Produzioni Compagnie Piemontesi Duemila13/Duemila14 Per segnalazioni e informazioni: Claudia Grasso [email protected] tel. 011 4320788 PROSA Accademia dei Folli ACTI Teatri Indipendenti Affetti Collaterali Aleph Associazione Culturale Alfombras Associazione Culturale Anna Cuculo Group Anticamera Teatro APS Cascina Macondo Arcademia ArnoKlein Ass. Cult. Assemblea Teatro Soc. Coop. Associazione Parola e Musica blucinQue Blusclint C.P.E.M. (Comunque Polonio era Malato) Casa degli Alfieri Cia compagnia Compagni di Viaggio Compagnia 3001 Contatto Ass. Cult. Crab Teatro Crocevia Teatrali Cuochivolanti Daniele Conserva Derossi – Chiorino DettoFatto Divago Ass. Cult. Dramelot Associazione Culturale E20 Associazione Effeci Music - Associazione Contrattempo Elena Ferrari Esia Faber Teater Festival delle Colline Torinesi Fondazione Teatro Piemonte Europa Fools Fratelli Ochner 2 G.B.Studio Genovese – Beltramo Ass. Cult. GFTeam – Gipo Farassino Grandangolo Ass. Cult. Gruppo del Cerchio Gruppo Folcloristico Chiusa di San Michele I Lunatici Il Cane di Pavlov – Argia Coppola Il Cerchio di Gesso Il Contato del Canavese Il Dottor Bostik Il mondo delle idee Il Mulino di Amleto Il Mutamento Zona Castalia Il Teatro delle Dieci Ass. Cult. Ivaldi | Mercuriati Associazione Teatrale Progetto Zoran La Ballata dei Lenna La Barca dei Soli La Bonaventura La Bottega Teatrale Ass. Cult. La Quarta Scimmia La rOsa dei 20 Laboratorio Permanente di Ricerca sull' Arte dell' Attore L'arcoscenico Ass. Cult. L'artimista Le Anfore Compagnia Le Sillabe Ass. Cult. Le Venerdì Ass. Cult. Les Petits Filous Lewis&Clark Ludus in Fabula Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa Masca Teatrale Mo.lem Mulino ad Arte Municipale Teatro Nartea Nessun vizio minore Nidodiragno Nuova Avanguardia 3 Nuove Forme O.P.S. Officina per la scena Occelli Olivero Officina04 Onda Larsen Ass. Cult. Paperelle Scampate P-ars Piccola Compagnia della Magnolia Piccolo Teatro per Uomini di Latta Pierpaolo Nuzzo PrimoAtto Produzioni Fuorivia Progetto FMG Progetto U.R.T./Compagnia Jurij Ferrini Refrain Scampoli Senza Confini di Pelle Sfamuse Compagnia Sipario degli Estranei Stalker teatro Stregatti Compagnia Teatrale Tangram Teatro Torino Tangram Teatro Torino e Bebo Storti e Fabrizio Coniglio Teatro Alegre | La Terra Galleggiante Teatro degli Acerbi Teatro degli Episodi Teatro dei Passi Teatro della Caduta Teatro delle Selve Teatro di Dioniso Teatro Selig Teatro&Musica di Monica Luccisano TeatroLieve Tecnologia Filosofica Tedacà Ass. Tékhné Ass. Cult. Torcigatti Tre di Picche Marco Voerzio Trio Hausopera Ass. Viartisti 4 DANZA/CIRCO Adriana Cava Jazz Ballet Ammonia danza corrosiva Apothema Teatro Danza Artemovimento Ass. – Monica Secco Balletto Beatrice Belluschi Balletto Teatro di Torino blucinQue C.ie La Bagarre C.ie Zerogrammi Gabriella Cerritelli Circo Macadam Cirko Vertigo CodedUomo – Daniele Ninarello CòLAPS Compagnia NAD EgriBiancoDanza Ekodance International Project – Pompea Santoro Fratelli Ochner Andrea Gallo Rosso Il Cantiere | Sara Marasso Improd@nce L’Araba Fenice compagnia di danza L’artimista Les Petits Filous Liberamenteunico Ambra Senatore Stregatti Compagnia Teatrale Teatro della Caduta Tecnologia Filosofica Tedacà Ass. - Compagnia Le Balleronze The Vers Secret Dance Society - Raffaele Irace Roberta Tirassa - Danza afro contemporanea Senza Confini di Pelle Sowilo Compagnia Stregatti Compagnia Teatrale Tangram Teatro Torino 5 LIRICA-OPERETTA Alfafolies Francesco Tamagno Società Culturale Artisti Lirici Torinese 6 PROSA 7 www.accademiadeifolli.com IL BUGIARDO di Carlo Goldoni con Enrico Dusio, Elena Ferrari, Elisa Galvagno, Gianluca Gambino, Raffaele Musella, Carlo Roncaglia e con la Banda da Camera Accademia dei Folli regia di Carlo Roncaglia Link al trailer http://www.youtube.com/watch?v=HCHgEsYQQ-E genere: prosa-commedia Lelio, figlio di Pantalone, torna a Venezia da Napoli, citt{ in cui è cresciuto seguendo l’impulso a vivere una continua avventura, affidandosi al suo estro di bugiardo impenitente. Capita subito nel pieno di una serenata che Florindo, amante timido, rivolge segretamente a Rosaura, mentre insieme alla sorella Beatrice sta sul terrazzino di casa. Senza indugio Lelio, assistito dal servo Arlecchino, si fa avanti, attirando l’attenzione delle figlie del Dottore e attribuendosi il merito dell’omaggio canoro. Da questo momento in poi inizia un rutilante gioco di “spiritose invenzioni”, come il fantasioso protagonista definisce le sue menzogne. Quando le esagerazioni raggiungono un livello insopportabile d’immoralit{, è scacciato dal padre e da tutti gli altri, mentre sul filo della convezione teatrale si ricompongono le coppie di innamorati. Ruota intorno a questa figura tragicomica una galleria di personaggi inconsapevolmente crudeli, avidi, sospettosi, creduloni. Il malessere e la paura serpeggia tra le battute frizzanti. In un continuo e inesorabile scambio di ruoli, cinque attori danno vita ai 14 personaggi della commedia goldoniana. Questa costante trasformazione imprime alla pièce un nuovo ritmo che pur mantenendo ben leggibile la trama, amplifica il senso stesso del testo in un gioco di specchi in cui la finzione teatrale moltiplica le caratteristiche del protagonista. Le vere protagoniste sono però, alla fine, le convenzioni, le ipocrisie e le “maschere” di una societ{ che ancora oggi non lascia via di scampo. FOLLI ALL’OPERA con Giovanna Rossi, Enrico Dusio, Carlo Roncaglia e con Gigi Rivetti (tastiere), Giò Dimasi (batteria), Enrico De Lotto (contrabbasso) regia di Carlo Roncaglia genere: teatro - musica "Folli all’opera" è un affettuoso omaggio al mondo della lirica, uno slalom scanzonato tra le arie più famose. Tre attori interpretano i personaggi di Mozart, Puccini, Rossini, Verdi, Donizetti. Li accompagnano altrettanti musicisti che, rielaborando le partiture originali, fanno da contrappunto ai brani recitati. Il testo, appositamente scritto da Emiliano Poddi, cuce le diverse vicende creando una specie di Helzapoppin operistico dove tutto può accadere. Le gag, i momenti poetici e le situazioni assurde si susseguono in una girandola che lascia senza fiato, emoziona, meraviglia. Un gioco raffinato, un divertimento intelligente rivolto sia agli appassionati sia a chi si affaccia per la prima volta sul meraviglioso mondo dell’opera. 8 Sembra una replica come tante. Madama Butterfly scruta l’orizzonte in attesa del ritorno di Pinkerton, il suo sposo americano. Poi arriva Turandot e sottopone Calaf a una specie di quiz televisivo estremo. In palio, se Calaf risponde esattamente, c’è la mano della stessa Turandot. Ma se Calaf sbaglia lo attende nientemeno che la ghigliottina. Ce la farà o no? Lo scopriremo dopo la pubblicità di Figaro, barbiere a domicilio. Nel frattempo Alfredo spasima per Violetta. Ma lo sa che ha la tisi? E ha idea, Alfredo, di quale sia la professione che lei esercita? E soprattutto, non si rende conto che la loro storia d’amore è senza futuro dato che, nella quasi totalità dei casi, il soprano fa una brutta fine? I personaggi dei libretti d’opera si avvicendano sul palco, si rivolgono al pubblico, dialogano con il direttore d’orchestra e con i musicisti. Vogliono capire, fare il punto della situazione dopo migliaia di repliche sempre uguali. Non è per niente facile essere personaggi d’opera. A parte lo spaventoso tasso di mortalità, ci sono stranezze che loro ancora non si spiegano, domande che restano in sospeso. Esempio. Perché nell’opera, quando qualcuno viene pugnalato alle spalle, invece di sanguinare canta? E perché il pubblico, nonostante queste stranezze, alla fine si commuove? 9 ACTI Teatri Indipendenti www.teatriindipendenti.org SOLITUDINE di Beppe Fenoglio con Beppe Rosso regia di Beppe Rosso genere: monologo, teatro di narrazione Attorno all’atto unico Solitudine (pubblicato sulla Gazzetta del Popolo di Torino nel 1963, alcuni giorni prima della morte di Fenoglio) si dipana la vicenda dello spettacolo. Fenoglio negli ultimi anni, spinto dalla passione per il teatro e dalla sua potente capacità dialogica, scrisse una serie di scene e monologhi che, nella sua intenzione, avrebbero dovuto costituire un’opera teatrale compiuta. Lo spettacolo porta alla luce e intreccia quelle scene e quei frammenti del teatro “partigiano” che permettono di intravedere lo scheletro d’insieme di questo lavoro incompiuto. E qui l’autore propone una nuova prospettiva: ciò che nei testi precedenti veniva letto come valore assoluto, come scelta senza compromessi, viene messo in discussione. Il “partigiano” e la sua condizione durante lo sbandamento dell’inverno del ’44, diventa problematica, il disagio si fa concreto ed esistenziale. Un dramma che a tratti mostra una perdita di coordinate e svela le paure di questi giovani combattenti, pur nella tensione verso la “giusta causa” e dell’inderogabile “scelta” fatta. La scena si popola di personaggi mitici, tragici, sarcastici, irrisolti nelle loro contraddizioni, inconciliabili con il mondo ma tremendamente umani. Nel dramma di Fenoglio tutti i protagonisti sono soli. Parlano tra loro, ben sapendo che nessuno arretrer{ dalle proprie posizioni. Fenoglio ci restituisce l’essenza dello sbandamento, con una precisione che a volte appare più nitida di quella raggiunta ne Il partigiano Johnny. DEI LIQUORI FATTI IN CASA di Gabriele Vacis, Remo Rostagno e Beppe Rosso regia di Gabriele Vacis genere: monologo, teatro di narrazione Dei Liquori fatti in casa ci riporta in un paese della provincia italiana nei primi anni sessanta. A dare voce a tutti i personaggi, un attore solo che restituisce, con grande efficacia comunicativa, gli umori e i sussulti di un’intera comunit{ la cui quotidianit{ viene improvvisamente scossa dall’arrivo di una giovane donna francese attorno alla quale si condensano gli avvenimenti, corposi ed essenziali come certi liquori, che rivelano valori, desideri, visioni, speranze di un paese e di una generazione. Un’ironica e poetica saga paesana dove si trattiene il respiro, in consonanza al respiro delle donne e degli uomini che vedono la loro piazza solcata dall’amore, dal peccato, dal sogno o, addirittura, dalla rivoluzione. Lo spettacolo narra dell’epoca del boom economico, momento di cruciale mutamento sociale, quando tradizioni centenarie subirono, nel giro di pochi anni, un cambiamento radicale e il suono delle piazze non fu più il rintocco del campanile ma quello dello juke-box che narrava di alti neri watussi e sogni americani. 10 “Affetti Collaterali” www.affetticollaterali.it LA CLINICA DEI SOGNI di Claudio Morìci con Vincenzo Galante, Stefano Ghione, Carlotta Bisio, Max Chionetti, Paolo Canfora, Giovanni Sonzini, Mauro Allegretti regia di Luca Ghibaudi link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=RD5b4r2jtsU genere: commedia surreale onirica “…l’unica differenza tra me ed un pazzo è che io non sono pazzo…” Si può affermare dove comincia il sogno? Conoscere il limite estremo della veglia? Chi siamo e dove siamo, veramente, durante il sonno? Illustri studiosi hanno distinto quattro stati, caratterizzati dall’assenza di coscienza. L’ultimo di questi, lo stato REM, costituisce una condizione fisiologica che nel corso del sonno si amplia progressivamente per durata ed effetti. In definitiva la fase di maggior assenza volontaria nel sonno, quella cioè dove prendono forma i nostri sogni, è anche la più vicina, fisiologicamente, allo stato di veglia. Nessuno però aveva mai pensato di osservare il fenomeno sotto l’ottica opposta, che avrebbe rivelato molto di più. “…ce ne sono di cose che potrebbero accadere e che nessuno immagina…” ADDIO MONDO CRUDELE di Tobia Rossi con Silvia Amoretti, Paolo Canfora, Vincenzo Galante, Noemi Garbo, Carlotta Bisio, Ezio Martini regia di Carlotta Bisio link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=IUeMv9J4qxo genere: commedia tragicomica Commedia tragicomica ambientata sul tetto di un palazzo, dove il cornicione diventa il lettino della psicanalisi e sei personaggi si muovono sull'orlo del baratro, oltre che di una crisi di nervi, in una serie continua di dialoghi serrati, colpi di scena, gag di ogni tipo e battute a non finire. Bianca, tradita dal marito, decide di farla finita buttandosi dal cornicione della finestra della sua psicologa. Andrea, tradito dalla moglie, decide di farla finita buttandosi dal cornicione della finestra della stessa psicologa. E ovviamente decidono di farlo lo stesso giorno, alla stessa ora, utilizzando lo stesso cornicione! La faccenda si complica con l'arrivo della dottoressa e soprattutto dei rispettivi coniugi Michele e Ilaria per tentare di impedire il fattaccio, per non parlare poi dell'intervento di improbabili forze dell'ordine... 11 Aleph associazione culturale https://www.facebook.com/pages/Associazione-CulturaleAleph/569346183083876?fref=ts UNA NOTTE DI CASANOVA concerto per voce recitante e chitarra di Franco Cuomo con Federico Grassi (voce recitante), Sergio Sorrentino (chitarra) musiche originali di Sergio Sorrentino regia di Federico Grassi link video, pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/pages/Duo-Federico-Grassi-SergioSorrentino/207577072715474 | traccia audio: http://www.youtube.com/watch?v=DOBIkUzGAg4 videointervista presentazione spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=TaxAWYxeLic&feature=player_embedded genere: teatro musica - nuove creatività Un Casanova senza età che attende in una sperduta locanda d’Europa una dama che non verr{ se non quando l’attesa avr{ ormai esaurito il desiderio. Nell’arco di una notte, spazio temporale e mentale di un’intima confessione, scandita in sette stanze che vanno dalle ore undici all’alba, un avventuriero di oscuri natali come il nostro eroe veneziano, fattosi cavaliere da solo “rubando otto lettere all’alfabeto che è propriet{ di tutti”, si adopera per ridimensionare la mistica del potere nel mondo. Nella drammaturgia di Cuomo non c’è posto per storie comuni, per gente qualsiasi. Il suo diritto ad inseguire il fantastico puro della storia lo conduce a considerare la condizione per l’elaborazione della trama, per la definizione del personaggio una sua sospensione al di sopra o al di sotto del resto del genere umano, mai alla pari: verso la santità o verso la dannazione, mai verso una quiete terrena. Nel caso di questo Casanova ne scaturisce una figura emblematica al di fuori degli schemi e dei modelli precostituiti, un reperto umano in grado di fungere da campione esemplare delle nostre passioni, delle nostre contraddizioni portate alle estreme conseguenze, proposta ai nostri occhi di spettatori provocatoriamente, per confondere le carte che qualche sapiente addomesticatore aveva messo “per benino” in quello che si chiama “ordine” ma non necessariamente “vita” o “teatro”. Oscillando continuamente fra il sacro e il profano, il genio e la sregolatezza, la nobiltà e la cialtroneria, la verità e la menzogna, la parola potente di Cuomo ricca di fascino e di efficacia teatrale disegna in maniera incisiva il ritratto esemplare e moderno di un perfetto “arcitaliano”. 12 ASSOCIAZIONE CULTURALE ALFOMBRAS BRIVIDI D’OMBRA, LAMPI DI LUCE de l’ Associazione Culturale Alfombras con Ilva Fontana, Mariarosa Bersanetti , Paolo Leone regia di Ilva Fontana genere: teatro musica In occasione dei 150 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio lo spettacolo è un omaggio al controverso poeta-vate con brani di poesia e prosa alternati a pezzi musicali e d’opera tratti dai generi che il poeta amava, alcuni con testi scritti da lui stesso. Rivive l’atmosfera dell’epoca grazie a recitazione e note. VERDI PER SEMPRE de l’ Associazione Culturale Alfombras con Ilva Fontana, Mararosa Bersanetti regia di Ilva Fontana genere: teatro musica La vita avventurosa e la musica travolgente del più grande compositore italiano rivivono sul palco con ritmo travolgente. 13 ANNA CUCULO GROUP www.annacuculogroup.it CONCERTO PER ARTHUR RIMBAUD di Arthur Rimbaud, Anna Cuculo, Matteo Negrin con Anna Cuculo, Matteo Negrin regia di Anna Cuculo link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it genere: teatro musica Il testo è tratto da Une saison en enfer (Una stagione all’inferno) di Arthur Rimbaud. 140 anni fa, quando Arthur Rimbaud aveva 19 anni, uscì dalla sua penna questo capolavoro di pensiero e di letteratura. L’inferno di cui ci parla Rimbaud è quello terreno della società occidentale cristianizzata, è la sua vita stessa, in una meravigliosa frammistione di fisicit{ e spiritualit{. Oltre all’immenso apporto alla letteratura dell’Ottocento, Rimbaud ci guida in una moderna visione ‘materiale’ della vita. La musica di Matteo Negrin, di stile volutamente eterogeneo, si fonde sul palco con le parole della Saison per dar vita a un solo corpo di suoni armonici o contrastanti di scena in scena. Rimbaud nacque il 20 ottobre 1854 nella cittadina di Charleville, nelle Ardenne. Ben presto conobbe Paul Verlaine, che segnò il suo successo di poeta ‘moderno’. Alla Saison appartiene anche la relazione vissuta con lui, definito ‘la Vergine folle’ dall'esistenza scialba e vile, al quale Rimbaud fa dire la propria volontà di evasione dalla realtà e la ricerca dei segreti che possono cambiare la vita. A chiusura del testo tutta la poetica di Rimbaud viene da lui stesso ripudiata: «È finita. Oggi so salutare la bellezza», ossia la poesia di Baudelaire e dei parnassiani. ELIZABETH E JOHN DEE di Maurizio Barracano e Anna Cuculo con Anna Cuculo, Roberto Briatta, Roberto Bonesio, Cristian Lampis, Pietro Giau, Gabriella Perugini regia di Anna Cuculo link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it genere: classico Un dialogo tra la regina Elisabetta I d'Inghilterra e il matematico, scienziato e mago John Dee, favorito della regina, la quale si avvalse della sua scienza e delle sue doti di astrologo. Nel rispetto della storia e della ricerca esoterica, vengono svelati alcuni dei 'misteri' che condussero l'Inghilterra di Elisabetta I a divenire la prima potenza navale nel mondo. In più di un'occasione la regina si recò a trovare John Dee nella sua casa di Mortlake. È qui che si ambienta lo spettacolo in massima parte. Altri personaggi occupano la vita intima dei due: il giovane fidanzato della regina, ben presto abbandonato, e il medium Edward Kelley, a cui erano state mozzate le orecchie per qualche azione passata poco gradita al potere. Un posto a sé, anche se interferisce di continuo con i personaggi, occupa Azoth, figura atemporale, cinica, grottesca e a volte sgradevole persino con il pubblico. La musica del liuto vive sulla scena. 14 IL SEGRETO DEI MASSONI di Giuseppe Vatri cn Enrico Fasella, Cecilia Cernicchiaro, Roberta Indiogia, Matteo Anselmi, Roberto Bonesio, Pietro Giau regia di Anna Cuculo link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it genere: classico Parigi 1737 Si celebrava l'elezione di un pari d'Inghilterra a Gran Maestro parigino. Le gazzette parlano della Massoneria, quelle riunioni segrete cui partecipano borghesi e aristocratici. Il potere se ne interessa: un sottotenente di polizia fa irruzione in qualche riunione massonica, sequestra documenti e verbali, ma si ferma di fronte a intoccabili aristocratici. Un intellettuale quietista scrive un discorso che propone il sostegno della corona alla Massoneria. Il cardinale ministro lo ferma: quelle assemblee dispiacciono al re. Meno di dieci logge sono attive a Parigi, ma tutto il mondo si interessa alla Massoneria e ai suoi segreti. Il segreto è la cerimonia di iniziazione: il sottotenente, saputola da una cantante di teatro (che l'aveva saputa da un amante), finalmente dà il segreto alle stampe. Insomma, la Massoneria, la novità arrivata dall'Inghilterra appena dieci anni prima, è di gran moda, tanto che un autore, rimasto anonimo, prende il suo segreto a tema di una commedia, Les Frimaçons, da rappresentarsi alla Comédie Française, ma che a causa degli attacchi polizieschi sarà stampata a Londra solo nel 1740. Una donna curiosa, due amanti, il segreto massonico da scambiare con le sue grazie, uno degli amanti già Massone, l'altro che deve esserlo per poter conoscere il segreto, medici immaginari e squattrinati poeti che aspirano alla Massoneria, camerieri pasticcioni e ancelle astute a far da contorno, in un intrigo tipicamente settecentesco. VIAGGIO MUSICALE NELLA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri e Paolo lova con Anna Cuculo, Paolo Lova, Daniele Montagner, Tiziano Nizzia regia di Paolo Lova link video, pagina web spettacolo: www.annacuculogroup.it genere: teatro musica Tutti i canti della ‘Commedia’ si prestano a una lettura pubblica e tutti possono essere accompagnati dalla musica: non era infatti estranea alla sensibilità di Dante, e più volte nel suo poema dà prova di conoscerla e apprezzarla, così come mostra di amare i musicisti. Quale incontro è più commovente e gioioso se non quello con il musico Casella nel secondo canto del Purgatorio? amor che nella mente mi ragiona/ cominciò elli allor si dolcemente/ che la dolcezza ancor dentro mi sona (vv.112-114). Alcuni canti che più di altri offrono dialoghi, colpi di scena, descrizioni efficaci oppure tratteggiano figure imponenti e indimenticabili, possono essere definiti più teatrali e quindi più idonei a una lettura in pubblico. Toglieremmo valore alla ‘Commedia’ se volessimo stabilire una graduatoria tra canti, spezzando l’unit{ stilistica e l’impianto narrativo del poema; è però possibile individuarne alcuni che presentano affinità tematiche o che toccano particolari corde della nostra sensibilità. Canti in Programma: INFERNO canto V, canto XXVI, canto XXXII, canto XXXIII - PURGATORIO canto VI, canto XI PARADISO canto XXXIII 15 ANTICAMERA TEATRO Via: Porporati 12 10152 Torino C.F. 97590260010 www.anticamera.com BORDERMINDPROJECT con Elena Pisu ideazione e regia di Marco Monfredini in collaborazione con Grimaco MovimentiUmani link video, Pagina web spettacolo: http://bordermindproject.wordpress.com/ genere:Teatro-Danza Il nucleo del lavoro nasce nel novembre del 2012 grazie ad una residenza teatrale creativa di un mese nei Territori Occupati Palestinesi presso il Balata Refugee Camp. Border_Mind è stato un incontro con la cultura e la società palestinese. Border_Mind è stato un laboratorio teatrale con giovani che vivono sotto il pressante contesto dell’occupazione. Border_Mind è un video teatrale ambientato in location “naturali” della Palestina. Border_mind è un blog che viene costantemente aggiornato. Border_Mind è una performance sul tema della separazione e delle barriere. Il progetto continua in Italia alternando repliche della performance presentata in Palestina, prove aperte al pubblico del processo creativo in evoluzione e nuove residenze di sperimentazione e approfondimento del tema . Corro per non perdermi, lascio che sia il mio fiato a decidere la profondità dei miei pensieri. Ho bisogno di scavalcare l’attimo per ritrovarmi lì subito dopo l’esplosione. Io sono le mie barriere. Io sono il superamento dell’ostacolo. Io sono l’ostacolo. Io sono il prima e il dopo sempre durante. Cos’ è che mi fa scavalcare il tempo per ritrovarmi oltre il muro di separazione? Chi decide che non possiamo vivere insieme. Cos’è la pace? Dov’è la scala adeguata all’altezza? Cos’è la bellezza della profondità? Io sono quello che ti porge la mano. Io ti fucilo mentre sei di spalle. Io sono il fucile. Io sono il proiettile che ti perfora la carne. Io ti oltrepasso mentre cadi al suolo. Io sono il suolo che ti accoglie prima dello schianto. Non esistono confini. Esistono solo penne per tracciarli. Io sono il confine. Io mi cancellerò. 16 APS CASCINA MACONDO www.cascinamacondo.com BOB ET BETH di Nagi Tartamella e Florian Lasne con Nagi Tartamella e Florian Lasne regia di Nagi Tartamella e Florian Lasne in co-produzione con Cie Racines de Poche link video, pagina web spettacolo: www.racinesdepoche.com, www.cascinamacondo.com http://www.youtube.com/watch?v=zboTPxk2Wjc genere: teatro di gesto e di parola Piccola storia d'amore ironica, poetica e amara. Teatro di gesto e di parola. Specchio della coppia nei suoi splendori e decadenze. Gli attori, con la loro sensibilità e ironia, la loro gestualità e mimica, seducono piccoli e grandi. Ritmo e movimento. Burlesco e poesia. Bob e Beth s’incontrano al mercatino del quartiere È subito amore ed ha un buon odore Tempo presente Attimi eterni O quasi Il tempo è denaro E chi perde tempo perde denaro Bob conta il tempo Beth non capisce Bob corre senza sapere perché Il cielo è blu Ma spuntano nuvole scure e pesanti Inquietudini e ripensamenti Piccola folle vita quotidiana Le sue abitudini Così rassicuranti 17 Compagnia ARCADEMIA www.arcademia.it LA VITA E' MERAVIGLIOSA dall'omonimo film di Frank Capra (riedizione 2014) di Attinà / Marino / Frisone / Quaretta con Maurizio Frisone, Isabella Tabarini, Fabrizio Rizzolo regia di A. Quaretta link video, pagina web spettacolo: www.arcademia.it genere: musical George Bailey è un giovane onesto, desideroso di avventure e di viaggi che, per una serie di eventi, si troverà a dedicare il suo tempo al servizio del prossimo. Nato in una piccola cittadina di provincia, è costretto a restarvi tutta la vita rinunciando alle sue aspirazioni, ovvero salvare e gestire con lo zio paterno Billy la Costruzioni e Mutui fondata dal padre, Peter. Un giorno suo zio Billy smarrisce un’importante somma di denaro necessaria per coprire un debito con la banca e per evitare che l’azienda cada nelle grinfie del vecchio Henry Potter, un cinico affarista che da sempre tiene in pugno la cittadina disposto a tutto pur di far fallire l’attivit{ creata dalla famiglia Bailey. Consapevole di cosa sarebbe potuto accadere George è disperato e decide di farla finita convinto che le persone più vicine a lui starebbero molto meglio se lui non fosse mai nato… All’ultimo momento interviene Clarence, il suo angelo custode, che mostrerà a George come sarebbe stato il mondo intorno a lui se non fosse davvero mai esistito. Il musical è ambientato tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90 e ripercorre le tappe più significative della vita di George Bailey fino al giorno del suo quarantesimo compleanno quando solitamente si cominciano a fare i primi bilanci della propria esistenza. Uno spettacolo per sorridere ed emozionarsi tra le vicende dei protagonisti e le canzoni tutte d’autore e in italiano, arrangiate per l’occasione dalla C&M Orchestra che accompagnerà dal vivo gli interpreti. Tra sogno e realtà, un inno alla vita di ciascuno di noi. 18 Ass. Cult. ARNO KLEIN www.arnoklein.org L'UOMO DEL MOCAMBO di Fabio Fantini e Michelagelo Zorzit con Cristiano Burgio, Giuseppe Nitti, Federico Piras regia di Marlen Pizzo genere: teatro musica L’Uomo del Mocambo è lo show personale di un viveur sul cui capo stanno crollando, allo stesso istante, le macerie finanziarie del proprio locale jazz e quelle di una vicenda esistenziale fallimentare, sperperata a rincorrere amori tanto viscerali quanto effimeri. Ma - quasi incapace di ammettere a se stesso le tragiche circostanze in cui si trova - l’Uomo del Mocambo non rinuncia a giocare d’azzardo con il destino… Per strappare un’altra proroga punta a convincere il Curatore Fallimentare del Mocambo che quanto circolava in quel locale non si può misurare in una valutazione economica delle entrate e delle uscite, e scommette di poter sedurre questo arido ragioniere costruendo un grandioso affresco di musica, sensualit{ e poesia da bassifondi. L’Uomo del Mocambo è il protagonista di quattro canzoni di Paolo Conte, scritte dall’inizio degli anni ‘70 al 2005. Lo spettacolo origina da quei brani e si sviluppa in una divertente e a tratti malinconica pièce che attinge, nei monologhi e nelle musiche, da tutta l’opera di Paolo Conte. L'ORA FELICE di Elena Griseri con Elena Griseri e Marlen Pizzo regia di Elena Griseri e Marlen Pizzo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=uugmiD7vtco genere: teatro infanzia “L'ora felice” propone, in modo divertente e al contempo poetico, gli elementi fondamentali della pittura, quali: il segno, la forma, il colore. Lo spettacolo ha luogo nello studio di una pittrice, la quale, colta da estro artistico, vorrebbe dipingere dei girasoli su una grande tela. L'artista è però continuamente disturbata da vari fattori esterni: lo squillo del telefono, il ronzio di una mosca, i pennelli troppo grandi o troppo piccoli. Una cameriera, che si occupa della casa, contribuisce, con i suoi piccoli disastri, a disturbare la fase creativa dell'improbabile artista. Eppure la creatività è nell'aria e, all'insaputa delle due donne, la grande tela si anima di: forme, colori e segni. I protagonisti sono tre pallini colorati (colori primari), i quali giocando tra loro, danno vita ad altri colori (colori secondari). Nei loro giochi, essi non solo trasformano il loro colore, ma anche la loro forma, la quale diventa più complessa, fino a diventare un fiore, una coccinella, una farfalla. Sempre giocando, incontrano divertenti personaggi: una macchinina, una nave, un bambino, una mosca i quali, al loro passaggio, lasciano una traccia sul bianco della tela. Ecco che allora i pallini entrano in relazione con i segni e giocano con essi, fino a giungere alla magia finale: la tela si dipinge da sola! Al fine di dare rilevanza al linguaggio universale dell'arte, nello spettacolo non vi sono parole, ma solo alcuni suoni vocali, di caratterizzazione dei personaggi, e alcuni momenti accompagnati da musica. 19 ASSEMBLEA TEATRO SOC. COOP. www.assembleateatro.com IL FUNERALE DI NERUDA, garofani rossi per Pablo di Davide Lajolo e Diego Fabbri con Giovanni Boni, Marco Pejrolo, Annapaola Bardeloni, Angelo Scarafiotti, Roberta Fornier, Silvia Nati, Mattia Mariani, Toni Mazzara regia di Renzo Sicco link video, pagina web spettacolo: http://www.assembleateatro.com/il-funerale-di-neruda http://www.assembleateatro.com/il-funerale-di-neruda genere: classico Quattordici giorni dopo il bombardamento del Palazzo Presidenziale de La Moneda a Santiago del Cile, il 23 settembre 1973, nelle feroci ore del Golpe militare, muore Pablo Neruda. Nonostante il coprifuoco e le strade presidiate dai militari, migliaia di persone accompagnano il poeta, la più alta voce della nazione e del continente latino-americano, nell’ultimo cammino verso il cimitero. In scena pochi ed essenziali elementi: alcune macerie, simbolo della devastazione subita dalla casa di Neruda ad opera dei militari di Pinochet, e la bara del poeta, sulla quale siede l’interprete del poeta stesso, narratore e commentatore delle vicende. Dall’orrore della persecuzione, risorge la poesia: la bara si trasforma e ne fuoriescono conchiglie, bicchieri, bottiglie e altri oggetti con cui Neruda amava arredare le sue case-barca, metafora del navigare tra porti ove attingere nuovi e significativi versi da donare all’umanit{. Lo spettacolo viene proposto in occasione del 40nnale della morte del Poeta e nell’attivit{ della riesumazione del suo corpo alla ricerca della verità sulle cause della sua morte. JACK FRUSCIANTE E’ USCITO DAL GRUPPO di Enrico Brizzi - Renzo Sicco con Andrea Castellini, Chiara Pautasso, Chiara Tessiore, Stefano Filippone, Michele Forlani, Stefano Conrotto regia di Marco Pejrolo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=bg6a-XHnTR0 http://www.assembleateatro.com/jack-frusciante-e-uscito-dal-gruppo-2 genere: teatro musica Romanzo cult di diverse generazioni cresciute attorno agli anni ’90 continua ad essere un long-seller editoriale. Lo spettacolo, che ha debuttato ad AstiTeatro nel 2012 ad inizio luglio, è un affresco che rappresenta il mondo sommerso ed inquieto dei giovani trasformandosi in un’ironica ed irridente epopea, in un racconto non logico e consequenziale ma bensì caotico e disordinato, insomma… anarchico come l’atmosfera che descrive. Protagonisti Alex e Adelaide con la loro improbabile storia d’amore, attorniati da diciottenni le cui imprese sono restituite con un ritmo incalzante, scandite da avvenimenti scolastici, familiari e da tragedie italiane. I temi toccati sono quelli del disagio e del conflitto con gli adulti, dell’amicizia, del travaglio sentimentale ed esistenziale dei ragazzi, tematiche presentate al pubblico senza false o accademiche disquisizioni, bensì con sensibilità e forte impatto emotivo, ma soprattutto con coerente veridicità e col linguaggio che gli appartiene, senza ridurre ad una storiella di ragazzini 20 quella che invece è rappresentazione vera e viva di quel passaggio che tutti abbiamo dovuto attraversare. IL PESO DELLA FARFALLA di Erri De Luca – Renzo Sicco con Manuela Massarenti, Marco Pejrolo, Sax Nicosia, Anna Barbero, Edoardo De Angelis regia di Renzo Sicco link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=249j1RGMFOc&list=UUZ5x4bHuSDitADiDp9er_xQ&index=28 http://www.assembleateatro.com/il-peso-della-farfalla-3 genere: classico Accade tutto in montagna. Una farfalla bianca sta sul corno del re dei camosci, un fucile sta a tracolla del vecchio cacciatore. Li attende un duello differito negli anni. Più che la loro sorte, qui si decide la verità di due esistenze opposte, lontane. Le parole vere e ruvide di De Luca ti fanno entrare in una sorta di dissociazione: sei uomo e sei camoscio. In entrambi i casi scoprirai d’essere natura minacciata, assediata di generazione in generazione. E’ il desolante spettacolo della violenza che distrugge la poesia, la natura. C’è la farfalla appunto che pesa come un fiocco di neve ma De Luca ci ricorda che a far partire la valanga basta solo un fiocco. Una frazione di grammo è l’elemento definitivo. Renzo Sicco e Assemblea Teatro hanno preso questo testo e lo ha portato in scena con rara efficacia. Una stupenda storia di montagna, di quella parte di montagna che riesce ancora a mettere distanza dal nostro vivere quotidiano. Due esistenze si incrociano, entrambe forti ed inesorabilmente congiunte nella zona del tramonto, quella di un camoscio e di un cacciatore. Uno spettacolo di forti emozioni che invita al rispetto delle regole della natura. 21 ASSOCIAZIONE PAROLE E MUSICA www.massimobagliani.com CORAGGIO: IL MEGLIO È PASSATO di Enrico Vaime con Massimo Bagliani e Isabella Robotti regia di Enrico Vaime genere: teatro comico Divertentissimo spettacolo. Satira di costume, meravigliose canzoni, ricchi premi e cotillons senza la pretesa di insegnare niente a nessuno ma solo di aiutarci nel ricordo di quello che merita di essere ricordato. IO FÒ BUCHI NELLA SABBIA di Enrico Vaime e Massimo Bagliani con Massimo Bagliani e Isabella Robotti regia di Enrico Vaime genere: teatro comico In questo divertente spettacolo si susseguono scenette, ballate, invenzioni comiche, poesie, canzoni meravigliose, si gioca con le parole e qualcuno si chiederà: “Cosa avranno voluto dire?” Niente o meglio TUTTO! 22 b l u c i n Q u e www.blucinque.it DÉP-DIX con Elena Cavallo, Maria Rosa Mondiglio, Isabella Filippini, Michela Cotterchio, Matteo Frau, Caterina Mochi Sismondi regia di Caterina Mochi Sismondi link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it genere: nuove creatività Musicisti e attori in scena, il pubblico che attraversa il palcoscenico... essere spiazzati, in bilico, fuori asse, il corpo spezzato, imbarazzato, fuori tempo. Immagini che delineano un percorso di ricerca su movimento, voce e messa in scena e un lavoro sul testo, musicato dal vivo, contraffatto, reso partitura musicale, ritmo, poesia. Nell'evolversi della creazione, la costruzione dello spettacolo ha cominciato a svilupparsi in più tappe di sperimentazione, anche performative, presentate in forma di studio con il titolo Déplacé. Il déplacé é diventato così il nome stesso del processo, di cui Dép-Dix é il più recente risultato. Con particolare attenzione la compagnia ha preso spunto e utilizzato alcuni testi di autori contemporanei tra cui Beckett e il suo “Non io”. SOLO DUE con Elena Cavallo, Maria Rosa Mondiglio musica dal vivo di Davide Tomat regia di Caterina Mochi Sismondi durata 40 minuti link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it genere: nuove creatività Un solo, una signora. Sono due. Un gioco tra passato presente e futuro. Stare nelle parole, nella musica, nel movimento. Sempre il tema dello spiazzamento, un corpo, tra passato e presente futuro cerca il proprio spazio: “Spazio spazio io voglio, tanto spazio per dolcissima muovermi ferita; voglio spazio per cantare crescere errare e saltare il fosso della divina sapienza. Spazio datemi spazio, ch’io lanci un urlo inumano, quell’urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano” Alda Merini 23 BLUSCLINT www.blusclint.com RICCARDO3 testi di W. Shakespeare, P. Faroni con Maria Concetta Gravagno e Paolo Faroni regia di Mr. Blusclint spettacolo prodotto con il Sostegno del Sistema Teatro Torino Link al video integrale http://www.youtube.com/watch?v=9Qlk1RokvW4 genere: classico - nuove creatività- classico rivisitato La storia ricalca fedelmente il testo di Shakespeare arricchendolo di inserti e suggestioni tratti dalla riscrittura di Carmelo Bene. Riccardo vive tra la corte e il suo camerino. Tra complotti e menzogne, mette in scena il suo teatro politico. Lady Anna vive chiusa tra le mura del castello, trascorrendo la maggior parte del tempo nella propria camera da letto. Consapevole del destino cui andrà incontro, cerca di conoscere i segreti del suo consorte – e così scopre il teatro. Inizialmente pensa di usare trucchi e stratagemmi per salvare se stessa, ma di fronte alla crudeltà di Riccardo, che non esita a condannare a morte i giovanissimi eredi al trono pur di diventare Re, rompe gli indugi e si impossessa delle armi della finzione e della menzogna. Ucciderà Buckingham, prenderà il posto del sicario Tyrrel e racconterà a Riccardo di omicidi mai avvenuti. Lo terrà buono spacciandosi per la regina Elisabetta e promettendone la figlia in sposa. Usando i suoi stessi copioni, avvelenerà la spada con cui Riccardo si ferirà condannandosi a morte. Una morte che Lady Anna si godrà spacciandosi per lo spettro delle vittime e tormentando Riccardo fino allo stremo. Riccardo morirà solo, abbandonato da tutti. GRASSE RISATE, LACRIME MAGRE! di e con Paolo Faroni e Fabio Paroni link al video promozionale http://www.youtube.com/watch?v=36WI6tGQ7NU genere: comico Un gioco al massacro comico sul teatro, il secondo mestiere più vecchio del mondo ma molto meno redditizio del primo! Una girandola di battute su malesseri, disagi, luoghi comuni di quello che alcuni chiamano lavoro nella speranza che un giorno ci sia un posto fisso anche per loro! “(…) Il duo offre una perfetta padronanza di tutti i registri della commedia, che si coniuga con una forte consapevolezza del momento storico che il teatro sta vivendo. Una leggerezza profonda, ricca di una cultura teatrale difficile da trovare anche tra gli addetti ai lavori” Scenarionline - Francesco Nicolosi Fazi HAMLETS da Shakespeare con la complicità di Carmelo Bene, Jules Laforgue, Giovanni Testori regia e riscrittura Paolo Faroni, Massimo Canepa con Emilio Bonelli, Carlo Cusanno, Paolo Faroni, Maria Concetta Gravagno, Federico Manfredi 24 Stefano Annoni scenografie di Massimo Canepa genere: classico - nuove creatività - classico rivisitato La storia ricalca fedelmente il testo di Shakespeare arricchendolo di inserti e suggestioni tratti da C. Bene, J. Laforgue, G. Testori. Amleto non è indeciso, dubbioso, fragile: semplicemente non è uomo di potere, bensì uomo di teatro – ed al teatro attinge per vendicare il padre. Ma il teatro entra a corte solo per dilettare i potenti: qualora corte e palco si confrontassero, il palco ne uscirebbe sconfitto. Ed è questo il destino di Amleto. Manchevole dell’autorit{ del padre e del cinismo dello zio usurpatore, l’unico modo per ottenere vendetta è ricorrere all’inganno della follia. Di volta in volta, Amleto indosser{ la maschera del politicante di mestiere (Polonio), dell’eroe (Laerte), del mentitore (Claudio), ma sbaglierà ingressi in scena, battute e tempi comici, fino a rimanere irretito nella parte del folle: come Polonio, preferirà ricorrere alla strategia anziché approfittare del fatto che Claudio prega in ginocchio per ucciderlo; in preda ad un eccesso di reazione, come l’esuberante Laerte, impugna la spada e ne uccide il padre; come Claudio, inscena un altro se stesso – ma come questi reagisce malamente alla messa in scena degli attori che giungono a corte, Amleto sbaglia reazione ogni qualvolta gli si presenta l’occasione per vendicarsi, rimanendo così schiavo della maschera della follia. In questo conflitto tra palco e corte, la tragedia non risparmierà nessuno: né i contendenti né la giovane Ofelia che, esclusa dalla contesa perché mossa dai sentimenti e manovrata dal potere, finirà per subire il contagio della follia. 25 C.P.E.M. (Comunque Polonio Era Malato) - Teatro www.cpemteatro.com GLI OCCHI DI LEONILDA di e con Monica Bonetto musiche suonate dal vivo da Matteo Castellan immagini e fotografie tratte dal Fondo Leonilda Prato-Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo regia della Compagnia link video, pagina web spettacolo http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Produzioni.html video http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Video.html scheda spettacolo completa http://www.cpemteatro.com/files/scheda_leonilda_new.pdf genere: Teatro Di Narrazione con musica suonata dal vivo Senti la storia di Leonilda e non puoi crederci. Che sia davvero vissuta, tanto per cominciare, perché pare inventata, e anche da qualcuno bravo a farlo. Poi che fosse davvero nata lì, in un paesino di montagna a metà strada tra le Alpi e il mare, nella seconda met{ dell’Ottocento, e pure da famiglia umile, a scanso di equivoci. Ma soprattutto che fosse donna. Tutta quella esuberante, sfacciata voglia di fare solo ciò che le pareva e che riteneva giusto. E. che faceva, sistematicamente. Tutta quella continua sfida al destino, giocandosi tutto, ogni volta, come solo i veri duri. Sorridendo, anche quando andava male. Tutta quella determinazione, quella fantasia, quella capacità di stupirsi, lottare, ridere, inventare, ricominciare. Tutta quell’arte imparata e messa a frutto. Tutto quel talento. Tutta quell’ allegria. Tutta quella passione. Sì. A pensarci bene era una donna. Ma è che devi pensarci proprio bene per capirlo. Ed è anche per questo che ho deciso di raccontare la sua storia. Allo spettacolo si può abbinare una mostra fotografica curata dall’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e montata su 14 pannelli, con una selezione delle foto di Leonilda Prato NARCISO. Racconto tragicomico di un mito di e con Stefano Dell’Accio musiche suonate dal vivo da Davide Sgorlon regia della Compagnia link video, pagina web spettacolo http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Produzioni.html video http://www.cpemteatro.com/CPEM-Teatro/Video.html scheda spettacolo completa http://www.cpemteatro.com/files/scheda_narciso_9punti.pdf Genere: Teatro Di Narrazione (brillante) adatto anche ad un pubblico di ragazzi (medie\superiori) 26 Un moderno aedo racconta, con scanzonata immedesimazione, il mito di Narciso e le vicende dei personaggi che ne fanno parte: le paure, le insicurezze, la gioia, l’imbarazzo, la passione travolgente di un adolescente eccezionale (eppure così simile agli adolescenti di ogni tempo) che annega nel dolore di un rifiuto. Ad accompagnare le parole, al posto di una cetra, l’impeto ribelle di una Fender Telecaster. 27 CASA DEGLI ALFIERI tra ricerca e memoria – Luciano Nattino www.casadeglialfieri.it FRANCESCO SULLA STRADA cantico blues tra Assisi e il mondo di Luciano Nattino con Fabio Fassio, Mariapaola Pierini, Tommaso Massimo Rotella regia di Luciano Nattino link video, pagina web spettacolo: http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/francesco/index.html genere: classico/nuove creatività Questo nuovo lavoro di teatro e danza “intorno” a Francesco d’Assisi è un’ulteriore tappa di riflessione sull’attualit{ del suo messaggio, sulla necessit{ che abbiamo ancora di lui, per riparlare di futuro e di regole, di cammini e di gesti, e perché no? di economia e di rivoluzione. Come ha fatto lui, allontanandosi di pochi metri da casa ma cambiando tutto, chiudendo con il passato. Non lo trattiamo da biografi. Ci interessa il suo spirito vagabondo, vicino ai vangeli e ai passeri; ci interessa scoprire ancora una volta il cantore della piccolezza, l’asceta senza tristezza, innamorato di madonna Povert{. E per avvicinarci a lui abbiamo trasposto, senza forzature, la sua vicenda agli anni Sessanta del secolo scorso. Ciò non per alterare la sua lezione di vita, le sue (poche) parole, ma per restituire in modo più diretto l’importanza di Francesco per il mondo odierno. Così i personaggi del nostro lavoro sono due uomini “on the road” di quegli anni e una donna esile e forte al loro fianco o nelle loro fantasticherie. Ma dire "personaggi" è già dire un’opinione sul mondo. I nostri infatti non hanno una precisa identit{. Come Francesco che vestiva di niente, si nutriva di poco e parlava, accessibile a tutti, con la verità del corpo e della poesia, disdegnando i sapienti perché più vicini all’orgoglio. Così a noi piace lavorare su tracce e segni naïf, di danza e musica, di parole e mutismo, scortati da una fragile scenografia e dalle ballate sensitive di Sua Bobbità e di Cohen. OFELIA NON DEVE MORIRE dialogo tra un’attrice e William Shakespeare su “La tragedia di Amleto” di Luciano Nattino con Patrizia Camatel regia di Luciano Nattino link video, pagina web spettacolo: http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/francesco/index.html http://youtu.be/VMYNmkhyCic - http://youtu.be/0x7ezURa5a0 genere: classico/nuove creatività L’idea da cui muove lo spettacolo è che una giovane donna di Stratford-upon-Avon, folgorata dal teatro portato in provincia da compagnie itineranti (anche italiane), decida di andare a Londra avendo saputo del successo del suo illustre concittadino William, la cui compagnia (i Lord Chamberlain's Men) è installata nel nuovo Globe Theatre, aperto da pochi mesi. Siamo nell’estate del 1600 e la donna riesce ad ottenere il permesso di incontrare di mattina sir William che, in quel momento, si trova in una loggia del Globe a ritoccare il testo dell’opera in corso: La tragedia di Amleto. Kate (è questo il nome della giovane donna) ha seguito la tragedia nel corso della settimana per ben quattro rappresentazioni, arrivando a conoscere quasi a memoria intere sue parti. Tra Kate e Shakespeare avviene così un dialogo (a tratti divertente, a tratti commovente) in cui la giovane donna, oltre ad esprimere il suo apprezzamento per l’opera, rivela tutta la sua enorme passione 28 per il teatro. In più ha delle richieste precise da fare al poeta (tra cui quella che dà il titolo allo spettacolo) che accompagna con garbo e freschezza ma anche con grintosa tenacia. E’ questo il modo da noi scelto per rivelare aspetti conosciuti e non dell’Amleto e di Shakespeare (attraverso brani del dramma e appunti sulla vita del Bardo e sulla società inglese del tempo) ma anche per parlare, tramite la finzione spazio-temporale, del teatro di sempre, del suo fascino e dei suoi problemi, ieri come oggi. IL MONDO DEI VINTI di Luciano Nattino dall'opera di Nuto Revelli con Sebastiano Amadio, Marco Andorno, Massimo Barbero, Paola Bordignon, Lodovico Bordignon, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Lucia Giordano, Francesco Micca, Federica Tripodi regia di Luciano Nattino link video, pagina web spettacolo http://www.casadeglialfieri.it/spet_dir/il_mondo_dei_vinti/index.htm genere: classico/nuove creatività “Il Mondo dei Vinti” vuole essere un grande affresco corale sul mondo contadino del secolo scorso: quella “culla”, quel “paese” il cui ordine fisico e umano è filtrato in noi e impossibile a cancellarsi. Abbiamo mutuato il titolo dall'opera principale di Nuto Revelli in un intreccio in cui il “lentissimo” mondo rurale, affondato nella quotidianit{ della sua “piccola” storia, viene scosso dalle brusche impennate della “grande” storia e dai mutamenti sociali che forzano i destini individuali, li scuotono, li sottopongono a trasformazioni gigantesche. Quelli che ci appaiono fin dall’inizio sono degli antenati, forse i nostri nonni e bisnonni, che vengono a ritrovarci la notte del 31 ottobre, a rivedere le case, i terreni della loro infanzia e vita, ottenendo per “compenso” del loro lungo viaggio delle castagne e un po’ di latte. Da quella situazione si dipanano tutte le altre vicende: storie e memorie di emigrazione, di guerre mai finite, di vita e rapporti difficili ma anche racconti di veglie, di feste, di mascheramenti. Memorie che appartengono ai testimoni di Revelli della provincia cuneese del Novecento ma che sono le stesse storie di tutto nostro Paese, del nord come del sud, del Veneto come della Calabria, e che assomigliano tanto a quelle raccontate oggi dai griot africani, dai cantori dell'America latina, dai danzatori indiani o tibetani. 29 CASA DEGLI ALFIERI teatro e natura – Lorenza Zambon www.teatroenatura.net SILLABARIO DELLA NATURA di Lorenza Zambon con Lorenza Zambon e Carlo Actis Dato regia di Lorenza Zambon link video, pagina web spettacolo: http://www.teatroenatura.net/spettacoli/sillabario_della_natura/index.html genere: nuove creatività/altro Più una partitura che una drammaturgia, addirittura un programma di concerto: una traccia mutevole di racconti, frammenti, musica e sguardi. Un unico tema: la meraviglia, la grande meraviglia che ci coglie, e ci accoglie, in natura. Dal micro al macro, dal sentiero delle formiche alla danza dei pioppi, da ammiro il muschio alla grande foresta, dal cantico dei semi allo sconfinato Oceano. Un nuovo passo sul lungo sentiero del teatro della natura di Lorenza Zambon Un grande musicista e un’attrice giardiniera in un fertile incontro. Contributi di autori diversi, poeti e scienziati, Jealuddin Rumi, Matteo Meschiari, Fritjof Capra, Antonio Catalano, Lorenza Zambon … Diversi toni, diversi sguardi, consonanze profonde. Un sentimento forte. Per la vita, per il pianeta. Uno spettacolo rigenerante. IL GIARDINO SACRO di Carlo Actis Dato, Patrizia Camatel, Mariangela Celi, Fiona Sansone, Lorenza Zambon con Carlo Actis Dato, Patrizia Camatel, Mariangela Celi, Fiona Sansone, Lorenza Zambon regia di Lorenza Zambon link video, pagina web spettacolo: http://www.teatroenatura.net/spettacoli/il_giardino_sacro/index.html http://www.youtube.com/watch?v=zUkYgp7FzE8&feature=related genere: nuove creatività/altro L’esperienza dell’incontro con “la natura” può portarci, (sì, proprio noi, adesso) ad un’esperienza del “sacro”? Di che “sacro” stiamo parlando? Ci sono luoghi che sono come porte. Quali sono questi luoghi per noi, persone in scena? E per voi? Noi siamo la specie più importante dell’universo? Cosa hanno a che fare sacro e selvatico? Hanno pratiche comuni? Ascoltare, comunicare oltre ai confini fra le specie, ringraziare? Esultare? Dov’è il giardino? E il giardiniere? Il tempo è breve. Ci permettete di farvi un regalo? 30 www.ciateatro.com QUESTIONI DI DONNE di Ivan Fabio Perna con Sabrina Scolari, Milena Albertone, Bettina Banchini, Paola Anastasio, Daniela Freguglia e Tiziana Dentico regia di Ivan Fabio Perna link video, pagina web spettacolo http://www.youtube.com/watch?v=JdFk2ymUdc4 La compagnia CiA si avvale della regia di Ivan Fabio Perna riconosciuto a livello nazionale per la sua esperienza nella comicità nel teatro americano. Margherita è in carrozzina. La sua vita scorre tra alti e bassi, amori e amicizie. Ogni 8 Marzo, da anni, le vecchie compagne del liceo si ritrovano nel suo appartamento per trascorrere insieme la Festa della Donna. Quest'anno però una dello storico gruppo non ci sarà; Patrizia le lascia per colpa della leucemia mesi prima. Il suo ricordo è rimasto vivo in tutte loro. Ognuna porterà nella serata il proprio modo di vedere la vita. Margherita sogna di fare la cantante ma non riesce a trovare il coraggio di fare il grande passo; la sua migliore amica Claudia è un'attrice: sicura di sé, ma non azzecca mai l'uomo giusto; Laura la bellona mangia uomini che nasconde un triste passato e Antonella, la burbera combattiva, non l'ha mai sopportata; e poi Raffaella l’ingenua, curiosa, svampita e di grande cuore. Ognuna di loro si aprir{ con tutte; e tra risate e malinconia, scopriranno che la loro amicizia è stata e rimarrà, la cosa più importante della loro vita. La Compagnia CiA nasce nel 2012. Formata da attrici provenienti da diverse scuole con numerose esperienze artistiche nell’ambito teatrale e danza. Dopo il debutto nell’aprile 2012 con “Questioni di Donne” Torino Spettacoli ha scelto la stessa commedia inserendola nella stagione teatrale 2012/13 al Teatro Erba di Torino. E’ stato un grande successo di pubblico e critica. 31 COMPAGNI DI VIAGGIO www.cdviaggio.it L’INIZIO DEL VIAGGIO (LA SINDONE: UNA FOTOGRAFIA DI 2000 ANNI FA) di Riccardo Gili con Riccardo Gili e Costanza Maria Frola regia di Riccardo Gili link video, pagina web spettacolo: http://www.cdviaggio.it/spettacoli/inizio_viaggio.html genere: prosa teatro tascabile Gerusalemme, 70 d.C. L’esercito romano, dopo aver seminato distruzione, ha costruito una palizzata per cingere d’assedio la citt{ del Tempio di Jahvé. Chilometri di fortificazioni per non lasciare scampo a chi si è ribellato al dominio di Roma. Una donna misteriosa consegna a un soldato ebreo una cassa da portare fuori dalla citt{. All’interno della cassa c’è un lenzuolo di lino macchiato di sangue, un oggetto straordinario e misterioso che, probabilmente, già allora aveva creato molte difficoltà. CERTO NON BASTA! di Riccardo Gili con Riccardo Gili e Carlo Cusanno regia di Marzia Scala http://www.cdviaggio.it/spettacoli/certo%20non%20basta.html genere: prosa teatro tascabile Il giovane Ignazio, refrattario a tutte le imposizioni, si arruola entusiasta per combattere nell’esercito sabaudo nella prima guerra d’indipendenza. Incontra un altro ragazzo, Pinin, che diversamente vede nella guerra l’occasione di una paga sicura. La disfatta di Novara demolisce entrambi i loro progetti. Un prete esile e curvo accompagna il generale con cui hanno combattuto verso il plotone d’esecuzione. Il generale, noto anticlericale, addita a tutti il Crocifisso, poi ordina la propria fucilazione. Il generale è Ramorino, capro espiatorio della sconfitta contro l’Austria, il prete Giuseppe Cafasso, il santo degli impiccati. In questo e in altri momenti cruciali della loro vita i due giovani incroceranno il cammino dei futuri santi torinesi scoprendo che cosa “l’amore, la scienza e lo Spirito” possono fare di straordinario. Parallelamente alla storia dei due ragazzi, due personaggi “senza tempo” racconteranno le vicende di quegli anni, seguendo così un percorso storico tra realtà e invenzione. VOCI NEL BOSCO di Riccardo Gili con Marzia Scala e Carlo Cusanno regia di Riccardo Gili http://www.cdviaggio.it/spettacoli/schede/Voci%20nel%20bosco.pdf genere: teatro itinerante all’aperto Una coppia di animali selvatici, un tasso e un cinghiale, si ritrovano ad interagire con gli esseri umani. Mondi diversi che si incontrano e si scontrano. La curiosità però prevale sulla paura e permette di 32 instaurare un contatto divertente e coinvolgente. Gli spettatori si ritroveranno a scoprire in modo originale e giocoso il punto di vista della natura che, per una volta, osserva il mondo degli uomini. 33 COMPAGNIA3001 www.compagnia3001.it VIOLA E LE ALTRE di Adriana Zamboni e Margherita Casalino con Margherita Casalino, Cristiana Voglino, Chiara Pautasso regia di Adriana Zamboni link video, pagina web spettacolo: www.compagnia3001.it genere: /teatro musica Viola è una donna semplice, buona come il pane, fare il pane è proprio la sua professione. Si alza prestissimo e impasta, inforna, vende… La panetteria di Viola è il luogo in cui s’incontrano le storie di altre due donne Rosa ed Erica. Rosa è una donna che ha voluto conquistarsi la propria indipendenza, si direbbe una dura, a lei piace la focaccia, è una cliente di Viola e le due sono quasi amiche a forza di frequentarsi al mattino presto. Rosa lavora in una discoteca tutta la notte ed è tornando dal lavoro che si compra la focaccia, per mangiarsela più tardi, quando si sar{ svegliata, verso le 3 del pomeriggio. Erica vorrebbe fare l’artista e invece è una giovane precaria che lavora in un’azienda di materie plastiche, stampaggi. Il suo capo ha cercato di capire di che pasta è fatta ma Erica si è rivelata insensibile alle sue profferte, è così è passato al contrattacco. Anche Erica conosce il negozio di Viola. Le piacciono molto i panini al latte. La panetteria di Viola, sopravvissuta chissà come al colonialismo commerciale, è lo spazio in cui si riescono a sviluppare le relazioni tra le tre protagoniste, in una sorta di tempo sospeso, dove l’aiuto reciproco è possibile perché ci si conosce, perché ci si incontra, perché ci s’impiccia un po’ l’una dell’altra… Rosa ed Erica considerano la pacata Viola quasi una confidente, una figura materna a cui raccontare le proprie ansie, i propri sconforti, una figura in grado di dar loro saggi consigli. Eppure proprio Viola nasconde un presente angosciante… La vicenda metterà le tre donne di fronte a delle scelte per riscattarsi e liberarsi dalle rispettive “catene” ma, a quale prezzo e con quali rinunce? SANTE,MADRI,SIRENE di Margherita Casalino e Adriana Zamboni con Margherita Casalino , Adriana Zamboni, canta Giovanna Mais, alla tastiera Massimo Ilardo regia di Adriana Zamboni link video, pagina web spettacolo: www.compagnia3001.it genere: recital con canzoni e musica dal vivo Siamo in un periodo in cui il mondo femminile si interroga sulla sua situazione, su quanto si è riuscite ad avanzare in questi anni nel riconoscimento dei propri diritti e sulla parit{ con i maschi…. La COMPAGNIA3001 spesso ha messo al centro dei suoi spettacoli problematiche riguardanti il mondo visto dalle donne o comunque che riguardano le donne proponendo momenti di riflessione a volte drammatici a volte gioiosi. Lo spettacolo organizzato sotto forma di “recital” intitolato “Sante, Madri, Sirene” , si compone di vari brani letterari, musicali e interventi pittorici che prendono in esame il rapporto delle donne con vari aspetti dell’esistente, “le Sante dicono sempre di sì, le Madri allattano, le Sirene cantano”. In scena ci saranno due attrici, una cantante ed un musicista. Due amiche s’incontrano casualmente in una biblioteca; erano compagne di classe e si erano perse di vista. Gli anni trascorsi, le scelte personali e i percorsi lavorativi che ciascuna ha intrapreso hanno 34 determinato vite diverse, basate anche su valori e convinzioni differenti. O forse tale diversità è solo apparente? Una è artista, creativa, indipendente, è lì per realizzare una pittura murale per l’atrio della biblioteca; l’altra, insegnante, sposata, due figli e un cane, si trova lì poiché è alla ricerca di testi da sottoporre ai suoi allievi. Da qui si delineano differenti identit{ e visioni dell’essere donna, una, la tipica “femminista” non asservita, sempre attenta alla parit{ tra uomo e donna, l’altra “femminile” e “tradizionale”, dedita felicemente alla famiglia e convinta delle proprie scelte. Le attrici utilizzeranno via via delle letture “teatralizzate” tratte da vari autori, per giustificare le posizioni di ognuna rispetto a vari temi che emergeranno dal loro dialogo: i figli, le pulizie domestiche, il sesso libero, la discriminazione tra uomo e donna, la cellulite, il lavoro, lo shopping, ecc… 35 ASSOCIAZIONE CULTURALE CONTATTO www.contatto.tk MANI IN ALTO di Alessio Parentela e Fabio Raschellà con Alessio Parentela, Fabio Raschellà, Gian Mario Siragusa e Chiara Brusa regia di Alessio Parentela link video, pagina web spettacolo: www.contatto.tk genere: commedia borderline L'Associazione Culturale Contatto è esente da agibilità Enpals perché è iscritta dal 2012 all'Unione Italiana Libero Teatro (UILT). Attestato di iscrizione UILT anno 2013 n. 201354/1360 Il progetto “Mani in Alto”, nasce da un'esigenza dei due autori di descrivere l'ambiguit{ della follia indotta da chi vuole manipolare le menti e le vite di persone meno fortunate e di conseguenza più deboli. Gli autori dopo 12 anni di collaborazione in campo artistico, decidono di avventurarsi in una scrittura a quattro mani trovandosi in piena sintonia come sul palco. Il testo nasce dall'immaginazione dei due autori e si proietta sulla carta come se fosse già stato messo in scena. Attraverso l'improvvisazione di un canovaccio iniziale si è poi arrivati alla stesura finale del testo che è l'espressione totale di un movimento scenico. Il grande ritorno sulla scena del tenore Slavno Putrijna è segnato da un tragico incidente. L’esibizione dell’artista viene drammaticamente interrotta dall’irruzione in sala del brutale criminale Ivo Berdondeldri che, per tutta la durata dell’opera, tiene sotto la minaccia delle armi non solo il celebre cantante ma anche gli spettatori del teatro. Ma chi è realmente Slavno Putrijna? E chi è il bandito che con lui sta intessendo un rapporto che va ben oltre quello tra il criminale e il suo ostaggio? Grazie ad una serie di situazioni sospese tra il comico e il surreale, gli spettatori saranno condotti attraverso il labile confine tra pazzia e realtà. ITACA di Fabio Raschellà con Fabio Raschellà, Alessio Parentela, Gian Mario Siragusa, Francesca Bodanza, Silvio Arduino e Alfonso Ianiri regia di Fabio Raschellà link video, pagina web spettacolo: www.contatto.tk genere: Commedia tragi-comica “Noi siamo come dei ciechi che credono di vedere. Ma così come il vero cieco ha bisogno del suo corpo per farsi un’idea delle figure, noi abbiamo bisogno di un corpo che sanguini, crudelmente, di un corpo divorato dalle immagini, per vederle nel loro reale splendore. Occorrono tramiti, mezzi, persone, gesti che colpiscano il nostro corpo, per percepire un’energia pura e vibrante, nuova. Questo atto percettivo lo si definisce vedere.” “Itaca” è uno spettacolo performativo che vuole affrontare, senza presunzioni psicologiche di sorta, la pazzia dal di dentro, cioè: come potrebbe comportarsi il tuo cervello se ti trovassi a che fare con una crisi, la tua, molto profonda e pericolosa? E la tua coscienza che ruolo avrebbe? Come si comporterebbero il tuo “Super io” sempre in contrasto con il tuo “Es” e incazzatissimi con il tuo “Io” perché non riesce a prendere una posizione e non ci capisce più un c..... di niente? Uno spettacolo ironico, drammatico, crudele, immerso in un'atmosfera..... buia. 36 CRAB www.crab-teatro.com STUDIO CAINO di e con Pierpaolo Congiu, Eloisa Perone, Antonio Villella da “Caino” di F. Koffka, traduzione italiana di Eloisa Perone regia di Congiu, Perone, Villella link video, pagina web spettacolo: video integrale: http://youtu.be/xsEsKkIDgjY - montaggio 19 minuti: http://youtu.be/_6VfTMmAMZg pagina web: http://www.crab-teatro.com/index.php/spettacoli-2/studio-caino.html genere: nuove creatività Il vitello ti guarda, quando colpisci? Ha gli occhi aperti quando si colpisce? Sì, penso che debba guardare, che non possa staccare gli occhi da te e ti debba guardare. Tu hai i suoi occhi addosso e lui ti guarda, sempre, e ha occhi stupiti, e quando alzi il braccio per colpire tu… tu li devi guardare gli occhi e tu non puoi, non puoi colpire perché ci sono gli occhi, in mezzo… i tuoi occhi, Abele! Continua la ricerca sul doppio della compagnia iniziata con Un finale per Sam, in cui scena e realtà, inizio e fine, verità e finzione si mischiano in un ipotetico dialogo contemporaneo dei personaggi di S. Beckett. Studio Caino indaga i meccanismi che si celano dietro al desiderio di conoscenza, alla curiosità, alla morbosità di ognuno di noi. Abbiamo avvicinato la rappresentazione dello scontro tra i due fratelli, un dialogo denso e sconcertante dell’espressionista Koffka, a un linguaggio contemporaneo e superficiale. Dal mito biblico alla materia teatrale e dal teatro alla comunicazione, frammentando il lavoro in scena con ambientazioni video e musica. Ne emerge una “trasposizione del bene e del male”, che si muove sul confine tra vero e verità, tra falso e verosimile e che segna la distanza che corre tra la violenza e la sua rappresentazione. In un mondo dove il delitto e il dolore sono mercificati, scopriamo che i confini tra bene e male e tra sacro e profanazione sono fragili; e la contraddizione dell’essere umano ci appare come in uno specchio, lo stesso in cui Caino vede Abele. UN FINALE PER SAM. Partita con Beckett di e con Pierpaolo Congiu e Antonio Villella regia di Congiu, Villella link video, pagina web spettacolo: video integrale - http://youtu.be/ajEqje9J8s4 - montaggio 5 minuti: http://youtu.be/026AzFCMULk pagina web: http://www.crab-teatro.com/index.php/spettacoli-2/un-finale-per-sam.html genere: classico Un palcoscenico. Applausi. Ma subito accade qualcosa di inaspettato: il tempo passa e i due personaggi si ritrovano in un’altra opera. La scena non è più la stessa e dietro di loro, in una video proiezione, i loro interpreti si interrogano sul senso del loro lavoro. Sono Hamm e Clov di Finale di partita, ma non si chiamano più così, sono stati ribattezzati Al e Clay. I loro volti sono bianchi come quelli dei clown. Al posto dei bidoni due televisori in cui scorrono ininterrottamente immagini; anche le finestre non ci sono più: “Al: Dev’essere il teatro di ricerca... straccioni”. Non rimane che una soluzione, fosse anche quella definitiva. Lo spettacolo indaga i meccanismi della ripetizione nell'essere umano. La rilettura immagina una possibile evoluzione dei personaggi di Beckett ai giorni nostri. Nel testo nulla si muove, quasi per 37 non morire, per non cambiare: “…e intanto si va avanti”. Nel 2010 però la partita si gioca con carte diverse: c’è un mondo che non si nasconde più dietro al nulla, ma che si maschera con il troppo, un mondo dove non è più la bomba atomica il pericolo imminente, ma il quotidiano produrre superfluo dell’essere umano e la sua innata capacit{ di auto-distruzione. In scena Al e Clay, insieme ai due attori e ai due autori tentano di dare un(a) fine alla loro esistenza, giocandosi il confine tra scena e realtà, tra video e teatro. 38 CROCEVIA TEATRALI Pagina fb: Crocevia teatrali ODISSEA JAZZ di Crocevia Teatrali con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali regia di Mara Catti link video, pagina web spettacolo: pagina fb “crocevia teatrali” genere: nuove creatività ….Un’Odissea non si nega a nessuno. Il nuovo progetto di Crocevia Teatrali affronta il tema classico del viaggio di formazione. Dopo aver raccontato storie legate al passato recente, ci siamo immersi nel mare magnum dell’odissea della vita. Lo specchio della vicenda narrata da Omero ci rimanda immagini che parlano della nostra vita, trasfigurando i personaggi attuali in figure arcaiche. Chi non ha mai incontrato una Circe o una Calipso, o un Polifemo terribile? Il nostro eroe cerca la propria strada, districandosi tra dubbi, sogni, incontri importanti e ostacoli, sempre sotto lo sguardo un po’ ironico e distaccato di dei a volte amichevoli, a volte dispettosi. Seguiamo Odisseo nel suo viaggio periglioso e scopriamo strada facendo quanto di noi stessi porta con sé. Il giovane sognatore, artista, attore, danzatore, pieno di curiosit{ verso la vita, un po’ ingenuo ma tenace ci ricorda che solo i grandi sogni sostengono l’uomo nell’odissea della vita. INES E LA LAMBRETTA AZZURRA di Crocevia Teatrali con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali regia di Mara Catti link video, pagina web spettacolo: _you tube: crocevia teatrali; pagina fb: crocevia teatrali genere: nuove creatività Questo progetto nasce dall’esigenza del gruppo di portare il suo impegno civile in campo teatrale, sia nelle piazze che all’interno delle aule scolastiche. E’ un lavoro dedicato alla Resistenza nelle Valli di Lanzo, zona di intense vicende di guerra partigiana. “Sono innumerevoli le testimonianze, le lapidi, i cippi che ricordano episodi avvenuti nei luoghi che circondano i nostri paesi. Abbiamo preso spunto dai tanti libri che ne parlano e soprattutto delle testimonianze raccolte da persone che hanno vissuto quegli anni e abbiamo cercato di raccontare in modo semplice e non retorico, l’esperienza della guerra di Liberazione, vista dal nostro territorio. A fare da guida la figura di Ines Poggetto, lanzese, maestra e donna di cultura nel senso più ampio possibile. La guerra di Liberazione non è molto lontana nel tempo, eppure ci sembra appartenere ad un’era antica. La nostra generazione e quelle seguenti, vissute in un lungo periodo di pace, fanno fatica ad immaginare che cosa abbia potuto significare per i nostri nonni essere in guerra. Ines Poggetto era una maestra, figlia di un ebreo deportato, con un cugino, Lino Rolando, partigiano. La loro vicenda si intreccia con la Storia e ci aiuta a ritrovare il senso dei valori per i quali spesero la propria vita. 39 Si è voluto cogliere lo stato d’animo dei protagonisti, colti nello svolgersi dei fatti, come attraverso istantanee d’epoca, cercando di rubare per un momento lo sguardo dell’essere umano nella sua fragilit{.” LE ANTICHE di Crocevia Teatrali con gli attori della compagnia Crocevia Teatrali regia di Mara Catti link video, pagina web spettacolo: you tube: crocevia teatrali ; pagina fb: crocevia teatrali genere: nuove creatività Il progetto “Le Antiche” vuole essere un omaggio ad alcune figure femminili del passato che fanno parte della memoria tradizionale e, allo stesso tempo, intende creare un legame con le donne di oggi. Due generazioni messe a confronto per evocare, grazie a un collegamento spazio temporale spirituale, il cambiamento delle prospettive, dei sogni, delle possibilità e delle condizioni generali della donna. “È un lavoro scritto a più mani – afferma Mara Catti - in cui c'è molto di noi, delle nostre nonne, madri e trisavole che abbiamo ritrovato vispe e vivaci non appena soffiata via la polvere del tempo”. Il linguaggio, semplice e tragicomico, punta a evidenziare le differenze generazionali: scanzonato, ribelle e post moderno quello delle giovani; posato, tradizionale e dialettale quello delle antiche. Tuttavia, nonostante l'apparente diversità espressa da abitudini e costumi, giovani e antiche conservano allo stesso modo un inattaccabile senso dell'appartenenza di genere. Con l'arrivo del cosiddetto progresso, le ambizioni sono cambiate, ma la sacra interiorità femminile è rimasta intatta. 40 CUOCHIVOLANTI www.cuochivolanti.it www.playwithfood.it HAPPY MEALS Azione gastro-performativa di Davide Barbato e Chiara Cardea con Chiara Cardea e Davide Barbato sound design Enrico Ascoli allestimento di Marco Gennaro regia di Davide Barbato Progetto realizzato con il contributo della Città di Torino, della Provincia di Torino, con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia. Con la collaborazione produttiva e il sostegno di: Cuochivolanti / Associazione Teatro Baretti / Studio Marco Gennaro Architetto / Alain Battiloro fotografo / Enrico Ascoli / Giulio Pedretti link video: (selezione di 10 minuti) www.youtube.com/watch?v=BIPyd5ddPFI pagina web spettacolo: www.cuochivolanti.it/?page_id=1130 genere: azione gastro-performativa - Cos'hai mangiato ieri a pranzo? - Panino e caffè. - Ieri a colazione? - Qualcosa e caffè. - Hai fame? - Sì. - Cosa vuoi? - Un caffè. Happy Meals, pasti felici. La vogliamo chiamare azione gastroperformativa? Considerati i due sporchi lavori (teatro e cucina) che tentiamo di affrontare con medesima passione e determinazione, il neologismo può essere adatto. In ogni caso. Happy Meals cita, ovviamente, il celebre menù per bambini dell'innominabile colosso del fastfood, che forse per primo, insieme all'altrettanto celebre bibita gasata dalla ricetta segreta, ha sostituito negli stomaci delle persone il termine “fame” con il termine “felicit{”, scoprendo un nuovo, inaspettato e insaziabile appetito per i nostri ipernutriti apparati digerenti. Ma cita anche i Giorni felici beckettiani, l'insensata abbuffata di parole (di cibo) che ci salva dal deserto insensato dell'esistenza: c'è così poco che si possa dire (mangiare), che si dice (mangia) tutto, tutto quello che c'è. Abbiamo avuto l'idea di questo progetto lavorando: dal nostro privilegiato punto di osservazione di ristoratori, dietro il buffet, vediamo il mondo occidentale e contemporaneo che si nutre. Che mangia. Che cerca la serenità in un piatto di agnolotti. Che vuole conferme da un panino. Consolazioni dalla pasta al forno di nonna. Rassicurazioni da un cestino di verdura biologica. Stimoli creativi da un piatto gourmet. Amicizia e affetto da una torta salata. Mangiamo, quando mangiamo, perché mangiare è un atto ricreativo, per quasi tutti noi. Una piccola festa privata. È un intervallo dal quale ci aspettiamo di ritrovare una parte di noi stessi. Per tutto il resto (nutrimento, energie, vitamine, proteine) ci sono gli integratori. E il caffè, naturalmente. 