esposizione alla
luce.
Non pochi, per la verità, i problemi
che si pongono nel passaggio dalla
ricerca pura alle potenziali applicazioni industriali. Specie se il target è l’industria dei sanitari. Parola di Setec -
Servizi e Tecnologia per la Ceramica l’azienda di Civita Castellana (Vt) specializzata nella fornitura di servizi e
tecnologie per la filiera dei sanitari.
“Applicare titanio nanoparticellare in
terza cottura non è un problema,
quando si tratta di una piastrella”,
osserva l’ingegner Domenico Fortuna, presidente di Setec, che da anni
annovera la ricerca sugli smalti antibatterici tra i principali ambiti di attività del proprio laboratorio. Sul sanitario invece lo è, “per la necessità di
pulirlo, spolverarlo, riposizionarlo per
la spruzzatura e la ricottura”. Operazioni dal costo economico e logistico
insostenibile, nota Fortuna, “per la
particolare conformazione geometrica
del manufatto, e per l’organizzazione
delle linee produttive che prevedono
molte manipolazioni”.
A dimostrarlo, sottolinea il presidente
di Setec, sono i dati di mercato relativi
ai risultati delle proposte commerciali
Smalti antibattrici a confronto
Campione
Parametro
Concentrazione iniziale (cfu/ml)
Percentuale di
sopravvivenza (%)
STANDARD
Escherichia Coli
Top 100
10-6
100
STD+Titanio
Escherichia Coli
Top 100
10-6
40.8
STD+Argento
Escherichia Coli
Top 100
10-6
75.1
STD+Zinco
Escherichia Coli
Top 100
10-6
55.1
STD+Zinco/Titanio
Escherichia Coli
Top 100
10-6
34.3
STD+Argento/Titanio
Escherichia Coli
Top 100
10-6
62.4
“Standard” = mattonella in vitreous china smaltata con smalto bianco A. Percentuale di sopravvivenza (%) =
100 (Ne/No), dove Ne indica il numero di batteri vivi sulla mattonella esaminata e No indica il numero di batteri
vivi sulla mattonella di controllo.
Fonte: Se.Te.C
54 CER maggio/giugno 2009
in tema di smalti antibatterici rispetto
al settore dei sanitari. “Risposta assente, o scarsissima - spiega - proprio per
i costi economici e logistici non accettabili”. Anche prodotti “semplicemente” idrofobi o super-idrofili (che riducono cioè l’angolo di contatto tra l’acqua e la superficie, creando un velo
ampio e sottile in grado di “lavarla”
più facilmente) hanno avuto scarsissimo riscontro in questa filiera, proprio
per la necessità di dover essere, analogamente, applicate a fine linea.
“Tenendo conto di questi riscontri di
mercato abbiamo istituito un filone di
ricerca mirato ad ottenere direttamente un effetto antibatterico applicando
il composto in un unica soluzione,
insieme allo smalto, o al limite in
sovrastrato, direttamente in linea e
prima della cottura”. Questo, rileva
Fortuna, “ci permetterebbe di ridurre
i costi al solo prezzo del materiale, e
di semplificare notevolmente le questioni logistiche”. Il problema principale è che il biossido di titanio, a temperature superiori ai 600 gradi, cambia la sua forma cristallina, da ossido
di titanio “anatase” a ossido di titanio
“rutilo” (due delle tre forme cristalline
del composto presenti in natura),
annullando la gran parte delle proprietà fotocatalitiche proprie del composto. “Come è noto, la fase di cottura dei sanitari richiede temperature
superiori ai 1.200 gradi”, osserva Fortuna.
Una possibile alternativa al TiO2 - il
fotocalizzatore più conosciuto, studiato, e dalle proprietà fotocatalitiche
più importanti in termini di potere
ossidante - individuata nei laboratori
Setec è rappresentata dall’ossido di
CERINNOVAZIONE TECNOLOGICA
I N
L A B O R ATO R I O
Come funziona il test
Il test antibatterico permette di valutare quantitativamente l’attività antimicrobica della superficie ceramica smaltata. L’Escherichia Coli viene scelto come
batterio per il test, perché questi antimicrobici richiedono un contatto forte
con le celle microbiali per espletare la massima attività.
Da una sospensione batterica di Escherichia Coli, fatta crescere in adatto terreno di coltura per circa 24 h, viene prelevato 1 ml e posto in 100 ml di terreno “agar” in acqua demonizzata. Un ml di questo terreno agar, inoculato con
Escherichia Coli, viene pipettato sulla superficie della piastra di ceramica smaltata in un’apposita area delimitata da un cilindro di vetro.
È necessario un campione di controllo per confermare le condizioni del batterio; lo stesso campione può essere utilizzato come standard per il calcolo del
rapporto di sopravvivenza. Dopo 24 ore di contatto, 100 µl del terreno agararizzato, depositato sulle piastre smaltate, vengono prelevati ed inoculati su
una piastra di Petri con agar a 37°C per 24 h. Il confronto del numero di batteri vivi permette di verificare la capacità antimicrobica dello smalto.
In foto, la piastra di Petri con
Escherichia Coli dopo 24 h di
crescita, ottenuto dal prelievo
sulla piastra smaltata con smalto standard (STD).
In foto la piastra di Petri con
Escherichia Coli dopo 24 h di
crescita, ottenuto dal prelievo
sulla piastra smaltata con smalto STD+Zinco/Titanio.
zinco, in formula ZnO. Semiconduttore dalle proprietà simili, ha il vantaggio di non modificare la propria struttura cristallina al crescere della temperatura. Tra le ultime frontiere esplorate
da Setec, c’è anche una miscela tra
ossido di zinco e ossido di argento, in
grado probabilmente di risolvere gli
ultimi ostacoli che si frappongono a
un utilizzo industriale su vasta scala.
Sì, perché il problema di questa soluzione si esprime nelle percentuali
ancora non del tutto soddisfacenti
rispetto alla degradazione delle sostanze organiche: “Al momento - ammette
Fortuna - i nostri dati oscillano tra il
50 e il 65%. Si tratta di un buon risultato, ma ancora lontanissimo dal 90 e
oltre raggiungibile con il post-trattamento. Riteniamo comunque che sia
presto per proporre la soluzione al
mercato. Abbiamo intenzione di proseguire sulla strada della ricerca, per
innalzare questa percentuale”. Come?
Ottimizzando i dosaggi, facendo lavorare in sinergia più materiali (per
esempio l’ossido di argento, una delle
ultime direzioni esplorate da Setec),
partendo dal presupposto che a parità
di altre condizioni l’ossido di zinco è
meno esposto alle variazioni di temperatura ma dispone di proprietà fotocatalitiche più limitate.
