Vintage Comics Magazine
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EDITORIALE
Cari Amici,
siamo arrivati finalmente all’evoluzione che da tempo attendeva Vintage Comics.
Dalla nascita del nostro Forum al sito il passo è stato naturale, pur se lungo e a volte difficile. Si sentiva il
bisogno di qualcosa di nuovo, di diverso rispetto a quello che normalmente si trova in rete, e la risposta a questa
necessità è ciò che oggi state leggendo: una rivista in formato elettronico, una webzine, amatoriale si, ma piena
di quell’entusiasmo e cura che ha fin dall’inizio contraddistinto tutto quello che Vintage Comics è.
Perché un formato rivista? perché è un modo diverso di presentarci, perché non esistono molte altre realtà
italiane simili a questa. E’ una strada alternativa per diversificarsi, per presentare i nostri contenuti e magari,
perché no, per invogliare qualche persona in più a collaborare con noi.
Questo formato amplia le strade di diffusione, perché oltre ad essere on line sul nostro sito si può trasmettere via mail, stamparlo, inserire sui grandi servizi di distribuzione quali Issuu.com, insomma è un modo per
arrivare a più persone e farci conoscere di più.
Come scrivevamo oramai qualche anno fa nella presentazione del nostro sito: “tutta questa esperienza vogliamo cercare di farla confluire in qualcosa di diverso, che non vuole nè può sostituirsi al Forum ma vuole
affiancarlo. E proverà a farlo utilizzando le notizie, le immagini e le esperienze degli amici forumisti per
creare articoli, mettere in evidenza siti che possono interessare i collezionisti, segnalando fiere e mostre e
raccontandole per chi non ha potuto prendervi parte, e tanto ancora.
VintageComics.it vuole essere questo, e molto di più. La strada che ci siamo proposti di percorrere è lunga,
e non è tra le più facili, ma un passo alla volta pensiamo di poter arrivare ai nostri obiettivi.”
Gli intenti sono rimasti esattamente questi. Il nostro Forum è già diventato grande, e gode di ottima salute:
facciamo un altro passo in più e continuiamo a divertirci insieme, sperando di incontrare altri amici che come
noi conividono il piacere del collezionismo di fumetti e della loro lettura.
Buona lettura a tutti
La Redazione
Vintage Comics Webzine
anno 0 - n. 0
Webzine amatoriale aperiodica senza scopo di lucro a diffusione gratuita.
Cultura fumettistica, fumetto vintage, tavole originali, illustrazioni e collezionismo.
Vintage Comic Webzine fa parte del circuito web VintageComics:
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webzine.vintagecomics.it
Vintagecomics.it, Vintagecomics.forumcommunity.net e Vintage Comics Webzine sono siti privati che non perseguono scopi di lucro, non rappresentano
una testata giornalistica in quanto vengono aggiornati senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della
legge n° 62 del 7.03.2001.
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SOMMARIO
EDITORIALE
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Franco-Belga
L’indiano che venne prima dei Galli
11
Anteguerra
17
L’intervista
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Cronologia
BIANCANEVE
La serie edita dalle Edizioni Audace
33
UMPA-PAH
ALBERTO
BECATTINI
I CLASSICI DI
WALT DISNEY
La mitica Prima Serie
Editoria
Vintage Comics Magazine
MARVEL
CRONICLE
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Vintage Comics Magazine
FRANCO-BELGA
UMPA-PAH
il pellerossa che arrivò prima dei Galli
Correva l’anno 1948 ed un giovane René Goscinny viveva negli
Stati Uniti dove era arrivato dietro invito di uno zio. All’inzio
lavorò come traduttore incontrando successivamente, durante la
collaborazione come autore in un piccolo studio artistico, personaggi
quali Harvey Kurtzman, Willy Elder, John Severin e Jack Davis, che nel
1952 fondarono la rivista “MAD” destinata a cambiare l’immagine
del fumetto statunitense.
L'incontro con personaggi di quel calibro e con altri suoi conterranei, quali ad
esempio quel Maurice de Bévère che firmava i suoi lavori come "Morris" e per il quale
qualche anno dopo avrebbe sceneggiato
Lucky Luke, portò Goscinny a formare un
suo personale stile di scrittura e di ideazione di personaggi dalle caratteristiche
comuni ben definite, dotati di humor, vitalità, coraggio e perspicacia che ne fecero
un vero e proprio marchio inconfondibile,
fino al successo mondiale di Asterix.
Prima del gallico eroe Goscinny, che nel
frattempo tornato il Francia aveva inziato il
suo sodalizio con Albert Uderzo, ideò altri
personaggi quali il corsaro il corsaro Jehan
Pistolet, Luc Junior e Umpa-pah, un acerbo pellerossa che nelle intenzioni iniziali
dell'autore doveva vivere le sue avventure
nella nostra epoca cimentandosi con la
moderna tecnologia. L'idea, presentata già
nel 1951 sotto forma di una breve storia di
sei tavole, fu però scartata da vari editori
tanto in patria quanto negli Stati uniti, ed il
giovane pellerossa tornò nell'oblio.
Li rimase fino al 1958 quando la coppia Goscinny ed Uderzo ripescò il personaggio ma lo trasferì temporalmente nel
18° secolo, all'epoca della colonizzazione
americana, affiancato a dei francesi. Contemporaneamente il tratto inconfondibile
di Uderzo si era affinato, ed il disegnatore aveva già preso a ritrarre in modo caricaturale i personaggi, ma per il giovane
Umpa-Pah continuò ad utilizzare la forma
ipertrofica che lo aveva già distinto nelle
tavole disegnate inizialmente, ridisegnando invece i comprimari.
Il nostro Umpa-Pah (Oumpah-pah in
francese, nome che ricalca onomatopeicamente
un giro di valzer) è un
indiano d'america forte, vitale e velocissimo,
e precorre le caratteristiche che ritroveremo,
affinate, in Asterix qualche anno più tardi. Appartenente alla tribù dei
Shavanshavas (in italia Selavahlava), il pellerossa ha come spalla un giovane ufficiale
francese, Hubert de la Pâte Feuilletée, che
lui chiama "doppio scalpo" riferendosi alla
parrucca incipriata usata all'epoca dagli
europei.
