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Il
IL
n. l0 -
Marglne
MARGINE
dicembre
anno
MA RrG
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^,E ,4n.
a0/ags3
III
1983
nensile dell'a$ociazione culNBle
Dircttare relpon\
|
LA
NOTTE DELLA VIGILIA:
VIVERE L'ATTESA
CONTBO LA PARALISI DELLA SPERANZA
PùolÒ Ghezzr
Co,drer,rd: Ìvlicbde Nlcol€r!i
Àeldz,ore: CiorDnl Bianconi
Dankla Giulirni Gesreclir) - Pro.
lo Giln,ella Robero L.nberini
F,brúio Marr€vi - vincenzo Pas
TeteM Pontara
serlDi Mùia
Mùiano PÉrr1
Una
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opia L-
Llùo
del Dlce e quello della
- flavio S,nriri
1 200
- rblTnrment. ,fnù.
12 000 abbonanento sosteni
bre, da L 2t000 in su plezzi
per l'estero, L. lt000 ler I'Europa; L 20000 ler gli dlui co!
I vesaneoti védno efielluati snl
ccp ! 1028t18, intestato ai { Il
Nlarcine,, cp 159, 18100 Tlenro
Aù tÒrizzazLole Tribunale di TÉlto
n. 32ó del l0l198r
Reddione e odministrazioner (Il
NlÀlcine, cp lt9, 18100 Tre.ro
2.000
Dove si va a cercare qualcosa,
dove qualcoM anche si kova
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( Pertno, 1, Bibbia nel l,bG
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1981
84
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ABSONAII DEL
lr.nrlno.Alro Adlg. 4a3 lrèito 2lO,-lrentlno 22,4, Alto Adge 9 Ahr. Bgloni 166:
Siciia 3, Emi è Romègna 30, Veneto 22, Lèzlo 19, Umbrla l, Lombèrdia 3ó,
Mrrchè ó, Tosónè ì5, Lisurlè I, Pemonle 5, Campanlè 2, FriuiT, Bas i.èiè 5,
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La go.grena de nostr abbonati A d sèogròfa dsql ah c .he cÒhdjv dono I nostro
mpeqno Ed è è geogrela deló ó09 buon6 reglon por.onrnlarè ad uscko (tr+
sòri un pó' n riùrdo), sènzà pubb i.irà né 3kr nnànz !mènt , so!t6nu so !n6nre
dè a vo*k solddriétÀ GGrls a tutti quèl j cha c hsnnÒ drto . ci .l.ràhno lncoro
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Un òbbonÀm€nro órdjnrrlo cÒst! 12 000 (como ltnno eoiso, nonostonto 'nnèzG
nel) Gi abb.hahenr sÒfthirori (sono qu.l ch..l h.nno p.rhrssÒ nnore di
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arslnè
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À skto chuso
in tipólrànà 29 dc.nbr.
ViOi
or (Ad-
Un pensierc voglio trattenere del Natale che ci è scivolato via. Un
pensiero forse scontato e banal€, da molti gia sentito lungo le na.
vate delle nostre chiese, ma, pùre, un pensiero che mi piace riprendere e fissare in queste poche righer non dobbiamo dnunciare alla
attesa. E' questa la riflession€ che mi ha accompagnato nel tempo
dell'awento. Il senso preglante di questo pedodo litì.rryico va al di
la della fede possibile e coinvolge I'uomo nella sua realtà pirì propdai la sua esistenza infatti si dipana lungo I€ stagioni ri1'elandosi
inesaudbile attesa di un compimenxo e qùesta tensio[e verso ùD chè
d'indefinilo, eppure cercato sin dal principio, cementa le nostre ore.
L'Èr.venxo dunque, quale luogo emblematico dell'attesa, è, al di
1à del suo esito natalizio, iI tempo dell'uomo e della sua situazione.
Ma pare che oggi questa capacita di guardarc al futlrro con stùpore
e cufiosità venga meno, cosicché l'intera realta umana ne esce itrd€bolita e depotenziata. Oggi I'attesa del domani è divenuta angobciantè poiché cresce la paura di gael domani. PiÌr nessuno urole
esercitare la fantasia liberatdce ed allora si preîefisce invaghiÉi
del presente, un presente etemizzato che non sembra avere piìr un
prima ed un poi, così com'è per il tempo deu'infanzia. La memo a
della storia, dei suoi ricorsi e delle súe astuzie, si va smafietrdo.
Il senso del divenire sfuma. La consapevolezza dell'incessante evol.
versi e trasformarsi delta realta si perde. L'orizzont€ del moDdo assùme un profilo di solidità ed ineluttabile immobìhta, come l'orìzzonte dell'oceano. L'iÍcerlezza del futuro la si considera solo per
annullarlai attmverso il c-alcolo delle probabilità, le previsioni di
scienziati e s computers
'/ le curve d€i grafici o le fomuÌe degli
astrologi. Si cerca di diluire Ianenire jn un immenso piano progÉmhatico. In tal modo non importa piìr preparare il domani, basta lasciado arivar€, chè tanto, in un certo senso, ci è già pres€nte.
La duova uniù di misura con cui leggere la succ€ssione degli eventi
è la ripetizione. Anche le stragi, te guerre, le violenze, i sopmsi, Eli
sterminii, anche tutto ciò sulta ormai petitivo, terribile ( deja vù D.
ln tanta scontatezza non è lecito immasinarc imprevisti, non val la
pena attenderc ùlteriod liberazioni: è la Paraljsi della speranza- La
emozione che un tempo percorreva il viltaggio nel giorno di sabato
è dirDenticata, ed ogni volta la domenica, sempre di nuovo, si risol-
ve in un Îrenetico frastuono sùbito consuma1o.
Ma se questo è 10 stato d'animo diFuso d'intorno, si deve dvendi"
care il tempo deu'awento, il valore dell'attesa, quale tonalità essenziale nel canovaccio dell'esistenza umana. Solo nell'attesa, infatti, è possibile una speranza. Albimenti è trionfo di cinici Pragmain cuorc quella
tismi. Dobbiamo continuare, ostinati,
oscura pronessa che accenna ad un mondo pienamente umano e
definitivamente sgravato dei suoi mostri. Quella promessa di un
paradiso originariamente perdulo che ciascÌrno ritrova dentro di sé
e 10 fa rivohare contro ogri infelicita, In nome di questo sfumato
presentimento abbiamo da insister€ netla speranza, Perché quella
meta vale la pena. Se qúesto ci riuscirà allora la storia manteFa un
suo senso! pur contraddittodo e tormentato. Owero, abbandonata
all'ironia del caso, impazzira in ùn ghigno sarcastico. Guardiamo dun"
que oltre il quotidiano, convinti che I'attualità non esaurisce le
potenzialità dell'ùomo e della sua realtà.
Certo non un'attesa sterile, passiva, impotente e stùpida Dico in'
r€ce ùn'attesa visile, atliva, operosa. Infatti, poiché Poco saPpiamo
di quetla promessa soilusa che ci accompagna, poiché non posse_
diamo mete precise e programmi definiti, altrc non resla se noD
favodre e potenziare quelle situazioni che alludono ad accadimenti
nuovi e nuove umanita. In questo nostro sabato, prepa amo con
animosità la festa domenicale, come nell'antico villaggio di cui parla la poesia. Vigiliamo dunque, scrutando l'apparente immobililà ed
impotenza che ci circondano, pronti a riconoscere segni che confermino la nostra segreta promessa.
Non chiudiamoci in casa a vagheggiare i botti apocalittici del prossimo capodanno 2000. Provochiamo I'agonia delle televisioni e delle loro dolciastre Ìusinghe, usciamo fuori e facciamo il possibile Per
animare qùesta rigilia e renderla veramente lale Bussiamo a tutte
te porte per raccogliere parcle di speranza e irovare ulte ori iÌdicazioni di marcia. Fermiamo ogni passante, jNitandolo a stare al
I'erta ed impedire che tutto frnisca qui, poiché I'immobitita del€
cos€ è solo apparente. Percorriamo strade nuove, affinché la g€ografia del mondo ci sia interamente nola e non abbiamo da esser
colti alla sprowista ed impreparati. Non accontentiamoci delle no'
tizie ufiiciali, ma inte oehiamo tuttí, piccoli e gandi, per cercare
di farci una ragione di ogni awenirnento, anche minimo Poiché
lutto può dimostrarsi fecondo netl'inseguire la nostra Promessa:
la stelta piir piccola può rivelarsi cometa che conduce ad un temPo
1
Proprio perché non sappiamo né Ìl come né iL dove della nostra
meta il nostro sfoflo è arduo. I1 dubbio, f inceÍezza, la precarietà
ci assillano: tutto può importare, tutto può seffire, lutto può spin.
gere verso quella direzione, e lutto può rivelarsi vano. Per questo
ossewiamo il presente con lusimiranza per distingùere anche la
traccia più remota. Allo stesso modo il carovaniere scruta, in silenzio, l'immenso orizzonte del deseno, alla ricerca della sua pista.
Solo questo îaticoso vigilare perm€tLe di esaltare ogni istante del
presente. Il tempo infatti non è piir ripetitivo, ma si fa irtenso e
prczioso poiché innumerevoli sono i segnali da annotare, le sitùazioni da afìerrare, 1e speranze da raccogliere: ogDi istante può annuncìare che la promessa si fa piìr vicina, che I'utopia è possibile,
qùella meta alla nostra portata.
Chi vive questa attesa e la lalorizza con i suoi preparativi non si
unisce al pianto degÌi imbecilli che versano lacrime sulle tenebrc
del presente. Chr si prova a diffondere segni di sapiente speranza
nón si lascia inebriare da piaceroli consolazioni, non si lascia inebetire dai proclami dei potenti, non si lascia stordire dalle quiete
abitudini. Ed
si lascia ingannare da pessimistiche rassegnazioni, non si lascia afiascinare dalle veÍigini dell'apocalisse,
non si adegua agÌi imperativi dell'esistente, non si anende al cata.
slrofismo del ( giorno dopo non consuma prÌl,ate ed illusorie utopie.
