UNIVERSAL EDUCATION
DOCUMENTAZIONE
ATTIVITA’
CAMPO ESTIVO 1998
Rizzolaga di Pinè - Estate 1998
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Indice
Le origini e gli scopi di Universal Education
Le linee guida di Universal Education
La rete della vita (A. Sica)
Un percorso attivo attraverso i campi estivi
Estate 1998 TUTTINPISTA
Le attività del mattino
Gruppo 4 - 5 anni
Conosciamoci
A Ram Sam Sam
Costruiamo gli strumenti
Chi è?
Le veline
Gruppo 7 - 10 anni
Il paracadute
Costruiamo gli strumenti
Laboratorio “Esploriamo il bosco
Il gioco dell’ecologia
I personaggi del circo si presentano
Costruiamo gli animali volanti
Gruppo adolescenti
Conosciamoci
Gli acrobati del bosco
Costruiamo gli strumenti
Parla, parla, parla
Il bar dei ragazzi
Apparecchiamo per la colazione
Gruppo adulti
Laboratorio bioenergetica
Attività Hata Yoga
La meditazione del mattino
Programma settimanale del campo
Al circo tuttinpista
Attività del pomeriggio
Arrivano i banditori
Prime prove del circo
La mensa del circo
Atre prove del circo: il circo si anima
La parata
Ultimi preparativi
Lo spettacolo finale
Considerazioni sull’attività degli acrobati
La canzone del Circo Tuttinpista
Altri momenti del campo
La gita
I salvanei
Saluti finali
Varie
La parabola degli acrobati
Materiale didattico
Lo staff e i collaboratori di UE
Grazie all’impegno di tanti
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UNIVERSAL EDUCATION
Le nostre origini e i nostri scopi
L’idea di un’associazione internazionale con lo scopo di sviluppare un progetto educativo
basato su principi universali è nata nel 1975 dall’incontro di Lama Thubten Yeshe, monaco
buddista tibetano, con alcuni insegnanti e psicologi occidentali.
In Italia, nel 1982 si tenne la prima conferenza internazionale, che diventa il punto di partenza
per la successiva formazione di un gruppo italiano di Universal Education, la cui costituzione
avviene nel 1984.
"Ogni azione, cultura, religione, filosofia,, possiede già un
patrimonio di saggezza e possiamo fare uso di questa
saggezza per creare un’educazione universale.
Comprendere sè stessi, la propria psicologia, la propria
condizione fisica, questo è ciò che chiamo educazione
universale. Nel buddismo abbiamo una struttura educativa
meravigliosa, una educazione universale, dalla nascita alla
morte. Questi argomenti possono essere comunicati con un
linguaggio comune, universale. Rinunciate all'aspetto religioso,
rinunciate a una presentazione strettamente buddista. Andate
al di là del buddismo. Questo è il mio obbiettivo.
(.....) Potremmo insegnare l'intero Sentiero Graduale (Lam Rin)
e pure il Tantra senza usare un solo termine buddista, io penso
di saperlo fare e anche voi potete farlo."
Lama Yeshe
Attuare Universal Education significa attingere al patrimonio di saggezza presente in ogni
cultura per sviluppare, sulla base dell’amore, tutte le potenzialità che esistono in ogni individuo,
tramite un approccio globale alla realtà che metta in luce le relazioni di interdipendenza che
uniscono tutti i fenomeni.
Pensare, e perciò educare in termini di unità, comporta lo sviluppo della solidarietà e della
responsabilità universale.
Universal Education si rivolge a bambini ed adulti, siano essi genitori, insegnanti, operatori
culturali (o semplicemente persone interessate allo sviluppo interiore): non esiste infatti alcun
motivo validamente sostenibile perché la relazione educativa non debba essere strumento di
crescita anche per l’adulto.
Quanto si vuole proporre è una pratica educativa basata su valori ed esperienze d’amore, di
pace, di apertura e di crescita.
Linee guida di Universal Education
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SIAMO TUTTI IN CAMMINO
Ogni individuo è permanentemente in cammino per tutta la sua vita.
Nel corso di questo cammino ognuno può compiere una ricerca di sè stesso.
Questa ricerca ha bisogno di un sistema di pensiero e di valori ma questi non devono
trasformarsi in un attaccamento a una ideologia.
La cultura, l’ideologia devono essere usate in modo critico; possono essere uno strumento di
aiuto nella vita ma mai un punto di arrivo; è necessario vivere una specie di certezza
nell’incertezza per mantenere la propria libertà di evolvere; occorre essere pronti a rimettere in
discussione e a trasformare il sistema di riferimento che si sente non più adeguato al proprio
cammino evolutivo.
Siamo tutti in cammino, genitori, figli, insegnanti, allievi, terapeuti, pazienti.
RISPETTO DELL’ALTRO
Occorre riconoscere l’esistenza di culture diverse. Il pregiudizio è di ostacolo al rispetto
dell’altro.
Ognuno percorre un cammino che può avere tappe e percorsi diversi e ciò coinvolge anche
coloro che effettuano una ricerca di sé stessi.
Mettere a confronto esperienze diverse, vuol dire creare un rapporto, una relazione, rispettare il
cammino dell’altro.
Ci si deve mantenere in consonanza emotiva con l’altro: vivere il suo stato d’animo senza però
esserne travolto.
Nel proprio cammino si può sentire l’esigenza di chiedere un aiuto; l’aiuto può essere dato
guidando l’altro a comprendere il suo punto di partenza in modo che possa trovare nella sua
storia e non in quella dell’altro un motivo per proseguire.
L’educatore ha un proprio ruolo specifico e non può sfuggire alle proprie responsabilità.
In campo educativo gli educati hanno una loro dignità di persona, un loro cammino che è
diverso da quello dell’educatore. Nell’educazione vanno privilegiati l’ascolto, il rispetto della
personalità e la compartecipazione all’altro; lo scopo dell’educazione è aiutare l’altro a trovare il
suo cammino o comunque a compierlo.
LA SOFFERENZA
La sofferenza esiste ed è presente nella condizione umana in forme diverse.
Occorre accettarla e non rimuoverla come la cultura odierna tende a fare creando situazioni di
benessere illusorio.
Vi sono sofferenze legate alle leggi naturali e altre legate alla condizione umana. A queste
ultime le tradizioni spirituali cercano di dare una risposta.
Esistono invece sofferenze individuali e collettive “inutili” su cui possiamo cercare di agire.
Delle sofferenze individuali legate alla relazione con sé stessi e con gli altri si occupano in
particolare le psicologie.
Le sofferenze collettive provocate dalla organizzazione socio - economica possono essere
affrontate attraverso una assunzione di responsabilità individuale e sociale.
STILI DI VITA
Attraverso la consapevolezza si può ottenere una trasformazione interiore e arrivare a dei
comportamenti coerenti con il proprio sistema di pensiero e di valori.
Questo tende a tradursi in una attenzione a consumare in una progressiva semplificazione dei
bisogni e a svolgere una attività il più possibile rispettosa dell’uomo e dell’ambiente.
Siamo possessori transitori di ciò di cui disponiamo per l’evoluzione nostra e di tutto il genere
umano.
IL CONFLITTO
Il conflitto nasce da qualcosa che ci procura una sofferenza interna e che attribuiamo a cause
esterne. Chi scatena un conflitto è portatore di una sofferenza che fa risuonare qualcosa in noi.
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La vera base del conflitto esterno è quindi il conflitto interno, nasce da una nostra sofferenza e
può essere affrontato guardando quale sofferenza ha suscitato in noi.
Alcuni conflitti nascono dal bambino interiore che chiede attenzione e il bambino interiore vuole
tante cose contraddittorie: la fusione, la propria individualità, le mille cose e desidera che gli altri
lo seguano.
Occorre accettare la propria parte bambina, accettandone le richieste e dandole spazio.
Il conflitto può nascere anche quando viene negato il bisogno di armonia.
Nell’osservazione dell’altro occorre separare la persona dal comportamento. Ognuno sviluppa
un percorso di crescita e ciò che può essere un problema per qualcuno può non esserlo per
me.
Vivere lo stato d’animo dell’altro senza esserne travolto.
Il conflitto è l’espressione di un bisogno.
Il cardine del nostro vivere insieme deve tendere ad esplicitare la motivazione delle nostre
azioni: anche il conflitto va esplicitato per evitare che possa diventare distruttivo. Il conflitto può
distruggere la nostra parte adulta.
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LA RETE DELLA VITA (di Arturo Sica)
Va da sé che un progetto è un organismo vivo che in parte si autorganizza, evolve e si sviluppa.
Le brevi note qui esposte sono un segnale sullo stato dell’arte attuale.