Pagina precedente:
Umpa-Pah e Umberto
di Gran Bigné, tratti
dalla copertina di
“Umpa-Pà il pellerossa”
dell’edizione spagnola
René Goscinny
e Albert Uderzo
Costantemente in guerra con la tribù
nemica dei Flatfeet (piedipiatti), le avventure di Umpa-Pah hanno ritmo, humor e
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trovate divertenti che ne decretarono l'uscita in edicola. Pubblicato in Francia sul
Giornale di Tin Tin a partire dal 2 aprile
1958, il nostro eroe fu protagonista di cinque racconti.
Umpa-Pah nella prima versione, poi accantonata
Sopra, l’aspetto definitivo di Umpa-Pah.
Sotto, studi per il personaggio di Hubert ed
altri comprimari
Il contemporaneo successo di Asterix,
però, costrinse la coppia Goscinny-Uderzo
a fare delle scelte, non avendo tempo e risorse da infondere in entrambe le pubblicazioni. Quale fu la scelta era fin troppo facile prevederlo: la notorietà ed il successo
quasi immediato del piccolo eroe gallico,
unitamente alla scarsa affermazione che
Umpa-Pah aveva presso i lettori (la rivista
monitorava costantemente il gradimento
dei suoi fumetti, e il pellerossa era all'undicesimo posto tra i characters) fecero si
che le avventure del cugino americano
cessarono con l'ultimo episodio pubblicato nel 1962.
In Italia le avventure di Umpa-Pah
furono pubblicate inzialmente sul Corriere dei Piccoli. Successivamente sono
usciti anche tre albi cartonati simili a quelli più conosciuti di Asterix, pubblicati da
Mondadori, che racchiudono l’intero arco
narrativo: il primo del 1998, presenta "Umpa-Pà il pellerossa" mentre il successivo,
del 1999, pubblica "Umpa-Pà sul sentiero
di guerra" e "Umpa-Pà contro i pirati".
Il terzo infine, uscito nel 2000, pubblica le restanti due storie, “Umpa-Pà in missione segreta” ed “Umpa-Pà contro Fegatospappolato”.
Una curiosità: tra la prima pubblicazione sul Corriere dei Piccoli e la successiva sugli albi della Mondadori sono stati
cambiati molti nomi dei personaggi: il
personaggio principale ha perso l'acca finale nel nome guadagnando un accento e
diventando Umpa-Pà, mentre la sua spalla, inizialmente chiamato Uberto di Gran
Bignè si è traformato nella traduzione di
Alba Avesini in Uberto de Pastafrolla. Anche la tribù è passata dall'essere quella dei
Selavahlava a quella dei Scì-Scì-va-bene.
Cronologia
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"Oumpah-pah le peau-rouge" (Oumpahpah il pellerossa, 1958) - Pubblicato su
Tintin (ed. belga) dal n.14 al 28 del 1958;
in Italia esce come "Umpah-Pah indianosuper", a puntate sul Corriere dei Piccoli
dal n. 37 al 46 del 1967; poi su volume
"Umpa-pà il pellerossa", edizione Mondadori, 1998.
Nella riga in alto: copertine di Tin Tin edizione belga con le
prime uscite delle avventure del personaggio.
Nella riga in basso: le copertine con le prime uscite italiane
sul Corriere dei Piccoli e l’allegato alla stessa rivista con
“Umpa-Pah in missione segreta”.
Oumpah–pah sur le sentier de la guerre (Oumpah-pah sul sentiero di guerra,
1958) - pubblicato su Tintin (ed. belga)
dal n.48 del 1958 al n. 21 del 1959; in Italia esce come "Umpah-Pah sul sentiero di
guerra", a puntate sul Corriere dei Piccoli
dal n. 47 del 1967 al n. 3 del 1968;
"Oumpah–pah et les pirates" (Oumpahpah e i pirati, 1959) - Pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n. 22 al 36 del 1959; in
Italia esce come "Umpah-Pah e i pirati" a
puntate sul Corriere dei Piccoli dal n. 29
al 35 del 1969; la seconda e la terza storia sono raccolte nel volume Mondadori
"Umpa-pà il pellerossa - volume 2", Mondandori, 1999.
"Oumpah–pah – Mission secrète" (Oum-
Albert Uderzo e una ampia
galleria di personaggi creati
anche da lui: si notano in
prima fila Asterix ed Obelix,
e subito dopo l’indiano
Umpa-Pah.
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pah-pah - missione segreta, 1960) - Pubblicato su Tintin (ed. belga) dal n. 39 al 47
del 1960; in Italia esce come "Umpah-pah
in missione segreta" in episodio completo,
come supplemento al Corriere dei Piccoli
n. 27 del 1970;
"Oumpah–pah contre Foie–malade"
(Oumpah-pah contro Fegato Malato,
1962), pubblicato su Tintin (ed. belga) dal
n. 12 del 1961 al n. 29 del 1962; in Italia
esce come "Umpah-pah contro Fegato in
disordine", come episodio completo sul
Corriere dei Piccoli n. 4 del 1970. La quarta e la quinta storia sono raccolte nel volume "Umpa-Pà il pellerossa - volume 3",
Mondadori, 2000.
In questa pagina:
I tre volumi cartonati pubblicati da Mondadori.
Dall’alto: “Umpa-pà il pellerosssa”, contenente l’omonimo episodio; “Umpa-Pà il
pellerossa - volume 2”, che
pubblica “Umpa-Pà sul sentiero di guerra” e “Umpa-Pà
contro i pirati”; “Umpa-Pà il
pellerossa - volume 3”, che
pubblica “Umpa-Pà in missione segreta” e “Umpa-Pà
contro Fegato Spappolato”.
© 2010 - 2014 - Vintage Comics
Nella pagina a fianco:
tavola di “Umpa-Pà contro
i pirati” pubblicata sul
Corriere dei Piccoli n. 35
del 1969
( fonti: Fondazione Franco Fossati - Museo del Fumetto e della comunicazione.)
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ANTEGUERRA
LA SERIE BIANCANEVE
DELLA EDIZIONI AUDACE
In un periodo nel quale la totalità dei diritti di pubblicazione del
materiale Walt Disney era in mano alla Mondadori, accadde un
fatto curioso.
Una piccola casa editrice che era sul mercato da appena due anni,
ebbe l’ardire di uscire nelle edicole con una miniserie pubblicante
materiale protetto da copyright Mondadori.
Era il Settembre del 1943, e l’intraprendente casa editrice era la
“neonata” Redazione Audace.