',
ln romc di questa attesa costruttiva
dmescoliamo il mondo, atrinché i segni p.emonitod sì rendano manifesti e roi re possiamo
dare notizia. Non facciamoci immobilizzare dalla paura, non rimaniamo inerti di fronte alla storia, non lasciamoci annichilire dalla
gîavita del momento, non affendiamoci alta falsa evidenza. Per
ciascuno ì'antica promessa è ancora esaltante e per essa il presente
riesce inaaleguato. Perciò restiamovi fedeli e lai'odamo per il suo
awenio, lasciando al fùtlrro la possibìlità di stlrpirci: dunqùe, scardiniamo, scoperchiamo, scuotiamo, scrolliamo, abbattiamo, provG
chiamo, inveíamo, suggeriamo, proponiamo, iltuminiamo questa realtà, cercanclo e ricercando una stella che renda Diìr chiarc il senso
della noslra arle\a Melliamo il mondo a soqquaàro, aÍÌìnche si realizzi la vigilia di un tempo nuovo
La voelia di chiudere gli occhi, in questa lunga notte, è foÍe, la
stanchezza si fa sentire e pure non bisogna c€dere. Occorre restare
svegli, battere i piedi e le mani, provarc a cantare, parlarsi lîn l'altro, seg itando a tener d'occhio ed attizzarc il fuoco Altrimenti
c'è il rischio che si esaudsca. Ed allora sarebbe solo una notte di
paurosi fantasmi ed inlrtili sogni-
' C'erc.no in queua ftgione alcunì pastorí che veEÍiawno di
notte lacend.o la guaralia aI loro greEge, (Lc 2,8). a
lL H*gGtMí,
,n. 40/4583
L'ANNO DEL DUCE
E OUELLO DELTA BESISTENZA
( Siamo ormai inondati di date ), si Iamentava t€mpo fa lo stodco
della cultura, non molto tempo fa abbiamo commemorato gli anni
alcune opere immortali, colne ad esempio il
d
bicentenario della Critica della Ragion Puú , di KaDt o il cinquan_
tenario della prima ealizione di ( Fontamara b di Silone (chiedo per_
dono per I'aciostamento, ch€ però è nells natura delle cose )
versa delle edizioni di
La popolarltÀ del " duee,
a.nniverEaîl piir celebralr' che ormai
è senza dubbio quello della Resistendata del 25 aP Ie era ùscita a scamPare
soPpÉsse. A Parte questo Però, chi non
ù e il dovizioso spiegamento di talenti e
stato codmemorato il trentesimo anniversario
Neeli ullimi t€mpi, uno degll
itórna con cadeDza decennqle,
za.
al
dc
di mezzi con cui è
della Resistenza?
Mentre a grandi passi si awicina il compimento del qùarto decennio, alcune iniziatire già avviate, anche sul piano locale, ci fanno
ritenere che pure nell"85 si riPexera uD rito ormai entrato nel co_
stume nazionale. Del resto già in questi ùltimi mesi abbiamo Po'
tuto seguire nei l'ari quotidiani ùna serie di servizi giomalistici
suua caduta di Mussolini e sull'armistizio dell'8 settembre, come
pure stiamo assistendo a un'esPlosione di pir) o meno felici deao_
6
cazioni t€levisive, che dvivono i momenti pirì tragici detla seconda
guerra e dell'immediato dopoguerra.
Se a questo aggirlÈgiaúo poÌ tutta la pùbblicistica uscita sulla vita
di MussoliÀi, a cento anni dalla sua nascita, e le t$smissioni detle
emittenti televisive (molto seguita e chiacchierata quella della prima
rete nazionale, curata ala Alberto Caracciolo, sùlle ( Immagìni del
fascismo,), allom dobbiamo renderci conto che il fenom€Do delle
commemorazioni storiche (dduce,, fascismo, resisrenza) non può
essere piùr \'alutato dal punto di vista storico, ossia come il risùltato
di un ripensamento critico, di un lavoro di dcerca ar'\riata e diretta
a gruppi limitati di persone (gli storici, i polirici, gli itrtellettuali),
ma invec€ come un fatto di costum€, che coinvolge laryhe masse di
di persone e che incide sul loro modo di pensare, creaìdo nuovi
miti e nuovi modeli di Ìita,
Ora propdo mentre sta per conclualersi I'antro del ( duce e si apre
"
quello della Resisterza, viene spontaneo porsi alcune domande
sul
signifrcato di queste commemorazioni e su quanto c,è da aspettaHi
per i prossimi mesi.
Il primo elemento da prenderc in considemzione è ta climensione
nuova in cui si è cercato di collocare Ia fi$rra di Mussolini. Si tùtta di una prcspettiva che inevitabilmente porra al privato d€l { dù.
ce), come un fascio violento di luce ch€, al di ta de a sÌra masche.
ra pubblica, ne scova gli aspetti pirì nascosti, I'ambiente umano e
familiare, gli aneddori della vita prì\ala.
Naturalm€nte
so strappar di ten.
daggi si è not
voglia d€l curioso,
queua avidià
sensazionate (che
poi spesso, a ben vedere, sensazionale proprio non è), in modo da
offrire ai lettori immagini ghiott€ di amori, di sto e familiari e di
impr€se eroiche che poco o nulla hantro da dividere, in dignità,
con Ia ficerca storica. Eppure qùeste (nuove) biografre di Musso.
Iini pare abbiano avuto norevole succ€sso.
ProbabilmeDte meno letti e discussi altri saggi storici usciti quest'anno che, in maniera più rigorcsa, hanno prcseguito una linea di
analisi sull'epoca fascista che negli ultimi tempi sta avendo semprc
maggior segito tm gli stùdiosi, voglio dire la ricerca storica sulla
cultura del FaBcismo, sia qu€lla utriciale, sia quella popolate, di
A questo proposito vorrei segnalare solo due libri receÀtissimi: il
púmo, di Luciano Garibaldi G Mussolini e il professoÉ,, Mursia),
ridà spessor:e e dignità culùrale a Carlo Àlberto Biggini, illustrc
esponente della cultura, Minisiro della Pubblica istruzion€ e fede
lissimo del ( dùce,, tanto da se$rirlo perfino nella sciaguÉta im.
prcsa di Salò.
è un saggio curato da U Alfassio Grimaldi e da Ma'
fina Addis Saba k Ctitura e passo romano D, Feltrinelli), dove dal'
I'esame dei littodali della culíIra esce un'immaeine di una genera'
zione di giovani non certo acritici e pigramente osseqùienti alle
Il
secondo
direttive del reeime, bensi indiPendenti nel giudizio, inteÌlertualmente vivaci e pronti at confronto dialettico
Ora il lettore di qu€sti libri Potrà an
alcuni aspetti, nel senso che in essi
deUa tesi crociana, secondo Ia quale i
sul vaslo pubblico ha dovuîo essere conclusa e quasi . rettificata ,
da una tavola rotonda, duante la quale i soliti maestri del vero sapere si pr€mumrono di mettere i puntini sopra le i, perché i telespettatori non fossero catturati da immagini troppo seducenti del
La ReslsteDza tmdita
Il
vizio di fondo di una part€ deÌla cultum italiana è stato (ed in
di alel rimosso nel dopoeuerra
l'immagine del Fascismo, anche Dagari per nascondere pelsonali
cedimenti e compromessi imbarazzanti. Per questo motivo la storia
del Fascismo e quella della Resistenza sono sempre state rivissute
e ricostr-uite in maniera distorta e antitetica: il p lno è stato d€mo
nizzato, la seconda, invece, ha sempre a!'uto, per così dire, gli
onori degli altad.
Chi ha frequentato Ie università nei pdmi anni Sessanta o chi allora
era entralo nella vita politica può ricordarc benissimo episodi di
queslo manicheismo interpretativo, che poi aveva Edici neÌla cuL
tura neoilluministica di allora, secondo la quale ciò che non era de.
mocratico € ( progr€ssivo, diventava per natura fascista e reazioqualche misura Io è ancora) quello
Andando avanti di questo passo, si pot*bbe scopdre che il Fascismo dal mondo della cultùra ebbe consensi molto più \'asti e
qualificali di quanto si em soliti Pensare frnora Da questo punto
di vista l'anno del ( duce ' ha indicato strade nùove per scoprirne
la . popoladta ,l
Lo scandalo det chtertci
Un seconalo dato indicativo dell'anno del ( duce, è venuto curiosa_
italiani,
Di fronsono di.
Poi venn€ il Sessantotto e aìlora ìa Resist€nza assunse le dimensioni
della Balena bianca di Moby Dick, che tutto inghiorte nelta sua
prcspettiva nnnovat ce, anche la contestazione, che mirava a un
ideale dí palingenesi universale. Da allora i discorsi sulla Resistenza
traalita o sulla n nuova Resistenza , soro stati presi come metro
di valutazione della reaha pofitica attuale. La Resisredza divenrò
dùnque un Eden perduto, a cui sarebbe seguita la valle di lacrime
deÌl'inquisiziore degaspe ana ( di cui un giomo bisognerà pul parlare D, tuonava minacciosa una ex partigiana trenrina inrervistata
qualche anno fa da uno studioso
Si tnttava evidentemente di due prospettive €mozionali, corne osselvò Gabdo Lombardi in un suo saggio,r nate dall'illusione che ra
Resistenza sia stata un grande ?eriodo di eroismo di massa e ùn
momento storico di ( moralixà totabD. Ora se è logico che oeni
esperienza storica del passato debba avere in sé degli eÌementi utili
LOMBARDI, Pù ukd co )e4za diticd deì ralotì delló Resistektu, in AAVV,
'LdG.Rúitterza
e la s.rola, Bte*ì^, L, S@ola, 1971, !p U-29
8
larc in contesti storici diversi.
a valutare con una certa grossolanità quegli eventi stonci e soPrattutto a usare e servirsi di una hterprctazione o dell'altra per obiet'
tivi peÉonali o di gruppo o di paltito. Questo, a mio parere, è sta_
to il verc tradimento della R€sistenza.
Fascismo e anfifascrsmo come forme del blspenslero
care l'opposizione netla al concetto di ' fascismo " A questo punto
però si;;Íebbe anche aggiungere che sia l'uno sia I'altrc rivelano
una sola unica faccia non soltanto di segDo (ogni parola contieD€ il
suo opposto in se stessa, scrive Orwell), ma anche di sigriificato,
ossia di matdci cultìirali, Non sto a ricordare a qu€sto ProPosito
le t€si di Domenico Settembdni sul Mussolini reazionario perché
iper-rivotuzionario o quell€ di Aùgusto D€l Noce su fascismo e an_
tifascismo come prodotti uguali derivati alall'immaneniismo moder_
noj tesi che sùl piano storico lasciano Pillttosto perplessi, almeno
da alcùni punti di vista.'z
Indubbio tuttavia è il Iatto che tali divisioni maniche€, Pur essendo più di segno che di sosmnza, hanno inaridito il vero, fermentante processo storico.