Lavoro in gruppo
L’incontro è un racconto della propria storia e delle aspettative che portano al campo estivo.
Il gioco, il contatto corporeo, il respiro e i suoni comunicano al di là del verbale le nostre
emozioni e le nostre paure.
Questa comunità che si raduna una volta l’anno, ha radici ormai lontane, che si rinnovano
periodicamente.
Lo spirito dell’incontro è quello del non giudizio, del rispetto, della tolleranza, difficile da
praticare verso gli altri e verso sé stessi.
L’aiuto di uno spazio protetto, può portarci ad ascoltare più profondamente le nostre tensioni.
Al di là di quelle ci sono spazi di serenità e di abbondanza.
La paura è sempre l’ostacolo con cui confrontarsi, accettando la sfida, la vittoria e la sconfitta.
Le radici
Nelle prime ore del pomeriggio di una giornata nuvolosa nell’Ottobre 1982, un gruppetto di
persone aspettava l’arrivo di alcune macchine. Quando esse si fermarono, da una discese un
signore con i capelli rasati a zero e gli occhiali, che fu accolto molto semplicemente da pochi
connazionali e da alcuni occidentali un po’ intimiditi. Quel signore era il Dalai Lama e il suo
arrivo precedeva di alcune ore l’inizio della conferenza “Crescita ed educazione Universale” che
si tenne a Pomaia.
In quell’occasione venne gettato il seme per un progetto di ampio respiro, che cercasse una
dimensione educativa universale, che osasse andare al di là di ciò che divide e separa, per
sottolineare invece le connessioni fra le varie teorie e discipline. Non per creare una confusa
nuova miscela, ma per sperimentare un dialogo profondo ed autentico, con il cuore aperto e la
mente lucida.
Una visione dell’educazione come crescita totale.
Il contributo della psicologia al progetto U.E.
Consideriamo l’organismo come un insieme energetico con un livello
• CORPOREO
• EMOTIVO
• MENTALE
• ENERGETICO
• SPIRITUALE
e cerchiamo di lavorare sull’integrazione dei vari aspetti della persona.
E’ importante favorire un clima di fiducia e di ascolto. Da un lato esiste infatti in noi il desiderio
di andare oltre i nostri limiti, dall’altro, altrettanto forte, la paura di farlo.
Secondo la visione della psicologia umanistica, in particolare Rogers e Grossmann, non c’è
nessun motivo di forzare i limiti naturali dell’organismo. Al contrario cerchiamo le condizioni
perché ognuno possa riconoscere i suoi. Troppe volte qualcuno ci ha detto che cosa era giusto
per noi, i genitori, gli insegnanti, spesso i nostri partner.
Troppe volte amore e cura sono stati espressi attraverso la preoccupazione.
Ritrovare il nostro ritmo profondo
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Spesso la fiducia che esista un ritmo naturale, che ci porta verso il benessere è venuta meno,
causando confusione o diminuzione della nostra forza e del nostro potere personale.
Il percorso di riappropiazione di sé stessi passa nel modello energetico, ispirato a Lowen,
Grossman, attraverso l’esperienza corporea delle tensioni e dei blocchi che imprigionano la
nostra carica vitale in vecchie esperienze.
A quel tempo non avevamo altra possibilità e quindi furono scelte appropriate, che ci salvarono
da difficoltà peggiori. Furono il massimo del benessere possibile.
Ora attraverso le posizioni della bioenergetica, del massaggio, il libero movimento del corpo che
segue la musica, proviamo a considerare che cosa è ancora utile oggi.
Magari venti, trenta anni dopo una certa scelta. Oggi come adulti abbiamo più potere e più forza
e possiamo cambiare.
Il gruppo ci aiuta nel nostro processo e costituisce un luogo di contenimento e di condivisione.
Siamo unici e collegati gli uni agli altri
La consapevolezza della similitudine di tante esperienze ci toglie dall’isolamento di una
esperienza di nevrosi personale, unica e isolata.
Quanto spingersi avanti in questa ricerca, è una scelta individuale di autoregolazione.
L’apertura e la condivisione facilitano la conoscenza profonda e il legame, il gruppo manifesta
aiuto e sostegno, le difese si allentano favorendo un più profondo senso di appartenenza.
La dimensione spirituale si manifesta nell’esperienza di un legame universale e nella semplicità
delle cose quotidiane assunte nella loro dignità profonda.
Crescita personale e vita nel campo
L’intreccio con la vita del campo è profondo, la condivisione si manifesta nei momenti semplici
del cibo, delle pause, del risveglio, come dei racconti e dei silenzi delle passeggiate.
I bambini, i nostri figli, e, simbolicamente, i nostri bambini interiori sono lì a richiamarci alla vita
quotidiana con le loro gioie e le loro richieste.
Possiamo offrirgli una vita serena ed aiutarli ad essere consapevoli e cittadini del mondo, senza
mettere in discussione noi stessi? Senza ricucire gli strappi nella rete della nostra vita
quotidiana?
Mentre loro giocano con i colori, i materiali, il loro stesso corpo, noi facciamo altrettanto, per una
volta in una vicinanza di spazio, tempo e luogo, che rappresenta un’opportunità unica, che
avvicina il nostro mettersi di nuovo in gioco, alla loro faticosa e gioiosa conquista di nuove
certezze.
L’evoluzione dell’intervento
Per circa sette anni, dall’89 al 95, è stato sperimentato un percorso di crescita personale,
sempre più profondo con il passare degli anni, e il formarsi di un gruppo sostanzialmente
stabile. Si è trattato di un’esperienza molto ricca, credo, per tutti: partecipanti e conduttore. Il
contesto generale favoriva una ricerca profonda, che ben si intersecava con l’impianto generale
del campo., la sua struttura fisica, stabile anch’essa.
Abbracciati da questa casa, gli spettacoli del mattino e della sera, improvvisazioni di alta
qualità, la musica, le meditazioni, il tema dell’anno, tutto andava in un’unica forte direzione.
Ad un certo punto siamo arrivati ad uno spartiacque che richiedeva un passaggio.
Il lavoro di crescita personale, come è naturale per sua stessa natura, toccava punti profondi
che non potevano essere elaborati solo durante la settimana del campo.
Esisteva un certo grado di ambiguità, che poteva diventare confusione, sul peso che in un
progetto educativo il lavoro su di sé può avere.
C’era un forte rischio di sbilanciamento del progetto.
Le mie risorse personali per gestire al meglio questo processo non erano più riconducibili a una
settimana di esperienza di vita con i miei figli, condividendo una parte del mio lavoro.
L’appuntamento a Pinè si stava trasformando nella settimana di lavoro più impegnativa
dell’anno.
Da qui la decisione condivisa ed accettata dallo staff di U.E. di cambiare le modalità del mio
intervento.
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Dalla vodka all’acqua minerale
“Com’è buona l’acqua
nel deserto”
(poesia zen)
L’attuale lavoro ha innanzitutto la funzione di comunicare e rendere credibili alcune modalità
base per affrontare e rendere praticabili alcune modalità base per iniziare l’esperienza del
campo di U.E.
1 NON GIUDIZIO, RISPETTO, TOLLERANZA
2 SEI A CASA, NON DEVI ESSERE SPECIALE , RILASSATI
3 QUESTO E’ UN LUOGO PROTETTO
4 POSSIAMO PROVARE A VIVERE CON SEMPLICITA’, VERITA’ E AMORE?
U.E. è un progetto aperto, non settario, non elitario. I suoi promotori non si ritengono possessori
di verità, ma ricercatori. Cerchiamo di testimoniare con la nostra vita questa ricerca, offrendo il
meglio, senza nascondere il peggio.
Questo favorisce un clima di comunicazione “naturale “, l’esperienza di aiuto senza pressioni,
senza “vendita” di sistemi ideologici di vario tipo.
Aprirsi al dialogo, come e quanto farlo sono lasciati alla scelta dell’individuo, offrendo quindi un
luogo protetto, il più possibile privo di pressioni.
La fiducia è che in questa situazione ciascuno possa innanzitutto lasciarsi andare, lasciare
andare un po’ delle proprie difese.
E poi ricaricarsi, con semplicità, senza fratture, con il livello più basso possibile di conflittualità.
Livello generale di intervento
Esiste quindi in questo intervento un primo livello trasversale ad ogni argomento del campo, nel
quale si pone l’accento sul “come” piuttosto che sul “cosa”, sull’essere piuttosto che sul “fare”.
In quest’ultima fase abbiamo enfatizzato il lavoro sull’energia sottile, cercando di accentuare il
ruolo di catalizzatore del conduttore e di rete dell’esperienza.
La struttura dell’incontro è estremamente contenuta nel tempo, circa un’ora e mezza ogni
mattina, seguita, quest’anno, da sedute di Yoga, circa della stessa durata.
