GIOVEDÌ 8 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 108
Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821
Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281
Fiat-Chrysler
«Nessuno resterà a casa»
Il titolo perde l’11,7%
A Montecarlo
Agguato all’ereditiera
È la malavita italiana?
Su Sette
Un generale in campo
per salvare Pompei
di Bianca Carretto
e Massimo Gaggi a pagina 6
di Stefano Montefiori
a pagina 25
Domani il magazine
con il Corriere della Sera
Il Dna semisintetico
QUELLE RAGAZZE
NOSTRE SORELLE
X
Gli occidentali
studiano
un intervento
di ALESSANDRA MUGLIA
e PAOLO VALENTINO
9 771120 498008
40 5 0 8>
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
A PAGINA 15
vendica il sequestro, il leader
del gruppo Boko Haram dice
ridendo: le ragazze sono fatte per diventare mogli — a 12
anni, anche a 9 — non per
studiare, adesso troveranno
un marito o saranno vendute
al mercato. Boko Haram, una
sigla che significa «l’educazione occidentale è peccato», combatte e minaccia la
popolazione da anni con
l’obiettivo di creare nel Nord
un’area integralista islamica.
Ma questa non è una storia
di musulmani contro cristiani. L’elenco di quei nomi,
pubblicato dalla Christian
Association of Nigeria, dimostra che le ragazze sono
cristiane e musulmane. È
una storia contro l’educazione, soprattutto contro l’educazione delle bambine. Una
storia per il potere, che passa
dal controllo delle donne.
Come è successo in Pakistan
con Malala, colpita da una
X
G
C
C
T
T
A
G
C
C
G
di LUIGI RIPAMONTI
COSA PUÒ CAMBIARE
(SENZA TENTAZIONI)
A
G
A
G
C
T
G
C
C
utti sanno ormai che il patrimonio
genetico è portato dal Dna, e che
questa molecola è costituita da una
successione lineare di quattro
nucleotidi, o basi: A, G, C e T.
CONTINUA A PAGINA 17
ALLE PAGINE 16 E 17 De Bac
T
T
In natura i «pioli» della scala elicoidale che forma il Dna sono costituiti da due soli tipi di coppie di basi
azotate: adenina (A) e timina (T), citosina (C) e guanina (G)
Fonte: Istituto di ricerca Scripps (TSRI) e Nature
L
a corsa verso la vita artificiale
procede a ritmo serrato: un
gruppo di scienziati dello Scripps
Institute di La Jolla (California) ha
ottenuto il primo organismo vivente con un Dna semisintetico in
grado di replicarsi. Accanto alle
tradizionali quattro lettere che costituiscono l’«alfabeto della vita»,
nel Dna di un batterio ne sono state
aggiunte altre due, chiamate X e Y.
di EDOARDO BONCINELLI
CDS
Il sondaggio I 5 Stelle prevalgono fino ai 44 anni. Forza Italia tiene tra gli over 65
Europa dell’Est
Grillo è primo tra i giovani
LA SOSPETTA
RETROMARCIA
DI PUTIN
SULL’UCRAINA
Ma il Pd ha 10 punti in più sul totale degli elettori
di LUIGI IPPOLITO
di NANDO PAGNONCELLI
Giannelli
L
e indicazioni di voto per le elezioni
europee del 25 maggio sono nette:
Grillo ha conquistato i giovani. Nella fascia tra 18 e 44 anni il Movimento 5 Stelle
è primo, con percentuali oscillanti tra il
32 e il 34%. Il Partito democratico riesce a
diventare la prima forza del Paese, superando i 5 Stelle di 10 punti, solo col contributo degli over 65, tra i quali è al 46%.
La fiducia
Decreto lavoro
Via libera
tra le proteste
di LORENZO SALVIA
A PAGINA 4
ALLE PAGINE 2 E 3 M. Franco
Minale su Boccassini: non aveva la titolarità
Ora il caso Ruby divide
i magistrati di Milano
Il caos nel voto parlamentare
SENATO, LA LOTTERIA DELLA RIFORMA
di MICHELE AINIS
inalmente la politica ha deciso: il nuovo Senato verrà eletto
all’Enalotto. È l’esito del voto schizofrenico con cui la commissione
CONTINUA A PAGINA 39
Affari costituzionali ha avviato la riforma.
F
Il Tribunale di Reggio Calabria lo aveva allontanato dalla famiglia della ‘ndrangheta
Il figlio del boss che sceglie lo Stato
di LUIGI FERRARELLA
A PAGINA 21
T
E quello naturale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
l padre boss ucciso in una faida, un fratello ergastolano al 41 bis, altri due fratelli pure in carcere
per ‘ndrangheta: a 16 anni, con iniziativa senza
precedenti, i giudici minorili di Reggio Calabria lo
avevano tolto dalla famiglia per sottrarlo alla cultura criminale e fargli conoscere un’alternativa in
una comunità di Messina e con i volontari di «Addiopizzo». Ora il ragazzo dei Cordì di Locri scrive al
Corriere: «Credevo che allo Stato non importasse
niente delle persone, invece ho conosciuto uno
Stato diverso che mi sta dando possibilità al posto
di una strada per forza. Non rinnego la mia famiglia. Ma voglio scegliere una vita diversa».
X
Y
Ha funzionato dentro una cellula
Creato un Dna artificiale
L’uomo fa il primo passo
per costruire la vita
Gli scienziati dell'Istituto di ricerca Scripps, in California, hanno creato un «Dna espanso» in cui sono state
aggiunte due lettere artificiali, la coppia XY, alle quattro che compongono le basi dell’elica della vita
raffica in faccia; come succede in Afghanistan dove in alcune zone le studentesse
vengono punite con l’acido.
In Nigeria i rapimenti non
sono cominciati e non sono
finiti il 14 aprile. A lungo il
presidente Goodluck Jonathan ha cercato di minimizzare, ha sospettato le famiglie di tramare contro il futuro di una nazione che — prima economia continentale
— ospita oggi orgogliosa il
World Economic Forum on
Africa. Ma, incredibilmente,
qualcosa di intangibile ha
rotto il silenzio del colosso:
un hashtag, #BringBackOurGirls, ha cominciato a contagiare la Rete. Ora, se fate una
ricerca, troverete le foto delle
donne in rosso che manifestano da Abuja a Manhattan,
la denuncia di Wole Soyinka,
le parole di Hillary Clinton,
Sean Penn, Desmond Tutu.
Troverete petizioni da firmare, scritte che colorano i muri delle città e messaggi tracciati su una scatola di fiammiferi. «Riportate a casa le
nostre ragazze». Un’onda
virtuale che ha mosso i governi: prima gli Stati Uniti,
poi la Gran Bretagna e la
Francia. Forse la foresta di
Sambisa non resterà inaccessibile a lungo, come è stata per quei padri che — inseguendo i camion, a mani nude — hanno cercato di riprendersi le figlie e sono
stati respinti dagli Ak-47 degli integralisti.
A noi resta una domanda
alla quale vorremmo rispondere non solo con le squadre
speciali e l’intelligence. Che
possiamo fare perché qualcosa cambi? Una risposta
l’hanno data Nicholas Kristof sul New York Times e la
giovane Malala. Vogliono
fermare l’istruzione per le
ragazze? E noi mandiamole a
scuola: tutte, a lungo, libere,
sempre di più, anche in Occidente. Perché un libro nelle mani di una bambina che
sa quello che vuole è più potente di cento droni contro il
terrorismo.
@bastefanelli
I
La scoperta
A
Y
AP / SERGEI KARPUKHIN
Unità speciali
G
Y
A
G
C
di BARBARA STEFANELLI
B
Servizio Clienti - Tel 02 63797510
mail: [email protected]
Fondato nel 1876
NIGERIA, RAPITE DAGLI INTEGRALISTI
lessing Abana, Deborah Abari, Deborah Abbas, Hadwa
Abdu... Sono i primi
nomi di una lista che corre
fino a quasi 300: sono i nomi
delle ragazze rapite, tra il 14 e
il 15 aprile, nel dormitorio di
una scuola in Nigeria. Rapite
da uomini armati di kalashnikov, torce e una fede fanatica. Le hanno caricate sui
camion in mezzo al bestiame razziato nei campi e portate nella foresta di Sambisa,
dove sono ancora prigioniere.
Il sogno di un diploma
per diventare un giorno avvocate, insegnanti, chirurghe fa dunque paura ai terroristi. Nel video in cui ri-
In Italia EURO 1,40
www.corriere.it
italia: 51575551575557
La lettera
«Voglio una vita normale»
di RICCARDO FRANCESCO CORDÌ
C
aro direttore,
sono un ragazzo di Calabria, provengo da Locri e
mi chiamo Riccardo Cordì. Di me hanno scritto in
molti, anche se non hanno mai fatto il mio vero nome.
È capitato che scrivessero cose sbagliate: certo non
era la loro storia, è la mia. Ora ho deciso di
raccontarla.
CONTINUA A PAGINA 21
La guerra nella Procura di Milano, scatenata con la denuncia al Csm dell’aggiunto Robledo contro il capo Bruti Liberati, si estende al caso Ruby. Sentito dal
Csm, il pg Minale ha detto che Ilda Boccassini «non aveva la titolarità» per interrogare i testi Ostuni (ex capo di Gabinetto
della Questura che ricevette la telefonata
di Berlusconi) e Iafrate (la funzionaria di
polizia che affidò Ruby a Nicole Minetti)
perché il caso non era ancora suo.
ALLE PAGINE 8 E 9 Di Caro, Piccolillo
Il congresso Cgil
Landini sfida
Camusso:
più trasparenti
di DARIO DI VICO
A PAGINA 5
S
top al referendum
secessionista nelle
regioni orientali
dell’Ucraina, ritiro delle
truppe russe dal confine,
apertura di credito verso le
elezioni presidenziali
previste a Kiev per il 25
maggio. Ancora una volta
Vladimir Putin spariglia le
carte della crisi nell’Europa
dell’Est. Ma resta aperta la
questione: il Cremlino
batte in ritirata o piuttosto
porta a compimento la sua
strategia di
assoggettamento della
debole nazione vicina?
CONTINUA A PAGINA 39
ALLE PAGINE 12 E 13
Dragosei, Sarcina
2
Primo Piano
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Verso le Europee Il sondaggio
Così gli elettori
PD
M5S
FI
NCD-UDC-PPE
Lega Nord
Analisi statistica realizzata da Ipsos PA per Corriere della Sera sulla base di interviste a campioni casuali nazionali rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne secondo genere,
età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza. Sono state realizzate 7.262 interviste (su 75.099 contatti), mediante sistema CATI, fra il 2 aprile
e il 5 maggio 2014. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it.
Le intenzioni di voto per categorie
FDI-AN
Tsipras
Scelta
Europea
ISTRUZIONE
ALTRI
SI INFORMA...
1 1,2
3,9
10
ETÀ
1,1
21
4,1
18-24 ANNI
3,5 3
LAUREATI
1
6,6
5,1
9,3
8,7
29,3
DIPLOMATI
5,3
26,7
32,9
5,5
1,2
19,4
26,7
8,4
23,9
33,9
23,9
19,3
1,1 2,1
5,9 4,3
3,4
UOMINI
15,8
1
41,5
1,5
15,1
8,9 3,9 4,5 5,5 1
19,5
2,5 2,8
0,7
27,2
9,1
47,1
2,8
0,5
4,7 3
3 0,6
4,3
0,2
PREVALENTEMENTE
CON LA RADIO
18,1
12
8,2
8,3 2,5
9,6
PROFESSIONE
DONNE
6,9
1,6
4,4
3,5
5,9
5,3
17,7
21,2
2
31,5
30,8
18,6
45-54 ANNI
Imprenditori, dirigenti
liberi professionisti
1,1
3,9
30,8
27,1
6,5 5,9 3,7
17,2
4,3 3,8
3,1
Commercianti,
artigiani, autonomi
0,2
7,1 4,4
8,1
7
8,4
0,5
1,9
Impiegati,
insegnanti
1,5
4,8
4,3
7,8
10,8
20,1
1,3
10,5
20,7
4,4 3,2 3,7
5,5 3,2
25,8
65 ANNI E OLTRE
2,2
Disoccupati
1
2,1
3,9
2
2
Studenti
3,6 4,8
3,1 8,4
7,3
4,6
21,5
39,5
37,1
3,3
5,9
4,9
6,9
28,4
9,5
20,7
28,4
18,7
8,3
8
23,3
27,7
19,3
21,4
33,4
37,3
45,4
6,9 5,3 3,4
4,8 1,9
Grillo attrae i giovani e gli operai
Pd più forte tra i cattolici praticanti
I democratici (avanti di dieci punti) e Forza Italia convincono gli over 65
l comportamento di voto delle
diverse categorie di cittadini si
differenzia in qualche caso profondamente. È quindi importante capire chi rappresenta chi, in
un momento come questo, in cui i riferimenti sociali e la strutturazione
della rappresentanza si vanno profondamente trasformando.
Gli uomini e le donne. Qui le differenze non sono profondissime ma
ci sono e vanno colte. Gli uomini: la
differenza principale è rappresentata
dal voto per Grillo. Benché tra i maschi il Pd rimanga sempre il primo
partito, la distanza dal Movimento 5
Stelle, di 10 punti sul totale degli
elettori, qui si riduce di molto, a meno di tre punti. Le donne: decisamente meno orientate al voto per il
Movimento che qui slitta al terzo posto dopo Forza Italia. Tra di loro infatti crescono i consensi per i due
grandi partiti «tradizionali» (+ 3% il
Pd, +1,7% Forza Italia). Maggiori i
consensi anche alla Lega e alla lista
Tsipras, mentre cala il voto per le formazioni centriste (due punti in meno, speculari al voto maschile).
Molto più sensibili le differenze
per età. Tra giovani e giovanissimi
M5S è il primo partito: 33% tra i 18 e i
24 anni, 34% dai 25 ai 34, 32% dai 35
ai 44. Soffrono fortemente in queste
fasce i partiti «tradizionali» e in particolare il Pd: in difficoltà tra i giovanissimi, al suo punto più basso tra i
25 e i 34 anni. E sempre in queste fasce, in particolare tra le più giovani,
aumenta il consenso per la Lega e, in
maniera ancora più netta, per la sinistra di Tsipras. Non è un fenomeno
nuovo. Spesso il voto giovanile ha
avuto caratteristiche etichettate co-
3,9
Pensionati
1,5
2,4 3,8
3,9 6
5,4
34,4
36,2
30,7
di NANDO PAGNONCELLI
Casalinghe
1,4 1,3
2,6
0,5
36,9
45,9
1,7 2,4
1,8 3,2
18,3
23,5
21,2
Operai
e affini
17,9
19,2
36,6
31,1
4,1 3,3 1,4
4,9 2,9
0,7
55-64 ANNI
28,2
I
3
PREVALENTEMENTE
CON INTERNET
36,9
0,6
3,9
2,7
4,7
4,2
5,5 5,5 4,5
5
LICENZA
ELEMENTARE
Nessun titolo
2,4
GENERE
21,3
2,4
39,2
2,9
LICENZA
MEDIA
21,8
PREVALENTEMENTE
CON I GIORNALI
3,4
26,3
28,7
35-44 ANNI
2,3 1,5
34,4
4,3
7,7
22,6
4,4 6,8 5,2 2,1
0,8
5,5 4,9 3
5,5 6,9
13,4
25-34 ANNI
27,1
PREVALENTEMENTE
CON LA TV
32,7
2,2
33,9
22,9
4,3
28,7
35,6
TOTALE
ELETTORI
SOLO CON LA TV
3,8
4,2
5
6,1
3,6
14,3
me «antisistema» e anche in questa
tornata sembra confermarsi questo
orientamento. Le cose cambiano,
anche bruscamente, dai 45 anni in
su. Qui Pd e Forza Italia riprendono
fiato e il partito di Renzi diventa stabilmente il primo, con un consenso
crescente al crescere dell’età. Ma è
dai 65 anni un su che il panorama diventa radicalmente diverso. Il M5S si
riduce ai minimi termini (8%), mentre esplode il Pd (46%) e Forza Italia
ha il suo risultato migliore (23%).
Tengono, con qualche miglioramento, le formazioni centriste e la Lega,
penalizzate le altre.
Il livello di scolarizzazione è un’altra variabile influente nell’orientare
il voto. Tra i laureati Forza Italia è al
lumicino (9%) e anche Grillo arretra
di quasi 4 punti, mentre migliorano
il Pd e ancora più sensibilmente le
forze centriste, in particolare la coalizione che fa perno su Ncd. Ma anche le altre forze minori incrementano le proprie posizioni e c’è una vera
e propria esplosione della lista Tsipras che quasi triplica i propri consensi avvicinandosi al 9%. È quindi
un voto molto più «disperso», un
Le casalinghe
Erano uno dei pilastri del
partito di Berlusconi, oggi
scelgono Renzi
I dirigenti
Il centro ha i suoi risultati
migliori tra imprenditori,
dirigenti e professionisti
voto più critico e meno concentrato
sulle forze maggiori. Ma è all’estremo della scala che troviamo un vero
ribaltamento: tra chi ha la licenza
elementare o non ha titoli, il Pd
esplode al 46%, Grillo scende ai livelli più bassi, Forza Italia ha i consensi
più alti. Il frastagliarsi del voto dei
laureati qui scompare.
Molto più complessa l’analisi per
condizione professionale. I ceti elevati (imprenditori, dirigenti, professionisti e quadri direttivi) sono molto attenti al centro, le cui formazioni
crescono con Scelta europea che
A Londra
Europee,
campagna
pro voto
«Usa il tuo potere.
Scegli chi governa
in Europa».
La metropolitana
londinese in questi
giorni è tappezzata
da grandi poster
che invitano alla
partecipazione alle
elezioni europee del
25 maggio.
La campagna,
promossa dal
Parlamento europeo, è
particolarmente attiva
nel Regno Unito, uno
dei paesi più freddi nei
confronti dell’Unione
Europea (Epa).
quasi raddoppia, e alla destra con
una buona performance di Fratelli
d’Italia. Molto basso il consenso a
Forza Italia, contrazioni per il Pd, poco sopra la media Grillo. I lavoratori
autonomi sembrano aver definitivamente abbandonato il «forzaleghismo» a favore del Movimento 5 Stelle. Lo hanno fatto nel 2013, lo confermano oggi. I ceti medi (impiegati
e insegnanti) sono in parte tornati
all’ovile. Avevano penalizzato il Pd
nel 2013, anche in questo caso a favore di Grillo, oggi il fenomeno sembra rientrare. Gli operai: qui Grillo
ha il suo consenso massimo. Il peso
della crisi spinge ad un voto di protesta. Infine le casalinghe: erano uno
dei punti di Forza Italia, oggi non è
più così. Al contrario si trova uno dei
punti più alti del consenso per il Pd:
è l’effetto Renzi, in un segmento in
cui la personalizzazione assume
un’elevata importanza.
L’uso dei mezzi di informazione a
sua volta influenza i comportamenti:
chi usa la Tv come mezzo esclusivo o
prevalente di informazione guarda
di più a Forza Italia e alla Lega, i lettori di quotidiani danno il massimo dei
consensi al Pd e guardano con favore
ad Ncd e Tsipras mentre penalizzano
fortemente Grillo, gli internettiani
naturalmente massimizzano i consensi per Grillo, che qui raggiunge il
47%. Infine il voto cattolico. Anche
qui ci sono differenze apprezzabili e
non scontate. Ad esempio il Pd ha i
consensi più elevati tra chi si reca a
messa tutte le settimane, ma il suo
punto più basso tra chi non frequenta le funzioni religiose. Altre correlazioni sembrano più scontate: la destra e il centrodestra sono più votati
dai cattolici assidui, che penalizzano
fortemente Grillo; la sinistra e il M5S
massimizzano i loro consensi tra chi
non frequenta le funzioni religiose.
Come si vede oggi la rappresentanza è sempre più articolata e sempre meno definita dagli schemi sociali classici. Assieme alla riforma
delle istituzioni di governo diventa
necessaria una ridefinizione delle
strutture e delle forme di organizzazione del consenso e di rappresentazione dei bisogni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
0,5
2,9
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
Gli scenari Seminario all’Arel a porte chiuse
PARTECIPAZIONE ALLE FUNZIONI RELIGIOSE
SETTIMANALE
1,6 1
36
11,7
22,9
12,1
5,9 5,6
3,1
MENSILE
2,4 1,7 1,6
33,8
22,6
25,7
5
4,3
2,9
OCCASIONALE
3,7
34,1
26,7
3,4
1,3
NESSUNA
2,7
30,9
36,1
13
2,2
5,8
Prodi e Letta: le riforme in Italia
insidiate dalla burocrazia
di MASSIMO FRANCO
5 4,2 4,4
17,2
«Quei populismi
destinati a vincere
per poi spaccarsi»
2,5
6,2
0,7
La protesta dei partiti minori
L’Agcom: in tv troppo spazio
al premier e a Berlusconi
ROMA — La campagna elettorale per le Europee diventa
«battaglia dell’etere». Nella sola giornata di ieri si sono infatti
incrociate denunce politiche e avvertimenti delle autorità
garanti. I partiti minori protestano nella commissione di
Vigilanza perché Porta a Porta ha previsto tre puntate
speciali il 14, 15 e 16 maggio, condotte da Bruno Vespa e
Mario Orfeo, con in prima serata Beppe Grillo, Matteo Renzi e
Silvio Berlusconi (in ordine da decidere). Tutti gli altri leader
andrebbero invece in seconda serata. Il consiglio dell’Agcom
ha invece bacchettato sia Matteo Renzi che Silvio Berlusconi.
Secondo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
occorre «maggiore equilibrio dei tempi di parola» del
presidente del Consiglio e degli altri esponenti del governo.
Mentre l’ex Cavaliere, e in generale il suo partito, sarebbero
troppo presenti sulle reti Mediaset: «Pur prendendo atto di
una riduzione della concentrazione, nelle edizioni principali,
del tempo riservato a Forza Italia da parte di Studio Aperto e
Tg4 si segnala un persistente squilibrio riservandosi un
ulteriore esame».
tiche di Bruxelles, come è successo di fatto
negli ultimi anni, non è scontata: se non altro perché il dualismo tra Commissione e
Consiglio si ripeterà per consentire la spartizione delle cariche tra Popolari e Socialdemocratici.
Dunque, la tendenza al compromesso è
più verosimile che un cambiamento radicale: nonostante Prodi e Letta vedano le forze
dichiaratamente ostili all’Ue e alla moneta
unica arrampicarsi fino a diventare quasi un
terzo del Parlamento. Per paradosso, la paura di una sorta di «Tea Party» continentale,
variante europea dei movimenti repubblicani e antisistema statunitensi, potrebbe indurre le forze tradizionali a muoversi. «Never waste a good crisis», non lasciarti sfuggire mai l’occasione di sfruttare una crisi,
usava dire il segretario di Stato Usa, James
Baker, citato nella riunione all’Arel dall’ambasciatore Fernando Salleo. Per questo, Enrico Letta prevede che i movimenti come
quello di Beppe Grillo avranno un buon suc-
L’Arel
L’agenzia
L’Arel, l’agenzia
di ricerche e
legislazione, è
un prestigioso
istituto di ricerca
italiano fondato
nel 1976 (e
presieduto)
dall’economista
ed ex ministro
Beniamino
Andreatta
insieme con
Umberto
Agnelli, Urbano
Aletti, Adriano
Bompiani,
Franco Grassini
e Ferrante
Pierantoni
I presidenti
I successivi
presidenti sono
stati Mino
Martinazzoli e
Francesco
Merloni,
attualmente in
carica. Enrico
Letta ha dato le
dimissioni da
segretario
generale al
momento della
nomina a
premier
13,6
16,9
23
La percentuale di voti presa dal Front national
di Marine Le Pen alle elezioni del 2012 (nel 2007
era al 4,3%), risultato che ha permesso al partito
di diventare la terza forza politica francese. E i
sondaggi lo premiano anche per le europee: per
alcuni istituti potrebbe diventare il primo partito
La percentuale di voti presa dal partito della
libertà (Pvv) olandese, fondato da Geert
Wilders, alle scorse Europee del 2009, risultato
che lo ha trasformato nel secondo partito dei
Paesi Bassi. Anche se le Politiche 2012 ne
hanno segnato un netto ridimensionamento
La percentuale di voti presa dal partito per
l’Indipendenza del Regno Unito (Ukip) guidato
da Nigel Farage alle amministrative del 2013:
un exploit senza precedenti. I sondaggi della
fine di aprile attribuiscono al partito di Farage
ben il 30% dei consensi
cesso ma si divideranno. «Sono populismi
incompatibili e incomponibili», sostiene
l’ex premier. «Che cosa hanno in comune
Grillo, la Lega, il partito indipendentista inglese di Nigel Farage e il Front National francese di Marine Le Pen? Solo il no».
Ma il problema non sono loro quanto i loro elettori; e la capacità degli altri di contrapporre una narrativa credibile. È stata rimarcata la difficoltà di condurre una campagna elettorale che elenca i pericoli e le velleità dei populismi, ma al tempo stesso deve
ammettere tutti i limiti dell’europeismo
d’ufficio. Da questo punto di vista, secondo
Letta, la sfida di questi movimenti è paradossalmente benefica: se non altro perché
costringe ad osservare le cose con più freddezza, e a riconoscere gli errori commessi:
compresi quelli nella crisi dell’Ucraina, iniziatasi quando «è stata messa con le spalle al
muro dall’Europa senza offrirle un euro»,
osserva Prodi. Eppure, sulle cause di una
Unione che negli ultimi tre o quattro anni «è
finita fuori gioco in termini di soft power sul
piano mondiale», le opinioni rimangono diverse e divergenti.
Si contendono la colpa l’allargamento ad
alcuni Paesi dell’Europa orientale; le velocità diverse tra Stati che aderiscono alla moneta unica e che ne sono fuori; le differenze
di mentalità tra Nord e Sud Europa; il ruolo
storicamente euroscettico della Gran Breta-
Il Professore e Putin
«L’ultima volta che ho incontrato
Vladimir Putin, mi ha detto: in
Europa non so con chi trattare, non
trovo un interlocutore»
gna. Su questo punto, Prodi è convinto da
tempo che se l’Ue vuole rinnovarsi, deve fare
da sola, «perché gli inglesi non vogliono cooperare su niente». Non solo. Secondo l’ex
presidente della Commissione europea, anche sul piano monetario Londra e Bruxelles
si divideranno, perché la Cina userà il potere finanziario di Londra per dare forza alla
propria moneta, lo yuan, come valuta di riserva in concorrenza con l’euro. Letta, invece, ritiene che la Gran Bretagna debba restare ancorata all’Europa: per motivi militari,
economici e strategici.
Su un punto, invece, entrambi sono completamente d’accordo: il peso schiacciante
della burocrazia in Italia. Prodi è netto:
«Possiamo anche fare le riforme perché ce lo
chiedono dall’estero, e dunque servono a
cambiare la percezione che fuori si ha di noi.
Ma non cambierà la vita pratica. Il problema
dell’Italia non sono le riforme ma la paralisi
burocratica», uno dei temi sui quali insiste il
premier Matteo Renzi. E di sfuggita, tra le
domande e le risposte, all’Arel è stata evocata la «troika»: Commissione Ue, Fondo Monetario Internazionale e Banca centrale europea. La triade è stata trattata come un fantasma da scacciare, perché sancirebbe l’incapacità dell’Italia di farcela da sola e il suo
commissariamento finanziario. Il timore inconfessato, tuttavia, è che un fallimento delle riforme possa farlo riapparire in estate,
dopo la tregua che i mercati sembrano essersi imposti fino a giugno.
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Type XXI Cronografo
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L’
ex presidente della Commissione Ue,
Romano Prodi: «L’ultima volta che ho
incontrato Vladimir Putin, alcuni mesi fa, mi ha detto: “In Europa non so con chi
trattare. Non trovo un interlocutore”. Dobbiamo sapere che questa mancanza di unità
ci danneggia enormemente all’esterno».
L’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta:
«Così com’è, l’Ue non è difendibile. Dalla
Finlandia alla Grecia ci sono umori fortemente antieuropei: questo dice uno studio
fatto di recente da Simon Hix, della London
school of economics. Il solo Paese a fare eccezione è la Germania». Le parole sono dirette, perfino impietose. E a pronunciarle
sono due europeisti convinti, attenti a individuare qualunque antidoto ad una crisi di
identità continentale della quale non si vede
ancora la fine. Offrono le loro impressioni a
una cinquantina di banchieri, imprenditori,
giuristi, diplomatici riuniti all’Arel, l’istituto
di ricerca creato dall’ex ministro Beniamino
Andreatta, oggi scomparso.
Li ha invitati a parlare a porte chiuse l’industriale Francesco Merloni, a un passo dal
Senato. Si tenta di capire quali scenari restituiranno le elezioni del 25 maggio. Quanto
peseranno i partiti populisti. E se e quanto la
guerra civile in Ucraina sottolineerà il declino dell’Unione Europea come entità sovranazionale. Prodi non nasconde una vena di
preoccupazione. «Noto uno strano ottimismo sui giornali», dice. «Ma se si guarda ai
dati economici, non c’è da stare allegri». La
previsione dell’ex presidente della Commissione europea è che nei prossimi anni la disoccupazione aumenterà e diventerà strutturale. Dopo gli impiegati di banca toccherà
perfino agli analisti finanziari essere espulsi
dal mercato del lavoro, come conseguenza
dei progressi dell’informatica e della robotica. L’unica cosa sorprendente, per Prodi, è
che questa deriva non abbia ancora provocato tensioni sociali più serie.
Il voto europeo di maggio può invertire
queste tendenze? Lo scetticismo è affidato a
domande come: la Germania è convinta di
dover cambiare politica rispetto all’austerità? Ci può essere un cambio di passo e di
strategia che consenta di puntare alla ripresa come hanno cercato di fare Stati Uniti e
Cina? Le risposte sono intrise di scetticismo.
Perché la Germania oggi è l’unica nazione
che va al voto senza avere nella pancia un
vero partito antieuropeista. Perché la prospettiva che il potere decisionale passi dalla
Banca centrale europea alle istituzioni poli-
3
B R E G U E T B O U T I Q U E – V I A M O N T E N A P O L E O N E , 19
MILANO
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Primo Piano
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Occupazione La riforma
Decreto lavoro, protesta poi la fiducia
I senatori del M5S si ammanettano
Contratti a termine, fino a cinque rinnovi consecutivi in tre anni
Passa con 158 voti. Il ministro Poletti: riusciremo a convertirlo in legge
Guzzetti (Acri)
«Una rete di comunità
per il nuovo Welfare»
«Linee guida per realizzare modelli di intervento
nel welfare sempre più efficaci». E’ questo il titolo
di un impegnativo documento (19 pagine)
approvato ieri dall’assemblea dell’Acri,
l’associazione che raggruppa le Fondazioni di
origine bancaria, un paper che in qualche maniera
prelude a una svolta negli interventi/erogazioni
per l’assistenza sociale. Oggi gli enti destinano al
«secondo welfare» il 30% delle loro erogazioni
filantropiche ovvero 300 milioni di euro, una
somma che non può essere nemmeno
lontanamente raffrontata con i 60 miliardi di euro
annui che il pubblico — in primis lo Stato —
spende per l’assistenza sociale. L’apporto delle
Fondazioni non può quindi essere minimamente
sostitutivo del «primo welfare» ma deve muoversi
individuando delle priorità. La prima non può che
riguardare la capacità di mettere in rete tutti gli
interventi che a vario titolo le autorità pubbliche, i
soggetti del terzo settore e gli enti erogatori
realizzano nello stesso territorio e sovente sugli
stessi capitoli. Il presidente dell’Acri, Giuseppe
Guzzetti, definisce questo modello di rete come
welfare di comunità perché «da un lato potrà
contribuire ad evitare sprechi, duplicazioni e
assenza di responsabilizzazione, dall’altro favorire
la crescita del sistema economico e sociale,
generando opportunità di lavoro». In questo
quadro le Fondazioni pensano di potersi accollare
non solo un ruolo di finanziatore sociale ma anche
di stimolo del coordinamento tra i diversi soggetti
per favorire la costruzione di vere e proprie reti
sociali.
La seconda priorità è quella che riguarda
l’efficienza e dell’efficacia degli interventi che si
susseguono nel tempo — anche con l’adozione via
via di metodologie diverse — senza però una
chiara valutazione degli effetti, tanto che non si è
mai stati in grado di individuare politiche
risolutive o migliorative da replicare. Quelle che gli
anglosassoni chiamano best practice. A parità di
risorse, quindi, si può spendere meglio, produrre
un impatto maggiore sulla condizione dei soggetti
interessati e allo stesso tempo realizzare una piena
sussidiarietà tra primo e secondo welfare. La terza
priorità individuata da Guzzetti e dall’Acri è
l’innovazione: le Fondazioni essendo un soggetto
privato ed esente da obblighi di legge possono
permettersi il lusso di sperimentare nuove vie e di
attendere con maggiore pazienza i risultati delle
sperimentazioni. La parola adesso passa ai singoli
enti e alla loro capacità di misurarsi con le esigenze
dei territori e delle fasce sociali più deboli.
D.D.V.
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ROMA — Con la sesta questione di fiducia in poco più di
tre mesi di vita, il governo Renzi
supera la scoglio del Senato e
porta vicino al traguardo il decreto legge che rende più flessibili i contratti a termine. Il testo
torna ora alla Camera dove, per
non decadere, deve essere approvato entro il 19 maggio.
Tempi stretti che rendono probabile anche a Montecitorio il
voto di fiducia, che riduce i
tempi del dibattito.
I 158 «sì» contati ieri nell’Aula del Senato — compreso quello di Paolo Bonaiuti, l’ex portavoce di Silvio Berlusconi, da poco passato con il partito di Angelino Alfano — segnano un
leggero passo indietro nel pallottoliere della fiducia al governo: i voti a favore erano stati 160
per il disegno di legge sulle Province, 169 quando il governo
aveva presentato per la prima
volta il suo programma a fine
febbraio. I «no» sono arrivati da
Forza Italia, Lega, Sel e Movimento 5 Stelle. Per protesta
contro il ricorso alla fiducia e
contro le misure contenute nel
decreto, i senatori di Grillo hanno parlato di «abolizione della
democrazia» e di un «Parlamento espropriato di ogni funzione». Per questo si sono ammanettati in Aula, sfilando la
giacca e indossando una maglietta con la scritta «Schiavi
mai» contro quello che hanno
ribattezzato «Precari act». Un
episodio che ha portato ad una
breve sospensione dei lavori e al
richiamo da parte di Roberto
Calderoli, vicepresidente del
Senato che in quel momento
guidava il dibattito. Calderoli ha
prima usato l’ironia: «Sospendo
e vado a cercare il fabbro», «gli
spogliarelli non sono consentiti
e quando ci sono certi fisici sono anche sconsigliati». Poi ha
minacciato addirittura l’arresto
di chi stava protestando. Non si
è arrivati a tanto perché manette e magliette sono sparite in
pochi minuti, aprendo la strada
al voto e quindi all’approvazione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dice che la protesta del Movimento 5 Stelle «non
desta meraviglia» perché Renzi
3
20
anni
la durata massima del contratto a
termine senza
causale o ragione
del rinnovo. Prima
era di dodici mesi
per cento
il tetto dei contratti a termine sul
totale dei lavoratori. Chi lo supera
pagherà una sanzione pecuniaria
«fa le cose e prova a costruire un
governo di svolta mentre loro
perdono solo tempo». E poi aggiunge che «siamo tranquillamente dentro i tempi di conversione».
Il maxiemendamento del governo sul quale ieri l’Aula del
Senato ha votato la fiducia riprende pari pari il decreto uscito dalla commissione Lavoro. La
durata massima del contratto a
termine senza causale, quello
più flessibile di tutti, passa da
uno a tre anni. In compenso la
percentuale dei lavoratori con
contratto a termine non può superare il 20% dei dipendenti all’interno della stessa azienda.
Sono consentite al massimo
cinque proroghe, un tetto abbassato alla Camera rispetto al
testo uscito da Palazzo Chigi che
ne indicava otto. Proprio per bilanciare questa modifica, che riduce l’iniezione di flessibilità
prevista dal decreto, il Senato
ha però ammorbidito le sanzioni per chi supera il tetto del 20%.
Non c’è più l’obbligo di assunzione dei lavoratori che portano
a sforare la soglia, come nella
versione arrivata dalla Camera.
Ma una semplice sanzione pecuniaria che, a seconda della
gravità, può andare dal 20 al
50% dello stipendio previsto per
i contratti a termine in eccesso.
Sull’apprendistato, il contratto
che almeno nelle intenzioni dovrebbe essere il principale canale di accesso al mercato del
lavoro, sale da 30 a 50 il numero
di dipendenti che l’azienda deve avere per far scattare l’obbli-
go di assumere definitivamente
il 20% degli apprendisti prima
di poterne prendere altri. C’è
poi una modifica più politica,
inserita nel famoso preambolo
che introduce il testo del decreto. Poche parole che vincolano
il governo a studiare il contratto
a tempo indeterminato a tutele
crescenti, con il licenziamento
La sanzione
Le aziende che superano la
soglia dei contratti a termine
pagano una multa che va dal
20 al 50% dello stipendio
che diventa più oneroso con
l’aumento degli anni di servizio. L’impegno è di inserirlo nel
vero e proprio Jobs Act, il disegno di legge delega già presentato dal governo che dovrebbe
riformare tutto il mercato del
lavoro, compresi gli ammortizzatori sociali. Ma per questo
provvedimento non c’è la corsia
veloce del decreto legge e i tempi saranno lunghi. Salvo sorprese, invece, i contratti a termine più flessibili saranno definitivamente legge nel giro di
dieci giorni.
Lorenzo Salvia
@lorenzosalvia
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Viale dell’Astronomia
Confindustria,
cambia la squadra
per Squinzi
Regina in uscita
ROMA — Nuova squadra in arrivo in
Confindustria. Il presidente Giorgio
Squinzi ha deciso di accelerare la
riforma dello statuto e oggi proporrà in
giunta una squadra più snella e con un
maggior peso femminile. Il ricambio
più significativo dovrebbe riguardare
l’uscita di Aurelio Regina, le cui
importanti deleghe su energia e
sviluppo economico andranno a
Squinzi, e l’ingresso di Carlo Pesenti
(regista della innovativa riforma
organizzativa) al quale andrà la delega
dell’ufficio-studi. Lasceranno per
motivi personali e aziendali Paolo
Zegna (comitato
internazionalizzazione), Samy Gattegno
(sicurezza) ed Edoardo Garrone
(ambiente). Usciranno dal comitato di
presidenza, composto da 21
imprenditori, anche Fulvio Conti,
Massimo Sarmi e Giuseppe Recchi. La
loro presenza era legata al ruolo in Enel,
Poste ed Eni, incarichi perduti con le
recenti nomine. Marco Gay, in quanto
neopresidente dei giovani imprenditori,
prenderà il posto di Jacopo Morelli. Per
le donne vedremo oggi cosa tirerà fuori
dal cilindro Squinzi per rinforzare la
squadra femminile, composta solo da
Diana Bracco, Antonella Mansi e Lisa
Ferrarini. L’uscita di Regina, se verrà
confermata oggi, ha il forte significato
simbolico di ridurre il peso del potere
espresso dal mondo «romano» e
consolidare la leadership di Squinzi.
Interessante sarà vedere con quale
maggioranza il presidente incasserà il
via libera della giunta alla nuova
governance.
Roberto Bagnoli
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
5
In Aula I senatori 5
stelle contro il decreto
Che cosa prevede la riforma del governo
Multe al posto dell’obbligo di assunzione
1
Il contratto a termine può essere esteso fino a tre
anni senza causalità e senza obbligo di pausa tra
un contratto e l’altro. I lavoratori con contratto a
termine non devono superare il 20% dei
dipendenti. La novità ottenuta in Senato da Ncd
è che per le aziende che superano il tetto non è più
previsto l’obbligo di assunzione ma una sanzione
pecuniaria che cresce dal 20% al 50%
Arriva il «libretto formativo»
Sgravi del 35% sulla solidarietà
2
In materia di apprendistato sale a 50 da 30 il numero di
dipendenti che l’azienda deve avere affinché scatti
l’obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti. La
formazione sarà mista, pubblica e privata. È stato
ripristinato l’apprendistato a tempo determinato per le
attività stagionali e introdotto il «libretto formativo» .
L’inadempimento grave trasforma il contratto di
formazione in contratto a tempo determinato
3
Novità anche nel preambolo, sorta di collegamento
con il ddl delega che completerà il Jobs Act. Per
volontà del relatore Pietro Ichino governo e
maggioranza si impegnano a varare mediante la
legge delega il codice semplificato del lavoro con la
previsione del contratto a protezione crescente. Il
decreto prevede sgravi contributivi del 35% per le
aziende che nella crisi stipulino contratti di solidarietà
Il congresso L’intervento del segretario della Fiom
Landini sfida Camusso:
ora più trasparenza
e pubblichi online i conti
DAL NOSTRO INVIATO
Pranzo Renzi-Padoan
Poste e Enav,
privatizzazione
in agenda
ROMA — Pranzo di lavoro a
Palazzo Chigi ieri per il
ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan, invitato dal
premier Matteo Renzi al
rientro da una trasferta di dieci
giorni in giro soprattutto per
l’Europa. L’ultimo, ma non il
meno importante degli
appuntamenti dell’agenda del
titolare del Tesoro, è stato il
Consiglio dei ministri
economici a Bruxelles (Ecofin)
su cui il presidente del
Consiglio ha voluto essere
informato.
Il confronto si sarebbe
spostato sui prossimi
provvedimenti economici che
il governo ha in programma,
come i due decreti sulla
privatizzazione di Poste e Enav
(Ente nazionale assistenza al
volo), che dovrebbero essere
esaminati nel primo consiglio
dei ministri utile. Secondo
fonti di Palazzo Chigi, al centro
del colloquio di Renzi e
Padoan, ci sarebbero stati
anche la delega fiscale e l’uso
dei fondi Ue su cui si sta
facendo un lavoro di recupero,
razionalizzazione e rilancio
attraverso il sottosegretario
alla Presidenza del consiglio
Graziano Delrio.
Infine tra i temi di maggiore
attualità politica c’è senz’altro
il modo in cui il ministero
dell’Economia, tramite i
viceministri, seguirà l’iter del
decreto Irpef in Parlamento. Le
polemiche sorte in Senato
sulle osservazioni relative alle
coperture espresse dal Servizio
del Bilancio sono l’avvisaglia
di un clima infuocato, che del
resto si è manifestato anche
nel passaggio di altri
provvedimenti nelle Aule: dal
decreto lavoro alle riforme
istituzionali.
Antonella Baccaro
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RIMINI — È stato il leader della
Fiom, Maurizio Landini, a scaldare
ieri un congresso nazionale della Cgil
che si trascinava stancamente. Ci si
aspettava una sua clamorosa sortita
sui temi della trasparenza dei rendiconti sindacali e allo stesso tempo un
ulteriore segnale dell’asse politicotematico che lo lega da tempo al premier Matteo Renzi. Landini non ha
deluso del tutto le aspettative ma si è
fermato un attimo prima. Ha chiesto
alla Cgil di diventare «una casa di vetro trasparente su bilanci e spese fino
a dotarsi di un codice etico sui comportamenti morali». Nelle dichiarazioni rese subito dopo ha parlato anche della necessità di rendere pubblici gli stipendi dei dirigenti sindacali. «Il consenso che l’attacco
governativo al sindacato trova nel
Paese è figlio dei nostri errori, delle
cose che non abbiamo fatto per tempo». E che ora dobbiamo recuperare
«non perché ce lo chiede Renzi ma
perché ce lo chiedono i giovani e i
precari» che credono che i sindacalisti siano pagati dallo Stato. Landini
che sfoggiava un maglione rosso ha
avvertito la platea che quello che si
sta per abbattere sulla rappresentanza «è un terremoto» e quindi ha poco
senso trastullarsi nel quesito se la
Cgil «debba essere una casa comune
o un condominio», come aveva fatto
nella relazione il segretario Susanna
Camusso. «Non dobbiamo nasconderci i nostri errori, altrimenti è solo
questione di tempo e faremo la fine
dei partiti».
Il congresso che si chiude oggi
❜❜
Autocritica
Il consenso generale
all’attacco che il
governo fa al sindacato
è figlio dei nostri errori
La lista alternativa
sancirà una spaccatura perché saranno tre le liste in lizza: la prima della
maggioranza radunata attorno a Camusso, la seconda capeggiata dallo
stesso Landini e la terza dell’area che
fa capo a Giorgio Cremaschi. Per il
numero uno della Fiom la divisione è
colpa delle scelte fatte da Camusso
con la firma del testo unico sulla rappresentanza. «L’unità della Cgil viene
prima di quella con Cisl e Uil, pensare
invece di avere un’unità di azione con
loro per non affrontare la discussione interna è un errore gravissimo. Mi
sono venuti i capelli dritti in testa
quando ho sentito Raffaele Bonanni
applaudito ieri dal congresso — ha
scandito Landini con la consueta voce tonante —. È il sindacato che ha
firmato con la Fiat e ha chiuso i contratti separati per lasciarci fuori dalle
fabbriche. E viene qui a fare la lezione di democrazia a noi e non abbiamo problemi ad applaudirlo? Stiamo
scherzando?». Il contenzioso aperto
da Landini con la maggioranza della
Cgil è stato ampio e ha investito oltre
al tema delle regole della rappresen-
Guida delle tute blu
Maurizio Landini, 52 anni ,
di Reggio Emilia (sopra
nell’intervento di ieri al
congresso della Cgil) è il
segretario generale della
Fiom, la federazione dei
metalmeccanici dello stesso
sindacato. Landini guida
l’opposizione a Susanna
Camusso e ha presentato
una lista di minoranza per il
congresso. Tra i maggiori
terreni di contrasto, l’accordo
sulla rappresentanza
firmato dalla Cgil a gennaio
tanza il caso Fiat, considerato dirimente dalla Fiom perché l’azienda
torinese è vista come responsabile di
voler stravolgere le relazioni industriali, di superare il contratto nazionale e di attaccare la stessa possibilità
di fare contrattazione collettiva. E
Landini ha rimarcato polemicamente
il silenzio in materia del segretario
Camusso nella relazione di apertura.
In mattinata si era registrata anche
una visita-lampo del ministro Giuliano Poletti, accolto dai pochi delegati in aula in qualche momento con
qualche applauso e fischi isolati. Ma
proprio la procedura insolitamente
veloce ha confermato l’impressione
del grande freddo che c’è tra la Cgil e
il mondo della cooperazione che Poletti, suo malgrado, continua simbolicamente a rappresentare. Resta comunque la sensazione che il congresso abbia avuto lungo tutti i primi
due giorni un convitato di pietra
(Matteo Renzi) evocato in quasi tutti
gli interventi, volti per altro ad autorassicurare la platea sull’importanza
della rappresentanza e sul valore dell’azione sindacale. Ma non è un caso
che la battuta che ieri correva di bocca in bocca fosse quella di Carla Cantone, segretaria dei pensionati che
dal palco ha operato una rilettura del
Manzoni: «Evitiamo di fare come i
galli di Renzo dei Promessi Sposi
perché rischiamo di diventare i polli
di Renzi». Più chiaro di così si muore.
Dario Di Vico
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Le confederazioni I distacchi nel pubblico impiego causano assenze retribuite pari a 3.655 dipendenti l’ anno (uno su 550)
Ma quanto valgono Cgil, Cisl e Uil? 1,2 miliardi
Dai 12,3 milioni di iscritti arriva un contributo di circa l’1% su pensione o stipendio
ROMA — Poiché Cgil, Cisl e Uil vantano insieme 12,3 milioni di iscritti, sono per definizione una potenza economica. Ogni iscritto paga infatti una tessera e una quota mensile, trattenuta sullo stipendio o sulla pensione, all’incirca
l’1%. Trattenuta a vita, salvo disdetta per
iscritto. Un lavoratore, insomma, si può
stimare prudentemente che versi al sindacato in media circa 130 euro all’anno
e un pensionato 60. Considerando che i
lavoratori iscritti alle tre confederazioni
sono 6,3 milioni si tratta di circa 828 milioni, ai quali si sommano altri 360 milioni che arrivano da pensionati e altri
iscritti (disoccupati, per esempio). In
tutto quasi un miliardo e duecento milioni l’anno che arrivano dai tesserati.
Che rappresenta certamente la quota
maggiore delle entrate del sindacato.
Ma ci sono anche risorse che vengono da finanziamento pubblico, «diretto
e indiretto», come scrisse Giuliano
Amato nella relazione consegnata al governo Monti nel 2012, che lo aveva incaricato di far luce sul tema per vedere se
era possibile tagliare qualcosa. Amato si
soffermò su tre voci: i distacchi sindacali nel pubblico impiego, cioè lavoratori
che fanno i sindacalisti ma continuano a
prendere lo stipendio dall’amministrazione pubblica; i fondi ai patronati, che
assistono gratuitamente lavoratori e
pensionati in particolare nelle pratiche
previdenziali; i fondi ai Caf che si occupano invece di compilare e trasmettere
le dichiarazioni dei redditi. L’ex premier
concluse che ci sono margini solo sui
distacchi nel pubblico impiego, che
causano assenze retribuite dal lavoro
Gli iscritti e i costi
Cgil
Totale 5.712.642
2.716.519
D’ARCO
Uil 113
milioni
Cisl
Totale 4.372.280
di euro
Totale 2.216.443
2.996.123
430
2.311.276
2.006.515
milioni
di euro
Il costo annuo dei circa
2 mila distacchi
sindacali nel pubblico
impiego
Il finanziamento
pubblico annuo
ai patronati
1.345.323
170
582.147
288.973
54.489
Fonte: Cgil, Cisl e Uil, dati 2013
Patronati
Ogni anno i patronati
possono contare su
circa 430 milioni divisi
tra una trentina di sigle
Il mattone
Nel patrimonio della
Cgil ci sono circa 3 mila
immobili, 5 mila in
quello della Cisl
lavoratori
pensionati altri
corrispondenti a 3.655 dipendenti l’anno (uno su 550) per un costo di 113,3
milioni di euro. E guarda caso una delle
44 proposte di riforma della pubblica
amministrazione lanciate dal governo
Renzi prevede il dimezzamento dei distacchi. Per il resto, Amato suggeriva di
non tagliare, né sui patronati né sui Caf,
perché svolgono funzioni essenziali (riconosciute da sentenze della Corte costituzionale quelle dei patronati, che
inoltre sono finanziati con i contributi
versati dalle aziende all’Inps) sia perché
entrambi hanno già subito pesanti tagli
dei contributi. Ogni anno ai patronati
vanno circa 430 milioni di euro. Una
somma che si dividono una trentina di
sigle, in base all’attività svolta. Certo la
parte del leone la fanno i patronati di
Cgil, Cisl e Uil, ma ci sono anche gli istituti promossi dai sindacati minori e dal-
milioni
di euro
Il finanziamento
pubblico ai Caf,
i centri di assistenza
fiscale
Fonte: Relazione Amato al governo Monti sul
finanziamento ai sindacati (agosto 2012)
le associazioni delle imprese. Ai Caf
vanno invece circa 170 milioni. In questo caso le sigle sono addirittura 80. Il
45% dell’attività viene svolto dai centri
di Cgil, Cisl e Uil e degli altri sindacati, il
resto dai Caf delle altre associazioni (datori di lavoro, professionisti, organizzazioni cattoliche).
Distacchi, fondi pubblici ai patronati
e ai Caf, sono forme indirette di finanziamento, di cui non si trova traccia nei
bilanci dei sindacati. Caf e patronati
hanno infatti bilanci separati. Ma anche
restringendo il campo di osservazione
ai sindacati non si troverà altro sui rispettivi siti che i bilanci delle confederazioni nazionali. Non esiste insomma il
bilancio consolidato, che tiene insieme
tutte le strutture sindacali, di categoria
(metalmeccanici, chimici, pubblico impiego, ecc.) e territoriali (regioni, pro-
vince, ecc.). E parliamo di Cgil, Cisl e Uil,
perché se passiamo ai sindacati minori
talvolta non esistono nemmeno i bilanci
o meglio sono segreti. Basti pensare all’Ugl e forse non è un caso, vista l’inchiesta della magistratura che ha travolto il segretario Giovanni Centrella accusato di appropriazione indebita aggravata.
Del resto i sindacati sono associazioni di fatto e in quanto tali non hanno
obblighi particolari. Ogni sigla si comporta come meglio crede. Fino a poco
tempo anche la Fiom-Cgil, che adesso
con il segretario Maurizio Landini chiede trasparenza, teneva nascosto il proprio bilancio. Poi, dopo l’arrivo di Renzi
e il pressing su «tutte le spese online», la
svolta. Sul sito Landini ha fatto pubblicare non solo il bilancio ma anche le sue
buste paga e le retribuzioni medie dei
dipendenti della struttura nazionale.
Apprendiamo così che Landini guadagna 2.250 euro al mese. Per i segretari
generali di Cgil, Cisl e Uil dobbiamo attenerci invece a dichiarazioni e notizie
filtrate sui media negli ultimi anni: circa
3.500 euro al mese disse di ricevere l’ex
segretario della Cgil, Guglielmo Epifani,
4 mila euro quello della Uil, Luigi Angeletti, 4.500 Raffaele Bonanni. Infine,
Cgil, Cisl e Uil hanno una grande ricchezza patrimoniale: circa 3 mila immobili la Cgil, 5 mila la Cisl e un numero
imprecisato la Uil. Tutto grazie a una
legge (la 902 del 1977) che attribuì loro
gratuitamente il patrimonio dei disciolti sindacati fascisti.
Enrico Marro
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6
Primo Piano
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Auto Il piano 2014-2018
FIAT-CHRYSLER,
IL PIANO INDUSTRIALE
L’andamento
andamento in Borsa
Obiettivi di vendita
2013
2018
Obiettivi finanziari
2013
2018
8738
38
87 mld di euro
132 mld
Ricavi
82
8282
FIAT
PIAZZA
IERI A PIA
AFFARI
25
7825
7,48 eu
euro
-11,69%
69
7369
12
6912
56
6456
13 gen
2
27
10 ffeb
24
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10 mar
24
4
7 apr
21
1
5 mag
4,1 %
Margine operativo
6,6-7,4 %
Fiat
Professional
1,5 mln di auto
1,9 mln
Fiat
Alfa
Romeo
Utile netto
0,9 mld
4,7-5,5 mld
Maserati
Debito netto
industriale
9,7 mld
0,5-1 mld
Jeep
74.000
400.000
Chrysler
15.400
75.000
431.000
600.000
350.000
800.000
596.000
600.000
Dodge
732.000
1,9 mln
Ferrari
7.000
7.000
Fonte: Fca Group
«Fiat-Chrysler leader, nessuno mandato a casa»
La lettera di Elkann e Marchionne. Il tonfo del titolo in Borsa, meno 11,7%
Symbola-Unioncamere
Ecco i dieci
primati
dell’Italia
L’Italia non è vittima della
globalizzazione. Tanto meno
ha perso la sfida con i Paesi
emergenti. L’idea dell’ultimo
rapporto elaborato da
Fondazione Symbola,
Unioncamere e Fondazione
Edison è quella di ribaltare
l’abito mentale che tratteggia
l’Italia senza speranza. Così
l’ottimismo di Marco Fortis,
vicepresidente della
Fondazione Edison, ha
partorito un decalogo di verità
sulla competitività italiana.
Un elenco di constatazioni
corredato di cifre e dati che
comincia fissando un fiore
all’occhiello del made in Italy.
Solo cinque Paesi al mondo
registrano un surplus
commerciale sopra i 100
miliardi di dollari. L’Italia è
nella cinquina d’oro (113
miliardi nel 2012),
stracciando Francia (-34
miliardi) e Stati Uniti (-610
miliardi). Il decalogo
presentato ieri a Roma indica
altre nove «verità». Le
imprese italiane sono tra le
più competitive al mondo.
L’affermazione è supportata
dal numero di prodotti, 935
su un totale di 5.117, che
l’Italia ha piazzato al primo,
secondo o terzo posto per
attivo commerciale estero.
Ottima anche la capacità di
conservare la propria fetta di
export su base mondiale. Oggi
vale il 71% di quanto valeva
nel 1999, prima della
globalizzazione. Una
performance migliore di
Giappone, Francia e Regno
Unito che hanno visto
scendere le rispettive quote
sotto il 70%. Le altre verità
ribadiscono l’eccellenza in
campo ambientale, così come
il primato su scala europea
per numero di pernottamenti
di turisti extra Ue. La
situazione debitoria
complessiva del Paese (Stato,
famiglie e imprese) fa
dell’Italia una delle nazioni
meno indebitate al mondo. Il
documento aggiunge che il Pil
è precipitato per il crollo della
domanda interna e che gli
altri Paesi sono cresciuti
aumentando il debito. Tanto
che la «quota» italiana di
debito pubblico dell’Eurozona
si è ridotta. Ultima verità: dal
1996 al 2013 l’Italia ha
prodotto il più alto avanzo
primario cumulato della
storia, 591 miliardi di euro.
Andrea Ducci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL NOSTRO INVIATO
AUBURN HILLS (Michigan) –
Giornata storica quella del lancio del gruppo integrato FiatChrysler, ma il «day after» ha
un gusto amaro. Stavolta il Sergio Marchionne che esclude tagli di stabilimenti e di personale in Italia e che critica gli eccessi del capitalismo più brutale
piace ai rappresentanti dei lavoratori, anche a quelli italiani
che in passato lo hanno aspramente criticato, ma non alla finanza: la Borsa non trova nelle
parole del capo del gruppo
Fiat-Chrysler spazi per possibili guadagni speculativi a breve
e punisce il titolo Fiat che, dopo
un tonfo del 9 % e una sospensione per eccesso di ribasso,
chiude in calo dell’11,69% . Undici come le ore della presentazione-fiume di martedì. L’amministratore delegato di FCA e
gli altri capi delle varie aree del
gruppo – i singoli marchi, dalla
Maserati alla Dodge, la finanza,
i responsabili dei vari mercati
mondiali – hanno sepolto analisti e stampa sotto un oceano
di dati, progetti, immagini di
un passato glorioso, suggestioni commerciali. Poi Marchionne ha declinato con orgoglio la
sua scommessa: sette milioni
di venduti nel 2018, rispetto ai
4,3 milioni del 2013, cinque
miliardi di utili netti a fine piano, col debito pressoché azzerato. L’Alfa che passa da 73 a
400 mila vetture prodotte e
Maserati che moltiplica per
cinque le vendite.
Un piano ambizioso, per alcuni analisti addirittura temerario: alla fine della giornata in
cui i gruppi del Lingotto e di
Auburn Hills cominciano a
scrivere quello che Marchionne
chiama «il nostro nuovo libro»
(la storia di FCA, la società nata
dalla fusione delle due Case) il
presidente John Elkann spiega
di condividere in pieno la «sfida contro la mediocrità» sulla
quale è basata la scommessa
del manager. E sottolinea che
oggi l’Italia ha la possibilità di
rilanciare i suoi marchi dell’auto sfruttando una piattaforma
di livello mondiale grazie alle
scelte, spesso difficili, fatte ne-
gli ultimi anni. Al tempo stesso,
però, Elkann ammette che anche qualche consigliere d’amministrazione era rimasto sorpreso dalle cifre di un piano
giudicato estremamente impegnativo. E’ stato Marchionne a
convincere i consiglieri che
quegli obiettivi sono praticabili.
In cambio ha dovuto promettere di rimanere al vertice
del gruppo per tutta la durata
del piano: «Resterò fino al
2018, a meno che» ha scherzato, «non si riescano a centrare
in anticipo gli obiettivi finanziari del piano». Se non ce la fa
a rilanciare l’Alfa, nota qualche
analista, salta l’obiettivo che è
al centro del piano: spostare il
grosso del gruppo verso la parte “premium” del mercato,
quella più remunerativa, garantendo un futuro agli stabilimenti europei, soprattutto
quelli italiani.