Se una notte d'lnvemo un dcercetore...
che fare dÌrnque perché quella Resistenza che noi amiamo sia amata anche dagli altri? In questa notte dell'umanita, Percorca da fr+
miti, da griaa sofiocate, dalla smania di conoscere, ma anche dal
timore nascosto di nor rived€r€ piìl I'alba, non ci mane che ve
vita il lumicino di una ragione a misum
dhe ci fascia e che tutto confonde, anche
tenza púò ofirire l'occasione per mwivarc
queslo lumicino della raz;onaltà, che gúarda ìl reale at di fuod di
ogni schematismo, per coglieme il div€nile mutel'ole nelte súe mille
infrnite distinzioni.
Se una Dotte d'invemo un ricercatore storico, come il viaggiatore dj
Calvino, vorra dedicarsi allo studio della Resisienza, non potrà che
trovarsi davanti a delle piccole stori€, le une incastrate nelle altre,
a delle piccole tessere di un mosaico di cui non sara mai ir grado
di decifrare il disegno netto, tanto vicini al mosaico saranno i suoi
occhi, 10 sguardo quasi addosso al muro della storia. Ma in questo
mare immenso di esperienze molteplici, quello studioso awertira
jl fascino maggiore della cerca, purché egli sia sempr€ disPonibile
a nuove awenaure intellettuali, a conoscere umiljnente i propri 1i
miti sia come uomo che come appassionato cultorc di vicend€ sto'
dche. A volte avveftirà perfino Ia sensazione di non capire; un dub'
I D.
SETTEMBRINI, Fat.isno corttúìlolrzio
iD G. NOltsNTA,
Tk
e in?eteu., FteM., S6wi,
patole sdtó R5stenzd, Fiú6@, Vollecót, 197), pe,
I-Ic
11
l0
tL
bio esistenziale e metodologico che fors€ potrà ampliare i suoi oriz_
zoúi.
Amare la R€sistenza, dil.Àque, signi.fica accettare tutto questo, met'
tendo in discussione con holta onestà noi stessi e sciogliendo le
ùchilosi mentali ormai consolidate denko la nostra cldtura.
Solo ponendoci in questo att€ggiamento sarcmmo anche in grado
di infrangere quel momlismo politico che aveva portato una parte
degli slorici € degli studiosi a crearc quelle semplificazioni manichee € qlrelle categorie interpretative cùi ho accennato, a consids
mre in d€frnitiva la ricerca sto ca come una specie di tribunal€.
Ep?ure gia nel 194? nel suo ( Discotso sulla Resistenza e sùlla mo_
lale politica ', il poeta e partigiano Giacomo Noventa aveva lanciato
un grido di allame contro la strumeDtalizzazione morale e politic€
della R€sistenza, che avrebbe avuto come conseguenza I'inaridimen_
to dei suoi veri valori. ( Nessún partito D, aveva ammonito, ( deve
pretendere di essere il partito degli onesti, dei patrioti, degli amici
del popolo. La momle politìca è uDa morale tragica. Quanto pih un
partito è ricco cli forza morale tanto più un'intima immomlità Io
minaccia. I1 p mo dovere di ogni uomo politico è quelo di combattere i disonesti, g1i antí?atrioti e i nemici del popolo del propdo partito, Il prtmo modo, il modo più efficace di combatterli è
quello di riconoscere gli onesti, i patdoti, gli amici del popolo che
esistono necessariamente in tutti i partiti, E'quelÌo dì sentire, al
di È di ogni distinzione pux legittima, il profondo legame che 10
vincola agli onesti di tutti i partiti ,. r
Dopo i guasti e gli efietti perversi che noi tùtti abbiamo spedmentato negli ultimi decenni nel campo della storiografia sulla Resistenza, forse è giunto il momento di rifl€ttere seriamente sù qúest€
parcle, quasi profetiche, di Giacorno Noventa, I
I G
NO\ENTA, Tle natuk
,
LUÌENO
cit.,
eU
E IL
MARGTN€
,.
.4e i49,83
DOVE SI VA A CERCARE OUALGOSA,
DOVE OUALGOSA ANCHE SI TROVA...
viaggio tra i libri del nostro tempo
tamila libri che collstatalJa €ss€re (una media ÉgioDevole per una Per'
I.
Dove si cerca la totalltà perdùla
Dante e ToÌstoj Nomi che evocaDo mani grmdi, capaci di atrerrare il
mondo nella sua globalità e di spremerne Ìa verità, anche quela nasco
I\IONDO IIIODERNO
gennaio, venèrdì, orè 13: <Màrtin Lutoro s i mondo hodèrno, a curd del
proî, Gèrhard Mùll€r, Lond*bkchÒf lltèrano dl Br.unschwes Linconko è órsa.
nizaro da I htitulo di Sciénzg R.lisós dl Tr.nto . da I ktituio storico iiàlo-se.m3i@ € si terra prdso ll PaLazzo d.lla Règionè - Trenlo, piazza Dante
,O
t2
distruÚibile.
Giorsio Penocchi, V a di Dan?, LaLeEa, 1983, P 2€
Pieù; Citari, rotstoi, tinza esi. leE3, P. 308, L. 18000
L
25.000.
13
II. Dove sl trcva un Eanoscrltto smalllto
E col manoscritto u gra.rìde scrittore. Snarrito dall'autore
motti armi fa
€ da poco fortuosamente ritrovato, questo racconto è stato di
stampato. E'ùna storia di guerra e di dopoguerra. Ricordate .II
era in orario
corsa
treno
e ( E non disse ne]rmeno ùna parola,? Stessa atmosfera,
' piombo, stessi uomini e admali dal volto umano vastesso cielo di
ganti tm bombe, mud, folle. Un grigiore besrìale e itrtollerabile congiuDge
la euerm e il suo dopo, Ci wole molta folza per toere aperti sli occhi
e lasciarci alcora invadere da qùesto grigiore dopo che una scotrer.
tante scoperta ti è vfluta casualmetrte iDcontrc: un esserc ummo che
non si piega al grigiore, QuaÌche cenno, qualche nometrtor e le pagine
der tbro respirano di $esta abbagtiante illuminazione.
Heinrjch Bó11, 11 lesto, Eiúaúú, 1983, p. 107, L. 8.000.
IU.
Dove sl mcconta una gÌande storla dl coraggio e pbta
( OÌa, in Eurcpa, come del resto neeli Stati Uniti, ci sono alcuni lihitatj
settori dell'opinione pùbblica che comprendono ed appogeiano reional.
mente la nostra lorta di liberazione, ma la mageior parte della gente non
la capisce, oppure simpatizza per il nostro popolo s€mplicemente per il
fatto che lo stanno ammazzsndo... E questo va bene ma non basta. A
noi preoccupa il fatto che ci siano settori del'opirione europea, comÈe.
si alcuni govemi, che accettano la tesi degli Stati Uniti secondo cui il
problema sarebbe del'Unione Sovietica, di Cuba, del comuDismo iDteF
nazionale nene cui srinfie starebbero per cadere il Salvador e il Centro
Ame ca, e che percíò occorrerebbe lottare contrc questo afiinché Ple.
valgano i valori occidentali. Noi crediaEio invece che questo sia il modo
per siustmcare ua politica di bloc.hi (J,
La mia storia è pa11e della storia di tutto il popolo; posso essere un te
stimone, ma non u personaggio; il mio non è uD caso unico, singolare,
tuori del comÌrDe; quelto che è successo a me è successo a migliaia €
misliaia di uomini e donne in tutto il Paese; iI mio è un caso comune,
(Maridela Garcia Vilas, presidente della Commirsione per i didttì uma
ni del Salvador, awocato che dif€ndeva i deboli e raccoslieva pietosanente i cadaveri degli uccisi, colaboratrice del vescolo Romero, uccisa
ilall'esercito iI 13 marzo 1983).
R. r,a Valle e L, Bimbi, Mtiaflela e i sual lrutelli. Ufla stotia lathoamericon!1. Feltrírelli, 1983, p. 218, L. 15.000.
IV. Dove sl lntefvlsta uno stfano sctlttore
Il quale ha speso il suo tempo cacciandosi nelle qDestioni piir dmmmaliche, soprattutto le dittature, le euer glie e le manovre intemazionali
in America I-arina, molte volte schiando, spesso facendosi nemici i pù
tmti e i conJormisti. Uno sc ttore conve ito al cristiaìesimo d€lle vittime cattoliche deÌla rcpressione messicda. Uno scrittore indetuibile
perché libero e seniale, di rcssrno e di tutti i colori politici. Così fedele
ad ua su defnizione: ( UDo scrittore dovrebbe saper passare dall'altra
14
di campo in u artimo. Egli parla Per le vittime e le
sempre le stesse tl che lo obbliea a lradire la prop a
vitrime noo
"ono
prcp
e
opiniod politic.lìe e duque a úancare dì scrupoli' ma
fede o le
Darre. cambiare
Il tenerc omicida. Intenista a cura di Marie_Francoise
AÌIain, Editori Riuniti, p. 1?7, L. E.000.
Granam Grcene,
V.
Dove sl rlpensa agll aDri plù nerl dellà nostra storla (forse
con pentlmento)
( Arche l'odio per il male può rendere malvaei sli uomini, se è troPPo
forte, troppo domiDante, troppo soÌo (per così dile) tra eli alrri nost.i
senrimeDti, E così llEnno ispirato i DostÌi libri oftendo alla nostm at'
teuione unicameDte le sciagure atta(gte ad alcuni abùsi. Di la vemero
quei mostruosi awenimenti di cui siamo stati testimoni. Lezioni vio'
lente di umaniià turoDo seguile da crudelta spaventose. La Pieta divenne
furore
(Joubert,
.Taci. 'Tu non Io sai che cosè Iineiu\lizia. l,o sapraì. Apparrieni a uDa
razza d'uomini che l'ingiustizia fiuta da lontano: li sPia pazientemeDte,
180ó).
Parrizio Peci, Io, l'?tarhe. Mondadori,
vL
1983, P. 222,
L.
