Anno XIII N. 25 Febbraio 2012
Segreteria tel.3336971959
Periodico dell’Associazione “Il Clan/Destino onlus”
Sede legale: Via San Giuseppe, 36 - 21047 Saronno VA
www.il-clan-destino.it scrivici@ il-clan-destino.it
Registrazione n° 07/02 del Tribunale di Busto Arsizio
Direttore Responsabile: Lucia Saccardo
IL CLAN/DESTINO
fuori dal centro
LE NOSTRE VOCI
“Alla tua salute …”
Cominciamo oggi per cambiare il domani
Il Gruppo FAREASSIEME di Saronno è nato su iniziativa degli
Operatori dell’ Unità Operativa di Psichiatria di Saronno, dei volontari
familiari e utenti, e le loro Associazioni e la Cooperativa dei Facilitatori.
A questo gruppo iniziale si sono aggiunte altre Associazioni saronnesi
quali ANPI, Ass. Centro Arti Orientali Saronno, AUSER, Banca del
Tempo, Centro Recupero Arti e Mestieri, D & M, Diabetici, GASusa,
Gruppo Alice, Gruppo Micologico, Le Stonate, LILT, Paolo Maruti, Pro
Loco, Saronno per Tutti, Shiatsu – do, Somsart, Tnb Swing Band,
UNICEF, UNITRE, LIONS CLUB – Saronno, Associazione Nazionale
Carabinieri, SOS di Uboldo, I.A.L. Lombardia, Tennis Club di Saronno.
Tutti assieme abbiamo promosso una tre giorni, da Venerdì 30
Settembre a Domenica 02 Ottobre, a cui abbiamo dato il titolo:
“Alla tua salute..”
dell’Ospedale di Saronno P. Valentini, il direttore del CESVOV
Ampollini, e Don V. Colmegna.
Tra un intervento e l’altro la neonata Band musicale, composta da
Valentina, Liliana, Simone, Christian e Massimo, sono intervenuti con
brani musicali inediti di loro creazione.
Sabato 1 Ottobre
dalle ore 8.30 alle ore 13,30: al Teatro dell’Arcivescovile seminario su:
“Ben - essere psico-fisico e inclusione sociale”. Riflessioni e
confronto tra utenti, familiari, volontari e operatori, con la presentazione
delle “buone pratiche” in psichiatria ed inclusione territoriale e sociale.
Nelle stesse ore, dalle 10 fino alle 18, da piazza San Francesco lungo
Corso Italia fino a piazza Libertà, si sono svolti intrattenimenti di varia
natura ed articolazione, che, sulla base dell’improvvisazione,
coinvolgevano i passanti.
Ovvero “…cominciamo oggi per cambiare il
domani.”
Partendo dall’idea che la vita
nelle città non è sempre così
vivibile: traffico, rumori, fretta,
problemi
legati
alla
convivenza. Anche le realtà
legate al mondo del lavoro,
dell’abitare e del tempo libero
sono sempre più critiche.
Spesso siamo giustamente
preoccupati per la nostra
salute, per la crisi economica,
per le barriere che rendono
difficile l’incontro dell’altro
(vicino
di
casa,
nuove
amicizie,
paura
della
violenza).
Il
gruppo
“Fareassieme” ha proposto
questo “evento cittadino” sul
Ben-essere che vuole essere
un segno di come i grossi
problemi si possano affrontare
e, forse, risolvere se ci mettiamo assieme per offrire proposte verso
possibili soluzioni. I problemi dei cittadini vanno affrontati di comune
accordo e solo le grosse concertazioni possono offrire ipotesi risolutive
che dipendono da tutti: dalle Istituzioni fino al più umile cittadino.
Questa manifestazione si è tenuta a di Saronno e ha voluto coinvolgere
i gruppi e le Associazioni interessate non tanto ad una presenza
formale di auto-promozione, quanto a promuovere iniziative intorno al
miglioramento del vivere comune. Una particolare attenzione è stata
dedicata ai giovani, proponendo in tutte le scuole di Saronno ( di ordine
e grado, pubbliche e private), un concorso di produzioni artistiche
(poesia, prosa, fotografia, pittura, musica) sul tema del Ben-Essere; la
premiazione delle opere ricevute si è svolta la Domenica pomeriggio a
conclusione dell’iniziativa.
