Libro delle monete complementari
NORD AMERICA
LETS (Local Exchange Trading System)
Introduzione
testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"
Consapevole dell'esperienza di Guersney e Jersey 12, nel 1985
Weston provò ad organizzare a Norwich, in Gran Bretagna, un
sistema di trasferimenti basato sull'utilizzo di un'unità locale così
come aveva sperimentato in America. Nel 1987 si svilupparono, in
contatto con Vancouver, i primi LETS {Locai Exchange Trading
Systems) significativi in Scozia e Galles. Nel 1990 la New
Economics Foundation cominciò a promuovere il LETS, puntando
sull'unità locale e dando impulso allo sviluppo dei sistemi che oggi
sono 400 e coinvolgono oltre 40.000 persone.13 A partire dall'inizio
degli anni '80 il termine LETS (che letteralmente significa
"lasciatecelo fare") incominciò ad essere utilizzato per esprimere la
possibilità, da parte della popolazione locale, di organizzare i propri
sistemi di scambio. Mentre il primo LETS, basato sul baratto, non
sopravvisse come modello, l'idea fu adottata dalle comunità e il
termine LETS venne usato approssimativamente per identificare
modelli differenti apparsi in Gran Bretagna e in Australia negli anni
'90. II principio è semplice: si accende un conto per ciascun
aderente al sistema; oggetto degli scambi sono beni, servizi e
saperi, e tramite un supporto informatico si contabilizzano tutti gli
scambi del sistema in prestazioni orarie oppure tramite una moneta
locale complementare a quella di corso legale. All'avvio ognuno ha
un saldo nullo sul proprio conto. Associandosi ogni membro
comunica che cosa intende offrire e che cosa desidera ricevere, e
ciò che si scambia viene inserito in apposite liste, che tengono
conto delle specificità territoriali, in modo tale da capire quali siano
le richieste locali. La contabilizzazione degli scambi avviene
attraverso l'emissione di assegni; l'unità di misura è una moneta
interna chiamata con un nome di fantasia, oppure, nelle realtà dove
si scambiano servizi, è il tempo. Consenso e fiducia sono
indispensabili sia per le transazioni che per la sopravvivenza del
gruppo; infatti, non essendoci un controllo interno, ognuno è
responsabile di quello che fa.
Gli obiettivi del LETS sono soprattutto di carattere economico e
solidale: lotta contro la solitudine, integrazione all'interno della comunità locale, costituzione di buon vicinato, possibilità di acquisire
servizi a costi più bassi, possibilità di lavoro per i disoccupati, sostegno a servizi locali scarsamente valorizzati, sviluppo di un'economia
locale rispettosa delle risorse naturali. Il desiderio è quello di
passare da un commercio impersonale a rapporti più personali e
umani, introducendo trasferimenti tra persone che possiedono
conoscenze, abilità, tempo e beni disponibili, in modo tale da
valorizzare competenze trascurate e rinforzare il senso di
autenticità nelle relazioni con gli altri. L'unità locale è
frequentemente allineata alla sterlina e ciò permette di avere
trasferimenti tra LETS. I beni e i servizi sono valutati in base al
tempo di produzione (un'ora di giardinaggio equivale ad un'ora di
lezioni di chitarra), o al valore d'uso, oppure al valore del proprio
tempo fissato da ogni aderente entro limiti previsti dal LETS. Il
sistema è interessante per le regioni ad alto tasso di
disoccupazione, perché permette alle persone di ottenere beni e
servizi che non possono pagare con la moneta tradizionale. I
problemi legati al tasso di inflazione e alla disoccupazione che ne
consegue vengono così aggirati creando una moneta locale, da
usare solo all'interno della comunità della quale si è parte,
assicurando scambi di beni, servizi e abilità tra gli utenti del
sistema stesso. Poiché vi è equivalenza rispetto alla valuta
nazionale, gli associati non sono isolati dal sistema economico del
Paese. Inoltre, non ci sono interessi economici negli scambi.
L'esperienza inglese, capostipite dei sistemi locali di scambio, si è
sviluppata tra la fine degli anni '80 e '90 in piena crisi economica (le
prime esperienze si ebbero alla fine degli anni '70 per ridare lavoro
ai licenziati di una base aerea). I LETS rappresentano un modo per
accedere a servizi che il pubblico non eroga più e che le persone
non sono in grado di acquistare con gli scarsi mezzi a disposizione.
Attraverso i LETS si attivano asili nido., si erogano cure a malati
cronici non più assistiti dal sistema nazionale sanitario, si affrontano
le manutenzioni casalinghe senza esborso di danaro ecc. I rapporti
con il governo britannico non siano stati sempre semplici, ma ora
sono coinvolti numerosi enti locali. Alcuni concedono sovvenzioni,
ma spesso forniscono aiuto dando permessi, materiali pubblicitari,
cancelleria, stamperia, foto-copisteria, computer ecc. Un certo
numero di enti locali, inoltre, sta assumendo promotori per
diffondere i LETS in aree a basso reddito. Progetti basati sul
sistema dei LETS sono stati inaugurati anche nelle comunità etniche
e in quelle dei rifugiati.
Un interessante esperienza si sta tenendo nella Beckford
Community LETS. Si tratta di un progetto, rivolto agli utenti del
centro di salute mentale, consistente in riunioni pubbliche che si
tenevano all'interno dell'ospedale locale. L'affitto di questi spazi
viene pagato dalla Beckford Community attraverso i LETS. Ogni
settimana si svolge un incontro informale con tutti coloro che
vogliono partecipare e vi è anche una riunione pubblica con una
presentazione, un relatore o un workshop (di solito tenuto dai
membri dei LETS) su una vasta gamma di materie. I medici e gli
infermieri psichiatrici indirizzano i pazienti e gli utenti che entrano e
escono dall'ospedale al Beckford Community LETS e alla sua
squadra di terapisti, sempre appartenenti ai LETS. Come ha detto
Shephard: "I miglioramenti di molti membri dei LETS sono stati
incredibili, tanto che un recente commento è stato il seguente: ci
sono troppe persone che stanno bene qui dentro!" 14. Questo
progetto viene attualmente riprodotto in Gran Bretagna con
l'assunzione di staff dei servizi sociali e delle autorità sanitarie, al
fine di sviluppare altri LETS con scopi sanitari.
Note:
12 Ne! XIX secolo a Guersney e Jersey, isole del Canale della
Manica, vennero emesse obbligazioni senza interessi con cui si
finanziò la completa ricostruzione delle infra-strutture. La
circolazione di queste obbligazioni strettamente locali comportò lo
sviluppo di un sistema economico ristretto nelle isole, a fianco di
quello nazionale, e ciò assicurò una tassazione molto bassa.
13 Dati riportati da B. Palmese, S. Sereni, Senza denaro, Edizioni
Lavoro, Roma 2000.
14 L. Shephard, L'esperienza dei LETS nei paesi anglosassoni,
Convegno "Tenere il Tempo", Perugia, 1996. Scaricato da
http://digilander.libero.it/paolocoluccia
testo da "Senza Denaro"
Nel 1985 David Weston provò ad organizzare a Norwich, in Gran
Bretagna, un sistema di trasferimenti basato sull'utilizzo di una
unità locale, così come aveva sperimentato nel continente
americano. Nel 1987 si svilupparono LETS significativi in Scozia e
Galles,
esperienze
in
contatto
con
Vancouver,
che
computerizzarono la loro attività, rendendola funzionale e
scorrevole.
Nel 1990, la New Economics Foundation (NEF) cominciò a
promuovere il LETS, puntando sull'unità locale, sicché in poco
tempo sbocciarono nuovi LETS in tutto il paese.
Dal 1991 in poi la crescita numerica è stata così rapida che oggi i
sistemi sono 400 e coinvolgono oltre 40 mila persone. Liz Shephard
ha costruito una struttura di appoggio e propaganda (Letslink UK)
che si occupa di fornire documentazione, schemi operativi, manuali,
programmi informatici ed elaborazioni teoriche.
Il modello LETS si è diffuso rapidamente in Europa dando vita a
numerose sperimentazioni, o ispirando indirettamente altre
modalità di trasferimento.
I suoi obiettivi sono soprattutto di carattere economico e solidale.
Le motivazioni che stanno alla base della loro costituzione sono
infatti: la mancanza di denaro, la lotta contro la solitudine,
l'integrazione all'interno della comunità locale, la costituzione di
buon vicinato, la possibilità di acquisire servizi a costi più bassi, la
possibilità di utilizzare lavoratori disoccupati, il sostegno a beni e
servizi locali scarsamente valorizzati, lo sviluppo di una economia
locale rispettosa delle risorse naturali.
Il desiderio è quello di correggere le logiche distorte del l'economia,
passando così da un commercio impersonale a «rapporti più
personali e umani», introducendo trasferimenti tra persone che
possiedono conoscenze, abilità, tempo e beni non utilizzati. Si
ottiene cosi il riconoscimento di quelle competenze che il mercato
tradizionale non valorizza, rinforzando il senso di autenticità nelle
relazioni con gli altri. L'unità locale, denominata in modo vario e
fantasioso nei diversi sistemi (Oliver, Bright, Storie, Acorn, Beacon,
Pigs, Onny ecc.), è frequentemente allineata alla sterlina. Proprio
grazie a quest'allineamento è stata teorizzata la possibilità di dar
vita a trasferimenti tra LETS, tramite l'esperienza di InterLets?.
Knights ed Evans,(6) pur sottolineando che il sistema è
deliziosamente locale e fortemente basato sulla comunità,
affermano che ciò non deve preconizzare l'isolamento della
comunità. L'atmosfera solidale esistente tra le diverse realtà
potrebbe permettere lo sviluppo di trasferimenti inter-sistemi,
soprattutto per le realtà territorialmente vicine. Nella valutazione
dei beni e dei servizi ogni LETS ha un diverso modo di agire,
fondamentalmente esistono tre tipi di schema:
i servizi vengono conteggiati in base al tempo di produzione
(un'ora di baby-sitting equivale ad un'ora di idraulico);
i beni e i servizi vengono valutati in base al valore d'uso,
anche se spesso è vicino al prezzo corrente del mercato locale;
ogni aderente può fissare il valore del proprio tempo, ma entro
vincoli predefiniti dal LETS per evitare sperequazioni eccessive.
Sono esperienze autonome, autofinanziate. Talvolta il grande
successo del sistema porta ad un riconoscimento pubblico
(concessione di sedi per incontri, promozione del modello di
scambio nei circuiti sanitari): allo scopo si ricordano le esperienze di
LETS terapeutici,(7) promosse dal ministero della Sanità.
I materiali dell'Infopack prodotto da Letslink UK hanno ispirato gran
parte delle esperienze europee.
Esistono raggruppamenti nazionali in molti paesi europei, sostenuti
dai finanziamenti indirizzati alle ONG.
LETS
Funzionamento
testo (parzialmente modificato) di Veruska Carboni, tratto da
Alterville.it
Il LETS (Local Exchange Trading System) è un sistema studiato
appositamente per trattare problemi associati alla moneta
convenzionale.
L'obiettivo di fondo è sia economico che sociale: da un lato
permette l'acquisto di beni e servizi, pur non avendo denaro,
sostenendo costi più bassi per i servizi rispetto al mercato, dall'altro
è uno strumento per integrarsi nella comunità locale e costruire
rapporti di buon vicinato.
Secondo alcuni economisti il sistema è potenzialmente interessante
per le regioni ad alto tasso di disoccupazione perché permette alle
persone di ottenere beni e servizi che non possono pagare con la
moneta tradizionale.
I problemi legati al tasso di inflazione e alla disoccupazione che ne
consegue, vengono così aggirati creando una moneta locale, da
usare solo all'interno della comunità della quale si è parte, che
assicura scambi di beni, servizi e abilità tra gli utenti del sistema
stesso.
Le valute locali sono state utilizzate anche nel passato ogni volta
che una comunità voleva proteggere l'economia interna da fattori
esterni quali la guerra o la depressione.
Attualmente il sistema dei LETS costituisce la più avanzata forma di
valuta locale in circolazione.
Il primo LETS fu sviluppato nel 1983 in Canada nella Comox Valley
dove un gruppo di persone già dedite al baratto, creò una rete di
scambi all'interno della comunità in cui vivevano ottenendo grandi
vantaggi.
Il prototipo ebbe successo, nonostante la resistenza di alcuni
elementi chiave nelle comunità locali, tanto che 20 sistemi simili si
riprodussero nel Nord America in breve tempo diffondendosi anche
in Nuova Zelanda, Australia e Gran Bretagna.
La struttura organizzativa e il governo degli scambi
Esiste una componente burocratica che costituisce l'ossatura del
sistema; le regole sono poche ma ben chiare e vanno rispettate per
il buon funzionamento della rete di scambio. Basandosi su un forte
senso di comunità, non ci saranno sanzioni materiali per coloro che
disattendono le procedure. Tuttavia, poiché sempre di collettivo si
tratta, consenso e fiducia sono richiesti sin dall'inizio come
fondamento del sistema stesso.
La rete associativa fa riferimento ad un quartiere, una piccola
comunità o ad un villaggio e può essere istituita anche da un
ristretto gruppo di persone che iniziano l'attività di scambio.
Importante ai fini dell'allargamento dei confini della comunità è la
socializzazione attraverso feste organizzate e momenti ludici di
incontro per acquisire nuovi aderenti e imparare le regole delle
transazioni.
Come opera il sistema? Associandosi ogni membro comunica che
cosa intende offrire e che cosa desidera ricevere; ciò che si scambia
viene inserito in apposite liste che tengono conto delle specificità
territoriali, in modo tale da leggere anche le richieste locali.
La contabilizzazione degli scambi avviene attraverso l'emissione di
assegni; l'unità di misura è una moneta interna chiamata con un
nome di fantasia, oppure nelle realtà dove si scambiano servizi è il
tempo.
In realtà la particolarità dei LETS sta proprio nell'aver creato una
moneta locale interna che ha lo stesso valore della valuta corrente,
cioè la sterlina. Il sistema dei LETS va considerato come
complementare piuttosto che alternativo a quello esistente, perché
cerca di integrarlo e non di sostituirlo.
Cinque sono le caratteristiche del LETS:
il costo dei servizi: esclude qualsiasi idea di commissione o
profitto nel sistema amministrativo, ma al tempo stesso è in
grado di offrire servizi che farebbero invidia a un qualsiasi
profit-making businnes.
Il consenso: tutte le attività interne sono basate sul consenso
che è dato da ogni partecipante come condizione di apertura di
un conto; tutti i conti partono da zero e i soldi non saranno
depositati e/o spostati da un conto all'altro senza previa
autorizzazione del tenutario. Il consenso si intende anche in
negativo: ogni associato ha il diritto di rifiutarsi di svolgere un
dato servizio o prestazione.
Informazione costante: ognuno ha diritto a ricevere
informazioni non soltanto riguardo al funzionamento del LETS,
ma anche riguardo il proprio conto personale in qualsiasi
momento.
Equivalenza alla valuta nazionale: è un modo per non isolare
gli associati dal sistema economico nazionale e al tempo stesso
permettere loro di acquistare beni e servizi ad un prezzo
inferiore rispetto al mercato.
Inesistenza di qualsiasi interesse economico negli scambi, il
LETS altro non è che una ONP.
Tornando alla struttura del LETS e al governo degli scambi, la parte
burocratica del sistema emerge nella volontà di efficienza degli
organizzatori e degli utenti.
Le procedure di iscrizione, la registrazione e lo svolgimento degli
scambi, devono essere regolamentati. Si punta all'efficienza per
avere una struttura snella che possa venire incontro con facilità alle
esigenze degli associati; a tal proposito è stata predisposta una
serie di figure cardine (record coordinator, steward, advisory group)
ognuna con compiti precisi, che crea una sorta di modello
funzionale in cui ognuno si occupa della gestione di una
determinata fase organizzativa, senza però che ci sia alcun potere
gerarchico-sanzionatorio poiché si tende ad una totale orizzontalità
dei rapporti, i quali si basano sulla completa fiducia reciproca.
L'adattamento reciproco consente agli utenti di correggere o
indirizzare il proprio lavoro verso esigenze e aspettative del
momento.
La tendenza è di tenere separato il lavoro amministrativo dalla rete
di scambio vera e propria riducendo al minimo gli interventi.
I soggetti sopra menzionati hanno precise responsabilità:
il recording coordinator si occupa della registrazione dei singoli
utenti, assegnando loro un numero e un identificativo; si
occupa della contabilizzazione degli assegni (controllando che
gli scambi si siano svolti secondo le procedure) e degli estratti
conto, pubblicati con cadenza mensile; inoltre è responsabile
del servizio informazioni.
Il ruolo dello steward consiste nel mantenere l'integrità del
LETS: lavora nell'interesse degli utenti e contribuisce anche alla
parte ludica del sistema, organizzando feste e manifestazioni.
L'Advisory group è un comitato consultivo composto dagli
utenti che non sono però coinvolti in altre attività
amministrative. Svolge un ruolo molto delicato ossia quello di
dirimere i contrasti che talvolta possono sorgere tra gli
associati.
Va sottolineato che chi svolge queste mansioni non percepisce
nessun stipendio; è lavoro volontario e tale deve rimanere fintanto
che non sussistono buone ragioni per cambiare.
Esiste un regolamento che descrive le regole vigenti all'interno del
LETS (che ogni socio accetta e condivide al momento
dell'iscrizione), strutturato in maniera semplice ed estremamente
chiara. In genere definisce la natura e i compiti dell'associazione, il
ruolo del coordinatore, il modo e la regolamentazione degli scambi
e dei rapporti fra membri e amministrazione, le responsabilità e le
azioni di salvaguardia del sistema.
Da un punto di vista strutturale anche il LETS può essere definito
come una forma mista di governo degli scambi.
Esiste anche nel LETS un mercato interno i cui confini coincidono
con quelli dell'associazione, (alla quale si accede mediante il
pagamento di una quota di iscrizione), nell'ambito del quale
avvengono gli scambi tra gli utenti.
Le transazioni hanno un prezzo che non è il tempo, ma una moneta
locale (in circolazione esclusivamente all'interno del LETS) del
valore equivalente alla valuta nazionale.
Poiché gli scambi avvengono all'interno di una comunità, più o
meno ristretta, il mercato sarà regolato da un apparato burocratico
il cui compito è quello della definizione delle regole e delle
procedure di scambio.
L'aspetto comunitario è evidente; Il contesto nel quale si sviluppano
i LETS sono tipici di regioni povere dove il tasso di inflazione, e di
conseguenza quello di disoccupazione, sono piuttosto elevati per cui
è fortemente percepito il senso utilitaristico del sistema. Le persone
sono mosse dal bisogno di essere aiutate e di aiutare al tempo
stesso: la solidarietà reciproca è forte, nel tentativo di sopravvivere
in un sistema economico che avvantaggia pochi.
Attraverso il LETS possono essere create nuove possibilità per
disoccupati di lunga durata che spesso non trovano lavoro perché
non hanno esperienza e/o contatti sociali: si riattivano persone che
sono state emarginate dal sistema economico dominante.
All'interno c'è sempre abbastanza informazione da rendere i
partecipanti in grado di gestire e regolare il sistema da soli.
Esiste un nucleo originario che è una sorta di gruppo di governo che
racchiude i cosiddetti "organizzatori del sistema", ma non esiste in
realtà una separazione tra i costituenti e il resto del gruppo.
Di certo è che gli organizzatori hanno bisogno che il sistema
funzioni: fanno appello al consenso, alla fiducia e alla responsabilità
di ognuno.
Come accennato in precedenza, consenso e fiducia sono
indispensabili sia per le transazioni che per la sopravvivenza del
gruppo; non essendoci un governo interno, ognuno è responsabile
di quanto fa e si deve impegnare a soddisfare il livello qualitativo
standard.
La fiducia non rappresenta però in nessun caso una garanzia di
qualità per i servizi offerti. E' attraverso il meccanismo del feedback
che gli utenti hanno la percezione del funzionamento del sistema: la
frequenza degli scambi è indice del fatto che gli associati sanno
sfruttare le potenzialità del LETS.
La facilità di accesso alle informazioni rende tutto più trasparente: i
membri possono accedere non solo ai propri conti, ma anche, se
richiesto, a quelli altrui per decidere eventuali rifiuti di transazioni.
E' prevista in alcuni casi la pubblicazione semestrale dei conti di
tutti gli appartenenti attraverso un foglio informativo di
comunicazione con gli utenti.
La trasparenza consente di evitare fraintendimenti, discussioni o
attriti fra gli utenti, riducendo il rischio di comportamenti
opportunistici.
Il comportamento sleale viene visto come una sorta di tradimento
nei confronti degli altri membri; non sono previste sanzioni ma chi
esce deve saldare il proprio debito. L'organo "controllore" è
l'Advisory Group che ha il compito di segnalare chi disattende alle
regole e favorirne l'espulsione.
L'organizzazione non necessita di una costituzione scritta o di
procedure legali per attivarsi; il sistema dipende da come le
persone si rapportano all'organizzazione, e da come interagiscono
le une con le altre.
Quattro sono i punti che rendono effettivo il sistema per ciò che si
propone:
avere chiari obiettivi: l'accordo sugli scopi dà un senso al
lavoro che ogni singolo deve svolgere, creando in questo modo
unità anche quando gli eventi si muovono velocemente e le
comunicazioni sono povere.
"Open partecipation": attraverso una partecipazione ampia,
grandi obiettivi possono essere raggiunti più facilmente e
velocemente; è raggiunta dal gruppo che agisce "as collective
of indipendent individuals", cioè ognuno è libero di agire come
crede più opportuno. Ciò che viene fatto nell'interesse del
gruppo deve essere accettato dal gruppo stesso.
Le ricompense devono essere legate ai risultati: per assicurare
un continuo impegno da parte di chi contribuisce con il
volontariato e anche finanziariamente, le ricompense devono
essere disponibili e ben distribuite. Il rischio di una ricompensa
inadeguata e quindi di risultati piuttosto scadenti, è diviso tra
tutti i partecipanti e la distribuzione finale rifletterà la qualità e
quantità degli input di ognuno.
Flessibilità del
sistema: molti problemi associati a
organizzazioni di questo tipo possono essere evitati lavorando
come una federazione di piccoli gruppi, adottando protocolli
simili. Se questo schema funziona può essere preso come
modello da imitare. Il gruppo deve essere il più aperto possibile
(facilitando in questo modo l'ingresso di nuovi membri) e non
deve diventare l'esclusivo territorio di un gruppo particolare di
individui.
I costi del sistema e i rapporti con il governo
Le spese di contabilità e di intermediazione sono ridotte al minimo.
La quota di iscrizione costituisce un importante fonte di
autofinanziamento e serve per coprire le spese postali, quelle per le
fotocopie e le telefonate. Ad esse vanno aggiunte le spese per la
tenuta dei conti e il costo del lavoro di coloro che operano presso la
sede. Queste variano da realtà a realtà. In alcuni casi sono
forfetizzate in un importo annuo in altri sono definite in percentuale
sull'ammontare delle transazioni.
Il coordinamento dei LETS ha recentemente inaugurato una rete
nazionale per gli Enti Locali coinvolti nei LETS al fine di condividere
le varie esperienze. Circa 100 enti locali sono coinvolti per aiutare
le organizzazioni già esistenti e per incoraggiarne lo sviluppo.
Questi enti forniscono generalmente sovvenzioni in denaro, oppure
in permessi e materiale di cancelleria. Un certo numero di Enti
Locali sta assumendo "organizzatori di LETS" per promuovere tali
organizzazioni nelle zone a basso reddito.
I rapporti con il governo sono piuttosto problematici e complicati.
Alcuni studiosi, notando come il LETSystem può essere usato per
evadere le tasse, hanno tratto conclusioni sbagliate e imprecise
influenzando il governo tanto da intraprendere una sorta di "guerra"
contro la comunità.
Il regolamento interno dei LETS dispone che chiunque scambi ore di
lavoro che rientrano nella sua attività principale, ha la
responsabilità di registrare le entrate, pagare l'Income Tax all'Erario
e la percentuale dovuta al Department of Social Security.
Nel LETS quindi, accanto a transazioni interne, esistono transazioni
esterne: quelle tra la comunità e il governo. Questo perché, nel
sistema di scambio angloamericano, non è il tempo la forma di
pagamento delle transazioni, bensì la moneta, usata solo all'interno
del LETS, per di più delle stesso valore della sterlina.
Il LETS come accennato all'inizio è un sistema disegnato per
integrare quello esistente, creando una comunità nella quale le
persone possono scambiare beni, servizi e abilità ad un prezzo
inferiore rispetto al mercato.
Il difficile contesto economico nel quale attecchiscono accomuna
tutti i membri; non a caso sono strutture tipiche delle regioni più
povere nel nord-est inglese e di città come Sheffield e Hull che
durante il governo Thatcher hanno vissuto una sorta di "falso"
miracolo economico.
Purtroppo il governo inglese ha un atteggiamento diffidente nei
confronti del sistema, e probabilmente non ne capisce appieno le
potenzialità.
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ROCS
ROCS = Robust Complementary Community Currency System
Descrizione sintetica
testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"
II ROCS {Robust Complementary Community Currency System,
Sistema "Robusto" di Valuta Complementare Comunitaria) è un sistema sviluppatosi nel Regno Unito che combina molte
caratteristiche dei vari sistemi di scambio non monetarii in uso
oggi. E progettato per resistere sia a problematiche esterne (come
una crisi nella valuta nazionale) sia alle diseconomie interne (come
in tutti i sistemi di credito reciproci la quantità di soldi è adattata
automaticamente alle necessità). Come nel LETS, i soldi nel ROCS
sono rappresentati dai crediti reciproci tra i partecipanti del
sistema. Questo vuole dire che la quantità di valuta presente è
automaticamente sufficiente e non dipende dal giudizio di
un'autorità centrale. Quando sono presenti troppi soldi ROCS,
questi vengono aggiunti o tolti dalla circolazione secondo le
decisioni dei partecipanti. Non è un compito semplice indovinare la
quantità corretta di soldi da immettere in circolazione, perché
questa
quantità
ideale
varia
secondo
la
percentuale
dell'accettazione della valuta locale, che cambia continuamente.
Inoltre, lo stesso stato complessivo dell'economia locale e le
condizioni dell'economia nella normale valuta nazionale cambiano
col tempo. In un modo auto-organizzato attraverso il credito
reciproco, almeno a livello locale, si sostituisce la Banca Centrale.
L'unità di conto del ROCS è l'ora, e le ore di servizio sono misurate
indipendentemente dal luogo e dalle circostanze. Viene usata la
valuta nazionale come referente, come nel LETS perché è più
conveniente per la convertibilità ed è più facile fissare il prezzo. Ma
ancorando una valuta locale alle valute nazionali, si lascia il sistema
di valuta locale vulnerabile a qualsiasi crisi finanziaria nazionale o
internazionale. È importante, dunque, la scelta della valuta
nazionale da avere come referente. A differenza di molti altri
sistemi, i partecipanti del ROCS possono negoziare il numero di ore
da scambiare in alcuna particolare operazione: un'ora di un servizio
che richiede formazione, abilità, esperienza, attrezzature costose o
rischi, può valere molte ore di lavori meno impegnativi.