41 KITCHEN KABARETT di Davide Barbato, Chiara Cardea e Claudio Del Toro con Davide Barbato, Chiara Cardea, Claudio Del Toro, Sara Allevi con la straordinaria partecipazione di Sergio Di Gennaro (al pianoforte) regia di Davide Barbato pagina web spettacolo: www.cuochivolanti.it/?page_id=9 genere: varietà gastronomico in parecchie portate Lo Show dei Cuochivolanti è un divertentissimo e frizzante viaggio musicale e teatrale attraverso un repertorio che parte dalle canzonette italiane degli anni 40 per arrivare a spassosissimi personaggi nati per l'occasione. Sono i Cuochivolanti stessi che, abbandonate per una volta pentole e padelle in cucina, prenderanno posto sul palco per continuare con golosità d'altro tipo... ma sempre in tema con il cibo e l'arte, spesso grottesca, del mangiare. Così questi strampalati cucinieri/cantanti/attori/camerieri (cosa non ci si inventa in tempo di crisi!), supportati dall'abile tocco del pianista jazz Sergio Di Gennaro, renderanno omaggio, a loro modo, al variegato e stupefacente mondo del cibo, recuperando le atmosfere e l'ironia dissacrante del Kabarett espressionista. Dopotutto oggi la passione per il cibo è un fenomeno diffuso e il compito dell'avanspettacolo classico è quello di “prendere in giro” l'attualit{ con leggerezza, ma senza compromessi, ecco che non potevamo non dedicare al cibo e ai suoi amanti il loro proprio, personale, Kitchen Kabarett! Ecco quindi il palco popolarsi di casalinghe disperate alle prese con cene improbabili, foodbloggers in preda al deliquio di fronte ad ogni cosa edibile, manifesti di cucina futurista, sketches e kermesse poetiche, molte canzoni e molta musica (rigorosamente dal vivo). UNDERGROUND DINNER di PLAY WITH FOOD - La scena del cibo pagina web spettacolo: http://www.playwithfood.it/pwf/underground-dinner/ genere: cena performativa Novità assoluta presentata in occasione della quarta edizione del festival PLAY WITH FOOD – La scena del cibo organizzato dai Cuochivolanti (Torino, marzo 2013), le UNDERGROUND DINNER sono cene in case private, accompagnate da performance, installazioni, concerti o proiezioni. L’evento performativo viene “progettato” di volta in volta. Le location rimangono segrete, vengono comunicate all’ultimo momento e solo ai prenotati. Elemento altrettanto centrale della serata è la figura del padrone di casa, che accoglie e conversa con gli ospiti raccontando aneddoti della propria casa in un clima che si fa via via sempre più intimo e conviviale. 42 DANIELE CONSERVA https://sites.google.com/site/raccontiecanzoni/home PER UN PEZZO DI PANE Microstoria dell’Emigrazione Italiana. di Daniele Conserva con Daniele Conserva e Lorenza Stocchi regia di Daniele Conserva genere teatro canzone Le problematiche delle origini e del divenire dell’emigrazioni Italiane (in special modo Piemontesi), tra la seconda met{ dell’ 800 sino a dopo la seconda Guerra Mondiale, sono trattate in forma teatrale traendo spunto da molteplici testimonianze reali derivate da interviste e da testi storici noti e meno noti. Tra i vari momenti dello spettacolo vengono presentati quelli della scelta dell’emigrazione, di come emigrare, della vita degli emigranti, delle loro difficoltà. Le musiche originali accompagnano sullo sfondo le vicende narrate e le canzoni tradizionali e non cantate in Italiano in Francese ed in Dialetto. La scena nuda contiene solo alcuni elementi caratteristici della vita di emigrazione e ne sottolinea l’emozione e la drammaticità, seppur accompagnata da momenti di sottile ironia che regalano sorrisi. Uno spettacolo per ricordare una storia di donne e uomini appena dietro alle nostre spalle. CARO MOZART di Daniele Conserva con Daniele Conserva e Georgui Trendafilov regia di Daniele Conserva genere: teatro musica Si tratta di uno spettacolo teatrale dove ricordando la vita di Wolfang Amadeus Mozart si intersecano emozioni e sentimenti moderni, dettati dalla lettura di alcune ipotetiche lettere al Maestro, inviategli dal mondo di oggi trovando nella sua Musica il riflesso di momenti e sensazioni attuali. La musica di Mozart è cornice e interprete dello spettacolo, accompagnando le letture con alcuni brani registrati di grandi esecutori ed alcuni brani suonati dal vivo al Pianoforte, con la sensibile interpretazione del M.o Georgui Trendafilov. Una voce fuori campo scandisce alcuni momenti storici della vita del Maestro. CERCANDO L'AMICO G di Daniele Conserva – tratto da testi di Giorgio Gaber e Sandro Luporini con Daniele Conserva, Lorenza Stocchi, Costanza Stocchi e Valentina Giupponi regia di Daniele Conserva link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/channel/UCCkUPAoqaEuEyE6yqg3QxRA genere teatro canzone Giocando sulle attualità dei testi scritti e interpretati da Sandro Luporini e Giorgio Gaber nel suo Viaggio con l'Amico “G” fatto di tanti spettacoli Teatrali, vengono riproposti alcuni brani recitati e alcune 43 canzoni del repertorio Gaberiano, uniti a testi, ragionamenti e considerazioni cantate e no dal repertorio di Daniele Conserva, da tempo autore e interprete di Teatro-Canzone in stile “one man show”. Uno spettacolo piacevole e leggero arricchito da momenti di riflessione e pensiero sullo sfondo delle problematiche dell'uomo dei nostri giorni d'oggi. CONSERVA...TEVI BENE! di Daniele Conserva con Daniele Conserva e Lorenza Stocchi regia di Daniele Conserva link video, pagina web spettacolo: genere: cabaret Il Cantattore Daniele Conserva dopo vari successi riscontrati in diversi Teatri Piemontesi e dopo la partecipazione a Laboratori vari di Cabaret (tra i quali Zelig), si propone con uno Spettacolo tra il TeatroCanzone e il Cabaret, dedicato ed ispirato dai problemi della vita moderna visti attraverso gli occhi di un sessantenne che ha altresì vissuto gli “anni ‘60” con le nuove Canzoni e le nuove Gag di Daniele, che di... Conserva se ne intende! 44 Compagnia DEROSSI-CHIORINO www.attori.com NOZZE DI SANGUE di Federico Garçia Lorca – Trad. Sergio Chiorino con Silvia Derossi, Sergio Chiorino, Marco La Corte, Paola Catapano, Madica Sarda, Lia Lopomo regia di Silvia Derossi link video, pagina web spettacolo: http://www.attori.com/nozzedi.htm genere: classico Niente letteratura: teatro puro. Questa la ricerca seguita in modo maniacale ed entusiasta dal poeta di Granada, ricerca intrapresa nella stesura dei tre drammi Nozze di sangue, Yerma e La casa di Bernarda Alba e drammaticamente interrotta troppo presto dalla ottusa stupidità di una guerra civile. Nozze di Sangue è un dramma esso stesso a tre colori: il nero della morte annunciata e puntuale, il rosso del sangue dei morti e dei vivi, il bianco della calce al sole mediterraneo e della lama d'acciaio. Lama impugnata dal braccio dello Sposo, che non è più il suo braccio, ma quello di tutti i suoi morti invendicati. E i tre colori, nella scenografia, nei costumi e nelle sfumature della recitazione, sono la chiave di lettura di questo straordinario testo, nell’allestimento diretto da Silvia Derossi, con in scena, oltre alla Derossi stessa, Sergio Chiorino, Marco La Corte, Madica Sarda, Paola Catapano, Lia Lopomo e un nutrito gruppo di allievi della Scuola di Recitazione di Accademia Attori. La materia drammaturgica - crisi e scomposizione del nucleo familiare - sollecitata da una selvaggia fatalità, raggiunge alti vertici di tragedia ridando vita al grande teatro mediterraneo senza tempo. Teatro che a distanza di secoli risorge all'altro capo del medesimo mare, più colorato e fervido di sensi, ma col medesimo sentimento tragico del fato e della natura, nel lampeggiare del sole sul bianco delle case e sullo sterpo arso. Il bianco, il nero, il rosso. DELITTI A TEATRO: IL DELITTO SI RECITA A SOGGETTO di Mike Webb con Silvia Derossi, Sergio Chiorino,Daniele Stolfa, Paola Catapano, Veronica Brunetti, Jonathan Fabri regia di Sergio Chiorino link video, pagina web spettacolo: http://www.attori.com/soggetto.htm genere: giallo-comico “Delitti a teatro” è il titolo di una serie di gialli teatrali nei quali l'indagine sul delitto viene condotta anche... dal pubblico stesso, che potrà giocare a cercare la soluzione del mistero. I testi sono costruiti in modo totalmente originale: la prima parte dello spettacolo è costituito da un giallo teatrale in cui vengono forniti al pubblico tutti gli elementi per la soluzione. Durante l'intervallo il pubblico potrà fornire la propria versione dei fatti, rispondendo ad alcune domande attraverso la compilazione di schede, poi ciascuno potrà confrontare la propria soluzione con l'effettivo svolgersi della commedia. Chi tra il pubblico avrà indovinato più risposte verrà proclamato vincitore della serata. Gli spettacoli vedono l'alternarsi di momenti drammatici e di suspence, con altri decisamente divertenti. Il Delitto Si Recita A Soggetto è ambientato in un teatro, durante una prova generale di uno spettacolo. Il pubblico diventa testimone di un delitto e dovrà partecipare attivamente alle indagini collaborando con il Commissario di Polizia. Divertentissimo spettacolo nel quale il pubblico dovrà porre molta attenzione allo svolgimento dell'azione. Infatti il colpevole si tradirà commettendo un errore, ma solo i più attenti lo scopriranno. Tutta la parte di deposizione del pubblico testimone verrà improvvisata dagli attori, creando situazioni molto divertenti, senza perdere di vista la chiave del giallo che si dovrà trovare. 45 L’AMANTE DI CHI? di Mike Webb con Silvia Derossi, Sergio Chiorino, Daniele Stolfa, Paola Catapano, Susana Pèrez, Gianfranco Calcagno regia di Sergio Chiorino link video, pagina web spettacolo: www.attori.com/amante.htm genere: comico Una farsa moderna dal ritmo incalzante che vede i protagonisti alle prese con movimentatissime situazioni da commedia degli equivoci di travolgente comicità. In una suggestiva definizione dello spazio scenico data da "linee "di luce e contrasti di colore finalizzati a creare due appartamenti a specchio, prendono vita ineffabili personaggi inseriti in una surreale quotidianità a condurre un gioco spericolato di coppie incrociate, spingendo fino al parossismo l'acrobatico intrico di reciproci tradimenti, camuffamenti, scuse e bugie improbabili. L'esplosiva miscela, nella mai banale regia occhieggiante al teatro dell'assurdo, non può che produrre irresistibile divertimento. 46 DETTOFATTO www.dettofattoteatro.it GORILLA THEATRE di Keith Johnstone con Andrea Bruno, Mariano De Sio, Delia Dimasi, Alessio Gensabella, Carmen Maimone, Federica Marino, Massimo Pica, Andrea Pittana, Francesco Tratzi regia di DettoFatto link video, pagina web spettacolo: www.dettofattoteatro.it genere: improvvisazione teatrale comica Nessun copione, nemmeno una riga. Uno spazio vuoto, o quasi, e cinque attori. Ma presto il palco si riempie di storie da raccontare e interpretare. Un attore a turno diventa il regista di una scena, che vive grazie alla fantasia degli attori e ai suggerimenti del pubblico. Come se non bastasse un grosso gorilla può entrare a suo insindacabile giudizio ad aiutare o disturbare gli attori. Il pubblico premierà i registi che avranno saputo districarsi meglio nelle situazioni create e punirà gli altri, fino alla nomina di un vincitore… Gorilla Theatre è uno spettacolo di improvvisazione teatrale canadese, creato da Keith Johnstone, il fondatore di Theatresports, portato in Italia per la prima volta dalla compagnia di improvvisazione teatrale DettoFatto. 47 ASSOCIAZIONE CULTURALE COMPAGNIA DIVAGO https://www.facebook.com/pages/CompagniaDivago/142032452602063?fref=ts CAMERE DA LETTO di Alan Ayckbourn regia di Luciano Caratto link video, pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.157265987745376.35273.142032452602063&type=3 genere commedia Come spesso accade con Ayckbourn dietro al ritratto comico dell'ordinario esplodono conflitti latenti, nevrosi e incomunicabilità. In Camere da letto sotto la lente d'ingrandimento finisce l'istituzione del matrimonio e la sua reale precarietà, con una scena che spostandosi in una notte tra tre camere da letto e quattro coppie scopre nell'apparente normalità un malessere di fondo. L'indagine delle complesse dinamiche dei rapporti familiari fa emergere nodi irrisolti, equilibri assai precari, all'interno dii un generale disagio originato da una sessualità irrisolta e da riti privi di senso. Con grande maestria Ayckbourn tira le fila delle diverse trame intrecciate, con uno humor e una comicità non priva di trovate ed effetti. QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO di Luigi Pirandello regia di Luciano Caratto link video, pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.217815981690376.50139.142032452602063&type=3 genere classico La nota commedia pirandelliana, la terza appartenente alla trilogia del teatro nel teatro, è dedicata ai contrasti fra Attori e Regista con il coinvolgimento del pubblico. La ragione del contendere tra attori e regista sta nella maniera in cui deve essere rappresentata la novella di Pirandello "Leonora addio", messa in scena come spettacolo a soggetto, cioè senza copione prestabilito. La polemica che pervade l'opera è in effetti una riflessione sui rapporti tra Regista, attori e Autore e sul rapporto tra Arte e Vita. Qual è il modo migliore per far rinascere la vita sul palcoscenico? Quali i limiti del lavoro del Regista in relazione al testo opera dell' Autore? E dove si colloca il lavoro dell'Attore tra questi due poli, nel suo tentativo di far vivere la parola scritta da una parte e di seguire le interpretazioni che di questa ne avrà data il Regista? Temi e domande che hanno segnato e percorso il Novecento dando luogo a diverse concezioni di regia e prodotto teorie sull'arte della recitazione, nel solco di una più ampia e organica riflessione del teatro su se stesso e le sue forme di rappresentazione. La messa in scena, pur seguendo fedelmente il testo, ne accentua i suoi caratteri di convenzionalità riducendo il realismo scenico di inizio secolo e concentrandosi maggiormente sui problemi connessi alla recitazione. 48 FOOLS di Neil Simon regia di Luciano Caratto genere comico Fools riprende un racconto popolare russo su un villaggio di idioti, che Neil Simon riattualizza e, con arguzia, rende senza tempo. La commedia si svolge nel villaggio ucraino di Kulyenchikov, vittima di una terribile maledizione da ormai duecento anni. Tale maledizione prevede che ogni abitante del villaggio debba soffrire di una forma senza via di scampo e molto acuta di demenza totale. Qui però non di idiozia si parla, ma di “stupidit{ intelligente”. Simon indaga quel confine sottilissimo fra ilarit{ di situazioni e dramma dei singoli personaggi. Simon si rifà al classico e supercollaudato, dalla tradizione, schema della commedia degli equivoci, qui però innescati dalla “foolishness” stessa dei personaggi, che non essendo in grado di andare al di là del loro naso, non riescono di conseguenza neppure a oltrepassare la barriera del significato letterale delle parole, come la porta-tormentone che si apre in senso contrario rispetto a quello che ti aspetteresti. Di qui scaturisce una riflessione nient’affatto banale sulla natura ingannevole del linguaggio e dei suoi effetti mendaci sulla comunicazione e il rapporto con gli altri. 49 DRAMELOT associazione culturale https://www.facebook.com/pages/Dramelot-AssociazioneCulturale/144330619069592?ref=ts&fref=ts COME VIVO ACCIAIO di liberamente tratto da “Una questione privata” di Beppe Fenoglio con Andrea Bosca e Elisa Galvagno regia di Andrea Bosca e Elisa Galvagno link video, pagina web spettacolo: www.elisagalvagno.it/comevivoacciaio http://www.youtube.com/watch?v=pB2Hvbn9VCc genere nuove creatività In scena un giovane uomo sul punto di vedere frantumarsi ogni sua certezza. Un amore ferito, testardo, ostinato a sopravvivere anche nell'assurdo della guerriglia, ancora vivo quando tutto intorno si fa nebbia, fango, abbandono, disperazione. Un partigiano, Milton. Un ragazzo che non può più vivere dubitando della verità e della realtà del proprio amore. E' la storia di chi sente sgretolarsi tutto ciò in cui ha creduto fino ad allora. La vicenda di Milton parla di tutti noi, delle nostre vite, dei nostri desideri. Nelle Langhe, durante la guerra partigiana, Milton è un giovane studente universitario, ex ufficiale che milita nelle formazioni autonome. Eroe solitario, durante un'azione militare rivede la villa dove aveva abitato Fulvia, una ragazza che egli aveva amato e che ancora ama. Mentre visita i luoghi dei loro incontri rievocandone le vicende, Milton viene a conoscenza di una relazione tra Fulvia e Giorgio, il proprio amico di sempre, ora compagno di guerriglia. Che l'amore della ragazza per Milton - la segreta ragione della sua sopravvivenza - fosse solo un'illusione? Il pensiero gli risulta inaccettabile, lo coglie impreparato, lo ossessiona. Forse Milton non ha potuto, forse non ha voluto vedere. Tormentato dalla gelosia, Milton tenta di rintracciare Giorgio, scoprendo che è stato catturato dai fascisti. Giunti a un passo dal crollo di ogni certezza, anche noi dobbiamo partire con Milton in una ricerca privata, diventare assassini della strada marciando nel fango delle colline violentate dalla pioggia, verso qualcosa che ancora ricomponga il senso del nostro amore, nella partita che in silenzio solitario ognuno gioca con la propria autenticità. Una rappresentazione essenziale: due interpreti incarnano tutti i personaggi dell'avventura di Milton. Di questi ognuno possiede un carattere, differenti necessità ed è distinguibile grazie ad un simbolo che lo identifica, che ne cattura l'essenza. Dal vuoto della scena compaiono e scompaiono le figure del territorio piemontese e i personaggi della Resistenza: partigiani, contadini, langhèt, stranieri, vecchie, giovani fascisti, ragazzini con gli occhi pieni di guerra e di mondo. 12 SUORE SLOVACCHE di Sonia Chiambretto con Elisa Galvagno regia di Sergio Ariotti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=eIihbsYXVx0 http://www.festivaldellecolline.it/edizione/showView/325 http://www.youtube.com/watch?v=4gnjmv1nqYs genere: nuove creatività 50 12 soeurs slovaques è un singolare testo della drammaturga francese Sonia Chiambretto che privilegia i frammenti, valorizza le omissioni e i silenzi, è quasi poesia prima che teatro. Vi si narra di alcune suore e di una in particore, Suor Rose, che vive nella Casa della Santa Infanzia di Dignes. Da ragazzina, di famiglia povera, fu mandata in convento in Francia per studiare e non rientrò mai nel suo paese. Una delle tante monacazioni forzate nel periodo della seconda Guerra Mondiale. In bilico tra la fede e il dubbio, la ribellione e la gratitudine, questa biografia regala uno straordinario ritratto di donna. Sergio Ariotti Mi sono occupata di questo universo chiuso, così come di quello della Legione Straniera in un altro mio testo Mon képi blanc. Penso siano paralleli. Sembra paradossale: una comunità di donne, una comunità di uomini. E’ interessante notare come i componenti di queste comunit{ siano arrivati da diversi paesi d’Europa e abbiano imparato il francese in un luogo chiuso. Io le chiamo le “lingue francesi di stranieri”. Nella Legione, ad esempio, uno degli ultimi arrivati, un polacco che iniziava a parlare francese, lo insegnava a un tedesco o a un italiano. Questo fatto finisce col creare ibridi. Sia nella Legione che nella Casa Madre della Santa Infanzia sono nate lingue particolari e io sono andata a cercarle. Non come una glottologa… L’intreccio delle lingue racconta anche la storia della mia famiglia, che ha origini italiane. Io non ho voglia di parlarne direttamente, ma mi interessa cercare negli altri queste stesse tracce. Mi interessa il modo di circolare nel mondo, di spostarsi, di varcare le frontiere. Sonia Chiambretto 51 Compagnia E20 (EVENTI) https://www.facebook.com/pages/Associazione-E20EVENTI/265861936781439 IL BAR SOTTO IL MARE di Stefano Benni con Roberto Gallesio, Maria Calabrese, Simona Sposato, Gianluca Giordano regia di Roberto Gallesio link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/RSW5Qb3R0I4 genere teatro musica Un uomo, mentre vaga per motivi sconosciuti nell'immaginario porto di Brigantes, incontra un vecchio che davanti ai suoi occhi scende le scalette che portano al mare e vi si immerge, scomparendo. L'uomo, nel tentativo di fermarlo, lo segue e si ritrova in un incredibile bar, in cui tutti vorremmo capitare, una notte, per ascoltare i racconti del barista, dell’uomo con la gardenia, della ragazza col ciuffo e degli altri misteriosi avventori... “Il Bar Sotto il Mare“ è uno spettacolo realizzato utilizzando diversi linguaggi: il video, il teatro e la musica. Sul palco quattro personaggi ed uno schermo sul quale si alternano narratori ed altri personaggi che, interagendo anche con gli attori in scena, danno vita ad alcuni racconti intercalando accompagnamenti e brani musicali interpretati dal vivo. 52 EFFECIMUSIC Associazioni Contrattempo e Sandro Fuga www.contrattempo.it NON PER UN DIO (MA NEMMENO PER GIOCO) Ella e Kate, Joe e Sam, Jones, Franziska, un Generale di vent’anni: gli “altri eroi” di Fabrizio De Andrè con NuvoleIncanto + Michele di Mauro voce fuori campo regia di Lucio Diana link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=Ft_27qP93Ak genere teatro musica La Collina raccontata da Edgar Lee Masters è il luogo dal quale Michele di Mauro ci conduce attraverso i temi e le canzoni del cantautore genovese. Di volta in volta appaiono così quei personaggi e quelle storie legate alla guerra, all’amore, alla religione, alla vita quotidiana che hanno sempre popolato la poetica di De Andrè. Storie e figure di uomini e donne che “non hanno vinto” ma che proprio per questo ne sono state fonte primaria di ispirazione. Gli interventi “dalla collina” sono tratti liberamente dall’Antologia di Spoon River e da alcune liriche del poeta genovese Riccardo Mannerini. Alcune tra le canzoni più celebri di De Andrè (da Bocca di rosa a Fiume Sand Creek, da Geordie al Suonatore Jones) sono qui rilette in una nuova veste che, pur mantenendo la struttura melodica originale, grazie alle esperienze musicali degli esecutori, conferisce alla musica atmosfere e arrangiamenti dalla forte capacità comunicativa ed espressiva. LA 500 GIALLA con NuvoleIncanto + contributi audio TG e trasmissioni RAI regia di Lucio Diana link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=j0ForiD-L3w http://www.youtube.com/watch?v=oSt4qYxBAN4 genere teatro musica L’Italia che cambia, tra gli anni ’60 e ’70, tra il boom economico e le prime vacanze al mare, le gite fuori porta, la chitarra e il Beat, fino agli anni di piombo con le stragi e il terrorismo. Con la società cambiano le canzoni, la scrittura ed il loro significato nella vita quotidiana. Un cammino vissuto attraverso gli avvenimenti narrati dall’autoradio di una Cinquecento gialla, simbolo di un periodo lontano cui fanno da colonna sonora Paoli, Tenco, De Andrè, Endrigo, Battisti, Guccini, Area, Finardi e altri ancora. L’ACCORDO PERFETTO O della vita di Sandro Fuga con Carlotta Fuga pianoforte e Adriana Zamboni attrice e operatrice allo schermo regia di Adriana Zamboni e Lucio Diana link video, pagina web spettacolo: non disponibili, debutto maggio 2013 genere: teatro musica Un pianoforte, uno schermo, un’attrice. La storia di un pianista, compositore e didatta, raccontata attraverso la sua musica e i passaggi fondamentali della sua vita. Dai primi concerti, agli studi in Conservatorio, alle tappe della sua carriera artistica fino all’incontro dell’amore che sar{ fonte primaria 53 d’ispirazione. Carlotta Fuga rende omaggio così alla figura artistica e umana di suo padre, raccontandone il cammino attraverso alcune delle sue composizioni più significative per pianoforte. Ma la sua vita è solo uno spunto per raccontare la storia di un qualsiasi altro artista e di una carriera che hanno come unico denominatore nient’altro che la passione, l’amore, il sacrificio e la dedizione totale per l’arte. Lo spettacolo si snoda tra la musica eseguita da Carlotta Fuga e le parole, le immagini e le animazioni di Adriana Zamboni tratte dall’autobiografia di Sandro Fuga e da testi originali. 54 ELENA FERRARI www.elenaferrari.org CLEOPATRA, CESARE E ANTONIO di e con Elena Ferrari regia di Elena Ferrari genere: classico. Monologo “storicomico” adatto anche ad un pubblico scolastico (seconda e terza media e superiori) A chi non piacerebbe poter spiare attraverso il “buco della serratura” nelle stanze di una delle donne più affascinanti della storia. “Cleopatra, Cesare e Antonio” offre allo spettatore questa indimenticabile occasione, con un monologo divertente, leggero che coinvolge ed emoziona il pubblico dal primo all’ultimo minuto. Lo spettacolo ripercorre attraverso gli occhi e la voce di Carmiana, fedele ancella e inseparabile amica di Cleopatra, la vita della famosa regina d’Egitto: partendo dalla sua infanzia, fino all’incontro segreto con Giulio Cesare, all’incoronazione passando al periodo romano, fino ad arrivare all’incontro successivo con Antonio, per giungere alla guerra contro Ottaviano e alla sconfitta-morte dei due amanti. Considerata la base storica su cui è stata elaborata la drammaturgia, lo spettacolo risulta particolarmente adatto e indicato anche ad un pubblico scolastico: unisce infatti il divertimento dello spettacolo comico-brillante con la narrazione di fatti storici realmente accaduti. Cosa c'è di meglio: “apprendere pagine di storia divertendosi”. Tra avvenimenti storici reali e leggende tramandate, lo spettatore incontrerà in un brillante monologodialogo molti dei personaggi che più hanno segnato la sua esistenza. Partendo da alcuni fatti narrati da Shakespeare in “Antonio e Cleopatra”, ma anche attingendo da Plutarco, lo spettacolo propone un punto di vista ironico e partecipe, non a caso quello della serva Carmiana, per raccontare una storia di cui tutti conoscono il tragico epilogo, ma di cui tanti ignorano i lati buffi e a tratti grotteschi. Lo spettacolo sotto forma di studio ha vinto a Torino, presso la Sala Infernotti, il Premio Aquilegia Blu 2005 come migliore attrice e migliore autrice. SAPERE TUTTO di Le Hormonas (Elena Ferrari, Carole Ventura, Barbara Comisso) con Le Hormonas regia di Alessandro Brucioni genere: commedia brillante Lo spettacolo presenta momenti diversi della vita di tre amiche. Tutte e tre apparentemente offriranno un’immagine ben definita della loro esistenza, dei loro desideri, dei loro valori. Con il susseguirsi delle scene però verrà rivelata la loro reale essenza e verranno svelati i loro tre segreti. La Dottoressa, sessuologa affermata, rinomata scrittrice di testi divenuti best seller, vive in realtà la sua unica storia d’amore con un vicino di casa utilizzando un telescopio con cui lo spia ininterrottamente e con cui spia le performance amorose dei suoi vicini da cui prende spunto per i suoi libri. Possedée, stilista frustrata di lingerie per animali, vanta una libido sfrenata e una totale indifferenza al rapporto di coppia quando invece in passato è stata legata ad un uomo di cui era follemente innamorata e che ha involontariamente ucciso intossicandolo con del coriandolo a cui lui era allergico. Benedetta, cattolica convinta, dedita alla cristalloterapia e a svariate cure new-age, vive la maternità come una missione, ma sarà invece pronta a tradire tutti i suoi principi per lanciarsi in un’avventura con uno sconosciuto pur di avere il tanto desiderato figlio. 55 Che cosa unisce queste tre donne oltre alla loro amicizia? E’ quello che il pubblico scoprir{ piano piano durante lo spettacolo ma che le tre donne non sapranno mai. Da qui nasce “Sapere Tutto”, uno spettacolo colorato e divertente, ma anche amaro perché le tre protagoniste non “s’incontreranno” mai realmente e non potranno così “sapere tutto” l’una dell’altra. Tre donne immerse in una ininterrotta conversazione con se stesse. Tre storie parallele intrecciate in una trama comica con risvolti da tragedia, quasi che le tre protagoniste potrebbero essere uscite da un film di Pedro Almodovar. LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni con Elena Ferrari (Mirandolina), Stefano Micheletti (Cavalieredi Ripafratta), Alessandro Balducci (Marchese di Forlimpopoli), Diego Baldoin (Conte d’Albafiorita), Luca Massaroli (Fabrizio), Floriano Negri (servitore) regia di Stefano Micheletti link video, pagina web spettacolo: www.elenaferrari.org genere: commedia, classico. Uno dei caratteri meglio riusciti a Goldoni è sicuramente quello di Mirandolina: “E’ una delle più luminose civette che si siano mai viste sulla scena” osservò Silvio d’Amico. Mirandolina riassume in sé il fascino, la gentilezza, la grazia femminile, ma anche l’astuzia e la seduzione. Questo allestimento nasce dal felice incontro di Elena Ferrari con la Compagnia Teatro Viaggiante sinonimo di teatro di tradizione, che si muove fra professionismo e passione. Affrontare La Locandiera per il Teatro Viaggiante di Stefano Micheletti è quasi naturale, è come voler andare all’origine stessa della sua famiglia d'arte, i Micheletti, in teatro dal 1888. La storia di Mirandolina, locandiera fascinosa e ardita che gestisce indipendente e autonoma la sua professione è storia di una donna forte caparbia che sa e vuole, ma che troppo volendo rischia alla fine di scottarsi. Ciò che stupisce del testo di Goldoni non è solo la perfezione della vicenda che è un meccanismo drammaturgico perfetto, ma anche la lingua, un italiano/toscano assolutamente fluido, moderno, diretto, vivo perché pensato e calibrato sulla pratica della scena. Così ne hanno parlato: “In tutto ciò Micheletti e compagni ci sguazzano, sanno il fatto loro e per lo spettacolo di chiusura dell’anno promettono di offrire al pubblico del Sociale uno spettacolo comme il faut, con le scene i costumi, la recitazione che ci si aspetta dal teatro classico.” (Da “Immortale Locandiera. Teatro Viaggiante mette in scena Goldoni” di Nicola Arrigoni - La Provincia, 22 dicembre 2012.). 56 ASSOCIAZIONE CULTURALE ESIA www.pietronevolo.it IL LETTO OVALE di R.Cooney e J. Chapman con Alberto Chiesura, Chiara Giovara, Emanuela Menozzi, Luca Martino, Paolo Arsento, Chiara Ribolla, Tonia Lombardo, Pietro Antonio Nevolo,Elena Blasi regia di Pietro Antonio Nevolo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=eQQZKCriS9Q genere comico Esia presenta al pubblico una commedia di Ray Cooney, scritta in collaborazione con John Chapman. Il nuovo lavoro appartiene al filone brillante e quindi, più che per il contenuto, si impone grazie ad una intricatissima vicenda vissuta con grande partecipazione da nove personaggi tutti fortemente caratterizzati (il posato Phillip contrapposto al frenetico Henry, la svampita Linda moglie di Henry, Joanna moglie quasi fedele di Philip, il fantasioso quanto sprovveduto arredatore (interior decorator) Alistair, la giovane ed intrigante ragazza alla pari Silvie, “l’imbranatissimo” Walter, la centralinista sexy e la deliziosa macchietta della famosa scrittrice di libri per bambini: Olive Harriet Smythe. Essi si muovono a ritmi serrati, senza pause di riflessione, in una scenografia frutto della stravagante ispirazione del “interior decorator” alla moda. La regia ha scelto di valorizzare i continui spunti comici sia sul piano della parola e dei silenzi, sia su quello del movimento e della pura gestualità, cercando il giusto ritmo per un testo che, come tutti i testi comici, è di difficile realizzazione. Il letto ovale è una farsa piccante al punto giusto, nella quale le frequenti allusioni, le gags, i doppi sensi, gli equivoci, trasportano lo spettatore in un mondo spensierato dove il sorriso e la risata piena e spontanea regnano sovrani. SE RINASCO, RINASCO DONNA….SE MUOIO NO! di Vanessa Pagliano con Roberta Previati, Patrizia Papandrea, Emanuela Menozzi, Chiara Giovara, Elena Blasi, Tonia Lombardo, Marlene Pietropaoli, Chiara Ribolla, Cristiana Di Matteo, Valentina Pecchio, Laura Pezzini regia di Vanessa Pagliano link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=UtvsTD-5nfQ genere: Teatro e danza Spettacolo satirico di teatro danza in cui si alternano momenti coreografici a monologhi tratti da: Stefano Benni: “La misteriosa scomparsa di W”, “Teatro”, Francesca Reggiani: “Strati d’animo” ed infine una “Lezione d’orgasmo” di Franca Rame.7 attimi di vita di donne particolari, in cui viene esaltata la molteplice natura dell' universo femminile: il senso tragicomico della vita, in un mix di sensibilità, smarrimenti e nevrosi. E' lo show delle donne: di donne che vogliono smitizzare luoghi comuni; di donne che vogliono poter esprimere i propri “disastri” con una sana risata. Una bomboniera ricca di paillettes, ma con un cuore di tagliente verità. 57 FABER TEATER www.faberteater.com SCIE NEL MARE di Faber Teater (spettacolo non tutelato) con Francesco Micca regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/scie_nel_mare.htm link video: http://www.faberteater.com/scie_video.htm genere: teatro di narrazione In un'epoca in cui vaste aree del mondo erano ancora sconosciute, Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, ha guidato spedizioni in Alaska, verso il Polo Nord, in Karakorum, sui Monti della Luna in Africa... Ha navigato per i mari del mondo. Ha frequentato famiglie reali d'Europa e guide valdostane. Vissuto tra '800 e '900, in un mondo che cambiava in fretta, ha creduto in valori come la lealtà, il dovere, l'amicizia nel tempo, la sete di conoscenza... la nobiltà. Ammiraglio al comando della flotta italiana durante la Prima Guerra Mondiale, all'alba dell'avvento del fascismo, si è ritirato in Somalia per dedicarsi, fino alla morte, ad un innovativo progetto di colonia agricola e di cooperazione con i popoli africani. Questo spettacolo è la sua storia, raccontata dai compagni e testimoni che hanno condiviso con lui la strada. Un solo attore, dieci personaggi per raccontare a tutto tondo una figura complessa e affascinante. Lo spettacolo è una produzione Faber Teater e C.A.I. sez.Chivasso, in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" di Torino LETTERE DALLE CITTA’ BIANCHE di Faber Teater (spettacolo non tutelato) con Lucia Giordano regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/lettere_dalle_citta_bianche.htm link foto: http://www.faberteater.com/lettere_foto.htm genere: teatro di narrazione È la storia di un viaggio. Il viaggio di Adina e Michelazzo, due orsanti, girovaghi e teatranti di strada. Nel 1912 i due partono dalla Val di Taro, tra Emilia e Liguria. Partono con Griso, il loro piccolo orso bruno, per fare spettacoli di strada. Viaggiano verso est, attraversano Austria, Romania, Ucraina… La Russia fino a Vladivostock, mentre infuria la Rivoluzione. In Michelazzo il desiderio di possedere un orso siberiano, un orso bianco enorme e feroce, diventa a poco a poco un’ossessione che lo allontana da Adina. La donna racconta il suo amore e la sua disperazione attraverso le lettere al vecchio padre rimasto in Italia. Lettere vere, lettere solo sognate, forse mai spedite. Nella sua voce, il rimpianto di una donna sradicata dalla sua terra, straniera in un paese che sente non suo. 58 BRUNO NERI CALCIATORE PARTIGIANO di Faber Teater (spettacolo non tutelato) con Francesco Micca, Lodovico Bordignon, Marco Andorno regia di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone link video, pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/bruno_neri.htm genere: classico Un mediano è obbligato a correre a perdifiato, a conquistare palloni, a rilasciarli da una parte all'altra del campo. È il baluardo del centrocampo, cerniera tra difesa e l'attacco: un mediano deve coprire il suo terzino, ma deve essere pronto a rilanciare l'azione, a far partire l'ala. Deve tenere la testa alta. Essere vigile. Pronto. Forse per questo Bruno Neri, mediano di Faenza, giocatore della Fiorentina, della Lucchese e del Torino, azzurro nelle squadre di Vittorio Pozzo, fuori dal campo si dedicava all'arte, alla poesia, agli incontri culturali con scrittori, poeti, attori. Per cercare l'ispirazione da mettere poi in campo. La sua vita, trascorsa lungo le sponde di quattro fiumi: il Lamone, l'Arno, il Serchio, il Po, porta lui, calciatore, ad incontrare i sentieri della poesia di Dino Campana. Montale, Pavese. Ma la partita più importante deve ancora venire. Una volta lasciata la maglia di mediano percorre i sentieri aspri delle montagne della Toscana romagnola, per affrontare l'avversario più difficile, l'invasore nazista, per l'ultima, infinita partita. LE BAMBINE DI TEREZIN di Faber Teater (spettacolo non tutelato) con Paola Bordignon regia di Aldo Pasquero E Giuseppe Morrone link video, pagina web spettacolo: http://www.faberteater.com/terezin.htm genere: teatro di narrazione C'era una volta e c'era davvero una città chiamata Terezin, a circa 100 km da Praga. La fortezza di Terezin tra il 1942 e il 1945 diventa una città-ghetto per gli ebrei, un campo modello, un campo per privilegiati, è “la citta che Hitler regalò agli ebrei”; una citt{ abitata da ebrei famosi: intellettuali, decorati al valor militare della I guerra mondiale, filosofi, scienziati, professori, artisti, poeti, pittori, musicisti, uomini di cultura e di teatro. E’ un campo particolare, abitato da persone speciali che la sera dopo aver lavorato 10 ore per i nazisti fanno musica, teatro, leggono poesie, cantano, mettono in scena Brundibar, un'opera per bambini presentata 55 volte, che parla della lotta contro un tiranno, dell'abbellimento della città per la visita della Croce Rossa, del film di propaganda girato nel ghetto. Nello spettacolo racconto dei bambini, i loro disegni, le loro parole, frammenti di vite vissute in un mondo di brutalità e finite presto. 15000 i ragazzi passati da Terezin, 142 i sopravvissuti, 4000 i disegni ritrovati. I ragazzi erano spinti ad esprimere le emozioni, le paure, a guardare il cielo e sperare di sopravvivere. C'è spesso leggerezza nelle loro testimonianze ed è questa leggerezza, questa delicatezza che abbiamo cercato nel creare questo lavoro, uno sguardo diverso sull'Olocausto, come singolare è la storia di Terezin. Diciamo dell'arte, della musica, del teatro, della poesia che hanno tenuto in vita le persone, le hanno aiutate a restare esseri umani. 59 FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI www.festivaldellecolline.it BIBOTEATRO – PROXIMA RES www.biboteatro.it www.proximares.it INVIDIATEMI COME IO HO INVIDIATO VOI di Tindaro Granata con Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Paolo Li Volsi, Bianca Pesce, Francesca Porrini, Giorgia Senesi voce fuori campo di Elena Arcuri regia di Tindaro Granata link video: http://youtu.be/gHJ5F2OZsAw genere: teatro di prosa/di innovazione Perché ho scritto “Invidiatemi come io ho invidiato voi”. Quando sono sul tram o in metropolitana, ascolto la gente. Per la strada, guardo la gente. A volte, guardando e ascoltando mi rivedo in ciò che guardo e sento almeno 32 parole che utilizzerò, o che ho utilizzato, quel giorno. Mi blocco. Sono come loro! Quest’idea, mi blocca. In questo fermo, sto appeso ad un filo tristanzuolo. Sgocciolo che siamo gente sola, che lottiamo troppo troppo per noi stessi e troppo poco per gli altri, uccidendo quella cosa che sta tra la valvola tricuspide e la valvola aortica. Stiamo morendo per far vivere i nostri desideri, dimenticando come sia bello vivere per far vivere i desideri degli altri. Egoismo genera Solitudine... Solitudine genera Invidia...Invidia genera Infelicità. Infelicità cerca Felicità per infilzarla; Felicità si nasconde, ha paura. Infelicità spinge gli uomini a cercare Felicit{ in “Ogniccosa”. “Ogniccosa” è composta da “Ogni” e da “Cosa”, una è bianca e l’altra è nera; insieme diventano : “Invidiatemi come io ho invidiato voi”. Una donna diventa amante del datore di lavoro di suo marito. Si frequentano di nascosto. La donna, che ha una figlia di 3 anni, progetta di lasciare il marito per andare a vivere con l’amante. Per abituare la bimba alla presenza di una figura maschile diversa da quella del padre, la donna, affida spesso la bimba all’amante. L’amante è un pedofilo e dopo un abuso, la bimba muore. Il pedofilo ha avuto l’ergastolo, la madre viene condannata a 15 anni di reclusione perché viene dichiarata colpevole di connivenza. Sapeva. Tutti i componenti della storia, dichiareranno la loro versione dei fatti, cercando una verità che non tiene conto della bimba che è morta. Se volessi essere banale e superficiale direi che la bambina rappresenta la nostra Italia. La perdita di un innocenza stuprata dalla nostra disonestà. A volte sono banale. Il testo è basato su una storia vera, ma il riferimento che c’è sotto è puramente metaforico. 60 FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA www.fondazionetpe.it IL DIVORZIO di Vittorio Alfieri con Stefano Moretti, Marcella Favilla, Daria-Pascal Attolini, Riccardo De Leo, Alessandro Meringolo, Riccardo Ripani, Diego Casalis, Camillo Rossi Barattini, Fabrizio Martorelli, Fabio Bisogni, Roberto Carrubba, Alberto Onofrietti regia di Beppe Navello link video, pagina web spettacolo: www.fondazionetpe.it; http://youtu.be/GU7urxDfd2A genere: classico-commedia disponibilità metà febbraio - marzo 2013 IL Divorzio è l’ultima commedia di Vittorio Alfieri, messa in scena con la regia di Beppe Navello e l’interpretazione di una pattuglia di giovani attori formati nelle migliori scuole di recitazione e nel laboratorio triennale sul verso tenuto dallo stesso Navello. Una commedia divertente e amara sui costumi italiani dell’epoca (1803) “obbrobrio d’Europa tutta”, uno spettacolo che, secondo lo stile della Fondazione e le parole del regista, “cerca l’innovazione congiungendo passato, presente e futuro”. Scrive Osvaldo Guerrieri.” Una compagnia do attori giovani sulle cui bocche il verso di Alfieri acquista un senso quasi di naturalezza, e libera il nucleo avvelenato della commedia con il ritratto feroce di una famiglia in cui ognuno è portatore di un vizio o di una stortura. L’autore lavora di frusta, e il regista non è da meno. Accende un gioco al limite del farsesco, esaspera la doppiezza dei personaggi, manovra gli interpreti con tempi cronometrici e ottiene da loro un’adesione al testo che garantisce effetti comici pressoché infallibili”. ECCE HOMO di e con Lucilla Giagnoni coproduzione con CTB-Teatro Stabile di Brescia Lo spettacolo debutterà a luglio 2013 link video, pagina web spettacolo: www.lucillagiagnoni.it genere: recital Negli ultimi dieci anni scrivere spettacoli ha significato, per Lucilla Giagnoni, indagare intorno a questioni che da sempre la tormentavano. Ogni spettacolo è stato un momento insieme doloroso e felice di crescita che più che trovare risposte ha suscitato ogni volta nuove domande. “Vergine madre”: qual è la via possibile per uscire dall’inferno? “Big Bang”: perché Dante chiude ogni cantica della Divina Commedia con la stessa parola, Stelle? “Apocalisse”: se le stelle ci indicano gli Inizi, quale sarà la nostra Fine? Questo percorso ha rappresentato per l’artista novarese una “trilogia della spiritualit{”. Il nuovo spettacolo “Ecce Homo”, Ecco l’Uomo, inaugura la “trilogia dell’umanit{”. È la frase che viene attribuita a Pilato nel mostrare alla folla assatanata un Gesù flagellato, torturato, ridotto al livello più infimo dell’essere umano: uno straccio di sangue e carne con in testa una corona di spine, mascherato, per burla, da Re del Mondo, ma con la Morte stampata in faccia. Se ci dicessimo oggi “Ecco l’Uomo”, che cosa vedremmo? “Ecce Homo” è una drammaturgia originale di cui è autrice e unica interprete.” La tecnica teatrale è quella del monologo e alterna momenti d’interpretazione poetica a passaggi narrativi in diretta comunicazione al pubblico. Sono altresì disponibili tutti gli spettacoli sopra citati, vergine Madre, Big Bang e Apocalisse, alle medesime condizioni. Tutti gli spettacoli possono essere rappresentati in spazi non teatrali. 61 DELIRIO A DUE di Eugene Ionesco con Elena Bucci e Marco Sgrosso regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso coproduzione con LE BELLE BANDIERE Lo spettacolo debutterà il 9 aprile 2013 link video, pagina web spettacolo: www.lebellebandiere.it genere: classico /comico disponibilità da gennaio 2014 Il testo è un modello di relazione a due, sospeso tra le convenzioni del naturalismo borghese e un acrobatico equilibrismo sul filo di un assurdo che assomiglia sempre di più alla realtà. Lui e Lei hanno bisogno di verificare continuamente il loro legame, ma non trovano altra via che la colpevolizzazione dell’altro. Attraverso questo meccanismo, entrambi sono chiusi in un eterno presente, in una navicella di sicura inconsapevolezza che li traghetta attraverso l’esistenza. Soltanto i crolli e le esplosioni che sentiamo da fuori, pur sfiorando il grottesco, ci fanno presagire l’esistenza del tempo e della storia e il possibile frantumarsi del mondo occidentale che Ionesco profeticamente disegna in preda ad un terrorismo allo stesso tempo ovvio e misterioso. I ridicoli battibecchi di Lui e Lei sono accompagnati dal controcanto ossessivo di una guerra civile che infiamma al di fuori del nido protetto dove si consuma la vacua esistenza degli amanti, impermeabili alle bombe che esplodono, alle sparatorie e alle stragi che riecheggiano nella via, alle pareti e ai soffitti che crollano. E questo esterno negato rende tragicomico, e a tratti tenero, un dialogo intriso di ripetizioni rituali e non sensi, sorta di meccanismo inceppato che continua a girare a vuoto. Lui e Lei sono avatar che si mettono in difficoltà l’un l’altro con stratagemmi sciocchi, come spegnere la luce, cambiare di posto i mobili, confondere le informazioni. Mentono e rivelano, per ingannare angoscia e tempo. 62 Fools compagnia teatrale www.fools.it LE ALLEGRE SIGNORE DI WINDSOR commedia musicale alla maniera dei comici dell'arte di William Shakespeare con i Fools (Martina Spalvieri, Jessica Ugatti, Stefano Sartore, Luigi Orfeo) in collaborazione con Massimiliano Cutrera e Augusta Balla regia di Luigi Orfeo link video: www.youtube.com/watch?v=Li1MDOs_1zM pagina web con video: www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/d6993672e1db770a9ff7ac617f3da7e9 genere: classico/comico/teatro musica Grazie al sostegno della Compagnia Mauri-Sturno e Festival Micron, i Fools realizzano le Allegre Signore di Windsor. Il Cavalier Falstaff, a corto di denaro, decide di corteggiare due ricche donne sposate, la signora Ford e la signora Page, inviando loro due identiche lettere d'amore. Il signor Ford teme di poter essere tradito dalla consorte, si travestirà da Rivolo per indagare. Anna, la figlia dei Page, ama un giovane di nome Spantica, ma il signor Page vuole che sposi Mingherlo mentre la signora Page il dottor Caio. Tra beffe continue e sotterfugi le donne si vendicheranno dell'audace “grassone” ed Anna riuscir{ a sposare, ingannando i suoi genitori, il giovane Spantica. Per le tematiche trattate, le origini popolari del testo ed il suo passaggio attraverso i canovacci dei comici italiani del XVI secolo, l' allestimento de Le allegre signore di Windsor utilizza gli stessi espedienti e la stessa forma di linguaggio diretta ed immediata della Commedia dell'Arte, ricorrendo anche all'utilizzo delle maschere quali archetipi di alcuni personaggi che caratterizzano il testo stesso, e quindi la società. Un ulterior legame tra la commedia di Shakespeare e lo stile della Commedia dell'Arte è da riscontrarsi nell'utilizzo della musica che diventa strumento per rinsaldare l'attenzione del pubblico e come veicolo immediato di emozioni ed ulteriore virtuosismo degli attori. Le musiche sono realizzate dal M° Martina Spalvieri, l’ esecuzione sarà affidata agli attori stessi, come nella miglior tradizione della Commedia dell'Arte. ASSAGGI D'ASSURDO Follie per orchestra e uomini in cilindro, ovvero Campanile in salsa comica di Achille Campanile e Fools con Luigi Orfeo, Stefano Sartore (Fools) in collaborazione con Giorgio Bevilaqua (contrabbasso) regia di Luigi Orfeo e Stefano Sartore (Fools) link video, pagina web spettacolo: www.youtube.com/watch?v=ycNVGCzKUf4 www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/d115cbe0829c95046b0b6da618a41e29 genere: cabaret/comico/teatro musica/nuove creatività Due uomini in cilindro venuti da Chissadovve: parlano in modo strano, stracciano la lingua, cucinano le parole, soffriggono l'ironia e dolcificano l'amaro: letteratura, chitarra, teatro, calze, musica, cilindri, drammi, ironie, storia, panciotti, sketch, noccioline, papillon, scienza, violino e bambole. Passaggi, assaggi e messaggi di comicità assurda, avallata scritta e controfirmata dalla nobile penna barbuta di Achille Campanile. In scena due attori, congiunzione di nord e sud: il torinese Stefano Sartore e il napoletano Luigi Orfeo. Eleganti, seri ed imperturbabili ma colpiti da improvvisi lampi di imbecillità, riusciranno lì dove Garibaldi ha fallito? Achille Campanile può essere considerato uno dei padri dell'umorismo moderno italiano, con la sua raffinatezza, la sua intelligenza, riesce a far ridere con continui giochi di parole, senza cadere mai nella volgarità. Il testo parte da alcune pièce teatrali celebri 63 con innesti di brani inediti scritti dagli stessi Fools, coerenti però con la linea stilistica di Campanile. La scena è essenziale, la spettacolarità viene generata dall'abilità del musicista e dalle abilità interpretative dei due attori. Le musiche sono ispirate alla peculiarit{ dell’ umorismo di Campanile: sorpresa, virtuosismo e assurdit{. E’ stato divertente trovare una chiave comica anche a Beethoven, inframezzare Pachelbel col Pop, etc. La musica segue il ritmo del parlato, crea scenografie sonore, risponde a tono agli attori, li contesta, li sostiene e spesso, in alcuni momenti d' improvvisazione, li spiazza. MA PER FORTUNA È UNA NOTTE DI LUNA dialogo conviviale tra un melomane e una neofita disinteressata di Fools musiche di Verdi, Donizzetti, Puccini, Leoncavallo con Jessica Ugatti e Daniele Mazzocchi regia di Luigi Orfeo link video, pagina web spettacolo http://www.fools.it/fools/index.php?p=eventi/a0f7562e355f91133133f4a28834661d genere: teatro musica/prosa/lirica In uno studio di registrazione specializzato in incisioni rock s'andranno ad incidere alcuni brani destinati alla realizzazione di un disco di lirica. Jessica, il tecnico del suono, non ne è molto entusiasta, ma Daniele, il tenore venuto per registrare le arie d’opera, grazie anche ai racconti che farà delle trame e i rari aneddoti sugli autori, trasporterà Jessica in un mondo di intrighi, tradimenti, amori appassionati e gesta di eroi invincibili: conoscerà Calaf, il Principe Ignoto della Turandot , si scoprirà a sorridere di Nemorino nell’Elisir d’Amore ed a piangere, trascinata nella piazza di un piccolo paesino del sud, ascoltando “Vesti la giubba” de' I Pagliacci. Infine, completamente sedotta, si troverà improvvisamente nei panni di Mimì, protagonista de' La Boheme, ammaliata del gentile Rodolfo. Uno spettacolo brillante e leggero, coronato da arie d'Opera magistralmente eseguite dal vivo da Daniele Mazzocchi. Pensato per avvicinare i cosiddetti "profani" o "disinteressati" al mondo del teatro d'Opera, ritenuto elitario e noioso, si scoprirà attraverso le straordinarie musiche e le storie più coinvolgenti dei loro autori, quanto questo mondo può essere appassionante e contemporaneo. Il teatro d'Opera fa parte delle nostre radici culturali, è espressione della nostra storia. Il nostro intento non è quello di insegnare la storia dell'Opera, né di farne un sunto sommario ma di accendere una fiammella, di smuovere la curiosità, affascinare e sedurre poco alla volta. 64 FRATELLIOCHNER www.fratelliochner.com URCA URCA TIRULERO (VOGLIO STARE MEGLIO DI COSÌ) di Alberto Barbi, Paolo Cecchetto, Lara Quaglia con Alberto Barbi, Paolo Zaltron e con Marco Piccirillo (Contrabbasso) e Simone Garino (sax, clarinetto) regia di Alberto Barbi genere: teatro musica/musical Per essere veramente un grand'uomo bisogna resistere anche al buon senso (Dostojevskij). Mia madre, come tanti altri, guarda il tg tutto il giorno, si fa bombardare di notizie che intimidiscono, che annichiliscono. Sembra che tutto stia crollando, che non ci sia più un futuro a causa della crisi. E’ vero? Posso capire perché tanto pessimismo. mia madre come tanti altri della sua generazione patiscono il senso di impotenza: sono la prima generazione i cui discendenti hanno una aspettativa di qualità di vita peggiore, ma soprattutto ci lascano un senso di impotenza, la sfiducia verso il futuro e verso le nostre possibilità. Però se si guarda attraverso alle pieghe di questa situazione, se si superano le ferite si può trovare la luce. cancellare la parola "peggiore", sostituirla con "diversa" in realtà. Un'altra occasione, un nuovo modo di vivere. Finora il senso comune, la pubblicità, l'abitudine e le comodità ci hanno portato ad ubbidire a esigenze indotte, che adesso non possiamo più permetterci. Ci troviamo così di fronte ad una scelta, o un lento ed infelice rassegnato decadimento o un cambiamento, un colpo di reni faticoso ma produttivo, una rivoluzione nei costumi, nei valori nella ricerca della felicità. di un'altra felicità. Un concerto spettacolo che in maniera divertente e divertita, attraverso canzoni eseguite dal vivo, racconta di uomini e donne normali che diventano speciali grazie alle loro scelte nella loro quotidianità. Un viaggio musical teatrale nato dalla felice esperienza dello spettacolo “riprendiamoci il nostro futuro”. Una passeggiata divertente ed emozionante capaci di esplorare e raccontare il tempo che viviamo. Con coraggio e allegria. Ovviamente un punto di vista parziale, soggettivo ma che attraverso la conoscenza del coraggio di molti ci può portare ad un ottimismo attivo. Credo che sia tempo di raccontare e di cantare di chi nonostante tutto non si ferma, non si arrende, lotta e spesso vince. Ne abbiamo esempi tutti i giorni vicino a noi, in famiglia, in casa, sul posto di lavoro. io ne ho. A loro è dedicato questo spettacolo. CARNERA di Alberto Barbi, Paolo Cecchetto con Alberto Barbi regia di Alberto Barbi link video, pagina web spettacolo: link su www.fratelliochner.com- www.torinospettacoli.it genere: teatro narrazione, teatro musica Primo Carnera è una figura che ha generato, negli anni, una mitologia molto particolare: ricordato da tutti come un pugile potente più che abile, rimane vivo nella memoria collettiva come pochi altri atleti di quegli anni. Sono nate leggende sulla sua infanzia, quasi fosse un novello Eracle, viene ricordato come un pugile dal pugno che uccide, come un uomo dalla forza straordinaria, quasi quanto le sue misure. Su di lui sono stati scritti libri e fumetti, sono stati fatti sceneggiati televisivi, sono stati aperti musei. 65 Ma quale è la verità? Carnera, chi era costui? Campione del mondo di pugilato, fenomeno da baraccone, eroe del proletariato, icona fascista, bruto ignorante, amante di Dante e della lirica, mendicante, malato, uccisore di uomini, bufala giornalistica. Tante definizioni hanno accompagnato Primo Carnera nel corso della sua vita, eppure nessuna di queste è sufficiente per descrivere un uomo che ha fatto della forza di volontà di chi lotta contro le avversità la sua vera caratteristica principale. La vita stessa ha preso a pugni Primo carnera e solo un uomo come lui avrebbe potuto restare a testa alta di fronte a tutto quello che gli è successo. Questo spettacolo è un viaggio che, partendo dall’incontro col quale perde il titolo di campione del mondo dei pesi massimi e seguendone le sue 11 estenuanti riprese, racconta la vita di un uomo unico e di come abbia saputo resistere, anche nella tempesta. Undici riprese per raccontare gli anni della giovinezza e la guerra, l’espatrio, le sue esperienze in viaggio con il circo, i primi contatti con la boxe. E poi ancora i debiti, le truffe dei suoi manager, il matrimonio mancato, l’abbandono da parte del fascismo, la povert{, la malattia. Undici riprese per raccontare come, a volte, l’uomo sia più grande del campione. FAMIGLIE IN GUERRA (DUE ZII ED UN NONNO) di Alberto Barbi con Alberto Barbi regia di Alberto Barbi link su www.fratelliochner.com Genere: teatro narrazione/teatro musica Famiglia in guerra, è legato ai ricordi di una famiglia. La mia. Anche la genesi dello spettacolo è molto personale: l'idea nasce durante un permanenza nell’ex Jugoslavia, durante la guerra. E incontrando quel dolore, quella delusione, vedendo il disastro, sentendo le ragioni di chi non può perdonare, ho ricordato della storia della mia famiglia. Mi è apparsa fuori dai ricordi, dal folklore famigliare, dalle fazioni personali. Mi è apparsa per quello che è: una storia. Niente di più, niente di meno. Durante la seconda guerra mondiale tre fratelli (mio nonno e i due miei zii) si trovano divisi dopo l’otto settembre. Uno va in montagna coi partigiani, il secondo rimane con la repubblica di Salò, il terzo, il più piccolo muore in campo di internamento. E da allora la famiglia si spacca. Sensi di colpa taciuti, accuse velate, litigi. Eredità litigate case divise e abbandonate. Una storia che si dipana tra drammi, passioni, e commedia, e che porta ad un quotidiano che ancora 65 anni dopo è segnato dalla guerra e che nasconde quello che la guerra è stata ed è: uomini che prima si sparano e poi non lo fanno più. Uomini, solo uomini. Lo spettacolo coniuga teatro di narrazione e memorie visive. 66 ASSOCIAZIONE CULTURALE G.B.STUDIO http://www.facebook.com/pages/Gb-studio/309724465802223 SENZA VUOTO INTORNO (CORPI DI DONNE OPERAIE) di Gianluca Bottoni uno spettacolo ideato e diretto da Gianluca Bottoni con danzatrici e operaie regia di Gianluca Bottoni link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/39924968 (password: operaie1) http://vimeo.com/49628619 (password: chiaverano3) genere: nuove creatività “…Le soluzioni ergonomiche derivanti dall’applicazione dei nuovi sistemi permettono sulle linee a trazione meccanizzata con scocche in movimento continuo un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna fruite in modo collettivo nell’arco del turno di lavoro” Ci sono sei bambine, crescono in una Italia già compromessa, ridono giocano, sognano di diventare donne felici ,di avere famiglie e lavoro, di innamorarsi ,di danzare, di divertirsi. E’ il 1970. Le seguiamo nei loro giochi e nei loro movimenti ,adesso sono ragazze già grandi, fino al loro ingresso nel mondo del lavoro: la fabbrica e la catena di montaggio. E’ l’inizio di una nuova fase per loro ,per i loro corpi, e la fine definitiva di un’Italia che abdica agli anni’80. Nel 1979 la Rai trasmette “Processo per stupro”, nel 1980 a Torino la “marcia dei 40mila” sovverte definitivamente il rapporto sindacale padrone operaio, nel 1982 la Fininvest manda in onda in prima serata programmi di “intrattenimento” con ragazze dagli attributi fisici “alterati”. Il corpo delle donne viene ratificato e mercificato in quei canoni estetici, mentre sulle catene di montaggio delle merci, le nostre operaie dovranno adattare i loro di corpi a movimenti e tempi sempre più…senza vuoto intorno… EVELINA, UNA NARRASENZ’AZIONE di Gianluca Bottoni –Cinzia Villari voce di Cinzia Villari regia di Gianluca Bottoni-Cinzia Villari link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/49969027 (password: lucacinzia) genere: performance sonora in cuffia per max 4 spettatori alla volta Ciascuno di noi è una partitura vivente, come scrisse Edith Stein nei suoi studi sull’empatia. Il pianista che conduce una persona sorda a contatto diretto con la cassa armonica di un pianoforte riesce a farsi ascoltare dalla persona sorda . E i sordi a loro volta sono fortemente attratti dai suoni. Per quanto possa apparire strano i sordi insegnano in che cosa consiste l’ascolto. E lo insegnano a noi che pur sentendo smarriamo spesso il silenzio necessario a favore di futili brusii, di veloci partiture. Di presunzione e sufficienza anche nei confronti della storia. I sordi insegnano che non è vero che noi sentiamo soltanto con le orecchie.. .Siamo di fronte a qualcosa di molto grande, più grande di noi: ogni percepire è un evento soggettivo legato alle caratteristiche di ogni persona, al momento, alla relazione che si stabilisce fra le persone . Perciò questa “narrasenz’azione” parte da un paradosso, quello di raccontare acusticamente un’esperienza di sordit{… Ma chi è il sordo? La protagonista della nostra esperienza sonora (peraltro realmente esistita),o chi oggi presta poca attenzione a fatti che nella nostra storia parlano ancora voce alta? O chi anche allora prestava sorda indifferenza all’orrore che travolge i più estranei alle vicende della violenza organizzata? 67 Perciò questa provocazione: parliamo di “resistenza” da un punto di vista, d’ascolto che apparentemente non risuona …apparentemente… L’esperienza sonora si ispira alla vicenda di Evelina (Avellina) Ostorero una giovane pastora sorda che non avendo sentito “l’alt!” intimatole durante una rappresaglia dai nazisti in quel mese di settembre 1943, mentre sulle Valli piemontesi si organizzavano le prime sacche di resistenza, fu falcidiata da una raffica di mitra. E’ una narrazione di ieri ? o anche una sensazione odierna? Pochi giorni dopo a Torino si inaugurava beffardamente una stagione operistica con il “Rigoletto” di Verdi. ..per chi poteva ascoltarla…L’installazione sonora dura 15 min. e viene mandata a più riprese durante le serate. ANGIOLETTI/DIAVOLETTI di Gianluca Bottoni da Thea von Harbou con Gianluca Bottoni, Federica Finello, Giovanna Asia suoni dal vivo di Francesco Lurgo regia di Gianluca Bottoni link video, pagina web spettacolo: ascolta Il Prologo "Angioletti" trasmesso su RADIO 3 SUITE del 21.12.2012 >> https://soundcloud.com/gbstudio-1/radio3-angioletti-e-diavoletti http://www.teatrodellacaduta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=814:angiolettische da&catid=2:non-categorizzato&Itemid=141 genere: nuove creatività "La fine di un mondo?" è un esperimento teatrale in più momenti. Il prologo dal titolo "Angioletti" è andato in onda su Radio3Rai poco prima dello scorso Natale, in diretta da un reparto ospedaliero di maternità. Un uomo ormai deluso dal "troppo di realtà, che non si sa ..non si sa più", nell'attendere fuori dal reparto una nascita, perplesso preconizzava il ritorno di una nuova era barbara, di cui sentiva la mancanza...la mancanza di barbarie , appunto. Tutto questo avveniva in un luogo reale, in un tempo reale e possiamo dire con una convinzione abbastanza concreta. Il prologo è stato realizzato da Gianluca Bottoni, con i suoni di Lord Theremin e Andrea Ferroni. Il secondo momento avviene "post mortem" in un teatro, col pubblico attorno a un corpo sottoposto insieme agli spettatori a un momento elettrocardiografico: se dovessimo procedere all'attività settoria sarebbe per appurare quanto (a tutti ci) piace il nazismo. Invece come rinchiusi in un bunker ci si racconta una favoletta per bambini, coadiuvati dalle risposte elettriche degli strumenti live di Francesco Lurgo e dagli interpreti (non nel senso di attori) dei fatti. Il secondo momento ha per titolo "Diavoletti". 68 GENOVESEBELTRAMO COMPAGNIA http://www.compagniagenovesebeltramo.it/ TIO SONO LA LUNA –PERCORSI SULL’OBESIT[ di Savino Genovese con Savino Genovese, Viren Beltramo regia di Savino Genovese link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=paFefuoEbOw http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/io-sono-la-luna.html genere: nuove creatività Io sono la luna ecco cosa dicevo ai miei compagni il giorno di carnevale del 1988. Volevo fare la luna. Avevo creato una enorme palla. Era fantastica. Mi ci sono infilato e mi sono truccato come Pierrot per sembrare malinconico. Come la luna. Ero d’accordo con Melania: se io avessi fatto la luna lei avrebbe fatto il sole. Ma quando stavo per uscire mio padre mi disse Perché sei vestito come zio? Ma io sono la luna dissi. E mio padre fece un sorriso. Avrei dovuto capirlo. Bel costume da ciccione disse un mio compagno di classe. Non sono vestito da ciccione dissi. Non era possibile erano talmente convinti che il mio fosse il costume dell’obeso che ne fu convinta anche la giuria e vinsi il premio per il miglior costume. Sergio ti sei ispirato a qualche personaggio del paese per il tuo costume? No risposi. E’ un personaggio inventato? Sì. Come si chiama? Il ciccione lunatico. Però io volevo fare la luna. Io sono la luna non offre soluzioni, informa. Aspetti autobiografici scritti da chi sa cosa significa essere stato un ragazzo obeso si mescolano a testimonianze e dati per raccontare la storia di un uomo e una donna che vivono il proprio percorso sull’obesit{ in maniera speculare. Sergio, obeso solo da ragazzo e Melania, obesa solo in età adulta, hanno due vite molto diverse. Entrambi offrono allo spettatore un ventaglio di punti di vista su uno dei mali più pericolosi e ignorati del nostro tempo. Saremmo superficiali se pensassimo di aver trovato una soluzione che vada bene per tutti. Possiamo solo dire che la cura migliore per i protagonisti sar{ l’amore. NONNO ROSENSTEIN NEGA TUTTO di Marco Bosonetto con Savino Genovese, Viren Beltramo musiche originali dal vivo a cura del Nonno Rosenstein Kletzmer Quartet regia di Savino Genovese link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=Vwf_R13Vazs http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/nonno-rosenstein-nega-tutto.html genere: nuove creatività Tra i sommersi e i salvati dell’Olocausto nonno Rosenstein è un curioso esempio di randagia irrazionale serenità. Nonostante quello che ha passato nulla può fermare la sua privata diaspora. Parte con il clarinetto a suonare dovunque lo chiamino e i suoi improvvisi ritorni riempiono le instabili presenze di disagi, che finiranno per emarginarlo dalla famiglia. Chi ricorda le sue gesta, tra lo stupore e l’insofferenza per l’imbarazzante clownesco parente, è la nipote Sara. E il suo rientro ne sconvolge l’esistenza perché scopre che costui sta scrivendo una sua sconvolgente verità secondo la quale la Shoah non sarebbe altro che un’invenzione degli ebrei e di un loro fantomatico Progetto Resurrezione. Ma la molla che ha spinto l’anziano musicista ad asserzioni così aberranti non è che il desiderio di ingannare la memoria come se l’intollerabilit{ dei ricordi, il segno indelebile dell’oltraggio non lasciassero spazio che al suicidio o alla cancellazione di quegli eventi. Spettacolo originale con musiche 69 dal vivo tratto dal romanzo omonimo di Bosonetto adattato per il teatro dallo stesso autore, lo spettacolo ribadisce la necessità di non dimenticare il male della Shoah, utilizzando una prospettiva inconsueta, mettendo in scena il confronto tra un nonno reduce di Auschwitz che vorrebbe cancellare i propri ricordi e una nipote che meglio di lui avverte i pericoli dell’oblio. Un incontro fra generazioni e sensibilit{ diverse, una riflessione sul problema della memoria che usa l’ironia per uscire da ogni retorica celebrativa. VIETATO AI MINORI di Savino Genovese con Viren Beltramo, Paola Colonna, Savino Genovese regia di Savino Genovese link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=Iz2Oh_nFHYU http://www.compagniagenovesebeltramo.it/produzioni/vietato-ai-minori.html genere: nuove creatività Tutto ha un prezzo. Tutto si può comprare. Tutto può essere considerato “una merce”, perfino un bambino. Il bambino si vende, si gestisce, si ingrassa, si ricatta, si sterilizza, si droga, si parcheggia, si incatena davanti alla tv e dentro la tv, si esibisce, si addestra, si dimentica davanti ad un videogioco. Il bambino segue la legge del mercato. Siamo passati dall’educazione all’addestramento. Che tu sia genitore o meno non puoi far finta di niente. L’infanzia intesa come et{ dell’innocenza sta scomparendo. I bambini sono vittime di campagne pubblicitarie, videogiochi violenti, concorsi e realtà digitali. Barattiamo la loro infanzia. Lasciamo che vengano sedotti e strumentalizzati come se questo facesse parte di un inevitabile cambiamento. Ma siamo davvero sicuri che sia inevitabile? Non è che osservando più attentamente questi meccanismi perversi ci vien voglia di salvarli, di offrire loro un’alternativa? Vietato ai minori è la storia di un game designer che sta per diventare padre ed è costretto a scontrarsi con la realtà, uscendo dal proprio universo virtuale. Siccome dietro ogni realtà digitale c'è sempre una persona reale che fa delle scelte lo spettacolo indaga proprio alcune di quelle scelte. Dall’incontro della Compagnia GenoveseBeltramo e Paola Colonna nasce uno spettacolo in cui teatro e danza convivono per dar luogo ad una narrazione inter-attiva. 70 GFTeam di GIPO FARASSINO COM’È BELLO PROTESTARE DA TRIESTE IN GIÙ di e con Gipo Farassino regia di Gipo Farassino link video, pagina web spettacolo: www.gipofarassino.it online dal 30/6/2013 genere: recital/cabaret In un mondo dove tutti protestano con o senza pretesto, Gipo Farassino, chansonnier per eccellenza mette in scena le “sue proteste” : canta la difficolt{ di vivere in campagna, la gioia di avere una cascina, la carenza sistematica di dove poter fare la pipi…in questo recital Gipo rappresenta ed interpreta tutte quelle canzoni scritte molto tempo fa, ma ancora modernissime ed attuali , veri e propri cornici di emozioni dalle quali traspaiono: difficoltà, sentimenti, emozioni di ieri come di oggi necessari ad affrontare la vita. Accompagnato da quattro musicisti rock, i Les Tres con l’aggiunta del maestro Armando Lardù al flauto e alla Fisarmonica, il cantautore piemontese è pronto ad affrontare un tour nelle piazze e nei teatri del Piemonte. 71 GRANDANGOLO ASSOCIAZIONE CULTURALE [email protected] IL DIARIO DI EVA di Alessio Bertoli (liberamente tratto da Mark Twain) con Elena Zo, Alessandra Franco regia di Alessio Bertoli link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=Rl9x2m53oLs&feature=youtu.be https://www.facebook.com/#!/events/367676543320916/?fref=ts genere: prosa con musica classica dal vivo "Nel 'Il diario di Eva' abbiamo cercato una singolare, satirica, ma nello stesso tempo, emozionante rivisitazione del celebre mito. Una versione teatrale, in forma di monologo “contaminato” dalle melodie (eseguite dal vivo dalla musicista Alessandra Franco) in cui l’arpa – simbolo della Creazione – genera un universo ispirato alla controcultura hippie degli anni sessanta/settanta. È una versione ironica e fiabesca dell’incontro tra l’uomo e la donna per eccellenza, caricati di tutti gli stereotipi dell’uomo moderno, come se fossero vissuti davvero ai nostri giorni. Eva è romantica, vanitosa, chiacchierona. Adamo (che non vediamo mai in scena ma ci viene raccontato da Eva) è cinico, solitario, rude. Eppure, nonostante le diversit{, uomo e donna si amano. Mentre Eva (interpretata dall’attrice Elena Zo), giorno dopo giorno, scopre attraverso occhi sognanti e incantati il mondo e Adamo, l’arpista Alessandra Franco, artefice della Creazione attraverso la musica, rappresenta un “Dio androgino” che osserva, ascolta, studia “l’esperimento” Eva. Parola,musica e immagini accompagneranno lo spettatore in un viaggio dall’incanto del Paradiso alla sua perdita per amore. Senza rimpianti. Regalando al pubblico un grande insegnamento: la bellezza risiede, in realtà, negli occhi e nel cuore di chi guarda. Attraverso gli occhi di Eva, scoprir{ un mondo meraviglioso e un amore puro e incondizionato.” (Alessio Bertoli) AL DI LA’ DEL MURO di Loredana Bosio, Elena Maro e Elena Zo con Elena Maro, Elena Zo, Marco Bombi, Andrea Cerrato, Simone Poncino, Massimo Saracino, Antonio Sarasso regia di Alessio Bertoli link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=4exvsSvk45s&feature=youtu.be https://www.facebook.com/#!