Alla sera, dalle 21 alle 23, in P.za Libertà musica con la Tnb Swing
Band, che si è esibita in un repertorio di musica e balli Swing.
Il sintetico programma della tre giorni:
Venerdì 30 Settembre
ore 21.00: alla Sala Convegni dell’Istituto Padre Monti incontro sul
tema “Volontariato in festa”. Riflessioni sul volontariato e sulla
festa come forma di benessere sociale e presentazione dell’evento.
Sono intervenuti il Sindaco L. Porro, gli Assessori L. Valioni e C.
Cavaterra, l’Assessore Provinciale C. Campiotti, Il Direttore Sanitario
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Domenica 2 Ottobre:
Dalla mattina al pomeriggio continuazione delle attività del sabato: gare
e attività sportive e iniziative artistiche - espressive sul Ben - Essere.
Pomeriggio: dibattito in piazza sul tema “Star bene... dentro” con la
partecipazione di Mons. Rolla e G.Uboldi. Alta è stata la partecipazione
del pubblico a questa nuova esperienza, che è stata giudicata molto
interessante, in quanto tutti, credenti e non credenti, abbiamo nel
profondo di sé delle domande alle quali Ragione e Fede cercano di
dare delle risposte.
A seguire, conclusione con la premiazione finale degli elaborati degli
studenti che hanno partecipato al concorso scolastico.
Incontro del Venerdì sera
Le dimensioni del volontariato secondo Don Colmegna
(a cura di Franca Marchina)
5) Volontariato che COMBATTA LA CULTURA DELLA RICCHEZZA e
porti alla sobrietà, ad uno stile di vita più povero con maggior
riflessione e più spiritualità. Tale apertura all'altro ci aiuta a conoscere
meglio noi stessi e ci aiuta a diventare "uomini di rottura": rottura del
perbenismo e perfino dentro le istituzioni. Uomini capaci di
improvvisare soluzioni nuove senza però essere autoreferenziali.
Alla serata d'apertura della nostra 3 giorni abbiamo ascoltato con vero
interesse la visione di Don Colmegna sul volontariato. Egli ha
sintetizzato in cinque punti chiave il cammino che dovrebbe percorrere
ciascuno di noi volontari e valido in qualunque ambito di operatività.
1)
Volontariato inteso come FESTA perché vivere con gli altri dà
molte emozioni che ci aiutano a crescere e ad acquisire uno sguardo
diverso sulla realtà fino a percepire gli altri come risorsa.
2) Volontariato che rompe i muri dell'indifferenza aprendo ponti di
speranza. E' la dimensione della vera GRATUITA' che entra in tutti i
campi. Essa è un valore che dobbiamo custodire affinché non ci capiti
mai di chiederci "chi me lo fa fare?" .Anzi la gratuità dovrebbe diventare
il nostro stile di vita dove il disinteresse si fa "custode" del nostro
rapporto con l'altro.
3)
Volontariato che recupera il "VALORE DELLA PROSSIMITA' "
dando voce a chi non ha voce. E' un incontro con la "diversità" che
costruisce l'inclusione e porta una dimensione etica nella città. La
CITTA' INCLUSIVA per l'appunto che tiene conto della sofferenza
urbana e non allontana nessuno dal territorio in cui si trova a vivere e
ne salva i legami primari. Solo così l'etica si immerge nella dimensione
politica......
4) Un volontariato che dia il SENSO DEL VIVERE, del raccontarsi, del
raccontare e porti la centro i volti delle persone che avviciniamo.
Approccio del dialogo che scava dentro le difficoltà, sfida i limiti delle
istituzioni e inventa il futuro. Progetto straordinario che ci regala
maggior esperienza culturale ed accresce il nostro gusto del vivere.
