IL SISTEMA BANCARIO
ITALIANO
L’EVOLUZIONE DELLE REGOLE E
DELLA SUPERVISIONE
Claudio CLEMENTE
Roma, 14 aprile 2012
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IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
L’EVOLUZIONE DELLE REGOLE E DELLA SUPERVISIONE
SOMMARIO
1)
L’evoluzione del sistema bancario italiano e delle sue regole
Il sistema delle regole
La riconfigurazione degli intermediari
Gli effetti sulla struttura e sulla situazione tecnica
2)
3)
I riflessi della crisi finanziaria del 2007
sul sistema
sulle regole
L’evoluzione della supervisione in Italia
Gli strumenti di vigilanza
Il processo di controllo prudenziale
4)
Conclusioni
Roma, 14 aprile 2012
2
L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
IL SISTEMA DELLE REGOLE
Le modifiche più rilevanti del sistema delle regole del mercato
finanziario si collegano in genere ad eventi di crisi che ne
evidenziano il fallimento o l’insufficienza e ne influenzano i
nuovi contenuti
La crisi degli anni ’30 porta all’emanazione della legge bancaria
caratterizzata dalla



qualificazione di funzione di interesse pubblico dell’attività bancaria
segmentazione istituzionale, operativa e temporale
presenza pubblica
L’utilizzo delle regole nel dopoguerra risponde all’esigenza di
mantenere stabile il sistema bancario per evitare crisi sistemiche
e favorire la ripresa economica anche a scapito della concorrenza
e dell’efficienza



regole rigide e pervasive
timore di overbanking
intenso utilizzo dello strumento dell’autorizzazione preventiva sui
singoli atti
Roma, 14 aprile 2012
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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
IL SISTEMA DELLE REGOLE
Alla fine degli anni settanta l’obiettivo di un livello di maggiore
efficienza del sistema spinge all’evoluzione nell’utilizzo delle
regole in favore degli strumenti di vigilanza strutturale con una
riduzione del ricorso alle autorizzazioni sui singoli atti
Alla fine degli anni ottanta la ricerca di una maggiore neutralità
dell’azione di vigilanza volta a favorire la natura imprenditoriale
delle banche ed assecondare l’integrazione europea porta
all’affermarsi della c.d. vigilanza regolamentare basata su
previsioni omogenee tra gli intermediari che non alterano i
meccanismi concorrenziali
Agli inizi degli anni novanta viene ridefinito il quadro normativo con
l’emanazione del TUB del 1993 basato su



carattere di impresa dell’attività bancaria
despecializzazione operativa, temporale, istituzionale
modello normativo flessibile con ampio rinvio alla regolamentazione
secondaria
Roma, 14 aprile 2012
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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
LA RICONFIGURAZIONE DEGLI INTERMEDIARI
A partire dai primi anni novanta il sistema ha registrato profondi
cambiamenti paragonabili solo a quelli degli anni 30 quando la
paura dell’instabilità indusse ad un rigido disegno strutturale e
normativo
Il processo di riconfigurazione ha riguardato:

le regole

i soggetti

gli assetti proprietari
con l’emanazione di una disciplina secondaria più attenta
all’autonomia imprenditoriale e al mercato e in linea con la
normativa europea e con i principi internazionali
con una semplificazione delle tipologie d’intermediari
con la privatizzazione dei modelli organizzativi
e poi di quelli proprietari
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5
L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
LA RICONFIGURAZIONE DEGLI INTERMEDIARI
Il processo di riforma non ha subito interruzioni nonostante