La casa editrice era diretta da Tea Bertasi, moglie di G.L.Bonelli, e per questo
motivo si firmava Tea Bonelli.
I quattro numeri usciti erano stampati
su carta semipatinata di grammatura bassissima.
La redazione Audace pubblicò una serie di albi orizzontali con materiale originale Disney, anche se in copertina o nelle pagine della serie, non viene mai fatta
menzione di questo.
I disegni sono comunque inconfondibili, e non possono essere ritenuti apocrifi.
La carta era di pessima qualità, come
spesso accadeva durante il periodo bellico,
anche se bisogna osservare che, a parità di
spessore, quella impiegata per le copertine
era abbastanza buona, mentre quella delle
pagine interne, estremamente scadente e
piena di lignina che la rende oggi fragile
e molto scura a prescindere dallo stato di
conservazione dell’albo.
La serie durò appena quattro numeri,
poi venne interrotta, anche se in quarta di
copertina dell’ultimo numero veniva annunciata l’uscita di almeno altri due albi:
- Biancaneve e i sette nani nel regno di
Re Severo.
- Biancaneve e i sette nani buoni contro i
sette nani cattivi.
Non è ben chiaro se la serie venne interrotta a causa dello scarso successo nelle edicole, o se la Mondadori fece valere i
suoi diritti con la Disney, fatto sta, che questi ultimi numeri non videro mai la luce.
Altra cosa da far notare prima di concludere la presentazone di questa breve e
atipica serie “Bonelliana”, sono i racconti
inseriti in seconda e in terza di copertina.
- Nel N°1 Il Principe Porcaro (di
G.C.Andersen).
- Nel N°2 I vestiti nuovi dell’Imperatore
(di G.C.Andersen).
- Nel N°3 L’Acciarino magico (di
G.C.Andersen).
- Nel N°4 La Principessa silenziosa (autore
anonimo).
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Nella pagina precedente:
la copertina e la quarta di
copertina del primo della serie.
Nelle pagine seguenti:
copertina e quarta di copertina
dei numeri due e tre.
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Sopra: la tavola di apertura del primo numero.
Note per il Collezionista:
Questa piccola serie Bonelli è abbastanza rara come dicevamo a causa della sua
bassa diffusione causata, credo, anche
del suo prezzo che nel ’43 non era certo
ridicolo, se consideriamo che i giornali di
tendenza come L’Avventuroso, L’Audace o
il Topolino avevano prezzi compresi tra i
60 Cent. e Una Lira.
Come dicevo, la serie è rara, perché esistente in pochi esemplari, e perché la carta
è molto povera e deperibile.
Per concludere possiamo notare che è una
serie ricercata sia dai collezionisti AudaceBonelliani sia da quelli Disney.
Fabio S.
Nella pagina precedente:
la copertina e la quarta di
copertina del quarto numero
della serie
DATI TECNICI DELLA SERIE.
Titolo della Collana: SERIE BIANCANEVE.
Casa Editrice: Redazione AUDACE.
Periodicità: Non indicata, ma si presume quindicinale.
Formato: Orizzontale 23,6 x 33, 5 i primi 2 numeri
24,2 x 33,7 mm il 3° e il 4°.
Foliazione: 8 pagine più copertina.
Stampa: Bicolore Nero /Rosso
Testi: Di autore Ignoto
Disegni: Di autore Ignoto
Copertine: Di autore Ignoto
Prezzo di copertina: Primo e secondo albo 10 L.
Terzo e quarto albo 12 L.
Titoli Pubblicati e date di uscita:
Biancaneve e il Mago solitario Settembre 1943
Biancaneve nel castello del Mago Settembre 1943
Biancaneve e i sette nani, Titì e Totò Ottobre 1943
Biancaneve e la fine del Mago solitario Ottobre 1943
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Quattro chiacchiere con
ALBERTO BECATTINI
Alberto Becattini è una delle figure di riferimento italiane ed
internazionali per quanto riguarda lo studio e la ricerca sugli
autori ed i fumetti Disney, ma non solo, estendendo i suoi interessi su tutto il campo dei “funny animals” statunitensi. Si occupa di
curare per i maggiori editori italiani le pubblicazioni delle serie
Disney “storiche”, come ha fatto ad esempio per la recente riproposizione integrale del Topolino di Gottfredson per il Corriere della
Sera. E’ autore di innumerevoli saggi ed articoli pubblicati su tutte
le maggiori riviste del settore.
In questa breve intervista abbiamo voluto trascendere un po’ dallo specifico Disney e conoscere un po’ di più la persona, provando
a tracciare se pur brevemente un ritratto che va al di la dello
storico e attiene più al collezionista.
VC: Immagino che ai fumetti si sia avvicinato da ragazzo, come quasi tutti noi.
Quando nasce la passione che trasforma
la semplice lettura in voglia di approfondire, capire, studiare il media fumetto?
B.: È accaduto abbastanza presto. Già a
10 anni circa stilavo le prime cronologie,
e inviavo lettere ai Fratelli Spada Editori
comunicando loro i nomi dei misteriosi disegnatori di Mandrake, l'Uomo Mascherato, ecc. Il bello è che me ne pubblicarono
almeno un paio…
Quali erano i fumetti che leggeva da
piccolo? Si è trovato la strada aperta da
una situazione familiare favorevole o si
è scontrato contro il luogo comune dei
"giornalini roba da fanciulli"?
Leggevo soprattutto "Topolino", "Almanacco Topolino" e "Albi della Rosa",
ma anche "Albi del Falco" (Nembo Kid),
"Picchiarello" e poi "Diabolik", "Kriminal",
"Satanik"… Fortunatamente nella mia famiglia si era sempre letto tanto, e mio padre da ragazzo era un accanito lettore di
fumetti. E' stato lui a farmi appassionare
ai fumetti avventurosi USA quali Mandrake, The Phantom, Flash Gordon… Ricordo ancora quando mi comprò il primo
"Gordon" Spada nel 1964, "Il razzo celeste
del Dottor Zarro"… Aveva una copertina
bellissima. Non ho mai pensato che i fumetti fossero "roba da ragazzini", anche se
non ho mai prestato grande attenzione ai
fumetti del "Corriere dei Piccoli", né - lo
confesso - a Jacovitti piuttosto che a Soldino, Trottolino, Geppo & Co. Questo
perché non sono mai stato particolarmente affascinato dal fumetto umoristico…
Fanno tuttavia eccezione i comics Disney e
in generale quelli tratti dai cartoni animati
(Bugs Bunny, Yogi Bear, The Flintstones).