Seminario del Sabato mattina
Benessere psico-fisico ed inclusione sociale
(a cura di Marco Goglio)
forme dello star bene ed in particolare di quei percorsi di inclusione
Il ben-essere psichico è quello che sta a cuore sia a noi medici che ad
sociale che hanno come tema lo sport, il tempo libero ed il lavoro.
ogni cittadino ma il ben-essere è tale solo se è un ben-essere che
coinvolge il corpo, lo spirito, il nostro modo di stare al mondo con gli
I contributi del sabato primo ottobre sono stati molti e molto ricchi a
altri.
partire dall’introduzione del dr. Balduzzi che ci ha offerto il proprio
vissuto storico varesino della riforma psichiatrica.
Per questo il gruppo Fareassieme, composto da operatori, utenti,
volontari e familiari, ha promosso un seminario dove parlare delle varie
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Gli interventi si sono susseguiti per tutta la mattina a partire da
esperienze sportive di calcio, volley e tennis, con contributi saronnesi
ma anche di realtà milanesi e comasche che favoriscono la
partecipazione di utenti ad attività sportive.
La sezione dedicata all’inclusione sociale è stata quella più ricca dei
contributi di utenti, di operatori, di volontari; questo aspetto mi sembra
un buon segno di qualità in quanto dimostra come sia elevata l’offerta
di occasioni sociali rivolta a persone con disagio psichico. Attraverso
tali percorsi si offre la possibilità di tornare padroni della propria
partecipazione sociale e frequentare ambiti di interesse come fa ogni
cittadino.
Ha chiuso i lavori della mattinata il problematico tema dell’inclusione
lavorativa. Pur nella difficile situazione odierna, che offre poche
possibilità lavorative ad ogni cittadino, abbiamo ascoltato alcune
esperienze che chiamerei eroiche (ALA Sacco, Facilitatori, percorsi di
tirocinio promossi dal CPS) che hanno come obiettivo l’offerta di
percorsi di avvicinamento al modo del lavoro fino all’inclusione
lavorativa finale lavorativa finale.
Gli utenti sono stati i protagonisti del seminario sia nella sua
conduzione come chairman, sia per i molti interventi, sia nell’intervista
finale dove il Presidente del Clan/Destino ha intervistato alcuni
Facilitatori Sociali, autori del testo: “Dottore non sono di psichiatria!”.
Lo slogan del seminario credo che si possa sintetizzare in: chi soffre di
un disagio psichico può tornare ad essere un cittadino attivo che
partecipa al benessere comune con altri cittadini.
A Trento per “Le parole ritrovate”
Una tre giorni … di cui parlare
(a cura di Simone Turetta)
Il fulcro del convegno era la “legge 181” , che altro non è che una
proposta di aggiornamento della famosa Legge 180 che ancora non è
stata applicata per intero. La legge 180 su certi punti era più che chiara
ma, per convenienza, o per pigrizia od altro si è trovata a scontrarsi
contro il non volere di una parte degli operatori del settore o per
carenze burocratiche. Per questi motivi la particolarità della “legge
181”, evidenziata al convegno, si trova nel fatto che non è partita
dall’alto ma viene dal basso, ovvero dalle associazioni di volontariato,
dei familiari e da quelle degli utenti anziché dagli operatori. Esiste
anche un problema che, in certe zone d’Italia, si praticano ancora
interventi che sembravano superati (es. elettroshock) e si hanno
esempi in cui i pazienti psichici condividono strutture con pazienti con
disabilità psicofisiche. Una cosa che mi ha lasciato sgomento è che,
una parte dei dottori presenti in sala, non sapeva niente della proposta
relativa alla 181 o ne era sfavorevole. Sono rimasto meravigliato
sentire un dottore pronunciarsi a favore della contenzione del TSO
lungo e delle sedazioni forzate. Roba da matti !! da mettersi le mani nei
capelli !! non sembrava essere nel 2011. Per concludere sebbene si
dica che la “181 sia la figlia della “180, ritengo che questo parto avrà un
lungo travaglio !
In tutto questo grosso dibattito io e Valentina siamo riusciti ad avere
uno spazio per poter leggere delle poesie e per accennare qualcosa al
riguardo del progetto della Band musicale del CRA che ormai è avviato
a pieno ritmo anche se ancora non abbiamo trovato un nome. Oltre a
questo ci sono state parecchie cose buone come cibo ed aria pulita.