I tempi? Per vedere la soluzione sul
mercato, rivela il presidente di Setec che ha archiviato con soddisfazione il
buon successo di mercato di un altro
importante filone di ricerca dell’azienda di Civita Castellana, quello sui
“deflocculanti” - bisognerà attendere la
fine del 2009. L’idea è quella di puntare su un composto miscelabile direttamente nello smalto, senza la necessità
di applicare strati aggiuntivi (il che,
spiega Fortuna, non dovrebbe causare
particolari problemi tecnici, se non
alcuni accorgimenti nella preparazione
dello smalto). Nessun dettaglio preciso, per il momento, sui costi - “dipenderà dall’esatta composizione della
miscela e dalla quantità da applicare”,
nota Fortuna - comunque nell’ordine
di pochi euro a pezzo. Un’opportunità
comunque da valutare, per una filiera,
quella dei sanitari, che non ha potuto
finora ricavare dalle ricerche sugli
smalti antibatterici vantaggi tangibili e
concretamente applicabili al processo
produttivo.
[email protected]
2009 maggio/giugno CER 55
CERENERGIA
SBOTTIGLIARE IL GAS
per essere più competitivi
di Simone Ricci
Il mercato del gas in Italia,
anche dopo la liberalizzazione
avviata nel 2000, vive una situazione
di distorsione evidente per cui non si
può ancora parlare di un vero mercato
libero, dove il prezzo derivi dall’incontro tra domanda e offerta. Da un lato
ENI, l’operatore dominante, che porta
nelle casse dello Stato oltre 60 miliardi
di euro all’anno, e dall’altra le imprese,
che soffrono di un sempre maggiore
gap competitivo nei confronti degli
concorrenti stranieri.
La strozzatura del sistema impatta in
modo drammatico sul sistema industriale del nostro Paese: basti pensare
che nei settori energivori consorziati a
Gas Intensive - 240 aziende manifatturiere dal vetro alla ceramica, dalla carta
ai metalli, che consumano 5,5 miliardi
di metri cubi di gas annui, pari a circa
il 30% dei consumi industriali di gas
metano - il gas rappresenta una vera
materia prima, incidendo in media per
oltre il 15-20% sui costi totali di produzione.
Il tavolo dei relatori al convegno tenutosi presso Confindustria Ceramica
56 CER maggio/giugno 2009
“Siamo di fronte ad un vero fenomeno
di elusione da parte di ENI dei tetti di
distribuzione del gas fissati dall’antitrust al 70% - afferma Claudio Di Macco
dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas
- e risulta evidente la necessità di prorogare tali tetti per altri 5 anni e allo
stesso tempo incentivare gli investimenti esteri nel settore italiano del
gas”. “Le proposte dell’Autorità - sottolinea Di Macco - ribadiscono anche la
necessità di avere una rete indipendente con una proprietà delle infrastrutture diversa e affiancata a quella dell’operatore dominante”.
“Vi è una palese asimmetria tra il settore del gas e l’industria in Italia -afferma
Antonio Costato, vice presidente di
Confindustria - ed è fondamentale che
si ricrei un clima di collaborazione così
come è avvenuto per il mercato dell’energia elettrica. ENI deve essere al servizio del sistema Paese così come EDF
lo è in Francia; “sbottigliare”non significa solo investire in infrastrutture,
bensì riformare le norme che regolamentano il nostro settore energetico e
per fare ciò ci deve essere una forte
volontà politica orientata alla salvaguardia del nostro tessuto industriale e
dei principi di concorrenza e di trasparenza del mercato”.
“L’obiettivo finale è rendere più competitive le imprese italiane, per le quali
uno dei principali elementi di costo è
l’energia - afferma l’On Francesco
Casoli della Commissione Industria del
Senato - ed è in questa ottica che si
inserisce l’emendamento 18.8. al ddl
Sviluppo. La politica deve fare recuperare il ruolo di campione nazionale ad
ENI per sostenere il sistema economi-
CERENERGIA
co dell’Italia perché la nostra economia
ha una colonna vertebrale fondata
dalle PMI che vanno salvaguardate.”
“Secondo alcuni, aumentare i tetti rappresenterebbe un possibile indebolimento di ENI - prosegue l’On Casoli mentre io credo, in un’ottica di più
ampio respiro temporale che il rafforzamento del sistema delle imprese che
costituiscono il parco clienti di Eni
potrà giovare anche all’operatore
dominante, fermo restando che non
possiamo continuare a prorogare i tetti
per sempre”.
“Effettivamente il mercato del gas in
Italia è molto indietro nel processo di
liberalizzazione - conferma Luca Dal
Fabbro di EON Italia, partner tecnico
di Gas Intensive - mentre il mercato
dell’energia elettrica è uno dei più liberalizzati del mondo, grazie anche alle
grandi dismissioni operate da parte di
Enel, che hanno consentito a società
come EON di entrare.”
“Ritengo primario lo sforzo per favorire gli investimenti di altri operatori
anche per il gas - prosegue Dal Fabbro
- poiché ENI in realtà è l’unico operatore che investe per la sicurezza energetica dell’Italia. Gli stoccaggi sono
fondamentali per dare risposta ai
periodi di crisi e alle stagionalità, ma
non dobbiamo focalizzare l’attenzione
solo sui volumi, bensì lavorare per un
patto tra domanda e offerta, tra governo e operatori sulle infrastrutture, per
stimolare la flessibilità e attuare una
revisione del lato normativo”.
“Nonostante la crisi e il calo dei prezzi
delle commodities - afferma il presidente di Gas Intensive Alfonso Panzani noi paghiamo il gas mediamente di più
Confronto prezzi mensili* delle borse gas
gennaio 2008-marzo 2009
Prezzo Gas Italia, netto imposte, per consumatore tipo: ~20 Mln mc/anno (anno termico)
*medie aritmetiche da gennaio 2008
a marzo 2009
dei nostri competitor stranieri. Colpa
anche del meccanismo di indicizzazione a 9 mesi, di fatto imposto da Eni
nell’ultima campagna contrattuale, che
lega il prezzo del gas metano ai prezzi
della filiera dei prodotti petroliferi e
che quindi fa riferimento al valore
massimo dell’anno scorso, assolutamente non rappresentativo del mercato.”
“Abbiamo salutato con favore l’intervento dell’Autorità - prosegue Panzani
- perché per noi è necessario prolungare i tetti antitrust. Ora le imprese
hanno precluso l’accesso agli stoccaggi
e non possiamo fare una contrattazione evoluta e sfruttare flessibilità gestionali alle quali non abbiamo accesso. Ci
vuole chiarezza sulla posizione di ENI
tra il ruolo politico e quello di impresa,
tornando al principio fondatore di
Enrico Mattei e cioè che ENI deve
sostenere la crescita del Paese”.
