FOGLIETTO
DAL
12
AL
SETTIMANALE
18
MARZO
2012
DALLA PAROLA DI DIO
In attesa di salire, pellegrini sul Tabor. Il desiderio si fa sempre più intenso, poche le
settimane e, ad aprile, l’atteso pellegrinaggio in Terra Santa. Ma viviamo questa terza
domenica di quaresima, terzo step di desertificazione di autenticità, di conversione, di
vivificazione. È al Tabor che vogliamo salire, è per vedere la bellezza soluta di Dio che
vogliamo tornare ad essere autentici. E, per farlo, la Parola ci offre tre atteggiamenti
concreti: ascolta, medita, libera.
SHEMÀ! ASCOLTA ISRAELE: io sono il Signore che ti ha liberato. Non quello che ti vuol
fare tribolare, o che ti manda le malattie, o che si disinteressa di te. Io sono il Dio che ti ha
dimostrato mille volte attenzione, e premura, e affetto. Le dieci parole date dal Dio
liberatore ad Israele sono al cuore della riflessione di oggi. Non dieci “comandamenti”,
come se fosse il regolamento di una scuola, o il Codice della strada. Più che comandi,
“indicazioni”, proposte, percorsi. Indicazioni per raggiungere Dio, e diventare più
uomini. Il Dio che ci ha creato ci offre anche il libretto di istruzioni, una serie di
indicazioni semplici per contenere l’ombra che scopriamo dentro di noi. Dieci parole per
vivere Parole piene di assoluto buon senso, date da un Dio che svela all’uomo il segreto
della vita, che gli propone una vita in pienezza, lui che, solo, ci ha creato e sa come
funzioniamo, che sceglie un popolo che percorra insieme a Lui il percorso verso la felicità.
Le dieci parole, brevi e concise per essere mandate a memoria da ogni israelita, sono
indicazioni preziose per scoprire il segreto della felicità. Indicando la parte oscura della
vita, le dieci parole ci invitano ad essere prudenti, ad evitare i pericoli e gli inganni della
realtà, ci svelano che il peccato è male perché ci fa del male. Noi, spesso, accogliamo
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queste parole come un’antipatica ingerenza dell’Altissimo, forse invidioso della nostra
libertà, che ci tarpa le ali con una minuziosa serie di obblighi senza senso. Una visione così
distorta del rapporto con Dio rischia di mascherare e rendere grottesco il volto del Dio di
Gesù. Purifichiamo il nostro cuore da quest’orrenda visione della Legge, che nella
Scrittura è legge di libertà, legge dell’amore, legge di verità e di crescita.
MEDITA LA CROCE. Nonostante le indicazioni, nonostante lo sforzo che facciamo per
seguire il percorso, a volte viviamo intensi periodi di sofferenza e di stanchezza, di
dubbio e di fragilità. Paolo, scrivendo ai Corinzi, medita a voce alta: egli ha sperimentato
la croce come misura dell’assoluto amore di Dio, e ha scoperto che, a volte, l’amore per
essere autentico dev’essere crocefisso, cioè donato senza misura, come ha fatto Gesù.
Nella comunità di Corinto, ci sono persone che vivono in maniera esaltata la nuova fede,
piena di carismi e di manifestazioni dello Spirito, e che quasi scordano al croce, argomento
imbarazzante. Come biasimarli? Quel Dio appeso non ci mette forse in imbarazzo? Lo
vogliamo davvero un Dio perdente, sconfitto, ucciso? La croce è il nuovo punto di
riferimento della fede del discepolo e Paolo ammonisce severamente la comunità.