TIME DOLLAR
testo tratto da "Economie senza Denaro" di maurizio Pittau
(...) Il sistema si basa sul mutuo aiuto tra i membri della comunità,
attraverso lo sviluppo del trasferimento paritario del tempo. I
partecipanti acquisiscono un credito per il tempo utilizzato ad
aiutare un altro membro. Tale credito espresso in Time dollar, da la
possibilità di ottenere un particolare servizio di cui si abbia
eventualmente la necessità (piccoli lavoretti domestici, assistenza
anziani, trasporti, aiuti scolastici, attività culturali, attività
amministrative di supporto al programma, etc.). Obiettivo
principale è quello di sviluppare una struttura di reciprocità,
ricostruendo il buon vicinato e lo spirito comunitario, attraverso la
valorizzazione delle forze sociali ed economiche locali. Ideatore del
sistema Time dollar è stato Edgar Cahn (...)
testo tratto da "Senza Denaro" di AA.VV
Il MORE (Member Organised Resource Exchange system) è una rete
formata da diversi gruppi di vicinato. I vicini lavorano insieme
all'interno di numerosi «programmi», promuovendo iniziative sia a
livello comunitario che individuale.
La filosofia alla base è la ricerca dello sviluppo del mutuo aiuto tra i
membri di una comunità, attraverso lo sviluppo del trasferimento
paritario di tempo.
Erroneamente si crede che il «Time Dollar» sia un'unità che
«trasforma letteralmente il tempo in denaro» (2). A1 contrario, chi
aderisce al Programma Time Dollar è un volontario che acquisisce
un credito per il tempo utilizzato ad aiutare un altro membro. Tale
credito, espresso in «credito per il servizio» o Time Dollar, dà la
possibilità di ottenere un particolare servizio di cui si abbia
eventualmente la necessità.
Il programma, diffuso localmente a cura di organizzazioni diverse
tra loro (ospedali, asili, centri servizi per comunità, servizi sociali,
centri anziani ecc.), prende il via con una ricognizione su ciò che ha
significato il venir meno della comunità locale e su quanto viene
offerto per sostituire ciò che in passato era preso in carico dal
vicinato e dalla famiglia insieme. Si trasferisce tempo per lavoro di
cura, piccoli lavoretti domestici, assistenza anziani, trasporti, aiuti
scolastici, attività culturali, attività amministrative di supporto al
programma. Obiettivo principale è quello di sviluppare una struttura
di reciprocità, ricostruendo il buon vicinato e lo spirito comunitario,
attraverso la valorizzazione delle forze sociali ed economiche locali.
Il sistema Time Dollar non è tassabile, in quanto la sua attività è
assimilata a quella delle organizzazioni caritatevoli di volontariato.
Le motivazioni di questa collocazione giuridica sono da ricercarsi:
· nell'assenza di costi richiesti dal sistema (non esiste una
commissione sui trasferimenti);
· nel fatto che il denaro corrente (il dollaro americano) non può
essere utilizzato per acquisire crediti o estinguere debiti;
· nel fatto che «si dà per avere e si chiede per dare»;
· nell'eguale valutazione delle ore trasferite.
Il Time Dollar non è un modo per pagare i volontari, serve per
costruire la solidarietà di mutuo aiuto e le comunità, insomma il
buon vicinato. Non è pensato per ottenere servizi a costo più basso,
ma per valorizzare le risorse di pensionati e disoccupati.
Con gli stessi obiettivi e modalità strutturali, il Time Dollar è stato
sperimentato in Giappone, in Sekizen, con un progetto fortemente
orientato verso 1'intergenerazionalità
Ithaca Hours
Descrizione sintetica
ITHACA HOURS è una moneta locale nata ad opera di Paul Glover
nel 1991 a Ithaca, una città dello stato di New York in Usa, come
forma di contrasto a Wal-Mart, la catena di ipermercati americana,
fonte di sfruttamento per produttori e lavoratori. Le Hours
rimangono nella regione per pagare il lavoro locale e rafforzano gli
scambi comunitari, espandendo una produzione ed un commercio
maggiormente attento all'ecologia e alla giustizia sociale della
comunità. Usando monete complementari locali si crea cioè un
vantaggio a favore della sostenibilità locale, sia in termini ecologici
che sociali.
Le Hours sono delle banconote complementari al dollaro, che
possono essere usate in pagamento di beni e servizi nel raggio di
50 miglia intorno ad Ithaca. Una Ithaca Hour in termini di potere di
acquisto vale dieci dollari, l'equivalente teorico di un ora di lavoro
(da qui il nome "hours", ore). Molti milioni di dollari di valore
equivalente sono stati movimentati dai residenti e più di 500
aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano.
I commercianti possono accettare questa moneta nella misura in
cui a loro volta riescono a coprire le proprie spese in Hours per
pagare i fornitori locali. Le banconote hour sono accettate da
idraulici, falegnami, elettricisti, infermieri, medici, bambinaie,
meccanici e da migliaia di fornitori di beni e servizi. Gli agricoltori di
Ithaca la accettano e la usano per assumere qualcuno che li aiuti
con i raccolti, o con lavori di riparazione e migliorie, alcuni
proprietari immobiliari (specie se non hanno a loro volta mutui)
accettano un affitto pagato in Hours, in tutto o in parte. I negozi
locali accettano ovviamente questa moneta, riuscendo in questo
modo a sopravvivere alla concorrenza delle grandi catene di
ipermercati come Wal-Mart?, e vendendo soprattutto prodotti locali.
Anche molti ristoranti e cinema, pure a New York City la accettano,
così come l'accetta l'ospedale locale.
Attraverso la moneta locale, si è rinsaldato lo spirito di comunità e
oggi è possibile ottenere prestiti a tasso zero. Un meccanismo
questo per dare credito all'economia sociale del luogo. La
Alternative Credit Union, una banca di credito cooperativo di Ithaca
offre conti correnti in moneta locale e con un prestito a tasso zero
in questa moneta è stata finanziata la costruzione della stessa sede
della banca. Con le Ithaca Hours, il board di gestione della moneta
ha anche finanziato programmi popolari sempre tramite prestiti a
tasso zero, ed ha fatto donazioni all'amministrazione locale,
finalizzate a fare lavori pubblici senza alzare le tasse.
Alla base del funzionamento sta un giornale, tirato in 6 mila copie
distribuite gratuitamente. Al suo interno si trovano le informazioni
per le attività di auto-aiuto, la promozione della valuta locale e le
offerte. Fa pubblicità ai singoli e alle aziende che accettano Ithaca
Hour in pagamento.
Ithaca Hours (2)
Descrizione sintetica
testo di Murizio Pittau, da "Economie senza Denaro"
Le Ithaca hour hanno iniziato ad operare ad opera di Paul Glover
nel 1991, appunto a Ithaca, New York. Le banconote
complementari possono essere usate in pagamento di beni e servizi
nel raggio di 50 miglia intorno ad Ithaca. Una Ithaca hour in termini
di potere di acquisto vale dieci dollari e i commercianti possono
accettare questa moneta nella misura in cui a loro volta riescono a
coprire le proprie spese in hour per pagare i fornitori locali. Secondo
le indagini di Lietaer (11) il sistema ha emesso l'equivalente di oltre
630 mila dollari e la moneta è passata di mano a oltre 1.300
persone. Il denaro locale è stato stampato in funzione antimultinazionale: le hour di Ithaca rimangono nella regione per
pagare il lavoro locale, rafforzano gli scambi comunitari ed
espandono un commercio maggiormente attento all'ecologia e alla
giustizia sociale della comunità. Le banconote hour sono accettate
da idraulici, falegnami, elettricisti, infermieri, bambinaie, meccanici
e da migliaia di fornitori di beni e servizi. La cooperativa di credito
le accetta per le ipoteche e per gli interessi sui prestiti. La gente
paga l'affitto con le hour e molti ristoranti e cinema a New York le
accettano.
testo di AA.VV da "Senza Denaro"
È un esempio (24) di denaro complementare, che agisce tramite
l'unità di misura fondata sul tempo. Ithaca Hour è utilizzata fin dal
1991 a Ithaca, una cittadina nello Stato di New York di circa 30
mila abitanti, dei quali la metà lavora o studia nella locale
università.
Lo scopo del Progetto Ithaca Hour è quello di favorire una
circolazione locale dei redditi e una espansione delle opportunità di
consumo per gli aderenti. Vi aderiscono più di 2 mila persone e
oltre 400 piccole e medie imprese. Anche l'ospedale accetta questa
moneta complementare.
Si ottiene un biglietto di Ithaca Hour pagando 10 dollari all'istituto
di emissione e il suo valore rappresenta circa il salario orario medio
(25) ma non vi è parità di valore tra le ore di lavoro scambiate
I biglietti sono disponibili in vari tagli. L'attuale istituto di emissione
è la libreria Autumn Leaves che, per_, non effettua la conversione
inversa, da Ithaca Hours in dollari. L'Ithaca Hour è accettata presso
la libreria, il supermercato o altri esercizi preposti.
Ogni impresa definisce in Hour e in dollari i prezzi (100 per cento in
Hour per i libri usati, 25 per cento per l'acquisto di una pizza ecc.).
1 referenti del progetto affermano che l'utilizzo delle Ithaca Hour ha
permesso una espansione dei consumi, aumentando la capacità di
acquisto dei propri aderenti e offrendo loro sconti sulle merci di
produzione locale.
Si è rinsaldato lo spirito di comunità e oggi è possibile ottenere
prestiti a tasso zero; inoltre attraverso tale meccanismo si dà
credito all'economia sociale del luogo.
Alla base del funzionamento sta un giornale, tirato in 6 mila copie
distribuite gratuitamente. Al suo interno si trovano: le informazioni
per le attività di auto-aiuto, la promozione della valuta locale e le
offerte. Fa pubblicità ai singoli e alle aziende che accettano Ithaca
Hour in pagamento.
SUD AMERICA
CUTRIBA
testo di Murizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
In America Latina la moneta ha subito una veloce evoluzione, come
nel resto del mondo. Sono restate, però, tracce di concezioni
arcaiche del denaro.41 Nel 1971 l'architetto Jaime Lerner è
diventato sindaco di Curitiba, capitale dello Stato del Paranà, nel
Brasile sudorientale. Curitiba aveva allora oltre un milione di
abitanti, diventati 2,3 milioni nel 1997, la maggior parte dei quali
viveva - e vive tuttora - nelle favelas, le periferie degradate che
costituiscono uno dei principali problemi in tante città del Sud. Nelle
favelas non ci sono strade disponibili per il traffico pesante e per i
camion adibiti al trasporto dei rifiuti. Così, molta gente di Curitiba
viveva tra cumuli crescenti di immondizia in una sorta di discarica a
cielo aperto e i topi si moltiplicavano diffondendo le malattie. La
città non aveva risors^ a sufficienza per tracciare i confini degli
isolati e costruire strade adeguate.
Lerner fece installare ovunque contenitori per la raccolta differenziata e stabilì che chiunque avesse portato ai centri di raccolta un
sacchetto di rifiuti avrebbe ricevuto in cambio un buono scambiabile
con un biglietto dell'autobus o con un sacchetto di frutta e verdura
fresca. Il sistema di raccolta differenziata ha trasformato il
problema irrisolto dei rifiuti nel più grande sistema di trasporti
pubblici d'uso popolare e ha permesso il recupero di 11 mila
tonnellate di immondizia, contro cui è stato scambiato circa un
milione di buoni per l'autobus e 1.200 tonnellate di frutta e verdura
42. Nel 1992 Curitiba ha vinto il premio delle Nazioni Unite per la
città più ecologica del mondo.
Interser (Intercambio de Servicios)
testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
II progetto Interser {Intercambio de Servicios, scambi di servizi)
comincia ad essere concepito nel 1989 in Venezuela, ma è frutto di
esperienze precedenti iniziate nel 1955. Il progetto Interser si è
evoluto e oggi su internet è più conosciuto con il nome Notmoney.
Fra gli anni 1989 e 1997 fu denominato Interbancs {Intercambio
Bancario Compensado de Servicios, scambio bancario compensato
di servizi), ma poi il nome venne cambiato in Interser per evitare di
confonderlo con quello della banca commerciale Interbank fondata
in Venezuela in quel periodo. L'Interser nacque in seguito alla
pubblicazione di numerosi studi che evidenziarono come, a causa
dell'inflazione e del ridotto potere d'acquisto della moneta
nazionale, le famiglie venezuelane spendessero la maggior parte
del loro reddito per soddisfare le necessità di base. Le situazioni più
gravi erano presenti nelle famiglie di disoccupati o sotto-occupati.
Si cercarono allora soluzioni alternative per dare alle famiglie
venezuelane strumenti di sviluppo sociale attraverso una banca che
scambiasse servizi. Con l'In-terser è possibile scambiare servizi
senza mediatori e senza bisogno di banconote. L'Interser si occupa
principalmente della disoccupazione trasformandola in modo rapido,
diretto, economico e non ortodosso in occupazione complementare
e immediata attraverso scambi multilaterali e senza usare denaro.
L'Interser classifica i suoi utenti in tre grandi gruppi a seconda del
loro tempo di occupazione:
Persone completamente occupate. Appartengono a questo
gruppo persone con professioni o attività che occupano tutto il
loro orario normale di lavoro. Molti di questi lavoratori, anche
se lavorano otto ore al giorno, non hanno abbastanza denaro
per soddisfare tutte le loro necessità. Per ragioni di orario non
possono aspirare ad un secondo lavoro convenzionale, ma
potrebbero integrare i loro redditi con una "prestazione
complementare" legata all'Interser. In pratica i lavoratori
prestano le loro professionalità all'interno del circuito Interser.
Il lavoratore deve eseguire un deposito di ore presso la Banca
In-terser, che valuta quelle ore dando al lavoratore un libretto
di risparmio e richiedendo un 7% (valutato sul "prezzo" delle
ore depositate) di interesse passivo. Il 7% è una commissione
monetaria che serve per coprire le spese operative e di
garanzia per ogni scambio.
Persone semi-occupate. In questo gruppo ci sono persone che
lavorano solo per una parte della giornata o del mese. Avendo
più tempo libero il lavoratore appartenente a questo gruppo
può depositare più ore del lavoratore a tempo pieno. Anche in
questo caso bisogna depositare il 7% di commissioni.
Persone non occupate. In questa categoria sono presenti strati
di popolazione con gravi difficoltà economiche e con qualità
della vita discendente. Vengono incluse in questa categoria
anche le casalinghe.
La cosa forse più interessante dell'Interser è che in questo sistema
di scambio non monetario sono coinvolte anche imprese e società
che hanno un grosso potenziale di beni e servizi non utilizzati: cinema, teatri, alberghi, ristoranti, compagnie aeree ecc. "Esistono in
Venezuela 100 cinema che hanno mediamente una capienza di 300
spettatori. Se si riempissero ogni giorno, in un mese si avrebbero
2.700.000 spettatori, ma in realtà si raggiunge solo il 70% di quella
quantità. Per i proprietari dei cinema i costi operativi sono gli stessi
se viene occupato il 70% o il 100% dei posti. Il 30% dei posti non
occupati delle 100 sale fa perdere 2,08 milioni di dollari mensili e
25 milioni di dollari annuali" 37. Cosa può fare il proprietario di uno
di questi cinema? Può andare all'Interser e depositare 1.000
ingressi da utilizzare da lunedì a venerdì. La Banca valuta quegli
ingressi, gli addebita il 7% e gli da il suo libretto di risparmio. In
cambio il cinema potrà usufruire di servizi da parte degli altri
aderenti all'Interser (pulizia locali, taglio siepi dei parcheggi ecc).
Simultaneamente le persone e le società depositano le loro horas
de trabajo a futuro (ore di lavoro future) e i loro servizi. Sono coinvolti architetti, sarti, professori, meccanici, avvocati, falegnami,
artigiani, dottori, pittori, topografi, idraulici, disegnatori, ragionieri,
ingegneri, studenti, pensionati. Migliaia di persone e società con
professioni, settori di appartenenza e caratteristiche della natura
più diversa. Secondo Moron, negli ultimi vent'anni l'Interser ha
permesso di realizzare in Venezuela, solo attraverso gli scambi,
"188 km di strada pubblica, 107 km di tubature idriche, 62 km di
linee elettriche, 3 ponti, 5.790 piccoli appezzamenti agricoli e una
diga di 60 ettari" 38.
Il sistema Interser/Notmoney è presente, oltre che in Venezuela, in
Uruguay e in Argentina.
Red Global del Trueque
Descrizione sintetica
testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
La Red Global del Trueque (Rete Globale di Scambio) è un esperimento nato nel 1995 in Argentina. È composto da club presenti in
aree geografiche raccordate in nodi, che sono a loro volta interconnessi attraverso una rete diffusa a livello nazionale. I membri della
rete soddisfano le loro necessità materiali, di formazione, ricreative
e di salute attraverso lo scambio non monetario. I crediti circolano
nella forma di buoni di carta, che prima della crisi finanziaria erano
pari ad un peso. Dato che ogni club gestisce i propri crediti, per
facilitare le operazioni fra club diversi, sono stati recentemente
realizzati buoni che hanno valore nell'intero Paese. Per incentivare il
senso di comunità, inoltre, il numero dei partecipanti di ogni club è
limitato e non supera di solito le 200 persone. Ogni club ha il suo
giorno di mercato e pubblica il proprio bollettino di scambi di
servizi. La maggior parte dei partecipanti appartiene ad un livello
medio-basso di reddito e spesso non ha un lavoro nell'economia
formale.
Tutto nacque quando l'organizzazione non governativa PAR {Programa de Autosuficiencia Regional) nel 1989 promosse varie iniziative per uscire dalla crisi e per migliorare la qualità della vita. In
particolare il PAR sviluppò una serie di progetti in cui applicava
modelli ecologici, cercando di fare in modo che le persone
potessero soddisfare pienamente le proprie necessità in maniera
autosufficiente. Dalle politiche di riciclaggio alla crescita dello
sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili, nel 1995 si arrivò
alla sperimentazione della Red Global del Trueque, per creare un
mercato che utilizzasse una valuta locale e indipendente, senza
inflazione e usura. Molte piccole comunità cominciarono a riscoprire
le tradizioni e le peculiarità storico-culturali del loro territorio e a
staccarsi dal cordone ombelicale degli aiuti statali e internazionali.
Non è casuale che nella recente crisi finanziaria ed economica
argentina le province meno colpite siano state quelle in cui si era
sperimentato il Red Global del Trueque.
La rete di interscambio fornisce alle persone emarginate opportunità che non potrebbero trovare nell'economia di mercato formale.
Non si cercava però un sostituto dell'economia formale, ma un'economia parallela e complementare in cui oltre alla soddisfazione di
necessità immediate, si avesse anche l'opportunità di sviluppare
fiducia, abilità, prodotti e servizi. Tutte cose utili anche
nell'economia formale. Uno dei fondatori, De Sanzo, ricorda così le
discussioni nate durante la costituzione della rete globale di
scambio: "Noi rappresentavamo il mercato formale come una
scalinata alta, con scalini troppo alti, irraggiungibili per la maggior
parte delle persone. Il nostro mercato, invece, fu visualizzato come
un aereo in fase di decollo, in cui ognuno poteva elevarsi secondo il
proprio ritmo e le proprie aspettative" 39. I partecipanti hanno
adottato un insieme di 12 principi che definiscono i valori e gli
obiettivi dei club associati. Questi furono proposti dai fondatori e
includono: "Noi non stiamo tentando di prò-muovere articoli o
servizi, ma un mutuo aiuto per raggiungere un senso più alto della
vita, attraverso l'intermediazione del lavoro, la comprensione
reciproca e il cambio equo. Noi crediamo che sia possibile sostituire
la competizione sterile, il guadagno egoista e la speculazione con lo
scambio reciproco tra persone. Noi crediamo che le nostre azioni, i
nostri prodotti e i nostri servizi possano rispondere a norme etiche
ed ecologiche, piuttosto che ai dettami del mercato, del consumismo e della ricerca di benefici a breve termine" 40. Con lo scopo
di superare le limitazioni dello scambio reciproco ~si studiò un
sistema multilaterale secondo i modelli già sperimentati in Canada,
nei SEL francesi, nella stessa Argentina ed in particolare nella
provincia di Salta. Alcune province argentine hanno sperimentato
anche la realizzazione di una propria valuta. Quando il governo
nazionale era impossibilitato al trasferimento fondi alle province,
loro non avevano soldi per pagare i propri impiegati. Quindi,
piuttosto che aspettare, hanno stampato le loro obbligazioni statali
nella forma di unità di valuta equivalente al peso argentino.
Ricerche economiche hanno mostrato che quando queste valute
circolavano, l'inflazione in queste province era minore rispetto alle
altre aree argentine. Nel 1984, nella provincia di Salta nell'estremo
nord dell'Argentina, il governatore per fronteggiare la scarsità di
risorse finanziarie decise di stampare obbligazioni locali. Essendo
l'economia generale fortemente condizionata dall'inflazione, la
nuova forma di pagamento venne rapidamente accettata da tutti,
anche perché, avendola ammessa, il governo l'accettava anche per
il pagamento delle tasse. Nella provincia l'economia fu rivitalizzata
e da allora la moneta locale rappresenta oltre il 60% del denaro
circolante.
Dalle prime esperienze si è arrivati ad una fitta rete di nodi diffusi
sul territorio. Il sistema si è sviluppato in particolare nelle regioni
più povere e con un basso livello tecnologico, e ha dimostrato fin da
subito una grande efficienza nell'offrire opportunità ai disoccupati e
ai piccoli imprenditori che non disponevano di capitali. In particolare
i produttori utilizzano questo mercato locale per "farsi le ossa",
prima di entrare nella giungla del libero mercato.
Il governo argentino ha riconosciuto ufficialmente il valore e l'utilità
della rete globale di cambio contro la disoccupazione e ha prestato
il suo appoggio alla promozione dello "scambio multi-reciproco di
beni e servizi" in tutto il Paese. Un accordo tra il governo argentino
e la Red Global del Trueque è stato firmato nel 2000. Fra gli specifici articoli, c'è un impegno del governo ad assistere la rete nello
sviluppo della sua infrastruttura organizzativa e per aiutarla a
diffondersi all'interno del Paese. Il governo ha affermato la propria
chiara intenzione di aiutare i partecipanti alla rete ad entrare
nell'economia formale, offrendo formazione ed assistenza, ma
garantendo la possibilità a chi lo desiderasse di rimanere nella rete
di scambi. Statistiche ufficiali non sono disponibili, ma si valuta che
all'interno dell'Argentina esistano tra 500 e 1.000 club di
commercio con oltre 500.000 aderenti. Ma si tratta spesso di
adesioni di famiglie numerose, e nel sistema sono coinvolti anche
non membri, per cui le persone impegnate nella Red Global del
Trueque potrebbero essere circa un milione. Analoghe reti di
scambio locale si stanno diffondendo e consolidando in tutta
l'America Latina, in particolare in Uruguay, Brasile, Cile, Perù,
Colombia e El Salvador.
SALTA CREDITOS
Da "Economie senza Denaro": ... il governatore per fronteggiare la
scarsità di risorse finanziarie decise di stampare obbligazioni locali.
Essendo l’economia fortemente condizionata dall’inflazione, la
nuova forma di pagamento venne rapidamente accettata da tutti,
anche perché, avendola emmessa, ovviamente il governo
l’accettava come pagamento delle tasse. Nella provincia l’economia
fu rivitalizzata e da allora la moneta locale rappresenta oltre il 60%
TIANGUIS TLALOC
L'economia neoclanica ha generato numerose esperienze di interscambio non monetario cresciute negli ultimi anni, che hanno
aiutato lo sviluppo locale del Sud. Tra di esse troviamo i Tianguis
Tlaloc sviluppatisi a partire dal 1994 nella valle di Mezquital, nello
Stato di Oaxaca, in Messico, su impulso dell'organizzazione non
governativa PDP (Promoción Desarrollo Popular, Promozione dello
Sviluppo Popolare). Il sistema ha avuto un immediato successo, nel
1995 ha goduto dell'incoraggiamento del governo centrale di Città
del Messico e oggi si sta diffondendo in tutto il Paese. Il governo
statale sostiene questa sperimentazione soprattutto perché la
considera uno strumento per la diminuzione della povertà. In
azteco, Tianguis significa mercato, mentre Tlaloc è il nome di uno
dei principali dei aztechi, creatore dell'acqua, della pioggia, del
tuono e della vita. In questo sistema i servizi sono scambiati
usando un'unità di misura chiamata tlaloc, che rappresenta un'ora
di lavoro sociale e corrisponde a 30 pesos (circa 3 euro). Gli
aderenti al sistema ricevono 15 tlaloc e mezzo per cominciare a
negoziare prodotti e servizi con gli altri membri del Tianguis. I
membri del sistema sono persone che vivono a Città del Messico e
dintorni, distribuite in oltre 150 sezioni; l'intenzione è di coinvolgere
anche le zone rurali e le piccole imprese 30. Forse più importanti
dei benefici economici sono le opportunità di fortificare la struttura
sociale e locale. Fiere mensili sono organizzate periodica-mente per
permettere a produttori e consumatori di incontrarsi e di creare
solidarietà attraverso un nuovo spirito di scambio, non solo di beni
e servizi, ma anche di valori culturali ed ecologici, come tradizioni
spirituali, arte, musica, rimedi per la salute. Si tratta di incontri che
si trasformano in feste intergenerazionali a cui partecipano numerosi i vecchi e i bambini.
TOCTIUCO
Sempre nel mondo latinoamericano, in Ecuador esistono due
esperienze di LETS (importate senza molte correzioni rispetto al
modello britannico), a Rumihuaico e a Toctiuco; è interessante
notare che, in queste due esperienze promosse da organizzazioni
non governative locali, nel primo caso si ha una partecipazione di
aderenti appartenenti a classi agiate, mentre a Toctiuco il LETS ha
attirato fasce di popolazione con difficoltà economiche.
Monete "Regio"
il nome Regio definisce un mezzo di scambio complementare, che
ha il nome tipico della Regione in cui è creato e che supporta lo
sviluppo di cicli economici regionali.
Abbiamo bisogno di Regio in aggiunta a EURO..
per unire e rafforzare risorse non usate, abilità e domanda non
coperta nella Regione.
per ricevere ed aumentare la liquidità regionale (la creazione
di valore & di surplus rimane nella Regione)
di modo che lo sviluppo regionale è protetto meglio dalla
imponderabile speculazione finanziaria globale (uscita dagli
aspetti negativi della globalizzazione per mezzo di un
parziale scorporamento).
per rinforzare l'identità culturale regionale.
per sostenere i progetti sociali, culturali ed ecologici, che
hanno problemi ad essere finanziati nel sistema ufficiale.
per sviluppare una cultura economica, basata sulla
cooperazione anziché sulla concorrenza,
di modo che molti altri obiettivi e progetti possano essere
portati avanti (per esempio l'"Europa delle regioni", il
commercio regionale di alimenti, la promozione regionale
dello sviluppo economico, lo sviluppo culturale),
di modo che i vantaggi economici e sociali di un'altro
sistema
monetario
possano
essere
praticamente
sperimentati e compresi.