i problemi che hanno interessato nei primi anni novanta il sistema
produttivo italiano
la grave crisi del sistema creditizio meridionale
La privatizzazione e la deregolamentazione/riregolamentazione ha reso
possibile una radicale ristrutturazione con un generale
miglioramento delle condizioni di stabilità e di efficienza del sistema
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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
LA RICONFIGURAZIONE DEGLI INTERMEDIARI
IL PROCESSO DI CONCENTRAZIONE FAVORITO DALLA DESPECIALIZZAZIONE
E DALLA PRIVATIZZAZIONE E’ AVVENUTO SENZA PREGIUDIZIO PER LA
CONCORRENZA
La forte attenuazione dei vincoli operativi anche di tipo territoriale ha
accresciuto il confronto concorrenziale
-
oggi vi è uno sportello ogni 1.800 abitanti; agli inizi degli anni ‘90
uno ogni 3.400
-
il numero medio di banche per provincia è passato da 25 a 27
-
il differenziale tra rendimento medio degli attivi e costo medio
delle passività si è fortemente contratto (riduzione costo sociale
dell’intermediazione)
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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
LA RICONFIGURAZIONE DEGLI INTERMEDIARI
Un decennio significativo
Nel decennio 1995-2004

sono state effettuate oltre 450 aggregazioni riguardanti il 42% dei fondi
intermediati

si è realizzato un rilevante processo di concentrazione: la quota di mercato dei
primi cinque gruppi è salita dal 33% al 51% in linea con la media europea

si è accresciuto il livello di intermediazione

si è registrato un deciso aumento della concorrenza

la quota delle attività facenti capo a soggetti pubblici si è ridotta al 9% (70% nel
1992)

il rendimento del capitale aveva raggiunto il 10,7%

il livello del coefficiente patrimoniale si era portato all’11,6% (1 punto meno della
media delle banche europee)

il flusso di sofferenze nei primi anni 2000 è stato in media dell’1% annuo a fronte
del 4% dei primi anni novanta (2% nel 1996)
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L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
LA RICONFIGURAZIONE DEGLI INTERMEDIARI
Un decennio significativo
Nel decennio 1995-2004 si è significativamente
contratto il numero delle banche
caratterizzate da anomalie tecnico-gestionali


Nel 1995 le aziende con valutazione di vigilanza
sfavorevole erano 158 con fondi intermediati pari al
21% del sistema
Nel 2004 solo lo 0,4% dei fondi intermediati faceva
capo ad aziende non appartenenti a gruppi creditizi
caratterizzate da valutazioni sfavorevoli
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
LE CAUSE
Politiche di deregolamentazione creditizia e di incentivo all’acquisto di
immobili perseguite negli USA nel tempo

massiccia offerta di mutui subprime

notevole aumento dei valori immobiliari (2000-2006)

forte ricorso alla pratica della securitisation

si afferma il sistema “originate to distribuite” finanziato con l’emissione di
strumenti finanziari collegati a mutui (ABS, CDOs) da parte anche di “veicoli”
vigilati in maniera blanda (“sistema bancario ombra”)
La successiva inversione del ciclo dei prezzi immobiliari ha fatto emergere
“l’insostenibilità del modello di intermediazione, le carenze nella
regolamentazione e le omissioni nella supervisione”
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
I RIFLESSI SUL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
L’impatto è stato relativamente contenuto rispetto ad altri paesi
–
–
–
–
–
ridotta presenza nei bilanci delle attività più colpite dalla crisi
minore dipendenza dai mercati della provvista
prevalenza di attività di tipo tradizionale
quadro regolamentare più prudente
attenta e efficace azione di supervisione
Ma le banche italiane hanno risentito in termini di
inizialmente:
successivamente:
rarefazione liquidità internazionale
accresciuta percezione dei rischi dell’attività
bancaria
deterioramento qualità del credito, conseguenza del
negativo andamento della situazione economica
riflessi dell’accresciuto rischio-Italia (2011)
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
L’EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE TECNICA
IL REDDITO (dati a fine 2010)
Il MARGINE DI
INTERESSE
si è ulteriormente ridotto (-6,2%)
non favorevole livello dei tassi
IL MARGINE DI
INTERMEDIAZIONE
è diminuito (- 3,7%)
I COSTI OPERATIVI
dopo una significativa flessione nel 2009 (-5,1%)
sono tornati ad aumentare (+ 1,1%)
LE RETTIFICHE DI
VALORE E GLI
ACCANTONAMENTI
l’incidenza rimane elevata (57,7% del risultato di
gestione)
rilevanti rettifiche su crediti
LA REDDITIVITA’
è ulteriormente peggiorata (rendimento del capitale
è diminuito dal 4,5% nel 2008 al 3,4%)
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
L’EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE TECNICA
IL PATRIMONIO (dati a fine 2010)