Alloggiavamo in un agriturismo in montagna un po’ distanti dal centro e
la signora che lo gestisce è stata molto gentile con noi, ci ha fatto
mangiare in modo ottimo facendoci gustare anche prodotti tipici.
Abbiamo anche trovato qualche ora per fare un giro in centro e darsi
allo shopping che è sempre un toccasana e poi Trento l’ho trovata una
città magnifica, mi è spiaciuto non aver potuto visitare il Castello del
Buonconsiglio ed il Duomo per mancanza di tempo. Ora vi saluto,
spero di essere stato chiaro e, arrivederci al prossimo convegno.
A Trento il 6, 7 e 8 ottobre 2011 si è tenuto il 12° incontro nazionale
all’auditorium Santa Chiara dal titolo “Le parole ritrovate”, le buone
pratiche del fare-assieme nella salute mentale.
Era il primo convegno a cui partecipavo, quindi non sapevo cosa
aspettarmi e cosa avrei incontrato una volta arrivato.
Partiamo il 6 di buon’ora (sono un dormiglione patologico), proprio alle
6 !!, carichiamo sul furgone del CRA le poche cose che serviranno per
la bancarella del Clan/Destino ed andiamo incontro ad una città che
non avevo mai visitato a fare una cosa che non avevo mai fatto !!! Con
molti dubbi, ansie, perplessità … ma, il buon’umore generale, mi
contagia ed alla fine sono più che partecipe.
Arriviamo circa a metà mattinata ed i problema maggiore è il
parcheggio perché davanti all’auditorium tutti i posti papabili erano già
occupati da chi probabilmente veniva da più vicino o, prende alla
lettera, i termini alzandosi di buon ora !! Comunque troviamo un
parcheggio vicino, scarichiamo tutte le cose che ci servono (magliette,
cappellini, giornali e libri…) ed andiamo a “scavarci” un nostro angolino
all’interno della struttura. E’ successo che al ritorno dal pranzo,
qualcuno si era mangiato il nostro tavolo ?, ma ci aveva lasciato il
materiale. Recuperato il tutto ci siamo arrangiati con delle ottime
seggiole !
Devo confessare che non sapevo neanche molto sull’argomento e sul
perché si tenesse questo convegno, ma ascoltando in parte e
chiedendo sono riuscito a comprendere: del resto eravamo
accompagnati da 2 educatori di primordine (riconosco di essere un po’
adulatore). Gli altri ragazzi che facevano parte della spedizione erano
tutti simpatici ed attivi. Devo dire che ci siamo tutti dati da fare alla
“bancarella” e che ci siamo comportati bene riuscendo a vendere la
gran parte delle “cose” che abbiamo portato ed il ricavato è stato degno
di nota.
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ho tratto da questo e’ decisamente positivo. Mi ha colpito in particolar
modo la fiducia che hanno dimostrato gli interventi di utenti,familiari e
operatori nel confronto del miglioramento e in alcuni casi della
guarigione della malattia psichica esercitando, fra le tante cose, la
pratica ormai diffusa del fare assieme.
Nell’incontro ci sono stati anche momenti di piacevoli intrattenimenti
musicali di utenti provenienti da diverse parti d’Italia e c’e’ stato un
ampio dibattito, l’ultimo giorno del convegno, sulla legge 181 che apre
a un consolidamento e a un miglioramento della legge 180.
Ma il convegno non e’ stato solo questo. Lo stare insieme con i colleghi
del Clan/Destino durante il viaggio e nelle piacevoli ore trascorse
nell’agriturismo che ci ospitava e’ stata un’occasione per consolidare i
nostri rapporti e, per me, il piacevole incontro con Gianpaolo, che
alloggiava nella mia stessa camera, un motivo per scoprire un nuovo
caro amico.
Pensieri
a
partecipanti
ruota
libera
di
Mi chiamo Savini Aldo e frequento il CRA di Saronno come
semiresidente. Quest’anno mi hanno proposto di andare a Trento al
convegno nazionale delle “Parole ritrovate” ed ho accettato.