12000
Dove sl concentra lo sguardo sul nocclolo della questlone
Troppa dispersione, troppi libercoli in
úlai pulpiti. La culrura cattoljca e Piir in
sor in Iralia? Le slatistiche dicono che
l5
I
a noi, troppe anime ispirale intasano le librerie di pessime e iNiili esor.
tazioni al ve.o e al bene. Tomi l'Indice dei lib proibitj, con crite op'
Portunamente aggioDati.
Dunque, tre libri se e utili:
Rinatdo Fabris, Gesù di Nazateth. Srotia e ifttetpretaziÒne. CittadeÌla
Editrice,
1983,
p
4{16,
L.
16000.
JosepÌì Holzner, L'apostolo Paolo, Morcelliana, p. 330, L Ì4 000.
Cé)estiD Charlìer, Il crkti^nesiblo Sagsio ali stntesi Paoline, 1983,
L.
glia a quella riccrca e a quellecPerienza Non solo Per iconlenuÙ ma
iei r. ion'i-lo.e e Ia paasione che le .osrenevaÌo ci credeva nel fne;riere.li preLe. Ma la sua Chiesa
Don Lorenzo Mitî . It Catechismo A oÉ di M Gesualdi. Libreria Edi
trice Fiorentina, 19E3, p 233, L 9 000.
Ix.
P
Dove sl saLtta un lalco rnarmoreo
555,
24.000.
Ed altri dùe, seri, utili ed ecumenicr:
Mariin Luterc, Canti spirìtuali. Morcelliara, 1983, P- 229, L l2ú0
Rex Brico, r'lère Roget e îaizé. Una pÌinalela neLla Chiesa MotcelIia'
na, 1983, p. 16ó, L. E.000
vII.
Dove st allarga
lo
sguardo alla rlcerca deìla misteriosa
Dove non si petono le cose dette poc'anzi me si aggiunse solo che essendo iI fenoneno relieioso ben più vasto nello sPazio e nel temPo di
quello crisúano, divenla obbligatorio occuparsene s€riamente. tl mislero
della skrmiDara e millenaria ccheza delle forme e dei nodi della rr
della presenza divina e di un dialoso con essa, è affasci
nante. L'opera di Mircea Eliade giunta al terzo volume è un capolaloro
di sintesi di qùesta sterminata ri.chezzz. La d Cuida, è iDvece una sti
molant€ introdDzione alle grandi religioDi, dove ogni religiorc è trattata
da uno sludioso di quela fede. C'è poi un'illustrMione ragioData dei libri
in circolazione in Italia sulÌ argomento, glossari, lavole croDolosiche è
perfino indi zzi e indicazioni utili suÌla struttura oryanizzativa e l'at_
tività edÌtoriale delle va e religioni presenti in lralia. Cose impensabilj
qualche anrc fa per un libro di una @sa edixrice cattolica. Cadono stec.
caii, si aprono orizonti. Un piccoto libro può rivelare un grande camMircea Eliade, Stotia aLeqe ctedellze e de\e idee rcligiose- Vol III: da
Maonetto all'elà delle Rifotne. Sansoni, 1983, p 3E7, L. 26 000.
Guida alle lelisioni Edizione ìtaliÀna a cura di F. Pierini. Paoline, 1983,
D. 447,
L.
ciovaùÌi Fe am, Apoloeia dell'omo laico, Rusconi, 19E3,p' 180,L
8000
x.
Dove sl denuncla I'lnfemale macchlnÀ sociale
E si ascoltdo parole che vengono di lontano, forse troPPo amare, che
ii"ii ì""a"",e cutr*uli avevàno bolloro come .di destra', che oesj
si fatro lareo lra poche voci tere, molti suePiri' mohis
"."i'*--*
15.000.
VIII.
Dove sl lnsegna la rellglore al popolo
ll buon Beddos, pema santa e tagliente, cordava moÌti ami fa al cle
ro ftancese (e non è stato ancora dimenticato) che trcppi preti sapevano
far conferùze ma non sapevaro h8egnare al popoÌo. QDaÌche aÙo do
po, un prete itaÌìano, prcbabilmente senza aaer letto queÌle parole di
Bemùos, si úetteva con impressionante se età a studiare e sperimentare ú metodo nùoao, dgoroso, semplice, adatto ai tempi di hsegnare
le verità fondamentali di fede ai mgazzi Oggi euùdiamo con meravi
16
conuzione, ignavja, e sopra lullo verligine.. Dagli
uomiri sarebbero
sareblJero
.:-;;;- alclD
;ì;,,; ailrto;
,;.he se
* non
non Losse così,
cosl. gli
eli uoDini
e anche
sperare
"i'trn
dalla
in
ui"rr-""ti "irtl Pùtenza
non fomis@ come mezzi di azion
Ilmanità; qDalunque siano le
múo,
queste macchire scbiacc
t7
Con quei penitenziari industriali che sono le erandi îabb.iche si pos.
sono fabbricare solo desli schiavi, e Dotr dei lavoratori liberi, ancor me.
no dei lavo.atori in glado di costituire ùa classe dominante, Con i en
noni, gli aerei, Ìe bombe si può semina.e Ìa moÍe, il terrore, l'oppres.
sione, ma Dor la vira e la
alldmi si
possoDo forgiare
a cedere ai te.ro più hse
umilianti tirannie, Ea non
grafo si può fù ìnghiottire a tutto un popoÌo, insieme alla coluione
o alla cena, opiniori pÌeconfezionate e quindi assurde.. E senza fabbiche, senza ami, seDa grande stampa non si può nDlÌa contro colorc
che possiedoDo tutto questo- E' cosl per tutto. I mezi poteDti sono op
pressivi, i mezzi deboli eno iDoperanti.. Se alcuni uomini possono spe.
rare, Îotz di dflessioni oDeste e metodiche, di cogliere quaÌche barlume ^in questa osarita impeDetmbile, non è certo questo il caso dj
coloro che non hanno ré disponibilità di tempo né libertà di spidto a
causa delle preocapeiori e delte responsabilita del potere
' (Simone
WeiI, 1934).
Simone Weil, Riflessimi su e cause deua libettà e dell'opp,essiofle so.
.iare. Adelphi, 1983, p. 15E, L. 7.000.
E poi due romrui:
G€orge ONell, 1964 Mondadori, p 341, L 4.000.
wiÌliam Golding, Il Sis ote delte nosche, Mondadoîi, p. 241, L. 5.000.
XI.
Dove si riassume la stoda del mondo
Soltanto quella del XX secolo, ma è eia un'impresa. UD aiuto @ncreto,
documentaio, equilibrato per cominciare a capire il nostro tempo. Po
Iitjca, scienza, tecnica, reÌigione, economia, societa, sottosviluppo. Si pre
senta modestamente come integrazione dei testi scolastici pe. le Sup+
rio . Ma lI libm non è per trulla scolastjco. Da buon ftúcese Ì'autore
non dimentica di awicinare De Gaulle a Kennedy. Ma si sa che i! Frdcia non soto i poeti e gli eroì ma anche i santi sono nazionalisti.
Yves TrotignoD, II mondo del XX s.colo 5,E1,19E3, p. 519, L. 36.000.
XIL
Dove sl entra nel cuore della polltica
a): L Campjglio: Aiuti, sottosviÌuppo e spese milirari; c. crazic
la: Sp
so tdìco milirare e progetti di riconversiotre;
dell'evoluione delle spese mitÍari in lialiaj F.
ali, annamenti, governabilirà: iÌ caso detÌ'Italia; P. Cotla"Ramusitro: Evoluzione delle strategie nucleari e svitup
po recnologico; G. Martai: ciustizia tra te nazioni.
Libro b): B. Mas8ioni: I foDdamenti dei diritti deÌl'uomo nella Fjvc
lazione' D. Pasinir l-e dottrine dei dilitti dell,uomo neÌt'epoca modema;
A. Silvestrini: I diritti dell'uomo nel masisiero e nell,azione dei recenti
pontefici; G. M Ubertazj: La condizione dell'individuo neua comunià
Libro
l8
intemazjonale; L. EdDond Pettiti: La protezione dei dirirli dell'uoEo
da SaÌ Franc6co a Helsirki; A. Ouaùio-Cùzio: sviluppo economico in,
tenazionale e diritti deÌl'uomoj L. Elia: I di tti dellîomo, fondamento
di convivenza civile e politica.
Llbro al Atmi e d.isatmo o$i Ptobleni notal, ecoftomici e stratelici.
Vita e Pensiero, 19E3, p. 266. L. 15.000.
Libto b)t Dititti dell'uomo e socieù. internozionale Vita e Pensierc,
1983,
p. 2l), L.
9.000.
XIII.
Dove sl assaggia I'unlverso sclentlfico e tecnologlco
E per questo assaggio, peraltro sostanzioso, si propongono rre bocconì:
zione
o
ginale all'iDformatica con
utili
tlacce per studi ulteriori.
Scienza e techica. E3. Annuario della EST, Mondadori, 1983, p. 40ó, L. ?8.000.
John C. Eccles, La psiche nana, Le conferenze cifiord Universira dj
Edimburso 1978-1979. Sansoni, 19E3, p. 248, L. 35.000
Giova.Ilni Lariccia, Le rcdici dell'intottlatic4 Sansonifi 1981, p 219, Li-
re
14.000.
XIV,
Dove sl conclude con Radetzky, ma
dl plit
ln realta con
qualcosa
Il titolo
è un po' strano. PotÌebbe sembmre un libro pieno di nostalgia
e invece è pieno di pietà e di poesia e di sto a viva. La p ma gueffa
mondiale e dentrc di essa, colti in u attimo a volte decisivo a volre
seconda o della lorc storia, personaegi come Kafka, MusiÌ, Ca4etti,
Witigensteil, Berg, Trakl, Freud, Webem, Kokoschka, Schiere e iÌ più
fercce giudice del conîitto, Kel Kraus. Intolno a loro, dentro di Ìoro,
la guena. Poi, questo bellissimo libretto ci poÍa in u'altra gueù4 la
seconda guerra mondiale, per cogliere altre sei storie: come queÌla del
pastore Kaj Munk portato via da casa e tucilato in strada pe. aver aletto
dal pulpito.Voi violate la prima legge di C sto,. Come quella del soldaro Josef Schulz che si staccò da un plotone d'esecllzione dìcerdo d Io
non sparo, e fu ucciso con gli aÌtri condarmati, ma il suo nome Don
finl sul monumento. Come queÌle di Janus Korczak, Bediìa.d Lichtem,
berg, Ottla Kafta, Alb.echt Haushofer. Piccole sto e che ci riportaDo ad
altre storie, a quelle di Bitll, a qDella di Marianela carcia. Perché ci sG
no sempre delle piccole storie che Ìiscattano la g.ande storia.
