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Anno 7 - n° 6 - Distribuzione Gratuita
ATTUALITA’
A
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
26 Marzo 2011
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
ph Franco Barbagallo
AMARE LA CITTA’
Un diritto civico - Un dovere morale
“Sei tu che fai la differenziata…”
PIANETA VENERE
Comuni facenti parte di
ACIAMBIENTE SpA ATO-CT2
Aci Castello
Aci S.Antonio
Aci Bonaccorsi
Aci Catena Acireale
Santa Venerina
Trecastagni Valverde
Viagrande
Zafferana Etnea
6 Aprile 2011
Decennale
Memorial Salvo Coniglio
S.M. Ammalati
Farmacia Cipriani
INAUGURAZIONE
AGENZIA
ZAFFERANA ETNEA
pag. 6
Convegno - 9 Aprile 2011
“Terme di Acireale
Associazione Arma Aereonautica
via Alliotta, 14 - Acireale
Scenari di sviluppo
e percorsi di riposizionamento”
Corso Umberto 130 Acireale
L’Unità d’Italia ad Aci-Reale
di Felice Saporita
26 Marzo - 3 Aprile 2011
Mostra Statica di Aereomodelli
pag. 4
Sala Conferenze Credito Siciliano - via Sclafani
pag. 6
2 Sabato 26 Marzo 2011
AKIS
La rete del volontariato “Percorsi di legalità” parte da Acireale
con la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia”
Parte da Acireale, con la “Giornata della memoria
e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia”,
la rete del volontariato “Percorsi di legalità”,
sostenuta dal Centro di Servizio per il volontariato etneo, che vede come capofila l’associazione
Adromeda, come partner il Comune di Acireale,
insieme con la cooperativa sociale “Beppe
Montana”, e come componenti le associazioni
Dreams di Acireale, Ambiente e Salute di
Siracusa, Agesci di Catenanuova, Rangers
Trinacria di Comiso, S. Vincenzo de’ Paoli Conferenza San Francesco di Sales di Acireale.
La prima azione della rete è stata la celebrazione
della “Giornata della memoria e dell’impegno in
ricordo delle vittime della mafia”, con, al Palazzo
di città, la firma di un “protocollo della legalità” da
parte dei sindaci dei Comuni coinvolti e la veglia
in ricordo delle vittime della mafia e la cena della
legalità con i prodotti di Libera. «Il Csve – afferma il direttore Sonia Longo – ha maturato nel
tempo la consapevolezza dell’importanza delle
reti associative. Ad Acireale prosegue quindi un
percorso con la rete che coinvolge sei associa-
zioni di quattro province diverse, accomunate dall’impegno per la legalità». «È un percorso che è
cresciuto nel tempo – aggiunge Salvo Raffa, referente della rete – allargandosi alle istituzioni e alle
scuole». Con il protocollo di legalità, poi, come
spiega l’assessore ai Rapporti con il volontariato
Nives Leonardi, «i sindaci si assumeranno l’impegno di portare avanti iniziative concrete per la diffusione della cultura della legalità. Ma questa sarà
solo la prima di una serie di iniziative che culmineranno nella festa del 2 giugno». «Positiva ed
efficace la collaborazione con le scuole e con le
forze dell’ordine», secondo il sindaco Nino
Garozzo, come pure «la scelta di calare gli impegni per la legalità, che non dovranno rimanere
sulla carta, nella realtà territoriale di ogni soggetto coinvolto nella rete». Notazione non solo grafica, l’iniziativa della rete si è svolta sotto l’insegna
del 150° dell’Unità nazionale, a sottolineare,
come precisa Gabriele Sorace, responsabile
Formazione del Csve, citando don Luigi Ciotti,
che «il primo testo antimafia è la nostra
Costituzione».
Un tuffo nel passato con tanta, tanta nostalgia ( ed un po’ di tristezza?) per quello che
era l’Acireale del tempo che fu. Un Amarcord che alcuni amici tifosi hanno “velocemente” organizzato sfruttando la presenza di alcune vecchie glorie. Classica la fotografia di gruppo che ha voluto ricordare i compagni di tante battaglie che, forse,
ahimè, non torneranno più! ph Nuccia Leotta
L’Associazione Culturale e Sportiva “Notti Magiche”, assieme all’Associazione Nazionale Carabinieri sezione
Guardia-Mangano e alla Parrocchia, ha organizzato a Guardia la tradizionale Festa di San Giuseppe che, di anno
in anno, non solo è divenuta un momento di aggregazione per tutti gli abitanti, ma si è arricchita di iniziative collaterali, finalizzate a trasferire la “memoria storica” di una tradizione popolare locale, che si intreccia tra fede e tradizione. Gite, mostre fotografiche, il pranzo di San Giuseppe, bande musicali, sfilata d’auto e moto d’epoca, giochi
per bambini ed il tradizionale pranzo “Pasta e Ceci”.i soino stati i vari momenti aggregativi che gli ottimi organizzatori hanno proposto.
Nell’ambito delle celebrazioni per la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Liceo
Scientifico Linguistico “Archimede” ha organizzato una serie di incontri, rivolti agli Studenti, riguardanti il dibattito storiografico e i connessi problemi ancora aperti.
Questi i temi affrontati:
• I protagonisti del dibattito risorgimentale – Docente: prof.ssa Teresa Vespucci
• Italia, “Bella e perduta” – Docente: prof.ssa Piera Cariola
• I cattolici nel processo risorgimentale – Docente: prof.,ssa Marinella Sciuto
• La questione meridionale: le masse meridionali dal sanfedismo al brigantaggio
Docente: prof.ssa Paola Lizzio
• Garibaldi e la rivoluzione del 1860 – Docente: prof.ssa Elena Faraci
Puntuali e ricchi i riferimenti bibliografici nello spirito di una ricerca storico-comparata che rifugge da ogni posizione
di chiusura pregiudiziale. Il Preside Lorenzo Marotta donerà agli Studenti un libretto, dove vengono ricordati e sottolineati i dodici principi fondamentali della Costituzione italiana. Principi il cui valore civile, morale e culturale si ritiene sia fondamentale.
FIAT LUX
Un altro tassello è stato aggiunto all’impianto di illuminazione pubblica che interessa la provinciale 125 (territorio di
AciCatena, Aci S.Antonio e Valverde)
Qualche politico che ha curato la realizzazione (l’assessore provinciale Ascenzio
Maesano assieme al consigliere Nello
Cutuli) e tanti abitanti della porzione di strada che è stata attivata e fine, quindi, delle
lamentele che ogni giorno, causa il buio,
venivano profferite dai residenti. Una promessa mantenuta quella di Cutuli che
aveva promesso di realizzare l’opera in
questione entro due anni.. . .
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Il Bosco di Aci
Campionati di Società - Corsa Campestre anno 2011
Rappresenta una delle peculiarità del territorio acese e
può rappresentare una di quelle realtà in grado di
determinare un rilancio economico sul territorio che
coniuga la tutela del paesaggio con lo sviluppo del turismo ambientale. Sono stati decenni di battaglie da
parte dei comunisti del territorio (Salvatore Ferrara e
Si è svolta a Regalbuto, nello splendido scenario del
lago di Pozzillo, la gara regionale a squadre di cross per
la selezione delle società sportive aventi titolo a partecipare al Campionato Nazionale di Società di Corsa
Campestre. L’ “Atletica Virtus Acireale” nella categoria
allievi si è aggiudicata il secondo posto, dietro la fortissima squadra del “Cus Palermo”, grazie al sesto posto di
Andrea Giuseppe Sciacca, al quattordicesimo di Giorgio
De Cristoforo, al diciassettesimo di Alessio Custorella e
al ventiduesimo di Giovanni Giardina. Assente per motivi di salute Giovanni Arena. Mentre nella categoria allieve il sodalizio sportivo si è classificato al 4° posto grazie
alla prestazione di Caterina Florio (6ª ), Letizia Leotta
Salvo Scuderi già rispettivamente consigliere comunale
santantonese e consigliere provinciale) che hanno
scongiurato operazioni di cementificazione di un area
che un tempo si estendeva per oltre 30 km e lambiva i
comuni di Giarre e Mascali e che oggi, seppur ridotta
notevolmente, rappresenta uno dei più estesi parchi
sub-urbani del meridione d’Italia. Una superficie infatti
di 78 ettari che la Provincia regionale di Catania ha
provveduto ad adeguare recuperando le Case
Boscarino e rendendo praticabili le stradelle poderali
ideali per passeggiate , giri in bici e quant’altro.
Dal 2008, data dell’insediamento del consiglio provinciale, ho seguito l’iter dell’aggiudicazione e della realizzazione dei lavori e oggi siamo pronti per rivedere
“aperto” il luogo per eccellenza delle gite fuori porta dei
cittadini delle Aci e non solo. Eppure non sembrano
essere tanti gli input che segneranno l’inizio delle attività cui il Bosco si presta. Sembrano mancare infatti
idee e i silenzi degli assessori al ramo dell’amministrazione Castiglione rischiano di compromettere non solo
quanto è stato sin ora realizzato ma di essere propedeutici all’ennesimo atteggiamento di distacco,consolidato, tra un territorio intero e chi sul territorio poi detiene la “proprietà”del bene. Abbiamo assistito già in passato a lavate di mano da parte della provincia su riserve e zone protette dell’acese che hanno poi determinato gestioni e indirizzi che hanno allontanato di fatto chi
vive nel territorio dal territorio stesso.
Vorremmo evitare che ciò si verifichi nuovamente e
congiuntamente all’appello che rivolgeremo da subito al
Presidente della provincia ci rivolgiamo alle istituzioni
del territorio interessato (comune di Aci S. Antonio in
primis) , alle associazioni ambientaliste,alle scuole e ai
cittadini affinchè si apra un dibattito sulle modalità e le
forme gestionali nonché sulle attività per il territorio e su
quelle che dal territorio daranno linfa e vita al ritrovato
Bosco di Aci.
Il Consigliere Antonio Tomarchio
TERRE DI ACI VISITA L’ARTIGIANA ORGANI
L’Associazione “Terre di Aci”, nell’ambito del progetto
che prevede la valorizzazione delle più significative
realtà imprenditoriali del territorio delle Aci, ha organizzato una interessante visita all’importante azienda
“Artigiana Organi” di Aci S. Antonio.L’iniziativa ha trovato un significativo riscontro, visto che in molti vi
hanno partecipato con entusiasmo.Grazie alla cordiale
accoglienza dei sig.ri Oliveri, proprietari dell’azienda, è
stato possibile apprezzare tutte le varie fasi di restauro, progettazione ed esecuzione degli organi a canne,
essendo presenti in laboratorio circa trenta strumenti di
pregio, provenienti da tutta la Sicilia e non solo, la cui
mole varia dai 6 ai 55 registri e la cui collocazione storica va dalla seconda metà del XVI sec. al
1920.L’Artigiana Organi, nata nel 1980, ha il vanto di
essere una delle pochissime imprese che ricostruisce
artigianalmente le placcature di osso per le tastiere ed
esegue nel proprio laboratorio di restauro, con materiali originali, tutte le operazioni inerenti il restauro dell’organo. Il Direttore tecnico, Francesco Oliveri, ha
anche dato una piccola dimostrazione inerente il
restauro di una canna semi distrutta dal tempo e dai
topi, che in breve tempo è tornata a
suonare.L’Associazione ritiene importante, se non fondamentale, sollevare la conoscenza nella collettività di
così importanti realtà imprenditoriali che costituiscono
un vanto per il nostro territorio e da cui non possiamo
prescindere per la crescita economica e turistica del
nostro hinterland.L’associazione, nella persona del
presidente, Avv. Carmelo Sardella, rilevate le difficoltà
viarie di collegamento per raggiungere l’importante
fabbrica di organi, sita in un’angusta via sterrata a
cavallo tra i territori di Acireale e Aci S. Antonio, facendosi portavoce delle istanze sollevate dai proprietari
della fabbrica, sollecita le amministrazioni interessate
a una stretta sinergia e ad una fattiva cooperazione,
affinchè si renda più fruibile la via di collegamento alla
suddetta fabbrica. I comuni del nostro territorio non
possono guardare allo sviluppo dello stesso senza
prestare attenzione alle sue più importanti realtà produttive. I titolari dell’azienda sono, infatti, portatori di un
importante patrimonio storico e artistico che merita di
essere meglio conosciuto e valorizzato.L’Associazione
“Terre di Aci”, tra le sue numerose iniziative in programma, rimanda l’appuntamento ad una prossima
visita di un’altra importante azienda delle terre di Aci.