Chissà perché… Dimenticavo: l'acquisto
di "S.O.S. Meteore" ("Classici dell'Auda-
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Alberto Becattini
Pagina precedente:
il cofanetto “I Disney
Italiani”, del quale
Becattini è coautore.
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cia"), ancora nel 1964, fu una vera e propria rivelazione… Ancor oggi considero le
avventure di Blake & Mortimer di Jacobs
tra i capolavori assoluti del fumetto.
Lei è senza dubbio uno dei massimi
esperti del mondo Disney e del mondo
"funny" americano, le bibliografie che riesce a stilare sono dei gioielli. Per poter
arrivare a questi risultati possiederà una
collezione di comics vastissima. Da quanto tempo ha iniziato a costruire la sua
biblioteca? È tutta su carta o usa anche i
supporti digitali? Mi incuriosisce anche il
sistema di classificazione, orientarsi non
deve essere una cosa semplice!
Alcune delle opere delle quali Becattini è autore o coautore: in
alto “Happy Birthday Mickey Mouse”, su Exploit Comics n. 45,
Firenze, G.A.F. dicembre 1988.
In basso “Romano Scarpa, un cartoonist italiano tra animazione
e fumetti”, Alessandro Distribuzioni, Bologna 1988. Qui Becattini
ha curato l’esaustiva cronologia dei fumetti
Colleziono fumetti pubblicati in Italia
dal 1960 o giù di lì, praticamente da quando ho imparato a leggere e scrivere. Inoltre colleziono comics americani dal novembre 1967… Il primo albo USA che ho
comperato era un numero di "The Brave
and the Bold" con Batman e Metamorpho.
Da allora non ho più smesso. Ho poi preso a collezionare sistematicamente gli albi
Disney USA e, più in generale, le testate
funny animal, dal 1970 o giù di lì. Oggi ho
qualche migliaio di comic books di quasi
tutte le case editrici, ma le mie preferite
restano Dell/Western, DC e Fiction House.
Ho pochissimo materiale su supporto digitale. Sono un vero e proprio "animale da
carta", non so farne a meno. Per quanto riguarda la schedatura, su computer ho messo in lista tutti gli albi, le riviste e i volumi
USA che ho, ma per il resto diciamo che
vado a memoria. In realtà, ricordo dove e
quando ho acquistato quasi tutti i fumetti
che possiedo.
Lei ha collaborato e collabora con
tante realtà dell'editoria fumettistica, e
non solo "di nicchia"; ho trovato notevoli i suoi contributi ad esempio nell'opera
dedicata a Gottfredson. È un impegno
notevole che richiede un ingente impegno
di risorse sia temporali che materiali. In
questa Italia all'apparenza così superficiale culturalmente, fatta di reality, veline e tronisti, questo lavoro sul fumetto
paga? E non solo economicamente...
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Vintage Comics Magazine
Se andiamo a paragonare le retribuzioni di sedicenti attori e intrattenitori TV
con quelle di noi "filologi del fumetto",
ovviamente non c'è confronto. Il lavoro su
Gottfredson è stato a dir poco monumentale e di conseguenza ben retribuito, ma in
generale il compenso è l'ultimo dei miei
pensieri. Questo non perché io sia ricco
(sono un insegnante di inglese nella scuola secondaria statale con il suo dignitoso
stipendio), ma perché pubblicare i miei
scritti è per me un sogno diventato realtà.
Ancor oggi che ho la bellezza di 56 anni, la
maggior parte delle mie collaborazioni è
resa a titolo gratuito.
Ricorda un articolo da lei scritto che le
costò particolare fatica?
Domanda difficile… Tutti gli articoli
che scrivo mi costano fatica, perché prima
della vera e propria stesura c'è la parte preparatoria, che può richiedere anche giorni di ricerche. È sempre faticoso scrivere,
sempre di più con l'età che avanza. Ci sono
poi dei giorni nei quali non ho né la forza, né la voglia di scrivere. Altri, invece, in
cui posso tirar giù anche 30 cartelle in un
colpo solo… Con questo, non voglio dire
che scrivere di fumetti sia un'arte, ma certo
è necessaria la giusta ispirazione. In realtà
diciamo che io gioco abbastanza sul sicuro,
perché di regola scrivo soltanto di quello
che mi piace e che conosco. Anche se a
volte devo fare i salti mortali per scrivere
di storie che mi ispirano poco o nulla…
Forse sono proprio quelli gli articoli più
faticosi, perché meno intriganti.
Da sinistra a destra
Leonardo Gori, Alberto
Becattini e Luca Boschi
presentano a Prato nel
2012 il cofanetto “I Disney
Italiani”
( foto di Manetti)
Negli anni Settanta Topolino aveva
tirature oggi fantascientifiche, come tanti altri titoli del periodo. Vi si trovavano
storie sceneggiate e disegnate dai grandi
Maestri, rubriche di approfondimento
scolastico, articoli di famosi giornalisti.
Oggi tutto questo è cambiato, un po' per
seguire l'evolversi del linguaggio giovanile, un po' forse per questioni di marketing
e politiche editoriali diverse della Disney
rispetto all'allora Mondadori.
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Al di la dei contenuti extra fumetto, si
può parlare di storie più banali e stereotipate oggi (una critica che leggo spesso su
vari interventi di commento nella Rete) o
è una diversa sensibilità di noi lettori più
"attempati" che ci allontana dai contenuti odierni?
Me lo sono chiesto spesso. Scherzando,
con i miei amici, dico sempre che per me il
fumetto è morto nel 1947, con la fine della Golden Age. Ovviamente non è vero (si
pensi ai formidabili EC horror comics degli
anni Cinquanta!). Riguardo alle storie Disney, è obiettivamente difficile, se non impossibile, esaltarsi per chi in pratica ha già
letto tutto il leggibile. In realtà qualcosa di
buono c'è (penso alle storie di Casty, per
esempio), ma certo il livello generale non
si è alzato. Non so esattamente a che cosa
questo sia dovuto… Forse è un fatto generazionale, un diverso approccio alla storia
e alla narrazione per immagini che non riesce più a intrigarmi… Credo che un buon
autore Disney dovrebbe avere una bella
memoria storica di quanto di buono è stato
fatto in passato, oltre che una conoscenza
approfondita dei personaggi e delle loro
idiosincrasie. Non trovo particolarmente
positivo snaturare i personaggi, ma d'altro
canto non è neppure positiva la banalizzazione a livello narrativo che emerge dalle
storie prodotte da Egmont. Per quanto utilizzino il Topolino in calzoni corti ed abbiano disegnatori formidabili quali César
Ferioli, il più delle volte le loro storie non
vanno a parare da nessuna parte.