Giìberto Forti, Il pì.colo al anacco di Radetzky, Adelphi, 1983, p. 212,
L.
8.000.
r
t9
lL t{AÈGtÀl€ , rr,.. 4a/"lgP3
di Ìoro. Lo studio sincronico è I'unico modo di capire questo
LA BIBBIA
"
NEL LABORATORIO SEMIOTICO
"
PERFINO
All'inizio di questo secolo hanno origin€, con Ferdinand d€ Saussure
e Charles Sanders Peirce, due tendenz€ semiotiche, d€lle quali la
prima si svil'rppa in ambienîe linguistìco, mentre Ia seconda e di
cararlere piir gloseologico e filosofico La uadizione inuìala da
Saussure è la più vasta ed è diventata la più conosciuta lnnestati
SaussuÌe sono sxati sviluppati, attomo
etto slrutturalismo francese, tanti medelle lingue, dei testi, degli altri fenomeni d turali. Tm colorc che hanno sviluppaxo un metodo Per
anatizzare testi narrativi si situa Algudas Julien Greimas, ed è pre
prio il sùo metodo ad essere usato nell'esegesi dei testi biblici. La
tendenza semiotica di Peirce iNece, proP o perché è di caralterc
generale teoretico-filosofrco, non ha prcdotto fiflo ad ora metodi
concreti d'analisi che possano essere aPplicati all'esegesi. Per questa ragione essa resterà esclùsa da questa traxtazione.
La semtotica nella tradiaone dl Saussure: la serdotlca struttulale
Saussure ha descritto nelle su€ lezionÍ, Pubblicate poslum€ nel 191ó
sotto il titolo ( Coùrs de linguistique generale ), la Ìinguistica come
studio del sisiema dei segni detla lingua. Si Possono distiguere du€
aspetti di qùesta linglistica, dipendenti l'uno dall'altro. Il Primo
è I'aspetio strutturale: lo studio della lingua come slruttura ll
secondo è I'aspetto semiotico:10 studio della lingua come sistema
di segni. La base delt'aspetto strutturdle è la dicotomia tra { langue ,, o strutlura deÌla lingua, e . Parol€ ,, vale a dire I'uso concreto
ed individuale della lingua stessa. Nella linguistica, dice Saússurc, è
rilevante unicamente la . langue ,, perché la . parole , non aggiùnge
ente alta ( langue,, nel senso che il parlante singolo non può mu'
tare le strutture della lingua, ma Può solo obbedire ad essa, per
servirsene. La .langue, è una strottura netla quale gli elementi
hanno il loro significato grazie ad una relazione di opPosizione tra
20
si-
stema, perché nello studio dìacronico gli elementi in realxa indùamente connessi vengono separati a causa della loro diversa posizione nel corso dello sviluppo sto co. La lingua funziona come strurtura di opposizioni che forma una totalità dispiegara nel presente:
10 studio sxorico dell'evoluzione della lineua dschia di non vedere
questa dimensione fondamentale.
Il secondo aspetto della lingristica di Saussure, quello semiolico,
guarda il carattere degli elementi delÌa .langue,. Qùesti elementi
sono segni che dmandano ad un sisrema rotale medianre it quate
venBono espressi la realtà, i pensieri, le emozioni. Quesro sistema
dei s€gni della lingua per Saussure non è un sisrema di rappresentazione ma un codice: gli elementi della tingua non rappresentano
d€lle idee che esistono dapp ma nella menre, perché esse si forma.
no contempor'aneamente all'articolarsi della lingua sressa. P ma che
nasca la lingua esistono solo dùe coffenti caotiche: quella dei suoni e quella del pensiero. Nella lingua queste du€ correnti sono state
unificate n
sonora, costituisce it signiflcante, la
seconda il
a della lingua o . laneue ' srabilisce
úr legame
significato ed un determinaro signi.
frcanter la
ò arbitrada, cioè basata su di una
convenzione (per es. non importa se chiamiamo una tavola ,,tavola", "table" o " bztk"). Ouindi la combinazione di signifrcanre e
significato, che costituisce i segni della lingua, è indìpendente dalla
rcaltà e.segue solamente un suo proprio ordine interno stabilito per
Per questa ragion€ Saussure chiama il sistema dei segni linguistici
.codice,: infatti un codice non ha un contenuto in se slesso, è
la relazioDe tra gli elementi a costituire i contenuti (per es. i segni
di Molse nell'alfabeto omonimo, o la notazione musicale nel codice
musicale).
Basandosi su quesla linguistica strutturale e semiotica, dopo Saus.
sure, sono stati approntati metodi per àializzaîe la struttura deì
suoni in tùtte le lingu€, la struttura del significato dei tesri, Ìe srru1turc della po€sia, della narralivita ecc. Questi p ncìpi della linguistica semiolica sono risultati fecondi non solo per Io stùdio delia
lingua, ma anche per altre forme di comunicazione umana. Claude
Lévi.Strauss ha analizz to secondo queslo metodo le relazioni di
parentela, i miti, le fogge delle maschere €d altre manifestazioni cul.
turali delle popolazioni indo-americane. In questo modo non ci si
è limitati alla linguistica e ne è nata rúa semiotica piìì generale.
Greimas, ispirandosi ai princìpi di Saussure e di Lévi.Strauss, ha
sviluppato un metodo d'analisi della struttura del significato e di
quella dei t€sti nallativi.
leggono tutti i l€ttori oggi, come totalità sincronica. Il testo viene
assunto come uDita autonoma, i cui el€menti sono spiegati all'inter.
no della strul,lura del Leslo slesso, senza comparazione sincronica
Llnee dell'esegesl mòderna
con gli altri libd biblici o non-biblici, senza ric€rca storica dei signincati dei singoli termini.
Come la semiotica studia il lesto nella sua autoromia, come i segni rimandano al sistema ín cui tunzionano, €osì si analizzano i testi
biblici. A $Esto scopo si îa uso dei metodi già formulati dalla liDguistica strutturale'semiotica.
situazioni storicamente determiDate. Perciò
assunt
la dcerca storica ha
si studiano le dila funzione che
in cui vanno si'
ti alla redazione
tuate
frnale. Viene analitzata anche I'influenza esercitata sui testi biblici
dalla letteratura medioo entale a loro contemPoranea Ciò signi'
Vangeli, cercare di individuare,
€d azioni Possano avere la loro
P me forme di redazione, quaMarco, Matteo, Luca o Giovan'
vano, ecc, spesso,
una spiccata pro
più antichi o più
( rimossi D dai testi peÌché fitenuti piir recenti e per ciò stesso meno dlevanti. Così
si può però correre il dschio di perdere di vista la totalita del testo
a favore di úcostruzioni storiche.
Naturalmente, nell'esegesi odierDa non hanno spazio solo questi int€ressi diacronici: €sistono anche aPProcci Bincronici, nei quali so'
no centmli la ricerca filologica (dove è molto importante la com'
DaraTione con le alire lingue dellantico medio_orienle) e Io sludio
dello slile e delle IorEìe. Per slabilire quindi il significaio di parole
o ftasi neo e vetero tesxamentade si Procede alla comparazione con
altri contesti, biblici o meno, in cui compaiono le esPressioni in
questione. (Certo, anche Ia scelta dei testi con cui operare un con_
22
crelmas,
Blbbla
ll
sùo metodo d'anallsi del stFúficato e I'esegesi della
ùn metodo d'analìsi dei siCnifcoti delle parole nella loro cowÉssione in una ftatrazione e un netoilo d'analísi
della struttura ilelle narnzíofli. L'es€gesi biblica ha assunto queste
due parti del metodo semiotico di Greimas perché non ha ancora
a disposizione una t€o a del significato e della nafiazione così esplicilamente fomulata come rell'opera di Greimas e soprattutto perché non ha a disposizione dei metodi d'analisi fortemente formalizzati che promettano la possibilita di una analisi meno soggettiva.
La prima parte del lavoro di Greimas concerne il significato. Secondo tui, tutte le parole (" sememi ") che si trcvano nei testi naffativi sono costiluite da un numero di elementi (" semi "). Così ta parola (sedia", per esempio, contiene i seguenti (semi,: s, (cosa fatta per sedercisi sopm), s, (dotata di piedi), s3 (dotata di una spal.
liera). La parola ( sgabello ', invece, contiene i semi sr ed s, ma
non quello s3.
Non si pùò considerare il signiffcato di una parola separatamente dalle altre, ma soltarto tenendo conto della relazione d'oÈ
posizione in cui essa si trova rispetto ad altre parole.
Il vantaggio nei confronti dell'esegesi classica in cui tutt€ le parole
sono studiate separatamente, nel loro svihlppo storico e nella com.
parazione della lorc funzione in cont€sti diversi, è che così può esserc analizzato un nuovo aspetto del signifrcato: quello che la parcla (o segno) acquisisce nella struttLrm del testo in relazione con
gli altri eleEetrti di questa struttúa.
Lo scopo primario dell'esegesi della Bibbia diventa così la spiegaziotre dei testi biblici nel loro contesto: con iI metodo di Greimas
questa spiegazione viene fondata sulle strutture intem€ del testo:
esso mira all'enucleazione di stmtturc con un grado di soggettività
Greimas ha sviluppato
23
lL
il
del signifrcato di un
da rendere possibile
etazione I'analisi qui
premaúro delinearc
unicamente su di
basandosi
generaÌe
del
testo
un'interpretazione
essa. Questo metodo costituisce una base, che ha però bisogno del'
I'appoÍo degli altri metodi esegefici perché si possa aspirare a raggiungere un risultato ermeDeutico più comPleto. C€rto, questa base
è indispensabile.
metodo narrativo dl Greimas e l'esegesl
La seconda parte del metodo d'analisi di Greimas è queÌlo che ú'
guarda la narnzion€; esso contiene du€ modelli: quello detto ( at_
tanziale D nel quale sono desc tte le rel^zioni tra i personaggi della
nanazione, cd il modello ( trasfonnazionale ), nel quale è analizzato
lo svilùppo della narrazione stessa n€lte sue fasi succedentisi cro_
Fino ad oggi rDolte parabole det Nuovo T€sxamento ed altri brani
€vangelici sono stati analizzati secondo questa tecnica, come anche
alcuni libri e capitoli delì'Antico.
gjunra da queslo metodo formaliTzaîo non è
qui ha rilievo la persona dellesegeîa. Tul!o
ha fomito una nuova prospettiva nella teori
sto, ha elaborato metodi utili che hanno riempito una lacuna esegetica, permettendo di studiare i testi biblici ed i loro signifrcati co'
me ùnita autonome. Inteso in qùesto modo il melodo semiotico
può cotlaborare iD modo fecondo con altd stili eseg€tici I
24
lÀl E
, ^.
