LA DISFAGIA
A cura di:
MAGGIALETTI CONSILIA
Infermiera Cure Domiciliari TO 2
PREMESSA
La disfagia è un'alterazione della deglutizione del transito parziale o totale dei
cibi, bevande, farmaci, saliva etc; si presenta con un'alta prevalenza nella
popolazione generale.
Le principali complicanze della disfagia sono l'aspirazione tracheo-bronchiale, la
polmonite ab ingestis, la malnutrizione e la disidratazione: a questi ultimi
aspetti si possono associare disturbi del comportamento e diminuizione delle
difese immunitarie.
Un'aspetto a cui è necessario prestare maggiore attenzione è quello legato alle
restrizioni sociali del paziente disfagico e alla conseguente compromissione
della qualità di vita come espressione di riduzione di autostima, sicurezza,
capacità lavorativa e svago
La disfagia non è una malattia, ma un sintomo – se avvertita dal paziente- o un
segno clinico - se ravvisata dal clinico.
In quanto sintomo la disfagia ha una prevalenza nella popolazione generale
intorno al 3-5%. tale numero aumenta fino al 16% nei soggetti oltre gli 85 anni.
In quanto segno clinico la disfagia ha una prevalenza variabile: negli ospedali per
acuti ha una prevalenza calcolata intorno al 12-13%; nelle strutture residenziali
per anziani la prevalenza raggiunge valori compresi fra il 40-60%.
La disfagia è presente in percentuali significative in pazienti con alcune patologie.
Nell'ictus cerebrale è presente nel 40-80% dei pazienti nella prima settimana;
nel Parkinson è presente nel 50-90%; nei pazienti con sclerosi multipla è
presente nel 33-43%. inoltre la disfagia è presente in percentuali significative
in molte altre patologie neurologiche in modo particolare nella distrofia
muscolare, nelle paralisi cerebrali, dermatomiositi etc. E' presente inoltre nel
93-!00% dei soggetti sottoposti a radioterapia nella regione testa e collo.
Oltre a rappresentare un problema debilitante e costoso dal punto di vista sociale
per pazienti e famigliari, la disfagia è causa di numerosi ricoveri ospedalieri,
anche ripetuti nel tempo.
Un'adeguata gestione della disfagia riduce il rischio di complicanze ed i costi ad
esse associate.
La disfagia è spesso sottovalutata e ciò comporta la non messa in atto di tutti i
provvedimenti necessari a prevenire le sequele e le complicanze
CONTESTO DI RIFERIMENTO
Le cure domiciliari TO 2 distretto 5 operano sul territorio... con un bacino d'utenza
di circa.....
Il nostro gruppo di lavoro è formato da 13 infermieri, 1 oss, e la coordinatrice.
Per le cure domiciliari è fondamentale la collaborazione con i Medici di Medicina
Generale.
Da qualche tempo abbiamo notato un aumento delle segnalazioni da parte dei
pazienti o del care giver del sintomo della disfagia con conseguente aumento della
richiesta di acquagel per difficoltà a deglutire acqua, farmaci e quant'altro.
Da parte dei MMG c'è stato un aumento delle richieste di visite nutrizionistiche
per grave disidratazione o insufficiente apporto nutrizionale dovuto a possibili
problemi di disfagia.
Ho esaminato le cartelle del periodo compreso tra maggio e ottobre, il dato che
emerge è il seguente: tra le 100 cartelle esaminate il 50% ha lamentato disfagia ma
solo 10 pazienti hanno una diagnosi confermata dallo specialista (foniatra).
A tutto ciò ne consegue un aumento di terapie infusionali che hanno il solo fine di
idratare il paziente, terapie che si protraggono per periodi molto lunghi con tutte le
conseguenze che questo comporta: manovre invasive (posizionamento cvp o cvc
quando il patrimonio venoso del paziente è scarso), maggiore ansia da parte dei
care giver che devono collaborare nella gestione della terapia infusionale,
dispendio notevole di risorse anche in termini umani, ripetute riospedalizzazioni
etc.
Da queste considerazione nel nostro gruppo è nata l'esigenza di gestire in modo
più strutturato, avendo anche degli strumenti che possano permetterci di affrontare
meglio il problema e dare un aiuto valido ai pazienti e alle famiglie che ne sono
afflitti.