Veronica Russo
(14ª), Rossella Pulvirenti (15ª). Da segnalare inoltre la
splendida prestazione del giovanissimo atleta della
Virtus Acireale Sebastiano Privitera (anno 2001) che si è
classificato primo nella categoria esordienti “A maschile”
metri 600. Si è svolta , inoltre,
a San Giorgio su
Legnano (Mi) la finale dei campionati di società di corsa
campestre 2011. Oltre 1400 gli atleti partecipanti da tutte
le parti d'Italia. L’Atletica Virtus Acireale, al suo primo
esordio in un campionato nazionale, è riuscita a piazzarsi al 31° posto grazie alle belle prove di Sciacca (69°),
Arena (89°) e Custorella (136°); insieme gli altri compagni De Cristofaro (166°) e Giardina (183°).
Convegno della DC
Un lungo intervento telefonico del presidente del Consiglio
dei ministri, Silvio Berlusconi, durato quasi un quarto d’ora e
più volte interrotto da applausi, ha costituito il momento centrale del convegno organizzato a Catania dalla Democrazia
Cristiana sul tema:“Centro storico d’Italia. Il futuro ha una
lunga storia”. I lavori, al quale ha presenziato il segretario
nazionale del partito, Giuseppe Pizza, sono stati introdotti dai
saluti di Stefano Finocchiaro e Ninni Pisano, rispettivamente
segretari provinciale e regionale, e di Marco Romano, com-
ponente l’ufficio politico centrale della Democrazia Cristiana.
Particolarmente apprezzato l’intervento del presidente della
Provincia, on. Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale
del Pdl, il quale ha sottolineato l’atteggiamento leale tenuto
dalla Democrazia Cristiana in tutte le sedi. Sullo stesso concetto ha posto l’accento pure il presidente Berlusconi che,
poi, si è soffermato sull’azione di governo intrapresa su più
fronti. Il segretario nazionale Giuseppe Pizza, che dello stesso Governo fa parte nella qualità di sottosegretario
all’Istruzione, ha ringraziato il presidente Berlusconi e, poi,
con specifico riferimento al suo legame con il territorio catanese, ha ricordato di avere compiuto una parte dei propri
studi nel “Collegio Capizzi” di Bronte e che dello stesso centro etneo è pure cittadino onorario. A seguire gli interventi di
quadri dirigenti, iscritti e simpatizzanti democristiani della provincia etnea che hanno dibattuto su problematiche legate alla
territorialità isolana. Significative le testimonianze di
Giuseppe Finocchiaro, Valeria Finocchiaro e Graziella Duca
Arcuri. *Nella foto, da sinistra, Ninni Pisano, Stefano
Finocchiaro, Giuseppe Pizza, Marco Romano***
AKIS
Sabato 26 Marzo 2011
LA LIBRERIA DI AKIS
L’architettura unitaria
Un libro su Lavina l’ultimo lavoro di Stefano Di Stefano
La conferenza su l’architettura unitaria,oggi , di Ivan
Castrogiovanni alla biblioteca Zelantea è stata definita
dal presidente Giuseppe Contarino che l’ha introdotta e
conclusa “ una delle più brillanti fin qui tenute”. Contarino
ha messo in evidenza il solido curriculum dell’architetto
(autore della Piazza I Vicerè di Catania) non coronato,
certo non per sua volontà, da opere realizzate in
Acireale. Il presidente ha anche stigmatizzato lo stato di
derelizione dell’urbanistica e dell’architettura in Acireale,
che non merita certo questo dopo essere stata centro di
riferimento per molti comuni siciliani e in certo senso
anche per Catania. La conferenza ha preso le mosse
dall’ interrogativo se l’architettura italiana sia unitaria o
meno. E Castrogiovanni, ricordando anche gli sforzi
generosi fatti da una pattuglia di architetti e ingegneri
acesi a metà degli anni ’80 ospitando qui Leonardo
Benevolo e, dopo, Paolo Portoghesi per dar vita a un
vero Piano regolatore generale, sogno non realizzatosi
per l’ abbandono di tutto da parte delle amministrazioni
succedutesi, quindi organizzando nel 1986 una rassegna di liberi progetti di 23 professionisti che fece definire Acireale dal Corriere della Sera “la piccola Atene tra
gli agrumeti” , ha dimostrato, anche con immagini proittate, che nel bene e nel male l’architettura italiana è
una, dall’incomprensibile museo dei Mille a Marsala,
rimasto come un rottame sulla spiaggia, ai volumi dietro
al Teatro alla Scala di Milano di Botta, rifiniti ma inespressivi, agli splendidi Teatro e Albergo Maugeri, opere
degli anni 50 di Mariano Grassi che dimostrano la circolazione e il travaso delle idee tra metropoli e centri minori in Italia. L’architetto, sempre attento a non stancare
troppo l’uditorio composto per buona parte da giovani
(sacrificando anche parti importanti del testo che aveva
preparato), ha poi fatto una utile dissertazione sull’importanza dell’estetica come guida dell’architettura che
verrà. Partendo da Perrault e citando Gadamer, Garroni,
il catanese Frazzetto e Salvatore Settis col suo “ Futuro
del classico” e dimostrando che finora Croce resta insuperato quando ribadisce che l’arte, e quindi l’architetttura, resta elaborazione,costruzione,disegno,colore e pla-
All’età di 75 anni ci ha lasciati lo scorso 25 febbraio Stefano Di Stefano, per gli amici (e ne
aveva tanti) “Nuccio”. Di Stefano, autentico galantuomo d’altri tempi, è stato un apprezzato storico, capace di studiare i fenomeni che si sono verificati nel tempo, specie nella
“sua” Aci Bonaccorsi, con il giusto rigore nella lettura dei documenti, sempre interpretati
con la doverosa critica storica. Amante della Storia Patria (Storia anch’essa con la S maiuscola), non si isolò solo nei territori a Lui più cari, ma fu capace di “leggere” gli accadimenti locali inquadrandoli nel periodo, nelle mode, nei costumi allora in voga e negli eventi di portata generale. Certamente questo suo metodo di lavoro, portato avanti solo per
passione, lo maturò frequentando il corso biennale di specializzazione in Archivistica, Paleografia e Diplomatica nella scuola
dell’Archivio di Stato di Palermo, dove conseguì il relativo diploma.
Continuò pertanto l’attività di ricerca di documenti originali e delle
fonti bibliografiche presso i vari archivi e lavorò anche al riordino dell’archivio storico del
Comune di Aci Bonaccorsi. Studente al glorioso Liceo Classico “Gulli e Pennisi”, lì apprese
l’interesse per la studio della Storia, come Egli ha costantemente affermato nei suoi scritti;
specificatamente scrisse che doveva “il primo seme della passione per la Storia al compianto Prof. Giuseppe Cavicchi, mio venerato Maestro nel Liceo Gulli e Pennisi di Acireale”.
Certamente commuove questo ricordo per il suo antico professore dopo oltre mezzo secolo.
Essendo peraltro il Cavicchi mio nonno, mi ha sempre testimoniato il suo affetto ed il suo
venerato ricordo; e di questo gliene sarò sempre grato. L’ultimo suo libro, da poco edito dalla
Pro Loco di Aci Bonaccorsi con il patrocinio della Provincia Regionale di Catania e del
Comune di Aci Bonaccorsi, si intitola “Lavina Pietre e Anime – 600 anni di storia sulla lava
del 1408”. Si tratta di un volume che racchiude almeno quindici anni di studio intenso. Nella
presentazione il giornalista Carmelo Di Mauro afferma come generalmente nessuno dà
importanza alle pietre, alle quali il Di Stefano dà un valore emblematico, “perché le pietre
fanno la storia parallelamente alle anime”. Abbiamo quindi una rilettura diversa della storia,
partendo anche dalle cose, non solo dalle anime (persone), le quali seicento anni fa erano
“terrorizzate dal terremoto e dalle pietre di fuoco che avanzano verso le loro case; poi con le
anime oranti ai piedi di una edicola costruita con le stesse pietre tiepide della lava; e poi con le pietre di una cappelluzza che, dopo essere state una calamita per le anime, si sfasciano per contribuire alla costruzione di una nuova
chiesa; e poi ancora le anime che cantano in gioiosa processione dietro una “ritrovata” immagine della Madonna
dipinta su una pietra; e quindi le pietre di nuove case che fanno la guerra alle pietre di un cimitero posto e le anime
che si fanno la guerra tra loro con le pietre che diventeranno due chiese, e poi le stesse pietre continueranno ad
essere, più di prima, Santuario e luogo d’incontri”. Di Stefano esaustivamente racconta, rileggendole, le vicende della
piccola borgata di Lavina, divisa tra i comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio e Viagrande, dalla sua origine ai
nostri giorni, narra la nascita della chiesa attorno alla quale si sviluppa il borgo, le contraddizioni e le divergenze
intercorse nella vita paesana. Nella parte finale dell’opera trova spazio una ricca appendice con la riproduzione di
documenti. Tra le pubblicazioni del Di Stefano, oltre a numerosi saggi, abbiamo il libro “Bonaccursi – un antico quartiere di Jaci nella storia dalle origini al secolo XVII”, edito nel 2005. A quel libro doveva succederne un secondo al
quale il Di Stefano forse stesse già lavorando e che spero, se così fosse, che i familiari un giorno vorranno pubblicare.
Rodolfo Puglisi
smazione , ha puntato al suo grande progetto del 1991
di Piazza Indirizzo e Villa Belvedere di Acireale, rivisitato con un filmato girato nel suo studio quando il plastico
era in fase di completamento, concepiti come un luogo
unico, un’estensione del parco fino a mettere i cancelli
d’ingresso in Corso Umberto , un complesso verde e
monumentale all’interno dove troverebbe spazio anche
un edificio ex novo per la mostra perpetua del monetario
Floristella, sacrosanta proprietà degli acesi , che giace
tuttora, non si sa se completo, nei caveau del museo
archeologico di Siracusa. L’architetto ha infine , avvalendosi delle foto scattate da una sua alunna del Liceo
Artistico di Acireale, mostrato le tristi condizioni in cui
versa una bella scultura-fontana di fine Settecento
attualmente nel Giardino pubblico che il barone Nicolosi
(era presente tra il pubblico Paolo Nicolosi, discendente
di quella nobile famiglia, già sindaco di Acireale) donò a
metà Ottocento alla città e da cui sgorgò la prima acqua
potabile corrente. Il presidente dell’Ordine degli
Architetti, Luigi Longhitano, ha portato i suoi saluti ribadendo l’importanza dei concorsi di progettazione. E’
intervenuto con alcune puntuali considerazioni sull’architettura acese anche il vicepresidente degli Zelanti ing.
Aldo Scaccianoce che si è unito all’oratore nell’auspicare una ripresa dell’importanza del progetto e della difesa
del territorio, da troppo tempo senza idee chiare e
degne della sua storia.
I.C.
ASTAR 107:
Nave interstellare per
lunghe
distanze.
Autonomia : illimitata. (
motori fotonici che carpiscono energia dalla
luce stellare). Persone
di equipaggio attivo: 1.
Possibilità di automazione:
Assoluta.
Comando elettronico:
Consul 3. La terza
generazione
dei
Consul rappresentava
la perfezione. Le sue
possibilità
infinite.
Capacità di autoprogrammazione massima, con possibilità di
annullare le decisioni
umane. Presenza umana a bordo solo in funzione
di un prograzmma di studio sulle reazioni psicofisiche suscitate nell'uomo in viaggi di enorme distanza. Almeno questa era la versione ufficiale.......
PRESENTAZIONE DEL VOLUME "VALVERDE" DEL PROF. MATTEO DONATO
In occasione del 60 anniversario della
costituzione del comune di Valverde, si è
svolta presso il salone di Villa Silvia -- la
presentazione della riedizione del volume
del
prof.
Matteo
Donato
"Valverde".All'incontro hanno partecipato
il presidente dei senatori dell'Udc
Gianpiero D'Alia, il sindaco di Valverde
Angelo Spina (a sx) ed il suo v.sindaco
Giuseppe Torrisi (a dx) e l'autore del volume, il prof. Matteo Donato (al centro). A
coordinare i lavori il prof. Alfonso Sciacca
(foto sotto). Un numeroso pubblico ha
seguito l’incontro. Ecco quanto dichiarato dall’autore : “Si deve alle affettuose insistenze del vice sindaco Giusppe
Torrisi se questo “Valverde” vede la
luce in occasione del 60° anniversario
della costituzione del comune. Anche
se si tratta della ristampa del volume pubblicato nel 1990, la rivisitazione del testo
ha comportato un impegno assiduo e grande attenzione, considerato l‘inevitabile
aggiornamento di tutti dati fino al presente. Rispetto al totale delle mie pubblicazioni,oggi il numero degli scritti su Valverde è divenuto certamente rilevante questo, però, non ha significato un abbassamento della guardia,ma una strenua vigilanza per evitare di incorrere in sempre possibili errori,sviste o omissioni”.