Il manager risponde spiegando che il piano ha valvole di
sicurezza e chiedendo coraggio
e ambizione. Lo ha ribadito ieri
nella lettera che ha scritto, con
Elkann, ai 300 mila dipendenti
del gruppo: «Questo è un grande salto evolutivo: sarete protagonisti e artefici di un futuro
migliore». Marchionne, che in
Italia ha la fama del capitalista
duro, ma che ha una sua sensibilità per i problemi sociali, da
tempo ha corretto la rotta cercando di garantire un futuro a
tutti gli stabilimenti italiani e
ieri ha ribadito il suo impegno:
non ci saranno esuberi. Coi
nuovi prodotti indicati dal piano presentato martedì l’utilizzazione degli impianti tornerà
a livello ottimali e gli operai in
cassa integrazione rientreranno in fabbrica. Applausi dei
sindacalisti, perplessità degli
esperti delle banche d’affari
che gli hanno chiesto se un investimento così massiccio per
il rilancio dell’Alfa l’avrebbe
deciso anche se i suoi impianti
non fossero stati in Italia. Altri
analisti americani lo hanno interrogato sul futuro di Pomigliano, Cassino e Mirafiori.
«Ma che siete della Fiom?» ha
sibilato tra l’irritato e l’ironico
Vertici
Sergio Marchionne e
John Elkann,
amministratore
delegato e
presidente
Fiat Chrysler
un Marchionne che più di una
volta ha duellato, anche con toni aspri, coi suoi interlocutori,
ma ha discusso apertamente
con tutti senza mai sottrarsi alle domande.
Per poi chiudere con una
lunga riflessione sulla responsabilità sociale delle imprese. Il
manager ha mostrato le immagini della Casa della cultura
della Fiat in Brasile e si è commosso leggendo la lettera della
figlia di una dipendente della
Chrysler che racconta come il
lavoro in uno stabilimento che
stava per essere travolto dalla
bancarotta del gruppo ha salvato la sua famiglia dal degrado
sociale. «I’am a Detroiter», ha
scritto la ragazza e dopo che
Elkann, rispondendo a una domanda, ha raccontato di essere
cresciuto nel mito della Detroit
di Henry Ford, quella conosciuta dal suo bisnonno e da nonno
Giovanni, Marchionne ha promesso all’uditorio: «Datemi un
po’ di tempo: diventerà anche
lui un Detroiter».
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le vetture La Giulia dal 2015 a Cassino
Tornerà la Fiat 124
(anche Abarth)
Tre modelli anti-Golf
Il giorno dopo - the day after, come
dicono nei corridoi della Chrysler - ad
Auburn Hills sono tutti stanchi, ma galvanizzati dalla lunghissima giornata di
presentazione del piano 2014-2018 di
Fca.
Il progetto messo a punto da Sergio
Marchionne contiene peraltro diverse
novità. Nelle slide illustrate da Olivier
Francois, capo del brand Fiat, c’è per
esempio una piccola vettura nascosta
da un telo, definita «specialty», è la
prossima Fiat 124 spider. Il nuovo modello, costruito in Giappone in collaborazione con Mazda, verrà realizzato anche con il marchio Abarth: non una
versione, ma un prodotto distinto, saranno dunque realizzate due auto, con
due diversi marchi, entrambi prodotti
globali. Francois ha anche spiegato che
la Punto, la vettura che occupa attualmente il segmento B, verrà sostituita da
un altro modello, anche se è ancora oggetto di riflessione l’eventuale inserimento nella famiglia della Cinquecento
- in pratica una Cinquecento a 5 porte o in alternativa il completo ridisegno,
con una carrozzeria che non avrà nulla
a che vedere con l’attuale automobile.
Anche nel segmento C, quello della
Bravo, avverrà un profondo ribaltamento. Sono in pista tre veicoli, che potrebbero essere costruiti nello stabilimento della Tofas, la controllata di Fiat
in Turchia, su una piattaforma inedita
(non del Fiorino): in particolare verranno realizzate una berlina a quattro
porte, una a cinque ed una station wagon. Si inseriranno nella fascia di mer-
cato dove spopola la Golf che nel 2013
ha venduto circa 480mila unità.
Per quanto riguarda il rilancio di Alfa
Romeo, questa volta Marchionne non è
caduto nella trappola del progetto
«Fabbrica Italia», quando nel 2010 aveva dettagliato nei minimi particolari il
piano che, in corso d’opera, era stato
poi costretto a modificare. L’aspetto più
importante del programma per il marchio del Biscione sta però nell’equilibrio delle varie componenti, non esiste
una parte che possa far crollare tutto.
Rischi ed opportunità sono bilanciati,
sia attraverso i marchi sia attraverso le
regioni in cui Fca opera. Contrariamente alle anticipazioni, Marchionne non
ha annunciato lo scorporo dell’Alfa Romeo, tutto può succedere, ma attualmente, con la gamma Alfa limitata a
Mito e Giulietta, è fuori da ogni logica.
I progetti del Lingotto
Il modello storico della Fiat 124: sarà rivisitata
La nuova Jeep : in cinque anni lanciati cinque modelli
La prima delle 499 Ferrari «La Ferrari»: costa oltre 1 milione
L’Alfa Romeo 4C costruita nelle officine Maserati di Modena
È però facile immaginare che i modelli
del Biscione avranno la loro casa nell’impianto di Cassino (la Giulia sarà
prodotta nell’impianto laziale, a partire
dalla fine del 2015) e a Mirafiori dove si
sta disponendo la seconda linea, affiancata a quella ormai pronta di assemblaggio del suv Maserati. Le prime
scocche si dovrebbero vedere sempre il
prossimo anno (Fiat ha stanziato per la
fabbrica torinese circa 2 miliardi di euro). Con Melfi a pieno carico grazie a
180mila Fiat 500X e 200mila Jeep Renegade (altre 200mila arriveranno dall’America Latina e 500mila dall’Asia), si
vede ormai la piena occupazione con il
ritorno, a breve, di tutti i cassintegrati
in fabbrica. L’impianto di Pomigliano è
totalmente dedicato alla Panda (se la
congiuntura economica tenderà al bello, man mano dovrebbero rientrare i
dipendenti ancora sospesi), come
quello di Grugliasco alle Maserati
Quattroporte e Ghibli. Per la futura 500,
invece è quasi certa la permanenza, nel
sito di Tycky, in Polonia.
Il piano illustrato martedì a Auburn
Hills prevede inoltre cinque famiglie di
motori, tra cui quelli a benzina con potenze tra 120 e 180 cavalli, che equipaggeranno tutti i modelli di taglia piccola
e media e saranno costruiti, quasi sicuramente, in Italia (l’investimento complessivo per tutti i propulsori supera i 5
miliardi) .
Con queste premesse, i timori che alcuni analisti finanziari hanno espresso
da Auburn Hills appaiono eccessivi. Ieri
un’apertura di credito al piano e ai vertici di Fca è giunta a sorpresa da Bob
King, il potente capo del sindacato
americano Uaw. «Grande rispetto per
Sergio Marchionne, per quello che ha
fatto per la crescita della quota di mercato. Per me - ha spiegato King - sarà
veramente Fca. Non sarà Chrysler che
controlla Fiat o Fiat che controlla Chrysler. È realmente una casa automobilistica globale».
Bianca Carretto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
italia: 51575551575557
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8
Primo Piano
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Politica e giustizia Il caso
Caso Ruby, l’attacco di Minale
«Boccassini non aveva titolarità»
Il procuratore generale al Csm: interrogò i testi prima che il caso fosse suo
ROMA — Ilda Boccassini,
procuratore aggiunto di Milano, «non aveva titolarità». Né
per interrogare Piero Ostuni,
l’ex capo di gabinetto della
Questura di Milano, cui arrivarono le pressioni di Silvio Berlusconi per liberare la falsa «nipote di Mubarak», Ruby Rubacuori. Né per ascoltare Giorgia
Iafrate: la funzionaria di polizia
che, dopo le pressioni dell’ex
presidente del Consiglio, affidò
la minorenne, frequentatrice
delle serate ad Arcore, alla consigliera regionale Nicole Minetti.
Lo ha detto al Csm il pg di
Milano, Manlio Minale, nel
corso della sua audizione del 14
aprile scorso, davanti alla prima e alla settima Commissione
che stanno tentando di chiarire
se la denuncia presentata dall’aggiunto di Milano, Alfredo
Robledo, contro il capo della
procura Edmondo Bruti Liberati, abbia qualche fondatezza.
In un esposto Robledo, che si
occupa di reati contro la pubblica amministrazione, ha accusato il capo di irregolarità
nell’assegnazione di alcuni fa-
scicoli. A cominciare dal caso
Ruby. Secondo Minale, Bruti Liberati avrebbe avuto «l’obbligo
di interpellarlo» per l’iscrizione
tra gli indagati di Berlusconi.
Dunque Ilda Boccassini non
avrebbe dovuto ascoltare quelle testimonianze così preziose
per il processo costato la condanna per prostituzione mino-
rile a Berlusconi? Minale non è
così netto. «Io non so se non
abbia chiesto al procuratore se
poteva compiere quell’atto», ha
spiegato al Csm. Ricordando
che nella circolare del Consiglio
sulla riforma Castelli «è prevista addirittura la possibilità per
il procuratore di designare anche per singoli atti», ha aggiun-
Le lamentele
Le convocazioni
La vicenda
I fascicoli e i rilievi
Il Csm sta valutando i
rilievi sull’assegnazione
dei fascicoli che il numero
due dei pm di Milano,
Robledo, ha mosso al suo
capo Bruti Liberati
Robledo lamenta
violazioni tabellari nella
propria esclusione da
inchieste di corruzione
date invece ai colleghi
Greco e Boccassini
Il Csm, che ha già
ascoltato Robledo e
Bruti, la settimana
prossima ha convocato
i pm Greco, Pomarici,
Boccassini e Gatto
to. Ed è proprio questa la motivazione fornita al Csm da Bruti
Liberati, di quella apparente intrusione. Il 26 ottobre — ha ricostruito a Palazzo dei Marescialli — lui decise di affidare il
caso alla Boccassini, come aggiunto di riferimento. D’accordo con l’aggiunto Nobili. D’altronde, aveva spiegato Bruti Liberati, a Milano è abitudine che
gli aggiunti partecipino anche a
procedimenti non assegnati. Il
28 si tenne l’interrogatorio.
T u t to n o r m a l e , a l l o r a ?
Manlio Minale non lo sa. «Non
è escluso che in quel caso ci sia
stata un’interlocuzione tra l’aggiunto e il procuratore per cui ci
sia stata una autorizzazione a
compiere quell’attività che poi
si è formalizzata nell’iscrizione». Quello che è certo è che,
dice, «i magistrati sostituti trascinano i procedimenti», come
accadde al pm Sangermano, titolare del fascicolo Ruby, passato dal pool guidato dall’aggiunto Nobili a quello della Boccassini. «Ma — sottolinea — se sono di materia specializzata
devono riferire al loro superiore, che è addirittura il procuratore aggiunto di riferimento che
mette il visto». Quindi, Ilda
Boccassini «non essendoci stata
un’assegnazione diretta fino al
provvedimento di iscrizione
dobbiamo ritenerla non assegnataria di quel procedimento,
sempre che — aggiunge Minale
— non si ritenga che il procuratore, annotando “procedimento
assegnato a Boccassini, Forno e
Sangermano”», nel dicembre
2010, al momento dell’iscrizione del reato di concussione,
«non abbia voluto coprire, sa-
nare la precedente situazione».
Secondo il pg, «fino a quel
provvedimento di iscrizione la
collega Boccassini non era assegnataria perché si è inserita, ha
ritenuto di assistere, di lavorare
insieme al sostituto che era del
suo dipartimento ma in un procedimento che non era di Dda».
Tra lunedì e martedì saranno
ascoltati la stessa Boccassini,
Francesco Greco, Ferdinando
Pomarici e Nunzia Gatto.
Intanto Forza Italia protesta:
«Se venisse confermata la notizia, secondo cui il pm Boccassini avrebbe dato inizio all’inchiesta nei confronti dell’allora
premier senza averne la titolarità — accusa Manuela Repetti
—, ciò inficerebbe all’origine
l’intero procedimento giudiziario».
Virginia Piccolillo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
A Napoli La presunta compravendita
L’ex pd ai magistrati:
mi offrirono soldi
per passare
al centrodestra
NAPOLI — Al processo t’altro. «Mi disse che il govercontro Silvio Berlusconi e no Prodi non aveva futuro e
Valter Lavitola per la compra- che per Berlusconi era assovendita dei senatori organiz- lutamente fondamentale torzata, secondo l’accusa, dal nare a fare il presidente del
centrodestra per far cadere il Consiglio, perché era una cogoverno Prodi, hanno depo- sa che sentiva molto». Quindi
sto ieri in tribunale a Napoli gli spiegò che sarebbero pol’ex senatore Paolo Rossi e la tuti partire anche immediasenatrice Anna Finocchiaro. tamente per la Sardegna per
Particolarmente rilevante la incontrare Berlusconi che si
testimonianza di Rossi che, trovava a Villa Certosa e staconfermando quanto già bilire il prezzo dell’accordo».
emerso durante la fase inveLa senatrice Finocchiaro
stigativa condotta della Pro- ha invece spiegato alla corte
cura di Napoli,
ha raccontato
di aver ricevuPalazzo Madama
to offerte ecoPaolo Rossi,
nomiche an56 anni, eletto
che apparensenatore con il Pd
temente connel 2006, rieletto
sistenti. «In
nel 2008
cambio del
mio passaggio
al centrodestra — ha raccon- che a suo parere il cambio di
tato Rossi ai giudici — l’ex casacca di Sergio De Gregosenatore Antonio Tomassini rio, che dall’Italia dei Valori
mi offrì una somma di dena- passò con il centrodestra (ha
ro che, mi disse, non avrebbe ammesso di essere stato pacambiato la vita del presiden- gato per questo da Berlusconi
te Berlusconi, ma la mia sì».
e ha già patteggiato la sua peRossi ha riferito di aver ri- na scegliendo di essere procevuto un invito a casa da To- cessato con rito abbreviato),
massini, che lui conosceva fu «molto grave», perché a
bene per la pregressa mili- differenza di altri cambi di
tanza nella Democrazia cri- casacca che già si erano veristiana e perché Tomassini era ficati, in quel caso lei capì suil ginecologo di sua moglie. bito che la scelta non era poPensò, ha spiegato, che si litica ma di altra natura. E intrattasse di un incontro per fatti parlò pubblicamente in
motivi politici, magari legati Senato di «corruzione giudialle questioni amministrative ziaria».
F.B.
di Varese, la città di entrambi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Invece l’argomento era tut-
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Primo Piano
italia: 51575551575557
9
Con i giornalisti Il leader di Forza Italia
Silvio Berlusconi ieri alla conferenza stampa
sul Dipartimento cultura del partito (Mistrulli)
Le strategie L’ex premier attento a non alzare i toni per non rischiare la revoca dei servizi sociali
Berlusconi e i suoi legali
tra cautela e speranza
di annullare il processo
Forza Italia: un intreccio di abusi e forzature
Il «Cinque maggio» dell’ex Cavaliere
Nell’ultima pagina del discorso di Berlusconi spunta una poesia, che l’ex
premier ha recitato ieri alla platea. «Ho scritto il discorso il 5 maggio e per
ridere e far ridere feci la parodia del Cinque maggio» di Alessandro
Manzoni, ha raccontato. Ecco i versi: «Ei fu siccome ignobile, dopo
il feral sondaggio, freme s’indigna ed esplode, in un fatal
messaggio: dichiara affranto e triste, ormai lo dico piano,
la destra non esiste, se non ci metto mano. Per
continuar l’impegno, e non essere affranto,
devo cambiar contegno, oppure è
solo pianto» (LaPresse)
ROMA — La cautela è massima.
Perché Niccolò Ghedini, impegnato
a Napoli nel processo sulla compravendita dei senatori, non ha ancora
dato la linea al partito. E perché Berlusconi, per quanto speri sempre in
un colpo di scena a suo favore,
«scottato» com’è dalle sue vicende
giudiziarie, a caldo ha commentato
piuttosto sconsolatamente: «Mah,
non so, non vedo come si possa evitare che il processo vada avanti...».
E però, la notizia che il procuratore generale di Milano, Manlio Minale, in un’audizione davanti al Csm ha
denunciato come Ilda Boccassini
non avesse titolo per aprire lei stessa
le indagini sul caso Ruby, è percepita
come un «fatto molto importante,
dagli esiti imprevisti» in Forza Italia.
Certo, a ieri sera, ancora in pochi
erano pronti a reagire. Il primo, quasi l’unico (lo ha seguito più tardi
Manuela Repetti), è stato Luca
D’Alessandro, segretario in commissione Giustizia e capo ufficio stampa
azzurro: «Quanto sta emergendo dal
procedimento del Csm sulla spaccatura interna alla procura di Milano, è
un intreccio di irregolarità, abusi,
In Cassazione L’amico di Formigoni e il crac del San Raffaele
Daccò, salta la condanna
In un mese può essere libero
Si torna in appello. L’imputato è in cella dal 2011
MILANO — La Cassazione annulla
la condanna a nove anni di reclusione
per Pierangelo Daccò rimandando in
appello il processo sul crac dell’ospedale San Raffaele, ma sia la difesa che
la procura di Milano possono considerarlo comunque un risultato positivo: la prima perché potrebbe vedere
libero in un mese l’«apriporte» in Regione Lombardia; la seconda perché
può rivendicare che in appena due
anni e mezzo dal fallimento almeno
una parte delle accuse si sono tramutate in una condanna definitiva.
L’amico di lunga data e compagno
di munifiche vacanze dell’allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni l’11 giugno 2013 era
stato condannato dalla Corte d’Appello di Milano a nove anni di reclusione per concorso in una serie di distrazioni di fondi che avevano contribuito un anno prima al tracollo finanziario della struttura sanitaria
fondata da don Luigi Verzé, che se
non fosse deceduto prima dell’avvio
del processo si sarebbe ritrovato tra
gli imputati. Daccò aveva scelto, da
solo, il rito abbreviato e dopo aver subito il 3 ottobre 2012 una condanna a
10 anni di carcere e al pagamento di
una provvisionale di 5 milioni di euro
per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta dal gup Cristina
Manocci, si era visto ridurre la pena
di un anno in appello. Ma la sorte dei
due suoi coimputati in altrettanti capi di imputazione, che riguardano distrazioni di fondi per 2 milioni e 773
mila euro, era stata diametralmente
diversa, tant’è vero che i due erano
stati assolti in un altro processo. In
appello, la difesa di Daccò aveva chiesto che quelle due assoluzioni fossero
prese in considerazione e di valutar-
La vicenda
In primo grado
Coinvolto
nel crac
dell’ospedale
San Raffaele, il
3 ottobre 2010
Pierangelo
Daccò viene
condannato dal
Gup a 10 anni
di carcere
e al pagamento
di una
provvisionale di
5 milioni di euro
La svolta
L’11 giugno
2013, la pena
viene ridotta
di un anno dalla
Corte d’appello
di Milano. Ieri
la Cassazione
ha annullato
la condanna
per due capi
di imputazione
confermandola
per gli altri 5.
Il processo
torna in appello
ne le ripercussioni su Daccò.
Ieri il sostituto procuratore generale Giocchino Izzo ha chiesto che la
sentenza d’Appello venisse confermata dai giudici della quinta sezione
penale della Corte di Cassazione perché si trattava di una sentenza «immune da vizi»: stessa condanna a 9
anni e stessa provvisionale di 5 milioni da versare immediatamente alla
Fondazione Monte Tabor. La Suprema Corte, invece, ha accolto parte
delle tesi difensive sostenute dai legali di Daccò, gli avvocati Massimo
Krogh e Luigi Panella. I giudici, infatti, hanno deciso che il processo deve
tornare in appello a Milano, ma ad
una sezione diversa dalla seconda
che ha condannato Daccò. Il nuovo
collegio dovrà però occuparsi solo
dei due capi di imputazione al centro
della questione, stabilendo se Daccò
è colpevole o innocente. La responsabilità per gli altri cinque capi d’accusa, invece, è passata in giudicato definitivamente.
Tutto questo si riflette sull’entità
della pena finale che dovrà esse ricalcolata, ma soprattutto sulla detenzione del «faccendiere». Daccò, che nel
frattempo è stato imputato anche nel
processo Maugeri con altre nove persone, tra cui Formigoni, è in carcere
dal novembre del 2011. Tra circa un
mese scadrà il periodo di detenzione
massimo consentito per la «fase»
processuale che va dall’appello alla
Cassazione, e visto che non sarà possibile far cominciare e finire il nuovo
processo in così poco tempo, la sua
detenzione per questa storia dovrà finire.
Giuseppe Guastella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
favoritismi e forzature che dimostrano come fosse in vita una procura nella procura che aveva lo scopo
esclusivo di colpire Berlusconi».
Se da questa posizione si arriverà
a montare una campagna fino a
chiedere magari l’annullamento del
processo lo si capirà nelle prossime
ore. Per ora però Berlusconi è molto
attento a non riaprire in maniera
violenta la polemica sui suoi casi
giudiziari. Negli ultimi giorni infatti,
dopo gli avvertimenti del Tribunale
di sorveglianza e il rischio concreto
che gli possano essere revocati i servizi sociali (che comincerà a scontare domani con la prima visita al centro di Cesano Boscone), incalzato
dalle domande dei giornalisti ha
preferito soprassedere ostentando
sarcastici sorrisi. Ma la sua reazione
potrebbe arrivare da un momento
all’altro.
Sì, perché l’ex premier continua
ad essere presentissimo in campagna elettorale. Ieri ha incontrato prima i giovani dei club, poi ha tenuto
una conferenza stampa per
lanciare il dipartimento di
Fo r z a I t a l i a
Cultura assieme al responsabile Edoardo
Sylos Labini, una delle new entry nel
partito. E ieri sera ha visto 200 giovani di Azzurra Libertà, associazione
benedetta da Daniela Santanchè e
guidata da Andrea Zappacosta.
Messa da parte la giustizia, il messaggio di Berlusconi va ormai in
L’accusa
D’Alessandro, segretario
in commissione Giustizia:
«A Milano una procura nella
procura, con un solo scopo»
Le mosse
Sulle larghe intese niente
aperture: «Ci sono bastate
quelle che abbiamo fatto»
Il vaglio dell’ipotesi Marina
7
molte e diverse direzioni. Dalla figlia
Marina — che in pubblico continua
a sconsigliare di scendere in campo
(e comunque, se dovesse farlo, sarebbe «attraverso le primarie») ma
in privato a testare —, convinto che
con il suo appoggio sarebbe una
candidata fortissima e vincente, al
rapporto con Renzi: altalenante, ma
ancora molto solido come ha dimostrato la travagliata scelta di votare il
testo base sulla riforma del Senato
anche se non condiviso. In ogni caso, per ora, niente aperture sulle larghe intese: «Ci sono bastate quelle
che abbiamo fatto», torna a ripetere
l’ex premier.
Ieri, parlando della politica culturale che ha in mente di fare FI, ce n’è
stato anche per la Rai: «Noi (Mediaset) non facciamo fiction che fanno
gli anni di condanna in
primo grado a Berlusconi
per il processo Ruby
la pubblicità alla mafia». E per finire,
innervosito dai retroscena che darebbero il partito al 17%, Berlusconi
è ricorso perfino alla poesia, parafrasando il «Cinque maggio» applicato a se stesso: «Ei fu siccome ignobile dopo il feral sondaggio, freme
s’indigna ed esplode in un fatal messaggio: dichiara affranto e triste, ormai lo dico piano, la destra non esiste, se non ci metto mano. Per continuar l’impegno, e non essere affranto, devo cambiar contegno, oppure è
solo pianto».
Paola Di Caro
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Primo Piano 11
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Riforme Le scelte
Senato, ora si allungano i tempi
E Calderoli fa risorgere la devolution
Nel suo ordine del giorno sull’elezione diretta anche il federalismo
La Nota
di Massimo Franco
Tiene l’asse con FI
ma il voto europeo
spaventa il governo
I
l governo di Matteo Renzi ha ottenuto la
sua ottava fiducia, in materia di lavoro,
nella solita cornice di caos del Movimento 5 Stelle. Ma soprattutto ha ricevuto
un’altra conferma della tenuta dell’asse
con Silvio Berlusconi e Denis Verdini: al punto
che Forza Italia rivendica di avere salvato il governo in materia di riforma del Senato, dopo le
tensioni dell’altra notte in commissione e le
minacce di crisi. L’abbraccio è vistoso, e non
proprio disinteressato. Il partito berlusconiano, seppure all’opposizione, avverte Palazzo
Chigi che gli deve tutto fin dalla nascita dell’esecutivo; e che i contrasti dentro il Pd rendono essenziale il suo appoggio.
L’ipotesi che tutto questo possa portare a
una diversa maggioranza dopo il voto europeo
di maggio appare, come minimo, prematura.
Ma gli accenni fatti nei giorni scorsi dal Cavaliere bastano a diffondere preoccupazione.
Berlusconi aveva fatto sapere che sarebbe
pronto a entrare nella coalizione solo se la situazione economica diventasse drammatica.
Ma ieri l’ex premier del Pd, Massimo D’Alema,
ha avvertito che una prospettiva del genere
non esiste. «Siamo noi a non essere pronti», ha
detto. Si aprirebbe infatti una spaccatura a sinistra più netta di quella, strisciante, che in
queste settimane oppone Renzi a una parte dei
suoi parlamentari; e che finora ha prodotto
rinvii, tensioni e resistenze rispetto alla sua
strategia di riforme.
Di fatto, di Senato si riprenderà a discutere
solo dopo le europee del 25 maggio.
E il testo proposto
dal ministro Maria
Elena Boschi è pasE Grillo sfrutta sato accantonando
dei punti più
il doppio binario uno
controversi: quello
degli azzurri
sul modo di eleggere i senatori. Ora
per attaccare
si parla del 10 giuil premier
gno come data di
approvazione. Il
termine, però, rischia di diventare un’altra prova delle difficoltà che il governo incontra. Il numero uno del
Nuovo centrodestra, Gaetano Quagliariello,
consiglia di evitare «un altro braccio di ferro».
E avverte che fissare date «porta male».
L’impressione è che il futuro delle riforme
istituzionali e dell’esecutivo siano strettamente legati ai risultati delle europee. La preoccupazione è che il Ncd esca dalle urne così ridimensionato da scaricare la propria insoddisfazione su Palazzo Chigi. Ma Renzi comincia a
rendersi conto anche che un successo del Pd,
dato per probabile, stabilizzerebbe parzialmente la situazione, se il Movimento 5 stelle
aumentasse i propri voti. La logica con la quale
è stato formato l’attuale governo è stata di arginare il populismo incarnato da Beppe Grillo.
Se l’esito fosse invece quello di dare corpo a
un bipolarismo Pd-M5S, con Forza Italia terza
e Ncd indebolito, politicamente l’operazione
avrebbe dato frutti controversi. Il sottosegretario a Palazzo Chigi, Graziano Delrio, evoca
proprio lo scenario peggiore per esorcizzarlo.
Il doppio binario berlusconiano, fatto di attacchi a Renzi e insieme di salvataggi della maggioranza nei momenti critici, per FI è rischioso
e non pagante sul piano elettorale. E imbarazzante per il Pd: anche perché Grillo tende ad
additare in modo becero il premier e Berlusconi come una cosa sola. Li definisce «morti entrambi». Soffia sullo scontento. E scommette
davvero sullo sfascio.
ROMA — Di riforma del Senato e del Titolo V se ne riparla
dopo le Europee con una tabella
di marcia che difficilmente potrà rispettare la scadenza del 10
giugno per il primo voto in aula,
così come aveva pronosticato il
premier. Le diffidenze alimentate dai partiti sono oggettive.
Tant’è che la presidente della I
commissione, Anna Finocchiaro (Pd), ha fatto slittare a venerdì 23 maggio il termine per la
presentazione degli emendamenti. Questo vuol dire, secondo Quagliariello (Ncd), che «il
10 giugno staremo ancora votando gli emendamenti in commissione: per cui meglio non
fissare date. Le riforme non sono né di Renzi né di Berlusconi.
Sono del Paese».
Dopo il voto di martedì —
quando il governo è andato sotto su un ordine del giorno Calderoli e poi ha incassato il testo
base sponsorizzato dal ministro
Boschi grazie ai voti di 4 senatori di Forza Italia — i partiti si autoincensano ma raccolgono pure qualche coccio. FI rivendica la
propria centralità e Berlusconi
ci mette il timbro ricordando
che dai piani alti del Pd, l’altra
sera, «sono state esercitate forti
pressioni su Forza Italia perché
votasse il testo del governo».
Senza il soccorso azzurro (Zanettin, Malan, Bruno e Bernini
mentre Minzolini ha votato
contro), i 17 voti dei filogovernativi sarebbero stati 13 e i 10
voti degli antigovernativi sarebbero potuti diventare pericolosamente 14. Insomma, un naufragio sfiorato dal transatlantico
di Renzi. La rotta è stata corretta
durante la sospensione dei lavori dalla commissione — dopo
il voto sull’odg Calderoli e prima
di quello sul testo base, dunque
— nel momento in cui qualcuno
dai piani altissimi di FI avrebbe
dato l’input di salvare la nave di
Renzi. Falliti i tentativi di sosti-
✒
Una preferenza per eliminare i candidati
Nel testo dei 5 Stelle c’è la «scelta contro»
di EMANUELE BUZZI
S
i chiama preferenza negativa ed è la novità più sorprendente nella
proposta di legge elettorale presentata dai Cinque Stelle. L’idea, forse,
l’avrà già avuta qualcuno in passato nel segreto dell’urna: cancellare da una
lista elettorale il nome di un candidato che non convince, giudicato
«impresentabile». L’elettore, secondo la bozza del Movimento, potrà
eliminare dalla lista che ha prescelto uno o due nominativi che non gradisce. Il
meccanismo prevede una penalizzazione — proporzionale al numero dei
candidati — di una frazione di voto per il partito e, al tempo stesso, sottrae
una preferenza da quelle del politico «cancellato». (Non è l’unico giro di vite
indicato dai Cinque Stelle: magistrati, direttori e vicedirettori di testate in
lizza per un posto in Parlamento dovrebbero autosospendersi nei sei mesi
precedenti la candidatura). «Con questa legge l’eletto dipenderà dall’elettore»,
commenta il deputato pentastellato Danilo Toninelli. Insomma, un deterrente
o un invito alla riflessione, almeno nelle intenzioni, nella scelta dei potenziali
onorevoli. Forse non sarà come proclama Grillo una «bomba atomica», ma nei
seggi la matita, con la preferenza negativa, potrebbe diventare almeno una
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ghigliottina.
I nodi e le tensioni
L’esecutivo insiste
sul testo Boschi
Sul tema delicatissimo
della riforma del Senato, il
governo aveva chiesto che
come testo base fosse
adottato quello messo a
punto dal premier Renzi e
dal ministro alle Riforme
Maria Elena Boschi. Punto
cardine: senatori non eletti
ma espressione di enti
locali e Regioni
L’odg di Calderoli
passa in Commissione
Le pressioni del governo non
convincono i senatori in
commissione Affari
costituzionali. Il leghista
Calderoli propone un ordine
del giorno che prevedeva tra
l’altro l’elezione dei senatori,
contrariamente al testo del
governo. L’odg è approvato
grazie al voto dell’ex ministro
Mario Mauro, poi però il testo
Boschi ottiene via libera
I tempi della riforma
si allungano
Le diffidenze alimentate
dagli episodi delle ultime
ore rendono più complicata
la strada della riforma del
Senato, che difficilmente
potrà essere approvata
prima dell’estate. E l’odg
Calderoli ha evidenziato
alcuni nodi ancora non
risolti nella maggioranza
che sostiene Renzi
Dino Martirano
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Nazioni Unite
Ban Ki-moon
in visita
a Palazzo Chigi
Il premier Renzi riceve a
Palazzo Chigi il segretario
generale delle Nazioni
Unite Ban Ki-moon, in
visita in Italia. Il numero
uno dell’Onu, che domani
incontrerà papa Francesco,
ha elogiato il comando
italiano della missione in
Libano e ha annunciato il
rafforzamento del centro di
addestramento di Torino.
Renzi nei giorni scorsi
aveva annunciato di voler
trattare con Ban Ki-moon
anche il caso dei marò
incarcerati in India
(foto Lapresse).
❜❜
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tuire in commissione Mineo del
Pd che si sarebbe assentato al
momento del secondo voto
(«Provateci soltanto», avrebbe
avvertito l’ex direttore di Rainews ai suoi) e il popolare Mauro (che avrebbe liquidato il tentativo di rabbonirlo affidato a
Casini), ai renziani non è rimasto che rivolgersi a Berlusconi e
a Verdini.
E questa è musica per i grillini che si chiedono quale sia stato il prezzo del soccorso azzurro:
«Dica Renzi — scrivono in una
nota i senatori grillini guidati da
Nicola Morra — cosa ha trattato
con il condannato Berlusconi?».
Il voto ha lasciato altri strascichi. Il leghista Calderoli, sfruttando il «cavallo di Troia» dell’elezione diretta dei senatori,
ha fatto digerire a molti centralisti convinti un federalismo più
che spinto, «ripristinando» la
devolution: «Con l’odg Calderoli lo Stato italiano di fatto non
esiste più», ha osservato il professor Stefano Ceccanti. Il fatto
poi che un ordine del giorno che
prevede l’elezione diretta dei senatori sia stato votato prima
dell’adozione del testo base (che
prevede il contrario) è stato segnalato da Dario Stefàno al presidente del Senato: tutto regolare perché il primo non precludeva il secondo, ha risposto Pietro Grasso. Ora, dunque, se ne
riparla dopo le Europee. Sintetizza il capogruppo del Pd, Luigi
Zanda: «Il voto di una parte dei
senatori di FI risponde a una regola riconosciuta da tutte le democrazie: non si può cambiare
la Costituzione con la sola maggioranza di governo....».
L’intervista Il senatore democratico: il testo base non passerà, un errore le impuntature di Boschi
Il ribelle Mineo: noi maggioranza, Matteo eviti forzature
ROMA — «Quell’altra roba non passa, non passa...».
Il testo base del ministro Boschi, senatore Corradino Mineo?
«Il lodo Calderoli è un punto di caduta
accettabile. Lo è per noi che abbiamo firmato il ddl di Chiti, per il Ncd, per i 5
Stelle dissidenti e per molti di Forza Italia, come Minzolini».
Il governo non ha i numeri per la riforma del Senato?
«I numeri ci sono, ma per il Senato
elettivo».
Renzi e Boschi sono contro.
«Con Chiti presenteremo degli emendamenti, che passeranno. C’è una maggioranza straordinaria, per questo dico
che l’altra roba non va da nessuna parte».
Il premier si dimette...
«Da quando lo ha detto è cambiato
tutto. Ha provato a forzare e non è andata bene. Offrire le dimissioni su materia
costituzionale è un errore che nessuna
impuntatura della Boschi può giustificare».
Impuntatura?
«Approvare il testo base dopo 28 ore
di dibattito in commissione, che avevano portato al documento politico di Calderoli, è stato un errore assoluto. Renzi
dovrà imparare a non sbagliare più».
Senatore del Pd, o gufo?
«Il premier non può accusarci di bloccare le riforme, per questo usa metafore
faunistiche. Io ho grande stima del segretario. L’unico modo di aiutarlo è tenergli testa quando sbaglia. Fargli capire
che ci sono delle forze che non si fanno
cooptare nel coro della piccola borghesia
osannante è il contrario della palude».
Renzi sbaglia?
«Ha voluto la prova di forza e si è fatto
salvare da Berlusconi. Un dono avvelenato, per dimostrare che lui è il padrone
delle riforme. Dire sempre no è un atteg-
Chi è
La carriera
Corradino
Mineo, 64 anni,
laureato in
filosofia,
giornalista,
direttore di
Rainews 24 dal
2006 al 2013
Al Senato
Alle Politiche del
2013 corre da
indipendente
come capolista
del Pd, viene
eletto e lo scorso
ottobre si è
iscritto al partito
giamento assurdo. Intestardirsi con la
bandierina del testo del governo è un
grande errore politico. Ma Renzi saprà
recuperare».
Chi si è intestardito, il premier o il
ministro Boschi?
«Io non so i retroscena, ho fatto 40
anni il giornalista e non il dietrologo e
sono anche un signore all’antica. Io non
lavoro con le chiacchiere, non so chi si
sia intestardito di più e perché, so che un
grande politico come Renzi ha preso una
doppia musata».
Lei ha fatto la sua parte senatore, visto che non ha votato il testo.
«In nessun Paese la riforma della Costituzione si fa su imposizione del governo. Non basta che convochi i costituzionalisti, bisogna che studi un po’... Se
non lo fai sbagli, e paghi».
Previsione fosca, la sua.
«Renzi è uomo notevole, ma io lo avevo avvertito, “Matteo sbatti contro un
muro”... Se un mese fa si fosse fatto consigliare da Chiti avrebbe vinto a mani
basse, invece si è fidato di consiglieri che
lo hanno portato a sbattere».
È vero che i renziani hanno provato a
sostituirla in commissione?
«Non so, è una voce che girava».
È a caccia di protagonismi, lei?
«Attenzione, il dissenso sul testo Boschi è più forte tra i senatori del Pd che
non hanno firmato il ddl Chiti... Ma io
non ho fatto il pierino, non mi sono
spinto fino a far saltare il banco per protagonismo».
Si è fermato a un millimetro...
«Il banco lo ha fatto saltare Mario
Mauro e io ho detto che non avrei votato
solo quando ho capito che il governo
avrebbe retto. Si chiama correttezza e
spero che non la prendano per stupidità».
Monica Guerzoni
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Esteri
L’incontro Il presidente svizzero e dell’Osce
Didier Burkhalter (a destra) con Vladimir Putin (al centro) a Mosca (Ansa/Sergei Karpukhin)
La crisi Accordo di massima con l’Osce. Mosca chiede negoziati diretti tra Kiev e gli insorti
Ucraina, il piano di pace di Putin
«I secessionisti rinuncino al voto»
Il leader annuncia il ritiro delle truppe. La Nato non conferma
una road map per disinnescare la crisi. A questo fine Putin
ha invitato i separatisti a non
tenere domenica il referendum sull’indipendenza dell’Est del Paese.
Il presidente russo ha anche
chiesto al governo di Kiev di
sospendere le azioni militari
per riprendere il controllo
delle città che da giorni sono
in mano agli insorti. L’idea
sulla quale la Russia insiste è
segue la sua attività ma senza
ottenere alcun risultato concreto. Ieri aveva cercato di riprendere la città di Mariupol,
ma poi ha dovuto fare marcia
indietro e lasciare tutto nelle
mani dei ribelli. Questi hanno
detto che esamineranno la richiesta di Putin, ma si pensa
che una buona parte degli indipendentisti non accetteranno di abbandonare il progetto
di indipendenza. D’altra parte
era stato lo stesso Cremlino nei
giorni scorsi a
dire di non essere in grado di
controllare i filorussi di UcraiI soldati di Mosca impegnati da
na. L’appello, se
settimane in esercitazioni a ridosso
sarà seguito da
dell’Ucraina: il presidente russo Vladimir
un rifiuto degli
Putin ha annunciato il ritiro ma secondo la
insorti, serviNato le truppe non si sono ancora mosse
rebbe a dimostrare questa teche si avviino trattative diret- si e il fatto che solo una trattate tra Kiev e gli insorti. Cosa tiva diretta con loro potrebbe
che il governo ucraino invece portare i frutti sperati.
rifiuta per non legittimare
La tensione non tende a
una sorta di governo parallelo scendere, anche perché ci sadell’Est.
rebbero stati altri morti (quatSul campo la situazione tro tra i filorussi) e proseguonon è delle migliori, anche no gli scambi di accuse sulla
perché l’esercito ucraino pro- strage di Odessa, dove l’in-
40.000
Al voto l’11 maggio
Kharkiv
LUHANSK
UCRAINA
Città presidiate
C
Sloviansk
Abitanti russofoni
meno del 20% Kramatorsk
dal 20 al 50%
oltre il 50%
Luhansk
u a
Artemiova
Horlivka
Donetsk
Russia
Kiev
Ucr
Ucraina
cr
Crimea
i
C.D.S.
MOSCA — L’annuncio di
un ritiro delle truppe schierate alla frontiera e l’invito ai separatisti perché rinviino il referendum di domenica prossima sono i due punti principali dell’apertura di Vladimir
Putin sulla crisi ucraina. Ma
c’è già chi dubita che si tratti
di veri passi avanti, anche perché da Bruxelles la Nato si è
affrettata a comunicare di non
aver riscontrato alcun movimento di uomini e mezzi. I 3540 mila soldati russi impegnati da settimane in «esercitazioni» a ridosso del Paese
vicino sarebbero ancora lì.
Putin ha annunciato il ritiro
dopo l’incontro con il presidente svizzero Didier Burkhalter che ha la presidenza
di turno dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa. «Ora
non sono più sulla frontiera
ma nelle località dove conducono le loro normali attività
nei luoghi di addestramento».
Una frase ambigua, anche
perché il ministero della Difesa si è poi rifiutato di precisare
dove si trovino effettivamente
i reparti. Tra Russia e Osce si
sarebbe concordato di avviare
RUSSIA
DONETSK
Mariupol
Mar
Nero
6,5
milioni di elettori
cendio del palazzo dei sindacati ha provocato decine di
vittime. Tutti i filmati diffusi
sembrano indicare che le
fiamme sono divampate ai
piani inferiori, dove i nazionalisti tiravano le loro molotov, e che da lì si sono estese
all’intero edificio. Kiev sostie-
«Fuori controllo»
Nei giorni scorsi il
Cremlino aveva detto
di non essere in grado
di controllare i filorussi
ucraini
ne invece che una inchiesta
avrebbe dimostrato che le
fiamme sono state innescate
dagli stessi filorussi che si trovavano sul tetto con armi e
bottiglie incendiarie. Da lì
l’incendio sarebbe poi arrivato ai piani inferiori. Tesi che in
Russia viene vista come una
ennesima provocazione dei
«fascisti» al potere in Ucraina.
Il percorso immaginato
dall’Osce per il Paese prevede
un cessate il fuoco, la diminuzione della tensione, la ripresa
del dialogo fra le parti ed elezioni presidenziali. Alla base
di tutto c’è naturalmente il ritiro delle truppe russe che in
qualsiasi momento potrebbero penetrare profondamente
in Ucraina senza che nessuno
possa fermarle. È la terza volta, in realtà, che la Russia dice
di aver eseguito questa manovra. Il 31 marzo Putin annunciò alla cancelliera Angela Merkel un parziale ritiro dei suoi
uomini. Poi, un mese dopo, fu
il ministro della Difesa Sergej
Shojgu ad assicurare che i reparti erano tornati ai loro alloggiamenti. In tutti i casi i satelliti dell’Alleanza Atlantica
hanno fornito un’altra verità.
Fabrizio Dragosei
@Drag6
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Esteri 13
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A Donetsk
A fianco: l’appello scritto in
russo a votare
per la secessione della regione.
Nella foto più a
sinistra le scatole con le schede elettorali nella sede del «governo popolare»
a Donetsk. Il referendum dovrebbe tenersi
domenica prossima
Il fronte dei ribelli
Tra i militanti che preparano la consultazione. Molti dicono: «Del Cremlino ci fidiamo»
«Distribuiamo schede e armi»
L’Est vuole il suo referendum
Oggi gli indipendentisti decideranno se andare alle urne
DAL NOSTRO INVIATO
Le tappe
Dalle proteste a favore dell’Europa
al referendum separatista in Crimea
Nel novembre 2013 Kiev rompe i negoziati con
la Ue e si avvicina a Mosca. Iniziano le proteste,
sempre più dure, fino alla fuga in Russia del
presidente Yanukovich il 22 febbraio.
A Kiev si insedia un nuovo governo e forze pro
Russia prendono il controllo della Crimea dove
il 16 marzo si tiene un referendum che con il
96% dei sì approva l’annessione a Mosca,
riconosciuta solo da quest’ultima
Il tentato compromesso a Ginevra
e la ribellione delle città dell’Est
Il 17 aprile a Ginevra i rappresentanti di Ucraina,
Russia, Usa e Ue s’impegnano a una soluzione
diplomatica ma i rapporti restano tesi. Nell’Est
dell’Ucraina i filorussi occupano edifici pubblici e
varie città si proclamano parte della Repubblica di
Donetsk, staccata da Kiev. La Russia nega
interventi diretti ma è pronta a difendere le «sue»
popolazioni. Il 25 aprile otto ispettori dell’Osce
sono rapiti nell’Est e rilasciati dopo una settimana
Il rogo dei filorussi a Odessa
e l’attesa per il nuovo voto nell’Est
Tra scontri e incidenti l’emergenza si estende
anche a Odessa, terza città ucraina e porto
strategico per Kiev. Il 2 maggio muoiono oltre
40 filorussi nella sede di un sindacato dato alle
fiamme dagli oppositori. Cresce intanto l’attesa
per il referendum che domenica prossima,
salvo possibili rinvii, dovrebbe sancire
l’indipendenza dell’Est pro-Mosca. Putin ieri ha
annunciato il ritiro delle truppe dai confini
DONETSK — Il «governo del popolo»
deciderà oggi se rinviare il referendum
per l’indipendenza del Donbass, come
chiede Vladimir Putin. Ma se fosse solo
per il «popolo», la risposta sarebbe senza
dubbio un «no» grande come una casa.
«Vogliamo il nostro referendum» gridano
i militanti più spigliati, alternandosi sul
palco davanti alle barricate che circondano il Palazzo del governatorato di Donetsk. Anzi, alle 19, lo speaker ufficiale
annuncia: «Domani (oggi, ndr) ci troveremo qui alle cinque del pomeriggio e poi
procederemo alla distribuzione delle armi, dobbiamo essere pronti a difendere le
nostre famiglie». Altro che de-escalation
o negoziati con Kiev. La scelta, però, verrà
presa dal misterioso «consiglio popolare». Così ha riferito l’autoproclamatosi
governatore Denis Pushlin all’agenzia
russa Itar-Tass. Oggi dovrebbe tornare
sulle barricate Pavlo Gubarev, il capetto
delle prime occupazioni, due mesi fa. Ieri
le autorità di Kiev hanno deciso di rilasciarlo e si vedrà subito se è stata una buona idea.
Il gruppo dirigente dei filorussi è legato
a Viktor Yanukovich, ora in esilio a Rostov
sul Don, nella Russia meridionale. L’ex
presidente cacciato da Kiev copre, insieme con Putin, tutte le spese, come confermano, informalmente, gli stessi leader dei
separatisti. Sono ore molto difficili, quindi, per i vertici locali: deludere lo sponsor
del Cremlino o un movimento che può
avere reazioni imprevedibili? «Non è facile, siamo rimasti sinceramente spiazzati
dalle parole di Putin», dice Katerina, 23
anni, quando ormai è sera inoltrata e le
ombre si infilano anche nei ragionamenti.
«Noi vogliamo il referendum, ma abbiamo una grande fiducia nelle strategie di
Putin». Nella vita normale Katerina fa l’interprete. Qui, davanti alla tripla barricata,
è una «categoria 2», come si legge sul suo
badge. Significa che è autorizzata a girare
con «armi fredde», cioè bastoni, coltelli,
mazze da baseball, ma non con «armi calde», vale a dire kalashnikov, pistole, granate, riservate solo alla «categoria 1». La
«categoria 3» svolge funzioni di supporto,
dalla pulizia alla cucina.
Quanti sono i legionari armati formalmente ai comandi di Gubarev e Pushlin?
Qualche migliaio, si dice, ma impossibile
avere conferme. Il palazzo del Governatorato è una vera centrale operativa. Si può
salire fino all’undicesimo piano attraversando il mondo. A pianterreno, superati
tre posti di guardia, due anziane infermiere sedute dietro un banchetto distribuiscono medicine e misurano la pressione a
qualche coetanea più agitata. Su e giù per
le scale uomini con la tuta mimetica verde
e il passamontagna, ragazzotti con i bastoni, signore indaffarate con strane carte.
A un certo punto compare un uomo altissimo, con i baffi bianchi e la divisa da generale cosacco. Al settimo piano è allog-
giato un abbozzo di ufficio stampa: i filo
russi hanno compreso che è più produttivo aprire le porte ai giornalisti stranieri,
offrire loro informazioni via Facebook e
Twitter, anziché trattarli rudemente come
talvolta accade nei posti di blocco fuori
città.
Nell’altra palazzina ecco l’ampia stanza
in cui si è sistemato Roman Lyagin, 33 anni, nei tempi andati «consigliere politico»
(un altro collaboratore di Yanukovich) e
Sulle barricate
Sulle barricate nel centro di Donetsk
è atteso l’«eroe» Gubarev, appena
rilasciato dalle autorità ucraine
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C A R R E R A 6 0 0 0/ M T- C H A M P I O N / M T
Al 30% la «vera» affluenza in Crimea?
comuni cittadini» raccolte tra il 15 e il 18
aprile. Forbes nota che il documento è stato
«rapidamente rimosso» dal sito del
Consiglio, incaricato di coadiuvare il
Cremlino nella protezione delle libertà e dei
diritti umani. Il quotidiano Washington Post
precisa che il rapporto è sparito dalla
versione inglese, ma è ancora disponibile su
quella russa del sito web.
È sempre il Post a fornire una traduzione del
testo lievemente diversa da quella di Forbes.
Il Consiglio russo avrebbe appurato che «il
50-60% dei cittadini della Crimea hanno
votato per l’unificazione con la Russia, con
una partecipazione stimata tra il 30 e il 50%»:
solo il 15-30% degli elettori avrebbe davvero
votato in favore dell’annessione. Ieri la
versione francese della rivista online Slate
titolava: «La Russia ha pubblicato per sbaglio
i “veri” risultati del referendum in Crimea?».
Giuseppe Sarcina
[email protected]
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Nuove stime pubblicate «per sbaglio» in Russia
Gonfiati i dati sull’affluenza al referendum
del 16 marzo in Crimea, la regione ucraina
che ha votato in massa per la separazione da
Kiev e l’annessione alla Russia. Secondo
ricostruzioni della stampa americana,
domenica scorsa il sito Internet del
«Consiglio della società civile e dei diritti
dell’uomo» (istituzione direttamente legata
alla presidenza russa), avrebbe pubblicato
stime riviste molto al ribasso rispetto
all’ufficiale 83% diffuso subito dopo il voto
(con un 96,7% di «sì» all’annessione a
Mosca). Per la rivista Forbes, il sito russo
parlava di «una partecipazione del 30%, solo
la metà dei votanti sarebbe stata in favore del
referendum»: appena il 15%. Il rapporto sul
quale si basano le nuove percentuali, rivela il
sito Usa Business Insider, ha tenuto conto
delle testimonianze «di ufficiali,
ecclesiastici, giornalisti, personaggi
pubblici, avvocati, attivisti dei diritti umani e
ora «responsabile per il referendum».
Mostra i numeri: gli elettori sono
3.198.954 in tutta la «Repubblica del Donbass» a cui si aggiungono gli altrettanti
votanti potenziali nella vicina regione del
Luhansk. Spiega che i distretti territoriali
da coprire sono 55, di cui 9 a Donetsk, che
si voterà negli edifici pubblici e che i risultati convergeranno in una saletta attrezzata con telefoni e qualche portatile. Poi
prosegue mostrando la «stamperia»: due
grandi fotocopiatrici e una taglierina. Le
schede, comunque, ci sono. Impacchettate e impilate a migliaia nel pianterreno del
palazzo. Da giorni i militanti caricano le
risme sui furgoncini diretti verso i «distretti territoriali». Sforzi inutili? Forse no,
Putin «chiede» di rinviare un referendum
che, con calcolato cinismo, potrà comunque spacciare se non per vero, almeno per
verosimile. A meno che la mossa del presidente russo non sia ancora più spregiudicata: farsi dire «no» da Donetsk per costruirsi un alibi e convincere gli europei a
non seguire gli americani sulla strada delle sanzioni contro Mosca. Oggi si dovrebbe capire.
CARRERAWORLD.COM
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Esteri 15
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Il dramma Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia annunciano l’invio di truppe speciali per rintracciare le ragazze
Abuso di potere
Le studentesse rapite in Nigeria
I Paesi occidentali verso l’intervento
Bangkok,
cacciata
la premier
Yingluck
Nuova strage dei fanatici di Boko Haram: 300 uccisi in un villaggio
Teste di cuoio britanniche,
soldati e negoziatori americani,
squadre specializzate francesi:
dopo le condanne e lo sdegno,
arrivano le prime concrete offerte di aiuto alla Nigeria per ritrovare le oltre 200 studentesse prelevate da scuola dai Boko Haram,
gli estremisti islamici che hanno
fatto della lotta all’istruzione, soprattutto femminile, la loro missione. Sono stupite e soddisfatte
le donne nigeriane che con la loro coraggiosa mobilitazione su
Twitter e nelle piazze sono riuscite a portare il dramma del Paese all’attenzione del mondo, denunciando la latitanza/inerzia
delle istituzioni locali («non ci
chiediamo: le troveranno? Piuttosto: le stanno cercando?») e invocando l’aiuto della comunità
internazionale. Sotto l’hashtag
#BringBackourGirls si sono ritrovate sconosciute casalinghe
nigeriane e Hillary Clinton, hanno fatto sentire la propria voce
Shirin Ebadi («Chi si oppone all’istruzione nega l’Islam»), Malala e Angelina Jolie («incredibile
crudeltà»). Le proteste si sono
diffuse dalla capitale Abuja a Lagos, da Londra a Washington.
Così il dramma delle ragazze rapite ha reso evidente che i Boko
Haram non sono un problema
soltanto nigeriano: per via del loro raggio d’azione esteso ai Paesi
confinanti e per i probabili legami con altri gruppi jihadisti africani come gli Shebab somali e Al
Qaeda nel Maghreb.
Gli Stati Uniti sono stati i primi a offrire il proprio sostegno.
Lunedì hanno annunciato l’invio
di un pool di esperti, anche militari (una decina), che si occuperanno di coordinare la comunicazione, la logistica, la raccolta di
informazioni (operazioni di cui
c’è un gran bisogno vista la confusione nel Paese). L’appello lanciato dal presidente Obama è stato raccolto ieri dalla Gran Bretagna che si è detta pronta a fornire
un sostegno di intelligence e uomini delle forze speciali. Per la
Francia, il ministro degli Esteri
Fabius ha prospettato l’invio di
una «squadra specializzata dotata di tutti i mezzi a nostra disposizione». Un’offerta di aiuto è arrivata anche dal premier cinese
Li Keqiang ieri ad Abuja per il
World Economic Forum africano, un palcoscenico che avrebbe
dovuto dare lustro alla prima
economia africana per attirare
La ricompensa
La polizia offre 300 mila
dollari in cambio di
informazioni sulle ragazze
investitori e che invece risulta offuscato dall’emergenza terrorismo: «La cooperazione cinese
potrebbe estendersi alla lotta al
terrorismo», ha annunciato.
Ma ritrovare le ragazze resta
un compito arduo anche con i
rinforzi in arrivo. Perché sono
passate ormai tre settimane da
quando nello stato nordorientale
del Borno le studentesse, la notte
prima degli esami, sono state indotte con l’inganno dai terroristi
spacciatisi per soldati a uscire da
scuola e a salire a bordo di camion spariti nella foresta Sambisa, al confine con il Camerun. Si è
perso tempo prezioso: soltanto
ieri le autorità hanno annunciato
una ricompensa di 300 mila dollari per chi fornisce informazioni. Ma ormai, come fa notare più
di un osservatore locale, è probabile che i terroristi per non dare
all’occhio si siano divisi in piccoli gruppi, ognuno con poche ragazze al seguito, sparsi nei 60
mila chilometri quadrati della
boscaglia. I Boko Haram useranno probabilmente le loro «prede» come scudi umani, così da
scongiurare bombardamenti. In
attesa di venderle come schiave o
mogli in Ciad e Camerun, come
hanno minacciano nel video
choc diffuso lunedì scorso.
La tratta delle donne nel Borno, intanto, non si ferma: lunedì
notte altre 11 ragazze sono state
rapite dai jihadisti. E ieri si è appreso il bilancio delle vittime
dell’attacco sferrato sempre nel
Borno al villaggio di Gamboru
Ngal, devastato lunedì con un rastrellamento casa per casa: 300
morti. Una strage. L’ennesima.
Alessandra Muglia
@amuglia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In piazza
Donne nigeriane
ieri in piazza a Port
Harcourt (Garden
City), città della
regione
meridionale del
Delta del Niger.
Protestano contro
il governo centrale
che non è ancora
riuscito a liberare
le studentesse
rapite dai militanti
di Boko Haram.
Nella foto più
piccola, l’immagine
che la first lady
Michelle Obama
ha pubblicato sul
suo profilo Twitter.
Il cartello dice:
«Ridateci le nostre
ragazze»
La Farnesina La Mogherini spinge per un’iniziativa comune degli europei. Il centrodestra: no ad azioni propagandistiche
Roma in contatto con gli alleati. «Pronti anche i nostri 007»
ROMA — Il governo di Roma è in
contatto con le autorità della Nigeria,
per capire se e in quali modi l’Italia possa dare una mano negli sforzi per la liberazione delle centinaia di studentesse rapite dai terroristi islamici di Boko
Haram.
E sul terreno in Nigeria, secondo
quanto riporta l’Adnkronos, si starebbe
muovendo anche la nostra intelligence
che avrebbe avuto ieri contatti «positivi e operativi» con il direttore dello State Security Service (SSS, i servizi segreti
nigeriani). Sempre secondo notizie
raccolte tra la cooperazione internazionale, i nostri servizi avrebbero messo a
disposizione uomini, tecnici e mezzi
all’avanguardia in soccorso delle donne rapite.
La titolare della Farnesina, Federica
Mogherini, è stata comunque fra i primi ministri europei a chiedere che il tema fosse inserito all’ordine del giorno
del Consiglio Affari Esteri della Ue, in
programma lunedì prossimo a Bruxelles, per discutere ed organizzare «una
forte iniziativa politica coordinata a sostegno delle azioni volte a liberare le ragazze».
Un portavoce di Catherine Ashton,
l’Alto Rappresentante per la politica
estera e di sicurezza dell’Ue, ha confer-
mato che il tema verrà discusso nella
riunione dell’11 maggio, anche se non
è formalmente in agenda.
Nel ribadire la condanna del rapimento delle studentesse e le continue
violenze nel Paese, il portavoce ha definito inaccettabili le dichiarazioni del
boss di Boko Haram, che ha annunciato
Commissione Esteri
Fabrizio Cicchitto: «Se diamo il
nostro aiuto, deve fornire vero
sostegno al governo di Abuja»
di voler vendere le ragazze come schiave: «Chiediamo che tutti i responsabili
di questi atti criminali siano consegnati alla giustizia».
Secondo Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della
Camera dei Deputati, occorre riflettere
sull’eventuale invio di un team italiano,
che in ogni caso non è da escludere. «La
nostra presenza nei vari Paesi africani
— dice l’esponente del Nuovo Centro
Destra — non è omogenea. E in Nigeria
mi pare che sia presente soltanto l’Eni.
Quindi nel dare la nostra disponibilità
bisogna valutare quali forze disponiamo nelle immediate vicinanze. Non de-
ve trattarsi di un’azione propagandistica. Se diamo il nostro aiuto, dev’essere
efficace e fornire un vero sostegno alle
azioni del governo di Abuja».