Si è quindi accentuato il carattere leggero del lavoro energetico, puntando, nel contesto dei
valori prima espressi, sul piacere di incontrarsi seguendo stimoli per il corpo e per l’anima.
Al conduttore il compito, il più vicino possibile al silenzio, di rimuovere piccoli ostacoli, con gesti,
suoni, musiche, lasciandosi guidare dal gruppo, offrendogli la certezza di essere pronto in caso
di difficoltà.
La rete di sostegno
La rete del campo è data da tutte le mille operazioni che vi avvengono, dalla prima meditazione
del mattino, alle ultime chiacchiere nel bagno alla sera.
Non è necessario che gli stimoli accesi in un certo spazio e luogo, trovino risposte e risoluzioni
lì, possono evolvere in un altro punto della rete, in un altro spazio - tempo.
Scariche di energia, amore, sogni, scorrono lungo i canali della rete.
E’ importante sottolineare che il tessuto connettivo è affetto ed amore.
Solo grazie a questi, le persone possono evolvere e sperimentare, con alternarsi di emozioni,
un’esperienza positiva.
Allo spazio di incontro del mattino è affidato un compito di coagulazione immediata e simbolica
della rete della vita.
Il percorso nel bosco con Andrea è l’esperienza fisica e spirituale della vastità della rete. Il suo
gioco sugli ecosistemi, un bellissimo esempio esplicativo.
Il tema del campo
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Il tema specifico a questo punto, data la struttura spazio - tempo degli incontri, non viene
affrontato sistematicamente, ma evocato in maniera analogica, simbolica, più direttamente solo
negli ultimi incontri, quando il lavoro complessivo della rete ha già svolto il suo compito.
Al momento della conclusione vi è l’occasione per dare forma più strutturata a quanto già
elaborato più o meno consapevolmente nei giorni precedenti.
Questo permette un sistema di autoregolazione ai vari partecipanti, garantendoli, anche rispetto
al dopo campo, di percorrere giusto il pezzo di strada che sono pronti a fare.
Autoregolazione: tempo e ritmo
Il concetto di tempo ha avuto una grossa evoluzione nel corso dei secoli, attraverso le maggiori
teorie scientifiche, fino alla breccia aperta dalla fisica moderna. Questa ha portato ad una
visione creativa del tempo in cui i suoi vari aspetti (la freccia del tempo) diventano parte
integrante di un processo di auto - regolazione globale.
In greco il tempo ha due traduzioni:
Κρσνσξ, il tempo lineare e cronologico, con il quale la nostra mente razionale scandisce i ritmi
del fare.
Καιροξ il tempo opportuno, più libero ed emotivo, che potrebbe regolare di più la nostra vita.
Vi è poi una dimensione senza tempo, dove sacro e religioso si esprimono, e di cui credo
sentiamo tutti profonda nostalgia ed a cui vogliamo fare ritorno.
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Un percorso attivo attraverso i campi estivi
Ogni anno, a partire dal 1984, si tiene a cura di Universal Education un campo estivo. Adulti e
bambini vivono un’esperienza di vacanza insieme; vengono costituiti gruppi per fasce di età e la
consapevolezza, il gioco, l’animazione teatrale, l’attività artistica, sono la base per attività che
impegnano i partecipanti per l’intera giornata in momenti di gruppo o collettivi.
Attraverso i Campi estivi ci si pone questi obiettivi:
accrescere la consapevolezza per rimuovere le oscurazioni mentali, che ostacolano lo sviluppo
della saggezza.
interagire con gli altri sulla base di compassione e altruismo
conoscere e accettare sè stessi
comprendere la relatività delle percezioni
essere consapevoli della relazione di interdipendenza che unisce tutti i fenomeni
Ogni campo ha avuto un tema diverso:
All’inizio a Pomaia .......
1984
I quattro elementi
Abbiamo preso in considerazione le varie forme di intedipendenza e abbiamo cercato di
prendere coscienza, attraverso i nostri sensi, dei quattro elementi e della loro
manifestazione a livello fisico e a livello più sottile.
1985
Il mondo della fiaba
Partendo dai quattro elementi abbiamo cercato di analizzare il mondo dei sentimenti
cercando correlazioni con i valori simbolici contenuti nelle immagini profonde e con gli
archetipi nascosti nel mondo della fiaba
1986
La città ideale della pace
Attraverso la consapevolezza dei nostri
desideri e delle nostre emozioni,
accompagnati nel nostro cammino da
personaggi fantastici, ci siamo incamminati
alla ricerca della città "dove regna la pace". La
guida di Melchiade, il lavoro dei partecipanti,
l’incontro con i diversi personaggi hanno
portato alla costruzione di un grande spazio
comune dotato di quattro entrate che
simboleggiavano ognuna una qualità vincente
sulle emozioni negative.
1987
Natural...mente
Il motivo conduttore è stata una riflessione sulla
realtà del corpo e della mente partendo
dall’osservazione dei sensi: le "porte" che ci
permettono l’apertura verso il mondo esterno.
Personaggi fantastici come lo Sniffoleccofante,
l’Occhiopotamo, il Tattosauro, l’Orecchiodattilo
davano consegne ai partecipanti per il lavoro
della giornata.
Poi a Rizzolaga sull’altipiano di Pinè (Trento) .......
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1988
1989
1990
Giro giro tondo ... viaggio intorno al mondo
Due spericolati saltimbanchi, Salamino e Pagnotta avevano incontrato Mastro Giravolta
che li aveva avviati a un percorso di conoscenza.
E cammina cammina ....
Mago Mangione con i suoi aiutanti
Bombettina e Cilindrone sono stati al
centro di un’animazione teatrale che,
come ogni anno, ha guidato le giornate
del campo; le tematiche si sono ispirate
alla fiaba di Pinocchio: i passaggi
dall’ingratitudine verso i propri genitori
alla riconoscenza e dall’egocentrismo
all’attenzione per gli altri, il
superamento delle paure e delle
difficoltà tramite la disciplina e le regole
della vita comune, il riconoscimento
delle illusioni attraverso l’ascolto della
propria guida interiore.
Nel paese di armonia
Sono stati messi in luce i bisogni fondamentali
dell’uomo partendo da quelli primari di
nutrimento, di abitazione, di amore per
arrivare a quelli successivi di appartenenza, di
conoscenza aiutati da un’animazione basata
sulla tecnica dei burattini.
1991
La pentola dell’oro
La pentola dell’oro è il luogo dell’unione, nel
processo alchemico, dell’essenza degli
elementi: terra, acqua, fuoco, aria, spazio. Il
Druido alchimista, profondo conoscitore della
materia e dello spirito, è stato aiutato, nella
preparazione del magico crogiolo, dal fido
Piastrella, suo servitore e apprendista; insieme
hanno condotto bambini e adulti alla scoperta
delle qualità degli elementi, dal cui incontro e
trasformazione nasce il mistero dell’unità.
11
1992
C’era una volta una gabbia dorata
I temi trattati hanno tratto la loro origine dalla storia di Siddharta, rielaborata liberamente
per avvicinarla al linguaggio della fiaba. Il principe Yangcen è trattenuto dal padre
all’interno del palazzo, di una gabbia dorata che gli impedisce di conoscere la realtà
dell’esistenza.
L’incontro con un corvo parlante stimola in lui il desiderio di uscire e fuori incontra le
realtà della vecchiaia della malattia e della morte. Tornato a palazzo, il corvo gli
suggerisce un percorso di ricerca che possa essere di aiuto nel superamento delle
sofferenze.
1993
Come un albero
Come un albero muore e rinasce innumerevoli
volte col ciclico avvicendarsi delle stagioni,
così ogni cosa, nell’universo, finisce e si
rigenera continuamente. L’albero consente la
comunicazione tra il mondo sotterraneo, la
superficie della terra e il cielo. Un albero è la
sintesi di tutti gli elementi, l’acqua della linfa, la
terra delle radici, l’aria respirata dalle foglie, il
fuoco del sole immagazzinato nel suo legno.
1994
Luna che guardi, luna che sai
Le sue continue metamorfosi rappresentavano per gli antichi i ritmi della nascita, della
morte e della rinascita.
1995
Orchi e ladri
Il tema conduttore del campo si è basato sulle paure e sulla possibilità di conoscerle e
trasformarle in strumenti per la propria crescita
1996
Ecologia della mente
L’attività del campo è stata rivolta esclusivamente agli operatori di UE che hanno deciso
di dedicarsi un momento di studio e approfondimento. Abbiamo proseguito un lavoro,
iniziato precedentemente di definizione di un Manifesto dei principi di Universal
Education. Un esperto del gruppo di economia ambientale ha tenuto un seminario sulle
tematiche ambientali. Diversi momenti sono stati dedicati all’analisi delle dinamiche di
comunicazione del gruppo.