4o I
'1283
più basso possibile, ponendo al centro dell'atlenzione I'intercon-
nessione degli elementi.
Il
dARG
TBA
lt
" PORGI L'ALTRA GUANCIA "
E LA " GUERRA
IL
MALE,
IL
GIUSTA
"
GONTRO
DITEMMA DELTA CHIESA
NELLA STORIA
La eiuslizia seúa la foua è ìmpotente; la lolza senza la giustizia è
timnnica... BisoFa dunque Dettere insieme Ia eiustizia e la îol2, e
per giungervi, far sì che ciò che è giusto sia forte e ciò che è folte sia
*
,. Qucsto slogan di Pas@I, che abbìmo scelto per introdurre una
riflessione sutla pace all'intemo della storia della Chiesa, indica la pro
fonda ambivaleÍza che ac@mpaglla ancor oggi la ricerca sugli alteggiamentl dei credenti nei confronti del tema deÌla pace. E' di questi giomi
infattr Ia presa di posizione dei vescovi f.úcesi a favore deltîso dela
dissuasione nucleare, che si iscrive nella linea deÌ loro srùde antenato;
ed è ancora qùotidiua la protesta di molti credenti a favore di una pace
giusto
( senza condizioni D.
l,a storia detla Chiesa è la testimonianza di qu€sta ambivalenza Se è ve
ro irfatti che Ia parola evarEelica sulla pace rappresenta nella vita della
Chiesa il puto decisivo pel qualificarne la testimonianza, per cogliere
la sua fedelta al Vaneero dentrc la vicenda storica, non è facile usùe i
versetti deÌla Bibbia in termini univoci. Se infatti da una parte al@ni
colgono I'invito a poreere l'altra guancia, dall'altra ci sono colorc che
dicono che Io stesso Vangelo non chiede ai milirari di cmbiare vita, Da
( solo, dr non fare violeza a nessmo, di non calunniare e di accontentarsi della prop a paea (Lc 3,14). D'altra parte è anche vero che, se la
pace è il pdmo dono del Risorto ai credenti, essa è anche giudizio sìrlla
Chiesa, perché rileli la sua identita nel suo ess€re nel mondo e nel suo
Épporto con la storia.
A me pa.e che proprio questa sia la chiave per inquùare in termini
@mprcnsibili e sùfficientemente documenlabili la storia della Chiesa in
rapporto alla pace. Ci lroviamo infatti come di frcnte a un coDtinuo
( ciondolare
della Chiesa tra um scelta ali pace e una
', rDaÌtaÌenare,
( siusliicazione
detla guerra, che è condúcibite a ciò che la Chiesa
peDsa di se stessa (cause intrinseche, le chiamerei) e al rapporro che la
chiesa riesce a insfaurare con il moldo (cause est.inseche) nei vari
pe odi della sua storia bimi enaria.
25
L'Lmmagtne della chte6a,
tl
ASPETTI STORICI DEL RAPPORTO CHIESA - PACE
rapPorto col mondo
Chiesa - pace, vorrci
della sioria che piir
materia. Si Può dbe,
riferimento, ma che
non citerò ad oeni passo, che la storia della Chiesa Può essere divisa
quattro periodi, per quel che riguarda il suo mppoÍo coD la pace:
-
I
diÉ) nei @nfronti di se stessa
La Chiesa si vede come istituzione, come e€rarchia; la Chiesa si
a
La Fede vien
come rischio,
i primi seoli fino a Costdtino;
il Medioevo e il tempo della ( civitas christie,
il Cilquecenlo e la nascita degli Stati nazionali;
gli ultimi
Fede
(qúD
dnlici
La *Norma,
allì ora '; Ia
pazione del { non-ancora ,.
Ed ecco i modi con cui la Chiesa ha vissuto il suo taPporto con iI mondo:
I'identificazione tra Chiesa e mondo (tra Chiesa e stato: il regime di
-c stianiÈ,
I'alleanza trono'alta.Ìe, ecc) La storia della Chiesa si è iden_
tificata con la storia del mondo;
la trascendeEa della Chiesa dal mondo (ùna Cht€sa al di sopra delle
-parti,
che giudica iI mondo darl'alto della sua estroneiÌà alla vita del
(una
Chie
* presenza, nel mondo, ma non * mondana, della Chiesa
-sa la( trascendentale,
la chiamerei; nel sénso c}te essa condivide la sua
sorie con jl mondo, ma non si esaurisce nel suo rapPorto con esso. Di
univèrsaÌe;
cinquant'anni.
crtsxtanl det prlmi s€colt dt fronte alla pace
Bibbia,
della
E' a pa ir€
NeIIa
vede
iJl
nianza
l'annuncio e Ia testim+
alla fieura del Signore'
Ia sua comùione' che
al 170-lE0 non abbiamo testimonianza diretta o indiretta dì cristianj nell'esercito. t,o sLorico BaintoD Parla
sa nel tratt€nere i suoi membri dal prestare
atreda che i prìmi crìstiani
mone del monte, che inierdice la violeDza,
La Traalizione apostolica. di' lPPolito è esPlicita: qll soldalo subattemo
non uccidera nessuno. Se esli cevera I'ordine non Io do}là eseguire €
tron Dreslerà siurmenlo. se egLi rifiuterà sara scomsicaro. II cateclt'
meno o iI fed;te che voejiono rarsi soldati saranno scomunicati' Perché
aranno disprezzalo Dio,.
Ce o, c'è chi è gia soHaio e si @nverte. A costui non si chiede di r!
nunziare al se izio militare, ma di non uccidere e di Don fa.e prarich€
idolatriche. Così Teúiliano prende atto che i cristiaîr Prestano servizio
Cosl fino
anche di troppo poca!).
nseche alla vita delÌa chie"
Vogliamo ossi úa Chiesa
sta nel mantenere saldi al
descritto sopral
valore del processo di secolarizzazione. Conrinuiamo a favorire 1'*
iI
-scita de a Chiesa da llE visione monarchica, da una fede - consolazione ' ideologia, da un resime di cristìmita, dal vorer essere ùn modelo
della dimensione ( escatolosica ' della Chiesa Non sprechi&
-moililvalore
contributo delle teoloeie della speranza, deÌla hbemzione, che pro
pongono una visione di Chiesa che articiPa, nella fede, i frutti del "Re
erno di Dio,,
26
cioè
la giustizia e la
Pace
si convertorc possono rimareÈ rcl loro ufficio, a c
osni atto idolatrico o di sansue e, se questo non
non può essere che il mùtirio. Cosl CiPliano, che
denuncia il clima di viotenza e di soPranazion€: '
gnata
to si
ando
I'eo
Coft
tru Cetsun, iI dis@rso sula crisi deù'irperc e sulla paÌteciPazione aìla
gue a dei cristiani diventa una difesa di questi utimi, che, secondo
27
I
Origene, possoFo sostenere la gueùa attraverso la preghiera. In questo
conlesto viene gjàL itrtrodotta la @tego.ia della ( euerla eiusla', non so
lo, ma i c stiani pregaDo pd le Cuerre siuste detl'impemtore. I-a Chie
sa cioè, nel]a Íúsúa in cui tende a divenire I'anima sPiituaÌe delf ih
pero, è po ata a condividere e ad avallare la sua Politica, sia Pure con'
dotta attrave$o la guerra, purché per i cristiaDi venga dspettato uno
spazio separato per vivere la espe úa di fede. Si introduce così una
djstinziore di compiti tra chi prega e chi combatte, che vede nel Primo
ambito
i c
stiani e nel secondo
i pageii
de lensione
evangehca
per un Edicale rifiuto della eùerra e dei suoi
a fatto puramente Pe6onale senza coinvolSere
strumenti, lieDe ridotta
distinzione clrc Poi con l'ar
tuazione delf impero crisliaDo e la svolta costantiniana, verlà molto pre'
sto trasfe ta nella chiesa con la seParaziÒne tm il ruolo dei chie.ici e
quello dei laici.