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Il Regio è complementare all'Euro
Vie nuove per una prosperità sostenibile
di Margrit Kennedy
Testo dell'intervento alla Conferenza della E.F. Schumacher Society
“Monete Locali nel 21° Secolo” - 25 - 27 Giugno 2004, Bard
College, Annandale-on-Hudson, New York, Usa
http://socialforge.net/docs/ita/econ/monete/Kennedy_REGIO.pdf
Prefazione
Questo testo spiega le ragioni che fondano l’introduzione di valute
regionali come possibilità di reazione alle conseguenze negative
della globalizzazione economica. La regione come unità economica
con i suoi specifici interessi ed il suo potenziale, viene rafforzata per
mezzo di una sua specifica valuta chiamata Regio. Una valuta
regionale è complementare a molti altri patrimoni presenti
all’interno di un’area geografica facilmente definibile, che le persone
collegano a significati personali ed emotivi: dalla protezione
dell’identità culturale all'acquisto di merci prodotte localmente,
dall’uso ecologicamente sensibile delle vie più corte di trasporto,
all’esercizio di opzioni etiche nell’uso di risorse non-rinnovabili.
Mentre l’Euro serve per promuovere lo scambio internazionale, la
competizione, l’accumulazione e la redistribuzione di ricchezza
attraverso risparmi o investimenti, che portano ad una crescita
esponenziale di interessi e dividendi, il Regio porta invece benefici a
chiunque lo usi. Come componente integrale dei cicli economici
regionali, il Regio, 1. può affrontare in modo sostenibile i pericoli
dell’inflazione e della deflazione, 2. connettere risorse non utilizzate
con bisogni non soddisfatti, 3. fornire una valuta a circolazione
garantita, utile al bene della comunità, 4. essere messo in essere
con processi trasparenti e 5. essere controllato democraticamente
dagli abitanti della regione. Il vantaggio più importante derivante
dall’utilizzo del Regio, comunque, è che può interrompere il
drenaggio di risorse finanziarie che vanno in paradisi fiscali ed in
paesi dove la manodopera è a basso costo, fermando la migrazione
delle imprese verso questi paesi e la risultante perdita locale di
posti di lavoro.
Siamo oggi tecnicamente in grado di realizzare il sogno
dell’umanità, di provvedere ai bisogni di tutti gli abitanti del
pianeta, lasciando alle macchine il compito di eseguire i lavori meno
piacevoli. Quello che manca è la moneta per farlo. La moneta non è
altro che una convenzione tra la gente di accettare ed usare un
qualcosa come mezzo di scambio - che sia cartamoneta, monete,
conchiglie, come avviene in alcune parti del mondo, o sigarette,
come avviene durante una guerra. E’ possibile che il nostro modo di
pensare sia diventato così stolto a causa della nostra incapacità di
comprendere appieno il funzionamento della moneta?
Se guardiamo con più attenzione, diventa evidente che non c'è una
vera scarsità di moneta. Ce ne è in abbondanza. Quello che manca
è la sua equa distribuzione, unita ad un equo accesso alle risorse
del nostro pianeta. Ormai soltanto il 3% delle transazioni finanziarie
globali riguarda lo scambio di servizi e beni reali, mentre il 97% dei
trasferimenti monetari avviene per scopi speculativi. Il trader
valutario George Soros dimostrò che questa speculazione può
portare alla destabilizzazione delle valute. Nel 1992 le sue
transazioni speculative portarono alla svalutazione della sterlina
inglese, cosa questa che costò ai contribuenti britannici
l’equivalente di circa un miliardo di dollari. Il Soros, che oggi critica
questo sistema, disse in una intervista alla rivista tedesca Der
Spiegel (N. 51, 1999, pag. 100): "Quello che è successo durante i
recenti mesi dovrebbe preoccuparci…Abbiamo realmente constatato
un tremendo collasso della periferia del sistema del capitalismo
globale… Fummo veramente vicini ad un crollo globale del sistema
bancario internazionale... I russi diventarono insolventi ed il fondo
ad alto rischio LTCM (Long-Term Capital Management hedge fund)
andò quasi sotto. Se a New York non fosse intervenuta la Banca
Centrale, i rischi di credito avrebbero assunto proporzioni per le
quali nessuno era preparato."
Poichè fino ad ora il centro del sistema - i paesi occidentali
altamente industrializzati - è stato colpito poco o nulla, molte
persone ancora pensano di essere immuni dai pericoli che hanno
distrutto così tante vite in Asia ed in America Latina. George Soros
(1998) nel suo libro "La crisi del capitalismo globale", rifiuta
completamente questo approccio, tuttavia le soluzioni che propone
- come ad esempio un maggior controllo sui mercati finanziari omettono di affrontare il problema alla radice e - anche se
potessero essere implementate, cosa che non pare - curerebbero
solo i sintomi. La mia tesi di fondo è che la mancanza di una
distribuzione equa della moneta è il risultato di come lo stesso
sistema monetario è costruito. Quindi mi pongo due domande:
Come possiamo creare un sistema monetario che sia di per sè
neutrale rispetto alla distribuzione della moneta? Quali sono i mezzi
concreti per realizzarlo? Per iniziare, ci sono alcuni concetti base
essenziali per capire non solo la soluzione ma anche la proposta per
la sua realizzazione.
Un'analisi del problema
La moneta con cui ci rapportiamo giornalmente serve a due scopi
contraddittori. Da un lato, come una delle invenzioni più geniali
dell’umanità, funziona come mezzo di scambio ed è il prerequisito
di una funzionale divisione del lavoro, ovvero, è il fondamento di
qualsiasi civilizzazione. Dall'altro, può essere anche oggetto di
accumulazione e, in questa sua qualità di riserva di valore, spesso
inibisce lo scambio. Per esempio, prendiamo due persone, una che
ha un sacco di mele ed un’altra che ha la moneta per acquistare le
mele. Le mele tenderanno ad andare a male dopo qualche mese,
mentre la moneta manterrà il suo valore. L’attributo di permanenza
della moneta e la sua abilità di fungere come jolly (può essere
scambiata per qualsiasi cosa) forniscono entrambi i meccanismi
necessari affinchè chi possiede la moneta, guadagni interessi senza
muovere un dito. Ma il fatto che sia necessario pagare degli
interessi è una idea sbagliata che può essere attribuita a tre
fondamentali fraintendimenti.
Una crescita quantitativa perpetua?
Il primo fraintendimento ha a che vedere con i differenti processi di
crescita. Nella realtà fisica, gli esseri umani, come le piante e gli
animali, hanno una “crescita graduale”, cresciamo in modo
relativamente veloce durante le prime fasi della nostra vita, poi la
crescita rallenta ed infine si arresta intorno ai ventun'anni, quando
raggiungiamo le nostre dimensioni ottimali. Da questo momento ovvero per la maggior parte della nostra vita - cambiamo, con tutti
i nostri sottosistemi, quasi esclusivamente in modo qualitativo
piuttosto che quantitativo. Chiamerò questo tipo di curva, la curva
della crescita “naturale” o “qualitativa”.
Ci sono altri due fondamentali percorsi di crescita. Uno di essi, la
crescita "lineare" o meccanica - ad esempio, più macchine
producono più beni, più carbone produce più energia, e così via - è
di minima importanza per la nostra analisi. Tuttavia voglio
sottolineare che questo tipo di costante incremento della
produzione (simbolizzato, per esempio, nel logo della Deutsche
Bank), non può essere sostenibile in virtù delle limitate risorse del
pianeta.
D’altro canto, è veramente importante capire il processo della
crescita esponenziale, che si può definire come l’antitesi della
crescita naturale. Quest’ultimo inizia con una crescita minima che
aumenta continuamente fino a quando entra in uno stadio di
crescita quantitativa quasi verticale. Nel corpo umano questo tipo di
crescita normalmente indica una malattia. Il cancro, ad esempio,
segue una curva di crescita esponenziale. All’inizio cresce
lentamente, una cellula si divide in due, poi il suo tasso di crescita
aumenta continuamente e la cellula si suddivide in 4, 8, 16, 32 64,
128, 256, 512 e così via. Quando la malattia viene diagnosticata,
spesso ha ormai raggiunto una fase di crescita che non può più
essere arrestata. Questa crescita esponenziale normalmente si
conclude con la morte dell’organismo nel cui corpo è avvenuta - e
questo significa anche che con la distruzione del suo "ospitante",
muore anche l' "ospite", che ha privato sè stesso delle condizioni
necessarie per la sua sussistenza. Non comprendere i problemi
legati a questo tipo di crescita, porta ad un grave fraintendimento
riguardo alla funzione monetaria, poiché, in modo simile a quanto
spiegato,
l'interesse
e
l'interesse
composto
causano
il
raddoppiamento ad intervalli regolari, del valore della moneta. In
altre parole, cresce esponenzialmente. Ciò spiega perché, in alcuni
momenti del passato ma ancor oggi, abbiamo sperimentato
significativi problemi nel nostro sistema monetario.
Il famoso esempio del “centesimo di Giuseppe” mostra che
l’interesse - come mezzo per assicurare la circolazione monetaria può funzionare solo nel breve e medio termine. Se al tempo della
nascita di Cristo, Giuseppe avesse investito un centesimo e la
banca gli avesse garantito un interesse annuale del 5%, al tempo
della riunificazione della Germania nel 1990 ed al prezzo dell’oro
dell’epoca, il centesimo avrebbe guadagnato interessi pari a 134
miliardi di sfere d’oro, ciascuna del peso del nostro pianeta Terra!
Questo mostra che nonostante il continuo accumulo di interessi
possa essere calcolato matematicamente, esso non può essere
applicato nella realtà. Quindi l’interesse, come lo conosciamo, non
può funzionare nel lungo termine come mezzo per garantire in
modo continuativo la circolazione della moneta.
L’interesse attualmente si comporta come un cancro all’interno del
sistema economico e allo stesso modo all’interno della società, del
nostro “organismo sociale”. Se fossimo capaci di introdurre, invece,
un sistema monetario che corrisponda alla curva di crescita
“naturale”, allora la curva di crescita zero - o la crescita qualitativa
- da molto tempo evocata da ecologisti ed economisti, sarebbe
finalmente possibile.
E pensare che ci si è presi gioco di quegli albanesi che credevano a
quelle banche d’investimento che dicevano che un cosiddetto
“schema piramidale” avrebbe generato utili mensili del 25%... A
causa della crescita esponenziale dell’ammontare di moneta
investita, questo avveniva, ma solo nel breve termine.Tuttavia non
appena il tasso di crescita della moneta investita diminuìva, il
sistema inevitabilmente collassava. In fondo, noi non siamo molto
più furbi, poiché chiunque accetti il nostro attuale sistema
monetario corre precisamente lo stesso rischio, anche se in un
periodo più lungo. Nei paesi "ad alto tasso d’interesse", ad esempio
in America Latina, questo collasso avviene ogni circa dieci-quindici
anni. Nei paesi "a basso tasso d’interesse", come in Svizzera o in
Germania, succede ogni quaranta o sessant’anni. A quel punto vi
verifica un cataclisma che si manifesta sotto la forma di un collasso
finanziario, di una rivoluzione sociale o di una guerra.
Gli interessi vengono pagati solo sui prestiti?
Il secondo fraintendimento è di pensare che paghiamo interessi solo
quando prendiamo a prestito della moneta. Naturalmente non è
così, poiché ogni prezzo che paghiamo include una porzione di
interessi che il produttore dei beni o dei servizi comprati deve
pagare alla propria banca, per comprare i macchinari e le forniture.
Per esempio, in Germania la fetta di interessi che paghiamo per la
raccolta dei rifiuti è di circa il 12%, per l’acqua potabile del 38% e
per l’affitto di case popolari arriva addirittura al 77%. Mediamente
paghiamo sui prezzi per ogni servizio di cui abbiamo bisogno nella
vita di tutti i giorni, il 40% di interesse, o costo del capitale (Creutz,
1993, pp 338-339). Se l’interesse potesse essere rimpiazzato da
altri sistemi che assicurino la circolazione monetaria, la maggior
parte di noi sarebbe in grado di raddoppiare il proprio stipendio o
lavorare proporzionalmente di meno, mantenendo lo stesso stile di
vita.
L’interesse è un costo giusto?
Il terzo fraintendimento è di credere che l’interesse rappresenti un
costo giusto poiché deve essere pagato da tutti noi per i prestiti e
come componente dei prezzi dei prodotti e dei servizi. E poi infondo
tutti noi riceviamo interessi sui risparmi... Solamente pochissimi
capiscono fino a che punto l'interesse e l'interesse composto siano
la causa - in modo completamente legale - di una continua
redistribuzione di ricchezza da quelli che devono lavorare per avere
un reddito a quelli che ricevono una rendita poiché si possono
permettere di affittare denaro. Se dividete le famiglie tedesche in
dieci gruppi della stessa dimensione ed analizzate quanto ognuno di
questi gruppi paga di interessi e quanti ne prende, diventa ovvio
che l’80% delle famiglie paga circa il doppio degli interessi di quelli
che riceve, e solamente il 10% della popolazione riceve quello che
tutti gli altri ci rimettono come interessi. Questo significa che l’
"equità" inerente nel fatto che ognuno riceve interessi sui risparmi
ed investimenti si dimostra ingannevole ad una indagine
ravvicinata. In realtà il sistema è vantaggioso solo per le persone
che hanno un capitale che genera interessi, di più di 500.000 Euro.
In Germania, nel 2001 la somma che venne ridistribuita attraverso
il sistema degli interessi, ammontava approssimativamente ad un
miliardo di Euro al giorno.
Le banche, le assicurazioni e le multinazionali fanno la parte del
leone e sono quelli che ci guadagnano dal sistema degli interessi. A
questo proposito, gli interessi dei piccoli e medi imprenditori e quelli
dei loro impiegati sono molto più vicini di quanto i partiti di sinistra
tendano a voler far credere. C’è una grandissima differenza tra
quelli che devono lavorare per vivere e quelli che piuttosto vivono
di rendita, senza quasi lavorare. Il meccanismo degli interessi è
dunque un meccanismo di prezzo sbagliato per una "economia del
libero mercato”: gli imprenditori - gli "attori" della vita economica
che si assumono rischi e contribuiscono alla creazione della
ricchezza - vengono puniti dai costi degli interessi. Gli "spettatori",
che possono permettersi di sedersi sulla loro moneta, vengono
premiati dalla rendita da interessi, una rendita che non è basata su
di una produttività concreta. Oltre a rafforzare una crescita
economica
patologica,
questo
sistema
monetario
porta
inevitabilmente ad una ancor più iniqua distribuzione del reddito e
della ricchezza, ovvero, crea una polarizzazione della società.
I tentativi della sinistra tradizionale di risolvere questo problema,
attraverso la socializzazione dei mezzi di produzione, non hanno
avuto successo perché il problema della redistribuzione della
ricchezza attraverso il sistema monetario era per lo più sconosciuto
, e lo rimane tutt’ora, come se fosse un rispettabile tabù.
Diciamocelo, la produzione dei beni nella sfera della produzione
crea il "valore aggiunto", ma la distribuzione viene determinata in
gran parte all’interno della sfera di circolazione della moneta e della
finanza. Oggi sappiamo che il socialismo di stato come risposta al
capitalismo privato, non rappresenta la soluzione del problema.
Né il socialismo né il capitalismo sono stati in grado di riformare la
cosiddetta “economia sociale di mercato” verso la direzione di una
maggiore giustizia sociale ed ecologica. Questo perché nessuno dei
due tipi di organizzazione sociale è una vera alternativa. Sono
piuttosto le due facce della stessa medaglia. I problemi correnti dei
i sistemi bancari e finanziari nonché l’aumento di polarizzazione
della società attraverso la redistribuzione della ricchezza non sono,
come spesso si dice, causati da una mancanza di leggi sociali o
dalla corruzione di chi comanda nella politica e nell’economia. Si
tratta di fattori che indubbiamente aggravano il problema, ma i veri
motivi - poco conosciuti ed ancor meno discussi apertamente - sono
da ricercarsi nel modo in cui funziona il nostro sistema monetario.
Spese per l’utente invece di interessi
Fin dal 1916 si ha conoscenza di una soluzione che è allo stesso
tempo semplice ed elegante ma che è anche praticabile e facile da
capire. Venne scoperta e pubblicata per la prima volta nel 1916 da
Silvio Gesell, un uomo d’affari tedesco-argentino. Il suo “Ordine
Economico Naturale” genera un cambiamento di visione del mondo
rispetto al capitalismo ed al comunismo, pari a quello della scoperta
che la Terra non è piatta ma sferica, oppure che il sole non gira
intorno alla Terra ma viceversa (cosa difficile da credere quando
assistiamo ad un “tramonto”).
Invece di caricare un interesse per assicurare la circolazione della
moneta, Gesell propose di far pagare un costo (NdT.: il costo di
possesso della moneta viene pagato dal detentore della stessa, per
esempio, nella forma di un “bollo di rinnovo” da applicare sulla
banconota, per permetterne il mantenimento in circolazione)che
avrebbe rappresentato un "incentivo alla circolazione" o
"demurrage". limitando così la funzione della moneta ad essere
mezzo di scambio e mezzo stabile di riserva di valore. Se
possediamo più moneta di quella di cui abbiamo bisogno, la
mettiamo in banca, che a sua volta la darà in prestito, rimettendola
in circolazione; ed allora in questo caso non c’è da pagare un costo.
Non si deve cambiare molto rispetto a come funziona ora.
L’incentivo al risparmio continuerebbe. Mentre la moneta nel conto
corrente verrebbe trattata come contante e sarebbe soggetta ad un
incentivo di circolazione, la moneta nel conto di risparmio sarebbe
libera dal costo, mantenendo il proprio valore. Un contraente un
prestito dovrebbe pagare sia per i servizi della banca che un premio
di rischio, spese che ambedue sono correntemente addebitate come
piccola parte di ciascun prestito. Queste spese normalmente non
ammontano a più del 2-2,5% di interessi a carico e non portano ad
una crescita esponenziale poiché pagano solo il lavoro svolto e non
si accrescono come interesse composto.
L’accumulo di contante può essere prevenuto in vari modi. Per
esempio, potrebbero esistere banconote di vario colore che
vengono svalutate (del 6-12%) annualmente o (dello 0,5-1%)
mensilmente. Oppure potrebbero avere una data di scadenza (come
la data di scadenza dei prodotti alimentari). Questo sarebbe ancora
più facile da attuare ora con l’aumento delle transazioni monetarie
attraverso carte di pagamento speciali (come le chip-card o le
smart-card), che possono accettare fino a venti diversi sistemi di
pagamento.
Tutto quello che va perso con questo nuovo sistema monetario è la
crescita compulsiva esponenziale nei risparmi e la distorsione del
“libero” mercato che risulta nell’accumulazione di moneta nelle
mani di pochi. Fino ad ora, l’economia è stata dipendente dal
capitale (Hans-Martin Schleyer, l’ex presidente dell’Associazione
degli Industriali Tedeschi, una volta disse: “il capitale deve essere
servito"), con il nuovo sistema, la moneta deve rendersi disponibile
alle richieste dell’economia per evitare una perdita di valore. Questo
significa che il capitale deve finalmente essere asservito a noi.
In questo senso, per la prima volta, diventano possibili una
economia ed una prosperità sostenibile per tutti, poiché possiamo
creare un sistema monetario che segue una curva di crescita
naturale. In altre parole, si interrompe una crescita quantitativa al
punto giusto e si permette una maggiore crescita qualitativa.
Questo significa che gradualmente otteniamo: invece di un
consumo eccessivo, una maggior qualità della vita; invece di un
esaurimento delle risorse, una maggior protezione ambientale;
invece di viaggi singoli, una maggiore utilizzazione in termini di
passeggeri delle automobili come il car-sharing; invece di vestiti
sempre più economici, più vestiti di qualità; invece di tagli alle
istituzioni sociali e di educazione, la loro espansione. Tutto questo
sarebbe possibile in parte perché non ci sarebbero più pressioni da
parte del sistema monetario e delle persone stesse verso una
crescita esponenziale dell’economia. Forse potremo allora trovare di
nuovo più tempo per i nostri genitori e per i nostri figli, per l’arte e
la cultura come componenti integrali di ogni vita umana.
La gente aveva un’attitudine differente nei confronti della cultura,
dell’arte e del tempo durante I periodi storici in cui la moneta era
basata sull’incentivo alla circolazione. Per esempio, nell’alto
Medioevo la moneta “Brakteaten” che veniva ritirata ogni tre o
quattro anni e svalutata del 20 e 30 percento - che era anche il
sistema con cui le “zecche sovrane” (vescovi, re e duchi)
riscuotevano le loro tasse - era la base finanziaria della costruzione
delle grandi cattedrali che ammiriamo ancor oggi. Queste venivano
finanziate attraverso i contributi delle comunità adiacenti e
rappresentavano anche un programma di lavori pubblici. Era chiaro
a chiunque che la loro costruzione avrebbe creato occupazione per
un periodo di tempo di duecento anni ed alcune di queste
(Chartres, Bamberg, Regensburg, etc.) hanno ancor oggi questa
funzione Oggi gli investimenti vengono effettuati solo se si
ammortizzano in cinque anni al massimo e che cosa lasciamo ai
nostri figli? Oceani sfruttati, fiumi e laghi inquinati, discariche di
rifiuti radioattivi.
Se dovessimo introdurre un sistema monetario nuovo, la
maggioranza avrebbe veramente tanto da guadagnare e niente da
perdere. Se questo fosse combinato con un nuovo sistema di
gestione della terra basato sulla proprietà comune del terreno - che
trasmette di padre in figlio il valore aggiunto dalla cura della terra
(Gesell, 1949) da parte di ogni generazione - queste due cause
maggiori della povertà così come l’aumento del differenziale tra i
poveri ed i ricchi potrebbero essere notevolmente diminuite se non
abolite.
E’ facile vedere come i difetti storici e sistemici del nostro sistema
monetario - ovvero il meccanismo degli interessi e dell’interesse
composto - sono responsabili non solo dell’attuale redistribuzione
delle risorse comuni di questo mondo a beneficio di una piccola
élite, ma anche dell’imposizione del bisogno artificiale di una
crescita permanente e compulsiva, cui nessuno può sfuggire.
Né il sollievo dal debito dei paesi del terzo e del quarto mondo - che
stanno pagando più di 350 milioni di dollari al giorno in interessi ai
paesi ricchi e industriali - né l’aiuto allo sviluppo dei paesi industriali
possono risolvere il problema alla radice. L’ammontare totale
dell’aiuto raccolto dalle agenzie internazionali di sostegno in tutto il
mondo a favore dei paesi poveri, arriva appena a pagare gli
interessi del debito dovuti per quattordici giorni dell’anno.
L'illimitata mobilità dei capitali è ancora più pericolosa e distruttiva
dell’interesse stesso ed è uno dei risultati inevitabili della crescita
esponenziale del nostro sistema monetario. Essa permette, ed in
vari modi costringe, il settore produttivo a trasferirsi e ritrasferirsi
ogni volta che trova situazioni più vantaggiose di bassi stipendi e
norme ambientali meno severe. Questo obbliga tutte le nazioni a
prendere parte ad una corsa distruttiva, sia socialmente che
ambientalmente, fino a toccare il fondo.
Portare un cambiamento a livello regionale
Questo ci porta a fare la domanda più importante tra quelle che
devono essere poste: Come è possibile realisticamente introdurre e
testare un sistema monetario che si ponga quale soluzione
praticabile per i problemi descritti in precedenza? Un sistema che
possa bilanciare gli effetti negativi della globalizzazione, che sia
durevole, sostenibile e giusto?
Il livello locale sembra troppo piccolo per fare la differenza. Per
esempio, nei LETS (Local Exchange and Trading Systems), la parte
di beni e servizi I cui partecipanti possono sperare di ottenere, non
eccede il 3-5% delle loro necessità. I costi delle transazioni - o il
tempo che è necessario per ricevere il prodotto o il servizio
desiderato - sono normalmente troppo alti per applicare questa
soluzione su vasta scala. (Un possibile percorso per eliminare questi
svantaggi potrebbe essere quello di creare delle camere di
compensazione per connettere I sistemi di scambio locali, così da
formare dei sistemi più ampi, e rendere professionale la gestione
contabile. Questo è stato tentato, ma poi abbandonato, nella
regione austriaca di Vorarlberg.)
A livello nazionale, il Marco tedesco è stato recentemente
abbandonato a favore della valuta europea. L’introduzione dell’Euro
ha avuto sia ripercussioni positive che negative: positive perché ha
eliminato le speculazioni nei cambi delle valute europee, negative
perché ha reso più difficile ai governi nazionali in Europa di reagire
efficacemente alle situazioni specifiche di gestione di emergenze,
avvenimenti e di promozione dello sviluppo.
Questo ci lascia con un livello intermedio, ovvero il livello
regionale.(1) Sappiamo che in teoria quelle transazioni economiche
che accadono all’interno di una regione potrebbero essere gestite
con un mezzo di scambio regionale. Se questa valuta speciale
potesse essere progettata includendo un incentivo alla circolazione,
questo potrebbe rinvigorire in modo sostanziale lo scambio
all’interno di una data regione. Ovviamente, non tutte le regioni
sono ugualmente attrezzate per adottare questa soluzione.
L’autonomia economica è più facilmente raggiunta nelle regioni con
maggiore diversificazione della produzione. Queste regioni saranno
le migliori candidate per iniziare, rispetto a quelle in cui la maggior
parte della gente lavora nella stessa fabbrica per un datore di
lavoro dominante.
Ci sono poche ricerche e dati che possono essere usati in questo
contesto perché la nostra definizione di “regione” emerge solo una
volta che la stessa nuova valuta regionale è stata adottata. Dove
una specifica regione comincia e finisce dipende dalla volontà della
maggioranza della cittadinanza di usare la valuta. Ovviamente,
nessuno può essere obbligato a farlo. La volontà di partecipare
potrebbe esser determinata non solo da confini geografici, come
una vallata circondata da montagne o uno spartiacque, ma anche
da fattori economici, culturali e storici. Lo sviluppo di valute
regionali complementari ci mette in grado, per la prima volta
dall’introduzione delle valute nazionali nel diciannovesimo secolo
(l’allontanamento dalle valute regionali non data da più tempo) di
dare supporto alla produzione di beni ed alla fornitura di servizi su
base regionale e - se così si può dire - di porre l'attenzione sull''
acquisto preferenziale di beni e servizi regionali.