Dopo aver raccolto i dati revisionato le cartelle e aver effettuato la
ricerca bibliografica ho iniziato la stesura del progetto
DESTINATARI
CARE GIVERS
PAZIENTI
ANALISI DEI BISOGNI EDUCATIVI
DEI DESTINATARI
CONOSCENZE RELATIVE ALLA DISFAGIA
EDUCARE AL RICONOSCIMENTO TEMPESTIVO
DELLE COMPLICANZE
SPIEGARE DELLE TECNICHE PER UNA CORRETTA
ALIMENTAZIONE
PREPARAZIONE DEI CIBI
Questi bisogni verranno soddisfatti attraverso la creazione di un libretto
informativo costruito in modo semplice scrivendo le indicazioni più importanti
che possano essere utili al paziente e/o care giver. Ai pazienti verranno anche
forniti delle ricette per la preparazione dei cibi
OBIETTIVI DEI DESTINATARI
RICONOSCERE I SEGNI DELLA DISFAGIA E
DELLE SUE COMPLICANZE
SOMMINISTRARE CORRETTAMENTE CIBI E
BEVANDE
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DI VITA
OBIETTIVI DEI FORMATORI
AUMENTARE L’AUTONOMIA E LA
PROFESSIONALITA’
DIVULGARE LE CONOSCENZE AI COLLEGHI
APPROCCIARSI AL PAZIENTE E AL CARE GIVER IN
MODO UNIFORME
OBIETTIVI AZIENDALI
RIDUZIONE DEI COSTI
EVITARE RIOSPEDALIZZAZIONI
RISORSE
ECONOMICHE
chiedere l’autorizzazione delle ore di straordinario che
verranno effettuate dal personale infermieristico impegnato nel progetto,
pagamento per la creazione del libretto informativo da dare ai pazienti
UMANE gruppo infermieristico che partecipa al progetto, le dietiste
e la foniatra
LOGISTICHE la casa dei pazienti, locali dell’asl per le riunioni di
gruppo, computer, stampante per la stesura del libretto.
TEMPO ogni 15 giorni riunione di gruppo di circa 1h per riferire ai
colleghi l’andamento del progetto e discutere i punti di maggiore
criticita’; accessi più lunghi ( di circa 50’ ) da dedicare a casa dei
pazienti per la dimostrazione delle tecniche per migliorare
l’assunzione dei cibi e la preparazione dei cibi da effettuare insieme
al paziente o al care giver.
CRONOPROGRAMMA
RIUNIONE DI GRUPPO
OTTOBRE
CONTROLLO CARTELLE
CLINICHE
AGOSTO
ANALISI BIBLIOGRAFICA
AGOSTO
CONFRONTO CON
SPECIALISTI
OTTOBRE
STESURA PROGETTO DI
BASE
OTTOBRE
PRESENTAZIONE PROGETTO
AL GRUPPO DI LAVORO
NOVEMBRE
PREPARAZIONE LIBRETTO
INFORMATIVO DA FORNIRE
AI PAZIENTI
GENNAIO 2010
SPERIMENTAZIONE
PROGETTO
FEBBRAIO-LUGLIO
VALUTAZIONE E VERIFICA
SETTEMBRE 2010
REVISIONE
NOVEMBRE-DICEMBRE
STESURA PIANO OPERATIVO
ANALISI DEL CONTESTO
RACCOLTA ED ANALISI DEI DATI
RILEVAZIONE DEI BISOGNI
ANALISI BIBLIOGRAFICA
STESURA PROGETTO DI BASE
RIUNIONE D’EQUIPE
CONTATTO CON SPECIALISTI (DIETOLOGA,
FONIATRA
PREDISPOSIZIONE DI STRUMENTI PER
L’ATTIVAZIONE DEL PROGETTO
ATTUAZIONE DEL PROGETTO
VERIFICA
MONITORAGGIO
Il monitoraggio del progetto verrà effettuato dalla sottoscritta e da altre due
colleghe interessate al progetto; ci occuperemo di rispettare il programma
annotando le criticita’ per poter adottare nuovi accorgimenti nel progetto
definitivo. Ci saranno degli incontri mensili con il gruppo di lavoro per
metterlo al corrente dei risultati raggiunti. Verranno inoltre eseguiti dei
colloqui con i pazienti e i famigliari per capire se il percorso che stiamo
facendo rispetta le aspettative e i risultati attesi.
I dati che emergono da questo monitoraggio devono far comprendere
l’impatto del progetto sull’attivita’ lavorativa e il carico di lavoro. Inoltre
deve emergere la soddisfazione, il coinvolgimento e i benefici dei pazienti
e del care giver
VINCOLI E LIMITI
PUNTI DI DEBOLEZZA:
Scarsa adesione da parte di tutti gli operatori del gruppo di
lavoro
Tempo per la stesura del progetto e per il tempo che richiede
per la sperimentazione
PUNTI DI FORZA:
Miglioramento della qualita’ di vita dei pazienti
Riduzione dei costi
Diminuizione delle complicanze
OPPORTUNITA’:
Confronto con specialisti
Crescita professionale
CRITICITA’:
Estendere il progetto a tutti i pazienti affetti da disfagia a causa del
maggior numero di ore che bisogna dedicare
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