Nell'antichità, in Sicilia, quasi tutte le città furono governate con metodi assolutistici.
Ogni città solitamente aveva un padrone: Gela fu governata da
Cleandro ed Ippocrate, fratelli che governavano l'uno dopo l'altro, con diversa sorte, il primo governò male e fu ucciso da un tal
Sabillo (A 500 a. C.). Il secondo fu prode guerriero e impose il
suo dominio in molte altre città fra cui Nasso, Leonzio e Callipoli
e anche Canlerina, grazie alla sconfitta dei S iracusani. Falaride
invece fu tiranno di Agrigento (A 536 a.c.), famoso per il toro di
bronzo, nel quale, chiuso l'infelice destinato al supplizio, veniva
bruciato dal sottoposto fuoco, le cui lamentevoli voci somigliavano al muggito del toro. Il primo a sperimentarlo fu un ateniese,
Perillo, artefice del tremendo strumento, che ne aveva fatto dono
a Falaride. Aveva altri egregie doti Falaride. Era un valoroso che
aveva vinto tutte le guerre contro i Siculi. La sua città, Agrigento,
sotto la sua dominazione, acquistò potenza e ricchezza. Gli intellettuali del tempo, tra cui Pitagora, furono da lui accolti e remunerati. Fu, qualche volta, generoso anche con i suoi avversari.
Un tal Menalippo aveva deliberato di uccidere il tiranno e aveva
cercato un sicario tramite l'amico Caritone. Questi non volle svelare a nessuno l'arcano; egli stesso, nascosto sotto le vesti un
pugnale, si recò al palazzo di Falaride, per attentare alla sua vita.
Scoperto dalle guardie, fu sottoposto al supplizio per rivelare i
complici; sopportò il supplizio, senza rivelare niente. Sarebbe
certamente morto a seguito dei supplizi che naturalmente continuavano, quando Menalippo si presentò a Falaride accusandosi di essere il mandante. Falaride di fronte al pentimento di
Menalippo e al suo coraggio, li graziò tutti e due col solo obbligo
che abbandonassero la città. Come notate Falaride era capace
di tutto, ma non è bastato: fu messo a morte dagli agrigentini (A
508 a. C.), probabilmente per una ordita congiura, ma anche per
la contraddizione in cui di fatto viveva, comune a tutti i tiranni di ieri e di oggi. Camillo Barbagallo
Recentemente, nel salone del Collegio Sacro Cuore di Gesù, in occasione di una manifestazione dedicata alla
donna, relatrici gli avv.ti.Anna Ruggieri ed Antonella Fede Maci, ho avuto un gradito incontro con la prof.ssa
Matilde Reitano, moglie della buonanima del mio collega Carmelo Modica, morto in un incidente con il trattore mentre lavorava in una sua tenuta della Piana di Catania e mamma del prof. Luciano R della Normale di
Pisa e Senatore della repubblica. La prof.ssa Matilde mi chiese del perché non mi aveva più visto allo
Spedalieri per le conferenze mensili. Ho risposto che normalmente accompagnavo il prof. Antonio Pagano
che era stato docente nello stesso istituto. “Se lei continua a venire il collega Antonio sarà presente spiritualmente e le colleghe saranno contente così come lo erano quando veniva Antonio”. Queste parole mi
hanno commosso e, quindi, mi propongo di accogliere l’invito. Mentre parlavo avevo alcuni fogli tra i quali
un articolo scritto dalla buonanima di Antonio su l’on.le Giuseppe Caltabiano “un padrino dello Statuto
Siciliano” (pubblicato su il Gazzettino di Giarre). Ho pensato che sarebbe una dimostrazione dell’affetto che
molti abbiamo per l’amico scomparso se nel nostro Akis fosse pubblicato
Antonino Arcidiacono
Occasione presa al volo che Turi Consoli non si fa proprio scappare. Il testo viene riprodotto integralmente.
Il 26 luglio 1976 dall’Ufficio Postale di Maletto partì un
telegramma indirizzato a Pancrazio De Pasquale,
Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana . Mittente
Giuseppe Caltabiano che esprimeva la sua immensa
gioia per la sollecitazione fatta da De Pasquale, alla presenza del Capo dello Stato e del Consiglio di Presidenza
dell’Assemblea, perché si attuasse in pieno lo Statuto.
La notizia del lieto
evento era giunta come
lo squillo argentino di
una campana a festa
dopo tanto silenzio
foriero di incertezze e
di timori. La Magna
Charta aveva bisogno
di custodi, quanto mai
responsabili.
Uomo
probo e consapevole, il
presidente
dell’ARS
aveva parlato a chiare
note come sino ad allora non si era mai sentito, cogliendo in pieno il
disappunto dei siciliani
per l’attuazione incompleta dello Statuto
Autonomo, che rappresentava la base e la condizione
per il consenso del popolo dell’Isola all’opera unitaria di
ricostruzione economica, democratica e morale. Allo
storico telegramma da Maletto seguì subito dopo la “lettera aperta al signor segretario generale dell’assemblea
regionale siciliana sul trentennio dell’autonomia.
Richiamo allo statuto”Si trattava di un documento che
rivelava non solo amore profondo per la Sicilia, l’isola
appassionata di Bonaventura Tecchi, ma anche un’approfondita conoscenza della vasta problematica connessa agli eventi che avevano segnato la vita della regione
sin dal maggio 1946, data della sua nascita. La lettera al
segretario generale Aldo Scimè era un fermo monito
accompagnato da una obiettiva deisamina di carattere
storico e di meditate considerazioni sul trentennio
1946/1976. Dalle pagine del documento si stagliava la
statura morale di Giuseppe Caltabiano, uomo dagli ideali purissimi, che si illuminava d’immenso quando ricordava Pier Giorgio Frassati, studente di ingegneria nell’ateneodi Torino. Fiducioso nella sapientia cordis, egli con-
siderava Acireale “capitale morale dell’isola” e la Sicilia
“finestra insostituibile nella parete del tempo dalla quale
si guarda la vita, il mondo, la storia e si può guardare
financo l’itinerario che conduce al porto della salvezza
eterna”. Una definizione che richiama quella di Goethe
“la Sicilia chiave di tutto”.Rispettoso della gerarchia
ecclesiatica Caltabiano ne accoglieva le direttive non
perinde ac cadaver ma
con generosa e disponibile apertura d’animo. Il filosofo
don
Giuseppe
Cristaldi lo chiamava il
libro del sogno errante. Il
Cardinale
Fernando
Cento, tornato nella sua
Acireale,, di cui era stato
quarto vescovo dal 1922
al 1926, si rifiutò di riceverlo in udienza nella
sede dell’Episcopio acese
in quanto “uscocco” aderente all’Unione Cristiano
Sociale dell’eretico Silvio
Milazzo, non più pupillo di
Luigi Sturzo e amico di
Mario Scelba, sconfessato dal cardinale di Palermo Ernesto Ruffini, mantovano
di San benedetto Po, chiamato il re delle due
Sicilie”.Una canossa mortificante per un cattolico.
Eppure Caltabiano ebbe la forza d’animo di chinare il
capo con dignità e compostezza. Corse voce che il
“vescovo fascinatore”, ora principe della Chiesa per
volontà di Giovanni XXIII, era stato “catechizzato” da
alcuni elementi locali, certo non della caratura del santalfiese, “homo vere christianus”, credente sincero e
appassionato. Antonio Pagano
La foto di Carmelo Condorelli (presumibilmente) è
stata cortesemente concessa da “Il Risveglio” di
Felice Saporita e rappresenta (da sx): i deputati
regionali ing. Giuseppe Caltabiano (Uscs),
l’avv.Mario Martinez (Psi), il vescovo Mons.
Salvatore Russo, l’on.le Gaetano Vigo (Dc), il dep.
reg. prof. Giuseppe Russo (Dc); in 2° fila, al centro,
il dott. Salvatore Garozzo.
“I portali barocchi di Acireale”è il titolo della mostra grafica organizzata dall’I.I.S.
“F.Brunelleschi”, sezione associata geometri, dall’ass. alle Attività Culturali e dall’ass.
all’Urbanistica della Città di Acireale nell’ambito delle Giornate di Primavera FAI.
Nel prossimo numero il servizio.
347 1433135
[email protected]
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AKIS
Sabato 26 Marzo 2011
Lunedì, 14 marzo 2011, nei locali di via Garibaldi 272 a Zafferana
Etnea , è stata inaugurata la nuova filiale della Banca Agricola
Popolare di Ragusa. A salutare la nuova realtà finanziaria, il sindaco,
Dott. A.V. Russo, il parroco, Don L. Licciardello, le forze dell’ordine, i
vertici dell’istituto di credito, nella persona del Dott. Inghilterra,
Direttore Generale Bapr, il Dott. Occhiuto, Vice Dir. Generale, il Dott.
Cascone, Capo Area della provincia di Catania ed Enna, le associazioni di categoria e molti personaggi della comunità locale. La Banca
Agricola Popolare di Ragusa è la banca delle famiglie, delle piccole e
medie imprese, delle associazioni culturali, religiose, sociali. La sua
missione è quella di creare in Sicilia una realtà a vocazione regionale, ben radicata nel territorio e orientata a sostenere la crescita economica e sociale della collettività. La Bapr, fondata nel 1889, è presente sul territorio siciliano con 98 filiali. E’la più grande realtà autonoma in Sicilia; la prima in Italia per qualità gestionale e quarta per
dimensione fra le Banche Popolari Italiane, l'unica ormai con sede
decisionale in Sicilia,
La nuova filiale nasce con lo spirito di presentare una nuova offerta in
ambito bancario/finanziario, di acquisire nel tempo la fiducia delle
famiglie e delle aziende locali perseguendo quotidianamente la funzione di volano dello sviluppo del territorio al servizio della clientela e
dei propri soci. La Banca Agricola Popolare di Ragusa vuole rivestire
un ruolo di attore attivo nell’economia zafferanese. L’apertura di uno
sportello nel comune di Zafferana Etnea rappresenta un segno concreto della fiducia che la banca ripone nel territorio zafferanese, una
cittadina a misura d’uomo, un territorio con forti potenzialità di sviluppo, fatto da gente operosa, esigente, un luogo con forte attrattiva per
turisti, villeggianti e visitatori occasionali in virtù della sua ottima collocazione geografica tra la montana e il mare. La filiale sarà diretta
dal dott. Massimiliano Gatto, dipendente in Bapr dal 2001 e da oltre
tre anni diretto collaboratore del Capo Area della provincia di Catania
ed Enna.
Il 9 aprile p.v, con inizio alle ore 9.00 nella
sala convegni del Credito Siciliano, il
Lions Club, a cura del proprio comitato
“…per l’economia di Acireale”, organizzerà un convegno dal titolo “Terme di
Acireale. Scenari di sviluppo e percorsi
di riposizionamento”. Apriranno i lavori e
porgeranno indirizzi di saluto: il dott.
Salvatore Leonardi (presidente del Lions
Club di Acireale), il dott. Saverio
Continella (direttore generale del Credito
Siciliano), l’avv. Pietro Filetti (presidente del Consiglio Comunale di
Acireale), il dott. Mario Scandura (coordinatore del comitato Lions
“…per l’economia di Acireale”). Relazioneranno ed interverranno,
moderati dal dott. Mario Barresi (giornalista del quotidiano “La
Sicilia”) , la prof.ssa Mirella Migliaccio (docente di Economia e
Gestione delle Imprese, Università del Sannio Benevento, autrice del
volume “Evoluzione del settore termale. Prospettive e modelli di sviluppo per le imprese italiane), il dott. Costanzo Jannotti Pecci
(Presidente Federterme, Roma), la dott.ssa Maria Filippa Palagonia
(Dirigente Dipartimento Bilancio, Servizio Partecipazioni e
Liquidazioni, Regione Siciliana), la prof.ssa Margherita Ferro (commissario liquidatore delle Terme di Acireale), il dott. Giuseppe Ferlito
(premio Augusto Ajon 2007 Lions Club di Acireale), il dott. Antonio
Belcuore (Dirigente Dipartimento Turismo, Regione Siciliana), il dott.