Il convegno è stato interessante c’erano più di mille partecipanti ed
ogni uno poteva dire la sua storia od opinione.
Massimo ha trovato alloggio sul Monte Bondone ed abbiamo potuto
gustare le leccornie locali, in oltre abbiamo venduto molti dei nostri
prodotti che avevamo portato (magliette, borse, capellini ma anche i
quaderni e diverse copie del libro dei facilitatori). Questi 3 giorni sono
stati molto belli ed interessanti ma, per me, anche molto stancanti.
altri
Luciano Lisi E’ la prima volta che vado con gli amici del Clan/Destino
all’incontro nazionale sulle Parole ritrovate a Trento. L’esperienza che
A Porlezza “Prevenire è formare”
Azioni concrete di prevenzione del disagio psichico, di integrazione sociale e di
lotta allo stigma
(a cura di Massimo Airoldi)
con calma, intelligenza, rassicurando e mettendo a loro agio gli
studenti, di gran lunga emozionati e ansiosi, di fronte ad un arbitro
“vero” o ad un microfono e una telecamera “veri”.
Il 17 e 18 ottobre 2011, siamo stati invitati dai colleghi di Como, a
partecipare come docenti ad un corso formativo, all’interno del loro
progetto di sensibilizzazione e prevenzione del disagio psichico in
ambito scolastico. L’intento era di far acquisire ai partecipanti al corso
le competenze riguardo a nuove metodologie di prevenzione, disagio
mentale, integrazione sociale e lotta allo stigma, sperimentando attività
sportive in un’ottica di aggregazione, integrazione e divertimento. Il
corso, rivolto a studenti delle classi superiori, prevedeva un momento
di formazione frontale teorica e una seconda parte pratica, dove
ciascuno era coinvolto direttamente e messo alla prova.
Ed è in questa seconda parte che si colloca il nostro intervento, nella
scuola Alberghiera di Porlezza, assieme agli studenti delle classi
quinte, agli utenti del DSM e ai soci delle associazioni Polisportiva
Global Sport Lario - Como, e Polisportiva “Bellaria-Capuccini” di
Pontedera (PI).
L’organizzazione prevedeva la partecipazione tutti assieme (studenti,
pazienti, operatori), suddivisi in squadre miste, contraddistinte da
maglietta colorata e logata per l’occasione , ad un torneo sportivo di
Calcio e Pallavolo e presentazione di attività sportive come Judo e Tiro
con l’arco. Gli incontri erano gestiti e diretti da alcuni pazienti “esperti e
competenti”, ciascuno in una mansione sportiva. Da parte nostra noi
abbiamo organizzato, in parallelo, due sessioni speciali: la prima
“Arbitro… non solo cornuto!” - simulazione dei compiti e responsabilità
di un arbitro di calcio- ideata e condotta da Edoardo Piazza e la
seconda “L’angolo dell’intervista”- raccolta di riflessioni sull’esperienza
in atto, attraverso domande a ciascun partecipante, con tanto di
microfono e telecamera- ideata e gestita da Valentina Danielis. Il tutto
si svolgeva contemporaneamente, secondo un sistema articolato e
regolato da precise scansioni temporali, che permetteva alle squadre di
ruotare e partecipare a tutte le sessioni e occupava l’intera mattinata.
Il tutto è stato documentato, registrato e ripreso e sarà pubblicato sul
sito del Provveditorato.
Inoltre non sono mancati momenti di relax, tra cui un bel giro turistico in
compagnia dei comaschi, per i monti appena sopra Porlezza, borghi e
valli e tornanti, dal paesaggio beneficante.
E siamo tornati a
casa, stanchini ma più “pesanti” di quella
consapevolezza di poter giocare anche altri ruoli, oltre quello del
paziente fruitore di servizi. E cioè quello di essere anche attori e
protagonisti e produttori di cose sane e buone e belle per gli altri, con
pari dignità, a dimostrazione che anche in psichiatria si possono fare
“buone pratiche” a favore dei giovani e della loro formazione, per una
nuova tolleranza della diversità.