1997
Nel bosco di Kashikah, Regno dell’amicizia.
Il tema del campo si è basato sulla
cooperazione. L’animazione realizzata
con la tecnica delle ombre cinesi si è
ispirata ad una favola tibetana. Nel
bosco di Kashikah, quattro animali,
vivono cooperando tra loro e l’armonia
porta benefici alle comunità vicine.
ESTATE 1998
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Nel mese di Luglio si è tenuto a Trento (Italia) il
XIV Campo estivo di Universal Education Italia.
Il titolo del campo era:
IL GRANDE CIRCO TUTTINPISTA
presenta:
LE ETA’ DELLA VITA
Nei Campi Estivi, Universal Education si rivolge
prevalentemente a famiglie e, per una
settimana, vengono organizzate attività per
bambini, ragazzi e adulti.
Ogni Campo è caratterizzato da un’attività
guida; quella di quest’anno si è basata sul Circo.
Nel circo abbiamo identificato cinque famiglie:
gli acrobati che necessitano di fiducia audacia elasticità, agilità
i giocolieri che devono puntare su coordinazione, concentrazione, abilita, destrezza
i domatori che devono possedere coraggio, capacità di sfida, consapevolezza, autorevolezza
i clown che esprimono sentimenti ed emozioni tramite l'autoironia, l'allegria, la saggezza,
l’umanità
i prestigiatori che sanno vedere oltre le apparenze e possono trasformare la realtà.
I componenti delle famiglie del CIRCO TUTTINPISTA sono "tutti in pista", ognuno mette in
gioco sé stesso, dà quello che può o ciò che gli è proprio:
Il bambino piccolo porta la fiducia e la capacità di sperimentare attraverso i sensi.
Il ragazzo porta la propria industriosità, la voglia di fare, il senso estetico, il sentimento religioso
e la capacità di cooperare.
L'adolescente porta le proprie idee e i propri ideali sorretto dalla volontà.
L'adulto porta la capacità di comprendere e di dare.
L'anziano mette a disposizione ispirazione, intuizione, saggezza, capacità di accogliere e
benedire.
L’attività del Circo ha impegnato tutti i pomeriggi e le famiglie circensi sono state formate in
modo che ogni età fosse rappresentata.
Le attività del mattino si rivolgevano invece a gruppi costituiti per età omogenee: 4 - 6 anni, da 7
a 10 anni, da 11 a 14 anni da 15 a 18, da 19 in su. Ogni gruppo è stato seguito da due o tre
animatori.
Compito degli animatori è innanzitutto quello di costruire un clima di non giudizio in cui,
attraverso il gioco e la riflessione, ciascuno possa trovare una propria modalità di espressione,
un contatto con sé stesso, possa attingere all’esperienza degli altri.
Per i bimbi più piccoli che necessitano di una presenza continua dei genitori è stato allestito uno
spazio con acqua, sabbia e giochi a cui i bimbi accedevano insieme a un genitore.
Quest’anno, si è deciso pertanto di dare ulteriore spazio a una modalità già sperimentata l’anno
scorso: organizzare momenti in cui i gruppi lavoravano per età omogenee e altri in cui le età
erano mescolate.
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LE ATTIVITA’
DEL MATTINO
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Attività del gruppo 4 - 5 anni
Inserire il gruppo dei più piccoli nell’attività del campo
estivo non è un’impresa semplice.
Il primo problema che si pone è quello di riuscire a
facilitare il distacco dei bambini dai genitori impegnati
nelle attività soprattutto se i bimbi sono molto piccoli o
vengono per la prima volta.
Quest’anno si è ovviato mettendo a disposizione dei bambini
un gran numero di palloncini colorati e favorendo una
dimensione giocosa molto libera e spontanea aperta ai
suggerimenti dei bambini.
Superato il momento del distacco, senza particolari difficoltà, il problema successivo è quello di favorire la conoscenza
tra loro dei bambini e di creare un clima di reciproca fiducia e accettazione tra bambini e adulti che guidano il gruppo.
Allo scopo sono stati proposti giochi di gruppo finalizzati alla conoscenza reciproca e momenti di canto in coro.
E’ importante strutturare le attività del mattino, alternando diverse attività, ma cercando di mantenere alcuni
appuntamenti fissi che si ripetono nello stesso modo.
Tutte le mattine, proprio per far si che i bambini possano farsi un’idea di quello che succederà, aiutandoli a superare
ansie e insicurezze.
Allo stesso tempo è necessario proporre attività stimolanti e che rispondano al bisogno di esprimersi dei bambini.
L’approfondimento teorico del tema delle età della vita ha evidenziato principalmente due piste di lavoro
a - il corpo
b - la fiducia in sé stessi e negli altri.
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GONFIAMO
I
PALLONCINI
Non ci conosciamo molto bene: tiriamo la palla al bimbo di
cui vogliamo conoscere il nome
Mi chiamo Zoe
Che nome strano, sembra il nome di un
pianeta
Ognuno dice il proprio nome
facendo gesti, ridendo o cantando e
tutti gli altri ripetono il gesto
proposto
16
Scaldiamo le mani
la lingua e
massaggiamo le
orecchie
a ram sam sam
a ram sam sam
guli guli guli guli
guli ram sam sam
a ram sam sam
a ram sam sam
guli guli guli guli
guli ram sam sam
arani arani
guli guli guli guli
guli ram sam sam
E ora ascoltiamo una storia
17
Un folletto
ci ha scritto
un
messaggio
andiamo a
cercare i
bastoncini
magici
li
abbiamo
trovati
puliamo i bastoncini e costruiamo gli strumenti
.
alcuni bimbi provano i
loro strumenti
altri camminano sui
trampoli
18
E’ un maschio ....
Come sono i capelli?
Sono biondi!
Chi è?
Ecco una strada .....
Poi un ponte sospeso
sul vuoto .....
Vruum ...Vruum ...
Poooo .... Pooo .....
La strada
Qual’è la strada?
E’ questa!
Un terremoto!!
La terra trema!!!
19
Facciamo volare le
veline come farfalle!
Poi stropicciamole!!
Strappiamole!
STRAP! STRAP!
E’ una pioggia colorata!
Venite, venite signori!
Fatevi accarezzare dalla
pioggia colorata!
Nascondiamo
Federico sotto la
pioggia colorata!
20
Prendiamo i pezzetti di
velina e appoggiamoli su
un pezzo di carta
Li bagniamo con
acqua e aceto.
Ci appoggiamo
sopra un nylon e ci
saltiamo sopra
Poi
togliamo
le
veline
21
ATTIVITA’ GRUPPO 7 - 10 ANNI
DOMENICA L’attività inizia sedendoci intorno a un grande paracadute colorato steso al centro della tenda. Si crea un
primo legame attraverso l’oggetto: ciascuno si presenta con il proprio nome e il gruppo risponde muovendo il
paracadute.
Proseguiamo con altri giochi di conoscenza e fiducia lasciando libera la fantasia di saggiare ed esplorare mondi lontani.
Sdraiandosi sotto il telo, chi si ritrova nel fondo dell’inferno, chi si rilassa in un campo di grano, chi raggiunge il sole.
Stiamo cominciando a sentirci più famiglia e, abbandonato il paracadute, ripercorriamo i momenti della storia del circo,
vissuta la sera precedente.
Per stimolare i bambini a individuare le proprie qualità circensi mettiamo a disposizione cinque cestini contenenti degli
oggetti per ciascuna famiglia: un cerchio di fuoco e una frusta per i domatori, palline e cerchi per i giocolieri, nasoni,
bocche e occhi per i clown, corde e funi per gli acrobati, un cilindro e un coniglio per i prestigiatori.
Incuriositi e stimolati dall’immagine, ciascun bambino sceglie la famiglia a cui appartenere e costruisce il proprio
personaggio assemblando colore, carta, corde e altro materiale.
Scopriamo così che nella grande famiglia abbiamo tre clown, due acrobati, un prestigiatore, cinque domatori, un
giocoliere
LUNEDI’ Sui tavoli i bambini hanno attrezzi per segare,
limare, raschiare e un mazzo di canne di bambù. Con
l’aiuto di Mauro e Roberto iniziamo a costruire i Kazoo,
piccoli strumenti musicali a fiato, semolici da suonare e
dall’effetto circense.
A coppie i bambini si aiutano nella costruzione e nella
decorazione dello strumento: iniziamo poi a provare lo
strumento ciascuno per conto proprio. Dopo un insieme
confuso di suoni, Margherita propone una melodia che
tutti sperimentano e imparano.