“Dobbiamo creare le condizioni perché
il prezzo del metano scenda e le tariffe
siano competitive con le altre nazioni
europee - conclude Panzani - tenendo
ben presente che il consumo di gas
(anche industriale) non è lineare: per
far fronte alle stagionalità è fondamentale una evoluta capacità di modulazione e quindi una disponibilità di accesso al servizio di stoccaggio. Ribadiamo
che i settori gas intensive, in virtù della
loro collocazione strategica a monte di
importanti produzioni manifatturiere,
sono in grado di agire da volano per
gran parte del sistema industriale del
paese e di immettere lungo le filiere
produttive, in caso di diminuzione del
prezzo del gas, un fattore di competitività a beneficio delle aziende, dei lavoratori, del paese.”
[email protected]
2009 maggio/giugno CER 57
CERINFRASTRUTTURE
SCALO DI MARZAGLIA,
nodo strategico per l’Area Vasta
di Simone Lazzaretti
Il distretto ceramico punta
molto, per il suo futuro, alla logistica. Per la viabilità modenese e non
solo è attesa da anni un’opera strategica che consentirà di snellire la viabilità
ed il trasporto su gomma e razionalizzare quello delle merci. Stiamo parlando dello scalo merci di Marzaglia, al
quale l’Ordine degli Ingegneri di
Modena, Parma e Reggio Emilia ha
dedicato un convegno, tenutosi il 16
aprile a Modena. L’obiettivo: fare il
punto sul progetto di realizzazione di
questa fondamentale infrastruttura,
mettendo a fuoco le principali problematiche relative al trasporto merci.
L’esigenza di ridurre la dipendenza
dal trasporto su gomma, che in Italia
rappresenta il 90% della mobilità complessiva, ha portato il sistema ferroviario nazionale ad una fase di rilancio
per uscire da una situazione di immo-
I
bilità consolidata. Mancano infrastrutture collegate al trasporto su rotaie, e
l’esigenza di rinforzare la mobilità e
l’integrazione tra i vari sistemi territoriali su diverse reti di connessione è
sempre più concreta. Per questo si
lavora anche a livello locale, con un
progetto che avrà un ruolo strategico
per la viabilità della cosiddetta “Area
Vasta”, costituita dalle province di
Modena, Reggio Emilia e Parma. Lo
scalo merci di Marzaglia è uno degli
elementi necessari al potenziamento
ed alla riqualificazione dei corridoi
multimodali e delle connessioni di
interscambio tra mezzi di trasporto
differenti che si trovano nell’ambito del
“nodo” di Modena Ovest-Rubiera.
Al convegno, che si è tenuto in continuità al precedente seminario del
2008 sul tema della mobilità stradale
dell’area, hanno preso parte esperti di
N U M E R I
Il layout e le potenzialità dello scalo
Il lay out dello scalo di Marzaglia prevede in
una prima fase, la dotazione di 7 binari di carico- scarico suddivisi in due fasci: fascio di 4
binari di carico-scarico diretto per trasporto
tradizionale di circa 460 metri; fascio di 3 binari di carico-scarico intermodale di circa 650
metri. Sono inoltre previsti 7 binari di arrivopartenza di circa 700 mt e 6 binari di fascio
d'appoggio per la manovra di 700 mt. Le
dimensioni dello scalo sono pari a: 76mila mq
il terminal intermodale, 44 mila il terminale per
il traffico tradizionale, 15 mila l'area di stoccaggio; 4 mila l'area manutenzioni, 12 mila la
zona adibita a parcheggi e uffici.
58 CER maggio/giugno 2009
mobilità, infrastrutture, rappresentanti
di imprese e istituzioni delle tre province coinvolte.
Uno degli interventi principali è
stato quello di Mauro Moretti, amministratore delegato Ferrovie dello Stato,
che ha confermato la rilevanza internazionale dello scalo a livello di infrastrutture. Moretti ha poi presentato la
nuova struttura “FS Logistica” istituita
da Ferrovie dello Stato nel 2008 per la
gestione del trasporto merci. Il nostro
paese (e in particolare il territorio
modenese) si qualifica infatti in ambito
europeo come un importante asse viario grazie alla confluenza dell’Autostrada del Brennero quella del Sole, e i
mercati nazionali ed internazionali in
cui le attività dell’area vasta ne sono
protagoniste.
Per lo scalo ferroviario di Marzaglia e
il suo possibile collegamento con
CERINFRASTRUTTURE
Carta della mobilità: rete della viabilità di rango provinciale e sue relazioni con le altre infrastrutture
della mobilità viaria e ferroviaria. Dettaglio di Modena.
Dinazzano urgono le opere viarie; è
questo il principale messaggio uscito
nel convegno. “Marzaglia è un nodo
importante per il Paese, al momento
manca la realizzazione delle opere stradali, è ora che la Campogalliano-Sassuolo esca dall’angolo” ha sottolineato
l’assessore regionale alla Mobilità Alfredo Peri, che ha poi rivolto un appello
ad Anas e Governo affinchè questo
avvenga in tempi rapidi. L’ad Moretti
ha spiegato che “lo scalo sarà gestito
dalle Ferrovie dello Stato e i tempi si
stanno rispettando”.
È intervenuto tra gli altri anche
Marco Stancari, dirigente della Pianificazione del Comune di Modena, che ha
tracciato lo stato dell’arte per quanto
riguarda la realizzazione dello scalo
merci delineandone la strategia all’interno del sistema infrastrutturale locale. In particolare per quanto riguarda il
trasporto merci nel bacino delle ceramiche nelle provincie di Modena e
Reggio Emilia, il nuovo scalo merci di
Marzaglia dovrà integrarsi dal punto di
vista logistico con quello di Dinazzano
e tra i due dovrà essere realizzato un
collegamento ferroviario elettrificato.
Al convegno ha preso parte anche
Rino Rosini, direttore generale dell’Istituto dei Trasporti e della Logistica EmiliaRomagna, che ha fornito dati aggiornati sulla mobilità su ferro e gomma in
Regione. Per quanto riguarda la
domanda di servizi logistici, la richiesta delle imprese del settore ceramico
si concentra sul trasporto intermodale
e tradizionale sia per la distribuzione
internazionale, sia per i flussi di rifornimento. “Le piattaforme di Rubiera e
Dinazzano offrono servizi in grado di
coprire l’offerta - ha spiegato - e in
caso di sviluppo del potenziale dell’intermodalità, Marzaglia potrà integrare
ulteriore capacità produttiva”.
Da segnalare anche la presenza di
Sergio Rossato, amministratore unico e
direttore generale d’Interporto di Padova
spa, che ha presentato il caso di eccellenza del terminal intermodale padovano.
Secondo gli ordini degli ingegneri
molto resta ancora da fare a partire
dal sistema infrastrutturale, concepito
quindici anni fa quando furono sottoscritti gli accordi per l’alta velocità tra
ferrovie dello stato e istituzioni locali.