Qual è stato, a suo giudizio, il periodo
migliore per i personaggi Disney in Italia?
Quale potrebbe essere la fascia temporale da recuperare per un collezionista che
non miri alla collana completa?
Alberto Becattini non si occupa solo del mondo Disney, ma
spazia anche in altri settori: qui sopra le copertine dei due
volumi “The Golden Age of Pin-Up Art”, pubblicati da Glittering
Images nel 1994
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Vintage Comics Magazine
Il periodo che va dalla metà degli anni
Cinquanta alla metà degli anni Sessanta,
credo. Ovvero, il periodo del massimo
splendore di maestri come Scarpa, Martina, Bottaro e Carpi. Questo sia dal punto
di vista grafico, sia da quello delle sceneggiature, che si erano liberate del provincialismo di quelle precedenti (con le dovute
eccezioni: vedi "L'Inferno di Topolino" e
altre Grandi Parodie), e dunque offrivano
un prodotto realmente valido a livello internazionale. Perché a un tempo attingeva
alla migliore tradizione Disney USA e riusciva ad essere originale. Credo, per esempio, che le storie di Chendi e Bottaro con
Pippo e Nocciola siano inarrivabili, così
come i thriller di Scarpa quali "L'unghia di
Kalì".
Oltre il mondo Disney, quali sono i fumetti che la appassionano?
Bè, in parte l'ho già detto… In generale, tutti i fumetti seriali avventurosi USA…
Flash Gordon, Mandrake, The Phantom,
Rip Kirby, Terry and the Pirates, Scorchy
Smith… I miei disegnatori preferiti restano Alex Raymond, Ray Moore, Noel Sickles e Dan Barry. Poi, ovviamente, adoro
i fumetti Disney… Gottfredson è il mio
dio personale, seguìto a ruota da Barks,
e poi Scarpa, Bottaro, Bradbury, Strobl,
Murry, Rosa… Ho anche una particolare
adorazione per il Bugs Bunny di Ralph
Heimdahl e per i Flintstones di Gene
Hazelton. Nell'ambito dei comic books,
Batman è da sempre il mio personaggio
preferito, mentre gli autori che prediligo
sono Alex Toth, Wally Wood, Dick Sprang,
Carmine Infantino, Reed Crandall, Will Eisner e poi Richard Corben, Mike Mignola,
Gary Gianni e Darwyn Cooke. Per quanto
riguarda il fumetto italiano, per me Magnus resta il più grande disegnatore di tutti i tempi. Ma adoro anche Pratt, Battaglia,
Paparella e tanti altri.
Oggi i grandi personaggi classici che
vanno per la maggiore nel collezionismo
sono Tex Willer, Diabolik, Topolino, che
riescono a spuntare comunque prezzi notevoli anche in periodi di crisi. Esistono
poi fiammate temporanee e bolle che si
sgonfiano da sole con personaggi di cui si
perde interesse nel volgere di poco tempo.
A suo giudizio quali saranno, tra i fumetti
di oggi, i classici di domani nel collezionismo?
Non saprei… Non leggo più molto, in
realtà, di quello che si produce oggi in Italia. Da quando Magnus e Pratt non ci sono
più, ho perso i miei punti di riferimento.
Detto questo, credo che il fumetto Disney
possa sopravvivere ancora a lungo… così
come Tex e Diabolik, che pure hanno una
tradizione e una valenza transgenerazionale tutta loro. Ma a parte questi "mostri
sacri", credo che in generale il fumetto dovrebbe sforzarsi di non soggiacere né alle
leggi del mercato, né ai presunti gusti dei
neolettori. Nel fumetto (a parte la crisi del
medium cartaceo in quanto tale) si è verificato un po' quello che è accaduto con la
televisione. Il livello si è abbassato, ma non
perché - almeno credo - lo volesse il pubblico. Almeno a partire dagli anni Ottanta,
la TV ha iniziato a veicolare non-valori e
a perdere la sua valenza culturale e divulgativa, oltre che genuinamente spettacolare. E così ha fatto il fumetto, che resta in
potenza un formidabile mezzo educativodivulgativo. Si è un po' avviluppato su se
stesso, disaffezionando il pubblico. Spesso
si cerca la novità fine a se stessa, si creano
storie che dopo essere state lette non la-
Vintage Comics Magazine
Il volume “Paralleli”
dedicato a Walt Disney,
curato per l’Editoriale
Domus nel 1992
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sciano niente, così come in TV si trasmettono programmi assolutamente insignificanti, di puro intrattenimento. Credo che gli
autori dovrebbero "studiare" di più, prima
di creare una storia… Il fumetto non è il
jazz, che può vivere di improvvisazione. Se
si cercasse di dare ai giovani un prodotto
intellettualmente stimolante, storicamente accurato, forse i giovani (o almeno una
parte di essi) si riaccosterebbero al fumetto. O forse no… Forse sono troppo presi
a chattare su Facebook… Forse i loro genitori sono troppo impegnati nel proprio
lavoro (se ancora ne hanno uno), e non
hanno né il tempo, né la voglia di "imprintare" positivamente i loro figli come hanno
fatto i miei con me…
Tra le ultime collaborazioni
importanti di Alberto
Becattini ci sono le collane
dedicate al mondo Disney che
ha curato per il Corriere della
Sera: “Topolino Story” (2005),
“Storia e gloria della dinastia
dei paperi” (2005) e “Gli anni
d’oro di Topolino” (2010)
22
Quali sono gli impegni futuri sui quali
sta lavorando?
Da qualche mese(1) sto lavorando a un
catalogo dei libri illustrati Disney in Italia.
Un'altra impresa titanica, che tuttavia mi
dà grande soddisfazione. Ci sono poi in
ponte altri progetti Disney, e altri ancora
Vintage Comics Magazine
che riguardano autori USA ai quali vorrei
dedicare una monografia…
C'è un sogno nel cassetto che ha come
studioso del fumetto? E quello invece del
collezionista?
