APOSTOLATO UNIVERSALE - Continuità e sviluppo
Rivista semestrale dell’Istituto S. Vincenzo Pallotti - Roma
Anno XII - n. 24/2010, pp. 8-16.
STORIA
JOHN HENRY NEWMAN
E VINCENZO PALLOTTI,
APPUNTI SUL LORO LEGAME
Jan Kupka SAC
Istituto S. Vincenzo Pallotti di Roma
Roma, 19 settembre 2010
1. BREVI CENNI BIOGRAFICI
DI JOHN HENRY NEWMAN1
John Henry Newman nacque a Londra il 21 febbraio 1801. Nel 1808 iniziò a frequentare la
scuola di Ealing, dove manifestò una notevole intelligenza. In questo periodo, sotto l’influsso di
Walter Maser, pastore calvinista, maturò una fede orientata dai principi protestanti. Nel 1817 entrò
nel Trinity College di Oxford.
Il 29 maggio 1825 fu ordinato sacerdote anglicano. Il 14 marzo 1828 divenne parroco nella
chiesa universitaria di St. Mary, dove svolse un’intensa attività pastorale, soprattutto mediante la
predicazione.
Nel 1832 accompagnò Richard Hurrell Froude in un lungo viaggio nell’Europa meridionale,
visitando Roma, Malta, Corfù e la Sicilia. In questo viaggio incontrò per la prima volta, nel Collegio
Inglese di Roma, Nicholas Wiseman. Ritornò in Inghilterra il 9 luglio 1833. In questo periodo ebbe
inizio il Movimento di Oxford di cui J. H. Newman divenne la figura più rappresentativa.
Dal 1833 al 1841 Newman, Froude, Keble, Pusey e Palmer pubblicarono “Tracts for the
Times”. Dei 90 saggi pubblicati J. H. Newman ne scrisse 26. Nel “Tract 90" egli cercò di interpretare
i 39 articoli della Chiesa Anglicana in un’ottica cattolica. Ciò gli valse la condanna da parte
dell’“Hebdomadal Board” dell’Università di Oxford e venne sconfessato da 42 vescovi anglicani. J.
H. Newman rinunciò alla parrocchia universitaria di St. Mary e il 9 aprile 1842 si ritirò con alcuni
amici a Littlemore, dove maturò la sua conversione alla Chiesa cattolica.
Il 9 ottobre 1845 John Henry Newman fu accolto nella Chiesa cattolica-romana dal padre
Domenico Barberi (Domenico della Madre di Dio), passionista italiano. Il 22 febbraio 1846 lasciò
Littlemore e si trasferì a Maryvale, Old Oscott presso Birmingham.
Nel settembre del 1846, assieme ad alcuni compagni, anch’essi anglicani convertitisi al
cattolicesimo, partì per Roma fermandosi a Milano. Nel novembre iniziò a frequentare i corsi al
Collegio Urbano di Propaganda Fide e a prepararsi all’ordinazione sacerdotale. Nel gennaio 1847
prese la decisione di diventare Oratoriano. Il 30 maggio 1847 ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle
mani del cardinale Giacomo Filippo Fransoni. In seguito, assieme a sei compagni iniziò il noviziato
presso l’abbazia di Santa Croce, dove studiò le Costituzioni, la spiritualità e le tradizioni dell’Oratorio
di san Filippo Neri.
Alla fine del 1847 tornò in Inghilterra. Il 2 febbraio 1848 fondò il primo Oratorio in Inghilterra,
con sede a Maryvale. In seguito la comunità si spostò prima a St. Wilfrid, poi a Birmingham e infine,
1
Cfr. Antonio Piolanti, Newman John Henry, in Enciclopedia Cattolica, vol. VIII, Città del Vaticano 1952,
p. 1800; cfr. anche Giovanni Velocci, Newman, in Bibliotheca Sanctorum, Prima appendice, Città Nuova Editrice,
Roma 1987, pp. 965-970.
nel 1854, a Edgbaston. Nel 1854 J. H. Newman fu nominato rettore dell’Università Cattolica di
Dublino, carica che ricoprì per quattro anni. Nel 1878, il Trinity College di Oxford lo elesse come
suo “first honorary fellow”.