Si crea un’intesa musicale che sfocia in una breve suonata
di Kazù, chitarra e voci.
Così dopo un primo momento di ricerca individuale siamo
giunti a una melodia di gruppo.
MARTEDI’ E’ ora che i personaggi del circo si presentino: facciamo trovare sui tavoli materiale vario e un
personaggio del circo già pronto.
Con colla, cartone, carte colorate e fettucce, ciascuno crea un proprio mascherone: ecco nascere il clown tempesta, il
clown numeri, quello Fantasia e lo Sherif ....
Il lavoro di personalizzazione occupa tutta la mattinata e impegna i bambini in una dimensione di abilità manuale
creativa. Al suono di una campana, richiamo per il pranzo, ci ritroviamo ancora concentrati nell’attività e a malincuore
abbandoniamo i personaggi per recarci a pranzo.
GIOVEDI’ E’ il giorno dell’esplorazione del bosco per scoprire, assieme ad Andrea, che anche nel bosco esistono età
diverse e che ciascuna ha un proprio valore.
Dopo una breve camminata ci fermiamo in un prato: i bambini scoprono la fonte degli gnomi, ne bevono l’acqua e si
divertono a sbirciare le “mutande” del fungo.
In cerchio, al centro del prato, ogni bambino diventa un elemento della natura: ghiaccio, sole, tigre, cascata, fungo ... e
scopre la propria interdipendenza dagli altri creando una rete. Proseguiamo poi nel bosco alla ricerca dei suoi colori: “il
lampone sul foglio lascia un bel rosso”, “che scuro il colore della terra!” ... e il foglio bianco si riempie di vita.
Nel bosco i bambini incontrano la ceppaia, il fungo nato nella notte, un vecchio abete sradicato, un filo d’erba ....
VENERDI’ La mattina inizia con il racconto dei sogni della notte: c’è chi ha fatto un viaggio nello spazio, e chi ha
combattuto i mostri. Sull’onda del fantastico ciascuno immagina un animale: da cartone e colori nascono draghi volanti,
elefant - mucche, Boo e i cani magici. Abili ormai con forbici e “fantasia”, i bambini fanno vivere il loro animale e si
sente parlare di un drago che fa fuggire i mostri della notte, di una mucca che spruzza il latte dalla proboscide, di un
gatto che rincorre gli uccelli volando, di un Boo che aiuta i bambini a far magie.
Si scopre così che nella grande famiglia del circo ciascuno, se lascia andar libera la fantasia, può scoprire il proprio
“numero” e divertirsi in compagnia.
22
Facciamo le onde del mare
prima piano, piano, piano
poi velocemente
e diciamo il nostro nome
Teniamo la palla sul
paracadute
poi tiriamo la palla a un
nostro amico
e diciamo il suo nome
Chiudiamo gli occhi e mettiamoci
sotto il nostro colore.
Pensiamo a dove siamo.
........
Proviamo a raccontarlo!
Io sono andato a fare un giro
all’inferno!
Io ero in un campo di grano!
Ero in un laghetto, sono
inciampato e sono andato giù!
23
Costruiamo gli strumenti
24
LABORATORIO
ESPLORIAMO IL BOSCO (di Andrea Foresta)
Il lavoro con i gruppi delle diverse fasce d’età prevedeva un percorso nella foresta che stimolasse
l'osservazione del ciclo della vita nella natura nella prima parte e del movimento corporeo attraverso piccole
acrobazie circensi nel bosco nella seconda parte.
Le attività, distinte per fasce d’età, sono state così articolate:
Gruppo adulti
1° parte (2 ore):
• costruiamo la rete dell'ecosistema: le persone si dispongono in cerchio e ciascuno pensa ad un
elemento dell'ecosistema naturale con cui si identifica; dopo averlo esplicitato, insieme, si cerca di
comprendere con quale altro elemento può esserci una relazione; i diversi elementi vengono via via
collegati tra loro con un nastro; alla fine sarà stato rappresentato un ecosistema con le relative
interdipendenze; il conduttore, poi, funge da elemento turbatore esterno (uomo, calamita' naturale, ecc.)
e sottrae al cerchio un elemento alla volta evidenziando i collegamenti che risentono di turbamento, sino
a quando la rete si disfa.
• dipingiamo la tavolozza dei colori: percorrendo il bosco, trasferiamo i colori della natura su un foglio.
• interpretiamo le età' della foresta: osserviamo i luoghi di rinnovazione, le ceppaie tagliate, il profilo di
un terreno, la colonizzazione dei licheni; succhielliamo un tronco e commentiamo gli accrescimenti.
2° parte (2 ore):
Acrobazie nel bosco
• equilibrio sul tronco
• camminiamo sul tronco rotolante
• risalita della scala di corda
• dondoliamo dal ramo
• arrampicata dell'albero
Gruppo Adolescenti (11-14 anni)
Analogo percorso degli adulti con l'aggiunta della:
• piramide della vita: ogni ragazzo si identifica in un animale dell'ecosistema e quindi si costruisce una
piramide con i ragazzi accucciati ponendo gli erbivori sotto e i vari livelli di carnivori sopra; i bioriduttori
abbracceranno l'intera piramide.
Gruppo ragazzi 7-11(tempo : 4 ore)
Analogo al gruppo precedente con tempi e
modalità' adeguate alla diversa età'
Gruppo bambini 4-6 anni (tempo ore 4)
Percorso analogo nei contenuti ai gruppi precedenti con le seguenti varianti:
• doniamo i colori al bosco: ogni bimbo riceve un insieme di fili colorati e li lega, lungo il percorso nel
bosco, agli elementi della natura, che incontra, dello stesso colore.
• dipingiamo la roccia in mezzo al prato con i gessi colorati
• costruiamo gli animali del circo con gli oggetti raccolti nella foresta
• piccole acrobazie nel bosco
25
IL GIOCO DELL’ECOLOGIA
Andiamo nel bosco:
cerchiamoci un
compagno e ciascuno
controlla che ci sia
l’altro
Una foglia di alchemilla
con tante goccioline
d’acqua.
La bevono gli gnomi.
Poi l’acqua scivola
all’interno e gli gnomi
fanno il bagno.
Un fungo
con le
mutande
col pizzo!
26
Facciamo un cerchio e
cerchiamo di trasformarci in
ecosistema.
Ognuno di noi pensa a una
pianta, un animale o una roccia.
Nel frattempo possiamo
ascoltare gli uccelli che
cantano.
Io ho pensato all’acqua! Anch’io! Io al ghiaccio! Io a un
cerbiatto! Io a una felce! Io a un cerbiatto! Io al sole! Io ai
microbi! Io ai prati! Io a una tigre bianca!
Ora colleghiamo gli elementi che hanno
dei collegamenti tra loro.
Cos’è che dà la vita?
Il sole!
No, è l’acqua perché senza l’acqua non
si forma la vita!
Ma l’ossigeno lo fanno le foglie e ci
vuole il sole
Adesso cosa colleghiamo
al sole?
Colleghiamo l’erba, il
ghiaccio, l’acqua, la felce,
il fungo, il microbo, il
cerbiatto.
Il cerbiatto è erbivoro e
viene mangiato dai
carnivori.
E alla fine il sole scioglie
il ghiaccio
27
Abbiamo costruito il
nostro ecosistema.
Ora cosa succede se un
incendio brucia i prati?
E tira... tira .... tira ....
Chi si sente tirato?
Ora arriva il cacciatore che uccide il cerbiatto.
E tira .... tira .... tira .....
Arriva l’inquinamento che rovina l’acqua.
E tira .... tira .... tira ....
Arriva l’uomo bianco che uccide la tigre.
E tira .... tira .... tira ....
E alla fine .......
tira .... tira .... tira ....
l’ecosistema si è rotto.
28
I personaggi
del circo
si presentano
29
Costruiamo gli animali volanti
30
Gruppo
adolescenti
31
Presentiamo
qualcuno che
conosciamo
Ci stendiamo per terra,
rilassiamo la nostra schiena
e sentiamo il battito del
nostro cuore.
Le nostre gambe sono
pesanti, il sangue arriva alla
punta delle mani.
Sentiamo una sensazione di
fresco alla fronte
Poi muoviamoci un po’
32
Gli acrobati del bosco
La vestizione degli
acrobati
l’arrampicata
33
Costruiamo gli strumenti
il brevetto del secolo
il proteggiboccaglio
Concerto per kazoo e formula 1
34
e
parla,
parla,
parla ...
e
parla,
parla,
parla ...
e
parla,
parla,
parla ...
35
Al bar
dei
ragazzi
36
Apparecchiamo
per
la colazione
37
Gli adulti
38
Prendiamoci per mano:
è un momento reale in cui
mettiamo in comune le
energie e ha anche un aspetto
simbolico.