Le valute regionali portano nuove potenzialità di crescita economica
alle piccole e medie imprese che sono le responsabili della
creazione della maggior parte dei posti di lavoro locali e che fanno
profitti principalmente dai mezzi di produzione e non dagli
investimenti finanziari. Il costo di creazione di posti di lavoro per la
produzione regionale è solo una frazione del costo dei posti di
lavoro che servono i mercati internazionali.(2) Allora perché le
banche non collaborano con i governi locali e regionali in modo da
offrire una valuta regionale all’interno del loro portafoglio?
Lo scopo è di creare un altro mezzo di pagamento che sia fattibile
ed operativo in modo da testare se il modello di una valuta stabile
basata sull’incentivo alla circolazione sia o no funzionale in questo
contesto.
I componenti di una valuta regionale adulta
Al fine di raggiungere questo obiettivo, una valuta regionale non
deve solamente essere legale, ma deve realisticamente essere
introdotta a stadi e deve essere capace di guadagnare velocemente
legittimità attraverso la fiducia della popolazione. Sulla base del
sistema legale in Germania e delle esperienze con le valute
complementari negli anni recenti - questo è possibile solo se
vengono combinati tre modelli parziali. Messi assieme, questi
modelli abbracciano tutte le funzioni che soddisfa l’attuale sistema
monetario internazionale, ma a livello regionale:
1. un sistema di vouchers (NdT vouchers si può tradurre
con buoni, ma il termine è troppo generico in questo contesto.
L'Autore si riferisce ad un sistema di buoni simile in termini
organizzativi, per esempio, a quello dei buoni-pasto o ticketrestaurant) - usato oggi da tante imprese commerciali per
aumentare la fedeltà del cliente - che può essere usato come
mezzo di pagamento per promuovere lo sviluppo economico di
una regione. Questo accade oggi a Prien am Chiemsee, in
Baviera, dove il Regio (moneta regionale) circola sotto il nome
di "Chiemgauer".
2. un sistema cooperativo di baratto, che aumenta la
liquidità delle piccole e medie imprese e funziona attraverso un
sistema di conti e l’abilitazione di linee di credito per ciascun
partecipante. Questo combina le caratteristiche professionali di
un circolo di baratto commerciale con le caratteristiche noprofit di una rete di scambio e commercio locale, offrendo agli
abitanti della regione l’opportunità di scambiare tra loro le
rispettive abilità. Un esempio che ha 55 anni di storia di
successo è la rete dei “WIR” in Svizzera che - dal 1934 - serve
esclusivamente le PMI (Piccole Medie Imprese). Ai 60.000
membri - che costituiscono il 20% di tutte le PMI svizzere offre opportunità di commercio che, nel 2002, rappresentavano
un controvalore equivalente a 1,7 miliardi di dollari all’anno.
3. una Banca cooperativa, che soddisfi le esigenze di credito
a lungo termine e su vasta scala. I soci della Banca ricevono
prestiti senza interessi legati ad un programma di risparmio
senza interessi. Questo modello può funzionare sulla falsariga
della JAK Members Bank, in Svezia, che dal 1965 ha
continuamente aumentato i suoi soci e ora serve 26.000 soci
offrendo un volume di credito di 70 milioni di dollari l’anno.
Questo amalgama di vari meccanismi valutari regionali soddisfa
virtualmente tutte le funzioni dell’attuale sistema monetario. Il
sistema dei vouchers viene usato, come il contante, per i
pagamenti di tutti i giorni e di piccolo importo. Il sistema
cooperativo di baratto permette lo scambio di beni e servizi così
come garantisce linee di credito tra privati e PMI. La Banca
cooperativa fornisce crediti in base ai depositi di risparmio - sia in
Euro che nella specifica valuta regionale - per privati ed
imprenditori.
Questa combinazione ha vari vantaggi: tutti I componenti possono
essere introdotti separatamente, ma assieme costituiscono
un’orchestra che produce effetti sinergici. Tutti e tre possono essere
degni di fiducia o perché hanno una storia di successo in altri
contesti (ad esempio commercialmente, geograficamente o
culturalmente), o perché sono già in uso da molti anni. Dato il fatto
che il sistema di baratto cooperativo e la Banca cooperativa sono
stati descritti in altre pubblicazioni (3), di seguito mi concentrerò dopo aver fatto una descrizione maggiormente dettagliata delle
differenze tra l’Euro e il Regio - sul Regio inteso come sistema di
vouchers.
Differenze tra l’Euro ed il Regio
Al fine di accentuare il fatto che una valuta regionale è differente
dall’Euro, ho suggerito di usare per la valuta complementare
regionale, il termine “Regio” Questo è stato accettato dalla
RegioNetzwerk (NdT il termine è un nome proprio traducibile come
“Rete dei Regio”), fondata nel settembre 2003 a Prien. (4) In
contrasto con l’Euro, il Regio ha le seguenti caratteristiche:
Non è un mezzo di pagamento “ufficiale”, il che significa che
nessuno è obbligato ad accettarlo (5), la sua accettazione è
interamente volontaria;
Il suo uso è limitato solo dalla geografia ed in ogni regione la
valuta ha un nome diverso;
Il cambio del Regio con altre valute regionali o con la valuta
nazionale comporta il pagamento di una tassa di cambio (6);
Non comporta interessi.
Secondo la “Legge di Gresham”, queste caratteristiche rendono il
Regio una "cattiva" moneta - in altre parole, ognuno sarà sempre
desideroso di disfarsi di questo mezzo di scambio prima di spendere
gli Euro. Questo, tuttavia, è proprio l'obiettivo. Stiamo
essenzialmente strumentalizzando la “Legge di Gresham” perché, in
termini di ottimizzazione della funzione di scambio, il Regio è
intrinsecamente una moneta "superiore". Sarebbe più corretto dire
che le due valute - quella nazionale/internazionale e quella
regionale - sono individualmente progettate per soddisfare
differenti funzioni.
L’Euro? è più adatto per lo scambio internazionale, per la
competizione, l’accumulo e la redistribuzione della ricchezza
attraverso risparmi ed investimenti che richiedono un dividendo o
interesse che cresce esponenzialmente. Diversamente, il Regio è
più adatto come mezzo di scambio che promuove intenzionalmente
obiettivi sociali, culturali ed ecologici.
Il Regio può anche essere usato per promuovere l’uso efficiente di
risorse non-rinnovabili all’interno di un'area geografica definita, con
la quale le persone si rapportano personalmente ed emotivamente.
Il Regio è, come dire, un marchio che deve avere - e forse anche
garantisce - una certa qualità. (7) Con lo sviluppo degli standard di
qualità, il Regio si distingue deliberatamente dalle altre valute
complementari. I circuiti di scambio, baratto ed i circoli degli
anziani, nonché molte altre comunità di valute complementari,
usano la valuta che serve per specifiche funzioni all’interno dell’area
generale della cooperazione tra buon vicinato, facendo un uso
ottimale delle risorse disponibili. Il Regio ha le sue caratteristiche
distintive all’interno di questi diversi panorami:
I Regio connettono differenti partner all’interno della regione e
danno benefici a tutti i partecipanti;
I Regio funzionano all’interno del contesto delle economie
regionali;
I Regio sono complementari alla pre-esistente valuta
nazionale;
I Regio riducono I rischi a lungo termine di inflazione e
deflazione;
I Regio promuovono sistematicamente la circolazione con degli
incentivi;
I Regio sono organizzati professionalmente e sono non-profit;
I Regio sono democraticamente controllati e funzionano in
modo trasparente;
I Regio sono utili ai membri della comunità individuale, alle
PMI e alle istituzioni;
I Regio incoraggiano un pensiero orientato ecologicamente, ad
esempio, delle relazioni intercomunitarie e regionali e creano
delle vie di trasporto più corte ed efficienti;
I Regio incoraggiano le comunità regionali rinforzando le
identità tradizionali e/o creandone delle nuove.
Una questione importante è se il valore del Regio debba essere o no
equivalente o calibrato su quello dell’Euro. L'equivalenza può - a
prima vista - sembrare utile, perché non richiede il calcolo del tasso
di cambio quando si fanno delle spese o si pagano dei conti. Inoltre,
con l'equivalenza è più semplice calcolare le tasse sul reddito in
Regio. Ma è molto importante includere una clausola nello statuto
dell’associazione
emittente
che
permetta
il
trasferimento
dell'equivalenza su altre unità valutarie - nel caso che l’Euro entri in
un meccanismo di iper-inflazione. In questo caso - per esempio - la
media dello stipendio orario potrebbe essere usata come unità di
misura. Il prezzo di un kilowattora di elettricità oppure quello di un
metro cubo di acqua potabile potrebbero anch’essi essere usati
come unità, specialmente se i vouchers sono emessi come mezzi di
pagamento di questi servizi.
A lungo termine, l’inflazione - che ha effetti dannosi sulla ricchezza
- e la deflazione - che va a detrimento del potenziale di crescita a
lungo termine - possono essere evitate se esiste una cooperazione
tra la banca centrale ed i sistemi complementari di pagamento.
La ricerca sui circuiti cooperativi e di baratto commerciale, in
Svizzera e negli Stati Uniti, ha mostrato che questi sistemi hanno
un ampio effetto stabilizzante anticiclico. Una caratteristica spesso
sottovalutata dei sistemi di valuta complementare è che il loro
utilizzo aumenta durante i periodi di recessione economica e
diminuisce quando l’economia è nella fase di boom. Così facendo,
essi non solo rinforzano le misure anticicliche sia della banca
centrale che di quelle regionali ma anche gli effetti delle politiche
fiscali e monetarie dei governi.
Il Regio è complementare all'Euro. Non è un sistema per
rimpiazzarlo. Per cui si parla di valuta complementare e non
alternativa. Poiché normalmente non si parla di “moneta Euro” o di
“valuta Euro”, non vi è necessità di chiamare il Regio “moneta
Regio” o “valuta Regio”, anche se all’inizio è necessario chiarificare
la funzione del nuovo mezzo di pagamento. Suggeriamo in futuro di
parlare semplicemente di “Regio”. Questo termine è già in uso nella
rete tedesca RegioNetzwerk.
Cooperazione con le banche regionali
Considerando tutti gli adempimenti che una valuta complementare
regionale deve soddisfare, sorge la questione se l’introduzione di
tale valuta possa o debba avvenire in cooperazione con le banche
regionali o locali. Ad esempio, la banca cooperativa regionale - che
permette alle banche partecipanti di rendere disponibili per il
prestito i patrimoni gradualmente accumulati, di finanziare
investimenti maggiori e di amministrare I risparmi dei suoi membri
- è una replica della preesistente banca locale, che tenderebbe
naturalmente ad opporsi a questa nuova competizione?
La risposta a questa domanda dipende da vari fattori. Quanto si
sentono obbligate le banche locali a lavorare per il bene comune ed
a servire le necessità della comunità locale? Fino al punto in cui i
cittadini della regione chiederanno che i criteri socialmente
rilevanti, inclusi negli statuti delle banche, siano rispettati.
Secondo Gernot Schmidt (9), in Germania - a differenza
dell’Inghilterra, dove il sistema bancario è completamente
privatizzato - vi sono banche orientate al profitto, banche
cooperative e casse di risparmio finalizzate ad obiettivi. Le ultime
due possono fare affari solo all’interno della sfera economica
regionale. Secondo Schmidt, le banche cooperative e le casse di
risparmio sono obbligate a concentrarsi sul benessere economico
della loro regione perché perché sono ristrette all’area regionale.
Debbono quindi “fertilizzare, seminare e raccogliere” a livello
regionale. Schmidt sostiene che una valuta regionale sarebbe utile
per aiutare a far incontrare al meglio domanda ed offerta regionale.
A questo proposito la rivitalizzazione dell’economia regionale
assieme all’incoraggiamento della vita comunitaria all’interno della
regione hanno un significato esistenziale anche per le preesistenti
banche cooperative e di risparmio di piccole e medie dimensioni.
La cassa di risparmio dove lavora Gernot Schmidt nel DelitzschEilenburg?, è la prima banca in Germania ad aver commissionato
una opinione legale che chiarifica la giurisdizione delle banche
centrali rispetto ai sistemi di valuta secondaria complementare
(10). Poiché I sistemi di vouchers come valuta sono attualmente in
una zona grigia, finora sono stati tollerati in Germania. Fino a
quando la parola “voucher” viene stampata chiaramente sul mezzo
di scambio, il volume dei buoni emessi può essere facilmente
accertato ed il valore del buono non può essere cambiato 1 a 1 con
l’Euro, allora - secondo le prime informazioni arrivate dalle banche
centrali - non sembra ci siano problemi. E non ci saranno nemmeno
problemi legali riguardo all’uso di una valuta regionale secondaria
come moneta nei conti correnti, perché, come ha indicato Hugo
Godschalk, una opinione legale affermativa in tal senso è stata già
espressa (11). I vouchers non sono mai stati usati come “sostituto
del contante” in Germania, per cui non esistono precedenti legali
(NdT in Italia, riguardo a tale aspetto, invece dovrebbe esistere un
precedente nella motivazione del decreto di dissequestro della
moneta locale “Simec”, emesso dal Tribunale di Chieti il
30/08/2000). Per quelli che lavorano ad iniziative basate sul Regio,
l’opinione legale della banca del Delitzsch-Eilenburg? fornisce una
benvenuta chiarificazione che deve aiutare a diminuire i timori di
problemi legali per l’iniziativa della valuta locale “Chiemgauer” ed
altre simili.
Il trattamento delle valute ai fini fiscali
Ci sono due questioni in merito alle implicazioni fiscali delle
transazioni in Regio: Devono essere comunque tassate? Se sì, con
quale valuta si pagano dette tasse?
Una delle ragioni principali contro la tassazione delle transazioni in
Regio deriva dal loro potenziale per risolvere problemi sociali che
altrimenti dovrebbero essere risolti con i soldi del contribuente.
Questi costi andrebbero quindi inclusi in uno schema contabile
comparative che servirebbe per determinare quali tasse, se mai,
andrebbero pagate sulle transazioni in Regio. Se il risparmio
sorpassa il reddito da tassare, allora sarebbe meglio che per tutti
quelli che sono coinvolti - incluso l’ufficio delle tasse - le transazioni
in Regio fossero esentasse.
Tuttavia, se il Regio viene impiegato per transazioni commerciali,
allora la tassazione potrebbe essere propriamente giustificata. E’
importante, tuttavia, permettere l’opzione del pagamento delle
tasse in Regio, cosicchè questo determinerebbe se o meno, il Regio
ha raggiunto una accettazione diffusa e viene usato in tutto il suo
potenziale. Forse il modo più efficace per prevenire il successo di
una valuta regionale è il richiedere che tutte le tasse sul reddito senza considerare se deriva da transazioni in Euro o in Regio siano pagate comunque in Euro. Anche il contrario è vero: il miglior
modo per promuovere il successo del Regio è di richiederne l’uso
come meccanismo di pagamento delle tasse e delle sanzioni, dando
al mondo degli affari un maggior incentivo all’accettazione del
Regio.
Vi sono motivi importanti per cui il Regio dovrebbe essere accettato
come mezzo di pagamento delle tasse e delle sanzioni. Primo,
queste tasse vanno a beneficio dei servizi pubblici regionali.
Secondo, esse giocano un ruolo nel mantenimento e nell’espansione
dei posti di lavoro locali. Terzo, le ripercussioni positive sociali ed
economiche di una maggior produttività regionale riducono il
bisogno di spendere i soldi delle tasse e aiutano a migliorare le
condizioni economiche della regione.
Infine, c’è anche una via di mezzo tra la tassazione del reddito in
Regio e l’esenzione fiscale. Si potrebbe esentare una certa parte del
reddito (ad esempio, il reddito al di sotto di mille Regio o il suo
equivalente in Euro) perché costa di più tassare queste modiche
cifre di quanto rende. (Questo è il sistema adottato in Francia con
la valuta complementare “SEL”) Un’altra possibilità sarebbe di
permettere alle attività commerciali di pagare una certa percentuale
delle loro tasse nella valuta regionale.
Un esempio pratico a Chiemgau
Uno dei primi tentativi di introduzione di una valuta regionale, in
Germania, si è avuto con il “Chiemgauer.” Promossa come valuta
complementare dalla Scuola Waldorf a Prien, vicino al Lago
Chiemsee, usa come modello un sistema di vouchers australiano.
In questo modello, tutti I partecipanti ricevono un beneficio. In
Australia, quando qualcuno cambia 100 dollari in uno dei “clubs”
che sono stati creati allo scopo, riceve vouchers del valore di 110
dollari. Chi cambia 500 dollari, riceve buoni per 600. A differenza
del modello australiano, con i suoi sconti del 10 e del 20%, nel
modello Chiemgauer non viene accordato nessuno sconto per
l’acquisto dei vouchers, tuttavia il compratore può scegliere una
organizzazione non-profit a cui accreditare un bonus del 3% che
viene garantito se gli Euro vengono cambiati i vouchers.
I primi acquirenti della nuova valuta furono i genitori degli alunni
della Scuola Waldorf, i quali comprarono vouchers per finanziare i
lavori per un ampliamento della scuola. Da allora, cinque progetti
non-profit sono stati coinvolti ed i partecipanti sono arrivati da varie
parti della regione. I compratori accettano un costo annuale dell’8%
per garantire la circolazione: quattro volte l’anno deve essere
applicato un bollo del valore del 2% del voucher in modo da
rinnovarne la validità.
I commercianti che accettano i buoni in pagamento, possono
cambiarli in valuta nazionale ad un costo del 5%, oppure possono
usarli per pagare altri commercianti, gli impiegati o gli editori dei
giornali locali per la pubblicità, etc. Se il voucher passa di mano,
non devono pagare il bollo. Per la maggior parte delle attività
commerciali, accettare i vouchersi è un modo per assicurarsi la
fedeltà della clientela. Questo normalmente crea dei costi per circa
il dieci per cento del fatturato. Così, accettando una spesa modesta,
peraltro deducibile dalle tasse, per pagare per una valuta regionale,
non devono sottoporsi ad ulteriori altre spese (NdT per esempio
costi per pubblicizzare la propria attività commerciale). I clienti
sono motivati ad andare nei negozi dove possono pagare con valuta
regionale. Sempre più gli imprenditori stanno realizzando che
possono anch’essi effettuare pagamenti tramite la valuta regionale,
così evitano di cambiarli in Euro e quindi di pagare il costo di
cambio del 5%. Quando gli studenti della Scuola Waldorf vanno nei
negozi alla fine del mese, per cambiare in Euro i vouchers
accumulati, i negozianti fanno sempre più fatica a facilitare questo
cambio perché li hanno già spesi.
In Australia, nel primo anno il 70% dei buoni venivano cambiati con
la valuta nazionale, mentre al terzo anno la percentuale si era
ridotta al 7%. Questo significa che i vouchers vengono usati come
valuta complementare e che le spese di cambio servono come
incentivo addizionale alla circolazione.
Vantaggi delle valute regionali
L’effetto sui clienti è evidente: questi pagano finchè è possibile con i
vouchers invece che con gli Euro, e questo è esattamente
l'obiettivo. Gli imprenditori che partecipano al sistema a Chiemgau
sono contenti del fatturato. Le spese degli organismi di emissione
dei vouchers sono coperte dalla differenza tra il bonus del 3% dato
alle associazioni che distribuiscono i buoni tra i loro membri, ed il
5% di costo di cambio che viene pagato dai commercianti quando i
Regio vengono cambiati in Euro. Il profitto dall’incentivo di
circolazione - il bollo del 2% del valore del voucher - è trascurabile,
poiché molti imprenditori reintroducono il Regio in circolazione
prima di dover pagare il bollo. Ogni surplus dell’organismo di
emissione viene donato a progetti nella regione che meritino di
avere un supporto.
Il vantaggio di questo concetto è che l’Euro viene cambiato in
vouchers regionali solo se, e fino a quando, essi possono essere
spesi. Questo a sua volta serve come meccanismo intrinseco di
sicurezza contro l’emissione illimitata di buoni, che potrebbe
portare ad una loro inflazione.
Questo è uno dei principali vantaggi delle valute a “vouchers”
rispetto alle cosiddette valute di tipo “fiat”, che possono essere
create dal nulla - come quando il Marco tedesco venne introdotto e
vennero pagati 40 marchi ad ogni persona per accettarli. E’
certamente concepibile che una l'implementazione di una “riforma
valutaria regionale” possa avvenire per mezzo dell'erogazione di un
certo ammontare di valuta regionale per persona. Ma oggi ne
deriverebbero problemi legali ed inoltre vi è il pericolo di un
illimitato incremento dell’ammontare in circolazione. Questo fu il
motivo che causò la dismissione del sistema basato sui “credito” in
molte parti dell’Argentina. Funzionò meravigliosamente bene a
livello nazionale per parecchi mesi ed aiutò milioni di persone a
sopravvivere dopo il collasso della valuta nazionale, ma quando una
regione stampò un quantitativo esagerato di “credito”, l’inflazione
risultante portò questo
opprimente arresto.
altrimenti
ingegnoso
schema,
ad
un
Con il “Chiemgauer”, non stiamo in senso stretto creando una
nuova valuta ma stiamo piuttosto avvantaggiandoci del sistema dei
vouchers per compiere una funzione sociale addizionale, per
promuovere lo sviluppo regionale attraverso mezzi complementari
di pagamento basati sull’incentivo alla circolazione.
Questa idea è stata adottata e viene applicata ad una velocità
sorprendente in varie parti della Germania (12). Vi sono
essenzialmente tre spiegazioni:
Vi sono solo poche strade legali per creare mezzi regionali di
scambio che siano
simultaneamente vantaggiosi per tutti I partecipanti e che abbiano
il potenziale di essere adottati su vasta scala;
Molti privati e diversi gruppi stanno cercando nuove vie per
contribuire alla soluzione della crisi corrente;
Vi sono molte altre ragioni per la rivitalizzazione dell’economia
regionale e della sua identità al di là del beneficio del
bilanciamento del trend unilaterale verso la globalizzazione.
Queste includono le iniziative di commercializzazione regionale
dei cibi freschi, le cooperative che promuovono l'energia
rinnovabile, la gestione dell’acqua bioregionale, dell’acqua
fognaria, un maggior rapporto tra produttori e consumatori,
servizi migliori offerti da artigiani e piccole imprese ed un
nuovo senso di appartenenza alla comunità.
La visione
La visione di una “Europa delle Regioni” esercita un grande fascino
su molte persone. Invece di accettare la globalizzazione con tutte le
sue conseguenze positive e negative - tutte in una unica
confezione, se così si può dire - vedono la possibilità di apportare
dei cambiamenti a livello regionale, cambiamenti che andrebbero a
diretto beneficio di quelli che sono stati spesso privati dei diritti.
Questi ultimi vedono la globalizzazione non solo in termini di
perdita della loro libertà di scelta, ma anche in termini di perdita di
potere da parte dei loro politici di fronte a gigantesche
multinazionali e l’instabilità del sistema finanziario internazionale
governato dall’istinto gregario degli investitori internazionali.
La costruzione di una economia regionale cerca di creare un nuovo
principio di base per le politiche economiche e sociali. L’introduzione
di valute regionali può dimostrarsi come uno dei più potenti
strumenti per la realizzazione di questo nuovo ordine. Varie
iniziative e programmi regionali esistenti sono i “soci naturali” di
questa transizione.
Vi sono oggi circa 300 iniziative all’interno del movimento regionale
in Germania, più di 2.000 gruppi “Agenda 21” e più di una dozzina
di progetti “Leader” (un programma dell’Unione Europea che
promuove lo sviluppo regionale nelle aree rurali). Oltre a questi
gruppi locali, un altro partner potrebbe essere il “Comitato per le
Regioni” (13) formato per difendere il principio che le decisioni
debbono essere prese al livello più basso possibile e debbono
servire come collegamento diretto tra le regioni e l’Unione Europea
nel suo insieme.
L’attuale sistema monetario funziona come una pompa che succhia
il capitale fuori dalle regioni dove viene guadagnato e lo pompa in
quelle regioni dove ottiene il massimo ritorno - attualmente in Cina,
dove circa il 70% del capitale globale disponibile viene investito.
D’altronde è della massima importanza limitare geograficamente la
circolazione della moneta, che esiste primariamente e soprattutto
per soddisfare le esigenze della regione. Creare una “piccola diga” o
meglio, una “membrana semi-permeabile” per mantenere la
moneta all’interno, può dimostrarsi l’unico modo a disposizione di
una regione per mantenere la sua propria liquidità. In altre parole,
se la nuova valuta deve essere al servizio della regione, a
differenza dell’attuale valuta che segue unicamente il maggior
profitto, la sua circolazione deve essere limitata alla regione. Hans
Diefenbacher illustra l’importanza della circolazione regionale nel
suo esame delle varie responsabilità cui si trovano di fronte i gruppi
locali e regionali che lavorano nell’ambito dell’”Agenda 21”, quando
dice: “Per prevenire lo sfruttamento o il turbamento del
bilanciamento economico da parte di forze esterne alla regione,
ogni regione deve avere una valuta addizionale - e sotto alcune
precise circostanze, più di una - ed anche un sistema bancario
indipendente di cassa depositi e prestiti”.(14)
Attualmente la nostra moneta è simultaneamente un mezzo di
scambio, uno standard di valore, una unità di conto ed un mezzo di
accumulo di valore. Il problema di fondo è che la moneta, come
sistema di accumulo del valore, è associata alla crescita
esponenziale della domanda ed alla mobilità illimitata. Poiché oggi
gli investimenti nei mercati dei capitali rendono maggiormente che
gli investimenti nelle imprese produttive, sempre meno moneta
fluisce dove i posti di lavoro vengono creati. D’altra parte I compiti
primari di una valuta regionale debbono essere di ottimizzare il suo
ruolo come mezzo di scambio, come unità di conto (valida solo
all’interno di un’area geografica limitata) e come metodo di
accumulo di valore progettato esclusivamente per garantire valori
di investimento stabili (e non a crescita esponenziale).
Gli obiettivi principali di una valuta regionale sono:
l’uso delle risorse disponibili per la produzione di beni e servizi
in modo da far incontrare le risorse sottoutilizzate con i bisogni
insoddisfatti;
la riduzione della disoccupazione, come risultato;
l’interruzione dell’emorragia al di fuori della regione, del
reddito prodotto localmente;
la creazione di nuove possibilità finanziarie che permettano ai
governi locali di meglio adempiere alle proprie responsabilità
nei confronti delle loro comunità.
Robert Musil (2004) usa molti esempi presi dall’Unione Europea per
mostrare che i programmi per promuovere gli obiettivi di sviluppo
regionale sono regolarmente falliti. Egli distingue tra le strategie
adottate internamente ed esternamente per neutralizzare lo
sbilancio economico tra I centri urbani e la periferia rurale,
concludendo che le politiche regionali dell’Unione Europea,
dominate in gran parte dalla teoria neoclassica (Keynesiana), non
sono state in grado di fermare la fuga di capitali, di valore e di
risorse umane.(15) Anche se le strategie interne intendono
promuovere lo sviluppo regionale - collegando le risorse disponibili
ed incoraggiando la cooperazione o l’impegno da parte del pubblico
(l’approccio “bottom-up”) - hanno ignorato un fattore cruciale:
l’approvvigionamento di moneta. Eppure è ovvio che i progetti a
relativamente bassa profittabilità non possono essere finanziati con
capitale monetario che è sotto pressione sempre maggiore per la
creazione di alti utili.