L’esperienza è stata molto interessante e originale. L’impegno è stato
notevole per i nostri “eroi”, ma hanno saputo reggere brillantemente il
loro compito, dall’inizio alla fine, e sono stati da tutti molto apprezzati.
Io stesso sono rimasto favorevolmente colpito dall’estremo impegno e
serietà con cui Edo e Valentina hanno svolto dal primo all’ultimo minuto
il loro ruolo. Sottolineo la loro totale autonomia, direttamente a contatto
coi gruppi di ragazzi, da soli, a svolgere ed affrontare con grande
senso del dovere e di responsabilità (io avevo un ruolo solo esterno e
marginale). E posso assicurare che non era per niente facile: diversi
sono stati i momenti problematici e i comportamenti inattesi o imprevisti
dei ragazzi, ma loro, Edo e Vale, hanno saputo affrontare ogni difficoltà
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Pranzo in mensa scolastica, rallegrato dalle chiassosissime voci dei
bimbi della vicina Scuola Media, facciamo una gita in auto, inoltrandoci
nella vicina valle.
Piacevolmente scopro paesaggi di rara bellezza che mai avrei pensato
di vedere in quella zona. Per fortuna o purtroppo non è
sufficientemente pubblicizzata come si dovrebbe per cui non è stata
deturpata dal turismo e la valle si può ancora ammirare nella sua
naturalezza, aspetto non usuale nella nostra Italia. La sera partecipo a
una cena ufficiale ed ho la possibilità di confrontarmi con gli amici di
Pontedera e, mentre parlano, gli invidio per il loro dialetto toscano dai
toni molto spiccati.
La
seconda
giornata prosegue
con un miglior
discernimento
della
tempistica
degli interventi, e il
tutto si conclude
con la premiazione
finale
nel
palazzetto
sportivo.
Rientro a casa
contento, per aver
parlato di sport,
per non essere
stato tacciato (almeno una volta) di “arbitro cornuto” ma sono stato
considerato una persona comune innamorata del calcio e con la
passione per l’arbitraggio. Sono soddisfatto anche per lo stile nei
rapporti interpersonali che ho trovato, ed ho verificato, una volta
ancora, che lo sport unisce tutti senza stigma o differenze sociali.
Questo non è poco, in una società, dove spesso si perdono i valori ma
che non può sostituire la freschezza e la forza dei sentimenti veri che,
nonostante tutto e tutti, non muoio mai. Per finire voglio ringraziare per
la loro compagnia Massimo e Valentina, miei splendidi compagni in
una due giorni che difficilmente dimenticherò.
Alla faccia del “cornuto”.
(a cura di Edoardo Piazza)
E’ una Domenica sera diversa dal solito, niente calcio in TV. Si arriva
giusto in tempo per la cena. Una splendida Luna un ramo davvero
incantevole del lago di Lugano. Rivedo i miei monti. Passano gli anni
ma Porlezza rimane intatta nell’ostentare le bellezze tipiche di un
piccolo borgo lacustre. Come arbitro ho girato molto, ma non ero mai
stato in un residence, una struttura moderna e confortevole. Unico neo:
la TV non va!
Una
pizza
veloce e ci si
prepara per il
giorno dopo.
La mattina mi
ritrovo
in
un’aula
scolastica,
dove
si
susseguono
tre squadre,
ciascuna
divisa in due
sottogruppi,
munite
di
vistose magliette colorate, alle quali illustro la stesura di un rapporto di
una gara di calcio.
Le “formazioni” sono composte di operatori, studenti, utenti delle
strutture del DSM di Como, in collaborazioni con i colleghi di Pontedera
(PI). Mentre espongo le mie tesi, sono confortato da un interessamento
tangibile anche da parte di chi raramente mastica attività sportive e
tantomeno di calcio. La cosa mi gratifica e mi permette di dare il meglio
di me.
Band Musicale: “La Nuova Risonanza”
La nostra musica vuole ricomporre il suono di parole antiche,
sprofondate nel silenzio oscuro della sofferenza.