Il 16 aprile 1879 partì per Roma, dopo aver ricevuto la notifica della nomina a Cardinale. Il 12
maggio fu creato Cardinale da papa Leone XIII. Il neo Cardinale scelse come motto cor ad cor
loquitur (il cuore parla al cuore), cioè comunicare con la semplicità e la cordialità di un amico
l’esperienza di Dio.
Il giorno di Natale del 1889 celebrò in pubblico l’ultima Messa. Morì a Edgbaston l’11 agosto
1890. La targa posta sulla sua tomba contiene le parole che aveva scelto: Ex umbris et imaginibus
in veritatem (dall’ombra e dai simboli alla verità).
Nel 1986 iniziò il processo di beatificazione di John Henry Newman. Il 22 gennaio 1991
Giovanni Paolo II ha proclamato l’eroicità delle sue virtù. Il 19 settembre 2010 a Birmingham,
durante il suo viaggio apostolico in Inghilterra, Benedetto XVI lo ha elevato agli onori degli altari.
La memoria liturgica del beato John Henry Newman è stabilita per il 9 ottobre, l’anniversario della
sua conversione al cattolicesimo avvenuta nel 1845.
2. I LEGAMI DI JOHN HENRY NEWMAN
CON VINCENZO PALLOTTI
2.1 Contemporanei
John Henry Newman (1801-1890) e Vincenzo Pallotti (1795-1850) vissero nello stesso periodo
storico. J. H. Newman è nato a Londra il 21 febbraio 1801 ed è morto a Edgbaston l’11 agosto 1890.
Vincenzo Pallotti invece è nato a Roma il 21 aprile 1795 ed è morto a Roma il 22 gennaio 1850. Nel
corso della sua vita il Pallotti non ha mai fatto viaggi fuori dall’Italia. Non era quindi possibile che
incontrasse J. H. Newman in un altro luogo che a Roma2. J. H. Newman invece, durante la sua vita,
ha fatto quattro viaggi in Italia. Nel primo viaggio del 1832-1833 accompagnò Richard Hurrell
Froude nell’Europa meridionale, visitando Roma, Malta, Corfù e la Sicilia. Il secondo viaggio a
Roma lo ha compiuto nel 1846 per completare i suoi studi in vista dell’ordinazione sacerdotale.
Assieme al suo amico Ambrose St. John, è partito verso l’Italia nel settembre, fermandosi a Milano.
A Roma arrivò il 26 ottobre 1846. Il suo soggiorno a Roma perdurò fino alla fine del 1847 (il 2
febbraio 1848 fu inaugurato l’Oratorio in Inghilterra). Per la terza volta J. H. Newman si recò a
Roma agli inizi del 1856. Questa volta arrivò in qualità di Superiore dell’Oratorio, volendo che le
autorità romane decidessero certe controversie sulla Regola oratoriana. La quarta volta, infine, arrivò
a Roma il 24 aprile 1879 per ricevere da Leone XIII la beretta cardinalizia e vi si fermò per sei
settimane3.
Da questa presentazione delle date emerge che un possibile incontro di John Henry Newman
con Vincenzo Pallotti poteva aver avuto luogo nel periodo del suo secondo soggiorno a Roma, cioè
dal 26 ottobre fino agli ultimi giorni del 1847. Da escludere sarebbe il periodo del terzo viaggio di
J. H. Newman a Roma agli inizi del 1856. In quell’anno Vincenzo Pallotti non era più in vita, era
morto il 22 gennaio 1850. Si dovrebbe prendere in considerazione anche il primo viaggio di J. H.
Newman in Italia negli 1832-1833. Dalle notizie sul soggiorno a Roma risulta che nel 1833 J. H.
2
Cfr. Francesco Todisco SAC (a cura), San Vincenzo Pallotti, profeta della spiritualità di comunione, Società
dell’Apostolato Cattolico, Roma 2004, pp. 808.