Cosa succederà, ora?
In tempi in cui la sfera politica ha mancato di presentare qualsiasi
soluzione legittima per le nostre crisi odierne - dalla “Lotta al
Terrore” ai vari “buchi” nei bilanci dei governi a livello nazionale e
locale, dalla privatizzazione di infrastrutture vitali come la fornitura
di energia, di acqua potabile, del trattamento dei rifiuti, dei
trasporti pubblici fino alla riduzione della disoccupazione dobbiamo fornire delle analisi e delle idee non-convenzionali perché
un cambiamento prenda piede. Di fronte alla globalizzazione
incontrollata, credo sia tempo di rivitalizzare le regioni come nuovo
punto di riferimento per l’individuo ed è all’interno di questo
schema di rivitalizzazione credo che il tema delle “valute regionali
complementari” debba essere discusso.
Negli ultimi due anni, un gruppo di circa dodici professori di micro e
macroeconomia, provenienti da Austria, Germania e Svizzera,
hanno scritto un nuovo rapporto per il “Club di Roma”, in cui si
espone come dovremo gestire la nostra economia, presentando
scenari e progettando possibilità per i mercati finanziari del futuro
(Brunnhuber, et. al. 2003). Questo rapporto riempie il vuoto
lasciato dal primo “Rapporto del Club di Roma” che dette inizio al
dibattito sulla sostenibilità trent’anni orsono. Uno degli autori
principali del rapporto, Dennis Meadows, trascurò completamente il
soggetto della moneta. Egli lo considerava come se fosse stato un
sistema neutrale di contabilità senza alcun impatto, sia positivo che
negativo, sul tema della sostenibilità. Il nuovo rapporto identifica
l’introduzione di valute complementari regionali e locali come un
passo importante verso la realizzazione di una economia
sostenibile.
E’ cruciale che si guadagni una esperienza iniziale dall’introduzione
delle valute regionali, all’inizio solo in alcune regioni, prima che
l’entusiasmo che suscita questa idea non produca tentativi immaturi
ed errori evitabili che potrebbero fornire ai detrattori argomenti
contro le valute regionali.
Lo scopo di questo scritto è di stimolare una discussione che possa
fornire alla sfera politica ed economica, nuove e fruttuose intuizioni
che dimostrino il potenziale positivo dell’implementazione delle
valute regionali complementari.
In Germania una nuova moneta parallela all'Euro
autore: magius data: Sab, 26 Apr 2003 [09:48] (141 letture)
In Germania una nuova moneta parallela all'Euro
di Claudio Bonvecchio - Acli Milano
Il vecchio continente non si è ancora abituato all'euro, quand'ecco
che, per conforto e convenienza, la Germania si affida anche a una
"moneta parallela", chiamata "Regiogeld". Vale a dire ad una sorta
di moneta regionale di necessità, che si mette in parallelo nel
rapporto di uno a uno con quel mezzo di pagamento ufficiale che
resta pur sempre l'euro. Una "moneta parallela" che diventa in
pratica un bene economico intermediario - accettato pro tempore in
un determinato territorio - per l'acquisto di beni e servizi. Senza
che possa sostituirsi all'euro ma solo integrarlo - là dove occorra nelle sue funzioni istituzionali.
Il "Regiogeld" persegue infatti il fine di riattivare, intensificare e
proteggere le relazioni economiche nell'ambito regionale.
Sempreché esso riesca a stimolare il consumo locale con una piena
trasparenza dei prezzi, privilegiando i piccoli e medi produttori e i
commercianti della regione. Il che ci rimanda alla lontana origine
della moneta, che fu incontestabile creazione dell'economia
mercantile e non già degli stati o dei comuni. Dal febbraio scorso
circola anche nella capitale federale della Germania e come suo
primo passo solo nel quartiere centrale Prenzlauer Berg - il più
politicizzato della metropoli sulla Sprea - la "moneta parallela"
regionale chiamata per unità Berliner. Una misura di valore e un
mezzo di pagamento, con tagli cartacei per ora solo da 10 Berliner
colore verde, da 5 colore azzurro e da uno colore arancione. Su
queste singolari "banconote" campeggia il contrassegno di "August
2005". Per avvertire che esse manterranno il loro valore di 1 a 1
rispetto all'euro sino a quella data. Dopo di che le stesse potranno
venire ricambiate in euro o in una loro serie successiva, subendo
una svalutazione del 5 per cento.
Una scrematura percentuale che va però a finire nelle casse degli
enti locali di pubblica utilità o di interesse collettivo. Si tratta
insomma di un accorgimento monetario che si prefigge di trattenere
la ricchezza prodotta nella stessa regione, promuovendo
fermamente il consumo interno per sostenere gli operatori locali.
"Sta di fatto - spiega al riguardo il settimanale Das Parlament,
orga-no ufficiale del Bundestag - che i circuiti economici regionali
tedeschi devono subire forti cedimenti a causa della globalizzazione
e del multilateralismo imprenditoriale. Ragion per cui è bene che sia
il comportamento dei consumatori a stabilire quale genere di
economia vada sostenuto, secondo il principio che la domanda
determina l'offerta".
E' stato il Presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse (Spd), a
compiere il primo passo per sottolineare il significato intimo
dell'istituzione del Berliner, come fattore di promozione
dell'economia berlinese. Egli si è recato, accompagnato dai
fotoreporter, a fare acquisti alimentari nel quartiere Prenzlauer Berg
- dove abita da decenni - e ha pagato il conto con la "moneta
parallela" da poco circolante nella capitale.
A rompere il ghiaccio in Germania fu però la città anseatica di
Brema - uno dei 16 Länder federali - che istituì due anni e mezzo fa
la prima "moneta paral-lela" tedesca, che assunse il nome di
Roland, per rievocare l'illustre figura del nipote di Carlo magno,
divenuto il simbolo della stessa città. Cinquanta città tedesche,
grandi e piccole, sono ora in procinto di far proprio il modello del
"Regiogeld". Dieci città lo hanno già adottato. Cinque di esse
meritano una particolare menzione per il successo già conseguito
con il loro modello monetario regionale di necessità. Sono Prien in
Baviera con il Chiemgauer, Dresda con l'Elbtaler, Berchtesgaden,
con lo Sterntaler, Güsen (Sachsen-Anhalt), con Urstromtaler e
Gies-sen (Assia) con lo Justus. Düsseldorf, la capitale del più
popoloso Land tedesco NRW, metterà in circolazione il suo
"Rheingold" con tagli da 1, 5, 10, 20 e 50 unità-moneta, a partire
dal luglio prossimo. A Friburgo, la moneta si chiamerà "Breisgauer
Regio".
Sembra di poter dire a questo punto che a fianco dell'Europa delle
regioni si stia profilando anche un'Europa d elle "valute parallele".
Infatti si può ritenere che il sistema monetario europeo possa
stabilizzarsi nel prossimo futuro su due livelli: quello superiore e
forte dell'euro e quello inferiore e più flessibile delle citate "valute
parallele".
Fonte: http://www.aclimilano.com/visart.php?id=1110
AUSTRIA
Lava
Descrizione sintetica
Più di 60 municipi austriaci hanno mostrato interesse a prender
parte al progetto L.A.V.A., il cui acronimo tradotto in italiano
significa "Sistemi di scambio locale della vulcanica Austria". Il
progetto è pensato come una Moneta Regionale per rafforzare
l'economia locale ed interrompere l'emorragia di capitali a livello
locale.
FRANCIA
RERS, Réseaux d’Echange Réciproque de Savoirs
testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
I RERS (Réseaux d'Echange Réciproque des Savoirs, reti di scambio
reciproco dei saperi) nascono a Parigi, in seguito a un'intuizione
della maestra elementare Claire Hebert Suffrin che concepisce
quattro postulati: ognuno deve conoscere qualcosa; ognuno può
imparare a trasmettere le proprie conoscenze; trasmettere il
proprio sapere valorizza; trasmettere il proprio sapere permette di
riscoprire la capacità di imparare. La trasmissione dei saperi
avviene sulla base della reciprocità: ogni offerta presuppone una
domanda e ogni domanda è accompagnata da una offerta, a breve
o a più lungo termine. Si trasmettono solo saperi, è esclusa
qualsiasi relazione in denaro o in servizi. Partendo dalla
consapevolezza che ogni persona è indispensabile, che nessun
sapere può essere perduto, le reti permettono di incontrarsi per
scambiare saperi di uomini e donne di ogni età, di origini sociali ed
etniche diverse, siano essi sani o malati, occupati o disoccupati ecc.
I RERS operano in diversi ambiti: l'accoglienza dei nuovi abitanti, la
formazione, l'inserimento di categorie a rischio, la riuscita scolastica
ecc. Non esistono né moneta interna, né conti personali; esiste solo
la reciprocità, ovvero l'impegno a trasmettere e ricevere formazione
con altri aderenti al gruppo. Lo scambio dei saperi avviene sulla
base della reciprocità aperta: ogni offerta presuppone una domanda
ed ogni domanda è accompagnata da un'offerta, a breve o a più
lungo termine. La reciprocità è il tema conduttore, una sorta di
chiave d'accesso, la ragione dello stare nella rete, perché può
esistere solo tra soggetti coscienti del loro posto e del loro ruolo e
favorisce l'accesso a tutti i saperi. Nella definizione d'equivalenza
dei saperi, che sono oggetto di scambio, sta l'idea dell'eguaglianza
tra coloro che partecipano alla rete.
Come elenca Borsani, "i saperi scambiati possono essere conoscenze e funzioni (saper viaggiare, riempire moduli, organizzare il
tempo quando si è malati, occuparsi di un bambino ecc), saperi
classici (una lingua straniera, la matematica, il diritto, la filosofia, la
lettura ecc), abilità (lavori d'idraulica o elettrici, lavoro a maglia,
cucina araba, trucco del viso ecc) ed esperienze di vita (parlare
della vita in un centro d'accoglienza, dell'adozione, di un viaggio
ecc.)" 19. Con lo scambio dei saperi si possono eliminare sentimenti
profondamente radicati d'incapacità e di inadeguatezza di fronte
alle conoscenze e porsi nella condizione di trasmettere agli altri ciò
che si sa. In questo modo non si è più conosciuti solamente sulla
base dei bisogni che ciascuno esprime, delle carenze e delle
difficoltà, ma per le risorse di cui ognuno è portatore: saperi,
esperienze, capacità di entrare in relazione con altri, capacità di
trasformarsi e di trasformare la realtà circostante. Le reti di
scambio dei saperi facilitano relazioni sociali fondate sulla dignità di
ciascuno, sulla consapevolezza della propria utilità sociale, sul fatto
che ciascuno rappresenta una risorsa per la società. Se ogni
persona, chiunque essa sia, rappresenta un valore e se questo
"esser valore" non è riconosciuto in primo luogo dalla persona
stessa, occorre operare in modo da superare le incertezze e le
paure dei singoli. Ognuno vale per ciò che è e per ciò che conosce
(ma non solo). Il lavoro nella rete consiste nel restituire alle
persone, collettivamente o individualmente, il valore perduto.
Vedere valorizzati i propri saperi, farli apprendere, significa anche
trovare o ritrovare il gusto della responsabilità, riacquistare stima di
sé, riappropriarsi della parola. Ed è la moltiplicazione e la
diversificazione delle esperienze valorizzanti che riaccenderanno in
coloro che le vivono il desiderio di modificare la propria condizione.
Scriveva Gesell: "Più le cose si conoscono, più si ha potere nei loro
confronti. Ogni volta che imparo qualcosa del mio corpo, o sul funzionamento del mio io, acquisto potere su di me; ogni volta che
riesco a costruire relazioni, nella vita di gruppi o nelle istituzioni,
migliora la mia capacità di governare la mia vita, e quando
trasmetto agli altri ciò che so, io porto il mio mattoncino per la
costruzione di un sapere collettivo e sono socialmente utile" 20. Il
funzionamento delle reti non è oneroso: niente è rigido, né
obbligatorio, né escludente; si rimane per il tempo che si vuole, si
esce, si rientra. Si viene a sapere dell'esistenza delle reti dagli
amici, dai vicini che ne parlano.
Ognuno sceglie ciò che intende richiedere e ciò che è in grado di
trasmettere agli altri, la durata e la frequenza degli scambi, i luoghi
dove effettuare tali scambi, le modalità degli incontri nei quali
sentirsi a proprio agio (tra due o più persone). Queste scelte
vengono compiute attraverso una mediazione, una messa in
relazione proposta da un animatore volontario o retribuito.
Recentemente si è costituita una rete europea delle reti di scambio
reciproco dei saperi21. Al momento esistono oltre 500 gruppi di
scambio di conoscenze in Francia, Belgio, Spagna, Olanda,
Svizzera, Brasile, Burundi, Austria e Germania. Il fatto che questo
movimento si sia diffuso in Brasile e Burundi indica che il concetto è
vitale anche nel contesto di Paesi del Sud del mondo.
Note:
19 D. Borsani, Le reti di reciproco scambio dei saperi, Convegno
"Tenere
il
Tempo",
Perugia
1996.
Scaricato
da
http://digilander.libero.it/paolocoluccia
20 S. Gesell, The Naturai Economie Order, cit.
testo tratto da "Senza Denaro"
Le Reti di scambio reciproco dei saperi (RERS, dal francese Réseaux
d'échange réciproque des savoirs) nascono dall'intuizione di Claire
Hebert Suffrin, maestra con il pallino della valorizzazione dei talenti
degli allievi appartenenti ai ceti più bassi, cronicamente affetti da
disistima.(13)
L'occasione è fornita dall'intervento spontaneo di un operaio della
manutenzione caldaie durante una lezione sul funzionamento
dell'impianto di riscaldamento, che tiene una vera e propria lezione
con schizzi alla lavagna. A lezione ultimata, i ragazzi rifiutano di
lasciarlo andare, in cambio gli offrono una relazione sul
funzionamento dei vulcani. L'esperienza incoraggia l'insegnante ad
aprire le porte della sua classe alla gente del quartiere. In breve
l'esperienza travalica i confini della scuola alla periferia di Parigi, e
si diffonde in tutta la Francia, in Svizzera, in Belgio, in Spagna e in
Olanda. A tutt'oggi le RERS si basano sui quattro postulati
individuati da Claire Hebert Suffrin:(14)
ognuno conosce qualcosa;
ognuno può imparare a trasmettere le proprie conoscenze:
trasmettere il proprio sapere valorizza;
trasmettere il proprio sapere permette di riscoprire in sé la
capacità di imparare.
La trasmissione dei saperi avviene sulla base della reciprocità
aperta: ogni offerta presuppone una domanda e ogni domanda è
accompagnata da un'offerta, a breve o a più lungo termine.
Si trasmettono solo saperi, è esclusa qualsiasi relazione in denaro o
in servizi.
Veder valorizzati i propri saperi, farli apprendere, significa anche
trovare o ritrovare il gusto della responsabilità, scoprire che si
conoscono cose su ciò che riguarda se stessi, si riacquista stima in
sé, si riprende la parola. La moltiplicazione e la diversificazione
delle esperienze valorizzanti riaccendono, in coloro che le vivono, il
desiderio di modificare la propria condizione.
La Rete viene vista come agente di prevenzione, perché
contrappone positività agli elementi negativi della vita. I RERS
operano in diversi ambiti:
l'accoglienza dei nuovi abitanti;
la formazione;
l'inserimento di categorie a rischio (donne sole, sfrattate,
disoccupate ecc.);
la salute, operando con persone con handicap e difficoltà di
varia natura;
la riuscita scolastica;
il riconoscimento delle differenze.
Non esiste moneta interna né conti personali; esiste solo la
reciprocità, ovvero l'impegno a trasmettere e ricevere formazione
con altri aderenti al gruppo.
Le RERS godono e hanno goduto di aiuti governativi, in quanto
viene riconosciuto il loro ruolo solidale. Tale aiuto consiste nella
copertura dei costi vivi e nella retribuzione degli animatori. Esiste
una rete europea delle Reti di scambio reciproco dei saperi.
SEL, Systèrne d'Echange Local
Descrizione
testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza denaro"
I SEL (Systèrne d'Echange Locai, sistema di scambio locale) sono
sistemi di economie non monetarie presenti nel mondo francofono,
derivanti dalle esperienze dei LETS inglesi. Il primo SEL (letteralmente "grano di sale") è stato costituito nel 1994 nell'Ariège, in
Francia, cercando di ricreare solidarietà attraverso unità locali che
permettessero alle persone della stessa provincia di incontrarsi,
dare o ricevere. I SEL mettono in gioco una forma di scambio simile
al dono, con caratteristiche amicali più pronunciate rispetto ai
LETS; infatti i SEL sono stati pensati soprattutto come un sistema
d'educazione alla solidarietà tra amici. Con l'entrata nella comunità
si acquisiscono una serie di diritti e doveri per cui ognuno diventa
responsabile per sé e per gli altri. Di qui la fondamentale
importanza dell'onestà e della fiducia. Ogni membro possiede un
conto corrente nel quale, se il soggetto è nuovo, viene accreditata
una somma, nella moneta locale di cambio 15, in modo tale che
l'associato possa acquistare un prodotto o sollecitare un servizio
senza disporre del denaro necessario. Questa forma di credito è
senza interessi, e obbliga moralmente l'utente a rimborsare il
proprio debito, non necessariamente alla persona con la quale ci si
è indebitati, ma mettendo a disposizione di tutti le proprie capacità.
Nel SEL lo scambio è senza reciprocità diretta (mediante il sistema
di addebiti e accrediti) ed è limitato al territorio di riferimento (il
territorio comunale, il quartiere ecc). In questo sistema, inoltre, è
molto importante il ruolo del coordinatore, che è non solo un
contabile ma anche un animatore e una persona a cui rivolgersi per
ottenere informazioni o risolvere contrasti. Per questo esiste un
coordinamento nazionale per l'aggiornamento professionale dei
coordinatori che organizza forum periodici.
La moneta utilizzata negli scambi può essere commisurata alla
valuta locale oppure ad una certa quantità di tempo di lavoro. La
va-lutazione dei beni e dei servizi scambiati viene fatta in base al
tempo di produzione e al prezzo di mercato, su indicazione libera
del valore del bene e del servizio da parte dell'associato, ma entro
vincoli definiti dall'associazione. Da un'indagine condotta tra gli
aderenti al sistema emerge che "i SEL raccolgono una forte
proporzione di persone in situazioni materiali precarie (tra il 40 e il
60 per cento secondo i SEL incontrati)" 16. Si possono distinguere
gli aderenti che vivono i SEL come un progetto politico e quelli che
li vivono come uno spazio conviviale. In tutti i casi i fenomeni
economici sono inseriti in un controllo politico democratico (di tipo
multilaterale), poiché il controllo dei saldi contabili e di tutta
l'informazione elaborata si fa per mezzo di ciascun aderente,
privilegiando l'autocontrollo e la responsabilità individuale.
Recentemente si è creata anche una Route des SEL, organizzazione
di ospitalità per i viaggiatori che aderiscono al SEL e possono
alloggiare gratuitamente presso altri aderenti n.
La più importante caratteristica dei SEL (che li distingue dai LETS) è
la grande importanza data alla convivialità: gli aderenti si incontrano a cadenze fisse nei caffè, nelle librerie e in altri luoghi in
cui intrecciano relazioni sociali, scambiano, donano e ricevono beni,
servizi, emozioni. L'idea è quella di creare un sistema fondato su un
diverso sistema sociale, in cui le forme dello scambio, del consumo
e della convivenza stessa abbiano una dimensione più umana e
solidale. Decisivo è l'elemento formativo: non a caso sono definiti
"sistemi di educazione locale" e sono fondati sull'autoresponsabilità
e sul controllo reciproco. Prima di essere un sistema economico
complementare, il SEL è un luogo d'incontro di libertà e di parola. Il
SEL parigino si concentra quasi esclusivamente sulla città e sulla
sua mondanità. Le comunità SEL dei piccoli centri sono invece
all'insegna della ruralità, con grandi mangiate collettive e scambio
di oggetti, merci e servizi tutti prettamente legati alla campagna.
Note:
15 Per la contabilizzazione esistono assegni, estratti conti e schede
di conto c14 L. Shephard, L'esperienza dei LETS nei paesi
anglosassoni, Convegno "Tenere il Tempo", Perugia, 1996.
Scaricato da http://digilander.libero.it/paolocoluccia
16 Centro Walras, Monete locali e legame sociale: i sistemi di
scambio locale, Atti del colloquio internaziona15 Per la
contabilizzazione esistono assegni, estratti conti e schede di conto
corrente.le, Bordeaux 1999.
17 È da segnalare l'esistenza di diverse organizzazioni internazionali
che promuovono l'ospitalità gratuita in molti Paesi del mondo. Dal
1949 l'associazione internazionale pacifista Servas promuove un
sistema spontaneo e gratuito di ospitalità in quasi tutto il mondo,
secondo i dettami di Gandhi. È possibile associarsi al Servas anche
se non si è in grado di offrire ospitalità. L'associazione WWOOF
(World-Wide Opportunìties on Organic Farms) nata nel Regno Unito
circa 29 anni fa con lo scopo di creare conoscenza e interesse verso
uno stile di vita biologico e biodinamico, organizza soggiorni presso
fattorie biologiche dando la possibilità di viaggiare in tutto il mondo
in modo economico e allo stesso tempo di dare un aiuto dove è
richiesto e dove se ne presenta la necessità. In pratica le fattorie
accettano volontari (a cui forniscono cibo e alloggio) per brevi o
lunghi periodi di tempo. L'idea è partita da Sue Coppard che voleva
organizzare durante un week-end
biologiche in cambio del suo lavoro.
un
soggiorno
in
fattorie
testo da "Senza Denaro"
Tali sistemi fanno riferimento al mondo francofono. Il primo SEL
viene costituito nell'Ariège (Francia) nel 1994, sul modello dei LETS
inglesi.
Inventando nuove forme di trasferimento, i SEL ricreano solidarietà
attraverso unità locali che permettono alle persone dello stesso
quartiere, di una città o di una provincia, di incontrarsi, dare o
ricevere, e formare InterSel? conviviali.
I SEL mettono in gioco una forma di "scambio" (8) che si riannoda
con il dono e che si inserisce in una volontà degli aderenti di creare
un modo più umano di consumare, trasferire e produrre. Il
carattere amicale dei SEL e di InterSel? è estremamente
importante, a differenza forse dei modelli LETS sviluppati in
Australia, ad esempio.
Il modello francofono si colloca, al momento attuale, tra dono e
merce, poiché dopotutto si contabilizzano i «valori d'uso», ma i SEL
sono soprattutto pensati come un sistema d'educazione alla
solidarietà tra amici.
«Le relazioni fra i membri fanno a volte sorgere sintomi di potere,
... ma la "buona volontà", cioè l'intenzione che è stata emessa al
momento dell'adesione al sistema, assorbe questi effetti giocando
da tampone. ... II sistema è un ambiente di evoluzione
personale».(9)
Da un'indagine condotta tra gli aderenti ai sistemi emerge che « i
SEL raccolgono una forte proporzione di persone in situazione
materiale precaria (tra 40 e 60 per cento secondo i SEL
intervistati)» (10)
Aderire al SEL è un mezzo di riappropriazione del proprio
quotidiano. Anche se si distinguono, tra gli intervistati, gli aderenti
«politici» (per i quali il SEL è essenzialmente un progetto politico di
ripresa della vita cittadina), e gli aderenti «pragmatici» (per i quali
il SEL è essenzialmente uno spazio conviviale), lo studio della vita
dei gruppi SEL permette di considerarli come un luogo
espressione e di presa di coscienza individuale e collettiva.
di
I SEL re-inventano così uno spazio comune dove i fenomeni detti
«economici» sono reinseriti in un controllo politico democratico (di
tipo multilaterale), poiché il controllo dei saldi contabili e di tutta
l'informazione elaborata si fa per mezzo di ciascun aderente.
L'autocontrollo e la responsabilità individuale sono privilegiati,
perciò si parla di sistema di educazione locale. Il trasferimento è
pensato come una relazione inquadrata e indissociabile dallo
«spirito SEL»: convivialità e scoperta dell'altro.
testo di Veruska Carboni, tratto da Alterville.it
''Il SEL (Système d'Echange Local) è un sistema di scambi locali che
si attivano contro una certa distruzione largamente facilitata delle
economie di mercato, offrendo mezzi a chi è interessato a ritrovare
l'equilibrio in un mondo dove l'organizzazione e il mercato prendono
spesso il sopravvento". 16
Contrariamente alle strutture esistenti all'interno dell'economia
alternativa, nelle quali l'ambizione fondamentale è la creazione di
lavoro con uno spirito di cooperazione all'interno del sistema di
concorrenza di mercato, il SEL non mira a costituirsi come una
struttura di reinserimento sociale o professionale degli esclusi e dei
disoccupati attraverso un ritorno al mondo del lavoro.
La forza, l'interesse e l'ambizione dell'economia attuale è di creare
condizioni politiche affinché le imprese possano funzionare
subordinando la produzione ai bisogni delle persone.
I SEL non si definiscono e non si designano come un attore
economico in senso tradizionale; attivano una rete di
comunicazione attraverso la quale i membri di una comunità
geografica confrontano le loro offerte e le loro domande; gli scambi
vengono valutati in moneta locale (grains).
C'è una rottura con le tradizioni economiche tradizionali perché
esiste la possibilità per chiunque di accedere a beni materiali e
simbolici senza condizionamenti finanziari.
La struttura di questi sistemi "alternativi" è sempre la stessa: con
l'entrata nella comunità si acquisiscono una serie di diritti e doveri
per cui ognuno diventa responsabile per sé e per gli altri. Ogni
membro possiede un conto corrente nel quale, se il soggetto è
nuovo, viene accreditata una somma in modo tale che l'associato
possa acquistare un prodotto o sollecitare un servizio senza
disporre del denaro necessario. Questa forma di credito è
ovviamente senza interessi, e obbliga moralmente l'utente a
rimborsare il proprio debito ma non necessariamente con la
persona con la quale ci si è indebitati, ma mettendo a disposizione
di tutti le proprie capacità.
In questo modo si realizza:
l'accesso immediato agli scambi: non ci sono barriere di
nessun genere, né finanziarie né sociali, né merceologiche;
si stimolano le persone a scambiare, soprattutto i "nuovi
arrivati";
permette di consumare senza paura di indebitarsi; il principio
di base è: "tutto funziona senza il denaro".
Sono state però istituite soglie che non possono essere superate,
non ci si può indebitare troppo, è necessario che gli scambi siano,
nel limite del possibile, regolari.
Aprire un credito significa realizzare un'operazione finanziaria,
simbolica, fondamentale per la riuscita delle transazioni.