LIBERA, purifica il tuo modo di rivolgerti a Dio. Per Giovanni la purificazione del
Tempio è prima di ogni altro gesto, di ogni conversione: si tratta di cacciare i venditori di
fumo dal mondo della fede, per svelare le intenzioni profonde che spingono un uomo a
cercare Dio; Gesù, annota Giovanni, conosce ogni uomo dentro, non ha bisogno di
mediazione o consigli, sa cosa alberga in ogni cuore. E Gesù sa bene che, allora come oggi,
esiste un modo di avvicinarsi a Dio che ha a che fare più col mercanteggiare che con la
fede. Perché Gesù se la prende tanto con i mercanti del Tempio? Posso rimanere
infastidito dai tanti ninnoli inutili venduti fuori dalle porte di un Santuario, ma non mi
scandalizza se qualche devoto vuole portarsi a casa un ricordo del suo pellegrinaggio! Ciò
che Gesù contesta radicalmente è la visione soggiacente a questo mercanteggiare: voler
comprare dei favori da Dio. Offrire un olocausto, gesto che in origine significava
riconoscere la predominanza di Dio su ogni vita, poteva diventare una specie di contratto,
di corruzione di pubblico ufficiale: cerco di convincere Dio ad ascoltarmi, gli offro
qualcosa che lo possa piegare alla mia volontà… Anche oggi non potrebbe succedere così?
È sempre così distratto, Dio, che si sia dimenticato di me? Non è a un despota da
corrompere, né a un potente lunatico che ci rivolgiamo nella preghiera, ma al Dio di Gesù,
che sa di cosa hanno bisogno i propri figli! La prima purificazione da fare, è quella di
convertire il nostro cuore al Dio di Gesù.
Lo splendido Tempio di Gerusalemme, costruito in più di mezzo secolo (non è ancora
concluso quando Gesù muore!), sarà distrutto in una sola notte, dai soldati romani, nella
prima guerra giudaica iniziata nel 70 dopo Cristo. PUÒ ACCADERE NELLA VITA, DI AVERE
COSTRUITO UN TEMPIO PIENO DI FEDE, DI BELLEZZA, DI CERTEZZA, DI DISCEPOLATO, DI
AMORE, DI RELAZIONI, ETC., E DI VEDERLO CROLLARE IN POCHI ISTANTI. È LA NOTTE DELLA
FEDE, È LA PROVA CHE PURIFICA LA NOSTRA FEDE, PROVA CHE ANCHE GESÙ SUBIRÀ PER POI
RISORGERE TRIONFANTE E GLORIOSO.
Ripetiamo anche noi, come ci invitava a pregare il salmo domenica scorsa: “Ho
creduto anche quando dicevo: sono troppo infelice”; la fede si purifica e si prova proprio
nei momenti di fatica e di scoraggiamento, restando fedeli alla promessa.
A chi attraversa la notte della fede, oggi il Signore dona un segno: se stesso e la
propria tenacia.
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PROGRAMMA DELLA SETTIMANA
Ogni volta che un appuntamento è contraddistinto da questo simbolo ,
è possibile collegarsi, e partecipare, alla “radio parrocchiale”
LUNEDÌ 12 MARZO
 ore 17.00
Trobaso: S. Messa
MARTEDÌ 13 MARZO
 ore 17.00
Trobaso: S. Messa (particolare intenzione di preghiera per tutti coloro che
soffrono nel corpo e nello spirito)
 ore 17.30
Trobaso: Preghiera del S. Rosario
 dalle 20.30 Trobaso: don Adriano è disponibile in Chiesa per un dialogo o
Confessione
 ore 20.45
Trobaso: incontro di preghiera animato dal gruppo “Sui passi di
Gesù”
MERCOLEDÌ 14 MARZO
 ore 7.25
Trobaso: Preghiera e colazione per i ragazzi delle medie e delle
superiori di Cossogno e Trobaso
 ore 7.50
Trobaso: Preghiera e colazione per i ragazzi delle elementari di
Cossogno e Trobaso
 ore 17.00
Cossogno: S. Messa
 ore 20.30 - 21.15
I “mercoledì in famiglia” un momento di riflessione e
preghiera, accomunati dalla RADIO PARROCCHIALE. La PREGHIERA IN FAMIGLIA è
una PREGHIERA SPECIALE, non è come una qualsiasi altra preghiera personale. Essa
ha un’efficacia particolare. Infatti, Gesù ha promesso a coloro che pregano insieme,
uniti nel suo nome, la sua stessa presenza: “Dove due o tre sono uniti nel mio nome io
sono in mezzo ad essi” (Mt 18,20). Egli è lì, a pregare nella famiglia e con la famiglia.