Il coefficiente patrimoniale medio complessivo è aumentato
al 12,4% (+1,6 punti percentuali rispetto a fine 2008)

Il patrimonio di base si è portato al 9,3% (+1,7 punti)

Il core tier 1 ratio è pari all’8,3% (+1,3 punti)

I coefficienti delle grandi banche italiane continuano ad
essere mediamente più bassi nel confronto internazionale
(effetto anche della ricapitalizzazione pubblica di banche europee e di limiti più
stringenti al computo in Italia di strumenti finanziari nel core tier 1)
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
L’EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE TECNICA
IL PATRIMONIO (dati più recenti)

Il processo di rafforzamento patrimoniale è stato particolarmente
intenso nel 2011 indotto anche dall’azione della Banca d’Italia:
a settembre 2011 per i primi cinque gruppi bancari




Il coefficiente patrimoniale medio complessivo era pari al
13,6% (12,6% a fine 2010)
Il patrimonio di base era pari al 10,6% (9% a fine 2010)
Il core tier 1 ratio aveva raggiunto l’8,8% (7,4% a fine 2010)
All’inizio del 2012 il principale gruppo bancario italiano ha realizzato un
ulteriore importante aumento del capitale ricorrendo al mercato
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14
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
I RIFLESSI DELLA CRISI SULLE REGOLE
La crisi ha fatto emergere
–
insufficiente armonizzazione delle regole di vigilanza nazionali e delle
modalità operative
–
insufficienti analisi macroprudenziali
–
assenza di regole comuni in caso di crisi di operatori sovranazionali
richiedendo l’adozione di nuovi principi e regole in ambito
internazionale
Roma, 14 aprile 2012
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
QUALE MODELLO DI REGOLAMENTAZIONE ?
IL DIBATTITO
Vigilanza neo-strutturale

separazione tra attività di banca commerciale e attività di banca di
investimento (per evitare conflitti d’interesse)

riduzione delle dimensioni delle banche
(per limitare i rischi sistemici, la necessità
di interventi pubblici e gli incentivi distorti nell’assunzione del rischio)
too big to fail
too big to be saved
Vigilanza neo-prudenziale

mantenere immutato il modello di base del sistema finanziario,
cambiando le regole di funzionamento
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
RACCOMANDAZIONI DEL FINANCIAL STABILITY
BOARD
Estensione e intensificazione dell’azione di vigilanza
a livello microprudenziale: su soggetti, mercati e strumenti in
precedenza esclusi dal controllo (agenzie di rating, hedge fund,
veicoli)
a livello macroprudenziale: per prevenire crisi sistemiche
Revisione dei requisiti di capitale (Basilea 2)