/AlDiLaDelMuroSpettacoloTeatrale genere: prosa con musica dal vivo “Al di l{ del muro” è uno spettacolo in tre atti o “capitoli”, che, prendendo spunto da ciò che sull’argomento dicono cinema, letteratura, televisione, parla dei complessissimi rapporti tra uomini e donne. I tre atti sono delicatamente legati da un “cordone ombelicale” lungo il quale vengono “disegnati” indizi funzionali per un finale assolutamente a sorpresa! Un testo che miscela la "commedia 72 della stranezza", poiché gli attori si comportano spesso in modo inspiegabile sia per il pubblico che, a volte, per gli altri personaggi, con (ma solo in apparenza) il teatro dell’assurdo….ma i rapporti tra uomini e donne non sono proprio, spesso, amorevolmente, pazzamente, adorabilmente assurdi?! Dai tempi di Darwin, il dibattito sul rapporto tra uomini e donne non si è mai sopito. I due differenti sessi sono sottoposti a pressioni evolutive diverse e a separare le due sessualità c'è un solco profondo. Ma nel tentativo di raggiungere posizioni politically correct, negli ultimi anni ci si è dati da fare per sfumare le differenze e declassare al rango di boutade la tesi secondo cui le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte. A riportare i due pianeti alla giusta distanza o, addirittura, a spostarli in galassie lontanissime una dall’altra, ci proveranno i personaggi dello spettacolo “Al di l{ del muro” per una storia nella quale il pubblico sicuramente si ritrover{. O si perder{ definitivamente. Ma, per lo meno, in un caso o nell’altro, con gran divertimento!” (Alessio Bertoli) SONO UN CABARETTISTA DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE di Paride Mensa con Paride Mensa e Elena Zo regia di Paride Mensa genere: cabaret Paride Mensa propone un repertorio di cabaret del quale è anche autore; le sue tematiche spaziano dal sociale al rapporto di coppia, per arrivare a raccontare in chiave ironica vizi e virtù non solo del Piemonte, ma di tutte le regioni, in un giro d’Italia dove le sfumature dialettali tipiche la fanno da padrone. Grande divertimento assicurato. Paride Mensa ha un’esperienza più che ventennale del settore: Vincitore del premio di RAI 2 "Torre d' oro" nel 1987 per la trasmissione "Una grande occasione" con Luciano Rispoli, tredici puntate su RAI 2 Domenica 20.30, nello stesso anno sarà la rivelazione comica del seguitissimo programma "Asiago tenda" in onda tutti i giorni su RAI Stereo 1 condotto da Claudio Lippi, Paride Mensa è tra i pochi comici che possono annoverare come maestri ed amici attori quali: Oreste Lionello, Lino Banfi, Gianni Magni e due anni in compagnia del grande amico Walter Chiari, a questo proposito segnaliamo che dal 1997 è con Bruno Guidazzi conduttore della manifestazione "Il Sarchiapone" a Milano Marittima, dove i comici emergenti di tutta Italia si distinguono in un suggestivo "memorial" ricco di ospiti illustri, amici del grande Walter. Al suo fianco l’attrice Elena Zo, che lo accoster{ interpretando divertenti monologhi di teatro brillante scritti dallo stesso Mensa. 73 GRUPPO DEL CERCHIO www.gruppodelcerchio.it INTERVISTE IMPOSSIBILI: A VITTORIO EMANUELE II, AL CONTE DI CAVOUR, A COSTANTINO NIGRA di Carola Benedetto con Susanna Paisio, Igor Piumetti, Elisabetta Piras regia di Carola Benedetto link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=Dh9fD2BPVAc, http://www.youtube.com/watch?v=5n5BfVgqckY http://www.youtube.com/watch?v=NdUQObzAga8 genere: teatro musicale Nei tre spettacoli della durata di 1 ora, in uno spazio elettrico che ci riporta sonoramente al “sottomarino giallo”, un attore e un’attrice entrano ed escono dai loro personaggi, dando voce ai protagonisti del Risorgimento per raccontare tutto ciò che in vita ruoli e situazioni gli imposero di non dire. Mentre si raccontano, i protagonisti captano però anche dei suoni dallo spazio che li circonda: sono i suoni che parlano di loro, che rivelano la loro umanità più vera e vanno dalla musica coeva e colta di Vincenzo Bellini a quella popolare piemontese dell’epoca di Carlo Alberto; dal rock ‘n’ roll fino al pop italiano degli anni ’70 in un meccanismo serrato che rende lo spettacolo adatto a ogni et{ e tipo di pubblico. L’intento infatti è di rivolgersi anche a chi non frequenta il teatro e non conosce la storia in modo approfondito, scelta perseguita anche nei costumi che sono stati pensati da Luciana Ciliento per evocare la moda dell’epoca rinunciando a ogni naturalismo, e prediligendo una ruvida contemporaneit{. Vittorio Emanuele II è incalzato dalle domande della sua balia Teresa Rasca, Camillo Benso Conte di Cavour è intervistato dalla Principessa Maria Clotilde di Savoia, mentre Costantino Nigra risponde all’Imperatrice Eugenia. LA CONFERENCE DES OISEAUX di Farid Uddin Attar con Jean-Claude Carrière e Nahal Tajadod musiche di Susanna Paiso progetto sonoro di Carola Benedetto e Susanna Paisio commento sonoro eseguito dal vivo da Susanna Paisio regia di Jean-Claude Carrière link video http://www.youtube.com/watch?v=C3bFHCjAnIc genere: racconto Lo sceneggiatore e premio Oscar Jean-Claude Carrière, storico collaboratore di Luis Buñuel e Peter Brook, e la scrittrice persiana Nahal Tajadod ci trasportano in una favola medievale che nasce dalla tradizione mistica del sufismo. La conférence des oiseaux (La conferenza degli uccelli) composta in versi dal poeta e mistico persiano Farid Uddin Attar (1142-1220) narra di come gli uccelli del mondo decisero di partire alla ricerca del mitico uccello Simurgh per farne il proprio re. Un viaggio che si trasforma in una vera e propria epopea, attraverso sette vallate che rappresentano le diverse fasi dell’evoluzione di un individuo. Fino al colpo di scena finale che fa di questo racconto variopinto e giocoso un apologo sul viaggio esistenziale che ognuno di noi è chiamato a compiere. Da questo testo allegorico, Jean-Claude Carrière ha tratto un’opera teatrale, messa in scena da Peter Brook ad Avignone nel 1979 e poi rappresentata con grande successo in tutto il mondo. Un adattamento teatrale che oggi Carrière, 74 accompagnato dalla moglie, la scrittrice Nahal Tajadod, e dalle musiche di Susanna Paisio, riprende in una forma più intimista mescolando il testo francese alla lettura di brani dell’originale persiano. Per la versione italiana dello spettacolo il Gruppo del Cerchio ha realizzato un’apposita trama sonora in perfetta adesione col testo, avvalendosi delle sonorità di chitarra elettrica e synth. Nel 2011 lo spettacolo ha debuttato in Italia al Cinema Teatro I Portici di Fossano (CN). Lo spettacolo è sovratitolato in italiano. LA STANZA SACRA DEL DESIDERIO di Carola Benedetto con Susanna Paisio coreografie di Simona Paisio danze di Simona Paisio regia di Carola Benedetto link video. http://www.youtube.com/watch?v=NVPt3rUvon0 genere: racconti e danze Come ha fatto, infine, la divina Parvatì a conquistare il potente Shiva, l’asceta divino per eccellenza? E perché il principe Siddharta lasciò prima il suo palazzo dorato per cercare la Verità e poi rinunciò anche alla meditazione più estrema per trovarla? Perché il dio Ganesha ha testa di elefante su un corpo di uomo? Sono alcune delle domande racchiuse nelle storie che La Stanza Sacra del Desiderio porta in scena. Lo spettacolo, infatti, racconta i miti più celebri della letteratura indiana liberamente tratti, e riadattati, dai racconti della tradizione induista, buddista, e islamica. Ai racconti parlati si alternano ora danze dell'India del sud ora danze più moderne e scanzonate nell’inconfondibile Bollywood style. XMAS CAROL di Carola Benedetto con Susanna Paisio (voce e chitarra) e Igor Piumetti (voce e tastiera) regia di Carola Benedetto genere: reading musiclae Xmas carol è il racconto di un evento stra-ordinario in cui il distante si fa vicino e l’impossibile si rende possibile. Nello spazio cosmico accadde un giorno che tre pianeti arrivassero a congiungersi tanto da parere cosa sola. Non più Giove, non più Saturno, e nemmeno Marte ma una sola scia, allungata e abbagliante. Forse nasceva una stella nuova, forse il cielo si curvava in terra. Di certo nasceva una nuova vita. E quella vita, prodigiosa e semplicissima, era portata nel grembo da Maria, una ragazza qualsiasi che si fidò della voce di un angelo e cambiò il mondo. Xmas carol ripercorre poeticamente la vita di Maria, dall’infanzia alla Nascita di Gesù, ispirandosi agli scritti dei primi autori della Chiesa come Anfilochio di Iconio, Giovanni Crisostomo, Romano il Melode, ma anche di poeti moderni come Novalis, Giovanni Pascoli, Rainer Maria Rilke e Federico Garcìa Lorca, arricchendola con canzoni che spaziano dall’ambito tradizionale europeo (il medioevo spagnolo, la tradizione dei koledy polacchi e quella popolare dell’Appennino tosco-emiliano, le carols inglesi) alla musica leggera (il Fabrizio De Andrè della Buona novella, Giuni Russo interprete del poeta afghano Rumi, le canzoni mistiche di Giovanni Lindo Ferretti). 75 GRUPPO FOLCLORISTICO DI CHIUSA DI SAN MICHELE http://www.laltracampana.org/ GIROMIN A VEUL MARIESSE di D. Belmondo con Renato Adorno, Marta Pesce, Klizia Miletto, Veronica Mischinelli, Giovanna Ferrante, Matteo Alberti, Angela Bruno, Davide Papiro, Massimiliano Allemanini, Roberto Bertolo, Italo Pent regia di Anna Allais pagina web spettacolo: http://www.laltracampana.org/notizia.asp?tip=Chiusa%20che%20merita&cod=125 genere: comico Commedia brillante in tre atti ricca di colpi di scena ed equivoci che porteranno ad uno sviluppo del tutto inaspettato. Giromin ama gli insetti, Giromin ama le piante e la natura ma... non pensa ancora all’amore delle donne! Che rabbia per la sua “mammina” che lo trascina, quasi per le orecchie, in casa Pautasso... ! Ecco, allora, Cupido farsi vivo... scoccare una freccia nel presente e... svelare, al tempo stesso, un torbido passato... La commedia fu rappresentata per la prima volta ad Asti, presso il teatro Alfieri, nel marzo del 1949 dalla compagnia di Mario Casaleggio. Alla fine degli anni Settanta fu riproposta, con grande successo, da Gipo Farassino che mise in scena ben 175 repliche consecutive. 76 www.ilunatici.it L’IKEA VENDE PIÙ DELLA BIBBIA (FALLISCI E SEI MORTO!) di Giulia Vola con Mirella Mastronardi e Valentina Pollani scene di Ivano Coviello cura del movimento di Anna Redi boxer trainer di Benoit Manno regia Cristiano Falcomer Spettacolo vincitore di Bando Sistema Teatro Torino 2011 Bando Residenze Creative 2011 - Santibriganti Teatro Video promo: http://youtu.be/bV58q-vXgoI Facebook: http://www.facebook.com/Ikea-Vende Web: http://i34514.wix.com/ikea genere: prosa-nuove creatività (teatro contemporaneo) Lo spettacolo è il figlio del giro del mondo della giornalista torinese Giulia Vola. Giulia parte da San Salvario e sbarca ai quattro angoli del pianeta per conoscere le famiglie di alcuni degli immigrati che oggi vivono in uno dei quartieri più multietnici d’Italia, San Salvario a Torino. Nel suo viaggio, raccoglie storie ed emozioni, drammi e gioie, nostalgie e sogni. Entra nelle case dei genitori, dei fratelli, degli amici che sono rimasti a casa. E ovunque incontra l’Ikea: librerie Billy, lampade Arstid, tende Tupplur e letti Aspelund. Un oggetto Ikea è un deja-vu che ti riporta a casa. L’Ikea democraticamente unisce ogni recondito angolo del pianeta. Ma il viaggio di Giulia è anche e soprattutto l’esperienza di una donna che conosce e si confronta con altre donne, altre femminilità. Una storia contemporanea impregnata di quotidianità e lirismo allo stesso tempo. C’è il confronto. Lo spazio è limitato, da un casa/ring, dove la quotidianit{ svela le culture, gli usi e i costumi, i dubbi e le incertezze degli inquilini. Due artiste, Mirella Mastronardi e Valentina Pollani, dalle caratteristiche opposte e contrastanti, unite da una sottile ironia recitativa che permette loro di compenetrarsi. Due attrici perfette per rappresentare le due facce della medaglia, per contendersi la scena, il diritto ad esistere, a rappresentare lo stereotipo delle due parti di mondo contrapposte. L'Ikea vende più della Bibbia è uno spettacolo teatrale visionario, lirico, ironico. In un ring due donne lottano per lo spazio, l'aria, la sopravvivenza. Apparentemente è uno scontro di civiltà. Nel combattimento le due donne si confrontano in un'atmosfera di confidenze e intimità arrivando a minare i nostri pregiudizi. La messa in scena, rapida e spiazzante, segue il percorso frammentario delle interviste di Giulia Vola. Quattro livelli l'universo interiore, il rapporto con l'altro, la società, la verità - ruotano attorno ad un nocciolo centrale: la catastrofe, un cataclisma interiore che unisce e disgrega le differenze. Lo spettacolo è un turbinio di immagini dai colori forti, brillanti e decisi. Suoni e musiche descrivono ambienti surreali. Scene e costumi scandiscono la lenta svestizione, la metamorfosi, delle protagoniste. 77 IL CANE DI PAVLOV ASSOCIAZIONE www.argiacoppola.it OUIJA (Dal carteggio amoroso del conte Camillo Benso di Cavour e Anna Schiaffino Giustiniani detta Nina) di Argia Coppola e Roberto Tarasco medium di Argia Coppola regia di Roberto Tarasco link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=8jiGDvCRCG8&feature=youtu.be genere: teatro musica “La Ouija è un tavola di legno sulla quale sono rappresentati l’alfabeto, dieci cifre e i termini "sì" e "no". La planchette è il puntatore che serve a indicare le lettere e i numeri. La tavola Ouija è utilizzata per permettere agli spiriti e ai demoni di manifestarsi e conversare con noi. Metto i polpastrelli leggermente su ogni lato della planchette, ed entro in una specie di trance. Presto la tavola comincia a risuonare, leggermente. Mi rilasso e mi lascio possedere… ”. Mi piace frugare nell'intimità della gente. Perversamente. In particolare della gente di potere. Come l'amore gestisce il potere e il potere si nutre dell'amore. Legami passionali e poteri amorosi, partiture diaboliche che mi seducono... perché sono mappe da decifrare. Sono un’attrice, offro il mio corpo perché sia posseduto da un personaggio: “l’attore ha bisogno di un tipo di analisi ben diversa da quella a cui ricorrono sia lo studioso che il critico; se infatti il risultato dell’analisi scientifica è il pensiero, ne consegue che il risultato di quella artistica deve essere il sentimento. Conoscere significa sentire” ricorda Stanislavskij. “L’inconscio attraverso il conscio, ecco il motto della nostra arte. L’entusiasmo e il trasporto sono i migliori stimoli del sentimento creativo e i primi mezzi di analisi conoscitiva”. Allora spingo il cuore e il corpo verso la creazione di un’azione intuitiva e immaginaria in cui tutto è possibile. Mi abbandono. “Quando riesco nell’intento di abbandonarmi all’azione immaginaria e alla lotta con gli avvenimenti incombenti, sento che dentro di me accade un meraviglioso processo di trasposizione”. In questo senso l’attore agisce come uno straordinario transfer magico. Sono nata e vivo nella città magica per eccellenza, Torino, dove emanazioni invisibili e vibrazioni sotterranee fanno parte della conformazione stessa del territorio. “… Infatti gli uomini comunicano fra di loro non solo grazie alle parole, ai gesti, ma soprattutto con quelle che sono le emanazioni invisibili della volontà, con le vibrazioni che passano dall’anima qualcuno a quella di qualcun altro. Non esiste altra via…” scrive sempre Stanislavskij. Nel mio atto di possessione ripropongo l’eterno conflitto tra eros e thanatos. Lo faccio ricreando con la voce nuovi corpi erotici da penetrare, geografie anatomiche da attraversare che mostrano del potere e dell'amore un'altra faccia, la faccia nascosta, in ombra. La seduta spiritica evoca voci del passato che si raccontano, parlano tra loro e infine si mostrano nella loro fisicit{. Nell’atto “psico-tecnologico” avviene un processo medianico di trapasso fisico e vocale, in cui lei è lui e lui è lei, sublimazione di un desiderio dell'altro che potenzia l'oggetto amoroso. "Sono occorsi succhi perché la vita di un giovane, non vita qualunque, diventasse vita potente. La fama lo baciò, il potere e l'ingegno lo gonfiarono fino quasi a farlo scoppiare...E si servì di corpo di donna a cui succhiare questa vita." 78 IL CERCHIO DI GESSO www.ilcerchiodigesso.com DON GIOVANNI – UN POP SHOW ANNI ‘80 da Moliere con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Vincenzo Di Federico, Mara Scagli regia di Girolamo Lucania link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/E0E1RZ7jJKE genere: classico/comico/teatro musica/ Don Giovanni è l’emblema della nostra generazione, figlia degli anni ’80. Il momento storico in cui tutto diventa show: pregi e difetti mischiati, passato e futuro confusi, senza distinzione di genere o classe sociale, dal 1980 in poi tutti siamo diventati parte di un grande, infinito, degenerativo spettacolo. La storia di Don Giovanni è nota: libertino, conquistatore di donne, egli sfida il proprio destino e le regole che gli sono attorno con sfacciata arroganza; comprende che per essere padrone dei suoi piaceri deve fingere d’essere benpensante; può nascondere la sua dissolutezza con le parole a tutti, ma non a Dio; il quale, sfidato, decide di punire il Don Giovanni, e di relegarlo all’inferno. Il nostro Don Giovanni è quindi uno show, un grande show. I personaggi sono tutti attratti dalla spettacolarizzazione dei propri sentimenti e delle proprie (non) misure. Figure comiche e grottesche che ruotano attorno a Don Giovanni sfidandolo in una spettacolarizzazione infinita. Ogni gesto, ogni intenzione è votata allo spettacolo. L’ambientazione sono gli anni ’80. Anni in cui il genere, maschile\femminile, è mischiato e confuso. Negli anni ’80 tutto diventa spettacolo, l’immagine delle pubblicit{, le icone della musica, la stessa politica, tutto diventa spettacolo. E lo diventa con una forza tale da dover necessariamente cambiare il modo di pensare di tutti. Negli anni ’80 nasce l’eccesso spettacolarizzato: anche il sesso, e la sessualit{, sono spettacolari. La propria trasgressione deve diventare spettacolo. M – UNA COSA NOSTRA con Jacopo Crovella, Elisa Ariano, Vincenzo Di Federico, Mara Scagli regia di Girolamo Lucania link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=mmCL9jP2eW0 genere teatro civile/Epico Lo spettacolo racconta la vita di un pentito mafioso, dagli esordi da killer per la famiglia, al pentimento. Attraverso le sue dichiarazioni si comprende come i vertici di Cosa Nostra abbiano cambiato politica, passando dal terrore delle stragi alle poltrone comode dei poteri istituzionali. Inoltre la sua vita è l'esemplare racconto di come il retaggio culturale e la società che stanno attorno a un essere umano possano influenzarlo a tal punto da fargli ambire con giusta causa ad essere un killer della mafia, e dunque ad aderire al Male. Parlare di Mafia, oggi, significa parlare di qualcosa che è radicalmente associato al tessuto politico ed economico del nostro Paese. L'organizzazione mafia nel tempo si è affinata, i suoi vertici capirono anni addietro che per vincere contro lo Stato era necessario entrare dentro lo Stato legittimamente, attraverso un processo di acculturamento e di investimento. Così l'immagine del mafioso oggi è sdoppiata: da un lato ci sono i mafiosi veri, i boss che girano nella terra di Sicilia, la cui immagine è quella del tipico mafioso da immaginario collettivo, e che vengono 79 costantemente arrestati con squilli di tromba. Dall'altro ci sono i mafiosi incravattati, i collusi, seduti sulle poltrone del Parlamento o del Senato, costantemente difesi dalla politica. Lo spettacolo si mette dalla parte di M, deve aderire alle ragioni del male: dietro quella riconoscibile malvagità, esiste l'umanità. Un uomo che ama, ed è amato. LA COMMEDIA DEGLI ERRORI di W. Shakespeare con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Jacopo Crovella, Vincenzo Di Federico, Franco Prunotto, Mara Scagli regia di Girolamo Lucania link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=MF2Xugi8OxU genere: classico/comico/teatro d’ombre La Commedia degli Errori è il testo più divertente, e breve, del genio inglese William Shakespeare. Ambientata in una Efeso magica e onirica, la commedia racconta la vicenda di Egeon, mercante di Siracusa, arrestato mentre cerca suo figlio, a causa dell’inimicizia che intercorre tra le due citt{; e di Antifolo, suo figlio, anch’egli di Siracusa, alla ricerca del fratello gemello scomparso. Quali ombre si celano dietro le loro storie? Uomini alla ricerca di se stessi, i protagonisti affrontano il dramma dell’uomo moderno: trovarsi fra le ombre fluttuanti di una società in continua accelerazione, oppressi dalla Legge del Tempo. Lo scopo del teatro è aiutare l’uomo a trovarsi, a riflettere e, in questo caso, a ridere di se stesso. Nello spettacolo sono inseriti con grande semplicità diversi codici rappresentativi: ombre, maschere, trasformismo. Ogni cosa è ciò che non sembra. Tutti gli elementi, tutti i personaggi si cercano, confusi, all’interno di una società instabile, fluttuante, dove trovare la propria parte mancante è difficile, se non impossibile, eppure decisamente necessario. Adatto a qualsiasi tipo di pubblico, anche molto giovane. TUTTO IL RESTO con Elisa Ariano, Giulia Cicerale, Mara Scagli regia di Girolamo Lucania link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=o9WZj03w59o genere: teatro nuova drammaturgia/civile Una storia civile, il racconto delle vittime di tratta. Tre storie si intrecciano. Una studentessa, una prostituta, l’Europa. La prima: una studentessa, emblema della difficoltà di un giovane a trovare occupazione oggi, legge per caso la storia di una donna nigeriana vittima di tratta. Da qui inizia una ricerca che la porterà a fondo del tema della prostituzione, della migrazione; fino ad arrivare ai paralleli con la propria esistenza e con il sistema della propria società: scoprirà che quelle stesse dinamiche regolano anche il lavoro e la cittadinanza. La seconda storia, la più intima e feroce, è la storia di Atagà. La ragazza vittima di tratta di cui la studentessa legge le vicende. Il percorso di Agat{ è l’emblema di una condizione civile mondiale: africana, ovvero per il mondo cittadina emarginata dalla civiltà e dalla ricchezza proprie della Fortezza Europa, spera di poter arrivare in Italia. Da lì inizia il suo cammino verso lo svuotamento e la perdita di identità: da Atagà diventa Rose sul passaporto, e diventa Precious quando viene costretta a prostituirsi. Diventa ossia un corpo, privo di volontà, inserito in un feroce sistema di mercificazione che non può fermarsi. 80 La terza storia è il paradosso. I paradossi, anzi: quelli della Fortezza Europa. Tratteremo le fotografie di un sistema che nega la condizione interiore: la condizione del lavoro, quella del corpo delle donne, la condizione dell’artista; del cittadino lavoratore italiano e occidentale in genere. 81 IL CONTATO/TEATRO GIACOSA DI IVREA www.ilcontato.it IL MERCANTE DI VENEZIA di W. Shakespeare con Mino Manni, Stefano Cordella, Francesco Meola, Davide Palla, Valeria Perdonò regia di Alberto Oliva link video, pagina web spettacolo: www.ilcontato.it genere: classico ENRICO IV di L. Pirandello con Mino Manni, Davide Palla, Valeria Perdonò e altri due attori regia di Alberto Oliva link video, pagina web spettacolo: www.ilcontato.it genere: classico 82 IL DOTTOR BOSTIK/UNOTEATRO www.ildottorbostik.it TENTAZIONI, omaggio a H.BOSCH di Remo Rostagno con Dino Arru, Laura Righi, Raffaele Arru, Marco Zicca e le marionette del Dottor Bostik regia di Dino Arru link video, pagina web spettacolo: http://www.ildottorbostik.it/site/it/scheda2.asp genere: teatro di figura Corpi infernali o paradisiaci, sublimi o deformi, esseri immaginifici popolano la pittura di Bosch. Tentazioni è stato scritto sulla scorta delle immagini provenienti da tutta l’opera di Bosch. La Compagnia Il Dottor Bostik ha scolpito i personaggi in legno prezioso che accondiscende d’essere trattato da mano d’artista. Ha costruito le scene. Poi lo spettacolo ha preso vita attraverso le prove nello spazio, castello, fortezza, convento, universo di vita medioevale. Un brulicare di vita animata da un demiurgo e i suoi aiutanti. Luci di fiaccole e candele. Rumori di scena. Lo spettacolo, della durata di 50 minuti, comprende un prologo, dieci scene e un epilogo. Questa la struttura dello spettacolo: PROLOGO: lo spazio si illumina e si anima. 1. IL CONDANNATO dove un prigioniero viene mandato a morte sulla forca. 2. LA FIERA E LA FAME dove colpisce la brutta bestia della fame. 3. IL BAGNO, l’eterno girotondo dell’amore. 4. FURTO E OMICIDIO, a volte, basta poco per giungere al delitto 5. MISTERO: che cosa ha commesso quell’uomo appeso a testa in giù? 6. CROCIFISSIONE, lo spartiacque cronologico della nostra storia. 7. LA STREGA qualunque pretesto è sufficiente per la tortura di una donna. 8. IL GIOCO: proibito e punito, in modo esemplare. 9. LA TRASGRESSIONE, indicibile, pudicamente mostrata, da interpretare. 10. L’USURAIO dove arriva la falce, a sistemare i conti. EPILOGO: dove si sale con il pittore sulla sua nave dei folli. B&B, BECKETT E BACON di Dino Arru con Dino Arru e le marionette del Dottor Bostik regia di Dino Arru link video, pagina web spettacolo: http://www.ildottorbostik.it/site/it/scheda4.asp genere: teatro di figura B & B mette in relazione l' opera drammatica di Samuel Beckett con le suggestioni visive di Francis Bacon, l'artista delle violente deformazioni corporee. In un'atmosfera di allarmante metafisicità, comunicata da una scena costruita con gabbie metalliche, lo spettacolo si articola in due atti. Nel primo, Winnie, marionetta di carne, racconta i suoi giorni (in)felici muovendosi con gesti guidati, volta la testa solo se voltata, il suo corpo si torce solo quando il burattinaio-padrone lo consente. Nel secondo, tre marionette in serioso completo grigio, scolpite nel legno e naturalisticamente animate senza fili, disegnano la voglia di vivere contro il tempo che scorre veloce in un 'trittico' di ispirazione baconiana, che comprende Atto senza parole, Atto senza parole II e uno stralcio da "L'ultimo nastro di Krapp". Le vite delle marionette-essere umano si tendono tra gli estremi della logorrea e del mutismo, espressioni 83 entrambe di un disegno esterno che nega a Winnie la possibilità di muoversi e ai fantocci degli "Atti" quella di dirsi. I loro corpi non sono dotati di vita propria, è l'animatore che con scrupolosa attenzione ne crea e delimita i possibili percorsi, obbligandoli all'azione con gelida e raffinata determinazione. I loro volti, inizialmente immobili, subiscono via via deformazione nei tratti somatici, ispirata dalle agghiaccianti visioni dei personaggi di Bacon, su cui il tempo incombe e che dal tempo vengono fisicamente corrotti. 84 www.ilmondodelleidee.org AQUILA SAPIENS SAPIENS (canto per Prometeo) di Maria Letizia Compatangelo con Bruno Pennasso e Chicca Morone (alle crystal bowls) regia di Bruno Pennasso genere: classico Aquila sapiens sapiens è la rivisitazione del mito di Prometeo; con un linguaggio poetico, ironico, appassionato genera in chi assiste domande profonde e attuali. Zeus ha incatenato sulle impervie vette del Caucaso Prometeo, titano compassionevole nei confronti del genere umano, e per punirlo invia un avvoltoio a cibarsi del suo fegato. Inaspettatamente, tra vittima e carnefice si accende la scintilla di un legame. Nasce un dialogo e nell’avvoltoio sorge il desiderio di andare oltre nella conoscenza e nella saggezza. Con il passare del tempo l’avvoltoio si trasforma in aquila: imparando a volare in alto e a librarsi sopra le miserie della condizione terrena. Il finale catartico aprirà nuove strade alla riflessione sul rapporto tra allievo e maestro e sul sacrificio che la crescita spirituale comporta. La scenografia, volutamente spoglia, lascia alla parola il ruolo di protagonista. Il contributo musicale aggiunge suggestione e sottolinea i momenti più intensi. 85 IL MULINO DI AMLETO ASSOCIAZIONE www.ilmulinodiamleto.com DOPPIO INGANNO - Una commedia perduta di William Shakespeare di William Shakespeare traduzione di Marco Lorenzi con Lorenzo Bartoli, Luca Di Prospero, Gianluca Gambino, Alessandro Marini, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella regia di Marco Lorenzi link video PROMO http://www.youtube.com/watch?v=gx_nkx6C6mE link video INTEGRALE http://www.youtube.com/watch?v=tCvhCF809KA genere: prosa-commedia Henriquez, figlio del Duca dell’Andalusia, si innamora non corrisposto di Leonora promessa sposa del suo migliore amico Julio. Per averla è disposto anche a tradire, con un complesso inganno, l’amico. Tuttavia la giovane età e la passione di Henriquez non conoscono tregua. Egli perde la testa per Violante, una popolana che rifiuta il nobile, finché lui non approfitta di lei con la forza. Nel frattempo il padre di Leonora, Don Bernardo, impone alla figlia di sposare Henriquez. L’intreccio scorre veloce, con fughe e travestimenti, i personaggi si sfiorano senza riconoscersi e si scontrano in duello; solo un nuovo inganno, nel quale tutti sono coinvolti, sveler{ la verit{ di queste appassionate storie d’ amore. “…affiatato e generosissimo cast: un gruppo di attrici e attori – tutti diplomati alla scuola del teatro Stabile di Torino – che rivela un talento incontestabile e versatile…” Sistemateatro.it - Laura Bevione “Il Mulino di Amleto, in scena con un pezzo di teatro ben allestito e divertente per qualsiasi spettatore”. Il Secolo XIX - Margherita Rubino “operazione ben studiata e realizzata da un affiatato ed ispirato gruppo di lavoro formato da attori […]che portano lo spettatore ad una risata, sempre però condita da una amara riflessione sulla condizione umana.” Teatroteatro.it - Roberto Canavesi “questo Doppio Inganno vale come antidoto alla pesante solennit{ dello Shakespeare più imparruccato e polveroso” Cinemateatro.com - Massimo Lechi GL’INNAMORATI disponibile da febbraio 2014 di Carlo Goldoni con Nello Mascia, Lorenzo Bartoli, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella e cast in via di definizione regia di Marco Lorenzi genere: prosa-commedia Note: Nello Mascia, grande attore di teatro e interprete di numerosi film e fiction, che andranno in onda anche nella prossima stagione televisiva, ha aderito con entusiasmo a questo progetto per stima profonda nei confronti della compagnia e del suo regista che sta ottenendo notevoli apprezzamenti.ere: 86 Perché “Gl’innamorati”, perché Goldoni? Abbiamo scelto di lavorare su questo capolavoro, perché troviamo che sia una delle commedie più commoventi e intense della drammaturgia goldoniana. Scegliere Goldoni e il suo testo “Gl’innamorati” oggi, per un gruppo giovane come il nostro, equivale a fare una scelta importante: noi apparteniamo a una generazione che ha un grande bisogno di maestri e di punti di riferimento che non è facile trovare, per questo dobbiamo cercarli nei testi, nella grande drammaturgia, in quegli archetipi che ci ricordano il senso del nostro mestiere. Che cosa rimane a Gl’Innamorati se tolgo la crinolina, le parrucche e tutta quell’idea di ‘700 che abbiamo nella testa? Una storia: due giovani ragazzi provano un desiderio d’amore fortissimo, ma non riescono neanche a sfiorarsi! Amarsi con forza, passione, indisturbati, questo è il loro sogno. Eppure qualcosa intorbida proprio il loro rapporto, il loro desiderio: la storia di Fulgenzio ed Eugenia è attraversata da gelosie, violenza furibonda, silenzi. Questi litigi diventano il campo in cui sfogare la fortissima energia che i personaggi accumulano l’uno verso l’altra. Litigano furiosamente perché vorrebbero avvinghiarsi al corpo dell’altro, ma non conoscono le parole per dirselo e soprattutto vengono interrotti continuamente da altre persone, altri eventi. Per questo penso che nella stanza in cui la commedia è ambientata debba aleggiare un eros solo potenziale, frustrato, mai sfogato, mai mostrato, mai esibito. SORVEGLIATI – un progetto su Jean Genet tratto da Jean Genet con Lorenzo Bartoli, Yuri D’Agostino, Luca Di Prospero, Marco Lorenzi regia di Marco Lorenzi link video PROMO: http://www.youtube.com/watch?v=m3nim8YBziY genere: drammatico Tre detenuti condividono un’angusta cella: Occhiverdi, affascinante omicida in attesa della pena capitale, Lefranc e Maurice, due ladruncoli entrambi invaghiti del suddetto e disposti a tutto pur di guadagnarsene attenzione e stima. A custodirli c’è un sorvegliante che manifesta estrema ambiguità nei loro confronti. Lefranc, geloso del giovane Maurice, nell’illusione di rendersi finalmente degno dell’amore di Occhiverdi, compie un atto solenne e irrimediabile. Al contrario di quanto desidera, otterrà una discesa nell’abisso della disperazione e non una ascesa verso l’Olimpo dei grandi Criminali di Genet … “Ogni personaggio è descritto a 360⁰, facendone emergere forza e debolezza, aspettative e rassegnazione, perdono e vendetta, scetticismo e ammirazione […]. Impedibile.” Silvana Costa 16 luglio 2011 Persinsala.it “Marco Lorenzi non ha cercato di mostrare, di arricchire la scrittura genettiana. L'ha, al contrario, messa in scena con un'evidente castità, puntando moltissimo sulla fisicità degli attori, sul loro battersi non solo a parole in nome della menzogna per la verit{, cosa che non ho trovato per nulla impudica. Richiede […] coraggio metterlo in scena così ipertrofico, così monumentale, così grande. Ma è bene provare ad averlo, questo coraggio e Lorenzi e i suoi determinati attori - Lorenzo Bartoli, Yuri D'Agostino, Andrea Redavid ce l'hanno.” Maria Grazia Gregori 26 giugno 2011 DelTeatro.it 87 IL MUTAMENTO ZONA CASTALIA Associazione di Cultura Globale www.mutamento.org CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO coproduzione Il Mutamento Zona Castalia / Teatro Popolare Europeo 2012 di Giordano V. Amato, Alessandra Rossi Ghiglione con Eliana Cantone e Alberto Pagliarino regia di Giordano V. Amato, Alessandra Rossi Ghiglione link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=jMiqGSDR6_Y&list=UUwm_ThGrLuMMfPuux9W4IYQ genere: nuove creatività Contratto a tempo indeterminato ci conduce, con un registro prevalentemente comico ma anche commovente e drammatico, verso una prospettiva - solo apparentemente paradossale - di riconciliazione con la morte. A volte è proprio la fase finale della vita ad offrire l'occasione per abbandonare i modelli e il ruoli che tanto rigidamente hanno governato l'esistenza di tutti i giorni, permettendo un'accettazione di rado sperimentata in precedenza. Un'apertura illimitata a ogni nuovo cambiamento, anche il più sottile, sia esso piacevole o doloroso, è la migliore preparazione alla morte, così come a un nuovo senso di meraviglia per la vita. Lo spettacolo indaga la possibilità reale di una profonda trasformazione e di una rinascita, rinascita forse dalla crisi attuale, o da ogni momento difficile che un essere umano affronta nel proprio percorso di trasformazione. Ogni volta che si cresce si deve morire un poco a se stessi. LA FAVOLA DI UN’ALTRA GIOVINEZZA liberamente ispirato a Un’altra giovinezza di Mircea Eliade produzione Il Mutamento Zona Castalia 2012 di Giordano V. Amato con Eliana Cantone musica dal vivo di Elisa Fighera regia di Eliana Cantone link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=xMNwmGa1t-M&list=UUwm_ThGrLuMMfPuux9W4IYQ&index=1 genere: nuove creatività La favola di un’altra giovinezza prosegue l’indagine iniziata nel 2011 con Il tempo scolpito, questa volta in chiave comica e ironica, proponendo un intreccio tra letteratura, filosofia e teatro a partire dal romanzo di Mircea Eliade “Un’altra giovinezza”, il mito dell’eterno ritorno e l’occasione di una seconda possibilit{. La storia segue le esperienze della protagonista italo-rumena Maria Piarulli, figlia di immigrati italiani in Romania alla fine dell’800. All’et{ di 65 anni Maria viene colpita da un fulmine che, anziché ucciderla, le dona una nuova possibilità, una seconda giovinezza. Si tratta un viaggio onirico, sospeso e sottile, verso la ricerca e la possibile scoperta della propria essenza. Una fiaba dell’eterno ritorno alla rovescia, epica e metafisica, dalla struttura circolare; una riflessione sul tempo e sull'eternità. Lo spettacolo è arricchito da giochi e virtuosismi polifonici e linguistici, dall’originale musica di archi resa dal vivo, elementi che lo rendono a tratti surreale, dove le tematiche più astratte, dalla metempsicosi all’esoterismo indiano, all’eterna giovinezza, incontrano i temi dell’immigrazione e dell’integrazione culturale. 88 GOODBYE MRS THATCHER coproduzione Il Mutamento Zona Castalia, Teatro Popolare Europeo, Banca Popolare Etica, Associazione Pop Economix di Alberto Pagliarino e Nadia Lambiase con Eliana Cantone, Alberto Pagliarino, Inti Nilam regia di Alberto Pagliarino genere: nuove creatività Goodbye Mrs Thatcher è una narrazione multimediale che racconta attraverso la trasversalità dei linguaggi della scena - il lavoro attorale sui personaggi, il supporto diretto multimediale, la performance digitale visiva, la narrazione, il teatro fisico, la drammaturgia con un taglio da inchiesta giornalistica - la nascita e il dilagare della Grande Crisi Economica Mondiale, a partire dal 15 settembre 2008 - giorno del fallimento della Lehman Brothers - a oggi. Attraverso il doppio sguardo di un attore e un’attrice e la presenza in scena di un performer multimediale visivo e sonoro - che attraverso proiezioni in chiave warholliana POP e musiche elettroniche dialoga con la scena - si sviluppano i passaggi della grande storia globale che ci ha travolto negli ultimi 5 anni, dei meccanismi della finanza e del mercato, insieme ai racconti delle piccole storie di chi ha visto cambiare la propria vita radicalmente. Su questo panorama contemporaneo aleggia un’icona ormai antica, l’icona POP per eccellenza del sistema economico liberista: Margaret Thatcher. Goodbye Mrs Thatcher nasce dalla necessità di creare un grande racconto collettivo, un racconto popolare, leggero e a tratti inquietante, che ci permetta di metterci in contatto con il momento storico in cui siamo immersi, comprenderlo e decidere di trovare nuove vie per uno sviluppo economico, ma soprattutto per una soluzione umana collettiva. Lo spettacolo ha la supervisione scientifica del Prof. Roberto Burlando – Docente di Economia presso l’Universit{ di Torino – e di Paolo Piacenza – Giornalista. Lo spettacolo “POP ECONOMIX / da dove allegramente vien la crisi e dove va”, tratta in gran parte le stesse tematiche e vede in scena il solo Alberto Pagliarino. Il lavoro, molto rappresentato nella seconda parte del 2012 e nella prima del 2013, è anch’esso opera di Alberto Pagliarino e Nadia Lambiase con la supervisione artistica di Alessandra Rossi Ghiglione e di Marco Ferrando (Il sole 24ore). Immediatamente disponibile, il costo per una replica, comprensivo di scheda tecnica, è di 1.300,00 € + Iva 10%. 89 IL TEATRO DELLE DIECI www.teatrodelledieci.it LA CANTATRICE CALVA di Eugene Ionesco con Franco Abba, Bruno Anselmino, Maria Paola Bardelli, Domenico Brioschi, Elena Metta, Fulvia Roggero regia originale di Massimo Scaglione messa in scena 2013 di Vincenzo Santagata link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelledieci.it/La%20Cantatrice%20Calva.html genere: classico Il Teatro delle Dieci, su consiglio di Gian Renzo Morteo, che ne fu l’ineguagliabile traduttore, fu tra le prime a rappresentare in Italia “La Cantatrice Calva” di Ionesco, anti-commedia capolavoro del teatro dell’assurdo. La prima replica fu effettuata all’Unione Culturale diretta da Franco Antonicelli e successivamente ha costituito lo spettacolo di apertura della compagnia al Bar Augustus di Via Roma. Correva l’anno 1958 ed aveva come primi interpreti gli attori Franco Alpestre, Piera Cravignani, Wilma D’Eusebio, Luciano Donalisio, Adolfo Fenoglio, Bob Marchese e Carla Torrero. “La Cantatrice Calva”, che raggiunge effetti di pirotecnica comicità, attraverso giochi verbali, fonemi, frasi prese a prestito da manuali di conversazione, proverbi, banalità di ogni genere viene rappresentata ininterrottamente a Parigi, dagli attori del Theatre de la Huchette, dal 1951 ad oggi venendo a costituire un fenomeno teatrale paragonabile a quello di “Trappola per Topi” di Agata Christie a Londra. Il Teatro delle Dieci ha stretto rapporti di gemellaggio con il Theatre la Huchette, in occasione della celebrazione dei 50 anni di attività, ospitandolo nella programmazione. L’edizione odierna del Teatro delle Dieci, che mantiene le linee registiche originali, la vuole riproporre come piccolo fenomeno teatrale, unico nel suo genere, con i suoi ritmi e i suoi funambolismi verbali, per perpetrare una tradizione della compagnia da sempre attratta dagli autori del teatro dell’assurdo. PROCACCIATORI D'AFFARI di Primo Levi/ Massimo Scaglione/Giovanni Tesio con Bruno Anselmino, Maria Paola Bardelli, Alessandro Curino, Fulvia Roggero, Vincenzo Santagata, Domenico Brioschi. regia originale di Massimo Scaglione link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelledieci.it/Procacciatori.html genere: classico Il Teatro delle Dieci vanta una fruttuosa consuetudine con la parola di Primo Levi, con la messa in scena di numerosi testi tratti da quelle “Storie Naturali” che attraverso la fantascienza proseguono il discorso dello scrittore sulla violenza perpetrata all'uomo. C'è infatti un filo rosso che lega i più conclamati “Se Questo è un Uomo” e “La Tregua”, a questi brevi e corrosivi atti unici, che parlano di futuro e di tecnologia percorsi da segni inquietanti, e che furono pubblicati da Einaudi sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila, nel timore che la loro ironia e leggerezza venissero forse a contrastare il clima severo e alto della deportazione. Lo spettacolo, si pone all'interno del più ampio progetto “Il Mestiere del Centauro” che racchiude tutte le messe in scena della compagnia negli anni dei testi di Primo Levi, come “Il Versificatore”, “Il Sesto Giorno”, ”La Bella Addormentata nel Frigo”. “Procacciatori d'Affari”, è 90 un curioso e stimolante apologo che ha per protagonista un “Non Nato”; egli viene contattato per nascere sulla terra da tre emissari, commessi viaggiatori, che hanno il compito di convincerlo con immagini accattivanti, piene di promesse e di allettamenti. Ma qualcosa non funzionerà nella loro esposizione e sar{ proprio questo a convincere il “Non Nato” ad accettare l'offerta. Nascerà sulla terra ma alle sue condizioni, che però prevedono un doppio finale. Levi volle siglare lo spettacolo proprio con una variante, che non compare nell'edizione scritta. 91 IVALDI | MERCURIATI Associazione Teatrale Progetto Zoran www.ivaldimercuriati.com PIEMONTEMISTERIOSO di Marco Ivaldi con Silvia Mercuriati foto di Alessandro Bosio regia di Marco Ivaldi link video: http://www.youtube.com/watch?v=SZz6dolg9VU genere: nuove creatività Lo spettacolo si fonda sul volto misterioso del Piemonte, regione da sempre considerata tra le più magiche d'Italia e sulle leggende popolari presenti e ricordate in tantissimi comuni piemontesi. Gli elementi narrativi dei monologhi e dei dialoghi saranno centrati sulle vicende misteriose, sulle leggende, sui caratteri oscuri propri dei luoghi in cui verrà effettuato lo spettacolo. Ogni impianto narrativo necessita di un recupero storico e archivistico legato alle vicende del luogo; il testo messo in scena cambierà e sarà specifico per ogni luogo affrontato mantenendo caratteristiche della narrativa gialla e noir. Lo spettacolo prevede momenti di recitazione-narrazione, momenti di lettura di documenti originali e momenti di revisione storica delle vicende narrate. L'ambientazione sonora su musiche originali sarà incisiva e creerà un tappeto sonoro necessario per aumentare l'effetto scenico durante la rappresentazione. Lo spettacolo è caratterizzato da una estrema adattabilità e può essere allestito su palchi di piazza, luoghi non convenzionali (ville, cortili, castelli, edifici pubblici, sale museali), teatri (con palco all’italiana e non) od avere una struttura itinerante. In caso di allestimento in siti specifici con pregi architettonici l’allestimento avr{ una specifica ambientazione in grado da un lato di evidenziare l'architettura del luogo in cui viene realizzato e dall'altro lato di creare un impatto scenico di importante effetto. Nello specifico si useranno proiettori di elevata potenza in grado di illuminare tutta la struttura del luogo in cui si svolgerà la rappresentazione. Gli spettatori potranno essere dotati di lampada con lume ad olio per essere parte integrante dell'ambientazione e illuminare a loro volta la struttura. 92 LA BALLATA DEI LENNA www.facebook.com/laballatadeilenna LA PROTESTA una fiaba italiana di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno collaborazione alla scrittura di Michele Santeramo con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno regia di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno link video, pagina web spettacolo: 1° parte http://www.youtube.com/watch?v=s6hRqA1iBtE 2° parte http://www.youtube.com/watch?v=rt18VNHhobM genere: nuove creatività Qui c’è un fatto, un percorso vero. Tre giovani che cercano il loro spazio per farsi sentire, ma nessuno questo spazio glielo concede. E dunque se lo prendono. Nonostante tutto. Dimostrano di essere vivi. La precariet{ all’improvviso li travolge e mette in discussione ogni loro certezza. I tre si ritrovano, da un giorno all’altro, appesi solo al loro spaesamento. Allora ciascuno dà inizio alla propria protesta. Una protesta che arriva ad esprimere l’incapacit{ di riconoscere un futuro per sé stessi e la conseguente sensazione di perdere il senso della propria identità. La vita che si conosce fa a pugni con quella che si vorrebbe, e mai nessuna parte esce sconfitta da questo scontro. Ma noi, il futuro, ce lo possiamo permettere? Questa domanda scorre sempre sottotraccia, come se il futuro fosse un costoso privilegio destinato a chi sa conquistarselo. Bisogna poter restare aggrappati, non perché sia importante ma perché questo è tutto. È un tempo di confusione e spaesamento, un tempo in cui si urla forte il diritto ad avere la propria illusione, senza essere disposti a pagare il prezzo della disillusione. I tre personaggi avvertono il bisogno di fare i conti, di rimettere le cose in pari, di dirsi in faccia come stanno, hanno una vita da dire, una storia di speranze da raccontare. Invece di occupare, occupiamoci, questo è il senso della nuova protesta, una protesta non da urlare, ma da fare, perché nulla può appiattirsi su ciò che non funziona ed è nelle singole storie che si cerca una possibilità di rivincita. Il restare aggrappati, appunto, è quello che ci dà la speranza. E non è forse di una speranza che abbiamo bisogno? CANTARE ALL'AMORE di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno collaborazione alla scrittura Michele Santeramo con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno regia di Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno genere: nuove creatività Non sappiamo proprio come è successo. Un giorno, per caso, abbiamo perso l’amore. È successo senza che ce ne rendessimo conto. Abbiamo cominciato a cercarlo, ma niente. Lo abbiamo cercato abbarbicati su ammassi di robe. E adesso la ricerca sta diventando disperata. Ciò che ne rimane sono solo cose perse e spaiate. Ci avevano detto che non sarebbe finito mai, che ci sarebbe rimasto tutto dentro. Ma quando abbiamo creduto di viverlo ci è scappato ed è scivolato via inevitabilmente. Ora lottiamo, mani e piedi, senza poter più capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché ormai giusto e 93 sbagliato non aiutano a salvarsi. E allora c’è bisogno di rimettere in ordine le cose. Di non abituarsi. Di dare importanza. Ma l’amore, a che ora è l’amore? Quando torna? Quanto ancora dobbiamo aspettare? Qualcuno ci potrebbe dire, in mezzo a tutto questo maledetto casino, a che dannata ora arriva? Cantare all’amore è stupido. Cosa c’è di più stupido di un innamorato? Esso è così stupido che il canto d’amore ne risulta addomesticato, mediocre, banalizzato. Cantare all’amore è antiquato e osceno. Viviamo in un rovesciamento storico: ciò che è indecente non è più la sessualità, ma la sentimentalità perché censurata in nome di ciò che, in fondo, non è che un’ennesima morale. Cantare all'amore è solitario. Il suo canto è di un' estrema solitudine. Forse è ascoltato da milioni d’individui ma non è sostenuto da nessuno, si trova ad essere completamente abbandonato dai discorsi, ad essere tagliato fuori non solo dal potere, ma anche dai suoi meccanismi. E allora è doveroso andare in mezzo alla gente, tocca mischiarsi di tristezze e di umori buoni, e provare a raccontarlo davvero questo sentimento popolare che non fa più storia, ma che è alla base di tutte le storie. 94 LA BARCA DEI SOLI https://www.facebook.com/#!/groups/150417955097940/?fref=ts CONVIVIUM: PANE AL PANE & VINO AL VINO di Francesca Puopolo con Claudio Del Toro, Francesca Puopolo, Alessio Rossone regia di Francesca Puopolo link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/55743376 genere: spettacolo sensoriale “Convivium” è l'opportunit{ di riappropriarsi del piacere del gusto attraverso il teatro. Si potrà vivere la gioia di “annusare e assaporare” il mondo attraverso alimenti che sono espressione di antiche culture di ogni parte d'Italia e di altri Paesi. Tre attori accompagneranno i presenti in un percorso di profumi, sapori e ricordi legati alla produzione e alla degustazione del vino e del pane, ricreando l'atmosfera arcaica dei grandi banchetti dell'antichità: una performance "sensoriale" in cui il pubblico non esiste, poiché si è tutti convitati. “Convivium” è un invito al viaggio attraverso la storia del vino, alla scoperta dei significati simbolici di una delle bevande più antiche del mondo, mentre come un sussurro all’orecchio della memoria, la fragranza del pane risveglier{ i ricordi legati al sapore della vita. Si decanterà la storia del pane con i conseguenti assaggi, dal pane di farro etrusco, per poi passare al pane che veniva cotto a Roma (ne esistevano più di cinquanta tipi diversi) per poi seguire il corso della storia e spiegare come il pane sia diventato un cibo universale. Una parte del pubblico verrà fatta accomodare al “regale banchetto” insieme agli attori in scena. Solo alla fine della performance si inviterà tutto il pubblico a svelare il buffet imbandito, per gli assaggi e gli esperimenti sensoriali nel foyer del teatro. La storia può essere anche raccontata attraverso il cibo, le persone possono prendere coscienza della propria cultura trovandosi ad un tavolo, annusando e gustando, riscoprendo le proprie radici e conoscendo curiosi aneddoti storici che si consumavano proprio sul desco familiare. Noi vogliamo celebrare il pane e il vino insieme a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, grandi, piccoli, anziani in un tripudio di odori e sapori. PUPEIDE: BETTINA BALLA IL BOOGIE di Francesca Puopolo con Claudio Del Toro, Francesca Puopolo regia di Francesca Puopolo pagina web spettacolo: http://madamalamarchesa.wix.com/home#!spettacoli-maggio/cnq4 genere: nuove creatività Torino, 1979. Piazza Statuto: la porta a vetri di “Pupeide”, un’elegante bottega d’antiquariato, piena di preziose bambole di porcellana e abiti d’epoca, cattura gli sguardi dei passanti. I due giovani antiquari, proprietari in società della bottega, amano condurre soliloqui con i volti di porcellana bisquit…o, almeno, così appaiono quei momenti di confidenze all’occhio del passante ignaro. Le bambole hanno una particolare predilezione per Bruno Russo, che le cura come figlie, raccontando loro i sogni ad occhi aperti e la voglia di vivere di un giovane emigrante siciliano, che la sera smette i panni di Bruno per indossare quelli scintillanti di Bettina. Una delle bambole della bottega racconta la storia di Bettina, strangolata nella sua casa di via Medail 42 a Torino la notte del 23 ottobre 1979 da un ragazzo di vita. Una vicenda realmente accaduta, dimenticata 95 da anni, che si snoda sullo sfondo politico e sociale della fine degli anni ’70, in una Torino che assiste, muta spettatrice, all’apertura delle prime discoteche di genere d’Italia e al fervente lavoro del movimento per i diritti - ma anche citt{ nella quale, però, l’intolleranza è pane quotidiano, e l’omosessualit{ e le identit{ di genere che non si inscrivono in una comune dicotomia esistenziale coronata dal rapporto uomo-donna sono ancora viste come forme di malattia, o, peggio, come qualcosa da dominare e piegare alla “normalit{”, o, nel peggiore dei casi, un insopportabile, stereotipato “problema” da eliminare e dimenticare in fretta. Drammaturgia originale basata su un fatto di cronaca nera. INQUISITA: STREGHE, MASCHE, ERETICI E STRIÙN di Claudio Del Toro e Francesca Puopolo con Sara Allevi, Nathalie Bernardi, Chiara Cardea, Claudio Del Toro, Pietro Giau, Camilla Pietribiasi, Francesca Puopolo regia di Claudio Del Toro genere: spettacolo itinerante “Sul tuo carro/ o cocchiere/ sono salita/ a braccia nude ho salutato/ paesi che passavano/ e le ultime strade luminose/ ho conosciuto. / Sopravvissuta alle tue fiamme/ che ancora mordono le gambe/ e alle tue ruote che ancora/ rompono le ossa/. Una donna così/ non ha vergogna/di morire. /Come lei /io sono stata.” Anne Sexton, Una come lei Stria e Striùn, Mascha e Mascùn, Giustòra e Giustòr, Làmia, Vernèja, Fanti-na, Splorcia: questi sono solo alcuni dei nomi che la cultura popolare delle valli piemontesi ha attribuito alle Streghe e agli Stregoni. Uomini e donne custodi di un sapere arcaico legato ai culti italici originari, in cui la Luna ed il Sole erano divinità primigenie. La conoscenze e i rimedi, tramandati di voce in voce da madre a figlia e da nonna a nipote rendevano “la strega” il punto di riferimento dell'intera comunit{: chiederne l'intervento per favorire una nascita, la buona riuscita di un affare o un buon raccolto, come spesso la guarigione di una malattia era abitudine inscritta nella quotidiana normalità di un borgo. Medici prima dei medici, colpevoli di libertà di spirito e di culto. A partire dal XIV secolo, per arginare il fenomeno delle “eresie” ed imporre una ferrea condotta dello spirito, la macchina del Tribunale del Santo Uffizio si mette in moto ed unge il meccanismo che porterà alla persecuzione, alla tortura e all'uccisione di Manichei, Catari, Valdesi, Albigesi, Ebrei e gente di campagna rastrellata al grido di “Pagani!”. Dal 1267 al 1571 uno dei conventi Domenicani più antichi del Piemonte, quello di Savigliano, diventa sede del Tribunale della Santa Inquisizione. Chi venne arso vivo in piazza Santarosa nell'anno del Signore 1334? Cosa cela una parete di palazzo Miretti? Quale pianta officinale è indicata per la cura dei malanni da freddo secondo Paracelso? Chi ospita l'antica pharmacia del Museo Civico Olmo? Per dare risposta a questi ed altri quesiti, la città apre le porte sulla storia per dare nuova voce a figure enigmatiche realmente esistite, tra realtà e leggenda, in uno spettacolo a tappe che avvicina il pubblico ai luoghi consueti con una nuova prospettiva consapevole. 96 LA BONAVENTURA ASSOCIAZIONE www.la-bonaventura.it PER QUESTO! di Lucio Diana, Eleonora Mino, Davide Viano con Eleonora Mino regia di Lucio Diana collaborazione alla messa in scena di Roberta Triggiani link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watchv=w62bZqSWMuo&feature=player_embedded genere: classico Giovanna è una ragazzina di Palermo. Dopo un episodio di bullismo di cui è testimone, il papà decide che di regalarle una giornata speciale, da trascorrere insieme, per raccontarle la storia di “Giovanni” (Falcone, il Magistrato), e per svelarle il mistero di Bum, peluche con le zampe bruciacchiate. Attraverso le parole delicate della narrazione, incontreremo padre e figlia che esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone e del pool anti-mafia. Rievocata nei suoi momenti-chiave, la vita del Giudice s'intreccerà con la storia personale della ragazzina, che scoprirà cos'è la mafia, che esiste anche nelle piccole prepotenze di tutti i giorni, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi. Lo spettacolo è un intenso monologo, delicato e poetico, che ha il pregio di far rivivere il periodo storico del maxi processo contro cosa nostra (1986/1987), gli attentati del 1992, il pool anti-mafia, dandone una chiave di lettura di speranza, attraverso l'esempio di coloro che lottano, e non si arrendono, perché credono nelle Istituzioni e in un paese migliore. Lo spettacolo è nato all'interno del progetto “In viaggio con Giovanni”: da un'idea di Eleonora Mino, avvocato ed operatrice culturale torinese, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Napolitano; lo spettacolo è stato presente in importanti stagioni teatrali quali quelle di Bologna, Milano, Roma, ed è stato ospite, nel 2012, presso il Teatro Gobetti di Torino, per Biennale Democrazia. LOLA, omaggio a Fred Buscaglione di Eleonora Mino con Diego Casale, Eleonora Mino, Davide Viano musicosti: al pianoforte Lino Mei; alla batteria Renato Taibi; al basso Gualtiero Marangoni; alla chitarra Maurizio Baldini regia di Diego Casale link video, pagina web spettacolo: www.la-bonaventura.it/produzioni/lolaomaggioafredbuscaglione genere: teatro musica Spettacolo per attori, cantante e musicisti, che propone una storia noir ambientata nella Torino degli anni '50, e vede sul palcoscenico un continuo susseguirsi di attori e musicisti, di ritmo, note musicali e parola. I musicisti, che accompagnano la calda voce di Diego Casale (noto attore torinese), eseguono i brani di repertorio di Fred Buscaglione, in una rielaborazione fedele alle musicalità dell'amato musicista torinese, ed in sintonia con la parte recitata. I Teatri e le sale, laddove è possibile, si trasformano in un locale anni '50, con comparse sedute ai tavolini di un locale dell'epoca. La storia recitata affascina il pubblico con atmosfere retrò e dal sapore noir: un investigatore privato viene ingaggiato dalla moglie di un capo della malavita, accusata di aver freddato con tre colpi di pistola il socio del marito. Le indagini porteranno il detective a ricercare la verità nei quartieri, nelle strade, nei nights della Torino degli anni '50, fino all'inaspettato e sorprendente finale! 97 LA BOTTEGA TEATRALE ASSOCIAZIONE CULTURALE www.labottegateatrale.it PINOCCHIO di Giuseppe Cardascio con Salvatore Varvaro e Giuseppe Cardascio regia di Giuseppe Cardascio link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=nVD4sNHSUl8 genere: teatro di figura La più classica delle favole adattata ad un pubblico anche adulto. Tratta dal Pinocchio del grande attore Carmelo Bene ed allestito per ricordare il grande artista a 10 anni dalla morte, rivive secondo le nostre idee e concezione del Teatro di Figura, la tecnica mista la fa da padrone, l’attore è sempre in piano ma usa con maestria gli oggetti, le figure, i pupazzi per raccontare con severità (come Carmelo Bene ha insegnato) ed eleganza (come Comencini ha sottolineato nel suo Pinocchio televisivo) e rigore stilistico (come Collodi ha scritto). In questo spettacolo diverse tecniche si amalgamano e si completano l’un l’altro, l’attore, i pupazzi, gli oggetti, le ombre. Un allestimento poetico che hanno già visto oltre seimila spettatori. IL LUPO E LA GALLINELLA, IL GIGANTE E LA STREGA di Giuseppe Cardascio con Salvatore Varvaro e Giuseppe Cardascio regia di Giuseppe Cardascio link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ZelLpr6tKeg genere: teatro di figura Questo spettacolo è dedicato ai più piccoli. Eterna lotta tra il bene e il male, il grande e il piccolo, il forte e il debole. Qui prevale, però, il più debole sul più forte. Grazie alla disarmante e candida una gallinella ha la meglio su un lupo (inconsapevolmente diretto da una strega e dal suo amico gigante), che cerca di sopraffarla e di toglierle la sua casetta per darla alla strega autrice di un incantesimo finito male. Al termine, il povero lupo e la sua povera mamma finiranno con prendere solamente tante scopate dalla strega per essere stati incapaci di depredare la casa dell'operosa gallinella. Tutto è bene quel che finisce bene. O quasi! 98 LA QUARTA SCIMMIA Ass.cult – Nuts Performance Group www.laquartascimmia.net LE SETTE SOLITUDINI studio e messa in scena a cura di Nuts Performance Group con Carlo Nigra, Carlotta Scioldo link video: http://www.youtube.com/watch?v=76jLNgcDALc Alzati. Preparati. Vai al lavoro. Ma non guardare in faccia niente e nessuno. Compra e leggi il giornale ma non capire. Mangia ma non compiacerti. Guadagna e poi spendi, per dare una giusta motivazione in più al tuo lavoro. Prega. Ma solo la domenica. Prendila per mano. Ma non farle domande. Una piccola riflessione sulle nostre solitudini, pigre, frustranti, piacevoli e qualche volta ridicole. Megaphone Perfomance Festival ‘07. | Bochum, Germania Vincitore del Gran Premio della Giuria | “Jongeren Perfomance Festival ‘08”, Groeningen, Olanda Vincitore Festival “Ri-Generazione ’08”, Torino, Italia VELVET BUNNY di Ade Zeno con Rebecca Rossetti, Marco Mazza, Federica Tripodi, (casting in via di definizione) regia di Carlo Nigra Vincitore Premio “Nuove Sensibilità 2010” link video: http://www.youtube.com/watch?v=JU8IwjkmlvI pagina web spettacolo: http://www.laquartascimmia.net/ genere: nuove creatività Dopo molti anni di oblii e dimenticanze, quattro fratelli si ritrovano per partecipare alla cerimonia di riconsegna delle ceneri di un caro estinto. Raccolti intorno all’urna funeraria in attesa dell’addetto cimiteriale, i quattro si scoprono costretti a rievocare i momenti fondamentali della loro vita, soprattutto quelli legati all’infanzia vissuta insieme prima della separazione, in un susseguirsi di episodi e retroscena che lentamente condurranno a svelare le loro entità profonde, da tempo addormentate sotto il velo delle convenzioni sociali. Il trauma dell’incontro diventer{ allora un inatteso pretesto per scoprirsi e capire cosa significhi indossare gli scomodi vestiti del velvet bunny: un coniglietto nato per muoversi rapidamente, ma paralizzato da strati di velluto che rallentano drammaticamente la corsa. Chi ha cucito loro addosso questi strati invalidanti? Le aspettative della famiglia? La disciplina religiosa? Il rispetto a priori di divise e simboli assurdi? In un continuo susseguirsi di dialoghi serrati e balzi visionari, le risposte – forse – non tarderanno ad arrivare. CHIAMANO BINGO! O DELLA DEMOCRAZIA DELLA SPERANZA spettacolo ideato da: Christian Castellano collaborazione al Progetto Carlo Nigra, Giorgio Quarello, Enrico Seimandi scritto da Christian Castellano ed Enrico Seimandi con Cristian Castellano, Carlo Nigra, Giorgio Quarello messa in scena a cura di Sudatestorie Teatro Ricerca, La Quarta Scimmia Vincitore Bando di Produzione Sistema Teatro Torino pagina web spettacolo: http://www.sudatestorie.it/sudatestorie/node/22 99 genere: nuove creatività All’interno di una sala Bingo di una città italiana, due giovani si incontrano: il primo è un addetto alla vendita delle cartelle bingo che grazie a quel lavoro part-time, che nasconde una clamorosa truffa, sbarca a mala pena il lunario, il secondo è un comune giocatore, che ormai da troppo tempo aspetta la giusta cinquina che gli permetterebbe di dare una svolta alla sua vita. Nasce tra i due un dialogo che allo stesso tempo è uno sfogo, un confronto una riflessione ironica sul nostro paese e sul nostro modo di vivere. I due giovani, seppur con storie e punti di vista diversi, si ritrovano a lottare contro le stesse paure e a dover convivere con incoerenze, sogni ma soprattutto le stesse speranze. Lotto, superenalotto, gratta e vinci, totocalcio, totogol, video poker e Bingo, non-luogo per eccellenza, fanno da sfondo ad una società che ha riposto le proprie svolte nei sogni di gloria. Le sale bingo sono piene. Così piene che non chiudono quasi mai. Anzi pullulano. In epoca di crisi si moltiplicano. Sono la tassa sulla speranza. Sono la formula di un nuovo grido popolare: Chiamano Bingo. WONDER WOMAN + GESÙ CRISTO di Ade Zeno con Rebecca Rossetti, Carlo Nigra messa in scena a cura de La Quarta Scimmia Finalista Premio Scenario 2011 pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=1I05ncoSHog http://www.laquartascimmia.net/ genere: nuove creatività Fra gli abbagli ipnotici dei neon di un locale notturno, lo sguardo disilluso di un giovane operaio si incrocia con quello di una ballerina costretta a svendere il proprio corpo per regalare un futuro migliore alla bambina che porta in grembo. Da questo incontro fortuito e inaspettato la scintilla che innescherà – in un continuo scambio di dialoghi e monologhi – il meccanismo della presa di coscienza grazie al quale due semplici «perdenti» si trasformeranno lentamente in simboli, icone: da una parte Gesù Cristo, finalmente capace di riappropriarsi di una Parola ormai impoverita da chi se ne è appropriato per reinventarla a propria immagine e somiglianza; dall’altra un’eroina pop, Wonder Woman, il cui super potere è però ora animato da una nuova e quanto mai attuale esigenza: quella di riconquistare la capacità di pensare con la propria testa, fuori dagli schemi, senza sottotesti e fraintendimenti, resistere e reagire. Due preghiere parallele che confliggono addentandosi, per poi fondersi insieme in un’unica battaglia che non cerca una vittoria, né un lieto fine, ma soltanto il riscatto dovuto, dopo millenni di frasi ascoltate e riascoltate, ma mai comprese fino in fondo. RANDOM CRASHES - studio studio e messa in scena a cura de La Quarta Scimmia con Rebecca Rossetti, Marco Mazza studio presentato per il Progetto Speciale Performance 2012. “Ripensando Cage”, in collaborazione con Centro Teatro Ateneo dell'Università La Sapienza di Roma,Fondazione Romaeuropa, L'arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, Armunia/Festival Inequilibrio di Castiglioncello eCSC - Centro per la Scena Contemporanea/Casa della Danza di Bassano del Grappa link video: https://vimeo.com/62299630 e-mail:[email protected] password:sapone 100 Quante volte al giorno il mio corpo s’impatta con altri corpi? O con degli oggetti? E con quanti animali, rumori o suoni? O anche più semplicemente, quante volte ci impattiamo con delle immagini, in un solo giorno? Perché alcuni li definiamo incontri e altri scontri? Che cosa succede un attimo prima e un attimo dopo questi impatti? Ci cambiano anche se non ce ne accorgiamo? Perché alcuni sono violenti e altri sono estremamente lievi? E perché, a volte, dopo una profonda violenza, mi fanno scoprire una gioia mai provata prima? Sono voluti o sono casuali? Oppure anche questa casualità di tempo e spazio, di secondi precisi e millimetri infallibili hanno un motivo ma io e te non siamo stati allenati a leggerli? Eppure questi impatti hanno segnato i momenti più importanti della mia e della tua vita…di tutti. Senza non andremo avanti. Non abbiamo risposte, e forse non le stiamo nemmeno cercando. Per ora. Forse quello di cui abbiamo veramente bisogno sono domande precise, che non lasciano spazio ad interpretazioni, ma che ti fanno iniziare a camminare, ti smuovono, e non capisci il perché ma scopri che il tuo corpo, a tua insaputa, ha iniziato a danzare, tra un colpo e una carezza, impatto dopo impatto, trasformandosi…trasformandoti. Chiss{ per quanto tempo resister{… ANCORA UN GOCCIO testi liberamente ma dichiaratamente tratti da Rodrigo Garcìa con Carlo Nigra, Marco Mazza, Rebecca Rossetti idea e regia La Quarta Scimmia pagina web spettacolo: http://www.laquartascimmia.net/ genere: nuove creatività Riflessioni di tre persone comuni e ubriache (o quasi) sul mondo d’oggi. Tre persone si incontrano su una panchina di un parco. Sono amici? Nemici? Amanti? Di sicuro li lega la necessità di bere ancora un goccio per trovare l'ironia e la voglia di sfogarsi delle incoerenze che li circondano… 101 LA ROSA DEI 20 Associazione Culturale www.larosadei20.org SI PIGLIA CHI SI SOMIGLIA di Roberto Bena con Compagnia della Rosa dei 20 di Montanaro regia di Roberto Bena link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org genere: commedia musicale Commedia brillante. Dante Lighiero è stato appena lasciato dalla moglie ed è disperato tanto da affidarsi alle cure di un improbabile analista. Una pletora di amici sui-generis (un appassionato agente di borsa con una moglie ansiosa, una ginnasta che usa il marito come portaborse) cerca di aiutare il povero Dante a trovare una nuova compagna. E’ così che Dante incontra una serie di donne dai caratteri diversi e multiformi: la colta, la ragazza-ballerina, la ragazza materiale…ma nessuna è all’altezza della situazione, finché un giorno, la nuova vicina di casa non entra prepotentemente (si fa per dire) nella vita del nostro protagonista… Si tratta di una commedia spigliata e moderna intervallata da parti coreografate e da canzoni eseguite dal vivo che fanno da colonna sonora. I NUOVI SANTI, DIMENTICATI di Roberto Bena con Compagnia della Rosa dei 20 di Montanaro regia di Roberto Bena e Marco Mancin link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org – YouTube – I nuovi santi, dimenticati genere: teatro sociale Si tratta di uno spettacolo di teatro sociale che tratta il delicato tema delle cosiddette “morti bianche”, le morti sul lavoro che ogni anno falciano la vita di circa un migliaio di lavoratori e che, spesso, fanno notizia solo per lo spazio di un minuto e che sono destinati poi ad essere consegnati all’oblio. Il testo parte da un nucleo centrale formato da testimonianze vere di due donne che hanno perso rispettivamente il figlio ed il marito in incidenti sul lavoro. Queste testimonianze personali diventano l’emblema di un lamento corale di una umanit{ che chiede giustizia e soprattutto chiede di non essere dimenticata. Lo spettacolo si basa sull’uso della voce e dell’espressione corporea e sull’uso prepotente del meccanismo dell’analogia che da figura retorica testuale diventa figura retorica di immagine. Una problematica attuale raccontata con un linguaggio antico come la nostra cultura. Lo spettacolo è patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Torino. UOMINI SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI di Rosario Galli e Alessandro Capone con Compagnia della Rosa dei 20 regia di Tiziana Lugli link video, pagina web spettacolo: www.larosadei20.org genere: commedia brillante Quattro uomini alle prese con le proprie problematiche famigliari e tutti e quattro in qualche modo messi sotto scacco dalla propria moglie: il sottomesso, il separato, il menefreghista, l’incazzato. Tutti i lunedì si ritrovano per la solita partita di poker e per raccontarsi i propri “scazzi famigliari”. Ma questo 102 lunedì ne succedono proprio delle belle e la tensione sale, sale, sale… Per sfogarsi e vendicarsi delle mogli, i quattro decidono così di pagare una prostituta che li possa far divertire per una sera… ma quando arriva Yvonne… La comicità tutta italiana di due autori affermati nel teatro, nel cinema e nella televisione per uno spettacolo dal ritmo incalzante e travolgente con un “cameo” di tango argentino ad arricchire il ritmo del secondo atto. 103 LABORATORIO PERMANENTE di RICERCA sull’ARTE dell’ATTORE di Domenico Castaldo www.labperm.it DONNARUMMA tratto da Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri con Domenico Castaldo regia di Domenico Castaldo link video, pagina web spettacolo: http://www.labperm.it/produzione/donnarumma-allassalto/ https://www.youtube.com/watch?v=1vR4XnZ0S_s genere: classico L’uomo meridionale non è diverso dagli altri, ma è un uomo deformato. Le avventure della sua vita, la storia, lo peggiorano e lo esaltano fuori dalle leggi comuni. Ecco l’intuizione di Ottiero Ottieri, selezionatore del personale presso lo stabilimento Olivetti di Pozzuoli (Na), riportata nel diario compilato tra il 1955 e il 1957. In quanto uomo meridionale mi son chiesto quali potessero essere le forme della deformità del popolo da cui traggo origine,che hanno toccato e spaventato lo scrittore. Mi sono poi soffermato sul vero dramma di Donnarumma, personaggio principale di questa storia, che nasce dall'assurdo fiorire, su un territorio contadino mai progredito, di uno stabilimento industriale raro ed unico per i suoi principi…e dunque molto anelato: 400 posti per 40.000 domande di assunzione! Lo spettacolo si articola su un sottile, ma tenace, equilibrio tra attore, scena e testo. Si potrebbe definire un monologo, poiché l’attore è uno, ma i personaggi interpretati sono in realtà moltissimi e la vividezza, la presenza scenica e l'umanit{ di ognuno popolano la performance facendo sì che l’attore non sia più solo. La grande maestria di Castaldo, gli consente di trasformarsi in altro/altri con un solo contrarre o sciogliersi di muscoli. Non ha bisogno d’altro. Questa stessa peculiarit{ gli permette di addentrarsi nell’animo di ogni personaggio, Ottiero Ottieri per primo, e allo stesso tempo di non tralasciare lo spettatore, che con stupore crescente lo segue fino alla fine. FIGURELLE – CANZONI STORIE E APPARIZIONI di Domenico Castaldo con Domenico Castaldo, Paolo Moreschi , Rui Albert Padul, Fabio Rosso, Gianni Maestrucci, Katia Capato, Ginevra Giachetti, Marta Laneri, Francesca Netto, Alessandro Borroni regia di Domenico Castaldo link video, pagina web spettacolo: http://www.labperm.it/produzione/figurelle/ https://www.youtube.com/watch?v=nU_w58vO3Qs https://www.youtube.com/watch?v=32gnac8AWLo genere: teatro musica Le fi'urelle in dialetto napoletano rappresentano le immagini dei calciatori e quelle dei santi. Abbiamo collezionato una serie di Figurelle canore, ma anche musicali, e pure teatrali. Ognuna di esse si apre sopra un personaggio, o sopra un paesaggio con dentro uno o più personaggi. Le parole e la musica si supportano, s'inseguono, si abbracciano come nella canzone d'autore, come nella musica popolare. Ma non ci si ferma lì. Castaldo e il gruppo le incarnano e le rendono fi'urelle animate, vive, senzienti e rispondenti. E' un concerto? Sì ma un po' più che cantato. Allora è uno spettacolo di teatro. Sì ma costantemente musicato. Allora cos'è? È una cosa che odora di rosa ma rosa non è...vieni a vedé! 104 L'ensemble non è solo musicale: ci sono attori che cantano e fanno gli strumenti, suonatori che vivono le storie di ogni fi'urella! È una ora e mezza di piacere condiviso nella danza e nella panza. Attenzione! non lo stomaco, la panza... Che è dove risiede ogni più gioiosa sostanza. MOGADISHOW di Domenico Castaldo e Saba Anglana con Saba Anglana, Cheikh Fall regia di Domenico Castaldo genere: teatro musica Il 3 ed il 4 ottobre 1993, è la data della più nota e tragica battaglia di Mogadiscio, ingaggiata tra le forze della UNOSOM e le truppe di uno dei maggiori leader del paese. Si contano 3000 morti somali, 20 morti tra le truppe internazionali guidate dagli U.S.A. L'alleanza UNOSOM era mirata a ripristinare la sicurezza locale e favorire l'eventuale reinsediamento di un governo legittimo. La missione fallì e l'epilogo della vicenda fu scioccante per i mass media occidentali. Il risultato e stato quello di minare ancora una volta la credibilità delle Nazioni Unite tanto più se si considera che durante la missione il segretario era africano. Vent’anni dopo il progetto Mogadishow mira a creare uno spettacolo teatrale di forte impatto emotivo ed informativo su di un'area geografica che per tante ragioni è vicina all'Italia. In Somalia, a Mogadiscio si consuma da molti anni una devastante e silente guerra civile. È la guerra che ha visto Saba Anglana costretta a fuggire a soli quattro anni dalla propria città natale (Mogadiscio appunto) trasformatasi in un inferno di orribili violenze. E' la storia di una bambina nata in Africa da un padre italiano e da madre Etiope, profuga in Italia. E' il racconto di un ritorno, per dare concretezza ai ricordi, nei luoghi delle radici dell'autrice/attrice. E' la scoperta sempre nuova di parole, colori e suoni che riportano ad una realtà di profonda bellezza, brutalizzata dalla storia, una terra culla di civiltà che invoca pace. 105 L'ARCOSCENICO Associazione Culturale www.larcoscenico.it IL FIUME DELLA PREPOTENZA di Mario Capanna e Ileana Spalla con Ileana Spalla (attrice) Daniele Ferretti (musicista) regia di Sergio Danzi link video, pagina web spettacolo: www.larcoscenico.it genere: teatro civile Nel corso del tempo tutto è stato analizzato, ma mai nessuno ha scritto prima d'ora la storia della prepotenza. Eppure la prepotenza accompagna la nostra vita, anzi, spesso la domina. Dall'origine dell'uomo ai nostri giorni il percorso di questo grande fiume, sempre in crescita, che sta travolgendo le nostre esistenze. Dalla consapevolezza dei greci a Cartagine e Hiroshima passando per la conquista dell'America, le Crociate e il Colonialismo fino ad arrivare ai nostri giorni. Certo la prepotenza ha cambiato aspetto, si è adeguata ai tempi, si è "travestita": oggi ha a disposizione un apparato scientifico tecnologico che prima non poteva avere: il suo potere sta nella rimozione. La rimozione è la leva con cui la prepotenza tiene sospeso il mondo, si è senza radici, non si sa da dove si viene e non si sa dove si va, questo genera l'angoscia, questo ci chiude nel cerchio della solitudine. Pensate a quanto è facile oggi, rispetto al passato, viaggiare, comunicare, eppure mai come prima si è persa l'abitudine al dialogo, al confronto e la sensazione è di essere sempre più soli. L'equilibrio è l'alternativa, l'unica via possibile per riappropriarci delle nostre esistenze e costruire un futuro diverso, meno profitto e più umanità, l'essere, non l'avere e né l'apparire, questa è la condizione per costruire uomini migliori in grado di dare la grande svolta, il cambiamento necessario per inoltrarci in questo nuovo millennio. VUOTI A RENDERE di Maurizio Costanzo con Sergio Danzi e Ileana Spalla regia di Sergio Danzi e Ileana Spalla link video, pagina web spettacolo: www.larcoscenico.it genere: commedia Due coniugi in pensione, costretti a traslocare per lasciare la casa al figlio, ripercorrono la loro travagliata vita di coppia rinfacciandosi errori e mancanze. Tra un litigio e l'altro si alternano gioie e tenerezze, i ricordi del loro passato: l'incontro con i genitori di lei per chiederla in sposa, i primi anni di matrimonio, le ambizioni, le speranze, due tentativi di tradimento da parte dei protagonisti, entrambi falliti.Una coppia in cui, nelle diverse fasi della vita, tutti si riconoscono. Gli attori si sono divertiti ad interpretare i protagonisti in tutte le loro età giocando con cambi di scena e costumi dinamici e colorati che tendono a vivacizzare l'intero spettacolo. 