Entriamo nell’esperienza
tenendoci per mano con
reciproco rispetto e rispetto
verso noi stessi.
In ognuno di noi ci sono luci e ombre e il nostro processo
di sviluppo non può farci dimenticare che l’ombra esiste.
Troviamo dentro di noi un sorriso e lasciamo che appaia
sul nostro viso.
Alziamoci in piedi e
camminiamo nella stanza
Cominciamo a incontrare gli
altri con sguardi, gesti e un
contatto corporeo
39
Cambiamo il ritmo del
movimento seguendo la
musica e cambiando
direzione
Cerchiamo prima il contatto con gli altri e poi, invece,
cerchiamo di evitarlo
Ora stiamo tutti in un angolo
della stanza evitando il
contatto
Ora riprendiamoci tutta la stanza e muoviamoci
velocemente
Ora chiudiamo gli occhi e
respiriamo; poi riprendiamo
a camminare.
40
Scegliamo un compagno o
una compagna e
camminiamo insieme
tenendoci per mano
Poi prendiamoci un minuto per chiudere o cambiare partner
41
Struttura delle attività di HATA YOGA proposte al gruppo adulti
Ha condotto l’attività Anna Moroni con l’aiuto di Rossana Lainado e Arturo Sica. Hanno partecipato17 adulti e5
adolescenti
Domenica 26 Luglio 1998
L’attività è iniziata con l’accensione candela e il canto di tre OM. E’ seguita una breve introduzione sull’Hata Yoga
Dopo una scioglimento da distesi di piedi, caviglie e movimenti di tensione e ricarica energetica è stata fatta la
Respirazione della luna e Il neonato che piange
Sono state proposte le posizioni del gatto del leone del Riposo del Buddha a cui sono seguite le controposizioni della
Devozione e alcuni Movimenti liberi.
Successivamente è stata data una spiegazione sul significato del saluto al sole (eseguito due volte), del Rilassamento,
della Meditazione concludendo con tre OM e tre SHANTY
Per terminare si è proceduto allo spegnimento della candela effettuata dal piccolo Federico e sono state distribuite
fotocopia del saluto al sole.
Lunedì 27 Luglio 1998
Barbara si offre per accendere la candela dopo averne spiegato il significato. Dopo un canto di tre OM, si è proceduto a
uno scioglimento da seduti, oscillando avanti e indietro come fanno i monaci prima della meditazione. Dopo alcuni
movimenti lenti delle spalle, rotazione del capo e massaggio delle cervicali è stata effettuata la Respirazione della
farfalla.
Sono state poi proposte le posizioni dell’albero, del triangolo e della talpa, come controposizioni quelle del
Quadrangolo, del Cavatappi e la posizione Fetale
Dopo un Saluto al sole è stato proposto un riposo da distesi e successivamente una Meditazione sul respiro, il
Rilassamento del Mandala, Tre OM e tre OM SHANTY.
Si è proceduto alla Coloritura di un mandala personale in SILENZIO e per terminare abbiamo spento la candela.
Giovedì 30 Luglio 1998
Iniziamo con lo scioglimento del corpo prima di accndere la Candela e di cantare la OM perché parte del gruppo sta
facendo la PAUSA. Lo scioglimento coinvolge le spalle e il capo da seduti. Ci si pone poi in piedi, a braccia tese,
facendo il movimento del ciao, ciao con le mani davanti, in alto, ai lati, in basso e dietro.
A braccia ancora tese effettuiamo circoletti laterali con le dita delle mani, poi cerchi, e quindi grandi cerchi (lavoro
spalle)
Assumiamo poi la posizione della Bambola di pezza (flessione in avanti, ciondolando a gambe piegate)
Quando tutti sono presenti procediamo all’accensione della CANDELA cercando di viverne il significato con
consapevolezza.
Proseguiamo con il canto di tre OM, una MEDITAZIONE e con il canto delle OM che si sovrappongono.
Dopo la RESPIRAZIONE DEL FIORE CHIUSO E DEL FIORE APERTO, prepariamo l’aratro: proni, con le braccia
oltre il capo, solleviamo capo, braccia e gambe. Effettuiamo poi una variante con braccia ai lati: ci solleviamo con
l’aiuto dell’inspiro ed espiro.
Sono state poi eseguite le posizioni dell’ARATRO e DELLA PINZA con le controposizioni DEL PESCE e a GAMBE
LIBERE
Il RILASSAMENTO si basa su: mio luogo preferito
Concludiamo con tre OM e tre OM Shanty in sordina per mantenere la pace che abbiamo conquistato e ifine Maia
spegne la candela.
Venerdì 31 Luglio 1998
Yoga nel prato
Ci siamo recati in un prato con l’erba tagliata ai limiti del bosco consapevoli che non occorre la candela per stamane.
Il sole ci illumina, iniziamo con il CANTO ARMONICO di tre OM.
Effettuiamo uno SCIOGLIMENTO in piedi nel seguente modo: Movimento del nuoto in avanti e indietro, Rotazioni
lente del capo, Rotazioni lente della vita.
Coi pugni chiusi ci diamo colpetti sul capo e, a mani tese, sul petto e sulle gambe. Effettuiamo un Piegamento in avanti,
ciondoloni, a gambe piegate. Con le braccia in alto, ondeggiamo alla brezza come gli alberi intorno.
Effettuiamo poi le posizioni della mezza aquila e dell’aquila e come controposizione stiamo con le spalle sciolte ed
effettuiamo un massaggio cervicale
Nel momento di RIPOSO effettuiamo unviaggio delle dita dai piedi alla punta dei capelli accogliendo calore, brezza,
profumi e suoni.
La MEDITAZIONE si basa sulla consapevolezza dell’alternanza di fatica e di pace
Anche noi facciamo parte della natura con il nostro canto di Tre OM e tre OM Shanty
MEDITAZIONE DELLE 7.30
curato da Raffaella Bruzzone
42
Si tratta di un momento cruciale per gli animatori del campo legati alla pratica meditativa, in quanto
è l’unica occasione di praticare in modo formale nell’arco della giornata; è un avvio della giornata di calore e
vicinanza prima di disperdersi nelle varie mansioni. Quest’anno è stato introdotto un Quarto d’ora di
movimento per aiutare il corpo a svegliarsi e a sciogliersi, per poi meditare circa 30’ accompagnati da
qualche breve indicazione e da una dedica finale oppure da una lettura tratta dal patrimonio sapienzale (Il
sorriso, poesia di Jean Pierre Chan Dao, Sati n2-1992; Il vero tesoro, poesia di Lao Tzu, Sati n°3-1995; 500
precetti per una vita felice di Dugpa Rimpoce,Oscar Mondadori, pag.47 e 77, Va bene così, poesia di
Adriana Zarri da Tu,…….)
. E’ un appuntamento aperto ai corsisti che lo desiderino ed abbiano già una loro consuetudine con
la meditazione perché il tempo è troppo limitato per poterne fare un corso introduttivo con istruzioni
dettagliate e non è questa la finalità che ci poniamo; dalla pratica formale si può passare con facilità al
karma-yoga quando stare nel presente significa fronteggiare l’emergenza di una improvvisa partenza
dell’aiuto-cuoca\ostetrica che altrimenti metterebbe a rischio la colazione di tutti, oppure accogliere due
adolescenti che chiedono di fare per la prima volta un momento di silenzio e allora si calibra lo sforzo su di
loro.