3
Cfr. Karel Kasteel, Il Cardinale Newman e Roma, in “Oratorio di S. Filippo Neri”, Bollettino d’Informazione
e d’Invito, anno XIX, n. 1, gennaio 1962, pp. 1-4,
Newman incontrò Nicholas Wiseman4, il rettore del Collegio inglese, nominato a quell’incarico nel
1829. Sarebbe quindi possibile un incontro di Vincenzo Pallotti con J. H. Newman, perché già in quel
tempo il Pallotti conosceva N. Wiseman. Non abbiamo però nessuna traccia sull’incontro dei nostri
protagonisti nel 1833.
2.2 Lettera postulatoria di John Henry Newman
Nella storiografia pallottina è conservato un documento di grande importanza relativo al
rapporto tra John Henry Newman e Vincenzo Pallotti, cioè la lettera postulatoria del 7 marzo 1882.
La lettera è scritta in latino e la firma è autografa del cardinale John Henry Newman (cfr. la fotografia
inserita in questo contributo) 5 . Il testo di questa lettera è inserito negli atti del processo di
beatificazione e di canonizzazione di Vincenzo Pallotti6 che è stato aperto il 18 febbraio 1852 con
l’autorizzazione del cardinale Vicario Costantino Patrizi7. Qui di seguito riportiamo il testo di questa
lettera postulatoria in italiano, tradotta dalla Redazione.
“Beatissimo Padre,
il cardinale John Henry Newman, umilmente prostrato ai piedi di Vostra Santità, con urgenza grande urgenza - chiede affinché per la maggior gloria di Dio e per l’edificazione dei fedeli e in
particolare del clero secolare e regolare, si degni di istituire con la Sua suprema autorità la
Commissione per introdurre la causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio, Vincenzo
Pallotti, prete romano e fondatore della Pia Società delle Missioni Cattoliche.
Benché lo abbia conosciuto poco di persona, tuttavia da una visita che gli feci a Roma, quando
era vivo, ne ricavai un senso di grande santità sia dal suo venerando aspetto sia dalle sue parole. Tale
stima di santità, diffusa dappertutto dalla fama delle virtù eroiche del Servo di Dio, fu ampiamente
confermata da me.
Le opere, in particolare quelle di carità e di zelo apostolico, confermano splendidamente la
santità del Servo di Dio. Egli ha fondato a Roma la sopramenzionata Società contro i velenosi errori
del presente secolo: e questo Istituto si è diffuso anche in Inghilterra, e cioè a Londra, presso la
chiesa di San Pietro Apostolo, che il Servo di Dio ha costruito per tutti, ma soprattutto per gli
abitanti italiani di questa grande città: due missioni sono già partite da quel luogo, una per la città di
Ipswich nella diocesi di Northampton, e l’altra a Hastings, nella diocesi di Southwark, entrambi con
molto grande vantaggio per le anime.
Queste cose, Beatissimo Padre, hanno spinto il sottoscritto a formulare con fiducia questa
umile domanda indirizzata al trono di Vostra Santità, insieme alle suppliche degli Eminentissimi
Cardinali, Vescovi e altri uomini illustri.
Chiedendo umilmente l’Apostolica Benedizione in questa occasione, con tutta la deferenza
dovuta il sottoscritto firma la presente richiesta.
Birmingham, 7 marzo 1882.
Il più umile, devoto e obbediente Servo e Creatura
John H. Cardinale Newman”.
Il testo della lettera postulatoria contiene alcune informazioni sul rapporto del cardinale John
4
Nella biografia su John Henry Newman si afferma che quest’incontro è avvenuto sabato 6 aprile 1833, cfr.
Ian Ker, John Henry Newman, a biography, Oxford University Press, Oxford-New York 1988, p. 69.
5
La fotografia della lettera è conservata nell’archivio dell’Istituto Pallotti (M/0824).
6
Cfr. Romana beatificationis et canonizationis Servi Dei Vincentii Pallotti sacerdotis institutoris Piae
Societatis Missionum, Positio super introductione causae, ex Officina Libraria Bernardi Morini, Romae 1886, Epistolae
postulatoriae, V. Eminentissimi ac Reverendissimi Cardinalis Newman, pp. 6-7.