Marzaglia si trova a metà strada tra i
distretti di Campogalliano, Sassuolo e
Rubiera ancora oggi non collegati efficientemente tra loro: l’unica realtà esistente per il trasporto merci è lo scalo
di Dinazzano principalmente utilizzato per le materie prime in arrivo per
la produzione ceramica. Da qui, l’importanza assoluta di realizzare il collegamento ferroviario con lo scalo di
Marzaglia che, come ha sottolineato
l’assessore alle Infrastrutture del Comu-
ne di Modena Daniele Sitta “dovrebbe
essere pronto entro il 2010. Per allora
dovranno essere garantiti i collegamenti viari con l’Autobrennero, l’Autostrada del sole, la tangenziale di
Modena e di Rubiera”. Nel corso del
convegno si è guardato alle prospettive future che l’infrastruttura aprirà
“proiettando lo scalo all’interno del
Sistema Europa e dei mercati internazionali” ha spiegato Elisa Abati, coordinatrice del gruppo di lavoro per l’Ordine degli Ingegneri di Modena. Le ha
fatto eco l’assessore provinciale all’Urbanistica Maurizio Maletti: “quest’opera è frutto di una visione più ampia
dei temi territoriali e servirà per
togliere camion dalle strade”.
La posta in gioco è alta, e lo sforzo
di lavorare insieme superando i campanilismi non è semplice: da sole le tre
province non avranno mai il rilievo di
area metropolitana di valenza europea,
evidente invece nella sua rappresentazione integrata. L’area vasta di ModenaReggio Emilia-Parma rappresenta un
sistema di città e territori che sempre
più dovranno costituire una piattaforma logistica europea posizionata tra
l’Autostrada A1, l’A22 del Brennero, la
Cisa e la fermata Medio Padana dell’Alta Velocità, auspicando la realizzazione
del corridoio Brennero-Tirreno, stradale e ferroviario.
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2009 maggio/giugno CER 59
CERLAVORO
FORMAZIONE SPECIFICA
per i lavoratori in difficoltà
di Giulia Vellani
Le modifiche intervenute negli
assetti organizzativi di molte
aziende a seguito del difficile momento economico hanno portato molte di
queste a rivedere i propri organici e a
valutare azioni concordate con i sindacati per l’avvio di procedure di mobilità e Cigs (cassa integrazione straordinaria) per i propri lavoratori. In un
contesto di disagio lavorativo, la formazione rappresenta lo strumento
ideale per i lavoratori del comparto
ceramico, al fine di professionalizzarli
e consentirne il reinserimento nel mercato del lavoro con competenze più
adatte ai nuovi scenari. Una particolare attenzione va quindi prestata alla
formazione dei lavoratori fuoriusciti
dal processo produttivo, affinché possano accedere a nuove opportunità
lavorative, così come di coloro che
sono ancora dentro le imprese, per sviluppare la competitività delle stesse e
tutelare quindi il mantenimento di
migliori livelli occupazionali.
Cerform, in collaborazione con le
organizzazioni sindacali del territorio,
ha messo a punto uno specifico Piano
per l’occupabilità nell’area ceramica, una
proposta formativa impostata secondo
criteri quali tempestività per garantire
formazione e opportunità ai lavoratori
interessati da piani di gestione degli
esuberi e licenziamenti; raccordo e
coordinamento con le organizzazioni
sindacali; sviluppo di progetti flessibili. L’obiettivo è in primis quello di intervenire in maniera intensiva sull’occupabilità dei lavoratori coinvolti da crisi
aziendali, in linea con quanto sta
emergendo nell’ambito dei Tavoli Provinciali dedicati al fronteggiamento
della crisi occupazionale.
Le attività proposte da Cerform, del
tutto gratuite grazie al finanziamento
del Fondo Sociale Europeo, del Ministero del Lavoro, della Regione EmiliaRomagna e con l’approvazione della
Provincia di Modena, si rivolgono agli
iscritti alle liste di mobilità del Centro
per l’Impiego di Modena (Cpi) provenienti da aziende ceramiche, e a lavoratori iscritti alle liste di disoccupazione da meno di 12 mesi, in molti casi
precari e atipici non coperti da
ammortizzatori sociali.
L’esigenza di intervenire attraverso
un programma di formazione mirato
nasce dall’osservazione dell’attuale
situazione nel comparto: al 31 dicembre 2008 il Centro per l’Impiego di
Sassuolo ha rilevato 1.099 lavoratori
2009 maggio/giugno CER 61
CERLAVORO
quenza, anche se la partecipazione al
corso e le conoscenza sviluppate costituiscono comunque un elemento fondamentale per il rilascio della scheda
di capacità e conoscenza.
I percorsi formativi previsti all’interno del Piano per l’Occupabilità hanno
preso il via nel mese di aprile 2009 per
concludersi a giugno. L’attività formativa è organizzata presso la sede di
Cerform a Sassuolo. Le aree professionali collegabili ad ogni singolo progetto sono infatti individuate a priori per
rendere possibile un successivo sbocco
alla certificazione. Assieme alla Provincia sarà poi possibile valutare come
organizzare i necessari processi di qualificazione e le specifiche richieste di
certificazione.
All’intervento mirato sulla mobilità
fino a qui illustrato si affiancano poi
numerose altre attività organizzate
sempre al fine di sostenere la qualificazione, l’aggiornamento e la specializzazione nel comparto ceramico.
Infatti, anche attraverso le risorse
disponibili sui Fondi Interprofessionali, in particolar modo Fondimpresa
per le imprese industriali, è possibile
realizzare interventi di aggiornamento,
formazione e riqualificazione professionale per i lavoratori e le lavoratrici
delle imprese del settore ceramico.
Già alcune imprese si stanno muovendo in questa direzione, utilizzando
in questo modo tutti gli strumenti a
propria disposizione per sostenere le
competenze professionali in un
momento particolare in questa fase di
grande incertezza.
foto di Vincenzo Conelli
in mobilità. Il bacino di utenza disoccupazione include disoccupati di
breve periodo, ex lavoratori precari,
co.co.pro., lavoratori a tempo determinato.
Cerform interviene in linea con la
procedura “just in time” proponendo
soluzioni diversificate sulle esigenze
delle persone in difficoltà e in sintonia
con il contesto economico attuale, per
fornire loro un’offerta di aggiornamento professionale ampia e flessibile.
L’esperienza di formazione proposta
accompagna la mobilità di lavoratori
dell’area urbana del distretto ceramico
con percorsi di formazione finalizzati
all’aggiornamento ed alla riqualificazione lavorativa. In questo modo il
lavoratore può ‘sfruttare’ il periodo di
non occupazione per prendersi cura
del proprio bagaglio di conoscenze e
competenze professionali.