43
PROGRAMMA 14° CAMPO ESTIVO “UNIVERSAL EDUCATION” 1998
orario
sabato
7.30-8.20
8.20-9.10
9.30-12.15
- adulti
- ragazzi 15-18
- bambini 7-10
- bambini 4-6
18.30-19.15
19.30-20. 30
20.30-21.00
21.00-........
lunedì
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
Acrobazie dello
spirito
Arturo e Anna
Rossana
Acrobazie dello
spirito
Arturo e Anna
Rossana
Musicando
Antonio, Raffaella
Mauro
Inizia lo spettacolo
Antonio, Raffaella
sabato
*(adulti) MOVIMENTO E MEDITAZIONE *
*
PRIMA COLAZIO NE *
- ragazzi 11-14
12.30-16.30
16.30-18.30
- tutti
domenica
ARRIVO
E
SISTEMAZIO
NE
Acrobazie
dello spirito
Arturo, Anna
Rossana
Acrobazie dello
spirito
Arturo, Anna
Rossana
Ufficio di
collocamento
Antonio e
Raffaella
Esploriamo il bosco Specchi e colori
Antonio, Raffaella, Antonio e Raffaella
Andrea Foresta
Musicando
Giochi sotto la Valeria Antonia
Mauro
tenda
Valeria e
Antonia
I personaggi del
circo si presentano
Valeria e Antonia
Giochi sotto la
tenda
Stella, Nadia,
Evita
*
Le famiglie del
circo
Morbide carezze
Stella, Nadia, Evita
Musicando
Stella, Nadia, Evita
Mauro
PRANZO *
Le famiglie del
circo
RIPOSO *
Le famiglie del
circo
*
DANZE
E
*
*
Presentazio
ne campo
P
A
S
S
E
G
G
I
A
T
A
Acrobazie dello
spirito nel bosco
Arturo, Anna,
Andrea Foresta
Rossana
EL SALVANEL
musica dei boschi
MUSICA
CENA
*
RIORDINO
*
*
DANZE
CIRCENSI
INCONTRO IN
GRUPPO PER
SALUTARCI
E
PARTENZA
Esploriamo il bosco Gli animali volanti
Valeria e Antonia
del circo
Valeria e Antonia
Andrea Foresta
Trasparenze
colorate
Stella, Nadia, Evita
Esploriamo il bosco
Stella, Nadia, Evita,
Andrea F
Le famiglie del
circo
Le famiglie del
circo
THE
*
Festa finale
44
ED OGNI POMERIGGIO
TUTTI QUANTI AL
CIRCO TUTTINPISTA
45
arrivano i
banditori
Gli attori
si
raccolgono
46
Il direttore
convoca la
DEA BENDATA
ognuno scopre la sua sorte
47
prime
prove
del
circo
48
49
la mensa
del circo
50
alti esercizi di
magia
culinaria
Le famose artiste
Elida, Giovanna e Cori
sorprese all’opera
51
Esercizi
ai
piatti
I piatti rotti
vengono
raccolti
dall’apposito
servizio.
52
Il circo si anima
53
54
La parata
55
Trucchi e maschere
56
Il grande momento si avvicina!
Il direttore
osserva
entusiasta i
risultati del
lavoro
Il
laboratorio
di sartoria
Il laboratorio trucchi in piena attività
nelle famiglie
si discutono
le strategie
sceniche
Il direttore si dà
martellate sulle dita
e loro ridono!!
57
Al grande circo
TUTTINPISTA
.........
GLI ACROBATIII!!!!
58
Al circo TUTTINPISTA
.........
I giocolieri!!!!
59
Al circo TUTTINPISTA
.........
i prestigiatori!!!!
60
Al circo TUTTINPISTA
.......
i domatori!!!
61
Al grande circo
TUTTINPISTA
........
i clown!!!!!
62
ATTIVITA’ FAMIGLIA DEGLI ACROBATI DEL CIRCO DI U.E.
COMPONENTI DELLA FAMIGLIA:
- Piccoli: Margherita D., Zoe, Nicolò, Daniele
- Medi: Martino, Giovanni
- Grandi: Davide, Federico, Maya, Margherita.,
Adulti: Andrea B., Andrea Foresta
Conduttore del gruppo: Andrea Foresta
DESCRIZIONE DELL'ATTIVITA'
L'attività della famiglia degli acrobati, nell'ambito delle attività del campo estivo '98, è stata pensata
tenendo presente alcuni principi di base che vengono così riassunti :
• che si inserisse nella più ampia proposta del campo di rappresentazione del cerchio
della vita attraverso il circo e dello spettacolo finale che avrebbe ospitato tutte le varie famiglie
circensi;
• che favorisse la libera espressione della creatività di ciascun componente il gruppo
• che coinvolgesse ogni fascia d'età dei componenti il gruppo
• che l'obiettivo dello spettacolino finale fosso solo da stimolo per organizzare l'attività senza però
rendere predominante l'aspetto organizzativo e di razionalizzazione dell'attività stessa
• che l'attività si sarebbe interrotta o modificata nel momento in cui si creavano situazioni di
esclusione o venisse a mancare il piacere - divertimento nel lavorare assieme
Per quanto premesso ci si è organizzati così:
1. prima riunione sotto il tendone per uno primo scambio di opinioni su cosa ciascuno intendesse
per acrobati e per famiglia circense (audacia, elasticità, fiducia in sè e negli altri, agilità,
autostima, non prevaricazione dell'altro ecc.)
2. dopo i primi secondi di discussione (molto sintetica) i bambini del gruppo ci hanno subito
3. dimostrato cosa intendevano per acrobazia: poche chiacchiere e, subito, gioco e movimento
4. così ho proposto che ciascuno di noi inventasse un “numero acrobatico" individuale che poi
avrebbe presentato, prima al gruppo, poi nello spettacolo
5. quindi è nata la richiesta di fare anche numeri acrobatici di coppia (adulto / bambino, bambino /
bambino, adulto / adulto) e di gruppo, questi ultimi come desiderio spontaneo in particolare
degli adolescenti
6. si sono fatte le prove, procurati e verificati gli attrezzi necessari (panche, materassi, corde, pali,
carrucole)
7. si sono realizzati i costumi, uguali per tutti, utilizzando dei sacchi della spazzatura azzurri
ALCUNI NUMERI ACROBATICI INDIVIDUALI REALIZZATI
La capriola dal divano di casa, la capriola con le orecchie, il filo sull'acrobata e l'acrobata sul filo, il
tuffo nel bidone, lievito di birra, il salto quasi mortale
ALCUNI NUMERI ACROBATICI DI COPPIA REALIZZATI
La giraffa e l'elefante, la carriola, la bandiera al vento, la scimmia a quattro mani
ALCUNI NUMERI ACROBATICI DI GRUPPO REALIZZATI
Lo scontro dei draghi, il salto dei delfini, la famiglia delle scimmie, la levitazione concentrata, la
piramide umana
DURATA DELL'ATTIVITA'
Quattro incontri di un’ora e mezza
minuti.
ciascuno (sei ore) per uno spettacolino della durata di 25
CONSIDERAZIONI FINALI
63
Il gruppo si è molto divertito e si è riusciti a rispettare quanto ci si era proposto ad inizio attività
lasciando che ciascun componente, singolarmente o insieme ad altri, esprimesse liberamente sè
stesso con la propria età, difficoltà di movimento fisico o di relazione con gli altri, anche
eventualmente nel non fare o abbandonare l'esercizio, osservando con semplicità come affrontava
questa nuova esperienza. Molto efficaci sono stati, per i piccoli, gli esercizi individuali che hanno
fornito loro fiducia nelle proprie possibilità e, questo vale per tutti, provare quel pizzico di vanità
nell'offrire agli altri una scenetta. 1 ragazzini medi hanno messo in evidenza delle resistenze a
mettersi in mostra e organizzare autonomamente il proprio numero. I ragazzi grandi / adulti hanno
stupito, dopo delle resistenze iniziali, per le capacità ginniche e per la disponibilità e originalità
delle loro "performance". Gli adulti sono stati forti, in tutti i sensi.
Breve nota : determinante è la presenza di un coordinatore nella fase iniziale per consentire di
superare temporanee demotivazioni (adolescenti) e per riodinare momenti di dispersione ; poi,
tutto funziona da solo.
64
La canzone del campo
IL CIRCO TUTTINPISTA
RIT.
di Mauro Odorizzi (1998)
Il circo Tuttinpista, domani arriverà
è un circo sgangherato, ma ci conquisterà [sorprenderà].
Il circo Tuttinpista, domani sarà qua
è un circo malandato, ma con artisti di qualità.
Nel circo Tuttinpista c’è molta semplicità
ognuno ha il suo lavoro e l’armonia dà felicità
dai giovani ai più anziani è una gara di abilità
ma per fare una vera squadra ci vuole molta, molta unità. (2 v.)
RIT.
E allora tutti giù in pista, con entusiasmo a volontà
per fare un circo nuovo, la fantasia non ci mancherà
Se poi insieme a tutto questo, il pubblico arriverà
successo garantito in ogni piazza, in ogni città. (2 v.)
RIT.
Iniziando con grande audacia, con dei numeri di agilità
la gente strabiliata, incollata alle sedie aspetterà.
Quando arrivano i leoni, di coraggio ce ne vorrà
acrobati e domatori, un grande applauso li avvolgerà. (2 v.)
RIT.
E´arrivata l´ora dei comici e l´allegria si diffonderà
giocolieri, maghi e musici, tutta la festa si infiammerà.
E quando la gente lascia il tendone, solo gli artisti rimangono là
a raccontarsi tutte le storie, a ricordar le difficoltà
a raccontarsi tutte le storie, domani il circo ricomincerà.