7
Cfr. Francesco Todisco SAC (a cura), San Vincenzo Pallotti, profeta, op. cit., pp. 743-744.
Henry Newman con Vincenzo Pallotti che qui di seguito si vuole mettere in evidenza e chiarire in
alcuni punti.
Prima di tutto si deve sottolineare che J. H. Newman ha scritto questa lettera nel 1882. Parlava
quindi in veste di cardinale (ha ricevuto la porpora cardinalizia nel maggio 1879). Dalla scomparsa
del Pallotti sono passati 32 anni (il Pallotti è morto nel 1850). Era quindi ovvio che con il passare del
tempo il cardinale Newman non si ricordasse tutti dettagli del suo legame con il Pallotti. Si poteva
capire la sua preoccupazione quando nel 1871 don Raffaele Melia, compagno di Vincenzo Pallotti,
lo sollecitava a scrivere questa lettera. Il 28 gennaio 1871 John H. Newman così scriveva a don
Melia: “So quale uomo santo fosse Padre Pallotti, ma vorrei averlo così conosciuto di persona per
essere in grado di soddisfare lo scopo per cui lei mi ha scritto riguardo a lui”8.
Nella lettera postulatoria il cardinale Newman usa il titolo “Servo di Dio” e non quello di
“Venerabile” che sarebbe spettato a Vincenzo Pallotti in seguito al decreto sulla costituzione della
Commissione per l’introduzione della Causa, firmato da Leone XIII il 13 gennaio 18879. La persona
di Vincenzo Pallotti non era sconosciuta a papa Leone XIII, perché lo ha incontrato già nel 1846
prima della nomina a nunzio apostolico del Belgio10.
Le informazioni inserite nel testo della lettera postulatoria confermano una buona conoscenza
da parte del cardinale Newman sia della persona di Vincenzo Pallotti sia della sua Opera
dell’Apostolato Cattolico, fondata a Roma nel 1835 con il nome di “Unione dell’Apostolato
Cattolico”. Egli parla del Pallotti come “prete romano e fondatore della Pia Società delle Missioni”,
il nome che la fondazione del Pallotti aveva dal 1854. Egli menziona anche che la fondazione del
Pallotti è presente a Londra presso la chiesa di san Pietro Apostolo, costruita con l’impegno del
Pallotti per gli emigranti italiani. Da questo centro si è poi diffusa ad altre città come Ispwich e
Hastings.
Infatti, la missione pallottina di Londra aveva avuto tra i primi sacerdoti dei veri apostoli tra
gli emigrati italiani: Raffaele Melia e Giuseppe Faa’ di Bruno. Vincenzo Pallotti decise di inviare a
Londra un sacerdote della sua comunità, don Raffaele Melia (1804-1876)11 che arrivò a destinazione
il 23 settembre 1844. Nel 1846 partì da Roma per Londra un altro sacerdote, don Giuseppe Faa’ di
Bruno (1815-1889)12. La chiesa italiana di Londra, chiamata San Pietro, fu ufficialmente inaugurata
il 20 febbraio 1863 e diventò un centro di assistenza spirituale, morale, finanziaria e sociale degli
emigranti italiani.
2.3 La testimonianza di John Henry Newman
8
L’autografo della lettera del 28 gennaio 1871 di John H. Newman a don Raffaele Melia è conservato
nell’archivio dell’Istituto Pallotti (M/0824-3). Il testo inglese del passo citato è il seguente: “I know how saintly a man
Fr. Pallotti was, but I wish I had so known him personally as to be able to satisfy the purpose for which you have
written to me about him”.
9
Cfr. Francesco Todisco SAC (a cura), San Vincenzo Pallotti, profeta, op. cit., p. 745.
10
Cfr. Innocenzo Sannibale, Vescovo di Gubbio, Deposizione stragiudiziale (3 febbraio 1879), trascrizione
conservata nell’archivio dell’Istituto Pallotti (M/0503-1).