Le tipologie di percorso formativo
individuate sono 4, della durata di
100 ore di cui 40 di project work, ciascuno dei quali dedicato a 12 lavoratori in mobilità o disoccupati di breve
durata provenienti da crisi aziendali
nel settore ceramico. Queste le aree di
competenza individuate: energia e
ambiente; pneumatica, oleodinamica,
idraulica; elettronica e informatica
industriale; innovazioni tecnologiche e
produttive nella ceramica e meccanoceramica.
Il project work prevede la sperimentazione pratica delle conoscenze
apprese durante la formazione teorica
con l’ausilio di materiali didattici, ed il
confronto con i bisogni professionali
delle imprese. A fine corso viene rilasciato un attestato relativo alla sola fre-
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2009 maggio/giugno CER 63
CERLAVORO
INTEGRAZIONE IMMIGRATI:
un progetto del Rotary
di Simona Malagoli
Carlo Cottica
I massicci flussi migratori che
hanno interessato negli ultimi
anni il nostro Paese e la forte domanda
occupazionale volta a reperire da parte
delle aziende una determinata tipologia di manodopera, spesso disposta a
svolgere mansioni particolarmente
pesanti, ha determinato nei comuni
del comprensorio ceramico una presenza rilevante di lavoratori extracomunitari. Stando alle percentuali d’iscritti alle liste anagrafiche (Servizio
Statistico e Osservatorio Economico e
Sociale Provincia di Modena), risulta
come a Fiorano gli stranieri impiegati
siano il 7,1%, a Formigine il 6,2%, a
Maranello 7,4% e a Sassuolo 12,3%.
La dimensione del fenomeno non è
dunque affatto marginale e, tanto
meno, di facile gestione. Il percorso
d’integrazione all’interno della nostra
comunità, come della realtà aziendale
in cui questi lavoratori operano, al
quale essi devono aspirare a raggiungere al più presto, incontra spesso complicazioni dovute alle differenze culturali, sociali, nonché all’estrema difficoltà nel riuscire a comprendere e ad
esprimersi in una lingua diversa dalla
propria.
La capacità comunicativa risulta fondamentale ai fini di un buon
inserimento: un aspetto la cui centralità
viene sottolineata
anche dal progetto
“Alfabetizzazione” lanciato a livello mondiale dal Rotary International, volto a sviluppare la conoscenza
Un momento della presentazione del libro tenutasi il 17 aprile 2009
64 CER maggio/giugno 2009
della lingua del Paese ospitante presso
i lavoratori stranieri presenti in quello
Stato. Interpretandone le direttive in
funzione delle problematiche locali, il
Rotary Club di Sassuolo, al fine di facilitare l’integrazione ai cittadini extracomunitari residenti nel comprensorio,
ha realizzato una pubblicazione, redatta in quattro lingue, a loro destinata.
Il volume, dal titolo Benvenuti nel
comprensorio ceramico di Sassuolo, illustra in breve, attraverso un linguaggio
volutamente semplice ed una grafica
chiara e pulita, la struttura e le caratteristiche della zona, la ceramica quale
principale attività economica, ma
anche l’indotto, fornendo inoltre preziose informazioni pratiche su specifici
argomenti quali la sicurezza in fabbrica
e le normative sul lavoro. Termina con
il “Glossario ceramico minimo”, vocabolario caratterizzato dalle duecento
parole più comuni usate in questo
ambiente. Nell’intento di estenderne la
comprensione al maggior numero di
popolazioni, “la scelta delle lingue
inserite nella pubblicazione - italiano,
inglese, russo e arabo - è stata alquanto
ragionata”, riferisce il suo curatore
Carlo Cottica nel corso della presentazione avvenuta lo scorso 17 aprile
presso la Sala Conferenze di Confindustria Ceramica. Si tratta di “un’iniziativa che va nel senso della globalizzazione, dell’apertura, dell’inserimento”,
sostiene il presidente dell’Associazione
Alfonso Panzani, vedendo nell’immigrazione, in un’ottica d’internazionalizzazione dell’attività produttiva, una
preziosa opportunità da cogliere per
formare in Italia persone in grado, poi,
di poter essere utilizzate all’estero dalle
CERLAVORO
imprese ceramiche, col grande vantaggio di conoscere sia la mentalità italiana ma soprattutto quella del loro Paese
d’origine. “Capisco che dobbiamo
rafforzare anche il nostro localismo, le
nostre radici locali, ma non possiamo
da un lato voler andare sui mercati e
dall’altro chiuderci in casa: sono due
cose che non possono stare insieme.
Dobbiamo, invece, cercar di far crescere culturalmente tutti quelli che vivono
sul territorio, con coraggio, in modo
tale che si possa creare anche una politica d’osmosi, poiché credo sia importante sviluppare una sensibilità all’inserimento sia sociale che civile”. E proprio questo è lo scopo con cui è stato
realizzato questo libretto, sottolinea
Emilio Galavotti, presidente del Rotary
Club di Sassuolo: “poter fare in modo
che vi sia una migliore integrazione
all’interno del comprensorio della
ceramica a tutto tondo - cioè anche
nell’ambito di ciò che le gira intorno secondo l’approccio del ‘gestire e non
subire il cambiamento’. Già sono tanti
i disagi - a livello di domicilio, di lingua, di quotidianità - che si trova a
dover affrontare chi dall’estero giunge
nel comprensorio; questo vuole essere
uno strumento per permetter loro di
trovare un’occupazione ed integrarsi
nella società più facilmente, ai fini di
acquisire una maggiore dignità”.
In tal senso, il sindacato, rappresentato al convegno dal segretario provinciale della CGIL ceramica Manuela
Gozzi, mette costantemente in campo
campagne d’informazione e di lavoro,
svolgendo, grazie al centro lavoratori
stranieri, un ruolo non soltanto di servizio - che riguarda ad esempio tutta la
parte burocratica legata alle difficoltà
per l’ottenimento del rinnovo di un
permesso di soggiorno, o contrattuale,
concernente la tutela e il miglioramento della loro condizione lavorativa - ma
anche politico. Le organizzazioni sindacali - secondo Manuela Gozzi - possono fare molto, ritenendo che ci
voglia, però, un senso di responsabilità
comune per porre tutti alla pari, perchè i contratti possono fare una parte,
le organizzazioni con i centri lavoratori
stranieri un’altra, ma debba essere l’insieme complessivo della società a contribuire e lavorare in questa direzione.
“Il più delle volte – riporta - ci sono
lavoratori extracomunitari che hanno
un livello culturale molto più alto
della scolarità media presente nel
distretto sassolese, ma che in Italia
non è loro riconosciuto, determinandone così l’impiego nelle mansioni
meno qualificate”.