Carlo De Romedis (Direttore generale Italia Turismo – Invitalia, Roma),
il dott. Salvatore La Mantia (amministratore delegato ITEM). Seguirà il
dibattito. Conclusioni e prospettive saranno affidate al docente universitario Prof. Rosario Faraci, coordinatore del comitato Lions “…per
l’economia di Acireale”. Sono stati invitati a partecipare: il Sindaco di
Acireale avv. Nino Garozzo, il sindaco di Acicatena on. Raffaele
Nicotra, il deputato nazionale on. Basilio Catanoso e i deputati regionali on. Nicola D’Agostino e on. Giovanni Barbagallo. Presenzierà
l’Assessore Regionale al Turismo Prof. Daniele Tranchida.
“…per l’economia di Acireale”
Il convegno del Lions è un’utile occasione per tornare a parlare di termalismo
ad Acireale, con un respiro volutamente più ampio rispetto ad altri incontri che,
nei mesi scorsi, si sono organizzati in città. Almeno questo è l’intento dei promotori che, già negli anni passati, hanno allestito altri eventi culturali, con l’obiettivo di dibattere sui temi salienti dell’economia cittadina. A cura dei Lions
nel 2007 si tenne un convegno sul tema “L’Etna e le Aci: Scenari per lo sviluppo di un sistema turistico locale” che inaugurò il dibattito cittadino sui distretti turistici, prodromico alla costituzione del Distretto “Mare dell’Etna”, promosso dal Comune di Acireale nel giugno 2010, attualmente in fase di valutazione
alla Regione Siciliana. Sempre il Lions Club, nel 2010, ha dedicato due incontri, uno di ascolto (a marzo), un altro di presentazione (a giugno), di idee e suggerimenti della società civile per il rilancio dell’economia locale. In quella occasione, si mobilitarono tutti i club service cittadini che, recentemente, hanno raccolto in un volumetto le undici schede-progetto esitate a seguito di un intenso
lavoro di ricognizione, selezione e organizzazione delle proposte. Quest’anno,
l’attenzione è sul termalismo, tema di grande attualità (per l’imminente liquidazione della società per azioni Terme di Acireale), ma anche di importanza cruciale per il futuro sviluppo turistico della città e del comprensorio delle Aci. Il
convegno, infatti, è organizzato in tre momenti, invitando al tavolo esperti del
termalismo nazionale (il primo momento, per comprendere le dinamiche del
settore in Italia e in Europa); tecnici dell’economia e del turismo regionali (per
conoscere la posizione della proprietà pubblica, la Regione Siciliana, in tema
di termalismo); investitori pubblici e privati (per conoscere, in prospettiva, l’interesse di chi sta investendo o vorrebbe investire in iniziative turistiche nel territorio). L’obiettivo è fornire, anche alla presenza dei politici e amministratori
locali, nuovi elementi di giudizio e di discernimento sui possibili scenari di sviluppo e sulle ipotesi di riposizionamento delle Terme. Oggi il controllo sociale
della città sulle Terme, seppur tardivamente, è altissimo. Il Consiglio Comunale
ha votato ben due documenti sul tema, e ha favorito l’audizione in aula consiliare del commissario liquidatore Margherita Ferro. E’ sorto un comitato civico
per le Terme di Acireale promosso dal PD. I deputati regionali Barbagallo e
Raia hanno inoltrato al Governo regionale una dettagliata interrogazione parlamentare. I social network (tra cui Facebook) hanno attivato gruppi di discussioni sul tema. Adesso, tocca ai club service. La vicenda delle Terme è molto
complessa. In ordine di tempo, la procedura di liquidazione della società per
azioni Terme di Acireale, avviata nel 2010 con L.R. 12/5/2010 n.11, è l’ultimo
atto di un progressivo disimpegno della Regione Siciliana dalla gestione diretta dei complessi termali di Acireale e di Sciacca. E’ bene ricordare che, con
un’altra legge, L.R. 27/4/1999 n.10, la Regione Siciliana aveva sancito la trasformazione in SpA dell’azienda autonoma delle Terme (una “privatizzazione
formale”), cui fin dal 1954, era affidata la gestione del complesso termale, sotto
la vigilanza dell’Assessorato al Turismo. Con una legge successiva, L.R.
28/12/2004 n.17, all’art. 119, nel ribadire la volontà di privatizzazione, la
Regione sanciva la volontà di far confluire il personale delle Terme in un ruolo
speciale ad esaurimento che consentiva ai dipendenti di essere “comandati”,
sentite le amministrazioni interessate e le competenti organizzazioni sindacali, presso amministrazioni provinciali, comunali o altri uffici della Regione. La
trasformazione in società per azioni, operativa dal 2006 e fino al 2009, ha dato
alle Terme un organo amministrativo più stabile (con la nomina del consiglio di
amministrazione presieduto dall’imprenditore Claudio Angiolucci), ma non ha
evitato di fatto la continua, tuttavia legittima, intromissione dell’amministrazione regionale nel controllo dell’ordinaria gestione aziendale del complesso termale; una “interferenza” iniziata già a fine del mandato del consiglio di amministrazione, presieduto fino a metà degli anni novanta dall’avvocato Rosario
Leonardi, e proseguita negli anni con l’invio ad Acireale di commissari straordinari (tra i quali l’attuale sindaco di Acireale avvocato Nino Garozzo) e di commissari ad acta, incaricati, per limitati periodi di tempo, di eseguire singoli provvedimenti amministrativi. In assenza di un direttore generale, la gestione delle
Terme è stata competenza del direttore amministrativo, dei commissari di turno
(e poi dal 2006 al 2009, del consiglio di amministrazione), adesso del liquidatore. Non c’è stata una vera direzione sanitaria dell’Ente, ma soltanto un coordinamento delle attività sanitarie affidato ad una professionista a contratto. Sul
piano della governance, le Terme si sono viepiù indebolite e delegittimate
anche sul piano politico. Nel frattempo, i risultati della gestione caratteristica
(tanto sotto la competenza dell’azienda autonoma, quanto sotto la competenza della società per azioni) sono stati negativi. Si sono assottigliati progressivamente i ricavi, sia perché non è stata fatta la scelta di entrare nel più moderno e redditizio business del termalismo del benessere, sia perché si sono perdute o non state più riconosciute le convenzioni per il termalismo sanitario. Nel
frattempo, sono aumentati i costi di struttura, anche per effetto di una pesante
componente di costo del lavoro. Non è indifferente la voce dei costi di contenzioso, con fornitori e adesso ex dipendenti. Non vi sono stati significativi proventi finanziari derivanti dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare, perché alcune strutture (vedi il centro polifunzionale) sono rimaste chiuse, in altre
i conduttori (l’Albergo delle Terme) non hanno pagato, in altre ancora il canone di locazione (corrisposto fino ad un certo tempo dai conduttori dell’Excelsior
Palace) non è stato remunerativo rispetto alla rata di mutuo che l’azienda
doveva corrispondere al Banco di Sicilia. Ad una condizione di redditività negativa, e dunque di perdite finanziarie, la Regione ha fatto fronte, di anno in anno,
con il finanziamento del disavanzo nei bilanci delle Terme. Quando si è deciso
di arrestare quel flusso di perdite, le Terme hanno imboccato lentamente la via
del declino. Oggi il complesso termale è sottodimensionato rispetto alle prestazioni che potrebbe erogare: sono rimaste poche decine di dipendenti rispetto ad una dotazione organica di oltre 100 unità che, tuttavia, in epoche passate era anche sovrabbondante, soprattutto nelle figure amministrative. I margini di manovra sono ridotti: il commissario liquidatore, infatti, è obbligato proceduralmente, sotto la vigilanza dell’Assessorato regionale all’Economia, a compiere gli atti necessari a salvaguardare il patrimonio (che, cifra più cifra meno,
ha un valore non inferiore ai 30 milioni di euro). Non sono state più effettuate
spese di investimento,
soprattutto nel potenziamento delle infrastrutture necessarie
per la captazione, l’adduzione e la distribuzione delle acque agli
stabilimenti. Si indebolisce progressivamente il valore del
marchio nel mercato
e, soprattutto, si sbiadisce, nell’immaginario collettivo, la consapevolezza che le
Terme sono vive e
funzionanti. Oggi si
vive più nel ricordo
delle Terme che furono, e non nella consapevolezza delle Terme che esistono.
Ci sono molti interrogativi sulle Terme che saranno.Per il futuro, a prescindere
dagli atti che la Regione Siciliana sarà chiamata ad eseguire in ottemperanza
alla procedura di liquidazione, e in vista dell’avvio di un complesso e travagliato
percorso di privatizzazione (una “privatizzazione sostanziale”, con l’affidamento ai privati, della gestione, in tutto o in parte, degli stabilimenti termali; tuttavia,
a tempi e modalità di tale privatizzazione non sono chiari, fin quando non sarà
emanato il bando e verrà nominato l’advisor), il territorio è chiamato a darsi un
progetto, che finora non c’è stato. Un progetto di marketing territoriale che sia
in grado di integrare le Terme nell’obiettivo di rilancio turistico di Acireale e del
comprensorio delle Aci. Un progetto che tenga conto dell’armonizzazione delle
Terme con il grande patrimonio naturalistico della riserva della Timpa, da
Capomulini fino a Pozzillo. Un progetto che sia in grado di valorizzare, anche
economicamente, una delle risorse più importanti, preziose, ma finora sottovalutate, del territorio: le acque di origine vulcanica. Dal convegno del Lions, in
programma per il prossimo 9 aprile, speriamo possano provenire indicazioni
anche in tale direzione.
Rosario Faraci - Coordinatore Comitato Lions
AKIS
Sabato 26 Marzo 2011
Leda Vasta e La pittura in Sicilia tra il ‘500 e il ‘600
Un’autentica
festa per i piccoli
protagonisti
di
una storia legata
all’arte, all’inventiva, alla creatività. Il concorso
“Un poster per la
pace- Visione di
Pace” lanciato e
promosso dal Lions
Club ha registrato una
massiccia partecipazione di giovani studenti e tanta soddisfazione in coloro, Lions
e scuole interessate,
che ne hanno patrocinato e incoraggiato la
conclusione. Il dott.
Salvatore Leonardi,
Presidente del Club
acese, collaborato dal
prof.
Rosario
Musmeci e dalla
prof.ssa
Graziella
Scalia, con la gradita
partecipazione dell’ass. Nives Leonardi hanno proclamato i vincitori ed assegnato le targhe
ed i diplomi relativi tra la gioia dei protagonisti e dei genitori accorsi in buon
numero.. Nella foto Lorenza Musmeci che oltre ad avere vinto il primo premio ha avuto una segnalazione speciale come migliore elaborato che il
comitato distrettuale ha attribuito al lavoro ritenuto più meritevole per ogni
circoscrizione di Lions.
CONFERENZA STAMPA SCELTA GIOVANE ACIREALE
Scelta Giovane di Acireale ha organizzato una conferenza stampa per
discutere alcune problematiche che affliggono la città dei cento campanili.
All'incontro con i giornalisti hanno partecipato i dirigenti provinciali del movimento, L’assessore Gabriele Di Mauro, Massimo Battiato, Simona Fiore e
Veronica Scarlata, rispettivamente presidente, coordinatore , vice presidente e vice coordinatore del collegio di Acireale, i dirigenti del comune acese,
Antonio Grasso, Franco Grippaldi, Pina Cristaldi e Orazio Gallipoli, rispettivamente presidente, coordinatore, vice presidente e presidente del movimento giovanile.
Nell’ambito delle attività culturali promosse dalla Basilica di San Sebastiano,
si è svolta la conferenza La pittura in Sicilia tra il ‘500 e il ‘600 e gli influssi
sulla pittura acese. Giacinto Platania, Baldassare Grasso e Matteo Ragonisi.
Dopo le note introduttive del dott. Saro Bella ha preso la parola Fabio
Grippaldi, che ha tracciato, in modo puntuale e attento, il panorama artistico
siciliano tra ‘500 e ‘600. Nell’atmosfera magica delle luci soffuse della cripta della Basilica, che mettevano in risalto gli antichi dipinti sulle bianche
pareti della sala, è iniziato l’atteso discorso della prof.ssa Leda Vasta, storico dell’arte, che con garbo, professionalità e competenza ha chiarito numerosi aspetti sulle origini della produzione artistica ad Acireale e sui circuiti
culturali che collegavano la cittadina etnea con altri centri dell’Isola.