Il credito crea un sentimento di fiducia tra gli associati che si
sviluppa a due livelli:
gli utenti aderiscono, ritenendolo valido, ad un sistema
piuttosto astratto da un punto di vista finanziario giacché il
denaro non esiste come forma di scambio, (la fiducia nel
sistema in quanto tale);
anche se esiste una moneta locale per facilitare e rendere
possibili gli scambi in un luogo differente dal mercato, è
necessario, affinché gli scambi siano reali ed effettivi, che gli
individui percepiscano gli uni negli altri "indicatori" di onestà e
di autenticità delle intenzioni.
Ci si fida degli altri soltanto se li si conosce, per questo è consigliato
il contatto faccia a faccia perché lo scambio deve essere un modo
per incontrarsi, nessuno probabilmente farebbe accompagnare il
proprio bambino a scuola da uno "sconosciuto" né tantomeno lo
farebbe entrare in casa propria.
Da valori come la fiducia e l'onestà, dipende il funzionamento del
sistema.
Il cuore del SEL è il BLE (Borsa Locale Scambi), il "regno degli
scambi" dove libertà, responsabilità, creatività, inventiva, gioia e
solidarietà si rivelano molto gradevoli da coltivare.
I SEL sono considerati dei vivai di idee, l'elemento importante è il
riconoscimento di autonomia della persona che di sovente non
viene considerata nella società.
Il legame che si crea tra i membri molto spesso va al di là degli
schemi proposti dal SEL stesso: quando si sviluppano relazioni di
amicizia tra i membri spesso le prestazioni non vengono
contabilizzate.
Ciò che viene scambiato varia a seconda delle zone geografiche,
della situazione economica della regione, dal numero degli aderenti
e dalla natura dei redditi; il sistema è sempre lo stesso, ma si
adattano alle condizioni sociali, economiche e culturali delle zone in
cui si sviluppano.
Questa "politica territoriale" (la natura locale della moneta e degli
scambi stessi che avvengono in un territorio ben preciso) impedisce
la costruzione di un coordinamento nazionale che leghi
organicamente nei diritti e nei fatti l'insieme dei SEL francesi;
l'impossibilità di passare da una politica territoriale dei problemi ad
una gestione territoriale dei problemi è strettamente legata al modo
di funzionare del SEL.
SOL
Descrizione in sintesi
SOL è un progetto di moneta solidale francese. La parola SOL sta
per"moneta elettronica e solidale". Ha lo scopo di dare più visibilità
alle strutture dell'economia sociale e sviluppare la loro attrattiva.
SOL è un'iniziativa lanciata nella zona di Lille, Ile de France e
Bretagna dal Gruppo Chèque Déjeuner (azienda francese
cooperativa del settore buoni pasto, la terza nel mondo per volume
di affari), MACIF (azienda del settore assicurazioni), con il supporto
della Fondazione Macif, il Centro dei giovani dirigenti dell'economia
sociale (CJDES) ed altre aziende dell'economia sociale Questa
valuta, che avrà una forma elettronica, potrebbe in particolare
convertire l'attività benevola in attività d'utilità sociale. In cambio,
darebbe diritto a servizi ed a beni. SOL è inoltre supportato da
settori governativi francesi (Ufficio del Segretariato di Stato per
l'Economia).
Il Progetto Sol (in fase di verifica di fattibilità e ricerca di un
contesto locale adatto) consiste nel creare un sistema con due
monete: Euro e Sol. Gli utenti acquistano (o con fidelizzazione) il
sol dai distributori e lo usano come moneta di scambio con i
commercianti. E' previsto un organo regolatore e forse una sorta di
costituzione. Sarà usata una carta magnetica per semplificare i
passaggi e le verifiche. E' essenziale che molti attori per ciascun
settore aderiscano perché possa funzionare. Il sistema spinge alla
produzione, e quindi al consumo, perché se il denaro sta fermo
perde valore (Nota: viene quindi applicato il demurrage). Si
preferisce 'subire' l'effetto consumismo ma combattere la
speculazione. L'organo regolatore (diversamente da quelli
dell'Europa) dovrebbe garantire caratteristiche etiche.
(questo testo è tratto dal sito del Social Forum Europeo)
DANIMARCA
LON
Il ”Lon”, la moneta complementare di Cristiania
Nel Dicembre del ’97 Cristiania, la “città libera” in Copenhagen,
iniziò un nuovo ed eccitante esperimento.
Abbiamo creato la nostra propria moneta locale, chiamata “lon”,
che significa “paga”. La moneta vale 50 corone danesi, che
corrispondono a 4,5 euro. Quasi ogni anno, da quando abbiamo
iniziato abbiamo creato un nuovo disegno della moneta. Nel ‘97 il
simbolo della moneta era una lumaca, nel ’99 un rimorchio di
bicicletta, nel 2000 il simbolo del sole, e nel 2001 uno scricciolo.
Da quella data ne abbiamo fatte 9000 di queste. Le monete sono
stampate in rame e ottone, con uno speciale in argento per
collezionisti. L’idea di base è che il prezzo delle monete argentato
venduti ai collezionisti dovrebbe coprire i costi del progetto.
Circolazione
La moneta locale è stata accettata attraverso Cristiania – in bar,
ristoranti, negozi, compagnie e nella cassa comune. Il progetto è
organizato dal “gruppo moneta”, il quale inizialmente emetteva
questa moneta come pagamenti ai servici prestati dell’ budget
annuale approvato.
Monete ritornavano all’ Gruppo Moneta dalle ditte qui le hanno
accettato ed ora la volgono cambiarle per moneta nazionale. Per
ciascuna moneta messa in circolazione 50 danske krone sono messi
in un fondo speciale di riserva per la garanzia dell’ valore della
moneta stessa.
La circolazione della moneta non è ancora ottimale. Noi lottiamo
perque le ditte della comunità funzioniono come piccole cuore qui
pompano fuori la moneta alle fornitore, per pagare l’affitto e tutti le
altre spese in “città libera” Cristiania. Una ragione è per prendere
confidenza con la moneta, un’ altra è per creare un sentimento di
comune vigilanza di suo proprio ruolo e responsabilità per la locale
economia.
La moneta di Cristiania è un regalo
La moneta di Cristiania è un regalo, che da alle comunità
fantastiche possibilità. Da un lato, un profitto della comunità viene
dei collezionisti e turisti che comprano le monete. Quando il gruppo
moneta pensa che sia appropriata, questa profitta viene trasferita
all’ cassa comune, qui supporta cinque differente progetti con un
totale di 112 000 danske krone. Prestiti sono dati ai progetti qui
seguono questi criteri:
Iniziative culturale, ecologiche, sociali e sperimentali, che fanno di
Cristiania più bella, più divertente e più sostenibile per residenti ed
ospiti. (90%) Prestiti di educazione per persone e gruppi che
servono per imparare qualcosa che sarà di beneficio per l’intera
comunità. (10%)
Benefizi economiche sostanziale derivano dei fondi di riserve, che
garantiscono il valore della moneta. Questa riserva ripresenta i soldi
prestati alla comunità di Cristiania, qui usa le monete giornalmente.
Se ognuno che vive e lavora nelle comunità usasse questa moneta
regolarmente, è stimato che noi potremmo senza nessun rischio
inadeguato investire 50 % delle riserve in progetti a beneficio della
comunità.
Fondo investimento
La comunità ha deciso di investire 50 000 danske krone in un fondo
di investimento collettive qui sarà istituito in gennaio 2002. Il fondo
rappresenterà l’amalgama dei soldi depositati dalla partecipazione
di negozi e compagnie. In questo modo l’investimento darà, dopo
qualche anni, un beneficio alle locali partecipanti negozi e
compagnie stessi. Un secondo scopo della iniziativa è raccogliere
risparmi nel budget della comunità e far crescere i pagamenti delle
compagnie alla cassa comune.
A un incontro del Maggio 2001 le due banche alternative delle
Danimarca offrirono di donare i loro espertise, la sua esperienza
speciale e il loro consiglio al progetto per assicurare qualità e
professionalità alle decisioni di investimenti che devono essere fatti.
(E poi, non c’è dubbio che ci sono enormi opportunità per le
istituzioni e compagnie locali di una comunità quando cittadini e
entità commerciale cambiarono dalle banche tradizionale a banche
alternative, stabilizzando le basi per nuovi lavori locali e iniziative.)
Monete per progetti speciale
Un potenziale, ma non come ancora sperimenta possibilità è quello
di emettere una speciale moneta che supporterà particolare
progetti, i quali allora usano la moneta per pagare locali fornitori
nella comunità, con questo modo nascono altre cuore, que pulsano
soldi dentro il sistema locale. Quando i turisti da fuori fanno
acquisti, essi possono ricevere le speciale monete come ricordo, se
essi vogliano, allora queste monete restano gradualmente fuori
della circolazione.
Un locale moneta è dipendente di un sforzo comune
Un locale moneta e un progetto comune dove tutti i membri della
comunità hanno una responsabilità personale per questo successo.
Quante più persone usano questa moneta, più grande sarà il
beneficio obtenuto. Nel caso di Cristiania, pensiamo che noi
potremmo emettere dieci volte la somma corrente di moneta prima
di arrivare a creare inflazione. Ad un certo punto un limite sarà
raggiunto, dove la moneta inizierà perdere su valore. C’è un
numero di ostacoli di rimuovere prima che la circolazione della
moneta funzionerà in modo ottimale. La prima barriere di Cristiania
è che non tutti hanno ancora realizzato che la locale moneta è un
vero albero dei soldi. Se questa vigilanza su la moneta fosse più
grande e libera da intrighi e giochi di potere, le possibilità del albero
dei soldi sarebbe raggiunto più facilmente per ciascuno.
Spesso le intenzioni buone per il benessere comune falliscono la
loro materializione a causa delle celate problemi e relazioni sociali
que vengono dominati dei giochi di potere e da una mancata di una
fiducia reciproca.
ITALIA
Banche del Tempo
Definizione
Da "Economie senza Denaro": ... il tempo è l’unità di misura: il
valore del servizio è determinata dal tempo impiegato nel
trasferimento. Non circola denaro se non quello a copertura delle
spese vive (materiali per effettuare una piccola riparazione, materie
prime per una torta, etc.). ... Il territorio di riferimento della Banca
del Tempo è limitato: un quartiere in una grande città, un piccolo
comune, una scuola, un'associazione, etc. La piccola dimensione
facilità la socialità ed elimina le difficoltà di spostamento dei territori
vasti. ... indagini effettuate tra gli aderenti alle Banche del Tempo
hanno evidenziato un universo molto variegato d’individui, anche
per area politica di riferimento. Lo scambio di tempo è dunque
un’idea trasversale alle diverse ideologie, fa incontrare persone che
probabilmente mai avrebbero avuto tale occasione ...
Credito di Damanhur
Descrizione in sintesi
di Helen Ampt
il Credito è definito come "un sistema di valuta complementare"
agganciato all' Euro e con esso convertibile. E' una moneta
metallica (formalmente "medaglia da collezione") usata come
mezzo di scambio in Val Chiusella fra una federazione di
comunita'/associazioni che fanno capo alla controversa comunità
religioso-magica di Damanhur. A differenza dell'Euro, non ha le
funzioni ne di serbatoio di valore (accumulo) ne di unita' di valore
(in quanto pari all'Euro). Il Credito e' usato all'interno di un circolo,
le regole del quale (basate su valori ecologici, di ricerca spirituale,
dell'arte e della nuova socialita') sono state stabilite all'inizio e
vengono sottoscritte da chi entra a far parte come produttore o
come commerciante; i consumatori possono essere chiunque e non
necessariamente fanno parte del circolo. Il Credito e' coperto da
una riserva di Euro. Si puo' comprare Crediti con Euri da macchine
venditrici e si puo' ricambiare in Euro in un'unica agenzia. Usano
anche la carta elettronica. Attualmente sono stati emessi 350.000
crediti che in 30 anni hanno circolato millioni di volte all'interno
della comunita' (a differenza dell'Euro che esce quasi subito dal
contesto locale, prosciugandolo). Nel circuito ci sono circa 2000
persone e un centinaio di aziende. Il benzinaio accetta pagamento
totalmente in Crediti e c'e' il supermercato biologico di produttori
locali e una grossa falegnameria da cui si puo' acquistare materiali
edili con Crediti e costruirsi una casa, pagando gli operai in Crediti.
Credito di Damanhur
Descrizione in sintesi
di Helen Ampt
il Credito è definito come "un sistema di valuta complementare"
agganciato all' Euro e con esso convertibile. E' una moneta
metallica (formalmente "medaglia da collezione") usata come
mezzo di scambio in Val Chiusella fra una federazione di
comunita'/associazioni che fanno capo alla controversa comunità
religioso-magica di Damanhur. A differenza dell'Euro, non ha le
funzioni ne di serbatoio di valore (accumulo) ne di unita' di valore
(in quanto pari all'Euro). Il Credito e' usato all'interno di un circolo,
le regole del quale (basate su valori ecologici, di ricerca spirituale,
dell'arte e della nuova socialita') sono state stabilite all'inizio e
vengono sottoscritte da chi entra a far parte come produttore o
come commerciante; i consumatori possono essere chiunque e non
necessariamente fanno parte del circolo. Il Credito e' coperto da
una riserva di Euro. Si puo' comprare Crediti con Euri da macchine
venditrici e si puo' ricambiare in Euro in un'unica agenzia. Usano
anche la carta elettronica. Attualmente sono stati emessi 350.000
crediti che in 30 anni hanno circolato millioni di volte all'interno
della comunita' (a differenza dell'Euro che esce quasi subito dal
contesto locale, prosciugandolo). Nel circuito ci sono circa 2000
persone e un centinaio di aziende. Il benzinaio accetta pagamento
totalmente in Crediti e c'e' il supermercato biologico di produttori
locali e una grossa falegnameria da cui si puo' acquistare materiali
edili con Crediti e costruirsi una casa, pagando gli operai in Crediti.
ECOASPROMONTE
Da "Economie senza Denaro": ... l'esperienza è interessante anche
perché oltre che ridurre la funzione di riserva di valore della
moneta, questa valuta locale ha anche altri valori avendo un
significato estetico (è stata infatti realizzata una banconota da
artisti che hanno vinto un concorso nazionale), ecologico (saranno
incentivati acquisti di beni e servizi nelle filiere grandi e micro, del
turismo responsabile ed ecocompatibile, dei prodotti tipici, del
risparmio energetico e dell’energia rinnovabile) e culturale (si tende
a rafforzare, in positivo, l’identità locale e quella del Parco
Nazionale Aspromonte). L'iniziativa ha come garante del processo la
Banca Etica, ...
Nel Parco dell'Aspromonte, da oggi, gli acquisti non si fanno più con
gli euro, ma con una moneta nata apposta per sostenere l'economia
della zona. E contestare il pensiero unico del denaro che produce
denaro
L'hanno fatto davvero. Hanno battuto moneta. E l'hanno
presentata, in conferenza stampa, alla Borsa di Milano. Protagonisti
l'Ente parco nazionale dell'Aspromonte e il suo presidente, Tonino
Perna.
Ora, la notizia merita attenzione almeno per un paio di motivi: per
il valore dell'operazione (sono stati coniati due milioni di
"ecoaspromonte", la nuova moneta, pari a due milioni di euro) e
per il fatto che le monete locali sono uno degli strumenti di sviluppo
delle reti di economie solidali (oltre che di contestazione
dell'economia tradizionale).
La moneta locale, che avrà corso legale in tutto il territorio del
Parco, sarà usata dall'1 gennaio soprattuto dai turisti per fare
acquisti: il Parco attrezzerà dei veri e propri cambiavalute e l'uso
degli ecoaspromonte sarà incentivato con dei benefit per i
commercianti e degli sconti per gli acquirenti.
La moneta, stampata su filigrana dalla Zecca di Stato, è a
scadenza, varrà cioè per un anno: poi dovrà essere riconvertita
oppure potrà essere conservata come ricordo del Parco. E questo
sottolinea il valore strumentale di ogni moneta: chi userà gli
ecoaspromonte ricorderà ad ogni transizione che il denaro come
merce non esiste, ha solo un valore convenzionale di unità di conto
e di scambio.
Usare
monete
locali
significa
insomma
contestare
la
finanziarizzazione dell'economia, il denaro che produce denaro e la
speculazione che questo comporta.
"Bisogna lavorare sulle narrazioni, sull'ideologia, sui valori
dominanti, dunque reinventare la narrazione del mondo" ripete
Riccardo Petrella, economista di riferimento per coloro che lavorano
sui beni pubblici e le economie alternative. E che cos'è
l'introduzione di una moneta locale se non appunto una
"reinvenzione della narrazione dello spazio economico nel quale
siamo immersi"?
È la prima volta che un ente pubblico si mette a battere moneta.
L'operazione per il momento ha produtto un'enorme ricaduta di
pubblicità per il Parco.
"Inaspettata -dice Tonino Perna-. Quello che invece mi sta a cuore
è la sperimentazione, l'effetto che può produrre una moneta locale
in un circuito fiduciario di aree marginali".
I parchi sono già una scommessa sul futuro, un modo diverso di
vivere e un tentativo di costruire un'economia non incentrata sullo
sfruttamento e sulla crescita. Una moneta propria, da questo punto
di vista, è un altro passo di questa scommessa. Qualcuno arriva a
suggerire l'adozione di una moneta comune per tutti i parchi
nazionali italiani ma è, evidentemente, troppo presto anche se
Tonino Perna è convinto che l'esperimento non resterà isolato.
"L'allargamento dell'Unione Europea, da una parte, e la presenza di
una moneta unica (l'euro) dall'altra -spiega- spingeranno molte
aree marginali, con seri problemi sociali ed occupazionali, a dotarsi
di una propria moneta (che convive con l'euro), con compiti limitati
e circoscritti alla sfera locale, che giocherà quel ruolo che la teoria
keynesiana gli affida, in un mercato circoscritto, nei momenti di
bassa congiuntura".
Tradotto significa che, se attorno a una moneta locale si crea un
circuito di fiducia, questa moneta potrebbe essere usata per far
fronte a problemi di mancanza di liquidità. Ci sono circostanze in cui
non manca il lavoro e non mancano le merci ma scarseggia appunto
il denaro per scambiare prodotti e servizi. È in parte quello che è
avvenuto in Argentina quando i conti bancari sono stati bloccati e la
gente si è inventato circa 200 monete locali che, nel tempo, sono
state usate da tre milioni di persone.
Ma monete locali sono nate e si sono sviluppate non solo in aree di
crisi ma, per esempio, anche per sottolineare l'identità di circuiti
alternativi di merci (è il caso dei Sel francesi). Anche l'Università
Bocconi di Milano sta lanciando una ricerca proprio sulle monete
locali (dette anche "complementari" o "etiche") "una realtà che sta
crescendo, e che ha un grandissimo potenziale anche in Italia".
La nascita di ecoaspromonte è avvenuta sotto le ali protettive di
Banca Etica, che anzi si è proposta come una sorta di Cassa
centrale, di crocevia delle monete locali che potrebbero nascere in
Italia. "Il nostro obiettivo, in un contesto di avanzante
globalizzazione -spiega Fabio Salviato, presidente di Banca Etica- è
quello di rafforzare le reti e i circuiti economici locali, in particolare
nei contesti più deboli e marginali, attivando strumenti che
inducano ad utilizzare ed acquistare beni e servizi prodotti in loco".
Fare
a
meno
del
denaro
e
salvare
i
valori
"Al centro della politica c'è l'economia. E al centro dell'economia c'è
il denaro. Lo strapotere del denaro sta minando il primato della
politica e per certi versi anche la democrazia". Ecco perché il tema
e la sperimentazione delle monete locali riveste così tanto
interesse.
È uno dei punti di partenza del volume di Maurizio Pittau "Economie
senza denaro" (ed. Emi, 176 pagine, 9 euro) che documenta però
anche l'esistenza, nel Sud e anche nel Nord del mondo, di forme di
scambio non monetario. Il denaro e l'uso che ne facciamo danno
forma al nostro immaginario: così il ricorso ad altri strumenti di
intermediazione e di scambio può contribuire a rafforzare l'identità
locale e a ridare forza a valori come la reciprocità, il dono,
l'altruismo. Così come è avvenuto per esempio nella zona di New
York, in Gran Bretagna, in Canada o in Francia. Sorprendenti
esempi di "economie senza denaro"
Il rischio dei falsi e nuove opportunità per le tasse
Anche le monete locali possono essere a rischio falsificazione. Ne
sanno qualcosa gli argentini di La Plata dove nel 2002 è stata
presentata una delle prime denunce per la messa in circolazione di
"Ticket trueque" falsi, appunto "titoli di credito a circolazione
limitata" nati dopo il terribile crack economico del Paese. Un fatto
che è anche segno di successo (d'altra parte proprio in Argentina
alcune monete locali si chiamano "patacon"). Inalcuni casi le
monete locali (quelle vere) sono state anche utilizzate per il
pagamento delle tasse comunali.
Due milioni di euro, e il souvenir ripopola due paesi
Valore di cambio uno a uno, un ecoaspromonte contro un euro, e
viceversa. Solo che l'ecoaspromonte è tutto su carta, niente monete
metalliche. Per il resto niente da invidiare alle valute storiche:
quattro banconote del valore rispettivamente di 1, 2, 5 e 10, carta
filigranata,
numerazione
progressiva,
oleogramma
antifalsificazione.
Le banconote, "battute" dall'Ente parco Aspromonte e stampate a
Roma con tutti i crismi dalla Zecca di Stato, hanno corso legale
nell'ambito dei territori dei Comuni del Parco e, rispetto a una
moneta "normale", hanno una particolarità in più: sono a scadenza.
Varranno cioè per un anno, durante il quale potranno essere usate
per pagare gli alberghi, comprare prodotti locali, prenotare visite
guidate, noleggiare biciclette.
L'Ente parco ne ha fatto stampare per un controvalore di 2 milioni
di
euro.
C'è da prevedere che, soprattutto per i turisti, la moneta sarà
anche un simpatico ricordo e che non tutti la riconvertiranno in
euro. Così ci sarà una sorta di surplus che il Parco ha già pensato di
destinare a due piccoli Comuni del territorio che si stanno
spopolando: Canolo e Staiti. L'obiettivo è di favorire alcune attività
che possano dar lavoro soprattutto ai giovani.
____________________________________________________________________
__
Valore e significato dell’EcoAspromonte
Premessa
L’EcoAspromonte è una moneta locale che nasce per qualcosa e non contro qualcosa.
Ci teniamo a precisare che l’EcoAspromonte non vuole essere – neppure
simbolicamente - una contestazione dell’Euro, che riteniamo vada difeso come una
pietra miliare nella costruzione dell’Europa, né vuol rappresentare una qualche forma
di secessionismo locale, che riteniamo ridicolo e fuori dal nostro periodo storico.
Riteniamo che l’Ecoaspromonte costituisca una prima forma di sperimentazione di
“moneta locale a circolazione limitata” che possa tranquillamente convivere con
l’Euro, così come i prodotti tipici locali convivono con le produzioni di massa ed i
negozi specializzati coesistono con i supermercati e gli hard discount .
Funzioni, significati e valori dell’ecoAspromonte
Sappiamo che storicamente si sono affermate almeno quattro
funzioni della moneta:
a) mezzo di pagamento;
b) unità di conto;
c) intermediario negli scambi.
d) riserva di valore.
Rispetto a queste funzioni, l’EcoAspromonte mantiene le prime tre,
mentre risulta fortemente ridotta la funzione di “riserva di valore”
in quanto si tratta di una banconota con una scadenza che
scoraggia l’accumulazione di moneta inoperosa. Per altro, con
l’Ecoaspromonte si tende anche a conseguire altri significati e
valori:
a) estetico – è stata infatti realizzata una banconota da artisti che
hanno vinto un concorso nazionale. Possiamo dire che
l’EcoAspromonte ha anche una valenza estetica e la banconota un
valore in sé come oggetto.
Per questo riteniamo che verrà
trattenuta , dai turisti, anche come gadget;
b) ecologico - con questa banconota, infatti, saranno incentivati
acquisti di beni e servizi nelle filiere grandi e micro, del turismo
responsabile ed ecocompatibile, dei prodotti tipici del Parco
Nazionale dell’Aspromonte, del risparmio energetico e dell’energia
rinnovabile.
c) culturale – con questa moneta si tende a rafforzare, in positivo,
l’identità locale e quella del Parco Nazionale Aspromonte.
Obiettivi di lungo periodo dell’ECOASPROMONTE
Negli ultimi decenni sono scomparse diverse monete nazionali e la
tendenza a creare dei macromercati regionali farà scomparire altre
monete
nazionali
come
è
avvenuto
in
Europa.
Contemporaneamente si sono affacciate sulla scena delle “monete
locali” (il caso più famoso è quello dell’Argentina) che hanno
risposto all’esigenza di avere della liquidità, a livello locale, per
contrastare situazioni di disagio sociale diffuso. Ciò è avvenuto
anche nei paesi ricchi dell’occidente come è testimoniato, tra gli
altri, dal saggio di Susan Meeker-Lowry “Commuty Money: The
Potential of Local Currency”.
Riteniamo che l’EcoAspromonte vada collocato all’interno di queste
esperienze e punti ad assumere, nel medio-lungo periodo, una
funzione sociale per rivitalizzare l’economia locale, rafforzare le
attività ecocompatibili , svolgere quella funzione che Keynes
assegnava alla moneta in un circuito chiuso (quale è quello del
territorio di un Parco). Se si arriverà a conseguire un circuito
virtuoso per questo strumento monetario, fondato sulla fiducia,
allora per l’ente Parco che l’ha promosso potrà essere
estremamente utile assumendo in questo caso anche la funzione di
moneta-credito. Questa prospettiva, per essere realistica, sarà
supportata, come garante del processo, dalla Banca popolare Etica
di Padova, la prima banca etica nata in Europa e regolarmente
riconosciuta.
Il Presidente
Prof. Antonio Perna
LE MONETE
UN ECOASPROMONTE
DUE ECOASPROMONTE
CINQUE ECOASPROMONTE
DIECI ECOASPROMONTE
ENTE PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE
Via Aurora – 89050 Gambarie di S. Stefano in Aspromonte
(RC)
Tel
0965/743060
–
Fax
0965/743026
E-mail
[email protected]
NORME PER L’USO DELL’ECO-ASPROMONTE
Art.1 Creazione dell’Eco-Aspromonte
L’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’ambito delle sue
attività istituzionali e statutarie, crea e pone in circolazione la
moneta denominata Eco-Aspromonte.
Art.2 Finalità
Le norme del presente regolamento disciplinano le tipologie, i
criteri, le modalità di circolazione e lo scambio della banconota
denominata Eco-Aspromonte, stampata, ai sensi dell’art 1, legge
20.4.1978, n.° 154 dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Con tale iniziativa l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte si
propone di dare identità culturale alle popolazioni del parco; di
offrire al turista un elemento di curiosità e attrazione; di sostenere
alcune attività in particolare quelle a favore delle attività giovanili.