Mi piacerebbe molto pubblicare un
libro sui grandi autori dei funny animals
americani, da Jack Bradbury a Gil Turner,
da Ken Hultgren a Harvey Eisenberg…
Oppure realizzare delle monografie su
alcuni di loro. Come collezionista, spero
sempre di trovare i pezzi che mi consentano di completare le mie raccolte, magari
(come capitava un tempo!) inaspettatamente, su una bancarella, a un prezzo assolutamente irrisorio. Un sogno, appunto.
(Ringrazio Alberto per la disponibilità e la
cortesia dimostrataci, e il nostro prezioso
amico Massimo Bonura per la collaborazione all'intervista)
In alto: il volume su Giovanbattista Carpi edito dalla
Comc Art nel 1995.
A fianco: ancora nel 1995 e
sempre per i tipi della Comic
Art Becattini cura “Disney
Comics - La storia, i personaggi: 1930-1995”
Note:
L’immagine di pagina 19 è presa dal sito “DIME
WEB - Quaderni Bonelliani”, A cura di Saverio
Ceri & Francesco Manetti, all’indirizzo http://
dimeweb.blogspot.it/2012/11/the-tuscan-bunchstrikes-back-i-disney.html
(1) - L’intervista è stata effettuata nel 2011. Poi il
volume è stato pubblicato, e si parla del cofanetto
“I Disney Italiani”, Nicola Pesce Editore, 2012.
Vintage Comics Magazine
23
24
Vintage Comics Magazine
LA CRONOLOGIA
I CLASSICI DI WALT
DISNEY 1A SERIE
Tra le varie pubblicazioni Disney di fine anni '50, ricordiamo sicuramente I classici di Walt Disney. La collana, conosciuta principalmente per la sua particolarità di avere prologhi che univano le
varie storie contenute, è riconosciuta anche per la sua fine bellezza
grafica. In questo articolo-guida tutto ciò che serve sapere per collezionare questa mitica collana.
La serie, nata nel '57 e terminata nel '76,
è costituita da 71 numeri e varie ristampe
e versioni. In teoria, gli albi erano venduti
in allegato ad altre famose pubblicazioni
Disney del periodo: Topolino “libretto”,
Almanacco Topolino e Gli albi di Topolino.
Si segnala anche il numero 68 (“Paperolimpiadi”) allegato, invece, ad “Imparo a leggere con Topolino”. Alcuni Classici di Walt
Disney 1a serie furono pubblicizzati anche
attraverso rari manifesti.
La serie ovviamente, ha due ristampe.
Il secondo, conosciuto anche come “Nerone”, ne possiede solo una, ma con una
particolarità: l'inserimento di un'ulteriore
storia a pag. 245. La suddetta storia è conosciuta in Italia come “Paperino e la lotteria del pianoforte”, ed è disegnata da
Jack Bradbury.
Del terzo numero, “Le grandi parodie
di Walt Disney”, esiste una ristampa e una
versione differente.
La prima è una vera ristampa, la seconda invece è una copia promozionale (ma
sempre al costo di 200 L.), distribuita attraverso la Standa.
Quest'ultimo, rarissimo, è privo di data,
anche se a noi collezionisti piace suppor-
re che sia dello stesso mese ed anno della
ristampa: Febbraio 1962. Inoltre presenta
questa dicitura, ormai famosa : “Edizione
speciale per i magazzini Standa”.
Il numero 6, “Il miliardo”, è un numero
abbastanza difficile da trovare in condizioni eccellenti. Infatti aveva una copertina
con una carta molto più leggera e fragile.
Il numero 9, “'Topolineide”, è primo ad
avere i cosidetti “bollini”, ossia i punti del
Club di Topolino da ritagliare.
Diffcili sono, oltre ai primi 7, i nn. 1011-16.
Per il n. 40, “Topolino estate”, si cambia
logo nella costina. Infatti esiste in due versioni: una più difficile da reperire, con il
vecchio logo - frutto della prima tiratura - e
una molto comune con il nuovo logo.
Con il n. 59, “Paperofollie”, inizia la serie numerata. Infatti fino a questo numero
possiamo fare le liste solo basandoci sulle
date scritte nel retro.
Con il n. 60, “Forza Topolino” si inizia
ad avere la pubblicità nel retro.
Sopra: la quarta di copertina
del terzo numero con la
scritta “Edizione speciale per i
magazzini Standa”.
Pagina precedente: le
copertine dei primi quattro
numeri della serie.
Piccole curiosità.
Altre piccole curiosità, presentate dall'
amico Danuota :
Vintage Comics Magazine
25
I numeri dal cinque al sette.
26
- I primi tre numeri originali e la prima ristampa del n. 1 e del n. 2, presentano la
copertina che sborda di alcuni mm (millimetri) rispetto all'albo.
- Il n. 25, “Paperino Bang”, non presenta
affatto in costa il logo ( W ), ed è diffcile
trovarlo perfetto.
- è difficile trovare, in condizioni perfette,
senza scritte e con bollino, oltre ai numeri sportivi, alcuni numeri con la copertina
gialla o bianca ( “Arcitopolino”)
- Nel n.44 (“Topolino Ciak”) e nel n. 47
(“Paperone Natale”) si possono trovare,
nel retro, due righette scure parallele. Ciò
è frutto di traccia delle rotative in fase di
stampa.
- La ristampa del n. 2, oltre a presentare la
storia di Bradbury, di 10 pagine, presenta
anche piccole diversità : in costa non vi è
il logo e nella copertina vi è scritto “Mondadori” al posto di “Arnoldo Mondadori
Editore”.
- Le prime stampe del n. 11 (“I classici di
Paperino”), erroneamente, riportarono un
errore di sovrapposizione dei vari passaggi
di colore, rendendo la copertina sfocata.
Furono messi in vendita, e sono molto difficili da trovare con tale errore.
- Secondo alcuni anche il n. 4 (“Paperino
alle olimpiadi”) avrebbe avuto una ristampa (agosto 1960), successiva di un mese
all'albo origiane (luglio 1960).
La Mondadori ha chiarito che si trattò
Vintage Comics Magazine
solo di un proseguimento di tiratura per
il successo delle vendite, e non quindi di
una ristampa.
- Con un accurato controllo si scoprì che
la prima ristampa del n. 3 e la sua ed. Standa sono della fine del '61 e non del febbraio del '62. Questo, nonostante che nel
retrocopertina della prima ristampa vi fosse scritta la data ''Febbraio 1962''. Quindi
ufficialmente sono di Febbraio ma...