In una dichiarazione rilasciata lunedì, il ministro Mogherini ha detto che a
colpire di più nei rapimenti nigeriani è
«la volontà di impedire un futuro diverso» per il Paese. Ancora una volta,
così il responsabile degli Esteri, «sono
state prese di mira giovani donne che
attraverso lo studio stavano tentando
di cambiare il proprio destino e insieme quello della Nigeria».
Paolo Valentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — La Corte
costituzionale di Bangkok
ha destituito la signora
Yingluck Shinawatra,
premier della Thailandia e
dieci membri del governo.
Al suo posto è stato
insediato il ministro del
Commercio. Il Paese che
guidava il gruppo delle
economie emergenti del
Sudest asiatico sprofonda
sempre di più nella palude
dell’instabilità . Il motivo
della condanna per abuso
di potere appare piuttosto
debole in un Paese
dominato dal conflitto
sociale tra l’élite urbana
(schierata con
l’opposizione) e la
popolazione delle
campagne, coltivata dalla
famiglia Shinawatra:
Yingluck nel 2011, subito
dopo aver vinto le elezioni,
aveva silurato il consigliere
per la sicurezza nazionale
che aveva ereditato dal
precedente governo,
sostituendolo con un
parente. È la terza volta dal
2006 che un premier viene
abbattuto fuori da un
processo elettorale. Il
primo a cadere, per un
golpe militare dopo accuse
di corruzione, era stato
Thaksin Shinawatra, il
miliardario entrato in
politica nel 1998 con
un’agenda populista. Nel
2007 un partito proThaksin rivinse le elezioni
ma fu dimesso dai giudici
supremi. Da allora il
partito era passato alla
sorella Yingluck, 46 anni,
che aveva ottenuto la
maggioranza assoluta nel
voto del 2011, mentre lui si
è auto-esiliato all’estero
per sfuggire a una
condanna. Tutti questi
accadimenti sono stati
accompagnati da proteste e
scontri sanguinosi tra le
«camicie rosse» di Thaksin
e quelle «gialle»
dell’opposizione. È da
novembre dell’anno scorso
che la Thailandia è
rientrata nel tunnel
dell’ingovernabilità. Dopo
altre violenze con decine di
morti a Bangkok, Yingluck
ha cercato di nuovo la via
delle urne: si dovrebbe
votare a luglio.
G. Sant.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
16
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Cronache
Le tappe e la scoperta
La ricerca Creato un batterio con il cuore semisintetico: si è replicato
Si allunga l’alfabeto delle cellule
Aggiunte due lettere al Dna
Le basi «X» e «Y» affiancate alle 4 che esistono in natura
Scienziati dello Scripps Institute di La Jolla (California)
hanno ottenuto il primo organismo vivente con un Dna
semisintetico in grado di replicarsi.
Il Dna di ogni essere vivente è formato da un susseguirsi di coppie di basi azotate
(adenina, timina, citosina e
guanina) identificate dalla
lettere A, T, C, G: la A si accoppia con la T e la C con la G. Gli
scienziati californiani hanno
messo a punto una nuova
coppia di basi, chiamate, per
comodità espositiva «X» e
«Y», e le hanno introdotte nel
Dna di un Escherichia coli, un
batterio molto comune e
Su «Nature»
In copertina
Sull’ultimo numero della
rivista «Nature» lo studio
sul Dna (foto da Nature)
spesso utilizzato nei laboratori.
La creazione di un Dna semisintetico «in vitro» non è
una novità. In questo caso
però è stato ottenuto un risultato ben più difficile, cioè
l’incorporazione del Dna modificato in un microorganismo vivente, capace poi di replicarsi e di trasmettere il suo
nuovo codice genetico alla
propria progenie.
Perché ciò fosse possibile
era necessario che si realizzassero molte condizioni, fra
le quali, per ricordare le principali, che il Dna fosse stabile,
che fosse riconoscibile dall’Rna-polimerasi (l’enzima
che lo deve «leggere» correttamente per rendere possibile la sua replicazione in nuove
copie) e che non venisse eliminato dai meccanismi preposti alla sicurezza delle cellula, programmati per riparare il Dna che presenti anomalie. Una serie di ostacoli non
facili da superare.
Scendendo nel dettaglio
dell’esperimento: i biologi
americani hanno sintetizzato
un tratto di Dna che conteneva una «coppia artificiale»
formata da due molecole denominate tecnicamente
«d5SICS» e «DNAM».
Per riuscire a introdurre
queste basi nell’Escherichia
1953
La lettura
del codice
Ingegneria
genetica
Viene decifrato
il codice
genetico
Inizia la
manipolazione
dei geni
1966
1974
La mappa dei geni
Il lievito di birra è il primo organismo
eucariota il cui genoma (circa seimila
geni) è stato interamente sequenziato
da parte di un’équipe internazionale
1997
Watson e Crick
La rivista «Nature»
pubblica i risultati
della ricerca di
Watson e Crick che
definisce la doppia
elica del Dna
Fonte: Istituto di ricerca Scripps (TSRI), Nature News
N
& Views
coli è stata usata una specie di
microalga, che le ha trasferite
dal terreno di coltura all’interno della cellula batterica,
dove si sono integrate con il
Dna presente.
La comunicazione della
scoperta è stata data dalla rivista Nature (che vi ha anche
dedicato la copertina) e apre
un nuovo capitolo nella biologia sintetica.
«Per ora abbiamo riportato
la replicazione di una sola
coppia di basi non naturali»
ha precisato Denis Malyshev,
primo firmatario della «lettera» a Nature, «ma stiamo lavorando su replicazione, trascrizione e translazione di diverse altre». «Quello che abbiamo fatto», ha spiegato
Floyd E. Romesberg, che ha
guidato il team di ricerca, «ci
avvicina a una biologia a
“Dna espanso”, che avrà mol-
te applicazioni: da nuovi farmaci a nuovi tipi di nanotecnologie».
È dalla fine degli anni Novanta che Romesberg e i suoi
collaboratori cercano di individuare molecole da utilizzare come basi di nuovo Dna e,
quindi, capace di «creare»
proteine e persino organismi
mai esistiti prima.
Luigi Ripamonti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco D’Agostino
«Prospettiva sconvolgente
Così si gioca con l’esistenza»
❜❜
Cautela
È prematuro
affermare
che
la pratica
funzioni
fuori dalla
provetta
«È sconvolgente la prospettiva che si
giochi con la vita. La bioetica é nata
proprio per contrastare il cattivo uso della
scienza», dice Francesco D’Agostino,
ordinario di Filosofia del diritto
all’Università Tor Vergata di Roma.
Nascondono problemi queste scoperte?
«Se la finalità è di aumentare il potere di
alcuni individui, ad esempio i politici, è
eticamente riprovevole. Un conto è
migliorare la condizione umana, un altro è
favorire una parte del genere umano. I
progressi della scienza devono restare a
disposizione di tutti e non diventare un
privilegio di pochi».
Lei però professore non sta prefigurando
scenari esageratamente foschi?
«Ci sono precedenti di come le scoperte
siano state utilizzate in modo obliquo per
creare nicchie di potere».
La scienza dovrebbe avere dei limiti?
«In linea di principio non bisognerebbe
averne paura. A proposito del Dna
artificiale è prematuro affermare che la
tecnica funziona fuori dalla provetta».
Margherita De Bac
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lorenzo D’Avack
«Quando la scienza avanza
è un vantaggio per tutti»
❜❜
Il percorso
La
manipolazio
ne del
mondo
naturale è
un percorso
inarrestabile
«Tutto ciò che la scienza può acquisire per
migliorare la nostra condizione è un
vantaggio innegabile, purché si resti entro
certi confini» afferma Lorenzo D’Avack,
vicepresidente del Comitato Nazionale di
Bioetica.
C’è chi dice che bisognerebbe porre un
freno a certi esperimenti, è d’accordo?
«Anche se volessimo, è utopistico pensare
che la scienza possa essere fermata. Nel caso
specifico, se la ricombinazione del Dna serve
per trovare soluzioni terapeutiche capaci di
migliorare la salute dell’uomo, eventuali
limiti andrebbero contro i nostri interessi.
D’altronde nessuno si faccia illusioni. Questo
percorso è inarrestabile. La manipolazione
del mondo naturale per migliorare la nostra
salute sarà sempre più spinta».
Non intravede pericoli?
«Il rischio è che si vada verso il
potenziamento della stirpe e di creare delle
disparità. Non dimentichiamo che il
modello dell’epoca post moderna
rappresenta lo scienziato come un artista
creativo».
M.D.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cronache 17
italia: 51575551575557
Il commento La prima volta in quattro miliardi di anni
2000
2010
L’uomo
Cellula artificiale
Il genoma umano
(circa 30 mila geni)
viene sequenziato
dalla Celera
Genomics del
Sanger Centre
Il gruppo di ricerca guidato da Craig
Venter, negli Usa, crea la prima cellula
artificiale, controllata da un Dna sintetico
(che usa però le stesse basi A-T e C-G di
quello naturale) e in grado di dividersi e
moltiplicarsi
CORRIERE DELLA SERA
Il Dna semisintetico
Me
X
A
G
X
G
Y
C
dNaM
T
d5SICS
N
R
OMe
S
R
Oggetto
I ricercatori guidati da Floyd E.
Romesberg sono riusciti a inserire
all'interno del genoma di un batterio
Escherichia Coli una coppia di due nuove
lettere (o basi) oltre alle tradizionali A–C
e G–T: quella X–Y composta dalle due
molecole dNaM e d5SICS
Plasmide
Questo permette al batterio di replicare
un genoma che contiene la coppia di basi
artificiali. Il Dna semisintetico può essere
così tramesso a nuovi batteri
C
Y
E. Coli
MAI VISTA UN’ELICA COSÌ
È LA PROVA CHE L’UOMO
PUÒ COSTRUIRE LA VITA
SEGUE DALLA PRIMA
In tutti questi quattro miliardi di
anni la vita è andata avanti utilizzando queste quattro basi. Ma dal
punto di vista chimico se ne possono concepire e sintetizzare molte
altre, che la natura ha almeno apparentemente scelto di non utilizzare. Che cosa succederebbe se in
una cellula, più o meno elementare, introducessimo alcune di queste
altre possibili basi? La cellula le tollererebbe e magari le utilizzerebbe,
o no? Ce lo siamo chiesto da decenni, e ora abbiamo la risposta, affermativa. Se operiamo in maniera accorta, la cellula è capace di ospitare
e utilizzare un Dna con sei o più basi invece delle solite quattro.
Questo è il senso, concettualmente molto profondo, degli esperimenti realizzati a La Jolla in California e oggi pubblicati su Nature.
Possiamo costruire organismi che
utilizzino un alfabeto biologico
espanso, più ricco di quello naturale. E apparentemente senza nemmeno grande sforzo.
Che cosa significa tutto questo?
Distinguiamo, come al solito,
l’aspetto teorico della scoperta da
quello pratico. Dal punto di vista
delle potenzialità teoriche e concettuali, questa notizia è quasi una
bomba, non fosse altro perché
mette per sempre la parola «fine»
alle sterili dispute a proposito della
domanda se possa esistere vita
completamente nuova costruita
dall’uomo. Le cellule, per ora batte-
Novità assoluta
Le cellule batteriche
così ottenute sono una
novità assoluta. Ai fini
pratici non cambia molto
Le possibili applicazioni
Inquinamento
Con il nuovo Dna
semisintetico
si potrebbero
creare batteri
in grado
di disinquinare
l’aria o l’acqua
Energia
I batteri
di nuova
generazione
potrebbero
anche produrre
biocombustibili
o sostanze rare
riche, che hanno ricevuto questo
nuovo Dna sono una novità biologica assoluta: nulla di simile è mai
esistito fino ad oggi, né in natura
né in laboratorio. E al momento
non si vede perché tutto questo
non potrebbe essere esteso ad altri
tipi di cellule. Gli esperimenti di
Venter, che si è più volte vantato di
aver costruito organismi completamente nuovi, adoperavano comunque sequenze di Dna «convenzionali». Queste nuove cellule di cui
parla Nature possiedono in più un
Dna «mai visto». In realtà già Venter aveva costruito nuove forme di
vita non naturali, ma molti avevano fatto finta di non capire e parlavano di successo parziale. A questo
punto non ci dovrebbero essere più
dubbi: l’uomo può costruire la vita,
anche se sono convinto che molti
continueranno cocciutamente a rifiutare tale concetto.
Diverso, molto diverso, è il discorso delle applicazioni pratiche.
Ai fini pratici fare cellule nuove con
il vecchio tipo di Dna o con il nuovo
non fa molta differenza, anche se,
ovviamente, aumenta così il numero delle nuove opportunità. Immagino che nell’uno come nell’altro
caso si vorranno fare nuovi batteri,
capaci di compiere sempre nuove
funzioni che potrebbero ritornarci
utili: disinquinare l’acqua o l’aria,
produrre biocombustibili, produrre a poco prezzo sostanze utili, ma
rare e costose. La sostenibilità del
mondo di domani dipenderà anche
da questo. Non vedo invece l’utilità
di costruire nuovi organismi superiori, e mi auguro che non si faccia.
Ma può darsi che i nostri nipoti
giocheranno con cuccioli di animali mai esistiti prima.
Edoardo Boncinelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cronache 19
italia: 51575551575557
Roma Obbligo di firma per altri due. Punita anche la Fiorentina. Possibile intesa tra curve di Milan e Atalanta per contestare domenica a Bergamo
Carcere per De Santis, indagato Genny
Il tifoso napoletano ferito torna in libertà. Il San Paolo squalificato due turni
ROMA — Le buone notizie
sono per Ciro. Le cattive per
Genny ‘a Carogna e «Gastone».
Il tifoso del Napoli sta meglio
(dà segnali di risveglio) e da ieri
sera può ricevere le visite di
amici e parenti. Il gip Giacomo
Ebner, pur confermandone il
fermo, ne ha disposto la scarcerazione (in ogni caso sarebbe rimasto in ospedale). «Dedicato
alla mamma, esempio di tolleranza e perdono», dice l’avvocato Angelo Pisani. Per Esposito e
gli altri due sostenitori partenopei coinvolti nella sparatoria che
ha anticipato la finale di Coppa
Italia — Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti — decadono le accuse di lancio di oggetti e materiale esplosivo. Restano le lesioni e la rissa. Hanno l’obbligo di
firma. Convalidato l’arresto in
carcere, invece, per Daniele «Gastone» De Santis, l’ultrà romanista accusato di tentato omicidio,
fino a ieri in ospedale per il pestaggio subìto dai tifosi del Napoli che lo hanno inseguito dopo il suo assalto a colpi di petardi verso i pullman. Al gip ha ripetuto di non aver impugnato la
pistola. Infine Gennaro De Tommaso: già raggiunto martedì da
L’arma
La pistola
A sparare
i quattro
colpi
di pistola
che hanno
raggiunto
i tifosi
del Napoli
sabato
scorso
è stata
una Benelli
calibro 7.65
(nella foto
a destra)
I colpi
I proiettili
utilizzati,
hanno
rilevato gli
inquirenti,
erano
artigianali
discarica di Pianura del 2008.
Roma-Juve di domenica, prevista di sera, potrebbe slittare al
mattino o cambiare sede per il
timore di infiltrazioni di napoletani in cerca di romanisti da
colpire. Tensione a Bergamo:
possibile contestazione comune
dei tifosi milanisti e atalantini
sempre per domenica. E ieri
Genny era a Roma: ha donato alla famiglia Esposito 3mila euro
raccolti fra i supporter azzurri e
ha ringraziato quelli laziali per
l’ospitalità alla mamma del gio-
I clan allo stadio
Nuova inchiesta
della Procura di Napoli
sui rapporti tra
i supporter e la Camorra
un Daspo quinquennale, è da ieri indagato insieme all’altro capo curva Massimiliano Mantice
(tre anni di Daspo) per aver scavalcato le vetrate dell’Olimpico.
Il solo Genny deve rispondere
anche di istigazione alla violenza per la maglietta su Speziale,
l’assassino dell’ispettore Raciti.
Ma molto di quanto accaduto
a Tor di Quinto va ancora chiarito. L’inchiesta è coaffidata al
procuratore aggiunto Giancarlo
Capaldo e al pm Eugenio Albamonte, che affiancano il collega
Antonino Di Maio. Sono gli inquirenti che seguono i reati da
stadio, specie con il marchio
dell’estrema destra, ma anche
l’antiterrorismo. Si seguono altre piste, oltre alla rivalità fra tifosi: delinquenza comune, matrice politica e di destabilizzazione dell’ordine pubblico. Non
ci sono altre armi da fuoco sulla
scena dell’assalto (solo tubi di
ferro per lanciare petardi, forse
maneggiati da un tifoso azzurro
positivo allo stub). I pm vogliono identificare altri sei ultrà che
hanno picchiato De Santis.
Gli strascichi dei fatti di sabato arrivano a valanga. A Napoli
si indaga sui legami tra ultrà e
camorra, e 12 tifosi sono stati
condannati per i disordini alla
vane. Ex nemici che diventano
amici. Ma la giustizia sportiva
va avanti: squalifica per due turni del San Paolo di Napoli (spalti
vuoti contro il Verona e nella
prima del prossimo campionato) e chiusura della curva Fiesole a Firenze per i cori sul Vesuvio
(pena sospesa). Il presidente
della Lega di Serie A Maurizio
Beretta chiede invece misure individuali e non su interi settori
degli stadi.
Fulvio Fiano
Rinaldo Frignani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La ricostruzione
te, il capitano Hamsik trovava come
interlocutore un individuo, postosi a
cavalcioni della vetrata delimitante la
Curva Nord, indossante una maglia di
color nero che, nella parte anteriore,
esibiva la dicitura “Speziale libero”,
spregevolmente allusiva all’uccisione
di un Servitore dello Stato. Concluso il
“colloquio”, con 45 minuti di ritardo,
la gara poteva iniziare».
Alfano smentisce la trattativa
Il giudice sportivo la conferma:
«Ha impedito l’invasione»
ROMA — Le autorità presenti sabato sera all’Olimpico per la finale di
Coppa Italia sono state costrette a
trattare con i tifosi del Napoli per evitare che all’interno dello stadio si scatenasse l’inferno. A smentire la versione ufficiale, ribadita anche ieri dal
ministro dell’Interno Angelino Alfano
in Parlamento, è il giudice sportivo di
Milano Gianpaolo Tosel nella sentenza che punisce le squadre con due turni a porte chiuse per il Napoli e con un
turno per la Fiorentina, sia pur concedendo a quest’ultima la sospensiva.
Sono più d’una le circostanze, accertate dalla procura federale, che dimostrano il ricatto degli ultras guidati da
Gennaro De Tommaso, Genny ‘a carogna. E proprio sulla base di questa relazione degli investigatori della Figc i
pubblici ministeri della capitale Eugenio Albamonte e Antonio Di Maio indagheranno per violenza privata e
minacce nei confronti del «capo», ma
anche degli altri tifosi che si trovavano sulla ringhiera e «governavano» la
curva.
È lungo l’elenco dei testimoni e il
primo ad essere convocato sarà proprio il capitano degli azzurri Marek
Hamsik, costretto ad andare a rassicurare la tifoseria «che minacciava di
invadere il campo». Dopo di lui dovranno essere ascoltati il responsabile
dell’ordine pubblico Bruno Failla, i
funzionari che facevano parte della
«scorta» al capitano, i delegati delle
due società che hanno assistito e partecipato ai colloqui con i tifosi.
Alfano
e la mediazione
Il titolare dell’Interno ribadisce che
«in realtà nessuna trattativa c’è stata,
la partita si sarebbe svolta comunque
anche per scongiurare rischi da deflusso». Secondo la sua ricostruzione
«il capitano del Napoli si è avvicinato
alla curva al solo scopo di rassicurare
sulle condizioni di salute dei tre tifosi
e di riferire che gli stessi fatti non erano riconducibili a scontri tra opposte
tifoserie. Il giocatore è stato accompagnato da dirigenti del suo club e da
Hamsik sentito come teste
Il capitano del Napoli sarà
convocato come testimone,
insieme al responsabile
dell’ordine pubblico Failla
I pm di Roma
Ora i pubblici ministeri
romani indagheranno sui
capi dei supporter azzurri per
violenza privata e minacce
funzionari di polizia, la cui presenza
era solo per ragioni di tutela della sua
incolumità». In serata interviene anche Stefano Palazzi, capo della Procura della Federcalcio: «Da giurista posso solo dire che l’analisi della motivazione della decisione del giudice
sportivo non consente la conclusione
che ci sia stata una trattativa».
Ma è una versione che pare smentita da quella degli ispettori che erano
in campo, fatta propria dal giudice.
Scrive Tosel: «Verso le ore 20.45, alcuni stewards avevano riferito ai collaboratori della Procura federale che i
sostenitori del Napoli “intendevano
invadere il campo se il capitano della
loro squadra non si fosse recato sotto
la curva per parlare con i capi degli ultras”. Il Vice Procuratore Giorgio Ric-
Confronto L’ultrà Gennaro De Tommaso e Marek Hamsik, capitano del Napoli (Ipp)
ciardi contattava il dottor Failla in
quanto gli stewards addetti al settore
erano allarmati dalle richieste dei tifosi napoletani. Dopo i colloqui intercorsi tra il dottor Failla e i dirigenti del
Napoli, il capitano veniva scortato
sotto la Curva Nord, ove rassicurava i
tifosi, comunicando loro che l’incidente occorso ai tifosi rimasti feriti
circa tre ore prima della gara non aveva alcun collegamento con ragioni di
tifoserie e/o di Polizia. In tale frangen-
Il giovane colpito al petto
Simona e quella carezza a Ciro: «Ha socchiuso gli occhi»
ROMA — Simona non si muove da
quella panchina di marmo davanti al
Pronto soccorso. La zia non riesce a
portarla via nemmeno la notte per
qualche ora di sonno. «Voglio stare
vicino a Ciro. Sempre. Potrebbe
svegliarsi in qualunque momento e
io devo esserci». Lei sveglia lo è
sempre rimasta da quando, sabato
notte, è arrivata a Roma rincorrendo
un incubo. Divorando i chilometri
sull’autostrada da Napoli, insieme al
fratello. «Amore ho appena
parcheggiato la macchina, ti chiamo
fra due minuti», aveva detto per
telefono Ciro Esposito, 29 anni di
Scampia, a Simona Rainone, 25 anni
di Soccavo, la donna che da cinque
anni è la sua fidanzata e che a breve
sarebbe diventata sua moglie. «Ti
chiamo fra due minuti». Le ultime
parole di Ciro. Due minuti che
diventano dieci. Poi venti. Poi
Insieme Ciro Esposito, 29
anni, con la fidanzata Simona Rainone, 25: la loro relazione dura da cinque anni
(foto da Facebook)
mezz’ora. Un’ora. L’eternità. «E io che
chiamavo e chiamavo. Ma il telefono
di Ciro squillava a vuoto. Non era
mai successo prima». Ciro Esposito
sabato sera era venuto a Roma a
seguire il suo Napoli per la finale di
Coppa Italia. «Guardavo in tv le
immagini del ragazzo che era stato
ferito dal colpo di pistola a Tor di
Quinto, ma non avevo riconosciuto
Ciro. Aveva i capelli molto più scuri,
in quelle immagini. E poi non potevo
pensare fosse proprio Ciro, lui che in
vent’anni di stadio non è mai tornato
a casa nemmeno con un graffio». Ad
illuminare Simona è stato lo
zainetto. La corsa in autostrada è
arrivata subito dopo, l’angoscia e la
paura non sono mai andate via. E poi
le domande, tante: «Cosa sia
successo a Ciro, non lo so. Lui è un
tifoso della curva B, quella più
tranquilla. Perché fosse insieme a
Genny della curva A non lo so».
Scuote la testa Simona, nella loro
relazione le uniche discussioni sono
legate alle trasferte per le partite del
Napoli. «Io però non ho mai avuto il
coraggio di dire a Ciro di non seguire
la sua squadra: il calcio è la sua
passione. E lui è sempre stato super
prudente e lontano dagli scontri».
Ieri pomeriggio, finalmente, Simona,
Ciro lo ha potuto vedere anche da
vicino nel suo letto della terapia
intensiva perché il giudice ha
accettato il ricorso degli avvocati e lei
gli ha anche accarezzato la fronte,
felice, perché poco prima davanti a
papà Gianni Ciro aveva pure
socchiuso gli occhi e abbassato il
capo. «Il papà gli ha chiesto: Ciro
vuoi vedere Maradona? E lui con la
testa gli ha risposto: sì, sì».
Alessandra Arachi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il dispositivo
di sicurezza
Secondo il ministro «è infondato
dire che il dispositivo di sicurezza abbia avuto lacune». Il giudice lo nega e
anzi sottolinea all’inizio della sua sentenza che «un’ora circa prima dell’inizio della gara, un migliaio di sostenitori del Napoli, in parte sprovvisti di
biglietto di ingresso allo stadio, avevano forzato un cancello di pre-filtraggio e un tornello». Ma si sofferma
anche su quanto accaduto nel dopopartita. E scrive: «Al termine della gara, circa 200 sostenitori del Napoli,
scavalcando le recinzioni, erano entrati nel recinto di gioco, si erano appropriati di palloni, tute ed altri accessori presenti sulle panchine, si erano
avvicinati alla Curva Sud, occupata
dai tifosi della Fiorentina, rivolgendo
loro gesti provocatori, ed erano rimasti sul terreno per circa dieci minuti,
costringendo le due squadre e gli Ufficiali di gara a rientrare negli spogliatoi, invece di procedere immediatamente alla cerimonia di premiazione.
Durante il deflusso degli spettatori
dallo stadio, uno steward era stato
colpito alla testa, con conseguenze lesive, da una bottiglietta scagliata da
un tifoso della Fiorentina».
Nella relazione che sarà acquisita
dai magistrati ordinari, il giudice
sportivo elenca anche tutti gli altri
episodi che lo hanno convinto sulla
necessità di punire le società. La prima riguarda il Napoli perché «all’inizio della gara, i sostenitori collocati in
gran numero nella Curva Nord, avevano oltraggiato con bordate di fischi
l’esecuzione dell’inno nazionale e ad
essi si erano uniti sostenitori di entrambe le squadre, che occupavano
altri settori». L’altra viene contestata
alla Fiorentina visto che «al 26° del
primo tempo, i sostenitori della Fiorentina (circa il 50 per cento degli oltre 8.700 occupanti la Curva Sud) avevano intonato il coro “Vesuvio lavali
con il fuoco”, perfettamente percepito
nelle varie posizioni occupate nel recinto di gioco dai collaboratori della
Procura federale».
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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italia: 51575551575557
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cronache 21
italia: 51575551575557
Reggio Calabria I frutti di un provvedimento del Tribunale per i Minorenni
In piazza contro la ‘ndrangheta
Il ragazzo allontanato
dalla famiglia mafiosa
«Lo Stato mi ha aiutato»
gione della serietà del suo impegno,
è stato via via consentito di tornare
periodicamente a Locri dalla madre;
e dall’altro lato sua madre è andata
spesso a trovarlo a Messina, ha seguito un percorso di recupero delle
competenze genitoriali presso il
consultorio familiare, è entrata lei
stessa nei locali di «Addiopizzo». E
tutto ciò con la tacita non opposizione dei tre fratelli del giovane, i
quali, di fronte a «un giudice che per
una volta si interessa di loro», dal
carcere non hanno tarpato l’unica
chance per Riccardo di avere un futuro diverso dal loro in carcere.
Dal seme già stanno nascendo
frutti. Non soltanto uno specifico
protocollo tra tutti i Tribunali e le
Procure del distretto giudiziario di
Reggio Calabria. Ma anche l’idea di
studiare questo genere di provvedimenti per consentire il rapido ricongiungimento dei figli con le madri o i padri di una famiglia mafiosa
che decidano di diventare testimoni
o collaboratori di giustizia, al riparo
dal rischio che i figli, lasciati nella
famiglia di cosca, siano usati dai parenti mafiosi quale strumento di ricatto (come accaduto a Maria Concetta Cacciola, indotta al suicidio dai
familiari nel 2011) o di rappresaglia
(come nei confronti del pentito siciliano Santino Di Matteo, al quale
Il ritorno a scuola, i cineforum, le nuove amicizie
con un giovane psicologo (Enrico
Interdonato) dell’associazione «Addiopizzo» di Messina e con l’assistente sociale Maria Baronello, e ha
«scoperto» che con i coetanei si può
andare a ballare in discoteca o in gita al mare; ha preso a frequentare
(all’inizio in incognito visto il corto
circuito del suo cognome) le riunioni e il cineforum dell’associazione
antiracket, a partecipare ai lavori di
pubblica utilità nei quartieri disagiati, ad ascoltare i racconti di imprenditori vittime delle cosche.
E, riflettendo su se stesso — che è
già un piccolo evento per chi, come i
rampolli dei boss, introietta l’obbligo di azzerare le proprie emozioni
per non tradirsi e non tradire —, ha
La scommessa
Nel 2012 l’iniziativa senza
precedenti dei giudici:
via da casa per sottrarlo in
tempo alla cultura criminale
iniziato a comprendere che poteva
rimpossessarsi di sé, in condizione
di parità con i suoi coetanei: essere
cioè apprezzato per le sue qualità
personali e non più esclusivamente
in funzione del malinteso «rispetto»
che era abituato ad attendersi e a vedersi riconoscere dagli altri per il
solo fatto di essere figlio di un boss e
esponente di una «famiglia» il cui
cognome intimidisce.
Lui per primo ha scoperto che
non era vero che «i giudici confiscano i bambini». Al contrario, questi
pioneristici provvedimenti non si
propongono di sottrarre i figli alle
cosche, ma anzi cercano una sorta di
«alleanza» con i familiari che nell’interesse del figlio decidano di accompagnare il programma, cogliendone non lo scopo punitivo ma l’occasione (che una madre intrisa di
cultura mafiosa non può da sola
avere la forza di procurarsi) per evitare che il figlio finisca come il marito o i fratelli, e cioè o ucciso o al 41
bis.
Così da un lato a Riccardo, in ra-
I giovani per la legalità
Una manifestazione studentesca del 2005 contro la ‘ndrangheta a Locri, il paese
nel Reggino da cui viene il ragazzo che è stato allontanato dalla famiglia (Cufari)
✒
«Credevo che allo Stato non gliene importasse niente delle persone,
lo Stato era quello che ti portava via
da casa». Ma «in questi mesi ho conosciuto uno Stato diverso, che non
mi ha voluto cambiare a tutti i costi,
che per una volta ha cercato di capire chi ero io davvero. Non rinnego la
mia famiglia», ma «ho deciso che la
mia vita deve essere diversa. Ora
posso scegliere. Posso puntare in alto. Ci sono tanti ragazzi come me
che avrebbero bisogno di uno Stato
così. Non credono che esista. Io l’ho
conosciuto e scrivo questa lettera
perché anche gli altri lo sappiano».
Firmato: Riccardo Francesco Cordì.
Il cognome è quello di una della
più potenti famiglie di ’ndrangheta
della Locride: cognome del padre
assassinato, di un fratello ergastolano al 41 bis per omicidio, di altri due
fratelli in carcere per associazione
mafiosa, e di decine di parenti arrestati o indagati. Il nome è invece
quello dell’allora 16enne sul quale
nel 2012 il Tribunale dei Minorenni
di Reggio Calabria, presieduto da
Roberto Di Bella, aveva scommesso
per azzardare la prima di una serie
di sfide apparentemente folli: sperimentare, nei confronti di famiglie di
’ndrangheta, provvedimenti civili di
decadenza o limitazioni della responsabilità genitoriale, con allontanamento temporaneo dei figli sino ai 18 anni, allo scopo di sottrarne
lo sviluppo psicofisico ai deteriori
modelli educativi mafiosi che altrimenti li consegnerebbero ad un ineluttabile destino criminal-familiare.
Ora che Riccardo ha compiuto 18
anni, non solo il Tribunale certifica
che è riuscita la messa alla prova, ma
il giovane prende la coraggiosa decisione (da Locri, dove è tornato) di
scrivere al Corriere — che un anno
fa, senza farne il nome, aveva raccontato del provvedimento — per
far sapere ai ragazzi come lui quali
sconosciute opportunità possano
avere fuori dall’orizzonte mafioso.
Non era scontato. In fondo, poco
prima dell’allontanamento dalla famiglia, era stato assolto per contraddittorietà della prova dal danneggiamento di un’auto della Polfer.
E invece, una volta affidato a una comunità di Messina, il giovane ha ripreso ad andare a scuola, dove ha
conquistato una importante promozione, lui che veniva da un rosario di bocciature; ha fatto amicizia
La lettera
I MIEI FRATELLI IN CARCERE, VOGLIO UN’ALTRA VITA
❜❜
SEGUE DALLA PRIMA
Il 7 marzo del 2011 sono stato arrestato
dai carabinieri di Locri per furto e
danneggiamento di un’auto della
Polizia ferroviaria. A luglio mi hanno
assolto con formula piena, ma nel
frattempo era arrivata un’altra
denuncia per rissa. È così che è
cominciato tutto. Il Tribunale di Reggio
ha deciso di allontanarmi da Locri per
un anno, così da lasciarmi alle spalle
certe esperienze. È iniziato il mio
viaggio. Sono arrivato in Sicilia.
All’inizio non è stato per niente facile,
ero solo e lontano da casa. Tutto è
cambiato quando mi hanno trasferito a
Messina dove ho cominciato a vedere
uno dei volontari di Addiopizzo
Messina: uno psicologo, un ragazzo
che mi ha accompagnato alla scoperta
di una vita nuova. Nel periodo che ho
trascorso a Messina infatti ho fatto
cose, conosciuto persone, ho vissuto
luoghi che non avevo mai visto. Una
mattina, insieme a quel ragazzo, sono
andato a vedere il mare. Si vedeva la
Calabria, la mia terra. Stavolta però la
guardavo da un’altra prospettiva: la
osservavo da un altro luogo, ma ero io
ad essere diverso. Ho deciso che la mia
vita deve essere diversa. Voglio
ritornare a Locri, ma non voglio più
avere problemi con la giustizia. Non
perché non mi conviene, ma anche
perché voglio vivere sereno. Voglio
essere pulito. Prima di vivere questa
esperienza, credevo che allo Stato non
gliene importasse niente delle persone.
Lo Stato era quello che ti portava via
da casa. E non sapevi se tornavi e
quando tornavi. In questi mesi ho
conosciuto uno Stato diverso, che non
mi ha voluto cambiare a tutti i costi ma
che per una volta ha cercato di capire
chi ero io davvero. E chi sono io
davvero? Un ragazzo di diciotto anni,
«Non rinnego
la mia famiglia
né la mia terra. Ma
ora posso scegliere»
un ragazzo come gli altri. Ero
piccolissimo quando mio padre è stato
ucciso, ho visto i miei fratelli finire in
carcere. Per me vorrei un futuro
diverso. Questo non vuol dire che
rinnego la mia famiglia. Loro sono
sempre i miei fratelli. La Calabria sarà
sempre la mia terra. Solo che io vorrei
essere un ragazzo come gli altri.
Davanti a me adesso non c’è una sola
strada che devo scegliere per forza.
Quello Stato che prima era così lontano
mi sta dando diverse possibilità. Ora
posso scegliere cosa fare da grande.
Posso scegliere che lavoro fare, in che
città vivere. Posso puntare in alto. Non
so se ce la farò, ma ci proverò. Di certo
qualcosa è cambiato. Ce l’ho fatta, ce la
posso fare. E non solo io. Ci sono tanti
ragazzi come me che avrebbero bisogno
di uno Stato così. Non credono che
esista. Io l’ho conosciuto e scrivo
questa lettera perché anche gli altri lo
sappiano. La strada è ancora in salita.
Ma non è vero che il lieto fine è solo
un’illusione. Può essere realtà?
La mamma
È andata spesso a trovarlo
a Messina e ha partecipato
al progetto educativo
del giovane con «Addiopizzo»
Cosa nostra tenne per due anni sequestrato e poi sciolse nell’acido il
figlioletto Giuseppe).
In che modo? Dando al genitore
testimone o collaboratore di giustizia (trasferito in località segreta e
protetta) l’affido giuridico esclusivo
del figlio, con eventuale provvedimento di decadenza o limitazione
della responsabilità genitoriale nei
confronti dell’altro genitore che rifiuti invece quella scelta o abbia
contiguità criminali: lo si è già fatto
con successo nei casi della collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce
(le cui dichiarazioni molto hanno
pesato per le condanne inflitte a Palmi nel processo «All Inside») e della
testimone di giustizia Simona Napoli.
E per le donne di ’ndrangheta sapere che lo Stato offre una vera nuova opportunità di vita, non più da
sole ma con i figli minorenni al seguito, potrebbe produrre effetti imprevedibili nel monolite di una
struttura patriarcale nella quale, a
suggello di patti tra le cosche, i matrimoni sono di fatto imposti a giovani donne, «imprigionate» dalla e
nella «famiglia» mafiosa.
Luigi Ferrarella
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riccardo Francesco Cordì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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italia: 51575551575557
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Il caso L’onorevole è accusato di essere a capo di un sodalizio criminale
Primo «sì» all’arresto
del deputato pd Genovese
Il voto in Giunta. Ma i grillini accusano: «Si fa melina»
ROMA — Nessun «fumus persecutionis». L’onorevole Francantonio Genovese, accusato dalla procura di Messina di essere stato
il capo di un sodalizio criminale che attraverso truffe, riciclaggio, peculato e
reati vari ha sottratto milioni di euro di finanziamenti europei alla formazione professionale per arricchirsi e fare propaganda
e l e t to r a l e , s e co n d o l a
Giunta per le autorizzazioni della Camera va arrestato.
Ma a deciderlo dovrà essere l’Aula. E sulla data di
calendarizzazione del voto
è già scontro. Con il Movimento 5 stelle che denuncia: «Tentano di fare melina, per allontanare la data
del voto a dopo le elezioni
europee». Nella riunione
dei capigruppo che doveva
fissare quella data è finita
ad «urla e caos». I grillini
avevano chiesto di votare
subito. Ma Andrea Romano
(Sc) ha chiesto di riparlarne
nella prossima capigruppo
di lunedì. «Ho chiesto — ha
aggiunto il deputato M5S
— di rispettare il termine
tassativo di trenta giorni,
entro i quali va data una risposta ai magistrati. Brunetta mi ha risposto che il
termine era flessibile e che
Cronache 23
italia: 51575551575557
La vicenda
I primi passi
Francantonio Genovese, detto
anche «Mr 20.000 preferenze»,
scopre la politica in famiglia
essendo figlio di Luigi Genovese,
senatore dal ‘72 al ‘94, e nipote
del più volte ministro Nino
Gullotti. Dopo un passato nella
Democrazia cristiana e nella
Margherita di Rutelli approda
finalmente al posto di segretario
regionale del Pd seguendo la
corrente veltroniana. In seguito
Genovese appoggerà prima
Bersani poi Renzi
L’imprenditore
Genovese è azionista e dirigente
di una rete di decine di società
che operano in diversi campi:
dall’immobiliare ai trasporti, sullo
stretto con la «Caronte & Tourist»
assieme alla vicina famiglia
Franza. E poi ancora servizi,
telecomunicazioni con la
«Mandarian Wimax Sicilia spa» e,
soprattutto, i corsi di formazione
professionale in Sicilia
Ex sindaco
Nel 2005, Francantonio
Genovese, 45 anni, a
Messina si affaccia per
ringraziare i suoi concittadini che lo avevano
eletto primo cittadino al
ballottaggio (AP Photo/
Francesco Saya)
ci vuole rispetto. La De Girolamo ha detto che se si
dovesse fare un test di
umanità non saremmo entrati in Parlamento. Ettore
Rosato del Partito democratico, ci ha accusato di
strumentalizzazione becera. Gli ho risposto che non
doveva permettersi. Ed è
iniziato il caos».
Alla fine la presidente
Boldrini ha proposto di votare tra martedì e mercoledì prossimo. «Un atteggiamento di facciata — secon-
do il grillino — lunedì si rivota e sospettiamo uno
slittamento d melina».
A dare il via libera all’arresto (richiesto dal gip di
Messina il 19 marzo scorso), bocciando la relazione
di Antonio Leone (Ncd),
erano stati in Giunta lo
stesso Pd, Sel e il Movimento 5 Stelle. Contrari all’arresto Forza Italia, Ncd, Lega,
Per l’Italia e Scelta Civica. Se
l’assemblea dovesse dare
l’assenso, per Genovese
scatteranno le manette co-
L’elezione
Nel 2005 diventa sindaco di
Messina ma due anni dopo la sua
elezione, come quella dei
consiglieri comunali e di
circoscrizione, viene annullata dal
Consiglio di giustizia
amministrativa della Sicilia su
ricorso della lista Nuovo Psi
Le accuse
Secondo la procura, Genovese,
attraverso una serie di
operazioni, avrebbe acquistato,
attraverso prestanomi, 11 enti di
formazione, necessari per
l’assegnazione illecita di fondi
pubblici. Sono già finiti in
manette la moglie Chiara Schirò
e la cognata Elena
L’inchiesta
me fu per Alfonso Papa,
trasferito nel luglio 2011 da
Montecitorio a Poggioreale.
La Camera, nella storia,
ha autorizzato l’arresto, oltre che per Papa, dell’ex
partigiano del Pci Francesco Moranino nel 1955, di
Sandro Saccucci del Movimento Sociale nel 1976, di
Toni Negri eletto nel 1983
con i Radicali, del missino
Massimo Abbatangelo nel
1984.
L’ex sindaco di Messina è
un campione di voti alle
preferenze (ne ottenne
19.590 alle primarie del Pd
risultando il più votato
d’Italia). Ma le carte dell’indagine coordinata dal procuratore di Messina, Guido
Lo Forte e dall’aggiunto Sebastiano Ardita, fanno
emergere un quadro molto
grave della vicenda, per la
Montecitorio
Scontro sulla data del
passaggio in Aula. Nella
storia di Montecitorio
cinque autorizzazioni
quale è finita agli arresti
anche la moglie di Genovese, Chiara Schirò. Una telefonata intercettata la rende
in modo plastico: «Ero in
graduatoria e mi hanno levato. Poi che cosa è successo, ho parlato con Genovese, Francantonio, e gli ho
detto “minchia, ma qua vi
siete finanziati tutti i progetti, io sono rimasto fuori,
vi sembra giusto, come un
disgraziato?”».
Virginia Piccolillo
«Il caminetto
fatto dalla ditta
degli appalti»
Una sauna con
idromassaggio, la
ristrutturazione di una villa
«con caminetto», una scala
aerea autoportante, cucine
con marmi africani,
ceramiche e perfino robot per
la cura del giardino: case da
sogno, che secondo l’indagine
della Guardia di Finanza di
Cuneo un dirigente
dell’autostrada Torino-Savona
e due capi struttura si sono
fatti ristrutturare gratis.
Lavori edilizi e arredi erano
forniti da una cinquantina di
ditte, alcune artigianali,
compresa una cooperativa che
per questi «favori» è andata in
dissesto (da qui sono iniziate
le indagini), in cambio degli
appalti nel tratto autostradale
della A6 sotto il controllo dei
dirigenti della concessionaria
dell’Anas La Verdemare.
Appalti per un valore di un
milione e mezzo di euro. Ieri è
stato arrestato con l’accusa di
concussione, peculato e
«induzione indebita a dare o
promettere utilità» il direttore
generale dell’autostrada (dal
2012 in capo agli eredi di
Marcellino Gavio che l’hanno
acquisita da Benetton),
Massimo Capponi (58 anni),
mentre sono ai domiciliari
Paolo Lantieri (capo ufficio
espropri, 64 anni) e Ivan
Migliardi (46 anni) capo
dell’ufficio manutenzione. Su
ordine della Procura di Cuneo
i finanzieri hanno sequestrato
otto appartamenti, due terreni
e un Suv.
E. D.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Firenze «Parlo con le ragazze per proteggerle. Lo prenderemo»
Un capitano donna dà la caccia
al maniaco delle prostitute
DALLA NOSTRA INVIATA
FIRENZE — Il nuovo mostro
di Firenze, quello che violenta e
sevizia le prostitute, ha «la faccia
da bonaccione distinto», come
dice una delle sue vittime, ma sa
trasformarsi in «uno dallo sguardo strano e perverso», come racconta un’altra delle donne finite
nelle sue mani. I verbali delle sopravvissute sembrano la fotocopia l’uno dell’altro per le modalità e la brutalità delle aggressioni.
E rivelano quanto lui si sentisse
impunito. Tanto da rispondere al
cellulare che aveva rubato a una
di loro. Lei era finita in ospedale,
un suo amico continuava a chiamarla senza avere risposta finché
all’ennesimo squillo lo stupratore rapinatore si palesò con il suo
accento fiorentino. «Dov’è P.?»,
gli chiese l’amico della prostituta. E lui: «A me non me ne frega
niente, fino a che dura la carica
rispondo, poi non rispondo più».
Le carte che adesso la procura di
Firenze ha raccolto in un unico
fascicolo descrivono le fasi delle
aggressioni con le parole di chi le
ha subite: «Io urlavo ma lui continuava imperterrito. L’ho implorato di smettere, ricordo di avergli detto “basta, mi fai male” ma
lui ha risposto “abbiamo quasi finito”. Ho pensato che odiasse le
donne per qualche torto subito
da un’altra prostituta. Alla fine
mi ha detto “ci rivediamo” e se
n’è andato lasciandomi nuda e
legata alla transenna».
Era una minaccia quel «ci rivediamo» ed era il suo modo di dire
«lo farò ancora». I carabinieri
l’avevano capito fin troppo bene
almeno tre mesi fa, quando dal
Ris di Roma arrivarono le conferme: in almeno tre casi il Dna apparteneva alla stessa persona.
C’è un capitano donna, in questa storia, che si chiama Claudia
Mesina e che comanda la compagnia dei carabinieri di Signa, uno
dei territori scelti dal violentatore. Già alla fine di febbraio la comandante parlò con i suoi superiori e con il capo del nucleo investigativo di Firenze, Carmine
Rosciano: «Qui abbiamo uno
stupratore seriale, dobbiamo
prenderlo per forza», promise a
se stessa e a loro. Da allora non
c’è stata notte che non abbia organizzato servizi lungo le vie battute dalle prostitute. «Sono an-
vata nuda, crocifissa a una sbarra
sotto i piloni dell’autostrada, abbandonata a morire dopo le sofferenze di uno stupro particolarmente violento (l’autopsia ha
svelato ieri che è morta per una
emorragia interna).
Sua madre e sua sorella, che
vivono nel Sannio, hanno saputo
della sua morte dalla televisione
e ora vorrebbero che lei fosse
seppellita lì: «Non è giusto morire così», ripetono. «So che abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare — dice il capitano Mesina
— eppure mi sono sentita addosso la responsabilità
per non averla potuta salvare, ho immaginato il suo dolore.
Noi stavamo veramente lavorando
moltissimo sulle
violenze seriali, sapevamo che il violentatore non si sarebbe fermato con lo
stupro di febbraio».
Il 21 di quel mese il
nuovo mostro di Firenze mise un’altra
preda fra i suoi «trofei» e la comandante
aumentò l’impegno,
Vittima Andrea Cristina Zamfir, romena di 26 le energie umane e
professionali nella
anni, trovata morta alla periferia di Firenze
caccia all’uomo. Lei,
data io stessa molte volte a parla- la vittima, è rimasta così traumare con loro. Con una donna si la- tizzata che quella stessa sera ha
sciano andare ed aiutare un po’ di deciso di chiudere con le notti
più, ho spiegato a tutte che non sulla strada. Un piccolo risultato
eravamo in servizio antiprostitu- che può valere una vita finché
zione, che eravamo lì per proteg- quell’uomo è ancora libero. «Lo
gerle. Le ho pregate di stare at- prenderemo», giura la comantente, di tenersi in contatto con dante Mesina. «Dobbiamo salvanoi, di organizzarsi... Quando ho re la prossima vittima, non può
saputo della ragazza morta mi si arrivare prima, non deve farla
è stretto il cuore, ne sono rimasta franca».
Giusi Fasano
molto colpita». Andrea Cristina,
© RIPRODUZIONE RISERVATA
romena di 26 anni, l’hanno tro-
PARTNER
24
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
COMPAGNIA TIRRENA S.P.A. IN L.C.A.
VENDE
MILANO SERRAVALLE
MILANO TANGENZIALI S.p.A.
(Società soggetta ad attività di direzione e
coordinamento della Provincia di Milano)
Sede legale: Via Del Bosco Rinnovato, 4/A
20090 Assago MI
AVVISO DI ESITO GARA SERVIZI 09/13
(per estratto)
Si comunica che in data 18/04/2014 è stato
aggiudicato a seguito di Procedura Ristretta
l’“Affidamento del servizio di supporto
informatico all’esazione pedaggi”. CIG:
52680379A6 - CPV: 72253200-5 servizi di assistenza sistemi. Importo complessivo a base
di gara: Euro 4.500.000,00. Durata: 60 mesi
dal verbale di consegna. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso. Numero offerte ricevute: 1. Aggiudicataria: R.T.I. SINELEC
S.p.A./AUTOSTRADE TECH S.p.A. - S.P. 211
della Lomellina, Località San Guglielmo, 3/13
- 15057 Tortona (AL). Importo complessivo
aggiudicato: Euro 2.865.735,05. Data spedizione alla GUUE del presente avviso:
30/04/2014.
Il Direttore Generale - Avv. Mario Martino
MILANO SERRAVALLE
MILANO TANGENZIALI S.p.A.
(Società soggetta ad attività di direzione e
coordinamento della Provincia di Milano)
Sede legale: Via Del Bosco Rinnovato, 4/A
20090 Assago MI
AVVISO DI ESITO GARA SERVIZI 11/13
(per estratto)
Si comunica che in data 18/04/2014 è stato
aggiudicato a seguito di Procedura Aperta l’Affidamento del “Servizio per l’esecuzione di indagini sperimentali sul viadotto di Rho”. CIG:
5315501A2E - CUP: D47H13000690005 - CPV:
71351700-0 servizi di prospezione scientifica.
Importo complessivo a base di gara: Euro
222.445,67 comprensivo di costi per la sicurezza pari a Euro 59.411,47. Durata: 89 giorni
naturali e consecutivi decorrenti dalla data del
verbale di consegna. Criterio di aggiudicazione:
Offerta economicamente più vantaggiosa. Offerta Tecnica: punti max 25/100 - Offerta Tempo:
punti max 25/100 - Offerta Economica: punti
max 50/100. Numero offerte ricevute: 4. Aggiudicataria: ITS S.r.l. - Corte delle Caneve, 11 31053 Pieve di Soligo (TV). Importo complessivo aggiudicato: Euro 165.318,48. Ribasso offerto: 35,04%. Data spedizione alla GUUE del
presente avviso: 30/04/2014.
Il Direttore Generale - Avv. Mario Martino
Provincia di Cremona
AREA GESTIONE DEL TERRITORIO
Settore Agricoltura e Ambiente
mediante gara dinanzi a Notaio con il sistema delle offerte segrete
SEGRATE (MI), Centro Direzionale Milano Oltre:
immobile da cielo a terra costituito da due corpi indipendenti e comunicanti,
ciascuno di dieci piani fuori terra e di un piano interrato. Superficie coperta
complessiva mq. 8.270 ca. oltre spazi comuni e locali tecnici.:
• piano interrato n. 51 posti auto e n.15 magazzini da mq. 10 a mq. 40 ca.;
• piano terra/interr. n. 3 locali uso commerciale da mq. 260 a mq. 350 ca.;
• piani dal Iˆ al VIIIˆ n. 16 uffici da mq. 336 a
mq. 416 ca.;
• piano IXˆ n. 6 magazzini da mq. 13 a mq. 29
ca e locali tecnici.
Situazione locativa: libero. Vendita a corpo.
Prezzo base d’asta: € 6.500.000,00 oltre
oneri fiscali.
Aumenti minimi: di € 50.000,00 in € 50.000,00
oltre oneri fiscali
Data della gara: 26/06/2014 alle ore 16:30
INFORMAZIONI RELATIVE ALLA GARA
sui siti www.ivass.it e www.gtirrena.it
• Le aggiudicazioni potranno avvenire anche con offerte pari al prezzo base d’asta;
• Le offerte in busta chiusa, intestate alla Compagnia Tirrena S.p.A. in l.c.a. dovranno
pervenire al Notaio designato almeno tre giorni prima della data della gara;
• La busta dovrà contenere assegno circolare intestato alla Compagnia Tirrena
S.p.A. in l.c.a., pari al 15% del prezzo base d’asta, di cui il 10% a titolo di cauzione
e il 5% per spese;
• Le spese di trasferimento sono a carico degli acquirenti;
• Il bando di gara si può richiedere agli uffici della Liquidazione in via Massimi
158 - 00136 Roma - tel 06.30183409 - 06.30183234 - fax 06.35420169 o stampare
dal sito www.gtirrenalca.it.
IL COMMISSARIO LIQUIDATORE: Avv. Gregorio Iannotta
AEDES BPM REAL ESTATE SGR SPA
Bastioni di Porta Nuova n. 21, 20121 - Milano - Iscritta al n. 94 dell’Albo delle SGR
Cap. Soc. Euro 5.500.000,00 i.v. - Registro Imprese di Milano n. 239479/1999
Cod. fisc. e part. IVA 12926160156
Società soggetta alla attività di direzione e coordinamento di Aedes S.p.A.
Oggetto: Art. 52 sexies del D.P.R. 327 del 8 giugno 2001 e s.m.i. - Ditta Snam Rete Gas S.p.A. - Istanza di autorizzazione
unica alla costruzione ed esercizio e relativa dichiarazione di pubblica utilità dei metanodotti denominati con
“Adeguamento Rete Ripalta - Credera - Sergnano” e le relative opere connesse, da realizzare nei Comuni di Chieve (CR),
Capergnanica (CR), Crema (CR), Bagnolo Cremasco (CR), Casaletto Ceredano (CR), Credera Rubbiano (CR).
Avviso di avvio del procedimento ai sensi della L. 241/90 e s.m.i.
avviso al pubblico
Oggetto: Avvio del Procedimento di cui agli Artt. 52 bis e seguenti del D.P.R. 08.06.2001 n. 327, per l’approvazione del Progetto, l’accertamento
della Conformità Urbanistica, l’apposizione del Vincolo Preordinato all’Esproprio, la dichiarazione di Pubblica Utilità, l’autorizzazione alla
Costruzione ed all’esercizio delle Opere Denominate:
· Metanodotto Chieve - Crema DN 300 (12”), DP 75 bar
· Deriv. per Capergnanica DN 200(8”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Capergnanica DN 100 (4”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Ripalta Cremasca DN 100 (4”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Chieve DN 100 (4”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Crema 6° Presa DN 100 (4”), DP 75 bar
· Deriv. per Bagnolo Cremasco DN 200 (8”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Crespiatica DN 150 (6”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Bagnolo Cremasco DN 150 (6”), DP 75 bar
· Rif. All. Sipral Padana DN 100 (4”), DP 75 bar
· Rif. All. Com. Credera Rubbiano DN 100 (4”), DP 75 bar
e delle Relative Opere Connesse, che avverranno mediante Convocazione di Conferenza di Servizi.
Il Dirigente del Settore Agricoltura e Ambiente
VISTA l’istanza in data 4 aprile 2014 presentata da Snam Rete Gas S.p.A. (S.R.G.) ed assunta al protocollo generale della Provincia al n. 44810
del 08.04.2014, intesa ad ottenere l’autorizzazione alla realizzazione delle opere in oggetto nei territori comunali di Chieve, Capergnanica,
Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Bagnolo Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio,
Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano, tutti nella Provincia di Cremona, con contestuale dichiarazione di pubblica utilità dell’opera;
PRESO ATTO che:
- l’opera ha lo scopo di mantenere le necessarie condizioni di sicurezza, affidabilità ed efficienza dei gasdotti e di consentire
la dismissione ed il recupero dei metanodotti attualmente in esercizio.
- i gasdotti e le varianti in progetto sono costituiti dalle seguenti tubazioni:
1. Metanodotto Chieve - Crema DN 300 (12”), DP 75 bar, lunghezza 6,337 km
2. Deriv. per Capergnanica DN 200 (8”), DP 75 bar, lunghezza 2,278 km e allacciamenti derivati
3. Rifacimento All. Com. Capergnanica DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,005 km
4. Rifacimento All. Com. Ripalta Cremasca DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,005 km
5. Rifacimento All. Com. Chieve DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,025 km
6. Rifacimento All. Com. Crema 6° presa DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 0,023 km
7. Deriv. Per Bagnolo Cremasco DN 200 (8”), DP 75 bar, lunghezza 2,542 km
8. Rifacimento All. Com. Crespiatica DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 1,270 km
9. Rifacimento All. Com. Bagnolo Cremasco DN 150 (6”), DP 75 bar, lunghezza 0,078 km
10. Rifacimento All. Sipral Padana DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 0,151 km
11. Rifacimento All. Com. Credera Rubbiano DN 100 (4”), DP 75 bar, lunghezza 3,737 km.
CONSIDERATO che risulta depositata la documentazione di cui all’art. 52 quater, comma 2 del DPR 327/2001, e, precisamente, il progetto
dell’opera in oggetto, completo di relazione tecnica, dichiarazione ex art. 31 D.Lgs. 164/2000 e relativo “schema di rete” e l’elaborato grafico
recante le aree interessate dall’asservimento;
VISTO l’art. 52 bis e segg. del D.P.R. n. 327/01 e s.m.i.,
COMUNICA
- che gli atti progettuali, comprendenti la relazione tecnica, gli elaborati grafici e l’elenco dei proprietari catastali nonché la dichiarazione
ex art. 31 del D.Lgs. n. 164/2000 e il relativo “schema di rete”, sono già depositati presso la Provincia di Cremona - Servizio Energia del
Settore Agricoltura e Ambiente, con sede a Cremona in via Dante 134 - terzo piano nonché Snam Rete Gas invierà una copia completa per
la consultazione anche presso l’Ufficio tecnico del Comune di Chieve, Capergnanica, Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano, Bagnolo
Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio, Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano.
- chiunque abbia interesse può consultare la documentazione di cui sopra ovvero estrarne copia, nei modi e limiti di legge, presso l’ufficio
suddetto, previo appuntamento telefonico contattando l’ing. Marco Antoniazzi (tel. 0372406469), nonché formulare le proprie osservazioni
per iscritto nel termine perentorio di 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso, indirizzandole a: Provincia di Cremona, Settore
Agricoltura e Ambiente - Servizio Energia, via Dante 134 - 26100 Cremona. Dette osservazioni, se pertinenti all’oggetto del procedimento,
saranno valutate dalla Conferenza di servizi chiamata ad esprimersi sull’opera.
- il presente avviso sostituisce la comunicazione personale ai sensi dell’art. 52 ter, comma 1 del DPR 327/2001 in quanto il numero dei
proprietari dei terreni interessati dall’esecuzione dell’opera è superiore a cinquanta;
- il Responsabile del procedimento autorizzativo è il dott. Massimo Delle Noci, Responsabile del Procedimento del Servizio Energia del Settore
Agricoltura e Ambiente della Provincia di Cremona (tel. 0372406616);
- le porzioni di terreno interessate dalla realizzazione dell’opera in oggetto sono contraddistinte al Nuovo Catasto Terreni e Fabbricati con i
seguenti mappali:
Elenco Immobili da Asservire
AEDES BPM REAL ESTATE SGR APPROVA IL RESOCONTO
INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2014
DEL FONDO IMMOBILIARE INVESTIETICO.