(a cura di Massimo Airoldi)
creatività. Per questa operazione avremo il supporto di alcuni
amici professionisti nel campo dell’editing e del mastering
musicale e artistico, al fine di elaborare un prodotto di qualità
professionale capace di competere sul mercato nazionale. Il
confezionamento del format finale del CD prevede anche la
collaborazione di altri utenti, per l’impostazione grafica ed i
contenuti del libretto illustrativo allegato. Al termine l’intero
prodotto sarà regolarmente depositato per la tutela del diritto
d’autore.
All’origine di tutto questo è stato il felice incontro fra Massimo e
Christian, un anno fa. Il primo, da 13 anni educatore – musico terapista
della UOP, il secondo giunto lo scorso anno come psicologo
specializzando ma attivo ed evoluto musicista; ambedue accomunati
dalla voglia di sperimentare ed elaborare nuove vie di cura con la
musica. La medesima intuizione, venuta con tempi e sfumature e da
strade diverse, li trova ora “legati” da questo progetto elaborato
assieme, nato ed iniziato prima nel cuore e solo dopo nella testa, come
spesso capita per le grandi passioni che hanno a che fare con l’Arte.
Col nostro progetto vorremmo creare uno spazio tale in cui questo
nucleo creativo, parte integrante della storia e del funzionamento
personale, possa trovare modo di rielaborare il proprio materiale
interno, ridandogli voce, suono e forma, creare “nuove risonanze”
appunto, per poterlo riconoscere e riappropriarsene, per poi poter
comunicare. Sollecitando così il desiderio alla bellezza ed il beneficio al
benessere, tipico dell’esperienza artistico – estetica. riattivando la
propria identità e autostima.
La Band si rivolge alle persone con disagio psichico che hanno
spiccata tendenza all’espressione artistica e musicale, una franca
motivazione al progetto che permetta di esporre la propria identità
storica, affettiva e artistico musicale, un vissuto storico effettivamente
legato ad esperienze musicali o simili (musica, canto, ritmi, danza,
poetica ). Favorendo l’inclusione sociale, coerente coi principi
dell’empowerment e della recovery della persona, linee guida della
riabilitazione psicosociale attraverso la creazione di un “vero” gruppo
musicale, composto da persone con disagio psichico, che abbiano già
un’attitudine artistico musicale o delle competenze musicali (cantare,
suonare, scrivere testi). Questo vogliamo realizzarlo concretamente
attraverso una grande ambizione:
 La produzione di un disco di canzoni inedite e la sua vendita sul
mercato musicale. Il materiale (musiche e testi) sarà
esclusivamente quello che le persone con disagio psichico
producono per sé stessi e che vorranno offrire liberamente,
appartenente al loro mondo interno e all’esercizio della loro

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Realizzare esibizioni pubbliche, con partecipazioni ad eventi
pubblici e privati (convegni, manifestazioni, collaborazioni su
invito,ecc.) ma progettiamo anche la realizzazione di un intero
spettacolo auto-prodotto, in collaborazione con altre forme di
spettacolo, in uno stile di ricerca e sperimentazione.
Le prove ci impegnano molto: due volte alla settimana, dalle 16 alle 19,
tre ore filate durante le quali nessuno esce a fumare e nemmeno va in
bagno (!)
Questa nostra avventura è iniziata nel settembre 2011. Il gruppo, a
tutt’oggi, è formato da 3 pazienti e due operatori e altri due pazienti in
arrivo. Inoltre hanno collaborato con noi tre musicisti e un tecnico
mastering.
Da allora abbiamo prodotto 6 canzoni finite, 4 basi masterizzate, 2
brani recitati. Abbiamo partecipato a tre rappresentazioni pubbliche e
ad una presentazione congressuale con grande successo. In cantiere
ci sono due brani in elaborazione e altri cinque testi in lista d’attesa,
scritti da due pazienti.
La parola chiave è “Noi”. In gruppo si fa tutto assieme: si decide, si
sceglie, si modifica, si confronta, si progetta, si costruisce, si prova ed
alla fine si crea.