106 LE ANFORE Compagnia Teatrale www.oratoriorbassano.it/new DON BOSCO. IL MUSICAL libero adattamento dell’opera di Biagioli e Castellacci regia di Maria Rita Cirla link video, pagina web spettacolo: http://www.oratoriorbassano.it/new/index.php?option=com_content&view=article&id=353:don-boscoil-musical&catid=90:espressivita-e-creativita genere: musical Il musical alterna momenti narrativi di alcuni eventi salienti della vita del Santo con scene musicali e di danza, il tutto proposto da oltre 70 interpreti, tra cantanti, attori e ballerine. Inventore di una forma originale dell’Oratorio, Don Bosco ha saputo modulare il suo stile educativo come una musica che desta il cuore e rende capace di sognare in grande, di sognare secondo lo stesso cuore di Dio. Lo accompagnano, tra gli altri, mamma Margherita, San Giuseppe Cafasso e Santa Maria Domenica Mazzarello. Diceva Don Bosco: “Fa che tutti quelli con cui parli, diventino tuoi amici”. AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA libero adattamento dell’opera di Garinei Giovannini regia di Maria Rita Cirla link video, pagina web spettacolo: http://www.oratoriorbassano.it/new/index.php?option=com_content&view=article&id=354:aggiungiun-posto-a-tavola&catid=90:espressivita-e-creativita genere: commedia musicale La nota commedia musicale è stata scelta per la sua assoluta modernità ed è stata liberamente adattata in un tempo, qualsiasi. La sceneggiatura di Maria Rita Cirla conserva la trama snellendola e punta a trasmettere un messaggio di Fede. Il noto episodio biblico è lo spunto della vicenda su cui si è invitati a riflettere, pur mantenendo un linguaggio ironico e un po’ scanzonato. Il Diluvio universale è visto come opportunità per una svolta decisiva nel cammino di ricerca. L’Arca diventa il simbolo della possibilit{ di cambiamento, di rinnovamento positivo, di adesione fiduciosa all’invito divino. La posizione della chiesa istituzione non è più considerata di ostacolo, ma di prudenza di fronte a manifestazioni di fede solo emozionali. Il senso vero della relazione con Dio non può essere scisso dal rapporto tollerante ,fiducioso e aperto verso il prossimo quindi accogliente. Il finale è completamente cambiato. Ciascun interprete anziché rifiutarsi di salire sull’arca trova una motivazione che potrebbe essere quella di ciascuno di noi per aderire all’invito divino. In uno sperduto paesino di montagna, Dio parla con un semplice prete che ha appena finito di dirigere le prove del coro e gli annuncia un nuovo diluvio Universale intimandogli di far costruire un’Arca perché ha deciso di salvare solo quel paese. Sta all’esterrefatto Don Silvestro convincere i suoi parrocchiani, in primis il Sindaco Crispino tra incredulità e imprevisti. Alla fine… 107 LE SILLABE Associazione Culturale www.lesillabe.it SOLITUDO di Fabio Castello con Fabio Castello, Doriana Crema e Raffaella Tomellini regia di Fabio Castello, Doriana Crema e Raffaella Tomellini link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/52997366 genere: teatro -danza Solitudo è uno studio su alcuni aspetti dell’uomo nei confronti della spiritualit{, che parte dalle parole di Enzo Bianchi, priore della Comunit{ di Bose, e dall’esperienza di tre artisti, Doriana Crema, Fabio Castello, Raffaella Tomellini, che hanno vissuto una settimana nella semplicit{ dell’accoglienza dei monaci e delle monache, nella semplicità degli spazi, la cella, il refettorio e nell’ascolto che porta con sé la parola fede. “Quest’anno ho piantato un viale di tigli, li ho piantati per rendere più bella la terra che lascerò, li ho piantati perché altri si sentano inebriati dal loro profumo, come lo sono stato io da quello degli alberi piantati da chi mi ha preceduto.” Enzo Bianchi. Noi vogliamo provarci. Fabio, Doriana, Raffaella. 108 LE VENERDÌ Associazione Culturale " LA PALLA AL PIEDE di Georges Feydeau con Ileana Stefanelli, Mario Piazza, Nausicaa Bosio, Tonino Aricò, Luigi Cavuoto, Maria Grazia Gotro, Luca Tonarelli, Loredana Ullio, Ugo De Los Rios, Ombretta Bosio, Claudio Beneventi. regia di Nausicaa Bosio link video: http://youtu.be/iDzGwTpVgvU genere: comico La storia, raccontata attraverso un complicato meccanismo di commedia degli equivoci, è quella di un amante libertino e spiantato che si vuole finalmente sistemare con una “ragazza di buona famiglia”, ma non riesce a troncare la relazione con Lucette, cantante della Parigi della Belle Epoque che, anzi, viene scritturata per rallegrare la sua festa di fidanzamento. Quando sembra ormai tutto precipitare ecco l'irrazionalità dell'amore che viene a sovrastare le cose e a riparare l'irreparabile. La compagnia Le Venerdì nasce nel 1992, avvalendosi della collaborazione artistica del Teatro d' Uomo di Torino. Inizialmente si dedica ad un repertorio classico, da Aristofane a Pirandello a Buzzati. Successivamente, annoverando al proprio interno competenze musicali di vario tipo, mette in scena le commedie musicali Cenerentola, My fair lady, La contessa di Escarbagnas. Dalla commedia musicale alla musica classica. Tratto dal capolavoro teatrale di Ibsen, su musiche di Grieg, la compagnia presenta il poema drammatico Peer Gynt, concerto per voci recitanti e pianoforte a quattro mani. In prima assoluta porta sul palcoscenico il dramma teatrale Vengo domani, Elena e, in occasione del Giorno della Memoria, da La notte di E. Viesel Shoah. Frutto di allegre scorribande nell' opera lirica la Compagnia allestisce le commedie teatrali rispettivamente dal Falstaff di G. Verdi e dal Gianni Schicchi di G. Puccini: tutto nel mondo è burla e La beffa di Santa Reparata. Più recentemente la Compagnia ha presentato gli atti unici di Čechov: La domanda di matrimonio, L'orso, Le nozze, L'anniversario e, da “Il medico per forza” di Molière, Sganarello burlato. 109 LES PETITS FILOUS www.facebook.com/lespetits.filous POLLO FRITTO ALLA FERMATA DEL TRENO PER …” di Les Petits Filous con Andrea Carlo Fardella e Fulvia Beatrice Romeo regia di Andrea Carlo Fardella link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=3wljVMw_7OE genere: teatro musica Quattro personaggi : un'Attore, la cantante Amandine Grolleau pericolosamente in bilico sul baratro dei suoi tacchi (entrambi incarnati da A.C. Fardella ), un irriverente Servo di Scena (F.B.Romeo ) e un pollo di gomma abitano con le loro comicità allibite questa produzione di Les Petits Filous. In programma: un recital bizzarro, tra la satira e la comicità allibita. L'assurdo va a braccetto con la poesia destrutturando le confortanti codificazioni, valorizzando uno stato d'animo d'interrogazione piuttosto che d'affermazione. In scena: L'Attore è dei quattro personaggi colui che ha più dimestichezza con il razionale, ma allo stesso tempo da voce ad altre sfumature di sé incarnando la cantante Amandine Grolleau. L'irriverente Servo di Scena si fa complice involontario della romantica ed ironicamente patetica cantante nei suoi quotidiani rituali di auto-redenzione. In musica: la fugacità dell'amore, la solitudine, l'inadeguatezza, la noia, i pensieri senza un nesso apparente, l'insostenibile gestione delle emozioni, i tormenti dell'io polimorfo. Una regia che gioca sorniona con la poesia e la stravaganza dando vita a un recital comico surreale scandito da musiche originali e testi liberamente tratti da Fernando Pessoa e Walt Whitman. Lo spettacolo si avvale del teatro musicale come forma espressiva. La scena minimale e scarna lo rende adatto ad essere rappresentato anche in sale teatrali molto piccole. ANGELINA di Les Petits Filous con Fulvia Beatrice Romeo regia di Fulvia Beatrice Romeo link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous http://www.youtube.com/watch?v=Ojtz0xL2gsM genere: teatro - danza "A volte la mia eterna esistenza spirituale mi pesa, non vorrei più fluttuare così in eterno, vorrei sentire un peso dentro di me che mi levi questa infinitezza, legandomi in qualche modo alla terra, a ogni passo, ad ogni colpo di vento." Angelina è un angelo. E ha un desiderio. Diventare di carne. Scrollarsi di dosso tutto quel bianco candore immateriale per sporcarsi con la vita. Discendere, incarnarsi. Un Icaro al contrario, più che un volo sogna un capitombolo, più che ali sogna ancore. Il lavoro di ricerca nasce dall'incontro con la visione del film "ll cielo sopra Berlino" del regista tedesco Wim Wenders. Lo spettacolo, traendo dal film alcune suggestioni e re-interpretandole in chiave personale, vuole essere una metafora poetica e lieve del disagio umano. Di quel malessere che fa sì che alcune persone, non sostenendo la precarietà del vivere, si facciano simili ad angeli, tentando così un'ascesa dalla materialità che li renda sempre più invisibili e trasparenti, pallidi come creature alate. La 110 figura dell'angelo è quindi utilizzata come archetipo dell'uomo disincarnato, immateriale e incorporeo, simbolo della fuga dal mondo. Angelina è una spettacolo di teatro danza in cui l’utilizzo del corpo in chiave immaginifica ed evocativa ha l’obbiettivo di rendere visibile o intuibile una sostanza profondamente umana orientandosi nel territorio del non dicibile. Tutto il lavoro è nato dall’esigenza di ricercare un linguaggio che esprima dimensioni di noi stessi restituendo alla parola la sua più profonda essenzialità. SBALLI RAVVICINATI DEL SOLITO TIPO di Les Petits Filous con Andrea Carlo Fardella e Fulvia Beatrice Romeo regia di Fulvia Beatrice Romeo e Andrea Carlo Fardella link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous http://www.youtube.com/watch?v=XcJJ9PbsQiw genere: nuove creatività “La notte di Capodanno. Una sala da ballo piena di sedie vuote. Due invitati alla festa.Non si conoscono tra loro. Il silenzio è rotto da un giradischi che di tanto in tanto fa girare la musica come a voler colmare il disagio per l'attesa che giunga la mezzanotte. Due solitudini a confronto in una ricerca frenetica, ansiogena, surreale, ridicola e a tratti disperata, di quella parte dell'amore che sembra offuscata, introvabile o addirittura perduta” Lo spettacolo si avvale del teatro sperimentale e del teatro danza come principale mezzo espressivo. Si avvicendano momenti di una comicità surreale ed allibita ad altri più poetici ad altri decisamente drammatici. Lo “ Sballo danzato “ di due cuori che come nella vita goffamente si sfiorano, a volte si inseguono, forse si rincorrono, cercando di amarsi.Il ritmo dello spettacolo è incalzante, fresco, ilare e a tratti giocoso. 111 COMPAGNIA LEWIS&CLARK www.lewiseclark.com Oscar&Felix: LA STRANA COPPIA di Neil Simon con Ivan Fabio Perna e Marco Manzini e con Eugenio Gradabosco, Carmelo Cancemi, Claudio Orlotti, Silvia Barbero e Claudia Appiano regia di Ivan Fabio Perna link video, pagina web spettacolo: Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ak-Lug1ia1g sito web: www.lewiseclark.com Felix Ungar e Oscar Madison sono due amici dal carattere diametralmente opposto: uno pignolo e maniaco della pulizia al limite della follia, l’altro irascibile e disordinato, capace di sconvolgere una stanza pulita con la velocità di un uragano. Entrambi divorziati, si troveranno a condividere lo stesso appartamento, con tutti i problemi di convivenza che ne deriveranno, raggiungeranno punte di ilarità e totale divertimento. Ivan Fabio Perna, esperto conoscitore della commedia americana, è autore, regista e attore. A New York ha lavorato a fianco di attori americani, in Italia con Franca Nuti, Giancarlo Dettori, Franco Branciaroli, ha, inoltre, collaborato con il Teatro Stabile di Ancona e con il Piccolo Teatro di Milano. È traduttore di Neil Simon ed è stato il regista del musical in tournée nazionale Moulin Rouge tratto dal film con Nicole Kidman. La Compagnia Lewis&Clark. Nasce nel 1999 con l’intento di produrre commedie all’americana. Nelle stagioni dal 2008 al 2013 a Torino, porta in scena dodici nuove produzioni segnando un’affluenza di oltre 30.000 persone, confermando le sue commedie come le più viste della stagione. La compagnia è in tournée con La Strana Coppia dal 2011. I RACCONTI DEL TERRORE DI EDGAR ALLAN POE di Edgar Allan Poe con Ivan Fabio Perna regia di Ivan Fabio Perna link video, pagina web spettacolo: www.lewiseclark.com Lo spettacolo può essere rappresentato, oltre che in teatro, anche in luoghi più inusuali come chiese, scavi archeologici, luoghi all’aperto. Il recital vedrà rappresentare il meglio dei racconti dell'incubo del più grande maestro della letteratura dell'orrore: Edgar Allan Poe. A dar vita all'inquietante atmosfera narrativa sarà l'attore Ivan Fabio Perna. Lo spettacolo offrirà agli amanti del genere o a chi si voglia avvicinare per la prima volta all'horror, una rappresentazione emozionante e suggestiva coadiuvata da proiezioni video e musiche dal vivo. Le parole ed i sentimenti di Poe riecheggiano nel nostro animo con Il Cuore Rivelatore, La Maschera della Morte Rossa, Il Gatto Nero e altri capolavori. Folli e lucidi assassini, amanti distrutti, oggetti inquietanti e molto altro ancora, si confonderanno con il mondo dell'incubo e con le nostre più nascoste e intime paure. Le musiche originali sono di Igor Ferro, l’allestimento, la consulenza artistica e i video a cura di Massimiliano Nicotra, i musicisti sono Igor Ferro alla Ghironda e Fabrizio Sandri al Violoncello, il disegno luci di Pietro Striano, la regista assistente è Tiziana Dentico 112 UNA T-BIRD per FRED (Tributo a Fred BUSCAGLIONE) Uno spettacolo cantato, suonato e... “recitato” dal vivo! di Ivan Fabio Perna con Carmelo Cancemi e Tita Giunta regia di Ivan Fabio Perna link video, pagina web spettacolo: Trailer: www.youtube.com/watch?v=19Mh277ansE sito web: www.lewiseclark.com L’amore per uno dei più grandi interpreti canori italiani del dopoguerra viene riproposto in questo recital musicale che ripercorre la vita artistica di Fred Buscaglione vista attraverso gli occhi di Fernando Bombardone, un paparazzo freelance dell’epoca con la passione per l’investigazione e per Buscaglione, tanto da identificarlo come un vero duro e gangster. E con Fred, egli ha anche condiviso anche la prigionia nei campi americani in Sardegna. Ma improvvisamente arriva una notizia in redazione: Fred Buscaglione è stato rapito! Da quel momento Bombardone, aiutato dalla sua fida assistente, comincerà ad indagare per trovare il responsabile… sar{ stato “Sugar Bean”? O uno dei tanti tipi loschi raccontati nelle canzoni di Fred? La strada verso la verità è pericolosa e piena di ostacoli, e sarà percorsa da Bombardone attraverso le canzoni più famose di Buscaglione, sino ad arrivare ad una tragica verità, molto più amara: verità che ha spento per sempre il microfono del mitico Fred. Lo spettacolo si avvale dei contributi video a cura di Massimiliano Nicotra della “Solaria Cinema” che insieme al racconto e alle musiche guideranno lo spettatore attraverso trent’anni della storia d’Italia, dal dopo guerra fino alla morte di Buscaglione. Con la Band di Enrico Messina - Le scene sono di Maurizio Franceschini, il disegno luci di Pietro Striano, le coreografie di Lucetta Schiavina. ANDY&NORMAN di Neil Simon con Ivan Fabio Perna, Marco Manzini e Silvia Barbero regia di Ivan Fabio Perna link video, pagina web spettacolo: sito web: www.lewiseclark.com Dopo il successo ottenuto con La Strana Coppia, Ivan Fabio Perna e Marco Manzini propongono un altra grande commedia di Neil Simon, ricca di humor e situazioni comiche. San Francisco - Inizio anni ’60. Andy & Norman sono una coppia di autori (manco a dirlo), squattrinati all’eccesso! Il giovane disordinato e anticonformista Andy è il procacciatore che si occupa della gestione della ditta; mentre il geniale Norman è la mente, che per mantenere in piedi la baracca, scrive per riviste di ogni genere nascondendosi dietro improbabili pseudonimi (Uno su tutti? “Madame Croissant” per “Uncinetto&Ricamo”!). Andy nel frattempo è alla disperata ricerca di un produttore per la loro ultima commedia a cui manca ancora un finale, ma complicare il tutto arriverà nel palazzo la bella Sophie Ross, un’americana mozzafiato con un corpo da modella e un cervello da cartone animato, che far{ innamorare alla follia il povero Norman! Una coppia di geniali scrittori e una ex-campionessa di nuoto olimpionico sono una miscela esplosiva! Sì, ma di risate! 113 LUDUS IN FABULA Marina Thovez - Mario Zucca RICHARD WAGNER. DIARIO VENEZIANO DELLA SINFONIA RITROVATA libero adattamento tratto dai testi Resoconto dell’esecuzione di un lavoro giovanile di Richard Wagner e i Tagebücher di Cosima Liszt Wagner con Marina Thovez e Mario Zucca drammaturgia e regia di Gianni Di Capua in coproduzione con Tiven Group Link video, pagina web spettacolo: è in fase di preparazione. Lo spettacolo parte di un progetto cross mediale di cui segnaliamo sito www.wagnerinvenice.com e link video del documentario da cui lo spettacolo prende spunto: http://www.youtube.com/playlist?list=PLmRkSEpfIoScewkAks6bstEZnHuUFlNJr Genere: prosa La pièce teatrale coglie nelle celebrazioni del bicentenario della nascita di Richard Wagner (Lipsia, 1813) l’occasione di portare in scena un episodio poco noto della vita del grande compositore tedesco, sullo sfondo del rapporto privilegiato tra Wagner e Venezia, la città che ha più amato e dove vi morirà il 13 febbraio 1883. Alcune settimane prima della sua scomparsa, Wagner aveva scritto un lungo articolo in forma di lettera al direttore di un settimanale musicale che lo pubblica col titolo Bericht über die Wiederaufführung eines Jugendwerkes (Resoconto sulla ripresa di un’opera giovanile). Wagner vi narra le circostanze del ritrovamento di una sua sinfonia creduta persa, e della sua esecuzione avvenuta il 24 dicembre, nelle Sale Apollinee del Teatro la Fenice, in occasione del compleanno dell’amata moglie Cosima. Oltre al Bericht, wagneriano, altre sono le fonti che concorrono a ricostruire lo storico concerto. Infatti, se ne trova riscontro nel meticoloso rendiconto della quotidianità del compositore, rivelato dalle pagine dei Tagebücher, i Diari di Cosima Listz Wagner, destinati ai propri figli e resi pubblici soltanto nel 1976. Dal 1869, fino al giorno che precede il decesso di Wagner, Cosima tenne sui propri Diari assiduamente traccia di tutto quello che il marito diceva, compreso il suo pensiero politico, filosofico e religioso, caratterizzandolo da un infinito numero di dettagli sulla sua vita vissuti accanto al genio, della sua malattia che negli ultimi tempi andava sempre più aggravandosi. Intrecciati tra loro in un costante gioco di rimandi tra la sfera intima e quella più squisitamente pubblica, i Tagebücher di Cosima e il Bericht di Richard Wagner, rivelano un episodio della biografia personale del compositore nelle sue ultime settimane di vita, quando l’omaggio sinfonico all’amata consorte assume inaspettatamente il significato del bilancio di un’esistenza. Una sinfonia ritrovata di cui la maggior parte dei biografi del compositore sottostimer{ l’importanza storica, ma che invece è pietra fondante di quella struttura che ha le sue chiavi di volta nel “Tristan”, nel “Götterdämmerung” e nel “Parsifal”. CASINA da Tito Maccio Plauto adattamento e regia di Marina Thovez con Marina Thovez e Mario Zucca scene di Nicola Rubertelli Genere: prosa “Proporre la rielaborazione di un classico significa nuotare nel ventre della nostra civilt{, una cultura che ha raggiunto un livello tale di eccellenza che è doveroso tenerla viva e continuare a divulgarla, ma 114 significa anche attraverso l’antico dire qualcosa di nuovo. La forza dell’originale sta nell’intreccio sicuro, nella gioia di vivere che scatenano i personaggi, in tutti i tipi di comicità del suo linguaggio; la nostra originalità sta nel calare Plauto in quel mondo, la Roma repubblicana, militare e contadina, che si sta affacciando al dominio del mondo, che ha un forte interesse per la cosa pubblica e che vuole diventare grande anche nell’arte come sommo segno di civilt{. Gli attori sono gli ultimi due personaggi plautini post litteram, pieni di difetti, egocentrici e bugiardi, malati, malati per la risata, ma in fondo eroi, animati dalla stessa voglia di far teatro che portò Plauto ragazzino a cercare fortuna a Roma. 2200 anni fa Roma riconobbe in quel forestiero innovatore il genio e gli tributò un successo senza pari. Se oggi ci siamo allontanati da quel sentire allora non è forse inutile ricordarlo”. M. Thovez LA PRIMAVERA DI PRAGA l’insostenibile leggerezza di Marina Thovez con Marina Thovez e Mario Zucca voce fuori di Dubcek di Maurizio Scattorin scene Nicola Rubertelli genere: prosa Un uomo e una donna, loro malgrado coinvolti nelle vicende praghesi capitate nella primavera del ‘68, i carri armati e le violenze sconvolgeranno la loro vita, segnata da proclami, spiate, carriere distrutte…. circostanze commentate con simpatia ed umorismo da un'allieva ed un professore che condurranno il pubblico attraverso quegli eventi. “Ho ambientato la vicenda in un labirinto. L’appartamento del protagonista, la stessa Praga sono un dedalo da cui non c’è via d’uscita. Lui e lei si muovono nel poderoso allestimento di Nicola Rubertelli come topi in gabbia, spiati e costretti in un percorso obbligato, quello del regime stalinista, che censura ogni movimento. Frontiere sbarrate, mezzi d’informazione che diventano mezzi di disinformazione, scuole chiuse, intellettuali in galera o sottoterra. Questa è la punizione per quella bellissima città che con la sua Primavera stava cercando di riportare il socialismo verso gli ideali di democrazia sotto cui era nato…..” M. Thovez 115 MARCIDO MARCIDORJS E FAMOSA MIMOSA www.marcidomarcidorjs.org EDIPO RE da Sofocle drammaturgia e regia di Marco Isidori scenario e costumi di Daniela Dal Cin con Marco Isidori – Edipo, Lauretta Dal Cin – Giocasta, Maria Luisa Abate – Tiresia, Paolo Oricco – Creonte, Stefano Re - Servo pastore, Valentina Battistone - Messaggero Virginia Mossi - Coro Produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrailer.it/spettacoli/edipo-re-1 genere: classico Un’enorme ziggurat, una piramide mesoamericana che si trasforma in bunker, con botole, rotaie su cui far scorrere carrelli e pannelli semoventi. Ideato da Daniela Dal Cin, un impianto scenografico di potente impatto visivo è cornice della versione firmata da Marco Isidori della tragedia di Sofocle. “Un elemento importante”, spiega il regista, “che ci ha guidato nella decisione di rappresentare questo corpo teatrale così tanto incrostato di suggestioni interpretative tra loro anche in palese discordanza, è stata la continuata, amorosa, fedele frequentazione dell’Edipo il Tiranno di Hölderlin”. Ne risulta un testo fedele all’originale e insieme irriverente, dissacrante. Tra colori psichedelici, costumi imprevedibili e musiche che accostano il repertorio classico al rock, prende corpo uno spettacolo suggestivo, animato da ingegno visionario e scrittura drammaturgica fuori dagli schemi. L’Edipo re dei Marcido scava nei significati più profondi del testo: tra ironia e disperazione, l'inesorabile solitudine di chi è vittima del proprio destino. LORETTA STRONG di Copi con Paolo Oricco, Maria Luisa Abate, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Stefano Re "Astronave" di Daniela Dal Cin regia di Marco Isidori genere: classico/nuove creatività «Per il viaggio teatrale della protagonista di quest'ultima nostra fatica spettacolare, abbiamo inventato e poi costruito uno strabiliante oggetto cinetico, una "vera" Astronave; un'astronave abbagliante d'acciaio e di luce, un "Disco Volante" che in un qualche segreto modo, sembrerà venir catapultato effettivamente verso le lontananze dello spazio profondo, esorbitando da ogni fiacchezza scenica non appena gli avremo dato abbondante gas drammatico, aprendo le valvole della sfrenatezza attorale che ci è propria. Interpreterà l'impareggiabile, stralunata, folle, smisurata icona di Loretta Strong, il giovane attore Paolo Oricco, che, però, non sarà il solo a reggere le sorti dello spettacolo: accanto a lui, a fiancheggiarne lo sforzo, Maria Luisa Abate, Stefano Re, Virginia Mossi e Valentina Battistone ("Topi", "Granchi", "Pappagalli", "Serpenti" ed altro vociante ciarpame celeste), per quanto presenze non contemplate nell'organico originale della commedia, serviranno a dare alla versione-Marcido di questo gioco della dismisura e del 116 grottesco, il suo esatto "passo" ritmico, portando la già vulcanica energia verbale con cui l'autore sa esprimere con diabolica maestria la caleidoscopicità squisitamente pop di Loretta, ad un grado di parossismo dionisiaco (temprato, è ovvio, dall'ironia che pervade tutta l'opera di Copi), che assai di rado trova luogo sui palcoscenici normali.» 117 https://sites.google.com/site/lamascateatrale/ PIROFILIASI di Antonio Martorello con Associazione Masca Teatrale regia di Antonio Martorello link video, pagina web spettacolo: https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/pirofiliasi genere: teatro di figura Pirofiliasi è strutturato in quattro quadri che raccontano, in ordine temporale, altrettante storie di violenza o, meglio ancora, di trionfo del male. A partire dal 1300 troviamo due amanti capaci di sterminare le proprie famiglie, un untore che infetta una città (1500), una impiegata modello che uccide il proprio capufficio (1900), una moglie tradita e delusa che si sbarazza del proprio marito (2005) e, infine, un accorato appello proveniente dal futuro, che ci scongiura di distruggere la causa di tutto ciò. Pirofiliasi è un viaggio allusivo nel tempo e nell’animo umano alla ricerca delle motivazioni esplicite e recondite di azioni malvagie che da sempre aborriamo, ma che da sempre continuiamo a commettere. Lo spettacolo non richiede particolari attrezzature tecniche né particolari spazi teatrali anzi, proprio grazie alla sua origine di spettacolo itinerante, ben si adatta ad eventuali saloni e/o cortili di modeste dimensioni, con impianti elettrici non diversi da quelli comunemente reperibili, o, addirittura, privi di impianti elettrici. Pirofiliasi è uno spettacolo particolarmente adatto a permettere la scoperta di palazzi, scorci, giardini o cortili spesso presenti nelle nostre città, ma, a volte, dimenticati o non valorizzati a sufficienza. LA VIJA di Antonio Martorello con Associazione Masca Teatrale regia di Antonio Martorello link video, pagina web spettacolo: https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/la-vija genere: teatro di figura “Esiste una natura Mater comune a tutti gli uomini, come comuni sono le speranze e le paure, le gioie ed i dolori, e comuni sono le tradizioni ed i costumi, anche se troppo spesso la frenesia del vivere cittadino tende a farle dimenticare o a svuotarle di significato”. L’argomento dello spettacolo, la magia, le masche ed il potere, ben si adatta ad essere il collante ideale tra cultura contadina ed urbana, pur senza cadere in una facile e stucchevole operazione alla “Mulino Bianco”. Lo spettacolo è costituito da tre episodi, uno tragico, uno tragicomico ed uno comico e può essere rappresentato anche in forma itinerante. La durata dello spettacolo è di circa 90 minuti. La pièce non richiede particolari attrezzature tecniche. 118 COL SUDORE DELLA FRONTE di Antonio Martorello con Associazione Masca Teatrale regia di Antonio Martorello link video, pagina web spettacolo: https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/con-il-sudore-della-fronte genere: teatro di figura Prima di tutto, e soprattutto, non chiamatelo spettacolo. Di spettacoli e di spettacolarizzazioni ne abbiamo già fin troppe. Rappresentazione teatrale, ecco, rappresentazione teatrale andrà benissimo. Una rappresentazione teatrale in memoria dei morti sul lavoro, dei morti nel mulino Cordero certo, perché noi siamo di Fossano e né possiamo né vogliamo dimenticare, ma non solo. Una rappresentazione teatrale in ricordo di tutti i morti sul lavoro e, per favore, non chiamatele morti bianche. Le morti bianche sono quelle dei neonati che muoiono inspiegabilmente … qui di inspiegabile c’è solo il nostro silenzio. Siamo una piccola associazione di provincia, con una piccola compagnia di provincia, una compagnia non professionista, amatoriale,… si, amatoriale va bene perché il teatro lo amiamo veramente e lo sappiamo fare, soprattutto quando il teatro parla della nostra storia e della nostra terra. La nostra rappresentazione non è un’inchiesta né una cronaca, non riguarda tanto i fatti, quanto le emozioni, i sentimenti. Questo non solo perché non ci riteniamo all’altezza di compiere indagini ed emettere giudizi, ma anche perché le emozioni, i sentimenti sono trascendenti rispetto al tempo ed allo spazio e ci permettono, quindi, di ricordare non solo ciò che è “qui” ed “adesso” ma anche “l’altrove” ed “il sempre”. Sia ben chiaro, non abbiamo inventato niente. Ci sono una cinquantina di “interviste” che ci raccontano le speranze, le paure, le gioie, il dolore di alcuni protagonisti di quel tragico evento, ma questi racconti sono stati spezzati, mescolati, distribuiti o sintetizzati e non solo i nomi cambiano ma anche le età, a volte il sesso, le azioni. Perché non vogliamo né spettacoli né eroi, non li vogliamo noi e non li vogliono, soprattutto, coloro i quali ci hanno raccontato le loro storie. La durata della pièce è di circa 90 minuti. La rappresentazione è concepita per essere rappresentata all’interno o all’esterno VITA E MORTE DELL’ ARCANGELO CATERINA di Antonio Martorello con Associazione Masca Teatrale regia di Antonio Martorello link video, pagina web spettacolo: https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/l-arcangelo-caterina genere: teatro di figura Vita e morte dell’arcangelo Caterina, ha come protagonista una donna, un angelo, che perde la sua vita per voler conservare le sue ali troppo a lungo tenute celate per la loro vergognosa diversità. Quello che quest’opera vuole portare in scena è la difficolt{ di essere davvero originali, davvero “diversi”. I media dicono di esaltare l’originalit{, nell’uguale intento di accrescere la propria audience, nell’uguale intento di crearsi fama e ricchezza, nell’uguale intento di proteggere l’uomo dal vero mondo che lo circonda creando attorno a lui una muraglia di idilliaci paesaggi e fantastiche visioni e, così facendo, ottengono l’unico risultato di creare un’originalit{ stereotipata. “Vita e morte dell’arcangelo Caterina” è una riflessione sulla diversità e sulla reale capacità di accettazione della devianza, al di fuori di facili e comodi stereotipi. L’atto di accusa finale dell’arcangelo nei confronti di chi l’ha spinta al suicidio non riguarda la propria morte, traguardo finale per tutti, bensì il tentativo, tanto caritatevole quanto violento, di renderla uguale a tutti gli altri, la feroce determinazione all’omologazione nell’inconscia presunzione 119 che solo il nostro modo di vivere, il nostro modo di essere sia quello veramente giusto e degno di essere vissuto. IO VI COMANDO di Antonio Martorello con Associazione Masca Teatrale regia di Antonio Martorello link video, pagina web spettacolo: https://sites.google.com/site/lamascateatrale/home/spettacoli/io-vi-comando genere: teatro di figura Lo spettacolo nasce dalla volontà di ricordare i tragici eventi scaturiti dal fascismo e dal nazismo, ricordare non solo per non dimenticare, ricordare non solo per commuovere, ricordare non solo per condannare od esaltare, ma ricordare affinché ciò non accada mai più, ricordare perché, come ci ammonisce Primo Levi, il confine tra la nostra democrazia ed il campo di concentramento è sottile, molto sottile. Durante la sua detenzione ad Auschwitz, Primo Levi viene aiutato, salvato come dice lui in “Se questo è un uomo” ed in “Lilit ed altri racconti“, da Lorenzo Perone un muratore Fossanese che lavorava nel complesso industriale di Buna-Werke in teoria come lavoratore volontario in pratica da prigioniero come tutti. Lorenzo non era un politicizzato né un caritatevole e mite uomo di studi, taceva Lorenzo, taceva ed ascoltava, ma quando ci fu bisogno di lui, lui non si tirò indietro e a rischio della propria vita fece ciò che andava fatto, tese una mano a chi ne aveva bisogno. La tese al momento giusto e nel modo giusto, che la sinistra non sapesse ciò che faceva la destra; due litri di zuppa al giorno, tutti i giorni per Primo Levi e per altri, rimasti anonimi, ma forse vivi grazie a quel gesto semplice, normale in tempi normali ma assolutamente eroico nell’orrido universo del lager. Quella zuppa non donava solo le calorie indispensabili alla sopravvivenza, ma donava la speranza di un mondo normale, migliore, popolato da persone capaci di gesti d’amore gratuiti, quella zuppa scaldava il cuore e permettendo la vita a chi la riceveva, stabiliva il “perché” della vita a chi la donava. Lorenzo e Primo si conoscono per caso, un filo tragico e tenace unisce le loro vite, i loro destini e quando il campo è ormai solo un terribile ricordo si ritrovano a bere il vino forte ed aspro del Pigher, la piola del borg vej a Fossano, ma Lorenzo è lontano, insegue un'altra meta, ode solo altre voci, vede altre cose e lentamente, ma caparbiamente, in silenzio così come è abituato, si autodistrugge, ci lascia. Ma il filo che li ha uniti nella vita li unirà, sebbene a distanza di tempo, anche nella morte. Forse perché la loro riserva d’amore si era esaurita, forse troppo gliene abbiamo chiesto. 120 MOvimento Libere Espressioni Metropolitane formato dalle compagnie teatrali torinesi Anticamera Teatro, Chi per Es Teatro, Grimaco Movimentiumani, Ivaldi|Mercuriati, e l’attrice Chiara Cardea. TRICHER 3_non dire falsa testimonianza di MO.Lem con Chiara Cardea, Roberta Maraini, Silvia Mercuriati, Salvo Montalto, Elena Pisu regia di Marco Ivaldi, Marco Monfredini e Francesca Tortora direzione tecnica di Andrea Sancio Sangiorgi foto di scena di Alessandro Bosio foto locandina di Marco Monfredini riprese e montaggio video Giulia Gobbi e Francesco Dinolfo link video: promo 1 minuto:www.youtube.com/watch?v=Lmkv8PwMOxg promo 10 minuti www.youtube.com/watch?v=MEjfm5kbGtM intero www.youtube.com/watch?v=fM5RSBQS7R0 pagina web spettacolo: www.facebook.com/groups/collettivomolem/ genere: teatro contemporaneo I bambini salveranno il mondo. Non dire le parolacce davanti ai bambini. I bambini sono come spugne, assorbono tutto. E allora voglio farmi un sondaggio. Voglio dire ciò che penso. Voglio pensare ciò che dico. Come faranno i bambini a salvare il mondo? Noi raccontiamo loro un mucchio di bugie. Voglio fare un sondaggio. Voglio sapere la verità. Voglio trovare la domanda giusta per avere la risposta che non mi aspetto. Inoculiamo paure assurde, verità false, goccia dopo goccia. Perché i bambini cambino il mondo, domani, io devo cambiare oggi. Voglio smetterla di mentire. Voglio essere un testimone oculare. Voglio dare la mia testimonianza. E il mio esempio. Voglio cambiare canale. Voglio cambiare colore. Voglio cambiare. Spegnere e non riaccendere. Ri-co-min-cia-re. Accetterò solo la fatica di non sapere. Voglio che le domande cambino nel tempo. Voglio che le domande rimangano le stesse, ma cambino le risposte. Voglio potermi porre delle domande e almeno qualche volta trovare le risposte. 121 La nostra domanda di partenza è sempre la stessa: “Che differenza c’è tra non dire la verit{ e mentire?” In questo terzo capitolo proveremo a rispondere concentrando la nostra analisi sull’apporto che le “Testimonianze” possono dare alla ricerca della _ non menzogna_ . Porremo l’attenzione sul verbo _ volere_ e non su _ accettare_ o _accontentarsi_. Proveremo, noi, oggi, a non commettere il reato di FALSA TESTIMONIANZA. TRICHER 4_selodicelaTValloraèvero di MO.Lem con Chiara Cardea, Roberta Maraini, Silvia Mercuriati, Salvo Montalto, Elena Pisu regia di Marco Ivaldi, Marco Monfredini e Francesca Tortora direzione tecnica di Andrea Sancio Sangiorgi foto di scena di Alessandro Bosio foto locandina di Marco Monfredini contributo alla produzione E45 Napoli Fringe Festival in collaborazione con Stalker Teatro | officine CAOS link video: (promo) www.youtube.com/watch?v=K2X7StdC4CY Lo spettacolo debutta a giugno 2013 all’ E45 Napoli Fringe Festival, il video definitivo sar{ disponibile solo in seguito al debutto. pagina web spettacolo: www.facebook.com/groups/collettivomolem/ genere: teatro contemporaneo Stato nostro che non stai più in piedi sia riabilitato il tuo nome fermenti lo sdegno venga alla luce la verità come al nord così al sud dacci oggi un vero quotidiano e rimetti a posto i nostri crediti come noi metteremo a posto tutti gli evasori e non fingere elezioni ma liberaci dal Male Amen/o che… TRICHER 4_ selodicelaTvalloraèvero è uno spettacolo. No, non è uno spettacolo. È solo quello che voi volete vedere e nient’altro. La nostra domanda di partenza è sempre la stessa: che differenza c’è tra non dire la verit{ e mentire? Abbiamo provato a togliere dal teatro tutto il superfluo per trovare, forse, la cosa che più del teatro rappresenta l'essenza finale: fare insieme e dire qualcosa di non detto. Il risultato è una tragedia dentro una tragedia, seguita da una tragedia che sembra possa durare per sempre. Snervante. Ti verrebbe da uccidere personalmente i protagonisti. Per il bene di tutti. “Non ci posso credere, non ci posso credere. Madonna, non ci credo. Non ci posso credere. Oh mio dio. Ho in programma di costituirmi a Napoli per tentare un patteggiamento subito dopo le vacanze. Si salvi chi può e nessuno può salvarsi, non si è mai salvato nessuno, non uno fra tutti questi miliardi di uomini. Lei stesso è un esempio perfetto. Lei medita e non fa nulla. Lei vede la miseria ma non la rimuove. Lei è uno che osserva questo marciume ma non lo toglie di mezzo. Mi arrabbio. Mi calmo. Mi annichilisco. Lo so anch'io che non è abbastanza, ma stiamo parlando di nove miliardi di euro di patrimonio solo in Italia.” “io spero non si offender{ nessuno se parliamo un poco anche di noi” 122 MULINO AD ARTE www.mulinoadarte.com LEVEL UP di Cristian Piovano e Daniele Ronco con Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Jacopo Trebbi regia di Mulino Ad Arte link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/level_up.html genere: commedia LEVEL UP affronta il tema di Internet. Sempre più spesso si rischia di cadere nella dipendenza dal web, che può spaziare dai social network, e quindi Facebook, Twitter, Skype,… fino ai giochi di strategia e combattimento on-line. Chi cade nella ragnatela diventa schiavo del pc e i rapporti sociali veri – quelli “in carne e ossa” – si riducono esponenzialmente. Indubbiamente Internet porta con sé importanti rivoluzioni nella nostra quotidianità: la velocità di comunicazione, l' apprendimento, l' aggiornamento costante su ciò che accade in tutto il pianeta. Matteo spende la sua vita inchiodato alla scrivania davanti al computer. Dai cristalli liquidi del suo pc trae linfa per vivere i suoi vent' anni. Solo Miriam, piombata all’improvviso nella sua vita, sapr{ catturare l’attenzione del ragazzo; solo lei riuscir{ ad attirare gli occhi e la mente di Matteo verso qualcosa di più profondo, reale, sorprendentemente Vivo! I VOLTI DI HIROSHIMA di Daniele Ronco con Daniele Ronco, Jacopo Trebbi, Costanza Maria Frola regia di Daniele Ronco, Jacopo Trebbi link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/i_volti_di_Hiroshima.html genere: drammatico L’idea di mettere in scena questa storia nasce dalla voglia di raccontare i catastrofici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, concentrandosi su un episodio avvenuto ben oltre i confini Europei e del quale si parla meno. Daniele Ronco, affiancato in un secondo momento da Jacopo Trebbi, ha provveduto ad adattare per il teatro il testo scritto da Karl Bruchner, dal titolo “Il gran sole di Hiroshima”; il risultato è una pièce ricca di suggestioni, nella quale si avvicendano narrazione e prosa. Sullo sfondo di una Hiroshima prossima allo scoppio della bomba atomica, Satoshi Mitsawa narra la storia di Scigheo e Sadako Sasaki, due bambini spensierati che vivono la difficile situazione del loro paese in guerra. Durante lo spettacolo è proprio Satoshi, giocattolaio e origamista, ad evocare i personaggi coinvolti nella vicenda: ufficiali giapponesi acciecati dal fanatismo del loro regime marziale, giovani americani catapultati in una vita militare che non appartiene loro, Tibbets e Parson, esponenti di spicco dell’aviazione, sconvolti e increduli dopo lo scoppio della bomba, la danza macabra di due scienziati ai piedi di un candido altare/bomba. Ciò che accomuna le loro storie è l’inconsapevolezza di ciò che sarebbe successo di lì a poco. 123 LA TRASMISSIONE DEGLI OGGETTI di Daniele Ronco, Camilla Bonacchi con Daniele Ronco, Camilla Bonacchi regia di Mulino Ad Arte link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/la_trasmissione_degli_oggetti.html genere: clownerie Due clown atipici: una presentatrice e il suo valletto, Frescotti. Lui, maldestro, lei volenterosa ma con la testa fra le nuvole. E’ il giorno della messa in onda de La Trasmissione degli Oggetti, una vera e propria trasmissione televisiva, in cui la presentatrice mostrerà al pubblico una serie di sketch, chiedendo al suo valletto personale di aiutarla; questi però, essendo goffo e impacciato, si farà distrarre da tutti gli oggetti che gli capiteranno tra le mani e giocando di fantasia li far{ diventare qualcos’altro. Ce la faranno Frescotti e la presentatrice a fare bella figura con il pubblico a casa? SCALA DI LUNA di Daniele Ronco con Jacopo Trebbi, Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Alice Enrici (Soprano), Sergio Lucisano (Pianoforte) regia di Mulino Ad Arte link video, pagina web spettacolo: http://www.mulinoadarte.com/pages/scala_di_Luna.html genere: Recitazione di poesie, prosa, canto lirico e musica dal vivo In un’epoca in cui quasi tutto è effimero e i grandi valori che ci vengono trasmessi dal passato rischiano di essere dimenticati , è importante continuare a credere nel più nobile dei sentimenti: l’amore. L’amore che è gioia, voglia di vivere, estasi, ma anche dolore, illusioni, amarezza, delusioni… La parola amore abbraccia l’intera vita di un uomo, da quando muove i primi passi fino a quando esalerà il suo ultimo respiro. Coltivare quotidianamente questo prezioso sentimento che ognuno di noi ha dentro di sé per costituzione, è la cura più sana e naturale per combattere le tante malattie non segnalate sui libri di medicina. A tal proposito, la poesia, può farsi garante di un’ assoluta sincerit{, di naturalezza, di limpidezza, perché altrimenti , è meglio che non nasca neppure, non avrebbe ragione di esistere. Trascorreremo un’ora in compagnia del pubblico, al quale, attraverso la prosa, la poesia e la musica, cercheremo di regalare un distillato d’amore, qualche preziosa goccia con cui potersi inumidire le labbra quando essi lo vorranno. La messa in scena avr{ come filo rosso l’incontro su una panchina di due uomini che incarnano le due facce del rapporto uomo-donna: quella sentimentale e quella carnale. DUE FRATELLI di Fausto Paravidino con Daniele Ronco, Costanza Maria Frola, Jacopo Trebbi regia di Riccardo Bellandi genere: drammatico La cucina di un appartamento di una delle nostre città. Una storia. Quella dei fratelli Boris e Lev e della loro coinquilina Erica, che si lasciano vivere al ritmo disperato di un tic-tac di sveglia che si ferma 124 arbitrariamente, per coglierli e mostrarceli in alcuni casuali momenti di passaggio apparentemente insignificanti. Dialoghi serrati, un fiume di pensieri, un oceano di parole. In cui non c’è traccia di uno scopo di vita individuale, seppure quotidiano, né la ricerca di un benessere, e nemmeno la reale volontà di entrare in contatto con il prossimo. Incatenati l’uno all’altro, prigionieri di una cucina-buco nero dove ogni occasionale spiraglio di luce viene stroncato alla fonte, la vita scorre senza grazia e l’analfabetismo emotivo si trasferisce dalle parole ai gesti. Solo una storia. Sicuramente inventata, o forse no. Forse già accaduta, forse non ancora. Nella cucina di un appartamento di una delle nostre città. 125 MUNICIPALE TEATRO www.municipaleteatro.it TRA ACQUA E TRENI di Giulia Bavelloni, Enrico Gentina, Chiara Lombardo, Daniela Pisci con Giulia Bavelloni e Daniela Pisci regia di Enrico Gentina e Chiara Lombardo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=rTpiTSNSz7g&feature=youtu.be http://www.municipaleteatro.it/tra_acqua_e_treni.html genere: nuove creatività/performance Tra Acqua e Treni è un viaggio nel tempo e nello spazio di due aspiranti esploratrici; l'avventura e la sfida di due presenze femminili che, giocando, crescono e ci accompagnano in un viaggio nella semplicità delle piccole cose. Due attrici si muovono tra lastre di alluminio che disegnano a terra la pianta in scala di un quartiere; restituiscono la loro personale mappatura urbana e accompagnano lo spettatore verso la sensazione vertiginosa che chiunque ha provato un giorno perdendosi in uno spazio, in un mondo del quale poi si è innamorato. Tra Acqua e Treni nasce da un laboratorio teatrale, da una fase di studio su “Le citt{ invisibili” di Calvino. Tra Acqua e Treni è un racconto che - partendo da un primo confronto con i volti e le storie che s’incontrano di sfuggita nelle nostre strade, nei nostri quartieri - attraversa le strade, i mercati, le piazze di tutto il mondo. Racconta la rete di relazioni territoriali e i suoi rapidi cambiamenti. Parla del territorio e al territorio perché forse, in fondo, è questo il teatro: uno strumento per procedere in racconti che da specifici divengono universali, incontrando sguardi, suggestioni e pensieri di nuove persone, di nuovo pubblico e nuovi attori. Tra Acqua e treni è un esercizio di ampliamento della veduta: è il tentativo di inglobare molteplici punti di vista e scorci per porre l'attenzione su meccanismi sociali complessi, sulla poesia di contesti più ampi. 126 www.nartea.it MADRI…CORO DI DONNE di Lidia Masala con Patrizia Gugliotta, Lidia Masala e Pamela Bongiovanni alla fisarmonica: Sara Milanolo alla Chitarra: Giovanni Masala link video, pagina web spettacolo: www.nartea.it genere: teatro musica Uno spettacolo divertente con storie di donne che si incrociano e si raccontano. Sono storie di donne che vivevano in montagna, donne immigrate in Francia, in Brasile; donne di paese, storie di maestre, storie di donne contadine e operaie. Un incrocio di storie, di vite e di periodi storici dall’unit{ D’Italia alla seconda guerra mondiale, raccontate nel quotidiano, con intrecci di musiche e canzoni dell’epoca. La scelta di inserire la fisarmonica, le cantate delle bande, le cantate tradizionali anche in lingua patua è per dar vita ad un teatro popolare, ad un teatro che si avvicina allo spettatore e lo rende partecipe con i suoi ricordi. “Ho lavorato anch'io nel mulino... coi mulini a pietra si fa la farina più buona...” racconta una delle donne contadine, madre anche lei, perché una volta il lavoro c’era, soprattutto nelle valli. “Sono stata più di 40 anni in Francia... sono andata che avevo 13 anni, sono andata in Francia a Majà, successivamente sono stata a Lione e poi … in Brasile.... Lavoravo nei telai per la seta....” “Tre anni in Brasile a San Paolo... racconta una delle donne immigrate che a sua volta è ritornata nel suo paese. I racconti sono accompagnati da musica e canzoni dell’epoca e da un accurato lavoro sull’immagine, con una scenografia e dei costumi antichi per ricreare dei quadri legati ad un tempo passato. Un lavoro intimo e accurato sulla creazione dei personaggi, sui loro bisogni e come gli stessi li coprono, un lavoro sugli sguardi, sul prendersi un rischio, sui movimenti e sulle musiche, il tutto ha dato vita ad un’opera drammatica ma nello stesso tempo ironica e divertente, entrando nelle loro vite, attraverso il quotidiano. Ha replicato: durante il Festival internazionale della cultura popolare, nei Teatri della provincia di Torino e del Comune di Torino, Sagra della castagna a Nomaglio, Festival della Montagna a Condove, all’interno della manifestazione Chantar l'Uvern: frammenti di cultura occitana e francoprovenzale. TIENIMI PER MANO di Lidia Masala e Alessandra dell’Atti in scena Alessandra Dell'Atti e Lidia Masala link video, pagina web spettacolo: www.nartea.it genere: classico Il computer, come altri dispositivi tecnologici(tablet, smartphone...),è ormai entrato a far parte della quotidianità di un numero sempre crescente di persone a partire dalla più tenera età: anche i bambini imparano presto a servirsi di questo strumento e dei suoi innegabili vantaggi pratici non solo per svolgere i loro compiti ed informarsi , ma anche per giocare e comunicare con gli altri. Spesso però l'uso diventa un abuso, generando una dipendenza da quello che dovrebbe essere solo uno dei tanti mezzi di comunicazione e di intrattenimento ed invece finisce con il diventare l'unica possibilità di esprimersi e di entrare in contatto con il mondo. 127 Si parla in modo generico di dipendenza da internet, o internet addiction, un fenomeno complesso, che porta ad isolarsi sempre di più in una realtà virtuale trascurando gli affetti e le esperienze dirette vissuti nel mondo reale. Lo spettacolo, a partire dalla consapevolezza della necessità di confrontarsi con le moderne tecnologie, senza rifiutarle, ma sfruttandole per la loro effettiva utilità secondo un uso responsabile, sviluppa una riflessione sui limiti e sugli effetti dell'esperienza virtuale e di una comunicazione priva di sguardi in cui manca un reale contatto tra esseri umani. I corpi di due attrici si muovono all'interno di una scacchiera simulando un videogioco attraverso il quale introdurranno progressivamente lo spettatore in una realtà virtuale in cui niente è come appare e tutto è fatto in modo da attirarlo, blandirlo e convincerlo a fare qualcosa senza che nemmeno se ne renda conto ( come in una televendita ).In queste visioni si inseriscono i racconti (tratti da storie vere) di chi ha cercato nel web un rifugio alla propria solitudine e alla noia creando relazioni virtuali dato che “nessuno vuole parlare con me I corpi e le voci delle attrici, la musica e la pittura evocano il mondo virtuale e le sue insidie, che si svelano progressivamente e lasciano infine il posto alla magia dell'incontro, del contatto, dell'emozione condivisa. IL MULINO: RACCONTI E STORIE DI COMUNITÀ SUL PANE con Lidia Masala, Chiara Puleo e Sara Milanolo. Dopo una realizzazione di interviste alla popolazione locale per la registrazione delle storie del rapporto tra la comunità, il mulino e i forni che raccolga la documentazione relativa alle storie, alle fotografie vecchie e nuove (eventualmente raccolte attraverso i giovani). La raccolta verrà organizzata attraverso la videoregistrazione, la raccolta scritta, quella fotografica e durante lo spettacolo verrà messa a disposizione del pubblico attraverso il racconto degli attori. Tra storie, immagini e canzoni si racconterà dal mulino, ai forni alla vita di comunità. Il pane dunque diventerebbe il fil rouge, l’idea guida. Il processo di panificazione e l’utilizzo dei forni rappresenta per Usseaux una tradizione che si era consolidata e andata poi in disuso a causa del fenomeno dell’immigrazione dei residenti verso i vicini centri urbani di Pinerolo, Torino e la Francia. Nel corso degli ultimi anni grazie alla rimessa in funzione di parte dei forni e all’organizzazione di momenti pubblici dedicati alla cottura del pane, tale tradizione sta riprendendo vita. 128 NESSUN VIZIO MINORE Associazione Teatrale www.nessunviziominore.it PRIMA CHE CADA LA NOTTE di Davide Bernardi (liberamente ispirato al racconto “Pretending the bed is a raft” di Nanci Kincaid) con Matteo Barbero, Davide Bernardi, Silvia Caltagirone, Corinna Costa, Simone Cutri, Monica Iannessi, Paolo Mazzini, Mara Scagli, Patrizia Schneeberger regia di Davide Bernardi link video promo: http://www.youtube.com/watch?v=cRlcqMJ_Pm8 pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/prima-che-cada-la-notte/ genere: testo drammatico con allestimento contemporaneo Giulia ha 25 anni, un compagno e due bambini che ama. E un male incurabile; un tumore che nell’arco di tre mesi le porterà via i suoi affetti ed il suo domani. Giulia decide che tre mesi sono troppo brevi per trascorrerli tra corsie d’ospedale, esami e lacrime. Ma tre mesi, forse, possono bastare per realizzare una lista di piccoli e grandi desideri, per sé stessa, e per assicurarsi che i suoi cari ricordino di lei solo le cose belle vissute insieme. “Lo spettacolo è liberamente ispirato al racconto “Pretending the bed is a raft” dell’americana Nanci Kincaid. Nella messa in scena – scrive Davide Bernardi che firma il testo e la regia - ho cercato di sottolineare il messaggio di speranza del quale la protagonista si fa portavoce. Il cuore della storia, quindi, è quella lista di “cose da fare prima di morire” che Giulia scrive e mette in atto, raccogliendo i piccoli e grandi desideri di una donna che sceglie di vivere il più intensamente possibile.” Lo spettacolo ha debuttato a fine 2012 al Teatro Vittoria di Torino, in collaborazione con l’ANAPACA (Associazione Nazionale Assistenza Psicologica Ammalati Cancro) e con il patrocinio di: Città di Torino, Circoscrizione 1 Centro-Crocetta, Provincia di Torino, Regione Piemonte, Azienda OspedalieroUniversitaria San Giovanni Battista di Torino, Azienda Ospedaliera Ospedale Infantile Regina Margherita Sant’Anna di Torino. NATURA MORTA IN UN FOSSO di Fausto Paravidino (con adattamento e revisione drammaturgica di Davide Bernardi) con Matteo Barbero, Davide Bernardi, Silvia Caltagirone, Simone Cutri, Monica Iannessi, Patrizia Schneeberger regia di Monica Iannessi e Davide Bernardi pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/natura-morta-in-un-fosso/ genere: giallo commedia drammatica con allestimento contemporaneo In un paese qualunque della provincia italiana, in un sabato sera come tanti, una ragazza viene massacrata di botte ed uccisa. Il suo corpo senza vita viene abbandonato in un fosso. È il corpo di Elisa Orlando, 22 anni. Intorno alle indagini sulla sua morte si intrecciano le vicende dei genitori increduli e spezzati dal dolore della perdita, di agenti di polizia che devono trovare la verità in poche ore, di amici fidanzati conoscenti, ognuno convinto, a suo modo, di aver conosciuto la vera Elisa. E a poco a poco 129 emerge un mondo fatto di droga, prostituzione, discoteche, ma anche di ingenuità, tenerezze e voglia di vivere sempre al massimo, con la disperazione tipica dei vent’anni. Seguendo i racconti di chi l’ha amata e conosciuta, avvicinata o appena intravista, viene ricostruito il puzzle di quella notte e di quello che Elisa era veramente. Ma la verità può assumere aspetti violenti ed inattesi, e non si è mai preparati abbastanza a scardinare le proprie convinzioni e a pagarne le conseguenze. “Il giallo raccontato in questa storia - scrive Davide Bernardi che ha adattato il testo - è lo strumento attraverso il quale viene raccontata una umanità profondissima. È l’umanità di quei personaggi che si ritrovano coinvolti, volenti o non, a fare i conti con sé stessi e con l’idea che di sé stessi e degli altri si ha. Lo spettacolo ha ricevuto il patrocinio di: Città di Torino, Provincia di Torino e Regione Piemonte e debutta alla Cavallerizza Reale di Torino a maggio 2013. BELLE, RI-BELLE di Carol Rocha con Silvia Caltagirone, Monica Iannessi, Carol Rocha, Luisa Trompetto, Matteo Barbero, Davide Bernardi regia di Carol Rocha link video promo: http://www.youtube.com/watch?v=hnNPmZUEeB0 pagina web spettacolo: http://www.nessunviziominore.it/gli-spettacoli/belle-ri-belle/ genere: miscellanea di testi sulla femminilità con allestimento contemporaneo Casalinghe di tutte le epoche che fanno le pulizie a suon di musica; una Biancaneve che, dopo aver fatto da serva per la matrigna, i nani e anche per il principe, capisce finalmente che nella vita c’è qualcosa di meglio che fare le pulizie; streghe che dissertano di chirurgia plastica; ragazze di strada cui viene negata ogni forma di rispetto, anche da sé stesse; madri che han dedicato la propria vita a crescere figli dimenticandosi di sé stesse. Piccole scene di un quotidiano femminile; ritratto ora in maniera realistica, ora in maniera assurda ma sempre con ironia (e autoironia). Belle, Ri-Belle nasce come “Ode”, ma un’Ode ironica, per tutte le donne, felici di esser donne e capaci di dimostrare la propria vera bellezza in piccoli (e magnifici) atti di ribellione. “Motivo ispiratore dello spettacolo – scrive Carol Rocha, regista dello spettacolo - è stata la ricerca della vera bellezza delle donne e la volontà di ribellarsi ai ruoli cui il loro sesso le condanna; ribellarsi a quel ruolo passivo e accondiscendente radicato nell'immaginario comune, a quell'esser vittima di una scelta che altri hanno fatto per loro e prima di loro, senza considerare le aspirazioni, i talenti, l'unicità che ogni donna porta con sé.” Lo spettacolo ha debuttato nel 2011 al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese ed è stato replicato con successo in diverse piazze di Torino e provincia. 130 NIDODIRAGNO Produzioni teatrali www.nidodiragno.it IL DIARIO DI MARIAPIA di Fausto Paravidino con Fausto Paravidino, Monica Samassa e Iris Fusetti regia di Fausto Paravidino link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/faustoparavidino genere: nuove creatività disponibilità dal 13 gennaio al 9 febbraio 2014 La Mariapia del titolo è un medico di campagna che, dopo una lunga malattia, è stata ricoverata in ospedale per non uscirne più. Lì ha perduto tutte le sue forze e, con esse, la vitalità con la quale per paradosso sperava di morire. Per far fronte a questa imprevista depressione il suo medico le ha consigliato di continuare a fare il suo lavoro, il dottore appunto, rendendo testimonianza della sua esperienza sanitaria. Lo spettacolo tratto da questo materiale è una commedia che parla della vita quando si avvicina alla morte e dell’effetto che questo fa ai futuri superstiti. La cosa speciale di questo testo e di questa messa in scena è la particolare ricerca con la quale avvicinare l’orecchio ad un testimone di una fase straordinaria della vita, forse la più spaventosa, per cercare dei piccoli indizi sul segreto della vita, con la speranza che questa prospettiva ci possa dire qualcosa… e la cosa sorprendente è che oltre a commuoverci sa anche farci sorridere molto. Una ennesima grande prova drammaturgica di Fausto Paravidino. UNA SPECIE DI ALASKA di Harold Pinter con Sara Bertelà, Nicola Pannelli e Orietta Notari regia di Valerio Binasco genere: nuove creatività Una specie di Alaska è una commedia terribile come un incubo, dura come una relazione scientifica e struggente come un mèlo. È ispirata alla raccolta di testimonianze reali che il medico Oliver Sacks raccoglie nella sua memorabile opera “Risvegli’ in cui racconta le esperienze dei suoi pazienti affetti dell'encephalitis letargica, epidemia che dopo il 1916 terrorizzò buona parte del mondo. Harold Pinter (Premio Nobel per la letteratura 2005) colpito da queste incredibili vicende umane, ci descrive in modo commovente ed estremo il risveglio di una donna dopo ventinove anni di coma letargico e lo smarrimento che deriva da questo lungo periodo di assenza. A sua volta Valerio Binasco, regista stimatissimo, sedotto dalle opportunità di una storia così unica, mette in scena uno spettacolo nel quale emergono tutte le caratteristiche contradditorie del Teatro Povero: “minimalismo e assoluto classico, intimit{ e crudezza” che secondo lui costituiscono le suggestioni del teatro contemporaneo. Occorrono attori importanti per un teatro fatto di soli attori, afferma Binasco ed ecco che disarmante è la prova di Sara Bertelà nei panni di Deborah, affiancata da Nicola Pannelli e Orietta Notari, capaci di condurre il pubblico in un clima sospeso -… in una specie di Alaska – tra un presente assurdo dove non riesce a collocarsi e quel tempo ‘bianco’, non vissuto e rubato che non tornerà più. Lo spettacolo può avere luogo in spazi anche non convenzionali . 131 QUALCHE PAROLA SULL’ANIMA voce e pianoforte per la poesia di Wisława Szymborska con Sara Bertelà (voce recitante) e Rita Marcotulli (pianoforte) genere: nuove creatività Wisława Szymborska è una delle piú grandi poetesse dei nostri tempi, premio Nobel alla Letteratura nel 199. Sara Bertelà e Rita Marcotulli entrano in punta di piedi nel suo straordinario e fittissimo percorso umano e letterario e con passione e sensibilità femminile tessono una straordinaria partitura di note e parole, delicata ed intensa, ironica ed emozionale, guidate dalla lezione della grande poetessa. Lo spettacolo va oltre la semplice enunciazione delle liriche di Wislawa, e cerca di raccontare le stagioni di una donna lungamente lontana dalla ribalta, ma felicemente coerente al suo percorso letterario. Vita e poesia, storia e arte si mescolano così in una narrazione tenue ed emozionante che prova a restituire l’ispirazione più profonda del messaggio della poetessa: nulla di quel che accade è irrilevante. Ogni cosa ha un canto in serbo per un cuore che ascolti. Sara Bertela’ è apprezzatissima attrice del panorama teatrale italiano da oltre vent’anni. Rita Marcotulli è unanimemente considerata tra le migliori jazziste italiane. MI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANO di Aram Kian e Gabriele Vacis con Aram Kian regia di Gabriele Vacis link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/faustoparavidino genere: nuove creatività Una classica infanzia degli anni Ottanta, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’... “Io sono uno di quelli che si riempiono lo zainetto di esplosivo e fanno saltare la metropolitana di Londra… Se uno alto, biondo venisse qui a dirti: ho lo zainetto pieno di bombe… tu ti metteresti a ridere, no? Ma se te lo dico io? Un brivido ti viene, no? Solo perché sono basso e nero. Che poi non sono neanche tanto nero, al limite un po' olivastro…" In bilico fra incanto, ironia e tragedia, lo spettacolo racconta la storia dei nuovi italiani, i figli degli immigrati, le cosiddette "seconde generazioni". Attraverso la voce dell’attore protagonista, Aram Kian, Gabriele Vacis costruisce un testo che è uno stralcio di vita e di memoria e, insieme, uno sguardo al futuro di una società che impara, giorno per giorno, a dare un significato all’aggettivo “multietnica”. FAVOLA IN MUSICA PER CORNACCHIE, CANI SELVATICI, MALEDIZIONI, TIRANNI, SEPOLCRI & FANCIULLE IN FIORE –LA STORIA DI ANTIGONE” riscritta da Ali Smith dalla tragedia di Sofocle con Anita Caprioli e Didie Caria regia di Roberto Tarasco link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/anita-caprioli genere: nuove creatività 132 Anita Caprioli, attrice sensibile e colta, torna in teatro e si cimenta in una rilettura dell'Antigone attraverso il testo della scrittrice scozzese Ali Smith, scelto da Alessandro Baricco come una delle storie "da salvare" (Collana Save the Story, un’idea editoriale della Scuola Holden pubblicata dal Gruppo Repubblica L’Espresso). Anita offre un’intensa interpretazione che trova perfetto connubio con le melodie del cantante e musicista Didie Caria (semifinalista di X Factor edizione 2012-2013), così come si unisce efficacemente alle installazioni dello scultore Giovanni Tamburelli e alla cura dell'abito realizzato dall'atelier di Fabiana Bassani. “La storia di Antigone” è una delle tragedie classiche più note che in questo lavoro viene raccontato con una prospettiva ecologista ovvero dalla parte delle cornacchie che osservano le umane vicende e infine dimostrano di guardarle con maggiore saggezza. Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio? E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralit{? Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re? Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari? Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. IL NOSTRO AMORE SCHIFO con i Maniaci d’Amore testo di Francesco D’Amore e Luciana Maniaci regia di Roberto Tarasco link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/maniacidamore genere: nuove creatività “Il nostro amore schifo” è un composto di comicit{, cinismo e puro surrealismo, un'indagine semiseria sul sentimento intricato della gioventù, sezionato e fatto a pezzi da due figli del nostro tempo, ingenui e al tempo stesso spietati. E' una storia di non-amore durata decenni e condensata nel giro di un'ora, tra apici sublimi e biechi deragliamenti, nel tentativo di comporre la guida illustrata della prima esperienza sentimentale, letta come tragicomico rito di passaggio che tocca a tutti, prima di consacrarsi alla tiepidezza dell'età adulta. Uno spettacolo capace di esprimere un humor acuto e sottile, freschissimo e surreale che evoca Troisi, ma ricorda anche l'ironico dualismo Vianello-Mondaini e non prescinde dalla lezione di Petrolini. Lo spettacolo ha la sua forza nel testo, in questo gioco di compiere una carrellata velocissima su una storia lunga, loquace e piena di alti e bassi. Ogni scena è un'istantanea della loro parabola esistenziale in una sorta di racconto trai decenni che alterna una serie di istantanee surreali, ironiche e feroci: il primo incontro, la crisi dei sette anni, il pranzo dai genitori di lei, un funerale inaspettato, l'ombra di un tradimento, il matrimonio... Lo strumento che caratterizza questi fermo-immagine è proprio la comicità messa in atto attraverso il lento svelarsi di quell'ironia atroce che è nascosta sotto ogni storia d'amore troppo chiassosa e movimentata per essere autentica. BIOGRAFIA DELLA PESTE con i Maniaci d’Amore testo di Francesco D’Amore e Luciana Maniaci regia di Roberto Tarasco 133 link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/maniacidamore genere: nuove creatività “Biografia della peste” sono due favole. Una favola nera e una favola bianca. Il racconto di due luoghi, un luogo di morte e un luogo di vita: uno si confonde nell'altro, e nessuna unità si compie. Dentro ci sono le nostre madri, il peso delle generazioni passate, l'incapacità di muoversi, il desiderio di ricominciare da capo, la necessità di chiamare ogni cosa col proprio nome. Uno spettacolo psicotico e magico. Perché col linguaggio della fiaba si possono raccontare le cose peggiori. Con quello degli adulti solo alcune piccole verità. A Duecampane dominano il dubbio e l'incompiutezza. Così, anche la morte è diventata incerta e parziale. La peste del titolo non è altro che questo: una morte part-time, 23 ore al giorno. Tutti gli abitanti – meno due - ne sono infetti. Nell'unica ora di vita che è loro concessa è possibile per i semi-morti cercare una via per “migliorare la propria biografia”, come si augurava Sartre. “Biografia della Peste” è la storia, raccontata dal punto di vista del virus, dell'unica famiglia scampata al virus. Il ritratto di una madre-frigorifero che è l'unica donna felice del mondo, di un padre-cavolo, innocuo e saggio come ogni ortaggio, di un figlio che all'occasione sa essere spastico o gentiluomo, e di una ragazza morta che non fa che sbagliare i verbi e lamentarsi di non poter ballare. Se la più grande sfortuna dell'uomo è quella di nascere da altri esseri umani, ereditandone errori e conflitti, non sarebbe tutto più facile se derivassimo dai cavoli, come suggerisce la fantasia popolare? Duecampane è il luogo dopo la Caduta, in cui quest'alternativa può essere considerata l'unica base per la costruzione di una nuova e più sana umanità. Parliamo di un paese da fiaba, per questo c'è permesso riderne. Un paese inventato, almeno quanto il nostro. DI SUONI E D’ASFALTO con Les Nuages Ensemble e Eugenio Allegri testi di Chatwin, Le Clezio, Soldati, Baricco, Calvino regia di Eugenio Allegri link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/eugenio-allegria-nuages-ensembles genere: teatro musica Il viaggio è tema antico della Letteratura, che in ogni sua epoca ha scelto la Musica per ideale compagna di strada. Parole e suoni hanno raccontato nel canto questa straordinaria dimensione di scoperta, conoscenza ed emozione che ha accompagnato singoli uomini e intere popolazioni. Un nomadismo di gambe, occhi e spirito senza il quale oggi l’uomo non sarebbe quello che è. Amore, avventura, guerra, inferno, pace, morte, dolore, leggerezza, solitudine, gioia, follia, bellezza, paradiso, fatica, seduzione, religione, lavoro, felicit{, ribellione, conquista e quant’altro ancora hanno inciso tracce indelebili nei racconti e nelle melodie di artisti di ogni tempo. Raccontare il viaggio è un po’ viaggiare, e chi presta occhi ed orecchie a queste narrazioni parte senza valigie, sulle tracce dei sentieri percorsi dai viaggiatori e dai loro cantori. Uno straordinario quartetto di musiciste quali Les Nuages Ensemble e un attore avvezzo al racconto come Eugenio Allegri intrecciano dunque le loro storie e quelle dei personaggi evocati da racconti e dalle note, per costruire un Reading-Spettacolo di forte impatto emotivo. Da Oriente ad Occidente, da Nord a Sud, solcando le pagine di Miller, Cervantes, Kerouac, Soldati, Chatwin, Le Clézio, McCarthy e cavalcando suoni Berberi, Klezmer, Jazz, Tango e Mediorientali, pubblico e artisti salpano alla volta di mondi che sono al contempo territori geografici e dell’anima, in un’avventura di scoperta appassionante e suggestiva. 134 ’70 MI DA TANTO con i Pappazzum regia di Eugenio Allegri link video, pagina web spettacolo: http://www.nidodiragno.it/produzioni-a-distribuzioni/pappazzum genere: teatro musica I Pappazzum sono un gruppo di musica comica (il riferimento più semplice è alla Banda Osiris) nato nel circuito di arte di strada ed evoluto verso una dimensione teatrale che gli è maggiormente propria, attraverso il lavoro attuato con il regista e attore Eugenio Allegri. La musica è collante fondamentale di questo percorso: i Pappazzum in verità gli strumenti li suonano ovviamente, ma si divertono anche a cambiarne completamente la funzione ( il paragone d’obbligo è con la Banda Osiris): danno vita ad improbabili balletti, improvvisano una inguardabile break-dance, diventano un “corpo unico” e poi si “frangono” in svariati sketch per poi nuovamente riunirsi in performance musicali di impatto. Lo spettacolo "70 mi dà tanto" sviluppa l'intenzione comica del gruppo grazie ad una serie di quadri ad alto tasso di divertimento, trovando il fil rouge nelle evocazioni degli anni '70: dai riferimenti cinematografici (Arancia Meccanica, Easy Rider, Jesus Christ Superstar), a quelli storici (gli anni di piombo, la guerra in Vietnam...): uno spettacolo divertente, quindi, ma dal forte valore evocativo e non privo di spunti di riflessione. 135 NUOVA AVANGUARDIA PARALISI (TRAGICOMMEDIA DI TENDENZA) di Stefano Fiorillo con Stefano Fiorillo, Micol damilano, Alex Zacchello, Andrea Puglisi regia di Stefano Fiorillo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=LvLDjoTjeXM genere: Commedia Quattro ragazzi, tra i diciotto e i venticinque anni, vivono reclusi dentro un appartamento nella periferia di una grande metropoli. Si presentano come deboli creature che sopravvivono apatici al tempo che li uccide, ad un sistema malato che soffoca ogni loro sogno e aspirazione. Privi di qualsiasi comunicazione, sfoggiano: fatica, noia, infelicità, totale rassegnazione agli eventi. Apatici e timorosi di vivere, si lasciano scivolare addosso il sistema senza riuscire a reagire per migliorare il loro stile di vita. Incapaci a mettersi in gioco, scoraggiati, privi di forza di volontà, esibiscono sentimenti distorti, perversi, violenti. Preferiscono i silenzi alla dialettica. La violenza è il solo sentimento che li pervade; in una paralisi del sistema di cui sembrano esserne i veri protagonisti. La scrittura è tagliente, incisiva. Il dialogo è incalzante, violento, affettuoso, in molte momenti comico. Le battute sono rapide, in un ping pong serrato dove inconsciamente i personaggi si raccontano in un dialogo che non è dialogo. Non mancano momenti di assoluta comicità, espressi soprattutto dal personaggio di Ciccio, ragazzo estremamente sensibile che sembra vivere in un suo mondo fatto di giocattoli. Ovviamente non verrà capito da nessuno. È una feroce critica verso una società sempre più sorda al grido dei giovani. L'autore rappresenta il malessere, la malattia, la profonda solitudine non soltanto dei quattro ragazzi in questione, ma di un sistema intero, dimostrando così di esserne non solo un acuto rappresentante, ma nello stesso tempo un implacabile fustigatore. 136 NUOVEFORME COMPAGNIA http://www.nuoveforme.com/ CORRISPONDENZE liberamente tratto da Variazioni Enigmatiche di E.E. Schmitt con Simone Faraon, Paolo Mazzini, Francesca Roi, Elisa Alberghini regia di Sergio Cavallaro link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/corrispondenze.html genere: tragicommedia con prosa&danza “I miei personaggi parlano molto, ma raramente dicono la verità. Altrimenti non ci sarebbe una storia… Una volta che i miei personaggi hanno detto la loro verità, essi vengono contraddetti dalla vita. Altrimenti non firmerei la storia”. A dirlo è Eric-Emmanuel Schmitt, autore di “Variazioni enigmatiche”, testo preso in prestito dalla compagnia NuoveForme Diamonds per un nuovo adattamento teatrale che unisce la prosa alla danza. Un reporter chiede un'intervista ad un premio Nobel per la letteratura. Uomo molto bizzarro, che vive su una piccola isola del Mare di Norvegia. Abel, il premio Nobel, passa il tempo componendo lettere per una donna, forse un'immagine della sua mente, che egli ama ormai da 8 anni. Il colloquio tra i due uomini è vibrante fin dall'inizio, in un'alternanza di ferocia e compassione, ironia e pietà. Fino all'ultimo, drammatico segreto. La regia è affidata a Sergio Cavallaro che propone una lettura originale e registicamente affascinante del testo: un doppio livello di narrazione simultaneo e complementare che nasce come una commedia e sfocia nel dramma. Afferma il regista: “... di fronte ad un’opera del genere, ho dovuto necessariamente dare libero sfogo creativo al sottotesto attraverso la danza. Il pensiero e l'azione, o la parola che ne consegue, per loro natura non sono mai simultanei e non sempre l'uno soddisfa le attese dell'altro. E viceversa. Nella mia immaginazione appare dunque un "SOPRA" fatto di parole ed apparenze, precario e fluttuante, ed un "Sotto" composto da pensieri, sedimentazioni di resti di azioni passate e gesti. Entrambi i livelli comunicano, interagiscono, creano linee immaginarie di relazioni che non sempre viaggiano parallele, anzi, il più delle volte, si allontanano come le rette di una parabola. Si ipotizza che ogni persona abbia un proprio pensiero ed una propria azione. Tuttavia in alcuni momenti sembra si voglia lasciare a qualcun'altro la responsabilità delle nostre azioni per pigrizia, per inettitudine, per paura o semplicemente per avere un'alternativa. Per sentirsi liberi. Cosa accadrebbe, dunque, se il nostro Sopra non fosse Spinto dal nostro Sotto ma dal Sotto di un altro? Se una donna dal suo Sotto spingesse due uomini ad azioni fino ad allora impreviste? L'incontro tra i due uomini creerà un corto circuito di Relazioni Imprevedibili ed Indecifrabili, talvolta comiche ed esilaranti, altre volte tragiche ed emozionanti. Queste sono Corrispondenze, queste sono le mie Variazioni Enigmatiche." BOLLE DI PAROLE liberamente tratto da La cantatrice calva di E. Ionesco con Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Paolo Mazzini, Monica Iannessi, Francesca Roi regia di Simone Faraon link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/bolle-di-parole.html genere: tragicommedia dell’assurdo 137 La cantatrice calva (La cantatrice chauve) è la prima opera teatrale di E. Ionesco. Egli fa il contrario del teatro tradizionale, sottolineando l’aspetto convenzionale delle relazioni fra gli esseri che corrispondono solamente ad apparenze e rivelano la difficoltà di stabilire una comunicazione vera e sincera. La compagnia NuoveForme Diamonds affronta una straordinaria opera teatrale che ha segnato le basi per la nascita del teatro dell’assurdo, una parodia del teatro tradizionale che si mescola con i colori dello stile NuoveForme, in questo un inedito mix di teatro e danza. Bolle di parole suscita anche il riso, ma il comico veicolato risulta correlato con l’assurdit{ che caratterizza il linguaggio e il comportamento dei personaggi: gli eccessi e lo sfalsamento che suppone questa andatura parodica sono portatrici di effetti comici. Il carattere delle battute rivela la difficoltà a comunicare. Il dialogo risulta difficile, se non impossibile: ciascuno si trova chiuso all'interno della sua concezione delle cose, ha la sua idea delle nozioni e delle parole che utilizza e che utilizzano gli altri. Dall’assurdo i personaggi passano al non-senso, nuova fonte di comicità. Lo spettatore ride del delirio verbale nel quale cadono i personaggi, delle storie stupide che raccontano, della distruzione finale di un linguaggio che è divenuto totalmente incomprensibile. Ecco cosa lo stesso Ionesco dichiarò: «questa commedia (poiché tutto ciò si era trasformato in una specie di commedia o anticommedia, cioè veramente la parodia di una commedia, una commedia nella commedia) ero sopraffatto da un vero malessere, da un senso di vertigine, di nausea. Ogni tanto ero costretto ad interrompermi e a domandarmi con insistenza quale spirito maligno mi costringesse a continuare a scrivere, andavo a distendermi sul canapè con il terrore di vederlo sprofondare nel nulla; ed io con lui.» Non resta che lasciarsi affascinare dalla dirompente genialità di questo spettacolo. RISATE IN 3D di Simone Faraon & Corrado Trione con Sergio Cavallaro, Simone Faraon, Francesca Roi, Elisa Alberghini, Greta Carrara, Ivan Fornaro regia di Simone Faraon & Sergio Cavallaro link video, pagina web spettacolo: http://www.nuoveforme.com/risate-in-3d.html genere: varietà comico&danzante La compagnia teatrale Nuoveforme Diamonds è lieta di presentare lo spettacolo comico-musicale dal titolo “ RISATE IN 3D… Divertente Danzante Dadaumpa”, scritto e diretto da Simone Faraon, con le coreografie di Sergio Cavallaro. Si tratta di un nuovo varietà inedito, molto divertente, che presenta un ricco alternarsi di sketch comici, spassosissime parodie, eccentrici e assurdi personaggi, originali ed esplosive coreografie che utilizzano le varie forme di danza come strumento di comicità. La musica diventa il comune denominatore di un coloratissimo viaggio all’insegna della spensieratezza e dell’allegria, 100 minuti di performance dinamica, ironica e frizzante che si rivolge ad una tipologia di pubblico eterogenea e che non si dimentica di strizzare l’occhio alla rivista, al variet{ televisivo degli anni d’oro e ai comici attori brillanti che hanno reso grande la cultura del nostro Paese. Un variet{ teatrale innovativo, originale e sorprendente che alla consueta forza comica e alla dissacrante ironia, affianca, con originalità e acutezza, l’analisi discreta e intelligente di temi sociali forti e attuali: i tempi comici, la capacità di comunicare a far sorridere attraverso la danza sono caratteristiche proprie dello spettacolo. 138 O.P.S. Officina Per la Scena www.officinaperlascena.it SONATA MASCARATA di Michele Guaraldo con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Simone Campa, Oreste Forestieri, Michele Guaraldo regia di Michele Guaraldo link video, pagina web spettacolo: PROMO http://www.youtube.com/watch?v=R58Yh87uuUM lo spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=xKxmHfq04To, scheda spettacolo www.officinaperlascena.it/sonata mascarata.html genere: comico/teatro di figura/teatro musica/musical/Commedia Dell’arte/ Qual è il filo rosso che unisce la tradizione della musica popolare italiana con la tradizione della commedia dell’arte? Quale era il peso della musica e del canto all’interno di uno spettacolo di commedia dell’arte? Cosa unisce il grottesco della maschera con i ritmi indiavolati dei tamburelli? Molto è stato scritto a riguardo ma di sicuro la matrice di tutto questo è la ricchezza culturale della tradizione italiana famosa in tutto il mondo. Son{ta Mascar{ta è un classico canovaccio di commedia dell’arte dove l’amore contrastato dei due amorosi è accompagnato, ingarbugliato e poi risolto dai frizzi e i lazzi delle maschere grottesche. Una storia che si sviluppa affrontando i temi dell’improvvisa come l’amore, la follia, la fame, conditi dall’irresistibile comicità assurda e scanzonata dei suoi caratteri, narrato in musica, canto e danza. È una performance dove la forza travolgente dei ritmi veloci ed incalzanti come la tarantella, la pizzica salentina, la tammurriata napoletana, accompagnano la follia che contraddistingue le maschere grottesche della commedia dell’arte. IO REGNO – THE SHOW di Michele Guaraldo con Maria Augusta Balla, Luca Busnengo, Michele Guaraldo, Valentina Volpatto regia di Michele Guaraldo link video, pagina web spettacolo: Link per visualizzare il promo: https://www.youtube.com/watch?v=xllKq9Rf144 Link per visualizzare lo showreel: https://www.youtube.com/watch?v=v4d3Feajr7A Scheda spettacolo http://www.officinaperlascena.it/progetti-teatrali-prosa-torino.html genere: comico/ /teatro musica/musical/nuove creatività/ Lo spettacolo è ispirato al testo di A. Camus "Stato d’assedio", attenta e disincantata riflessione sulla dittatura che lo scrittore francese d{ alle stampe all’indomani della fine della guerra. In essa si affrontano anche le questioni della resistenza e dell’uguaglianza sociale, mettendo in guardia contro la manipolazione, la rassegnazione, la sottomissione, la passivit{, l’accettazione della tirannia. Le parole di Camus a cento anni dalla sua nascita (7 novembre 1913) sono profetiche: la schiavitù si abbraccia attraverso il sorriso, l’intrattenimento, l’ammiccamento, la volgarit{, il patinato, il successo, il sesso e la promessa di tutto ciò. Il processo di omologazione, la peste moderna, viaggia rapidamente, e diffonde come il contagio medioevale livellando la quotidianit{, imponendo all’individuo bisogni, necessit{ e aspettative, affossando la lucidità critica. In io regno-the show la Peste è arrivata in città portandosi dietro le sue cose buone. Vi regalerà uno spettacolo divertente e spumeggiante, con giochi, coreografie, macchiette e passatempi. Vi mostrerà la sua valigia carica di sogni, di magie, di slogan per coinvolgervi e 139 non farvi pensare. E come nelle fiere di paese, tutti sono chiamati a vincere il premio più ambito: la libertà di omologarsi. Allora la grande estrazione può avere inizio, la macchina diabolica e magica allo stesso tempo è avviata. Le palline rosse che contengono i numeri come scintillanti nasi da clown vengono snocciolate una ad una secondo una logica ai più misteriosa. BEAT – Beatles Esistenze A Tempo di Valentina Volpatto con Giorgia D’agostino, Michele Guaraldo, Orlando Manfredi, Paola Raho regia di Valentina Volpatto link video https://vimeo.com/63726151 pagina web spettacolo: www.officinaperlascena.it/beatles.html genere: /teatro musica/musical/nuove creatività A cinquant’anni esatti dall’uscita di «Love me do», i Beatles rimangono per la rivista Rolling Stone, il gruppo musicale più importante e influente del XX secolo. Secondo stime del Guinness dei primati, è il complesso musicale di maggior successo di sempre con oltre 1 miliardo di dischi venduti. Gli anni Sessanta hanno rappresentato certamente il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale che il secolo scorso abbia mai visto. Gli eventi socio-politici e culturali di quegli anni avrebbero infatti inevitabilmente influenzato e modificato profondamente valori, aspirazioni e stile di vita delle future generazioni. In un periodo di «crisi» economica, sociale e culturale, in anni dove l’arte e la cultura non sono più considerati dei valori, la chiave con cui pensiamo a quel decennio è il mutamento, il cambiamento, la ‘rottura’. Vogliamo parlarne oggi, per analizzare il passato con la speranza di modificare il futuro, oggi. 140 OCCELLI-OLIVERO MA IL MIO AMORE È PACO di Beppe Fenoglio con Luca Occelli e Franco Olivero regia di Luca Occelli link video, pagina web spettacolo: youtube “Ma il mio amore è Paco” Luca Occelli genere: teatro musica Un racconto di Beppe Fenoglio realizzato da una voce recitante e contrappuntato da musiche originali eseguite dal vivo. TRAME, CANTI, ANIMALI E TRABUCANTI di G.Brassens/J.Brel/L.Occelli con Luca Occelli, Franco Olivero, Marco Allocco regia di Luca Occelli genere: recital Un percorso attraverso le canzoni di G.Brassens e J.Brel, realizzato alternando frammenti originali in prosa ed arrangiamenti per flauto trav., sax soprano e violoncello. 141 OFFICINA04 Associazione Culturale www.officina04.net MACBETTO di Shakespeare – rielaborazione del testo a cura di Raffaella Caruso con Antonio Immediato, Francesca Gnan, Enzo Inserra, Fabio Sciacca, Alberto Errigo, Federico Bava, Livio Robaldo, Federica Gaeta, Federica Martoglio, Laura Bellacicco, Raffaella Caruso regia di Raffaella Caruso link video: https://www.youtube.com/watch?v=oEJDXHee6CA https://www.youtube.com/watch?v=R0YpPCFSyi8 pagina web spettacolo: http://www.officina04.net/Pages/Voces/Macbeth...%20Macbetto.htm genere: spettacolo comico grottesco, ideale anche itinerante all’aperto per i parchi o i centri storici con musica dal vivo di ghironda e tamburo. Rivisitazione in chiave comico-grottesca del noto dramma scozzese composto da W. Shakespaere. Spettacolo adatto alle famiglie. Macbetto mira a diventare la più potente carta del mazzo. Le tre sorelle magiche accompagneranno gli spettatori nel castello di Macbetto, ove potranno essere testimoni di eventi al limite dell’inverosimile. Passaggi tragici si alterneranno a momenti umoristici, inaspettati in tale contesto. MEMORIE DAL SOTTOSUOLO di Dostoevskij – rielaborazione teatrale del romanzo a cura di Raffaella Caruso con Paolo Mazzini, Federica Gaeta musiche dal vivo in scena a cura di Emanuel Victor regia di Raffaella Caruso link video integrale (prima versione ormai rimaneggiata): https://www.youtube.com/watch?v=Ysjddx01pF8 pagina web spettacolo: http://www.officina04.net/Pages/Cyrano/MEMORIE%20DAL%20SOTTOSUOLO.htm genere: spettacolo comico grottesco con musica dal vivo su palco Spettacolo adatto ad un pubblico adulto e per i ragazzi delle scuole secondarie. Trattasi della messa in scena del romanzo di Fedor Michajlovic Dostoevskij Memorie dal sottosuolo in una versione ambientata nel 2000 con protagonisti un uomo di 32 anni ed una misteriosa ragazza incontrata in un pub. È delineata una critica all’ottimista "societ{ del benessere" fondata su scienza e ragione in cui anche una persona "istruita" e "a modo", come chiunque di noi, può essere in realtà profondamente abietta. Tra provocazioni e contraddizioni, il protagonista invita tutti a considerare la propria spregevolezza e quasi a sottoscriverla, inventando scuse o difese per poi smascherarsi da sé con ostentata soddisfazione. Abbiamo scelto di proiettare filmati (non più quelli che sono presenti nel video, ma un mix di impressioni visive) che invitino a riflettere sulle conseguenze a cui un pensiero eccessivamente individualista, come quello attuale, può dar adito. Ipotesi recita scolastica: al termine della rappresentazione teatrale la regista Raffaella Caruso laureata in filosofia e gli attori invitano i ragazzi ad un approfondimento riguardo alle tematiche affrontate, prendendo in considerazione i seguenti filosofi e letterati connessi al tema del “sottosuolo”: Platone, Sestov, Nietzsche, Dostoevskij. Lo spettacolo ha debuttato per tre serate nell’aprile del 2012 presso il teatro Espace di Torino. A marzo 2013 è stato riproposto per due serate al teatro bellARTE di Torino. È stato replicato, nell’aprile 2013, al Liceo Avogadro di Biella per nove classi del liceo scientifico e psicopedagogico riscuotendo molta attenzione ed apprezzamento. Nella prossima stagione saremo presenti in altri due licei di Torino. 142 ONDA LARSEN Associazione Culturale www.ondalarsen.org ANDREA IN GABBIA: MONOLOGO A DIECI VOCI E UN CONTROCANTO di Lia Tomatis con Riccardo De Leo, Luciano Faia, Gianluca Guastella, Lia Tomatis regia di Lia Tomatis genere: commedia onirico-surreale con musica dal vivo Il progetto Andrea in gabbia: monologo a dieci voci e un controcanto è il risultato di una ricerca stilistolinguistica sul teatro, unita ad una riflessione sull’attuale condizione umana alienante e convenzionale, che ha portato ad una forma di spettacolo ibrida, a metà tra una commedia a quadri e teatro sperimentale. Quello che viene messo in scena è un flusso di coscienza, un monologo interiore tradotto in visioni e suggestioni multiformi. La protagonista Andrea, infatti, rappresenta l’uomo contemporaneo nel suo percorso di costruzione del sé, la sua volontà di ricercare e comprendere la propria essenza. Le sovrastrutture di questo mondo vengono così teatralizzate attraverso l’immagine di una gabbia in cui la protagonista è chiusa. La drammatizzazione delle difficoltà di un essere umano ad uscire da quella prigione riconoscendo cosa è condizionamento esterno, da cosa è scelta personale, passa attraverso incontri con figure simbolo, proiezioni della protagonista stessa, e soprattutto attraverso linguaggi diversi, come la musica. Il pianoforte suonato dal vivo, infatti, non è solo un commento musicale alla vicenda, ma è un personaggio. L’autrice non giudica e non da soluzioni, ma ritaglia per sé (e per Controcanto, il non-personaggio che in scena in qualche modo la rappresenta) il ruolo di cronista e si accontenta di raccontare fatti e misfatti, dolci emozioni e terrificanti paure, ricordi e rimpianti, sogni e disillusioni di una vita qualsiasi, di una persona qualsiasi. LA GUERRA DI PINTER di Harold Pinter con Riccardo De Leo, Gianluca Guastella, Luciano Faia regia di Riccardo De Leo genere: commedia/dramma con musica dal vivo Questo progetto è stato pensato per raccontare delle storie di oggi: storie di guerra, di lotte di classe, di attualità, di disagio sociale, di politici incapaci e informazioni pilotate. La grossa crisi economica che ci ha colpiti, la disoccupazione e il diffuso senso di sfiducia sono gli argomenti principali sui quali vorremmo riflettere e far riflettere. Vorremmo porre, inoltre, agli spettatori delle implicite domande sulle problematiche del presente che saranno poi, con ogni probabilità, anche quelle del futuro prossimo: nonostante alcuni dei testi proposti siano stati scritti prima degli anni ’60, risultano più che mai attuali per raccontare il mondo di oggi fatto di guerre (inutili) di ogni tipo. Questo spettacolo è composto da una serie di corti teatrali, alternati alla lettura di poesie, entrambi scritti dal premio nobel per la letteratura Harold Pinter legati da un filo conduttore: la guerra, tema ricorrente nelle opere dell’autore che per tutta la vita si è battuto contro la violenza e la prepotenza dei poteri forti. In questi sketch troviamo così la guerra in tutte le sue forme: dalla lotta quotidiana della gente, alla follia distruttrice dell’uomo. Tutta la messa in scena è sonorizzata dal vivo (pianoforte e armonica a bocca) per rendere più incisive le parole dell’autore e coinvolgere maggiormente gli spettatori. 143 O DIAVULE NON TIENE ‘E CORNA (ovvero una parte di storia, quasi tutta vera, di cosa avvenne dietro il delitto Matteotti e anche un po’ prima e un po’ dopo, raccontata a tre giovani dalla nonna)” di Lia Tomatis con Riccardo De Leo, Luciano Faia, Gianluca Guastella, Lia Tomatis regia di Riccardo De Leo genere: commedia di carattere storico Il 10 giugno 2014 sarà il novantesimo anniversario del delitto Matteotti: questa è la base de ‘O diavole non tiene ‘e corna. Quest’opera, però, non intende parlare soltanto della morte di un uomo, per grande che sia stato; perché la morte finisce per essere considerata un “fatto individuale” per la quale si può certo celebrare l’uomo e la sua grandezza, ma questo non può essere abbastanza, perché tradisce il monito stesso di Giacomo Matteotti: Uccidete pure me, ma l’idea che è in me, non l’ucciderete mai! Per questo si vuole raccontare il “Delitto Matteotti”, evidenziando che è il “fatto collettivo” che si tenta di mettere a fuoco. Quel delitto compiuto da una parte di italiani che, colpendo Giacomo Matteotti, cercarono di affossare in Italia tutti quei valori che invece si dimostreranno ben saldi e forti nel momento in cui si trattò di scrivere la nostra Costituzione. I personaggi storici vengono raccontati attraverso le vicende tragicomiche di personaggi inventati, le loro vite si incrociano e si scontrano, ma senza mai tradire la verità storica. È ai limiti del funambolismo teatrale la scelta, già compiuta nel testo e non solo registica, di far interpretare i numerosissimi personaggi (inventati e storici) a soli quattro attori, che si trasformano da personaggi ad attori e a nuovi personaggi sotto gli occhi del pubblico, mettendo in scena il racconto di una realtà storica, svelandone e allo stesso tempo acquisendone i significati profondi. 144 PAPERELLE SCAMPATE Compagnia www.facebook.com/CompagniaPaperelle LA BALLATA DEL VECCHIO MARINAIO liberamente ispirato all'opera di S. T. Coleridge con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez link video, pagina web spettacolo: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.206103856169933.48606.206054302841555&type=3 genere: altro – teatro di ricerca Le vicende narrate dall'opera di Coleridge vengono trasposte attraverso l'uso di corpi, voci ed una scenografia minimale e funzionale. I mezzi del teatro di parola, del teatro fisico e del teatro danza sono utilizzati per creare immagini evocative che richiamano costantemente il mare, il lavoro dei marinai, le strutture di una nave e il viaggio allucinato. Il pubblico viene direttamente coinvolto nell'azione, assistendo agli incubi presenti ed immaginati del protagonista incarnati in figure femminili che, come le Erinni, ne tormentano il ricordo. Suggestive colonne sonore, in un voluto effetto anacronistico, sottolineano l'atmosfera cupa in un crescendo che giunge all'apice con la comparsa della Morte all'equipaggio; la redenzione del marinaio invece accompagnerà dolcemente la narrazione al suo epilogo catartico con il raggiungimento della terra natia. DI PIANETA IN PIANETA liberamente ispirato al Piccolo Principe di Saint-Exupéry con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez link video, pagina web spettacolo: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.206438269469825.48716.206054302841555&type=3 genere: altro – teatro di ricerca Lo spettacolo rappresenta il viaggio compiuto dal piccolo principe che, volutamente, non compare permettendo così l'identificazione con lo spettatore che assisterà alla sfilata di strambi personaggi. Questi ultimi, ricalcati sulle figure di un Kabaret anni '30, inscenano un teatrino “freak” al contempo emozionante e grottesco. Gli attori eseguono i loro cambi scena “a vista” in quanto collocati direttamente sul palco e confinati in dei minuscoli camerini, i personaggi si avvicenderanno portandosi al centro dell'allestimento appropriandosi, ciascuno a suo modo, di una grosso pallone rappresentante il suo personale pianeta. Il coinvolgimento dello spettatore è al centro delle scelte registiche ed ogni carattere si rivolgerà direttamente al pubblico ed interagirà con lui. EPOCHÉ di liberamente ispirato ad “Alice nel paese delle meraviglia” e “Attraverso lo specchio” di L. Carroll con Nathalie Bernardi, Alessandra Deffacis, Anna Fantozzi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez regia di Nathalie Bernardi, Sabrina Fraternali, Deborah Gallo, Giuseppe Perez genere: altro – teatro di ricerca 145 Partendo da un'analisi del tema della sospensione si è scelto di rappresentare l'arco narrativo in verticale, in una continua ascesa dei personaggi che animano il surreale racconto di Carroll. Alice viene chiamata a riflettere sul proprio “senso di realt{” e a sperimentare un progressivo e delirante allontanamento da esso attraverso le interazioni con i personaggi che la guideranno verso la sua scelta. A nessun personaggio del paese delle meraviglie è concesso di toccar terra e, come in un gioco ad incastri, ognuno si rivela essere il sogno del successivo. Spazio, tempo, consapevolezza del proprio corpo, unità del discorso, differenza sé-altro, e tutte quelle altre solide basi psicologiche e filosofiche dell'essere umano vengono scardinate progressivamente fino al funambolico finale in cui le due regine del mondo attraverso lo specchio costringono Alice a compiere la fatidica scelta tra delirio e realtà. 146 P-Ars Andrea Roccioletti Studio www.p-ars.com PENTESILEA, O MUORI! dramaturg: Marco Pozzi Ilenia Pennini, Claudia Cravero con Giorgia Cipolla, Alba Porto, Danilo Ottaviani, Ivana Cravero link video, pagina web spettacolo: http://www.p-ars.com/page6/page208/page208.html genere: nuove creatività Il testo di partenza del progetto è la Pentesilea di Heinrich Von Kleist, tragedia dell'amore impossibile tra Achille e Pentesilea. I versi scritti da Von Kleist, che furono al centro di notevoli e controverse vicende letterarie ai tempi della prima pubblicazione dell’opera, portano il lettore a riflettere sull'enigma dell'amore e dell'odio, sull'assimilazione cannibalica dell'altro, sulle differenze di genere, portate all'esasperazione dalle figure mitiche delle amazzoni. Fortissimo è l’eco che richiama episodi attuali di cronaca, che vedono il genere femminile coinvolto, come vittima oppure carnefice, nel dilemma dell’eros e della violenza. I dramaturg coinvolti nel progetto, prendendo spunto dal testo di Von Kleist, ne proporranno diverse rielaborazioni: da un punto di vista psicologico, storico, sociale, con particolare attenzione all’attualit{ del tema e alle notizie di cronaca che portano ogni giorno in primo piano la questione. Dalle “Vedove di Allah”, le terroriste suicide che hanno operato in Cecenia, fino agli episodi individuali di violenza “della porta accanto”, il tema scelto per il Progetto Pentesilea ha gi{ nei suoi intenti il coinvolgimento del pubblico, attraverso un linguaggio vicino a quello esperienziale dello spettatore, ma allo stesso tempo con gli intenti di trarlo fuori dalla “zona di comfort” che la comunicazione dell’informazione mediatica induce, per portarlo a nuovi e personali sviluppi. Gli organizzatori hanno selezionato attori diplomati presso scuole altamente professionalizzanti quali, ad esempio, il Teatro Stabile di Torino, e li coinvolgeranno in una serie di incontri, a latere delle prove, con artisti e comunicatori che si sono occupati nella loro carriera di temi vicino a quello scelto, così da poter offrire una visione a 360 gradi della questione. Non saranno coinvolti nel progetto soltanto le figure professionali tradizionali del teatro, ma anche tecnici video e curatori d’arte, per la preparazione dei video e la loro iniziale circuitazione a scopo conoscitivo e promozionale nelle gallerie d’arte contemporanea di Torino, sensibilizzando la partecipazione di istituzioni pubbliche e soggetti privati alla produzione di un prodotto culturale di qualità, e raggiungendo il pubblico anche in sedi non convenzionali. 147 PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA www.piccolamagnolia.it MOLIERE O IL MALATO IMMAGINARIO di Moliere coproduzione Piccola Compagnia Della Magnolia e Théâtre De L’épée De Bois – Cartoucherie De Vincennes - con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio, Anna Montalenti, Pierpaolo Congiu, Luca Busnengo adattamento e regia di _Antonio Diaz-Florian direzione d’attore di Giorgia Cerruti link video https://vimeo.com/63724941 pagina web spettacolo http://www.piccolamagnolia.it/il_malato_immaginario.htm genere: classico Il lavoro sulla pièce del Malato Immaginario ha messo in luce – dietro l’immagine stereotipata dell’autore di “Commedie” – l’avventura di un uomo di Teatro adulato e detestato, cortigiano e sovversivo, applaudito e censurato, in un’epoca in cui gli ori di Versailles non riescono a nascondere l’odio delle coalizioni integraliste. Il protagonista Argan si spoglia della maschera della Commedia dell’Arte – in cui il vecchio avaro e ipocondriaco affronta l’universo ridicolo dei medici – e si avvicina a Jean Baptiste Poquelin, detto Molière, direttore di troupe e attore che recita gli ultimi istanti della sua vita incarnando questo personaggio. Alla quarta rappresentazione (17 febbraio 1673) Molière si sente infatti male in scena, ma riesce a mascherare la sofferenza, portando a termine lo spettacolo. Muore poco dopo a casa. La sua vita si apre e conclude nel segno del teatro. La scena associa indissolubilmente Argan e Molière di fronte all’evoluzione della malattia ed al suo epilogo che culmina nella rappresentazione del Malato Immaginario. Lo spettacolo è frutto di una prestigiosa coproduzione con lo storico teatro parigino Epée de Bois/Cartoucherie de Vincennes e rappresenta un’occasione per mostrare al pubblico italiano il lavoro di un maestro della regia europea. HAMM-LET / STUDIO SULLA VORACITÀ produzione Piccola Compagnia della Magnolia con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia in collaborazione con Théâtre Durance / Scène Conventionnée (Paca - France) e Corte Ospitale di Rubiera (Mo) elaborazione da Shakespeare, Muller, Laforgue, Moscato, Pasi con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio elaborazione e regia di Giorgia Cerruti link video http://vimeo.com/4614397 pagina web spettacolo: http://www.piccolamagnolia.it/hammlet.htm genere: nuove creatività Shakespeare nostro contemporaneo: proseguendo la costante ricerca sull’antinaturalismo, la compagnia allestisce uno spettacolo in cui la contemporaneità si nutre della tradizione per mostrare Amleto come uomo del nostro tempo. Hamm-Let ….hamm….l’uomo da mangiare...e poi la mamma Gertrude - complice dell’assassinio del padre di Amleto e moglie del fratello del re defunto - e l’amata Ofelia che è troppo luminosa e fragile per la Vita ; ad unire queste anime c’è il sentimento dell’Amore quando oscilla tra le pulsazioni 148 dell’innamoramento e il vizio della possessione. Una madre ingombrante e vorace, l’agonia di chi è abbandonato, la gelosia bruciante e un uomo-Amleto che è l’Umanit{ intera nella sua fragilit{ di esistere. Lo spettacolo è la prima creazione di una trilogia shakespeariana denominata Trilogia Dell’individuo. Una rielaborazione audace e toccante del classico shakespeariano in chiave edipica, capace di riscuotere successi di pubblico e critica in Italia ed in Europa, presso teatri e festival attenti alla scena contemporanea. OTELLO / STUDIO SULLA CORRUZIONE DELL’ANGELO produzione Piccola Compagnia della Magnolia con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia in collaborazione con Théâtre Durance / Scène Conventionnée (Paca - France) e Corte Ospitale di Rubiera (Mo) elaborazione da Shakespeare e Paradiso Perduto di John Milton con Davide Giglio, Giorgia Cerruti, Fabrizia Gariglio elaborazione e regia di Giorgia Cerruti link video https://vimeo.com/37580003 pagina web spettacolo: http://www.piccolamagnolia.it/otello.htm genere: nuove creatività Un maestoso diamante colpito nel modo e nel punto giusto risulta fragile e si rompe. Così Otello. Che cade dall’alto, come gli angeli, gli eroi, i miti, i rivoluzionari. Così prima di lui Iago, doloroso Lucifero che soffre la privazione della Bellezza, dell’ Amore e guarda con nostalgia e furore il paradiso perduto. Così Desdemona, l’inarrivabile guerriera, una calamit{ mortale, un’insidia vivente di grazia avvolta, capace di scatenare il Pandemonio. Un'atmosfera cupa e quasi medievale incontra il mondo di Shakespeare e si spinge verso l’attuale, per riflettere in ultimo sulla cecità dello sguardo. Due attori in scena: gli "indivisibili" Otello e Desdemona e sopra di loro – isolato su una macchina scenografica incombente in legno e ferro - ecco provenire Iago/demiurgo/regista/ ragno predatore/agente del male. Macchine scenografiche, teatro d’attore, teatro di figura: una ricchezza di linguaggi espressivi per indagare l’innesto tra tradizione e ricerca nella rielaborazione dei classici, cercando l’unione tra teatralit{ e verit{ emotiva, alla ricerca di un senso tutto contemporaneo dell'agire umano. Lo spettacolo, di forte impatto visivo e denso di motivi poetici, è la terza creazione di una trilogia shakespeariana denominata Trilogia Dell’individuo 149 PICCOLO TEATRO PER UOMINI DI LATTA www.uominidilatta.com OCEANI. ATTO UNICO PER PESCI LANTERNA di Stefano Visconti con Diego Garzino, Stefano Visconti scene e luci di Tina Bruni link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/24613110 http://uominidilatta.com/spettacoli-2/oceani/ genere: surreale, tragicomico Negli abissi oceanici i pesci lanterna vagano nell’oscurit{. In superficie gli uomini lanterna affrontano la luce. Chi sta ‘in alto’ vuole tornare ‘sotto’ per ritrovare l’oscurit{ e l’indeterminazione, chi vive ‘sotto’ vuole evolvere per riuscire finalmente a vedere le cose ‘distanti’. Ognuno, a suo modo, desidera fuggire dalla propria natura. L’evoluzione è davvero un movimento verso il miglioramento della propria condizione? Tra il buio e la luce può essere semplice muoversi verso la seconda, ma quando la luce diventa troppa? Quando ne viene deformata l’essenza fino a diventare insopportabile, che cosa succede? In un punto imprecisato del percorso evolutivo, oscurit{ e luce sembrano riflettersi l’una nell’altra. I pesci lo sospettano: il luogo dove hanno sempre vissuto presto avrà un nome - acqua - e, soprattutto, non sar{ l’unico luogo possibile. Da qualche parte, seguendo la luce, c’è un universo da esplorare. Tutto inizia dando il nome alle cose. Gli uomini lanterna contemplano invece la propria evoluzione con lo sguardo rivolto agli abissi e la valutazione finale sarà quella di un probabile fallimento: la conclusione non potrà che essere un ritorno all’origine e al disordine primordiale. Ordine e disordine rinascono senza posa, nel caos. Buio e indeterminazione come nuovo inizio, come messa in gioco di tutto ciò che si è guadagnato e si è perso. D’altronde, il buio è una condizione ottima per ricominciare, non è così che ha origine l’universo? NoiSe di Stefano Visconti con Diego Garzino, Roberto Pilone, Stefano Visconti scene e luci di Tina Bruni link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/35370324 http://uominidilatta.com/spettacoli-2/noise/ genere: surreale, tragicomico Il teatro è vuoto. La compagnia si è dissolta, l’orchestra ha fatto le valigie, se ne sono andati tutti. O quasi. Due attori e un musicista si muovono ancora tra le quinte, il palco e le poltrone. Attendono l’arrivo dell’autore, passano il tempo indossando vecchi personaggi e provando nuovi esercizi. Fuori, il mondo è rumore, e il rumore svuota gli sguardi, asciuga il tempo, sottrae alle cose il loro senso intimo. E se non arrivasse per davvero? Se non tornasse più? Proveremo a inventarci qualcosa – si dicono. Ma guardiamoci bene negli occhi – si rispondono – avremo davvero qualcosa da dir. Davanti alle poltrone vuote, orfani delle parole con cui fino ad oggi siamo stati nutriti, non c’è che una cosa da fare: chiedersi, in fondo, che cosa resta di noi tra tutte le umanità che abbiamo interpretato. 150 PIERPAOLO NUZZO MI DISPIACE DEVO ANDARE di Pierpaolo Nuzzo con Pierpaolo Nuzzo regia di Pierpaolo Nuzzo, consulenza di Philip Radice genere: comico/teatro di figura Una maschera stralunata ed il dialetto veneto sono corpo e parlata di un improbabile Ulisse che ad anni di distanza dal sofferto ritorno ad Itaca è in procinto di ripartire. La vigilia del viaggio diviene il pretesto per ricordare quello precedente: la mitica Odissea; ma come il protagonista, anche il racconto non è quello che tutti conosciamo. Così sotto gli occhi degli spettatori si sviluppano una serie di situazioni improbabili e paradossali, lungo le quali i personaggi mitici (Circe Polifemo Calipso Penelope...) vengono stravolti, nuovi “personaggi” compaiono e accompagnano la platea verso una conclusione che, forse, non sarà proprio quella omerica. Lo spettacolo è un gioco ed una esplorazione delle diverse possibilità espressive e di interazione fra maschera e figure, essendo ciascuna assimilabile alle altre. Pierpaolo Nuzzo lavora come attore dal 1999 frequentando diversi seminari e lavorando tra gli altri con Roberto Castilla Green, Pasquale De Cristofaro, Michele Monetta, Vincenzo Pirrotta. Nel 2004 si trasferisce a Torino dove, presso l'Atelier Teatro Fisico Philip Radice, frequenta il P.A.U.T.: biennio intensivo di formazione nelle Arti Performative, durante il quale studia oltre a Teatro (pedagogia di J. Lecoq) anche Danza, giocoleria, Acrobatica, Musica, Scherma Teatrale. Inoltre, seguendo la propria curiosità lo spirito della scuola e per ampliare la propria formazione, frequenta alcuni seminari tra cui con Eugenio Allegri, Pierre Byland, Adrien Bandirali. 151 PRIMOATTO Compagnia Teatrale – Saluzzo (Cn) http://compagniaprimoatto.jimdo.it DIECI RINTOCCHI DI CAMPANILE di Achille Campanile con Annalisa Aragno, Luca Bertero, Mario Bois, Annachiara Busso, Alessandra Margaria, Luisella Picco,Riccardo Pittavino, Elena Richard, Teresa Rubiolo, Corrado Vallerotti, Giorgio Berardo, Raniero Cane, Alessandra Faggin, Mario Colmo, Alessio Giusti, Valeria Cardetti regia di Annachiara Busso e Mario Bois link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=oIe0nCvG3WY genere: Comico Lo spettacolo è un lungo viaggio attraverso la produzione teatrale di Achille Campanile, senza dubbio uno dei grandi padri della comicità italiana, autore che come pochi seppe giocare con la nostra lingua, creando situazioni di grande comicità, una comicità semplice, garbata, adatta a qualsiasi tipo di pubblico, ma mai banale. Saranno quindi portati in scena alcuni dei migliori “atti unici” del periodo tra il 1920 e il 1930, senza dubbio uno di quelli in cui la stella di Campanile brillò in maniera più intensa, da “La rivolta delle sette” a “Acqua minerale”, da “Dramma giallo” a “Il nuovo pensionante”, fino ad arrivare agli anni ’70 e ad uno dei suoi grandi capolavori, “Visita di condoglianze”, che occuper{ tutto il secondo tempo dello spettacolo. Uno spettacolo assolutamente per tutti, adatto ad un pubblico, come si suol dire, “dai nove ai novantanove anni”, e che senza dubbio sapr{ far trascorrere un’ora e mezza di serenit{ e allegria. LADRI, MANICHINI E DONNE NUDE di Dario Fo con Giorgio Berardo, Donatella Percoco, Luca Bertero, Annalisa Aragno, Cecilia Spampinato, Corrado Vallerotti, Mario Bois, Raniero Cane, Alessio Giusti, Valeria Cardetti, Annachiara Busso, Micol Midulla, Elena Richard. regia di Annachiara Busso e Mario Bois genere: Comico Un doppio spettacolo quello proposto quest’anno dalla Compagnia Teatrale Primoatto di Saluzzo: dal genio Premio Nobel di Dario Fo, vanno in scena due piece, " Non tutti i ladri vengono per nuocere" e “I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano". In "Non tutti i ladri vengono per nuocere" un ladro si ritrova nel suo "lavoro" con i padroni di casa che tornano mentre lui è all'opera e con la moglie che lo chiama al telefono: è solo l'inizio di una serie di esilaranti situazioni che complicheranno la nottata al povero ladro. Nello spettacolo "I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano" la scena è ambientata in Italia nel 1958, dove un detective travestito da donna indaga su una serie di cadaveri che vanno e vengono da una nota sartoria teatrale. Una sorta di opera buffa senza musica con una trama intrigante e con ininterrotte trovate comiche. 152 PRODUZIONI FUORIVIA www.produzionifuorivia.it CHISCIOTTIMISTI di Erri De Luca con Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi coordinamento di Paola Farinetti luci di Andrea Violato fonica di Claudio Viberti link video, pagina web: www.produzionifuorivia.it genere: teatro musica A 4 anni dall’ultima replica di Chisciotte e gli invincibili, una delle nostre produzioni più belle, più poetiche e più fortunate (ha girato l’Italia in lungo ed in largo nel corso di 4 stagioni, la Francia e ha toccato Canada, Spagna e Svizzera), nasce una nuova produzione, Chisciottimisti, che vede in scena la stessa compagnia, tre artisti che sono anche tre amici: Erri De Luca, Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi. Siamo Chisciottimisti perché vediamo in giro molti Chisciotte all'opera. Dove altri vedono il pessimismo sanchopanzista noi riconosciamo la sagoma ostinata e ossuta del cavaliere erratico. Esistono i Chisciotte e spronano i Ronzinante coi quali ci identifichiamo. Ecco la rivolta per la difesa dei 600 alberi di Istanbul, ecco la misteriosa formula dell'acqua, ecco la più giusta definizione di ciò che è abbastanza. A una tavola poco apparecchiata, una terna fraterna di affiatati amici, Testa, Mirabassi, De Luca, in ordine rigorosamente analfabetico, si dichiara chisciottimista. Erri De Luca ITALY – SACRO ALL’ITALIA RAMINGA di Giuseppe Battiston e Paola Farinetti con Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa regia di Giuseppe Battiston assistente alla regia Valentina Fois link video, pagina web spettacolo: http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/italy.html genere: teatro musica Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa tornano di nuovo insieme in palcoscenico, dopo i successi di “18 mila giorni – Il Pitone”, a raccontare di Italia e delle migrazioni nostre del secolo scorso. Lo fanno attraverso la poesia e le parole di Giovanni Pascoli, ma anche attraverso la musica e le canzoni dello stesso Gianmaria Testa che al tema delle migrazioni contemporanee ha dedicato un intero album, “Da questa parte del mare”. “Italy” è uno spettacolo-reading, essenziale, ma ad alto tasso di poeticità. La bravura di Giuseppe Battiston è, se è possibile, ancora più esaltata dal verso pascoliano che, attraverso la sua voce, sentiamo più vicino e familiare; Gianmaria Testa porta in punta di piedi le sue canzoni, ma anche quelle della tradizione popolare dei migranti e non manca la messa in musica di una delle più note poesie di Pascoli, X agosto, una chicca assoluta. Il poemetto pascoliano viene inoltre inquadrato in una più ampia riflessione sull’Italia tra fine ‘800 e primo ‘900 quando emigrarono oltre 14 milioni di italiani su una popolazione complessiva di circa 30 milioni. 153 “Nella ricerca del materiale Pascoliano -dice Giuseppe Battiston- mi sono imbattuto in una serie di fotografie e di queste una mi ha colpito in modo particolare la foto di un barcone carico all’inverosimile. Di italiani. L’analogia con i tempi che viviamo, con la nostra Storia contemporanea, che sarà “futura Storia e Memoria” è il motivo per cui ho scelto di proporre questo poema. Vorrei che l’Italia, gli italiani avessero rispetto per la propria Memoria e ne facessero un patrimonio”. CHELSEA HOTEL di Massimo Cotto, Mauro Ermanno Giovanardi e Paola Farinetti con Massimo Cotto, Mauro Ermanno Giovanardi e Matteo Curallo coordinamento scenico di Simone Gandolfo link video, pagina web spettacolo: http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/hotel.htm http://www.produzionifuorivia.it/ProgettiNovita/CHELSEA.html genere: teatro musica Sono passati tutti da lì. Ci hanno vissuto a lungo, come fosse un rifugio e non solo un hotel sulla 23esima strada, a New York. E poi hanno ricordato il loro passaggio in mille libri, film e canzoni. Al Chelsea Hotel Bob Dylan ha scritto Sad Eyed Lady Of The Lowlands e Sara; Leonard Cohen e Janis Joplin hanno consumato una breve storia poi raccontata in Chelsea Hotel #2. Nico ne ha cantato l’epopea in Chelsea Girl. Al Chelsea Arthur Clark ha scritto 2001: Odissea nello spazio, Ginsberg e Corso hanno dato fuoco alle polveri beat. Nella stanza numero 100 Sid Vicious ha accoltellato Nancy Spungen, nella 822 Madonna ha scattato le fotografie di Sex. Qui Jack Kerouac ha scritto in tre soli giorni, su rotoli di carta igienica, la prima stesura di Sulla strada. Al Chelsea hanno vissuto Patti Smith, Mapplethorpe, Iggy Pop, Bukowski, Burroughs, Arthur Miller, Tennessee Williams, Kubrick, Jane Fonda, Dennis Hopper, Hendrix , Edith Piaf. La lista non finisce qui, ma qui inizia un’idea: raccontare le molte storie che si sono consumate all’interno del Chelsea Hotel per ricreare il grande affresco. Uno spettacolo che è narrazione e canto, affabulazione e commozione. Un uomo che racconta, Massimo Cotto, e un artista che canta, Mauro Ermanno Giovanardi, meglio conosciuto come Joe. Le parole della narrazione evocano un quadro, la musica e la voce ne garantiscono la cornice. A metà tra spettacolo teatrale e concerto: un viaggio per ricordare quello che abbiamo e quello che abbiamo perduto. LA MERDA/THE SHIT - THE DISGUST DECALOGUE #1 di Cristian Ceresoli con Silvia Gallerano link video, pagina web spettacolo: http://www.cristianceresoli.it/cristian_ceresoli/la_merda___the_shit___la_merde.html http://www.youtube.com/watch?v=aL1NKeLqlrU&feature=youtu.be genere: recital/ nuove creatività La Merda, spettacolo vincitore dell'ultimo Festival di Edimburgo, è la prima produzione di un nuovo soggetto produttivo indipendente, figlio della collaborazione tra lo scrittore Cristian Ceresoli e la produttrice esecutiva Marta Ceresoli. La Merda è un assolo che nasce dall’intuizione di un’attrice di selvatico talento, come Silvia Gallerano, di sviluppare dentro a nuove scritture una maschera (fisica e vocale) di sua invenzione. Ne La Merda questa maschera (tragicomica) vive su di una ripida partitura letteraria concepita su misura. Attraverso un’ulteriore deviazione di un percorso creativo in cui la parola suona e si fa carne, Cristian Ceresoli costruisce una scrittura originale ispirata allo stream of 154 consciousness (da Joyce a Céline a Hrabal) in cui si scatena la bulimica e rivoltante confidenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta con ostinazione, resistenza e coraggio, di aprirsi un varco nella societ{ delle cosce e delle libert{. Nel corpo dell’interprete, attraverso la sua maschera e la vocalit{ delle parole, emerge una partitura fisica minimale in cui l’attrice si offre come in un banchetto, pronta a venire sbranata da tutti, nelle sue escursioni vocali, nelle sue cadute tonali, nella sua progressiva umiliazione. Una scrittura che nasce così dalla carne e alla carne ritorna, pur dentro a una rigidissima confezione estetica. Applausi obbligatori. Silvia Gallerano è la prima attrice italiana a vincere il The Stage Award for Acting Excellence 2012 come Best Solo Performer, il più alto riconoscimento per attori/attrici al Edinburgh Festival Fringe PIRÈTA E É LÒPP di Ivano Marescotti (da Prokofiev) ideazione di Ifigenia Kanarà con Ivano MarescottI e Quintorigo Valentino Bianchi - Sax Andrea Costa - Violino Gionata Costa - Violoncello Stefano Ricci - Contrabasso adattamento e direzione musicale Quintorigo adattamento drammaturgico e direzione teatrale Ivano Marescotti l ink video, pagina web spettacolo http://youtu.be/L0kR8EsTUBM genere: teatro musica Pierino e il Lupo, per voce recitante e orchestra, op. 67, è una fiaba musicale per bambini che Prokofiev compose su proprio testo nel 1936, quasi a voler evadere dalle violente problematiche che imperversavano allora in Unione Sovietica sul ruolo e le funzioni della musica. Essa ha lo scopo non solo di divertire, ma anche di esercitare i ragazzi a riconoscere i vari strumenti dell’orchestra; infatti ciascun personaggio è rappresentato da un differente strumento e ha un suo tema conduttore. La proposta di affidare l’interpretazione musicale a un gruppo poliedrico come i Quintorigo rovescia questa impostazione. La forte personalit{ di ogni musicista e la particolarit{ dell’inventiva e della tecnica musicale, tipica del gruppo, fa dello spettacolo un evento straordinario. La parte affidata alla “voce recitante” non sar{ da meno: Ivano Marescotti ha liberamente tradotto dal russo al dialetto romagnolo il testo di Prokofiev. La scelta di interpretare Pierino e il lupo in romagnolo deriva dal fatto che la storia è talmente semplice che anche chi non afferra il dialetto è in grado di seguirla. Il linguaggio utilizzato quindi si trasforma in una occasione sonora, musicale, alla pari degli altri strumenti. Una sorta di gramelot sonoro integrato perfettamente nella interpretazione jazz dei musicisti. Non si tratta dunque di una “voce” fuori campo recitante, l’attore offre qui una performance fisica coinvolgente, una sorta di cartone animato che spazia per tutto il palco, coinvolgendo i musicisti stessi nell’azione. Il divertimento per i piccoli è assicurato ma soprattutto gli adulti trarranno grande godimento da uno spettacolo di alto valore musicale e teatrale. 155 PROGETTO FMG Michele Di Mauro/Francesca Bracchino/ Francesca Brizzolara/ Carlotta Viscovo in collaborazione con Tecnologia Filosofica/CAP10100 e in co-produzione col Festival delle Colline Torinesi FEROCEMADREGUERRA del selvaggio dolore di essere uomini uno spettacolo di : M. DI MAURO/F. BRACCHINO/F. BRIZZOLARA/C. VISCOVO Con _Francesca Bracchino, Francesca Brizzolara, Michele Di Mauro, Carlotta Viscovo link video http://youtu.be/zvL6nk2YeLo pagina web spettacolo: http://www.facebook.com/ferocemadreguerrafmg http://www.facebook.com/micheledimauro genere: teatro FMG: uno spettacolo modulare, scomponibile. “Un monologo per 4 attori”, che, a seconda dei luoghi, dei tempi e delle condizioni, prenderà forme diverse; anche senza sapere in quanti lo andranno ad interpretare. E pure gli spazi, potranno essere all’altezza di questo pensiero decostruttivo: perfetti o sconvenienti/ grandi teatri o piccole alcove. Non per “adattare” lo spettacolo, ma per assumersi la responsabilità di scegliere la soluzione migliore, di volta in volta. Punto di partenza: il testo di J.P.Simeon,“Stabat mater furiosa”, un’invettiva contro la guerra,una preghiera nera, che ha dato il via ad una drammaturgia originale, col contributo di autori complici: Artaud, Morante, Kane, Shakespeare, Szimborska, Fabre - che cercher{ di affermarsi e divulgare, la forza di un Rito Pubblico d’ intimit{ feroce. Una direzione di guerra, uno sguardo bellicoso sulle cose. Una voglia di alleare ferocia e dolcezza. Un desiderio di dire per conquistare e di stare per condividere. Di vincere per convincere. GUERRE: Oggi, per noi quali? Contro chi? Per ottenere cosa? Che armi abbiamo a nostra disposizione? Ci interroghiamo e apriamo pubblicamente la questione. GUERRE: non come condizioni da condannare, ma necessarie perché ti obbligano a scegliere: TU, da che parte stai?? Ferocemadreguerra: uno spettacolo su piccoli e grandi conflitti da vincere, per affermare il valore della bellezza e della dignità come motori irrinunciabili dei rapporti umani. 156 compagnia Jurij Ferrini www.progettourt.it ASPETTANDO GODOT di Samuel Beckett con Natalino Balasso e Jurij Ferrini e con Angelo Tronca e Michele Schiano di Cola regia di Jurij Ferrini pagina web spettacolo: http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/10/1_Aspet tando_Godot_di_Samuel_Beckett.html genere: classico - comico Jurij Ferrini e Natalino Balasso affrontano un classico del moderno: Aspettando Godot di Beckett. Lo spettacolo ha debuttato in anteprima al Teatro di Locarno in Svizzera e in prima nazionale al Teatro Comunale di Ferrara nell’autunno del 2012 ed è il frutto di un incontro singolare fra Natalino Balasso e Jurij Ferrini, il risultato di una intesa scenica molto forte nata durante la tournée de I Rusteghi di Goldoni, spettacolo di grande successo del Teatro Stabile di Torino firmato da Gabriele Vacis. Due uomini, due clochard, clown, Didi e Gogo si incontrano ogni giorno presso una strada di campagna. E aspettano. Aspettano che un certo signor Godot arrivi e porti un cambiamento alle loro vite. Attraverso i loro dialoghi surreali, in un non luogo, dove tempo e spazio sembrano sospesi, ci portano a riflettere sul fatto che probabilmente anche noi siamo come loro in attesa dell'occasione che darà una svolta e un senso alla nostra esistenza. Si tratta quindi di un teatro ben poco assurdo ma semmai estremamente allegorico, almeno da quando l’assurdit{ della vita ha di gran lunga superato il non senso apparente di ciò che viene detto in scena. In questa versione di Aspettando Godot – ci dicono gli spettatori - si ha la sensazione d’aver capito qualcosa in più, divertendosi molto. Questa è per noi la migliore recensione che si possa ricevere. Anche se un vero e proprio consenso unanime della critica ha salutato il debutto di questo nostro spettacolo…. Jurij Ferrini LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni con Jurij Ferrini e Ilenia Maccarrone e con Massimo Boncompagni, Alessandra Frabetti, Loris Leoci, Michele Schiano di Cola, Wilma Sciutto, Angelo Tronca regia di Jurij Ferrini pagina web spettacolo: http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/6/30_Loca ndiera_di_Carlo_Goldoni.html genere: classico - comico Jurij Ferrini propone un capolavoro intramontabile, La locandiera di Carlo Goldoni, in una versione innovativa, dove la scena è priva di orpelli scenografici e la lingua è asciugata da vezzi e manierismi. Lo spettacolo risulta particolarmente comico, perché l’azione drammaturgica si concentra sulla potenza 157 del linguaggio e del testo accentuandone il potenziale esilarante. Alla sua decima ripresa lo spettacolo continua e mietere grande successo di pubblico e critica. MANDRAGOLA di Niccolò Machiavelli con Jurij Ferrini e un cast in via di definizione regia di Jurij Ferrini coproduzione con La Corte Ospitale Di Rubiera Debutto in prima nazionale il 12 luglio Festival Di Borgio Verezzi pagina web spettacolo: http://www.progettourt.it/home/i_grandi_capolavori_della_drammaturgia_comica/Voci/2013/7/15_Mand ragola_di_Niccolo_Machiavelli.html genere: classico - comico Mandragola, ispirata da un motivo erotico-cortese - d’ascendenza medievale e di sapore decameroniano, ossia l’innamoramento da lontano per semplice suggestione durante una disputa sul primato di bellezza “tra le donne italiane e quelle franzesi” - non è solo una perfetta macchina comica ma anche una meravigliosa allegoria sulla “corruzione della logica politica”, allegoria che scambia i vizi della vita pubblica con quelli della vita privata, allargando il suo orizzonte critico anche al clero (infatti non si ricorda spesso che quest’opera è stata messa all’indice dalla chiesa cattolica per più di 400 anni, fino ai primi anni ’50!) e che in quasi cinque secoli di storia - e qui sta il secondo motivo di stupore nel riprenderla in mano oggi - non solo non ha perso mordente sull’attualit{, ma al contrario è stata in qualche modo una lucidissima premonizione sui nostri tempi, rivelando la nostra stessa identità di popolo e le radici profonde di un malcostume - ahimè - tutto italiano. 158 REFRAIN 7.50 di Marco Amistadi con Marco Amistadi aiuto regia Elena Valente regia di Marco Amistadi link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/67659111 (durata 5_min) https://vimeo.com/67405295 (durata 15_min) genere: Teatro di parola, musica, live electronics La vicenda illustra l'incontro anomalo tra un ragazzo e un misterioso personaggio adulto. Tra i due si instaura un legame sessuale. Il giovane racconta in prima persona, con attenzione particolare per le percezioni e le sensazioni provate, fondendo l'esperienza con impressioni fisiche, mentali e uditive. Un monologo scandito da narrazioni surreali, che si dipanano tra suono, musica, immagini letterarie e ambienti scenici. Il ragazzo non rifugge gli incontri, ma neanche li incoraggia. Non emette giudizio, si limita a osservare e percepire. L'Autodidatta si limita a essere presente, senza violenza, senza parole. Punto d'incontro tra i due è il capolinea della corriera, dove il giovane attende il pullman che lo riporta giornalmente fuori città, verso casa. I tre cardini della narrazione sono il protagonista, l'Autodidatta, la corriera. Quest'ultima è vista come un essere vivo, a pieno titolo nella schiera dei personaggi, ma è anche un luogo. E contemporaneamente un viaggio da un luogo conosciuto, la casa, a uno sconosciuto, la città. "7.50" è, in ultima analisi, un progetto di fusione intima tra sensazioni e narrazione (nel testo), e tra suono e recitazione (sulla scena). L'obiettivo è di creare un momento percettivo, più che teatrale, avvolgendo la vicenda narrata con suggestioni visive e sonore. 159 GLI SCAMPOLI www.gliscampoli.it IL MATRIMONIO di Mario Alessandro con musiche dal vivo dei 4&4otto regia di Andrea Canavero link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/spettacoli/il-matrimonio/, www.youtube.com/watch?v=491L_YXYFMo genere: commedia brillante Come si trasforma un matrimonio, (un bel matrimonio!), in commedia, una bella commedia? Prendete il primo atto ed immaginatevi il matrimonio, in chiesa, visto dal lato dei parenti della sposa. Poi prendete il secondo atto ed immaginatevi lo stesso matrimonio, in chiesa, visto dal lato dei parenti dello sposo. Ora agitate e mescolate il tutto, versatelo in un teatro e metteteci sopra un bel terzo atto, dove... Beh, mica posso dirvi come va a finire, no? ATTENTO ALLA CIOCCOLATA, CALLAGHAN! di Quattrocchi e Cattivelli con musiche dal vivo dei 4&4otto regia di Andrea Canavero link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/spettacoli/attento-allacioccolata-callaghan/, www.youtube.com/watch?v=BgHiD6SnvWk genere: commedia brillante Prendete un detective privato di successo, protagonista di centinaia di gialli che hanno venduto milioni di copie, con tutto il suo entourage di poliziotti corrotti, assistenti innamorate, clienti dal fascino internazionale e via dicendo. Poi prendete anche il suo autore che, in piena crisi creativa, non riesce a finire l’ultimo romanzo della serie… Ora, con un abile colpo di mano, scaraventateli tutti insieme sullo stesso palcoscenico: cosa ne esce? Beh, se ci sono Gli Scampoli… Novanta minuti di risate! TRAPPOLA PER TIPI di Corrado Vallerotti regia di Andrea Canavero link video, pagina web spettacolo: http://www.gliscampoli.it/wordpress/ genere: commedia brillante Quante volte, magari leggendo un libro, siete stati tentati di pianificare la prematura dipartita di vostra moglie, di un socio in affari, o magari dell’amante di vostro marito? Solo che poi, tra il dire e il fare… Bene, ecco la “Trappola” giusta per i vostri turpi scopi: un ambiente raccolto, isolato dal mondo, ideale per un incontro clandestino, un delitto o, peggio ancora, una serata tra amici… Certo che se poi volete fare tutto insieme…! 160 SENZA CONFINI DI PELLE www.senzaconfinidipelle.com LIQUIDI di Dario La Stella > Senza Confini Di Pelle drammaturgia originale di Dario La Stella con Dario La Stella, Valentina Solinas, Stefano Visconti regia di Dario La Stella link video, rappresentazione del 5 aprile 2013: http://www.youtube.com/watch?v=cQdq5Jj4cVo&list=HL1367529877 genere: nuove creatività LIQUIDI è uno spettacolo per due attori e videoproiezione coadiuvato da un intervento tematico a fine rappresentazione su Acqua e sostenibilità. 2111. 250° anniversario dell’unit{ dell’ex Stato Italiano. Dopo la catastrofica fusione dei ghiacci delle calotte polari, le terre emerse sono ridotte, l’acqua dolce è scarsa, la sovrappopolazione è dilagante. L’Italia, come gli altri paesi ricchi di fonti, è stata comprata dalle grandi multinazionali: Torino, comprata dalla Tauros Planet Drink e rifondata in Taurina. Politicamente un unico stato amministra il pianeta mantenendo il controllo sugli individui attraverso le loro debolezze. Tutto si basa sulla velocità, sul cambiamento continuo, sul piacere effimero del nuovo, sul consumo immediato. Non sono permessi legami duraturi. Tutte le relazioni (economiche, sociali) sono a scadenza. Ogni tipo di relazione è regolato dal denaro, anche le conversazioni. Si compra il tempo per essere ascoltati. Una coppia in scadenza entra in crisi: una falla nel sistema ha creato un’altra possibile realt{. Nei dialoghi dei personaggi la drammaturgia si snocciola e svela la fantascientifica civiltà futura. La liquidità nelle sue diverse accezioni è il cuore della drammaturgia che prende spunto da fonti scientifiche geologiche, sociologiche e letterarie e da autori come il National Snow and Ice Data Center, Z Bauman, A Huxley. Le proiezioni video rendono l’ambiente esterno e gli umori dei personaggi con immagini oniriche e forti variazioni di colore. 161 SFAMUSE Compagnia SE VUOI PUOI di Fabiana Gariglio con Fabio Rossini, Giulia Berto, Elena Bonino, Lucia Carnevale, Valentina Cesano, Daniela Freguglia, Sabrina Scolari regia di Fabiana Gariglio pagina web spettacolo: https://www.facebook.com/pages/Sevuoipuoi/525329134166244 http://www.teatrailer.it/blogs/sevuoipuoi-scena-al-teatro-giulia-di-barolochi-mal-risponde-peggiocomprende#.URd69m63q6k.facebook link video: http://www.teatrodeisogni.it/video/promo_sevuoipuoi.mp4 genere: comico Lo spettacolo vede protagoniste sei giovani attrici alle prese con la difficile arte della "comicità al femminile". Ad affiancarle in questa impresa un famoso cabarettista, Fabio Rossini (noto al grande pubblico per la sua partecipazione a Zelig nel duo comico "I Mammuth"), per dare vita ad uno show comico,con spunti cabarettistici. Lo spettacolo è la rappresentazione di una realtà parallela, quella della televisione: il palcoscenico diventerà l'enorme inquadratura televisiva delle puntate di un talk show condotto da un sedicente "Maestro", ovvero un presunto conoscitore della natura umana, un venditore di fumo a tutti gli effetti, del quale le povere donne ospiti saranno (...ma solo inizialmente!) vittime inconsapevoli. Una divertente versione teatrale dell'esasperante e ben studiato linguaggio televisivo che entra quotidianamente nelle nostre case e ci rende incapaci di resistere al seducente mondo patinato. Una riflessione sulla fragilità umana alla costante ricerca di conferme, risposte, premi, il tutto in chiave brillante e canzonatoria! 162 SIPARIO DEGLI ESTRANEI www.sipariodegliestranei.it BEST SELLER ED. TASCABILE di Paolo Vallerga e Simone Alessio con Roberto Zunino, Delia Dimasi, Antonella Serra, Paolo Vallerga, Mauro Simolo, Enrico Messina regia di Paolo Vallerga link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=fHJRO_1eCAQ http://www.youtube.com/watch?v=lGjc5pHvFSM genere: Improvvisazione comica Long form di improvvisazione teatrale in atto unico. Uno scrittore si accinge a scrivere un romanzo giallo. Lo far{ in scena, seguendo i capricci dell’ispirazione. I personaggi all’oscuro delle scelte narrative dello scrittore, scopriranno presto di essere reali, vivi, e padroni della scena al di là della volontà dello scrittore stesso, perché prendono vita e incrociano i propri destini in base ai suggerimenti messi per iscritto dal pubblico prima dello spettacolo. La storia cambierà secondo inattesi bivi e insospettabili risvolti, catapultando personaggi, attori, scrittore e pubblico nel cuore di un racconto totalmente imprevedibile. Surreali flashback, storie d’amori impossibili e drammi interiori creati dalla fantasia scenica degli attori che nulla hanno sul palco, ma tutto mostrano perché il tutto è frutto dell’improvvisazione. Questo rende il “romanzo” unico e irripetibile, originale alchimia di sentimenti e situazioni comiche... in pratica un “Best Seller” (in edizione tascabile)! SUDOKU DI CUORI di Claudio Procopio, Paolo Vallerga e Mauro Simolo con Mauro Simolo, Sabrina Scolari, Andrea Pagano, Giulia Berto, Stefano Fiorillo, Paolo Vallerga, Enrico Messina, Simona Mereu, Antonio Mele. regia di Eugenio Gradabosco link video, pagina web spettacolo: http://www.sipariodegliestranei.it/ genere: commedia musicale con 14 canzoni cantate e ballate live Una divertente commedia musicale fatta di intrecci amorosi e colori mediterranei, con improbabili pupazzi e ancor più improbabili personaggi per raccontare l’amore... come lo avete sempre visto. Dopo parecchi anni lontano da casa, Antonio, uno scultore di dubbie doti artistiche, torna nel suo paese natale dove ritrova i suoi amici di scuola: Toni, un onesto trafficone, Masa (Maria Rosaria), avvocato di successo e soprattutto Juanita che vive esclusivamente in un mondo guidato dalla televisione, tra una serie tv e l'altra. La festa del patrono San Bernardino, amichevolmente conosciuto come "Ber'dino" fa da cornice al nascere delle passioni, dell'amore, delle illusioni e delle disillusioni dei quattro protagonisti. In questo intreccio d'amore entrano a creare non poco scompiglio un ladro di appartamento, scambiato per il nuovo parroco, un supereroe inflessibile ai suoi doveri di eroe e una coppia di topi, nella veste di narratori dell'amore... esattamente come lo avete sempre visto. 163 STALKER TEATRO www.stalkerteatro.net DIES. GIORNI CONTATI di Stalker Teatro con Adriana Rinaldi, Raffaella Marsella, Stefano Bosco, Gigi Piana, Dario Prazzoli, Erika Di Crescenzo, Ivana Messina, Maura Dessì musiche originali eseguite dal vivo di Riccardo Ruggeri regia di Gabriele Boccacini link video http://www.stalkerteatro.net/produzioni/dies.htm pagina web spettacolo: http://issuu.com/stefanobosco/docs/spettacolo_dies?mode=window&viewMode=doublePage genere multidisciplinare Il pre-testo di riferimento dello spettacolo "DIES-giorni contati", è una rara e poco conosciuta rappresentazione iconografica del "Cristo della domenica" ancora visibile negli affreschi del XV secolo di alcune chiese in Italia e all'estero. In queste composizioni pittoriche della fine del Medioevo, il corpo di Cristo è circondato da attrezzi di lavoro e da scene di svago e di vita quotidiana. Dal contrasto fra gli utensili e le scene festose del dipinto, ha avuto inizio il confronto con la contemporaneità e la valenza contradditoria della condizione lavorativa dell'attuale periodo di crisi. Nel nostro contemporaneo, in questa fase recessiva, la riduzione dell’occupazione caratterizza socialmente e intacca profondamente la nostra identità, determinando una dicotomia sostanziale fra la ricerca di una partecipazione attiva alla società e l'obbligo della sospensione di questa in un ozio forzato. Lavoro e tempo libero, creatività e apatia, disoccupazione e ricerca di un'alternativa, sono stati gli stimoli tematici che hanno ispirato la creazione performativa, dove il teatro, la danza, la musica e le arti visive diventano un’unica sostanza espressiva. INCONTRI. 