Attraverso la suggestiva lettura dei più significativi dipinti di tre pittori acesi
del Seicento, G. Platania, Baldassarre Grasso, Matteo Ragonisi, la studiosa ha dimostrato che ad Acireale, l’inizio della produzione artistica coincide
con l’evoluzione socio-economica della città. Su questi tre artisti la professoressa Vasta ha pubblicato diversi saggi che sono il risultato di una lunga
ed approfondita ricerca personale condotta con rigorosi criteri metodologici.
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PILLOLE DEL CASALOTTO
Hanno preso servizio le prime undici
unità (delle ventidue in totale) selezionate per il progetto di inclusione
sociale “Nuovi Orizzonti” previsto
dalla Legge 328/2000 – Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di interventi e servizi socialiPiano di Zona triennio 2010-2012,
finanziato dal Dipartimento Regionale
della Famiglia e delle Politiche
Sociali, Regione Siciliana. Il progetto
prevede un intervento di assistenza
economica (assegno civico) mirato al
recupero sociale e rivolto a casi di bisogno e disagio eccezionali.
I beneficiari del progetto, a cui verrà corrisposto l’assegno civico (nella misura massima di euro 1.330,00 per trimestre), saranno impiegati nei vari settori comunali: servizi sociali, centro anziani, cimitero, villa comunale ed altri,
dove presteranno la loro opera per sei mesi complessivi (a trimestri alternati) a sostegno del personale impiegato. “Attraverso il progetto Nuovi
Orizzonti –i offre un piccolo sostegno a cittadini inoccupati o disoccupati il
cui nucleo familiare presenta un ISEE non superiore ai 6 mila euro; una boccata d’ossigeno importante quindi per quanti si trovano in un momento di difficoltà economica, aggravato peraltro dalla crisi che sta interessando i comparti più svariati.
Anche Aci S.Antonio, come tante piccole e grandi città ha voluto ricordare e
festeggiare l’anniversario del 150° dell’Unità. Breve e sentita cerimonia
davanti al monumento dei Caduti, con festa grande per i piccoli studenti,
soprattutto, e poi un commosso ricordo nell’aula del Consiglio Comunale.
Nella serata la professoressa, man mano che presentava i dipinti, descrivendoli e commentandoli, si è a lungo soffermata sui linguaggi pittorici dei
tre artisti acesi, sottolineando come, durante il XVII secolo, l’evoluzione dei
loro percorsi artistici sia stata caratterizzata dalla riflessione sulla colta e pregevole pittura dei messinesi Giovanni Fulco e Agostino Scilla. Tale fenomeno, secondo la professoressa Vasta, è ancor più evidente nei dipinti dei
pittori acesi di seconda generazione, B. Grasso e M. Ragonisi, che per
esaudire le richieste di una borghesia culturalmente più esigente, hanno utilizzato un lessico più complesso, sensibile anche alle suggestioni del classicismo tosco-romano, senza mai rinunciare, tuttavia, alla singolarità dei loro
accenti personali. Nel commentare i quadri, la studiosa è riuscita a rendere
perfettamente l’atmosfera dell’Acireale secentesca, tra luci, ombre e personaggi che man mano prendevano vita sulle tele. Si tratta di un’Acireale molto
diversa da quella di oggi, un’Acireale in cui il sacro caratterizzava una
società controllata da norme rigide ed austere che non era possibile trasgredire, neanche tramite l’espressione artistica. L’arte della Controriforma
aspirava a permeare totalmente la vita del fedele: atteggiamenti, colori, sfondi… tutto doveva enfatizzare la dimensione spirituale. La professoressa
Vasta ha inoltre rilevato che, oltre ai dipinti mostrati nel corso della conferenza, nelle chiese di Acireale e dintorni ne esistono altri, ugualmente interessanti sia per le vicende storiche cui si riferiscono sia per la bellezza delle
immagini, che versano in condizioni di degrado, travolti dall’incuria e immersi nella dimenticanza. Ci vorrebbe più attenzione e maggiore cura, affinché
non si perda un patrimonio artistico così importante. Non dimentichiamo che
la pittura, attraverso il suo lessico fatto di immagini e colori, racconta la storia della comunità che l’ha prodotta. Abbiamone più cura, non priviamola
della parola.
Maria Rita Pennisi
Nella foto di Fabio Consoli i tre protagonisti:Bella, Vasta, Gruppaldi
“150° Anniversario Unità d’Italia”
Acireale si è preparata a vivere festosamente
la ricorrenza del 150° Anniversario della
Proclamazione dell’Unità d’Italia. Tante le iniziative in programma in Città per condividere
in maniera speciale questa solenne celebrazione. Tra di esse si segnala quella curata dal
nostro giornale” che, per ricordare l’evento, ha
presentato la Pubblicazione Speciale dal titolo
“Vicende Acesi del Risorgimento e dell’Unità
d’Italia” a cura del prof. Giovanni Vecchio. Alla
pubblicazione speciale, in distribuzione gratuita hanno contribuito fattivamente i Dirigenti
Scolastici degli Istituti della Città, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della
Città di Acireale, retto dalla prof.ssa Nives
Leonardi, e del Centro di Orientamento “Il
Quadrivio” della Fondazione Gruppo Credito
Valtellinese di Acireale.
Poiché riteniamo particolarmente interessante l’intervento della dott.ssa
Luisa Consol (foto)i a “Pianeta Venere” (leggete in altra parte del giornale il
servizio relativo) pubblichiamo quanto detto, nell’intervista dalla stessa:
“Con l’avanzare dell’età molte donne, prese dalla frenesia della vita quotidiana e dal lavoro , abbandonano l’attività sportiva o sono restie ad iniziarne una nuova. Con l’arrivo della menopausa è invece importante che il fisico della donna sia in buone condizioni. Lo sport,è una vera risorsa di salute : riduce il rischio di depressione, rafforza la densità ossea, migliora la circolazione, migliora l’umore…La ricerca ha mostrato che l’esercizio fisico
apporta benefici a lungo termine alle donne. L’attività fisica regolare riduce
il rischio di danni cardiovascolari,contrasta l’aumento della pressione del
sangue, la diminuzione della densità ossea, inoltre aumenta la resistenza
fisica e migliora l’umore,anche nelle donne che cominciano l’attività dopo la
menopausa. Una moderata e regolare attività fisica, insieme a un’adeguata
alimentazione ,è una delle strategie migliori per contrastare la perdita di
densità ossea e prevenire l’osteoporosi. In Italia sono oltre cinque milioni
le persone che presentano riduzioni della massa ossea e sono esposte al
rischio di osteoporosi. Attività fisica quindi intesa come prevenzione, ma
anche se vogliamo dal punto di vista estetico,”stare
bene
con
il
proprio
corpo”.L’equipe che opera presso”
l’ALTAIR SPORT VILLAGE” di Acireale ha
messo a punto un metodo innovativo ,
“OSTEO-FIT “ che prevede la combinazione di” acqua –secco” cioè l’alternanza di
attività in piscina e in palestra. “OSTEOFIT®” si rivolge anche alle donne che,
preventivamente, possono giovarsene
per migliorare la loro densità ossea messa
in forte pericolo con l’avvento della menopausa, condizione fisiologica che può portare all’istaurarsi di una lieve demineralizzazione dell’osso (Osteopenia) o, nei casi più gravi, ad una sensibile
perdita di osso (Osteoporosi). Grazie alle tecniche utilizzate con la il metodo “OSTEO-FIT®” si riescono a migliorare e stimolare i processi osteogenetici (produzione e turnover dell’osso) a prevenire le cadute, prima causa
di fratture, con esercizi di equilibrio in forma statica e dinamica, a migliorare
la postura e a tonificare i principali muscoli motori che determinano lo spostamento di quei segmenti corporei spesso compromessi dalla perdita di
massa ossea.”
Via Lazzaretto 25 – Acireale
6
AKIS
Sabato 26 Marzo 2011
L’Unità d’Italia ad Aci-Reale
di Felice Saporita
Il 17 marzo 1861 la Camera dei Deputati, per la prima
volta eletta con un suffragio a carattere nazionale, proclama l’Unità d’Italia e riconosce, per grazia di Dio e
volontà della nazione, il titolo di Re a Vittorio Emanuele
II e ai suoi discendenti. Montanelli, caustico, commenterà: “Se l‘Italia fu fatta in quell’anno e in quel modo, lo si
deve in gran parte al moderato Cavour, cui i democratici
non poterono contrapporre che un grosso uomo d’azione senza cervello, Garibaldi, e un grosso cervello senza
qualità di uomo d’azione, Mazzini”. Nell’Aci-Reale dell’epoca ( la denominazione della città era divisa perché
“Aci “ era l’antico nome e “ Reale “ il titolo concesso in
seguito nel 1642 da Re delle Due Sicilia Filippo IV di
Spagna) alcuni cittadini avevano la politica e la rivoluzione nel sangue. La città infatti si distinse in varie occasioni per l’entusiasmo e la generosità verso la causa,
appoggiandosi su un ceto nobile e su una borghesia dotata di larghe vedute, ma anche di grossi patrimoni. Al di fuori di ogni bolsa retorica – oggi
tanto diffusa per l’importante evento che celebriamo – ricostruiamo brevemente come Aci-Reale abbia vissuto e sia giunta all’Unità d’Italia. Sono talvolta piccoli episodi, ingenui interventi, provvedimenti sproporzionati, affermazioni ampollose e piene di enfasi, tutti però effettuati in buona fede, che
dimostrano il senso della democrazia e della libertà, e anche della diplomazia al momento giusto, posseduto dai nostri avi. Il loro attivarsi, anche all’esterno del territorio, rappresenta un chiaro segno della loro vitalità civica.
Si comincia già nel 1848 con la figura di Gregorio Romeo, fervente rivoluzionario: combatte a Messina, ma, con la sopravvenuta restaurazione borbonica, è costretto a trasferirsi a Malta dove muore nel 1850 appena venticinquenne (una lapide lo ricorda in via
Galatea).. Sempre nel 1848 AciReale risponde positivamente all’appello della rivoluzione antiborbonica
scoppiata a Palermo; una folla di cittadini si riunisce in piazza San
Domenico e poi in piazza Duomo,
dove Lionardo Vigo arringa i partecipanti. Egli è uno dei più ferventi sostenitori alla rivoluzione, col suo solito
entusiasmo impetuoso scrive a
Ruggero Settimo, presidente del
Comitato Generale a Palermo: “…Il
vedere sorgere la speranza di cessare finalmente lo stato di nullità di questa sacra terra, il vedere Aci-Reale
alla testa di tutto il suo Distretto versarsi armata a difesa di Catania, e
così coronati i miei sforzi, la mie lagrime, i miei sudori, m’inonda di tale letizia, che se oggi muoio, passerò lieto
nel sepolcro e mi sarà lenzuolo l’aquila siciliana…” In città si forma un
Comitato denominato “ di ordine per la
soprintendenza della pubblica amministrazione e la conquista della libertà”, lo presiede Mariano Scudero, componenti sono il barone Pasquale Pennisi Cagnone, Lionardo Vigo, Mariano
La Rosa, Leonardo Vigo Fuccio e Michele La Spina. Ignazio Romeo
Indelicato viene eletto al nuovo Parlamento Siciliano presieduto da Ruggero
Settimo. Si proclama l’indipendenza dell’Isola e si dichiara decaduta la dinastia borbonica. Ad Aci ci si abbandona all’euforia e già si chiede che la via
Carolina (oggi corso Savoia) sia intitolata a Pio IX, Papa riformatore e liberale, la via Ferdinandea (oggi via Ruggero Settimo) sia denominata via
Palermo; si inviano inoltre 310 once,comprese 110 offerte dai Monaci
dell’Eremo di S.Anna, a Messina bombardata dai Borbonici. Si costituisce un
reggimento della Guardia Nazionale comandato da Leonardo Vigo Fuccio.