tl glusto non può ess€re soldato,
SigniÎcativa è ú proposrto la condotta di Lattanzio tra it terzo e il
quarto secolo. Ouando è aÌ poterc Diocleziano, che Perseguita i c.istidi,
egli si mette chiaramente cont.o il pot€re dell'imPeratore e coDllo tùt_
ti i servizi nei suoi conftonti, tra i quali il selvizio milìtarc' Ecco Ia sua
beÌla pagina: ( Ouando Dio inte.dice di uccidere, esli non int€rdice solamente il brigantaggio, ilÌecito anche per le leggi delo Stato, ma Egli ci
irvita a notr fare anche quelÌo che gli uomid tengono lecito E' Per
questo che il giusto notr può essere soldato, Perché il servizio militde
der giusto è la giustizia stessa... perciò questo precetto divino non deve
assoÌutamente subire aldna eccezione che Permetta di uccide.e u uo'
moD. Ma LattaÌzio, finito il tenpo delle persecuzioni, divenuto amico
Lattanzio:
s
ruoto
,":13:ìi
In quesio tempo però ci sono anche degli es€mpi di martirr cnstiùi cè
me testimoni detla pac€. Tra questi Marino, Massimiliano, it quale ad
dirittula afierma: (Io non farò il soldato. Tu puoi (it padre) tagliarmi
la tcsta, ma io non s€rvirò n€gli es€rciti d€t mondo.. ro sono cristiano e
non posso fare del male Questi uomini tesrjmoniano il permanere nel
la Chiesa, accanto a una'.linea che tendenzialmente spinge ad assumere
l'impero come luoso proprio della vita deí cristiani, di ua posizione
che si esprime soprattutto nella critica prcfetica ai poteri esistetrti e nel
rifiuto dei loro strumenti di repressjone e violenza-
Il Medloevo e il tempo della " ctvttas chrlstiana )
universale
si apre con la {novita' di Costmtino: Ì'imperc è diventato crisiiano. Om sì è scomùnicati perché si gettano Ìe a.mi (Concilio
di Artes, carone 3) Gettare Ìe armi sigDilìca inlatti mette r contro l'impero come reaÌizazione del regno messia.nico' nasce la teologia della
guerm, che non miÉ affatto aÌla esalteione della eue a, ma al suo contenimento da ù Ìato e alla su sadatizzazioDe dall'altro. Tulta la granQuesto periodo
n
q
Guerre sante
(
' e tregue dl Dlo '
Nel Medioevo infatri si @rca dr contenere la gue a, dr mitisùDe sli
aspetti più crudeli Gla lresua di Dio D), ma con la precisa consesuenza
di riman€re prigionie del'ideoloeia che essa esp me. Cioè noD si da
più un giudizio cristiano sulla guena, ma la si accetta di fatto come
rcaltà che in qùalche modo risolv€ le conrese. Addirittura nas@ il concetto di (gueùa santa, e di ( crociata,, perché in ùa società totalmente cristianizzata l'arrentato aÌla fede cristiùa divenia ùn aÍentato
La pace di C.isto esige, per essere stabile e pemanetrte, che si combatta
anche contro coloro che ne impediscono lz reali,zz zionet eli ' eretici ',
in quanto, se Ìa pace si identifica con \a (frdes catholicL\, essi portaoo
la r fractio pacis,; sli infedeli, ontrc i quali occorre promuovere la
sue a santa. Contro di loro il PaPa Urbano II cosl si esP me al Concilio di Clelmont: (E ora che avete promessa di mantenere Ìa Pace tm
di voì, siete costretti a socco ere in oriente i vostri frateÌli minacciati
da \trna $n^ maledetta. totalmente estranea a Dio. IÌ satrto Sepolcro
di nostro Sigtrore è profanato da una Dazione impura. Mettetevi in mar'
cia per ta strada c.he conduce al santo sepolcro, per straPpde quel súc
lo aIIa. razza úalvagia e per assoggetta elo '
Per Ber.ardo addirittura it combatte.e sli infedeli è ùa questione di
fedelta al SiFore: ( Non c'è legge che vieti al cristiùesimo di colPire
con la spada. ll Vanselo raccohanda ai soldati la moderazione e la siusti:ia. Ma non dice aflatlo a loro: gettaie via Ìe ami e rinunciate alla
milizia Quel che è proibito è la euerra iniqua e specialmerìte la guera
tra i crisiiani. Anche uccidere i paeani sarebbe vietato, se ci fosse la
possibiliiir di impedire in quslche allra maniem le lorc iîruzioDi e di
29
l
togìiere ad essi i mezzi
allbppressione dei fedeli. Ma oggi è molto
^tti la lom spada noo rimansa sospesa sul ca,
meelio massacmrli, affinché
po dei siusti, e affiDché i siusti non si lascino seduùe dalÌa iDiquità.
Disperdere questi eentili che l'oeliono la guer€, eliúinarc questi operatori di iDiquità che vaghegeiano di strappare al popolo cristiano le dc,
chezze rechiuse ir Gerusalemme, di contaminare i lùogli sùti e di
possedere in eredita il Santuùio di Dio, ecco la più nobite deÌe missioni
per colorc che hanno abbmcciato la professione delle a.mi. Su dunque,
che i figli della feale levino senz'altro le due spad€ contro i nemici...,.
Il
clnquecento e la nasclta deglt
statl nadonalt
gli erctici !
La riflessione sui temi della gueta e della pace Del rapporto tra la ChiB
sa e gti Slati, ha un momento particolarmente cco e fecondo nel se
colo XVL L'intreccio tra testiEonianza cristiana e colonizazione del Duo
vo Dondo, che Dod può fare a meno dello strumúto úilitùe, aple una
ampia discussione al'interno deua Chiesa. Essa vede il domenicano Bar.
tolomeo Las Casas atrermare nella lontua America le esigenze del Van
gelo di ftonte ai diritti della forza, mentre in Eùopa un grande t€ologo,
Frarcis@ de Vitoda, apprcfondendo la dottrina di san Tommaso dîqui
no sulla $rerra e sull'ordine internùionale, sostiene il PrinciPio d€lla
termeDse IV si di@ infarti: (I canolici ch
no per sterminare gli eleticj, sodraùo del
vilesi che sono @Dcessi a quelÌi che va-qno
Tommaso dAqujoo a sua volta dprende le
con forza e le dcalibra in una situazione
non è possibile impore la fede con la foEa, P€rché essa è libera scelta
delle persone, e perciò anche degli irdios.
Bartolomeo Las Casas si fa promotore di un movimento di evangelizzazione nel sesno della pace. Proponendo to stile di Cristo a coloro che so
no impesmti nell'annuncio del Vanselo, esli afferma: ( Gesù ha lasciato
oSni uoEo in una liberrà, tranquilita e pace piene: a nessuno ha tolto
i prop beni, i propri dbitti, la propria libertà; a nessuno ha fatto i+
eiurja, inflitto tofli o fatto viotenze, né lo ha obbligato a sottomettersi
attraveno il te or€ deÌle armi', Anche gli aposioli.non hanno preso
Ie anEr, dùnito i combattenti, impiegato eserciti per dominare il mondo ".
Al1narsi per ( steÍirinane
sv.aÌita e dell'uguagliaDza dei popoli, da cui è
Possibile dedùre che
finisce comunque un ( Prcreta,).
Sl afiaccia l'oblezlone dl coscieÍza
preziosa in deînitiva di qu€ÌÌa dei srandi teolosi,
in questo ubìto che emerge la Ìinea det profe.
Assisi, che ripropone la Ieitum del Vanselo
"sine
non bollata egli dà. indicazione ai fratelÌi di and.re
per il mondo e se@ndo l'inseenam€nto evaDgelico, non r€sisruo at mat.
"
vagio; ma, se ùo
ti percuote su una guancia, gli offrano l'altra. E se
uno vuol toslierti it mantello, non eli impediscano di prenderti anche la
tunica.. ,, proponendo una scelta radicaÌmente .on-violenta, in tempi in
cui, come abbiamo visto, si usavano le armi anche per difendere e pro.
pagandale ]a fede. Ai confrateui che vanno dagli infedeh, egli propone
tre inalicazioni: i fratelli non faccimo liti, aDnuncino l'Evangelo, accet
tino la beatitudine della persecuzione per il nome del Signore Nell'evan.
gelismo di Francesco è tolalm€nte trasceso e superato iÌ regime di cristiúita e si ipotiza una chiesa che di fronte ai conflitti tra gli uomini
non abbia alta pùola da an Dciare se non la pace di C sto, @nqui.
30
A sua volta Francisco de Vitoria divenfa il teologo del diritto delle genli.
ll suo pensierc deve far i conti @n due fatti che mettono in crisi il re
gime di cristia.nità: la scoperta del Duovo mondo e la nascita alegli stati
modemi. Nei confronti degli indios, esli afiema che la suerra non è
la prova d€lla validjta della fede crisriana. Esiste u diritto naLurale che
da a ciascun popolo un'autorita propria, legislatrva ed esecutiva. La sua
lezione sdta suera si fà a queslo quadro di riferimento, afiermando
che la gueùa è permessa per didtto rÌaturale, per legge scritta e quin
di il Vugelo non cambia ciò che è precedentej però, a proposito della
(causa giusta > egÌi intoduce con foza anche il p.ìncipio dell'obiezione
di @scienza, afiermmdo che ( se llngiustizia della guerra è evideDte per
ù soggetto, non gli è permesso di combattere neppure per ordine del
t"a novita della rinessione del Vito a sta non tarto nel pmporre la
guerra cDme strumento di pace, quanto I'individuazione det dùitto delle
genh come punto di riferimerto per Ìrazione dei principi. con vito a
3l
è così portato a termine quel pro@sso di dalisi .azionale della guerra,
iniziato da san Tomhdo d'Aquino. E se ciò può sembmre un abbassa'
mento di lilello nella riflessione teologica in reaiÈ raPPresenta un Passaggio nec€ssano per il superamento del regime di crislianià.
In questo pe odo, all'inizio dell'Epoca modema, è Emsmo da Rotterdm
l'araldo della pace c stiana. Nella. Qtercla pocis e nel Dul.e be$um
inexpeîtis, Et^sno ci propone il suo pensierc sulla pace, che viene presentata come dono primario di Cristo. Da qui nasc€ il suo giudizio pe
sartissimo sui cristiani che farno la gueúa: (Pest€ delÌîmanita, sono
degni di essere deportati nelle isole piiL Émote ". Il PaPÀ douebbe, se
condo lui, farsi capo di un movìmento di pace e gÌi uomini di chiesa
sono chiamaii ad essere testimoni e annunciatori di pace
Erasmo: si chiama in causa Cristo per un afiare dlabollco
Una distiuione E.asmo fa per,la guena contro i Turchi, considerata
(male minore, Ma quello che è gnve è che la legittimdione awenga
nel nome del Vangelo di Cesrì. Si giudics severamente chi ùtilizza f
seero di Crìsto per coprirc le prop e gueFe: (Cosl le euerre le fanno
uomid decrepiti, le fanno i preti, le fanDo i moDaci, chiamando in causa
uì afiare tanto diabolico ,.
campo protestante poi si può dire che jl rapporto tE chiesa e pace
non è esènte da profonde ambiglliù. Ouanto a Lutero si può .ì@.dùe
la sua distinzione tru la ìiberÈ interiorc e Ia dipendenza estema al principe. Calvino, a sua Ìolta, afferma che è possibile usare la violen-za per
combattere i nemici, perché neÌ V.ngelo non si trova nuÌÌà conùo ciò.
EgIi è convinto che i principi hdno it aliritlo di fÀ.e Ìa guena, purché
si siùo prima ricercate tutte le soluzioni' pacifrche possibili e si @rchj
di condùre la guena non per fini pafiicolarbtlci, ma per il béne comune.