Inoltre, l’Ente si propone di legare l’uso di tale banconota ad
alcuni “benefits” che fungano da incentivo per i fruitori del parco e i
turisti a scambiare l’euro con l’Ecoaspromonte, consentendo di
promuovere opportunità di lavoro e di incrementare le attività
produttive locali.
Art.3 Tipologie dell’Eco-Aspromonte
La serie di Eco-Aspromonte comprende quattro monete con le
seguenti caratteristiche: misura cm. 19 x cm. 8, stampate su carta
filigranata “catenelle” o similari, da gr 90/mq, recante numerazione
progressiva, con quattro valori facciali, del valore di 1, 2, 5,10
pagabili a vista al portatore, utilizzabili solo presso gli esercizi
commerciali dell’aria del Parco e convenzionati con l’Ente.
Art. 4 Valore di scambio
Il valore di scambio dell’Eco-Aspromonte è determinato nella
misura di 1 Euro = 1 Eco-Aspromonte.
Le banconote hanno corso legale nell’ambito dei territori dei
Comuni del Parco fino alla scadenza su di esse indicate. Entro tale
scadenza il possessore di banconote Eco-Aspromonte ha diritto a
convertirle in Euro presso i centri abilitati convenzionati con l’Ente
Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Art.5 Convezioni per la circolazione dell’Eco-Aspromonte
Con gli operatori commerciali e turistici e gli Enti Locali verranno
stipulate delle convenzioni i cui aspetti normativi e gestionali
verranno specificati in appositi e successivi provvedimenti.
L’Ente
Parco
Nazionale
dell’Aspromonte
provvederà
all’
individuazione e promozione dei centri per il cambio valute nonché
al monitoraggio della circolazione della moneta.
Art. 6 Norme finali
Per quanto non previsto nel presente Regolamento si rinvia ai
successivi provvedimenti gestionali delle attività connesse all’uso
della banconota.
ACQUISTARE L’ECO-ASPROMONTE
Presso la sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte sita
in Gambarie di S. Stefano in Aspromonte (RC) – Via Aurora può
essere acquistato il book completo contenente i 4 tagli di EcoAspromonte (da 1, 2, 5 e 10) al costo di € 25,00.
Le banconote sono disponibili nella versione senza scadenza o
con scadenza al 30/11/2004. Solo le banconote dotate di
scadenza possono essere utilizzate per acquisti di beni/servizi da
effettuarsi presso gli esercizi/strutture convenzionati.
Le richieste di acquisto possono essere inoltrate telefonicamente
(0965.743060),
via
fax
(0965.743060)
o
per
e-mail
([email protected]) alla c/a sig.ra Casciano o sig.
Lucisano.
Presso i seguenti esercizi/strutture/enti abilitati al cambiovaluta, identificabili da apposita vetrofania recante il logo
dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, le immagini delle
banconote e la dicitura “CAMBIO/CHANGE”, possono essere
acquistate ad un costo pari al loro valore le singole banconote
dotate di scadenza al 30/11/2004:
1. A.D.A. ARDOR Associazione per i diritti degli anziani Via A. De
Gasperi n. 15 – ARDORE (RC). Tel. 0964.620374
2. AGENZIA “ACI-TOUR” Via G. De Nava n. 43 – REGGIO
CALABRIA. Tel. 0965.899899
3. ALBERGO “IL RITROVO” Via Garibaldi n. 15 – GAMBARIE DI
S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743021
4. ALIMENTARI ELETTRODOMESTICI PALUMBO Via G.
Pannuti – BAGALADI (RC). Tel. 0965.724035
5. ASS. CULTURALE “C. ALVARO. IL NOSTRO TEMPO E LA
SPERANZA” Piazza Umberto I – SAN LUCA (RC). Tel.
0964.986017
6. ASS. “SAN GIORGIO SOCCORSO” Via Morgeto n. 48 – SAN
GIORGIO MORGETO (RC). Tel. 0966.946428
7. “ATTISANOGRAFIA” di Marcello Attisano Zona Industriale –
SIDERNO (RC). Tel. 0964.344993
8. AZIENDA AGROZOOTECNICA – AGRITURISMO Contrada
Monaca – ROCCAFORTE DEL GRECO (RC). Tel. 0965.28352
9. BAR PANINOTECA “LA TAVERNETTA” Piazza Mangeruca n.
2 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel.
0965.743050
10.
BAR TRATTORIA PIZZERIA PENSIONE “ANTICA
VILLA ‘900” Via Risorgimento n. 36 - GAMBARIE DI S.
STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Cell. 333.5919105
11.
COMUNE DI ARDORE Piazza Umberto I – ARDORE (RC).
Tel. 0964.64366
12.
COMUNE DI GERACE Piazza Tribuna – GERACE (RC).
Tel. 0964.356003
13.
GRAND HOTEL “PRESIDENT” Via SS. 106 – SIDERNO
(RC). Tel. 0964.343191
14.
HOME SWEET HOME B&B RISTORANTE “WANTED”
Via Nazionale n. 8 – GAMBARIE DI S. STEFANO IN
ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.744000
15.
MARKET “SEI MIO” Via Prassitele – CONDOFURI (RC).
Tel. 0965.784033
16.
RISTORANTE PIZZERIA “PICCADILLY” Via Vittorio
Emanuele - CANOLO (RC). Tel. 0964.385964
17.
SAPORI DI CALABRIA Via Garibaldi n. 9 - GAMBARIE
DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743168
18.
TABACCHERIA PLUTINO Via Matteotti – BAGALADI
(RC). Tel. 0965.724403
19.
UIL PROVINCIALE Via Georgia n. 16 - REGGIO
CALABRIA. Tel. 0965.895541
UTILIZZARE L’ECO-ASPROMONTE
Le
banconote
Eco-Aspromonte
dotate
di
scadenza
al
30/11/2004 possono essere utilizzate per l’acquisto di beni e/o
servizi
da
effettuarsi
presso
convenzionati di seguito elencati.
gli
esercizi/strutture/enti
Tali esercizi/strutture, identificabili da apposita vetrofania recante
il logo dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, le immagini delle
banconote
e
la
dicitura
“Qui
si
accetta
la
banconota
Eco-
Aspromonte”, praticheranno uno sconto non inferiore al 5% sui
beni e/o servizi offerti, il cui prezzo sarà corrisposto in EcoAspromonte.
1. ALBERGO “IL RITROVO” Via Garibaldi n. 15 – GAMBARIE DI
S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743021
2. ALIMENTARI ELETTRODOMESTICI PALUMBO Via G.
Pannuti – BAGALADI (RC). Tel. 0965.724035
3. ASS. “SAN GIORGIO SOCCORSO” Via Morgeto n. 48 – SAN
GIORGIO MORGETO (RC). Tel. 0966.946428
4. AZIENDA AGRITURISTICA “IL BERGAMOTTO” Via
Amendolea – 89030 CONDOFURI (RC). Tel. 0965.727213
5. AZIENDA AGROZOOTECNICA – AGRITURISMO Contrada
Monaca – ROCCAFORTE DEL GRECO (RC). Tel. 0965.28352
6. BAR PANINOTECA “COCO LIGHTS” Piazzale Cavalieri di
Vittorio Veneto - GERACE (RC). Tel. 0964.356058
7. BAR PANINOTECA “LA TAVERNETTA” Piazza Mangeruca n.
2 - GAMBARIE DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel.
0965.743050
8. BAR PASTICCERIA “DEL TOCCO” Via del Tocco n. 7 –
GERACE (RC). Tel. 0964.356028
9. BAR PIZZERIA TRUNFIO Via Matteotti n. 16/a – BAGALADI
(RC). Tel. 0965.724500
10.
BAR TRATTORIA PIZZERIA PENSIONE “ANTICA
VILLA ‘900” Via Risorgimento n. 36 - GAMBARIE DI S.
STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Cell. 333.5919105
11.
FARMACIA “D.SSA F. FRENO” Via Garibaldi n. 28 - S.
STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.740020
12.
FONDAZIONE “CORRADO ALVARO” Via Garibaldi n. 8
– SAN LUCA (RC). Tel. 0964.986017
13.
HOME SWEET HOME B&B RISTORANTE “WANTED”
Via Nazionale n. 8 – GAMBARIE DI S. STEFANO IN
ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.744000
14.
MARKET “SEI MIO” Via Prassitele – CONDOFURI (RC).
Tel. 0965.784033
15.
RISTORANTE “DA COSIMO” Via Sandro Pertini n. 1 –
CANOLO. Tel. 0964.385931
16.
RISTORANTE PIZZERIA “PICCADILLY” Via Vittorio
Emanuele – CANOLO (RC). Tel. 0964.385964
17.
SAPORI DI CALABRIA Via Garibaldi n. 9 - GAMBARIE
DI S. STEFANO IN ASPROMONTE (RC). Tel. 0965.743168
REL, Rete di Economia Locale
Da "Economie senza Denaro": ... dà la possibilità, sia ai privati sia a
operatori economici, di scambiare beni e servizi senza far uso del
tradizionale
denaro
contante,
combinando
alcune
delle
caratteristiche di una carta di credito e di un sistema di baratto e
fornendo in più una rete di comunicazione attraverso la quale i
membri della comunità possono andare incontro alle reciproche
necessità. Nella rete le domande s’incontrano con le offerte e viene
mantenuta una contabilità delle unità di tempo usate per regolare
le transazioni
SIMEC
Il "Simec" ("Simbolo ecometrico di valore indotto") è il primo
esperimento di moneta locale italiana, è stato messo in circolazione
nella cittadina di Guardiagrele (Abruzzo) e nei centri vicini nel mese
di luglio 2000 ed ha presto raggiunto una notevole diffusione, con
settanta negozi convenzionati e centinaia o addirittura migliaia di
utenti.
Dal libro di Bruno Tarquini intitolato "La banca la moneta e l'usura.
(La Costituzione tradita)
L'esperimento di Guardiagrele
Della moneta del popolo si è fatto (ed è ancora in corso) uno scientifico
esperimento in una cittadina abruzzese, Guardiagrele12, ad opera
dell'infaticabile professor Auriti, il quale, verso la fine del luglio 2000, nella
sua qualità di fondatore e segretario del SAUS (Sindacato anti-usura) ha
messo in circolazione i SIMEC (simboli econometrici di valore indotto), di
esclusiva proprietà del portatore (come è esplicitamente stampato sui
biglietti)13. Scopo di questo esperimento della teoria del valore indotto (che
Auriti propugna da trentacinque anni) è quello di verificare "in corpore vili"
che i cittadini possono per convenzione creare il valore della moneta locale
senza alcun intervento ne dello Stato ne del sistema bancario; l'obiettivo
ultimo è quello di sostituire alla sovranità illegittima della Banca d'Italia la
proprietà della moneta, quale prerogativa dello Stato, a favore dei singoli
cittadini14; ma, ad avviso di chi scrive, rappresenterebbe già un successo
enorme, che apporrebbe un punto fermo in materia monetaria,
l'accertamento sul piano pratico e fattuale del principio che il valore è dato
alla moneta solo da chi l'accetta sulla base di una convenzione, non importa
se solo implicita. E almeno sotto questo profilo, sembra che la dimostrazione
tentata da Auriti stia conseguendo un ampio successo, se è vero che, come
riporta la stampa locale15, "l'operazione economica ha rivitalizzato il
commercio, prima sopito, del paese". "È come se avessimo messo del sangue
in un corpo dissanguato", ha affermato Auriti, cui di certo non è ignoto il
messaggio cristiano, contenuto nella enciclica Quadragesima anno16. In
realtà non può dubitarsi che l'iniziativa del giurista abruzzese costituisce un
importante riscontro scientifico di sociologia giuridica ed economica senza
precedenti in Italia, soprattutto perché proviene da un'associazione privata
(SAUS) e non da un ente dotato di potere pubblico, come potrebbe essere, se
non lo Stato, il Comune. Deve anche aggiungersi che l'esperimento di Auriti
ha sollecitato l'attenzione non solo delle forze politiche italiane, oltre che della
stampa nazionale, ma anche di numerosi organi di informazione stranieri^, a
dimostrazione dell'interesse destato dalla nuova rivoluzionaria formula
monetaria18, che soddisfa il bisogno di usare la moneta come strumento di
diritto sociale. In ogni caso non può non destare sorpresa, oltre che,
naturalmente, soddisfazione, il fatto che l'esperimento monetario di
Guardiagrele sia riuscito ad imporsi all'attenzione nazionale ed internazionale
nonostante che sia ancora limitato ad una collettività tutto sommato molto
ristretta. Questa, peraltro, ha fornito la prova come il popolo abbia la forza di
creare per proprio conto valori convenzionali di moneta locale, pur senza
invadere le competenze della Banca Centrale e nel rispetto della circolazione
della banconota legale. Per quanto riguarda le modalità con le quali si
articolerà l'esperimento di Guardiagrele, lo stesso Auriti ha posto in evidenza
come il progetto debba essere realizzato in due fasi: la prima, che si può
denominare dell'avviamento", serve perché il SIMEC possa conseguire "quel
valore indotto che lo oggettivizza come un bene reale, oggetto di proprietà del
portatore", e che lo distinguerà dalla moneta corrente non più soltanto
formalmente, ma anche sostanzialmente. La seconda fase dovrebbe
consentire ai Comuni di "beneficiare del servizio econometrico predisposto dal
SAUS (Sindacato anti-usura), mediante un Assessorato per il Reddito di
Cittadinanza, che avrebbe il compito di promuovere, anche culturalmente,
l'iniziativa, controllarla e attuare la distribuzione dei SIMEC tra i
cittadini"19.L'unica critica, apparentemente seria, che in teoria può muoversi
contro l'esperimento di Guardiagrele riguarda il problema della "riserva":
potrebbe infatti sostenersi che in tanto il SIMEC viene accettato dai cittadini
per essere speso nei negozi convenzionati (cioè aderenti alla iniziativa), in
quanto esso è garantito dalla Lira, vale a dire dalle somme di moneta corrente
che il cittadino deposita per avere in cambio la moneta locale; con la
conseguenza che verrebbe a crearsi una ben singolare situazione, che vede,
da una parte, la banconota della Banca d'Italia, la quale, pur avendo
l'apparenza di una cambiale, e cioè di un titolo di credito, non è tuttavia
pagabile per difetto di riserva; e dall'altra parte, il SIMEC, il quale, pur avendo
l'apparenza di un biglietto di proprietà del portatore, è tuttavia convertibile
nelle lire che ne costituiscono la riserva. La critica è suggestiva ma infondata.
Se si ponesse infatti la dovuta attenzione alla storia della moneta, così come
si è dipanata nel corso dei secoli, si avvertirebbe subito che, in definitiva, il
SIMEC, così come è stato concepito dal suo ideatore, ha iniziato a percorrere
quella storia dalla sua fase iniziale, quando tutte le banconote erano
convertibili in oro, dapprima in misura integrale e poi in misura percentuale; e
che, ad un certo momento, quelle banconote continuarono ad essere
accettate e quindi a circolare nonostante la soppressione della convertibilità.
Tutto ciò, proprio per effetto di quel "valore indotto" intuito e scoperto da
Auriti, che ha consentito alla moneta legale, sebbene a corso forzoso, di
mantenere il proprio potere d'acquisto. Riguardo poi alla rilevata
contrapposizione tra la banconota della Banca d'Italia ed il SIMEC, non può
minimamente dubitarsi che nel raffronto è la prima che fa una ben misera
figura, perché proprio a causa della sua apparenza di falsa cambiale la Banca
Centrale (come è stato già dimostrato) esercita la tirannia dell'usura, che da
ingresso anche a quella politico-sociale20. D'altra parte, della propria attuale
riserva (in Lire) il SIMEC potrebbe fare a meno se, invece che da una
associazione privata, fosse posta in circolazione, come reddito di cittadinanza,
da un ente pubblico, come potrebbe essere il Comune o, ancora meglio, lo
Stato, in modo che alla sicurezza offerta da una riserva si sostituisse quella
offerta dal potere dell'autorità21.
NOTE
12 Guardiagrele è una antichissima cittadina in provincia di Chieti, situata su
un colle (m. 577) della sezione nord-orientale della Maiella, della quale si
hanno notizie sicure solo dall'anno 101 d. C. Patria del famoso Nicola (da
Guardiagrele), orafo e scultore, di cui alcune opere possono ammirarsi anche
a San Giovanni in Laterano a Roma, è altresì molto nota per
essere stata scelta da Gabriele d'Annunzio come uno degli scenari del suo II
Trionfo della morte. 13 Questo esperimento ricorda quanto attuato in molte
località degli Stati Uniti d'America e del Canada, tra le quali Ithaca, nello
Stato di New York: in queste località la "locai money" circola parallelamente
alla moneta legale. 14 "Abbiamo acceso la scintilla della
rivoluzione guardiese", ha esclamato alla folla plaudente Giacinto Auriti (cfr.
/; Centro dell'11 agosto 2000, cronaca di Chieti). 15 Cfr. Il Messaggero del 12
agosto 2000. 16 Cfr. il capitolo VI. 17 Si ha notizia che se ne sono interessati,
con interviste concesse da Auriti il Dazly&pres. VHolland thè Volkstra, il
TagerAn Zeiger, lo Stuttgarter Zeitung, il New York
Times ,1 The Wall Street Joumal, le televisioni russa, sudafricana, giapponese
e -quella franco-belga Arte; e che, del SIMEC, si è informata anche
l'Università della Calitornia.18 Degna di nota è la dichiarazione resa da Auriti
alla stampa (cfr. Il Messassero edizione regionale, 17 agosto 2000) sulla
funzione che la "moneta del popolo e destinata a svolgere:
"Come nel 1793 nella Vandea il popolo si sollevò contro il sistema fiscale
divenuto un pagamento illimitato e non dovuto dopo 1 emissione nel 1790 dei
primi assegnati o moneta nominale, così voglio proporre ora a
controrivoluzione monetaria. Far dichiarare la moneta proprietà del popololo
Stato tramite la Banca Centrale tratterrà all'origine quanto è
necessario per i costi e funzioni dei suoi servizi, eliminando la persecuzione e
l'evasione fiscale" 19 Dalla conferenza tenuta da Giacinto Auriti il 10
settembre 2000 alla Sala Caprina del Comune di Erba (Como) nel corso del
Convegno organizzato dalla Lega Nord Padania dedicato alle "Linee culturali di
particolare rilievo sociale". 20 II SIMEC ha resistito
vittoriosamente anche ad inchieste di carattere penale, promosse da
magistrati frettolosi e certamente poco competenti nella materia monetaria. Il
Tribunale di Chieti, infatti, con ordinanza del 30 agosto 2000, su ricorso di
Auriti, ha ordinato la revoca del sequestro dei SIMEC, che era stato disposto
dal Gip con decreto del precedente 9 agosto, ritenendo tra
l'altro che: "nella vicenda in esame emerge evidente l'assenza del
presupposto primario ed indefettibile rappresentato dalla necessaria
commissione di un fatto di reato"; che "è, invero, proprio il portatore del
documento che gli conferisce valore"; che Aunti "non acquisisce fondi
provenienti dal risparmio, ma - per così dire- favorisce il consumo"; e che
"tutti e tré i dedotti momenti - libertà negoziale, d'iniziativa privata e di
associarsi - rivestono rilievo costituzionale e non possono subire compressioni
ingiustificate". Inoltre, quasi a dimostrazione di come l'esperimento di Auriti
sia l'opposto di quanto viene invece operato dal sistema bancario, il Tribunale
ha rilevato che "manca qualsiasi attività di utilizzazione delle somme ottenute
dalla compravendita dei Simec da parte dell'emittentevenditore, posto che le
stesse restano 'in toto' destinate alla conversione in favore dei commercianti
aderenti all'iniziativa" e, infine, che "è assente qualsiasi forma di lucro". 21 In
tal modo potrebbe realizzarsi, con la stessa certezza di successo, la formula
monetaria ideata dal Parlamento dell'isola di Guernesey (cfr. capitolo X, par.5,
nota 14).
Decreto di dissequestro del Simec
Tribunale di Chieti
Il Tribunale del riesame, riunito in Camera di Consiglio con
l’intervento dei Signori Magistrati:
dr. Antonio Gagliardi - Presidente
dr. Giro Marsella - Giudice relatore
dr. Angelo Zaccagnini- Giudice
Letti gli atti ed i documenti presenti nel fascicolo del PM nonchè
quelli prodotti a corredo dell’istanza di riesame dalla difesa uditi in
Camera di Consiglio il Relatore, nonché, per la Procura della
Repubblica, la dr.ssa Rosangela Di Stefano e, per la difesa, l’avv
Antonio Pimpini, a scioglimento della riserva assunta nell' udienza
del 30/8/2000.
OSSERVA
Il GIP presso il Tribunale di Chieti con decreto depositato in
Cancelleria il 9/8/2000 ed eseguito il 10-11/8/2000, ha accolto la
richiesta di sequestro dei Simec - Simboli Econometrici di
Valore Indotto - avanzata ex art. 321 cpp dalla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Chieti con istanza dell' 8/8/2000,
ponendo a fondamento del “fumus” dell’istanza la verosimile
violazione del disposto di cui agli artt 11. 106. 130 e 132 D L
vo 385/93 (cd Testo Unico in materia bancaria).
Avverso la predetta determinazione cautelare è insorto il prof
Giacinto Auriti, ideatore dell'iniziativa Simec, sollevando motivi sia
di rito che di merito e sostanzialmente ribadendo l’esclusivo rilievo
civilistico della vicenda nonché l‘assoluta insussistenza di ipotesi di
reato nella vicenda inerente alla circolazione dei Simec medesimi.
L’Auriti? sottolineava, altresì, l’importanza scientifica dell’iniziativa,
sviluppatasi inizialmente, sul piano teorico, presso la Cattedra di
Teoria Generale del Diritto e proseguita, in via attuatìva, in quella di
Sociologia del Diritto.
In buona sostanza, la fattispecie sottoposta al vaglio del Tribunale
del riesame - prescindendo dai principi teorici posti a
fondamento delI’iniziativa - è sintetizzabile nel seguente modo:
1. Il prof. Auriti, nelle vesti di Segretario Nazionale del
Sindacato Antiusura, diretta espressione dell’Associazione
Culturale Aspp, ha concordato con un gruppo di commercianti
principalmente localizzati nel territorio di Guardiagrele,
l’emissione di un documento cartaceo denominato Simec, posto
in vendita ad un valore nominale pari alla lira ma accettato
dalla base associativa dei commercianti ad un valore doppio
rispetto alla stessa, con la possibilità degli stessi di riconvertire
i Simec sempre al valore doppio di quello iniziale di acquisto.
2. Il gruppo di commercianti ha aderito liberamente e
pienamente all’iniziativa, accettando il sistema ed accollandosi
anche il rischio del suo eventuale fallimento, conoscendo
preventivamente che l’importo convertibile era comunque
unicamente quello derivante dalla vendita dei Simec.
3. I fondamenti dell’iniziativa varino individuati
a) da un lato, sul principio dell’accettazione nella
dinamica commerciale e, quindi nell’esercizio della libertà
d’impresa e contrattuale, di un documento - il Simec
suddetto - la cui composizione merceologica risulta del
tutto indifferente ai fini del decidere, accettato da una
base associativa più o meno estesa - configurandosi in tal
guisa, un contratto aperto per adesione -‘ all’interno
della quale il Simec medesimo viene accettato ad un valore
nominale doppio rispetto alla lira,
b) dall’altro, sulla cd. velocità di circolazione del
documento e sulla progressiva riduzione delle
richieste di conversione, collegate alla sempre maggiore
fiducia degli aderenti nel buon fine dell’esperimento. di per
sé sufficiente ad escludere una conversione di massa. Su tale situazione, in essere in Guardiagrele sino al 9/8/2000, si è
inserita la Procura della Repubblica ravvisando nei fatti come
innanzi compendiati la violazione degli artt 11, 106, 130, e 132 D L
vo 385/93. rilevando una raccolta illecita del risparmio e l’esercizio
abusivo dell’attività di finanziamento, così da essere indotta a
richiedere l’emissione del decreto di sequestro preventivo dei Simec
ex art. 321 cpp, accolto dal GIP.
In sostanza, il GIP ha condiviso la tesi accusatoria, per cui la
condotta tenuta dal prof. Auriti viene ritenuta in contrasto con i
precetti normativi innanzi indicati, ha evidenziato il rischio di
mancata riconversione del Simec, ha fatto proprie “le
preoccupazioni nutrite dall’accusa su incongruenze contabili", infine
ha adombrato pericoli di “riciclaggio di denaro proveniente da
delitti".
A parere del Collegio non sussistono nè il "fumus" né il “periculum”
necessari per l’emanazione della misura cautelare “de qua".
Infatti, sia che si voglia condividere l’indirizzo giurisprudenziale che
afferma l‘autorizzabilità del sequestro solo per l’ipotesi di gravi
indizi di colpevolezza ovvero l’altro indirizzo che richiede l’astratta
configurabilità dell ipotesi di reato. nella vicenda in esame emerge
evidente l'assenza del presupposto primario ed indefettibile
rappresentato dalla necessaria commissione di un fatto dì reato,
giacché il principio di legalità non può non condizionare
l'applicabilità delle misure cautelari e delle altre misure strumentali
al giudizio penale (cfr Cass Pen 25/3/1993, Crispo CP 1994. 1610).
Osserva, invero, il Collegio che i disposti normativi di cui agli artt
11. 106, 130 e 132 D L vo 385/13 non appaiono violati dal prof.
Auriti, atteso l’assoluto, esclusivo ed evidente rilievo civilistico
dell’iniziativa, espressione legittima dell’autonomia negoziale ed
attuazione del principio della libertà di contrarre riservata a
chiunque, non comprimibile se non in presenza di una illiceità
penale, allo stato non ravvisabile.
Infatti - a parte il sospetto d’incostituzionalità dell’ipotesi
incriminatrice prevista dal combinato disposto di cui all’art 11
comma 1° e 130 D. L vo 385/93. nella parte in cui individua,
genericamente e in violazione del principio di tassatività in qualsiasi
veste giuridica (id est "sotto altra forma") la condotta illecita nessuna acquisizione di fondi con obbligo di rimborso viene attuata
dal prof. Auriti.
L’indagato, invero - come niconosciuto dallo stesso GIP - pone in
essere un atto di compravendita al momento dell’emissione
dei cd Simec. in esecuzione del quale iI compratore acquista,
versando lire, un quantitativo di identico valore di Simec. Dal chè,
trattandosi di un atto inquadrabile nell'ambito degli artt. 1470 e ss
cc. non può ipotizzarsi alcuni obbligo di rimborso sia in senso
stretto che in senso lato.