Dal punto di vista della formazione,
poi, non ci sono delle grandissime iniziative, contrariamente a quanto avviene per l’alfabetizzazione. “Il momento
sarebbe favorevole - evidenzia Carlo
Cottica, in veste anche di presidente
della Commissione Formazione, Scuola e
Università di Confindustria Ceramica esistendo fondi disponibili attraverso,
ad esempio, le istituzioni regionali e
periodi di non lavoro per i dipendenti.
Inoltre, trovarsi al termine della crisi
con una forza lavoro più preparata
significherebbe essere maggiormente
pronti nel momento della ripresa”. Se
riguardo al tema di un’eventuale politica attiva d’immigrazione rivolta alle
professionalità più elevate, Carlo Cottica si dimostra scettico nell’immaginare
l’Università italiana quale polo d’attrazione di cervelli, ritiene invece che i
lavoratori stranieri possano contribuire
molto all’eccellenza del Made in Italy.
“Da questi forse non troveremo la
maniera di tirar fuori dei Premi Nobel,
ma dei tecnici sì: delle persone che
aiutano non solo con le mani, ma
anche con la testa a far andare avanti le
nostre aziende”.
Non soltanto, dunque, un messaggio di speranza e fiducia nel futuro in
questo clima di difficoltà, ma anche
un augurio rivolto agli stranieri che
lavorano o avranno la possibilità di
lavorare nel comprensorio ceramico
di Sassuolo di poter avviare o percorrere una bella carriera, provando un
giorno un senso di orgoglio nel sapere
che in quelle piastrelle così prestigiose
al mondo c’è anche un pezzo del proprio impegno professionale, culturale
e civile.
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2009 maggio/giugno CER 65
CERFIERE
CERAMICA PROTAGONISTA
all’ICFF di New York
di Cristina Faedi
Ceramic Tiles of Italy ha organizzato per la prima volta un
evento - che prevedeva, oltre alla presenza commerciale in fiera, una serie
di iniziative di immagine in città e di
comunicazione sulla stampa locale - in
occasione di ICFF International
Contemporary Furniture Fair, la fiera
che si è tenuta a New York dal 16 al 19
maggio scorso.
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione con ICE e con il
Ministero dello Sviluppo Economico che
hanno finanziato il progetto con fondi
destinati alla promozione del Made in
Italy.
Lo stand collettivo Ceramic Tiles of
Italy, progettato dall’architetto
Michele De Lucchi, su un’area di
oltre 300 mq. prevedeva l’inserimento di piastrelle sulle colonne
centrali dello stand, sui portali di
ingresso, nelle tende di copertura
e in alcuni inserti a pavimento;
comprendeva due desk informativi istituzionali e ICE, alcuni parti
comuni e 13 spazi dedicati alle
1
2
3
66 CER maggio/giugno 2009
aziende ceramiche che hanno partecipato: Caesar, Casalgrande Padana,
Ceramica
Lord,
Ceramica
Sant’Agostino, Ceramiche Refin, Del
Conca, Edilcuoghi Ceramiche, Etruria
Design, Fap, Impronta Ceramiche, Lea
Ceramiche, Marazzi, Settecento,
Tagina.
Un’apposita brochure guidava il visitatore attraverso il padiglione Ceramic
Tiles of Italy fornendo dati sulla rete
distributiva locale delle aziende ceramiche presenti.
Molto buona l’affluenza di pubblico
(ai desk istituzionali sono stati registrati complessivamente oltre 550 visitatori fra architetti, progettisti, interior
designer e trade) e dei media (oltre 60
i rappresentanti della stampa).
Diversi gli eventi collaterali organizzati in occasione della partecipazione
Ceramic Tiles of Italy.
Il 15 maggio, prima dell’apertura
della fiera, presso la sede di ICE New
York si è tenuto un breakfast meeting
per un incontro propedeutico pre-fiera
fra Donato Grosser, consulente
dell’Associazione e le aziende italiane
della collettiva Ceramic Tiles of Italy sul
tema “La crisi dell’economia americana
e l’effetto sul mercato delle piastrelle di
ceramica”. Alle aziende italiane è stata
illustrata e distribuita una Nota sull’andamento del mercato USA delle piastrelle in ceramica. All’incontro sono
stati invitati anche i corrispondenti
della stampa italiana a New York per la
presentazione della partecipazione
Ceramic Tiles of Italy all’ICFF.
Punta di diamante dell’intero evento
è stato l’incontro con l’architetto
Michele De Lucchi che si è tenuto il
17 maggio alle ore 14.00 nell’ICFF
Theather. Intervistato dalla curatrice di
MOMA Paola Antonelli, il maestro del
CERFIERE
4
design italiano ha discusso a lungo sul
tema dell’architettura e del design in
relazione alla genesi del suo percorso
professionale - da Alchimia, Memphis
fino ad oggi - e al rapporto fra design e
produzione commerciale.
Gli oltre 150 presenti all’incontro,
dopo le domande, si sono trasferiti
presso lo stand Ceramic Tiles of Italy
per un incontro conviviale nel cuore
dello spazio italiano.
Nell’ambito delle iniziative collaterali, il giorno successivo presso lo stand
Ceramic Tiles of Italy è stato organizzato
un pranzo riservato ai rivenditori di
piastrelle di New York sensibilizzati
anche dall’importante presenza di
ceramiche italiane in fiera. Per l’occasione i dealers sono stati coinvolti nelle
iniziative presso gli showroom della
città che consistevano in speciali promozioni presso le principali showroom
di Manhattan e di New York (oltre 40)
e la predisposizione di “banners” fisici
che hanno marcato la presenza delle
aziende italiane all’ICFF.
Sempre lunedì 18 maggio alle ore
5
6
14.00, si è tenuto presso lo stand
Ceramic Tiles of Italy il book signing del
libro The Art of Tile della giornalista
americana Jen Renzi. Il libro riporta le
principali tendenze estetiche del panorama ceramico internazionale e raccoglie centinaia di immagini di piastrelle
italiane fotografate a Cersaie 2008.
Fra le iniziative del “fuori-salone”
durante i quattro giorni della fiera, dal
16 al 19 maggio, il Meatpacking
District ha ospitato, nella showroom
“414”, la mostra dedicata ai progetti
che hanno vinto il premio CTI Design
Competition. Una ulteriore vetrina di
grande prestigio per le piastrelle italiane a corollario della presenza fieristica
all’ICFF. L’iniziativa è stata celebrata
nella serata del 18 aprile con una
reception organizzata dalla rivista
Surfaces di cui Ceramic Tiles of Italy è
stato sponsor. In tale occasione sono
state messe in mostra anche le sedute
in
ceramica
della
mostra
“sit_down_please”.
La presenza di Ceramic Tiles of Italy
all’ICFF è stata pubblicizzata su alcune
delle maggiori riviste di architettura e
design, su banners on-line e sui web,
sia con l’immagine A natural beauty che
con quella ideata dallo Studio De
Lucchi.