14 PASSI NELLE SCRITTURE di Stalker Teatro con Adriana Rinaldi, Raffaella Marsella, Stefano Bosco, Gigi Piana, Dario Prazzoli regia di Gabriele Boccacini link video http://www.stalkerteatro.net/produzioni/encounters.htm pagina web spettacolo: http://issuu.com/stefanobosco/docs/incontri__it_?mode=window&viewMode=doublePage genere multidisciplinare Inoltre lo spettacolo offre agli spettatori la possibilit{ di partecipare direttamente all’evento teatrale: la performance teatrale viene così a trasformarsi in una sorta di happening. Il tema poetico a cui si ispira il testo è tratto da una ricerca su brani dell’Antico testamento ed in particolare su alcuni frammenti dedicati all’ “incontro con l’altro” e alla positiva convivenza fra le persone in una comunità. Uno degli aspetti principali della ricerca artistica della compagnia riguarda la sperimentazione di situazioni e giochi teatrali che facilitano il coinvolgimento attivo degli spettatori. Negli ultimi anni Stalker Teatro ha prodotto numerose performance che possono essere scelte e facilmente adattate secondo le caratteristiche spaziali e temporali in cui avviene l’incontro con il pubblico. Lo spettacolo è composto da alcune scene, che creano diverse situazioni teatrali, realizzate utilizzando un particolare linguaggio, elaborato dalla compagnia durante una lunga esperienza di laboratorio, con persone di diverse et{, fondato sull’utilizzo di semplici oggetti che stimolano la dinamica del gioco teatrale collettivo. 164 Lo spettacolo “Incontri” può anche essere presentato insieme ad un gruppo di persone giovani e altri abitanti, della città ospitante, tramite un breve laboratorio teatrale di tre incontri per la preparazione dello spettacolo, dove i partecipanti diventano coprotagonisti insieme agli attori della compagnia. 165 STREGATTI COMPAGNIA TEATRALE https://www.facebook.com/pages/Stregatti-CompagniaTeatrale/309115362521239?ref=hl http://www.youtube.com/user/TeatroStregatti IL CORO music and money di Gianluca Ghnò con Daniela Faletti, Assunta Floris, Simona Gandini, Giusy Barone, Antonello Cannito regia di Gianluca Ghnò link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=N1a9bckzmbk genere: grottesco/comico/teatro musica/nuove creatività/ Un’amabile vecchietta vive con il suo gattino adorato sotto una miniera d’oro; una cantina fatta di muri di terra in cui sarebbe “facilmente” possibile scavare un tunnel che “facilmente” porterebbe al cavò di un casinò. Una donna, nome in codice Orange Bon Bon, conosce la cantina della vecchia vedova e insieme alla sua banda di terribili donne\assassine si fingeranno una “Corale d’oratorio” in cerca di una “cantina” in cui fare le loro prove. Che cosa accadr{? La cara nonnina non pare essere tanto amabile come sembra…. Thriller psicologico "psicopatico" tutto a ritmo di musica e rumori sonori Musica Live d’improvvisazione. Lo spettacolo lavora sullo stereotipo della donna mascolinizzata. DONNE DISARMANTI – LISISTRATA liberamente tratto dalla Lisistrata di Aristofane con Assunta Floris, Giusy Barone, Laura Tartuferi, Daniela Faletti, Simona Gandini, Moreno Mantoan violino Chiara Giacobbe regia di Gianluca Ghnò link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=O27Us4KaVCM genere: classico/teatro musica/nuove creatività/ Sfrontata, intelligente, ironica, spregiudicata, lungimirante, concreta, immaginosa, appassionata, lucida, solidale e sferzante, così pensata dal suo autore Aristofane e giunta a noi. Lisistrata una donna disarmante, personaggio frutto di un tempo e di un mondo che si è depositato nell’immaginario comune come modello di lotta non violenta. “Lisistrata” affronta insieme il problema della pace e della posizione della donna nelle citt{, un’ipotesi di potere femminile che si realizza nell’abolizione della propriet{ privata e soprattutto di quella sessuale. I tempi sono quelli tragici delle guerre del Peloponneso tra violenze fratricide che segnano la rovina della civiltà della Grecia. Lisistrata chiama a raccolta le donne per organizzare il più incredibile sciopero della storia, quello del sesso, per costringere gli uomini a fare la pace. Non solo è una rivoluzione non violenta, ma la costruzione di un nuovo sistema dove la prima regola è la rinuncia alla violenza come via verso il dialogo dove uomini e donne decidono insieme per il bene comune. Lo spettacolo degli Stregatti propone attraverso il teatro e la musica il manifesto non violento, e racconta attraverso Aristofane come è possibile organizzare una rivoluzione di questo genere, prendendo come esempio le gesta di Lisistrata e le sue donne: donne disarmanti che 166 stupiscono gli uomini per il coraggio di infrangere le regole sociali e ancora “disarmanti” cioè capaci di far cessare la guerra. PROGRESSIVE LOCANDIERA versione rivisitata della “Locandiera” di Carlo Goldoni con Giusy Barone, Luca Bertolotti, Luca Visconti, Claudio Vescovo, Assunta Floris, Simona Gandini regia di Gianluca Ghnò link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=jVPSZn1ARxc genere: classico rivisitato/comico/nuove creatività/ Versione rivisitata della Locandiera di Goldoni, dove la musica progressive ascoltata in cuffia da Fabrizio, funge da leitmotiv dell’intera commedia, colorando gli sbalzi d’umore di Mirandolina, rappresentandone l’intelligenza e la sua vivacità. Le scene sono ispirate ai quadri di Mondrian (suprematismo visivo) a sottolineare la modernità del pensiero della protagonista, che cambia abito a seconda della scena e di chi ha di fronte. Un gioco di colori e musica, mantenendo intatto il linguaggio goldoniano, cercando però di spogliarlo dei vezzi settecenteschi per arrivare a una forma più essenziale ma comunque comunicativa e “musicale”. 167 TANGRAM TEATRO www.tangramteatro.it QUALCUNO ERA GIORGIO GABER nuova produzione in occasione del decennale della scomparsa) di Giorgio Gaber e Sandro Luporini con Bruno Maria Ferraro regia di Ivana Ferri link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/index.htm genere: teatro musica A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, Tangram Teatro con uno spettacolo di teatro-canzone riprende il repertorio più recente di un artista che ha lasciato un segno profondo nella musica, nel teatro e nella cultura italiana. Le sue canzoni e suoi monologhi riescono ancora, a distanza di anni, a fotografare in modo impietoso una società nella quale l'individuo fatica a riconoscersi. L'intelligenza acuta, l'ironia sottile, la rabbia di Giorgio Gaber sono uno strumento prezioso per continuare a "leggere" il nostro tempo e per creare un ipotetico, ma reale, dialogo tra generazioni. DEDICATO AD ALDA MERINI di Alda Merini con Lucilla Giagnoni regia di Ivana Ferri link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/DEDICATO%20AD%20ALDA%20MERINI.htm http://www.youtube.com/watch?v=npLgUv-FTVw genere: classico/recital/cabaret/comico/teatro di figura/teatro musica/musical/nuove creatività/altro “È un po’ abusato e logoro il termine “poeta”. Contaminato, speso male, spesso usato in modo non appropriato. Ma a lei, ad Alda Merini piaceva tanto usarlo, ci si identificava al punto che parlava in terza persona del poeta, un plurale maiestatis che faceva tenerezza. Alda Merini è stata una poetessa, anzi lei era la “poesia”. Così Ivana Ferri ricorda la poetessa milanese scomparsa nel novembre scorso, alla quale aveva dedicato uno spettacolo alcuni anni fa “Una sottile linea d’ombra”. E in quell’occasione, la Merini, era stata ospite al Tangram Teatro dove aveva festeggiato i suoi 71 anni incontrando il pubblico e parlando a ruota libera della poesia di lei del manicomio che portava come una cicatrice indelebile sulla pelle. A distanza di anni e con la tenerezza di un’assenza, Ivana Ferri, ha chiamato Lucilla Giagnoni ad interpretare un percorso articolato tra le liriche ed i racconti di vita scritti da Alda Merini in epoche e situazioni diverse. Una serata per ricordare “lei” ma per richiamare anche, ancora una volta, l’attenzione su quella pagina nera che è stato il sistema manicomiale italiano fino a fine anni ’70. Una pagina nera che rischia di riaprirsi ogni volta che si dimentica ciò che è stato, e che un falso “bisogno” di ordine e di omologazione fa riaffiorare pericolosamente nella confusa politica italiana di oggi. 168 F.D.A. BOCCA DI ROSA E ALTRE STORIE di Bruno Maria Ferraro con Bruno Maria Ferraro regia di Ivana Ferri link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/fda.htm genere: teatro musica Perché uno spettacolo va in scena per 15 anni e continua ad essere riprogrammato? Perché il pubblico continua a seguirlo con affetto e partecipazione. Continua così lo straordinario viaggio di Fda Bocca di Rosa e Altre Storie spettacolo teatrale in memoria di Fabrizio De Andrè che continua il suo viaggio sui palcoscenici italiani. F.D.A. Bocca Di Rosa e Altre Storie è il ricordo di Fabrizio De André con uno spettacolo musicale che nelle passate stagioni ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico. Un’occasione per condividere ricordi lontani ed emozioni che appartengono al nostro passato recente, ma che sono anche lo specchio della nostra coscienza sociale. Bocca di rosa, Marinella, Tito e tantissimi altri personaggi del mondo degli emarginati, dei vinti ci sono divenuti familiari acquistando almeno nel nostro immaginario la dignit{ dell’esistere. Con De André è scomparso qualcuno che a tutti sembrava di conoscere, un amico discreto che ha accompagnato le nostre riflessioni, che ci ha regalato preziosi momenti di poesia. Un compagno di tante serate passate tra amici a ricomporre e rivivere meravigliosi affreschi umani, trasportati da una poesia semplice ed essenziale, in grado di raggiungere tutti. 169 TANGRAM TEATRO TORINO E BEBO STORTI E FABRIZIO CONIGLIO SUICIDI? TANGENTOPOLI IN COMMEDIA di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio con Bebo Storti e Fabrizio Coniglio regia di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio link video, pagina web spettacolo: cliccando il titolo spettacolo su youtube vi è video spettacolo e su richiesta verranno inviati via mail recensioni importanti di testate nazionali genere: commedia teatro civile Siamo in piena tangentopoli e due comuni cittadini italiani, giocando a fare gli ispettori, indagano su “3 suicidi eccellenti” di quel periodo: Castellari, direttore generale degli affari economici del Ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Cagliari, presidente dell’Eni e Gardini, capo indiscusso della Montedison e maggior azionista dell’Eni. Perché le scene dei suicidi sono state alterate? Perché Castellari, Cagliari e Gardini si uccidono proprio il giorno in cui dovrebbero incontrare i magistrati? Hanno tutti e 3 un forte legame con L’Eni. È solo una coincidenza? Il sistema uccide chi all’improvviso diventa inaffidabile? Non daremo presuntuosamente la soluzione a questi quesiti, ma insinueremo nello spettatore ,con le testimonianze, gli interrogatori, le analisi compiute sul luogo del delitto, le perizie e le autopsie, il dubbio che questi suicidi possano forse essere anche degli omicidi, senza cadere nella retorica, ma usando l’ironia e la forza teatrale della rappresentazione. Nulla di ciò che viene rappresentato è inventato ma è tratto da documenti ,dichiarazioni e perizie ufficiali ,raccolte con minuziosa scrupolosità dal presidente del tribunale di Civitavecchia Mario Almerighi. Lo spettacolo “Suicidi?” è infatti tratto dal libro “3 Suicidi Eccellenti” di cui Almerighi è l’autore. Ma perché riattraversare quel periodo? Perché riparlarne? Tutti sappiamo che era uso comune , in quegli anni, il "sistema" delle tangenti; il favore all'amico di partito, al sodale, alla persona "vicina" per ideologia e per appartenenza. Una mafia che si stringe attorno all'idea di Patria, ma che poi fa spreco di denaro pubblico. Una classe dirigente e politica che ha perso, se mai l'ha avuto, il senso dello stato, del "servire il popolo" ma che è invece terrorizzata dal perdere i propri privilegi, dal veder svanire il potere con i privilegi. E così montagne di danaro pubblico vanno in fumo fra gli anni settanta e gli anni novanta , indebitando lo stato, e quindi i cittadini italiani per i prossimi decenni a venire. Riattraversare quel periodo con queste tre vicende è anche un modo per capire che cosa è il nostro paese oggi e cosa continuer{ ad essere negli anni , se questo “sistema” non verrà smantellato. BANCHE –UN LADRO IN CASA di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio con Bebo Storti e Fabrizio Coniglio regia di Bebo Storti e Fabrizio Coniglio link video, pagina web spettacolo: su youtube breve video spettacolo e su richiesta verranno inviate via mail recensione nazionali di testate come “ La Stampa”(debutto nazionale al Carignano di Torino nell’ottobre 2012) genere: commedia Teatro Civile Il titolo di questo spettacolo prende spunto da una frase che una signora di 78 anni si è sentita dire dal direttore della propria banca, quando è andata a lamentarsi per come le avessero volatilizzato i risparmi: ”Signora non c’è più niente da fare, ci metta una pietra sopra… come se un ladro le fosse entrato in casa”. C’è un momento della vita, magari in tarda età, in cui una famiglia ,dopo anni di sacrifici, può aver messo da parte un risparmio, un tesoretto. È in quel momento che forse per coincidenza o più 170 probabilmente per strategia, la nostra banca ci suggerisce un investimento sicuro, infallibile, un guadagno facile per realizzare i nostri sogni di vecchiaia…. Dopo poco più di un 1 anno o addirittura qualche mese si scopre che i nostri soldi sono spariti… nel nulla… in obbligazioni proposte come sicure e infallibili, che invece sono pura spazzatura senza valore (Bond argentini, Parmalat, Cirio ,Lehmann)… Liquidazioni, risparmi di una vita, di operai, piccoli artigiani, volatilizzati in pochi mesi. E come nel peggior incubo o racconto kafkiano, quando si ritorna in banca, avendo saputo magari dalla televisione dei crack finanziari che hanno coinvolto i gruppi e le imprese in cui la banca aveva indirizzato i nostri risparmi, il direttore, il promotore finanziario, l’impiegato che ci aveva suggerito quell’investimento, non c’è più , è sparito anche lui, dopo i crack finanziari, nel nulla . Un viaggio dentro le famiglie truffate, dentro le strategie di un sistema bancario che non conosce più regole, che ha distrutto migliaia di risparmiatori e che vive solo per arricchire se stesso. Porteremo in scena quindi, ancora una volta, storie vere, che ci faranno magari anche ridere per la loro assurdità, il tono ancora una volta sarà infatti della commedia, ma che ci immergeranno in uno scenario avvilente. Un teatro dell’assurdo insomma, ma vero! Tutte le storie narrate sono infatti documentate da atti processuali. Perché parlarne? Conoscere le strategie delle truffe messe a punto dalle banche è un modo per capire fino a che punto si sta spingendo il demone del profitto senza etica. IL VIAGGIO DI NICOLA CALIPARI di Fabrizio Coniglio con Alessia Giuliani e Fabrizio Coniglio (Giuliana Sgrena segue lo spettacolo per incontro col pubblico dopo-spettacolo) regia di Fabrizio Coniglio Alessia Giuliani link video, pagina web spettacolo: produzione Tangram Teatro Torino “su google e youtube materiali spettacolo) rassegna stampa nazionale molto dettagliata e con articoli importanti su richiesta verranno inviati via mail. genere: teatro civile Due attori ripercorrono il viaggio tragico che ha portato all’uccisione di Nicola Calipari. Si parte con il racconto del rapimento e quindi la prigionia di Giuliana Sgrena(il rapporto con i rapitori, gli aneddoti, la paura, la speranza) per poi arrivare all’inizio della fine, con la liberazione di Giuliana, la gioia, l’incontro con Nicola Calipari e il viaggio verso l’aeroporto. Poi il racconto degli spari, quel “fuoco amico” che arriva all’improvviso, nel buio; la gioia ,l’euforia che diventa tragedia, incredulità, senso di impotenza. Il nostro viaggio si chiude con un’ipotesi di tribunale tratta dai documenti ufficiali della delegazione italiana in Iraq, ovvero la versione americana e quella italiana sui fatti del 4 marzo 2005. Metteremo così a confronto le dichiarazioni di Giuliana Sgrena con quelle del mitragliere americano Mario Lozano. Evidenzieremo le omissioni e le contraddizioni della ricostruzione fornita dall’esercito americano, cercando di essere il più neutrali possibili, con la volontà di condurre lo spettatore a una riflessione e a un desiderio di giustizia e di verità più che a facili e a non obiettivi sentimenti antiamericani. Credo che lo spettacolo sia molto adatto a un pubblico sia adulto, sia giovane. Parlare di Nicola Calipari, della situazione dell’Iraq, della drammaticità dei rapimenti, penso sia un argomento di storia contemporanea che si presti molto a essere rappresentato nella scuole, soprattutto medie superiori. Sono convinto infine che, poter parlare ai giovani sotto forma di spettacolo, con una narrazione non retorica e noiosa, possa interessarli e catturarli anche su tematiche importanti e allo stesso tempo difficili come quelle riguardanti la guerra e la nostra storia contemporanea. 171 TEATRO ALEGRE www.teatroalegre.it MARIONETTE IN CERCA DI MANIPOLAZIONE di Damiano Privitera con Georgina Castro Küstner e Damiano Privitera regia di Damiano Privitera link video, pagina web spettacolo: http://www.teatroalegre.it/video.marionette.html genere: teatro di figura Lo spettacolo è uno sguardo acido, umoristico e allo stesso tempo satirico verso le regole che reggono la nostra società. Le marionette ci raccontano la solitudine, il tempo che passa, i rapporti umani, la frivolezza della vita conservando un distacco e una retrospettiva che permette di denunciare il tutto rimanendo pieno di umore e sarcasmo. Brevi episodi senza parole che trattano, con ironia e poesia, temi diversi della vita quotidiana esclusivamente attraverso la comunicazione gestuale dei burattini. Una pantomima dove i burattini, costruiti e manipolati alla maniera dei "bunraku" giapponesi, con la loro precisione e ricchezza di movimenti diventano dei piccoli attori geniali e sulla scena scoprono un nuovo linguaggio, al di là della parola, basato sulle immagini e sulle sensazioni “… un piccolo gioiello di precisione e delicatezza. Dietro una forma semplice e pura si nasconde tutto un universo di leggerezza e poesia” Jean-François Ruiz –Centre Culturel La Ricamarie - Scène Rhônes Alpes “…tre atti di grande bellezza, plastica e teatrale, resi senza parole, con magnifici pupazzi in legno dagli impressionanti visi e grande mobilita e articolazione” Jose Henrìquez Guìa del Ocio - Madrid “…Quello che hanno presentato è stato eccezionale. Le loro figure sapevano fare di tutto, come se avessero un anima” " Zsàkomban a bàbom" Bota Gabor Sarospatak - Ungheria 172 TEATRO DEGLI ACERBI www.teatrodegliacerbi.it ARISTOFANE LA PACE di Aristofane / Oscar De Summa con Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano, Tommaso Massimo Rotella regia di Aristofane / Oscar De Summa link video, pagina web spettacolo: www.teatrodegliacerbi.it/la-pace/index.html http://youtu.be/wvFMR_fTeJA genere: classico/comico Una commedia spassosa e onirica, una fiaba epica e insieme lucidamente concreta e spietata verso le consolidate logiche di potere di tutti i tempi. In groppa a un gigantesco scarafaggio stercorario, il contadino Trigeo vola in cielo a chiedere spiegazioni agli Dei sulla guerra che sta insanguinando la Grecia. Ma l’Olimpo è quasi deserto; sono rimasti solo Ermes, un portinaio facilmente corruttibile, e l’iracondo Dio della guerra. La Pace è imprigionata dietro “insormontabili” cancelli. Contro ogni aspettativa Trigeo riuscirà addirittura a sposare la Dea del raccolto, suggellando una promessa di pace tanto utopica quanto desiderabile. E’ la fine dei mercanti di armi, dei generali vanagloriosi e dei profeti scrocconi umiliati dall’impresa del più umile degli uomini e del più disgustoso degli animali. Rotture metateatrali, ritmi serrati, momenti di intensa comicità alternati a riflessioni amare e poetiche sono il linguaggio scelto per rappresentare il modulo drammaturgico . “(...) un lavoro rigoroso, senza sbavature, attento a curare un meccanismo teatrale basati su tempi perfettamente calibrati. Il risultato è una comicità fresca che non mette il testo sul piedistallo (...) ma neppure si prende troppe libertà. (...) Molte risate, applausi a scena aperta e alla fine soddisfazione generale. Insomma, un successo.” (C.F.Conti, La Stampa) CESARE, LA LUNA E LA VIGNA Viaggio attraverso le opere, la vita e i luoghi letterari e reali del grande scrittore di Luciano Nattino con Dario Cirelli, Fabio Fassio, Francesco Ecclesia, Paola Tomalino, Federica Tripodi regia di Luciano Nattino link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodegliacerbi.it/la_casa_in_collina/CESARE,LA_LUNA_E_LA_VIGNA.pdf http://youtu.be/ecDgVvEXZ2o genere: classico Lo spettacolo, musicale, è il ritratto dell’uomo Cesare Pavese, delineato attraverso le sue opere: lettere, poesie, racconti e romanzi. Nella visionaria e poetica rivisitazione della sua opera, si è dato corpo e voce ad alcune delle sue pagine più memorabili; lo spettacolo mette in luce una serie di momenti focali della vita di Pavese raccontati appunto dagli stessi personaggi presenti nelle opere scritte in quei momenti particolari, tramite il dialogo stesso tra Pavese e i personaggi da lui creati. È un fluire dinamico di immagini suggestive, visionarie e al limite del surreale quelle che si formano davanti agli occhi dello spettatore come un grande puzzle costituito da diverse tessere. E ogni tessera è collegata alla successiva tramite l’avvicendarsi di momenti biografici o “apparizioni” di personaggi pavesiani. Cesare entra in relazione scenica con le sue opere e i suoi personaggi. Lo vediamo immergersi nella calura violenta dei “Paesi Tuoi” e riapparire mentre viene mandato al confino in Calabria, da dove manderà 173 lettere piene di mestizia e rancore alla sorella e agli amici. Finito il confino, riprende il dialogo con i personaggi di quello che può esser definito il suo autentico diario ai posteri, in alcune scene della “Casa in Collina”. Non pago di quel successo letterario, ritorna alla sua madre terra immergendosi tra le sue colline e le tradizioni contadine de “La Luna e i falò” proprio per sfuggire all’ennesima delusione amorosa a cui dedica quest’ultimo suo romanzo. PAISAN ritratti di gente di collina di Fabio Fassio, Giuseppe Morrone, Aldo Pasquero con Marco Andorno, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano regia di Fabio Fassio, Giuseppe Morrone, Aldo Pasquero link video, pagina web spettacolo: www.teatrodegliacerbi.it/paisan/scheda-PAISAN.pdf genere: recital/cabaret/comico/nuove creatività Questo progetto nasce dalla collaborazione tra Teatro degli Acerbi e Faber Teater, sostenuto dall’Assessorato Unesco della Provincia di Asti è a supporto della candidatura a Patrimonio dell’Umanit{ dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Lo spettacolo recupera la tradizione del varietà, tre attori e un fisarmonicista danno vita a una girandola di personaggi e situazioni che si muovono intorno alle bancarelle del mercato, il luogo, forse l’ultimo, che permette alla gente di incontrarsi e di confrontarsi, alla cultura di un territorio di crescere, integrarsi e trasformarsi. Questo luogo, magico e variopinto, diventa il pretesto per parlare di “paesanit{”, della ricchezza di un paesaggio umano che va tutelato e di cui bisogna essere fieri. Accanto a Pavese, Silone, Dante Alighieri e Verga siedono con dignità Carlo Artuffo, I Trelilu, Dumini Badalin e Fred Buscaglione. Poesia dialettale e sonetti della tradizione letteraria si contrappuntano a canzoni popolari e sketch sui tipi da mercato. Il nostro dialetto acquista così dignità di lingua e la sua musicalità si sposa dolcemente con i testi più alti della letteratura italiana. “Paisan” ritrae in tutta la loro poetica semplicit{ i caratteri fondanti della cultura popolare piemontese rendendola esportabile, universale e curiosa per qualsiasi tipo di pubblico. 174 TEATRO DEGLI EPISODI UOMINI MONTAGNA (Le mirabolati avventure dei fratelli Ugo da Vinadio) con Clara Bisotto, Cristina Curti, Manuel Spada, Simona Grosso, Simone Massa, Fabio Vicari, Elide Giordanengo, Germano Giordanengo, Paolo Borello, Caterina Ciravegna, Mara Ghibaudo, Tiziana Dutto, Angelo Marasco regia di Elide Giordanengo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=1dpXQIsTavE La storia narra di due fratelli nati in montagna a Vinadio. Nel passaggio di secolo, in un’epoca segnata da grandi avvenimenti e scoperte, gli esseri lunari, nomadi da una platea all’altra sono i “freacs” dei quali fanno parte anche i giganti Ugo. In mano ad affaristi senza scrupolo che approfittano della loro ingenuità, trascorrono la loro vita al chiuso dei carrozzoni e dei tendoni nei quali si esibiscono, alla ricerca costante di stabilità economica che permetta loro di tornare nella amata Vinadio. 175 COMPAGNIA “TEATRO DEI PASSI” di Guido Tonetti www.compagniateatrodeipassi.it DIVERTIMENTO CECOVIANO di Anton Cechov con: Sara Comeri, Renato Lucchini, Eleonora Pizzoccheri, Guido Tonetti regia di Guido Tonetti genere: brillante La domanda di matrimonio”, “L’anniversario”, “L’orso” : rivisitazione di tre atti unici brillanti di A. Cechov. SPETTACOLO VIAGGIANTE di Sara Comeri con Guido Tonetti e Eleonora Pizzoccheri regia di Guido Tonetti genere: brillante Spettacolo poetico – brillante con attori, burattini e giocoleria. 176 TEATRO DELLA CADUTA www.teatrodellacaduta.org MADAMA BOVARY di Lorena Senestro con Lorena Senestro regia di Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini (disegno luci Roberto Tarasco) link video, pagina web spettacolo: VIDEO PROMO (4 minuti) >> RIPRESA COMPLETA >> SITO WEB >> genere: classici, nuove creatività, nuova drammaturgia Spettacolo Finalista Premio Scenario 2011 - Stagione 2011-12 Teatro Stabile Di Torino L’universo di Flaubert e l’ambientazione di Madame Bovary sono prossimi alla bruma che aleggia sui prati della pianura padana. Individuano i caratteri propri della vita di provincia, la provincia nella sua dimensione assoluta, esistenziale. Lorena Senestro reinventa una Emma Bovary dei nostri giorni, in chiave piemontese. Ai personaggi e alle atmosfere del romanzo di Flaubert si aggiungono versi di Gozzano; tutto filtrato attraverso l’autobiografia dell’attrice. Coniuga una nuova drammaturgia con un classico della letteratura, teatro d’attore e tradizione dialettale. “[…] Nel suo abito vagamente nuziale, l’inquieta cacciatrice di eros scilla tra oscilla tra lingua e dialetto, tra dramma e sarcasmo, entrando e uscendo dal personaggio […] Vive situazioni sentimentali che si trasformano in desiderio e paura, disegna piroette verbali che svelano una grande intelligenza interpretativa.” Osvaldo Guerrieri (La Stampa) “ […] Madama Bovary di Lorena Senestro (Torino), brava attrice, colta e intelligente, che cerca il bovarismo nella sua biografia tra italiano e dialetto piemontese…” (Hystrio) “È una monologante di classe Lorena Senestro. […] questo soliloquio ha i documenti in regola per il circuito di tutto il bel paese, la Bovary della giovane attrice, torinese d’elezione, può calcare l’Italia, anche per l’estrema agilit{ dell’allestimento.” Maura Sesia PARADISI PERDUTI: CRONACA DI UN MALATO PER NULLA IMMAGINARIO di Marco Bianchini con Marco Bianchini regia di Marco Bianchini e Massimo Betti Merlin link video, pagina web spettacolo: promo>>, ripresa completa>> pagina web genere: comico, nuove creatività, nuova drammaturgia cachet omnicomprensivo di scheda tecnica: 1700 euro – 1000 euro (usando la dotazione del teatro) Un monologo che muove dalla narrazione di fatti autobiografici per affrontare i molteplici aspetti della malattia, attraverso impressioni, ricordi e digressioni più o meno serie. Dalle corsie di un pronto soccorso di provincia al giardino dell’ Eden, passando per la Parigi di fine Ottocento, approdando infine in un reparto di rianimazione, lo spettatore assiste alla terribile battaglia con il batterio responsabile della meningite, alla genesi di tutte le malattie e alle avventure tragicomiche di un artista maledetto e di un ricoverato in terapia intensiva. L’esperienza della malattia, vista dalla prospettiva di chi l’ha sperimentata in prima persona, oscillando tra ironia e dramma, comicit{ e inquietudine. “Abile nel dar voce e mimica a più di un personaggio, Marco Bianchini somministra in giuste dosi la sua cura a base di divertimento e inquietudine, sa arricchire il racconto di gustosi particolari e però riesce a cavare dall’esperienza di corsia una serie di suggestioni spinte ben oltre l’aneddotica, approdando ad 177 una riflessione sull’umana fragilit{, sul caso che la governa, sulla separatezza dei mondi di chi sta dentro a una clinica e di chi sta fuori, prima o poi destinati entrambi a scambiarsi”. Antonio Stefani (Giornale di Vicenza). FRANCESCO GIORDA LIVE SHOW di Francesco Giorda con Francesco Giorda regia di Roberto Tarasco link video, pagina web spettacolo: VIDEO PROMO >> PAGINA WEB >> genere: comico, stand-up comedy cachet omnicomprensivo di scheda tecnica: 1850 euro - 1250 euro (usando la dotazione del teatro) Talk-show teatrale dalla comicità trascinante dove a parlare è sempre il protagonista: Francesco Giorda, comico, presentatore, artista di strada, intrattenitore verbale inesauribile, dedito all’improvvisazione e al dialogo con il pubblico grazie a quindici anni di esperienza come artista di strada nelle piazze e nei festival di tutta Europa. Comicità sottile e sagace sullo stile dello stand-up anglosassone al servizio di tematiche dei nostri giorni: dalla fine del mondo predetta dai Maya ai social network, dall’amore ai sexy shop, dalla sostenibilità alle vicende della politica italiana, dal reportage a Shakespeare . Una selezione dei pezzi migliori realizzati in due anni di repliche mensili di questo format al Caffè della Caduta. Il pubblico viene tirato in ballo su questioni d’attualit{ in equilibrio tra teatralit{ e dialogo aperto con la sala. Tutto è live e accade in diretta di modo che ogni serata segue il format ma è sempre diversa. Al tutto si aggiunge la proiezione di interviste realizzate con uno stile fuori dall’ordinario, nelle quali Francesco Giorda interroga i passanti sugli argomenti più svariati. Francesco Giorda ha vinto il 1° premio della giuria e del pubblico al "Concorso Internazionale di Regia Fantasio Piccoli"(2006). Regista di spettacoli per la scuola di circo FLIC di Torino, ha coordinato il "Circo per l'Estate" su Rete 4. E’ stato presentatore ufficiale in manifestazioni di rilievo come il pre-show per il lancio della nuova Fiat 500. 178 TEATRO DELLE SELVE www.teatrodelleselve.it BUON VINO, FAVOLA LUNGA di Laura Pariani, Franco Acquaviva con Franco Acquaviva, Anna Olivero, Elisabetta Locatelli regia di Franco Acquaviva link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_ap=44&id_sap=82&id_p=203 genere: comico, popolare, di ricerca Il testo di Laura Pariani è nato su commissione del Parco Culturale Terre Divino e di Riso, coordinato dalla Fondazione per Il Libro, La Musica e la Cultura di Torino. Lo spettacolo è un divertentissimo excursus tra le storie e i miti dedicati al vino. Vi si vede il contrasto tra due semplici donne del popolo e un petulante attore che vorrebbe recitare come i grandi del passato, e cerca di imporre all’uditorio varianti colte ed erudite sul tema. Ma le due donne non accettano il suo gioco e lo interrompono, lo tampinano, lo sbeffeggia no, infine lo mettono ko, per raccontare, loro sì, una tra le più belle storie sul vino: una variante d’Autore della famosa favola nella quale un soldato incontra la Morte a Samarcanda. Ma qui la morte viene sconfitta. Come? Lasciamo allo spettacolo il compito di svelarlo. Una cosa è certa: la convivialità che il vino genera non rimarrà confinata nell’evocazione scenica e letteraria, ma invader{ la sala, trovando infine piena espressione nel brindisi più audace che si possa immaginare: quello che festeggerà la vittoria sulla Morte. Lo spettacolo è leggibile a vari livelli: è popolare, colto, citazionista, parodistico e può essere fruito con diletto da un pubblico trasversale per cultura ed estrazione sociale. LA STORIA DI MARCO CAVALLO di Franco Acquaviva con Franco Acquaviva regia di Franco Acquaviva link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_a=59&id_sa=106&id_p=383 genere: attore-narrazione Trieste 1973. Un grande cavallo di cartapesta, azzurro, cresce nei mesi ad opera dello scultore Vittorio Basaglia; intorno ad esso il lavoro paziente del poeta e regista Giuliano Scabia intesse con i pazienti dell'Ospedale Psichiatrico di Trieste un'epica collettiva: le storie, i canti, i testi, le poesie, i disegni, i balli, il teatro della gente dell'OPP, tutto si compone intorno al grande cavallo e diventa azione quotidiana di riscatto e di immaginazione. L'ultimo giorno di lavoro, al momento della festa che dovrà sancire simbolicamente la riunione tra città e manicomio, Franco Basaglia insieme ad altri operatori e pazienti, abbatte materialmente un vero muro quando si accorge che il cavallo, troppo grande, non potrà passare dalle porte e uscire all'aperto. Ma alla fine Marco Cavallo, come fosse un cavallo di Troia al contrario, insieme all'esercito della gioia che lo ha creato, usciranno dal manicomio e invaderanno festosamente la città. Fine della storia? No, quello è stato soltanto l'inizio... Uno spettacolo che ripercorre la storia della prima esperienza europea - e forse mondiale - di apertura del manicomio alla vita e alla libertà di autodeterminazione dei malati attraverso il percorso di un'arte sociale e di comunità. Un'esperienza che ripensò il ruolo dell'istituzione totale e della stessa psichiatria, operando un vero e proprio rivolgimento 179 radicale. “La storia di Marco Cavallo” racconta con i mezzi essenziali del teatro la possibilit{ concreta dell'utopia. Tratto dal libro “Marco Cavallo” di Giuliano Scabia, Einaudi, 1976. QUANDO NOTTE ILLUMINAVA di Franco Acquaviva con Franco Acquaviva regia di Franco Acquaviva link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_a=52&id_sa=92&id_p=391 www.youtube.com/watch genere: altro/ teatro di narrazione e figura Spettacolo di narrazione e figure tratto da una fiaba di Guido Gozzano. Il celebre poeta scrisse anche un certo numero di fiabe, tra cui “I tre talismani” da cui è tratto lo spettacolo. Prataiolo, il protagonista della storia, è un ragazzo povero e trasognato, un tontolone senza prospettive e malvisto da tutti che scappa di casa con l'unica eredità di una vecchia camicia donatagli dalla sorella. Ma la camicia insignificante non è: il suo potere magico infatti scaraventerà Prataiolo dentro a un vortice di avventure incredibili che culmineranno nell'incontro con una principessa molto bisbetica. L’attore, dopo aver chiesto in cuor suo la benedizione del poeta Guido Gozzano, narra la storia e interpreta i vari personaggi con lazzi, danze e il supporto di fantastiche apparizioni pupazze e burattine. NERANUBE – una fiaba ecologica di Anna Olivero e Franco Acquaviva con Franco Acquaviva e Anna Olivero regia di Franco Acquaviva link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodelleselve.it/progetto.php?id_ap=42&id_sap=80&id_p=193 genere: altro/ teatro di narrazione e figura Un giorno il Cielo, indignato per le cose orribili che gli esseri umani compiono sulla Terra, decide di non concedere più il bene prezioso della pioggia. E così una tremenda siccità si abbatte sul Pianeta. Chi risolverà la drammatica situazione? La risposta è semplice e strana: un asino. Proprio lui, l'animale forse più misconosciuto di tutta la storia dell'umanità. Ma chissà se la lezione d'umiltà impartita dal simpatico animale agli esseri umani farà capire loro quanto sia necessario tornare a vivere in armonia con la Natura... Due personaggi girovaghi, forse profughi provenienti da qualche lontano paese, raccontano e fanno raccontare a un asino e a una gallina di pezza e lana la storia della Nera Nube che tutto allagò. Lo spettacolo è una riedizione, senza animali, di “Neranube”, coprodotto nel 2011-12 in collaborazione con l'Ass. Somariamente di Montorfano (Vb). 180 TEATRO DI DIONISO www.teatrodidioniso.it AMLETO di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti con Valter Malosti, Sandra Toffolatti, Mariano Pirrello, Leonardo Lidi, Roberta Lanave, Jacopo Squizzato, Mauro Bernardi, Cristian Mariotti Larosa, Anna Maria Troisi regia di Valter Malosti genere: classico/nuove creatività Un «Amleto» tutto nuovo, quello prodotto dal Teatro di Dioniso e dal Teatro Stabile di Torino , per la regia di Valter Malosti: uno spettacolo inconsueto e coraggioso, innanzitutto per la scelta dei protagonisti, giovani ex allievi della Scuola dello Stabile, freschi di diploma. Giovanissimo è Leonardo Lidi, un Amleto tutt'altro che emaciato, ma piuttosto un bambinone irrisolto dei nostri giorni, ma non per questo meno sofferente nella sua presunta pazzia. E giovanissima è Roberta Lanave, un'Ofelia finalmente forte, decisa, concreta che a maggior ragione ci commuove nel momento della follia e della morte, interpretando uno dei momenti più intensi dello spettacolo. Il gruppo di giovani è affiancato dai bravi Sandra Toffolati, Mariano Pirrello e Malosti stesso nel triplo ruolo di Re Claudio, dello Spettro e del Primo Attore. Originale è la scelta di ambientare tutto in un unico luogo, la camera da letto della madre, con tanto di talamo nuziale, che simbolicamente diventa tomba nel finale: lì si sviluppa tutta la vicenda e lì, seduto su una sedia, c'è sempre Amleto, quasi imprigionato in uno spazio mentale claustrofobico, da cui hanno origine tutti i suoi dilemmi. L'allestimento si avvale di un ambiente sonoro (da sempre cifra stilistica del regista), che accompagna e punteggia la narrazione, diventandone parte integrante e contribuendo significativamente a creare momenti di forte suggestione. Il risultato è uno spettacolo moderno, incisivo, energico, pieno di vita, pur restando fedelissimo al testo, in particolare alla versione in Folio del 1623, in cui la prima cosa che salta agli occhi e alle orecchie è la modernità di Shakespeare. Giovanna Rossi Grazia.it 5/4/2013 LO STUPRO DI LUCREZIA di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti con Valter Malosti, Alice Spisa, Jacopo Squizzato regia di Valter Malosti “Uno degli spettacoli più intensi visti fin qui è lo stupro di Lucrezia di Valter Malosti, attore e regista. E’ il poemetto di Shakespeare “gemello” di Venere e Adone che sempre Malosti fece qualche anno fa in una versione viva e di grande successo. Qui il genio di Shakespeare è di ricostruire un atto di violenza di un uomo contro una donna attraverso i due flussi di coscienza. Di lui, Tarquinio generale romano, e di lei, Lucrezia moglie di Collatino. Malosti ne fa uno spettacolo realistico ed asciutto (“no budget”, dice lui: senza scena se non una poltrona regale e un baule), calato nel buio. Come nel teatro di Carmelo Bene, la sua voce al microfono diventa il filo della tensione irrequieta incarnata da due ex-allievi della Scuola dello Stabile di Torino, Alice Spisa e Jacopo Squizzato con verità. Il maschio distruttivo e morboso nella sua nudità disfatta, sudata. La femmina con un inquieta energia, lotta, cade, muore. Un lavoro forte, teso. E civile in un paese dove di queste cose ce n’è una ogni due giorni.” Anna Bandettini – La Repubblica 23/12/12 Attenzione s'informa che la presenza di scene di nudo e contenuti tematicamente violenti potrebbero offendere la sensibilità di qualche spettatore, in generale si consiglia comunque la visione ad un pubblico adulto 181 VENERE E ADONE IN CONCERTO di W.Shakespeare , versione italiana Valter Malosti conValter Malosti regia di Valter Malosti_ “Shakespeare / Venere e Adone in concerto” è la versione disidratata dello spettacolo che ha debuttato nel dicembre 2007, facendo ottenere a Malosti nel 2009 (insieme a Quattro Atti Profani di Tarantino) il premio della associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT) per la regia. L’alta densit{ musicale dello spettacolo ci ha convinto a tentare di proporne una versione senza scena, se non quella, ricchissima, sonora. Londra, 1593. La peste sta devastando la città, i teatri sono chiusi. Shakespeare trova l’ispirazione, e un patrono, e scrive un piccolo capolavoro in versi: il poemetto erotico-mitologico Venere e Adone. Sar{, per l’epoca, un grandissimo successo, con numerose ristampe fino alla metà del secolo successivo, immancabile nei bordelli, quanto sotto il cuscino delle grandi signore aristocratiche e degli amatori. Venere e Adone sfugge a qualsiasi definizione: “comico oppure tragico, leggero oppure profondo, un inno alla Carne oppure un ammonimento contro la Lussuria: il poemetto è un mixtum in cui tutti i termini di queste antitesi sono simultaneamente veri. Introducendo nella sua storia un conflitto erotico che nelle Metamorfosi di Ovidio non era presente, Shakespeare ha fatto qualcosa di più che produrre un sicuro effetto comico — anche se questo "di più" passa precisamente e innanzitutto attraverso la comicit{. “ CLAREL, Poema e pellegrinaggio in Terrasanta di Herman Melville con Valter Malosti regia di Valter Malosti genere: nuove creatività/altro Clarel (Poema e pellegrinaggio in Terrasanta) è senz’altro la meno conosciuta fra le grandi imprese di Melville. Ma si sa che la sua opera non delude mai ed è piena di rivelazioni anche negli angoli più riposti. Diciottomila versi suddivisi in centocinquanta canti, uno scosceso massiccio poetico, versi che fanno «trasalire alla lettura» per la loro «virtù profetica». Clarel, un giovane studente americano di teologia, insoddisfatto degli insegnamenti dogmatici ricevuti in patria e ansioso di elaborare una propria risposta personale al senso della vita e della sua stessa vita, decide di recarsi in Palestina per scoprire dall'interno il significato dell’esistenza e del senso ultimo della vita. Il mio teatro ha un unico obiettivo, emozionare, essere offerto al pubblico come esperienza, viaggio. Il regista per me è colui che cerca di possedere un mondo e lo fa in ogni spettacolo che decide di affrontare. Quale occasione migliore in tempi bui e poveri di poesia quella di affrontare questo pellegrinaggio in versi che immagino inserito in una ricerca sonora scabra ma che dia conto dell’incontro del protagonista intanto con la Terra Santa e poi con i vari mondi e umanità che la abitano in un tentativo di teatro musicale in cui però non vada perduto il senso e la profondità della parola ma anzi vada a costruire un progetto che si fondi sulla musica per amplificare ed evocare l’invisibile e il mistero. CORSIA DEGLI INCURABILI di Patrizia Valduga con Federica Fracassi regia di Valter Malosti genere: nuove creatività/altro 182 Corsia degli incurabili, pubblicato nel 1996, è un atto unico scritto in versi da Patrizia Valduga, una delle voci più significative della poesia contemporanea italiana. Il/la monologante si esprime in una lingua che si nutre del rapporto-divario tra linguaggio alto e linguaggio basso, “qui spinto fino ad impastare in una sola ipotesi tonale gli estremi del sublime e della più trita umiliante attualità: oggetto questa di uno sdegno di matrice dantesca che la Valduga usa anche per ridare un senso e dignità di vita a ciò che i nostri esausti tempi d’impostura tendono a non considerare vita.” Ho immaginato un lavoro intimo e scabro. Una donna “soldato del dolore”, malata terminale, giace in una stanza d’ospedale, immobile, inchiodata su una sedia a rotelle, i capelli divenuti rampicanti; i muri scrostati e le poche luci si animano come esseri viventi, respirano, agonizzano, soffrono, amano con lei. Con determinazione la donna lancia le sue parole che si fanno, di volta in volta, invettiva, desiderio, scherno, preghiera, bisbiglio, confessione, provocazione, accompagnata da una partitura sonora tesa e multiforme, una sorta di suono interiore emotivo e disturbato, che passa dalla natura rivisitata da Chris Watson, tocca le ultime sonate per pianoforte di Beethoven, Wagner e Tosti, si incendia con Fausto Romitelli e urla con Giovanni Lindo Ferretti. SENSO da Camillo Boito con Irene Ivaldi regia di Valter Malosti genere: nuove creatività/altro Sullo sfondo dell’Italia risorgimentale si snoda la vicenda della contessa Livia Serpieri, protagonista della novella del 1883 Senso di Camillo Boito, senza dubbio la più fortunata grazie alla trasposizione cinematografica che ne fece Luchino Visconti nel 1954 con protagonista Alida Valli. La contessa Serpieri ha trentanove anni e, attraverso un lungo monologo interiore, rivive senza reticenze, con toni crudi venati da nero umorismo, la scandalosa relazione con l’abbietto tenente austriaco Remigio Ruz, iniziata a ventidue anni, appena sposata e all’apice della bellezza. L’atmosfera voluttuosa di Venezia e la scialba vecchiaia del marito fomentano la passione per il cinico ufficiale dell’esercito nemico. Passione che dall’adulterio la conduce alla disperazione e infine all’umiliazione, quando realizza l’inganno di Remigio, che l’ha sedotta per estorcerle il denaro necessario a disertare, assistendo da una porta socchiusa alle “orge” dell’amante. La fine si riveler{ atroce e grottesca. 183 TEATRO SELIG sas www.teatroselig.it STORIA D’AMORE DI UN DYBBUK riduzione di Marina Bassani da il Dibbuk di Shalom An-ski con Marina Bassani, Lorenzo Bartoli e Roberta Maraini regia di Marina Bassani e Girolamo Lucania link video, pagina web spettacolo: www.teatroselig.it - https://vimeo.com/58373328 genere: classico Chonen in un ultimo gesto estremo, decide di consegnare la propria anima a forze oscure e di conseguenza rimane tragicamente sospeso tra due mondi, come un Dybbuk (Spirito). Questa è la storia di una trasgressione. La storia di una passione. Qui c’è un matrimonio deciso in terra. Qui c’è un amore combinato in cielo. Come nella storia di Giulietta e Romeo, l’amore non è un sentimento ammesso, ma esiste un altro mondo - quello della qabbal{ - dove il naturale e il sovrannaturale convivono. 184 TEATRO&MUSICA di Monica Luccisano www.youtube.com/user/monicaluccisano DALLA MUSICA AL SILENZIO dramma musicale per due attori/strumenti idea e testo di Monica Luccisano con Davide Bernardi, Matteo Barbero e con Claudia Ravetto, strumento violoncello Riccardo Balbinutti, strumenti percussioni regia di Monica Luccisano link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano genere: opera di prosa con musiche in scena E se improvvisamente gli strumenti smettessero di suonare? Se dalle corde del violoncello, dagli strumenti a percussione, dalle casse dello stereo non uscisse più alcun suono? Gli strumenti hanno abbandonato il mondo degli uomini, hanno deciso di non suonare più per gli esseri umani, e si sono trasferiti in un universo parallelo, in cui sono artefici e unici fruitori della musica. Gli esseri umani sono stati vittime di un colossale equivoco, pensando di essere loro i veri interpreti della musica e relegando gli strumenti alla mera funzione di attrezzi, dispositivi sonori, il cui unico fine era di accompagnare le storie e le vicende umane, permettendo loro di esprimere idee e di darsi emozioni. Gli strumenti hanno voce e pensiero, e si ritrovano in un proprio “altrove”, dove spiegano, raccontano e confrontano in presa diretta i motivi che hanno portato ciascuno di loro al silenzio, la precisa volontà di suonare non più per gli esseri umani, ma solo per se stessi. Violoncello e Percussioni escono allo scoperto, nudi e sinceri per raccontare la loro storia. L’uno nella compattezza del suo profilo, della sua forma e del suo manto, l’altro nei diversi volti che lo ritraggono risuonando di metallo, di legno, di membrane, fra colpi e vibrazioni (toms, bongos, cassa, temple blocks, gong, sirena, marimba, vibrafono, timpani). La loro voce scivola nell’incertezza tonale, nella schizofrenia espressiva tra il suono e il silenzio. Oggi, forse, gli strumenti potrebbero fare un’eccezione... Musiche tratte da: Bach, Xenakis, Cassadò, Vivaldi, Webern, Huesgen, Albeniz, Brahms, Donatoni, Strauss, Reich, Händel – con eventuali inserzioni dal repertorio per “flauto”. NOTA: Il progetto può essere modulato con altri strumenti e altri repertori. VIETATO SUONARE la censura musicale nel mondo idea e testo di Monica Luccisano nuova edizione con Sax Nicosia (ed. orig. con Davide Livermore) Xenia Ensemble, quartetto d’archi regia di Monica Luccisano regia del suono Stefano Pierini link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano genere: opera di prosa con musiche in scena Si può morire a ventitré anni perché si canta o si danza? Può essere stroncata la carriera di un giovane rocker sudafricano solo perché nero? Si può impedire di far passare in radio canzoni di libertà o di pace, quando un paese è in guerra? Si può vietare di cantare le proprie idee? Fare musica non è un fatto scontato né così libero come possiamo immaginare. 185 Per cause politiche, religiose, etniche, in situazioni di guerra e persino in contesti democratici, o presunti tali, il canto, la musica e la danza sono attaccati violentemente, l’arte è censurata secondo le volontà di regime, e gli artisti condannati e puniti gravemente. Una giovane cantante pakistana uccisa dalla furia dei talebani, un ragazzo coreano appassionato di pop internazionale finito in carcere, la voce dissidente del punk a Cuba, l’odissea di un rocker sudafricano, il governo francese contro il rap delle banlieue, le censure radiofoniche negli Stati Uniti dopo l’11 settembre: otto quadri per otto Paesi dove fare musica è una libert{ d’espressione negata. Le suggestive pagine tratte da Different Trains di Steve Reich cingono le diverse storie di Vietato suonare con il ritmo ipnotico e propulsivo, mescolandosi alle voci e ai rumori dei protagonisti. Cosa si vuole mettere a tacere? Cosa significa suonare o cantare dove si rischia il carcere e condanne durissime, fino alla morte? Chi colpisce veramente la censura? L’artista, che non potr{ esprimersi, e tutti noi che saremo privati di quell’arte e di quelle emozioni. GOULD IL LUPO radiodramma in concerto idea e testo di Monica Luccisano con Sax Nicosia, Giancarlo Judica Cordiglia e con Manuela Custer, mezzosoprano Diego Mingolla, pianoforte regia di Monica Luccisano link video: www.youtube.com/user/monicaluccisano genere: opera di prosa con musiche in scena Glenn Gould, pianista di estremo talento e fascino, è un individuo oscuro, complesso, a tratti ipocondriaco, un uomo che si isola dal resto del mondo nella totale dedizione al pianoforte, quando – giovane concertista all’apice del successo – abbandona le sale da concerto e il contatto con il pubblico per chiudersi negli studi di registrazione. In solitudine si interroga sul dilemma dell’interpretazione e della fedelt{ all’opera, e sul perché della musica come via di salvezza rispetto al silenzio. Siamo in uno studio radiofonico. Gould sta per andare in onda con un nuovo radiodramma, dopo la Solitude Trilogy degli anni Sessanta per la CBC canadese. Si sentono voci che si intrecciano, si inseguono e si sovrappongono in forma musicale: al centro è l’anima inquieta del pianista che riflette sulla dodecafonia, una forma di comunicazione in un mondo che di sé ormai vuole solo tacere. Ma nello studio radiofonico accadono cose strane. Gould evoca la fragilità di ogni sistema, e mostra la natura camaleontica dell’artista: geometra e poeta, matematico e ultimo dei romantici. Alle sue incalzanti domande risponde una voce dall’oltretomba... È Schönberg, che a sua volta lo interroga e mette alle strette. Gould è solo, tra i suoi fantasmi: un pianoforte, la voce di una donna, la voce di Arnold e l’ululato dolente di un lupo. Pagine musicali per pf e per mezzosoprano e pf di Schönberg, Ravel, Duparc, Berg e Cage; con una selezione dalle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach, la più autentica sigla dell’arte di Glenn Gould. 186 TEATROLIEVE www.teatrolieve.it MEDEAMATERIAL di Heiner Muller con Luca Brancato Marinella Debernardi Annalisa Canetto regia di Luca Brancato link video, pagina web http://www.youtube.com/user/DyadyVanja genere: classico spettacolo: Si divide in tre parti: “riva abbandonata”, che risale ai primi anni ’50, è una descrizione, criptica, del paesaggio di morte e distruzione lasciato nella colchide dal passaggio degli argonauti; “materiale per Medea”, il cuore dell’opera, scritta da Muller alla fine degli anni ’60, nella quale si snoda la tragedia di Medea; infine “paesaggio con argonauti”, epilogo affidato a Giasone e composto nel 1983, incentrato sul tema della guerra e della conquista. “sono fortunato. Non dovrò andare al mio funerale. Voi invece si”. Heiner Muller, in punto di morte, agli amici .la voce di un bambino perduto è la metafora dell’oggi. Un tempo in cui l’umanit{ sembra aver dimenticato le proprie responsabilit{ nei confronti delle generazioni a venire. E' un testo crudo, privo di speranza. Un grido d’angoscia. Al contempo, è un feroce invito rivolto all’umanit{ ad amare i propri figli. La natura morta di “riva abbandonata”, la lotta sanguinaria tra l’istinto materno e l’anelito di vendetta che dilania le viscere della protagonista in “materiale per Medea”, il grido disperato del soldato Giasone, conquistatore vinto in “paesaggio con argonauti”, sospeso tra tutto ciò che la guerra ha annientato e il nulla che la ricostruzione riserver{ ai sopravvissuti, non lasciano scampo. Elio de capitani ha scritto che quando si affronta Heiner Muller “l’esegesi del testo non è la via per la sua messinscena, è solo una precondizione. Muller è una sfida anarchica all’immaginazione degli artisti.” LA MORTE DI IVAN IL'IC di Lev Tolstoj con Luca Brancato, Anna Mastino regia di Giovanni Mongiano genere: classico Un attore, in tournée, nel suo camerino si prepara per la replica serale. Manca un’ora all’inizio dello spettacolo. Mentre fa esercizi di routine, la sua serva di scena se ne sta con un libro in mano. L’attore è incuriosito, fa leggere la ragazza ad alta voce, mentre si veste accenna scherzosamente a qualche azione suggerita dal testo. Comincia un gioco, il camerino si anima, l’attore indossa un frack e va a far visita alla vedova. I due si divertono, la ragazza sembra avere una pessima dizione. Forse siamo finiti in una commedia di Gogol. Poi l’attore sembra appassionarsi al povero Ivan Il'ic, (l’interfono gracchia che manca mezz’ora), e quasi dimenticarsi degli spettatori che lo aspettano là fuori. Il camerino a poco a poco prende un’altra forma. Che succede? L’attore adesso sta male? Prende medicine, riceve la visita dei dottori. La moglie e la figlia invece stanno per andare a teatro, che combinazione. Ora l’attore si sente solo, ma c’è Niusha, una ragazza, no, non è la serva di scena, che cerca di farlo star bene, gli parla dolcemente. Ivan Il’ic l’ascolta e le risponde, non vuole vedere nessun altro che lei. Adesso il camerino non c’è più, c’è un letto, l’attore è sparito, ma c’è Ivan Il’ic, o forse no, c'è semplicemente un uomo. Ecco, è la fine. Macché, siamo a teatro. L’interfono gracchia l’ineluttabile “chi è di scena”. Una dolce e terribile riflessione sulla morte con le sole parole di Tolstoj. Un lieve gioco di teatro nel teatro. 187 DONNA COME TI CHIAMI di Brecht, Wesker , Szymborska con Marinella Debernardi regia di Giovanni Mongiano genere: classico Donne. Donne discriminate, emarginate. Donne che combattono. Donne umiliate, stuprate, ammazzate. Donne che non si arrendono. Donne forti, coraggiose, intelligenti, orgogliose. Donne che rialzano la testa, sempre. Donne non rieducabili, donne abbandonate al proprio destino, donne oltraggiate per la loro diversit{, che si rifiutano di soccombere alla follia di una societ{ che s’inventa gli espedienti più subdoli per perseguitarle, ignorarle, ghettizzarle. Uno spettacolo ispirato e cadenzato da alcune straordinarie poesie di Wislawa Szymborska, nel quale incontriamo profondi ed elevati momenti di teatro civile. A fare da fulcro “la moglie ebrea” di Bertolt Brecht, nona stazione di “terrore e miseria del terzo reich”, amara riflessione sulla decomposizione degli affetti più cari a causa di motivi razziali, passando attraverso le donne contemporanee di Arnold Wesker, qui riunite in un solo personaggio, emblematico e rivelatore, ricostruito drammaturgicamente in un atto unico intitolato “due lettere”, per infine rendere omaggio al sacrificio di una donna eroica, Anna Politkovskaja, usando le parole dei suoi reportage e gli interrogatori dei suoi aguzzini, fino al terribile e non inatteso epilogo 188 TECNOLOGIA FILOSOFICA www.tecnologiafilosofica.it ORFEO_quell’Attimo lì di Tecnologia Filosofica & Michele Di Mauro con Stefano Botti, Francesca Brizzolara, Viridiana Casali, Francesca Cinalli, Renato Cravero, Riccardo Maffiotti, Aldo Torta, Elena Valente, regia di Michele Di Mauro link video, pagina web spettacolo: spettacoli/der-augenblick-dort.html genere: nuove creatività http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia- "Esiste un momento decisivo, un punto di non ritorno, un luogo del tempo e dell'anima da cui dipendono traiettorie e prospettive della nostra vita: una scelta, una rinuncia, uno scarto, una parola, un semplice sì, o un no che complica tutto". 3 colori che non si toccano: bianco-nero-rosso. Il quadrato come confine. Come centro di gravità vigilata. Le parole di Rilke. Le ombre di Lynch. Le note di Offenbach. Il corpo che diventa parola e la parola che salta un giro. Quattro stagioni all'inferno e ritorno. La negazione del volto. L'assonanza col regno dei Morti. La distanza dal Regno dei Vivi. L'inferno dietro l'angolo. Quell'attimo lì. Uno stop definitivo. Un gesto non ripetibile. Un movimento eterno. Otto unità di dis-misura. Nato nel 2009 dall’incontro fra Tecnologia Filosofica e Michele Di Mauro, il lavoro esplora il buio degli inferni contemporanei sulla scia del mito di Orfeo. Per poter rivedere Euridice, Orfeo sfida l’ineluttabilit{ del destino e affronta la discesa agli inferi. C’è una sola condizione: non si deve voltare... Sul piano stilistico parola, corpo e ambientazioni sonore sono impreziosite dalle suggestioni incontrate: dai Dialoghi con Leucò di C. Pavese all’Orfeo di Pina Bausch; dai fumetti di D.Buzzati ai Sonetti a Orfeo di Rilke, da Offenbach a Monteverdi, da J.Cocteau a Kim Ki Duk sino agli inferni domestici di David Lynch. Presentato al Festival delle colline torinesi, il lavoro è approdato poi in Francia grazie alla co-produzione con il Theatre Durance di Chateau Arnoux. LE TESTE DI PALLINO dalla vita e dalle opere di Carlo Brizzolara di Francesca Brizzolara con Francesca Brizzolara e i burattini di Carlo regia di Francesca Brizzolara link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/R0XW073devo genere: teatro di narrazione Le teste di Pallino sono i burattini che Carlo Brizzolara (paracadutista nella Folgore ad El Alamein, 19111986) si è portato dietro dal campo di concentramento di Geneifa in Egitto, dove fu internato per quattro anni come prigioniero di guerra durante la seconda guerra mondiale. I burattini ideati da Carlo cominciarono la loro vita di personaggi grazie alle storie fornite da un certo Capitan Pallino, avventuriero e combattente prodigioso, compagno di Carlo in quel rettangolo di filo spinato. Questi attori di cartapesta sono ancora “vivi” e dopo anni negli scatoloni sono stati riportati alla luce dalla nipote dell’autore, l’attrice Francesca Brizzolara, che attraverso la loro storia ha cominciato una ricerca molto personale sulla figura del nonno-scrittore-burattinaio. 189 Nel lavoro si intrecciano tre piani: quello della storia della vicenda guerra/prigionia, con l’ideazione del teatro di burattini nel campo di Geneifa; quello dei ricordi legati alla figura del Brizzolara-nonno, nutriti da lettere e materiale privato della famiglia; e quello dei testi tratti dall’opera che ha lasciato l’autore: le commedie per burattini, molte delle quali ideate nel periodo della prigionia, raccolte nel libro “La minghina bastonata”, e i racconti de “La vita è sport”. Un omaggio a un grande scrittore che ha pubblicato con Vallecchi, Einaudi, Mondadori, è stato tradotto in Francese, Spagnolo e Tedesco e, tuttavia, è poco conosciuto. Una riflessione sul potere salvifico del teatro. 190 COMPAGNIA DI TEATRO TEDACÀ www.tedaca.it D-OVVERO LA FIGURA DELLA DONNA NELL’ITALIA DEL ‘900 di Simone Schinocca con Valentina Aicardi, Silvia Freda e Celeste Gugliandolo regia di Simone Schinocca link video, pagina web spettacolo: http://tedaca.wordpress.com/spettacoli/d-ovvero-la-figura-delladonna-nellitalia-del-900/ genere: nuove creatività “D” rappresenta il percorso di emancipazione delle Donne nel Novecento italiano. Tre donne si ritrovano in una stanza del tempo dove vengono catapultate all’inizio del Ventesimo secolo, parte così il loro avventuroso viaggio nelle storia contemporanea: la vita agricola degli anni Quaranta e l’arte di arrangiarsi nella Seconda Guerra, l’attivit{ di Resistenti e il referendum per la Repubblica, l’abolizione della Legge Merlin e il Boom Economico, toccando inoltre temi come violenza, istruzione, lavoro e matrimonio. L’opera utilizza l’ironia, dote tipicamente femminile, e si avvale di una messa in scena semplice: un grande baule dove sono custoditi gli oggetti e i vestiti che segnano ogni tappa narrativa. D ha esordito nel 2009 come uno degli eventi della Biennale Democrazia di Torino, chiudendo la manifestazione il 26 aprile alla Cavallerizza Reale. Oltre al Piemonte, è stato replicato in Lombardia, Liguria, Veneto, Lazio, Campania e Calabria, vincendo il Rota in Festival di Salerno, il Festival Nazionale D’Arte Drammatica, il premio Citt{ di Vigevano e due Festival Teatrali a Belluno e San Donato Milanese. L’opera conta ormai più di cinquanta repliche ed è stata inoltre rappresentata nella rassegna GiocaTeatro 2011 e per i giovani dell’Istituto Penale per i Minorenni "Ferrante Aporti". PARI&DIS-PARI di Irene Zagrebelsky con Valentina Aicardi, Antonella Delli Gatti, Elio D'Alessandro, Silvia Freda, Celeste Gugliandolo, Silvana Luppino e Simone Schinocca regia di Irene Zagrebelsky link video, pagina web spettacolo: http://paridispari.wordpress.com/ genere: altro (teatro forum) Pari&dis-pari s’interroga sul posto riservato alle donne nella societ{ italiana, attraverso la tecnica del teatro forum. Lo spettacolo rappresenta inizialmente la storia di due donne che incontrano difficoltà in ambito familiare e sul lavoro, le scene si ripetono poi in un secondo momento e gli spettatori sono invitati a prendere il posto dei protagonisti per esprimere le proprie idee, confrontando la propria volont{ di trasformazione con le reazioni degli altri personaggi. L’incontro fra scena e pubblico viene mediato dalla figura del Joker. Pari&dis-pari s’ispira a storie reali raccolte in un blog nato per dare voce a esperienze di disagio femminile. Il processo creativo si avvale di confronti diretti con sindacalisti, dirigenti, sociologi, lavoratori, cittadini e associazioni che operano nelle pari opportunità; gli attori si sono formati alle tecniche del teatro forum con la supervisione di Rui Frati, direttore del Théâtre de l’Opprimé di Parigi. Lo spettacolo è una produzione Tedac{, in coproduzione con Teatro Primo di Reggio Calabria, con il contributo di Regione Piemonte, in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Sistema Teatro Torino e Fondazione Circuito Teatrale Del Piemonte, ha esordito per Biennale Democrazia 2011, continuando il suo percorso nel 2012, con alcuni laboratori per gli studenti torinesi, e nel 2013 con le scuole dell’Emilia Romagna, prima di replicare presso l’auditorium di Carpi. 191 STRANI-IERI di Simone Schinocca con Valentina Aicardi, Elio D’Alessandro, Silvia Freda, Costanza Frola, Celeste Gugliandolo, Paolo Li Volsi e Mauro Parrinello musiche dal vivo dei Pappazzum regia di Simone Schinocca link video, pagina web spettacolo: http://straniieri.wordpress.com/ genere: nuove creatività Tra il 1950 e il 1970 milioni di contadini del Sud Italia abbandonano le campagne per recarsi nelle grandi città del nord. Torino è una delle mete privilegiate di questa ondata migratoria. La città ne viene completamente stravolta e trasformata. Strani-ieri narra la storia di questi migranti sia attraverso un lavoro di ricostruzione storica, sia grazie a una drammaturgia che si basa su interviste alle persone che hanno vissuto tale esperienza. Lo spettacolo utilizza l’ironia per rappresentare tutte le tappe del processo migratorio (scelta della partenza, viaggio nel “treno del sole”, arrivo nella nuova città, ricerca della casa, lavoro in fabbrica, primo ritorno al paese natio, prospettive per il futuro), con una particolare attenzione ai problemi legati alla vita quotidiana. Ogni attore interpreta un personaggio di provenienza diversa (Sicilia, Campania, Veneto, Basilicata, Piemonte), quindi con differente bagaglio linguistico e culturale. Al suo esordio, Strani-Ieri apre al Teatro Astra il 2011 della stagione di Teatro Piemonte Europa, dove torna per l’edizione successiva; ha partecipato inoltre alla rassegna RomaCittàTeatro e al Festival Teatrale di Resistenza di Reggio Emilia, dove si è aggiudicato il primo premio. Una produzione Tedacà, co-prodotta da La Tela di Arcane, con il contributo di Regione Piemonte, in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Sistema Teatro Torino e Fondazione Circuito Teatrale Del Piemonte. 192 TÉKHNÉ www.tekhneteatro.com [OMISSIS] non dimenticare di Serena Bavo con Serena Bavo, Daniele De Luca, Marta Di Giulio, Elena Ruzza regia di Fabio Palazzolo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=n7VwZwpH_YA&feature=share&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7Wt Ww genere: teatro civile "Sai quale è la mia più grande paura? Che quando anche l'ultimo di noi sarà morto, e non ci vuole molto ormai, i giovani non ricorderanno perché vivono in un Paese libero." Partendo da queste poche parole di Beppe Migliore, il partigiano di Pradleves incontrato nell'estate del 2010, è nata l'idea dello spettacolo [Omissis] -non dimenticare-. Le fasi della liberazione dell'Italia, dall'occupazione nazista alla nascita della nostra Costituzione, vengono raccontate attraverso le memorie di Beppe. Beppe era un ragazzo poco più che maggiorenne e come tanti altri suoi coetanei e coetanee, decide di lasciare la sicura vita della famiglia e degli affetti, per inseguire il sogno di consegnare alle generazioni future un' Italia libera. La drammaturgia risalta i sentimenti dei protagonisti, che grazie agli attori, i video storici e le canzoni partigiane suonate in scena, accompagna gli spettatori attraverso la storia della Costituzione dell'Italia come libera Repubblica. Come per R. Esistenza, Tékhné Teatro dedica questa nuova produzione al periodo storico della Resistenza Partigiana, utilizzando i video, il corpo degli attori e la musica, come veicolo della Memoria: i sacrifici di tanti ragazzi e ragazze non possono essere dimenticati. Just a Sip ACQUA di Serena Bavo con Serena Bavo, Daniele De Luca, Annagrazia D'Antico regia di Fabio Palazzolo link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=9CzRLgOKPG8&feature=share&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7WtW w genere: teatro civile "Immagina di abitare in un tranquillo paese di montagna. Immagina che in questo paese arrivi, inaspettatamente un giorno, una compagnia di saltinbanchi e teatranti. Immagina che questo "circo" abbia un'attrazione molto speciale..." Così Just a Sip -Acqua- (dallo slang inglese "appena un sorso") rapisce e accompagna gli spettatori in un mondo fantastico, in bilico tra il reale e il surreale, dove i vari personaggi, ognuno con la propria storia ci racconta il rapporto tra l'essere umano e la natura. Un racconto colorato ed ironico, a volte amaro che attraverso l'elemento naturale dell'acqua pone una riflessione su quanto il nostro comportamento abituale sia o meno in armonia con la natura. Acqua bene comune ma diritto negato, acqua necessità fisica ma anche interesse economico; acqua come veicolo, legata al tema delle migrazioni: affrontare il mare per sfuggire a situazioni di carestie, guerra, disperazione; acqua come fonte di vita ed elemento fondamentale del corpo umano. Tékhné Teatro riproduce l'universalità del messaggio e dell'elemento 193 attraverso la sperimentazione di diverse discipline come l'espressione corporea, la narrazione, il video e la musica. "Questo mondo in cui viviamo, non lo abbiamo ereditato dai nostri padri, ma preso in prestito dai nostri figli" 194 COMPAGNIA TORCIGATTI www.torcigatti.it A MILLE MIGLIA DA VANIGLIA di Dario Benedetto e Didie Caria con Dario Benedetto e Didie Caria regia di Roberto Tarasco link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=GuYuTm5rgiQ, http://www.torcigatti.it/?p=52 genere: teatro musica Dedicato a Dino Buzzati [… Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì... per raggiungere la fortezza Bastiani, sua prima destinazione...] Così cominciano le esistenze nel mondo degli adulti: si vince un concorso, si apre un esercizio commerciale, si supera brillantemente un colloquio presso l'azienda che sognavi, si è assegnati ad un posto e tu ti cimenti con il tuo presente sapendo che l'obiettivo è il futuro. E allora una nutrita e frizzante schiera di aspettative si lancia all'assalto di questo futuro. A briglia sciolta, liberi il cavallo del Tempo che passa per conquistare quello che brami, le terre straniere della tua consacrazione al mondo, corri per valicare confini che però invece di avvicinarsi non fanno altro che allontanarsi e ti solleticano con l'idea di essere a portata di mano, ma manca sempre un millimetro, diavolo, per raggiungerli... Nello spettacolo A Mille Miglia Da Vaniglia si vedranno ritratti di uomini noti e ignoti accomunati da una sorta di bisogno, assolutamente umano, di rendere omaggio alla vita, ai suoi sogni, alle Grandi Occasioni, fino al culmine o alla sua perdizione. Ritratti incredibili, fulminanti, patetici, comici. AMERICAN PROUST di Dario Benedetto, DidieCaria con Dario Benedetto, Didie Caria, Simone Arlorio, Damir Nefat regia di Fabio Gianotti, Silvia Bongiovanni link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=-LLtdblH4DY, http://comune.sistemateatrotorino.it/?p=2487 genere: teatro musica È grazie alla sua umanit{ imperfetta che Proust giunge a scrivere il suo capolavoro “Alla ricerca del tempo perduto”. I suoi fallimenti sentimentali hanno preso la forma di una scrittura indelebile, e gli amori non corrisposti in corrispondenza di lettere. Se fosse andata bene, non avremmo mai avuto il piacere di leggere la sua opera. Perché non infilare tutta la saggezza del romanzo di Proust, considerato il più lungo del mondo, dentro una Madeleine? D’altronde, chi non vorrebbe tornare indietro nel tempo per assaporare un ricordo lontanissimo, delizioso, ormai offuscato dallo scorrere degli anni? Ecco, l’ American Proust è proprio questo. Una madeleine, chiamata Maddalena per evocare ancora di più, che permette di ritrovare il Tempo Perduto. La memoria non ripete, la memoria rivaluta. Parallelamente si riscopre Proust, il primo Nerd in letteratura. Racconta Proust come uomo e come autore, di lui narra vezzi e curiosità. Funziona? Funziona tantissimo l’American Proust. Tutti la vogliono comprare, tutti vogliono ritrovare il Tempo Perduto. Ma come tutte le dipendenze crea assuefazione. Il Tempo è un elemento troppo grande per poterlo educare a nostro piacimento. L’American Proust dovr{ essere eliminato dal mercato, distrutto. Potrà rimanere ancora una Maddalena, una sola. Una per poter raccontare che questa storia è davvero accaduta. E che funzionava. 