11
Raffaele Melia nacque a Roma nel 1804. Incontrò il Pallotti nel 1818 e fu ordinato sacerdote nel 1825. Fino
al 1844 lavorò nella Congregazione di Propaganda Fide. Nel 1844 fu mandato a Londra per il ministero pastorale fra
gli emigrati italiani. Dal 1856 al 1862 fu Rettore Generale dell’Opera del Pallotti, chiamata dal 1854 “Pia Societas
Missionum”. Morì a Roma l’11 novembre 1876, cfr. Domenico Pistella SAC, Don Raffaele Melia, primo compagno
di san Vincenzo Pallotti, in “Regina degli Apostoli”, periodico della Provincia italiana Società dell’Apostolato
Cattolico, anno XLVII, n. 4, dicembre 1985, (I parte), pp. 6-15; anno XLVIII, n. 1, marzo 1986, (II parte), pp. 7-19.
12
Giuseppe Faa’ di Bruno nacque ad Alessandria il 17 febbraio 1815 e fu ordinato sacerdote il 10 marzo 1838.
Venuto a Roma, nel 1845 si è unito al Pallotti che lo inviò a Londra l’8 dicembre 1846. È morto a Roma il 18 aprile
1889, cfr. Domenico Pistella SAC, Don Giuseppe Faà dei marchesi Di Bruno, missionario apostolico, V Rettore
Generale SAC, in “Regina degli Apostoli”, periodico della Provincia italiana Società dell’Apostolato Cattolico, anno
XLVI, n. 4, Roma 1984, pp. 8-25.
sull’incontro con Vincenzo Pallotti
John Henry Newman giunse a Roma nell’ottobre 1846 con alcuni compagni per frequentare
i corsi ecclesiastici al Collegio Urbano in vista dell’ordinazione e vi rimase fino al 31 dicembre 1847.
Il 9 novembre 1846 iniziò l’anno accademico al Collegio di Propaganda. A Roma, J. H. Newman
frequentò le lezioni e dedicò il tempo a conoscere la città, professori, congregazioni religiose e
diverse persone. Nel suo diario ha annotato che la sera dell’11 gennaio 1847 andò a sant’Andrea
della Valle per ascoltare il sermone del teatino Gioacchino Ventura. A sant’Andrea della Valle era
anche presente il 13 gennaio. In quel giorno il papa Pio IX si recò all’improvviso a sant’Andrea della
Valle e pronunciò un commovente discorso 13 . Questi infatti erano i giorni della celebrazione
dell’Ottavario dell’Epifania organizzato da Vincenzo Pallotti e Pio IX partecipò alla conclusione il
13 gennaio 184714 . Nelle notizie di J. H. Newman non troviamo nessuna menzione su Vincenzo
Pallotti come istitutore e organizzatore dell’Ottavario dell’Epifania.
Nel gennaio del 1847 John Henry Newman fece visita all’Oratorio Romano di Santa Maria in
Vallicella che suscitò in lui un profondo interesse. Ciò si nota dalla lettera del 14 febbraio 1847
indirizzata al cardinale Giacomo Filippo Fransoni, prefetto di Propaganda Fide, in cui presentava il
progetto del futuro Oratorio inglese15. Il 14 febbraio 1847 scrisse anche una lunga lettera al vescovo
Nicholas Wiseman, in cui rispondeva ad alcuni suggerimenti datigli dallo stesso N. Wiseman nella
lettera del 27 gennaio. Proprio in questa lettera del 27 gennaio 1847 - come annota l’editore Charles
Stephen Dessain - N. Wiseman raccontava l’incontro con Vincenzo Pallotti che ebbe prima della sua
ordinazione vescovile: alla vigilia della mia consacrazione, stavo passando un periodo di afflizioni e
mi sono rivolto a Vincenzo Pallotti per avere un consiglio. Ed egli mi disse: “non troverà pace finché
non avrà istituito in Inghilterra un Collegio per la Propagazione della Fede (simile a quello di
Propaganda)”16. Questo incontro è descritto in modo dettagliato nella biografia sul cardinale Herbert
Vaughan, fondatore dei Missionari di Mill Hill17.