Alcune famiglie, libere da inutili e formali convenevoli, hanno messo la propria
casa a disposizione per accogliere altre famiglie a condividere un momento
semplice di fraternità e fede. Saremo tutti collegati attraverso la “nostra” radio
parrocchiale, in una “RAGNATELA” di rapporti che, seppur distanti, saranno uniti
dal desiderio di fraternità.
a TROBASO POTETE PARTECIPARE ALLA PREGHIERA
IN CHIESA PARROCCHIALE
O NELLE FAMIGLIE DI:
Fam. Gazzotto Debora, via Cartiera, 1 (Possaccio)
Fam. Ballarini Mariella, via Lavatoio
 ore 21.20
Trobaso: prove del Coro
GIOVEDÌ 15 MARZO
 ore 14.30
Trobaso: GRUPPO “TIRAMISÙ” in “Cruciverba”
 ore 17.00
Trobaso: S. Messa (particolare intenzione di preghiera per tutte le
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famiglie)
 ore 17.30
Trobaso: preghiera del S. Rosario
 ore 19.30
LA NOSTRA FAMIGLIA: TESTIMONE DELLA LUCE DELLA FEDE - accensione
del lumino alla finestra di casa e preghiera del Padre nostro in ogni famiglia per tutte
le famiglie delle nostre Comunità parrocchiali
VENERDÌ 16 MARZO
 ore 10.00
Trobaso: visita e comunione ad anziani e malati
 ore 16.00
Ungiasca: S. Messa
SABATO 17 MARZO
 ore 9.00
Trobaso: catechismo ragazzi di 1 media
 ore 10.00
Trobaso (Cossogno ore 10.30): catechismo ragazzi di 2a, 3a, 4a, 5a
elementare
 ore 14.30 - 16.30
Trobaso: disponibilità per le Confessioni
 ore 17.00
Cossogno: S. Messa
 ore 17.30
Trobaso: preghiera del S. Rosario
 ore 18.00
Trobaso: S. Messa
 ore 20.45
Veglia Giovani Vicariale
DOMENICA 18 MARZO: QUARTA DOMENICA
Possaccio: S. Messa
 ore 9.00
Cossogno: S. Messa
 ore 10.00
DI
QUARESIMA
GIORNATA DELLE FAMIGLIE
DEI RAGAZZI DI PRIMA MEDIA
 ore 10.00
parteciperemo alla celebrazione della Messa nella chiesa
di san Brizio a Cossogno.
 ore 10.45
dopo un buon caffè, incontro genitori e attività dei
ragazzi
 ore 12.00
pranzo (portiamo tutti qualche cosa e… condividiamo)
ci salutiamo!
 ore 14.00
 ore 11.00
 ore 17.00
 ore 18.00
Trobaso: S. Messa
Trobaso: Adorazione Eucaristica
Trobaso: S. Messa
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SOS Papà e Mamme
Fremono e scalpitano i piedi dei ragazzi all’idea
di poter giocare a calcio
nel campetto parrocchiale dietro la Chiesa.
Ma occorre la disponibilità di qualche papà
per completare la sistemazione della rete superiore per evitare che, tiri
da campioni,
facciano finire la palla nei giardini vicini.
Per questo SOS PAPA’!!!
Fatevi avanti e contattate Ilario al  347-5849010.
E le mamme?
C’è una festa da preparare…
potete contattare Luisa al  349-5487306.
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LE TENTAZIONI:
GESÙ MESSO ALLA PROVA
Terza parte
di Mons. Franco Giulio Brambilla
LE TENTAZIONI:
GESÙ MESSO ALLA PROVA
Terza parte
di Mons. Franco Giulio Brambilla
2.