Il Consiglio di Amministrazione di AEDES BPM Real Estate SGR
S.p.A. - in data 07 maggio 2014 - ha approvato il Resoconto
intermedio di gestione al 31 marzo 2014 del Fondo Comune di
Investimento Immobiliare INVESTIETICO, quotato sul segmento
Fondi Chiusi del Mercato Telematico degli Investment Vehicles
(MIV) organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A..
Il Resoconto intermedio di gestione è a disposizione del pubblico
presso la sede della società di gestione, AEDES BPM Real Estate
SGR S.p.A. e presso la Banca Depositaria, nonché sul sito Internet
www.aedesbpmresgr.com.
www.aedesbpmresgr.com
MANIFESTAZIONE DI INTERESSE PER L’INDIVIDUAZIONE
DI NUOVE TECNOLOGIE DI SISTEMI PER LA STAMPA DIGITALE
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato è interessato ad incontrare le aziende che producono e/o
commercializzano sistemi per la stampa digitale di prodotti caratterizzati da elementi di sicurezza al fine di
analizzare lo stato delle tecnologie presenti sul mercato. Le informazioni che verranno richieste alle aziende
riguarderanno, tra l’altro, la gamma dei prodotti offerti, la road map dei prodotti futuri, le caratteristiche tecniche
e di sicurezza, i fattori distintivi, le performance. Saranno pertanto d’interesse sistemi che possiedono le
seguenti caratteristiche:
- sistemi di stampa digitale da bobina con caratteristiche di resistenza tali da potere essere utilizzati nella
stampa di Carte Valori su supporti cartacei o sintetici.
- possibilità di stampa su supporti speciali quali carte filigranate o materiali plastici che possano essere
successivamente termo-laminabili;
- utilizzo nel processo di stampa di inchiostri con pigmenti speciali oppure rilevabili alla luce di Wood alle frequenze di 254 o 365 nm o anche la presenza di elementi tagganti rilevabili con analizzatori dedicati.
Gli interessati potranno inviare richiesta di contatto nonché informazioni e chiarimenti all’indirizzo [email protected] entro le ore 12.00 del 12 giugno 2014. Nella richiesta dovrà essere indicato l’indirizzo
dei soggetti interessati al quale IPZS potrà fare riferimento per le comunicazioni. Gli eventuali chiarimenti, le
richieste e la documentazione dovranno essere inviate in italiano o in inglese all’indirizzo sopra indicato. Il
presente avviso riveste solo carattere di ricerca di mercato e le manifestazioni di interesse che perverranno
non saranno impegnative per IPZS. Nessun diritto può quindi essere avanzato ad alcun titolo da parte dei soggetti che presenteranno la propria manifestazione di interesse né in capo a quelli di loro che saranno contattati
da IPZS nel corso dell’analisi di mercato.
Per la pubblicità
legale e finanziaria
rivolgersi a:
Comune di Bagnolo Cremasco (CR):
Foglio 5:
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256
Fax 02 2588 6114
Via Valentino Mazzola, 66/D
00142 Roma
Tel. 06 6882 8650
Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11
Fax 081 49 777 12
Via Villari, 50 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111
Fax 080 5760 126
Foglio 8:
mapp. 76, 77, 80, 81, 83, 86, 91, 92, 100, 517, 555, 667
Foglio 9:
mapp. 42, 62, 63, 70, 72, 75, 76, 77, 84, 85, 86, 87, 203, 515, 516, 517, 518, 519, 520, 521, 522, 547, 548, 555, 556,
557, 558, 619, 620
Comune di Capergnanica (CR):
Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri
Codice Fiscale e Partita IVA: 04738701004
Piazza S. Maria della Pietà, n. 5 - 00135 Roma
telefono: 06/3306.1 (c.lino) telefax : 06/33062707 - www.sanfilipponeri.roma.it
ESTRATTO BANDO DI GARA
Si rende noto che l’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri ha indetto gara di cui al seguente numero 1) ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs. n. 163/2006:
1) Procedura di gara aperta, ai sensi del D.Lgs. 163/2006, finalizzata all’aggiudicazione del servizio
della gestione dell’Asilo Nido dell’Azienda Complesso Ospedaliero San Filippo Neri di Roma per
la durata di tre anni rinnovabile per ulteriori tre anni. Il termine ultimo per la ricezione delle offerte,
da redigere in lingua italiana, è fissato al giorno 20.05.2014 alle ore 12.00.
Il bando integrale della gara è stato inviato all’ufficio delle pubblicazioni ufficiali della Comunità europea nella seguente data: 03.04.2014 è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana,
GARE n. 46 del 23.04.2014, nonché sul sito aziendale: www.sanfilipponeri.roma.it, ove sono altresì
pubblicati i documenti per partecipare alle gare come sopra indette e che gli aspiranti hanno l’onere
di consultare per accertare eventuali modifiche o informazioni di interesse generale, prima di
presentare la propria offerta. Le ulteriori informazioni possono essere acquisite presso l’U.O.C.
Provveditorato, nella sede dell’ente, utilizzando, il seguente recapito telefonico: 0633062759.
Il responsabile di tali procedimenti è il Dr. Angelo Furfaro.
Il Dirigente dell’U.O.C. Provveditorato - Dr. Angelo Furfaro
Azienda Provinciale
per i Servizi Sanitari
Foglio 1:
mapp. 1, 14, 16, 17, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 28, 30, 32, 34, 36, 38, 40, 42, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 54, 56, 58, 59, 60,
61, 62, 69, 70, 71, 116, 133, 380
Foglio 3:
mapp. 10, 12, 14, 15, 35, 38, 39, 40, 41, 43, 62, 63, 83, 108, 109, 110, 111, 145, 211, 216, 218, 244, 314
Foglio 4:
mapp. 1, 2, 3, 10, 11, 12, 19, 65
Foglio 8:
mapp. 42, 43, 49, 52, 88, 120, 128, 130, 135
Comune di Casaletto Ceredano(CR):
Foglio 1:
mapp. 14, 33, 85, 130, 172, 193, 194, 236, 240, 257, 260, 425, 426, 427, 428, 429, 430, 431, 432
Foglio 4:
mapp. 9, 10, 185, 187, 190, 192, 194, 201, 203, 205, 207, 209
Comune di Chieve (CR):
Foglio 5:
mapp. 48, 55, 66, 76, 77, 78, 80, 89, 98, 100, 214, 215, 217, 221, 228, 229, 231, 232, 233, 287, 289, 525
Comune di Credera Rubbiano (CR):
Foglio 2:
Foglio 4:
mapp. 3, 52, 53, 54, 55, 56, 59, 61, 62, 64, 72, 73, 83, 91, 94, 95, 96, 144, 160, 162, 164, 166, 168, 177, 179, 181, 183,
184, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192, 193
mapp. 1, 2, 10, 11, 12, 39, 40, 41, 43, 206, 209, 211, 213, 279, 280, 282, 283, 284, 286, 288, 289, 291
Comune di Crema (CR):
Foglio 1:
mapp. 51, 63, 67, 68, 71
Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento
ESTRATTO BANDO DI GARA
Foglio 10:
mapp. 17, 22, 23, 24, 32, 58, 59, 66, 67
Foglio 18:
mapp. 14, 43, 47, 48, 49, 63, 68, 69, 76, 78, 85, 142, 144, 178, 179, 187, 316, 348, 349, 364, 366, 367
Quest’Azienda ha indetto procedura aperta per l’affidamento della fornitura, in service, di SISTE
MI DIAGNOSTICI PER L’ESECUZIONE DEGLI ESAMI DI OMOCISTEINA, VITAMINA D, IMMUNOSOPPRES
SORI, occorrenti al laboratorio di Patologia Clinica dell’ospedale S. Chiara di Trento. Importo a
base d’asta: €./anno =270.000,00= oltre IVA e oneri per la sicurezza €./anno =840,00= oltre IVA.
Importo intero periodo contrattuale €. =1.350.000,00= oltre IVA ed oneri per la sicurezza, per la
durata di anni cinque (5), a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto. La gara sarà espe
rita ai sensi dell’art. 55, comma 5, del D.Lgs. n. 163/2006 e aggiudicata ai sensi dell’art. 83 dello
stesso Decreto. Le offerte, corredate della necessaria documentazione e indirizzate all’Ufficio
ntro lee orre 12
2.00 deel
Protocollo dell’APSS, Via Degasperi, 79 – Trento, dovranno pervenire en
9/06/2014, teemine peerentorio. La documentazione di gara è liberamente accessibile all’indiriz
09
zo Internet www.apss.tn.it sezione “Bandi di gara” Per ulteriori informazioni rivolgersi al Servizio
procedure di gara e contratti – Tel. 0461.904007 – Pec: [email protected]
Bando inviato alla GUUE il 16/04/2014.
IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI dott. Luciano Bocchi
Foglio 41:
mapp. 8, 9, 35, 62, 64, 78
Foglio 43:
mapp. 805, 1047
FERROVIENORD SPA
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
mapp. 13, 80, 81, 84, 121, 122, 420, 1358, 1360, 1556, 1557, 1702, 1708
Piazzale Cadorna n. 14 /16 - 20123 MILANO
Telefono 0285114250 - Telefax 0285114621
AVVISO DI GARA
Viene indetto avviso relativo ad un sistema
di qualificazione per “Qualificazione delle
imprese per l'esecuzione di lavori di opere
civili in presenza di esercizio ferroviario”.
I soggetti interessati dovranno presentare domanda come indicato nel “REGOLAMENTO”
visionabile sul sito internet aziendale all’indirizzo www.fnmgroup.it/bandi-e-gare. Il bando
integrale di gara è stato pubblicato sulla
GUCE S84 del 30/04/2014 ed inviato alla
GURI il 05/05/2014. Il bando integrale di gara
è altresì disponibile presso il sito internet
www.fnmgroup.it/bandi-e-gare.
L’AMMINISTRATORE DELEGATO
DOTT. ING. MARCO BARRA CARACCIOLO
Elenco Immobili da Occupare Temporaneamente
Comune di Bagnolo Cremasco (CR):
Foglio 5:
mapp. 44, 80, 81, 121, 122, 420, 1358, 1360, 1556, 1558, 1702, 1708
Foglio 8:
mapp. 76, 77, 80, 83, 86, 91, 92, 100, 517, 555, 667
Foglio 9:
mapp. 42, 62, 63, 70, 72, 75, 76, 77, 84, 85, 86, 87, 515, 516, 518, 520, 521, 522, 547, 548, 555, 556, 557, 558, 619
Comune di Capergnanica (CR):
Foglio 1:
mapp. 14, 16, 17, 18, 19, 23, 24, 25, 26, 28, 30, 32, 34, 36, 38, 40, 42, 46, 48, 50, 52, 54, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 69,
70, 71, 116, 133, 380
Foglio 3:
mapp. 10, 12, 14, 15, 38, 39, 40, 41, 43, 62, 63, 83, 109, 145, 211, 216, 244, 314
Foglio 4:
mapp. 1, 2, 10, 11, 12, 19, 65
Foglio 6:
mapp. 140
Foglio 8:
mapp. 42, 43, 128, 130, 135
Comune di Casaletto Ceredano (CR):
Foglio 1:
mapp. 85, 130, 172, 193, 194, 236, 240, 257, 260, 425, 426, 427, 428, 429, 430, 432
Foglio 4:
mapp. 9, 10, 185, 187, 190, 192, 194, 201, 203, 205, 207, 209
Comune di Chieve (CR):
Foglio 5:
mapp. 48, 55, 76, 77, 78, 80, 89, 98, 100, 214, 215, 217, 221, 232, 525
Comune di Credera Rubbiano (CR):
Foglio 2:
Foglio 4:
mapp. 52, 53, 54, 55, 56, 59, 61, 62, 72, 73, 91, 95, 160, 162, 164, 166, 168, 177, 179, 181, 184, 186, 187, 188, 189,
190, 191, 193
mapp. 1, 2, 11, 40, 41, 43, 206, 209, 211, 213, 279, 283, 291
Comune di Crema (CR):
Foglio 1:
REGIONE TOSCANA
ESTAV Nord-Ovest
Sede Legale: via Cocchi, 7/9 loc. Ospedaletto - 56121 PISA
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
L’ESTAV Nord-Ovest indice la seguente procedura di gara:
Procedura aperta per il Servizio in locazione di laser per oculistica per le AZIENDE SANITARIE DELL’AREA VASTA NORD
OVEST per un importo totale massimo di €.490.000,00 + IVA.
Le offerte per la gara dovranno pervenire entro e non oltre le
ore 13,00 del giorno 05/06/2014 presso ESTAV NORD-OVEST
- U.O.C. Attrezzature Sanitarie di Pisa Via Cocchi, 9 loc. Ospedaletto - 56121 Pisa. Il bando integrale della gara è stato spedito
in data 24/04/2014 alla G.U.C.E. La documentazione per la partecipazione alla gara è disponibile sul sito internet all’indirizzo
https://start.e.toscana.it/estav-nordovest/. Responsabile del
procedimento Dr.ssa Laura Saredo Parodi, tel. 050/8662.667,
e-mail [email protected]. Le offerte
non vincolano l’Amministrazione.
Il Direttore Dipartimento Acquisti
Dott. Massimo Santini
mapp. 63, 71
Foglio 10:
mapp. 17, 22, 23, 24, 58, 59, 66, 67
Foglio 11:
mapp. 26, 53
Foglio 18:
mapp. 11, 14, 43, 47, 48, 49, 63, 68, 69, 76, 78, 85, 87, 88, 142, 144, 178, 179, 187, 341, 348, 366
Foglio 41:
mapp. 8, 9, 35, 62, 64, 78
Foglio 43:
mapp. 805, 1047
- il presente avviso viene pubblicato all’albo pretorio dei Comuni di Chieve, Capergnanica, Crema, Casaletto Ceredano, Credera Rubbiano,
Bagnolo Cremasco, Ripalta Cremasca, Cremosano, Campagnola Cremasca, Casaletto Vaprio, Capralba, Sergnano, Ripalta Guerina, Moscazzano
e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia - Sezione Espropri.
Cremona lì, 9 aprile 2014
Il Dirigente del Settore
(dr. Andrea Azzoni)
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cronache 25
italia: 51575551575557
Nizza Amica dei Grimaldi. L’agguato fuori dall’ospedale in cui era in cura il figlio socio di Leonardo DiCaprio
Spari contro l’ereditiera monegasca
L’ombra della ‘ndrangheta sul Principato
Hélène Pastor colpita mentre era sulla sua auto. Grave il conducente
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — Mentre i Grimaldi
organizzavano serate di gala e
Ranieri sposava Grace Kelly, i
Pastor — arrivati nel 1880 da
Buggio, in provincia di Imperia
— a Montecarlo costruivano palazzi. È così che i discendenti del
tagliatore di pietre Jean-Baptiste
sono diventati la famiglia probabilmente più ricca del Principato, proprietaria (secondo stime non confermate) di un terzo
di tutti gli immobili, capace di
spartirsi nel 1990 mezzo milione di metri quadrati. Hélène, 77
anni, una dei tre eredi principali, martedì sera era andata a trovare il figlio Gildo in ospedale, a
Nizza. All’uscita hanno sparato a
lei e al suo autista. Entrambi sono adesso in prognosi riservata.
Chi ha voluto colpire una famiglia così potente, amica del
principe Alberto II che ha tenuto
a esprimere immediatamente
«viva emozione»? Secondo alcune indiscrezioni l’inchiesta si
starebbe concentrando sugli
uomini della ‘ndrangheta, molto attivi negli ultimi mesi in Costa Azzurra, con investimenti
immobiliari che potrebbero
avere trovato nei Pastor un ostacolo non del tutto previsto. La
criminalità italiana è giudicata
in forte espansione nel sud della
Francia; a metà aprile era stato
arrestato a Nizza il boss camorrista Antonio Lo Russo, che peraltro proprio poche ore dopo
Le indagini
I rilievi della polizia francese sulla
Lancia Voyager
di Hélène Pastor.
La donna è stata
raggiunta dai
colpi di un cecchino mentre era
sull’auto e stava
per fare ritorno a
Monaco dopo
aver fatto visita
al figlio Gildo, ricoverato da
tempo nell’ospedale L’Archet di
Nizza. Lei e il suo
autista sono stati
soccorsi e portati
all’ospedale Saint-Roch di Nizza
(foto Epa)
La famiglia
Il figlio Gildo Pallanca Pastor
con l’attore Leonardo DiCaprio
Il fratello Michel Pastor, morto a
febbraio, con il principe Alberto II
l’agguato a Hélène Pastor è stato
estradato a Ventimiglia con importanti misure di sicurezza.
Ma non è del tutto da escludere che l’obiettivo della sparatoria fosse l’autista-maggiordomo, Mohammed D., 54 anni. Ieri
si è parlato di suoi precedenti
penali, smentiti con forza dal figlio a Nice Matin: «Chi continua
a parlare di mio padre come di
un pregiudicato verrà querelato.
Come se si potesse lavorare a
servizio dei Pastor per vent’anni
a Montecarlo con una fedina penale meno che immacolata».
Martedì Hélène Pastor è an-
data a trovare il figlio Gildo Pallanca Pastor, ricoverato all’ospedale l’Archet dopo il malore cerebrale che lo ha colpito nel febbraio scorso. Gildo è noto per
avere fondato con Leonardo DiCaprio la scuderia di formula E
(auto da corsa elettriche) «Venturi Grand Prix». All’uscita dell’ospedale, intorno alle 19, la signora (che è anche sorella di
Michel, ex presidente del Monaco scomparso a febbraio) è salita sulla Lancia Voyager nera guidata dall’autista. Quando l’auto
ha rallentato allo stop prima di
immettersi nella strada princi-
Chi è
Milionaria
Hélène Pastor (sotto,
nella foto Milestone),
77 anni, è una ricca
ereditiera del
Principato di
Monaco, sorella
dell’ex presidente
della squadra di
calcio del Monaco
Michel Pastor,
scomparso a
febbraio
Il patrimonio
Hélène ha ereditato
un impero
immobiliare: buona
parte degli edifici
monegaschi
appartiene alla sua
famiglia. Il
patrimonio, di cui
non si conosce il
valore, è diviso in tre
blocchi. Il figlio Gildo
ha fondato con
Leonardo DiCaprio
la scuderia di
Formula E «Venturi
Grand Prix»
I rapporti
La famiglia Pastor è
tra le più influenti
nel Principato ed è
considerata vicina al
principe Alberto II e
ai Grimaldi
pale, un uomo a volto scoperto è
apparso dal lato passeggero dell’auto e ha fatto fuoco con un’arma a canna lunga, probabilmente un fucile a pompa. Dopo
un primo colpo che ha mandato
in frantumi il finestrino, l’uomo
ha guardato dentro l’auto e poi
ha sparato ancora. L’autista è
crollato sul volante, la macchina
senza controllo è andata a fermarsi qualche decina di metri
più avanti.
L’aggressore si è allontanato a
piedi — «senza neanche nascondere il fucile», hanno raccontato i testimoni —, è stato
raggiunto da un complice e i due
sono poi scappati in auto. Tutta
la scena è stata registrata dalle
telecamere di sorveglianza, i
due criminali potrebbero essere
Le origini
I Pastor sono originari
della provincia di
Imperia: il capostipite era
un tagliatore di pietre
facilmente identificabili.
L’epopea dei Pastor ha conosciuto una prima svolta nel
1936, quando i Grimaldi affidarono loro la costruzione dello
stadio Louis II nel quartiere di
Fontvieille, prima opera pubblica del futuro impero immobiliare. Dopo la guerra uno dei figli
di Jean-Baptiste, Gildo, ebbe
l’intuizione di comprare a prezzo relativamente basso tutti i
terreni della zona di Larvotto,
allora disabitata. E quando il
principe Ranieri ha autorizzato
la costruzione dei grattacieli con
vista sul mare, la fortuna dei Pastor è diventata colossale.
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26
italia: 51575551575557
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cronache 27
italia: 51575551575557
La ricerca I dati chiesti da un’associazione di genitori ed elaborati dal Comune. Istituti accerchiati da 200 mila veicoli al giorno
Aule e inquinamento
MILANO — Ogni mattina un
bambino entra a scuola e non sa
che respirerà il fumo nero di 120
mila macchine. Nei casi peggiori, si arriva fino a 200 mila auto.
Che passano a meno di 100 metri. Ora c’è una mappa. Oltre
mille pallini: sono le scuole di
Milano. Cinque colori: dal verde, al viola. Ogni colore rappresenta una soglia. Da meno di 10
mila macchine al giorno (e questo è un limite «accettabile»), a
oltre 200 mila. Ogni categoria
indica anche un potenziale impatto sulla salute degli studenti.
Danni immediati (asma, bronchiti) e danni a lungo termine
(predisposizione a future malattie cardiovascolari). Obiettivo, in linea con le più avanzate
ricerche internazionali sul tema:
valutare lo smog «di prossimità», quello realmente respirato
dalle persone che si trovano vicino alle fonti di inquinamento.
Risultato: 583 scuole di Milano,
oltre la metà del totale, si trovano a meno di 75 metri da arterie
stradali ad alta percorrenza, in
cui passano più di 10 mila veicoli al giorno. «Per un totale di
oltre 108 mila studenti a rischio».
Dietro la ricerca milanese c’è
anche una storia ormai decennale di impegno civico. Lo studio è stato richiesto dall’associazione dei «Genitori antismog», attraverso un accesso
agli atti, ed elaborato dall’Agenzia per la mobilità del Comune
di Milano. È un fatto notevole: le
istituzioni hanno collaborato
con i cittadini, per dare risposta
alle loro richieste. «È un esercizio straordinario di democrazia», commenta Anna Gerometta, dei «Genitori antismog». Che
propone l’esperienza milanese
PERCENTUALE SCUOLE
ESPOSTE AL TRAFFICO
NEL COMUNE DI MILANO
Veicoli al giorno entro 75 metri
Meno di 10.000
18% 2%
Quei centomila studenti
a rischio per il troppo smog
Primo studio a Milano: 583 scuole sulle vie del traffico
I danni
Asma, bronchite,
fino a malattie
cardiovascolari
Il comitato
«Servono politiche
di prevenzione
più coraggiose»
come esempio: «La rilevazione e
la diffusione pubblica di questi
dati possono favorire l’adozione
di politiche più coraggiose. Invitiamo i cittadini di tutta Italia
a utilizzare i modelli disponibili
sul nostro sito per fare altrettanto (www.genitoriantismog.it)».
L’aria (nera) che tira intorno
alle scuole di Milano ha trasformato la città in un laboratorio. A
partire dall’Area C, il ticket antitraffico istituito dalla giunta Pisapia che ha ridotto quasi del 30
per centro le auto nel centro della città. I benefici sono evidenti
anche nella ricerca sulle scuole:
solo il 26 per cento degli studenti che frequenta istituti dentro l’Area C sopporta flussi di
traffico sopra le 10 mila auto al
giorno. All’esterno della zona
del ticket, invece, la percentuale
degli studenti a rischio sale al 61
per cento. Conclusione: «Si può
fare». Ovvero: «Le misure locali
di riduzione dello smog — commenta Anna Gerometta — sono
efficaci. Riducono l’esposizione
al traffico e, come è scientificamente dimostrato, i danni alla
salute collegati». Questo, secon-
do l’associazione, dev’essere però un punto di partenza. Per lavorare su due fronti. Il primo,
locale: «Milano deve presentarsi
all’Expo 2015 con un’aria, e
quindi una vivibilità, migliori.
Per fare questo in tempi rapidi e
in modo coerente con l’impatto
sanitario dei dati raccolti, bisogna creare un’area di limitazione del traffico più estesa che
protegga un numero sempre
maggiore di cittadini». Il secondo fronte è nazionale. Ed Europeo: «Governo e Parlamento —
concludono i Genitori antismog
UN ALLARME
NEL SILENZIO
di GIANGIACOMO SCHIAVI
A
Tra 10.000-50.000
Tra 50.000-100.000
Tra 100.000-200.000
Più 200.000
1%
32%
✒
47%
LA SCUOLA PIÙ ASSEDIATA
È un asilo in via Grassi,
dove transitano 250.253
veicoli al giorno
L’AREA C
Nel cuore di Milano 3 scuole
su 4 convivono con meno
di 10.000 auto al giorno
D’ARCO
— dovrebbero mettere al più
presto in agenda il disegno di
legge, già messo a punto, sulla
“Mobilità nuova”. Non solo: nel
corso del semestre di presidenza Ue, l’Italia guiderà il negoziato sul “pacchetto aria” e potrà
contribuire in modo determinante a rendere più efficaci le
proposte della Commissione».
Gianni Santucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Su Corriere.it la mappa interattiva su smog
e scuole a Milano
nche se un silenzio tombale
sembra sceso sulle politiche
antismog, il diritto all’aria
pulita si può educatamente
chiedere con gli strumenti che
la legge mette a disposizione dei
cittadini. L’hanno fatto i
genitori che non si arrendono ai
mefitici veleni che avvelenano i
polmoni dei figli e il risultato è
nell’articolo a fianco: i bambini
delle scuole milanesi respirano
polveri nocive in quantità
doppia o tripla rispetto ai limiti
consentiti. Un dato allarmante
che mette ancor più in evidenza
i rischi per la salute nei luoghi
dove l’intensità del traffico è
maggiore. E che dovrebbe
spingere allo stesso tipo di
verifica i cittadini e le
amministrazioni di altre città
del bacino padano, dove
l’inquinamento è cronico come
le bronchiti che provoca.
Purtroppo nell’Italia che
liquida con due righe (nella
relazione del ministero
dell’Ambiente ) i veleni dell’aria
è difficile anche un’alleanza per
la salute. Il caso dei bambini di
Milano esposti al maggior
rischio nei luoghi in cui
dovrebbero essere protetti deve
far riflettere: sappiamo da dove
vengono i veleni, ne conosciamo
gli effetti nocivi, ma non
abbiamo ancora imparato a
difenderci. Queste informazioni
sono un passo avanti nella
trasparenza degli atti di cui va
dato atto al Comune di Milano.
Ma la battaglia antismog non
deve finire qui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il video
«Non venite»
Spot leghista
con i migranti
«Non venite, soffrirete
la fame». È l’appello che
i migranti rivolgono ai
connazionali nello spot
provocazione su
YouTube del candidato
al Parlamento europeo
leghista, Angelo Ciocca.
Comunicato sindacale
Oggi si riunisce a Milano l’assemblea degli
azionisti di Rcs Mediagroup, che edita il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e diverse
testate periodiche.
La situazione appare confusa, dopo lo scioglimento del patto di sindacato che governava
la società. I soci principali sono chiamati a chiarire il loro ruolo. In particolare, aspettiamo risposte concrete da parte di Fiat e del gruppo
Della Valle, i soggetti che negli ultimi mesi si sono scontrati più volte sulla conduzione della società.
Dall’assemblea ci aspettiamo anche un chiarimento sul rapporto tra i vertici aziendali e la
direzione del Corriere della Sera. È evidente che
in queste condizioni di incertezza e di tensione
a tutti i livelli è difficile trovare la concentrazione e la serenità necessarie per lavorare bene,
qualunque sia il ruolo che si ricopra.
Il gruppo viene da un anno a dir poco complicato e sta applicando un piano industriale-finanziario molto pesante, che abbiamo già criticato pubblicamente in diverse occasioni.
In particolare le condizioni capestro poste
dalle banche creditrici e — come nel caso di
Banca Intesa — anche azioniste del gruppo,
hanno fin qui impedito di liberare le risorse necessarie per il rilancio. Inoltre, ci siamo opposti
ad alcune scelte compiute dall’amministratore
delegato Pietro Scott Jovane, come la vendita
del palazzo storico di Via Solferino-Via San
Marco, che ha indebolito lo stato patrimoniale
del gruppo oltre che la reputazione della società.
Da più di un anno chiediamo una scossa.
Il Corriere della Sera ha l’assoluta necessità di
recuperare il tempo perso negli ultimi mesi:
mentre i concorrenti non si fermano, da noi
l’annunciato rilancio del digitale stenta a decollare per continui deficit nel supporto tecnologico. L’integrazione tra giornale di carta ed online
resta ancora lontana dal realizzarsi e su tutto il
sistema Corriere pesa il condizionamento di
strategie aziendali che puntano a guadagni facili quanto improbabili, che mettono in discussione gli standard di qualità del giornale.
La Gazzetta dello Sport vive lo stesso momento di impasse. A fronte di dichiarazioni più
o meno roboanti, la redazione è ferma alla cassa
integrazione a rotazione, ai prepensionamenti,
a un ridimensionamento di spazi e foliazione, al
taglio dei compensi dei collaboratori e al trasloco nella sede periferica di via Rizzoli. Tutto nel
segno dei tagli, mentre il nuovo sito sconta problemi tecnologici, la digital edition è un progetto ancora a singhiozzo e privo di investimenti di
sostanza.
I Poligrafici hanno contribuito per l’ennesima volta firmando a marzo un accordo che recupera ulteriore produttività con la riduzione
complessiva dell’occupazione e — cosa non da
poco — la cessione di ramo d’azienda del nostro
principale polo di stampa Pessano con Bornago.
Detto ciò, auspichiamo che finalmente i vertici
di Rcs pensino non solo a tagliare prodotti e costi, ma si impegnino a sviluppare piani editoriali e modelli organizzativi che diano prospettive positive sia per la salvaguardia dell’occupazione sia per tutelare le nostre professionalità.
Cdr Corriere della Sera
Cdr Gazzetta dello Sport
Rsu Rcs Quotidiani
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La lente
INDESIT IN ROSSO
NEI PRIMI 3 MESI
LA STRETTA
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he il matrimonio s’ha
da fare, ormai sono
concordi tutti. La famiglia
Merloni, con la loro
cassaforte Fineldo, per
bocca di Aristide, figlio
del capostipite Vittorio,
ieri per la prima volta non
ha escluso la volontà di
cercare un partner per
Indesit «ma senza forzare
i tempi». Il management
dell’azienda di Fabriano,
il cui amministratore
delegato Marco Milani ha
detto che il processo «sta
andando avanti con tutta
la collaborazione che la
controllata Indesit può
dare alla controllante
Fineldo». Infine anche i
piccoli soci sono della
stessa idea. Ieri durante
l’assemblea degli
azionisti il
rappresentante del fondo
Amber, Giorgio
Martorelli, ha detto di
ritenere «necessaria
l’aggregazione con un
partner internazionale».
Se è unanime la volontà
nel proseguire
l’operazione (con
Whirlpool dato in
vantaggio sulle altre
pretendenti) ieri è stata la
giornata dei conti con il
primo trimestre 2014 che
si è chiuso con una
perdita di 6,2 milioni
anche a causa del
supereuro che ha
penalizzato l’export. I
soci hanno però deciso di
distribuire un dividendo
di 0,045 centesimi per
ogni azione di risparmio
(appena convertite in
ordinarie in un rapporto
di uno a uno).
Fabio Savelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il caso Il Biscione ha in portafoglio il 22% della pay tv, la stessa quota degli spagnoli. Il nodo Antitrust
Telefonica sfida Mediaset su Digital Plus
Il gruppo di Alierta pronto a sborsare 725 milioni per il 56% in mano a Prisa
Se tutto procede come sembra, Digital Plus cambia socio
di maggioranza ma resta in
mani spagnole e apre una
nuova sfida per Mediaset nella
pay tv. Telefonica, azionista al
22% al pari del gruppo Berlusconi, ha presentato un’offerta
da 725 milioni per il 56% del
capitale della televisione a pagamento iberica, la quota fin
qui in mano a Prisa, editore de
«El Pais» impegnato a fronteggiare un maxi debito da 3
miliardi di euro.
Con 1,62 milioni di abbonati e i diritti per il campionato
di calcio, Distribuidora de Televisión Digital, questo è il nome completo della società, ha
il monopolio della tv a pagamento in Spagna. Un segmento di mercato nel quale il
gruppo Berlusconi, presente
D’ARCO
Un anno in Borsa
4,039
4
3,635
3
3,232
3
Ieri
-3,7%
3,81 euro
LLuglio
li
Settembre
S
b
2013
nella penisola iberica con la
controllata (quotata alla Borsa
di Madrid) Mediaset España,
ha confermato anche di recente di voler investire. Il progetto
in stato avanzato di valutazione prevede la creazione di un
veicolo europeo, aperto a
partner finanziari e industriali
Novembre
N
b
G
Gennaio
i
internazionali, nel quale far
confluire il 100% di Mediaset
Premium e la quota in Digital
Plus. Il primo broadcaster del
Qatar Al Jazeera e i francesi di
Canal Plus si sono già fatti
avanti per quello che diventerebbe un big della pay tv europea, leader nel Mediterraneo.
M
Marzo
2014
M
Maggio
i
2,829
2
2,425
2
2,022
2
Molto dipenderà adesso dalle
scelte di Telefonica che nel
gruppo spagnolo dovrebbe
salire al 78%, una volta ottenuto l’ok dal consiglio di amministrazione di Prisa, atteso
nelle prossime ore. La crescita
nel capitale di Digital Plus è
poi vincolata al duplice via li-
bera dell’Antitrust spagnolo
ed europeo. Il passaggio a
Bruxelles è stretto: Telefonica
è socio importante di Telecom
Italia, possiede già una piattaforma, Movistar TV, con
676.000 clienti, ed è in attesa
del pronunciamento del commissario alla Concorrenza sull’acquisizione da 8,6 miliardi
dell’operatore mobile tedesco
E-Plus.
Un quadro in evoluzione
che potrebbe, in nome di una
collaborazione sin qui positiva e in vista di alleanze allargate, vedere Mediaset affiancare in un secondo tempo Telefonica rilevando da quest’ultima parte di quel 56%
acquistato da Prisa. Il Biscione, secondo alcune ipotesi circolate ieri, potrebbe raddoppiare l’attuale partecipazione
del 22%. «In questo momento
non vogliamo disturbare il deal tra Telefonica e Prisa» ha
detto ieri agli analisti Massimiliano Musolino, numero
uno di Mediaset Espana. «Sapevamo che la quota fosse in
vendita e sapevamo che Telefonica era uno dei potenziali
offerenti », ha aggiunto il manager ricordando che dal via
libera di Prisa ci saranno due
settimane di tempo per esercitare i diritti di prelazione e di
veto.
A voler dar retta ai pronostici di Borsa, Prisa (+4,5% a
Madrid) è vista come venditrice della quota in Digital
Plus, mentre Telefonica ha lasciato sul campo il 3,17%, poco meno di Mediaset (-3,78%).
Paola Pica
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’operazione Ipo da 15 miliardi. Nel maxicollocamento Yahoo cederà parte del suo 22,6% mentre Softbank manterrà la partecipazione del 34,4
Alibaba punta sull’e-commerce americano
Il colosso di Jack Ma sbarca a Wall Street
Basterebbero i numeri per
capire come mai negli Stati
Uniti hanno paura di Jack Ma,
«Mr Alibaba»: le vendite del
colosso dell’e-commerce cinese — che ha appena presentato
i documenti per una quotazione a Wall Street da 15 miliardi
che valorizza la società oltre i
100 miliardi di dollari — hanno superato quelle di eBay e
Amazon combinate insieme.
Nel 2013 i 231 milioni di utenti
attivi di Alibaba hanno speso
248 miliardi di dollari, contro i
circa 100 (fonte Forrester Re-
search) della società fondata
da Jeff Bezos. Sulla piattaforma
fondata da Jack Ma nel ‘99 oggi
passa il 2% dell’intero Pil cinese. Tra il 70 e l’80% dei pacchetti spediti all’interno della
Cina hanno scritto sopra il
brand Alibaba e dentro un prodotto acquistato dai 600 milioni di cinesi collegati a Internet.
Il commercio elettronico
fuori dalla Cina rappresenta
circa il 7% di quello complessivo, dunque con una penetrazione, fatta la media tra le varie
tipologie merceologiche, in
media molto inferiore a quella
percepita. La quotazione del
gruppo a questo punto è attesa
entro l’estate. E già si specula
su una capitalizzazione pari a
100 miliardi di dollari. Ma ha
già annunciato di volere fare
Il confronto
Nel 2013 gli utenti di
Alibaba hanno speso più
del doppio di quelli che
hanno scelto Amazon
un passo indietro per fare largo ai giovani (ha 49 anni). Per
questi motivi il «Financial Times» lo ha dichiarato persona
dell’anno ripercorrendo la sua
vita iniziata nel 1964 a Hangzhou, nel sud est della Cina.
Oggi in Cina Jack Ma (nome cinese Ma Yun) è un idolo vivente ed è considerato la figura
più influente al netto dell’establishment comunista. Ma ha
iniziato poverissimo: era anche poco brillante in matematica ma si era innamorato dell’inglese. Per migliorarlo ha
Il fondatore Jack Ma
Primi passi
Per Ma la svolta è arrivata
grazie all’incontro casuale
con Jerry Yang,
il cofondatore di Yahoo
fatto la guida gratuita per sette
anni nei grandi alberghi. Fino
all’incontro con Jerry Yang sulla grande muraglia cinese: Ma,
allora, era una guida del ministero, Yang il cofondatore di
Yahoo. Oggi Yang è in declino,
Yahoo ha già fatto sapere che
potrebbe cedere parte del suo
22,6% (Softbank sembra voglia
mantenere la propria quota del
34,4%) e Ma, con il suo 8,9%, è
il campione del capitalismo cinese che sbarca negli Usa. Il
calcolo è facile da fare: con una
capitalizzazione di 100 miliardi la quota di Ma ne varrà già
8,9. Alibaba sembra precedere
il sorpasso dell’economia cinese su quella americana.
Massimo Sideri
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Il Corriere della Sera - 08/05/2014
Chi è Terna S.p.A.
Il Gruppo Terna è proprietario in Italia della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica con oltre 63.500 km di linee in Alta Tensione su tutto il territorio nazionale. Terna
ha la responsabilità di sviluppare la rete dell’Alta Tensione per migliorare la sicurezza e l’efficienza e ridurre il costo per imprese e cittadini. Terna è anche responsabile, 365 giorni
l’anno, 24 ore su 24, della trasmissione e del dispacciamento dell’energia e quindi della gestione in sicurezza dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica nel paese.
Quotata alla Borsa Italiana dal 2004, la Società provvede alla manutenzione e allo sviluppo della rete elettrica nel rispetto dell'ambiente, coniugando competenze e tecnologie per
migliorarne l'efficienza. Il Gruppo Terna è una realtà di eccellenza europea, con oltre 3500 professionisti impegnati quotidianamente nella sicurezza del sistema elettrico nazionale.
La Società è responsabile della programmazione, sviluppo e manutenzione della Rete, coniugando competenze, tecnologie e innovazione in linea con le best practices
internazionali.
Perché serve realizzare l’opera
Terna ha pianificato la realizzazione di una nuova Stazione Elettrica 132/220 kV, e dei relativi raccordi aerei, nel territorio comunale di Malo (VI), in posizione baricentrica rispetto
ai carichi delle aree industriali a Nord di Vicenza per assicurare l’alimentazione di tutti i carichi elettrici nell’area.
In data 9 dicembre 2013 è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra Terna e l’Amministrazione comunale con il quale è stata concordata la localizzazione della nuova Stazione
Elettrica, e dei relativi elettrodotti di raccordo, e la demolizione di tratti di linee aeree.
Benefici dell’opera
I benefici attesi correlati all'entrata in servizio dell'intervento sono di seguito elencati:
• miglioramento del profilo delle tensioni nell’area di carico ad ovest di Vicenza;
• incremento della flessibilità di esercizio della rete 132 kV;
• riduzione delle probabilità di guasto con un miglioramento del livello della continuità e della qualità del servizio;
• diminuzione delle perdite di trasmissione.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.terna.it nella sezione Cantieri Terna per l’Italia.
AVVISO AL PUBBLICO
RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONE E ALL’ESERCIZIO AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
DI CONCERTO CON IL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
La Società Terna Rete Elettrica Nazionale S.p.A., con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA, tramite la società
interamente partecipata Terna Rete Italia S.p.A., con sede legale in Viale E. Galbani, 70 – 00156 ROMA, che agisce in nome e
per conto;
RENDE NOTO
• “l’Amministrazione competente a rilasciare l’autorizzazione” è il Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento
per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III –
Reti Elettriche - Via Molise 2, 00187 ROMA di concerto con Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
- Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche - Direzione X - Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44
– 00147 ROMA;
• “il Responsabile del procedimento” è l’ing. Gianfelice POLIGIONI, Dirigente della Divisione III – Reti Elettriche, della
Direzione Generale di cui sopra;
• “gli Uffici presso cui si può prendere visione del progetto e della relativa domanda” sono:
• di aver presentato in data 23 dicembre 2013, ai sensi dell’art. 1-sexies del decreto legge 239/2003, convertito, con
modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n. 290, e successive modificazioni, la domanda con relativo progetto al
Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili
e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III – Reti Elettriche, ed al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse Idriche, al fine di ottenere l’autorizzazione
alla costruzione ed all’esercizio, avente efficacia di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità, dei seguenti interventi sulla
Rete Elettrica Nazionale:
- Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Energia - Direzione Generale per il mercato elettrico, le rinnovabili
e l’efficienza energetica, il nucleare, ex Divisione III – Reti Elettriche - Via Molise 2 - 00187 ROMA;
- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Tutela del Territorio e le Risorse
Idriche - Divisione X - Assetto e rappresentazione cartografica del territorio - Sezione Elettrodotti - Via C. Colombo, 44 –
00147 ROMA;
- Comune di Malo – Via San Bernardino, 19 - 36034 Malo (VI);
“Nuova Stazione Elettrica 220/132 kV di Malo (VI) con relativi raccordi a 220 e 132 kV e opere connesse. Opere
da eseguirsi nel territorio dei comuni di Malo e San Vito di Leguzzano, in provincia di Vicenza, nella Regione
Veneto.”
• che le opere da realizzarsi consisteranno in:
- due raccordi aerei per la linea a 132 kV t.23641 “Schio - Cornedo”. Conseguentemente alla realizzazione di tali raccordi
la linea verrà suddivisa in due linee a 132 kV denominate “Malo - Schio (ex scr)" e “Malo - Cornedo”
- due raccordi aerei per la linea a 132 kV t.23810 “Schio – San Pietro Mussolino cd Valdagno”. Conseguentemente alla
realizzazione di tali raccordi la linea verrà suddivisa in due linee a 132 kV denominate “Malo - San Pietro Mussolino cd
Valdagno" e “Malo - Schio (ex sspm)”
- un raccordo aereo doppia terna per la linea a 220 kV t.22285 “Ala - Vicenza Monteviale”. Conseguentemente alla
realizzazione di tale raccordo la linea verrà suddivisa in due linee a 220 kV denominate “Ala - Malo”e “Malo - Vicenza Monteviale”
- Comune di San Vito di Leguzzano – Piazza Marconi, 7 – 36030 San Vito di Leguzzano (VI);
• chiunque, ed in particolare i soggetti nei confronti dei quali possa derivare pregiudizio dal provvedimento finale di
approvazione, può prendere visione della domanda e relativo progetto nonché presentare memorie scritte, nel termine di
30 (trenta) giorni dalla pubblicazione del presente avviso, ai suddetti Ministeri ed alla Terna Rete Italia S.p.A. – Direzione
Territoriale Nord - Est – Via San Crispino, 22 – 35129 Padova.
Terna S.p.A.
Reg. Imprese, C.F. e P.I. 05779661007
REA 922416
Capitale Sociale 442.198.240,00 Euro i.v.
Terna Rete Italia S.p.A.
Reg. Imprese, C.F. e P.I 11799181000
REA 1328587
Capitale Sociale 120.000,00 Euro i.v.
- nuova stazione elettrica di Malo che interesserà un’area di circa 43.500 mq;
- demolizione di circa 1,5 km di linee aeree.
• che le caratteristiche tecniche dei collegamenti sono le seguenti:
- lunghezza complessiva
linea aerea in singola terna a 132 kV
- lunghezza complessiva
linea aerea in doppia terna a 132 kV
- lunghezza complessiva
linea aerea in singola terna a 220 kV
- lunghezza complessiva
linea aerea in doppia terna a 220 kV
- Frequenza nominale
- Tensione nominale linea aerea 132 kV
- Tensione nominale linea aerea 220 kV
- Potenza nominale linea aerea 132 kV
- Intensità di corrente nominale linea aerea 132 (per fase)
- Potenza nominale linea aerea 220 kV
- Intensità di corrente nominale linea aerea 220, (per fase)
- Altezza minima dei conduttori dal suolo (linea aerea)
Elenco proprietà potenzialmente impegnate
1145 m
Si riporta di seguito l’elenco dei proprietari con le relative proprietà potenzialmente impegnate dalle nuove opere. L’elenco è
così strutturato:
243 m
COGNOME Nome: fg/num/; ove:
222 m
1062 m
50 Hz
132 kV
220 kV
155 MVA
675 A
271 MVA
710 A
10,00 m.
• che le opere interessano il Comune di Malo e il Comune di San Vito di Leguzzano, in Provincia di Vicenza;
• che i fondi interessati ai fini dell’apposizione del vincolo preordinato all’imposizione in via coattiva della servitù di
elettrodotto e del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree della nuova stazione elettrica e della relativa strada di accesso,
ovvero le proprietà potenzialmente impegnate, vengono elencati a margine e distinti per comune, n. foglio, n. mappale,
nome e cognome;
• che l’opera sarà realizzata secondo le modalità tecniche e le norme vigenti in materia, come meglio indicato nel progetto
depositato (come in appresso specificato) e che il tracciato, in particolare, è stato studiato in armonia con quanto dettato
dall’art.121 del T.U. del 11/12/1933 n. 1775, comparando le esigenze della pubblica utilità delle opere con gli interessi sia
pubblici che privati coinvolti, in modo tale da recare il minore sacrificio possibile alle proprietà interessate, avendo avuto
cura di vagliare le situazioni esistenti sui fondi da asservire rispetto anche alle condizioni dei terreni limitrofi;
• che per la particolare importanza dell’opera è stato richiesto il carattere di inamovibilità della stessa e pertanto le relative
servitù di elettrodotto potranno essere imposte in deroga alle disposizioni di cui all’art. 122, commi 4 e 5, del R.D.
11.12.1933 n. 1775;
COGNOME
Nome
fg
num
:
:
:
:
cognome della persona fisica o nome della società o ente intestatario
nome della persona fisica intestataria
numero del foglio catastale
numero della particella riportato sulla mappa catastale
IN COMUNE DI MALO
ANCETTI ANDREA: 1/118 - 1/119; ANCETTI CARMEN: 1/118 - 1/119; ANCETTI LUCA: 1/118 - 1/119; ANNECCHINI PATRIZIA:
1/118 - 1/119; BARIOLA ADELAIDE: 2/18 - 2/75 - 2/81 -2/82 - 2/99; BATTAGLIA LORETA: 2/19; BATTISTIN ANGELA: 1/127 1/133; BATTISTIN ENZO: 1/127 - 1/133; BRANDELLERO FLORIANO PREFABBRICATI S.N.C.: 1/635 - 1/637 - 1/639; CASATTO
CARLA LUCIA: 2/12 - 2/33 - 2/74; CASATTO GIUSEPPE: 2/12 - 2/33 - 2/74; CASATTO MARIA NELLA: 2/12 - 2/33 - 2/74;
CHIUMENTO CAROLINA DI GIACOMO ANTONIO: 2/11 - 2/35 - 2/76; CLEMENTI BENIAMINO: 1/83; CLEMENTI CHRISTIAN:
1/83; CRIVELLARO MADDALENA: 1/66 - 1/369; CRIVELLARO MARIA LUISA: 1/125 - 1/375; CRIVELLARO ANGELA: 2/105;
CRIVELLARO FIORINDO: 2/105; CRIVELLARO GIOVANNI: 2/105; CRIVELLARO GIUSEPPE: 2/105; CRIVELLARO LIDIA: 2/105;
CRIVELLARO MARIA;BIANCA: 2/105; DALLA VECCHIA ANTONIO: 1/2 - 1/3 - 1/26 - 1/27; DE FACCI FLAVIO: 2/19; DE FACCI
IVANO: 2/128; DE RIZZO MARILENA: 1/87 - 1/89 - 1/90 - 1/212; FABRELLO GIANNI: 1/131 - 1/132 - 1/259 - 1/546; FABRELLO
MARIA LUIGIA: 1/138 - 1/543 - 1/544 - 1/545 - 1/547; FORMILAN GABRIELE: 1/688; FORMILAN GIANMARIA: 1/689;
GECCHELIN NATALINO: 2/239; GIORDAN CARLO LINO: 1/122 - 1/123; GIORDAN ANTONIA: 1/217; GIORDAN FRANCESCA:
1/217; GIORDAN GIOVANNA: 1/217; GIORDAN MARIA TERESA: 1/217; ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL
CLERO: 1/698 - 2/66; LUCHETTA DOMENICO: 1/88 - 1/135 - 1/136 - 1/225; LUPATO NATALINA: 1/124; MANEA GIUSEPPE:
1/127 - 1/133; MANEA PAOLA: 1/376 - 2/80 - 2/89 - 2/90; MARCHIORO GIOVANNA: 1/118 - 1/119; MARCOLIN AQULINO:
2/91; MIGLIORANZA ANCILLA: 1/92 - 1/249; MIGLIORANZA MARIA TERESA: 2/91; MONDIN DANILO: 2/112 - 2/123 - 2/125 2/165; MONDIN EDOARDO: 2/112 - 2/125; MONDIN LUIGIA: 2/240; POGETTA GIOVANNI: 1/91 - 2/18 - 2/75 - 2/81 - 2/82 2/99 - 2/100 - 2/202; POGETTA FRANCO MATTEO: 1/93 - 1/475 - 2/77; POLI LINO;VINCENZO: 1/94 ;POZZOLO PIA: 2/12 2/74; POZZOLO PIA;MARCELLINA: 2/33; RIVA CLAUDIO: 1/257 - 1/258 - 1/456 - 1/457; SACCARDO LUIGI: 2/124;
SBALCHIERO RENATO: 1/231; VANZO LUIGI: 1/1; VANZO AGOSTINO: 1/193; XOCCATO LINA: 1/231; ZANELLA PATRIZIA:
1/92 - 1/249; ZILIO BRUNO FU ERMANNO: 2/11 - 2/35 - 2/76; ZILIO BRUNO: 2/117; ZILIO ERMANNO FU ERMANNO: 2/11 2/35 - 2/76; ZOLIN MARIA RINA: 1/193;
• che l’opera in questione, ai sensi della vigente normativa non è soggetta a Valutazione Impatto Ambientale.
Tutto ciò premesso, ai fini dell’ “Avvio del procedimento amministrativo”, dell’apposizione del “vincolo preordinato
all’imposizione in via coattiva della servitù di elettrodotto sulle aree potenzialmente impegnate dalle linee
elettriche e del vincolo preordinato all’esproprio sulle aree potenzialmente impegnate dalla nuova stazione
elettrica e dalla relativa strada di accesso” e della “Dichiarazione di pubblica utilità” secondo il combinato disposto
dell’art. 7 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e del DPR 8 giugno 2001 n. 327 e successive modificazioni
COMUNICA CHE:
• “l’oggetto del procedimento promosso” è l’ autorizzazione per la costruzione e l’esercizio di: “Nuova Stazione Elettrica
220/132 kV di Malo (VI) con relativi raccordi a 220 e 132 kV e opere connesse”;
IN COMUNE DI SAN VITO DI LEGUZZANO
BATTISTIN ANGELA: 7/51 - 7/52; BATTISTIN ENZO: 7/51 - 7/52; BONATO ENRICO: 6/2047; CHIUMENTO PAOLO CESARE:
5/343 - 5/344; CISCATO IVANA: 5/350; DALL’AMICO BRUNO: 7/45; DALLA VECCHIA ANTONIO: 5/248 - 5/251; ENTE
URBANO: 7/1; FOCHESATO BORTOLO: 5/249 - 5/558 - 5/657 - 5/658; GIORDAN CARLO LINO: 6/911 - 6/1498; GUGLIELMI
CATTERINA: 6/911; GUGLIELMI CATERINA: 6/1497; MANEA GIUSEPPE: 7/51 - 7/52; MARTINELLO ADRIANO: 6/1757;
MARTINELLO DARIO: 6/1757; MARTINELLO GIOVANNI: 6/1757; MASETTO SERGIO: 7/44 - 7/487; MASETTO VINCENZO: 7/44
- 7/487 - 7/488 - 7/489; MASETTO MARIA ANGELA: 7/488 - 7/489; MASETTO ANNALCIDA: 7/490; MASETTO MARIA
CRISTINA: 7/491; ONGARO ANTONIO: 7/46; PANIZZON GIUSEPPE: 5/246; PANIZZON MARIA TERESA: 5/655 - 5/656;
POGETTA GIUSEPPE: 5/250; PREVITALI MARILENA: 7/24; RIVA CATERINA: 5/658; SACCARDO FABIANO: 5/339 - 5/340 - 5/341
- 5/342 - 5/348 - 5/349; SACCARDO MANUELA: 5/339 - 5/340 - 5/341 - 5/342 - 5/348 - 5/349; SELLA RENATO: 6/2048;
SETTE ROMILDA: 6/1757; ZOCCA LORETTA: 5/321 - 5/322 - 5/696 - 5/697 - 5/698;
È scomparso ieri a 91 anni. Cinquanta anni fa l’ingresso nel gruppo fiorentino che trasformò in una multinazionale tascabile
I dati Ads sulla diffusione
D’ARCO
Il patron di Menarini
Economia 31
italia: 51575551575557
La classifica
Addio ad Aleotti, vinse la battaglia
per brevettare i farmaci italiani
L’industriale che a Reggio Emilia anticipò il servizio sanitario
Quando cinquant’anni fa ne ha preso
le redini, la Menarini era un’azienda familiare con 188 dipendenti, 352esima
nella classifica italiana dell’industria farmaceutica. Oggi è la prima nostra multinazionale del settore con 16.600 occupati
e 3,2 miliardi di fatturato. E mentre trasformava una piccola impresa domestica
in un gruppo che opera in 100 paesi, imparava non più giovane l’inglese ascoltando corsi su corsi alle cuffie quando era
al vogatore. Un piccolo particolare che
descrive bene il carattere tenace di Alberto Sergio Aleotti, l’industriale nato a
Quattro Castella di Reggio Emilia il 4
marzo 1923, e morto ieri mattina a Firenze.
Un percorso, il suo, per certi versi classico dell’imprenditore italiano che ha costruito dal nulla la sua fortuna. Ma che
presenta alcune passaggi capaci di rendere peculiare la sua carriera. Le origini povere e la morte del padre quando aveva
otto anni non hanno frenato gli studi. E
ancora prima di concludere l’università
comincia a lavorare presso l’azienda municipalizzata reggiana Farmacie comunali
riunite. Poco dopo la laurea (a Bologna)
viene promosso direttore generale. Un
avvio nel pubblico già non proprio consueto per tempi ed età che diventa un caso-scuola quando, grazie ai profitti generati dall’azienda sotto la sua guida, il Comune di Reggio Emilia anticipa il servizio
sanitario nazionale fornendo assistenza
farmaceutica gratuita a 20 mila poveri.
Aleotti è un esperto nella costituzione di
farmacie comunali e viene chiamato in
varie città: a Milano, Bologna e infine a
Firenze dal sindaco Giorgio La Pira.
Il suo nome non sfugge alle imprese
del settore. Fra le offerte sceglie quella di
Mario Menarini, che gli affida la direzione dell’azienda. Anche in questo caso si
tratta di un capitolo originale: la famiglia
Menarini avvia un progressivo disimpegno e Aleotti trasforma l’impresa puntando sulla internazionalizzazione e costituendo una base solida di Ricerca &
sviluppo. La scalata nella graduatoria del
settore, che vede peraltro parecchie società passare a gruppi esteri, è rapida.
Aleotti la realizza senza mai abbandonare origini e radici. Racconta con affetto il
direttore generale Domenico Simone,
chiamato dall’imprenditore in azienda
nel 1968: al tavolo di una trattativa importante con un interlocutore internazionale, che conosce però bene l’italiano,
Chi era
Alberto Sergio Aleotti ,
91 anni, aveva lasciato da
qualche anno
la guida del
gruppo Menarini ai figli.
Prese le redini della multinazionale
farmaceutica
nel 1964
Al vertice sale Monica Pasetti
Dottor Ciccarelli,
per la prima volta
una donna
alla guida
(giu.fer.) Rivoluzione nella governance di Farmaceutici Dottor
Ciccarelli. L’azienda italiana attiva dal 1821, casa madre di marchi
storici come Pasta del Capitano e Cera di Cupra, passa dalla guida di un
amministratore unico a quella di un consiglio di amministrazione: ne
faranno parte, in qualità di presidente, Marco Pasetti (al timone della
Ciccarelli dal 1977, dopo il passaggio di testimone dallo zio Nico
Ciccarelli) e, come consulenti di fiducia, i due figli Luca e Monica. Sarà
quest’ultima, già direttore generale dal 2006, ad assumere il ruolo di
amministratore delegato, prima donna nella storia aziendale a ricoprire
un ruolo di tale responsabilità. Farmaceutici Dottor Ciccarelli, opera in
44 Paesi, impiega 66 dipendenti con un fatturato di 37 milioni e una
distribuzione nei canali mass market e farmacia.
Le copie medie diffuse giornalmente
Aleotti affina una parte delicata del contratto con un suo collaboratore... parlando in dialetto emiliano.
La sua capacità di «visione», sottolinea sempre Simone, porta l’imprenditore a promuovere la battaglia per il brevetto sui farmaci, che lo vede anche in prima
fila nella promozione di quattro disegni
di legge, tutti però fermati. Sarà la Corte
Costituzionale a consegnargli la vittoria
con la sentenza che nel 1978 ha bocciato
il divieto di brevetto nel settore. Il successo lo porta alla presidenza di Farmindustria. Anche la sua vita associativa sarà
fuori dal comune: nel ‘92 viene nominato
presidente della Federazione mondiale,
carica che finora è stato il solo italiano a
«conquistare».
La Menarini cresce e diventa di proprietà degli Aleotti. I figli, Lucia e Alberto
Giovanni, entrano in azienda rispettivamente nel ‘92 e ‘97. Alberto (che negli anni è coinvolto anche in alcune vicende
L’esordio
Quando Aleotti arrivò
alla guida di Menarini,
era un’azienda con 188
dipendenti. Oggi ne ha 16.600
giudiziarie) e i «ragazzi» seguono da vicino le strategie mentre la gestione operativa viene affidata per la parte industriale a Simone, mentre di finanza e amministrazione si occupa l’altro direttore
generale, Pietro Corsa. Nel 2011 Alberto
Aleotti lascia il timone ai figli: Lucia diventa presidente e Alberto Giovanni vice.
Saranno loro a realizzare l’espansione in
Asia e acquisti come la Silicon Biosystem,
una start up specializzate in tecnologie
per lo studio dei tumori. Meno fortuna
avranno invece con il Montepaschi: la famiglia nel 2012 ne acquista il 4%. Poi però, quando la partita si complica troppo,
si ritira. Il core business è un altro.
455.254
367.339
362.377
370.004
251.072
226.407
222.630
142.554
141.743
124.122
117.899
Carta e digitale,
il «Corriere»
conferma
la leadership
MILANO — Il «Corriere della Sera» si
conferma il quotidiano più diffuso in
Italia, con una media di 455 mila copie
giornaliere a marzo. Sono i dati Ads,
basati sulle statistiche degli editori: la
somma delle copie cartacee e digitali. Al
secondo posto c’è la «Repubblica» a
quota 367 mila copie, quindi a breve
distanza il «Sole 24 Ore» con 362 mila
copie. Seguono la «Gazzetta dello
Sport» (251 mila copie il lunedì, 226
mila copie gli altri giorni), la «Stampa»
(222 mila copie), il «Messaggero» (142
mila copie), il «Corriere dello SportStadio» (141 mila copie il lunedì, 110
mila gli altri giorni), «Qn-Il Resto del
Carlino» (124 mila copie) e «Avvenire»
(117 mila copie). I numeri valgono
come diffusione totale, includendo per
esempio la distribuzione in edicola, gli
abbonamenti, le vendite dirette e le
copie digitali, con dati per singolo
canale diversi a seconda della testata.