Successivamente, il simbolo denominato Sìmec diviene - come reca
la stessa dicitura inserita nel predetto documento - " di proprietà
del portatore " così che nella dinamica negoziale lo stesso non è
pagabile ma convertibile. E', invero, proprio il portatore del
documento che gli conferisce il valore, accettandolo ad un valore
doppio; documento che, allo stesso modo e nei medesimi termini,
viene accettato dagli esercizi convenzionati associati, alla
stregua di un' iniziativa promozionale. Il commerciante
aderente al sistema, infatti dopo averlo accettato può riporlo in
circolazione nel sistema, ovvero convertirlo ad un corrispettivo
determinabile secondo i livelli di liquidità presenti nello stesso
sistema. Trattasi, in questo caso, di un atto di retrovendita,
ammissibile e meritevole di tutela cx art. 1322, comma 2° c.c. E’
evidente, pertanto, che le somme utilizzate dai consumatori per
l’acquisto dei Simec e, di poi, riversate nel sistema associativo
mediante acquisto dei beni presso gli esercizi convenzionati, attesa
la destinazione diretta ed immediata all’ acquisto di beni di
consumo spesso voluttuari, non possono affatto essere ricondotte
nel cd. risparmio personale o familiare.
Infatti - ed al contrario di quanto avviene nel caso che ci occupa –
nell’ ipotesi suddetta la liquidità viene provvisoriamente, per un
periodo più o meno lungo, sottratta alle esigenze immediate di
consumo per accedere a quelle tipiche del risparmio presupponenti
la stasi di quelle o comunque l’indisponibilità da parte del soggetto
depositante, nella certezza di ottenere il rimborso ed i frutti civili,
che incentivano la propensione alla parsimonia.
Orbene, tutto ciò nella vicenda sottoposta all’ esame del Collegio
non si verifica, l’indagato non acquisisce fondi provenienti dal
risparmio, ma - per così dire- favorisce il consumo. L’ insussistenza
di alcun obbligo di restituzione a carico dell’Auriti anche nei
confronti degli stessi commercianti – poiché la convertibilità, come
tale, esclude una struttura negoziale di tal fatta -consente di
ritenere che nella fattispecie vi sia un mero esercizio della libertà
negoziale e della iniziativa economica sotto forma associativa. Ciò
posto, tutti e tre i dedotti momenti - libertà negoziale, d’iniziativa
privata e di associarsi - rivestono rilievo costituzionale e non
possono subire compressioni ingiustificate.
Aggiunge il Collegio che, d’altro canto, la difesa ha dato compiuta
spiegazione dei principi posti a fondamento dell’iniziativa ampiamente dibattuti all’interno del mondo accademico - dai quali
può evidenziarsi l’ampia accettazione degli aderenti al sistema dei
principi del Simec e, soprattutto la preventiva conoscenza che
l’importo eventualmente convertibile è unicamente quello derivante
dalla vendita dei Sìmec - secondo quanto risulta dalle dichiarazioni
dei commercianti e dalle lettere acquisite agli atti -, per cui la
differenza tra valore nominale e di cambio costituisce il rischio
d’impresa di cui ognuno di loro si è fatto carico.
Va, altresì, osservato che alla luce dalla stessa definizione
contenuta nell’art. 11 TU 385/93 - secondo cui la raccolta dei
risparmio è costituita dall’acquisizione di fondi con l’obbligo di
rimborso, sia sotto forma di deposito che sotto altra forma “l’ipotesi accusatoria della Procura risulta inverosimile ove si
consideri che,
a) l’obbligo di rimborso previsto nel cennato precetto
normativo dovrebbe intercorrere tra il depositante e il
depositario, mentre nel caso ‘de quo’ si tratta di atto di
compravendita di Simec da parte del consumatore, cui segue
l’eventuale conversione da parte di un altro soggetto, il
commerciante convenzionato,
b) le somme destiniate al risparmio - conie già evidenziato
sopra - sono per definizione sottratte all’ utilizzo immediato del
titolare, posto che il risparmiatore se ne priva e non le destina
al soddisfacimento dei bisogni immediati, di prima necessità o
più in generale di consumo, mentre, al contrario, quelle
utilizzate dai consumatori per l’acquisto dei Simec sono
pacificamente destinate all’acquisto di beni e quindi
pacificamente estranee ad essere ricondotte a qualsiasi forma
di risparmio,
c) manca qualsiasi attività di utilizzazione delle somme
ottenute dalla compravendita dei Simec da parte dell’emittente
- venditore, posto che le stesse restano ‘in toto’ destinate alla
conversione in favore dei commercianti aderenti all’iniziativa
d) è del tutto assente l’intervallo temporale necessario perché
l’attività di risparmio consenta di pervenire a forme di
remunerazione e) è assente qualsiasi forma di lucro.
La correttezza dell’interpretazione qui prospettato appare evidente in ogni caso- dalla considerazione delle assurde conseguenze cui
condurrebbe l’adesione alla tesi dell’accusa. Dovrebbe, infatti,
ammettersi che chiunque acquisisca fondi o valori ed abbia poi
obbligo del loro rimborso – obbligo comunque insussistente, per
quanto detto. ‘nel caso de quo - commetta il reato in questione,
come - con esemplificazione paradossale - il gestore di un casinò
obbligato a restituire il controvalore delle ‘fiches”
Ritiene ancora il Collegio - sotto l’altro profilo rilevante - che
neanche la normativa incriminatrice dell’esercizio abusivo di attività
finanziaria, disciplinata dal combinato disposto di cui agli artt ‘106 I
comma e ‘132 D.Lvo 385/93. sia violata nella fattispecie. in quanto
l’Auriti non ha posto in essere alcuna attività di assunzione di
partecipazioni. di concessione di finanziamenti, di prestazioni di
pagamento e di intermediazioni in cambi, avendo semplicemente
compravenduto supporti cartacei denominati Simec, accettati da un
numero determinato di esercizi, il cui valore, doppio rispetto alla
lira, e stato conferito dagli stessi aderenti al sistema.
Orbene, anche a voler utilizzare la definizione più ampia ed
onnicomprensiva data dalla dottrina all’attività di finanziamento
come quella concernente tutte le operazioni a seguito delle quali la
banca risulti creditrice di una somma di denaro nei confronti del
prenditore dì credito, tenuto conto della restituzione delle somme
ricevute”, nella fattispecie non pare in alcun modo configurabile
l’ipotesi criminosa prevista dal predetto disposto normativo. Infatti,
il prof Auriti non pone in essere alcuna delle condotte indicate
nell’arI 106 TU legge bancaria.
in quanto non attua alcuna forma di finanziamento sotto qualsiasi
veste, non assume partecipazioni ne prestazioni di servizi a
pagamento. Inoltre allo stato non risulta che la predetta attività sia
professionalmente organizzata con modalità e strumenti tali da
prevedere e consentire una concessione sistematica di un numero
indeterminato di mutui o finanziamenti in via diretta (cfr Cass
Penale 6/10/1 995 sez V) Sotto il profilo fattuale Infatti, l’ acquisto
dei Simec da parte dell’utente, l’assenza di qualsiasi erogazione di
somme da parte dell’Aurìti e l’evidente insussistenza di finalità di
lucro sempre da parte dell’emittente, escludono ogni riferibilità
della vicenda ‘de qua” all’abusiva attività di finanziamento di cui
all’arI 132 D Lvo cit
A ciò aggiungasi l’insussistenza di alcuna condotta di erogazione del
credito attraverso una delle azioni indicate dall’arI. 106 D L vo cit. e
che, inoltre non vi è, ne è stata prospettata, un’attività
professionalmente organizzata tesa a prevedere e consentire la
concessione sistematica di un numero indeterminato di mutui
finanziamenti” (cfr Cass Reni 8/10/1997 n 5285). Peraltro, è
appena il caso di evidenziare che l’attività di finanziamento – in
ipotesi - avrebbe dovuto attuarsi con moneta avente corso legale e
non già con un documento sprovvisto di spendibilità generalizzata,
in quanto limitato nello circolazione agli accettanti il Simec. Infatti,
l’attività finanziaria, per essere tale, anche in aderenza al disposto
di cui all’art. 106 D.Lvc 1993/385 presuppone che la banca - nella
specie non si sa chi, cioè se tale qualifica vada ricondotta al prof
Auriti, ai commercianti o ai consumatori - risulti creditrice di una
somma di denaro nei confronti del prenditore del finanziamento, il
quale ultimo è naturalmente obbligato alla restituzione delle somme
ricevute. L’accusa crea, allora, una sorta di inammissibile fungibilità
ed interscambio delle condotte dei soggetti interessati, senza
considerare che il prof. Auriti non svolge alcuna attività di
finanziamento né risulta creditore di somme di denaro, nonché che
alcuno risulta obbligato alla restituzione nei suoi confronti. E’
evidente, inoltre che non sussiste alcuna attività di assunzione di
partecipazioni, dì concessione di finanziamenti e di intermediazione,
nulla ricevendo il prof. Auriti per la mera emissione del Simec. Né
dalla condotta dell’indagato si evince che lo stesso tenda ad
equipararsi ad un istituto di credito, ingenerando confusione nella
collettività utilizzando termini come ‘banca’ o assimilabili, dai quali
possa ritenersi che si stia esercitando il credito ovvero si proceda a
raccolta di risparmio.
Rileva, peraltro, il Collegio che il GIP ha ravvisato ulteriori
circostanze di rilievo penale non dedotte dall’accusa né dalla stessa
ritenute commesse - cosi da doversi dubitare della loro utilizzabilità
ai fini del “fumus” dell’istanza cautelare - che appaiono comunque
prive di fondamento. Quanto all’ipotesi del rifiuto di conversione dei
Simec in denaro, incidendosi su un rapporto interno ad un gruppo
ristretto di persone che hanno accettato il meccanismo ed i principi
del relativo Sistema, il rilievo che ne deriva è esclusivamente di
natura civilistica contrattuale o al più, cartolare, privo comunque di
riflessi penalmente i rilevanti.
Quanto, poi alle preoccupazioni sulla verosimile sussistenza di
irregolarità contabili - evidentemente ritenute prodromo di
violazioni fiscali o tributarie - come emerge dai accertamenti
sommari degli organi di P.G. e dalle dichiarazioni rese dai
commercianti aderenti al sistema, non paiono aver ragione d’essere
posto che i titolari dei singoli esercizi procedono alla registrazione
degli importi incamerati in lire e nell’ammontare pari al valore reale
della vendita, cosi che nessun rischio di evasione sussiste, ciò oltre
all’assorbente e decisiva considerazione dell’estraneità dell’addebito
nei confronti dell’Auriti.
Anche il pericolo di riciclaggio appare insussistente nonché - come
sottolineato dalla difesa - alquanto contraddittorio nei modi e
termini indicati dal GIP, poiché da un lato si ritiene che il sistema
sia fatalmente votato all’insuccesso, mentre dall’altro si ravvisa
addirittura il rischio di riciclaggio di denaro proveniente da attività
illecita, che mal si concilia con l’espressa scarsa fiducia sulla
remunerabilità del sistema. Orbene senza voler utilizzare l’esempio
eccessivo addotto della difesa, è sicuramente vero che, volendosi
condividere l’assunto del GIP ben poche attività d’intrapresa
sarebbero esenti dai rischio ed addirittura dal remoto pericolo di
riciclaggio.
Osserva da ultimo, il Collegio che all’ assenza del “fumus commissi
delicti” si coniuga l’insussistenza del “periculum in mora”, quale
ulteriore presupposto per l’adozione del provvedimento di
sequestro. Al riguardo, invero, lo stesso GIP utilizza argomentazioni
non condivisibili –nel punto 4) del decreto di sequestro preventivo,
nella parte denominata “Della progressione degli illeciti e del
protrarsi della conseguenze” – in quanto rilevanti solo sotto il
profilo civilistico siccome riferite ad eventuali inadempimenti di
obbligazioni assunte all’interno del sistema associativo di
accettazione dei Simec, ma, ininfluenti ai fini penali “de quibus”.
Peraltro, eventuali incongruenze del sistema porrebbero questioni
rilevanti solo fra gli aderenti al medesimo senza alcuna
connotazione pubblicistica o di ordine Pubblico.
Aggiungasi che i Simec - siccome non moneta e non avendone le
caratteristiche di generalità, universalità e obbligatorietà di
accettazione - non hanno spendibilità generalizzata in quanto la
circolazione avviene all’interno di un sistema predeterminato e
predefinito, sebbene aperto a successive adesioni. Trattandosi,
pertanto di fattispecie negoziale riconducibile al contratto per
adesione come tale aperto allo futura accettazione di successivi
aderenti non può disporsi un’inibitoria cosi gravosa in quanto lesiva
di interessi di primario rilievo costituzionale. Sicché appare assente
il pericolo che la libera disponibilità della cosa possa aggravare o
protrarre le conseguenze di un reato, ovvero agevolare la
commissione di altri. Tanto premesso.
P.Q.M.
revoca il sequestro di tagliandi di carta filigranata denominati
“SIMEC” disposto dal GIP con decreto in data 8-9/8/2000, nei
confronti di Auriti Giacinto ed altri eseguito dalla Guardia di Finanza
il giorno 11/8/2000. Manda allo stesso organo di P.G. che ha
proceduto al sequestro per l’esecuzione del presente provvedimento
e la restituzione dei “SIMEC” sequestrati alle persone nei confronti
delle quali il sequestro è stato eseguito.
Chieti, li 30/8/2000
ASIA
Fureai Kippu
Descrizione sintetica
testo di Maurizio Pittau, da "Economie senza Denaro"
Nel 1993 il ministro della giustizia giapponese Hotta lasciò il proprio
incarico e fondò l'Istituto per il welfare umano, un'organizzazione
non profit che con l'aiuto dello Stato istituì una nuova moneta:
l'Hureai kippu, che significa "biglietto di assistenza comunitaria". La
nuova moneta è stata introdotta fondamentalmente per affrontare il
problema dell'invecchiamento della popolazione bisognosa di assi-
stenza quotidiana. Il sistema è molto semplice: un anziano che ha
bisogno di assistenza a domicilio affitta qualcuno perché gli faccia la
spesa, gli prepari da mangiare, gli faccia il bagno ecc. L'unità di
conto è l'ora di servizio: una persona che presta questo servizio
riceve un credito di Hureai kippu, che può mettere in un conto di
risparmio di tempo sanitario, da cui può attingere quando ritiene di
averne bisogno (quando andrà in pensione o quando sarà malato).
Queste ore di assistenza sanitaria sono crediti che vanno ad
integrare il normale programma di assistenza finanziato in yen. E
anche possibile cedere a terzi il proprio credito sanitario, ad
esempio molti giapponesi trasferiscono questi crediti ai loro genitori
o ai propri congiunti, che risiedono in un'altra zona del Giappone. A
tale fine sono operative delle clearing houses che registrano i crediti
ed effettuano trasferimenti e compensazioni.
testo di Murizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
In Asia, nel 1998, una comunità della Thailandia nordorientale ha
cominciato a cercare modalità di sostegno in seguito alla crisi
economica asiatica. Ha così realizzato un sistema di valuta locale
che dal 2000 ha riscosso un grande successo. Ma il governo
centrale cerca di ostacolare il progetto, che sopravvive grazie
all'appoggio del capo del villaggio e dei monaci buddhisti.
Esperienze simili si stanno sviluppando anche in Indonesia, uno dei
Paesi più colpiti dalla crisi asiatica, oltre che dalle insurrezioni
politiche successive alla cacciata del generale Suharto. Le comunità
locali hanno cominciato a cercare soluzioni alternative che hanno
portato a numerose forme di interscambio, come il sistema di
credito comunitario sviluppatosi nella regione di Yogyakarta, dove si
è superata la fase sperimentale e si stanno attualmente
sperimentando forme di salvaguardia dell'ambiente. Questi sistemi
sono soprattutto una via di salvezza per tanti poveri colpiti dalla
crisi finanziaria che ha portato i prezzi alle stelle, abbassando i
redditi31.
Da "Economie senza Denaro": ... le comunità locali hanno
cominciato a cercare soluzioni alternative, che hanno portato a
numerose forme di interscambio come il sistema di credito
comunitario sviluppatosi nella regione di Yogyakarta, dove si è
superata la fase sperimentale e si stanno attualmente
sperimentando forme di salvaguardia dell’ambiente. Questi sistemi
sono soprattutto però una via di salvezza per tanti poveri colpiti
dalla crisi finanziaria, che portò alle stelle i prezzi, ma
all’abbassamento dei redditi ...
AFRICA
Tontine
Descrizione sintetica
Le tontine sono delle associazioni molto antiche in cui i partecipanti
pagano una quota e alimentano una cassa comune di cui
ciclicamente dispongono per portare a termine i loro progetti. Nel
Camerun, ancora oggi la tontina è il pretesto per un modo di
associarsi ed aiutarsi a vicenda che viene chiamato «la società degli
amici». Il denaro motiva le persone a riunirsi, ma l'obiettivo non è
quello. Peraltro la quota può essere molto esigua ed essere versata
in natura. La priorità è data alla qualità dei legami sociali e
damicizia che si creano. Si forma così una società reale, fuori
dalleconomia e fuori dallo Stato, che funziona con le sue proprie
regole, e che ha quindi anche inventato dei sistemi di regolazione
dei conflitti e dei litigi. (1) Poiché la qualità dei legami è la
preoccupazione centrale per tutti, ogni processo sarà imperniato più
sullinvestigazione delle intenzioni che sulla stima materiale dei
crimini. È la fedeltà agli altri che viene soppesata, potendo passare
per accidentali le conseguenze di un atto se le intenzioni sono
buone. Questo è abbastanza lontano dalla maniera occidentale di
giudicare che, senza ignorare il principio di premeditazione, tende a
privilegiare il valore oggettivo del danno: la legge del taglione resta
in questo sistema una delle basi di ogni tariffazione penale. Nelle
tontine la tariffazione preliminare dei crimini è percepita come
inadeguata a ristabilire lequilibrio sociale infranto. Un episodio
minore può effettivamente essere la manifestazione di una volontà
di nuocere che sarebbe pericoloso non perseguire, mentre un
incidente anche grave non mette necessariamente in discussione
lintesa sociale. La malevolenza è vigorosamente disapprovata. Dire
ad esempio che qualcuno è un cattivo, secondo lespressione
tradizionale, significa qualificare i suoi atti nella maniera più
negativa possibile, e questo qualunque sia la natura dei danni che
egli può aver commesso. In linea generale, daltra parte, i conflitti
sono rari, semplicemente perché gli amici, di per sé, si rispettano a
vicenda. Tradire i propri amici significa condannarsi ad essere
loggetto del loro obbrobrio e dunque cessare di esistere. Questo
timore spinge ciascuno a rispettare spontaneamente ciò che
contribuisce al bene comune, in un modo molto più efficace di quel
che si sarebbe ottenuto tramite una semplice regolamentazione. La
tradizione locale ricorda luomo è la sua parola e, dal momento in
cui gli appartenenti alla tontina impegnano la loro, questa promessa
diviene parte costitutiva di ciò che sono. Volersi sciogliere
abusivamente da una parola data ai propri amici, tanto più da una
parola che è sacra, sarebbe dunque pericoloso. Un membro è
«insolvente per malafede» quando non è pronto a spiegare la sua
inadempienza o a dimostrare che è stato vittima di un imprevedibile
incidente di percorso. Qualunque sia la sua capacità persuasiva,
linadempiente subisce già una pesante sanzione tramite le voci di
cui è oggetto. Si trova così condannato ad una situazione di
doloroso isolamento ma dispone ancora della possibilità di
riabilitare la propria immagine. Si tratta soprattutto di isolamento
ma dispone ancora della possibilità di riabilitare la propria
immagine. Si tratta soprattutto di un isolamento temporaneo ma,
nei casi più gravi, il colpevole sarà definitivamente escluso dal
gruppo una volta estinto il debito oppure alla fine del ciclo. «Se
avete ingannato la tontina e non continuate a rimborsare i membri,
questo farà indignare la gente dei dintorni, e in seguito se ne
parlerà nella società. In modo che non possiate più rientrare nella
società. In modo che non possiate più entrare in altri gruppi e
truffare di nuovo la gente. Dunque se non si paga la tontina ci si
esclude automaticamente dalla società e, come accade in una
società dove le persone si riuniscono, è evidente che, se non fate
parte di nessuna associazione, siete isolati dalla società».
SEC, Systèmes d’Echanges Communitares
Introduzione
testo di Maurizio Pittau, tratto da "Economie senza Denaro"
In Africa, dal 1999 nei quartieri popolari di Dakar, capitale del
Senegal, hanno luogo gli Ndajem-Wecco o incontri di scambio,
avvenimenti mensili, che mobilitano centinaia di donne da tutti i
quartieri della capitale del Senegal. Questi incontri sono l'occasione
per far conoscere i propri prodotti e barattare direttamente, e allo
stesso tempo per incontrarsi e far festa. Da queste esperienze sono
nati i SEC (Systèmes d'Echanges Communitaires, sistemi di
scambio comunitari), che hanno per obiettivo quello di "generare
legami sociali dei quali l'Africa è esempio; infatti, le dinamiche di
solidarietà e d'aiuto reciproco costituiscono la trama sulla quale si
sviluppano le reti di scambio" 34. Le prime sperimentazioni si sono
avute sin dal gennaio 1998 e nell'aprile del 1999 si sono superati i
500 membri di questa rete, chiamati Doole (la forza dell'unione, in
lingua wolof). I membri, senza usare la valuta nazionale, possono
accedere a una larga varietà di beni e servizi (frutta, vegetali,
pesce, carne, vestiti ecc.) nei mercati mensili e nei negozi per
Doole, pagando gli altri membri della rete con servizi (riparazioni di
biciclette, lezioni di ricamo, lavori di falegnameria ecc). L'unità di
cambio è il Bon, un rettangolo di cartone corrispondente ad un'ora
di lavoro che, seguendo la logica del demurrage, tende a svalutarsi.
Perciò sul verso di ogni Bon ci sono dodici caselle per i dodici mesi
dell'anno: ogni mese è necessario acquistare e applicare un bollo
nella casella corrispondente. Solo così il Bon diviene valido e
utilizzabile. Il deprezzamento della valuta comporta che sia
svantaggioso conservare i Bon e incentiva lo scambio. I bolli, venduti dai SEC, portano soldi nella rete. Ogni nuovo membro, al
momento dell'iscrizione, riceve tre ore che può scambiare con gli
altri membri della rete. Per informarsi sui beni e sui servizi
scambiabili viene periodicamente stampato un bollettino di offerte
distribuito a tutti gli aderenti. Il sistema coinvolge anche numerose
microimprese, che trattano prodotti locali (frutta, vegetali, cereali
ecc). Viene sostenuto anche lo sviluppo della medicina tradizionale
attraverso l'aiuto a produttori per la trasformazione di piante
medicinali e locali. Il principio di solidarietà su cui si basano i SEC
permette di capitalizzare la fiducia sotto forma di credito sociale.
Inoltre, si tiene conto dei più poveri, che grazie al principio di
compensazione possono sempre effettuare scambi e dunque avere
obiettivi e fare progetti. I SEC non rifiutano la moneta ufficiale, ma
aggiungono un importante mezzo supplementare, diversificando le
possibilità di transizione sulla base di una "unità di compensazione
sociale" autoregolata dalla comunità.
Il sistema dei SEC si è sviluppato grazie all'iniziativa di un gruppo di
donne di Dakar sostenuto dall'organizzazione non governativa Enda
Graf, interessata a sistemi alternativi di mobilitazione e di
circolazione delle risorse. Enda Graf si appoggia in Senegal ad una
vasta rete popolare di Casse di risparmio e di credito e alle
numerose iniziative urbane e rurali in una prospettiva di
cambiamento sociale. Il coordinatore, Emmanuel N'dione, è venuto
a conoscenza dell'esistenza dei SEL e dei sistemi di scambio non
monetali partecipando, in Francia, a seminari sulle economie
alternative. I SEL sono così divenuti oggetto, nel gennaio del 1998,
di una presentazione generale ad un gruppo di partner dell'Enda
Graf. Questo primo gruppo era costituito da una trentina di
partecipanti: garanti delle Casse di risparmio e di credito, artigiani,
animatori rurali, responsabili dei gruppi. Si è adattato il sistema SEL
alla realtà africana 35 e nell'ottobre del 1998 sono stati realizzati
dei percorsi di formazione e approfondimento in tre aree tematiche:
informatica, commercio e lingua. Con il tempo sono stati creati
gruppi analoghi in altri quartieri di Dakar ed è stata istituita una
Università Popolare, dove i membri possono frequentare corsi di
alfabetizzazione, inglese, francese, elaborazione dati, gestione di
affari ecc. I SEC non hanno per obiettivo quello di generare legami
sociali; infatti, le dinamiche di solidarietà e di aiuto reciproco
esistono già e costituiscono la trama sulla quale si sviluppano le reti
di scambio. Il principio di solidarietà che fonda i SEC permette loro
di capitalizzare la fiducia sotto forme di credito sociale e impone
"ancoraggi" nei quartieri, nelle comunità di vicinato ecc. Benché vi
siano momenti di convivialità 36 i SEC sono utilizzati in modo
pragmatico, tale da rispondere a situazioni urgenti e concrete. Il
programma SEC ora sta cominciando ad espandersi al di fuori di
Dakar, nelle aree rurali e anche in Paesi vicini come la Mauritania,
la Guinea, il Mali e la Costa d'Avorio.
Note:
34 «Volontari per lo Sviluppo», n. 2, 2000.
35 Nel 1998 è iniziata una ricerca di punti teorici e pratici delle altre
esperienze, inoltre sono stati attivati dei contatti attraverso Internet
con i siti dei LETS e delle esperienze europee, australiane e
americane. In effetti il SEC ha abbandonato l'impostazione dei SEL
trovando più affinità con i sistemi anglosassoni; questi ultimi a
differenza dei SEL francesi sottolineano maggiormente i rapporti
pragmatici più che l'economia e utilizzano come moneta locale
coupon e buoni, che hanno il vantaggio di concretizzare meglio l'unità di valore utilizzata negli scambi.
Descrizione sintetica
I SEC sono un sistema diffuso in Senegal, che si prefigge non tanto
di generare legame sociale (l'Africa ne ha da "vendere") ma di
dinamizzare gli scambi, la reciprocità e l'auto-aiuto, mediante reti
locali e principi di vicinato e di prossimità, con una particolare
attenzione alle persone svantaggiate.
I membri senza usare la valuta nazionale possono accedere a una
larga varietà di beni e servizi (frutta, vegetali, pesce, carne, vestiti,
etc.) nei mercati mensili e nei negozi per Doole, pagando gli altri
membri della rete con servizi (riparazioni biciclette, lezioni di
ricamo, falegnameria, etc.).
L’unità di cambio è il Bon, un rettangolo di cartone corrispondente
ad un’ora di lavoro che seguendo la logica del demurrage tende a
svalutarsi, infatti sul verso di ogni Bon ci sono dodici spazi sono per
i dodici mesi dell'anno. Ogni mese è necessario acquistare ed
affiggere un bollo nel mese corrispondente. Il deprezzamento della
valuta comporta che sia svantaggioso conservare i Bons e incentiva
lo scambio. Inoltre i bolli, che sono venduti dai SEC portano soldi
nella rete. Ogni nuovo membro, al momento della sua iscrizione,
riceve 3 ore in Bon.
(tratto da [http://www.utopie.it])
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Le monete complementari