A questo punto si può affermare che sia stato proprio il vescovo Nicholas Wiseman a suggerire
a J. H. Newman di avvicinare a Roma Vincenzo Pallotti. Di ciò abbiamo la conferma nella lettera del
20 febbraio 1847 di Raffaele Melia in cui sollecitava Vincenzo Pallotti affinché prendesse contatti con
J. H. Newman in Roma. Egli scriveva: “Monsignore Wiseman mi ha detto che bramerebbe che V.
R. parlasse col Sig. Newman a Propaganda, perciocché il Sig. Newman non avendo ancora
determinato quale istituto abbracciare, potrebbe essere che preferisse quello dell’Apostolato
Cattolico qualora ne conoscesse bene la natura e l’importanza. Questo suggerimento, già si intende,
è in tutta segretezza”18. Si nota che R. Melia riteneva urgente l’incontro del Pallotti con Newman,
perché due settimane dopo, il 6 marzo 1847, ha nuovamente ribadito la questione scrivendo:
“Sarebbe bene ch’Ella vedesse Newman a Propaganda. Sento che egli sia ora impegnato con
Monsignore Polding Arcivescovo di Australia per fare un Collegio a Bristol, in Inghilterra, per
allevare Preti per le Colonie”19 . Non si sa se in quel periodo di febbraio-marzo 1847 abbia avuto
luogo qualche incontro del Pallotti con Newman, ma sappiamo che già nel febbraio Newman decise
13
The Letters and Diaries of John Henry Newman, edited at the Birmingham Oratory with notes and an
introduction by Charles Stephen Dessain of the same Oratory, vol. XII: Rome to Birmingham, January 1847 to
December 1848, Thomas Nelson and Sons Ltd., London-Edinburgh 1962, p. 11.
14
Cfr. Giuseppe Calabresi, Vita politica, morale e religiosa dell’immortale Pio IX P. M., Torino 1848, p. 23.
15
The Letters and Diaries of John Henry Newman, op.cit., pp. 36-40.
16
Ibidem, p. 41, nota 1.
17
Cfr. Robert O’Neil, Cardinal Herbert Vaughan. Archbishop of Westminster, Bishop of Salford, founder of
the Mill Hill Missionaries, Burns & Oates, Wellwood 1995, p. 113.
18
La lettera è conservata nell’archivio della Casa Generalizia SAC, nella cartella “Lettere al Pallotti”.
19
La lettera è conservata nell’archivio della Casa Generalizia SAC, nella cartella “Lettere al Pallotti”.
di promuovere in Inghilterra l’Oratorio di san Filippo Neri. Così il 6 maggio 1847 il Pallotti scrisse
a Melia, informandolo sulla decisione di Newman: “Il Sig. Newman, come mi si dice, promuoverà
una Congregazione dei Filippini: Iddio benedica la santa impresa”20.
Nella lettera postulatoria il cardinale John H. Newman parla espressamente del suo incontro
con Vincenzo Pallotti a Roma. Egli dice: “Benché lo abbia conosciuto poco di persona, tuttavia da
una visita che gli feci a Roma, quando era vivo ne ricavai (...)”21. La conferma di questa visita a
Vincenzo Pallotti potrebbe essere la notizia nelle lettere e nel diario di J. H. Newman, dove sotto la
data del 5 giugno 1847 egli ha annotato: “siamo andati dal Pallotti per essere ricevuti”22.
Un’altra notizia sull’incontro di J. H. Newman con il Pallotti a Roma si trova nella lettera del
28 gennaio 1871 dello stesso Newman scritta a Raffaele Melia in cui dice: “Ho avuto il piacere di
conoscere a Roma alcuni dei suoi intimi amici e discepoli - e attraverso la loro gentilezza Fr. St. John
ed io avevamo il permesso di essere presenti all’ammissione di un novizio nella sua comunità
religiosa” 23 . Il cardinale Newman ha aggiunto in questa stessa lettera un dettaglio di grande
importanza. Egli scrive: “dubito molto, se mai ho parlato una parola con lui, tranne che per
ringraziarlo per il dono di un libretto di preghiera alla Regina Apostolorum, che per molti anni ho
avuto nel mio inginocchiatoio”24 . Riguardo al menzionato libretto, l’editore delle lettere di John
Henry Newman Charles Stephen Dessain ci ha lasciato una preziosa indicazione: “Newman conserva
il libretto di preghiere, su cui ha scritto: dato a me dal Padre Pallotti, Roma 1847"25. Questa nota e
la chiarificazione dello stesso Newman nella lettera a Raffaele Melia sono notizie storiche che
documentano l’incontro tra i nostri due protagonisti e le circostanze in cui è avvenuto.