Un ultima cosa : del n. 1 esiste anche
una versione, realizzata negli anni '80, che
presenta la dicitura “Upim”. Naturalmente
la “Upim” non ha fatto nessun accordo e
infatti non c'entra nulla. Ma questa versione fu realizzata da un tizio grazie a varie
tecniche di “restauro”. Questa versione
è, anche se non “originale”, molto rara, e
vale circa 500 Euro in condizioni ottime.
L'articolo termina qui. Grazie per averci seguito, sperando di suscitare il vostro
interesse verso questa bella collana!
Ringraziamenti:
Un grazie particolare va a Daniele, meglio conosciuto come “Danuota”, sue sono moltissime informazioni e due immagini.
Ringrazio anche il sito WWW.CollezionismoFumetti.com (e chi ha collaborato nel sito per info e
immagini) e Filippo Montalbano (alias il PdP del
forum del Papersera).
N° della
serie
1
1 rist.
2° rist.
2
1 rist.
3
1 rist.
ed. Standa (3)
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
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Titolo dell'albo
I Classici di Walt Disney
I Classici di Walt Disney
I Classici di Walt Disney
I Classici Moderni di Walt
Disney
I Classici Moderni di Walt
Disney
Le Grandi Parodie di Walt
Disney
Le Grandi Parodie di Walt
Disney
Le Grandi Parodie di Walt
Disney
Paperino alle Olimpiadi
I Gialli di Topolino
Il Miliardo
I Gialli di Paperino
Paperepopea
Topolineide
Superpaperissimo
I Classici di Paperino
Supergiallo di Topolino
Papershow
Topolinissimo
Trilogia di Paperino
Topolino alle Olimpiadi
Paperodissea
Arcitopolino
Paperoscope
Paperineide
Toposhow
Tutto Paperino
Il Trilione
Pronto... Topolino?!
Paperino Bang
Paperone '68
Paperino Cocktail
Topolino Olè
Paperone alle Olimpiadi
Paperino Natale
Paperino 7
Io, Topolino!
Paperallegria
Il Fantastiliardo
Paperi & Paperi
Topolino West
data
di
uscita
BN
(buono)
OT
(ottimo)
ED
(edicola)
I prezzi, in Euro,
sono puramente indicativi
dic-57
ott-59
set-61
dic-58
800
350
200
700
1.500
600
350
1.200
2.500
900
550
2.000
apr-60
350
600
900
dic-59
400
700
1.200
feb-62
200
400
600
feb-62
900
1.800
3.000
lug-60
dic-60
lug-61
dic-61
apr-62
lug-62
dic-62
apr-63
lug-63
dic-63
mar-64
lug-64
set-64
dic-64
apr-65
lug-65
dic-65
mar-66
lug-66
nov-66
mar-67
lug-67
nov-67
mar-68
giu-68
set-68
nov-68
mar-69
giu-69
set-69
dic-69
mar-70
giu-70
280
150
120
100
80
60
70
60
55
60
55
60
70
40
50
50
40
45
40
40
35
50
35
35
30
30
25
25
20
20
20
20
18
500
300
250
180
140
130
130
120
100
110
100
110
130
80
80
80
80
70
65
65
60
80
60
55
50
50
40
40
30
30
30
30
28
750
500
400
250
220
220
200
180
160
170
150
170
200
120
120
120
120
100
90
90
85
120
90
85
80
80
60
60
50
50
50
50
45
Vintage Comics Magazine
Numeri dall’otto al dieci.
27
in questa pagina:
le copertine dei
numeri dall’undici al
venticinque.
Nella pagina successiva:
i numeri dal ventisei al
trentadue
28
Vintage Comics Magazine
37
38
39
40 ( W )
40 (M)
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
Paperin Furioso
Il Grande Papero
I Magnifici Tre
Topolino Estate
Topolino Estate
Paperin Fracassa
Mondo Papero
Paperopoli
Topolino Ciak
Pippo alle Olimpiadi
Paperino Story
Paperone Natale
Paperino il Grande
Paperino Miliardario
Viva Topolino!
Paperavventure
Gran Gala di Paperone
Paperino Racconta...
Paperino ai Mondiali
Zio Paperone Mumble...
Mumble!
Supertopolino
Paperinik il Diabolico
Paperone il Magnifico
Paperofollie
Forza Topolino!
Paperone Festival
Topolino Big
Il Trionfo di Paperinik
Paperone: Missione Oro!
OK Paperino
Topolino '76
Tutti Paperi!
Paperolimpiadi
Topolino Super
Paperclan
Il Megapapero
set-70
dic-70
mar-71
giu-71
giu-71
set-71
dic-71
mar-72
giu-72
lug-72
set-72
dic-72
mar-73
giu-73
lug-73
set-73
dic-73
mar-74
mag-74
mag-74
25
18
20
45
10
10
10
10
10
12
9
9
9
9
8
8
8
8
11
7
40
28
30
90
20
20
20
20
20
24
16
16
16
16
12
12
12
12
18
11
60
45
50
150
30
30
30
30
30
35
24
24
24
24
20
20
20
20
25
18
lug-74
set-74
dic-74
feb-75
apr-75
giu-75
lug-75
set-75
nov-75
gen-76
mar-76
mag-76
giu-76
ago-76
set-76
nov-76
7
8
7
8
6
7
6
6
6
6
5
5
7
5
5
5
11
12
11
12
10
11
10
10
10
10
9
9
11
9
9
9
18
20
18
20
16
18
16
16
16
16
15
15
18
15
15
15
Vintage Comics Magazine
29
30
Vintage Comics Magazine
Vintage Comics Magazine
31
Nelle pagine precedenti:
i numeri dal trentatre al
sessantaquattro.
In questa pagina i volumi
dal sessantacinque al
settantuno, con il quale
si conclude la collana.
DATI TECNICI DELLA SERIE.
Titolo della Collana: CLASSICI DI WALT DISNEY - prima serie
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore, Milano.
Periodicità: aperiodico.
Formato: verticale, 12,5 x 18,8 cm i primi 3 numeri
12,3 x 18,7 cm i successivi.
Foliazione: 256 pagine più copertina.