Per quanto riguarda le vendite di copie
digitali, in testa c’è il «Sole 24 Ore» (170
mila), quindi «Corriere» (94 mila) e
«Repubblica» (60 mila).
G. Str.
Sergio Bocconi
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La trattativa Nuova lettera da Abu Dhabi per ribadire le condizioni «imprescindibili» per l’intesa. Emirates potrà volare da Milano a New York
Alitalia, il governo in campo per mediare con Etihad
Renzi e Mogherini incontrano lo sceicco Bin Zayed Al Nahyan. Il nodo esuberi
ROMA — Una lettera di chiarimenti
da Abu Dhabi e la mediazione del governo per favorire l’acquisto di Alitalia
da parte del vettore arabo Etihad. Queste le novità della giornata sulla vicenda della compagnia tricolore. Questa
volta l’intervento del governo ha avuto
come cornice quella ufficiale di Palazzo Chigi. Qui il premier Matteo Renzi
ieri ha ricevuto il ministro degli Esteri
emiratino Abdullah Bin Zayed Al Nahyan, insieme con l’omologo italiano
Federica Mogherini. E’ stata però quest’ultima, e non Renzi, a assicurare
l’impegno dell’esecutivo sull’intesa.
«Come governo — ha detto lo sceicco
— cercheremo di creare il clima più fa-
Corriere della Sera
La Repubblica
Il Sole 24 Ore
La Gazzetta dello Sport (lun.)
La Gazzetta dello Sport
La Stampa
Il Messaggero
Il Corriere dello
Sport - Stadio (lunedì)
QN - Il Resto del Carlino
Avvenire
Fonte: Ads
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
vorevole possibile per l’accordo», anche se al momento tra le due compagnie è in corso un dialogo «per risolvere alcune criticità che sono normali
in questi casi. Se poi il governo italia-
2.600
I dipendenti di Alitalia
in esubero, secondo le
indiscrezioni sui piani di Etihad
Di questi almeno 1.600
dovrebbero uscire
definitivamente dalla società
no dovesse decidere di accelerare questo dialogo, sarà una sua decisione».
Intanto la risposta alla missione a
Abu Dhabi dell’ad di Alitalia Gabriele
Del Torchio che ha presentato il piano
sarebbe arrivata già ieri: una lettera
che conterrebbe ancora una volta
«condizioni imprescindibili». L’ad si è
messo a lavoro, per quanto di sua
competenza, sul nodo degli esuberi,
circa 2.600, su cui domani riprenderà
la trattativa con i sindacati. Il governo
dovrà rispondere sulla richiesta di infrastrutture di collegamento con gli
aeroporti e il nuovo utilizzo degli scali
di Linate e Malpensa. Ma dovrà anche
dire quale ruolo dovrà avere Poste, so-
Bicocca
Pirelli, profitti
in aumento del 26%
nel primo trimestre
cio di Alitalia al 19,48%, nella vecchia
compagnia e nella newco. Una posizione che forse al governo converrebbe svelare dopo le elezioni, se questo
ruolo dovesse essere quello di addossarsi una parte del debito delle banche, come pare. Si spiegherebbe così la
sollecitazione dello sceicco al governo
sui tempi. Intanto il Consiglio di Stato
ha sospeso l’esecuzione delle sentenze
del Tar Lazio che avevano annullato la
possibilità della concorrente Emirates
di operare 7 nuove frequenze sulla Dubai-Malpensa-New York per 18 mesi.
E’ attesa ora la decisione nel merito.
Pirelli chiude il primo trimestre
dell’anno con profitti in aumento del
26%, a 90,4 milioni, e 1,47 miliardi di
fatturato, in calo del 2,7%,
principalmente per l’effetto cambi
senza il quale il giro d’affari sarebbe
aumentato dell’8%. Crescono a doppia
cifra però i ricavi del segmento
premium, pari a 639,9 milioni. Il
risultato operativo è aumentato
dell’11,2% portando il margine di
redditività al 13,9% dal 12,2%
precedente. In aumento il debito, pari
a fine marzo a 1,96 miliardi di euro. Il
gruppo della Bicocca ha confermato i
target per il 2014.
Antonella Baccaro
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Manager Gabriele Del Torchio,
amministratore delegato Alitalia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Editoria Un nuovo modello di condivisione dei ricavi tra il gruppo Usa e la società fiorentina
L’accordo L’investimento nella società di consulenza made in Italy
Alleanza tra Amazon e Giunti
L’ebook arriva in libreria
Il private equity che punta sulle idee
Il fondo Argos Soditic entra in Bip
Apparentemente è un laboratorio di integrazione carta-web o, meglio, tra il modello
di business tradizionale e quello digitale del
Kindle Store di Amazon. In realtà è anche un
tentativo di integrazione inversa web-carta.
Il «contatto» avverrà con la vendita del «nemico» e-reader Kindle nelle 170 librerie
Giunti e con la nascita di un sito di ecommerce Giunti con tecnologia Amazon, dove
si potranno acquistare libri, contenuti media ma anche giocattoli. È per questo che
l’intesa andrà seguita con attenzione: «Loro
— spiega Diego Piacentini, vice president di
Amazon — hanno molti clienti che non abbiamo noi, noi molti clienti che non hanno
loro». «Non è Amazon il cattivo, ma c’è un
cambiamento tecnologico in atto che trova il
grande favore del pubblico» ragiona l’amministratore delegato di Giunti, Martino
Montanarini. Sembra una sorta di patto di
non belligeranza con la creazione di uno
spazio dove potranno guadagnare entrambi.
«Si tratta di aumentare il mercato di tutti —
sintetizza Piacentini — senza fare calcolini
su quali piccole quote possano cannibalizzarsi». L’accordo prevede una condivisione
dei ricavi non nota («Ma siamo entrambi
soddisfatti ciascuno della propria parte»
sottolinea lo stesso Montanarini). L’intesa
sulla vendita del Kindle ha un precedente
Diego Piacentini
di Amazon
Martino Montanarini, ceo Giunti
nelle librerie inglesi Waterstones. Ma la nascita del sito Giunti con tecnologia Amazon
è una novità ottenuta dal responsabile europeo del Kindle Store, Alessio Santarelli.
Al centro di tutto c’è la libreria in piena
crisi d’identità. In teoria il Kindle è l’oggetto
perfetto per non tornarci più. Ma la realtà è
più complessa secondo i due manager.
«Quest’anno apriremo 15 nuove librerie, è
evidente che ci crediamo — conclude Montanarini — ma pensiamo che dovranno
completamente cambiare pelle: non solo
luogo di vendita ma di accesso ai servizi».
Dietro l’intesa c’è un tema molto delicato
anche per gli Over the top come Amazon:
l’evoluzione delle tecnologie predittive, che
tentano di capire cosa cerchiamo e quali sono i nostri gusti. Ma il mondo della conoscenza può contenere terabyte di informazioni e insieme rimanere distante dal lettore-utente. Una curiosità: la famiglia Giunti
pubblicò dei libri già nel 1497, 41 anni dopo
l'invenzione di Gutenberg. Oggi, nel 2014, è
la prima a fare un’intesa con il Kindle.
Massimo Sideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Il «private equity» investe sulle idee italiane. Il
fondo europeo Argos Soditic ha
rilevato una quota della società
di consulenza tricolore Bip.
L’operazione, a quanto sembra,
porta a una sostanziale parità
nel capitale sociale di Bip tra
Argos Soditic e 12 manager della società di consulenza: fra
questi Nino Lo Bianco, uno dei
fondatori e oggi presidente, e i
due amministratori delegati
Carlo Capè e Fabio Troiani.
L’annuncio ufficiale dovrebbe
arrivare all’inizio della prossima settimana.
La mossa di Argos Soditic,
secondo fonti vicine all’operazione, è la prima operazione
europea di un fondo di private
30
milioni di euro
è l’importo massimo che
dovrebbe mettere a
disposizione Argos Soditic per le
prossime operazioni di «M&A»
equity nel settore della consulenza e dei servizi professionali.
L’investimento ha come
obiettivo la crescita della società nel mondo. Non si conosce
ancora il valore complessivo
dell’accordo, ma Argos Soditic
dovrebbe mettere a disposizione fino a 30 milioni di euro per
operazioni di «mergers & acquisitions» a livello globale: in
altre parole, fusioni e acquisizioni tra Bip e altre realtà consulenziali di questo o quel Paese, soprattutto rinforzando la
presenza in Medio Oriente e
Sud America.
Tra gli advisor dell’operazione ci sono Equita, New Deal
Advisor, Studio Chiaravalle
Reali & Associati e Allen &
Overy. In Bip lavorano oltre
900 persone, nelle sedi a Roma, Milano, Buenos Aires, San
Paolo, Rio de Janeiro, Londra,
Madrid, Kuala Lumpur e Tunisi. Il fatturato consolidato vale
75 milioni di euro.
Giovanni Stringa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
32
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
AcomeA SGR - numero di tel. 800.89.39.89
[email protected]
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
AZ F. Best Cedola DIS
05/05 EUR
5,113
5,112
Asia Consumer Demand A
07/05 USD
13,510
13,610
PS - Best Global Managers B
06/05 EUR
106,150
106,260
AZ F. Best Equity
05/05 EUR
5,094
5,114
Asia Consumer Demand A-Dis
07/05 USD
13,170
13,270
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
06/05 EUR
108,270
108,230
AZ F. Bond Target 2015 ACC
05/05 EUR
5,978
5,978
Asia Infrastructure A
07/05 USD
13,630
13,720
PS - Bond Opportunities A
06/05 EUR
162,840
162,810
AZ F. Bond Target 2015 DIS
05/05 EUR
5,484
5,484
Asian Bond A-Dis M
07/05 USD
10,158
10,145
ASIAN OPP CAP RET EUR
06/05 EUR
11,768
11,786
PS - Bond Opportunities B
06/05 EUR
121,430
121,400
Balanced-Risk Allocation A
07/05 EUR
14,720
14,740
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
06/05 EUR
109,989
110,066
PS - Dynamic Core Portfolio A
06/05 EUR
98,920
98,970
15,010
14,971
FLEX STRATEGY RET EUR
06/05 EUR
91,971
91,960
PS - EOS A
06/05 EUR
133,210
131,460
HIGH GROWTH CAP RET EUR
06/05 EUR
120,801
121,418
PS - Equilibrium A
06/05 EUR
100,840
100,850
ITALY CAP RET A EUR
06/05 EUR
25,776
25,826
PS - Fixed Inc Absolute Return A
06/05 EUR
99,120
99,120
SHORT DURATION CAP RET EUR
06/05 EUR
901,961
901,948
PS - Global Dynamic Opp A
06/05 EUR
100,660
100,890
PS - Global Dynamic Opp B
06/05 EUR
100,870
101,100
PS - Inter. Equity Quant A
06/05 EUR
108,760
108,740
PS - Inter. Equity Quant B
06/05 EUR
110,980
110,960
PS - Liquidity A
06/05 EUR
124,720
124,650
PS - Opportunistic Growth A
06/05 EUR
95,860
95,830
PS - Opportunistic Growth B
06/05 EUR
101,090
101,050
PS - Prestige A
06/05 EUR
98,150
98,380
PS - Quintessenza A
06/05 EUR
102,650
102,160
PS - Quintessenza B
06/05 EUR
105,750
105,240
PS - Target A
06/05 EUR
106,370
105,940
PS - Target B
06/05 EUR
106,380
105,950
PS - Titan Aggressive A
06/05 EUR
103,150
102,920
PS - Total Return A
06/05 EUR
101,860
101,830
PS - Total Return B
06/05 EUR
95,370
95,340
PS - Valeur Income A
06/05 EUR
110,540
110,520
PS - Value A
06/05 EUR
102,860
102,420
PS - Value B
06/05 EUR
105,040
104,580
AZ F. Bond Target 2016 ACC
05/05 EUR
5,399
5,399
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
Nome
AcomeA America (A1)
06/05 EUR
15,806
16,035
AZ F. Bond Target 2016 DIS
05/05 EUR
5,119
5,120
Bluesky Global Strategy A
06/05 USD
1512,157
1510,682
Em. Loc. Cur. Debt A
07/05 USD
AcomeA America (A2)
06/05 EUR
16,303
16,538
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC 05/05 EUR
5,140
5,140
Bond Euro A
06/05 EUR
1240,008
1239,955
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
07/05 USD
9,570
9,545
AcomeA Asia Pacifico (A1)
06/05 EUR
4,086
4,084
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
05/05 EUR
5,140
5,140
Bond Euro B
06/05 EUR
1198,797
1198,757
Em. Mkt Corp Bd A
07/05 USD
12,157
12,145
AcomeA Asia Pacifico (A2)
06/05 EUR
4,200
4,198
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC 05/05 EUR
5,624
5,624
Bond Risk A
06/05 EUR
1443,325
1443,078
Euro Corp. Bond A
07/05 EUR
16,627
16,605
AcomeA Breve Termine (A1)
06/05 EUR
14,645
14,643
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS 05/05 EUR
5,204
5,203
Bond Risk B
06/05 EUR
1382,653
1382,437
Euro Corp. Bond A-Dis M
07/05 EUR
12,645
12,628
AcomeA Breve Termine (A2)
06/05 EUR
14,802
14,800
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC 05/05 EUR
5,856
5,855
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. A
06/05 EUR
1636,951
1635,892
Euro Short Term Bond A
07/05 EUR
10,926
10,924
CompAM Fund - Em. Mkt. Corp. B
06/05 EUR
1575,876
1574,875
European Bond A-Dis
CompAM Fund - SB Bond B
05/05 EUR
1071,352
1071,012
Glob. Bond A-Dis
AcomeA ETF Attivo (A1)
AcomeA ETF Attivo (A2)
06/05 EUR
4,529
06/05 EUR
4,555
4,639
4,665
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS 05/05 EUR
AZ F. Cash 12 Mesi
05/05 EUR
5,516
5,350
5,515
5,350
07/05 EUR
5,643
07/05 USD
5,808
06/05 EUR
17,214
17,209
AZ F. Cash Overnight
05/05 EUR
5,257
5,256
CompAM Fund - SB Equity B
05/05 EUR
1113,193
1115,494
Glob. Equity Income A
07/05 USD
60,570
60,970
06/05 EUR
17,409
17,403
AZ F. Cat Bond ACC
30/04 EUR
5,305
5,304
CompAM Fund - SB Flexible B
05/05 EUR
1011,058
1011,456
Glob. Equity Income A-Dis
07/05 USD
15,250
15,360
AcomeA Europa (A1)
06/05 EUR
13,465
13,503
AZ F. Cat Bond DIS
30/04 EUR
5,268
5,286
European Equity A
06/05 EUR
1407,445
1410,304
Glob. Inv. Grade.Corp. Bond A-Dis M 07/05 USD
11,448
11,392
AcomeA Europa (A2)
06/05 EUR
13,805
13,844
AZ F. CGM Opport Corp Bd
05/05 EUR
6,045
6,044
European Equity B
06/05 EUR
1332,671
1335,396
Glob. Structured Equity A-Dis
07/05 USD
40,560
40,830
AcomeA Globale (A1)
06/05 EUR
11,131
11,194
AZ F. CGM Opport European
05/05 EUR
6,797
6,829
Multiman. Bal. A
05/05 EUR
116,010
115,994
Glob. Targeted Ret. A
07/05 EUR
10,397
10,395
AcomeA Globale (A2)
06/05 EUR
11,545
11,611
AZ F. CGM Opport Global
05/05 EUR
6,256
6,270
Multiman. Bal. M
05/05 EUR
115,549
115,526
AcomeA Italia (A1)
06/05 EUR
21,437
21,580
AZ F. CGM Opport Gov Bd
05/05 EUR
5,543
5,542
AcomeA Italia (A2)
06/05 EUR
22,001
22,146
AZ F. Commodity Trading
05/05 EUR
4,402
4,397
AcomeA Liquidità (A1)
06/05 EUR
8,908
8,905
AZ F. Conservative
05/05 EUR
6,471
6,467
AcomeA Liquidità (A2)
06/05 EUR
8,908
8,906
AZ F. Core Brands
05/05 EUR
5,587
AcomeA Paesi Emergenti (A1)
06/05 EUR
6,313
6,314
AZ F. Corporate Premium ACC
05/05 EUR
AcomeA Paesi Emergenti (A2)
06/05 EUR
6,488
6,488
AZ F. Corporate Premium DIS
05/05 EUR
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
07/05 EUR
12,903
12,890
72,823
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
07/05 EUR
11,791
11,779
Greater China Eq. A
07/05 USD
44,360
44,650
India Equity E
07/05 EUR
26,920
27,230
5,592
Japanese Eq. Advantage A
07/05 JPY
2866,000
2931,000
5,529
5,529
Pan European Eq. A
07/05 EUR
17,440
17,480
5,254
5,254
Pan European Eq. A-Dis
07/05 EUR
15,740
15,770
Pan European Eq. Inc. A-Dis
07/05 EUR
11,700
11,720
Pan European High Inc A
07/05 EUR
18,730
18,730
Pan European High Inc A-Dis
07/05 EUR
13,620
13,620
Pan European Struct. Eq. A
07/05 EUR
14,060
14,140
Pan European Struct. Eq. A-Dis
07/05 EUR
13,370
13,450
Renminbi Fix. Inc. A
07/05 USD
10,579
10,598
Renminbi Fix. Inc. EUR A-Dis
07/05 EUR
9,214
9,226
US Equity A EH
07/05 EUR
14,070
14,160
US High Yield Bond A
07/05 USD
11,886
11,885
AcomeA Patrimonio Aggressivo (A1) 06/05 EUR
3,918
3,924
AZ F. Dividend Premium ACC
05/05 EUR
5,617
5,617
AcomeA Patrimonia Aggressivo (A2) 06/05 EUR
4,035
4,041
AZ F. Dividend Premium DIS
05/05 EUR
4,967
4,968
72,719
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East M
30/04 EUR
75,746
75,845
Multiman.Target Alpha A
30/04 EUR
103,953
104,346
DB Platinum
AcomeA Patrimonio Dinamico (A1) 06/05 EUR
5,214
5,218
AZ F. Emer. Mkt Asia
05/05 EUR
5,657
Agriculture Euro R1C A
02/05 EUR
67,960
68,820
Comm Euro R1C A
06/05 EUR
113,150
112,170
Comm Harvest R3C E
06/05 EUR
74,490
74,360
5,664
AcomeA Patrimonio Dinamico (A2) 06/05 EUR
5,319
5,323
AZ F. Emer. Mkt Europe
05/05 EUR
3,060
3,071
AcomeA Patrimonio Prudente (A1) 06/05 EUR
6,180
6,179
AZ F. Emer. Mkt Lat. Am.
05/05 EUR
4,899
4,884
AcomeA Patrimonio Prudente (A2) 06/05 EUR
6,315
6,314
AZ F. European Dynamic
05/05 EUR
5,181
5,190
AcomeA Performance (A1)
06/05 EUR
21,640
21,637
AZ F. European Trend
05/05 EUR
3,323
3,331
AcomeA Performance (A2)
06/05 EUR
21,956
21,952
AZ F. Formula 1 Absolute
05/05 EUR
5,346
5,355
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
30/04 EUR
5,583
5,578
Currency Returns Plus R1C
06/05 EUR
935,840
936,730
DB Platinum IV
06/05 EUR
Croci Euro R1C B
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2014
Invictus Global Bond Fd
06/05 EUR
30/04 EUR
Invictus Macro Fd
Sol Invictus Absolute Return
24/04 EUR
106,673
79,564
104,220
30/04 EUR
05/05 EUR
5,522
4,760
Croci Japan R1C B
02/05 JPY
8093,140
8016,780
Croci US R1C B
06/05 USD
162,820
164,100
Dyn. Cash R1C A
02/05 EUR
101,530
101,530
Paulson Global R1C E
30/04 EUR
6156,720
6120,120
Sovereign Plus R1C A
02/05 EUR
107,100
107,160
Systematic Alpha R1C A
30/04 EUR
10321,770
10232,840
US High Yield Bond A-Dis M
4,761
AZ F. Formula Target 2015 ACC
05/05 EUR
6,049
6,052
79,626
AZ F. Formula Target 2015 DIS
05/05 EUR
5,553
5,556
AZ F. Formula 1 Conserv.
05/05 EUR
4,969
4,971
AZ F. Global Curr&Rates ACC
05/05 EUR
4,346
4,350
AZ F. Global Curr&Rates DIS
05/05 EUR
4,094
4,097
AZ F. Global Sukuk ACC
30/04 EUR
4,951
4,925
AZ F. Global Sukuk DIS
30/04 EUR
4,856
4,925
AZ F. Hybrid Bonds ACC
05/05 EUR
5,282
5,280
AZIMUT CAPITAL MANAGEMENT SGR - tel.02.88981
AZ F. Hybrid Bonds DIS
05/05 EUR
5,171
5,169
07/05 USD
07/05 USD
US Value Equity A
07/05 USD
US Value Equity A-Dis
10,781
31,050
29,690
Quota/pre.
Nome
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
Orazio Conservative A
06/05 EUR
100,400
100,470
Sparta Agressive A
06/05 EUR
101,370
101,770
WM Biotech A
06/05 EUR
138,200
140,700
WM Biotech I
06/05 EUR
1406,810
1432,230
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
NM Augustum Corp Bd A
06/05 EUR
189,890
189,870
NM Augustum High Qual Bd A
06/05 EUR
145,890
145,890
NM Balanced World Cons A
06/05 EUR
134,110
134,280
NM Euro Bonds Short Term A
06/05 EUR
138,250
138,210
NM Euro Equities A
06/05 EUR
47,110
47,400
NM Global Equities EUR hdg A
06/05 EUR
70,730
71,210
NM Inflation Linked Bond Europe A 06/05 EUR
105,430
105,350
NM Italian Diversified Bond A
06/05 EUR
111,790
111,670
NM Italian Diversified Bond I
06/05 EUR
114,140
114,010
NM Large Europe Corp A
06/05 EUR
135,280
135,250
NM Market Timing A
06/05 EUR
105,640
105,770
NM Market Timing I
06/05 EUR
106,400
106,520
NM Q7 Active Eq. Int. A
06/05 EUR
61,080
60,760
NM Q7 Globalflex A
02/05 EUR
104,730
104,610
NM Total Return Flexible A
02/05 EUR
122,120
121,860
NM VolActive A
06/05 EUR
98,380
98,590
NM VolActive I
06/05 EUR
98,850
99,070
10,780
31,290
29,910
www.pegasocapitalsicav.com
Strategic Bond Inst. C
06/05 EUR
106,620
106,590
Strategic Bond Inst. C hdg
06/05 USD
106,780
106,750
Strategic Bond Retail C
06/05 EUR
105,210
105,180
Strategic Bond Retail C hdg
06/05 USD
105,320
105,290
Strategic Trend Inst. C
06/05 EUR
103,670
103,760
Strategic Trend Retail C
06/05 EUR
101,560
101,650
Fondo Donatello-Michelangelo Due 31/12 EUR
51470,165
52927,939
Fondo Donatello-Tulipano
31/12 EUR
46691,916
47475,755
Fondo Donatello-Margherita
31/12 EUR
27926,454
27116,197
Fondo Donatello-David
31/12 EUR
58259,864
57863,932
Fondo Tiziano Comparto Venere
31/12 EUR 468728,464 477314,036
Caravaggio di Sorgente SGR
31/12 EUR
Tel: 02 77718.1
www.kairospartners.com
Fondi Unit Linked
30/04
Flex Equity 100
www.azimut.it - [email protected]
117,970
5,535
106,466
103,767
117,600
Quota/od.
5,807
AcomeA Eurobbligazionario (A2)
30/04 EUR
Data Valuta
5,634
AcomeA Eurobbligazionario (A1)
Multiman. Eq. Afr. & Mid. East A
Nome
Kairos Multi-Str. A
28/02 EUR 873230,021 867189,677
Kairos Multi-Str. B
28/02 EUR 571552,756 567856,932
Kairos Multi-Str. I
28/02 EUR 588092,605 583827,444
Global Equity
30/04
5,393 EUR
Maximum
30/04
5,226 EUR
Progress
30/04
6,421 EUR
Azimut Dinamico
05/05 EUR
26,380
26,418
AZ F. Income ACC
05/05 EUR
6,300
6,293
Azimut Formula 1 Absolute
05/05 EUR
7,153
7,169
AZ F. Income DIS
05/05 EUR
5,812
5,805
Azimut Formula 1 Conserv
05/05 EUR
6,900
6,904
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC 05/05 EUR
4,552
4,555
Azimut Formula Target 2013
05/05 EUR
6,929
6,932
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS 05/05 EUR
4,267
4,270
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
Azimut Formula Target 2014
05/05 EUR
6,742
6,744
AZ F. Institutional Target
05/05 EUR
5,544
5,544
KIS - America A-USD
05/05 USD
270,390
270,250
AZ F. Italian Trend
05/05 EUR
3,798
3,834
KIS - America P
05/05 EUR
190,110
190,010
KIS - America X
05/05 EUR
191,230
191,120
30/04
Quality
www.sorgentegroup.com
11,116 EUR
Kairos Multi-Str. P
28/02 EUR 537063,412 533738,745
Kairos Income
05/05 EUR
6,805
6,805
Kairos Small Cap
05/05 EUR
10,419
10,427
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
06/05 EUR
110,130
110,400
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
06/05 EUR
112,150
112,740
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
06/05 EUR
149,030
149,810
7,023 EUR
Azimut Garanzia
05/05 EUR
12,887
12,886
Azimut Prev. Com. Crescita
30/04 EUR
11,073
11,031
AZ F. Lira Plus ACC
05/05 EUR
4,879
4,881
ABS- I
31/03 EUR
15709,208
14994,109
05/05 EUR
4,779
4,781
ABSOLUTE RETURN EUROPA
02/05 EUR
5020,233
4999,473
Azimut Prev. Com. Crescita Cl. C
30/04 EUR
11,086
11,042
AZ F. Lira Plus DIS
Azimut Prev. Com. Equilibrato
30/04 EUR
12,137
12,092
AZ F. Macro Dynamic
05/05 EUR
5,973
5,975
BOND-A
28/02 EUR 721205,818 703354,240
Azimut Prev. Com. Equilibrato Cl. C 30/04 EUR
12,145
12,098
AZ F. Opportunities
05/05 EUR
5,204
5,214
BOND-B
28/02 EUR 721205,818 703354,240
Azimut Prev. Com. Garantito
30/04 EUR
11,002
10,923
AZ F. Pacific Trend
05/05 EUR
3,986
3,991
EQUITY- I
31/03 EUR 608277,667 608644,044
Azimut Prev. Com. Protetto
30/04 EUR
11,904
11,865
AZ F. Patriot ACC
05/05 EUR
6,615
6,605
PRINCIPAL FINANCE 1
31/12 EUR
Azimut Prev. Com. Protetto Cl. C
30/04 EUR
11,913
11,872
AZ F. Patriot DIS
05/05 EUR
6,139
Azimut Prev. Com. Obbli.
30/04 EUR
10,226
10,177
AZ F. Qbond
05/05 EUR
5,255
Azimut Prev. Com. Obbli. Cl. C
30/04 EUR
10,226
10,177
AZ F. Qinternational
05/05 EUR
Azimut Reddito Euro
05/05 EUR
17,531
17,510
AZ F. QProtection
Azimut Reddito Usa
05/05 EUR
5,940
5,945
Azimut Scudo
05/05 EUR
8,750
Azimut Solidity
05/05 EUR
Azimut Strategic Trend
2451,889
2506,583
Numero verde 800 124811
[email protected]
Nextam Bilanciato
06/05 EUR
6,883
6,909
Nextam Obblig. Misto
06/05 EUR
7,383
7,387
BInver International A
06/05 EUR
6,346
6,355
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
06/05 EUR
5,451
5,467
Asian Equity B
05/05 EUR
94,860
94,900
CITIC Securities China Fd A
06/05 EUR
4,814
4,894
Asian Equity B
05/05 USD
133,160
133,220
Fidela A
06/05 EUR
5,507
5,504
Emerg Mkts Equity
06/05 USD
441,850
441,410
Income A
06/05 EUR
5,706
5,704
Emerg Mkts Equity Hdg
06/05 EUR
431,650
431,220
International Equity A
06/05 EUR
6,935
6,978
European Equity
06/05 EUR
280,600
281,770
Italian Selection A
06/05 EUR
7,125
7,163
European Equity B
06/05 USD
346,800
348,270
Liquidity A
06/05 EUR
5,340
5,341
Greater China Equity B
05/05 EUR
107,230
107,480
Multimanager American Eq.A
06/05 EUR
4,672
4,706
Greater China Equity B
05/05 USD
152,660
153,030
70,170
KIS - Bond A-USD
06/05 USD
171,200
171,030
KIS - Bond D
06/05 EUR
122,580
122,470
KIS - Bond P
06/05 EUR
126,680
126,560
KIS - Bond Plus A Dist
06/05 EUR
125,380
125,240
KIS - Bond Plus D
06/05 EUR
130,470
130,330
6,130
KIS - Bond Plus P
06/05 EUR
132,460
132,320
5,251
KIS - Dynamic A-USD
06/05 USD
174,170
174,030
5,098
5,097
KIS - Dynamic D
06/05 EUR
121,320
121,220
05/05 EUR
5,240
5,240
KIS - Dynamic P
06/05 EUR
123,560
123,460
AZ F. Qtrend
05/05 EUR
4,989
4,995
KIS - Emerging Mkts A
05/05 EUR
121,660
121,520
8,741
AZ F. Renminbi Opport
05/05 EUR
5,247
5,235
Dividendo Arancio
06/05 EUR
48,610
48,910
KIS - Emerging Mkts D
05/05 EUR
120,170
120,040
8,851
8,843
AZ F. Reserve Short Term
05/05 EUR
6,301
6,301
Convertibile Arancio
06/05 EUR
60,730
60,850
KIS - Europa D
06/05 EUR
124,020
124,710
Multimanager Asia Pacific Eq.A
06/05 EUR
4,372
4,376
Growth Opportunities
06/05 USD
69,060
05/05 EUR
6,250
6,252
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC 05/05 EUR
5,102
5,100
Cedola Arancio
06/05 EUR
58,680
58,660
KIS - Europa P
06/05 EUR
126,140
126,840
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
06/05 EUR
4,125
4,136
Growth Opportunities Hdg
06/05 EUR
75,640
76,850
Azimut Trend America
05/05 EUR
12,454
12,489
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS 05/05 EUR
5,024
5,022
Borsa Protetta Agosto
30/04 EUR
61,890
61,880
KIS - Europa X
06/05 EUR
126,660
127,360
Multimanager European Eq.A
06/05 EUR
4,556
4,559
Japanese Equity
02/05 JPY
125,340
123,020
Azimut Trend Europa
05/05 EUR
13,351
13,384
AZ F. Solidity ACC
05/05 EUR
6,010
6,006
Borsa Protetta Febbraio
30/04 EUR
60,480
60,370
KIS - Global Bond P
05/05 EUR
102,410
102,320
Strategic A
06/05 EUR
5,204
5,223
Japanese Equity B
02/05 USD
124,330
122,030
Azimut Trend Italia
05/05 EUR
19,288
19,476
AZ F. Solidity DIS
05/05 EUR
5,614
5,611
Borsa Protetta Maggio
30/04 EUR
62,770
62,770
KIS - Income D
06/05 EUR
104,150
104,150
Usa Value Fund A
06/05 EUR
5,776
5,844
Japanese Equity Hdg
02/05 EUR
163,010
159,990
Azimut Trend Pacifico
05/05 EUR
6,678
6,687
AZ F. Strategic Trend
05/05 EUR
5,748
5,753
Borsa Protetta Novembre
30/04 EUR
61,090
60,970
KIS - Income P
06/05 EUR
107,690
107,690
Ver Capital Credit Fd A
06/05 EUR
5,566
5,565
Swiss Equity
06/05 CHF
131,270
131,600
05/05 EUR
5,042
5,045
Inflazione Più Arancio
06/05 EUR
56,620
56,590
KIS - Italia P
06/05 EUR
134,290
134,760
Swiss Equity Hdg
06/05 EUR
99,660
99,920
US Equity
06/05 USD
164,960
166,520
US Equity Hdg
06/05 EUR
181,560
183,300
61951,842
59550,161
Tel: 848 58 58 20
Sito web: www.ingdirect.it
Azimut Trend Tassi
05/05 EUR
10,211
10,200
AZ F. Top Rating ACC
Azimut Trend
05/05 EUR
27,524
27,550
AZ F. Top Rating DIS
05/05 EUR
5,042
5,045
Mattone Arancio
06/05 EUR
44,970
44,720
KIS - Italia X
06/05 EUR
133,140
133,500
AZ F. Trend
05/05 EUR
6,038
6,044
Profilo Dinamico Arancio
06/05 EUR
64,530
64,610
KIS - Key
06/05 EUR
134,230
134,320
AZ F. US Income
05/05 EUR
5,376
5,381
Profilo Equilibrato Arancio
06/05 EUR
62,150
62,190
KIS - Key X
06/05 EUR
136,910
137,010
AZ FUND MANAGEMENT SA - tel.00352 2663811
AZ F. Active Selection
05/05 EUR
5,409
5,434
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
AZ F. Active Strategy
05/05 EUR
5,087
5,084
Profilo Moderato Arancio
06/05 EUR
58,330
58,340
KIS - Multi-Str. UCITS A USD
05/05 USD
151,440
151,540
AZ F. Alpha Man. Credit
05/05 EUR
5,469
5,467
Top Italia Arancio
06/05 EUR
50,990
51,280
KIS - Multi-Str. UCITS D
05/05 EUR
111,330
111,410
PS - 3P Cosmic A
06/05 EUR
74,180
AZ F. Alpha Man. Equity
05/05 EUR
4,796
4,811
KIS - Multi-Str. UCITS P
05/05 EUR
114,090
114,160
PS - 3P Cosmic C
06/05 CHF
73,500
73,490
AZ F. Alpha Man. Them.
05/05 EUR
3,526
3,520
Abs. UK Dynamic Fd P1
07/05 GBP
1,475
1,476
KIS - Multi-Str. UCITS X
05/05 EUR
114,890
114,960
PS - Absolute Return A
06/05 EUR
112,750
112,700
AZ F. American Trend
05/05 EUR
3,154
3,164
Abs. UK Dynamic Fd P1 H
07/05 EUR
1,620
1,621
KIS - Selection D
06/05 EUR
123,650
123,980
PS - Absolute Return B
06/05 EUR
118,900
118,850
AZ F. Asset Plus
05/05 EUR
5,523
5,523
Abs. UK Dynamic Fd P2
07/05 GBP
1,506
1,508
KIS - Selection P
06/05 EUR
125,590
125,920
PS - Algo Flex A
06/05 EUR
110,340
110,450
AZ F. Asset Power
05/05 EUR
5,347
5,351
Abs. UK Dynamic Fd P2 H
07/05 EUR
1,690
1,692
KIS - Selection X
06/05 EUR
125,180
125,440
PS - Algo Flex B
06/05 EUR
105,310
105,410
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PS - BeFlexible A
06/05 EUR
85,390
85,370
AZ F. Best Bond
05/05 EUR
5,342
5,343
UK Abs Target Fd P2
07/05 EUR
1,139
1,136
Asia Balanced A
07/05 USD
24,560
24,510
KIS - Sm. Cap P
06/05 EUR
106,380
107,290
PS - BeFlexible C
06/05 USD
84,170
84,150
AZ F. Best Cedola ACC
05/05 EUR
5,654
5,653
UK Abs Target Fd P2
07/05 GBP
1,220
1,218
Asia Balanced A-Dis
07/05 USD
16,150
16,120
KIS - Target 2014 X
06/05 EUR
100,230
100,230
PS - Best Global Managers A
06/05 EUR
102,420
102,550
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
www.vitruviussicav.com
74,200
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
8a+ Eiger
06/05 EUR
6,219
6,219
8a+ Gran Paradiso
06/05 EUR
5,294
5,276
8a+ Latemar
06/05 EUR
5,976
5,983
8a+ Matterhorn
24/04 EUR 860696,577 846928,321
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Piazza Affari
LE BANCHE FRENANO IL LISTINO
TENARIS IN CONTROTENDENZA
di GIACOMO FERRARI
Il tonfo di Fiat (-11,69% dopo
ripetute sospensioni al ribasso)
ha trascinato all’ingiù l’indice
Ftse-Mib di Piazza Affari, che ha
chiuso in calo dell’1,31%, il
peggior risultato in un contesto
europeo di sostanziale
equilibrio, alla vigilia dell’odierna riunione del
direttivo Bce dal quale i mercati si aspettano nuove
iniziative sul fronte della politica monetaria. Oltre
al titolo del Lingotto (che nelle contrattazioni after
hours ha mostrato segni di recupero), ha perso
molto anche Finmeccanica (-7,49%) dopo i
risultati trimestrali inferiori alle attese. Giù, inoltre,
l’intero comparto bancario, che ha risentito della
frenata di Société Générale alla Borsa di Parigi a
causa dei deludenti dati del trimestre. In questo
caso a perdere di più sono state Monte Paschi
(-6,34%) e Banco Popolare (-5,69%). Anche Yoox
ha proseguito la corsa al ribasso iniziata martedì,
con una ulteriore caduta del 6%. In controtendenza,
invece, Tenaris (+1,7%): sul titolo Ubs ha alzato le
stime . Fra i titoli minori, infine, balzo di Moviemax
(+17,07%) dopo che Investimenti & Sviluppo ha
ridotto la propria partecipazione dal 40 al 29,8%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sussurri & Grida
Unicredit, corsa a cinque per collocare la bad bank
(f.mas.) Entra nel vivo la gara per la «bad bank»
di Unicredit, Uccmb, il braccio veronese del colosso
bancario specializzato nella gestione dei crediti problematici. La data room è in fase di apertura per i
cinque candidati individuati dall’advisor Ubs per la
short list: l’esame dei numeri di Uccmb (Unicredit
credit management bank) durerà fino al 30 giugno
e poi si potrà cominciare a partire con le offerte per
la controllata di Unicredit. Dei 13 soggetti che hanno manifestato interesse a rilevare la maggioranza
dell’istituto — Unicredit dovrebbe restare con una
partecipazione attorno al 10% — sono rimasti in gara la cordate Tpg-Deutsche Bank-Goldman Sachs,
Fortress-Italfondiario-Prelios-Rothschild con l’assistenza di Mediobanca, Cvc-Jupiter-Cerberus, e poi
i fondi americani di private equity Apollo, assistito
da Eidos partners, e Blackstone. L’intenzione dell’amministratore delegato Federico Ghizzoni di
chiudere entro l’anno una partita che vale tra 700
milioni e 1 miliardo di euro. In ballo ci sono 4,4 miliardi di sofferenze che Unicredit vuole cedere — si
dice al 10% del valore nominale — e un totale di 30
miliardi circa di altre sofferenze da gestire, che non
sono non solo di Unicredit ma anche di altri soggetti per i quali già Uccmb opera.
Ed è proprio questo il business che offre più prospettive: diventare un catalizzatore per l’acquisto o
la gestione delle sofferenze delle altre banche, spe-
cialmente le popolari o le piccole Bcc. Il veicolo di
Unicredit — che ha 800 dipendenti che domani
sciopereranno contro la cessione per timore di tagli
all’occupazione — potrebbe diventare quella famosa «bad bank privata di sistema» auspicata da molti,
a cominciare dalla Banca d’Italia per liberare gli istituti dalla zavorra del credito deteriorato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cariparma e VedoGreen, nozze tra
finanza ed economia verde
(giu.fer.) In tempi di stretta creditizia, aumentano i sistemi di finanziamento alternativo per le imprese. L’ultimo esempio sarà annunciato oggi, con
l’alleanza strategica tra VedoGreen e Cariparma per
creare prodotti finanziari specifici per i 10 settori
della green economy, dalla smart energy alla chimica verde, dall’agroalimentare all’illuminazione. VedoGreen, società del gruppo Ir Top specializzata
nella finanza per le aziende green quotate e private,
e il gruppo Cariparma, insieme alle imprese coinvolte, costruiranno un sistema proprio di valutazione del rating creditizio e di mercato dell’impresa,
tenendo conto anche dell’evoluzione del quadro
normativo, per costruire categorie di prodotti finanziari ad hoc, declinati sulla base della diverse
esigenze dei settori della green economy. Ad esempio, linee di credito legate al sostegno della riquali-
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(g.str.) Anche i ticket restaurant, a loro modo, diversificano. Edenred, la società di buoni pasto e
«benefit» per il personale, apre ora le porte al mondo delle «note spese». Il gruppo ha lanciato Edenred
Italia Fin, un nuovo istituto per i pagamenti aziendali. La strategia di Edenred è di offrire alle imprese
un unico «pacchetto» per gestire le note spese, dai
pagamenti fino alla raccolta degli scontrini e alla
compilazione. Il «pacchetto» include le carte di debito prepagate, il software per gestire le note spese e
le «app» su cellulare con cui i dipendenti possono
fotografare lo scontrino e associarlo — via digitale
— al relativo esborso. L’obiettivo di Edenred è quello di conquistare le aziende con i presumibili risparmi. Questa volta, quindi, il «target commerciale»
non sarebbe più tanto il tradizionale cliente — vale
a dire il responsabile delle risorse umane —, bensì il
direttore finanziario.
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34
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Cultura
IL VIA ALLA KERMESSE
Apre Dario Franceschini
ma Renzi e Ravasi
non sono presenti
DALLA NOSTRA INVIATA
TORINO — Il Salone apre oggi puntando, come
sempre, ai grandi numeri (sono state trecentomila le
presenze dello scorso anno) ma intanto incassa qualche
defezione eccellente. A causa degli impegni
istituzionali il premier Matteo Renzi non sarà al
La denuncia Il testo della «lectio magistralis» di Susanna Tamaro con cui s’inaugura oggi il Salone di Torino: un allarme per i giovani
Salviamo la generazione del nulla
Al posto delle ideologie, un vuoto confortevole impone la sua idea del Bene
di SUSANNA TAMARO
rebbe stato decisamente migliore di quello
che avevamo alle spalle. Ma, accanto all’idealismo, c’era anche molta ideologia. È
difficile pensare oggi alla pervasività violenta di quei tempi. La via della liberazione
doveva passare attraverso la distruzione
dei legami affettivi — considerati retaggio
della società borghese — e l’uso e abuso di
sostanze stupefacenti, Lsd in primis, portentosi e magici destrieri, capaci di condurci in un mondo di una creatività senza
confini.
Il fanatismo terrorista ha letteralmente
falcidiato la mia generazione, il resto lo ha
fatto la diffusione a macchia d’olio dell’eroina. Due realtà sono state un po’ troppo facilmente rimosse dai nostalgici di quell’età
dell’oro. Le stragi, i morti, i feriti, le vite
spente dietro le sbarre, quelle finite in un
gabinetto, con una siringa conficcata nel
braccio, sono sbiadite dalla memoria di
molti.
Non dalla mia. Per questo dico: i tempi della mia
adolescenza non erano
La madrina
migliori di questi, erano
soltanto terribili in modo
Oggi a Torino alle 15.30 nella
diverso. Le architravi delle
Sala gialla, la scrittrice
nostre giornate erano
Susanna Tamaro (nella foto a
l’autodistruzione e la disinistra) in qualità di madrina
sperazione, come lo sono
ufficiale della manifestazione
per molti ragazzi di oggi.
tiene la prolusione
Solo che noi, invece di iminaugurale del Salone del
pasticcarci in un rave parlibro. Ne pubblichiamo il
ty, andavamo in autostop
brano iniziale.
in Afghanistan, al posto di
schiantarci con la macchisupposte carenze e demenzialità, accom- na alle quattro di mattina, ubriachi, ci facepagnate da sospiri di delusa amarezza.
vamo ammazzare in un conflitto a fuoco.
Tornavo a casa da queste cene piena di
Posto che l’adolescenza è, da che mondo
turbamento. Davvero, mi chiedevo, il tem- è mondo, l’età dell’inquietudine e della ripo della mia adolescenza e della mia giovi- bellione, credo che la mia generazione sia
nezza era così splendido? Davvero noi era- stata la prima in cui l’autodistruzione sia
vamo così eccezionali e brillanti? Certo, diventata fenomeno di massa. C’era un’inprobabilmente leggevamo più libri, vede- credibile rabbia, un inesausto furore denvamo più film impegnati — chi può di- tro di noi, che si riversava come un fiume
menticare la noia pressoché assoluta dei ci- in piena contro gli altri o contro noi stessi.
neforum? —, ci interrogavamo forse di più Dalla nostra rabbia e dal nostro furore,
sulla nostra responsabilità nei riguardi del purtroppo, non è scaturito l’universo memondo e dei rapporti umani. Nessuno dei raviglioso che sognavamo, ma piuttosto un
miei amici di allora, se ben ricordo, parlava mondo cupo, livellato e livellante, capace
di forti guadagni, quando pensava all’attivi- soltanto di spingere le nuove generazioni
tà che avrebbe intrapreso. Chi voleva fare verso una diversa forma di disperazione.
l’avvocato era spinto dal desiderio di difen- Oggi non esiste più il Sistema contro cui ridere i più deboli, mentre i futuri medici so- bellarsi, non c’è più l’oppressione di una fagnavano di partire missionari in qualche miglia da combattere. Il grande nemico è il
sperduto villaggio del terzo mondo.
niente. Un niente confortevole, dalle semNella mia generazione — quella cresciu- bianze falsamente amichevoli, un niente
ta nei primi anni Settanta del secolo scorso che vuole il tuo bene, senza mai dirti dav— c’era sicuramente molto idealismo e vero che cos’è il bene.
molta ribellione nei confronti di quelle che
Come sono convinta che il nostro malesci avevano preceduto; eravamo convinti sere di allora abbia avuto origine dalla trache il mondo che avremmo costruito sa- gedia delle due guerre mondiali vissute dai
I
MARIO AIRÒ(1961), «NINNA NANNA PER BARRIQUES E ARCHI» (1999), DAL VOLUME «ARTISTI NELLO SPAZIO» (SILVANA EDITORIALE)
nvecchiando, la fisiologia umana spinge le persone ad avere nostalgia dei
tempi della propria giovinezza, e a riconoscere, in quelli che si sta vivendo,
evidenti segni di degrado morale, di ottundimento della ragione. È naturale che sia
così: la società umana non è un monolite,
ma una realtà in continua evoluzione, come, d’altronde, lo è la nostra natura che,
con il trascorrere degli anni, tende a irrigidirsi, non solo nelle articolazioni, ma anche nei pensieri e nei sentimenti.
Personalmente, ne ho preso coscienza
intorno ai cinquant’anni, nel corso delle
mie scarsissime occasioni di vita mondana.
Non c’era incontro a cui partecipassi, infatti, in cui non si levasse il coro delle lamentele riguardo alle giovani generazioni: Noi
alla loro età... ma loro invece... ti rendi conto che?... e via dicendo, in un turbine di
nostri genitori e nonni, e confluite — come
l’epigenetica ora ci conferma — direttamente nelle nostre vite, rendendole cariche di furore e di fragilità, altrettanto credo
anche il disagio attuale abbia radici negli
sconquassi del Novecento.
Le cronache di ogni giorno ci parlano or-
mai, con un’inquietante regolarità, di suicidi di adolescenti, spesso perseguitati dal
gruppo; di mamme che uccidono i propri
figli; di padri che, per vendicarsi delle proprie compagne che li hanno abbandonati,
uccidono i loro bambini e poi tentano il
suicidio; di figli che uccidono i padri o le
madri, o entrambi. Figlicidi, matricidi e
patricidi sono sempre esistiti nella società
umana, ma è la loro frequenza — e la loro
direi banalizzazione — che deve spingerci
con urgenza a interrogarci.
Evolutivamente, che cosa vuol dire
quando una specie comincia a uccidere la
I dati Nielsen
Il 2013 ancora in calo, ma titoli digitali in ascesa
Il direttore del
Salone E. Ferrero
TORINO — Ancora segno negativo per il mercato del
libro, ma qualcosa succede, in positivo, per gli ebook.
Secondo i dati anticipati da Aie in occasione del Salone
di Torino — dove saranno presentati domani nell’ambito
del convegno Aie–Salone «Cosa tiene accese le stelle?
Editori e lettori dopo tre anni di segni meno» — i dati
Nielsen indicano che il 2013 ha visto la perdita del 6,2% a
valore nei canali trade e la perdita del 2,3% per le copie:
gli italiani hanno acquistato 2,3 milioni di libri in meno.
Ma accanto a questo dato, cresce il mercato degli ebook
in termini di titoli disponibili, 40 mila nel solo 2013, e di
quota di mercato, tra il 2,7% e il 3% nei canali trade. Al
convegno interverranno Marco Polillo, Ernesto Ferrero,
Giovanni Peresson, Laura Donnini e altri.
A proposito di online, oggi sarà presentato anche il
«Report MLOL 2014»: la MediaLibraryOnLine (MLOL),
network italiano di biblioteche digitali pubbliche, ha
visto nel 2013 un aumento del download di ebook del
202%; dato interessante, visto che i libri letti vengono per
il 18% da una biblioteca (dati Cepell-Nielsen 2014). (i.b.)
Novità
Daniel C. Dennett
Francesca Rigotti
Oliviero Ponte di Pino
Daniel J. Siegel
Strumenti per pensare
Onestà
Comico & Politico
Mappe per la mente
Come esplorare le idee con
nuove capacità
Topografia di una virtù
Lo spettacolo della politica italiana
Guida alla neurobiologia
interpersonale
P. Donghi, G. Peluso
Di cosa parliamo
quando parliamo
di cancro
La nascita della
intersoggettività
Perché la parola “cancro”
non ci terrorizzi più
Lo sviluppo del sé
tra psicodinamica
e neurobiologia
Massimo Recalcati
M. Lancini, F. Madeddu
Non è più come prima
Elogio del perdono
nella vita amorosa
www.raffaellocortina.it
M. Ammaniti, V. Gallese
Giovane adulto
La terza nascita
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cultura 35
italia: 51575551575557
Lingotto nemmeno per una visita,
come sembrava possibile dopo che era saltato
l’incontro di domenica con Aldo Cazzullo, autore del
libro intervista Magari (l’uscita, inizialmente prevista per
maggio, slitta a settembre).
La serata inaugurale di ieri all’Auditorium del Lingotto,
invece, si è svolta alla presenza di oltre mille invitati, ma
senza il cardinale Gianfranco Ravasi, rappresentante
del Vaticano Paese ospite, che ha dovuto rinunciare
all’ultimo minuto per un problema di salute (ma spera
di esserci domani, per uno degli incontri più attesi della
manifestazione, quello con Claudio Magris sul tema
«Comunicare la fede nella società»).
Il presidente Rolando Picchioni e il direttore Ernesto
Ferrero ieri pomeriggio hanno dovuto ripensare la
scaletta per sostituire la lezione del cardinale dal titolo
«Secondo le Scritture. Scrittori e lettori divini e umani».
Dopo i saluti istituzionali, e l’intervento di Picchioni che
ha dato il senso dell’invito del Salone al Vaticano, la
madrina della manifestazione, Susanna Tamaro, ha
anticipato alcuni dei temi che affronterà nella lectio
magistralis di oggi «Crescere un albero, crescere un
bambino» mentre il Coro della Cappella Pontificia
«Sistina», diretto da Massimo Palombella, ha
accompagnato gli interventi con brani del repertorio
musicale polifonico antico, da Palestrina ad Allegri,
prima del classico light dinner. Questa mattina
l’inaugurazione con il ministro per i Beni culturali Dario
Franceschini: taglierà il nastro e aprirà ufficialmente
questa XXVII edizione che si chiuderà lunedì prossimo
Cristina Taglietti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il saggio Il direttore de «Il Sole 24 Ore» percorre la penisola per dare voce a chi ha voglia di fare e di uscire dalla crisi
sua stessa prole, che, a sua volta, mette fine
ai suoi giorni?
Vuol dire una sola cosa: che si trova in un
vicolo cieco. In un vicolo così cieco da far
preferire il buio totale della morte al penoso annaspare in una penombra priva di
orizzonti. L’epidemia di suicidi/omicidi è
molto più di un campanello di allarme. È la
conferma che la nostra specie è letteralmente deragliata dal binario della sua etologia, e questa uscita, invece di renderla
euforicamente gioiosa per l’insperata libertà, la spinge piuttosto nei territori impervi dell’angoscia. Non sono soltanto gli
atti violenti contro la persona a denunciare
questa crisi, ma anche un generale imbarbarimento dei costumi quotidiani.
Ormai il mantra collettivo è quello dell’homo homini lupus. Il mondo è dei forti,
dei furbi, dei più adatti, come dicono le rimasticazioni perverse del neodarwinismo.
Dalla scuola, al mondo del lavoro, alla strada, le leggi dominanti sembrano essere
quelle del bullismo, del mobbing, delle aggressioni. Guai ai deboli, ai sensibili, ai diversi di ogni specie! La legge del branco
non ammette deroghe. O ti sottometti al
più forte e stai nella sua ombra, o non hai
scampo — in un modo o nell’altro prima o
poi riusciranno a cancellarti dal loro orizzonte. La cortesia, la gentilezza, il sorriso,
l’attenzione benevola che, per sua natura,
l’essere umano è sempre stato in grado di
offrire ai suoi simili, sono stati spazzati via
in un paio di generazioni, lasciando al loro
posto dei ghigni vuoti, che di umano hanno davvero poco.
«Se non sei cinico, non sei nessuno», mi
ha detto una ragazza, tempo fa. «A cosa
serve essere cinici?», le ho domandato. «A
essere i primi, a emergere. Ad avere sempre il meglio».
La sua risposta mi ha molto rattristato.
Qual è il senso di una vita impostata su
questa lunghezza d’onda?, mi sono chiesta.
Questa ragazza, grazie alla sua indubbia
spregiudicatezza, arriverà forse al successo
che tanto desidera, ma quale sarà il prezzo
di questo suo successo? Probabilmente la
solitudine, quella solitudine, spesso popolata di rapporti vuoti, che hanno le persone
che costruiscono tutte le loro relazioni basandole unicamente sul potere.
Ma questa giovane donna, mi sono trovata a pensare, è proprio figlia di questi
tempi. Ha assorbito con diligenza tutto
quello che le abbiamo offerto, ed è diventata esattamente come si voleva che diventasse. Ambiziosa, narcisista, priva di scrupoli. Del resto, quali altre opzioni le sono
state prospettate? Il martellamento dei media le ha suggerito questa via, nessun’altra
voce si è levata intorno a lei per dirle che,
forse, c’erano altre strade, altri modi in cui
un essere umano può sviluppare le sue potenzialità.
Copyright Susanna Tamaro
www.susannatamaro.it
Attraverso l’Italia, andata e ritorno
Quando il Paese non è solo rating
Napoletano, un cronista di razza tra la gente comune
di ARMANDO TORNO
C’
è un viaggio in Italia
che dovrebbero intraprendere politici, economisti, guru televisivi. È diverso da quelli del passato
e non è una semplice passeggiata.
I luoghi da visitare? Infiniti.
Magari si può cominciare da Saluzzo, dove nacque Silvio Pellico:
qui vi sveleranno, nel cuore del
Piemonte, che la Alba-Saluzzo ha
i medesimi problemi della Salerno-Reggio Calabria. Oppure da
Cremona, accanto al Po, per scoprire i violini più belli della storia: i tedeschi li sapranno suonare, ma nessuna scuola di liuteria
dei crucchi è riuscita a eguagliarli. O ancora, da Ostuni, dove un
giudice trentenne vi fa riflettere
sui «piccoli aggiustamenti» inutili di uno Stato che non riesce a
riformarsi.
Certo, ce ne sono altri, troppi
forse. Nel Paese che ha il più
grande patrimonio artistico e architettonico del mondo, quello
in cui la cultura si vede e si tocca
in ogni borgata, occorre rifare un
viaggio per scoprire quanto è
successo, come si sta, soprattutto le prospettive. Ora un cronista
di razza, Roberto Napoletano, ha
fatto questa semplice e indispensabile odissea civile. E garantisce
che c’è ancora entusiasmo, voglia di fare, orgoglio: i molteplici
malesseri non hanno soffocato la
parte positiva dell’Italia. Anche
se nel Belpaese si sconta la disoccupazione e il mal funzionamento dello Stato, mentre l’inedia e la
manomorta della politica bloc-
L
Il giornalista e
scrittore
Roberto
Napoletano è
l’autore di
«Viaggio in
Italia. I luoghi,
le emozioni, il
coraggio di un
Paese che soffre ma non si
arrende» (Rizzoli, pagine 226,
17). Il volume viene
presentato oggi, alle ore 17, allo
Spazio incontri del Salone del
libro di Torino.
Partecipano, all’incontro, oltre
all’autore, Paola Mastrocola e
Armando Torno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un viaggio durato tre anni
tra quelli che non si arrendono
di RAFFAELE LA CAPRIA
S
Sopra: Olivo Barbieri (1954), Roma 1995, Modena, Foro Boario, fino al
25 maggio. A destra: Roberto Napoletano, direttore del «Sole 24 Ore»
Il libraio indipendente smentisce i gufi
uoghi, come quell’angolo di
via Manzoni, a Torino, dove
sembra che il tempo si sia
fermato. Una passione sfrenata per
la lettura, come quella di tre ragazzi
versiliani o delle undici «guerriere»
di Empoli. Sogni, come quello di
vendere romanzi sulla strada per
Sestriere. Ma soprattutto persone,
perché sono loro a fare la
differenza in una libreria.
Alchimisti della parola, ascoltatori
formidabili, raffinati psicologi.
Nell’era degli ebook e di Amazon,
sono questi librai indipendenti,
numi tutelari della scrittura su
carta, a tenere in vita una forma di
commercio data quasi per
spacciata. Un libro ne ha scoperti
undici. E ha raccontato la loro
storia. Da Pinerolo a Pisa, da
L’incontro
Il giudizio Un’inchiesta a tutto campo, da Trento a Pantelleria
Controtendenze Vendere e comperare opere su carta: le storie di chi resiste all’ebook
di ANNACHIARA SACCHI
cano opere essenziali. Il Nord si
meridionalizza e il Sud esporta al
Nord i problemi peggiori.
Eppure, tra queste macerie
morali e materiali operano persone che, pur soffrendo, non si
arrendono. Napoletano le ha incontrate, descritte, ha condiviso
con loro anche le più semplici
emozioni; a volte ha persino
mangiato in una scuola, alla sera
e alla buona, come a Merate, in
Brianza. Soprattutto ha osservato
questo mondo con l’occhio scrutatore del giornalista. Ha scoperto che nel nostro presente e in talune figure del recente passato si
conservano le energie di cui abbiamo bisogno. Vanoni ci insegnò l’equità fiscale (oggi dimenticata), De Gasperi che le riforme
partono da noi stessi, Menichella
come fare economia. Per questo
Roberto Napoletano ha scritto
un libro che mancava: Viaggio in
Italia (Rizzoli).
Non lo ha vergato di getto, ma
ha compiuto l’itinerario ogni settimana, riflettendo su casi e situazioni, per quasi tre anni. Tutte le pagine corrispondono a una
visita, a un incontro, a una lettera. Sono nate con la rubrica «Memorandum» de «Il Sole 24 Ore»:
«Domenica». Il materiale è stato
cucito, rielaborato, metabolizzato: questo libro si può considerare una sorta di laboratorio aperto
per meglio riflettere sul Paese reale. Registra, denuncia, fa scoprire, invita a raccontare le persone che in piccoli borghi o in
grandi città hanno deciso di non
arrendersi. Perché l’Italia sarà
fatta di campanili ma non è quella descritta dalle agenzie di rating, non si conosce ma ha una
storia millenaria. Napoletano
scrive: «Oggi questo Paese non
ha bisogno di semplicismi e ottimismi di maniera ma del coraggio della verità». Già, verità: fa rima con realtà. Nel suo libro le
troverete entrambe. E non in piccole dosi.