innalzamento minimi di capitale
contenimento dell’indebitamento degli intermediari
trattamento più severo di talune operazioni (cartolarizzazioni)
mitigazione effetti prociclici
Revisione delle regole contabili (IAS/Ifrs e US GAAP)
Revisione dei sistema di remunerazione del management
Accrescimento del coordinamento tra autorità di vigilanza
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
L’ACCRESCIMENTO DEL COORDINAMENTO TRA
AUTORITA’ DI VIGILANZA
Occorre migliorare la gestione delle crisi cross-border
–
–
–
–
aumentando lo scambio di informazioni
definendo l’attribuzione di responsabilità in situazioni di
difficoltà
affrontando i potenziali conflitti di interesse tra regimi nazionali
in materia di crisi
trovando meccanismi di ripartizione dei costi delle crisi tra i
paesi ove operano filiazioni del gruppo cross-border
Roma, 14 aprile 2012
18
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
L’EVOLUZIONE DELLE REGOLE IN EUROPA
Evoluzione del processo di integrazione dei mercati bancari e
finanziari in ambito comunitario
dai principi dell’armonizzazione minima e del mutuo riconoscimento
(prima e seconda direttiva di coordinamento)
amplia flessibilità applicativa in ambito nazionale
all’armonizzazione massima delle regole e dei controlli con l’obiettivo
di garantire un terreno di gioco omogeneo (direttiva 2007/44/CE)
regole comuni e prassi di vigilanza coerenti (single rulebook)
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
GLOBAL LEGAL STANDARDS
La nuova regolamentazione del settore finanziario va
ancorata al quadro di regole e di principi dell’economia
globale che si va delineando in sede internazionale; esso è
volto a garantire l’integrità e la trasparenza dell’attività
economica ed è riconducibile a cinque categorie
1. corporate governance delle imprese e delle istituzioni
2. integrità del mercato (prevenzione attività illecite come
riciclaggio e finanziamento terrorismo)
3. regolamentazione e supervisione finanziaria
4. cooperazione fiscale
5. trasparenza dei dati macroeconomici
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20
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
Da BASILEA 2 a BASILEA 3
Nel dicembre 2010 il COMITATO DI BASILEA ha
pubblicato le nuove regole sul capitale e sulla liquidità
basate su
1. miglioramento della qualità degli strumenti di capitale
primario (core tier 1)
2. aumento del livello di copertura dei rischi attraverso un
rafforzamento dei requisiti di capitale a fronte di
particolari categorie di attività
3. introduzione di un coefficiente basato sulle dimensioni
(leverage ratio)
4. introduzione di nuovi standards di liquidità
5. introduzione di cuscinetti di capitale (buffer) al di sopra
dei requisiti minimi
Roma, 14 aprile 2012
21
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
BASILEA 3
LE NUOVE REGOLE
–
accresceranno significativamente la quantità di patrimonio delle banche
(livello adeguato a situazioni di stress analoghe a quelle delle crisi)
–
ne miglioreranno la qualità (risorse capaci di assorbire realmente le
perdite)
–
conterranno il rischio di liquidità
–
attenueranno le tendenze procicliche dell’intermediazione
I TEMPI
Allo scopo di evitare che le riforme frenino la ripresa economica sono stati
valutati con cura i tempi di attuazione (avvio graduale a partire dal 2013
con un periodo transitorio fino al 2018)
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
LA REVISIONE DELLE REGOLE CONTABILI
le critiche
Critiche agli standard contabili applicati alle banche:
1 . ricorso eccessivo al fair value per la valutazione degli strumenti
finanziari (IAS 39)
2. eccessiva discrezionalità
3. complessità applicativa
4. scarsa convergenza fra Europa (IAS/Ifrs) e USA (US GAAP)
5. accentuazione della prociclicità (impossibilità di creare buffer a
fronte di rischi futuri da utilizzare nei momenti di crisi)
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23
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
LA REVISIONE DELLE REGOLE CONTABILI
le iniziative dello IASB
Revisione (in tre fasi) dello IAS 39, che verrà
sostituito dall’Ifrs 9
Fase 1 (classificazione e misurazione degli strumenti finanziari):
a. riduzione (da 4 a 2) delle categorie di strumenti finanziari (spariscono HTM e AFS)
b. maggiore chiarezza nell’utilizzo del fair value (IFRS 13)
c. possibili riclassificazioni al ricorrere di circostanze eccezionali
Fase 2 (revisione del costo ammortizzato e delle regole di impairment):
a. possibilità di accantonare a fronte di perdite attese su crediti (prima vietata dallo
IAS 37)
b. accrescere la trasparenza dei bilanci sulla qualità dei crediti e delle relative
rettifiche
Fase 3 (revisione delle regole di hedge accounting): ancora all’inizio
Le nuove regole entreranno in vigore solo alla fine del processo di
revisione e dopo l’omologazione da parte della Commissione UE
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LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
ADEGUAMENTO ALLE NUOVE REGOLE DA PARTE
DELLE BANCHE ITALIANE
La selettività della vigilanza italiana nell’accettare forme
ibride nel patrimonio di vigilanza:
1. ha concorso alla migliore qualità del capitale delle
banche nazionali
2. faciliterà ora l’adeguamento ai nuovi standard
Le caratteristiche del sistema bancario italiano (ancorato
all’intermediazione tradizionale) ridurrà gli effetti
dell’inasprimento delle regole sul comparto della finanza,
sugli strumenti complessi e sull’attività di trading
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L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
GLI STRUMENTI DI VIGILANZA
1. Genetico-strutturali riguardano le caratteristiche strutturali
del sistema e degli intermediari
2. Regolamentari
regole generali di tipo tecnico a presidio
dei rischi
3. Conoscitivi
funzionali alla valutazione delle condizioni tecnico-operative degli intermediari
e del rispetto delle regole
4. Di intervento
diretti a risolvere situazioni problematiche o di crisi
5. Di trasparenza
nei confronti
pubblico
Roma, 14 aprile 2012
della
clientela
e
del
26
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
LA VIGILANZA STRUTTURALE
Incide sulla morfologia del sistema
 esercizio dell’attività bancaria