Parte un folto gruppo di soldati acesi per Catania, “ quale aiuto negli attacchi nemici”. Catania è grata del gesto.Il presidente del Comitato catanese
scrive a quello di Aci-Reale: “…Le pugne non erano finite e voi, Acesi, correste a noi armati, offrendo le vostre braccia, le vostre sostanze, le vostre
vite, e voi Acesi pieni di ammirevole emulazione domandaste una piazza
dove più il pericolo era imminente…” In questo contesto di pace tra le due
città spesso in lotta tra loro avviene il dono di Catania ad Aci-Reale di una
pregevole spada con l’elsa in oro massiccio, finemente cesellata e con sulla
lama la scritta “Respice finem”, insieme con una bandiera tricolore ricamata in oro e argento, recante la scritta “ Ad Aci la sorella Catania”. Il governo
rivoluzionario, nel quale è ministro l’acese Salvatore Vigo Platania, a
Palermo rifiuta intanto di accettare lo Statuto Siciliano concesso da
Ferdinando II.Si prevede perciò la reazione borbonica. Ignazio Romeo sceglie l’esilio. Il Senato di Aci scrive al Popolo il 25 marzo 1849: “ L’ora desiderata del cimento ormai si approssima…Prepariamoci domani alle ore
dodici a costruire i mezzi di difesa in campagna. Al suono della Campana
facciamoci trovar tutti nel piano del Duomo con vanghe, cofini, sarchielli, picche, pali ed altro; invitiamo tutti e specialmente i giovani, di qualunque ceto
essi fossero, a volare in quei punti già designati dal chiarissimo nostro colonnello Anfossi, a costruire noi tutti fossati, barricate, parapetti e quant’altro la
bisogna esigesse…Tutti dobbiamo lavorare, perché tutti siam fratelli e figli di
un solo riscatto, il poter portare un cofano di terra, una pietra, il dare un colpo
di zappone e di palo dee riguardarsi come l’opera più nobile e più sacra di
questi tempi!…” Si organizzava così una resistenza vedremo contro quale
nemico! Infatti, il 2 aprile 1849 cade Taormina, e le truppe borboniche, forti
di 18.000 uomini, comandate dal generale Carlo Filangieri, si avviano verso
Aci-Reale rimasta sguarnita perché le truppe siciliane sono ripiegate verso
la collina di Aci S.Antonio. L’alba del 5 aprile 1849 (è Giovedì Santo!) vede
la flotta borbonica schierata di fronte alla marina di Santa Maria La Scala,
con i cannoni diretti verso la costa acese. I cittadini abbandonano Aci e si
rifugiano nelle campagne. Altro che resistenza con fossati, barricate e parapetti! Il tragico episodio si ripeterà quasi un secolo dopo, quando nel luglio
del 1943 una flotta inglese si parerà di fronte Acireale e la cannoneggerà
causando lutti e danni! In città “ a sedare le ire del Filangieri – scrive il Raciti
Romeo – gli va incontro il ciantro della Cattedrale canonico Pier Tomaso
Continella, noto per il suo attaccamento ai Borboni, in atteggiamento di
Leone Magno al cospetto di Attila, per portargli la resa della città”. Fatto sta
che – questa circostanza è controversa – la spada e la bandiera a suo
tempo donate dalla città di Catania, o spontaneamente come omaggio, o
con la forza come bottino di guerra, vengono consegnate al Filangieri.
L’indomani, il ciantro Continella descrive l’episodio in una lettera indirizzata
al suo amico, anch’esso filo borbonico, Mariano Geremia, riparato nella sua
campagna di Dagala del Re: “…La bandiere dell’Augusto Monarca sventolano! Io parto coraggioso ad incontrare le amiche truppe. Alla vista, grida
generali di gioia si alzano dalle 40 persone che mi seguono…Mi avanzo in
mezzo alla schiere, mi presento a Sua Eccellenza Filangieri, le manifesto i
sensi della devozione di Acireale, li accetta e subito S.E. dà l’ordine di allontanare i vapori di guerra!…”
Il 9 aprile il facente funzione sindaco
dott.Santoro Grassi Calanna (effettivo è il baronello Paolo Nicolosi, che si
defila) indirizza al Filangieri un “ atto di sommessione” ai Borboni, a cui vengono obbligati tutti i comuni dell’Isola (“càlati jungo ca passa la china!”, come
sempre!). Calanna quasi in ginocchio scrive: “ Ho creduto indispensabile a
nome di questi fedeli sudditi formare un indirizzo per essere umiliato a Sua
Maestà il Re Nostro Signore. Confidando io in quello eccesso di amore e di
bontà di che l’Eccellenza Vostra ci ha colmati, onorando di sua presenza
questa città, ardisco a lei umiliare il piego qui avvolto, pregando di volersi
compiacere farlo pervenire alle mani dell’Augusto Sovrano, nel che fare la
supplico di raccomandare alla Sovrana Clemenza questo popolo rispettoso”.
Nel “piego” diretto alla Sacra Maestà si professa l’attaccamento e la fedeltà
della città ai Borboni e si mettono in risalto le forniture all’esercito di “legna,
erba (la benzina di oggi), pane e ogni commestibile e il procurato albergo ai
principali della truppa”. Il 10 aprile il Filangieri comunica a Sua Maestà: “
La Città di Aci-Reale mi ha consegnate per rassegnarle a Vostra Maestà la
bandiera e la spada di cui le fece dono Catania sperando così di sedurre gli
Acitani che troppo annose antipatie non hanno potuto amalgamare co’
Catanesi…””. Così i due preziosi cimeli partono per Napoli. Per la cronaca,
la spada sarà recuperata nel 1861 da Lionardo Vigo e oggi si ammira ai piedi
del prezioso simulacro di Santa Venera, la bandiera sarà riportata ad
Acireale nel 1972, dall’Archivio di Stato di Napoli dov’era depositata, grazie
all’intuito e al costante interessamento del dott. Gaetano Gravagno e del
prof. Cristoforo Cosentini, del sindaco dell’epoca avv.Rosario Leonardi e del-
l’on.Mario Scelba. Ora è esposta nella Pinacoteca Zelantea. Sono prove
concrete, rimaste a nostra disposizione, di come Aci-Reale abbia avuto un
suo ruolo nella lotta rivoluzionaria. Ad Aci dunque ritorna l’ordine borbonico. Ma quando, nel maggio del 1860, giunge notizia che Palermo era stata
occupata da Garibaldi, la “fedelissima” Aci cambia bandiera. L’impresa rivoluzionaria si estende in tutta la Sicilia: il 29 maggio 1860 il “Comandante
generale del Capo Distretto” di Aci-Reale, barone Modò, con un manifesto,
“ Prega i signori proprietari a consegnare infra ore quattro un fucile ciascheduno nel Palazzo di città, per armare una squadra che dee partire oggi per
Mascalucia, e riunirsi alle forze centrali”. Si era certi, perciò, che i “proprietari” avessero più fucili, per consegnarne subito uno! Ma ancora la presenza borbonica fa sentire il suo peso: giungono il 3 giugno 1860 in città da
Catania, dove sono acquartierati, i generali borbonici Clary ed Afan de
Rivera, i quali, affermando che Aci ha appoggiato la rivoluzione in tutta la
provincia, nel furore del loro sdegno, impongono una taglia militare di ottomila once e di seimila razioni di viveri, altrimenti la città sarà messa a ferro
e fuoco. Si reperiscono duemila once ed altre 225 per spese di viveri e
foraggi, riscattandosi così, per la magnanimità dei due generali, dalla angosciosa e terribile situazione. Nello stesso mese di giugno, intanto, Garibaldi
nomina Governatore del Distretto di Aci-Reale Ignazio Romeo rientrato dall’esilio e subito questi indirizza ai suoi amministrati un severo monito per il
mantenimento dell’ordine pubblico; la forma è tutta particolare, ma la sostanza appare chiara: “ …Perchè di ossa fragili e di mollissima polpa io sono scrive - sento quanto è grande la debolezza mia, e conosco essere in dovere maggiore di compatire i difetti negli altri. Non so prestarmi però a transigere affatto con i peccati contro il rispetto dovuto alla nostra Religione
Santissima, contro il furto ferocissimo io sono…cioè di quelli misfatti più laidi
e più crudeli ed imperdonabilissimi che si commettono da magistrati o da
pubblici ufficiali nelle secreterie o nelle cancellerie…Se miseri stipendi furono una volta il pretesto a delinquere, l’onesto sa pur sacrificare questa mortal vita per la non mai peritura virtù, da oggi avvenire saprà il giusto e virtuoso governo, far che più non esista per quello pretesto tale scrocconeria…” Si decide di inviare a Garibaldi cavalli, muli e tele e una somma di 940
once; a Milazzo bende, legacci, medicine e strumenti chirurgici. Il 25 luglio
1860 Aci accoglie festante e rende
onori al generale Bixio e a Menotti che,
con la loro colonna di volontari, giungono da Catania. Si apprestano per loro
mille once, mentre a Messina assediata se ne inviano 700 con 136 quintali di
farina. Anche le “signore” acesi partecipano alla riscossa in atto, indirizzando al “Cittadino Dittatore Garibaldi” una
calorosa lettera accompagnata da
1200 ducati perché egli “ne acquistasse fucili, al fine di fugare il dispotismo e
per costituire una e potente la monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele
II liberatore d’Italia, e compiere l’annessione per la quale le donne Siciliane
danno unanimi il loro suffragio”. Gli
applausi però non sono univoci. I vecchi popolani se ne stanno in prevalenza in disparte, perché mal vedono l’avvento di Garibaldi, il cui nome, con
spregio, storpiavano in “Canibardi”.
Anche una canzone popolare, precorrendo i tempi, così recita:, “ Vulemu Garibald i/ però senza la leva/ e siddu
fà la leva/ cambiamu la bannera!”. La coscrizione obbligatoria arrivò puntualmente! Il comportamento dei garibaldini è un po’ cafonesco: si racconta
che Menotti, ospitato ad Aci-Reale nel palazzo Pennisi di Floristella (quello
di via Pennisi) era andato a letto vestito e con gli speroni, lacerando il copriletto di seta! Lionardo Vigo è, come abbiamo detto, profondamente isolano e quindi suscettibile di travolgenti vampate di entusiasmo, pervaso anche
lui dall’emozione del momento accetta “l’onore” di presentare al re Vittorio
Emanuele, a Palermo il 1° dicembre 1860, l’omaggio della città di Aci-Reale,
quello “ di 30mila cittadini – dice – e dell’intero circondario, bello di 14 floridi
popolosi comuni, che l’agricoltura, il commercio, le arti, la ubertà dei terreni
allietano e nobilitano…” Il 21 ottobre 1860 ha luogo il Plebiscito per l’annessione. In Sicilia i Sì sono 432.053 e i No appena 667; dopo un plurisecolare distacco l’Isola lega indissolubilmente le sue sorti a quelle della patria
comune. Ad Aci-Reale i risultati furono inequivocabili: 6743 Sì e soltanto 12
No! Si dice però che nel giorno delle votazioni l’acese Salvatore Vigo
Platania, zio di Lionardo, passeggiasse per le vie di Palermo con un cubitale No appuntato al cilindro! Era rimasto un isolano! Gli avvenimenti incalzano: il 1° gennaio 1861 si svolgono nella città le elezioni comunali per 30
consiglieri. Il più votato è Mariano Seminara Pennisi. Sindaco viene eletto il
barone Pasquale Pennisi Cagnone di Santa Margherita.. Tra i consiglieri vi
sono tutti: gli Scudiero i Fiorini, i Romeo, i Badalà, i Vigo, i Greco, i Mazza i
Nicolosi, i Patanè…Nello stesso anno arrivano i Reali Carabinieri, emblema
del nuovo regno, aprendo in città una caserma.
Nelle elezioni per la
Camera dei Deputati, tenutesi il 27 gennaio 1861, Acireale indica come proprio rappresentante l’illustre acese prof.Niccolò Musmeci Calì, ordinario di
Diritto commerciale e poi rettore dell’Università di Palermo, sostituito in
seguito, avendo ottenuto la carica di giudice alla Gran Corte Civile di
Palermo, con l’avv.Mariano La Rosa. Si giunge così al giorno fatidico del
17 marzo 1861: circa 22 milioni di abitanti, per la prima volta dopo la caduta di Roma, cioè dopo 15 secoli, si accingono a coabitare sotto lo stesso
tetto e la medesima legge. Si chiude un’epoca, ne comincia un’altra. A questo punto a noi del XXI secolo sorge spontanea una domanda: oggi siamo
più uguali o più diversi di come eravamo nel fatidico 1861? Questo è il problema che riguarda l’Unità nazionale, la quale è certamente favorita dall’uguaglianza dei diritti e dalle opportunità di accedere al benessere offerte ai
cittadini. Certe conquiste civili come la tutela del lavoro, il suffragio universale, la quasi scomparsa dell’analfabetismo ( nel 1861 era dell’87%), la riconosciuta parità di diritti tra uomini e donne e altre ancora, fanno concludere
che l’Italia ha fatto passi da gigante, recuperando un secolare ritardo e allineandosi quasi ovunque agli standard di vita, di consumi e di servizi dei
Paesi europei più avanzati. Tuttavia, certe gravi disuguaglianze permangono, anche se non arrivano a minacciare i bisogni e i diritti primari di un
vasto strato di popolazione così come avveniva nell’Italia di un tempo: vecchie e nuove povertà sopravvivono drammaticamente in certe sacche degradate specie al Sud. Pensiamo inoltre che non esiste solo una povertà misurabile con i bassi consumi, ma anche quella consistente nella carenza di
opportunità per i giovani in cerca di lavoro e per i disoccupati, e nella limitazione di fatto dei diritti umani e di cittadinanza che le grandi organizzazioni
criminali impongono a moltissime persone… Ma queste considerazioni –
da proporre in altra sede – non possono e non devono avere corpo in un
giorno di festa nazionale, quando l’Unità del Paese diventa ancor più necessaria per rispondere a dissennate pretese, col proclamare fedeltà al tricolore, alle leggi e alla Costituzione . Non gridiamo più “Dio salvi il Re!”, ma “
Dio salvi l’Unità repubblicana della nostra Italia!