65
La gita
66
L’orchestra dei salvanei
67
Saluti finali
adottiamo un albero
scegliamo un nastro
colorato e doniamolo
all’albero
un biglietto
e dopo aver pescato
indicante una qualità, facciamo un grande
cerchio e ci salutiamo
68
La parabola degli acrobati
Il Buddha, quando risiedeva nel paese di Sumbha, nella città di Sedaka, disse ai monaci:
“Tempo fa, viveva un acrobata che lavorava con un’asta di bambù. Sollevando la canna di bambù, se la
appoggiò sulla spalla e disse alla sua giovane apprendista Medakathalika:
- Vieni cara Medakathalika, arrampicati sull’asta di bambù che io sostengo sulla spalla!- Si maestro - disse lei, e fece come era stato detto.
E l’acrobata aggiunse:
- Ora cara Medakathalika proteggimi bene e io ti proteggerò. Così vigilando uno sull’altra, ognuno
proteggendo l’altro, mostreremo la nostra abilità, ci procureremo un mezzo di sostentamento e tu potrai
scendere senza pericolo dall’asta di bambù!Ma Medakathalika, l’apprendista disse:
- Nient’affatto, maestro! Voi, o maestro dovrete proteggere voi stesso; ed anch’io me stessa. Così custoditi e
protetti da noi stessi, mostreremo la nostra abilità, ci guadagneremo da vivere e io potrò completare il mio
esercizio senza pericolo e scendere dall’asta di bambù Questa è la risposta giusta” disse il beato e riprese a parlare nel modo seguente:
“E’ proprio come ha detto l’apprendista - Io proteggerò me stessa - in questo modo si dovrebbero praticare i
Fondamenti della presenza mentale. - Io proteggerò gli altri - in questo modo si dovrebbero praticare i
fondamenti della presenza mentale. Proteggendo sé stessi si proteggono gli altri, proteggendo gli altri si
protegge sé stessi. E in che modo proteggendo sé stessi si proteggono gli altri? Con la ripetuta e frequente
pratica della meditazione.
E in che modo proteggendo gli altri si protegge sé stessi? Mediante la pazienza e la tolleranza, mediante una
vita non violenta e non dannosa, mediante la bontà e la compassione.
- Io proteggerò me stesso - In questo modo dovrebbero essere praticati i Fondamenti della presenza mentale.
- Io proteggerò gli altri - In questo modo dovrebbero essere praticati i fondamenti della presenza mentale.
Proteggendo sé stessi si proteggono gli altri; proteggendo gli altri si protegge sé stessi.
Questa parabola è tratta dal “il cuore della meditazione buddhista” (Ubaldini ed.)
Merita di essere sottolineato il fatto che nella parabola la risposta saggia è messa in bocca alla giovane e non
all’anziano, all’apprendista e non al maestro, alla donna e non all’uomo.
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MATERIALE DIDATTICO E PUBBLICAZIONI
Cassette musicali:
Nel paese di armonia Cofanetto con due audiocassette contenenti le canzoni dei campi e le basi
musicali.
Ogni campo estivo ha avuto una canzone guida: Il mondo dei bambini e degli animalini, Calipso degli
elementi, Mago Mangione, Principe Yangcen, Lunotto Leprotto, ecc.
Le canzoni registrate sono rivolte a ragazzi che frequentano le scuole dell’infanzia e dell’obbligo:
possono essere utilizzate come un contributo originale all’educazione musicale. Le due cassette sono
contenute in un cofanetto a cui è allegato un libretto che riporta i testi e la trascrizione musicale sia per
l’accompagnamento con chitarra che con lo strumentario di Orff.
costo del cofanetto L. 35.000 più spese di spedizione.
Pubblicazioni di Universal Education o in collaborazione con UE
Il maestro di Alice di Valentino Giacomin - Publiprint editrice
Viene presentata un’esperienza didattica svoltasi in una scuola elementare di Treviso. ....."I bambini non
vogliono essere intrappolati da limitazioni . Se un mostra loro la realtà di tutte le cose, la realtà che è al di
là di ogni limitazione, il loro entusiasmo di imparare non cesserà mai. ...... . Chi sei? La risposta a questa
domanda è in relazione anche alla comprensione di - chi non siamo - . Per definire un oggetto devo
differenziarlo rispetto al contesto più vasto delle cose ......"
Il bambino realtà globale di Brigitte Beretta e Letizia Galliero - Macro Edizioni
"Educazione globale è un processo d’apprendimento che ha lo scopo di coltivare nell’individuo la
saggezza chiara e valori altruistici. .... La realtà infantile .... è una realtà di globalità in cui le varie funzioni
cognitive, affettive ed espressive sono direttamente collegate e si differenziano molto gradualmente nel
processo maturativo: il bambino è un individuo che gesticola per parlare, che sovente agisce per
pensare........."
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Chi siamo, dove siamo, cosa facciamo
Universal Education Italia è un’associazione legalmente costituita.
Indirizzo
Universal Education presso Mavi Buscicchio
via alle Porte n. 55
38050 Romagnano
Trento
Indirizzo e-mail [email protected]
Direttrice
Maria Vittoria Buscicchio insegnante tel/fax 0461-349041
Comitato direttivo - staff
Raffaella Bruzzone
Nadia Durigan
Anna Moroni
Mauro Odorizzi
Franco Valer
Antonia Dallapè
Ester Buscicchio
Valeria Bernasconi
Stella Messina
Andrea Mezzogori
Evita Cassoni
Antonio Bolognese
Rossana Casoli
Andrea Delmonego
Milano
Milano
Milano
Trento
Trento
Trento
Trento
Prato (CH)
Ferrara
Ferrara
Pavia
Trento
Milano
Trento
insegnante
insegnante
Insegnante yoga
Funzionario Provincia
Impiegato banca
insegnante
insegnante
ass. sociale
insegnante
imprenditore
psicanalista
Animatore teatrale
Insegnante
Insegnante
Comitato scientifico/tecnico
Lama Zopa Rimpoce
Gheshe Ciampa Ghyatso
Arturo Sica
Sigrid Loss
Francesco Pazienza
Letizia Galliero
Elliot Laniado
Brigitte Beretta
FPMT
Gheshe residente Istituto Lama Tzong Khapa
psicoterapeuta
pedagogista
arteterapeuta
insegnante
ingegnere ambientale
Insegnante yoga
Collaboratori
Franca Buscicchio - Giorgio Mariotti - Alida Marini - Emanuele Giacomin - Guglielmo Odorizzi - Nicola
Odorizzi - Aurora Piffer – Giovanna De Carli –
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GRAZIE ALL’IMPEGNO DI TANTI
Negli anni hanno collaborato, negli anni, al progetto UE:
Connie Miller, Antonella Leoni, Fulvio Cariati, Brigitte Beretta, Pierangela
Gennari, Letizia Galliero, Massimo Stordi, Claudia Marzari, Siliana Bosa, Franco
Callea, Patrizia Pirelli, Patrizia Gavoni, Rodolfo Salaffico, Genziana Traversa,
Monica, Luisa Casali, Mirella Guglielmoni, Marguerite Smithwhite, Mariella
Castagnino, Massimo Zaina, Daniela Solzi, Mariarosa Calabrese, Rosa Maria
Govoni, Laura Cocitto, Valentino Giacomin, Luigina De Biasi, Danilo Ghirardo,
Arianna Vendramin, Lucia Bani, Alida Giacomin, Emanuele Giacomin, Eva
Parenti, Raffaello Longo, Rosario Rizzi, Alfredo Baracco, Ramesh, Tashi Tsering,
Eugenia Brega, Geshe Sonam Cianciub, Gheshe Ciampa Ghyatso, Susanna Rizzi,
Nicola Odorizzi, Guglielmo Odorizzi, Aurora Piffer, Alida, Carla Costa, Giovanna
Decarli, Giovanni Crivellaro, Rossana Casoli, Eliot Laniado, Andrea Del Monego,
Sigrid Loos, Antonio Bolognesi, Enrico Chiesa, Antonia Dallapè, Mauro Odorizzi,
Mavi Buscicchio, Franco Valer, Ester Buscicchio, Francesco Pazienza, Raffaella
Bruzzone, Nadia Durigan, Anna Moroni, Valeria Bernasconi, Stella Messina,
Andrea Mezzogori, Giorgio Mariotti, Franca Buscicchio, Arturo Sica, Maria
Mainardis, Alvarez Cory, Andreatti Elida, Bolognese Antonio, Evita Cassoni,
Annamaria De Pretis, Roberta Janes …...........
Sicuramente ci saremo dimenticati di qualcuno: ci scusiamo con coloro che non
abbiamo nominato e li invitiamo a farcelo presente.
Grazie a tutti coloro che hanno donato tempo, energie, idee alla realizzazione del
progetto UE.
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1998 - Tuttinpista - Universal Education