Stampa: colori in quadricromia
Testi: Autori Vari
Disegni: Autori Vari
Copertine: Autori Vari
Prezzo di copertina: Lire 200 dall’1 al 12
lire 250 dal 13 al 24
Lire 300 dal 25 al 38
Lire 350 dal 39 al 46 (tranne il 45)
Lire 400 il 45 e dal 47 al 54
Lire 500 dal 55 al 71
Periodo di uscita: dal 10 dicembre 1957 (n. 1) al 21 novembre 1976 (n. 71)
32
Vintage Comics Magazine
Editoria
MARVEL CHRONICLE
Per la serie "Quando Mi Ci Metto Faccio Le Cose Come Si Deve",
ecco a noi MARVEL CHRONICLE (Marvel Italia, 352 pagine a colori,
45 euro), volumone celebrativo dei primi settanta anni della Casa
delle Idee.
Quasi un oggetto d'arredo, il libro di grande formato (38 x 28 cm) si presenta nel
suo contenitore rigido, un cofanetto/custodia in cartone pesante riproducente un
disegno di Jim Cheung che raffigura un po'
tutti i grandi personaggi Marvel con colori
brillanti ed una stampa di grande qualità.
Una volta aperto il cofanetto ci troviamo
di fronte al libro vero e proprio, ed a due
sorprese.
La prima è la presenza di una tasca, dietro il coperchio del cofanetto, nella quale
sono riposte due stampe del disegno di
Cheung di copertina, una a colori firmata
dall'autore ed una seconda in bianco/nero,
entrambe formato A4. L'altra sorpresa è la
copertina vera e propria del volume, che
ha la forma di una grande "M". Insomma,
il libro festeggia una ricorrenza importante
e si vede da questi piccoli particolari che la
Marvel ha voluto fare una cosa in grande,
curando davvero bene l'aspetto estetico
dell'oggetto.
Estratto il volume anche grazie alla piccola
linguetta di stoffa posizionata all'occorrenza, si inizia a sfogliare il tutto ed è qui che
comincia il bello.
Curato da tre esperti del fumetto americano, Peter Sanderson (storico e critico del
fumetto USA, autore di vari testi sull'universo Marvel), Tom Brevoort (Editor Marvel, con nomination all'Eisner Award) e
Tom DeFalco (autore storico Marvel, oltre
che per un periodo anche Editor in chief
per la Casa delle Idee), il libro si apre con
un intervento dell'onnipresente Stan Lee,
e si chiude con una postfazione di Joe Quesada. Ed inserite tra le parole del passato e
del presente della Marvel ci sono circa 350
pagine che illustrano la storia editoriale e
non di questa casa editrice partendo dal
1939, quando nel mese di ottobre Martin
Goodman pubblicò il numero uno della rivista Marvel Comics, sotto l'etichetta della
allora Timely Publications. I primi personaggi furono Ka-Zar, un tarzanide che ricalcava le orme del Tarzan di Borroughs,
Angel, un giustiziere che ebbe al suo attivo
un centinaio di episodi, ed un characters
Vintage Comics Magazine
Il cofanetto ed il suo contenuto:
il volume e le due stampe.
33
Una doppia pagina interna
34
le cui gesta sono arrivate fino a noi: SubMariner.
Tutta questa storia viene presentata con
articoli, richiami, illustrazioni e con due
pagine riproducenti altrettante tavole del
fumetto originale dell'epoca in cui Namor
fa la sua comparsa. Completano il quadro
informativo una breve scaletta che riporta
i principali accadimenti del 1939, che in
qualche modo si collegano all'evolversi
della storia della Marvel. Così leggiamo che
nel '39 scoppia la Seconda Guerra Mondiale, ma anche che in quell'anno si tiene a
New York il primo raduno di appassionati
di fantascienza, o che si gettano le basi per
lo studio dell'energia atomica, che tanto è
stata successivamente utilizzata da Lee per
giustificare la nascita dei suoi supereroi.
Come si capisce dal sottotitolo dell'opera
(La Storia Anno Per Anno), il tutto è presentato come se fosse una sorta di diario,
e si prosegue nella lettura del volume assistendo ogni due pagine al trascorrere di
un anno, ed alla nascita della prima Torcia
Umana, di Capita America, e così via.
Per ogni anno c'è un riassunto delle novità editoriali Marvel, e mese per mese una
presentazione degli eventi più importanti
del Marvel Universe. Il percorso è accompagnato da illustrazioni ben stampate e
da testi ben scritti e mai pesanti, brevi ma
esaustivi. Certamente il volume non può
(e sicuramente non vuole) essere una sorta di enciclopedia della Marvel, ma serve a
dare una buona conoscenza di quella che
Vintage Comics Magazine
è stata la storia e l'evoluzione della casa
editrice, ed in questo riesce più che bene.
Graficamente sono molto accattivanti le
doppie pagine riproducenti copertine o
poster delle pubblicazioni dell'epoca, e la
storia narrata anche se solo in superficie
scorre praticamente tutta la produzione
Marvel, dal Ka-Zar del 39 alla Secret Invasion di recentissima memoria. A chiudere
e rendere più fruibile il volume troviamo
un puntuale indice alfabetico che riporta
testate e personaggi.
Per ultima voglio citare la terza sorpresa
dell'opera, quella che mi ha colpito di più:
il prezzo. 45 euro non sono di certo pochi, ma pensare che ormai in Panini hanno
l'ardire di chiedere anche 18 euro per dei
100% che non valgono la carta su cui sono
stampati, e pensando anche ai prezzi di volumi simili, bisogna ammettere che per il
tipo di pubblicazione e per l'oggetto in se
il prezzo non è affatto alto.
Certo, l'acquisto del volume non è destinato ad un pubblico qualsiasi. E' un prodotto per chi inizia ad interessarsi della storia
dei fumetti, per chi vuole avere un riferimento di base per capire la provenienza
o i perché di personaggi e testate Marvel,
per chi vuole comunque avere in scaffale
un pezzo che sarà destinato a valutarsi nel
tempo.
Non è sicuramente un testo di approfondimento, non è un libro per storici incalliti,
non è insomma un trattato specialistico
per critici del fumetto, ma da quello che si
vede fin dal modo di presentarsi del volume questa è una cosa che si capisce subito.
Il libro è un modo divertente ed intelligente di festeggiare in modo adatto il passaggio di settanta primavere sui calendari della Marvel, e lo fa con allegria, con arguzia e
in modo interessante, e di sicuro non gli si
può chiedere di più.
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