prestazione dei servizi di investimento
espansione territoriale
partecipazioni al capitale delle banche
statuti
fusioni, scissioni e cessioni di rami di azienda
requisiti degli esponenti aziendali
Roma, 14 aprile 2012
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L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
LA VIGILANZA REGOLAMENTARE
Si basa sulla fissazione di regole di comportamento (di natura
quantitativa e qualitativa) a presidio dei rischi connessi
all’attività
a) adeguatezza patrimoniale
b) contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni
c) partecipazioni detenibili
d) limiti alla concentrazione dei rischi
e) organizzazione amministrativa e contabile, controlli interni
f) sistemi di incentivazione e di remunerazione
g) trasparenza e correttezza dei comportamenti
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L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
GLI STRUMENTI CONOSCITIVI: LE INFORMAZIONI



consistono nell’obbligo imposto agli intermediari di fornire
alla Banca d’Italia una serie di informazioni (di natura
quantitativa e qualitativa) che rappresentano la fonte
conoscitiva primaria attraverso la quale viene condotta
l’analisi delle situazioni tecniche delle aziende bancarie e
finanziarie;
sono funzionali alla valutazione delle condizioni tecnicooperative degli intermediari e alla verifica del rispetto delle
regole;
sono alla base degli “interventi” di Vigilanza
Roma, 14 aprile 2012
29
VIGILANZA CREDITIZIA
E FINANZIARIA
L’EVOLUZIONE
DELLA SUPERVISIONE
IN ITALIA
GLI STRUMENTI CONOSCITIVI: LE ISPEZIONI
Consentono alla Banca d’Italia di disporre
accertamenti presso gli intermediari, al fine di
verificarne in particolare:





l’affidabilità delle informazioni fornite;
la regolare conduzione;
il rispetto delle norme;
la correttezza dei criteri di valutazione dei rischi;
l’efficacia
e
l’adeguatezza
dell’organizzazione
complessiva.
Roma, 14 aprile 2012
30
VIGILANZA CREDITIZIA
E FINANZIARIA
L’EVOLUZIONE
DELLA SUPERVISIONE
IN ITALIA
GLI STRUMENTI CONOSCITIVI: VIGILANZA ON SITE E OFF
SITE. Le informazioni consentono di affrontare differenti
ambiti di analisi:
Aspetti Quantitativi
Sono più facili da cogliere a
distanza
 E’ possibile accrescere le informazioni
 Consentono
in particolare il
monitoraggio dei rischi

 di credito
 di mercato
 Condizioni
necessarie per l’utilizzo dei dati: integrità e affidabilità delle procedure aziendali
(cfr aspetti qualitativi)
Aspetti Qualitativi
Più difficili da cogliere a distanza
 Attengono in particolare a:






corporate governance
sistema dei controlli
qualità dei dati
qualità dei processi
Aree per le quali è essenziale
l’informazione qualitativa:
 sistemi informativi
 in genere, aree che determinano rischi operativi
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VIGILANZA CREDITIZIA
E FINANZIARIA
L’EVOLUZIONE
DELLA SUPERVISIONE
IN ITALIA
GLI STRUMENTI CONOSCITIVI: VIGILANZA ON SITE E OFF SITE.
La velocità con cui si riduce, nel tempo, l’attendibilità della valutazione
dei soggetti controllati dipende dalla capacità della vigilanza off site di
mantenere elevato e affidabile il grado di conoscenza attraverso
l’acquisizione e lo sfruttamento delle informazioni
Grado di
conoscenza
Info max post
ispezione
Gap informativo
colmato dalle
info off site
Info si riduce
nel tempo
t1
t2
Tempo
t1, t2: date di ispezioni successive
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VIGILANZA CREDITIZIA
E FINANZIARIA
L’EVOLUZIONE
DELLA SUPERVISIONE
IN ITALIA
Gli strumenti di intervento
La Banca d’Italia affronta le situazioni di anomalia
attraverso una serie di iniziative ad incidenza graduata
secondo la rilevanza dei problemi da affrontare
a) richiami ed inviti
b) emanazione di provvedimenti particolari
c) convocazione degli esponenti aziendali
d) convocazioni degli organi aziendali
e) provvedimenti restrittivi (ambiti sempre più ampi)
f) provvedimenti straordinari
g) amministrazione straordinaria
h) liquidazione coatta amministrativa
Roma, 14 aprile 2012
33
VIGILANZA CREDITIZIA
E FINANZIARIA
L’EVOLUZIONE
DELLA SUPERVISIONE
IN ITALIA
Gli strumenti di trasparenza
Riguardano la correttezza, la trasparenza
dei comportamenti e la completezza
delle informazioni da fornire:


alla clientela: condizioni contrattuali applicate, costo
effettivo delle operazioni e relative variazioni (da
strumento di stabilità a finalità autonoma);
al pubblico: per consentire di valutare la solidità
patrimoniale e reddituale degli intermediari nel confronto
con le altre aziende anche attraverso l’articolazione dei
dati di bilancio.
Roma, 14 aprile 2012
34
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
L’evoluzione dei controlli di vigilanza
 L’obiettivo rimane quello di ridurre il rischio di
crisi sistemiche; cambiano i modi di perseguirlo
Vigilanza strutturale:

limitazione attività
esercitabili

specializzazione
intermediari

autorizzazione a
singole operazioni
Roma, 14 aprile 2012
Vigilanza prudenziale:


identificazione e
misurazione dei
rischi aziendali
requisiti organizzativi
e patrimoniali
adeguati ai rischi
35
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
L’evoluzione dei controlli di vigilanza

Cambia il peso relativo degli strumenti
maggiore efficienza produttiva
(minori distorsioni)

I motivi
maggiore libertà imprenditoriale
e concorrenza
maggiore trasparenza dell’azione
di vigilanza
Roma, 14 aprile 2012
36
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
IL PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE
A partire dal 2008 (entrata in vigore Basilea 2) la Banca
d’Italia ha rinnovato il modello di supervisione degli
intermediari secondo un approccio

consolidato

focalizzato sui rischi (risk-based)

proporzionale alle dimensioni, alla rilevanza sistemica e alle
criticità dell’intermediario
Il processo delinea lo schema operativo unitario di
valutazione (supervisory review process) idoneo a
garantire la coerenza dei comportamenti della Vigilanza
(a distanza e ispettiva)
Roma, 14 aprile 2012
37
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
IL PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE
L’insieme delle attività (conoscitive, ispettive)
sono dirette a consentire


di esprimere una valutazione annuale sulla situazione
attuale e prospettica di ciascun intermediario
di adottare eventuali iniziative correttive
attraverso schemi di analisi per ciascun profilo di
rischio che utilizzano il patrimonio informativo
disponibile e il confronto con gli altri intermediari
Roma, 14 aprile 2012
38
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
IL PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE
Le analisi si basano su:

segnalazioni di vigilanza

sistemi interni di misurazione di rischi previsti dal primo pilastro di Basilea 2

processo di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) previsto dal secondo
pilastro
e mirano a valutare:

il rischio strategico e il sistema di governo e controllo

il rischio di credito

i rischi finanziari (mercato, tasso di interesse, liquidità)

i rischi operativi e di reputazione

la redditività

il patrimonio
sulla base di percorsi e modelli di indagine strutturati
e tenendo conto dei fattori di mitigazione e controllo dei rischi
Roma, 14 aprile 2012
39
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISIONE IN ITALIA
IL PROCESSO DI CONTROLLO PRUDENZIALE
La VALUTAZIONE attribuita ai singoli profili viene
espressa in punteggi (da 1 – favorevole, a 6 –
sfavorevole) e concorre alla formazione del giudizio
complessivo (1-6)
I punteggi costituiscono la base per la successiva
AZIONE di vigilanza

ordinaria sorveglianza

interventi correttivi

interventi di carattere straordinario
Roma, 14 aprile 2012
40
CONCLUSIONI
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
La crisi del sistema finanziario globale ha sollecitato ipotesi
di rilevanti cambiamenti
negli assetti regolamentari
nei sistemi di intermediazione
La tradizionale contrapposizione tra i due fondamentali
approcci alla regolamentazione ha caratterizzato anche
questa fase
–
–
interventi d’ampia portata per prevenire e riparare ai
numerosi fallimenti del mercato emersi durante la crisi
limitazione dell’azione pubblica continuando a confidare
sulle capacità di autoregolamentazione del mercato.
Roma, 14 aprile 2012
41
CONCLUSIONI
LA CRISI FINANZIARIA DEL 2007
LE NUOVE PRIORITA’
 Il ruolo centrale della stabilità finanziaria accanto a quello della
stabilità monetaria
 L’esigenza di una vigilanza macroprudenziale distinta dalla vigilanza
microprudenziale ma tra loro fortemente interrelate
 Il perimetro territoriale della vigilanza microprudenziale deve tener
conto:
equilibrio tra vigilanza decentrata e accentrata a livello europeo
costo delle eventuali crisi con risorse pubbliche nazionali
 Sistema organico delle soluzioni delle crisi di operatori cross-border
inesistenza di una disciplina sulla crisi di gruppo (la disciplina
nazionale riguarda solo le filiali europee e non le filiazioni)
Roma, 14 aprile 2012
42
CONCLUSIONI
L’EVOLUZIONE DELLE REGOLE
Continua il percorso di revisione delle regole secondo le linee
già sperimentate

Modello di vigilanza orientato al rischio che esce
confermato e rafforzato dall’esperienza della crisi ma
che richiede l’individuazione tempestiva dei nuovi rischi

Norme di principio piuttosto che norme dettagliate
continuamente superate dell’evoluzione del mercato

Limitazione delle autorizzazioni e della vigilanza
strutturale

Ampliamento dei profili aziendali sottoposti a
regolamentazione o a intervento
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CONCLUSIONI
L’EVOLUZIONE DELLA SUPERVISONE
Una parte rilevante del successo dell’azione
della vigilanza italiana è da attribuire


oltre che ad una applicazione rigorosa
delle norme e dei principi stabiliti in
sede internazionale
anche ad un’attività di intervento
preventivo sui singoli intermediari reso
efficace da un’azione conoscitiva e
valutativa particolarmente intensa e
fortemente strutturata
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L’insegnamento delle crisi è che la libera
azione del mercato ha portato alla
produzione di strumenti finanziari di estrema
complessità di cui nessuno era in grado di
conoscere il contenuto, utilizzando gli spazi
non coperti dalle regole formali ma violando
le regole tecniche fondamentali oltre a
quelle dell’etica, in una visione speculativa,
di breve periodo del fare impresa.
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L`EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO LA