Acireale, 17 marzo 2011
ph Fabio Consoli
La bandiera tri col ore e le donne
Sul
tavolo,
come una tovaglia su un desco
informato e coltissimo, c’era la
nostra bandiera. E in sala,
c’erano
le
donne e gli
uomini che in
occasione dell’8
marzo 2011, si
erano riuniti per
riflettere. C’era
Suor
Anna,
madre superiore delle Piccole
Sorelle, la stilista Mariella Gennarino, la consigliera comunale Laura Iraci, la signora
Carmela Lanzafame, la poetessa Maria Grazia Falsone e tante altre. C’era,
tra le altre, Elisa Anastasi, giovane mamma e pittrice di ritratti e figure femminili. I suoi quadri hanno ricordato che, l’8 marzo, all’Archivio di Stato di
Catania, la dottoressa Anna Maria Iozzia aveva parlato di un’altra famosa,
pittrice: Sofonisba Anguissola, eccellente ritrattista alla Corte di Spagna
nella seconda metà del 1500, e attiva a Paternò, in provincia di Catania,
con il grande quadro conservato nella locale chiesa dell’Itria. Donne artiste,
imprenditrici, attive nella politica e benefattrici. Ma soprattutto donne mai
dimentiche dei bambini. Erano più protettive le donne del passato, o sono
più protettive le donne del presente? Lo scorso 13 febbraio, nella “sfilata
per le donne” nessuno si è occupato dei bambini. Mi sono ricordata perché
le mie amiche femministe dei tempi appena trascorsi non volevano che me
ne occupassi: “Tu ha’ a parrari sulu di fimmini!”. Non volevano perché il 92%
delle violenze e dei maltrattamenti verso i bambini è consumato in famiglia.
Ma la maggior parte delle donne ama e protegge i propri figli. E sa come
fare a proteggerli: è uno dei loro indiscussi talenti!! Semmai si fosse smarrito o dimenticato, occorre oggi recuperare il talento delle donne, la consapevolezza del valore e delle competenze di cui sono capaci. Per riprendersi dignità e autorevolezza. Per battere il rischio contemporaneo di vedersi
di nuovo ridotte a corpo, senza desideri autentici e senza autonomia. È la
sfida che attende le ragazze di oggi, figlie e nipoti di quante hanno lottato
in passato per conquistare i diritti fondamentali di libertà. Per “passare il
testimone” del cammino compiuto niente di meglio allora che la comunicazione non interrotta, ma ricorrente, convinta. La comunicazione è uno strumento agile ed efficace, per ripercorrere le tappe fondamentali dell’emancipazione femminile, per mettere in grado le più giovani di comprendere che
è ora di alzare la testa.Pianeta Venere, ogni anno, da 47 anni, è soprattutto questo.
Anna Ruggieri
Dopo l’abbuffata carnascialesca che ha colorato la Città con risate e
tanto buonumore, sono riprese le attività organizzate e promosse dal
CineFotoClub “Galatea”, con un gradito appuntamento riservato all’universo rosa. Nel corso della manifestazione, che come da programma, si è conclusa con la consegna del Premio “Pianeta Venere 2011”,
quest’anno assegnato a Mariella Gennarino e alle Piccole Sorelle dei
Poveri di “Casa Mia”,si sono succeduti sulla elegante pedana delle
Terme di Acireale, gentilmente concessa dall’amministratore prof.
Margherita Ferro, gli interventi delle numerose ospiti, che di volta in
volta sono state intervistate da Turi Consoli e Riccardo Anastasi per
animare tante semplici e cordiali chiacchierate condotte in compagnia
delle ospiti rosa. L’evento è stato organizzato con il patrocinio
dell’Assessorato alla Cultura della Città di Acireale, delle Terme di
Acireale s.p.a., ed in collaborazione con la Banca Popolare di Ragusa,
la Laiset Consulting srl , la Zurigo Assicurazioni di Acireale e Natura
Verde, e con la partecipazione del Maestro Gelataio Franco Patanè.
Le foto della pagina sono di Nuccia Leotta
AKIS
7
Sabato 26 Marzo 2011
Torneo a squadre al Galatea Scacchi
E’ stato disputato per il secondo anno
consecutivo il torneo sociale a squadre
denominato “Galatea”, giocato all’italiana
in sei turni di gioco con incontri di andata
e ritorno. Quattro le formazioni composte
con criteri equitativi da sei giocatori ciascuna, alle quali sono stati dati i nomi di
illustri scacchisti: Aleksander Alekhine,
russo, campione del mondo nel 1927,
Michail Botvinnik, russo, sesto campione
del mondo dal 1948 al 1957, dal 1958 al
1960 e dal 1961 al 1963, Josè Raùl
Capablanca, cubano, campione del
mondo dal 1921 al 1927 e Aaron
Nimzowitsch, lettone, grande teorico del
gioco. Ha vinto la squadra denominata “Alekhine”, capitanata da Paolo Di
Mauro e composta da Salvatore Mangiagli, Francesco D’Anna, Francesco
Ferrarello, Alfio Pulvirenti e Donato Ricci, che ha totalizzato 8 punti.
Seconda si è piazzata la squadra “Nimzowitsch” (Salvatore Fresta, Carmelo
Caldarera, Mario Grasso, Rodolfo Puglisi, Antonella Romeo e Filippo
Morina) con 7 punti, terza “Botvinnik” (Giovanni Sposito, Rosario Puglisi,
Cavuoto, Sebastian Conti, Lino Scandura e Murabito) con 6 e quarta
“Capablanca” (Pietro Nicolosi, Alessandro D’Anna, Mario Foti, Luigi Safiotti,
Sebastiano Caldarera e Tony Caruso) con 3.
Angelo Silvio Musmeci
S. Venerina. Festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia
“Non tutta la Cavalleria è sempre Rusticana”
Il messaggio contenuto nel titolo della
commedia è chiaro: non è detto che la
“Cavalleria Rusticana”, cioè quel modo di
agire ispirato al codice d’onore, in uso in
certi ambienti popolari e contadini, debba
per forza di cose sfociare nel dramma dell’omonima opera di verghiana memoria.
Certo, inizialmente non è facile immaginare un epilogo diverso da quello che conosciamo se si continua, come abbiamo fatto
noi, a collocare la vicenda in una Sicilia
storica ormai superata, dove i modelli di
vita sono impregnati di antichi stereotipi.
Ma se si stemperano i toni aspri del testo
originale, pur conservandone l’essenzialità dei personaggi e la linearità narrativa,
svigorendone la durezza dei
sentimenti e l’intransigenza dei
costumi, si ottiene qualcosa di
diverso. Cioè, così “filtrata”, la
“Cavalleria Rusticana”, diventa
certamente “un’altra storia”!
Se poi a questo si aggiunge qua
e là qualche pizzico di umorismo
non grossolano, un po’ di semplice autoironia e, nelle dosi giuste, dei testi musicali appropriati, ecco che, voilà, “Non sempre
la
Cavalleria
è
sempre
Rusticana! Di certo, (e vogliamo
mettere le mani avanti) il risultato è tutto da verificare, anche se, ci si conceda la modestia, il pubblico almeno (si spera!) apprezzerà il coraggioso
tentativo di aver voluto trarre da una così illustre opera, una nuova “creatura”. In ogni caso, comunque, (chiamatelo pure “u cunottu d’’u babbu”!) ci
conforta il pensiero che, essendo questa, “un’altra storia”, almeno non saremo accusati di avere dissacrato, sfregiato o profanato un conclamato capolavoro teatrale. Amen!
Domenico Platania
La commedia “Non tutta la Cavalleria è sempre Rusticana”, è la parodia del noto dramma teatrale di Verga e non solo, poiché non tralascia
di prendere spunto anche dalla novella dello stesso autore e dal melodramma operistico di Mascagni. Il percorso narrativo è quasi identico,
manca, come è meglio spiegato nelle note di regia, il pathos che invece si respira nelle opere citate. In compenso, si parlerà d’amore, si
canterà, si danzerà e si riderà. Puntualmente, la commedia sarà chiusa dal canonico duello, ma il confronto fra Turiddu e Jaffieddu sarà
tutto da ridere. I brani cantati sono accompagnati da musiche originali composte dal Maestro Lorenzo Grasso.
Santa Venerina ha festeggiato il 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia con tre manifestazioni. La prima, svoltasi alla vigilia della ricorrenza del 17 marzo per preparare gli alunni a vivere la vacanza con consapevolezza della festività straordinaria, ha avuto luogo in piazza Regina Elena davanti alle sede
municipale con l’intervento di autorità civili, militari e scolastiche. I
veri protagonisti sono stati i bambini delle scuole elementari di
tutto il territorio comunale e i ragazzi della scuola media che si
sono esibiti in canti e poesie in un contesto coreografico tricolore.
Gli alunni della scuola media hanno consegnato al sindaco una
tela da loro elaborata per ricordare la ricorrenza. Ringraziamenti
speciali sono andati ai proff. Consoli, Fichera e Maccarrone, che
si sono prodigati per la preparazione della manifestazione, durante la quale hanno preso la parola il sindaco dr. Enrico Pappalardo,
il presidente del Consiglio Comunale arch. Giuseppe Marano, il
dirigente scolastico dell’I.C. “A. Manzoni” prof. Antonino D’Urso, il
vicario del Circolo Didattico prof. Salvatore Musumeci e il baby sindaco Matteo Coco. Suggestiva la cerimonia dell’alzabandiera a
cura dell’esercito intervenuto alla manifestazione cittadina. Un elicottero ha sorvolato l’area dell’evento scattando foto ricordo. Il 17
pomeriggio è stata benedetta da don Antonello Russo e svelata
dal Sindaco sul lato destro dell’ingresso del Municipio, accanto a
quella dei caduti in guerra, una lapide in ricordo del 150° dell’Unità
d’Italia; nella sala consiliare si è svolta una seduta straordinaria del
Consiglio Comunale con interventi liberi dei consiglieri e del pubblico. Tra gli altri hanno preso la parola l’on. Basilio Catanoso, il
consigliere provinciale Gianluca Cannavò, l’imprenditore Andrea
Vecchio. Sono stati quindi dati ai reduci viventi del secondo conflitto mondiale i riconoscimenti della Regione Militare Sud ed è
stata consegnata al corpo della locale Polizia Municipale, nelle
mani del comandante Salvatore Faro, la bandiera nazionale del
Corpo. Infine sono stati proiettati i filmati d’epoca sulla prima guerra mondiale e sul passaggio dalla Monarchia alla Repubblica
(1943-46), introdotti e commentati dal prof. Giovanni Vecchio, il
quale ha presentato altresì una rassegna fotografica con i cavalieri di Vittorio Veneto e i decorati della prima e della seconda guerra mondiale nonché immagini di Acireale durante l’arrivo degli
Alleati anglo-americani. Il 18 marzo, infine, nell’aula magna della
Scuola Media sono stati affrontati gli aspetti locali del
Risorgimento e del periodo post-unitario ed è stato proiettato un
documentario su “I Mille”, a cura del prof. Giovanni Vecchio. Nel
corso della manifestazione sono stati ricordati il valore militare del
cav. prof. Giuseppe Longo combattente sul Don, e le sue virtù civiche e professionali alla presenza delle figlie Patrizia e Valeria.
L’Amministrazione Comunale ha consegnato una targa alla
memoria dell’illustre concittadino, che fu anche direttore didattico,
amministratore e presidente dell’Associazione Combattenti e
Reduci.
Nhora Caggegi.