Messina a Vicenza passando per
Milano e Bellinzona: si chiama La
voce dei libri - Undici strade per
fare libreria oggi, il volume a cura
di Matteo Eremo (edizioni Marcos
y Marcos, 12) che sarà presentato
domani sera al Salone del libro di
Torino con i protagonisti di questa
fantastica avventura, uomini e
donne «che hanno il mestiere nella
testa e nel sangue». E ce la fanno.
Nonostante la concorrenza delle
grandi catene, i maxisconti, il
formato digitale e le promozioni.
Librai veri. Informati e
Le iniziative
Le mescite di birra, i buoni
speciali, le presentazioni live:
tutto serve per vincere la crisi
coinvolgenti. Capaci di dare
un’anima alla loro bottega, di
narrare e trovare nuove forme di
intrattenimento culturale. E allora
a Palermo, nella Modusvivendi, se
trovate il telefono occupato
ascolterete il sax di John Coltrane e
probabilmente vi dispiacerà
prendere la linea. A Roma, invece,
l’Altroquando si è sdoppiata in
Anderquando, piccolo pub dove
assistere a un concerto
assaggiando birra artigianale. La
Casagrande di Bellinzona si è
inventata il buono svizzero del
libro, la Centofiori di Milano punta
sulle presentazioni «live»: sono gli
autori a mettersi in lista di attesa
per partecipare. Esempi di successo
per un mestiere «di frontiera» che
ha ancora molte carte da giocare. E
tante storie da raccontare.
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i sente sempre dire da tutti, dalla tv, dai giornali e
nelle conversazioni, che bisogna stare vicini alla
gente, alla gente che in questi tempi di crisi soffre
e combatte quotidianamente per continuare a
sperare ed andare avanti. Così come si sente sempre dire
che uno dei problemi più gravi che affliggono il Paese è il
distacco e la distanza delle istituzioni dalla gente comune.
Questo distacco e distanza Roberto Napoletano cerca
di colmare nel suo Viaggio in Italia, libro scritto in «quasi tre anni di girovagare tra le macerie italiane e le speranze di rinascita, partendo da Trento e arrivando a Pantelleria». E infatti dal suo libro affiorano voci e lettere che vengono da un’Italia negletta e a volte dimenticata: «Caro direttore, da italiano credo nell’Italia... io stesso voglio
essere un’opportunità per il mio Paese... noi ci siamo e
siamo in tanti». «Caro direttore, ti scrivo da Reggio Calabria, città in cui ultimamente sembra commissariata anche la speranza». «Gentile direttore, dallo scorso settembre sono a casa... un disoccupato giovane vale uno, un disoccupato con famiglia vale più di uno». «Caro direttore,
non le viene il sospetto che se l’Italia non è stata capace di
selezionare una classe dirigente la colpa sia anche della
sua società civile?».
Questo Viaggio in Italia nasce da una rubrica che Roberto Napoletano tiene ogni domenica sul «Sole 24 Ore»,
il giornale da lui diretto, dove lui riceve lettere da sconosciuti di ogni parte d’Italia, dal Nord e dall’estremo Sud,
ma il tono prevalente di queste lettere non è la lamentazione — che pure ogni tanto si avverte — bensì «il coraggio di un popolo che non si arrende». Una rubrica settimanale non è facile da gestire, può facilmente impantanarsi, ripetersi in una specie di immobilità tematica. Qui
invece si ha la sensazione del movimento, del viaggio appunto. Tutto si muove insieme alla curiosità del viaggiatore: «Penso alla dignitosa tristezza di Torino — scrive
Napoletano — e alla “sofferenza” della gaudente Parma,
alla milanesità ferita sempre più duramente da scandali
vecchi e nuovi, e al sogno di Cristina nella Palermo dimenticata. Vedo la Capitale “sprofondare” tra una buca e
l’altra... sento Napoli ancora chiusa in un vicolo cieco, dove i mali del Paese sopravvivono tutti insieme e tutti al cubo».
Ai tanti «Viaggi in Italia», da quello ormai classico di
Piovene negli anni 50 a quello apocalittico di Ceronetti
nell’Italia devastata dalla modernità negli anni 8o, dobbiamo ora aggiungere questo altro viaggio di Napoletano
nell’Italia di oggi che sin dalle prime pagine si presenta
modestamente e dignitosamente occupandosi delle persone più che della bellezza o della distruzione dei paesaggi. E quali persone? Quelle che resistono e non si danno per vinte. Si occupa dell’italiano medio dell’italiano
virtuoso e sconosciuto che scrive lettere spesso commoventi al giornale e al suo direttore, per raccontarsi più che
per lamentarsi. E quel che lascia la lettura di questi incontri e di queste testimonianze è la sensazione che un
cauto ottimismo è lecito, che con gente simile l’Italia si
può riprendere dalla crisi che sta attraversando.
Questo vuol suggerirci il libro di Napoletano, che si
mantiene sempre al livello della realtà che descrive, senza esaltazioni inutili, ma in modo semplice e diretto; un
libro dettato da un forte sentimento civile di solidarietà,
che percorre «un’Italia problematica e sofferente, ma
pensante, critica e desiderosa di ricostruire il proprio futuro». In filigrana l’autore ci fa intravedere anche un minimo di autobiografia, ricorda figure di amici illustri, di
politici che hanno ben operato per l’Italia, ricorda Parigi,
Buenos Aires, Rio de Janeiro e «alla fine del mondo» la
steppa sconfinata della Patagonia. Ne vien fuori la carriera di un giornalista che ha fatto i suoi viaggi e il suo mestiere partendo dalla gavetta e conquistando man mano
stima e considerazione per certi suoi clamorosi reportage. E giornalistico, nel senso più nobile, è il suo stile, un
efficace strumento di comunicazione, fatto per convincere e informare con dati alla mano, senza enfasi né artificio alcuno, e che proprio per questo colpisce il lettore.
C’è anche una parte più direttamente politica, ove al di
là di considerazioni ideologiche o di partito si esaltano in
modo commosso e con gratitudine gli «uomini del fare,
quelli che sanno assolvere con serietà ed onestà ai loro
compiti e regalano dovunque “cose che si possono tocca-
Le scelte dell’autore
Il giornalista ha deciso di iniziare
con lettere di sconosciuti ai quali
si propone di dare una risposta
re”». Di questi uomini vengono fuori vivi i ritratti, le opere, le parole, e ne cito solo alcuni, Di Vittorio, De Gasperi,
Vanoni, Fanfani, Menichella, Pescatore, Saraceno, Valletta, La Malfa, «storie di uomini che con modi e stili differenti raccontano di un Paese che aveva deciso di ripartire
e ci riuscì. È a loro che si deve la reintegrazione dell’Italia
nel sistema internazionale, a loro che spesso furono lasciati soli come è accaduto a Paolo Baffi, ricordato nelle
ultime pagine, che scrive a Berlinguer: «Gli ultimi tre governatori della Banca d’Inghilterra furono onorati come
Pari del Regno, io dopo cinquant’anni di lavoro alla Banca, a casa porto due incriminazioni». Si sente sempre che
nel rievocare questi uomini o solo a nominarli sorge nell’autore una specie di amara nostalgia per una classe politica che non c’è più e di cui oggi ci sarebbe tanto bisogno.
Voglio terminare con il ricordo del viaggio di Napoletano al seguito di papa Francesco a Rio de Janeiro, che lo
riporta con la mente al giorno delle storiche dimissioni
di Ratzinger, e alle parole sentite quel giorno nell’ufficio
di Pellegrino Capaldo: ci lascia un grande Papa, un grande teologo, che certamente ci farà capire. E Napoletano
conclude: «Il sorriso di Francesco e i suoi primi gesti ci
hanno fatto pensare di aver capito».
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36 Cultura
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Le iniziative del Corriere
Iniziativa L’ideale scaffale del pontefice
è in edicola con il «Corriere della Sera»
La biblioteca
Classici L’attrazione verso Caravaggio, Dalì
e gli indovinelli della «Turandot» di Puccini
scorso con lo stesso Pontefice, dialogando su questa o quell’opera, a volte persino chiedendogli se aveva avuto davvero
una certa importanza nella sua formazione. In effetti, scorrendo l’elenco delle
opere della collana è possibile riconoscere i tratti fondamentali del Pontificato di Bergoglio, oltre che avvertire le vibrazioni della sua sensibilità personale.
Infine ecco una domanda: come leggere i libri della «Biblioteca di Papa
Francesco»?
Innanzitutto il lettore si troverà guidato da prefatori che, per la quasi totalità,
non solo conoscono l’opera ma anche
direttamente Jorge Mario Bergoglio. Le
to ha preferito non ricorrere a riflessioni loro prefazioni hanno anche il tono della
sofisticate sul cambio antropologico, ma testimonianza, dunque, capace di avviadire, più semplicemente e direttamente, re il lettore a comprendere il motivo per
che una cosa è l’immagine ellenistica di cui quel libro ha contribuito a formare la
uomo che ha prodotto la Nike di Samo- «visione» di Papa Francesco.
tracia, altra è quella che trova la sua forDopo le prefazioni, il lettore si troverà
ma nelle tele del Caravaggio, e altra an- ad affrontare direttamente il testo. Come
cora è quella del surrealismo di Dalí. farlo in modo da essere fedeli anche in
Dunque la letteratura, la musica, l’arte questo alla lezione bergogliana? Mentre
sono da considerare pienamente «den- dialogavamo durante l’intervista già citro» il discorso sull’uomo, sulla spiritua- tata, mi ha fortemente colpito il momenlità, sulla pastorale e la missione della to nel quale il Papa mi ha detto che ama
Chiesa.
il Mozart eseguito da Clara Haskil: «Mi
Il mio primo obiettivo, confrontando- riempie: non posso pensarlo, devo senmi con i libri da lui amati, è stato dunque tirlo» ha affermato con tono meditativo.
quello di capire meglio la sua visione del In queste poche parole c’è tutta una conmondo, della realtà e della persona cezione della fruizione estetica che diumana: mi interessava entrare nel suo stingue «sentire» e «pensare». Un artista si gusta se «sentito», non se è «pensato». Non che la prima
Curatore
cosa escluda la seconda. Però è possibile che
Padre Antonio Spadaro,
il sentire sia talmente
direttore della rivista
forte, ricco e coinvoldei gesuiti «La Civiltà
gente da superare imCattolica» e curatore
mensamente la sua
della «Biblioteca di Papa
analisi teorica. Aveva
Francesco», in edicola
scritto Bergoglio nel
con il «Corriere»
2005: «La sapienza non
si ferma alla conoscenimmaginario. Non per puro gusto di in- za. Sapere significa anche gustare. Si
dagine, ma per comprenderne più a fon- sanno le conoscenze... E si sanno anche i
do il pensiero. Tuttavia non è stato que- sapori».
Occorre comprendere che dietro questo il vero obiettivo. Ciò che mi ha mosso
è legato sia al fatto che Jorge Mario Ber- sta sorta di abbozzo di estetica bergogoglio è il Papa, sia alla constatazione gliana c’è un passaggio degli Esercizi
che egli è anche il leader mondiale oggi spirituali ignaziani, nel quale, proprio
più credibile e universalmente ricono- all’inizio, si dice che «non è il molto sasciuto. Comprendere Bergoglio significa pere che sazia e appaga l’anima, ma il
dunque, per me, come cattolico, innan- sentire e gustare le cose internamente
zitutto indagare meglio che cosa il Si- (no el mucho saber harta y satisfece al á
gnore stia chiedendo oggi alla Chiesa. nima, mas el sentir y gustar de las cosas
Ma significa anche comprendere meglio internamente)». E per Bergoglio, come
lo spirito del tempo che riconosce nella per Sant’Ignazio, il «sentire», in un mosua figura un leader. Dunque, ricostruire do o nell’altro, ha sempre a che fare con
«La biblioteca di Papa Francesco» signi- la manifestazione di Dio nell’anima e
fica compiere un’operazione di valore nella vita di una persona. Ecco un altro
motivo per leggere i libri cari a Papa
spirituale e culturale.
In un paio di occasioni ho avuto an- Francesco.
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che modo di poter approfondire il di-
Arte e letteratura sono utensili
che ci aiutano a credere e amare
di ANTONIO SPADARO
Il volume
C
La prima
uscita
onversavo con Papa Francesco
durante l’intervista apparsa sulla
rivista che dirigo, «La Civiltà Cattolica». Stavamo parlando di ottimismo. Lui mi diceva che non ama questa parola perché troppo psicologica.
Ama invece la speranza. Se lui è sorridente, insomma, non è perché sia ottimista ma perché, da credente, vive una
speranza che non delude. «Pensa al primo indovinello della Turandot di Puccini» mi dice. Fino a quel momento nella
nostra conversazione non era mai emersa una citazione letteraria o artistica, per
cui quando il Papa dice Turandot penso
di non aver capito e gli chiedo di ripetere.
Mentre Francesco scandisce il nome
Tu-ran-dot mi vengono in mente i famosi versi che rivelano il desiderio di una
speranza che qui però è fantasma iridescente che sparisce con l’aurora. E difatti
il Papa prosegue: «La speranza cristiana
non è un fantasma e non inganna. È una
virtù teologale e dunque, in definitiva,
un regalo di Dio che non si può ridurre
all’ottimismo, che è solamente umano.
Dio non defrauda la speranza, non può
rinnegare se stesso. Dio è tutto promessa».
In quel preciso momento mi sono reso conto che Bergoglio è una persona
che vive l’arte e l’espressione creativa come una dimensione che è parte integrante della sua spiritualità e della sua
pastorale. È capitato già varie volte, sentendolo parlare da Papa, di aver registrato una citazione di passaggio, posta lì
senza premesse né spiegazioni «colte».
Ricordo, per esempio, la citazione del
Divino impaziente di José María Pemàn
durante la sua omelia ai gesuiti per la festa di Sant’Ignazio il 31 luglio 2013. Così
anche il riferimento a Joseph Malègue
nella mia intervista, per parlare della
«classe media della santità».
Per Bergoglio l’arte è vita e discorso
sulla vita. L’arte non è «per l’arte», non è
un mondo a parte, colto, dotto, aulico,
Oggi
Con «Tardi ti ho amato»
di Ethel Mannin
(prefazione di Jorge Milia)
inizia oggi la
distribuzione in edicola
dei libri della collana «La
biblioteca di Papa
Francesco» (euro 10.90 e
anche in ebook a partire
da euro 4,99 ).
Per «La biblioteca di
Papa Francesco» Antonio
Spadaro ha riunito venti
tra le opere più lette e
amate da Jorge Mario
Bergoglio.
Si tratta di una
biblioteca fatta di libri in
parte introvabili in Italia
oltre a classici e testi
religiosi più popolari, tutti
con prefazioni inedite.
La seconda uscita, il 15
maggio, prevede il libro di
Robert Hugh Benson, «Il
padrone del mondo» con
introduzione di José
Hernàn Cibils.
sostanzialmente «borghese». La sua visione radicalmente «popolare» tocca
anche la produzione artistica e la sua
fruizione.
Il Papa è molto sensibile al «genio» e
alla «creatività», parole che gli ho sentito pronunciare spesso, almeno tanto
quanto la parola «normalità» o l’aggettivo «normale». Ho l’impressione che per
lui la creatività e il genio non siano eccezioni, ma dimensioni della vita ordinaria
affrontata con energia e intensità. Sempre durante l’intervista ho voluto tentare
di comprendere meglio quali siano i
principali riferimenti artistici e letterari
di Papa Francesco. Da quel momento si è
andato costruendo l’elenco dei libri di
quella che da subito ho chiamato nella
mia mente «La biblioteca di Papa Francesco». Seguendo nell’intervista i nomi
dei suoi scrittori preferiti, e così degli artisti, registi, musicisti e direttori d’orchestra, ho compreso che non si formava un elenco di puro gusto estetico, ma si
andava definendo un vero e proprio territorio di esperienza umana. Le sue letture erano legate a visioni della realtà, alla sua stessa comprensione del mondo.
Mi sono presto reso conto di essere assorbito dai suoi riferimenti, e di avere il
desiderio di entrare nella sua vita passando anche per la porta delle sue scelte
artistiche.
«Io amo gli artisti tragici», mi ha detto. E ho compreso che la sua non è pura
attrazione per la tragedia intesa come
genere letterario, ma è desiderio di entrare dentro la condizione umana anche
per la via della rappresentazione estetica. A tal punto che egli fa sua la definizione di opera «classica» che si ricava da
Cervantes: l’opera «classica» è l’opera
che tutti in qualche modo possono sentire come propria, non quella di un
gruppetto di raffinati intenditori.
La conferma del legame che lui avverte tra opera d’arte e visione della vita l’ho
avuta proprio nel momento dell’intervista in cui Bergoglio ha sottolineato che
l’uomo col tempo cambia il modo di percepire se stesso. Per esprimere il concet-
15 maggio
22 maggio
29 maggio
PAPA FRANCESCO APRE GLI APPARTAMENTI VATICANI
Bergoglio: la creatività serve per meditare, non è uno svago
5 giugno
La via dei sentimenti
di Ethel Mannin
Robert Hugh Benson
e l’incubo orwelliano
Con Fëdor Dostoevskij
La storia di un’amicizia
Gli esercizi spirituali
all’interno della coscienza secondo Jorge Luis Borges di Ignazio di Loyola
È il 1965, ultimo anno del liceo. Il
professor Jorge Mario Bergoglio, giovane
gesuita, fa leggere in classe Tardi ti ho
amato (1948) di Ethel Mannin, scrittrice
londinese di origine irlandese,
femminista, anarchica, bisessuale. Un
romanzo di formazione che è insieme la
storia di una conversione, sul modello di
Agostino e di una frase delle Confessioni
che fa da esergo al libro: «Tardi ti ho
amato, o beltà così antica e così nuova...».
Un incubo orwelliano, la dittatura del
pensiero unico che nega la trascendenza,
la sofferenza della Chiesa. Il padrone del
mondo (1907) di Robert Hugh Benson è
un libro che papa Francesco ha
raccomandato anche in un’omelia a Santa
Marta, il 18 novembre: «Quasi come fosse
una profezia, Benson immagina cosa
accadrà. Quest’uomo si convertì poi al
cattolicesimo. Ha visto quello spirito della
mondanità che ci porta all’apostasia».
Il libro preferito dello scrittore più amato
da Bergoglio: Memorie dal sottosuolo
(1864) di Fëdor Dostoevskij. La malattia
della coscienza, anzi «qualsiasi coscienza»
come malattia, la descrizione più spietata
di quello che Francesco ha chiamato «il
sottosuolo dell’esistenza», l’infelicità e la
sofferenza radicali di chi vive «al limite»,
senza speranza: le «periferie esistenziali»
verso le quali il Papa vuole portare la sua
Chiesa, per «curare le ferite».
17 luglio
24 luglio
31 luglio
L’altro, lo stesso di Jorge Luis Borges . Ovvero
l’amore per la poesia e la storia di un’amicizia.
Bergoglio a 28 anni invitò il grande poeta a
far lezione ai suoi alunni. Era il 1964. Come
spiega José María Poirier, direttore della
rivista cattolica Criterio: «All’epoca, Borges
non godeva di grande popolarità né a sinistra
né presso la Chiesa: per gli uni era un
conservatore, per gli altri un miscredente.
Per Bergoglio era semplicemente uno
scrittore di eccezionale talento».
7 agosto
Gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola,
fondatore della Compagnia di Gesù, sono
semplicemente il fondamento della
spiritualità del primo Papa gesuita della
storia. La libertà che viene dallo Spirito, il
«discernimento», l’apertura di chi sa che
bisogna «cercare Dio in tutte le cose». E
quella frase che dice tutto: «Pensi, infatti,
ciascuno che tanto più progredirà in tutte
le cose spirituali, quanto più uscirà dal
suo proprio amore, volere e interesse».
14 agosto
Nino Costa, la nostalgia
Il mistero della conversione Una società aperta a tutti
Joseph Malègue, il cantore L’immagine archetipica
che nasce dall’emigrazione in Alessandro Manzoni
nell’epica di José Hernández della santità quotidiana
dell’Enea di Virgilio
Cento poesie di Nino Costa, la nostalgia che
«nasce dall’aver voluto, ma non aver potuto
tornare». Bergoglio, figlio di emigrati
piemontesi, sa citare i versi di Rassa
Nostrana: «Ma el pi dle volte na stagiun
perdüa/ o na frev o un malör del so mesté/ a
j’incioda ant na tumba patanüa/ spersa ant
un camp-sant foresté». (Ma il più delle volte
una stagione perduta / o una febbre o un
malanno da lavoro / li inchioda a una tomba
spoglia / persa in un cimitero straniero).
«Ho letto I promessi sposi tre volte e ce l’ho
adesso sul tavolo per rileggerlo», raccontava
Francesco in settembre a padre Spadaro.
«Alessandro Manzoni mi ha dato tanto. Mia
nonna, quand’ero bambino, mi ha
insegnato a memoria l’inizio: “Quel ramo
del lago di Como, che volge a mezzogiorno,
tra due catene non interrotte di monti...”». Il
capitolo prediletto è quello della
conversione dell’Innominato, dove si legge:
«La vita è il paragone delle parole».
Martín Fierro di José Hernández è «il»
poema epico argentino, espressione
ottocentesca di un’arte legata al popolo, la
«vocazione» di «una società dove tutti
abbiano un posto», spiegava il cardinale
Bergoglio nel 2002: «Il commerciante di
Buenos Aires come il gaucho del litorale, il
pastore del Nord come l’artigiano del
Nord-Est, l’indigeno come l’immigrato,
purché nessuno di loro voglia avere tutto
per sé, scacciando l’altro dalla terra»
«Io vedo la santità nel popolo di Dio, la sua
santità quotidiana», ha detto il Papa. «C’è
una “classe media della santità” di cui tutti
possiamo far parte, di cui parla Malègue».
L’Agostino Meridier di Joseph Malègue è il
romanzo più noto di quello che la critica
francese (un po’ generosamente, va detto)
definì il «Proust cattolico». La storia di una
conversione in piena epoca modernista:
grazie all’incontro del giovane protagonista
con un amico di università divenuto gesuita.
L’Eneide di Virgilio, la pietas, l’immagine
di Enea che fugge da Troia portando il
padre Anchise sulle spalle: «La pazienza
cristiana non è quieta o passiva»,
raccontava Bergoglio a Sergio Rubin e
Francesca Ambrogetti, nel libro El Jesuita.
«È l’immagine archetipica di Enea che,
mentre Troia brucia, si carica il padre sulle
spalle - et sublato montem genitore petivi si carica la sua storia sulle spalle e si mette
in cammino alla ricerca del futuro».
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Cultura 37
italia: 51575551575557
di Papa Francesco
Bibliografia Dall’Eneide a Don Lisander, fino al libro più amato
Si può leggere il Vangelo
anche in metropolitana
Il canone del Pastore per la vita di ogni giorno
di ALBERTO MELLONI
A
ttorno a papa Francesco c’è un consenso apparentemente illimitato. Solo piccole frange di conservatorismo estremo e pochi teologi incontentabili osano sollevare riserve
esplicite sul suo modo di essere (per dirla con una
espressione usata da don Milani) «un prete cristiano». Per tutti gli altri Francesco è il prete che vorrebbero aver incontrato, per essere cristiani migliori o
per non aver smesso di esserlo.
L’ammirazione per il Papa non è insolita. Due secoli di papolatria hanno costruito un cerimoniale rigido e superficiale, di cui Bergoglio è ben consapevole («parole, parole, parole», canticchia imitando
Mina, quando gli si dice che persone o mondi lo apprezzino). E non è anomalo che sotto lo strato vasto e
sottile di conformismo plaudente ci siano le resistenze di chi, esibendo disinvoltamente la propria
casa o il proprio egocentrismo, vuol dimostrare si
può vivere «etsi Bergoglius non daretur» (anche se
Bergoglio non ci fosse).
Chi vuol capire quest’uomo che sa annunciare il
Vangelo come Vangelo deve dunque fare uno sforzo
per cogliere i punti davvero essenziali del suo ministero: e cioè (per usare i paradigmi coniati da Dossetti per Papa Giovanni) capirne la solitudine istituzionale di cui la mutata residenza è un sintomo e non la
cura, capirne il consenso che ne influenza le decisioni, e capirne cultura – come aiuta a fare la «biblioteca» che Antonio Spadaro ha fatto affiorare nella sua
intervista dell’estate scorsa.
Francesco in realtà è l’uomo di un solo libro, il
Vangelo. Il Vangelo, come dice lui, da portare in tasca
e da leggere in metropolitana. Il Vangelo pensato come un nutrimento di tutti e per tutti. Il Vangelo sul
quale predica la mattina, lasciando che l’intarsio fra
il Vangelo del giorno e la vita dell’uditorio (lo sanno i
parlamentari italiani che sono usciti da una predica
mattutina, malmenati dalla loro coda di paglia). Vangelo che nel testamento dell’altro Francesco, quello
assisiate, ha una «forma» in dialettica con la «forma» della santa Chiesa romana, e che questo Francesco, quello latino-americano, vuol far assurgere a
metro della istituzione e della comunione.
Ma Francesco diventa l’uomo di un solo libro, attraverso i molti libri di una biografia oscurata dagli
appiccicosi stereotipi oleografici ripetuti ossessivamente. Bergoglio è il primo Papa che non ha mai detto messa prima del Vaticano II: per lui la tradizione è
quella dei secoli restituiti alla chiesa dal messale di
Paolo VI. È un prete costruito dalla pazienza formativa della Compagnia di Gesù: mentre Bergoglio diventa prete a 33 anni (Arrupe a 29 ad esempio), dunque ancor più libero dall’ansia da prestazione apo-
stolica. Bergoglio è il primo Papa che ha avuto famigliarità con la psicologia, di cui è stato professore: e
che gli ha permesso di guardare alla esperienza umana e alle sue lacerazioni con un distacco non solo spirituale. Ed ha insegnato letteratura con passione, al
punto che quando dialoga col direttore della «Civiltà
Cattolica» sa costruire un percorso nel quale ogni
tappa, ogni omissione, ogni scelta hanno un senso.
Non c’è Eric Pryzwara, il gesuita autore di un commento agli esercizi che avrebbe dovuto essere il soggetto del dottorato di Bergoglio e la cui teologia dello
scambio («admirabile commercium») è una delle
possibili vie del rinnovamento teologico, come ha
mostrato Giuseppe Ruggieri; ma ci sono gli Esercizi
di sant’Ignazio in quanto tali. Non c’è il volume sulla
Gli autori dei primi quattro libri della collana (dall’alto in senso orario): Ethel Mannin, Fëdor Dostoevskij, Jorge Luis Borges, Robert Hugh Benson
Riforma del papato di monsignor John R. Quinn, vescovo di san Francisco, che per quelle tesi pronunciate per l’unità delle chiese, subì sospetti che un lettore avido di quel pamphlet come fu Bergoglio potrebbe oggi risarcire; ma ci sono le meditazioni sulla
chiesa di De Lubac, uscite nel 1953 quando la repressione teologica seguita all’enciclica Humani generis
era avviata. Ci sono i classici della cultura umanistica
come Virgilio e Manzoni, ma anche quegli autori della letteratura argentina e della poesia, che sorprenderanno qualcuno perché non obbediscono allo stereotipo catto-vittoriano della letteratura «edificante». Come insegna da tempo Jean-Pierre Jossua la letteratura interessa il teologo non perché scrive di Dio
o dei santi, ma perché scava nell’umano e crea un incavo nel quale l’uomo del vangelo che è Bergoglio
mette il Vangelo.
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(testi a cura di GIAN GUIDO VECCHI)
12 giugno
19 giugno
26 giugno
3 luglio
10 luglio
Il potenziale della poesia Henri De Lubac, il teologo Le liriche di Hölderlin
Cercare sempre per trovare Elogio della pietà semplice
di Gerard Manley Hopkins contro la mondanità
nel ricordo della Madonna l’ideale di Sant’Agostino
Il memoriale di Pierre Favre
Un poeta gesuita dell’Ottocento, tra i fondatori
della poesia inglese moderna. La freschezza
più cara di Gerard Manley Hopkins, per dirla
con Attilio Bertolucci, è «un piccolo pacco
esplosivo ad alto potenziale». L’attenzione alla
singolarità, l’haecceitas di Duns Scoto, la
spiritualità ignaziana che lo accomuna a
Francesco. E insieme, non a caso, la persona
che ispirò Tardi ti ho amato della Mannin: il
romanzo, senza nominarlo, prende spunto
dalla vita del poeta.
21 agosto
Meditazioni sulla Chiesa di Henri De Lubac
è un’opera fondamentale del grande teologo
gesuita, tra i giganti del XX secolo,
citatissimo da Francesco. E basterebbe la
denuncia della «mondanità spirituale» che è
«il pericolo più grande della Chiesa»,
ricorda spesso il Papa: «È peggiore, dice De
Lubac, più disastrosa di quella lebbra
infame che aveva sfigurato la Sposa diletta al
tempo dei papi libertini. La mondanità
spirituale è mettere al centro se stessi».
28 agosto
«Adoro le poesie di Friedrich Hölderlin»,
ha detto Francesco. Le Odi del grande
poeta tedesco comprendono la poesia più
amata, «Alla mia veneranda nonna», che
Bergoglio usa citare in tedesco: «Mi ha
colpito anche perché ho molto amato mia
nonna Rosa», ricordava a padre Antonio
Spadaro. «E lì Hölderlin accosta sua nonna
a Maria che ha generato Gesù, che per lui è
l’amico della terra che non ha considerato
straniero nessuno».
4 settembre
«L’atteggiamento corretto è quello
agostiniano: cercare Dio per trovarlo, e
trovarlo per cercarlo sempre», dice il Papa.
Sul sacerdozio è un’espressione del genio
Agostino e insieme dispiega un modello
più che mai attuale, come raccomandava
Francesco a Santa Marta: «Sant’Agostino
dice ai cristiani: “Vai avanti, canta e
cammina!”. Con la gioia: è quello lo stile
del cristiano. Annunciare il Vangelo con
gioia. E il Signore fa tutto».
11 settembre
Memoriale di Pierre Favre, tra i primi
compagni di Ignazio di Loyola, mostra il volto
del gesuita prediletto (lo ha fatto santo) da
Francesco. Nell’intervista alla Civiltà
Cattolica, lo descriveva come un modello: «Il
dialogo con tutti, anche i più lontani e gli
avversari; la pietà semplice, una certa
ingenuità forse, la disponibilità immediata, il
suo attento discernimento interiore, il fatto di
essere uomo di grandi e forti decisioni e
insieme capace di essere così dolce, dolce...».
18 settembre
La via di Romano Guardini
pazienti e misericordiosi
Il dramma del missionario La formazione alla fede
di José Maria Pemán
del fondatore dei gesuiti
Leopoldo Marechal
Il piacere di Jorge Milia
in lotta con i mali della città per gli scritti dei giovani
L’opposizione polare di Romano Guardini
è una delle prime opere del grande teologo
italo-tedesco, precursore del Concilio che
Francesco ha ricordato fin dalla messa di
insediamento a San Giovanni in Laterano,
il 7 aprile 2013: «Dio sempre ci aspetta,
non si stanca. Gesù ci mostra questa
pazienza misericordiosa di Dio. Romano
Guardini diceva che Dio risponde alla
nostra debolezza con la sua pazienza e
questo è il motivo della nostra speranza...».
Il divino impaziente di José Maria Pemán è
un dramma che ha per protagonista san
Francesco Saverio, grande missionario
gesuita. Francesco ne parlò nella chiesa del
Gesù, a Roma, per la festa di sant’Ignazio.
L’immagine del «tramonto del gesuita», il
missionario che muore guardando la Cina:
«L’arte lo ha dipinto tante volte questo
tramonto, questo finale di Saverio. Anche la
letteratura, in quel bel pezzo di Pemán. Alla
fine, senza niente, ma davanti al Signore».
Megafòn o la guerra di Leopoldo Marechal,
l’ultimo romanzo (1970) dello scrittore
argentino, è un altro romanzo di formazione
e conversione, tema caro a Francesco,
ambientato in una Buenos Aires cupa nella
quale il protagonista — un giovane che era
stato arbitro di pugilato: il nomignolo viene
dal megafono con cui annunciava gli
incontri — lotta contro i mali della città fino
al sacrificio di sé, un epilogo che è insieme
la promessa della resurrezione.
Vale ciò che si è detto per gli Esercizi
spirituali: Il racconto del pellegrino.
Autobiografia di Ignazio di Loyola è alla
base della formazione spirituale di
Francesco. Con un dettaglio da segnalare,
per chi si è stupito del fatto che il primo
Papa gesuita decidesse di chiamarsi come il
Santo d’Assisi. È il fondatore dei gesuiti a
raccontare che proprio Francesco è stato un
suo modello: «E se anch’io facessi quel che
ha fatto San Francesco o san Domenico?».
L’età felice di Jorge Milia e autori vari, con
le prefazioni di Borges e di Bergoglio, risale
all’iniziativa del giovane professore gesuita
di letteratura che faceva esercitare i suoi
studenti nella scrittura creativa: «Alla fine
ho deciso di far leggere a Borges due
racconti scritti dai miei ragazzi. Conoscevo
la sua segretaria, che era stata la mia
professoressa di pianoforte. A Borges
piacquero moltissimo. E allora lui propose
di scrivere l’introduzione a una raccolta...».
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
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LA LOTTERIA DELLE RIFORME
SEGUE DALLA PRIMA
Certo, la minaccia di sanzioni occidentali diventava via via più concreta
man mano che la Russia procedeva nel
tentativo di smembramento dell’Ucraina. E il flusso di capitali in fuga da Mosca si era fatto sempre più consistente
con l’aggravarsi della crisi: gli oligarchi
stavano già votando col portafogli, temendo di vedere congelati i propri averi. Il Fondo Monetario Internazionale
aveva tagliato le stime di crescita per la
Russia, che quest’anno rischia di ritrovarsi in recessione per la prima volta dai
caotici anni Novanta.
Ma in realtà proprio l’inceppamento
dell’economia è stato probabilmente
uno dei motivi che ha indotto il Cremlino a rispolverare una politica estera aggressiva ed espansionista. L’impossibilità di garantire il patto sociale degli anni passati ha spinto Putin a ricompattare il consenso interno attorno a un
risorto nazionalismo: e infatti il suo tasso di approvazione ha ritrovato i ritmi
stellari dei primi tempi.
Si affaccia dunque l’altra ipotesi: che
il leader russo abbia spinto consapevol-
mente la crisi ucraina fin sull’orlo del
baratro, per poi offrire agli occidentali
una via d’uscita. Ovviamente, alle sue
condizioni.
Non c’è dubbio che in molte capitali
europee si tirerà un sospiro di sollievo
di fronte alla prospettiva di de-escalation offerta da Putin. L’idea di dover imporre pesanti sanzioni economiche risultava indigesta ai più: troppi i legami
d’affari, troppi gli interessi commerciali. I contraccolpi si sarebbero fatti sentire e la stessa fragile ripresa continentale
poteva essere messa a rischio.
Ma una cosa è certa: finché Putin resterà al Cremlino l’Ucraina non sarà mai
uno Stato sovrano, libero di scegliere un
futuro europeo. Le speranze di quanti
erano scesi in piazza a Kiev quest’inverno, sventolando le bandiere azzurre con
le dodici stelle, rimarranno nel libro dei
sogni. E il presidente russo potrà dire di
aver dettato le condizioni della futura
architettura politica del continente.
Che, per quanti ancora credono in una
certa idea di Europa, non è una prospettiva incoraggiante.
Luigi Ippolito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL MARKETING NON HA SEMPRE RAGIONE
LA CULTURA È DIVERSA DALL’EROTISMO
✒
Va bene, la cultura oggi non gode
di buona fama. Non serve a riempire i tramezzini. Per la prima volta ci sono
personaggi pubblici che si vantano di aver
letto pochissimi libri. Somiglia a una «disciplina» tra le altre. Ma non mi sembra
una buona soluzione quella di volerla rendere appetibile associandola all’eros.
L’altra sera nella trasmissione Che tempo che fa lo psicanalista
Massimo Recalcati ha dichiarato che la letteratura
«porta sempre con sé qualcosa di erotico, nel senso
che anima il desiderio di
sapere». E ha aggiunto che
compito degli insegnanti è
nientemeno che «trasformare gli oggetti del sapere
(una poesia o un teorema
matematico) in corpi erotici, che catturino il desiderio degli allievi».
Ora, il concetto di eros è certamente complesso, ambiguo, e non ho la competenza
per addentrarmi nel lessico psicanalitico,
ma davvero dove c’è desiderio (di qualsiasi
natura, verso qualsiasi oggetto), lì c’è eros?
L’eros può implicare qualcosa di drammatico, secondo una tradizione letteraria
influente nella modernità. E può anche riguardare tutto ciò che stimola i nostri sen-
si, o coincidere con la forza vitale stessa,
con una primordiale tensione a tenere
unite le cose (ed è però definizione troppo
generica). Nella vulgata, nell’uso quotidiano e nell’invadente immaginario pubblicitario, l’erotismo è associato — benché
ciò possa apparire riduttivo — al desiderio sessuale, a un desiderio possessivo,
che è cosa lievemente diversa dal desiderio di sapere. Dante aveva
condannato in gironi diversi dell’inferno l’hybris
conoscitiva (Ulisse) e l’oltranza della passione amorosa (Paolo e Francesca).
Compito primo di un educatore è distinguere bene
gli ambiti di vita e di esperienza, evitando qualsiasi
reductio ad unum livellatrice.
Una poesia accresce la vitalità, come sapeva Leopardi. Ma non è tanto un «corpo
erotico» destinato a eccitare il desiderio
di ragazzi un po’ apatici, quanto una verità
abbagliante che si potrebbe schiudere —
la cosa non è garantita — solo se ci accostiamo ad essa con la nostra capacità di attenzione e attesa.
Filippo La Porta
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CADUTA DI HOMS, CITTÀ SIMBOLO
ADESSO IL REGIME DI ASSAD È PIÙ FORTE
✒
«Chi controlla Homs controlla
la Siria». Lo proclamava due anni fa Ghassan Abdel Al, allora governatore della provincia, le sue parole accompagnate dai primi colpi di artiglieria dell’esercito. Perché il regime non ha mai
smesso di bombardare i quartieri di
quella che era stata chiamata «la capitale
della rivoluzione», le aree dove i ribelli si
erano asserragliati con le famiglie: da
Baba Amr — sotto assedio e devastata —
gli insorti si erano spostati nella Città
Vecchia. Fino alla tregua e all’accordo di
ieri.
Adesso le ruspe di Bashar Assad abbattono le barricate, la polizia scorta fuori da Homs gli autobus riempiti con gli
oppositori armati, verso il nord e il confine con la Turchia, verso le campagne
dove ancora si combatte. Per il presidente uscente e di certo rientrante è una vittoria simbolica a meno di un mese dal
voto. È anche una conquista strategica:
chi controlla Homs controlla la strada
che porta da Damasco verso il Mediterraneo, chi controlla Homs è in grado di
stabilire una fascia di sicurezza tra la capitale e le città sulla costa dove vivono in
maggioranza gli alauiti, la setta del clan
al potere minoranza nel Paese.
Così Assad si prepara a ottenere il
quarto mandato in elezioni con solo altri
due candidati. Anche per molti siriani
affamati e stremati da oltre tre anni di
conflitto il leader sembra essere diventato quel «male minore» vagheggiato dai
diplomatici occidentali. Tony Blair l’ha
ammesso: Bashar deve restare al potere
per un periodo e facilitare la transizione.
La proposta dell’ex premier britannico sembra valutare solo il tragico presente della Siria. Come se le prime proteste del marzo 2011 non fossero state pacifiche, come se la repressione degli oppositori politici non continuasse ad andare
avanti, come se i morti non fossero cresciuti fino a 150 mila, come se non ci fossero state le torture documentate e la fame-arma di guerra usata dal regime contro i civili. L’intellettuale siriano-americana Amal Hanano scrive: «Osservare il
presente per cercare una soluzione non
è solo ingenuo, è immorale».
Davide Frattini
@dafrattini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il volto sfuggente del nuovo Senato
E i cittadini sono soltanto spettatori
di MICHELE AINIS
già trafisse il dissenziente Chiti: cerca soltanto un po’ di visibilità. Da chi? Dagli elettori. Se non altro, ora abbiamo compreso il
nostro ruolo: quello dei guardoni.
Ma forse è meglio distogliere lo sguardo,
tanto non è proprio un belvedere. Per i miopi, giganteggia invece l’argomento con cui
la presidente Finocchiaro ha archiviato l’incidente: l’ordine del giorno Calderoli sarebbe al più un consiglio, una preghiera.
Dal precetto alla prece. Quanto al tormentone sull’elezione del Senato, si profila un
compromesso: decideranno le singole Regioni, ciascuna a modo suo. Avremo quindi
pattuglie di senatori eletti, nominati, premiati, sorteggiati. Dal federalismo fiscale al
separatismo elettorale.
Ci sarebbe da allarmarsi, se l’intenzione
fosse seria. Tranquilli, non lo è. Si tratta
semplicemente d’una finta, un’ammuina.
Fino alle europee, nessuno caverà un ragno
dal buco. E dopo? Se vince Grillo, perderà
l’Italicum: per Berlusconi troppo rischioso
il ballottaggio. Se vince quest’ultimo, il presidenzialismo tornerà di moda. Peccato
che ogni Costituzione rifiuti i vezzi del momento: se è una Carta a modo, non passa
mai di moda. Non a caso quella degli Usa risale al 1787, quando nel Far West giravano
gli Apache.
Ma intanto non resta che aspettare. E
magari stilare un promemoria, per quando
SEGUE DALLA PRIMA
Un voto al quadrato, dal quale sbucano
fuori due Senati: uno eletto (secondo l’ordine del giorno Calderoli), l’altro no (secondo il testo del governo). Ma se è per
questo, d’ora in avanti ci concederemo pure il lusso di due Stati: uno centralista
(quello di Renzi, che toglie competenze alle
Regioni), l’altro federalista (quello di Calderoli, che invece le incrementa). E il doppio Stato, col suo doppio Senato, timbrerà
la doppia legge: una per mano dei soli deputati (così vuole il governo), l’altra con il
voto d’ambedue le Camere (così vuole l’ordine del giorno).
Insomma, troppa grazia. Ma altresì troppa disgrazia, ad ascoltare gli improperi che
rimbombano dai fronti contrapposti. Con
Berlusconi accusato di tradimento sia da
Renzi sia da Calderoli; ma il delitto è inevitabile, se hai due mogli in casa. D’altronde
in questa pièce teatrale sono tutti bigami,
nessuno escluso. Anzi: c’è chi è diventato
trigamo, crepi l’astinenza. È il caso del Pd:
una maggioranza (con Forza Italia) sulla
legge elettorale, un’altra (con Alfano) sul
governo, una terza (ma esiste?) sulle riforme costituzionali. Il simbolo della nuova
stagione è Mario Mauro: ha votato entrambi i testi. L’uomo che vuole e disvuole. Subito infilzato dal medesimo anatema che
verrà il tempo delle decisioni. Primo: nel
testo del governo, non è tutto oro ciò che
luccica. Però non è nemmeno una patacca.
L’idea dei sindaci in Senato, per esempio:
magari sono troppi, ma l’idea non è affatto
malvagia. O i 21 senatori nominati dal capo
dello Stato: suona bislacca la nomina (un
partito del presidente, suvvia), non altrettanto i nominati. Se Palazzo Madama svolgerà un ruolo di garanzia costituzionale,
ben vengano esperienze e competenze. Basta trovare un altro criterio per selezionarle, non è così difficile.
Secondo: la legge sui partiti. E quella sulle lobby. E le primarie regolamentate. E il
nodo della rappresentanza femminile. E la
par condicio. E il conflitto d’interessi. Fino
all’altro ieri tutti questi temi sembravano
impellenti, adesso sono caduti nell’oblio.
Sarà che la nostra attenzione è instabile e
nevrotica, come quella d’un bambino. O
forse sarà che i partiti, sotto sotto, non ne
vogliono sapere. Ma la malattia del sistema
politico italiano scava nel corpaccione dei
partiti, e da lì contagia poi le istituzioni. Se
curi soltanto le seconde, ti limiti alla superficie del problema. Come il malato che si rivolga al sarto, anziché al medico condotto.
Però in questo caso serve uno specialista
patentato. Quale? Lo psichiatra.
[email protected]
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BUONE NOTIZIE
Se un’azienda del Sud vola alto nel mondo
di SEVERINO SALVEMINI
A
l comando della Blackshape Aircraft di Monopoli, la Ferrari del
cielo, ci sono due giovani imprenditori, Luciano Belviso e Angelo
Petrosillo, 61 anni in due. La
Blackshape produce aerei leggeri in fibra di
carbonio, prezzo circa 250.000 euro, con prestazioni superiori come velocità e consumo e
metà del peso dei concorrenti. Due prodotti al
mese venduti in più di 20 Paesi nel globo a vip
facoltosi e a paperoni d’Arabia e dell’Est. Fatturato che raddoppia ogni anno da tre anni.
Com’è possibile che tra Bari e Lecce, tra lo
scirocco del mare e i trulli sia nato forse
l’esempio di innovazione più straordinario del
nostro Paese? Luciano e Angelo sono amici fin
dal liceo: il primo va a Torino per laurearsi in
ingegneria spaziale al Politecnico, mentre il
secondo si indirizza verso giurisprudenza alla
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Poi
emigrano per i soliti studi specialistici (Master
of Science e Ph.D). Sembra la consueta trama
dei classici cervelli pronti per la fuga definitiva
oltre confine. Ma i due vogliono «volare alto»
e sono affezionati alla loro terra e lì si
ritrovano. Nel 2008 la Regione Puglia avvia il
programma «Bollenti spiriti» (zampino di
Vendola nel nome stralunato?), per talenti
emergenti. È un programma che non
«sistema», ma incoraggia.
I nostri eroi partecipano e ottengono 25.000
euro di prestito a fondo perduto, con cui di
fatto pagano le spese notarili e di costituzione
della Blackshape e partono con il business
plan. Missione? Disegnare, costruire e vendere
aereoplani. O meglio, prima immaginavano di
produrre oggetti di design in fibra di
carbonio, ma Luciano ricorda dai suoi studi
che vicino a Treviso abita un certo Bepi Vidor
(non sembra la sceneggiatura di un film?),
«mito dell’aeronautica» che si diverte a
progettare velivoli, e chiede a lui ispirazione.
A quel punto Vidor li convince e si passa al
business degli aerei. Nasce il Prime, con la
caratteristica esteticamente vincente di avere
i due posti di comando uno dietro all’altro,
come i Mig da caccia di Top Gun, Ray Ban a
specchio e giubbotto di pelle inclusi. Un
successo di ordini.
Ma per metterlo in produzione occorrono i
quattrini; le idee non bastano. Come dice il
proverbio, «senza lìlleri, non si làllera».
Business plan alla mano i trentenni
imprenditori girano ben 42 banche (piccole
locali e grandi nazionali), ma la risposta è
sempre la stessa: la loro azienda è ancora tutta
sulla carta e non ci sono garanzie reali.
Ricordiamoci che siamo nel pieno della crisi e
CHIARA DATTOLA
PUTIN VUOLE DETTARE LE CONDIZIONI
PER USCIRE DALLA CRISI UCRAINA
del credit crunch. Il fatto poi di essere in
Puglia e non a Cupertino di certo non aiuta.
Viene contattato Vito Pertosa, un visionario
imprenditore di Monopoli che con la sua
Mermec produce sistemi di diagnostica per
treni di misura. Pertosa ci crede e investe un
milione di euro con il fondo Angelo
Investments: a lui il controllo del 55% della
Blackshape; ai due giovani il restante 45%. E si
parte, con Pertosa che gioca il ruolo del saggio
mentore. È il 2011 ed esce dal capannone il
primo superleggero. Va in Bulgaria. Seguono
consegne in Repubblica Ceca, Belgio, Russia,
Romania, Brasile. Il distretto aerospaziale
pugliese fluidifica lo sviluppo. Lì c’è
concentrazione di know how con imprese
come Boeing (la fusoliera del Prime è simile
a quella del Dreamliner Boeing 787),
Aermacchi, Agusta, Bombardier e il capitale
umano può condividere pratiche manageriali
❜❜
Due amici di Monopoli,
un pensionato,
un industriale coraggioso,
tante idee innovative: così
nasce la Ferrari del cielo
e professionali. Le scelte organizzative sono
innovative: età media 35 anni; bilanciamento
di genere tra uomini e donne; ricerca continua
di professionalità (il 50% dell’organico è
ingegnere), attenzione al work-life balance
(orari di ingresso flessibili e spesa che arriva
in azienda dal supermercato due volte alla
settimana); contest per laureandi che vogliono
cimentarsi in progetti inesplorati; formazione
elevata sia per manager che per operai
specializzati.
Oggi, a distanza di soli 4 anni dalla
costituzione, 70 velivoli sono stati acquistati e
23 consegnati. Si punta a terminare un
velivolo ogni settimana. Nel frattempo si
estendono le certificazioni aeronautiche da
parte delle nazioni straniere. L’aereo viene
venduto come aereo sportivo, ma anche per
scopi di addestramento e da pattugliamento. I
posti di lavoro saranno a fine 2014 quasi 100. Il
piano pluriennale recita di decuplicare i ricavi
entro il 2021 e di diventare la prima azienda
aerospaziale d’Europa dopo i colossi pubblici.
La favola si è concretizzata. La morale è
implicita: non arrendersi alle difficoltà, se si
ha determinazione e passione. Certo, non tutti
devono diventare imprenditori. Lo meritano i
più coraggiosi e i più tenaci. Quelli che non
attendono necessariamente le condizioni
facilitanti. E in questi casi il successo è ancora
più appagante.
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
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Lettere al Corriere
MASSACRI DEL POPOLO ARMENO
LE RESPONSABILITÀ TURCHE OGGI
Risponde
Sergio Romano
Nella sua rubrica del 1°
maggio lei ascrive alla
Armenia posizioni agli
antipodi rispetto alla realtà
documentata. Il mio non è un
j’accuse all’onestà
intellettuale dell’autore, né
alla sua buona fede.
D’altronde il Corriere è stato
testimone eloquente del
genocidio armeno. Sui
protocolli armeno-turchi, la
visita in Armenia del
presidente turco Gul, del 6
settembre 2008 e non del
2007, fu iniziativa armena.
Dopo un anno di mediazione
elvetica, il 10 ottobre 2009, e
non 2008, a Zurigo furono
firmati due protocolli
sull’istituzione di rapporti
diplomatici e la
normalizzazione dei rapporti
bilaterali, inclusa l’apertura
da parte turca del confine con
l’Armenia. Presenti i ministri
degli esteri francese,
statunitense, russo, svizzero e
l’Alto rappresentante Ue che
chiesero alle parti (e tuttora
chiedono alla Turchia) di
ratificare i due protocolli
senza precondizioni e in tempi
ragionevoli. L’11 ottobre 2009,
Erdogan precondizionò la
ratifica dei protocolli a una
soluzione pro-azera del
conflitto del NagornoKarabach. Fu l’inizio del
siluramento dei protocolli
firmati il giorno prima.
Contrariamente a quanto
sostenuto da lei , i protocolli di
Zurigo, i cui testi sono
pubblici, non legavano la
normalizzazione dei rapporti
armeno turchi ai negoziati per
il Nagorno-Karabach, ancora
in corso sotto l’egida Osce.
Invece, le dichiarazioni di
Erdogan del 23 aprile scorso ai
discendenti degli armeni sono
state sorprendenti, anzi di un
cinismo sorprendente.
Erdogan ha parlato delle
sofferenze di tutti i sudditi
ottomani, mettendo sullo
stesso piano vittime e
carnefici. Fino a quando il
premier turco definirà il
genocidio armeno come un
mero incidente della Prima
guerra mondiale, con i bonari
commenti di alcune voci della
NAZIONI EUROPEE
Il suo riferimento alla spazzatura è perfetto. Vogliamo
davvero dare un’altra prova
della nostra incapacità di fare
fronte ai compiti e alle responsabilità di uno Stato moderno?
«Esportare» i detenuti
Caro Romano, e se oltre ad
esportare la spazzatura che
non riusciamo a smaltire in
molte parti d’Italia, si
riuscisse a far scontare la
pena ai detenuti in carceri
europee? Per esempio, i
detenuti che non ricevono
visite da nessuno o che hanno
commesso alcuni tipi di
reato. Ho letto che in Olanda
alcune prigioni rischiano di
chiudere per mancanza di
detenuti, in Svezia esistono
programmi ormai ben rodati
di reinserimento sociale dei
detenuti e quindi anche loro
hanno molte celle non
utilizzate. Se quegli Stati
fossero disponibili a questo
«outsourcing», cioè alla
esternalizzazione, si potrebbe
suggerire alla politica di
valutarne gli effetti e
studiarne pro e contro.
Giuseppe Torrisi
Firenze
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:
«Lettere al Corriere» Corriere della Sera
via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
MALI DEL PAESE
Colpe soltanto nostre
Seguendo la campagna
elettorale si ha la sensazione
che tutti i nostri mali siano
causati dalla Germania e
dall’euro. La situazione è
peggiorata dopo l’arrivo della
moneta unica esclusivamente
per colpe italiane. Se le
La tua opinione su
sonar.corriere.it
Matteo Renzi dopo gli
incidenti all’Olimpico:
le società devono
pagare per l’ordine
pubblico. È giusto?
stampa internazionale,
riuscirà nella sofisticazione
del negazionismo di Stato
turco. Io non reputo la sua
dichiarazione del 23 aprile
nient’altro che questo. Altri
reputano le dichiarazioni di
Erdogan troppo poco e troppo
tardi. Bene, il 29 aprile
Erdogan ha cinicamente
chiesto: se ci fosse stato un
genocidio, ci sarebbero ancora
degli armeni in questo Paese
(Turchia)? Che dire allora
degli ebrei in Germania o dei
tutsi in Ruanda? Dove lei
ritiene non promettente la
richiesta del presidente
armeno alla Turchia di
riconoscere il genocidio e
liberarsi dal fardello della
Storia, vorrei ricordare che
tutti gli armeni attendono
questo atto da 99 anni, ora
insieme alla società civile
turca e a quella parte di
comunità internazionale che
con atti di verità e libertà
hanno riconosciuto il
genocidio e invitato la Turchia
a seguirli.
Sargis Ghazaryan
Ambasciatore Repubblica
d’Armenia in Italia
Caro Ambasciatore,
l nodo della questione resta
quindi, per l’Armenia, il riconoscimento del genocidio. Spero che non le spiaccia
se la definizione è sempre parsa
a me e a altri osservatori o studiosi (fra cui il noto storico anglo-americano Bernard Lewis)
storicamente scorretta. È genocida la politica di un governo
che si propone la totale eliminazione di un gruppo etnicoreligioso, come accadde per le
comunità ebraiche durante il
regime nazista. Ma nel caso degli armeni la situazione mi
sembra diversa per almeno due
ragioni.
In primo luogo la spietata repressione del 1915 colpì gli armeni della Turchia orientale,
ma non fu estesa con le stesse
I
modalità alle comunità di
Istanbul e Smirne. In secondo
luogo, la definizione non tiene
conto del momento storico. La
guerra era scoppiata da pochi
mesi, l’esercito turco si era duramente scontrato con quello
russo a Tabriz. Vi erano formazioni armene fra le forze zariste
e gli insorti armeni, dopo essersi impadroniti della città di
Van, ne avevano proclamato
l’autonomia. Non è sorprendente, in tali circostanze, che
gli armeni apparissero a Mosca
come una pericolosa quinta colonna del nemico.
È molto probabile che al vertice del nazionalismo turco vi
fosse il desiderio di cogliere
l’occasione per liquidare la
questione armena una volta per
tutte; e i massacri durante la
lunga marcia della morte verso
Aleppo sono una delle pagine
più sanguinose della storia ottomana. Ma non mi sembra che
questo basti per definirli un genocidio e per attribuirne implicitamente la responsabilità
morale dei turchi di oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CONSIDERAZIONI
RIFORME
Rispettare la giustizia
Il numero dei deputati
riforme non sono ancora
state fatte la colpa non è della
Merkel; e se dopo l’euro i
prezzi sono raddoppiati, la
colpa non è stata della
Germania. La stabilità
dell’euro è una garanzia
anche per noi e il fatto che le
esportazioni tirino malgrado
l’euro sia sopravvalutato, è la
conferma che il problema
dell’Italia non è certo l’euro.
I due distinti episodi di Roma
(con i sanguinosi disordini) e
di Milano (con i graffitari che
procurano danni ingenti e per
di più aggrediscono i
controllori) ci confermano da
un lato il degrado sociale in
atto e dall’altro l’indicazione
che una giustizia non
applicata in molti casi minori
convince i facinorosi di ogni
risma ad attuare
comportamenti criminali
sempre più rilevanti.
Perché il premier insista nel
volere mantenere inalterato
il numero di deputati, con
relativi superstipendi e
privilegi, quando da almeno
20 anni sentiamo dire che
sono troppi e che
bisognerebbe dimezzarli?
Virgilio Avato
[email protected]
Vittorio Zanuso
[email protected]
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
La domanda
di oggi
Sì
Renzi ai sindacati: la
musica è cambiata,
non possono pensare
di poter bloccare tutto.
Ha ragione?
83
No
17
Ornella Cecchini
Firenze
PROMESSE ELETTORALI
Le pensioni minime
Il leader di Forza Italia ha
annunciato che se tornerà al
governo del Paese aumenterà
le pensioni al minimo a 800
-1.000 euro mensili. Se con le
promesse si continua di
questo passo, alla fine della
campagna elettorale le
pensioni al minimo
supereranno anche i 2.000
euro al mese...
Andrea Papa
Reggio Calabria
Interventi & Repliche
La tragedia dell’Ucraina
A Odessa i nazionalisti del nuovo
governo hanno dato fuoco all’edificio
dove si erano rifugiati i filorussi. Questa
è purtroppo la tragedia accaduta, ma
non raccontata. Spero che questo
crimine atroce convinca finalmente i
media a raccontare le cose come
stanno realmente. Perché non si dice
che in Ucraina un governo eletto
democraticamente (51,8%) e
riconosciuto dall’Ue, è stato deposto
con un colpo di Stato? Che il nuovo
governo di Kiev, estremista e xenofobo,
ha subito bandito la lingua russa
scatenando le reazioni nell’Est?
È come se nella Svizzera Italiana un
governo estremista filotedesco
proibisse l’Italiano, mandasse l’esercito
a Lugano e poi chiedesse di applicare
sanzioni all’Italia. Perché nell’Est, contro
i golpisti del nuovo governo, sono
terroristi e ribelli e a Maidan
sono eroi democratici? Perché
due pesi e due misure («Le due
Ucraine» di Massimo Fini —
http://www.beppegrillo.it/2014/02/
le_due_ucraine.html)? Perché su
nessun tg ho visto i manifestanti di
Maidan con pistole che sparavano
e lanciavano molotov contro i
poliziotti che prendevano fuoco
come torce (ne sono morti 20 —
http://www.youtube.com/
watch?v=0X2VqnS0E34), il pestaggio
di Pavlo Gubarev e l’aggressione al
direttore della tv ucraina Oleksandr
Panteleymonov, da parte di
deputati estremisti per costringerlo
a firmare le dimissioni (http://
zchapter.blogspot.ru/2014/03/ntku.
html)? Perché non si dice che nell’Est
manifestano contro il golpe e che
vogliono solamente votare un
referendum per uno Stato federale?