195 PIGLIA UN UOVO CHE TI SBATTO di Dario Benedetto con Dario Benedetto regia di Martino Cipriani link video, pagina web spettacolo: http://www.teatrodellacaduta.org/index.php?option=com_content&view=article&id=522:senestropatru cco-24&catid=2:non-categorizzato&Itemid=141 genere: comico “Vede dottore, sar{ che sono figlio di una sarta, ma io sono un uomo misurato. Credo di aver imparato nel tempo a voler controllare le emozioni. Non che non ne abbia, ma di solito, prima nascono e solo dopo vanno ad allagare la tua testa. Invece io ho imparato il contrario. Prima vedo se van bene, poi fornisco un lasciapassare e solo a quel punto agiscono. Ma mica tutte passano. Alcune rimangono impigliate nella coscienza e mica svaniscono.” Esordisce cosi questo monologo brainstorming davanti ad un ipotetico psicoanalista che ascolto un uomo “misurato”. Dalla sua infanzia dove la coscia di una supplente lo porta in un mondo parallelo fatto di negozi di intimo e nylon, al suo approcciarsi alla musica per fare Rumore. Dal Rumore la necessità di produrre del Suono. Da amici ciccioni che rimangono incastrati in scivoli acquatici, alla dissacrazione delle Teen Love Songs. Dalle sue considerazioni su come la felicità sia rappresentata da una bella bugia, alla difficoltà di percepire una verità. Fino alla conclusione per comprendere di far parte di una Generazione Tiepida, perennemente scaldata da uno schermo di un computer e perennemente raffreddata dal mondo esterno, sempre in contemporanea, bloccando cosi la vera forza d'azione dell'uomo. Cinico, surreale, terribilmente comico e leggero, Dario Benedetto porta in scena il risultato dell'esperienza di Stand Up Comedy appresa a New York nel 2012. 196 TREdiPICCHE Compagnia Teatrale www.tredipicche.it COME QUANDO FUORI PIOVE di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin con Marco Voerzio, Valentina Storto, Diego Mariuzzo e Stefano Trombin regia di Marco Voerzio link video, pagina web spettacolo: www.tredipicche.it genere: teatro dialettale comico/brillante Tre uomini, Tre uomini soli. Tre “specchi” sui quali riflettere i propri difetti. Tre uomini stressati dalle proprie vicissitudini coniugali. Tre amici che si ritrovano tutti i giovedì sera per la solita ed ormai stanca partita a poker, che si rivela solo più un pretesto, per ognuno, di vuotare il sacco, di confidare i propri problemi, di confrontarsi, di punzecchiarsi fino a litigare, per poi, a fine serata ritornare i tre amici di sempre. Ma in uno di questi giovedì sera, in prossimità del Natale, ecco avanzare un'idea strepitosa: perché non farsi una volta tanto un regalo? Un bel regalo! Per trascorrere quel giovedì sera diversamente, in maniera nuova, trasgressiva, per riscattarsi e rinvigorire il loro orgoglio. Per sentirsi ancora uomini! Uomini veri! Uomini "duri"! MI E … ‘L BALENGO di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin con Marco Voerzio, Valentina Storto, Diego Mariuzzo e Stefano Trombin regia di Marco Voerzio genere: teatro dialettale comico/brillante Alberto Martini, un piccolo editore locale, un sabato al mese, organizza con i suoi scriteriati amici una cena, dove ognuno di loro invita un perfetto “BALENGO”. Vince il premio chi porta il più “Balengo” di tutti. Alberto non vede l' ora di presentare a tutti Camillo Bignola ,il suo invitato particolare di quella sera, un oscuro impiegato del municipio di Torino, a suo dire un “Balengo Totale”, nonché campione mondiale di “Balengaggine”. Ma ciò che non si aspetta è che Camillo è un maestro nel seminare intorno a sé le peggiori catastrofi e che sarà in grado di distruggergli la vita dorata che credeva di avere. AMORE VUOL DIR GELOSIA di Marco Voerzio, Diego Mariuzzo, Stefano Trombin con la collaborazione della Compania Ij Camola’ di Giaveno regia di Marco Voerzio link video, pagina web spettacolo: www.ijcamola.jimdo.com genere: teatro dialettale comico/brillante Madama Clotilde sospetta che il marito, l’avvocato Filiberto Tamagnone titolare di una stimata compagnia di assicurazioni, la tradisca. Consigliata dalla sua amica Margherita, moglie di un focoso allevatore di tori, fa giungere al marito, fingendo di essere una innamorata sconosciuta, l’invito ad un appuntamento d’amore in un noto albergo di dubbia fama… 197 TRIO HAUSOPERA www.triohausopera.it DOPO LA TEMPESTA di Federico Grassi con Federico Grassi, attore; Alberto Bocchino, chitarra regia di Federico Grassi link video, pagina web spettacolo: www.triohausopera.it genere: teatro musica “Dopo la Tempesta” è un recital shakespeariano in cui provano ad interagire tre diverse e complementari espressioni artistiche: il teatro, la musica e l’arte figurativa. Il tracciato drammaturgico muove dalla tesi espressa da H. Bloom in un suo famosissimo saggio letterario: Shakespeare, più che semplici ruoli teatrali o personaggi, ha creato vere e proprie personalità, ha creato noi, così come oggi ci concepiamo. La voce recitante, in cui possiamo identificare indistintamente l’attore protagonista, lo stesso Shakespeare accompagnatore epidittico alla scoperta dell’uomo, oppure Prospero conduttore del magico gioco del teatro, ci conduce quindi come un novello Virgilio in un lungo viaggio dentro noi stessi ed i temi fondamentali dell’esistenza attraverso le parole di Amleto, Otello, Jago, Macbeth, Prospero ed i versi di alcuni sonetti. La voce di Federico Grassi e la chitarra di Alberto Bocchino sono il corpo, parola e carne viva, della poesia shakespeariana, stagliati sullo sfondo delle installazioni scenografiche che ne restituiscono l’anima ed i volti. Da queste immagini prende spunto il commento musicale che apre con la “Melancholy Galliard” di J. Dowland, per introdurci nel periodo storico shakespeariano e, attraverso un percorso articolato con brani del novecento a sottolineare la modernità dei personaggi di Shakespeare, si chiude con il celebre song “Come, heavy sleep”. 198 VIARTISTI www.viartisti.it BOCCUCCIA DI ROSA di Pietra Selva con Gloria Liberati, Raffaella Tomellini, Renato Cravero, Silvano Berton regia di Pietra Selva link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it genere: classico Percorrendo le periferie delle nostre città vediamo delle ragazze, giovanissime, spesso minorenni, in attesa del cliente: rischiano di tutto, anche la morte. Passiamo oltre, con un miscuglio inestricabile di sentimenti, chiedendoci, forse, che cosa spinge un essere umano a comprarne un altro. Nel 2006 ho conosciuto donne giovanissime, ragazzine, costrette a battere; abbiamo fatto “teatro” insieme, alcune erano già mamme, molte sognavano una famiglia, tutte avevano difficoltà ad accettare una cura, un contatto affettivo senza provare smarrimento, nostalgia, paura. “Boccuccia di rosa” è ciò che ho imparato e vissuto con loro. La scena si apre su un grande armadio che contiene tutto ciò che occorre per vivere in una stanza vuota e anche altro. È notte, si sente un temporale, nell’ombra un uomo attende, una donna apparecchia un provvisorio tavolinetto per la cena. S’intravvede una grande bella bambola gettata nell’armadio. E’ una famiglia appena entrata nella sua nuova casa quella che sta per cenare? No, quella stanza è il luogo che ospita “l‘educazione sentimentale” delle prostitute che hanno “sbagliato”. Una feroce struggente maman, un cinico magnaccia, una giovane prostituta giocano la loro ultima partita attorno a un sacchetto di soldi spariti. A un vecchio misterioso barbone è affidata l’inattesa svolta del giallo. “Boccuccia di rosa” ha debuttato nel 2007 presso la Cavallerizza Reale di Torino, nella stagione del Teatro Stabile di Torino, produzione Sistema Teatro Torino; adatto in occasione della Giornata Mondiale Contro la Violenza alle Donne / festa dell’8 marzo / serate di denuncia della tratta delle donne. C’È UN’APE CHE SE POSA di Trilussa con Gloria Liberati regia di Gloria Liberati link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it genere: recital Trilussa, poeta dialettale e di una sola città - che però era Roma - è stato l’ultimo poeta di grande pubblico. Maestro della romanissima arte di dissacrare il grande e l’enfatico, Trilussa, si fa amare per quella sua poesia finemente umoristica e satirica, dove animali e persone, danno voce alla ripetitività dei vizi umani. La serata si apre con la presenza di Dio e con la genesi, si sofferma sugli aspetti più comuni dell’essere umano e si chiude con “questi pochi e limpidi versi che hanno la leggerezza di un battito d’ali” Felicità (1944), C’è un’ape che se posa/ su un bottone de rosa/ lo succhia e se ne va/ tutto sommato la felicità/ è una piccola cosa. Percorrere l’opera di Trilussa, significa anche riscoprire, che si possono canzonare fatti e personaggi della cronaca e della storia, con ironia raffinata, acuta, spietata ma gentile ed elegante. E questo, fa bene all’animo. Gloria Liberati 199 IN NOME DELLA MADRE di Erri De Luca con Raffaella Tomellini regia di Pietra Selva link video, pagina web spettacolo: www.viartisti.it genere: classico Monologo intenso di Miriam/Maria, dall’annunciazione alla nascita di Jesu/Gesù, che celebra e inaugura la vita. È un racconto sapiente, suddiviso in immaginarie stanze: quella dell’annunciazione, quella della fuga con Giuseppe/Josef, quella del parto solitario nella stalla di Betlemme. Personaggi come Giuseppe/Josef, Anna, madre di Maria e le donne di Nazareth, sono voci rievocate. È un flusso di ricordi dove si mescolano passato e presente, in cui il passato improvvisamente diventa presente. Lo spettacolo è adatto in modo particolare nel periodo natalizio e nel mese di maggio, che è il mese di Maria. HABITAT PER ALDA di Alda Merini con Raffaella Tomellini, Roberto Regis, Paolo Franciscone, Maurizio Bucca regia di Raffaella Tomellini, Roberto Regis link video, pagina web spettacolo: _http://www.youtube.com/watch?v=jB2P7aygpdo; www.viartisti.it genere: teatro musica “Habitat per Alda” è una piccola creazione di parole e musica impastati sui versi poetici e prosaici di Alda Merini. Ci ha guidato la scelta di attraversare i luoghi abitati dalla poetessa milanese, scomparsa il primo novembre del 2009. E la volontà di darle una casa, un rifugio, visto che la sua abitazione in Ripa di Porta Ticinese 47 non è stata salvaguardata da una furia ordinatrice e miope. Lo spettacolo-concerto è composto di tre “tracce” del tema “abitare”: abitare la casa; abitare la poesia e il poeta; abitare il manicomio e l’amore. La musica è certamente stata sempre molto presente nella vita di Alda Merini, da Patty Pravo a Shubert, che lei amava suonare al pianoforte, a casa. Nel nostro spettacolo-concerto la musica crea un habitat accogliente ed adeguato alla voce umana della poesia di Alda. Gli strumenti del trio si fondono al suono della voce, facendosi quartetto. Un “tema d’amore” si costruisce piano piano. Mentre la figura di Alda tra le sue parole diventa più definita, calda, presente, la melodia si svela in un canto ad libitum. 200 DANZA/ C IR C O 201 ADRIANA CAVA JAZZ BALLET www.adrianacava.it LE VOCI DEL MUSICAL coreografia di Adriana Cava con la compagnia Adriana Cava Jazz Ballet, Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis (10 danzatori + 2 cantanti) durata: 1 ora e 20 min. (senza intervallo) link video, pagina web spettacolo: www.adrianacava.it Uno spettacolo che ripercorre la storia dei più grandi musical del mondo: dall’incontro della coreografa Adriana Cava con Fabrizio Voghera, interprete del musical Notre Dame de Paris, è nato Le Voci Del Musical, che mette in scena le più importanti “arie” delle opere che hanno incantato milioni di persone: Notre Dame de Paris, Jesus Christ Superstar, Cats, Moulin Rouge, Metropolis il musical, Jeckyll e Hyde, West Side Story, Chicago. Lo spettacolo vede l’alternarsi in scena di grandi artisti nel panorama del teatro musicale italiano come Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis (interpreti dei più importanti personaggi di opere musicali come Notre Dame de Paris, Giulietta e Romeo di Riccardo Cocciante, Metropolis il Musical di Adriana Cava ed Ivan Stefanutti, e molti altri) insieme alla Compagnia Adriana Cava Jazz Ballet. La Compagnia, produttrice dello spettacolo Metropolis il musical, è una delle più importanti realtà italiane nel settore della danza jazz. Nello spettacolo Le Voci Del Musical, le ricche coreografie studiate appositamente da Adriana Cava vedono l’alternarsi in scena di due sostenuti da un corpo di ballo di dieci danzatori, mentre sullo sfondo corrono suggestive proiezioni di immagini tratte da celebri musical e film musicali. Lo spettatore viene così trascinato in una nuova dimensione e per tutta la durata dello show ripercorre la storia dello spettacolo più bello del mondo, il musical: fusione di grandi autori della musica, del canto e della danza. MOMENTI JAZZ coreografie di Andrè De La Roche, Adriana Cava, Vinicio Mainini, Tony Lo Faro con la compagnia Adriana Cava Jazz Ballet, Fabrizio Voghera e Ilaria De Angelis (10 danzatori + 2 cantanti) durata: 1 ora e 20 min. (senza intervallo) link video, pagina web spettacolo: www.adrianacava.it Momenti Jazz è uno spettacolo che presenta diversi brani di jazz dance sotto forma di galà: accanto ai 10 danzatori dell’Adriana Cava Jazz Ballet, in scena grandi artisti di fama internazionale - come Fabrizio Voghera (protagonista di Notre Dame de Paris e Giulietta e Romeo di Riccardo Cocciante) e Ilaria De Angelis (protagonista di Notre Dame de Paris) - a proporre un itinerario artistico fondato sull’armonia delle voci e dei corpi in movimento, che ritraggono diversi momenti di vita quotidiana, spaziando dai temi più drammatici e spettacolari a quelli più gioiosi e istintivi. Le storie che prendono vita sono legale alla passione, all’amore, alla gioia, alla spiritualit{: tutte queste atmosfere vengono messe in evidenza attraverso coreografie eleganti e di grande impatto visivo. Tra i brani presentati ricordiamo dal musical Moulin Rouge il Tango di Roxanne, All that jazz, Take Five su musiche di Dave Brubeck, Fever, Your Song. Nella serata saranno proposti due balletti creati da due coreografi di grande talento come Andrè De La Roche e Vinicio Mainini: la collaborazione di questi artisti con Adriana Cava ha permesso lo sviluppo e la creazione di un nuovo repertorio della compagnia. 202 AMMONIA DANZA CORROSIVA www.ammoniadanzacorrosiva.com DANCECYCLING Debutto 19 giugno Presso Energy Tree Festivalcoreografia di Valentina Gallo con Valentina Gallo Gessica Cipriano Erika Milanesio Aurora Rullo Malika Magnaghi Bianca Morsiani Beatrice Ferlaino Niccolò Orsolani durata 50 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=BeqVOWofhTc Dance clycling nasce dalla fusione dello studio coreografico Urban contamination dance al concetto di upcycling design dell'artista JUNKY LAB (Fabio Piazzano) Coreografie Valentina Gallo Scenografie Fabio Piazzano :La coreografa osserva il movimento corale della città, la perfezione del moto spontaneo. Affacciarsi dalla finestra e osservare lo scorrere del tempo e i cambiamenti socio culturali, la bicicletta torna ad essere protagonista della quotidianietà anche nelle metropoli e nelle grandi città. Si ferma Il Bus. Sorpassa un auto. Ci si addentra nell centro città. La biciletta è ovunque. Positiva, viva, nuova. Lo sguardo si pone al di là della riflessione economico sociale. La bicicletta porta nuova energia a chi la fa entrare nel proprio quotidiano Cambia il ritmo e la qualità della vita. La bicicletta come oggetto che si rinnova trasformandosi attraverso l'upclycling design. La bicicletta come moto perpetuo Lo spettacolo introduce lo spettatore con un'atmosfera cupa, che richiama una fabbrica il lavorio della città industriale. L'elemento di rottura;la bicicletta nella sua vitalità. La scenografia (alta due metri laga due) un meccanismo analogico fatto interamente di scheletri di bici che innescando il movimento fano accadere tutto nella scena. Incursioni di Parkour, danza aerea, video in stop motion. Tutta l'allegria della cultura metropolitana contemporanea, della nuova concezione di spazi urbani, del rispetto per la natura. La cinestestica del movimento del danzatore come porseguimento del moto innescato dalla biciicletta ABITI_ THE CLOTHES Debutto 6 Dicembre 2012 presso Il Teatro di Huittinen Finland coreografia di Valentina Gallo con Valentina Gallo Gessica Cipriano Erika Milanesio Aurora Rullo Malika Magnaghi Bianca Morsiani Beatrice Ferlaino Niccolò Orsolani durata 65 minuti link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=WNkiR0jCUp8 ABITI, ABITI che prendono vita. ABITI che diventano lo specchio di una vita quotidiana scuro. Una danza di studio e di movimento cinestetico come metafora di essere donna e di un essere umano in questo momento prima che accada qualcosa nella vita. Lo spettacolo vuole fotografare quei momenti a cui nessuno dà importanza,il momento antecedente o il momento successivo in cui una persona è sul punto di prendere decisioni cruciali. Il momento prima di prendere la strada piena di speranze e dubbi. Dopo aver preso la strada di delusione, gioia, amore. ABITI parte da uno studio del lavoro di Sylvia Plath "Ariel", traendo ispirazione dalla perfezione metrica e la forza dei versi di uno dei più grandi poeti moderni. 203 Sylva Plath come musa per lavorare sulla base del concetto di sconfessare le caratteristiche interiori più determinati a distinguersi dalla orrore di essere "Ragazze usuali" Un viaggio verso il luogo della mente in cui è possibile e da cui possiamo attingere la gioia di essere. Un sogno in cui vi è "una strana tempo grammaticale: futuro incantato" MARLENE D. coreografia di Valentina Gallo con Valentina Gallo e Bianca Morsiani durata 45 minuti Io non mi lascio sedurre. con gli occhi inizio ad assaggiare e lavista è già del tutto sazia. Marlene Dietrich Icona Vamp, tedesca, internazionale. Lo studio dell'iconografia dell'artista. Il sorriso d'angelo affascinava uomini, donne dagli schermi ammaliatrice cinematografica a icona. 204 APOTHEMA TEATRODANZA Per notizie recenti visitare pagina facebook o entrare nella pagina apothema di www.fitapiemonte.it LA FLOR da un’idea di Ricky Oitana, liberamente tratto da “l’uomo dal fiore in bocca” di L. Pirandello con Ricky Oitana, Raffaele Montagnoli, Delia Bonino regia di Raffaele Montagnoli, coreografia Ricky Oitana e Delia Bonino link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=qXXpCB9DdN4 genere: teatro e danza La vita, l’evento, la fine. Una rilettura de “L’uomo dal fiore in bocca” sottolineata da musiche e suoni lontani dal mondo pirandelliano, che pone l’accento sull’incontro con la morte, che ogni essere dovr{ affrontare, qualunque sia la latitudine in cui vive. Il movimento, al servizio della parola, pone in evidenza gli stati d’animo non dichiarati. “È stata un’esperienza creativa molto particolare e stimolante. Teatro, danza e mimo si sono mescolati in un tenero abbraccio. Regia e coreografia hanno trasformato tecnica, testo e struttura in sincera emozione” Con questa operazione Apothema teatrodanza ha voluto cambiare pelle. Nata come compagnia di teatrodanza, con all’attivo spettacoli di successo come “Frammenti” “Nella tela del ragno,” e il recentissimo “Fango” nei quali le vicende vengono raccontate principalmente con il movimento, con “La Flor” si è voluto sperimentare il connubbio totale e completo di diversi linguaggi. Il risultato è stato incredibile, nessuno avrebbe mai pensato che la compagnia orbassanese riuscisse a vincere 14 premi nazionali tra i quali ricordiamo miglior spettacolo e miglior attore protagonista (l’orbassanese Ricky Oitana) al prestigioso festival internazionale di Viterbo. FANGO di Ricky Oitana con Ricky Oitana, Massimo Trono, Gianni Cordero, Delia Bonino, Elisa Perrone, Maria Carlone, Alessandra Alemanni, Goitre Ilaria, Anna Rolando regia e coreografia di Ricky Oitana link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=pUJuVbZl8q8 genere: danza e teatro 1.500 euro + Iva 10% Apothema teatrodanza presenterà in occasione delle programmazioni estive, la suggestiva ed emozionante nuova produzione dal titolo “Fango” di Ricky Oitana. Si tratta di un viaggio emozionale tra passato, presente e futuro e la riflessione dell’autore sulla vita. “Il tempo trascorso, quello in corso, quello che verrà diventano lo scenario della ricerca spasmodica della perfetta simbiosi fra corpo e anima, fra apparire come gli altri e essere se stessi, La consapevolezza che quando riuscirai a fare pace con la tua anima, diventerai finalmente quello che vuoi essere: ALTRO FRA GLI ALTRI.” Con “Fango” c’è un ritorno alle produzioni classiche di Apothema. Oggi che lo spettacolo “La flor” ha fatto conoscere la compagnia orbassanese in tutta Italia, è giunto il momento di conoscere anche l’aspetto più originale della compagnia, il cui direttore artistico, Ricky Oitana, fonda le sue radici nel teatro espressionista tedesco della compianta Pina Bausch. 205 M’AGRADO di Patrizia Corte con Ricky Oitana e Maria Carlone regia di: Patrizia Corte link video, pagina web spettacolo: vedi pagina facebook genere: teatro danza “nel castrante mondo delle categorie la forza del travestimento inonda i corpi disposti al gioco, le menti disposte a rischiare, le menti disposte a sognare.” Come in un campo di forze, la presenza si espande al di l{ del cuore, e se l’intensit{ cambia rimane invariato l’oggetto. C’è sempre una forza che pulsa. M'AGRADO, che in lingua occitana significa “mi piace, mi sta bene”, è il titolo di questo spettacolo di danzateatro che trae spunto da una riflessione personale della regista in merito al concetto di forza. In riferimento a questa tematica è stato richiesto sia all'autrice del testo che al musicista e al danz-attore di indagare liberamente alla scoperta di sfaccettature, suggestioni ed immagini da tradurre in parole, suoni e movimenti. 206 ARTEMOVIMENTO di MONICA SECCO www.artemovimento.org SOTTO IL SOLE coreografia di Monica Secco con Monica Secco durata 40 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=P8skTbAfLe0 Come fare per raggiungere uno stato di quiete se la tempesta sembra non finire mai? Un viaggio nei tormenti della quotidianit{ di una donna, cercando nell’infinito dell’anima, rappresentata dall’acqua, ciò che placa l’irrequietezza o la malinconia di alcune memorie. L’acqua presente in scena ricorda di tornare, di sentire, ascoltare e di vivere. La scena è ambientata in una sorta di salotto vintage circondato da acquari. TWO LIGHTS IN NOVEMBER coreografia di Monica Secco con Monica Secco e Virginia Spallarossa durata: 45 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=gq19mbN4L_c Novembre è lo sfondo del ritratto sfuggente di due donne, donne senza nome, costantemente fuori posto. I gesti, le parole altisonanti, le menti lontane e un corpo che accetta solo raramente di assecondarle. Novembre è la natura che silenziosamente si oppone alle violenze quotidiane. Il lavoro propone un panorama emotivo profondo e variopinto. L’azione femminile mai del tutto rivelata, una affermazione di forza e coraggio all’interno di una natura morta.. IMPROVVISAZIONI SUL PERCHE’ coreografia di Monica Secco con Monica Secco, Marilena Converso, Monica Pirrone, Francesca Bovino durata: 20 minuti link video, pagina web spettacolo: in fase di elaborazione Una sposa con un’enorme bouquet , con un vestito ingombrante e troppi fiori che cadono invece di restare al loro posto; una donna in nero con un orologio sulla schiena simbolo del tempo che passa inesorabile; altre due invitate al matrimonio, due donne ignare e superficiali sedute su due sdraio, immerse nel solo atto di vedere se stesse. Perché? 207 Compagnia di Balletto Beatrice Belluschi www.compagniaballettobelluschi.com www.ballettoditorino.com SOIRÉE CLASSIQUE musiche di P.I. Ciaikovskij coreografie di Beatrice Belluschi con n° 15 danzatori in scena (+ a richiesta una coppia di ‘Etoiles’) durata : h 1,30 due parti con intervallo Nel variegato mondo della Danza, sempre più orientato verso tecniche moderne e contemporanee, non è più così usuale poter assistere ad uno Spettacolo di pura Danza Classica, a livello professionale. La Compagnia di Balletto Beatrice Belluschi (‘Balletto di Torino’) da anni si fa interprete e portavoce del migliore stile classico, con i suoi Spettacoli di Repertorio, e non solo. ‘Soirèe Classique’ è un’appassionante serata di virtuosismo coreutico ‘sulle punte’, cullati dalle intramontabili melodie ciaikovskijane. I° parte: suite dal ‘Lago dei Cigni’ Il ‘Lago dei Cigni’ è uno dei più famosi e acclamati Balletti del XIX° secolo, musicato da Pyotr Ilyich Ciaikovskij. Nel 1895 ebbe luogo il primo allestimento coreografato da Marius Petipa e Lev Ivanov presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Le Coreografie della ‘Suite’: Dal 2° Atto: ingresso dei Cigni / Valzer / Coda Dal 3° Atto: danza spagnola / Tarantella / Czarda / Mazurka / Pas de deux, variazioni e Coda ‘Cigno nero’ II° parte: ‘Tema e Variazioni’ dalla 3° Suite di P.I. Ciaikovskij Su questa splendida e complessa partitura di Ciaikovskij, George Balanchine grande coreografo del ‘900 creò nel 1946 un Capolavoro, rimasto nella storia della Danza. La personale coreografia di Beatrice Belluschi vuole esserne un rispettoso omaggio. ‘SCHIACCIANOCI musica di P.I. Ciaikovskij coreografie di Beatrice Belluschi, dall’originale di M. Petipa e L. Ivanov con n° 20 danzatori in scena + comparse (+ a richiesta una coppia di ‘Etoiles’) ed effetti scenografici durata: h 1,45 - 2 atti con intervallo La prima rappresentazione del Balletto ebbe luogo nel 1892 in Russia presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Il Balletto è una tra le più popolari composizioni della tradizione russa. Le musiche di Ciaikovskji appartengono ormai alla tradizione romantica e contengono alcuni brani diventati memorabili come la Danza russa, il Valzer dei fiori, la Danza della Fata Confetto. Numerosi coreografi si sono cimentati nell’interpretazione di questo Balletto di Repertorio. Il primo in assoluto è stato M. Petipa, con il suo assistente L. Ivanov. Nell’allestimento, Beatrice Belluschi ha creato le proprie coreografie mantenendo lo stile prettamente classico-accademico, conservando la Coreografia originale di Petipa del ‘Gran pas de Deux’ del 2°atto. La trama è quella tradizionale e l’intento più significativo della coreografa è di dare al Balletto la caratteristica essenziale della fiaba, con la sua magica atmosfera e il suo incanto natalizio . Atto I Alla vigilia di Natale -inizio ’800-, il signor Stahlbaum, in Germania, indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva Drosselmeyer, un amico di famiglia, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di 208 prestigio. Alla sua prediletta, Clara, regala uno Schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si ritirano, si addormenta e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l'albero di Natale, le sedie, i giocattoli, e soprattutto una miriade di topi malvagi che cercano di rubarle lo Schiaccianoci. Lei tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa valorosamente alla battaglia con i soldatini di Fritz. Ma ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe, e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata. L'Atto si chiude con lo splendido ‘Valzer dei fiocchi di neve’. Atto II I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, dove -a Palazzo- li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare dallo Schiaccianoci le sue avventure, compresa la vittoriosa battaglia col Re Topo. Tutto il Palazzo si esibisce in una serie di Danze (il famoso ‘Divertissemement’). Lo stesso Principe-Schiaccianoci e la Fata Confetto si esibiscono in un memorabile ‘Pas de deux’. Il Balletto si conclude con un ultimo Valzer e il sogno finisce: una volta risvegliata, mentre si fa giorno, Clara ripensa alla magia del suo sogno, abbracciando lo Schiaccianoci di legno. 209 BALLETTO TEATRO DI TORINO www.ballettoteatroditorino.it SERATA POP coreografia di Matteo Levaggi con i danzatori Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno, Giuseppe Inga, Vito Pansini produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno durata 60 minuti con intervallo link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/62660347 IN MOZART musiche di Michael Nyman (da Drowning by Numbers) FREE CHOCOLATE LOVE un tributo a Andy Warhol Mito della POP Art musiche David Shea + Scanner Matteo Levaggi crea nel 2005 Drowning by Numbers per il Balletto dell’Arena di Verona, su musiche eseguite dal vivo di Michael Nyman. Riprende oggi il balletto riadattandolo agli straordinari danzatori del Balletto Teatro di Torino. Nyman ha fatto spesso riferimento a Mozart nelle sue colonne sonore e nelle sue composizioni e proprio il famoso brano in Re del Don Giovanni, della colonna sonora del film di Peter Greenaway Drowning by Numbers è il tema del primo brano in programma. Ne nasce un pezzo musicale esplosivo, ricco di suoni e suggestioni, in cui far immergere una danza ben ancorata al vocabolario classico, come del resto è qui la musica, ma attraversata da un grande sentire contemporaneo. La seconda parte della serata riprende un lavoro coreografico di Levaggi ispirato al mito della Pop Art, Andy Warhol. Free Chocolate Love, sulla trascinante e ipnotica musica dell’americano David Shea e dell’inglese Scanner, ci immerge in un mondo colorato, in cui i danzatori si mettono in mostra, si scambiano i ruoli, trascinando il pubblico in un vortice di danza e musica elettronica per giovani amanti (come gli autori stessi la definiscono) e in un mondo Glamour, Pop, Star, Pose, Love, Smootchy, Andy, Karole and me! SEXXX coreografia di Matteo Levaggi con i danzatori Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno, Giuseppe Inga, Vito Pansini musiche di John Zorn, David Bowie, John Foxx, Ooioo, The Longcut produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno / Festival MilanOltre durata 50 minuti senza intervallo link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/61122943 Sexxx è un’istantanea sul contemporaneo, sul corpo abusato del ballerino, che ricerca sempre più potenza fisica, tecnica, costruendosi un’ideale di perfezione che forse finisce per non trasmettere più emozioni. Tre “x” per esprimere il troppo, la superficie, l’ipertrofia dell’oggi e lo sguardo incensurato dello spettatore. Matteo Levaggi si interroga sullo stato del balletto e della danza, guardando indietro, 210 al proprio repertorio costruito con il Balletto Teatro di Torino. Che cosa significa oggi, creare movimenti e condurli così verso una poetica visiva? Sexxx è un viaggio, che comincia ad un bivio dove i corpi dei danzatori si ritrovano esausti, ma allo stesso tempo spinti ad apparire sempre più potenti, abbattendo le barriere del suono, del ritmo, della resistenza fisica. Un viaggio che solca sul finale una nuova strada. Velocità, potenza, tecnica diventano parte integrante del proprio respiro, prendono sembianze naturali e seguono il ritmo interiore di ciascun danzatore. Un’opera ribollente nel suo movimento al vetriolo che si suddivide in due sezioni dal flusso unico attraverso umori e pulsioni sensuali contrastanti. Un vortice di passi ben ancorati al linguaggio accademico, esemplificato anche nell’utilizzo di scarpette da punta, sia per le danzatrici che per i danzatori. La sessualità in Sexxx è racchiusa nel titolo: è un pensiero della danza sepolto nel più profondo anfratto della mente, quel pensiero audace che emerge dai corpi seminudi ed esposti dei danzatori, che si pongono allo sguardo clinico del pubblico. La musica di Zorn scotta, corrode, lasciando cicatrici emozionali forti, dense. DIDONE E ENEA coreografia di Matteo Levaggi con i danzatori: Manuela Maugeri, Kristin Furnes, Viola Scaglione, Denis Bruno, Giuseppe Inga, Vito Pansini, Ruggero Griffini musiche Henry Purcell produzione Balletto Teatro di Torino - Loredana Furno co-produzione Lavanderia a vapore, Collegno durata 60 minuti con 1 intervallo link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/61126447 “L’opera più celebre di Purcell rivive in forma di balletto, nella seducente e graffiante coreografia di Levaggi”. Danza&Danza – 2009 L’amore narrato da Virgilio, nel quarto capitolo dell’Eneide, fra la regina di Cartagine ed Enea, riappare in chiave contemporanea, nel balletto Didone e Enea, creazione coreografica di Matteo Levaggi per il Balletto Teatro di Torino, sulla struggente drammaturgia musicale firmata da Henry Purcell nel 1689, capolavoro dell’arte musicale barocca. La triste vicenda di Didone, che il compositore inglese sviluppò nello schema operistico seicentesco, arricchendolo di elementi surreali e magici, ha tentato spesso la via della coreografia. Fra le più celebri e recenti trasposizioni in danza, quella di Mark Morris, peraltro nel ruolo stesso della regina, e quella di Sasha Waltz. Danza, dunque, lasciandosi andare alla sontuosa musica scritta da Purcell per quest’opera, integrata da Levaggi con altri suoi brani strumentali, affidando l’interpretazione, emotivamente coinvolgente, al BTT, formazione che s’impone come una delle più mature del panorama italiano contemporaneo. Il vocabolario coreografico carico di eleganza e di sensualità, rende superfluo qualsiasi intento drammaturgico, lasciando semplicemente che i suoni barocchi riempiano i movimenti dei danzatori. 211 b l u c i n Q u e www.blucinque.it ESTRATTO 1 coreografia di Caterina Mochi Sismondi con Caterina Mochi Sismondi e Gianluca Pezzino durata 40 minuti link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it Estratto1 è un lavoro sullo spiazzamento. In scena un uomo, una donna, una relazione, un cubo che delimita e trasforma. Un quadro, uno spazio fisico, uno interiore, un neutro che prende forma e subito il gioco delle parti si crea, senza capire se esiste fuori o dentro di noi. A partire dallo studio di segmenti del corpo e frames musicali e di testo, questo primo Déplacé della compagnia porta il desiderio di indagare sui generi il dialogo le relazioni, prendendo ispirazione anche da immagini di Francis Bacon. UNICORNO Déplacé Solo coreografia di Caterina Mochi Sismondi con Elena Cavallo musica dal vivo Guido Canavese, Alessandro Minetto, Mauro Battisti installazione sonora Davide Tomat durata 35 minuti link video, pagina web spettacolo: www.blucinque.it Un corno aguzzo sulla fronte, bianco alla base, in mezzo nero. L’unicorno può essere catturato da una bambina, e fugge. Alcuni vedono nell’unicorno la figura di un uomo a cavallo, altri dicono che il corno stesso, tagliato in due, riveli la figura di un uomo. Non sappiamo se sia uomo donna o animale, forse è un sogno. L’unicorno è una performance in déplacé presentata all’interno della Reggia di Venaria Reale, nello spazio della Chiesa di Sant’Uberto. Questo lavoro, insieme ad altre due installazioni della compagnia “Sirene” e “Il Doppio” presentate all’aperto sempre nei Giardini della Reggia, sono studi in chiave astratta e contemporanea di figure mitologiche e dei loro possibili incroci. Queste creazioni nascono dall’esigenza di lavorare sul tema del fuori luogo, inteso in questo caso come azioni sceniche fuori dagli spazi convenzionali, e sul corpo e il movimento inteso come altro da sé, parte per il tutto, parte spezzata. Le figure sono tratte da “Il libro degli esseri immaginari” di Borges e i testi da poesie di Pessoa e Szymborska. 212 C.ie LA BAGARRE www.cielabagarre.com ETUDE POUR LA SAINTETE coreografia di Erika Di Crescenzo con Erika Di Crescenzo (danza), Raffaele Casarano (Alto Sax ed Effetti) durata 60 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/studio-per-la-santita Etude pour la Sainteté è uno spettacolo di perturbante corporeità costruito tra Torino e Parigi, avventurandosi nei canali sotteranei dove si incrociano e confondono sensualità ed estasi, isteria e santità, secondo le intuizioni di un mentore come Georges Bataille e la dolorosa casistica degli archivi sull’isteria dell’ospedale Salpêtrière di Parigi. Un sacro scherzo dove la messa in scena è il luogo della “rappresentazione isterica”. Fondamentale è il corpo e la sua relazione con la Santit{; danzato e dichiarato come la più onesta offerta del sé procede per tentativi e ammiccamenti urlando il suo richiamo ad essere amato. “Quando la piccola novizia dagli occhi inquieti si toglie silenziosamente le mutandine per poi strozzarle in un nodo di castit{ al di sopra della testa reclina, tutti noi pubblico dimentichiamo l’ipotesi santifica della serata e ci abbandoniamo ad un latente erotismo in punta di piedi. Erika duetta con la creazione. Estetica. Sonora. Coreografica. Mette una se stessa spudorata al centro d’una leggiadria possibile, d’uno sberleffo accidentale, d’una gioia elastica. Canta e suona e danza come per caso, ma nello stesso tempo, ci fa capire che tutto è lì per sua volont{. Per una scelta virtuosa: c’è ironia e immediatezza. C’è l’artigianato e il pop. La classicit{ dell’ “adesso basta, si fa come piace a me!”. E piace anche a noi, quello che succede. Ciò che vediamo e sentiamo. Ciò che intuiamo essere un modo di “tessere” lo stare in scena”. Michele Di Mauro PER IL BENE DI CARMELO coreografia di Erika Di Crescenzo con Erika Di Crescenzo e Simonetta Sola, Gianni Denitto (sonorizzazione live) durata 60 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/per-il-bene-di-carmelo Il balletto romantico Giselle e la figura di Carmelo Bene: due grandi classici intrecciati nel progetto “Per il Bene di Carmelo”. Baricentro della performance di teatro-danza è il tema dell’addio, tra dolorosa solitudine e ironico salvataggio puramente intellettuale. Una dichiarazione d’amore alla gentile anima defunta. Ma vale anche il contrario ovvero una Dichiarazione d’Odio alla Maleducata Anima Resuscitata. La protagonista Flora vive con Carmelo un’onirica relazione vagamente necrofila, tra echi romantici e irriverenti provocazioni sonore composte da Gianni Denitto, giovane ed affermato sassofonista indicato tra i migliori talenti 2012 dalla rivista Musica Jazz. “A Dacia Maraini che lo accusava di inscenare, con le sue attrici nude e reificate, un sistematico maschilismo, il Bene-amato Carmelo impagabilmente rispondeva: lei è una bigotta! Ma lui, diceva l’amico Giancarlo Dotto, era in realtà un misogino con una feroce nostalgia per il femminile. E ora che – ironia della sorte – è il femminile ad avere una feroce nostalgia di lui, una giovane regista e coreografa restia alle etichette (fossero anche quelle di “maschile” e “femminile”) come Erika Di Crescenzo gli dedica un’appassionata dichiarazione d’amor-odio, letteralmente danzando sulla sua tomba. Un omaggio213 sberleffo che al sublime iconoclasta di certo piacerebbe. E magari, dopo essere apparso alla Madonna, riapparir{ anche a noi. Ovviamente spernacchiandoci per come siam caduti in basso…”. Grumwalski LA BAGARRE coreografia di Erika Di Crescenzo con Erika Di Crescenzo durata variabile tra 15 - 45 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.cielabagarre.com/it/works/la-bagarre Bagarre: libero melange italo-francese tra Blague (scherzo) e Guerre (guerra) che definisce LE BOTTE DA ORBI IN UN CLIMA DI FESTA. Una performance Short or Long Form, in cui il corpo della danzatrice incontra lo strumento musicale tracciando insieme un unico segno corpo-sonoro. La Bagarre è il “risultato - in progress” di una ricerca sui temi che investono il paesaggio bellico; un paesaggio che per scelta individuale è situato in un notturno livido, pallido e mortifero, e che insieme contempla soluzioni sceniche di tenera malinconia e ridente mostruosità. “Atmosfera decisamente convincente in La Bagarre, dove vive un personaggio naif, tra il disperato e il grottesco, candido e desolante nella sua smorfia da clown. La coreografa esprime in un personale segno corpo-sonoro nell’incontro con una fisarmonica, che suona visceralmente con l’intero suo corpo in improbabili brani di cantastorie di luoghi altri. Convince ed allibisce”. Il Gazzettino Udine “La completezza caratterizza il bellissimo “La Bagarre”: una creatura quasi irreale, livida, a met{ fra il Pierrot, la marionetta e un guitto artista di strada, suona una malinconica fisarmonica. Il corpo diventa tutt’uno con lo strumento, dando vita a un passo a due stralunato, intenso, carnalmente lirico, in uno scambio di sonorità e di respiri. Un passaggio di grazia, musica e passione”. klpteatro.it La performance è adatta a spazi chiusi o aperti con pavimentazione liscia ed è indicata per un pubblico misto di adulti e bambini. 214 C.ie ZEROGRAMMI www.zerogrammi.org PASTO A DUE liberamente tratto da Tieste di Seneca coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea durata 50 min. link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/pastoadue.html Pasto a Due, opera coreografica ispirata alla tragedia senecana “Tieste”, è un trattato sulla forza, sul cedere e opporre, sul consumare o conservare, soccombere e rinunciare o assoggettare, riportato con ossessione maniacale da ciò che resta di due corpi sorpresi nell'atto del contendere. Sono i fratelli senecani, duri e spietati per brama di possesso, sono ciò che ne rimane, ombre terribili, uccelli della notte, a ricordare Tantalo, espressione di contesa, odio, atrocità. Siedono composti alla tavola imbandita su cui, secondo il racconto del tragediografo latino, si consumerà la più efferata delle vendette. Sono fermi nell'istante precedente l'epilogo del racconto, quello spazio in cui dubbio e tensione, giunti al loro apice, reiterati da tempo infinito, ne alterano e incrinano il contegno superficiale, scomponendo gradualmente le forme dell'etichetta. E qui la tragedia già si consuma nello stillicidio della domanda, della possibilità, della speranza vana, nel ribaltamento della logica, nell'eccesso del desiderio, nell'impossibilità della ragione assoluta e nei mostri che il suo sogno produce. Con PASTO A DUE si chiude il dittico ispirato al mito degli Atridi realizzato con il sostegno di MIBAC e Ministero della Cultura della Federazione Russa in occasione di ITALIA-RUSSIA 2011. S. Mazzotta MAPPUGGHJE una libera riscrittura dall’Odissea di Omero coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea con Chiara Michelini, Maria Cristina Valentini durata 75 min. link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/mappugghje.html Le mappugghje sono, nel dialetto salentino, le carabattole, cianfrusaglie, quelle cose che si accumulano nel portafogli, nei cassetti, in scatole di latta, cose che si conservano a dispetto del poco valore materiale. Ad esse affidiamo pezzetti di cuore, di viaggi, di ricordi, e gli chiediamo di custodirli nell'attesa di essere pronti per metterle in soffitta. Un'attesa che una singolare Penelope, il personaggio omerico qui narrato per corpo e voce, vive nell'immobilità di una piccola casa. Da tempo immemorabile e con devozione attende. In silenzio si muove tra le “mappugghje” del suo cuore, nel tentativo di recuperarne la trama, inesorabilmente destinata a sciogliersi come zucchero nelle numerose tazzine di caffè del suo infinito aspettare. Questo lavoro, frutto di due anni di ricerca scanditi in residenze coreografiche realizzate tra Italia e Portogallo, vede coesistere in scena due differenti linguaggi in dialogo fra loro, la danza e la prosa, cuciti in due racconti paralleli e “incidentalmente” legati. La struttura narrativa intende rispondere alla precipua scelta drammaturgica di un tempo spazio non lineare, di un disordine cronologico che sostituisce a logica e direzione nel viaggio per mare dell'eroe Ulisse, il complesso, ricco vagabondaggio interiore della sposa in attesa. Accade così che la donna sia in scena, al tempo stesso, la giovane Penelope all'alba di un solitario aspettare di là da venire e la donna anziana che ha indefinitamente atteso e che, non sempre lucida, dimentica talvolta dell'oggetto di 215 questo persistente attendere, è pronta a farci partecipi, in un appassionato soliloquio, del suo amorevole, a tratti disilluso diario di viaggio. S. Mazzotta INRI coreografia di Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea con Stefano Mazzotta, Emanuele Sciannamea d urata 50 min. link video, pagina web spettacolo http://www.zerogrammi.org/it/inri.html Il tema intorno al quale ruota l'intera drammaturgia di Inri è la pratica della fede nella religione cattolica. In scena due docili vecchiette rosario-munite bardate in nero. C'è, nel loro mettere in danza le parole e il silenzio, una lingua del corpo in ostensione, una coreografia di passi, ora dolorosi, ora angelicati, giocata nella parodia di un bigottismo religioso e quotidiano che appartiene alla nostra cultura. C'è un universo sacro e profano, crudele e tenero, ironico e tragico nella liturgia di gesti, di genuflessioni sghembe, di posture scomode, di sgrammaticate maschere espressive che trasudano una goffaggine innocente. Nei dettagli di mani in preghiera alimentate da vorticosi e ipnotici roteamenti di bauschiana memoria; negli estatici fermo-immagine di bocche e occhi, nelle liturgie di gambe e braccia assurte a Crocifissione, e ad una barocca Deposizione, che rimandano a icone popolari. Ci sono suoni e voci di paese, di processioni di Madonne, di litanie e rosari profumati, di un Agnus Dei struggente sulle cui note la danza stordisce e ammalia. C'è il rumore della quiete mistica, e la sospensione del miracolo pregato; c'è l'isteria dei muscoli contratti e delle schiene scoperte, e infine dei due corpi esposti a denudamenti, che rivelano la vuotezza di una pratica religiosa sterile. C'è in tutto questo, infine, un senso d'attesa perenne, incolmabile, in quella terra desolata, eppure abitata di visioni, dell'anima bisognosa di spiritualità. G. Di Stefano 216 GABRIELLA CERRITELLI www.gabriellacerritelli.it MINUTO,MOBILE E LEGGERO - SECONDO STUDIO (produzione 2012) performance di danza e live visuals coreografia di Gabriella Cerritelli con Gabriella Cerritelli: danza Nadia Zanellato: live visuals durata: 30 min. link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/57442172 2012 (video 30 min.) “Minuto mobile e leggero” trae ispirazione dalle immagini letterarie evocate da Italo Calvino ne “La leggerezza” (dalle Lezioni Americane) e dall'esperienza artistica di Philippe Petit, “funambulo e poeta della vita.” È un lavoro che indaga l’opposizione leggerezza/peso partendo da una dimensione interiore e da un modo di sentire, la cui ricerca è orientata verso l'espressione di un corpo “senza peso”, libero nel pensare e nell’agire. In questa prospettiva, Gabriella Cerritelli sperimenta una danza guidata da un movimento leggero e preciso, che si adatta con sensibilità ad un contesto in continua trasformazione. Viene assunta come immagine emblematica il funambolo: tenace determinato e spinto da una grande forza interiore, si muove senza lasciare traccia sospeso nel vuoto. Il funambolismo è un’arte sottile, effimera e ineffabile, come l’arte di vivere. Il primo studio, presentato il 19 luglio 2011 a Torino per “La Piattaforma” all’interno del Festival “Teatro a Corte”, è stato incentrato sull’opposizione leggerezza/peso ed ha visto la collaborazione della trapezista Justine Bernachon. Nel secondo studio, frutto di una sperimentazione di live VJing in collaborazione con lo IED (Istituto Europeo di Design) di Torino, Gabriella Cerritelli lavora sullo spazio e sulla percezione visiva interagendo con i live visuals di Nadia Zanellato. CORPO/MEMORIA - IL RIMOSSO NELLA MEMORIA DEL CORPO (produzione 2012) performance di danza e lettura testi tratti da “L’amore molesto” di Elena Ferrante coreografia di Gabriella Cerritelli con Gabriella Cerritelli: danza Roberta Fornier: lettura durata: 50 min. link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ffYa7Cp7LAU 2008 (demo 6,15 min.) http://www.youtube.com/watch?v=QO_QHAIpyCE 2008 (estratto 3,37 min.) Da uno studio realizzato all’interno del progetto “Behind the door“, Gabriella Cerritelli trae un lavoro di ricerca sulla memoria del corpo basandosi sugli scritti tratti da “L’amore molesto” di Elena Ferrante. “Behind the door” è la storia di una donna che, sollecitata da un'attrazione sinistra ed inquietante, riesce ad accedere ad una materia oscura risvegliando il ricordo di un trauma rimosso. Delia, la protagonista del romanzo “L’amore molesto”, indagando sulla morte improvvisa e violenta della madre ripercorre una straziante storia famigliare cruda e violenta. Rivive luoghi e persone, ritrova odori e sensazioni fisiche che la riportano ad una sua zona d’ombra restituendole un vissuto negato. In 217 Corpo/Memoria, il gesto e la parola scavano nel passato e, partendo dall'oscuro, rivelano la possibilità di superamento e di apertura ad un nuovo presente. “Ogni strada interrotta è una porta chiusa che si ripresenta in tutte le strade che percorriamo nella nostra vita. Si può cambiare strada in eterno o ritrovarsi ad aprire la porta, per scelta o per necessit{.” Gabriella Cerritelli ATTACK (produzione 2008-2009) installazione/performance di arte e danza regia di Gabriella Cerritelli e Roberto Tarasco coreografia di Gabriella Cerritelli con Gabriella Cerritelli installazione di Paolo Grassino durata: 20 min. link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=KuM8PcfLxkQ 2009 (demo 3,17 min.) http://www.youtube.com/watch?v=r9TfSbXyCKs 2008 (demo 5,36 min.) https://vimeo.com/45911957 2009 (video 20 min.) Attack è un buco nero, un obice, un tronco di cono alto 2 metri e profondo 3, completamente rivestito di velcro nero. Al suo interno un bozzolo forse un embrione o un virus, la performer, anch’essa fasciata di velcro nero. Il corpo si mimetizza e interagisce con il congegno generando suoni in tempo reale, creati dall’attrito con la materia e dagli strappi necessari per ogni movimento. Ne deriva una relazione difficile e sofferta - una ricerca di legame, movimento e libertà nella staticità della materia - dove scultura, danza e suono sono complici in scena. (Due microcamere posizionate sui bordi opposti possono riprendere, come due occhi vigili, l’azione all’interno del cono per rimandarla all’esterno su due monitor. Le immagini prodotte suggeriscono differenti prospettive e suggestioni nuove da quelle create dal vivo). Attack é un progetto in evoluzione: la prima fase è stata presentata con il titolo di “Mara's Attack” come prototipo a “Spazi per la danza contemporanea 2008” di Torino; la seconda fase, in cui è stata addizionata la parte video presso l’Accademia Albertina di Belle Arti Torino e - successivamente sviluppata nell’allestimento - è stata rappresentata a Torino per “Piattaforma 2009”. In ogni fase, il progetto è stato modificato in relazione allo spazio, a nuovi innesti artistici e all’evento cui veniva inserito. 218 CIRCO MACADAM GLI ULTIMI RESTI coreografia di Chiara Vitale, Amalia Ruocco, Irene Segalla con Chiara Vitale, Amalia Ruocco, Irene Segalla durata 40 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=kB7quOtfItw Tre artiste, “gli ultimi resti” di una gloriosa compagnia di circo, cercano di portare in scena il loro spettacolo con gli avanzi di una produzione che le ha abbandonate. Il pubblico sarà chiamato a collaborare in prima persona al divertente e irriverente allestimento, dove le acrobazie si fanno sull'asfalto perché trasportare il linoleum sarebbe stato troppo costoso, bisogna condividere in due il cerchio aereo come coinquilini di una casa troppo piccola, e la giocoleria si fa con quel che c'è perché palline e clave... le abbiamo vendute! Eppure, tra luci fulminate e tendoni rattoppati, la magia dell'arte riesce comunque a farsi spazio; i sottili equilibri mozzafiato del circo sembrano riflettere alla perfezione la precarietà del contemporaneo, dove la mancanza diventa opportunità; per comprendere, infine, che lo stretto indispensabile è molto meno di quanto immaginiamo. INCONTRI coreografia di Chiara Vitale, Amalia Ruocco con Chiara Vitale, Amalia Ruocco durata 40minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=QFrPJcEe7Mo Due donne nell'attesa dell'uomo amato: una, romantica e sognatrice, danza con i ricordi, giacche, cappelli, camicie, lasciatigli dal partner nell'ultimo appuntamento; l'altra, briosa e un po' stralunata, ammazza il tempo bevendo spumante... ma lui si presenterà? L'incontro non andrà come ci si aspettava... Tra poesia e momenti esilaranti, sarete affascinati da acrobazie aeree su tessuti mossi dal vento e dalla seduzione di un tango ballato nella cornice di un cerchio sospeso. 219 CIRKO VERTIGO www.cirkovertigo.com CIRQUE DECO coreografia di Paolo Stratta e Luisella Tamietto con Luisella Tamietto e gli artisti di Cirko Vertigo. Lo spettacolo può essere accompagnato dalla Vertigo Jazz Band composta da Aldo Rindone (pianoforte), Giuseppe Calvagna (basso), Paolo Franciscone (batteria) e Simone Garino (sax) durata 70 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=6EKQvYidm_c scheda artistica completa: http://www.scuoladicirko.it/download/SCHEDA_ARTISTICA_Cirque_Deco_2013_musicisti.pdf Cirque Déco è l'incontro tra la modernità del Cabaret e la tradizione del Nouveau Cirque. Uno spettacolo che ripercorre qualità ed atmosfere della tradizione del circo, dal clown bianco ai numeri esotici, all’evocazione di fenomeni della natura e rarit{ proprie dei padiglioni delle meraviglie con disincantata comicità. Un sincero omaggio al genere en travesti come possibile dissimulazione dell’altro sesso (qualità ricercata nello spettacolo di Varietà che ha avuto in Fregoli, Paolo Poli e Arturo Brachetti precedenti illustri) sublimazione e celebrazione della perfezione femminile. La stessa Barbette eliminò dal suo repertorio alcune prodezze poiché la verosimiglianza era considerata una qualità. Dunque uno spettacolo a cavallo tra circo e vaudeville, punteggiato dalla presenza di personaggi clowneschi, caratteri più eterei e onirici ed evocazioni in chiaroscuro di cliché rivisitati della vita nel circo del secolo scorso. Lo spettacolo è accompagnato dalla Vertigo Jazz Band, un quartetto di virtuosi musicisti composto da Aldo Rindone (pianoforte), Giuseppe Calvagna (basso), Paolo Franciscone (batteria) e Simone Garino (sax). Su richiesta lo spettacolo è disponibile anche senza l’accompagnamento musicale dal vivo, con colonna sonora registrata. LA LUNA IN UN GIORNO coreografia di Pablo Volo con Anibal Virgilio (Cile), Aurelia Eidenberger (Austria), Garazi Pascual Esnaola (Spagna), Pol Mejias (Spagna), Salvatore Cappello durata 55 minuti link video, pagina web spettacolo: http://youtu.be/k-DYaE269Cc scheda artistica completa http://www.scuoladicirko.it/download/scheda_artistica_la_luna_in_un_giorno_cirko2013.pdf La luna in un giorno è un’opera coreografica ispirata al mondo surreale e malinconico delle poesie di Federico Garcia Lorca. Un sogno ad occhi aperti, leggero e violento. Un viaggio in cui tutto sembra possibile, ma dove aleggia, come un cattivo presentimento, l'incubo franchista. Uno spettacolo che svela il limite vertiginoso della poetica corporea. Il rischio come prova d'amore e testimonianza della vita. Un salto nel buio per capire che siamo ancora vivi. Il paesaggio sonoro creato da Bruno Franceschini mette in parallelo due opere musicali legate all’ universo di Lorca: l’Amor brujo di Manuel De Falla, (1915) amico stretto del poeta, e Songs Drones and Refrains of Death, opera del 1968 di Georg Crumb, su testi di Lorca. La sovrapposizione di due musiche apparentemente molto diverse permette di creare una colonna sonora che non rispetta l’inizio e la fine dei ‘numeri’ ma abbraccia tutta la sequenza dello spettacolo. In scena 5 giovani artisti internazionali impegnati nelle seguenti discipline del circo contemporaneo: 220 trapezio fisso, cinghie aeree, filo teso, corda molle, scala di equilibrio e tessuti. La creazione è avvenuta nel 2012 al termine di un ciclo di 3 anni di formazione ed è durata 4 settimane presso lo spazio residenze Chapitombolo di Monale (AT) e alla Casa del Circo di Grugliasco. Gli artisti si sono ispirati alle opere di grandi maestri quali Lorca, Buñuel, Tarkowki, Vigo, Pina Bausch e Beckett. KABARET VERTIGO coreografia di Paolo Stratta e Luisella Tamietto con gli artisti della Compagnia Cirko Vertigo durata 50 minuti scheda artistica completa http://www.scuoladicirko.it/download/Scheda_KabaretVertigo_2013_02.pdf Spettacolo allo stato puro, poesia, arte, creatività. Kabaret Vertigo è tutto questo e molto altro ancora. È un cabaret circense e popolare innovativo, eclettico, che raccoglie l’energia di giovani artisti con la scrittura e la direzione di esperti professionisti dell’Arte scenica nazionale ed internazionale. Kabaret Vertigo anche ironia, fascino, stupore dell'artista che non smette di meravigliarsi e di meravigliare un pubblico senza età e alla ricerca di novità ed entusiasmo. Bambini come adulti non cessano di fantasticare e viaggiare verso mondi lontani ammirando la danza di nastri, clave e corpi leggeri che non temono di contrastare e smentire le stesse leggi di gravit{. Dopotutto cos’è l’aria se non un mondo magico, leggero ed infinito in cui far vibrare le corde dell’anima: luogo ideale in cui mettere in scena spettacoli di luci, ombre e talenti in erba? E cos’è la terra se non il palcoscenico di una vita che non conosce certezza ma infinite possibilit{ di interpretazioni e visioni? Circo e intrattenimento s’intrecciano sul filo di una comicit{ eccentrica, di uno humour che sfiora l’assurdo in cui viene meno il confine tra artista e spettatore, tra finzione, magia e realtà. Spettacolo per ogni tipo di pubblico che presenta una carrellata di tecniche e discipline del grande circo. 221 CODEDUOMO - Associazione Culturale Daniele Ninarello www.cargocollective.com/danieleninarello ROCK ROSE WOW coreografia di Daniele Ninarello con Annamaria Ajmone, Marta Ciàppina e Daniele Ninarello durata 60’ Rock Rose WoW tenta di scolpire il profilo di tre distinti corpi che “eccedono” verso il proprio “ego” facendo tutto ciò che possono. In mostra silenziose rivoluzioni volontariamente spogliate di pathos romantico e dietro le quali si celano, come sostegno invisibile, le pieghe grottesche dell’animo umano. Il gioco è leggero e candido. Analizzando da diverse prospettive il tema della corsa alla realizzazione del sé, riflettiamo sulle molteplici personalità che si formano in noi, tutte differenti, e sulle infinite potenzialità sigillate e perse nel tempo. Il tentativo è di indagare questo territorio per tradurre nel corpo e sulla scena il “tutto ciò che posso”, dove il corpo si duplica, triplica per raccontare la fragile bellezza e le tracce di una caduta innocenza, celate dietro la necessità di essere importanti, riconosciuti qui ed ora, lasciando affiorare il timore di non esistere negli occhi di chi osserva. Rock Rose WoW è una nuova produzione di danza contemporanea e arte performativa che nasce dall’esigenza di approfondire e articolare le tematiche emerse in un precedente studio, “Trois Corps”, finalista al Premio Prospettiva Danza 2012 e selezionato per la vetrina DNA-Romaeuropa Festival 2012. Coproduzione Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Lavanderia a Vapore-Centro di eccellenza per la danza di Collegno (Torino), Balletto dell’ Esperia/Palcoscenico Danza (Torino), Festival Interplay/ Mosaico Danza (Torino), Electa Creative Arts (Teramo), Tanztendenz München (D). Con il sostegno del progetto DE.MO./MOVIN’UP II sessione 2012 BIANCONIDO coreografia di Daniele Ninarello con Daniele Ninarello durata 18’ link video, pagina web spettacolo: www.vimeo.com/52881410 Un tempo bianco. Uno spazio bianco. Un odore ed un suono bianco. Bianco come un’interruzione apparente, una sospensione. L'intenzione che si nasconde nella parete frontale, appena dietro gli occhi chiusi. Spazio/Tempo Bianco di latenza che scorre sotto. Lo spazio nitido si fa Nido in cui il corpo vibra, si dimentica di essere corpo. È in questo luogo che si immaginano sostare le sensazioni per meglio preparare la realtà futura immaginata, sognata. Bianconido è quel luogo di latenza tra pensiero e azione, tra intenzione e direzione; è quello spazio in cui la sensazione si fa realt{, l’intangibile diventa palpabile e il corpo tutto si fa “istante presente impregnato di futuro”. Attraverso il corpo un tentativo di sondare questi tempi di sospensione, per afferrare scie di sensazioni che si susseguono nel costruirsi un nido. Una riflessione sul corpo come scia di se stesso, un' eco e un riverbero. Con questa idea vorrei proseguire nel lavoro cercando una danza che viene da altrove, passa attraverso il corpo trasformandolo e va altrove. Lasciarsi inseguire scatenarsi e manifestarsi, e dal riverbero che si lascia di se ricominciare prima che finisca. Non si può tornare indietro, e forse nemmeno afferrare l'effetto che si sta per scatenare. 222 Nel bianco si può illuminare. Coproduzione Festival Interplay/12-Mosaico Danza (Torino, Italia) Con il sostegno di Torinodanza/Fondazione Teatro Stabile di Torino, Cango Cantieri Goldonetta (Firenze) e Balletto dell’Esperia (Torino) NON(LEG)AZIONI coreografia di Daniele Ninarello con Daniele Ninarello durata 18’ link video, pagina web spettacolo: www.vimeo.com/38809386 Indagare lo spazio con il corpo attraverso la sua creatività. Attraverso l'improvvisazione si va sempre a sondare luoghi del corpo e della mente che a volte accantoniamo, ma in quel momento riaffiorano immagini e situazioni cariche di un potenziale poetico che permette generosità e catarsi. La Figura si isola nello spazio e si ritrova in una altra disponibilità ad essere. L'improvvisazione tira fuori quello che a livello di emozioni e sensazioni è reale, e dunque, necessario all'atto scenico e alla creazione. Dare vita al momento , all'istante, percepirlo, afferrarlo e seguirlo, scegliere di farlo attraverso l’ irrazionalit{ di un corpo che racconta un passaggio. Non(leg)azioni è un progetto di atti improvvisativi in diversi luoghi e diverse situazioni, dove il corpo si organizza nella sua architettura e in quella dello spazio per trovare nuove forme e direzioni senza alcun intento al racconto. Unico fine è quello di aprirsi una via al possibile sconosciuto, assecondando ogni inclinazione per una giustezza della Figura Corporea. Coproduzione Mosaico Danza/Festival Interplay In collaborazione con Associazione Artemovimento/Festival Insoliti Creazione selezionata per CDC- Les Hivernales Avignon 2011 100% Danse “Quand les régions s’en mêlent…”, progetto sostenuto dalla Regione Piemonte. 223 CòLAPS Compagnia https://www.facebook.com/pages/COMPAGNIAC%C3%B2LAPS/485757028125862 XX coreografia della Compagnia CòLAPS con Jessica Maria Bellarosa, Marco Di Stefano, Maurizio Mauro, Sara Santoro regia e testi di Marco Di Stefano durata: 50' link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/25688148 “Faremo un'eccezione per chi porta in Italia belle ragazze” Così il Presidente del Consiglio Italiano ironizzava poco tempo fa sugli scafisti albanesi che portano in Italia clandestini a bordo di gommoni. Senza pensare che le “belle ragazze” albanesi portate dagli scafisti spesso finiscono su una strada, costrette a vendere il proprio corpo da magnaccia – albanesi e italiani – che prima le sottopongono a ogni genere di violenza sessuale. Una battuta, certo. O meglio, un sintomo, un sintomo di quello che è, in effetti, il paese più maschilista d'Europa. Un paese dove gli uomini hanno 81 minuti al giorno di tempo libero in più. Dove le quote rosa sono tristemente necessarie e spesso non sono neanche rispettate, come nel caso eclatante del consiglio provinciale di Isernia, sciolto due volte di fila per mancanza di donne al suo interno. Un disprezzo sessista che nasce dal profondo, un disprezzo spesso giustificato dalle donne stesse, succubi di una cultura secolare. Ci siamo semplicemente chiesti: “Perché?” Parole, gesti, azioni quotidiane. Osservazione. Osservazione di un paese, il nostro. Tanto materiale. Spesso altrettanto disgusto: Vallettopoli, Miss Italia, la presunta capacità di procreazione di Eluana Englaro. I salari diversi a parità di lavoro. E poi l'estero: la società islamica, la provincia americana. Non siamo arrivati a una risposta. Forse una risposta non esiste. O forse esistono molteplici risposte, troppe per essere condensate in una forma artistica definita. Ma noi non facciamo i sociologi: ragioniamo su terreni più semplici. Abbiamo interrogato il corpo (visto che di danza ci occupiamo) su una differenza strutturale che ci sembra tutto sommato iniqua: Uomo – Donna. Una differenza che esiste, è tangibile, sarebbe stupido negarlo, ma che non giustifica la discriminazione attuale. Il risultato è estetico, certo. Ma soprattutto politico. Non ce ne vogliate. In fondo il corpo è sempre politico. REWIND – STUDIO #1 coreografia della Compagnia CòLAPS con Jessica Maria Bellarosa, Maurizio Mauro, Sara Santoro regia e drammaturgia di Marco Di Stefano durata 20' link video, pagina web spettacolo: (estratto) http://www.youtube.com/watch?v=_Op21ZistEk Il Mito della Giovinezza. E chi ci pensava più? Sembrava un argomento vetusto, una delle ossessioni umane più antiche e per questo ormai desuete, demodés. Qualcosa che non ci riguarda più. Insomma, lo abbiamo capito che dobbiamo invecchiare e poi morire, no? Ok, nessuno vorrebbe, però è così: si nasce, si cresce, si invecchia e si muore. Punto. Poi è arrivato il novecento, il secolo breve. E il fascismo. E il nazismo. I totalitarismi di Hitler, Mussolini, Franco, Salazar (eh sì, anche il Portogallo ha vissuto una dittatura, alzi la mano chi lo sapeva.). Ed eccolo lì, fresco come una rosa, rialzare la testa nell'immaginario collettivo. Il Mito della Giovinezza. E con esso l'ardore, la virilità, il coraggio, la sfida continua. Tutti in forma, tutti perfetti. A qualsiasi età. E fu la Seconda Guerra Mondiale. Italia oggi. Sono 224 passati più di sessant'anni. E a partire dagli anni novanta (i ruggenti anni novanta...) il Mito della Giovinezza è tornato prepotentemente alla ribalta. Insomma, tagliando corto... non vi ricorda qualcosa? Vostro padre si compra una Harley Davidson a cinquant'anni. Vostro zio va a ballare al sabato rimorchiando ventiquattrenni. Vostra madre si imbottisce di creme dai nomi assurdi, mediamente di derivazione latina, vantandone gli effetti miracolosi. Naturalmente perché ha paura che vostro padre sull'harley ci porti una delle ventiquattrenni avanzate allo zio. Belli e giovani a qualunque costo, a qualunque età. Il Presidente del Consiglio si fa il trapianto di capelli. Il Presidente del Consiglio indossa una bandana e tiene la camicia aperta. Il Presidente del Consiglio si fa vedere in giro con ragazze sempre più giovani. (siamo alle minorenni ormai...). Il medico del Presidente del Consiglio dice che biologicamente Berlusconi ha vent'anni di meno. Il medico del Presidente del Consiglio dice che biologicamente Berlusconi è in grado di vivere fino a centocinquant'anni. Sara: Ma sei sicuro? Marco: Ma sì, se non lo facciamo adesso che abbiamo vent'anni! Jessica: Veramente ne abbiamo trenta... Marco: Ma sì, se non lo facciamo adesso che abbiamo trent'anni! Per il primo studio partiamo da noi. Dalla nostra ossessione per la giovinezza. Per combatterla. Un corpo. Bloccato in uno spazio di 60 cm per 60 cm. È una metafora. È una banalità. È il mio modo di fare politica. Io sono quel corpo. Non posso permettermi di evolvere. Non posso permettermi di invecchiare. Non posso permettermi di crescere. Non posso neanche ringiovanire. Noi che abbiamo trai 25 e i 30 anni siamo giovani o vecchi? Il mondo reale non esiste più. Il mio corpo è il campo di battaglia. 225 Compagnia NAD www.compagnianad.it TRITTICO PER QUATTRO STAGIONI E CINQUE ELEMENTI coreografia di Antonella Usai con Antonella Usai, Elena Picco, Adis Flores (danza) Andrea Ayassot (sax), Claudio Riaudo (percussioni) durata 70 min circa link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/produzioni.html Trittico è una jam session sottratta al caso e ricomposta in una sorta di collage di visioni‚ utilizzando i linguaggi della musica dal vivo‚ della danza e del video. Lo spettacolo‚ ispirandosi a una ricerca sui principi filosofici orientali dei cinque elementi‚ indaga la relazione tra questi e il corpo‚ snodandosi lungo l’arco delle quattro stagioni. L’ambiente naturale che irrompe sulla scena attraverso la proiezione video mostra il corpo nel suo confrontarsi con una natura colta nel suo costante fluire e sembra suggerire che proprio qui si trovi lo spazio della trasformazione per eccellenza‚ poiché‚ come scrive il filosofo Galimberti‚ “i simboli circolano su quel significato fluttuante che è il corpo”. LA DANZA BHARATANATYAM TRA STORIA MITO E ATTUALITÀ ideazione di Antonella Usai, coreografie tradizionali indiane con Antonella Usai (danza e canto) e Alessandro Tessitore (voce narrante) durata 90 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/danza_bharatanatyam.html Qual è il terreno culturale da cui trae origine e ispirazione la danza Bharatanatyam? Quali fonti storicoletterarie, ma soprattutto quale pensiero si trova alla base e sostanzia il suo articolato repertorio? Quale infine il suo ruolo nell’India di oggi e più in generale nel mondo contemporaneo? Lo spettacolo si snoda a cavallo di questi e altri interrogativi‚ dando modo allo spettatore di orientarsi più agevolmente e di contestualizzare la visione di una delle forme di teatro-danza più affascinanti al mondo. VIAJE coreografia di Diaz,Mohanan, Picco, Usai con Angela Placanica, Elisa Diaz, Antonella Usai durata 60 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.compagnianad.it/viaje.html Lo spettacolo a cavallo tra danza‚ pittura e video, si sviluppa seguendo un percorso ideale‚ quasi un viaggio danzato che partendo dall'India giunge ad Occidente attraverso il crocevia spagnolo. Gradualmente si dispiega un percorso del corpo nelle sue molteplici possibilità espressive: dal rigore geometrico della danza bharatanatyam‚ alla sinuosit{ del flamenco‚ fino alla danza contemporanea che sembra spingere il corpo al limite di un equilibrio instabile. La pittura si trasforma in scenografia sempre mutevole‚ ma soprattutto in grafia poetica dei corpi danzanti che‚ pur nella diversit{ di linguaggi‚ cercano momenti di incontro e comunicazione. 