ICFF è sicuramente l'evento fieristico più importante per l'arredamento e
il design che si svolge a New York nonché il più noto e consolidato degli Stati
Uniti. Grazie alla partecipazione molto
qualificata di progettisti di interni le
aziende presenti hanno potuto entrare
in diretto contatto con categorie sinora
poco conosciute che rappresentano
potenzialmente un segmento di
domanda in rapida crescita in grado di
apprezzare al massimo il Made in Italy.
[email protected]
1-3. Lo stand Ceramic Tiles of Italy
2-4. Schizzi di progetto dello stand Ceramic Tiles of Italy
(Michele De Lucchi)
5. Uno dei banner promozionali posizionati presso gli
showroom di Manhattan e New York
6. Un momento dell’incontro con l’arch. Michele De Lucchi,
intervistato da Paola Antonelli
7. L’interno della mostra sul Design Competition
7
2009 maggio/giugno CER 67
CERFIERE
COVERINGS
festeggia il ventennale
di Valentina Resmini
1. L’inaugurazione dell’edizione 2009 di Coverings
2. L’interno dell’Art Institute di Chicago dove si è
svolta la Serata Italiana
1
2
68 CER maggio/giugno 2009
La ventesima edizione di
Coverings, la più importante
fiera americana nel campo delle piastrelle di ceramica e delle pietre naturali, si è svolta dal 21 al 24 aprile
scorsi presso il McCormickPlace di
Chicago. I dati relativi alla partecipazione in fiera, recentemente comunicati dalla società organizzatrice della
manifestazione, NTP, rivelano che
sono state oltre 13.000 le presenze
registrate, delle quali 9.000 i visitatori
professionali
accreditati.
Nonostante la fiera si sia svolta in un
momento di crisi economica senza
precedenti, le presenze in fiera, anche
se in calo, sono state caratterizzate da
operatori qualificati.
Il padiglione Italiano è stato il più
rappresentativo ed il più esteso tra i
padiglioni delle nazioni presenti,
mentre si sono registrati cali nei dai
padiglioni di alcuni importanti competitors. Il padiglione Italiano, che
sotto le insegne del marchio Ceramic
Tiles of Italy ha raggruppato circa 65
aziende italiane produttrici di piastrelle di ceramica, è stato senza dubbio il fulcro dell’edizione appena
conclusa della fiera.
La
nuova
immagine
di
Confindustria Ceramica è firmata
Michael P. Johnson, l’architetto vincitore di due passate edizioni del CTI
Design Competition, che quest’anno ha
curato la caratterizzazione del padiglione Ceramic Tiles of Italy, la progettazione dello stand istituzionale e del
CTI Design Competition Exhibit. Posto
al centro del padiglione CTI, lo stand
istituzionale si è confermato ancora
una volta il polo di attrazione della
manifestazione e si è dimostrato particolarmente funzionale alle tradizionali esigenze di ospitalità e di punto
informazione. Lo stand CTI Design
Competition Exhibit, ha ospitato,
durante i 4 giorni di fiera, un filmato
dedicato ai progetti vincitori della
XVI edizione del Ceramic Tiles of Italy
Design Competition Awards 2009.
La conferenza stampa internazionale Ceramic Tiles of Italy, moderata
dal direttore generale di Confindustria
Ceramica Armando Cafiero, ha visto
come relatori il presidente della
Commissione Attività Promozionali e
Fiere, Vittorio Borelli ed il direttore
generale dell’ICE di New York, Aniello
Musella. La prima parte dell’incontro, durante la quale è stato delineato
lo stato dell’arte della presenza italiana sul mercato statunitense e delle
iniziative promozionali Ceramic Tiles
of Italy, è stata seguita dalla cerimonia di premiazione dei Ceramic
Tiles of Italy Design Competition
Awards. Per la categoria commerciale il premio è stato assegnato allo studio di architettura Cooper Carry per
la realizzazione del progetto Newport
Renovation Center di Jersey City (New
Jersey), realizzato con piastrelle di
ceramica
Ergon,
Impronta
Ceramiche, Lea e Refin. Sempre nella
categoria commerciale è stata riconosciuta una menzione d’onore allo studio di architettura Gross Kaplin
Coviensky Architects per il progetto
Head Office Dollarama (Montreal,
Canada), per la cui realizzazione
sono state impiegate piastrelle di
Caesar. Lo studio di architettura
Baldinger Architectural Studio, Inc
è stato premiato quale vincitore della
categoria istituzionale, per la realizzazione del progetto Disability
Empowerment Center of Arizona
(Phoenix, Arizona) realizzato con
piastrelle di Cooperativa Ceramica
CERFIERE
Gli Awards Ceramic Tiles of Italy: i premiati
3
4
5
6
d’Imola. Menzione d’onore è stata
invece riconosciuta, sempre per la
categoria istituzionale, allo studio
Groth Design Group, Inc per il progetto St. Jerome Catholic Church di
Oconomowoc (Wisconsin), per la cui
realizzazione sono state utilizzate piastrelle Caesar. Vincitore della categoria residenziale è stato infine la scuola di architettura Frank Lloyd
Wright School of Architecture per
la realizzazione del progetto Taliesin
Mod. Fab di Scottsdale (Arizona) realizzato con piastrelle di ceramica di
Edilcuoghi, Etruria Design e
Floorgres. Nella categoria residenziale, è stata riconosciuta allo studio
Ziger/Snead Llp una menzione d’onore per la realizzazione del progetto
Woodvalley House di Pikesville
(Maryland), realizzato con piastrelle
Mirage.
Durante i 4 giorni di fiera, i progetti vincitori del Design Competition
Awards sono stati pubblicizzati presso
lo stand CTI Design Competition
Exhibit attraverso un filmato appositamente dedicato e attraverso il press
kit ed il flyer Design Competition
distribuiti presso i due stand. I progetti vincitori sono come sempre
visionabili anche online al sito ufficiale del concorso www.tilecompetition.com.
Sempre mercoledì 22 aprile, presso
l’Art Institute di Chicago si è svolta la
Serata Italiana, momento di socializzazione tra le aziende associate ed i
8
3. Premiazione a Cooper Carry per il progetto
“Newport Renovation Center” di Jersey City (New
Jersey)
4. Premiazione al Baldinger Architectural Studio per
il progetto “Disability Empowerment Center of
Arizona” di Phoenix (Arizona)
5. Premiazione alla Frank Lloyd Wright School of
Architecture per il progetto “Taliesin Mod. Fab” di
Scottsdale (Arizona)
6. La conferenza stampa internazionale. Da sinistra:
Aniello Musella, Armando Cafiero, Vittorio Borelli
7.Silvia Benchymol (Stone Tile International) riceve il
premio ai distributori durante la Serata Italiana.