AKIS
CENTRO MISTERO BUFFO ACIREALE
CORSO DI ITALIANO PER STRANIERI
Offrire agli immigrati presenti sul territorio un'occasione per migliorare le competenze linguistico-comunicative necessarie nel percorso di integrazione. Con questo obiettivo il circolo Arci Babilonia e
l'associazione culturale Scarti organizzano presso il centro Mistero
Buffo di Acireale un corso di lingua italiana per stranieri. Le lezioni,
che sono già cominciate, si svolgeranno ogni mercoledì e venerdì
dalle 19 alle 21 presso il centro Mistero Buffo, in via Pennisi n.25
ad Acireale. Le iscrizioni, totalmente gratuite, resteranno aperte
anche nelle prossime settimane. Per partecipare o ottenere altre
informazioni, visitare il sito www.misterobuffo.org o chiamare il
numero 347/1826028
CONSEGNA CHARTER AL KIWANIS CLUB DI CAGLIARI
Presso un noto albergo cittadino, alla
presenza delle più alte cariche kiwaniane si è svolta la cerimonia della consegna della charter al neo costituito club di
Cagliari, il 1° in terra di Sardegna. Erano
presenti per il kiwanis il past gov. Sergio
Rossi, l’immediato past governatore
Valeria Gringeri accompagnata dal marito il truste International avv. Piero
Grasso, il governatore Salvatore Costanza ed i presidenti dei rispettivi due
club: per il club di Acireale, club sponsor, il dott. Sergio Marino e per il club
di Cagliari il dott. Antonio Saurra. Erano, altresì, presenti il past lgt gov
della divisione Sicilia 2 ing. Filippo Lizzio, chairman distrettuale per lo sviluppo ed il mantenimento, fondatore di questo nuovo club ed il dott. Nunzio
Spampinato chairman europeo alla fondazione. Davanti ad un numerosissimo ed attento pubblico tra cui i rappresentanti di alcuni clubs service cittadini ed alcune delle più alte cariche istituzionali comunali e provinciali,
sono stati illustrati, i principi e le finalità del kiwanis con particolare riferimento al service mondiale quinquennale “eliminate”, organizzato assieme
all’UNICEF per il debellamento del tetano prenatale nei paesi del terzo
mondo, service che ha ottenuto presso il pubblico presente positivi ed
unanimi apprezzamenti. Durante il corso della serata è stato presentato,
ufficialmente, il direttivo del nuovo club di Cagliari costituito da il presidente Antonio Saurra, il vice presidente ing. Giorgio Bertorino, il segretario
Michele Franchini, il cerimoniere Sandro Franchini, l’adwiser Erino Poli, il
tesoriere Raffaele Pontis, consigliere Caterina Rivano. Sono seguiti tutta
una serie di interventi, da parte di tutte le autorità kiwaniane presenti che
si sono concluse con l’auspicio da parte del governatore Salvatore
Costanza di poter accrescere la presenza del kiwanis in Sardegna con la
costituzione di altri nuovi clubs.
Il past lgt. Gov. della Divisione Sicilia 2
Ing. Filippo Lizzio
Il Kiwanis junior di Acireale, presieduto da Giuseppe D'Aquila, ospiterà un
"training" distrettuale che si terrà oggi, sabato 26 marzo, con inizio alle
9,30, nel centro di aggregazione giovanile "Il faro" di Capomulini. Dopo i
saluti di Sebastiano Pulvirenti, luogotenente del governatore divisione B
Sicilia, interverranno Giuseppe D'Aquila, presidente del sodalizio acese,
Sergio Marino, presidente del Kiwanis Acireale, Salvatore Garraffo, luogotenente del governatore Sicilia 2, Saverio Gerardis, governatore Kiwanis
junior Italia, e Nunzio Peluso, governatore eletto Kiwanis junior Italia.
CompuTecnica
Riparazione
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338 2071014
AKIS: Anno VII, numero 6 del 26 Marzo 2011 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - Site: www.akis-aci.com
DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 953455 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814
DELLE ACI
Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 223
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AKIS
Sabato 26 Marzo 2011
Il Kiwanis ricorda Bonaviri
Nel secondo anniversario della scomparsa
del grande scrittore siciliano, alla presenza
di un folto pubblico, all’Excelsior Palace
Hotel di Acireale, ha avuto luogo un’interessante incontro sul tema “La Sicilia di
Giuseppe Bonaviri, uno scrittore da Nobel”,
promosso dal Kiwanis Club di Acireale e
patrocinato dalla Fondazione Giuseppe
Bonaviri di Mineo. Sapientemente introdotta dal dott. Sergio Marino, presidente del
club, ad animare la serata è stata la dott. Maria Valeria Sanfilippo, giovane
studiosa dell’Università di Catania, professoressa del Liceo linguistico etneo
S.Orsola e giornalista, che ha imbastito un coinvolgente excursus sulla figura e l’opera dello scrittore di Mineo, tra i più rappresentativi autori del panorama letterario
del
secondo
novecento, tradotto in numerose
lingue
(persino
in
arabo e in cinese), osannato
oltralpe da “Le
Monde” come
“re di Francia”,
più volte nella
rosa dei candidati al Nobel. In
perfetta ottemperanza ai valori
kiwaniani,
volti a sostenere la causa dell’infanzia e dei
diritti civili, l’opera di Bonaviri
– ha osservato
la relatrice – “dà
voce anche all’età della fanciullezza, assegnando un posto privilegiato al
codice fiabesco”. Tra le componenti-cardine della sua scrittura la dimensione cosmica, il plurilinguismo, le valenze interculturali e multietniche.
“Bonaviri – ha sottolineato la dott. Sanfilippo – è un siciliano che ha combattuto l’imperante impulso omologante in virtù di una valorizzazione della
specificità isolana, della diversità come arricchimento, senza tuttavia rinnegare le logiche più autentiche del villaggio globale, semmai consolidandole”.
Testimoniando il variegato mosaico nazionale di popoli, culture e lingue, lo
scrittore di Mineo si è anche inserito a pieno titolo nella ricorrenza dei 150
anni dell’Unità d’Italia. Un appassionato viaggio che, attraverso l’analisi della
raccolta bonaviriana “Novelle saracene”, ha altresì consentito di ricreare
atmosfere e pratiche di quelle novellatrici popolari che, vissute tra Otto e
Novecento, hanno saputo accompagnare alla parola l’impareggiabile rituale
del gesto e, talvolta, la melodia del canto. La studiosa ha tra l’altro evidenziato l’instancabile opera di divulgazione dell’autore, in ambito nazionale e
internazionale, ad opera della Fondazione Giuseppe Bonaviri, presieduta da
Giuseppe Castania, e dell’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, animato dal suo presidente Enzo Zappulla e dalla studiosa Sarah Zappulla
Muscarà. “È necessario – ha concluso la relatrice, a seguito di un vivace
dibattito – promuovere quegli autori che della sicilianità hanno saputo fare il
grimaldello interpretativo di un’unica esistenziale metafora del mondo, troppo spesso condannati a un ingiusto oblio e soggetti ad essere nemo profeta in patria”. Nell’occasione è stato proiettato il raffinato documentario
“Bonaviri ritratto”, curato da Massimiliano Perrotta. “Il nostro intento – ha
affermato il presidente Marino – è anche quello di recuperare e valorizzare
il patrimonio territoriale e culturale della nostra Isola”.
FORNITORE UFFICIALE “PREMIO ACI E GALATEA”
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"150 Anni a Sud" per alzare lo sguardo
Il 4 luglio, il "the indipendence
day", ogni americano festeggia.
Il 3 ottobre ("Tag der deutschen
Einheit") ogni tedesco scende
in piazza a celebrare la caduta
del muro. Cosa rappresenta
questo 17 Marzo per gli italiani?
Ed ancora: cosa ha significato
e cosa significa per i siciliani?
Questi interrogativi ci hanno
spinto, insieme a Nicola
D'Agostino, ad organizzare
"150 Anni A Sud". L'esigenza di
una riflessione critica, oltre l'etica dei pregiudizi e delle rappresentazioni formali. La necessità, per la politica, di "alzare lo sguardo", al di là degli orpelli corpulenti(a volte ipocriti!) della retorica ufficiale. Il liceo scientifico è stato
il luogo dove la città, nella sua complessità, si è riunita a ragionare criticamente, con Pietro Barcellona e Pino Aprile, per guardare indietro ed immergersi problematicamente nell'attualità. Per ridare un'anima alla politica.
Rinchiusa sempre più in un localismo rissoso, apatico; prigioniera del presente come dimensione totale di riferimento. Chiunque affronti le questioni
regionali, nazionali, locali, attraverso le parole dei suoi protagonisti, coglie
infatti un senso di disorientamento, straniamento, impotenza. Sembra di
risentire il monito di "Palombella rossa" di Moretti: "Chi parla male pensa
male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste, le parole sono importanti!". La leggerezza con la quale ci si appella ai termini unità ed autonomia ("noi siamo per l'unità, voi no"!), allo slogan "indipendenza e libertà",
rappresentano esempi della perdita di onestà intellettuale e riflessività.
Crediamo sia essenziale una scelta di campo per il ragionamento, l’intelligenza degli eventi e dei processi, per una questione di metodo che ne
instradi una di merito. Viviamo in un tempo storico di opportunità straordinarie ma anche di rischi definitivi. La Sicilia lotta, in questi anni, la battaglia
del multipolarismo: quale sarà il destino di questo lembo di terra in un
mondo in cui è venuta meno la sicurezza dell'asse est-ovest?(nel quale, in
passato, far parte dell'occidente ha significato stare all'interno del "mondo
che conta"!). Come affronteremo, senza i "parafulmini" che furono, questioni vecchie e nuove: l‘occupazione, la riduzione delle diseguaglianze
ecc. La Sicilia avrà diritto di esistere? Ed ancora: perché parlare, con insi-
REPORTAGE CARNEVALE 2011
ph Fabio Consoli
stenza, di autonomia? Crediamo che il ruolo del mezzogiorno vada letto in
un contesto geopolitico, omettendo rivendicazionismi ed infruttuose emotività. Urge una nuova classe dirigente meridionalista, capace di affermare
un pensiero egemonico(proprio quello di cui parlava Pietro Barcellona
citando Antonio Gramsci!): la questione meridionale è, nel 2010, questione
europea e nazionale: la Sicilia ed il mezzogiorno sono il cuore del futuro
dell’Italia e dell’Europa. Saranno proprio i nostri territori, infatti, la "meta
necessaria" dei flussi provenienti dalla Cina, dall’India, dal mondo arabo.
Potranno essere questi territori (se "normalizzeremo" la regione!) a recepire gli investimenti, i know-how, dei protagonisti del mondo che sarà. Un
mondo in cui i rapporti di forza cambieranno bruscamente. l’Asia, da sola,
produrrà il 40% della ricchezza mondiale e conterà la metà della popolazione. In cui questo G8 sarà la riunione degli "azionisti di maggioranza" che
non hanno più la "maggioranza"; in cui la questione della sicurezza si giocherà a sud: nella coesistenza pacifica tra mondo occidentale ed islamico.
La vecchia Europa dovrà guardare al mediterraneo, alle sue opportunità.
L’Italia dovrà avere a Sud la nuova "terra di produzione", capace di integrare un nord proiettato in un’area Mittel-europea ormai satura. Quella che
emerge dal 16 marzo è’ la proposta di un’autonomia coerente con le sue
coordinate geopolitiche-geoeconomiche-geoculturali. Come alternativa ad
una globalizzazione senza democrazia. Un’autonomia, non leghista, che
non coltiva territori "l’un contro l’altro armati", che vuole unire il paese.
Vogliosa di credere in un paese chiamato Italia e in una costituzione che le
da fondamento. Ostile alle spallate plebiscitarie ed accentratrici. Ma anche
alla storia acritica, scritta con l'inchiostro dei vincitori(il cuore del ragionamento di Pino Aprile!). Possono i giovani di questa terra rinunciare a questo ruolo naturale in un processo storico inesorabile? Può la Sicilia rinunciare alla sua internazionalizzazione? Tanta strada andrà percorsa per
creare un patto sociale di sviluppo organico e duraturo. Bisogna richiamare le forze migliori, politiche, economiche, culturali, al di là delle logiche e
delle convenienze quotidiane. Le lotte dei "piccoli satrapi" sono diventate
stucchevoli: peggio per loro: il giudice tempo ne cancellerà la memoria!
Ringraziamo Nicola D'Agostino per averci proposto di collaborare nell'organizzazione di questa ed altre iniziative. Rivolte a costruire il filo di un
ragionamento che spinga a guardare oltre. Attraverso le parole, come dice
il leit motiv d’apertura. Parole, come si sa, scritte sull’acqua ma nel tentativo di disegnare, come diceva Joseph Roth, "il volto del tempo.
ph Fabio Consoli
Antonio Coniglio
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26 Marzo 2011