Ogni minima cosa passa solo se è condivisa, compresa e maturata tra
tutti del gruppo, altrimenti si aspetta. Non abbiamo fretta, né affanni, ci
muoviamo “a piccoli passi”, al nostro passo, col nostro fiato, unico ma
inarrestabile. È una ginnastica alla tolleranza ed ai tempi dell’altro tra
gli altri.
Pensiamo di coinvolgere nei nostri progetti anche altre persone, del
campo musicale e non, ma che giochino le loro varie competenze,
offrendo il loro contributo per il confezionamento intero del prodotto
finale (spettacolo, scenografie, album, copertina e testi del CD-book,
foto, video, sito internet, ecc…).
Da ultimo.…. ci stiamo accorgendo ( Massimo e Christian) che siamo
proprio fortunati: questa speciale esperienza fa bene anche alla nostra
anima, ci divertiamo, agiamo la nostra creatività, viviamo la nostra
passione, siamo noi stessi, liberi di incontrare e di creare, viviamo
emozioni uniche che hanno a che fare col nostro mondo interno e ..…
questo gruppo se ne prende cura !!!
Così come si aggiungeranno anche altri collaboratori, amici musicisti o
tecnici i cui destini si sono incrociati in passato con noi, che potranno
offrire le loro capacità,il loro tempo e il loro desiderio a partecipare,
magari anche ad una sola parte di un solo brano, ma regalando quel
“suo tocco” unico, che fa la differenza.
La gioventù non ha età
(a cura di Gigi per conto di tutti gli iscritti all’As.V.A.P. 4)
NICOLINI la onnipresente presidentessa dell’As.V.A.P. 4, dalle 8 del
mattino fino a sera la trovi ovunque e non è mai stanca; anzi col suo
incedere ci precede tutti, ovunque si vada e, per chi rimane indietro,
sono problemi suoi o di altri, Lei sempre avanti va.
Forse pochi sanno del suo lato sconosciuto che si
chiama “appetito”, Lei non ha mai fame, si è sempre preparato troppo
da mangiare, le porzioni sono troppo abbondanti ma al dunque … è la
prima ad iniziare e l’ultima a finire “la testa sollevò dal fiero pasto…”
Scherzi a parte se non ci fosse, la dovremmo
inventare, il 6 Febbraio di quest’anno ha compiuto 80 anni mentre si
trovava in Salvador, dopo essere stata alcuni giorni in una missione in
Guatemala. Questo perché a Lei le distanze non guastano e, quando è
tornata, non è rimasta a casa neppure un giorno per riposare, Giovedì
9 era già in giro in bici (temperatura - 4°) alle 9 del mattino dopo esser
arrivata la sera precedente con un viaggio di molte ore.
Nella sera del 13 con molti altri amici della nostra Associazione ci
siamo trovati per festeggiarla in modo adeguato. Oggi Il Clan/Destino,
a nome di tutti coloro che lo frequentano, Le dice: “auguri di buon
compleanno Elisa, continua così e non ti fermare” !!!
Non possiamo dire che è nata una stella, ma
possiamo dire che una stella molti, ma molti e molti anni fa ha iniziato i
suoi primi passi parlando con tutti quelli che incontrava. Quel vizio o
meglio, questo suo modo di fare, continua anche oggi dopo aver
martoriato per quasi quarant’anni intere generazioni di giovani studenti
o lavoratori alle quali forse “del mezzo del cammin di nostra vita….”
non interessava molto. Ma a Lei no ! si doveva sapere ! Ora molti di
quei giovani divenuti padri o madri quando la incontrano per la via la
salutano con rispetto ed ammirazione, nonostante tutto quello che
hanno dovuto sopportare, ma la sua simpatia e sincerità ha conquistato
tutti e non l’abbandona mai.
Anche a noi oggi capita di doverla ascoltare e
spesso sbuffiamo, ma poi ci accorgiamo che è vera e il suo sorriso
aperto e schietto ci fa passare tutto. Chi meglio di Lei conosce tutte le
persone che si vedono per via a Saronno e possono dare un aiuto alla
nostra causa ?? Naturalmente stiamo parlando della nostra ELISA
Pag. 6
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Giornale Nr. 25 Novembre 2011