226 EgriBiancoDanza Compagnia www.egridanza.com DANCE DANCE DANCE coreografia di Raphael Bianco con Elisa Bertoli, Maela Boltri, Melissa Boltri, Alberto Cissello, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Francesca Ossola durata 1 ora con intervallo link video: SACRED https://www.youtube.com/watch?v=v5x_ckPqDjM&feature=youtube_gdata_player SECRET https://www.youtube.com/watch?v=XBWubUo9sV4&feature=youtube_gdata_player SIMPLY https://www.youtube.com/watch?v=SV_ZZPoT_us&feature=youtube_gdata_player pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/dance.pdf Il titolo di questo spettacolo riprende quello del romanzo omonimo del visionario scrittore giapponese Haruki Murakami: danzare ovvero agire, per non ripiegarsi su se stessi per superare le difficoltà e conquistare nuove dimensioni di esistenza, consapevolezza e pienezza. Nulla di più positivo in tempi così difficili. Dopo balletti da me dedicati a importanti tematiche dell'attualità e della società che ci circonda propongo "Dance, Dance, Dance" sulle musiche di tre fra i più interessanti compositori americani contemporanei: dalla sperimentazione vocale di David Hykes , all'avanguardia di John Cage di cui mi piace ricordare il centenario della nascita, per approdare all'eclettismo minimalista di John Adams. In "Sacred Dance" l'attenzione è focalizzata sull'origine sacrale del gesto e della danza in cui si struttura, veicolo fisico e spirituale per comunicare col trascendente, in "Secret Dance" il gesto invece viene esplorato nel suo aspetto seduttivo. Per concludere "Simply Dance" dove la danza viene presentata nel suo aspetto forse più conosciuto, ovvero come elemento di aggregazione e divertimento. L'aspetto Iudico della danza vede anche la possibilità di divertirsi attraverso ogni genere di danza senza preclusione di stili. Un balletto ludico ed eclettico per riaffermare il concetto che la danza è una e che si manifesta sotto multiformi aspetti: una danza universale per divertire e comunicare. IL CIOCCOLATO + CHAGALLIANA coreografia di Raphael Bianco con danzatori: Elisa Bertoli, Maela Boltri, Melissa Boltri, Alberto Cissello, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Francesca Ossola attrice: Tiziana Catalano durata 1 h 15 m link video https://www.youtube.com/watch?v=xogZCwu_F-M&feature=youtube_gdata_player pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/ciccolato_chagalliana.pdf Il Cioccolato Lo spettacolo è la celebrazione di uno dei prodotti piemontesi più apprezzati ed esportati nel mondo intero: il cioccolato. Mancava ancora nel mondo del teatro e specialmente in quello della danza, un balletto di sicura godibilità e divertimento. Il balletto, che si avvale degli elementi scenici ideati da Emanuele Luzzati, è accompagnato dalle musiche di Gioachino Rossini, che, non a caso, oltre ad essere uno dei più grandi compositori italiani di tutti i tempi, fu anche grande estimatore del piacere del cibo. Nella sua creazione il coreografo Raphael Bianco intende esaltare tre aspetti del cioccolato: sensualità, fastosità, divertimento. Non quindi una semplice storia del cioccolato ma una spregiudicata serie di microstorie che hanno come elemento centrale il cibo degli dei. Chagalliana 227 Susanna Egri ha sempre sostenuto che il balletto è l’arte del presente, non solo perché svanisce nel momento stesso in cui si manifesta, ma perché parla a un pubblico che gli è contemporaneo. Della Chagalliana da lei creata nel 1954, restano i contenuti e la spiritualità che del resto è insita in tutte le opere di Chagall: ma tutto ciò è ora trasmesso con un linguaggio diverso da Raphael Bianco a cui Susanna Egri ha affidato il compito di creare un corpo nuovo all’anima di Chagalliana. PERSONA coreografia di Raphael Bianco con Elisa Bertoli, Maela Boltri, Alberto Cissello, Vincenzo Criniti, Vincenzo Galano, Cristian Magurano, Francesca Ossola durata 1 h link video: https://vimeo.com/65376853 pagina web spettacolo: http://www.egridanza.com/schede/persona.pdf Persona è il titolo di una nuova creazione di Raphael Bianco, nel suo duplice significato di “individuo” e “maschera”. La nuova creazione che Bianco presenta con la Compagnia EgriBiancoDanza, è una riflessione sul danzatore, di cui esplora l’ umanit{, le fragilit{ e la passione che lo spingono ad intraprendere un percorso di vita difficile dove ogni giorno sia il corpo che l’ anima vengono sollecitati, arricchiti e logorati profondamente. Il danzatore osservato nella quotidianità del proprio allenamento, dove però confluiscono umori e emozioni differenti di giorno in giorno e con cui ognuno permea ogni gesto che, seppur eseguito da tutti allo stesso modo, è sempre unico. Il danzatore confrontato con il palcoscenico e i suoi spazi, una dimensione in cui è facile perdersi e dove ci si espone coraggiosamente agli occhi impietosi del pubblico. Persona viene presentato in occasione della Giornata Mondiale della Danza, per affermare l’identit{ e le caratteristiche uniche di una delle figure teatrali meno comprese dal mondo politico e della cultura in un’epoca di profonda crisi e di forte precarietà per il teatro e per la danza. 228 EKODANCE INTERNATIONAL PROJECT LA BELLA...GISELLE coreografia di Mats Ek con Sara Barbagli, Annalisa Barberio, Alice Capello, Giorgia Bonetto, Manuela Gallingani, Veronica Morello, Martina Scandola, Arianna Todisco, Andrea de Marzo, Tiziano Pilloni, Fabrizio Matarrese, (Bernardo Badano, Andrea Zardi) durata 50' Nella Giselle Ekiana l'ambientazione cambia rispetto alla versione classica e invece di trovarci in una radura illuminata dalla luna, ci troviamo catapultati all'interno di un manicomio dove le anime delle Willy diventano giovani donne ferite, violate, spezzate, depresse. Nell'estratto qui scelto vi verranno proposte due scene dal Secondo Atto: quella iniziale prima dell’ingresso di Giselle in manicomio, in cui il coreografo ha voluto sottolineare come la storia della protagonista, in questa versione solo sottintesa, sia anche la storia di altre donne che, come lei, sono state ferite profondamente da persone amate o esperienze vissute; e la scena finale dove le rinchiuse Willy accettano la loro condizione di dolore e sofferenza con però un sguardo di speranza verso il futuro. Nella seconda parte una pièce tratta da La Bella Addormentata dove Mats Ek rielabora un altro grande classico. La storia della bella principessa Aurora che a sedici anni, nella favola di Charles Perrault, resta vittima del maleficio della strega Carabosse e cade in un sonno incantato dopo essersi punta con il fuso di un arcolaio, si trasforma nell'oblio di una pubescente tossicomane non capita, trascurata, lasciata a sé stessa; le quattro fate che crescono Aurora al riparo nel bosco donandole una virtù ciascuna, diventano nella versione del coreografo svedese le infermiere che fanno nascere Aurora e la malvagia strega è il medico che porterà la giovane nel mondo della droga . MELLAN OSS coreografia di Mats Ek con Sara Barbagli, Annalisa Barberio, Alice Capello, Giorgia Bonetto, Manuela Gallingani, Veronica Morello, Martina Scandola, Arianna Todisco, Andrea de Marzo, Tiziano Pilloni, Fabrizio Matarrese, (Bernardo Badano, Andrea Zardi) durata 60' Evoluzione della coppia. Un percorso che si può leggere non solo da un punto di vista universale ma anche una sorta di "eredità" artistica da Birgit Cullberg a Mats Ek in cui i ruoli uomo-donna vengono analizzati dall'origine fino ai giorni nostri: dall'archetipo di Adamo ed Eva in un concetto cristiano religioso alla libertà dell'amore conquistata con dolore negli anni fino all'accettazione della coppia omosessuale prima relegata nei meandri di una "ubris" cattolica. Dalla coppia archetipica si passa quindi a Romeo e Giulietta, emblema della coppia romantica in cui l'amore nella sua forma perfetta trova la morte in quanto avversato dalla società. La seconda parte della serata sarà dedicata alle coreografie di Mats Ek, figlio di Birgit nonché suo successore nella direzione della Compagnia svedese Cullberg Ballet: Giselle, Carmen, Pas de danse, Gamla bar, Fluke. Nelle coreografie di Ek il ruolo della donna è sempre più complesso e non si esaurisce nell'unità con l'uomo ma, con la sua forma androginizzata, assume caratteristiche emotive e fisiche molto forti. Un percorso ambizioso per la serata per mostrare come l'amore, la coppia, la società evolvendo conducano necessariamente anche una rivisitazione delle relazioni. 229 FRATELLI OCHNER www.fratelliochner.com LUNA A PEDALI regia di Alberto Barbi con Lara Quaglia, Paolo la Torre, Alberto Barbi, Paolo Zaltron durata 70 min circa (per teatro, 45 min per spettacoli all’aperto) link video, pagina web spettacolo: www.fratelliochner.com Uno spettacolo ecologico e interattivo. L’elogio di una forma di pensiero e di sentire. Omaggio alla bicicletta come mezzo di trasporto, di ricerca di libertà, di possibilità, di economia e di ecologia. L’energia elettrica necessaria per lo sviluppo dello spettacolo proviene infatti da bicigeneratori su cui gli spettatori sono invitati a pedalare per poter eseguire lo show. Uno spettacolo circense ecologico, divertente e clownesco. Un piccolo gruppo di musici e clown arrivano con il loro carico di bici, strumenti musicali e attrezzi circensi e prepara il loro viaggio verso la luna, citano nomi come Verne o Cirano di Bergerac, il loro mito è il capitano Nemo, in continua lotta per la libertà e la conoscenza. Hanno con loro i piani per costruire un veicolo a pedali che può farli volare via da questo mondo alla ricerca di una nuova dimensione e si apprestano a costruirlo, ma manca l’energia per azionare il tutto. Così si trovano a dover convincere gli spettatori a pedalare per poter creare il viaggio nell’Utopia, poter raggiungere pedalando la luna. Tra goffi e divertenti tentativi di costruzione, giocoleria, acrobazie aeree, equilibrismi, ombre cinesi, trasformismi, canzoni e musica dal vivo, e soprattutto grazie alle gambe, i polpacci e l’energia degli spettatori ogni teatro, scuola, biblioteca piazza o strada dove il gruppetto si esibir{ diventer{ Teatro riuscito del viaggio verso l’Utopia, che fortunatamente ora non è più tale, ma è necessità e possibilità. Con divertimento e coraggio attori e spettatori creeranno il viaggio verso la luna, verso un nuovo futuro. Tra risate e pensieri. Uno spettacolo davvero per tutti. Tecniche usate, clownerie, equilibrismo, tessuti, trapezio, musica dal vivo, giocoleria, teatro di figura BAULÒ regia di Alberto Barbi con Lara Quaglia durata 45 min link video, pagina web spettacolo: www.fratelliochner.com È un gioco della fantasia, gli oggetti inanimati prendono vita e nuove forme uscendo da un magico forziere! È la danza di una rapsodia di ombrelli fantastici e costumi che si trasformano, improbabili animali dai mille colori , piccole acrobazie e ironiche giocolerie, magie buffe e delicate, da cui nascono l’incanto e la sospensione e nulla è più ciò che appare ma tutto può accadere! Ci sono ombrelli a cui piove dentro e pupazzi canterini, papere ballerine, struzzi viola, ombrelli mostri, ombrelli da leggere, ombrelli che profumano e quelli che brillano, elefanti, leoni e feroci tigri di pezza, trapezisti e domatori, insomma a poco a poco nasce un circo strampalato, eufemistico, poetico e provvisorio a misura di…baule! È infine la capacità di guardare il mondo, ogni giorno e in ogni aspetto, con lo stupore di un bambino. 230 GIRO DEL GUSTO regia di Alberto Barbi con Lara Quaglia durata 60 min link video, pagina web spettacolo : www.fratelliochner.com Immaginate una clown innamorata della cucina. Pensate che sia impiegata come tuttofare in una cucina di un grande chef. Sappiate che non sa cucinare ma che le piacerebbe tanto. Ora mettete insieme tutti questi ingredienti, aggiungete un bel po’ di fantasia, tanta voglia di divertimento, qualche trucco di magia, un po’ di circo sospeso tra cielo e terra, il gioco del teatro e…frullate! Infine…assaggiate e buon appetito! Con un carretto attrezzato a cucina e un enorme libro di ricette, direttamente sulla strada, nelle piazze, nei cortili e borghi del nostro Paese ,con passione e trasporto, divertimento e poesia, cuoce, impasta, mescola e trasforma ingredienti , parole, musica, immagini e oggetti, emozionandosi ed emozionando , ovunque ci sia un pubblico disposto ad aiutarla e assecondarla, fino a una gran festa finale con brindisi e tovaglia appesa per aria ! Un viaggio alla scoperta delle nostre radici culinarie, di ciò che ci differenzia e unisce, attraverso lo sguardo stralunato di un clown e la cucina, perché noi siamo, anche, ciò che mangiamo! Lo spettacolo nasce da un’esigenza di ricerca e riscoperta della nostra cucina con la volont{ di creare un blog dove editare le ricette tipiche del posto raccolte in loco, assieme a storie aneddoti leggende annesse, per poi farne un grande ricettario italiano per e di tutti! 231 https://vimeo.com/user6129921 www.andreagallorosso.com OCCHI coreografia di Andrea Gallo Rosso con Andrea Gallo Rosso co-produzione “Mosaicodanza / Festival Interplay” – un ringraziamento a “Piemonte dal Vivo” e gli spazi Chorodanza, mcfbefioredanza, Opificiodellarte durata 15 minuti link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/63155402 | psw: occhi Programmato all'interno di: Les Repérages 2013 (Roubaix, Francia), Dance in The Cities 13 (Heupen, Belgio) International White Night 2012 (Skopie, Macedonia), Corpi Urbani 2012 (Genova, Italia), Interplay12 (Torino, Italia). Occhi è una storia di evoluzione e cambiamento, una tappa che nella vita di ognuno si verifica, presto o tardi. Due sono state le suggestioni iniziali: la differente percezione corporea di persone con disabilità mentali e fisiche, e una sperimentazione personale sul canale comunicativo degli occhi. Così si è creata una struttura che si è arricchita del mio vissuto personale senza che me ne rendessi conto. A 15 anni una macchina mi investì mentre ero a piedi. Ne derivarono la perdita dei sensi, diverse fratture e un fermo di 6 mesi. Guardando scientificamente l'ordine degli eventi, ci furono: un prima, un evento improvviso e un dopo. Il prima con una routine consolidata. L'evento improvviso, destabilizzante e dirompente. Infine il dopo con tutto il suo carico di potenziale cambiamento. Occhi è tutto questo. Celebra la possibilità insita in qualsiasi evento di avere un effetto rigenerante e innovativo. NO HABLA coreografia di Andrea Gallo Rosso e Manolo Perazzi con Andrea Gallo Rosso e Manolo Perazzi coproduzione “Mosaicodanza” & “Electa Creative Arts” all'interno del progetto Sharing Choreographic Residencies durata 20 minuti link video, pagina web spettacolo: https://vimeo.com/63152147 | psw: nohabla Programmato all'interno di: Interplay13 (Torino, Italia), selezionato per la Vetrina Giovane Danza d'Autore - OUT / Anticorpi XL all'interno del Festival Ammutinamenti 13 (Ravenna, Italia). “Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo” cit. George Orwel L'individuo d'oggi è un ottimo comunicatore, mezzi quali internet e un miglior livello culturale gli hanno fornito i mezzi per diventarlo, ma ha creato una sempre maggiore distanza emotiva dall'Altro. Le persone si ritrovano fisicamente vicine, in città sempre più affollate, ma distanti empaticamente. Questa solitudine si nutre della perdita di “spazi comuni”, luoghi dove un tempo si creavano contatti sociali e relazioni umane... Così dei personaggi estraniati tentano di ricostruire un dialogo. In questa sordità di relazione si va a tentoni, si manipola l'altro per ritrovare una vicinanza dimenticata. ...ti ritrovi a camminare senza sapere chi tu abbia al fianco, a stringere mani di persone senza preoccuparti di chi siano: ormai sei indifferente... 232 IL CANTIERE | SARA MARASSO www.ilcantiere.net WHEN I DANCE, I DANCE. WHEN I SLEEP, I SLEEP coreografia di Sara Marasso con Sara Marasso, Mattia Mele durata 35/40 minuti link video: http://vimeo.com/53682511 Il tema dello spettacolo When I dance è la parola, quella che vorremmo dire e non diciamo per lasciar spazio al corpo e al suo linguaggio movimento. Sulla scena cerchiamo darle un posto ma in modo trasversale ed indiretto, attraverso il suono registrato o il segno scritto, permettendoci di essere, quando apriamo bocca, maldestri e un po’ fuori luogo come quando si cerca di dare spiegazioni e non c’è bisogno di spiegare nulla. Così tra necessità di dire e di tacere con le parole giochiamo, muovendoci tra gestualità quotidiana e segno astratto per evidenziare semplicemente, attraverso la danza, il raffinato animale che chiamiamo essere umano. Un essere colto nella sua urgenza di produrre un senso aperto alla molteplicità dei significati e alla fragilità del sentire. SOLUZIONE PARZIALE A PROBLEMA TRANSITORIO coreografia di Sara Marasso con Sara Marasso durata 25 minuti link video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZTd_t_LTi1Y# Soluzione parziale a problema transitorio è un assolo di danza contemporanea che nasce a partire da una ricerca sulle braccia come motore del movimento e guida alla composizione coreografica. Rappresenta la seconda parte di un percorso in assolo iniziato con lo spettacolo Solo Carta. Al silenzio del primo lavoro segue, in questa nuova creazione, la collaborazione con un compositore di musica contemporanea. Seguendo un percorso che dal foglio di carta bianco approda alla scrittura nella forma semplice di segno. Una breve corpo-grafia per la scena in cui le braccia, lasciando traccia del loro passaggio, diventano segni di orientamento e punti da cui perdersi. SOLO CARTA coreografia di Sara Marasso con Sara Marasso durata 25 minuti link video: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=5bX3a6lLgD4# Solo Carta è un assolo di danza contemporanea basato sul suono della carta che interagisce con i movimenti di una danzatrice. Brevi esercizi ripetuti, modificati, amplificati, di un corpo solo che tenta di farsi piatto, sottile e bianco. Un corpo che espone una ricerca intorno alla questione dell'origine di ogni percorso creativo: cosa c'è all'inizio? Quale vuoto anticipa il pieno di una costruzione? Per approfondire e soffermarsi su quel prima che è passaggio necessario ad ogni dopo, un 'vuoto' che è già la creazione stessa. 233 IMPROD@NCE www.myspace.com/chiararosenthal www.facebook.com/chiara.rosenthal.7 UOMA (2004) coreografia di Chiara Rosenthal con Nicolò Di Paola, Chiara Rosenthal ed Elena Sgarlata durata 60 minuti circa Tre personaggi, tre modi diversi di crescere e di svilupparsi, il loro rifiuto alla tendenza comune di essere omologati, la loro paura di quello che potrebbe portare un progresso scientifico senza un adeguato controllo etico. Una donna cerca di conoscere la propria essenza femminile specchiandosi in un’altra. Nel confronto viene fuori una danza fatta anche di lotte, dubbi, domande: il lupo cattivo esiste o non esiste? La provocazione di un uomo le stimola a mostrarsi intimamente, alla ribellione, alle scelte, a indagare in una notte la difficolt{ di trovare un’occupazione…come bisogna travestirsi per andare a cercare lavoro? Non è forse meglio rimanere bambini o magari scegliere una vita più spirituale? “…invero, sembra che la scienza di distruggerci e ucciderci a vicenda, di rovinare e perdere la nostra stessa specie…homo sapiens, non abbia molto di che farsi desiderare dalle bestie che non la possiedono”. (Michel de Montaigne) Le scene sono accompagnate da proiezioni video che raccontano momenti di vita vissuta dai tre personaggi in compagnia di amici, bambini e vecchietti siciliani. Testi di riferimento: “Gente sul ponte” di Wislawa Szymborska, un “Atto senza parole” di Samuel Becket , una poesia di Pablo Neruda e un antico testo celtico anonimo. MISS KIANDO (2006) coreografia di Chiara Rosenthal con Carola Iannuzzi, Chiara Rosenthal, Rebecca Rossetti e Dafne Rusam Carli durata 45 minuti circa link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=l-a-1lpBgOM Mischiando danza contemporanea e gesti tradizionali tratti da antiche danze odissi, lo spettacolo mette in scena lo scontro tra la civiltà occidentale e quella orientale avvenuto in India ai tempi del colonialismo britannico e mostra come ogni lotta umana tra forze terrene in competizione sia comunque destinata a dissolversi senza vincitori né vinti nell’energia spirituale, divina ed ineluttabile dell’universo che tutto ingloba e riduce a sé. THE LAST NUMBER o L'Ultimo Numero (2008) coreografia di Chiara Rosenthal con Matteo Castellano, Gabriella Squilibria Dal Farra, Raffaele Irace, Tonichina e Chiara Rosenthal durata 1 ora e 15 minuti circa link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=ZTZfIBsJYG0 http://www.youtube.com/watch?v=5E7igDBK_Fk http://vimeo.com/29091976 N.B. Lo spettacolo può anche essere rappresentato in forma di solo! 234 Il gioco dell’oca…una spirale sinistrorsa, la più antica forma di gioco da tavola di origine cinese, tramandato nei secoli intatto nella simbologia attribuita ai suoi 63 numeri. Un viaggio mistico, iniziatico e antropologico alla ricerca dell’essenza, del significato di una vita, quella di chiunque abbia il coraggio di mettersi in gioco, di guardarsi dentro e di affrontare le tappe della propria esistenza. Un percorso archetipo che ci riporta inesorabilmente sempre ad un inizio, ad un 1 in cui tutto è contenuto e compreso, e dado dopo dado, giro dopo giro, via via una nuova partenza, una continua rinascita...fino alla vittoria, allegoria del ricongiungimento con Madre Natura nel Nirvana o in qualunque Dio si creda! Lo spettacolo sceglie di approfondire 6 numeri a cui corrispondono le caselle ritenute più significative dal Dietsch, noto studioso tedesco di questo antico gioco: 6 il ponte, 19 la casa, 31 il pozzo, 42 il labirinto, 52 la prigione e 58 la morte. 235 COMPAGNIA DI DANZA L’ARABA FENICE Diretta da Renè Renato Cosenza e Luca Baraldi www.compagnialarabafenice.com GESÙ:L’UOMO balletto in due tempi di Renè Renato Cosenza coreografie di Luana Schilardi musiche di Bach, Mozart, Rachmaninov, Schonberg, Tchaikovsky, Maurice Jarre, Hans Zimmer libretto di Lia Cucconi con i danzatori Marco Cosenza, Luana Schilardi, Veronica Morello, Giulia Calcina, Stefania Pulzella, Roberta Morra, Renè Cosenza, Debora Seminerio, Yuri Ferrero, Lorenzo Deliperi e con la partecipazione degli attori formati dalla Scuola “Teatro delle Dieci” diretta da Massimo Scaglione durata 1h30m con intervallo Il Balletto: "Gesù: l'Uomo”, che la Compagnia di Danza L'Araba Fenice, presenta nella Stagione 20122013, nasce nella continuità delle sue scelte legate anche alla tradizione torinese dei Santi Sociali, come "Il Punto Prezioso", era balletto dedicato a Giulia Colbert di Barolo, andato in scena nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell’Unit{ d’Italia, proiettati dentro la sacralità cristiana a sostenere i bisogni immediati della sopravvivenza del corpo. Così Gesù di Nazareth che si riveste della carne umana, diventando "corpo", ha sollecitato attraverso la danza, che è azione del corpo, il racconto della Sua parabola divina e umana nella sua dura realtà, così simile a molti esseri umani. Il Balletto rivive il Suo percorso più umano e coinvolgente dall'Annunciazione alla Morte, fino alla simbologia più terrena nel Suo Essere Pane. La Compagnia, arriva così alla sua quinta produzione e come tradizione debutta sempre con il nuovo spettacolo a fine gennaio, in aggiunta alle altre produzioni stagionali. PER ESSERE ANCORA INSIEME A LORO balletto in due tempi di Renè Renato Cosenza dedicato al giorno della Memoria dell’Olocausto coreografie di Renato Cosenza e Laura Scaringella libretto di Lia Cucconi musiche di Gustav Mahler, Johannes Brahms, John Taverner, John Towner Williams, Witold Lutoslawski, con Marco Cosenza, Giulia Calcina, Luana Schilardi, Roberta Morra, Veronica Morello Stefania Pulzella, Laura Scaringella, Francesco Pullano, Federico Bertetto, Marco Foglino, Alessia Pulzella, Federica Corgiat, Micaela Meotto durata 1h30m con intervallo Il 27 Gennaio in Italia e in molte altre Nazioni è il giorno della memoria. Quando parliamo di memoria non possiamo non pensare all’olocausto, specialmente nel giorno che ci riporta alla stessa data del 1945, quando le truppe sovietiche dell’armata rossa arrivarono nella citt{ polacca di Auschwitz, scoprendo gli orrori del campo di concentramento più tristemente conosciuto. La Compagnia di Danza L’Araba Fenice, diretta da Renato Cosenza (Renè), si è proposta di realizzare questo Balletto per riportare i partecipanti nello spirito della Resistenza e dell’Olocausto conducendoli attivamente nel Ricordo, proponendo che nel futuro non accada più. 236 La Compagnia di Danza L’Araba Fenice, prosegue così con gli strumenti della Danza Classica e Contemporanea, il suo intento di affrontare storico-sociali nella forma del Balletto, senza mai dimenticare l’aspetto estetico e poetico delle possibilit{ espressive del corpo nella Danza. Così interpreta la trama di “per essere ancora insieme a loro” e ci racconterà la storia di Marco e Catia, due giovani ebrei che si innamorano durante una festa in casa tra amici, ma la festa viene interrotta dal sopraggiungere delle SS che arrestano tutti i ragazzi e li deportano nei vari campi di concentramento; Marco riesce a nascondersi ed entrerà nella Resistenza ma purtroppo durante uno scontro a fuoco viene arrestato, identificato come ebreo, verrà deportato. Sulla scena si apre la vita nei campi di concentramento. Verrà non solo visualizzato e danzata la tragedia, ma le azioni verranno interagite con il pubblico, per coinvolgerlo emotivamente nella morte di Catia nella camera a gas. Finalmente, l’arrivo dei russi e degli americani porta fine a questo genocidio. Marco solo e senza più affetti, si chiede quale ragione ha di rimanere in vita, intorno a lui c’è il vuoto portato dalla Morte. Ma la Vita lo accoglie ancora e riesce ad allontanarlo dalla Morte. Marco comprende che deve vivere per testimoniare, raccontare, la sua esperienza, il suo dolore, perché attraverso la sua presenza e le sue parole vivr{ e far{ vivere “per essere ancora insieme a loro”. SENSUAL TANGO coreografie di Renato Cosenza e Laura Scaringella musiche di Astor Piazzola, Gotan Project, Carlos Gardel, Otros Aires poesie di Lia Cucconi con Arianna Michielon, Giulia Calcina, Laura Scaringella, Luana Schilardi, Marco Cosenza Roberta Morra, Stefania Pulzella, Veronica Morello durata 1h30m con intervalli Il Tango così antico ma così attuale, il Tango ha tutta una sua storia, ha radici nel passato già verso la fine dell’800. Ballare il Tango vuol dire parlare dell’Argentina e della sua storia ma probabilmente il mix di popoli che l’ha composta, o il ripetersi della storia umana fa si che questa sia comune a molte altre nazioni e popoli. Venendo a conoscenza della storia di questa giovane nazione si può capire molto della struttura del Tango: Dal 1810, anno della Rivoluzione di Maggio che ha portato all’indipendenza dalla Spagna, l’Argentina ha avuto una storia con pochi momenti di pace e (relativo) benessere. Come altri stati dell’ America Latina, i governi nazionali sono stati un succedersi senza soluzione di continuit{ di dittature e regimi autoritari che poco hanno fatto per cercare di migliorare, stabilizzare, far crescere la popolazione. Alcuni momenti di relativa tranquillità e pace sociale ci sono stati ma il succedersi delle sciagurate, delinquenziali amministrazioni militari hanno caratterizzato fino a tempi recenti la situazione nazionale. Non è compito nostro analizzare politicamente la storia dell’Argentina, probabilmente non ne siamo neanche all’altezza ma riteniamo di non sbagliare portando all’attenzione dello spettatore gli avvenimenti cui sono ispirati alcuni balletti. Il nostro compito come compagnia è certo trasmettere dei contenuti, creare (plasmare) dei ballerini, crescere nel lavoro di ricerca e coreografia ma anche fare spettacolo, intrattenere, divertire. Parte del balletto parla di argomenti attuali come la guerra, l’immigrazione, i mezzi di informazione, le relazioni intergenerazionali, l’omosessualit{. Un’altra parte rimane più leggera sia come scelta delle musiche che dei contenuti. Questa parte ha comunque un gran contenuto tecnico con momenti di interpretazione personale dei ballerini, fusione di stili, ricerca di alti momenti di danza. La Compagnia nasce come danza di ricerca sulla storia della musica e sui suoi personaggi è in questo spettacolo ecco anche la storia musicale di Astor Piazzola, Carlos Gardel ai più recenti Gotan Project, una danza africana in versione tango (anche perché il Tango ha origini con ritmi africani) così come la versione del tango in danza Hip-Hop per il Mondo musicale giovanile di oggi. 237 COMPAGNIA L'ARTIMISTA www.lartimista.com MENZOGNE DELLA NOTTE coreografia di Daniela Paci con Daniela Paci Martina Guidi Paola Carbone Florian Lasne Rossella Canginidurata 35 minuti musiche di Arvo Part, Rossella Cangini, Fabrizio Elvetico, Armand Amar costumi di Ombradifoglia link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/3404914 durata: 35 minuti (possibile estratto di 8/20 minuti) Riflessione sul tema della notte. I segreti, le atmosfere e le trasformazioni sono la punteggiatura su cui si muove una ricerca coreografica. Forse streghe forse umani forse corvi. L'illusione della notte e la magia della luna creano spazi per architetture di movimento. La ricerca coreografiche parte dalle illusioni fisiche nella notte, i cambi di ombra e luce nel corpo. L'immaginazione è come un'armatura da cavaliere entro cui corre una farfalla. La ricerca coreografica è racchiusa in tre luoghi scenici. Il primo è la scoperta del bosco, la fuga, le parole, la frammentazione verso un'unione del dettaglio. La seconda è la scoperta del personaggio maschile nella notte, la forza, la giustizia, la poesia. La terza è l'incontro di luna e buio e personaggi. Il lavoro sul movimento ha analizzato alcune forme animali più vicine al mondo notturno . L'ultimo e la chiusura è un piccolo sabba dolce che rappacifica il corpo nei confronti di un mondo cosi inafferrabile. La notte è colma di menzogne. Ma anche di verità. L'atmosfera musicale parte da un gioco di Fabio Viana utilizzando suoni notturni campionati e riprodotti a loop, rane, fusa di gatto, fuochi, corvi aggiungendo ritmi e altre balzane trovate per rendere il percorso musicale elettronico ma con effetti a volte documentaristici. Liberamente ispirato alla Bussola D'oro di Philip Pulmann e Le menzogne della notte di Gesualdo Bufalino. STUDIO SULLA FARFALLA SO FAR coreografia di Daniela Paci con Daniela Paci e Antonio Raspanti musiche di Erik Satie e musiche originali composte e suonate dal vivo da Antonio Raspanti al contrabbasso voce di Alessio Maria Romano durata 15 minuti link video, pagina web spettacolo: studio sulla farfalla su facebook su floc compagnia La farfalla non vive per morire vive unicamente per amare. Simbolo della brevità della vita. E della sua perenne durata, divenne per molti l'animale dell'anima.. La rigenerazione del movimento e il suo esaurirsi per nutrire altri luoghi dell'anima. Il cerchio, la profondità del coinvolgimento emotivo, lo spazio, la sincerità dell' intenzione, fanno da leit-motiv di una narrazione vestita dalla semplicit{ di una danza cruda e necessaria. Liberamente tratto da “Farfalle e le stagioni della vita” di Hermann Hesse. La farfalla, la trasformazione, la crisalide. La musica di Antonio Raspanti Antonio Raspanti presenta il suo primo album da solista, So far. Un viaggio sonoro nell'intimità del musicista, alla scoperta delle emozioni e sensazioni che lo governano. Antonio Raspanti ha intrapreso lo studio del Contrabbasso nel 2002 col M L. Ghidini, prima al Conservatorio A. Scontrino di Trapani, poi al V. Bellini di Palermo, ed infine al G. Nicolini di Piacenza sotto la guida del M E. Fagone con il quale si è diplomato nel 2009. Ha collaborato con varie orchestre, spesso in qualità di 1 contrabbasso, tra cui: Orchestra Sinfonica del Mediterraneo, Orchestra Giovani Solisti Siciliani, Orchestra da camera 238 Kandinskij di Palermo, Accademia Concertante degli Archi di Milano. Inoltre vanta numerose esibizioni e collaborazioni nell'ambito di diverse formazioni da camera. Da alcuni anni si dedica alla composizione di musica propria, e a progetti di vario genere miranti all'integrazione fra musica e corpo, in particolare all'improvvisazione nel Circo Contemporaneo. Nel giugno del 2011 si è esibito all'Auditorium Parco della Musica di Roma, all'interno della manifestazione "Vivere di Cultura", a cura del Prof. Peppino Ortoleva, eseguendo brani di sua composizione. Nel giugno del 2012 ha iniziato la realizzazione del suo primo album da solista So far, registrato interamente con un contrabbasso acustico. 239 LES PETITS FILOUS www.facebook.com/lespetits.filous CHANCE coreografia di Fulvia Beatrice Romeo e Andrea Carlo Fardella con Fulvia B.Romeo e Andrea C.Fardella durata 40 min link video, pagina web spettacolo: www.facebook.com/lespetits.filous http://www.youtube.com/watch?v=wps7Pp3MbMA – Link al Video “Un uomo e una donna, gli occhi chiusi dietro a una benda. Il loro continuo incontrarsi e poi perdersi sulle note di uno spartito che accoglie il silenzio come la più sublime delle sinfonie. La chance è il caso ma anche la possibilità. Incontrarsi o dimenticarsi senza vedere con gli occhi, cibandosi di altri sensi, cercando tra le pieghe di un corpo il coraggio di affidarsi a se stessi e all'altro. Al caso.” Il lavoro si basa sulla possibilità di creare sul momento senza ripetere sulla scena una struttura predefinita affidandosi unicamente alla presenza extra quotidiana del performer come veicolo espressivo. La nostra ricerca si è spinta oltre la possibilità di stare in scena senza struttura. Abbiamo deciso infatti di lavorare bendandoci gli occhi. Nessuno dei due danzatori sa dove è e cosa fa l'altro, ognuno è alle prese con la propria intimità e insicurezza che si esprime attraverso il la danza e il canto. Pur non vedendosi i due performer generano incontri ed immagini fortemente emotivi lasciando che la casualità dei tragitti collabori alla creazione di una performance ogni volta diversa generata dalla verità del momento. Il risultato è una creazione sempre in evoluzione unica e irripetibile, che si nutre dell'attimo presente. Non c'è nulla di prestabilito e tantomeno nessuna storia da capire. Si tratta di “ascoltare” le lontananze e le vicinanze, gli incontri sfiorati e quelli trattenuti, l'impossibilità a dire ogni cosa e, in fondo, la continua ricerca di autenticità che ci portiamo addosso come esseri umani. 240 LIBERAMENTEUNICO www.liberamenteunico.it POLVERE, LA VITA CHE VORREI coreografia di Barbara Altissimo con Ivana Messina, Gian Luca Colombelli, Speranza Sottomano, Renato Alessandria, Giovanni Bina, Vito D'Andrea, Remo Giordano, Gilberto Girotto, Paolo Mantovani, Antonio Negro, Virginio Peano durata: 50 minuti link video: http://www.youtube.com/watch?v=LTxjXxA3s5A link video: http://www.youtube.com/watch?v=1AHiD2BSNtg http://www.youtube.com/watch?v=HC1WAuwjUlE&list=UUg9rZo68F4KWXEq33Q7WtWw&index=1&feat ure=plcp Il progetto, è iniziato nell'aprile 2011 su invito del Teatro Stabile di Torino e ha coinvolto 11 residenti al Cottolengo di Torino con handicap fisici e psichici di diversa entità. L'impatto forte è però con una "atroce normalità". L'intero progetto ha ruotato quindi intorno al concetto di offrire dignità a questa "materia umana" straordinaria. Il progetto è stato sostenuto dal Sistema Teatro Torino e ha debuttato nella Stagione TPE 2012/2013. “Polvere la vita che vorrei, è uno spettacolo «scritto» e interpretato da un gruppo di persone con vicende personali e condizioni diverse, accomunate dal vivere alla Piccola Casa della Divina Provvidenza. Tutti attori nati, interpreti di se stessi e dei propri sogni con una professionalità che Barbara Altissimo ha coltivato con dedizione…sono poesia vivente.” Maria Teresa Martinengo per La Stampa Quando la "diversità" si riappropria della natura Spettacolo che raschia l'umano fino in fondo quello che Barbara Altissimo ha messo in scena a Torino al Teatro Astra: Polvere. La vita che vorrei. Una scena tridimensionale in cui si confrontano tre mondi, quello della tecnica, quello della parola proverbiale, e quello dell'umano corporeo. Sulla destra della scena una postazione di lampade, monitor e specchi è simmetrica ad una figura di saggio di sapienza orientale che attende in silenzio, l'inizio della performance. Un tappeto di foglie ingiallite che ricopre il centro della scena allude ad una stagione di memorie da raccontare. Si inizia subito con un corpo a corpo armato e vociante degli speciali protagonisti, che entrano in luce piena da un fuori scena: sono gli «ospiti» del Cottolengo di Torino, uomini e donne con malattie psichiche e fisiche. Entrano armati di pistole e scortati da un ambiguo aguzzino mentre una giovane redentrice raccoglie le armi e le ripone in un cestino. E loro sono sordomuti, invalidi, malati di epilessia... che assumono però nello spettacolo lo status di narratori di verità. Perlomeno di quelle più intime che si raccontano con la voce, ma soprattutto con il corpo. È forse è proprio il corpo ad essere il medium ideale per far risuonare vite in scacco, interrotte e svuotate di desiderio e speranza. Così in un groviglio fatto di radio gracchianti, canzonette orecchiabili, urla disperate, questi corpi, seppur imperfetti, ma di straordinaria grazia umana, fanno uscire le loro voci, raccontando, cantando o chiedendo aiuto. Soprattutto dicendo i loro affetti. In fondo è questo il punto di arrivo di una sperimentazione corporea e fonica che insegna a dire l'amore, o forse solo ad immaginarlo possibile. Che vuole fotografare un'illusione di normalità e di semplicità che può esistere solo nel desiderio: «la vita che vorrei». E si assiste alla fine ad un ribaltamento dei piani scenici e di realtà quando «l'umano diverso» si riappropria della natura: questi uomini e donne, indossando grandi teste di animali, escono di scena mentre la cultura tecnica, l'uomo aguzzino, si sveste dei suoi abiti per rannicchiarsi inerme al centro della scena; mentre il saggio, da una carrozzina, ne commisera la fragilità. Una produzione di Liberamente Unico in collaborazione con l'associazione Oustsider Onlus. Rosa Revellino per Il Giornale 241 COMPAGNIA NUOVEFORME www.nuoveforme.com MOVING FUSION DANCE COMPANY www.robertosaraceno.com POP UP coreografia di Roberto Saraceno e Sergio Cavallaro con la Moving Fusion Dance Company di Barcellona e la compagnia di danza NuoveForme di Torino durata 80 minuti (senza intervallo) i siti delle compagnie sono www.nuoveforme.com e www.robertosaraceno.com “Pop Up” è uno spettacolo di danza che nasce dalla collaborazione italo-spagnola di due compagnie di danza: la Moving Fusion Dance Company di Barcellona diretta da Roberto Saraceno e la compagnia di danza NuoveForme di Torino diretta da Sergio Cavallaro. I due coreografi hanno dato vita ad uno spettacolo energico, potente e spettacolare che racconta attraverso il movimento coreografico la positivit{ che si cela dietro il cambiamento, la crisi, lo smarrimento di un’epoca. “Pop up” è uno spettacolo che fonde la tecnica moderna a quella hip hop, strizzando l’occhio allo stile classico e a quello jazz: un allestimento in cui i vari stili si incontrano e la danza viene contaminata dalla parola di attori sulla scena. La musica diventa il comune denominatore di un viaggio all’insegna dell’allegria che sfocia nell’angoscia, nel dramma che risale fino all’euforia, della pazzia che divora la razionalit{. La Spagna e l’Italia, due Stati in profonda crisi economica e valoriale, si legano artisticamente attraverso le sensibilità dei due coreografi che, a loro volta, fanno incontrare le loro compagnie di danza in un concentrato di forza ed armonia esplosiva. Troppe volte l’occhio artistico legge la negativit{ della nostra epoca in senso unidirezionale, senza vedere una via di fuga, senza lasciare intravedere una speranza, nella totale malinconia e buio dell’anima. “Pop Up”, al contrario, vuole urlare l’entusiasmo, l’euforia, la voglia di rialzarsi senza lasciarsi abbandonare allo sconforto. È un grido di istinto alla vita, di ottimismo puro. È il sorriso di chi ha voglia di essere diverso. Ora. Adesso. In quest’epoca. Perché si può e si deve fare. “Pop up” è la vera risposta alla crisi che porta con sé il cambiamento, la novit{, l’evoluzione: il pubblico assisterà alla trasformazione dell’incubo in sogno, del buio in dirompente furia vitale del fuoco. Inaspettata e piacevolmente sorprendente risulta infine essere la commistione e l’unione delle visioni artistiche di Roberto Saraceno e Sergio Cavallaro che regalano al pubblico un’indimenticabile serata e tanta voglia di rialzarsi, e ballare! 242 AMBRA SENATORE www.ambrasenatore.com ALDES www.aldesweb.org A POSTO coreografia di Ambra Senatore con Caterina Basso e Claudia Catarzi durata 1 h link video, pagina web spettacolo: info e foto http://www.aldesweb.org/it/a_posto video https://vimeo.com/65218634 pass: apostoparis Con A Posto, Ambra Senatore prosegue i l progetto coreografico intrapreso con Passo*, ovvero la direzione di un gruppo e il lavoro su dinamiche di movimento danzate, nutrite di elementi teatrali, di pennellate di azioni e di gesti consueti. "Intendo qui esplorare maggiormente la costruzione drammaturgica: non penso necessariamente ad una narrazione, ma ad una drammaturgia che passi attraverso le azioni e la presenza dei corpi. Intendo concentrarmi sul limite tra costruzione dell’azione, gioco della finzione e verità della presenza. " A. Senatore Costruendo e decostruendo immagini in movimento, distribuendo indizi il cui senso trasla via via, Ambra Senatore crea una partitura che brilla per immediatezza ed eloquenza, per le sfumature sottili in cui raffinatezza e semplicità si fondono, offrendo uno sguardo giocoso e insieme amaro sul la natura umana. *Vincitore del Premio Equilibrio 2009 della Fondazione musica per Roma e da mesi in tournée in Francia. JOHN coreografia di Ambra Senatore in collaborazione con Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Marc Lacourt con Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Marc Lacourt, Ambra Senatore durata 1 h link video, pagina web spettacolo: info e foto http://www.aldesweb.org/it/john video https://vimeo.com/65038167 pass: johnintegrale John costruisce un tessuto drammaturgico che avanza per accumulazione e stratificazione di segni; usa come traccia drammaturgica l’elemento giocoso che nutre una scrittura coreografica sottile in cui azioni semplici compongono una partitura precisa, ma dagli spazi larghi, dove entrano ed escono elementi bizzarri. Ma chi è John? Durante il periodo di prova che ha preceduto la messa in scena di questa nuova creazione, gli interpreti e la Senatore hanno condiviso quotidianamente un lessico corporeo e verbale dal quale sono emersi gesti, parole, personaggi e termini per designarli. Tra questi termini è comparso per uno dei personaggi il nome John, nome tra i più diffusi in area anglofona, una sorta di Mario per capirsi. Ora il personaggio di John ha cambiato nome, o meglio lo cambia continuamente, pur dando il titolo allo spettacolo. Chissà che il titolo John non sia forse anche un nascosto omaggio a Cage, coerente con uno spettacolo che vive di suoni concreti e di combinazioni aleatorie all’interno di una scrittura precisa. John è un gioco, un meccanismo nel quale il pubblico è chiamato a entrare. Il gioco, che con il suo dispiegarsi propone allo spettatore una riflessione sulla natura umana, sul proprio modo di vivere, e la presenza gioiosa, vitale degli interpreti, sono il crocevia tra la vita reale e la finzione, 243 all’interno di una costruzione puntuale e raffinata, di un discorso concreto e surreale sull’essere umano contraddistinto da un tocco d’umore alla Senatore. PASSO coreografia di Ambra Senatore con Ambra Senatore, Caterina Basso, Claudia Catarzi, Matteo Ceccarelli, Elisa Ferrari, Tommaso Monza durata: Quintetto – durata 1 ora Versione breve/duo – durata 20 min. link video, pagina web spettacolo: info e foto http://aldesweb.org/it/passo “Questo lavoro ha due moventi: la volontà di danzare maggiormente rispetto alle mie creazioni precedenti, di cercare un movimento in dinamica e nello spazio dando fiducia al corpo, e il desiderio di dirigere un gruppo per la prima volta. Passo ruota intorno a due macro questioni: da un lato il rapporto tra realtà e finzione, il limite tra il dentro e il fuori della scrittura scenica, tra partitura e imprevisto; dall’altro la relazione, il rapporto tra individuo e collettività. Giochiamo con la finzione teatrale e con la variazione inaspettata e continua del senso: l’inattesa deviazione della percezione è una componente del gioco teatrale e di fatto, anche la vita pone di fronte al continuo trasformarsi del senso di quello che incontriamo, chiedendoci elasticità, capacità critica e allenamento al dubbio, alla messa in discussione ” A. Senatore I danzatori, allo stesso tempo disarmati e costruiti, sono esposti allo sguardo e creano una complicità con lo spettatore tramite una danza dinamica e tinta di ironia giocosa, squarciata, a tratti, da pennellate di esistenza anche dai toni più scuri. Si ride senza sapere esattamente perché. Si è toccati da quei corpi semplicemente presenti all’azione, che negano la possibilit{ di un’univoca interpretazione degli accadimenti, lavorando sul dubbio e sulla sorpresa. 244 SENZA CONFINI DI PELLE www.senzaconfinidipelle.com 15 LANDSCAPES coreografia di Dario La Stella con Dario La Stella e Valentina Solinas durata 35 minuti link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/46922307 password: spoleto 15 Landscapes è uno spettacolo costituito da una sequenza di 15 scene in rapida successione, 15 partiture performative senza soluzione di continuità in cui un uomo e una donna attraversano i cambiamenti della società contemporanea mostrandone uno spaccato sfaccettato e pungente: le città crescono, i comportamenti si modificano, le tecnologie innovano, le abitudini invecchiano. Ogni paesaggio è caratterizzato da una modalità emotiva differente: dal comico al drammatico, all’ironico al decadente. I linguaggi espressivi utilizzati durante lo spettacolo spaziano tra la danza, il video, le azioni fisiche, la musica, e la parola. È una successione di suggestioni sul vivere contemporaneo, quadri metropolitani in cui il gesto è lo strumento simbolico di interazione ed espressione. Tutto lo spettacolo è un viaggio dell’umanit{ dal macro al micro: dallo spazio astronomico al rapporto interpersonale. Debutto: 09/04/2011 – Wild Project, 195 East 3rd Street, New York City, USA ADD UP – TORINO BODYSCAPES coreografia di Dario La Stella con Dario La Stella, Valentina Solinas, Silvia Alfei musica dal vivo di Andrea Viti stage Designer Ricubic aka Riccardo Muroni durata: 33 minuti link video, pagina web spettacolo: http://vimeo.com/46744657 password: cavallerizza Add Up - Torino Bodyscapes, quinta tappa del progetto ADD UP, è frutto del percorso di ricerca internazionale sviluppato dalla compagnia Senza Confini Di Pelle tra Italia, Germania e Brasile, attraverso l’adesione dei corpi all’arredo urbano. Add Up - Torino Bodyscapes nasce dall’incontro artistico tra le 3 realtà Senza Confini Di Pelle, Ricubic, Dual Lyd (Silvia Alfei e Andea Viti). La performance si dipana attraverso quattro interventi performativi che propongono altrettante visioni della relazione tra uomo e architettura, tra identità sociale e costruzione dello spazio pubblico. La dimensione urbana, nucleo della ricerca, è espressa attraverso i corpi dei performer nel suo impatto fisico, emotivo e intellettuale. La danza in stretta interazione con le immagini video, le partiture coreografiche e sonore “dell'istante” e le proiezioni video mirano a ricreare geometrie, flussi di movimento e forme, proprie del “vivere l’urbano”, di cui cerca una dimensione poetica mettendo in scena l’identit{ e l’intimit{ dello spazio sociale. Premiére: 16 giugno 2012, Festival La Piattaforma, Cavallerizza Reale - Manica corta, Torino, Italia 245 SOWILO COMPAGNIA Danza afro contemporanea www.sowilodanza.it GUARDA coreografia di Simona Brunelli con 5 ballerine e 3 percussionisti durata 50 minuti link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=CaOhjST5Reo La Compagnia Sowilo sperimenta e gioca con gl’elementi naturali: l’acqua, la terra, il fuoco e l’aria. Li porta in scena, li mostra e con essi sporca e crea nello stesso tempo la scenografia. Ognuno di essi è rappresentato da una ballerina, l’unione dei quattro crea il 5° elemento: la magia, la 5° danzatrice. Ispirate dalle parole di M. K. Gandhi “sono le cose semplici che mozzano il fiato”, Guarda rappresenta una favola leggera che ci fa assaporare la magia contenuta in tutto ciò che ci circonda. La magia è l’elemento nella vita che ti fa aprire gli occhi quando meno te l’aspetti, solo l’intuito può svelare tale l’incantesimo. L’animo umano è alla riscoperta di sensazioni ed emozioni forse dimenticate, che possono in realtà giungere in maniera inaspettata e da cose piccole e semplici come lo stupore di fronte alla perfezione della natura, l’energia vitale che ci viene donata dalla purezza di un bosco, di un animale selvatico o di un lago ghiacciato. Gli elementi naturali, appunto. Solo un cuore puro è veramente libero di amare. TO-DO’S TOUJOUR DONNA IN SE coreografia di Simona Brunelli con 6 ballerine + 1 action painting durata 50 minuti link video, pagina web spettacolo: https://www.youtube.com/watch?v=24LCeDG2fs4 Presentato per la prima volta al Ouagadougou International Dance Festival, in Burkina Faso nel Gennaio del 2013, lo spettacolo to-do’s - toujours donna…in sé approfondisce ed amplia il tema dell’animo femminile. Un viaggio alla scoperta della figura della donna attraverso gli occhi stessi di una donna, per carpirne l’essenza e le sfaccettature al di l{ di tempi e luoghi, culture e ruoli sociali. Attraverso la figura della donna si scoprono i cicli e le inclinazioni che attraversano la sua vita: la donna materna, la donna seducente e affascinante, l’amore tra due donne, la complessit{ della donna e la sua speciale unione con le altre donne. TO-DO’S si esprime con un linguaggio coreografico contemporaneo arricchito di spunti d’ispirazione etnici-africani e d’improvvisazione che porta il pubblico in uno spettacolo misto tra danza, espressione, musica e pittura. Una carrellata di brani di elettronica, minimal e rock fusi insieme sono il tappeto musicale di sfondo che accompagnano in luoghi remoti e sentimenti propri della figura ferina. “Non reprimete la sua creatività, perché se non troverà un’apertura verso l’esterno, un’angoscia intensa le ricadrà addosso, mentre se liberata, attingerà ai pozzi profondi delle proprie fantasie. Lei sa che la risposta è dentro di sé, se saprà ascoltare ciò che le dice il corpo, l’intuito e l’energia che sale dal ventre”. 246 STREGATTI COMPAGNIA TEATRALE https://www.facebook.com/pages/Stregatti-CompagniaTeatrale/309115362521239?ref=hl http://www.youtube.com/user/TeatroStregatti M MOTHER MEDEA MAN MADNESS MAIDEN MAIM MALICE MANIA MARK MASQUERADE MASSACRE MURDER MURDEROUS... coreografia di Giusy Barone con Giusy Barone Antonello Cannito durata 1 ora 10 minuti link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=xgP-KPML2qY Medea fu davvero un’infanticida, la donna strega e pazza? No, vittima del mondo patriarcale, rappresentato da Giasone (raziocinio), Medea, che è depositaria di un mondo non violento e matriarcale, viene privata della sua vera identità per essere mistificata nei secoli a venire come il prototipo della donna preda delle sue passioni. Una storia raccontata attraverso le parole\gesto musica; parole doppie, mother \madness - massacre\masquerade, parole che danno corpo, e privano allo stesso tempo, una donna della sua vera identità: M 247 TANGRAM TEATRO www.tangramteatro.it IO AMO HELEN_ultimo movimento liberamente ispirato all’autobiografia di Helen Keller coreografia di Silvia Battaglio con Silvia Battaglio e Patrizia Pozzi durata 70 min link video, pagina web spettacolo: http://www.tangramteatro.it/PRODUZIONI/IO%20AMO%20HELEN%20.htm http://www.youtube.com/watch?v=QGYOy0dT668 Lo spettacolo, basandosi sull’autobiografia di Helen Keller, sordo-cieca dall’et{ di sei anni, va oltre il racconto cinematografico di Arthur Penn del 1962 (Anna dei Miracoli) e penetra in quello che è uno dei temi più attuali del nostro tempo: la difficoltà di comunicazione. La storia di Helen è la nostra storia, del nostro bisogno di entrare in relazione e di riconoscerci parte di una comunità, di una famiglia, di un corpo, nel tentativo di esprimere noi stessi in relazione ad un altro “diverso” da noi. Grazie all’incontro con Anne Sullivan, la sua maestra, Helen entrerà in contatto con il mondo, con la natura, con gli altri esseri umani e infine con l’amore. Una parte importante per la realizzazione dello spettacolo è stata la possibilità di raccogliere una serie di interviste a persone comuni che in qualche modo poi sono entrare nel processo creativo e nel lavoro finale. La ricerca sul piano espressivo e corporeo ricopre in questo lavoro un ruolo fondamentale, come risultante di una gestualità contaminata dalla lingua dei segni italiana, la LIS, che entra in modo sostanziale nella drammaturgia. Dopo aver imparato a comunicare attraverso il linguaggio dei segni, l’alfabeto manuale e il metodo Tadoma, Helen Keller riuscirà a leggere in Braille e infine a parlare, morirà nel 1968 lasciando un segno indelebile nella consapevolezza che è proprio nella comunicazione che l’uomo esiste e può esprimersi, costruendo così il senso della propria esistenza. IOLORENZO&GIULIA coreografia di Silvia Battaglio con Silvia Battaglio, Giulia Ceolin e Lorenzo Bartoli durata 70 min link video, pagina web spettacolo: http://www.silviabattaglio.it/pagine/iolorenzo&giulia.html http://www.youtube.com/watch?v=ONdmoCQdXdw Tre persone si ritrovano nel mezzo del cammin di “loro vita”, nel tempo che più ci appartiene, quello di coloro che vivono nel punto di passaggio tra il ragazzo e l’adulto. Nasce l’esigenza di tornare all’origine, di ritrovarsi nel luogo in cui ci si è persi. Diventare adulti certo significa “crescere”, ma qual è la dimensione giusta? Come diventare adulti senza perdere la semplicità dei bambini? Lo spettacolo si prefigura come un’immersione nell’anima di questi tre giovani personaggi che cercano di ritrovare se stessi rivedendosi come dentro uno specchio, incrociando tra loro i ricordi e le immagini che costruiscono simbolicamente il tessuto del tempo di una vita intera dove sogni, abitudini e illusioni fanno da sfondo alle azioni che man mano si snodano. In Io Lorenzo&Giulia ci si addentra nell’et{ delle delicate paure, della volont{ che spinge in direzioni opposte dove il potere dell’immaginazione non si arrende e tenta di trasformare il sogno in realtà, mentre avanza la necessità delle scelte. In Iolorenzo&Giulia l’attenzione è focalizzata sulla relazione tra noi e il mondo che ci rappresenta, 248 relazione che nasce e si evolve attraverso la scoperta, lo scambio, nel continuo susseguirsi del tempo che trascorre e modifica ognuno di noi. Lo spettacolo attraversa l’infanzia, l’et{ adulta e la vecchiaia, tre piani distinti ma legati tra loro dai corpi cui appartengono, dalla loro memoria, dalla loro capacità di lasciare segni nel tempo e nello spazio. I tre personaggi viaggiano attraverso la vita, aprendo immaginari sul mondo degli anziani, nelle loro delicatezze, dove i corpi mutano e le sensazioni spaziano tra un immortale desiderio di esistenza e il senso del reale, per poi farci tornare di nuovo e per sempre bambini. 249 TEATRO DELLA CADUTA www.teatrodellacaduta.org VARIETÀ DELLA CADUTA spettacolo di arte varia, numeri circensi, caffè-concerto, musica dal vivo e altre attrazioni coreografia di Francesco Giorda, progetto Massimo Betti Merlin con Marco Bianchini, Benjamin Delmas, Francesco Giorda, Lorena Senestro e un ospite diverso ogni volta (danza, circo, poesia, canzone). Accompagnamento musicale dal vivo Valerio Chiovarelli (pianoforte e fisarmonica), Gipo Di Napoli (percussioni), Andrea Verza (tromba) durata: da 75 minuti a 100 minuti (con più numeri ospiti) link video, pagina web spettacolo: VIDEO PROMO (4 minuti) >> PAGINA WEB >> Lo spettacolo che ha rilanciato la moda del varietà a Torino e ha reso noto al pubblico il Teatro della Caduta, la piccola sala di 50mq nel quartiere Vanchiglia di Torino che rievoca i cabaret d’inizio secolo. E’ il resoconto di un’esperienza artistica che coinvolge centinaia di artisti e migliaia di spettatori ormai da 8 anni ogni settimana con il tutto esaurito. Fa sfoggio dei più vari registri alternando numeri di genere diverso, facendo leva su performer che presentano qualità artistiche insolite per guadagnarsi il pubblico, come al circo: si gioca sul tema della “caduta”, nelle sue possibili interpretazioni filosofiche e di attualità. Coniuga le risorse dell'arte di strada con il teatro di prosa e la musica dal vivo. Ha messo d’accordo il pubblico più popolare (15.000 spettatori) con gli addetti ai lavori: “L’autentica diversit{ sorprende. E forse i giovani di questa compagnia indicano davvero la via al nuovo teatro.[…] La Caduta recita l’inesorabile trascorrere dei momenti” (M.Sesia - La Repubblica) - “Così a Torino è tornata la vera avanguardia.[…]Ci sono giocolieri, maghi, illusionisti, acrobati, comici, cantautori, attori. L’atmosfera è fra il bohémien e il baraccone. Può sembrare Parigi o Berlino, un po’ Rive Gauche e un po’ Kreutzberg. Invece è Torino, Borgo Vanchiglia. Fino a quattro anni fa era un magazzino delle damigiane, adesso è una grotta delle meraviglie: il più nuovo, originale, incantevole, necessario teatro di Torino.”(GL.Favetto - Venerdì di Repubblica) 250 TECNOLOGIA FILOSOFICA www.tecnologiafilosofica.it CANZONI DEL SECONDO PIANO coreografia di Francesca Cinalli con Stefano Botti, Francesca Brizzolara, Francesca Cinalli, Renato Cravero, Paolo De Santis, Aldo Torta, Elena Valente durata 50’ link video, pagina web spettacolo: spettacoli/canzoni-del-secondo-piano.html http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia- Canzoni Del Secondo Piano è il piano sequenza coreografico di un ideale condominio grottesco e surreale abitato da anime in continuo movimento, pesci urbani di un onirico acquario, alle prese con smarrimenti, fragilità, incoerenze e minuscole meschinità quotidiane, da svelare in punta di piedi: una carrellata di quadri che mimetizzano i piccoli grandi disagi della vita, come a voler fotografare le miserie di un’umanit{ sempre in bilico tra il tragico ed il comico. Il lavoro ispirato dall’immaginario evocato dal film Songs from the second floor del regista svedese Roy Andersson, esplora i temi legati alla coabitazione, per poterne mettere in luce anomalie e disadattamenti con le armi indispensabili dell’ironia e della levit{. La compagnia in questo lavoro disegna uno spaccato di vita quotidiana attraverso una simultaneità di piani: al piano coreografico e fisico, si sovrappongono piani narrativi, musicali, espressivi che agiscono in simultanea creando invisibili connessioni. La colonna sonora originale, suonata e cantata dal vivo, muove dalla canzone italiana e dalle citazioni prese in prestito da Mina, Modugno, Giuni Russo, Vanoni, rielaborate e rivisitate in chiave personale. L’elemento scenografico semplice ed essenziale fa leva sulla forza evocativa della porta, simbolo di una quotidianità precaria, traslocante, costantemente in movimento. Lo Spettacolo è stato selezionato al Festival di Avignone 2010 per Les Hivernales in rappresentanza della Regione Piemonte YY + IN SUPERFICIE coreografie di Aldo Torta, Stefano Botti, Francesca Cinalli con Aldo Torta, Stefano Botti, Francesca Cinalli durata: 1h link video, pagina web spettacolo: http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologiaspettacoli/in-superficie.html + http://www.tecnologiafilosofica.it/it/produzioni/tecnologia-spettacoli/yyduo.html Con questa proposta la compagnia presenta le coreografie curate dai due gruppi di progetto che in questi anni si sono maggiormente contraddistinti all’interno della compagine per la vocazione alla danza. Si tratta di 2 lavori che si avvicendano sul palco nel corso della stessa serata: YY di Aldo Torta e Stefano Botti e In Superficie di Francesca Cinalli e Paolo De Santis . YY è un duo in cui un bagnante ed un bagnino si trovano ad interagire in una relazione di intesa, di gioco, di frizione, di attese e complicità. "Tra esercizi ripetuti quasi a memoria, può succedere che a sorpresa ci si ritrovi a galleggiare nell'abitudine. Bisogna tirare e sollevare diverse volte, ripetere la spinta e poi farsi portare. Una spinta più forte, il tempo di rallentare e ci si ritrova da capo." Il duo proposto a Interplay 2008, è stato selezionato per la Vetrina Giovane Danza d'Autore. In superficie è invece un lavoro dedicato al significato profondo che sta dietro all'atto del pulire. Un lavoro "al femminile", esplorato tra il pubblico ed il privato. Il contrasto tra il pulito e lo sporco, il bianco 251 e il nero, l’illuminazione e l’oscurit{ si gioca su un ideale campo di battaglia: il bagno, vero e proprio tempio domestico dei giorni nostri. Ispirati dalle immagini che il tema dell'igiene personale ha prodotto nel tempo, scorrono come in un film muto sequenze del quotidiano tragicomico. Presentato a Piattaforma2012, il lavoro è stato inserito in Palcoscenico Danza del Balletto dell’Esperia. 252 TEDACÀ ASSOCIAZIONE COMPAGNIA LE BALLERONZE www.tedaca.it STREET STRIIT coreografia di Le Balleronze con la supervisione di Simona Maggi con Federica Beccaria, Giulia Guida, Valeria Pugliese, Valentina Renna e Viviana Stizzolo durata 70 minuti link video, pagina web spettacolo: http://tedaca.wordpress.com/spettacoli/street-striit/ Il valore dell'educazione rappresentato con ironia attraverso teatro-danza e fumetto. Street Striit racconta la storia di alcune ragazze, un po’ frivole, che si ritrovano a dover affrontare la gravidanza imprevista di un’amica. Dopo la nascita della bimba, la neo mamma è incapace di affrontare la situazione in maniera adulta, pensa solo a divertirsi con le amiche e impone regole senza riflettere sulle esigenze della figlia. Il risultato di questo comportamento è una bambina-burattina che possiede fili tanto intricati da sembrare ormai incapace di muoversi. Ma il finale è negativo solo in apparenza: al termine della rappresentazione viene distribuito in sala un fumetto, dove la storia prosegue dal punto di visto della bambina-burattina, narrando l’avvento di una fatina-educatrice. La conclusione negativa dello spettacolo sottolinea il bisogno di un’appropriazione delle responsabilità da parte degli adulti, mentre il fumetto testimonia la possibilità di recuperare questa situazione solo se si decide di andare incontro al disagio maturato dalla bimba. L’opera si basa su una storia scritta dagli animatori di Valpiana, traendo spunto dalle storie di alcuni ragazzi ospitati in centri educativi e in comunità alloggio. Nuova produzione di Tedacà, con il contributo della Città di Torino, esordita il 17-18 aprile 2013 presso la Cavallerizza Reale, con repliche anche mattutine per gli studenti delle scuole medie e superiori. 253 THE VERS SECRET DANCE SOCIETY / RAFFAELE IRACE www.verysecretdance.com ULTRA coreografia di Raffaele Irace con Raffaele Irace e Vittoria Carpegna durata 70 minuti (ULTRA più una breve coreografia dal repertorio della compagnia) link video (estratto), pagina web spettacolo: http://www.verysecretdance.com/it/produzioni/ultra.html Presentato al Theatre Aux-Echappé-Belle per Festival InterMed di Lione, Teatro Erba di Torino per il Festival “La Piattaforma - teatrocoreograficotorinese&co.”, Teatro Garybaldi di Settimo Torinese per il Festival Residenze Creative, Premio per la coreografia “Danz’é” di Rovereto Festival Oriente Occidente, Centro Culturale Candiani di Venezia, Teatro Gobetti Torino, Centro Culturale Santa Chiara di Trento, XXXII edizione del Festival Vignale Danza. La luce. L'oscurità. In "Ultra" Raffaele Irace utilizza la danza dei corpi, vestiti di luci e d'ombre, per esprimere una dualità e le sue infinite sfumature. La luce e l'oscurità si spogliano della loro valenza morale per ispirare e aiutare a conoscere ciò che con sguardo disattento non si riesce a percepire. Un viaggio personale che avvolge lo spettatore rendendolo parte di un mondo fatto per condividerne la scoperta. Il colore nero e bianco si alternano, come in una visione, ora in maniera dialettica, ora isolata. La coreografia é ricca di dinamica e gestualità, vuole parlarci di mondi astratti e incontri possibili. Nello spettacolo Ultra, ideato e coreografato da Raffaele Irace, i danzatori indossano le opere/costumi della designer veneziana Sonia Biacchi direttrice del CTR Centro Teatrale di Ricerca di Venezia, che con la sua lunga esperienza di costumista d'eccezione, contribuisce con estrema eleganza all'impianto visuale della mise en scene. SECRET DANCES (serata trittico) Nerodinamico / Beautiful screesaver / Shaker loops coreografie di Raffaele Irace con Emanuela Boldetti, Vittoria Carpegna, Vanessa Michielon, Gianluca Multari, Francesca Porta durata 70 minuti link video (estratto), pagina web spettacolo: http://www.verysecretdance.com/it/produzioni/beautifulscreensaver.html La compagnia torinese di danza contemporanea The very secret dance society presenta la serata Secret Dances, composta da tre opere coreografiche del proprio repertorio, che pongono l’accento sulla fisicità della danza e della sua espressività attraverso il gesto e il movimento. Storie diverse, oniriche, futuristiche o concrete, ma ove sempre l’uomo e le sue relazioni con l’altro sono al centro della ricerca drammaturgica e coreografica. LUNAR coreografia di Raffaele Irace con Vittoria Carpegna, Vanessa Michielon, Francesca Porta durata 90 minuti (LUNAR più una breve coreografia dal repertorio della compagnia) Lunar racconta una storia che appartiene al futuro. Evoluzione e metamorfosi, una danza ispirata alle geometrie frattali, paesaggi galattici, strutture involucro e corpi pulsanti in movimento. Tre donne, 254 eternaute, naviganti del cosmo, esploratrici, portano in sé la vita umana al di là dei confini terrestri. Raccolte in involucri architettonici ne esplorano l'interno e l'esterno, attraversando lo spazio profondo in un viaggio di conoscenza. In un ambiente estremo si incontreranno, conoscendosi l'un l'altra, se stesse e l'umano, alla continua ricerca. 255 ROBERTA TIRASSA Compagnia Danza afro contemporanea www.robertatirassa.com www.robertatirassa.wix.com/ivreaartresidency Ô coreografia di Nestor Solvis Kouamè (Costa D’avorio-Francia) con Nestor Solvis Kouamè (costa d’avorio-francia) e Roberta Tirassa (I) durata 40-50 min link video, pagina web spettacolo: www.youtube.com/robertatirassa “Ô” è un viaggio ascensionale immaginario e metaforico attraverso le creature mitiche e fantastiche dell’oceano, dove l’acqua diventa simbolo di vita-morte e rinascita. IEMANJÁ: RAINHA DO (A)MAR coreografia di Roberta Tirassa con Roberta Tirassa. Costumi Paola Risoli, Barbara Sordi. Musica Massimo Barbiero durata 30 min link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=7I323hmDjRI Iemanjá, divinità africana e brasiliana dell’acqua di mare. Incorporazione della Divinit{ in una donna. Una celebrazione della femminilit{, dell’amore e della gioia di vivere. INFINITO VUOTO/PIENO coreografia di Roberta Tirassa con Roberta Tirassa, installazione di Marco Sbizzera, musica di Massimo Barbiero durata 30min link video, pagina web spettacolo: http://www.youtube.com/watch?v=RCIjwEgkDbA “Respiro. Uno spazio-tempo, infinito. Il centro di ogni sorriso e di ogni impulso creatore. dove tutto è connesso a tutto. Anima. Amore. Libertà” “La materia in quanto tale non esiste! Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l’atomo… Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente conscia ed intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”. Max Planck – Fisico e Premio Nobel Nel 1918 256 LIRICA/ OPERETTA 257 ALFAFOLIES www.operette.it IL PAESE DEI CAMPANELLI di Lombardo/Ranzato regia di Augusto Grilli link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_il_paese_dei_campanelli.php Ecco uno spettacolo pienamente rappresentativo dell’operetta italiana di inizio novecento: il tocco del “senza tempo”, ripreso poi nella commedia musicale da Garinei e Giovannini, l’intreccio gustoso e le amenit{ del comico La Gaffe, la musica che pone l’accento sui ritmi di danza moderna più in voga, l’attenzione allo sfarzo della messinscena hanno reso questa operetta una delle più popolari e più eseguite nel nostro paese. AL CAVALLINO BIANCO di Benatsky/Stoltz regia di Augusto Grilli link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_al_cavallino_bianco.php Accanto a La Vedova Allegra, quale altra operetta può competere, oggi in Europa, per popolarità con Al Cavallino Bianco? Una curiosità: la sua musica, pur firmata generalmente da Ralph Benatzky, in realtà è dovuta a ben cinque compositori. Ed è questa particolarità che la rende così fresca, varia e gioiosa. Uno spettacolo che sembra un fuoco d'artificio, quadri di elegante spettacolarità e colpi di scena che portano all'immancabile "happy end" che vede coinvolti tutti: i simpatici personaggi del palcoscenico ed i felici spettatori in platea. CIN CI LA di Lombardo/Ranzato regia di Augusto Grilli link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_cin_ci_la.php "Cin ci là" è un caso atipico di operetta: pochi spazi lirici ed un impianto che guarda sicuramente più alla rivista. Ma nel 1925 era quello il tipo di spettacolo che gli amanti del genere chiedevano, e Lombardo e Ranzato si adeguarono. Le cronache dell’epoca riportano notizie di duetti bissati e trissati. Anche la musica fu lodata come aggraziata nelle sue larghe volute sentimentali, nel ritmo delle canzoni e nelle sue svelte allegrie. Oggi Cin ci là resta, nel territorio italiano, una delle operette più amate dal pubblico e più rappresentate dalle compagnie di giro. 258 LA SCUGNIZZA di Lombardo/Costa regia di Augusto Grilli link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_la_scugnizza.php Riproponiamo la popolarissima operetta così come è stata scritta da Mario Costa (una delle grandi firme della canzone napoletana), così come venne rappresentata per la prima volta al Teatro Alfieri di Torino nel 1922. Il libretto è ricco di spunti che ricordano l’opera verista e la dominante vena melodica partenopea è attraversata dai ritmi dei nuovi ballabili come lo “Shimmy”, caratteristica dello stile “Lombardo” propenso alla contaminazione tra generi musicali diversi. LA VEDOVA ALLEGRA di Franz Lehar regia di Augusto Grilli link video, pagina web spettacolo: http://www.operette.it/operetta_la_vedova_allegra.php C’è un mondo, in cui tutti sono baroni o almeno visconti; in cui scorre lo champagne e i locali notturni sono pieni di donnine allegre, i mariti vedono solo le corna altrui, non le proprie. Un mondo in cui ci si veste in frack e si balla il valzer, la politica si fa alle feste da ballo, i bilanci statali si salvano sposando le belle ereditiere. Questa operetta, la più rappresentata fra tutte, è il simbolo del genere stesso, la punta di diamante della “silver age”, imbattuto cavallo di battaglia tra i due secoli. La “belle époque” ha rivissuto in questo ultimo palpito inebriante la sua languente agonia e ha ritrovato nella gioia di vivere delle sue note e delle sue parole l’illusione di una rinascita perenne, anche se di pura finzione. 259 SOCIETÀ CULTURALE ARTISTI LIRICI TORINESE “FRANCESCO TAMAGNO” Impresa Lirica www.lirica-tamagno.com GRAN GALA’ D’OPERETTA di Vincenzo Santagata con 4 Cantanti solisti – 2 Attori – 6 ballerini – 12 Artisti del Coro – Quartetto d’Archi – Pianista – Direttore regia di Vincenzo Santagata link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com Il titolo può trarre in inganno, pensando ad un semplice e usuale Concerto di Operetta, viceversa è un vero e proprio spettacolo di circa due ore dove si alternano trame e scenette divertenti, in costume, che introducono le circa 20 arie arricchite dalla presenza di danzatori ed artisti del coro. Lo spettacolo si avvale di scenografie del pittore Bosio del 1900 (quindi autentici e costosi pezzi di antiquariato). LA TRAVIATA di Giuseppe Verdi con 35 artisti del coro - 30 professori d’orchestra – solisti – balletto - comparse- aiuto regista - direttore di palcoscenico - maestri sostituti – macchinisti – direttore d’orchestra - regista regia di Vincenzo Santagata link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com Il Titolo non ha bisogno di presentazione poiché La Traviata è l’opera lirica più rappresentata in assoluto nel mondo, l’allestimento che noi proponiamo pur essendo tradizionale si avvale di un nuovo allestimento con scenografie armate di Ugo Bassi, i costumi sono tradizionali ambientati nel 1800. Gli artisti sono giovani promesse della lirica, la protagonista si alterna con un giovanissimo soprano francese Erminie Blondel e una giovane artista ligure Anna Delfino. CONCERTO: “G.VERDI: 1813 – 2013. 200 anni dopo” musiche di Giuseppe Verdi con 5 solisti – 40/50 artisti del coro – pianoforte - direttore regia di Angelica Frassetto link video, pagina web spettacolo: www.lirica-tamagno.com Concerto commemorativo in occasione dei bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi il nostro grande maestro. Il concerto è composto da brani corali e solistici, tratti dalle più famose opere del repertorio di Giuseppe Verdi quali: Nabucco, La forza del destino, Aida, La Traviata, Simon Boccanegra, Rigoletto, Trovatore ecc.. Con l’accompagnamento del pianoforte. 260 L’esclusione dal suddetto catalogo non implica la non valutazione delle produzioni non presenti nell’ambito della programmazione. Qualora si riscontrino delle imprecisioni, a causa dell’elevato materiale pervenuto ove non è da escludere l’errore umano, si richiede di segnalarlo a Claudia Grasso [email protected] Illustrazioni di Francesca Ballarini Chiuso il 22 maggio 2013 261