Perché nessuno condanna un governo
che manda l’esercito contro la
popolazione dell’Est, come Gheddafi in
Libia? Perché sanzioni alla Russia e non
agli Stati Uniti che appoggiano Kiev?
Perché non si dice che il nuovo governo
di Kiev il 26 aprile ha dichiarato che
tutti i giornalisti dovranno rispettare
rigorosamente la linea di informazioni
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Italians
di Beppe Severgnini
Parate americane
psicodrammi italiani
È
bello tornare in pubblico a San Francisco dopo aver parlato di americani (2002), violini e sesso delle viole
(2004), italiani a casa loro (2006), Italians a casa qui
(2008), Berlusconi a casa sua (2011). Ieri ho raccontato
come ci vediamo reciprocamente. Riassumo: come due
miopi, e la distanza è molta.
L’evento, organizzato da Baia (Business Association Italy America), era a pagamento: biglietto minimo, 25 dollari. Se state pensando «Chi è così pazzo da pagare per ascoltare un giornalista o
uno scrittore?», ditelo pure. Lo pensavo anch’io, ma mi hanno detto di star tranquillo: qui non si spaventano per un biglietto. Lo ritengono, anzi, una garanzia.
Non posso, ovviamente, riportare una conferenza in una rubrica. Vi dirò che ho raccontato come le due culture affrontano quattro grandi C: cambiamento, controllo, concorrenza, coreografia.
Vent’anni fa, quando ho scritto Un italiano in America, le cose stavano in un modo; oggi stanno in modo diverso. Siamo cambiati
noi e sono cambiati loro. Le nazioni, come i bambini, crescono a
strappi. E da allora di strappi, qui e là, ce ne sono stati parecchi.
Prendiamo la coreografia. Quella degli americani è collettiva.
Qui sono convinti che le cose importanti possano — anzi, debbano — essere spettacolari e condivise. Da una laurea (graduation) a
un nuovo presidente (inauguration), da un evento sportivo a un
Negli Usa sono intervento militare: la scenografia
considerata rassicurante,
convinti che le viene
una prova di serietà e di qualità.
cose importanti Gli americani hanno bisogno di
parte di qualcosa di gransiano condivise sentirsi
de e organizzato. Non per dovere:
per
piacere
e conforto.
e spettacolari
La coreografia italiana esiste,
ma è privata. Non crediamo alle
parate, ci annoiamo alle cerimonie (anche perché spesso sono noiose), trasformiamo una partita di calcio in uno psicodramma. Siamo però capaci di decorare la nostra vita personale come qui in
America non sanno fare. Le auto si comprano per come vestono,
non per come vanno. I titoli accademici si sventolano come bandierine. Ci sono anche aspetti positivi, nella faccenda. La cena in
famiglia, per esempio, è un rito intelligente, che consente di tenere aperte le comunicazioni.
La nostra passione per la coreografia individuale arriva a questo: il bel gesto, di cui siamo campioni indiscussi, mescola generosità e spettacolo. Mentre ci comportiamo bene, siamo in grado di
vederci e ammirarci. È una forma di auto-esibizionismo sofisticato, che non ha bisogno di pubblico: bastiamo noi. Lo stesso accade
per l’esame di coscienza. È uno spettacolare, affascinante processo
mentale in cui siamo insieme avvocati e testimoni, pubblici ministeri e giudici di noi stessi: ovviamente, ci assolviamo quasi sempre. Neppure John Grisham riuscirebbe a immaginare una trama
del genere. Noi ne inventiamo tutti i giorni. Se mettessimo la stessa intelligenza nel semplificarci la vita, spaccheremmo il mondo.
Gliel’ho detto, agli americani di San Francisco. Ma, secondo me,
lo sapevano già.
@beppesevergnini
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dell’attuale leadership del Paese, in
caso contrario saranno considerati
«supporter» dei separatisti e
perseguiti penalmente
(http://www.vesti.rudoc.html?
id=1519523)? Perché non si condanna
Matteo Renzi che incontra Arseny
Yatsenyuk primo ministro di un simile
governo e gli promette appoggio?
Perché sempre due pesi e due misure?
Perché si racconta sempre una sola
versione? Semplice, per compiacere gli
Usa. È sufficiente andare sui siti che ho
indicato o su http://en.itar-tass.com/
per leggere (chi non sa il russo può
tradurre in Google) e informarsi meglio.
Stefano Patrissi
[email protected]
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
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Spettacoli
Aveva 73 anni
Addio al regista Byford, leggenda dell’ex Jugoslavia
All’età di 73 anni è morto a Belgrado il
regista e sceneggiatore inglese Timothy John
Byford, una delle leggende dei programmi
televisivi per bambini dell’ex Jugoslavia: un
mondo magico ricco di personaggi buffi e
indimenticabili amato da tante generazioni.
La polemica Il destino del futuro sovrintendente si deciderà nel prossimo cda. Il primo cittadino di Milano ha parlato anche con Salisburgo
Scala, sanzione o esonero per il caso Pereira
Nulla di fatto dopo il faccia a faccia Franceschini-Pisapia. Il sindaco: ma ora ho le idee chiare
I
struttoria chiusa, documenti raccolti, colloqui con il ministro Dario Franceschini e con
Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival
di Salisburgo, conclusi. Gli elementi ci sono
tutti: il sindaco Giuliano Pisapia, presidente
della Fondazione Scala, è pronto a dare al cda
del teatro ogni dettaglio sul caso Pereira, la
compravendita di spettacoli avviata dal futuro
sovrintendente del Piermarini dal festival di Salisburgo (che lui stesso ancora dirige). «Ora ho
le idee più chiare, lunedì riferirò al cda», ha detto Pisapia. E a quel punto, molto probabilmente, si deciderà il destino di Pereira. Se licenziarlo in tronco o chiudere la vicenda con una sanzione.
La decisione spetta esclusivamente al cda: lo
ha confermato il ministro per i Beni culturali,
Dario Franceschini, durante un faccia a faccia di
quasi un’ora ieri mattina con il sindaco, confermando l’autonomia del Piermarini (diverso sarà
dal primo gennaio 2015,
quando entrerà in vigore la
Legge Bray e passerà al ministero il compito di decidere
sul sovrintendente). E adesso
che Pisapia ha anche sentito
— ieri in videoconferenza per
circa tre quarti d’ora — la presidente del festival austriaco,
non c’è più «scampo», lunedì
tocca sciogliere le riserve.
Prima ipotesi: licenziare il
futuro sovrintendente, lo
stesso che solo pochi mesi
orsono era stato nominato all’unanimità. Difficile, vista
l’imminenza dell’anno cruciale di Expo. E improbabile
sembra anche l’idea di «perdonare» Pereira, dandogli
però una specie di «libertà vigilata» affiancandogli un comitato di sorveglianza. Più plausibile, invece, la carta della sanzione. Il che vorrebbe dire o una decurtazione
dello stipendio o della durata dell’incarico (in
ogni caso il 31 dicembre 2014 Pereira passerà
sotto le forche caudine del nuovo cda).
Poche ore per decidere. Cgil e Uil annunciano, sempre per lunedì mattina, un presidio davanti al teatro: «Serve una soluzione rapida,
chiediamo che il cda prenda una decisione definitiva». Definitiva e drastica è anche la soluzione proposta dall’assessore regionale Cristina
Cappellini (il Pirellone versa ogni anno tre milioni alla Scala): «Nel prossimo cda — dice — la
Lombardia chiederà la sostituzione di Pereira.
Roberto Maroni ne ha parlato con Pisapia, facendo anche qualche nome. Italiano». Stessa richiesta dal consigliere comunale di FdI, Riccardo De Corato. La risposta del sindaco: «Parlano
senza avere elementi per valutare».
A. Sac.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le tappe
La vicenda
Pereira,
sovrintendente
in pectore della
Scala, si è
impegnato ad
acquistare per il
teatro milanese
quattro opere del
Festival di
Salisburgo di cui
è direttore
artistico uscente
Sul palco
Il soprano Anja
Harteros (41 anni)
nel «Don Carlo»
rappresentato al
Festival di
Salisburgo nella
stagione 2013
Il retroscena
Quei dubbi del ministero
sulle opere acquistate
La relazione
Dopo gli attacchi
ricevuti per un
eventuale
conflitto di
interessi, Pereira
ha consegnato
una relazione al
sindaco Pisapia
(foto in alto)
sollecitata dal
ministro per i
Beni culturali
Franceschini
(foto sopra)
ROMA — «Qualunque sia lunedì la decisione del Consiglio della Scala, io la rispetterò». Solo una frase, secca ma chiara. Tarda mattinata di ieri. Il ministro per i
Beni culturali, Dario Franceschini, è appena uscito dal lungo colloquio (un’ora) con
il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
Che è arrivato nella storica sede del Collegio Romano come primo cittadino di Milano e, insieme, come presidente del Consiglio di amministrazione della Scala, figure che coincidono a norma di statuto
scaligero.
La questione, si sa, è incandescente
tanto per Roma quanto per Milano. Sia
Franceschini che Pisapia sanno quanto
pesi la Scala nella prospettiva di Expo
2015. È il più prestigioso marchio culturale della Patria del Melodramma e, insieme, del mondo. Impensabile partire con
una clamorosa stonatura, per dirla in termini musicali. Proprio per questo Salvo
Nastasi, direttore generale dello Spettacolo dal vivo del ministero per i Beni culturali, aveva inviato tre settimane fa una dettagliata lettera di richiesta di chiarimenti
e di materiali sugli accordi che Alexander
Pereira, sovrintendente della Scala designato per settembre 2014, ha raggiunto
con Helga Rabl-Stadler, presidente del Festival di Salisburgo di cui Pereira è direttore artistico uscente.
Le cifre e le condizioni sono note da
tempo: Pereira, da «consulente della città
di Milano» e sovrintendente designato, si
impegna ad acquistare da Salisburgo
quattro spettacoli con un’operazione da
690 mila di euro. La mossa di Nastasi, studiata a tavolino col ministro Franceschini,
rappresenta un segnale chiarissimo: cara
Scala, rispettiamo la vostra autonomia ma
lo Stato, come socio fondatore, vuole vederci chiaro. Ci spiegate nel dettaglio come stanno le cose?
Ma se qualcuno, magari da Milano, ieri versi e quindi il riadattamento degli allesperava che sarebbe stato Franceschini a stimenti eventualmente acquistati costetogliere Pisapia da una situazione grave- rebbe altro denaro? Terzo: il Pereira desimente imbarazzante «suggerendo» con gnato sovrintendente, ma oggi solo
chiarezza la chiusura del rapporto di Pe- «consulente della città di Milano», ha un
reira con la Scala, ha sbagliato i calcoli. Il autentico potere di firma e di decisione
nella sua attuale posizione
ministro è stato netto: toccontrattuale? Quarto: riceca al Consiglio della Scala
ve percentuali sulle operaesaminare una pratica che
zioni? E ieri c’era chi a Rolo stesso Cda ha aperto dema sussurrava: non ci fosse
signando Pereira. Nei corl’autonomia e la decisione
ridoi del Collegio Romano
toccasse al ministero, Peieri si respirava aria pesanreira già sarebbe fuori.
tissima nei confronti delLa lettera di Nastasi è
l’operazione.
Tanti, dettagliati gli inancora priva di risposta. Il
ministero (socio della Fonterrogativi nel cuore deldazione, siede con i consil’amministrazione centrale
Nella bufera Alexander
glieri designati dall’ex midei beni culturali e dello
Pereira (66) futuro sonistro Lorenzo Ornaghi,
spettacolo (dove, al di là
vrintendente della Scala
Alessandro Tuzzi e Mardei luoghi comuni, lavoragherita Zambon) la attenno professionisti molto
preparati). Primo: questo carteggio tra i de dal Consiglio di lunedì. Se si dovesse
due Pereira (direttore artistico di Salisbur- votare su Pereira, i consiglieri del ministego e futuro sovrintendente scaligero) non ro chiederebbero a Roma l’indicazione di
è un evidente caso di conflitto d’interessi? voto. La risposta è già bella pronta.
Paolo Conti
Secondo: è vero o non è vero che Salisbur© RIPRODUZIONE RISERVATA
go e la Scala hanno palcoscenici molto di-
44 Spettacoli
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
In Platea
THEATRE DU SOLEIL
La ronde de nuit Del gruppo afgano
Aftaab (foto) sole in lingua dari, dal
2005 con Ariane Mnouchkine: storia
del guardiano di teatro (dal 14,
Piccolo Strehler, Milano)
7 giorni
sul palco
di CLAUDIA PROVVEDINI
Bologna In prima mondiale
Un richiamo a Levi
nell’umanità spaesata
di Andrea Molino
di ENRICO GIRARDI
Contro la violenza Una scena di «Qui non c’è perché»
I
compositori spesso lamentano la scarsa attenzione
delle istituzioni musicali nei loro confronti. Ma
non è sempre così. Sabato sera a Brescia il 40° della
strage di Piazza Loggia viene celebrato con la messa
in scena di un’opera appositamente commissionata.
E sensibilità verso il teatro musicale d’oggi dimostra
ancora una volta il Teatro Comunale di Bologna. In
questi giorni anticipa al delizioso teatro di Lugo
quella Cassandra di Michael Jarrell, dal racconto di
Christa Wolf che è ormai un classico — risale al ‘94 e
gode di ottima circolazione — e che verrà ripresa a
Bologna in autunno, dove il pubblico scoprirà
quanto sono bravi il giovane direttore Rossen Gergov
e l’attrice Anna Clementi: un’opera di notevole pregio
musicale, solo un po’ limitata dalla didascalica regiavideo di Pamela Hunter. Un titolo tutto nuovo,
intanto, è andato in scena con buon successo al
Comunale. Si tratta di Qui non c’è perché (un titolocitazione da Primo Levi) del 50enne Andrea Molino
su libretto di Giorgio van Straten. È proprio un’opera
d’oggi nel senso che si alimenta di una musica fatta
di tante cose, dall’elettronica al suono «sporco» del
mondo underground, dal canto popolare agli stilemi
«colti» più aggiornati, realizzate da un’orchestra ad
ampio organico fusa con le percussioni, i sassofoni e
le voci non impostate di Anna Linardou e David
Moss. E ha il doppio pregio, da un lato di essere
musica di forte impatto, capace di parlare a un
pubblico non preventivamente filtrato da steccati di
genere; dall’altro di collocarsi totalmente al di fuori
del grigiore dell’accademismo, che è la piaga della
musica d’arte attuale. Non mancano lungaggini né
ingenuità né influenze fin troppo marcate
dall’orizzonte di un Heiner Goebbels, ma il sapore è
quello di cosa autentica. Peccato solo che tali
materiali sonori siano al servizio di un testo a dir
poco banale. Infarcita di citazioni letterarie, Qui non
c’è perché è la generica rappresentazione di una
umanità spaesata, stordita, che scopre sulla propria
pelle l’esistenza del male e il conforto dell’esserci
comunque, a prescindere da tutto. Il coro finale ha
un sapore di «volemose bene» che stona con la
profondità degli assunti trattati. Né aiuta la regia di
Wouter Van Looy, anche in questo caso infarcita di
inserti video. Moltissimi applausi però a Molino,
anche in veste di direttore d’orchestra.
teatro e musica
DAI BALCANI
Slovensko Mladinsko E Oliver Frljic;
© RIPRODUZIONE RISERVATA
voto
7
CLASSICA Concerti per fagotto
Vivaldi, la filologia
dell’ensemble di Azzolini
Quanti progetti, proclami
ed «eventi» vengono
annunciati in pompa magna
e passano senza lasciar
tracce. Poco o niente
marketing, senza clamori,
ma con estrema serietà, la
Vivaldi Edition prosegue
invece il suo lungo cammino di pubblicazione
dello sterminato, meraviglioso patrimonio
musicale vivaldiano. E così, con cadenza
regolare, escono da oltre 10 anni questi cd
bellissimi targati Naïve: opere, musica sacra,
concerti di uno dei massimi geni della cultura
italiana, eseguiti da ensemble eccellenti che
sanno cos’è la filologia ma non ne abusano. Tra le
ultime uscite si segnala questo splendido volume
di «Concerti per fagotto» — il terzo, perché Vivaldi
ne compose 39 per questo strumento! — suonati
divinamente da Sergio Azzolini con l’ensemble
L’aura Soave di Cremona. (E. Gir.)
dischi
1111111111
voto
8
INVENTORE DELLA LAMBRETTA
Il colore è una variabile dell’infinito
Diceva il nonno di Roberta Torre, la
regista del varietà con Paolo Rossi
(dal 13, dell’Arte, Milano)
Le sorelle Macaluso Nella nuova regia di Emma Dante, una simbolica danza della rinascita
Sette sorelle e una storia dolorosa
di FRANCO CORDELLI
P
rima che cominci lo spettacolo
(ora al Piccolo di Milano) incontro Laura Bocci, una germanista
di valore e recente autrice del romanzo La Seconda India (Manni Editore).
Le dico che nei confronti di Emma
Dante sono prevenuto. Lei, militante
da sempre, mi accusa di antifemminismo. No, ho tutt’altre ragioni. Le elenco.
In un’intervista rilasciata quando
divenne autore di riferimento del
Biondo di Palermo Emma Dante disse
che per dare un segno di discontinuità
non si sarebbe messo in cartellone Pirandello, ma …. un testo suo, di lei.
Secondo motivo di prevenzione: il diffuso fanatismo a suo favore. Mentre al
Palladium di Roma era in scena un
Pinter di Peter Stein, si poteva vedere
una lunga fila per lo spettacolo a venire, Le sorelle Macaluso di Emma Dante. Terzo: questa autrice palermitana,
di indubbio valore, ritiene che essere
regista di teatro, di teatro lirico e di cinema sia la stessa cosa. Passi per il teatro lirico, dove non esistono (mi sembra) registi memorabili, a prescindere
dalla loro attività nel teatro di prosa. Il
cinema no, il cinema è un’altra cosa.
Quarto e più intrinseco motivo di prevenzione: Emma Dante tende a ripetersi, è già nella maniera di se stessa.
Quinto e ultimo: non mi piacciono gli
scrittori dialettali, ancor meno gli autori che del dialetto abusano. I dialetti
non li capisco. Aggiungo un argomento meno personale: credo che l’italiano, lingua in via di estinzione, vada
protetto, sforziamoci di scrivere, di
parlare e d’intenderci in italiano.
E veniamo a Le sorelle Macaluso.
Un’attrice, o danzatrice, di nero vestita, esce dal buio, volteggia. La seguono le sorelle, o persone che tali presumiamo. Anch’esse sono cinte di nero,
probabilmente in lutto. Avanzano in
formazione, come un drappello di
guerra, hanno scudi e spade, nello stile dei Pupi. Poi depongono le armi, si
schierano, evocano. Non distinguo ciò
che dall’una o dall’altra viene detto.
Ma pazienza, andiamo avanti. Le ragazze si tolgono i vecchi panni, s’intravvedono abiti colorati, quasi chiassosi. Parlano, ridono, fischiano, il
vocìo dialettale è così veloce che non
si può seguire.
È però eloquente la scena che segue: sono in costume, sono in riva al
mare, poi in mare. Giocano tra loro:
chi resisterà sott’acqua più a lungo?
Una delle sette sorelle abusa di sé,
muore e retrocede. Retrocede nel bu-
Al femminile Una scena di «Le sorelle Macaluso», nuova regia di Emma Dante, in scena fino al 18 maggio al Piccolo di Milano
io, ma resta con il suo colore (celeste),
mentre le altre si rivestono — di nero,
ancora e sempre.
Seguono nuove scene dello stesso
genere, uguali ad altre di Emma Dante, del suo precedente teatro, sempre
alla famiglia (siciliana) dedicato. C’è
un bambino, indossa la maglia (celeste) del Napoli, la maglia di Maradona.
L’ha ottenuta, ma è morto (giocando).
Retrocede nel buio anche il bambino,
figlio d’una delle sorelle, mentre
un’altra rinfaccia (in italiano) che la
madre del bambino «se ne stava stravaccata sul divano a guardare la televisione». Infine appaiono i genitori, ancora giovani. La madre è morta, senza
dubbio. Ma qui, in questo teatro, nessuno muore mai. Segue una bella scena. La madre corre verso il padre, gli si
attacca al collo, lui gira su se stesso, i
due volteggiano all’infinito. Volteggiano e, va da sé, procedono all’indietro.
Sono sempre vivi, ma sono morti.
Per Emma Dante è solo questione di
spazio, di dove si è. La madre, assennata, proclama: «Vi dovete voler bene,
cantare, ballare, e ogni tanto darvi un
po’ di rossetto». Lei stessa o un’altra,
non ricordo, sigilla questo luttuoso
ma allegro movimento (questo scialo
di kitsch raffinato) con un carnale,
languido, eterno passo di danza.
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1111
111111r
voto
6,5
Trilogia dell’attesa Rigorosa prova teatrale di un gruppo di artiste romane
I giovani-adulti di oggi, incapaci di crescere
di MAGDA POLI
P
ersonaggi paradossali e colorati,
bambini vecchi e vecchi bambini
costretti in spazi e percorsi obbligati
nello scorrere di una vita che è attesa,
beckettianamente intesa, sviluppano
tra ironico, onirico e arcaico, un gioco
sontuosamente grottesco, ben orchestrato, che si srotola tra iterazioni e
simboli.
Con bella attenzione al gesto e all’immagine il gruppo Lafabbrica, con
l’inventiva regista Fabiana Iacozzilli,
ha vinto il «playFestival» dedicato alle
compagnie under 35, organizzato dal
Atir di Serena Sinigallia e il Piccolo Teatro. Il premio? Tre giorni al Piccolo.
Un’importante vetrina che i giovani valenti attori, Elisa Bongiovanni, Giada
Parlanti, Simone Barraco, Matteo Lati-
JAZZ The Rite Of Spring
Onirico Una scena di «Trilogia dell’attesa»
no, Ramona Nardò, Francesco Zecca e
Marta Meneghetti, hanno ben allestito
con la Trilogia dell’attesa (al Vascello
di Roma) che unisce tre spettacoli
Aspettando Nil, Quando saremo grandi e Hansel e Gretel. Il giorno dopo.
Nel primo, ferocemente beckettiano, una madre, in carrozzella, e una figlia costrette in percorsi segnati, pas-
ROCK Corazòn
sano la loro esistenza stordendola con
l’abitudine di gesti e sentimenti,
aspettando Nil, l’uomo, nessuno, o la
fine. Il secondo, dove tre vecchi-bambini attendono la mamma, si avvita un
po’ su se stesso narrando il già detto,
mentre il terzo è un’originale e divertente rilettura della favola dei Grimm.
Una buona prova, cui occorrerebbe
più drammaturgia per meglio centrare sempre cosa si vuol raccontare, e
che brilla per senso dell’umorismo e
per un’espressività decisa che con intelligenza riflette la difficoltà, quasi
l’impossibilità oggi per i giovani di
crescere e diventare autonomi, e la vacuità dei riti quotidiani che danno, tra
farsa e tragedia, l’illusione di esistere.
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voto
7
ELECTRO-POP I Never Learn
I Bad Plus rifanno
La chitarra di Santana
Atmosfere malinconiche
uno scintillante Stravinsky regala una festa in musica per la svedese Lykke Li
«The Rite Of Spring» del trio jazz
The Bad Plus, pubblicato dalla
Sony Masterworks, potrebbe
creare uno scompiglio analogo
a quello causato da Uri Caine
con le sue «Goldberg Variations»
nel 2000: proprio l’anno
in cui i Bad Plus nascevano.
Ethan Iverson al piano, Reid Anderson al
contrabbasso e David King alla batteria
interpretano il centenario capolavoro di Stravinsky
riarrangiandolo per il proprio organico: non usano,
cioè, i temi della «Sagra della primavera» per
improvvisarne varianti secondo la tradizione
jazzistica, ma percorrono nei dettagli l’intero impianto
dell’opera ispirandosi creativamente alle sue mille
evocazioni melodiche, armoniche, ritmiche. In questa
impresa superba, elaborata nel corso di un lungo
periodo e già applaudita dal vivo, il gruppo si mette in
gioco con risultati alterni, ma sempre degni di
attenzione. (Claudio Sessa)
Album numero 37 per Carlos
Santana. «Corazòn» (Sony Music)
è la versione in studio del concerto
trasmesso dall’emittente HBO. Ed
esplora con modernità le sonorità
appartenenti al mondo latinoamericano: salsa, rumba, bachata e
cumbia vengono contaminati da
pop, rock, folk e reggae. «Saideira» è una festa in musica.
«Oye 2014» è una rilettura hip-hop della storica «Oye
Como Va», mentre «Iron, Lion, Zion» di Bob Marley vede il
figlio Ziggy alle prese con i rapper colombiani
ChocQuibTown. La cover di Jarabe De Palo de «La Flaca»
continua dopo 18 anni a sorprendere, in questa versione
arricchita da una chitarra «impazzita». «Una Noche en
Napoles» dei Pink Martini viene rivisitata in stile flamenco
con la cantante messicana Lila Downs mentre in «Yo Soy
La Luz» suonano Wayne Shorter e Cindy Blackman, la
moglie di Santana, alla batteria. Disco dal punto di vista
tecnico suonato ottimamente e che dona al leggendario
chitarrista nuova vitalità. (Mario Luzzatto Fegiz)
Dimenticatevi «I Follow Rivers».
Non che sia cambiata Lykke Li. È
che quella «I Follow Rivers», quella
che ci ha martellato l’anno scorso
(1,2 milioni di download) era un
remix da club fatto dal dj belga The
Magician. La versione originale era
più eterea e sospesa. È quello il
mondo della cantautrice svedese. Nelle nove canzoni di
«I Never Learn» (LL/ Atlantic/ Warner) riecco il dolore
per una storia d’amore finita male (e non è la prima per
lei). C’è qualcosa di malinconico e sofferto nella voce
(spesso filtrata) della svedese. Perfetto compagno delle
atmosfere sospese, quasi philspectoriane, che ci mettono
dal punto di vista di chi guarda un temporale avvicinarsi
più che da quello di chi sta al centro della tempesta. A
volte per scavare nei sentimenti bastano voce e chitarra
acustica come in «Never Learn» e «Love Me Like I’m Not
Made of Stone». «No Rest for the Wicked» vive dei
contrasti fra un pianoforte accennato e strati di altri
suoni. «Silver Line» è pura melodia. (Andrea Laffranchi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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1111111111
Balanescu e Manole in Gogol; Kamerni
T. 55 con la Karanovic e Bravo; (10,
15, 17, Fabbrica Europa, FI)
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voto
8 1111111111
voto
8 1111111r
111
voto
7,5
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
LE RIVOLUZIONI JAZZ
Sun Ra Arkestra Uri Caine, Han
Bennink, Michael Formanek, Tim
Berne, Rob Mazurek, Hamid Drake,
Chick Corea Napoleon Maddox, Mary
Halvorson (dal 9, Olimpico, Vicenza)
cinema
OPENING GALA
Zubin Mehta E Orchestra del Maggio:
2
W
VIOLETTA BACKSTAGE
PASS
di Matthew
Amos
842.092
Classifica
Cinetel relativa
all’ultimo
weekend
LEGENDA
in discesaU in salitaW
novità N stabile =
EMILIANO PELLISARI
Comics Ispirato a fumetti e cartoons,
Physical theatre a tempo di jazz,
danzatori acrobati della NoGravity
Dance Company (fino all’11, Olimpico,
Roma)
Otello e Tosca, Valse di Ravel, After the
Rain di Arvo Pärt danza Alessandra
Ferri (10, Opera di Firenze)
PARMADANZA
Sylvie Guillem e Russel Maliphant Le
stelle dell’Opéra di Parigi in Push e
con Eleonora Abbagnato nel gala (9;
12-13, Regio di Parma)
La fine dell’innocenza
in un giallo scontato
Un thriller-horror, un
giallo basato sulla storia
di tre bambini assassinati
nel Tennessee e di cui furono incolpati tre bestie di
Satana finché, 18 anni dopo, un procuratore riapre
il caso. Egoyan, su un tasto
che gli è caro, la morte dell’innocenza, riapre
anch’egli il caso per insistere sulla rincorsa del
pregiudizio ma senza concedere un’emozione.
Tutto automatico: la Whiterspoon piange, Firth elegantemente pensa ad altro. (m. po.)
voto
6
The German Doctor
Gli esperimenti criminali
del nazista Mengele
Le colpe dei padri ricadono sulle figlie: Lucia
Puenzo, ispirata dal suo romanzo, racconta del nazi
dr. Mengele che sotto mentite spoglie vorrebbe, nascosto nel 60 in Argentina,
prendersi eugeneticamente cura di una ragazzina minuta, finché arrivano
i nostri del Mossad. Non si tratta di stabilire colpe, trattasi di criminali mostri: il film è nobile,
ha come punto di vista quello di una bambina
alle prese con la banalità del Male. (m. po.)
1111
111111r
MUSICHE DEI LITFIBA
Eneide di Krypton Torna dopo 30
anni lo spettacolo cult (foto): parole di
Virgilio, musicisti come macchinesuono, scenari digitali (dal 9, Teatro
Studio, Scandicci FI)
RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE
Agamennone E Coefore/Eumenidi di
Eschilo. Regie L.De Fusco, D. Salvo.
Aristofane, Vespe, regia M.Avogadro.
Marina Coninx dirige il film sulla vita del musicista, autore della celebre hit
Devil’s knot - Fino a prova contraria
Box
office
1
= 1111111111
THE AMAZING
SPIDER-MAN 2
di Marc Webb
1.962.036
Spettacoli 45
italia: 51575551575557
voto
6,5
Il suono della fisarmonica
porta Rocco in cima al mondo
di MAURIZIO PORRO
F
ilm semplice, dai sapori antichi e
genuini tipo Mulino Bianco, Marina è la storia di un hit dei primi
juke box, scritta nel ‘59 da Rocco Granata, figlio di un italiano emigrato in
Belgio a lavorare in miniera. Mentre il
papà scende nelle viscere della terra
(la tragedia scoppia a Marcinelle) il
primogenito asciuga con le fisarmoniche i risparmi di famiglia, ma alla fine
sarà ricompensato. Un grande successo discografico distribuito self made
(«mi sono innamorato di Marina, una
ragazza bruna ma carina…») e finalmente acchiappa anche la biondina
del cuore, figlia di un droghiere piccolo borghese che disprezza gli italiani.
È il racconto di una doppia delusione
pubblica e privata del padre per il figlio, fino alla finale riappacificazione
via etere, e per il paese che lo tradisce
dopo aver versato lacrime e sangue.
Schema tradizionale, neo realismo
e melò, Dardenne (che sono produttori) ma senza troppi spigoli né silenzi,
buoni sentimenti, famiglie in cucina
con menù da Matarazzo e Germi, sindacalismo da Compagni di Monicelli.
Ma l’autore, il belga Stijn Coninx (Suor
Sorriso, 2009) conosce le regole del
gioco, mescola gli elementi e prende
la rincorsa per produrre gli anticorpi
Scene costumi di Pomodoro (dal 9,
Teatro Greco, Siracusa)
BAROCCO
Rebel et Rameau Ensemble Les
Surprises diretto da B.de Camboulas
al cembalo; Jommelli, Requiem (9, 29,
Collegio Ghislieri, Pavia)
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Lovelace
Biografia senza sorprese
con una brava Seyfried
Diretto da Epstein e
Friedman, che con L’urlo
hanno firmato il più bel
film beat, il bio movie sulla
pornostar Linda Lovelace,
peccatrice redenta con la
sua gola profonda, segue
senza sorprese la biografia: iper cattolica l’educazione, compagno manesco, la luce rossa come liberazione. Tutto come si immagina, senza inventiva, a parte la brava Seyfried, il violento Sarsgaard, Stone irriconoscibile e un cameo di James Franco. (m. po.)
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voto
The English Teacher
Incroci sentimentali
da serie tv per ragazzi
Successo L’attore belga Matteo Simoni, 26 anni, nei panni di Rocco Granata
necessari ad apprezzare i sani principi
e odiare le condizioni di lavoro e il razzismo strisciante (il ‘59 non a caso è
anche l’anno dei Magliari di Rosi, les
italiens in Germania). Non c’è il solito
esborso di nostalgia vintage, ma il clima dell’epoca è tracciato nel percorso
visibile e invisibile, negli scatti e negli
umori di questo Rocco senza fratelli
che dalla provincia di Cosenza raggiunge papà a Genk, dove la baldanza
giovanile e il suono della fisarmonica
lo portano in cima al mondo (c’è un
cameo anche del vero oggi 75enne
Granata).
Il jolly del film, oltre alle vibrazioni
affettive di Luigi Lo Cascio e Donatella
Finocchiaro, sta nella sorpresa Matteo
Simoni, protagonista perfetto, scugnizzo di seconda generazione, che ha
fatto un training autogeno da Actor’s
Studio sempre con grande ed espressiva misura.
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voto
Single, in procinto di invecchiare, la prof. Sinclair
viene travolta dalla recita
scolastica e dall’amore per
un ex allievo scrittore maledetto alla cui piéce un
preside ebete vuole aggiungere l’happy end, come se Aspettando Godot finisse con una spaghettata. L’incrocio sentimentale paga pegno a
High school senza musical e ricorda History
boys; la regia di Zisk è prevedibile oltre le empatie della Moore, Kinnear e Angarano. (m. po.)
7 1111111111
voto
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5
46
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Eventi
UNA MOSTRA
NEL VICENTINO
La guida Dal 9 maggio al 27 luglio, presso gli spazi della Fondazione
Bisazza per il Design e l’Architettura Contemporanea a Montecchio
(Vicenza), la mostra «Candida Höfer. Immagini di architettura», una
selezione di scatti della fotografa tedesca. La collezione permanente
della Fondazione è fatta di opere di artisti e designer come Mendini,
Sottsass, Urquiola, Chia e altri. Un’altra area è dedicata ad accogliere
mostre itineranti e installazioni. Informazioni: fondazionebisazza.it
L’appuntamento
La Fondazione
Bisazza, a
Montecchio
Maggiore, dedica
una personale alla
rigorosa fotografa
tedesca che rivela
l’anima segreta
degli ambienti
con immagini
extralarge
Spirito tedesco
Candida Höfer fotografata
nella Leme Gallery a San
Paolo. Nata a Colonia nel
1944, nel 2003 ha
rappresentato la Germania alla
Biennale di Venezia (Corbis)
P
Io e l’architettura
er nulla accecata dalla luce,
Candida Höfer affresca con la
macchina fotografica. In un
equilibrio quasi surreale,
mette a fuoco grandi edifici, cercandone l’anima nascosta, dopo aver
eliminato l’elemento umano, per
evitare distrazioni ma anche per timidezza. Da giovane diventò famosa immortalando i volti degli immigrati turchi di Amburgo, gente di
strada a Liverpool. «Facevo fatica:
dipendeva dalla mia difficoltà a entrare nella privacy della gente. Così
ho cominciato a fotografare luoghi
privati e pubblici. In un certo senso
è come se le persone ci siano, dato
che li abitano e io cerco di spiegare il
loro carattere, il significato che hanno per loro» racconta la fotografa
tedesca. Da domani «Candida Höfer
Immagini di architettura» sarà
esposta negli spazi della Fondazione Bisazza. Una grande novità per la
struttura che ospita la prima mostra
fotografica, una selezione di architetture classiche e contemporanee.
Höfer torna così in Italia, un paese che ama e che spesso ha centrato
con il suo obiettivo. «Napoli, Bologna, Roma, posti carichi di storia,
per il lavoro che faccio è il posto ideale». Nel 2003 alla Biennale di Venezia rappresentò la Germania. «Un
privilegio essere stata lì, ma nel mio
lavoro non credo nei picchi, piuttosto nella forza della continuità. Meglio offrire più punti di vista allo
spettatore piuttosto che realizzare
un capolavoro isolato. Il mio miglior lavoro sarà sempre l’ultimo
scattato». Musei, teatri, stazioni
della metropolitana, sale d’attesa,
anche banche («quelle di una volta,
affascinanti come biblioteche»).
Ogni didascalia è superflua: le immagini raccontano ogni frammento
del loro puzzle di colori, ingrandendo la grande bellezza di un certo
passato. «Scelgo spazi pubblici silenziosi, prima che vengano invasi
Candida Höfer, l’entomologa degli spazi vuoti
«Tolgo la gente per capire meglio dove abitiamo»
La poetica
❜❜
Le vite degli altri
Da giovane ritraevo i
volti degli immigrati
turchi ma facevo fatica
a entrare nella privacy
❜❜
Nomadismo d’arte
Bologna, Roma: sono
luoghi carichi di storia.
L’Italia è il posto ideale
per il lavoro che faccio
❜❜
Le atmosfere
Gli ambienti parlano di
luce: li immortalo nel
chiarore in cui li trovo,
naturale o artificiale
Affreschi Biblioteca dei Girolamini
Napoli , 2009 ©Candida Höfer,
Köln; VG Bild-Kunst, Bonn 2014
dalla gente: quando possono raccontare molto sulle persone che li
vivono o li hanno vissuti. Immortalo gli spazi nella luce stessa in cui li
trovo, naturale o artificiale che sia».
Höfer ha 70 anni e una vita filtrata
dall’obiettivo che l’ha resa unica al
mondo. Figlia di un giornalista e di
una ballerina («la danza, il mio secondo grande amore»), risiede a
Colonia, ma vive viaggiando nonostante sia molto pigra e non abbia
mai preso la patente di guida. Grande esploratrice inizia la caccia ai
suoi paesaggi leggendo: libri, ma
anche Internet. «Per fortuna ho anche tanti amici che mi segnalano
spazi interessanti da visitare». L’artista deve molto all’Accademia delle
Belle Arti di Düsseldorf dove è cre-
sciuta rubando i segreti della fotografia da Bernd e Hilla Becher. La loro lezione: un’immagine perfetta,
seriale, meccanica che diventa arte.
Gli esordi nel ’68, per alcuni giornali tedeschi, da assistente di Werner Bokelberg, fotografo di moda
che immortalò personaggi come Picasso e Andy Warhol. La scelta di
formati extralarge per rendere de-
vastante il potere degli spazi raccontati, spingendo al massimo la
forza della luce naturale, spesso
senza ricorrere nemmeno al ritocchino in post produzione. «Nel
tempo ho elaborato le mie convenzioni, con il digitale è più facile controllare i colori, prima per trovare
l’equilibrio giusto era necessario
più tempo. Fotografia poi non è sinonimo di autenticità: il rischio che
si corre oggi è che qualcuno abusi
delle possibilità tecnologiche». A
volte basta saper cogliere la luce
giusta. «Lavoro molto d’autunno e
in primavera, l’inverno invece lo temo per via delle eterne mattinate
buie». Nel suo lavoro tutto è precisione, perfezione. Quasi spiazzante
nell’epoca in cui tutti rinascono fotografi scattando con smartphone e
tablet ogni frammento di quotidiano. «Capiremo fra qualche hanno se
questa sarà stata un’opportunità
ben sfruttata. Il rischio è di perdere
la capacità di selezionare, ma penso
sia comunque un modo di arricchire il nostro mondo visivo».
Ammette che è una grande soddisfazione quando qualcuno nota in
una sua opera un dettaglio che a lei
sfuggito. «Capita che qualcuno mi
ringrazi per aver capito guardando
una mia foto uno spazio dove magari ha lavorato per una vita». La valigia è sempre pronta. «Ci sono tanti
angoli della Germania che non ho
mai visitato, forse perché erano
troppo vicini a casa. Mi piacerebbe
soprattutto scoprire l’Oriente, penso alla Cina, dove il concetto di
grandezza è sempre più relativo».
Lei vive invece in un normale appartamento modernista, con sfumature di minimalismo orientale. E
non ha nemmeno una foto sul comodino. «Nella mia camera da letto
c’è solo un disegno di un amico, un
piccolo e delicato fiore».
Stefano Landi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Eventi 47
italia: 51575551575557
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l’«app»
Eventi
Informazione, approfondimenti,
gallery fotografiche e la mappa degli
appuntamenti più importanti in Italia.
È disponibile sull’App Store
di Apple la nuova applicazione
culturale del «Corriere della
Sera Eventi».
È gratis per 7 giorni.
La collezione
Santuari di cultura
Da sinistra, l’Istituto
Otero Pedrayo Ourense II
(2010 ©Candida Höfer,
Köln); Real Gabinete
Português de Leitura
Rio de Janeiro IV (2005
©Candida Höfer)
Linguaggi Per Ruskin la camera oscura era necessaria alla documentazione, Basilico la usò come metafora della modernità
Catturare l’anima di un edificio
Il sogno che iniziò nell’Ottocento
Così l’obiettivo ha sostituito la pittura. Con la poesia del reale
N
el 1851 Gustave Courbet aveva da poco dato l’ultima
pennellata al monumentale
Funerale a Ornans; se ne andava il pittore della luce liquida, William Turner e, a Roma, un architetto
sperimentava una forma di pittura
più autentica per rappresentare archi,
cupole, colonne: la fotografia. L’architetto era il francese Alfred-Nicolas
Normand, tra i pionieri di una drammaturgia per immagini giunta fino a
noi anche con gli scatti di Candida
Höfer: la fotografia d’architettura.
Normand aveva cominciato con gli
acquerelli (alcuni suoi studi di Pompei sono al d’Orsay) ma in quell’anno
cruciale, mentre a Londra si apriva la
prima grande Esposizione universale
e in Francia un colpo di Stato riportava il pragmatico Luigi Bonaparte sul
trono imperiale, la realtà invadeva la
realtà stessa, in un impellente bisogno di verità. Il realismo di Courbet,
la pastosità cruda sulle tele di Manet
qualche anno dopo, il successivo
«sono l’Impero alla fine della decadenza» di Verlaine: la bellezza chiedeva autenticità. La fotografia diventava bisogno di documentazione, sì,
ma anche scandaglio nei segreti architettonici. Non a caso, la prima immagine fotografica della storia è stata
quella di uno spazio architettonico: il
cortile della Maison du Gras, la dimo-
Come sculture
A sinistra, il Flatiron Building
di New York
(1902) in
una foto degli
anni Trenta
dell’americana
Berenice Abbott
ra di famiglia del ricercatore Nicéphore Niépce a vicino Chalon-surSaône (1827).
La realtà non era bastata più neanche al grande critico d’arte John Ruskin: nel 1845 acquistava per la prima
volta dagherrotipi (venti lastre da un
«francese», come ricorda Giovanni
Fanelli nel suo Storia della fotografia
d’architettura, Laterza), convinto che
la critica dell’architettura dovesse
partire dall’osservazione diretta del
Fuori fuoco
Uno scatto del
giapponese Hiroshi Sugimoto
a Villa Savoye,
opera di Le Corbusier (1931)
reale. Per Viollet-le Duc (1814-1879)
la fotografia era parte essenziale nella
documentazione di edifici e piazze.
Poi arrivò il Novecento. La fotografia divenne integrazione del progetto,
sua critica implicita e insieme memoria. Le immagini in bianco e nero
del Bauhaus, un po’ incerte, ci parlano di un secolo impopolare ma coraggioso; tutto il Movimento moderno, per dirla con il critico Reyner
Banham, si è basato «sull’evidenza
fotografica»: per la prima volta la discussione muoveva dagli scatti più
che dall’esperienza sul posto. Frank
Lloyd Wright si divertiva a spostare i
mobili del suo studio-casa e a fotografarne le diverse disposizioni, per
poi commentare, con i suoi collaboratori, il rapporto spazio/oggetti.
Piano piano, quasi seguendo lo
spirito di un’arte figurativa sempre
più libera dalle convenzioni, anche i
fotografi cominciarono a «interpretare» i monumenti, a iniettare loro una
poesia eterotrofa. Guardiamo le immagini anni Trenta del Flatiron Building di New York, realizzate dall’americana Berenice Abbott: l’edificio somiglia a una scultura dilatata.
Tecniche sempre più raffinate, negli
anni: il carpigiano Olivo Barbieri
(1954) ha messo a punto il metodo
del «fuoco selettivo», con il quale
può fotografare paesaggi metropolitani e edifici dall’alto, creando una
sorta di plastico realista.
Interpretazione e documentazione. Gabriele Basilico, architetto di
formazione e fotografo per scelta, diceva: «Lo spazio urbano, sottoposto a
una trasformazione accelerata nel
tempo senza precedenti, si presenta
come una vera e propria metafora
della società». E come leggere altrimenti gli scatti di Hiroshi Sugimoto
(in mostra a Venezia, a Palazzetto Tito)? Il suo obiettivo sfuma i contorni
degli edifici di Le Corbusier o di Mies
van der Rohe con un unico, forte,
messaggio: scordiamoci tempo e
spazio. La Tour Eiffel come la Firenze
primo novecentesca degli Alinari: in
una macchina fotografica, ogni luogo
trova la sua dimensione interiore.
di CRISTIANO SEGANFREDDO
«I
l grande collezionista originariamente è colpito dalla confusione, dalla frammentarietà in cui
versano le cose di questo mondo».
Walter Benjamin sicuramente non
vedeva nelle sue parole l’ammasso di
cartelli stradali all’uscita di Montecchio Maggiore, provincia di Vicenza.
In quella frammentarietà di Snc e Srl,
su una rotonda non palladiana, spesso nascono visioni culturali che superano gli obblighi di bilancio, di
rappresentazione o di mecenatismo.
Ecco, nella dislessia cromatica di
cartelli il bianco della Fondazione Bisazza. Non è un caso isolato, per
quanto straordinario. Spuntano improvvisi infatti tra capannoni e statali anonime indicazioni dove la cultura di certo non te l’aspetti. Che ci fa
una fondazione o un museo tra industrie metalmeccaniche, tessili, officine o industrie farmaceutiche? Lontana dai centri storici, immersa tra
scorci grigi e file di autotreni? Paesini
della provincia italiana, fuori dai
flussi turistici e culturali, riservano
non solo chiesette rinascimentali o
borghi inaspettati ma anche luoghi
di produzione culturale. Una dimensione che allea il mondo dell’industria con la cultura, se mai questi due
termini fossero disgiunti. Alla geografia, evidente e intuitiva, rappresentata da capitali e città maggiori,
così come da fondazioni bancarie
importanti o multinazionali, si può
sovrapporre una articolata serie di
esperienze profondamente locali ma
non per questo meno significative ed
internazionali. Collezioni e passioni
partite spesso quasi per caso, in mo-
❜❜
Gli esempi
Da Zegna a Furla, Illy e
Max Mara: collezioni e
fondazioni superano
le passioni dei fondatori
dellarte di Michelangelo Pistoletto,
che tra i primi ha insistito sul ruolo
da ritrovare nell’industria attraverso
la cultura. E così a Bologna la Fondazione Golinelli per scienza e arte, e
Furla per i giovani artisti italiani. Illy
a Trieste tra arte e impegno sociale fino al laboratorio della Fondazione
Casoli/Elica o alle prove artistiche
Energia Dall’alto, un’opera di Mario Merz, Collezione Maramotti.
Sotto, la Cittadellarte di Pistoletto
a monumentale e
coloratissima poltrona
«Proust» (2005) di
Alessandro Mendini
potrebbe riassumere
lo spirito della collezione
Bisazza, la piccola ma
ricchissima e colta realtà di
Montecchio, provincia di
Vicenza: il presente come
reinvenzione continua e
fantasiosa del passato.
Il progetto culturale della
Fondazione Bisazza per il
Design e l’Architettura
Contemporanea (che nasce
da un’azienda leader nella
produzione del mosaico di
vetro) accosta una ricca
collezione permanente a
spazi (sempre più ampi)
dedicati invece alle novità,
dalle mostre come quella di
Candida Höfer che si apre
domani, alle installazioni.
La collezione, allestita in
spazi luminosi e suggestivi,
comprende opere come
Ritrovati frammenti di
Mosaico di Ettore Sottsass
(l’architetto ha scritto, in
proposito: «Sono sempre
stato affascinato dai
frammenti, anche dai
Roberta Scorranese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Quella cultura che cresce accanto ai capannoni
do intuitivo e non strutturato, hanno
poi seguito lo sviluppo e la crescita
delle aziende a cui si riferiscono, superando il fondatore. Del resto oggi
un’impresa per stare su un mercato
globale, deve essere culturale. Essere
un organismo vivo e produttore di
valori sostenibili. La cultura è così un
potente connettore. Getta e costruisce ponti sociali, culturali, economici.
Dice molto di chi siamo e di come
la pensiamo. E genera così, non solo
di riflesso, un fondamentale ruolo
ambientale fertilizzando i luoghi con
i semi della diversità e della creatività. Negli ultimi dieci anni sono maturate molte nuove esperienze in Italia, con una particolare attenzione a
mantenere anche la dimensione territoriale, seguendo esempi fuori scala come Olivetti o Marzotto, che costruirono città e comunità nelle loro
province. Esempio seguito da Bonotto, industriale tessile con una importante collezione Fluxus, che mette la
fondazione dentro la fabbrica con gli
operai che diventano maestri d’arte.
A Reggio Emilia invece Max Mara fa
crescere la Collezione Maramotti,
con artisti internazionali e dialoghi
oltreoceano, come le tante azioni
della Fondazione Zegna da Biella all’Asia, o la vicina, visionaria, Citta-
L
[email protected]
La mappa del territorio
Oggi un’azienda per stare sul mercato
deve possedere fondamenti e sapere
Da Mendini
a Novembre
il tempio
del design
Bevilacqua La Masa/Stonefly. Sono
tantissime le azioni e le operazioni
più o meno importanti nella provincia italiana, da mostre, a musei di impresa (museimpresa.com), ad azioni
di sostegno socio-culturale fino alle
residenze per giovani artisti. Il
«Giornale delle Fondazioni» del
«Giornale dell’Arte» è una bussola
per orientarsi in un territorio in movimento. Il punto è non cadere in una
facile retorica, spesso frammentata o
nella prospettiva di un mecenatismo
salvifico dove il privato, per quanto
importante, si sostituisce al pubblico.
Con l’ulteriore monito progettuale
dell’economista Pierluigi Sacco:
«Questa situazione rispecchia il vicolo cieco in cui è finito il nostro Paese che dovrebbe poggiare sulla cultura e sulle idee il suo intero edificio
economico e sociale, ma che nei fatti
ha paura della cultura e delle idee
nelle loro forme più vitali, e osa concedergli spazio soltanto quando queste hanno perduto quella funzione
trasformativa, quella facoltà di “distruzione creatrice” che è alla base
dell’innovazione in tutte le sue forme». Per cui sì alla funzione espositiva di impollinazione territoriale ma
non basta. Servono scelte coraggiose.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
frammenti orfici, anche dai
frammenti della poesia di
Saffo, anche dai frammenti
di città antichissime che
non esistono più»); due
opere di Fabio Novembre,
tra cui Godot; il mosaico
Buon viaggio e Buona
fortuna di Mimmo
Paladino, ironica metafora
del viaggiare; Internal Time
di Richard Meier, un bosco
di mosaico bianco,
caleidoscopio di
prospettive che cambiano a
ogni passo. L’attività della
Fondazione Bisazza è stata
inaugurata nel giugno 2012
con una mostra
proveniente dal Design
Museum di Londra,
dedicata al lavoro John
Pawson, dal titolo «John
Pawson – Plain Space.
Architettura e Design».
L’architetto inglese ha
inoltre progettato
un’installazione sitespecific, dal titolo «1:1 (One
to One)» oggi parte della
Collezione Permanente. Nel
maggio 2013 è stata allestita
la prima retrospettiva in
Europa di Richard Meier, in
occasione del suo 50 esimo
anniversario di attività.
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48
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Sport
Ecco il nuovo logo del Coni
Un mix di storia e tradizione, con un occhio proiettato al futuro e al
merchandising. Il Coni si rifà il trucco, o meglio rifà il logo (foto), presentato ieri alla Sala d’Armi del Foro Italico. I tratti salienti: tricolore in
bordo oro e la scritta Italia dorata, i cinque cerchi olimpici che sovrastano lo stemma, al fianco la scritta «Coni».
Ciclismo Domani il via in Irlanda con lo scalatore favorito
97ª
Ciak
si Giro
Parte sotto il segno di Quintana
Ma Evans, Rodriguez e Pozzovivo
sono pronti a guastare la festa
Il borsino
Cadel Evans
37 anni, è arrivato terzo nel
2013 dietro Nibali e Uran e
ha vinto il Giro del Trentino a
fine aprile. Deve rispolverare
l’attacco in salita (LaPresse)
Ivan Basso
36 anni, è al suo 8° Giro. Nel
Trentino poco brillante sulle
salite, lacune confermate al
Romandia. Ma è sempre «Ivan il
terribile» (Bettini)
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
BELFAST — Il cuoio. Quello
lavorato artigianalmente, leggero ma destinato a durare, sotto l’acqua e sotto il sole. Nairo
Quintana sembra fatto di questo
materiale antico, della qualità
più pregiata. È cresciuto sulle
Ande, ma è un colombiano 2.0,
una versione moderna di scalatore, capace di arrivare là dove i
suoi predecessori, folcloristici,
incendiari, magnifici comprimari non sono mai arrivati: alla
vittoria al Giro o al Tour.
Il momento è qui e ora. Ma
nel ciclismo la strada per la gloria è lunga quasi tremilacinquecento chilometri: il Giro d’Italia
che scatta domani con una cronometro a squadre sarà la corsa
di Quintana, l’Andino che ama il
suo connazionale Gabriel Garcia Marquez, ma sa bene che
questa non sarà, almeno non da
subito, solo la cronaca di una
vittoria annunciata. Perché se
Nairo, secondo dietro Froome al
Tour del debutto nel 2013, ha
fretta di diventare grande, la
corsa che si muove da Belfast
non ha intenzione di starsene
con le braccia incrociate ad
aspettare il primo trionfo sudamericano della storia. Si parte di
venerdì, un giorno prima del
solito, per fare un giorno di riposo in più: un «lusso» che tornerà utile anche ai vecchietti
terribili che sognano in rosa.
Quintana dimostra più anni
di quelli che ha (24). I suoi avversari più quotati hanno già
scollinato i trent’anni da un po’.
Cadel Evans (37), Joaquin Rodriguez (35), Domenico Pozzovivo (31), Michele Scarponi
(34), Ivan Basso (36), Franco
Pellizotti (36), hanno vissuto
giorni migliori, ma sicuramente
anche peggiori di questi. E lotteranno per tenere ancora accesi
i lampioni sul viale del tramonto: Evans è arrivato terzo nel
2013 dietro a Nibali e l’altro colombiano volante Rigoberto
Uran, che a sua volta si ripresenta tra i favoriti. Ma soprattutto a
fine aprile l’australiano ha conquistato il Giro del Trentino, lasciando intendere che i fasti del
Tour 2011 non sono ancora dimenticati. Peccato che nemmeno lui si ricordi l’ultima volta
che ha sorpreso un grande avversario con un attacco in salita.
Rodriguez è sicuramente più
imprevedibile, due anni fa ha
perso la maglia rosa per 16 secondi nella cronometro finale di
Milano e nel frattempo si è piazzato anche alla Vuelta e al Tour,
vincendo due giri di Lombardia.
«Nairo no tiene rivales», dice
con aria provocatoria il calimero
catalano. «Scherzi a parte mi
aspetto un Giro più adatto a me
di quello che ho perso contro
Hesjedal nel 2012, perché non
c’è pianura nell’ultima settimana di gara. Ormai non ho più
edizione
21
tappe
3.445
i chilometri
totali
Febbre rosa a Belfast,
dove domani partirà il Giro
d’Italia. Striscioni, poster e
dediche alla corsa in ogni
angolo della città
Data
1 venerdì 9/5
2 sabato 10
3 domenica 11
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
Lunedì 12
martedì 13
mercoledì 14
giovedì 15
venerdì 16
sabato 17
domenica 18
Lunedì 19
martedì 20
mercoledì 21
giovedì 22
venerdì 23
sabato 24
domenica 25
Lunedì 26
martedì 27
mercoledì 28
giovedì 29
venerdì 30
sabato 31
domenica 1/6
Tappa
molte occasioni. È arrivato il
momento di vincere».
In una corsa che dà il giusto
spazio ai velocisti con otto
sprint previsti, i sette giorni finali sono tutti per gli scalatori:
l’ultima sfida contro il tempo
sarà la cronometro verso Cima
Grappa e la salita finale è la più
dura d’Europa, lo Zoncolan, per
la prima volta posizionato con
ottimo senso scenico alla vigilia
della passerella di Trieste dell’1
giugno.
13
km
Belfast-Belfast
Belfast-Belfast
Armagh-Dublino
trasferimento e riposo
Giovinazzo-Bari
Taranto-Viggiano
Sassano-Montecassino
Frosinone-Foligno
Foligno-Montecopiolo
Lugo-Sestola
giorno di riposo
Modena-Salsomaggiore
Collecchio-Savona
Barbaresco-Barolo
Fossano-Rivarolo Canavese
Agliè-Oropa
Valdengo-Plan di Montecampione
giorno di riposo
Ponte di Legno-Val Martello
Sarnonico-Vittorio Veneto
Belluno-Rifugio Panarotta
Bassano-Cima Grappa
Maniago-Monte Zoncolan
Gemona-Trieste
21,7
219
187
17
19
19
9
14
14
4
10
12
12
2
13
3
112
203
247 02
211
179
172
11
11
1
10
0 09
21
1
21
20
20
0
3
TRIESTE
ARRIVO
1 giugno
IR L A ND A
1
BELFAST
PARTENZA
9 maggio
9
I T A LI A
8
08
8
7
07
173
249
41,9
157
164
225
139
208
171
26,8
167
172
IR L A ND A
D E L NOR D
2
18
18
8
16
6
15
515
Cronosquadre
Crono individuale
Cronoscalata
Tappe dedicate a Pantani e a lui sarà intitolata la salita
di Plan di Montecampione
4
5
6
7
8
9
17
16
LEGENDA
4044
6
06
6
N ro
Nair
Nairo
Q ntan
Quin
na,,
Quintana,
2 anni,
a
24
colombiaanno
colombiano
corre per il
team
Movistar
Quintana sfodera i denti
bianchissimi senza dispensare
troppi sorrisi, annuisce, si guarda attorno con gli occhi svegli e
indagatori di uno che a 1o anni
guidava i taxi notturni per guadagnare qualche soldo. «Non
ho corso molto questa primavera — spiega—; sogno la maglia
rosa, ma non faccio proclami».
Questo inverno il colombiano
non ha preso bene la decisione
della sua squadra, la spagnola
Movistar, di dirottarlo al Giro
5 05
D menicco
Domenico
Dom
Poz
P
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Pozzovivo,
31 ann
3
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2R
AG2R
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Mondiale
CORRIERE DELLA SERA
per lasciare spazio ad Alejandro
Valverde in Francia. «Il Tour
non è previsto» risponde con la
sua voce profonda. Ed è normale che dopo aver vinto anche la
maglia di miglior scalatore e
miglior giovane nel luglio scorso, Nairo voglia dimostrare a
tutti di essere il più forte al
mondo sulle montagne.
Il post giusto per farlo è questo Giro, perché, come sottolinea Rodriguez, «il livello è molto alto». Non è un mistero che
manchino tanti pezzi grossi, da
Nibali a Contador, da Froome a
Wiggins, ma salite come Gavia,
Stelvio o Zoncolan sono più esigenti di quelle francesi. E il meteo, a cominciare dal vento e
dalla pioggia di Belfast e Dublino, è un altro fattore che renderà il contesto più movimentato.
Quando dietro alla curva aspetti
una nuova stella, anche le nuvole servono a creare l’attesa.