CONCLUSIONI
Il punto di partenza per le notizie sul legame del beato John Henry Newman e san Vincenzo
Pallotti era la lettera postulatoria del 7 marzo 1882 firmata dal cardinale Newman e le informazioni
racchiuse in essa. Le spiegazioni su alcuni punti hanno aperto nuove piste su cui si sono potute
trovare notizie più dettagliate sull’incontro avvenuto tra Newman e Pallotti. Si poteva constatare che
ambedue i protagonisti frequentavano gli stessi ambienti e conoscevano persone legate dagli stessi
ideali e obiettivi. Merita attenzione il fatto che san Vincenzo Pallotti e i suoi compagni cercavano di
attirare J. H. Newman verso l’Unione dell’Apostolato Cattolico fondata dallo stesso Pallotti. Questo
contributo ci ha mostrato che sia J. H. Newman che Vincenzo Pallotti hanno avuto in comune una
grande preoccupazione per la Chiesa universale, soprattutto per quella in Inghilterra. J. H. Newman
ha partecipato in prima persona alla nascita del movimento di Oxford di cui alcuni rappresentanti
sono passati alla Chiesa cattolica. Vincenzo Pallotti ha mostrato grande interesse sia per il ritorno
20
San Vincenzo Pallotti, Lettere, voll. I-VIII, a cura di Bruno Bayer SAC, Curia Generalizia della Società
dell’Apostolato Cattolico, Roma 1995-2010 (= OCL), qui OCL VI, l. n. 1352, p. 57.
21
Il testo latino: “Licet enim parum illum personaliter cognoverit, ex ejus tamen visitatione ei Romae facta, dum
in vivis esset (...)”.
22
“Saturday 5 June (1847) ... we went to Pallotti’s for a reception”, in The Letters and Diaries of John Henry
Newman, op. cit., p. 86.
23
L’autografo di questa lettera è conservato nell’archivio dell’Istituto Pallotti (M/0824-3). Il testo inglese del
passo è il seguente: “I had the pleasure of knowing in Rome several of his intimate friends and disciples - and through
their kindness Fr. St. John and I were allowed to be present at the admission of a Novice into his religious
brotherhood”. Questa lettera è menzionata anche in The letters and Diaries of John Henry Newman, op. cit., p. 86,
nota 2.
24
Ibidem. Il testo inglese è il seguente: “but I doubt very much, if I ever spoke one word to him, except to thank
him for the gift of some little leafs of prayer to the Regina Apostolorum, which for many years I had on my Priedieu”.
25
Cfr. The Letters and Diaries of John Henry Newman, op. cit., Index of persons and places, p. 436.
della Chiesa anglicana alla Chiesa cattolica romana sia per lo sviluppo del movimento di Oxford26.
❏
26
Cfr. Francesco Todisco SAC (a cura di), San Vincenzo Pallotti, profeta, op. cit., pp. 639-659 (capitolo XXIII:
il Pallotti e l’Inghilterra); cfr. anche la ricerca dettagliata sui rapporti di san Vincenzo Pallotti e la sua fondazione con
l’Inghilterra eseguita da Mariano Pinasco SAC, La Sociedad del Apostolado Católico, fundada por San Vicente
Pallotti y su labor apostólica misionera entre 1835 y 1886, Dissertatio ad doctoratum in facultate Historia e
Ecclesiasticae - Pontificia Universitas Gregoriana, Romae 2005, pp. 584.
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