Dopo Lutero e Calvino sr plrò dire che la libertà di coscienza, la iolla
rrya e il pacifismo assoluto sembmno pr€ndere unÀ strada che notr è
pirì presente nelle loro chiese, ma nei piccoli gruppi e sette della diaspe
ra protestante Ma non tutti i piccoli gruppi sono disposti alla non-vi+
leùa. MiiEer ad esempio esorta i cont.dlni ad esserc strumenti della
reali^zzazioîe clel regao di Dio attraveEo Ia spadar "Non vi infiacchile,
non lasciate raffreddare la vostra spada. Non si può pàrlare dì Dio, finché i signo sigaoreggiano su di voi,. Invece alcui gruppi di Anabatlisti prospettano una linea di nelto paciîsmo, che !a letto anche come
t€ndel,a a isolaBi dalle tensioni del mondo e dalla vìta degli Stali. Essì
Cristo per
In
\ogliono di!enrare dei " resrimoni disarmari'.
clt ultlùú
Il
clnquant'annt
nostro se@lo, sconvolto da suerrc immaDi, ha visto .remergere in
al mondo c stiano una difiusa aspirazione alla pace, accomprgnata
da un seralo drbattito, che ha messo di mrovo a frcco da una parte
il conetto di ( gueùa giusta, e dall'altra ha prodotto un movimetrto di
opinione per iÌ superamento defnitivo dì quel concetto.
Dopo sli iDterventì di Leone XIII, dr Benedctto XV (il papa che con.
seno
32
dada la prima guerm moDdiale @me ( inutile straee "), di Pio XI, è
Pio XII cbe pdla .lella pace @me di u capitolo della dott tra sociale
delta cbiesa. Con Pio XII però si ripÉsenta ùno schema di ( cristiadta,,
sia pure itr forma aggio.nata: la Chiesa non eùida più direttamente la
storia, ma jDdireîtamente, iDdicodo soluzioni per i gmndi temi della
corviveDa e dell'ordine alf intemo degli Stati, creaDdo Ìe condizioni per
Da grande società ispirata dal Cristianesimo.
Con ciovmi XXIII ilìvece si fa strada I'idea che la Chiesa non è disar.
corata dalla storia. ll peccato storico di Addo è causa dell'ingiustizia
Ma è Del Concilio Vaticano II che la tematica della pace emerge con
decisive novità. La Gaudium el spes, sopmttutto ]lel capitolo quinto, po
ne fine alla possibifità di conîinuare a propone il @ncetto di sguena
giusta,, di ( legittima difesa,, h un mondo che prodùce armi che non
lasciuo scampo né al vinto, né Àl vincitore. La tesi conciliare è chida:
non si possono usare armi di strage, rcmmeno per legittima difesa. Tuttavia il possesso di esse viene in parte giustificato come deierrente, fa
cendo nascere anche qui una ombra di dbiguita, per il falto che l'uso
del deterrente è consentito in ùna visione di eqDiÌib.io statico, che iJl
realta non sì da mai, perché Ìa corsa agli armamenli si Presenta sotlo
la forma di una spirale, di cui siado quotidiani spettatori.
Il nuovo Anticristo è I'atoíúca
La strada aperta dal Concilio va perciò proseguta e per così dire perfe'
zionata. La Chiesa ne è sollecitata prop o da quetla dimensione escato.
logìca, che la fa
misure dalla parte deÌÌa pa@. E' sta.
to cosi nei p mi secoli della chiesa: essa era per la pace, perché doveva
prepaErsi opportunamente all'entmta nel Regno di Dio, che veniva pensata iminente, stante la minaccia delÌAntic sto rappresentato dallÌmpero.
Sùà così anche oegi, per articiparc nel tempo i frutti di giustizia e di
pa@ di qu€l R€sno che non è dcora, stmte la minaccia della distruzione
dell'uomo da paÍe di quelÌ'Antiùisto che è Èpprcsentato da-l rischio incombente degli arsenali atomici I
Biblios.dfd esenadle
' M. TOSCIJL Pae c vrac4o. Qu'-iojànr Brsio
(CivilÀ Carbli.. ), Ld Cbiesa, ld suefta e Ia pdce, seùnùo'a)
- ( Conciliùn,,
e pó , dptile'83
- (Vita e PdsiNChksa
), Ii Eitstiztd e la Ìofza, ap e'82.
-.-- t. CHTAVACCT, ú Aút ,! A'úa.e t . di'dúa: a'rcui e@nodi.:
.rl Vt' e
c
eti i.
Peniiem
33
Qu3lche dato per oriènraBi
INOICE
DELLîNi{AIA 1983
ll numèro d€ll! rlvktà
-rra pàr.nlésl
La ielrykione: què
ah.Òra una
ll paclìsmo
h
wlta
è
r
ús snatsi è
grande, .omoda, percoosa bèby*i(èr
ll
mmorae, se.ondo E5prit
Bibbè nèÌ aboratÒró senioii.o
(3)
(5)
(8)
Ptincipè
au.sa
d.l
n.hi@
(t0)
(2)
(3)
(4)
(5)
(ó)
'
(!)
quènt. Irètrà dl vèd.rl crès.èrè, bamblno hlo-.
Qu6l r vlva S ,.larco p.r I marò Mont*l
t3)
'
Ora .he no si corteggiàno piÙ né gldani né clltóìlcl
Ràpldo MilàÉVendi!: il ri5chio dell'èbitudlnè
Lè chióve di Comiso n.ll! trsc! d.l Ctu.hoy
Dopo rorino, La borsh€sia r.mpónie
l-'*Òlós'! non basti Qùèsto sirtèmà
. P@rè, .ldlonl, .ppur vol66o
(5)
(€)
{9)
è l'ccupàtrond d.l pol.r.
è rurto d. rltlr.
(3)
(4)
(5)
(3)
c'è unà scidza del futuro ch. è srar. dlm.nrc.i., h polltl.!
oopo il 2ó slugno: là fìne del cattollceslmo polhlco?
Guatèmala:
Hanno
o
mésb
sl€rm nlo d€gli indi6 e il
in pensionè Dubek, l'ùom
srri$
màrtirio
di
d.l rcclàlllmo $nza carri
Màrisn.la,
Prograùmgzonè: hètodo
.
dl swèrno o slosln
invècchlóto?
ll SlddhÀrri dindzàtó . i 25.000 sul.idl llalènl d€l lndra
ll conrun smo tolalitario € la moral. doll'. ur! € sEtlà,
màlnconla di dover é$ero telici <hè divora i sasni
I hhllll lul fo.di Chies!, gldlnl e póce n NodoE a
qu.lh
34
(t)
èrmàti
cdiituzjde
*iluppo d.l hovlm€nti nonviol€nti in fr.nrlno
Accordo sul costo dol lawro: non à rtori@ mÀ ò un $on.o
Nàicllù
(el
dr F.!c!n
h. snnr dopo Rom€rc
Ùn.s.rciró ( ulrràm.,b lè è polivalènt.
àl di!@o l.
', lr€ îh!tch.r?
M! À proprio rero ch€ gi inglesi voslié
ll
i mtsli?
(!)
(9)
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(t0)
Ià crirtcè cho non dmontch
(t)
l4)
(3)
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ll crdlnà|. D6nl.lou è !s su. úó . 3.ànd.lo.a
Un Carnd.l. amàrc, lo !p. E dèl '29, ET . ún prcLl! trld lo
AI Elrsirc dol buronè è torità una < rcó bi.no,
Poloni!
^a
bene
bèiló o ebbró a le s.!Lè dè Duoml è
canndchlè e e 9li occhi bèndarl, Da Gs lm rl a cr si
ll dib3ttito sula sclènzè Un ruolo psr s cr I ca
La b.mbè buons, là b.mbó c!ltiv! a unvèho iurbaio
Pèr unr òeurG
<Voi occid.htall noh càprè niént. d.lL
b scuola.eèrla' nèl cÈc édu.ativo
a libedà val
{t)
Millni, quèl pretè dlnnlto che non si ló5cià 6l.bràr.
. il FoEro
rl€l grisio lùnedl dell! polticè
scrlt€ndo i d4. o h.l boio, in
t2)
Kafka
Lanno dé du.e d quèlo della Resktènzi
Don
(B)
rerapie
L. ho e
ne l'órizzonta tooogco .onranporans
Pèr cohbr ere là srónch.zzó dè brl pór 'èfaté
Drvo si vè a cèrcaÈ quo èÒ!à/ dove quèlcGa anchè
ll fa
imenro
di Arolo
sosno di Fiizclróldo
RlnEtEndo ,ú I GÀhdhi
Ouè
llntsrh
nab
o è
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ùèc.e
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la qrande
\41
ucè
LB ri,ólLT ore oc-Fo- cà. .etp 'o -uo.o de .
rn
Un monsiqnÒré p.r ll dk8rmo è la dpomózè vètlcèia
O.sndó è pà.o. dvenra ó p.ra d.èr .. ènèrg-aziono
Tra i ( porgl 'àltrà guancrD e la (suera sju*s,.onÍo I mlle
Unè morals
<lomtrshr) per isd3nl?
Lè PèrÒE di Do non ò (pllr) in
Rrcórdàrc fhÒm!s
(5)
(3)
(t0)
(!)
(ó)
^4e.ton?
Gli oppost ri.oncllèti ne principio Lè comun ta delArca
luturo è dritlo è alè poitica
(t)
Manife*Ò del frÒnta di iberszionè dèl contàd
toramoro (lsa a 52)
(3)
(3)
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{é)
(9)
(t)
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cètene
(2)
(3)
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l2)
(ó)
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(l)
sua d fièrenza
'
l.
si rds
Don Loronzó /ù lani
e a
scuola
di
Barblanè
nó
mpèzito
(t)
(é)
t7t
Ogní addio di un soldato è in fond.o tn add.to pai :.\;
sempre. Che quai;tùà, sì, che pazzesca quan ù ú' '.1'
a
dolore hanno scaicato attraserso I'Ewopa le tr*
dotte deì militari in licenza. Ah, se quei pasÌfiéntl
imbraîrati poîessero parlare. se i vetrí sl,fdlcl dl
quelle finestre potesseÍo griilare e se finalmente le
stazioni, quelle stazíoíi teftibili, se incomiflcìasset
finalmente a úlarc i iLoloti e Ie disperaziotí
hanno uisto. Non ci satebbe più la guetn. Ma
,:
'
"$
chg,
èt
renti secchi d.i letnice hanno ttamutato ilì nut
utt così tetrìbile atrio ili staziofie in un Íorc pet
allegri idioti, sei pennellesse e un paio di pìt
che frschieîtano ìnferuotati sq.Ile impalcature, e,l$i
rtita ea avanti. La r)ita ra a\)anti. GIi uomini oìyoaià|;
soltanto grazie alla loto debole memoùa
lda
au
ù.
lezzlo>, di Heinri.h Bd[)
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