Paolo Tomaselli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ambiente Dopo quattro secoli di divisioni, la bici è diventata una fede sia di cattolici che protestanti. «Ora Belfast è un’altra cosa»
Belfast guarda al futuro, ma ricorda la lezione di Coppi
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
Rigoberto Uran
27 anni, il «colombiano
volante» lo scorso anno è
arrivato secondo nella
corsa rosa. Ora si ripresenta
tra i favoriti (Ansa)
BELFAST — Un giorno degli anni
Cinquanta, in Irlanda, venne a correre
Fausto Coppi. Lo portarono in albergo.
Era un po’ stanco. Chiese di salire in
camera. Ma quando gli diedero le
chiavi, lui si bloccò nella hall: non
c’era l’ascensore. Sulla passatoia rossa
che saliva tra i marmi, si creò imbarazzo. E due occhi puntarono l’accompagnatore, gelidi: «Coppi doesn’t do
stairs», maccheronizzò l’Airone. Siete
matti a farmi fare le scale?... «Fu quel
giorno che gl’irlandesi impararono
che cos’era un campione di ciclismo!»,
ride oggi Darach McQuaid, l’uomo che
per la prima volta ha portato in brughiera il Giro d’Italia: quell’accompagnatore di Coppi era suo papà, Jim
McQuaid, uno che aveva corso le
Olimpiadi e i Mondiali, «una volta anche al Vigorelli», e in casa faceva man-
giare a tutti pane&bici. Darach e suo
fratello Pat, che pure lui sarebbe diventato un potente dei ciclisti, crebbero tifando Saronni. E seguendo Moser.
E sognando i miti dell’Italian Cycling.
Ora Darach s’emoziona ad avere Aru e
Petacchi: «Dopo il Tour di Pantani che
partì da Dublino, volevo portare qui
un’altra grande gara. Ci sono voluti
quattro anni, finalmente eccoci...».
Diceva Joyce che la storia è un incubo da cui ogni irlandese cerca di destarsi e stavolta una piccola storia ha
voluto che il Giro si desse la più lonta-
na, la più tribolata delle partenze:
chiunque a Belfast abbia meno di 45
anni è vissuto nei Troubles, nei problemi, nei casini d’un conflitto che
non ha mai avuto l’importanza di
quelli mediorientali o i morti di quelli
balcanici, non è servito a conquistare
petrolio o a combattere ideologie, eppure tiene ancora in piedi gli ultimi
muretti d’Europa, disseppellisce gli
scheletri dei desaparecidos, proprio in
questi giorni ha riportato in gattabuia
nomi quasi dimenticati come quello
di Gerry Adams, capo del Sinn Féin, e
L’insegnamento
Il campionissimo 50 anni fa
corse in Irlanda e fu ospitato in
un albergo senza ascensore. Li
fulminò: «Io non faccio le scale»
La storia e l’attualità
Chiunque abbia meno di 45
anni qui è vissuto nei
problemi di un conflitto che
ha lasciato ancora strascichi
d’una sua presunta vittima di più di
quarant’anni fa... Dies Ira: «Quelle sono cose lontane –—dice McQuaid —,
la Belfast che vedete intorno è un’altra
cosa».
Okay, non ci sarà ancora un bell’apostrofo rosa fra le due paroline —
ti odio — che da quattro secoli dividono le due Irlande (e le spingono ad
avere scuole separate, vite parallele,
un apartheid condiviso), ma oggi si
guarda altro: dove si torturava Bobby
Sands, vanno i turisti; nel problematico quartiere di Carrickfergus, dove
passa la corsa, hanno decorato con false finestre le mattonate più conciate;
l’unica Bloody Sunday, casomai, è
quella dei test all’ematocrito. La bici è
diventata una fede sia di cattolici che
di protestanti — sarà un caso che Giro,
Tour e Vuelta passino come processioni sante per i più cristiani dei Paesi? —
e se si parla di storia, non ti citano solo
Coppi: fu a Belfast che il signor Dunlop
sperimentò, sul triciclo del figlio, le
prime camere d’aria. E a bordo del Titanic, che salpò da qui, trovò la fine
quel John Jacob Astor IV, milionario
americano, rimasto nelle memorie per
aver fondato il Waldorf Astoria e brevettato il primo freno per biciclette...
«Dall’incubo ci siamo svegliati nel
1996 — spiega Darach —, questa ormai è una città che ha i problemi d’una
città quasi normale». Un altro Ulster.
«Di che cosa hai paura su queste strade?», chiedono in conferenza stampa a
un ragazzone irlandese classe 1984
che si chiama Nicolas Roche. È il figlio
di Stephen, il campione d’un triplete
ciclistico da annali. Tra i favoriti, Nicolas è al ciclismo che pensa. «Io ho paura solo del vento — risponde —: nella
crono, si rischia di cadere».
Francesco Battistini
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Sport 49
italia: 51575551575557
Vidal, intervento riuscito
Psg campione, Mancini trionfa Serie B: Reggina retrocessa
Intervento perfettamente riuscito per Arturo Vidal. Il cileno della Juventus è stato operato ieri a Barcellona per risolvere il problema al menisco del ginocchio destro. I tempi di recupero sono di circa un mese.
Vidal tornerà oggi a Torino per iniziare la riabilitazione con l’obiettivo
di essere in campo per il debutto del Cile ai Mondiali il 13 giugno.
Il Psg si conferma campione di Francia: decisivo l’1-1 fra Monaco e Guingamp prima di Psg-Rennes, finita 1-2. In Premier il Manchester City batte
l’Aston Villa 4-0 ed è a un punto dal titolo. Nella Liga Real Madrid fermato 1-1
a Valladolid: a -4 dall’Atletico è quasi fuori dai giochi. Il Galatasaray di Mancini vince la Coppa di Turchia battendo l’Eskisehirspor 1-0, gol di Sneijder.
La Reggina è finita in Lega Pro. La retrocessione è arrivata ieri sera, quando la Disciplinare ha inflitto al club amaranto due punti di penalizzazione,
per irregolarità nei pagamenti, rendendo aritmetica la retrocessione (dopo
quella della Juve Stabia). La Reggina retrocede nell’anno del Centenario e
nello stesso giorno in cui (7 maggio 1995) era salita in B quindici anni fa.
Seleçao I 23 convocati verdeoro per il Mondiale in casa
I verdeoro
Favola
Brasile
Portieri
Julio Cesar (Toronto FC)
Jefferson (Botafogo)
Victor (Atletico Mineiro)
Difensori
David Luiz (Chelsea)
Dante (Bayern Monaco)
Thiago Silva (Psg)
Henrique (Napoli)
Maicon (Roma)
Dani Alves (Barcellona)
Marcelo (Real Madrid)
Maxwell (Psg)
Centrocampisti:
Luiz Gustavo (Wolfsburg)
Paulinho (Tottenham)
Fernandinho (Man City)
Ramires (Chelsea)
Oscar (Chelsea)
Willian (Chelsea)
Hernanes (Inter)
Attaccanti:
Hulk (Zenit San Pietroburgo)
Bernard (Shakhtar Donetsk)
Neymar (Barcellona)
Jo (Atletico Mineiro)
Fred (Fluminense)
Scolari preferisce Hernanes a Kakà
In missione con Neymar e i giovani
«Il secondo posto non è ammesso»
RIO DE JANEIRO — La squadra che non può non vincere è
fatta. È giovane, ha poca esperienza ma ancor meno alibi: deve portare a casa il sesto titolo
mondiale. Perché, come dice il
suo condottiero, «anche il secondo posto non è ammesso».
Luiz Felipe Scolari ha presentato
ieri i 23 brasiliani che giocheranno in Mondiale in casa. Non
ci sono grandi sorprese ed escono confermate tutte le convinzioni del c.t.: vestiranno la gloriosa maglia verdeoro i più in
forma, e la squadra sarà la
stessa che ha vinto di slancio la Confederations
Cup dello scorso giugno attorno alla stella
Neymar. Nessuna
cessione a nostalgie
di ex campioni ancora in attività, come
Kakà o Ronaldinho, e nessun
occhio di riguardo per chi sta
giocando male ma «fa spogliatoio» (resta a casa quindi anche Robinho).
È appena una coincidenza,
ma i tre nomi forse meno
scontati della lista giocano nel
nostro campionato, e sono gli
unici «italiani» tra i 23: premiati il difensore del Napoli
Henrique, il centrocampista
dell’Inter Hernanes e il «vecchio» laterale Maicon. Oltre al
romanista sono appena quattro
i giocatori della Seleçao che erano in Sudafrica quattro anni fa.
Protagonisti
Giuseppe
Rossi e, a destra, il c.t. del
Brasile Scolari
Dunque un rinnovamento quasi
completo, raro in Brasile. Quasi
per intero, poi, la lista è composta da giocatori che non vivono in patria, ben 19 su
23. «È una pura coincidenza, sono fasi del
nostro calcio», ha
specificato Scolari. Ma ha ammesso che, nonostan-
te l’inesperienza ad alto livello
con la maglia nazionale, è rassicurante avere in squadra ragazzi
già abituati allo stress di una
Champions. E di «Felipao boys»
la fase finale del torneo europeo
è zeppa. Il c.t. ha aggiunto di
non essere per nulla interessato
alle critiche che alcuni suoi pupilli hanno ricevuto nei rispettivi campionati o dai propri alle-
natori. È il caso di Oscar, che ha
avuto fortune alterne nel Chelsea. «Non mi importa cosa pensa Mourinho, per me è uno dei
migliori calciatori del mondo».
Scolari ha ammesso di aver
dormito tranquillamente le ultime notti «perché al di là delle
opinioni personali su uno o l’altro, su questo gruppo c’è unanimità, e l’affetto della torcida».
Esordio il 12 giugno
La partita inaugurale per la
squadra di Scolari sarà BrasileCroazia il 12 giugno a San
Paolo. Le altre partite della
Seleçao nella prima fase:
Brasile-Messico (17 giugno a
Fortaleza) e Brasile-Camerun
(23 giugno a Brasilia).
La finale del Mondiale è in
programma al Maracanà
di Rio de Janeiro il 13 luglio.
Alessandro Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Rocco Cotroneo
Rossi a Prandelli: «Sogno il Mondiale»
DAL NOSTRO INVIATO
mezzanotte) usciranno i 23 che voleranno in
Brasile. Per adesso, Rossi è fuori. Non
bastano due spezzoni di partita e un gol per
convincere il tecnico azzurro. Nell’elenco
allargato gli attaccanti saranno 7 e le scelte
sono delineate: Balotelli, Cassano, Cerci,
Destro, Gilardino, Immobile e Insigne in
rigoroso ordine alfabetico. Al Mondiale,
invece, andranno in 5. Al momento sono
sicuri Balotelli e Cerci ed è quasi certo
Immobile. «Spero che Ciro vinca la classifica
dei cannonieri», l’augurio di Pepito. Insigne,
che ha preso il posto di Rossi anche grazie a
un importante rush finale (decisive le partite
contro la Juventus e le due reti nella finale di
Coppa Italia) se la giocherà con Cassano,
mentre Destro rischia di sbattere fuori
dall’aereo per il Brasile l’esperto Gilardino. I
giochi sembrano fatti. Ma non sono chiusi.
Per questo Rossi spera ancora. «Per andare
Tre «italiani»
Bocciato Robinho, con
l’interista ci sono Maicon
e il napoletano Henrique
Julio Cesar in porta
ri, resta al centro dell’attacco. In
molti in Brasile nelle ultime settimane avevano caldeggiato la
convocazione di Coutinho, il
21enne attaccante ex interista.
Deluse a Milano, ma sta giocando molto bene nel Liverpool.
Con la carenza di attaccanti puri
che il calcio brasiliano vive da
anni, Coutinho è visto come
una speranza per il futuro che
poteva meritare una convocazione anche simbolica. Quattro
anni fa, l’allora c.t. Parreira non
volle osare con Neymar, considerato troppo acerbo per l’esperienza. Oggi, si dice in Brasile, la
stella avrebbe affrontato l’appuntamento della vita con un
Mondiale alle spalle. «Non sono
preoccupato per questo — ha
concluso Scolari —. Ma ugualmente al gruppo dei giocatori
vorrei affiancare i vecchi campioni. Li inviterò a venire in ritiro a far due chiacchiere con loro».
Il campione ritrovato
FIRENZE – «Sono stati 4 mesi duri, ma ora
sto bene». Giuseppe Rossi mostra un sorriso
convinto, l’incubo è finito. 31 minuti contro
il Sassuolo hanno certificato che l’attaccante
ha superato l’ennesima, durissima, prova
alla quale lo ha sottoposto il destino. «Non
ho mai avuto paura di dover smettere. Ma è
stato lo stesso difficile perché avevo trovato
la continuità e tutte le cose brutte credevo di
essermele messe alle spalle». Nonostante tre
infortuni gravi sullo stesso martoriato
ginocchio, quello destro, Pepito ha
l’entusiasmo di un ragazzino e il messaggio
che lancia a Prandelli è forte e chiaro: «Al
Mondiale ci penso e lo sogno». La strada è in
salita. Il c.t. martedì ufficializzerà la lista dei
30 azzurri che lunedì 19 si raduneranno a
Coverciano e da cui il 2 giugno (entro
Alla vigilia del Mondiale 2002,
per esempio, Scolari aveva dovuto cambiare albergo all’ultimo momento per dribblare i tifosi inferociti per l’assenza di
Romario. A fronte della mancanza di un girone di qualificazione («Fosse per me l’avrei giocato, non è il massimo disputare solo amichevoli», ha detto il
c.t.), il Brasile ha avuto la fortuna di giocare, e vincere, una
Confederations in casa. Il che ha
praticamente chiuso la lista dei
convocati con un anno di anticipo. Scolari, anzi, non ha escluso
che nella partita di esordio con
la Croazia, il 12 giugno a San Paolo, entrino in campo proprio
gli undici che sconfissero la
Spagna al Maracanà in una partita assai convincente.
Scolari tiene duro, anche per
mancanza di alternative, sui due
ruoli da titolare più critici in
una squadra di calcio: il portiere
e il centravanti. Julio Cesar, che
non gioca ad alto livello da
quando lasciò l’Inter e ora è in
Canada, è ancora il suo preferito
nel ruolo. Così come Fred,
31enne e reduce da infortuni se-
in nazionale devo migliorare e so che posso
farlo. Non si può essere al top dopo 4 mesi di
inattività, ma ritrovare la condizione, a
questi punti, è la cosa più semplice». Anche
perché all’esordio, il 14 giugno a Manaus,
manca più di un mese. «Ora però voglio
concentrarmi sulla Fiorentina: dobbiamo
chiudere bene la stagione e assicurarci il 4°
posto». Rossi ha le idee chiare: soltanto con
un grande sprint potrebbe costringere
Prandelli a rivedere le proprie posizioni.
Contro il Sassuolo ha segnato a distanza di
un girone. Con il Livorno ritroverà Rinaudo,
l’autore del fallo che lo ha costretto a oltre 4
mesi di inattività. «Rinaudo non voleva
farmi male, è stato un intervento di gioco.
Tra noi, in questo periodo, ci sono stati
contatti e per questo l’ho ringraziato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
Sport 51
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Settore deserto per l’ultima di questo campionato e le prime due del prossimo
Fair play finanziario
Cori contro Balotelli, curva Inter chiusa per un’altra partita
Da falco
a colomba:
la virata
di Platini
MILANO — Tutto in una notte. Il
bello e il brutto offerti dalla curva
Nord, il cuore del tifo interista,
domenica sera. Prima del derby n.
283, una coreografia magnifica,
all’altezza delle migliori che si
vedono in Europa; una scenografia
che deve aver lasciato indifferenti
soltanto quelli che sono andati in
campo indossando la maglia
nerazzurra e che hanno interpretato
la sfida con il Milan come
un’amichevole del 14 agosto,
quando c’è soltanto una gran fretta
Derby La curva Nord (Forte)
di prendere l’aereo per andare
ancora un paio di giorni in vacanza.
Poi, quando il derby è cominciato,
ecco il peggio che una tifoseria
riesca a offrire: i soliti insulti e i soliti
buuh a Balotelli; i soliti cori contro
Napoli. Conclusione, in base al
rapporto degli uomini della Procura
federale: ammenda di 50.000 euro e
curva Nord chiusa, per un’altra
partita, la seconda in casa del
prossimo campionato. La seconda
giornata ha una spiegazione legata al
fatto che i gruppi nerazzurri che
popolano il secondo anello verde si
erano già portati avanti con il lavoro,
riuscendo a far chiudere il settore
per due partite, per quanto avevano
cantato durante Inter-Napoli. La
curva resta vuota per Inter-Lazio,
ultima apparizione di Zanetti (e non
solo) a San Siro e alla prima del
prossimo campionato. I cori contro
Balotelli (al 1’, 4’, 18’, 26’ e 33’ p.t.),
secondo la Procura Figc, erano
«senza possibilità di equivoco
espressione di discriminazione per
motivi di razza» e che al 39’ del
primo tempo dallo stesso settore
partiva un coro « tipicamente
espressivo di discriminazione per
motivi territoriali». Il giudice
sportivo, Gianpaolo Tosel, ha
spiegato che i cori erano stati
intonati dalla quasi totalità dei
presenti (oltre 4.000 persone) nel
«secondo anello verde» e sono stati
«perfettamente percepiti dai
collaboratori della Procura federale».
L’Inter ha annunciato ricorso, ma,
visti i precedenti, la strada è in salita.
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Prima volta Il club gioca in serie B: «Aprirà una nuova era»
Rivoluzione francese
Una donna allenerà
la squadra di Clermont
È Helena Costa, portoghese come Mou
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — I meno attenti alle
pari opportunità nel calcio fanno notare che nello scarno curriculum di Helena Costa,
36enne nuova allenatrice del
Clermont Foot in Ligue 2 (la serie B francese), non c’è molto
altro che la prima vittoria nella
storia della squadra femminile
del Qatar, 4-1 alle Maldive. E
l’unico altro club maschile allenato dalla portoghese Costa finora è stato la Sociedade Recreativa Desportiva Cheleirense,
gruppo di dilettanti a nord di
Lisbona. Ma del resto il Clermont Foot non è il Barcellona, e
quindi ben venga la prima donna alla guida di una squadra
professionistica francese.
Il presidente del Clermont,
Claude Michy, 65 anni, ha deciso di affidare il suo club a Costa
perché «è passata attraverso la
formazione del Benfica, ha guidato le nazionali femminili del
Qatar e dell’Iran, e poi ha collaborato con il Celtic Glasgow in
qualità di osservatrice». A lei
viene richiesto di «fare entrare
il Clermont Foot in una nuova
era».
Il modello di Costa è il celebre connazionale José Mourinho, che ha avuto modo di conoscere e frequentare durante
uno stage al Chelsea nel 2005.
Dopo quell’esperienza Costa ha
lavorato per il Celtic in Spagna e
Portogallo, prima di guidare le
nazionali di Qatar e Iran.
«Quando sono arrivata nessuno
neanche sapeva che esistesse
una squadra femminile di calcio in Qatar — ha raccontato
una volta —. Andavo nelle
scuole e nelle università per reclutare le giocatrici. Ma per ragioni religiose e culturali, le famigliole non vogliono che le ragazze giochino a calcio, anche
se è per la nazionale».
A Clermont la vita dovrebbe
essere più semplice. I tifosi
sembrano favorevoli, a cominciare dal vertice dell’associazione dei supporter, Véronique
Soulier, anche lei una donna.
«Quando abbiamo letto il comunicato siamo rimasti piutto-
Tacchi e pallone Helena Costa, 36 anni, portoghese (Record)
Milan
Galliani:
«Inzaghi ha già
dimostrato
il suo valore»
MILANO — (m. col.) Mentre Silvio Berlusconi e Adriano Galliani
proseguono sulla linea del silenzio sul futuro di Clarence
Seedorf («spero un giorno di tornare ad occuparmi del mio
Milan ma di Seedorf e delle cose sacre non ne parliamo qui, le
trattiamo da un’altra parte» ha detto il presidente l’altra sera a
Matrix), l’a.d. non ha risparmiato parole di incoraggiamento per
Filippo Inzaghi (foto), eliminato ieri nel playoff con l’Udinese
nel campionato Primavera. «La sconfitta non cambia il giudizio
su Pippo. Il suo valore l’ha già dimostrato al Viareggio». Per la
successione di Seedorf, Superpippo resta in ballottaggio con
Spalletti (seguito anche dalla Juve)
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sto sorpresi — ha detto Soulier
al Parisien —, ma passato il primo momento siamo quasi tutti
d’accordo sul fatto che è un’ottima cosa. Quando hanno eletto
me a capo dei tifosi, ci siamo
detti che una donna alla guida
di un gruppo di uomini può essere positivo. I giocatori sono
difficili da gestire, gli allenatori
precedenti se ne sono accorti:
con una donna forse saranno
meno suscettibili, lei potrebbe
imporre finalmente un po’ più
di autorità».
Due anni fa Fabienne Broucaret ha scritto il libro «Lo
sport, ultimo bastione sessista», ed è autrice del rapporto
«60 proposte per lo sport di
squadra femminile» che sarà
consegnato la settimana prossima al ministro per i Diritti delle
donne Najat Vallaud Belkacem.
«È un’ottima notizia — ha commentato Broucaret all’Équipe
—, perché si vedono sempre
più spesso donne alla testa di
squadre femminili, ma un’allenatrice alla guida di una squadra professionistica maschile è
in effetti un bastione che cade.
La situazione sarà ancora migliore quando la nomina di una
donna non farà più notizia».
La speranza è che l’esperimento di Helena Costa abbia
maggior fortuna dei rarissimi
precedenti: la boliviana Nelfi
Ibáñez Guerra, alla guida nel
2012 della squadra di serie B
Hijos de Acosvinchos, e ancora
prima l’italiana Carolina Morace, allenatrice per soli tre mesi
della Viterbese, in serie C.
Era partito mostrando i
muscoli ma, ora che il
conteggio alla rovescia sta per
arrivare al dunque, Platini
(foto) si è messo a giocare a
nascondino. Le indiscrezioni
sulle possibili punizioni Uefa
a proposito delle violazioni
del fair play finanziario
puzzano infatti di
compromesso. Partito ventre
a terra in una crociata
all’insegna di un calcio
sostenibile, Re Michele aveva
minacciato lacrime e sangue
all’indirizzo di chi non si fosse
messo sull’attenti: Michel
duro e puro, anche se non si
comprende perché uno
(sceicco, cinese, russo o
indonesiano) non possa
decidere di cacciare soldi
propri per tappare i buchi di
bilancio. In altre parole:
piuttosto che un calcio
ancorato ai fatturati con il
serio rischio di cristallizzare
gli scenari attuali (chi incassa
di più continuerà a rimanere
irraggiungibile) forse sarebbe
stata più produttiva una
battaglia per un calcio senza
debiti, indipendentemente
dall’ufficiale pagatore. Ora
però siamo arrivati al
momento del dunque e Platini
in questa storia si gioca la
faccia. Il Paris Saint Germain,
succursale calcistica degli
emiri del Qatar, e in maniera
meno sfacciata il Manchester
City, si sono infatti comportati
come se il fair play finanziario
fosse una divertente
barzelletta da raccontare nei
circoli esclusivi della finanza
internazionale e, nel caso dei
parigini, c’è pure l’aggravante
Stefano Montefiori
@Stef_Montefiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Basket Il club dei 7 scudetti consecutivi chiuderà a fine stagione, ma invece di finire in pezzi è seconda, dietro solo a Milano
«Vinciamo perché solo così avremo un futuro»
Crespi, coach di Siena destinata a sparire
«Qui il piacere di allenare è puro, assoluto»
Adesso è ufficiale. Definitivo. Siena è la
seconda forza del campionato, a pari punti
con Cantù, ma con lo scontro diretto a favore, dietro soltanto al dominio della EA7
Milano, che per ottenerlo proprio a Siena
ha rubato l’anima e qualche giocatore.
Un’avventura, quella della (ex) Montepaschi oltre i confini della realtà. Almeno di
quella grama che al momento la circonda,
sommerge e affonda. Sembra l’eutanasia,
nel basket, di un grande amore. La gloriosa
Siena dei 7 scudetti consecutivi cesserà di
esistere dal prossimo 30 giugno. Scadenza/
sentenza emessa non dal campo, ma scritta
nei libri contabili. Dead team walking…
Come si può far correre una squadra
morta?
«Tenendo separata la squadra dalle vicende del club — spiega Marco Crespi, il 52
enne bustocco, quasi avvocato, coach di
questa bella Siena che continua a far finta
di essere viva —. Vivere dentro la stessa
città, circondati dallo stesso pubblico, fa si
che la recente gloria arrivi ai giocatori».
Ma i giocatori son per definizione egoisti, come possono dare il massimo per
una squadra che non darà loro futuro?
«Concentrandosi su due semplici aspetti. Il gioco di squadra come prodotto della
di ALBERTO COSTA
crescita individuale di ogni singolo. Questo è l’investimento per il futuro dei miei
giocatori».
In una società dove, si diceva, non si
muove foglia che Minucci non voglia, dove l’organizzazione era tanto efficiente
quanto gerarchica, via Minucci poteva divampare l’anarchia. Invece?
«Negli anni si è strutturata la certezza di
un metodo di lavoro che ha conservato il
piacere di fare bene le cose, tutti insieme, e
anche la mia squadra pur dovendo partire
Coach Marco
Crespi, 51 anni,
di Varese,
ha iniziato la
carriera di allenatore nel 1983
con i cadetti
dell’Olimpia. Nel
2012 è vice alla
Mens Sana di
Siena e all’inizio
del campionato
in corso
ha sostituito
Pianigiani
(LaPresse)
due volte da zero (le cessioni di Moss e
Kangur in estate, quella di Hackett a gennaio, ndr) oggi sta in campo sapendo di essersi costruita una propria memoria».
Però, quando se ne è andato anche
Hackett un po’ si è demoralizzato?
«Mi preoccupo soltanto per le cose che
sono sotto il mio controllo».
Come vive il futuro?
«Dopo i rapporti umani costruiti in questa stagione, e non solo con i giocatori ma
anche con tutto lo staff, la soddisfazione è
talmente grande che potrei anche smettere
di allenare. Non lo farò, ma è per dire che
sono finalmente in pace con me stesso».
È stata dura?
«Beh, devo confessare che a 52 anni ho
L’EA7 vince
Milano batte
Cremona 81-68
nel recupero
della 12ª
giornata di serie
A. Per la Ea7 è la
18ª vittoria
consecutiva in
campionato.
Questa la nuova
classifica a una
giornata dalla
fine della
stagione
regolare: Milano
48 punti; Siena
40; Cantù 38;
Brindisi 36;
Sassari 34;
Roma 32; Reggio
Emilia e Caserta
30; Pistoia 28;
Varese 26;
Venezia 24;
Avellino,
Bologna 22;
Cremona 20;
Montegranaro
18; Pesaro 16.
spesso ripensato a una frase che mi disse
Boscia Tanjevic quando lui ne aveva 63: è la
prima volta che non me ne sento 35».
Gli inizi?
«Oh, li vedevo bene quei sorrisetti compassionevoli: poveretto, gli hanno dato la
“sola”, ma nemmeno una volta ho pensato:
Marco, sarai il primo allenatore a non vincere lo scudetto a Siena. Sono semplicemente un allenatore che non ha la pressione economica: il piacere di allenare è puro e
assoluto. Dentro una stagione come la nostra non ci può essere “un” giocatore, anche se Erick Green da bambino è diventato
uomo e Tomas Ress è il grande testimone».
Dicono che lei a volte sia troppo duro?
«Forse molto esigente. Ma chi parla non
vede lo sforzo che ci sta dietro, nel costruire un rapporto personale di fiducia con i
miei giocatori. Una delle mie frasi chiave,
rivolta a chi marca male, è: non voglio essere complice di un tuo insuccesso. Una
volta ho chiamato Spencer Nelson e gli ho
detto una cosa che 10 anni fa non avrei
avuto il coraggio di pronunciare: ehi,
Spencer, sai che potrò raccontare a mia figlia di essere stato il tuo ultimo allenatore,
perché se continui a giocare così sarà impossibile che trovi un’altra squadra? Ci siamo guardati… Poi siamo scoppiati a ridere.
Folle, io? Ma non pazzo. A volte penso che
anche Steve Jobs era considerato folle».
Werther Pedrazzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
della presa per i fondelli. In
bilancio compare infatti la
sponsorizzazione dell’Ente del
turismo qatariota a cifre (200
milioni annui) impazzite. E
siccome non si sono
accontentati di vincere, i
padroni del Psg hanno anche
sentito il bisogno di conferire
retroattività alla falsa
sponsorizzazione di cui sopra.
Il pericolo dunque è chiaro:
gonfiare artificialmente il
fatturato per giustificare le
proprie folli spese può costare
«soltanto» una mega multa
(60 milioni spalmabili in tre
anni), riduzioni nell’organico
di Champions League e
limitazioni nella campagna
acquisti. Non si tratta di
noccioline ma cosa volete che
sia per chi ha sfondato di oltre
il 300 per cento il «tetto» Uefa?
La sensazione di un certo
imbarazzo da parte di Platini è
netta. In fondo è molto più
facile infierire sui pesci
piccoli, come il Malaga
bandito quest’anno dalle
Coppe, che sui predatori del
mercato globale. Perché hai
voglia di sbandierare le
questioni di principio ma alla
fine tutto il mondo è paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
52
La moglie Massimiliana ed i figli Lucia, Alberto
Giovanni e Benedetta annunciano con dolore infinito la scomparsa del loro amatissimo marito e
padre
La famiglia Cavazza partecipa con commozione al dolore di Massimiliana, Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta Aleotti per la perdita del loro
caro
Alberto Aleotti
Alberto Sergio Aleotti
Molti hanno conosciuto la sua tenacia, volontà e
capacità imprenditoriale; la sua famiglia e i suoi
amici hanno il privilegio di aver conosciuto anche
la sua dolcezza, simpatia e bontà.- Vivi ringraziamenti vanno al Dottor Antonio Rossi e allo staff
medico e infermieristico dell'HDU dell'ospedale
di Santa Maria Nuova per il loro supporto professionale ed umano.
- Firenze, 7 maggio 2014.
instancabile e indomabile Cavaliere del Lavoro,
grande imprenditore nel panorama italiano e internazionale al quale tanto deve l'industria farmaceutica di oggi. - Roma, 7 maggio 2014.
Il genero Simone e la nuora Barbara con le loro
famiglie e i nipotini Massimiliano, Federico, Ginevra e Aurora condividono il dolore per la perdita dell'amato
nonno Alberto
Il suo affetto e la sua dolcezza resteranno sempre
con noi. - Firenze, 7 maggio 2014.
I nipoti Laura e Mino, con la sua famiglia, sono
affettuosamente vicini a Massimiliana, Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta nel triste momento
della perdita del carissimo
zio Alberto
che ricordano con amore, riconoscenza e dolorosa nostalgia.
- Reggio Emilia, 7 maggio 2014.
Assia e Domenico Simone sono affettuosamente vicini alla famiglia Aleotti per la scomparsa del
Dott. Alberto
- Firenze, 7 maggio 2014.
Tutti i dipendenti del gruppo Menarini partecipano commossi al lutto della famiglia Aleotti per
la perdita del compianto
Dott. Alberto Aleotti
- Firenze, 7 maggio 2014.
Il Presidente, l'Amministratore Delegato, il
Consiglio di Amministrazione e tutto il management di Sigma Tau SpA e consociate del gruppo
partecipano con profondo cordoglio al dolore
della famiglia per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Sergio Aleotti
- Roma, 7 maggio 2014.
Il mondo della industria farmaceutica piange
la perdita di un grande industriale e pioniere
dell'internazionalizzazione delle imprese italiane
nonché cofondatore di Farmindustria
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
Ne ricordano le doti umane e professionali Sergio Dompé, Eugenio Aringhieri ed i collaboratori
tutti della Dompé farmaceutici.
- Milano, 7 maggio 2014.
Dirigenti e collaboratori della Dompé S.p.A. de
L'Aquila partecipano commossi al dolore della famiglia per la perdita del
Alberto Sergio Aleotti
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
che ricordano con affetto ed ammirazione per la
sua grande umanità e la straordinaria visione
strategica. - Brugherio, 7 maggio 2014.
Federico Nazzari ricorda con stima e rimpianto
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Sergio Aleotti
Sergio Dompé profondamente addolorato abbraccia con affetto Lucia, Alberto Giovanni e la
signora Massimiliana in questa tristissima circostanza per la scomparsa del
Dott. Alberto Aleotti
padre e compagno di una vita, che ha sempre
saputo essere, nel corso degli anni, un "grande
pater familias". - Milano, 7 maggio 2014.
Pierluigi Antonelli e i dipendenti di MSD Italia
partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa del
Cavaliere
Alberto Sergio Aleotti
- Roma, 7 maggio 2014.
Il dottor Francesco Angelini unitamente alla famiglia e al proprio gruppo partecipa al dolore e
ricorda le doti umane e imprenditoriali del
Cavaliere del Lavoro
Alberto Sergio Aleotti
- Roma, 7 maggio 2014.
Gloria e Francesco Venturi Profili partecipano
commossi al dolore della famiglia per la scomparsa del
- Roma, 7 maggio 2014.
Cavaliere del Lavoro
Cavaliere del Lavoro
Alberto Sergio Aleotti
Massimo Scaccabarozzi e i colleghi di Janssen
Italia si stringono con affetto alla famiglia Aleotti
per la scomparsa del Cavaliere del Lavoro, Dottor
Sergio Alberto Aleotti
Daniel Lapeyre è vicino alla moglie e ai figli
Lucia e Alberto Giovanni nel momento della
scomparsa del
grande e indimenticabile figura nella storia farmaceutica e industriale italiana e internazionale.
- Cologno Monzese, 7 maggio 2014.
dott. Alberto Aleotti
Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi,
i Vice Presidenti, il Consiglio Direttivo, la Giunta
e il Direttore Generale Marcella Panucci partecipano commossi al dolore della famiglia per la
scomparsa di
Cavaliere del Lavoro
e ne ricorderà sempre le straordinarie doti imprenditoriali, capaci di trasformare in pochi anni
con la sua passione, la sua intelligenza, la sua
tenacia e la sua visione, una industria farmaceutica italiana in uno dei più grandi gruppi farmaceutici privati a livello mondiale.
- Milano, 7 maggio 2014.
Giuseppe Giorgini, partecipa con profondo
cordoglio al dolore della famiglia Aleotti nel triste
momento della scomparsa del
Dott. Alberto Aleotti
- Bologna, 7 maggio 2014.
il
Francesco De Santis ricorda con affetto e stima
Cavaliere del Lavoro
che ha guidato il gruppo con lungimiranza e forte
spirito imprenditoriale.
- Milano, 7 maggio 2014.
Il Consiglio d'Amministrazione e tutti i dipendenti della Silicon Biosystems SpA si stringono
commossi, al dolore della famiglia Aleotti per la
scomparsa del
Dott. Alberto Aleotti
- Bologna, 7 maggio 2014.
Il Presidente e Amministratore Delegato, Nicola Braggio, il Consiglio di Amministrazione ed il
Comitato di Direzione di AstraZeneca Italia partecipano con profondo dolore alla scomparsa del
Cavaliere
Alberto Sergio Aleotti
uomo ed imprenditore di successo, dotato di intelligenza, determinazione e visione strategica.
- Basiglio, 7 maggio 2014.
Il Presidente Massimo Scaccabarozzi, il Comitato di Presidenza, la Giunta, gli associati, il Direttore Generale e la struttura di Farmindustria,
si uniscono al dolore della moglie Massimiliana,
dei figli Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta e di
tutta la famiglia per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
una figura fondamentale nella storia industriale
italiana.- Fondatore e Presidente, per molti anni,
di Farmindustria e delle federazioni farmaceutiche internazionali, ha dato un impulso decisivo
alla crescita dell'intero settore, con una passione,
una determinazione e un approccio assolutamente straordinari.- È impossibile dimenticare il
suo profilo umano attento alle singole persone,
così come la capacità di far crescere il suo gruppo
industriale fino a farlo diventare un campione nazionale riconosciuto in tutto il mondo.
- Roma, 7 maggio 2014.
L'Ingegner Gianluigi Maria Frozzi e tutti i collaboratori della Divisione Farmaceutica Angelini
sono vicini a Lucia per la grave perdita del padre
Dott. Alberto Aleotti
Alberto Sergio Aleotti
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
grati per il forte contributo offerto al contesto industriale abruzzese. - Milano, 7 maggio 2014.
del quale ha potuto apprezzare le doti umane e
la grande statura imprenditoriale e partecipa
commosso al dolore della moglie e dei figli.
- Lesmo, 7 maggio 2014.
- Londra, 7 maggio 2014.
Diana Bracco è vicina a Lucia e alla famiglia
tutta nel dolore per la perdita di
Cavaliere
Dott. Alberto Sergio Aleotti
- Firenze, 7 maggio 2014.
Enzo e Enrica Della Croce partecipano commossi al dolore della signora Massimiliana e dei
Dottori Lucia, Alberto Giovanni e Benedetta per
la scomparsa del
Maurizio de Cicco a nome di Roche Italia esprime alla famiglia e al gruppo farmaceutico Menarini profondo cordoglio per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Cavaliere del Lavoro
Paolo Ermini partecipa commosso al grande
dolore di Lucia e di tutta la famiglia Aleotti per la
morte del padre
il
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Alberto Sergio Aleotti
illustre figura dell'imprenditoria italiana.
- Roma, 7 maggio 2014.
Il Presidente e tutto il Consiglio di Amministrazione della società Italfarmaco S.p.A. ricordano
il
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Sergio Aleotti
ed esprimono il loro sentito cordoglio.
- Milano, 7 maggio 2014.
Dott. Alberto Aleotti
Alessandro Porcu è vicino alla famiglia Aleotti
e ricorda con riconoscenza e affetto il
e si stringe a Lucia, ad Alberto Giovanni e alla
famiglia in questo doloroso momento.
- Milano, 7 maggio 2014.
Dott. Alberto Sergio Aleotti
- Milano, 7 maggio 2014.
Il Presidente e l'Amministratore Delegato del
gruppo Mediolanum Farmaceutici SpA, insieme
al Consiglio di Amministrazione, Dirigenti, ai dipendenti ed ai collaboratori tutti, partecipano al
dolore dei familiari per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
- Milano, 7 maggio 2014.
Rinaldo, Alessandro e Cristina Del Bono, addolorati sono vicini a Lucia e alla famiglia tutta
per la perdita del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
- Milano, 7 maggio 2014.
Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione,
il Collegio Sindacale, i Dirigenti, i dipendenti ed
i collaboratori tutti del gruppo Recordati partecipano al dolore della moglie Massimiliana e dei
figli Lucia ed Alberto Giovanni in questo momento così triste per la scomparsa del
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
di cui ricordano la grande lungimiranza imprenditoriale ed il fondamentale contributo dato
nell'affermazione dell'industria farmaceutica italiana nel mondo. - Milano, 7 maggio 2014.
Giovanni, Alberto e Andrea Recordati sono affettuosamente vicini a Lucia e ad Alberto Giovanni nel ricordo del padre
Cavaliere del Lavoro
Dott. Alberto Aleotti
uomo dalla forte carica umana e dalle grandi doti imprenditoriali. - Milano, 7 maggio 2014.
Il Presidente Georg Schroeckenfuchs e il Comitato Esecutivo di Novartis in Italia esprimono profondo cordoglio per la perdita del
Cavaliere
Alberto Sergio Aleotti
e ne ricordano la figura esemplare di imprenditore, che ha creato una realtà industriale di riferimento per l'intero settore farmaceutico e per
l'economia italiana. - Origgio, 7 maggio 2014.
Sanofi Italia, nella persona di Arturo Zanni,
Presidente e Amministratore Delegato, unitamente al Consiglio d'Amministrazione e al Comitato di Direzione, partecipa con profonda commozione al lutto della famiglia e dei collaboratori
di Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite, per
la scomparsa del
Dott. Alberto Sergio Aleotti
ricordandone la figura di imprenditore illuminato
e indimenticabile Presidente.
- Milano, 8 maggio 2014.
Alberto Aleotti
ricordandolo con stima e affetto.- Un ricordo
struggente arricchito anche dai racconti del padre Fulvio Bracco, che nelle sue memorie, ha descritto la loro lunga conoscenza ai tempi di UNIF
e di Farmunione negli anni '60.- Una frequentazione diventata poi amicizia e stretta collaborazione in tante battaglie, a iniziare da quella a
favore dell'istituzione del brevetto.
- Milano, 7 maggio 2014.
Il Presidente Antonio D'Amato, i componenti
del Consiglio Direttivo e tutti i colleghi della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro,
profondamente rattristati, partecipano al dolore
dei familiari per la scomparsa del collega
Cavaliere del Lavoro
Alberto Aleotti
protagonista dello sviluppo e dell'internazionalizzazione dell'industria farmaceutica italiana.
- Roma, 7 maggio 2014.
È mancato all'affetto dei suoi cari
Rob Smeets
Lo annunciano Bruna e Paul Smeets.- I funerali
avranno luogo venerdì 9 maggio alle ore 11 nella Basilica di Sant'Ambrogio.
- Milano, 7 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Marco e Caterina.
– Fiorenzo e Alessandro Cesati.
– Mario, Ruggero e Marco Longari.
Sei stato il nostro orgoglio.- La famiglia Casati,
cognati e nipoti ricordano con grande tenerezza
Rob
e abbracciano forte Bruna, Paul e famiglia.
- Milano, 7 maggio 2014.
Carlo Montanaro, abbraccia Bruna e Paul, ricordando un amico che sapeva riconoscere la
bellezza
Rob Smeets
- Milano, 8 maggio 2014.
Matteo e Lorenza Salamon sono vicini a Paul e
alla sua mamma e partecipano al loro dolore per
la scomparsa del papà
Rob Smeets
- Milano, 7 maggio 2014.
Paola e Alberto con Alida, annunciano con immensa tristezza la scomparsa della amata mamma
Luciana Pestarini
Ne danno annuncio la figlia Yula con Mauro e
Federico, la moglie Giorgia con i figli Alberto,
Giulio, Enrico Gessner e le loro famiglie.- Il funerale si terrà venerdì 9 maggio, ore 11, chiesa
Santa Maria Segreta.
- Milano, 7 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Lucia e Antonio Lucchin.
– Elita Lucchin.
– Giulia Macchi.
– Alda Cammeo.
– Adriana Bassani.
– Dede Clerici.
– Anna Sandro e Lucia Radice.
– Gino Pettinaroli.
– Cici Zappa.
– Maria Teresa Schiatti.
– Marialuisa e Marco Pozzi.
– Carla e Alfredo Perotta.
– Sergio Farinelli e Viviana Brisighelli.
Partecipano al lutto:
– Alberto, Claudie, Alex Cecchini.
Luciana Pestarini
- Milano, 7 maggio 2014.
Luciana
splendida amica, compagna di vita e di ricordi,
quanto mi mancherai.- Laura Paola e Matteo ti
avranno sempre nel cuore.
- Milano, 7 maggio 2014.
Grande dolore e costante ricordo per
Luciana
Wally. - Milano, 7 maggio 2014.
Luciana
ci hai lasciato ma rimane nei nostri cuori il ricordo
di un'amicizia indimenticabile.- Ennio e Santina.
- Milano, 7 maggio 2014.
Rob Smeets
- Milano, 7 maggio 2014.
Rob Smeets
- Milano, 7 maggio 2014.
Bianca e Fabrizio sono vicini a Bruna e Paul con
tutto il loro affetto nel ricordo vivissimo di
Rob
e abbraccia Paola e Alberto.
- Milano, 7 maggio 2014.
I colleghi delle Sezioni specializzate in materia
di Impresa del Tribunale di Milano, i magistrati
in tirocinio nonché il personale delle Cancellerie
si stringono con affetto alla dottoressa Paola
Gandolfi per la perdita della cara mamma
Luciana
- Milano, 7 maggio 2014.
un amico speciale tanto amato per le sue grandi
doti intellettuali e umane.
- Milano, 7 maggio 2014.
Con amicizia e rimpianto Paolo e Cecilia sono
vicini a Bruna e a Paul nel dolore per la scomparsa di
Rob Smeets
- Milano, 7 maggio 2014.
I colleghi della prima civile del Tribunale di Milano abbracciano Paola in questo triste momento
per la scomparsa della mamma
Luciana
e sono vicini con tutto il loro affetto a Pucci e Yula.
- Milano, 7 maggio 2014.
Profondamente addolorati per la scomparsa
del caro amico di sempre
Vittorio Balbo Bertone
di Sambuy
con affetto siamo vicini a Pucci e Yula.- Marino,
Franca, Cecilia, Marina.
- Milano, 7 maggio 2014.
Antonio e Mariacristina Delitala sono affettuosamente vicini a Pucci per la scomparsa del caro
amico
Vittorio Balbo Bertone
di Sambuy
- Milano, 7 maggio 2014.
Federico con Gabriella e Valeria partecipa con
profonda tristezza al dolore di Pucci per la scomparsa del caro amico
Vittorio
- Milano, 7 maggio 2014.
I condomini e l'amministratore del condominio
di via Leopardi 27 Milano sono vicini alla signora
Giorgia per la perdita dell'amato
Vittorio Balbo Bertone
di Sambuy
- Milano, 7 maggio 2014.
Dopo lunga sofferenza è mancato
Maurizio Massimo Frontini
Con immenso dolore lo annuncia la moglie Laura
con i figli Francesca e Riccardo.- Un particolare
ringraziamento al Dottor Angelo Antonini e alla
Dottoressa Maria Beatrice Pagani che lo hanno
seguito con grande professionalità e al personale
di Medicasa Italia specialmente nelle persone di
Agata e Angelo che lo hanno assistito con dedizione donandogli cure, affetto e conforto.- Per
volontà del defunto non fiori, ma offerte alla Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson.- Per
il giorno e l'ora dei funerali si prega chiamare
l'Impresa San Siro al numero 02.32867.
- Milano, 7 maggio 2014.
Piangono il caro
Grazie per tutto quello che sei stato e per quello
che per sempre sarai per noi.- I tuoi figli Carla e
Francesco. - Milano, 7 maggio 2014.
Gianna Ballabio Longoni
La cerimonia funebre si terrà sabato 10 maggio
alle ore 10 a Giussano (MB) presso la Basilica dei
Santi Filippo e Giacomo in via Alberto da Giussano n. 27. - Milano, 7 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Marialuisa e Riccardo.
La moglie Mariuccia, i figli Lino, Monica e Gloria annunciano con vivo dolore la scomparsa del
loro beneamato marito e padre
Erminio Molteni
Le esequie verranno celebrate venerdì 9 maggio
alle ore 14.30 presso la chiesa parrocchiale di
Veduggio.
- Veduggio con Colzano, 7 maggio 2014.
Sorpresi dalla scomparsa dell'amico
Carlo Magri
Laura e Silvio Angeleri partecipano al dolore che
ha colpito Liana ed il figlio Lucio.
- Milano, 7 maggio 2014.
Silvio Angeleri e la moglie Laura partecipano
sentitamente al lutto della signora Bice per la
scomparsa del marito
Carlo Pollinini
- Milano, 7 maggio 2014.
Ciao
Gianfranco Tarchini
ci mancherai.- Flavio, Toni, Davide.
- Milano, 7 maggio 2014.
8 maggio 2007 - 8 maggio 2014
A sette anni dalla scomparsa di
Francisco Palau Dufour
Annaclara, Emanuele, Roberta e Marzia con le
loro famiglie, lo ricordano con immutato affetto
e rimpianto.
- Crans - Montana, 8 maggio 2014.
8 maggio 1996 - 8 maggio 2014
Ludovico Socci
ti abbiamo nel cuore con l'affetto di sempre.- Giovanna e Fausta Socci.
- Campobasso, 8 maggio 2014.
Maurizio
la sorella Renata e il marito Michele.
- Milano, 7 maggio 2014.
I cognati Patrizia e Franco e l'adorata nipote
Federica si uniscono a Laura, Francesca e Riccardo nel dolore per la prematura scomparsa del
caro
8 maggio 1984 - 8 maggio 2014
Giuseppe Rivabene
Con immutato affetto i tuoi figli.
- Milano, 8 maggio 2014.
Maurizio
RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli,8 - 20132 Milano
- Milano, 7 maggio 2014.
Patrizia, Stefano, Elena e Axel, insieme alle loro famiglie partecipano sentitamente al dolore di
Laura, Ricky e Francesca per la perdita del carissimo
Maurizio
- Milano, 8 maggio 2014.
A papà
Anna
La famiglia Longoni annuncia con grande dolore la scomparsa di
- Milano, 7 maggio 2014.
Carlo Brivio
L'Associazione Antiquari d'Italia partecipa con
grande cordoglio al dolore della famiglia Smeets
per la scomparsa dell'amico
Rob
Isabella con Roberta e Cinzia ricorda con tanto
affetto la cara amica di sempre
Luciana
Marco Allevi, Lorena Bocchi e i collaboratori
dello Studio Allevi partecipano al dolore dei familiari per la scomparsa del Dottor
- Firenze, 8 maggio 2014.
Partecipano al lutto:
– Susi e Piero Bellone.
– Giovanni e Giovanna Milanaccio.
Marco e Valeria accomunando Mario e Fulvia
abbracciano Laura, Corrado e Marina per la perdita di
ricordando Libero e i molti anni di grande amicizia. - Milano, 6 maggio 2014.
Luciana
- Liscate, 7 maggio 2014.
Ceccia, Marco e Fabio si stringono con affetto
a Paola, Alberto e alla famiglia per la perdita della cara signora
Annamaria Sarnari Pedol
Vittorio Balbo Bertone
di Sambuy
Luciana
Susanna e famiglia abbracciano con grande
affetto Paola per la perdita della tanto amata
mamma
Si è serenamente spenta
Lo annunciano addolorati i figli Laura con Franco, Corrado con Francesca, Marina con Michele,
i nipoti Filippo, Flaminia, Francesco, Guia e Greta.- Il funerale venerdì 9 maggio, chiesa parrocchiale di Azzate (VA), ore 10.30.
- Milano, 8 maggio 2014.
Luigino e Vittoria con Antonella, Gilberto e
Beatrice ricordano con grande rimpianto il carissimo amico di sempre
Resterai sempre nel mio cuore
sorella carissima.- Un forte abbraccio a Paola e
Alberto.- Sergio con Livia, Andrea Chicca, Marcello Martina, Gabriella Nuccio.
- Milano, 7 maggio 2014.
Rob Smeets
Marco e Monica Allevi si stringono commossi a
Bruna e Paul per la perdita del Dottor
Vittorio Balbo Bertone
di Sambuy
Un grazie particolare alla nostra cara Dottoressa
Elia che fino all'ultimo l'ha curata con affetto e
grande competenza.- Grazie anche ad Ala e Nina per l'assistenza affettuosa di questi ultimi anni.- Per informazioni sui funerali, 025513027.
- Milano, 7 maggio 2014.
Partecipiamo al dolore per la scomparsa di
Siamo vicini a Bruna, a Paul e alla sua famiglia.Giovanni Boserio e Giovanna Ginex.
- Milano, 7 maggio 2014.
Il 5 maggio è mancato
Diamante, Carlo, Alberto e Chiara si stringono
con immenso affetto a Teresa, Giancarlo, Silvana
e Antonella nel dolore per la perdita dell'
Ing. Leonardo Carriero
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DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’
- Milano, 7 maggio 2014.
Partecipa al lutto:
– La famiglia Gaffuri Bologni.
Tutta la famiglia Riva, addolorata, ringrazia coloro che
hanno dimostrato, con la loro vicinanza, l’affetto e la stima
che nutrivano per
EMILIO RIVA
Milano, 8 maggio 2014
Anna e Lucio Monaco si stringono commossi
alla famiglia Carriero nel rimpianto dell'indimenticabile
Leonardo Carriero
nel ricordo di tante serate felici trascorse insieme.
- Napoli, 7 maggio 2014.
Il
Dott. Giuseppe Conti
è venuto a mancare all'affetto dei suoi cari.- Ne
danno il triste annuncio la moglie Lina ed i familiari.- Le esequie si terranno oggi presso la chiesa
della Natività di via Gallia a Roma alle 11.
- Roma, 8 maggio 2014.
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MODULO:
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al lutto: € 10,00
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ringraziamenti:€ 540,00
Gazzetta dello Sport
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Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67
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fax 02 25886632 - e-mail: [email protected]
Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
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sospetto dalle bevande
Alibaba in Borsa
Il colosso cinese
dell’ecommerce pronto a
sbarcare a Wall Street.
Salute
Oms e rischi smog
Metà popolazione
mondiale esposta al
doppio smog consentito.
Putin (foto) ha dichiarato di aver
ritirato le truppe russe dal
confine ucraino. Ma gli Usa:
nessuna prova.
Tensione
anche sul
referendum
separatista
dell’11
maggio.
54
Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
italia: 51575551575557
Tv in chiaro
Teleraccomando
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di Maria Volpe
PER DISTRARSI
PER CAPIRE
Aldo, Giovanni
Nuovo talk:
e Giacomo in scena conduce Innocenzi
Stasera si ride con Aldo
Giovanni e Giacomo (foto). Si
tratta dello spettacolo teatrale
dei record scritto e
interpretato dal trio comico,
che in dialetto siciliano
letteralmente si traduce in
«Spingi, mollica!», ed è un
modo per dire «Forza, datti da
fare!». Nello show, diviso per
la tv in 3 appuntamenti in
prima serata, Aldo Giovanni e
Giacomo propongono nuovi
sketch con personaggi
strampalati e situazioni
esilaranti. A fare da
contrappunto a quanto accade
in scena, alcune telecamere
«nascoste» dietro il palco
mostreranno il backstage dove
succede di tutto.
Al via oggi un nuovo
programma di informazione,
chiaramente costola di
«Servizio pubblico». A
condurlo c’è infatti Giulia
Innocenzi (foto), giornalista
«lanciata» da Michele
Santoro, che introdurrà la
puntata. Matteo Renzi è il
primo ospite di questa
trasmissione durante la
quale 24 giovani si
confronteranno tra loro e
con il premier sui temi
dell’attualità e della politica,
a cominciare dalla questione
dell’immigrazione e del
proliferare di movimenti di
estrema destra, antieuropei
e antimmigrati. Presenti
anche Travaglio e Vauro.
Ammutta muddica
Canale 5, ore 21.10
AnnoUno
La7, ore 21.10
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Film e programmi
Antonio Banderas
spedito in esilio
La vita e la carriera
di Vasco Rossi
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Nel X secolo dopo Cristo, il
poeta Ahmed Ibn Fahdlan
(Antonio Banderas, foto) ha
una relazione con la moglie di
un funzionario. Per questo
viene esiliato nel Nord Europa.
Il 13° guerriero
Rai3, ore 21.05
Vasco Rossi (foto) raccontato
attraverso i suoi successi ma
descritto anche per il percorso di
artista. Una carriera che poggia
su temi portanti: rock, passione,
malinconia e provocazione.
Unici. Essere Vasco Rossi
Rai2, ore 21.10
Da Myrta Merlino
Gelmini e Civati
Paola Marella
in cerca di hotel
Ospiti del programma
condotto da Myrta Merlino
Livia Turco, Mariastella
Gelmini, Carlo Giovanardi,
Pippo Civati, Manuela Repetti e
il giornalista Tommaso Labate.
L’aria che tira
La7, ore 11
Paola Marella è alla guida di
questo nuovo programma che
aiuta a trovare l’hotel perfetto.
L’agente immobiliare riceverà
due richieste di aiuto da clienti
con esigenze particolari.
Hotel Cercasi
Real Time, ore 22.10
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Corriere della Sera Giovedì 8 Maggio 2014
55
italia: 51575551575557
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Film
e programmi
Toni Servillo
giornalista da Oscar
Jep Gambardella (Toni Servillo,
foto) è un giornalista che si muove
tra cultura alta e mondanità in una
Roma che non smette di essere
meravigliosa e decadente. Oscar
2014 come miglior film straniero.
La grande bellezza
Premium Cinema, ore 21.15
Il destino è contro
Damon e Blunt
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*>ޜvv -ŽÞ -«œÀÌ Ó Un giovane politico in ascesa
(Matt Damon) si innamora di
una ballerina (Emily Blunt, foto
con Damon) incontrata per caso.
Ma oscure forze sembrano
opporsi alla loro relazione.
I guardiani del destino
Cinema Energy, ore 21.15
Hill studente sospeso
fa il babysitter
Sospeso per un semestre
dall’università, Noah (Jonah Hill,
foto) è costretto a tornare a casa.
Per dare una mano alla madre, si
troverà a fare da babysitter ai
figli del vicino di casa e...
Lo spaventapassere
Sky Cinema Hits, ore 21.10
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, /,"*"/ A fil di rete
di Aldo Grasso
Storie di sopravvissuti
Un format neo-realista
S
u Rete4 torna «Alive – Storie di sopravvissuti», il format di Simona Ercolani in cui si raccontano le storie
di chi ce l’ha fatta. Con testimonianze dirette e reportage inediti, vengono mostrate le vicissitudini di chi è
sopravvissuto, contro ogni previsione, in situazioni
ad altissimo rischio. (Rete4, martedì, ore 21.15). A condurre
questa saga di scampati, Vincenzo Venuto (quello di «Missione natura» su La7). Per tanti motivi, «Alive» è un frammento
della vecchia Rai3 di Angelo Guglielmi. Ricorda molto «Ultimo
Vincitori e vinti
minuto» di Maurizio Mannoni e
Simonetta Martone, il quale, a
Maurizio
sua volta, era ispirato a un celeCrozza
bre programma in onda sulla
Crozza live
Cbs dal 1989, «Rescue 911», che
batte
ha dato origine a trasmissioni
Benigni.
omologhe in varie emittenti euRai3 supera Canale 5
ropee («La nuit des héros» su
grazie al consueto
France 2, «Les marches de la
appuntamento del
gloire» su Tf1 e «999» trasmesso
martedì con «Ballarò»,
dalla Bbc). «Ultimo minuto»
di Giovanni Floris,
proponeva, attraverso ricostruaperto da Maurizio
zioni filmate, le storie di persoCrozza: per 3.014.000
ne in pericolo di vita salvate in
spettatori, e una
extremis dall’intervento dei socshare dell' 11,9%
corritori. Faceva parte di quella
poetica «neo-neorealista» che
Roberto
tanto piaceva a Guglielmi.
Benigni
Qui, la storia più interessante
Benigni
è quella di Davide Caricato, 15
superato
anni, intrappolato tra le rocce
da Crozza
del fiume per oltre un’ora, salvaLive. Filmissimo in
to dai Vigili del fuoco dopo lunprima generalista per
ghi tentativi. La suspense nasce,
Canale 5: viaggio
ovviamente, dalla costruzione di
romano di Woody Allen
un racconto capace di mescolacon Roberto Benigni.
re filmati originali e ricostruzioPer «To Rome with
ni ad hoc. È l’estate del 1995, alLove» 2.867.000
cuni ragazzi si bagnano in un
spettatori, 11,6%
torrente vicino a Bologna, uno
di share
di loro non riesce più a uscire
dall’acqua… Sua madre, anni
prima, è morta annegata in mare. Salvato, il ragazzo ha ancora
voce per dire grazie, ripetutamente. Oggi ha 34 anni e fa il magazziniere.
Dal resto del mondo, infine, documentari Bbc e National
Geographic danno conto di altre storie vere di salvataggi, di
prove di coraggio, di situazioni cui sopravvivere sembra impossibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso
Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
Il destino degli uomini
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deciso a testa o croce
Llewelyn Moss (Josh Brolin),
saldatore texano reduce del
Vietnam, si imbatte in un
regolamento di conti per una
partita di droga. Per i fratelli
Coen quattro Oscar nel 2008.
Non è un paese per vecchi
Sky Cinema Cult, ore 22.50
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Giovedì 8 Maggio 2014 Corriere della Sera
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