8. Sotto: lo stand Ceramic Tiles of Italy
7
propri clienti e occasione di promozione della ceramica Made in Italy e
di Cersaie 2009. I circa 350 ospiti
che vi hanno partecipato hanno
anche avuto l’opportunità di ammirare i capolavori dell’arte moderna e
antica del museo. La serata è stata,
come di consueto, la cornice per la
premiazione del Confindustria
Ceramica North American
Distributor Award, quest’anno conferito a Stone Tile International,
(Toronto, Canada).
Elemento di novità di questa edizione della fiera è stato l’evento
“After Hour Party”, il prolungamento di due ore dell’orario di apertura
del solo padiglione italiano nella
giornata di giovedì 23 aprile. L’evento
destinato alla numerosa comunità di
architetti e di designer di Chicago, ha
visto la fattiva collaborazione delle
aziende italiane ed una discreta
affluenza stimata in circa duecento
persone che hanno potuto gustare
prodotti e piatti tipici italiani.
Coverings 2010, in programma dal
27 al 30 aprile 2010, si svolgerà
all’Orange County Convention Center
di Orlando.
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2009 maggio/giugno CER 69
CERSPORT
SASSUOLO,
riprovaci!
di Leo Turrini
Arrivato settimo
dopo un campionato
tutto in testa,
il Sassuolo punta
alla massima serie
nella stagione
2009-2010
70 CER maggio/giugno 2009
Forse conviene dirlo subito,
con franchezza. Non fosse stato
per la squadra di calcio, nell’ultimo
anno la capitale mondiale della ceramica sarebbe finita sui giornali e in
tv esclusivamente in ragione di notizie non troppo gradevoli. La crisi del
settore, condizionato pesantemente
dalla drammatica recessione globale.
E poi le cronache di immigrazione e
insicurezza, cronache che hanno
fatto di Sassuolo un simbolo del
dibattito sulle incerte prospettiva di
una società multietnica (o come diavolo la volete chiamare).
Insomma, meno male che c’è il
pallone! Il Sassuolo di patron Squinzi e del presidente Rossi ha alimentato e trasmesso un messaggio positivo. Ha costretto i media nazionali ad
occuparsi di un piccolo paese stuzzicato dall’idea di replicare l’avventura
del Chievo. Ce lo avete presente, il
Chievo? È l’espressione di un quartiere di Verona e da anni staziona tra
la serie A e la serie B, confrontandosi
e confondendosi con il Milan, la
Juventus, l’Inter, la Roma, la Fiorentina...
Per lunghi mesi, i neroverdi della
ceramica hanno accarezzato un
sogno molto simile. Hanno disputato
splendide partite, sono stati al vertice del torneo cadetto, hanno persino
conquistato gli onori del ‘prime time’
televisivo, obbligando Sky, l’impero
satellitare di mister Murdoch, a dedicare al Sassuolo la notte della sfidapromozione con il Bari. Tutto perfetto e tutto simpatico, la matricola che
sfoggia un gioco da applausi, vecchi
fusti come Zampagna e Salvetti tornati in copertina, giovani rampanti
come Andreolli e Poli chiamati ad
alternare le esibizioni in neroverde
con quelle della maglia azzurra della
nazionale Under 21...
Dopo di che, è finita come forse
sapete. È finita con un Sassuolo in
affanno nella fase conclusiva della
stagione. Giorgio Squinzi è un grandissimo appassionato di ciclismo,
anzi, in realtà è un intenditore di
cose di bicicletta. Dunque, ha compreso benissimo quanto accaduto.
Come un campione fasciato dalla
maglia rosa fino a poche tappe dall’epilogo del Giro d’Italia, il club
neroverde è andato in riserva sulle
ultime salite, sulle montagne che
dovevano determinare gli equilibri
definitivi, nelle cronometro che
avrebbero stilato l’elenco di vincitori
e sconfitti. Succede, eh: in passato,
pedalando, è capitato persino a Fausto Coppi e a Eddie Merckx. Ci sta
che una disavventura del genere si
sia materializzata sotto gli occhi dei
tifosi neroverdi: semplicemente e
banalmente, sulle rampe decisive il
Sassuolo è rimasto a corto di benzina. Ed è stato pure poco aiutato
dalla sorte: senza scomodare l’alibi
di sanzioni arbitrali non sempre
segnate dall’equità, sono stati gli
episodi a invertire il senso di un
campionato. Se solo fosse stato trasformato un rigore in quel di Ancona, la formazione allenata da Andrea
Mandorlini avrebbe disputato i play
off, sarebbe stata in ballo per la serie
A fino all’estremo respiro.
In breve e riassumendo. Al netto
di esagerate euforie consumate fra
autunno e primavera, il Sassuolo è
stato protagonista di una annata
eccellente. Veniva dalla palude della
serie C, aveva ancora addosso i
ricordi di una C2 nemmeno troppo
remota. Ciò nonostante, ha coltivato
CERSPORT
l’ambizione di salire, alla maniera
del Dante pellegrino nell’Aldilà, a
riveder le stelle. Per chi sappia
ragionare mettendo l’equilibrio al
primo posto della scala dei valori, il
bilancio è positivo. E questo, in casa
Mapei, lo hanno capito e hanno il
diritto di sottolinearlo. A chiare lettere.
Ora si tratta, senza cedere a malinconie inutili, di ripartire. I grandi
progetti si costruiscono passo dopo
passo, valorizzando la forza di una
intuizione con l’impegno quotidiano.
Le cattedrali sono edificate mattone
su mattone. Il Sassuolo dell’estate
2009, settimo nella classifica finale
del torneo cadetto, ha posato una
prima, robustissima pietra. Ha smesso di essere la matricola-ye ye, per
trasformarsi in una realtà che incute
rispetto e timore alla concorrenza.
Conoscendolo appena un po’,
Giorgio Squinzi non è uomo da
rinuncia frettolosa. Ci riproverà.
Cambierà quello che c’è da cambiare,
saluterà chi ha altre mete professionali (il manager Bonato, per dire, ha
scelto di tornarsene nella sua città, a
Verona, dopo anni di magnifico lavoro) e si ricorderà magari di grandi
assi della bicicletta. Francesco Moser
era già professionista nel 1973, ma
vinse il suo fantastico Giro d’Italia
nel 1984, undici anni dopo.
Se vi fidate di un esperto, il Sassuolo non dovrà aspettare tanto, per
salire nel paradiso del pallone.
Ps. Poi, si capisce, se la crisi economica globale si degnasse di concedere una tregua e nel frattempo le
ceramiche riconquistassero quote di
mercato, sarebbe pure meglio. Ma
questo, ovviamente, è un altro
discorso...
Alcune immagini
dell’incontro Sassuolo-Parma
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2009 maggio/giugno CER 71
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Cer315_parte2 - Confindustria Ceramica