Gesù e il roveto ardente della vocazione originaria (Marco)
La breve e folgorante notizia delle tentazioni nel vangelo di Marco ha sempre
proposto un quesito agli interpreti: si tratta di un’altra tradizione, che non contempla le
“tre” tentazioni, come invece sono presenti nella fonte Q, cioè la fonte dei “detti” a cui si
riferiscono Matteo e Luca? Oppure Marco si limita a una breve notizia pur gravida di
densi significati, come è nello stile del suo Vangelo? L’esegesi recente riconosce nei tre
sinottici un comune sostrato nella prova del popolo al deserto, e quindi parla di un’unica
tradizione delle tentazioni con due redazioni, una molto breve ed essenziale in Marco, l’altra,
trasmessa in Matteo e Luca, declinata nelle tre tentazioni che assumono le classiche prove
del deserto. Anzi Marco ci farebbe accedere, pur attraverso il filtro della sua teologia, alla
vocazione originaria di Gesù all’inizio del suo ministero. Nella sequenza di battesimo e
tentazione, Gesù dispone di sé nel dare inizio al suo ministero nella forma servi. Sarebbe
possibile così accostarsi al roveto ardente della “vocazione” di Gesù, attestata in modo
sorprendente nell’inno di Fil 2, 6-7: «Cristo Gesù che, essendo [e rimanendo, participio
presente] nella forma Dei, non considerò un tesoro geloso l’essere come Dio, ma svuoto se
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stesso, prendendo [participio aoristo] la forma servi». L’intreccio di battesimo e tentazione
esprime narrativamente quanto è icasticamente detto nella stupenda formula dell’inno
paolino. La versione marciana è quella che ci fa accedere, nella sua sconvolgente brevità,
alla scena originaria della vocazione di Gesù.
Dopo il titolo/inizio del Vangelo, in cui il protagonista viene presentato come
“Figlio di Dio” (1,1) la prima scena è articolata nel dittico di battesimo/teofania (1,9-11) e
di tentazione (1,12-13) sullo sfondo dell’attività di predicatore e battezzatore di Giovanni
(1,2-8). Il montaggio narrativo è perfetto e, mediante l’espressione “subito” (Mc 1,10.12),
Marco collega i due episodi di teofania e tentazioni. La voce dal cielo (del Padre) rivela a
Gesù (che “subito”, uscendo dall’acqua, “vede i cieli aperti”), mediante la discesa dello
Spirito, la sua identità di Figlio unico, amatissimo, che è “chiamato” a vivere nella forma
servi. E “subito” dopo, il medesimo Spirito lo “sospinge” nel deserto, tempo (vi rimase
quaranta giorni) e luogo della tentazione (tentato da satana). La connessione stretta di
rivelazione dell’alto e tentazione nel tempo del deserto, custodiscono il roveto ardente
della vocazione originaria di Gesù. Potremmo forse dire che alla dimensione verticale
della voce/rivelazione corrisponde la dimensione orizzontale dello spazio/tempo del
deserto, dove quella voce viene macerata e maturata nel modo con cui il “Figlio
amatissimo” dispone di sé nella forma del servo. Mistero insondabile della “vocazione
originaria” di Gesù, che dà veramente “inizio” al “vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”
(Mc 1,1). E dovremmo forse aggiungere che questa “esperienza originaria” è possibile in
quanto c’è lo Spirito che “scende” su Gesù nell’acqua e che “spinge” Gesù nel deserto,
configurando questa come un’esperienza “spirituale”. Lo Spirito che manifesta l’identità
filiale è lo stesso che lo spinge per metterla alla prova nello spazio/tempo del deserto.
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Che ne diresti di darci una…
Il CORO PARROCCHIALE DI TROBASO,
ti invita ad una “SERATA MATERASSI”
con nessun tipo di impegno
se non quello della SOLA PRESENZA.
Il ricavato della serata sarà utilizzato
per l’acquisto di una NUOVA TASTIERA
dato che l’attuale sta “tirando le... note”!
LA SERATA SARÀ
DOMENICA 18 MARZO
ALLE ORE 20.30 PRESSO IL SALONE PARROCCHIALE.
Per informazioni o per dare la tua disponibilità
puoi contattare:
ALESSIA  338 - 4770141 O LUISA  349 - 5487306
Grazie del dono che fai a tutti!
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dalla parola di dio