01.1 in primo piano di Massimo Matteucci Responsabilità e modello cooperativo 01.1.a Massimo Matteucci, presidente Cmc. La grave crisi che stiamo vivendo in Europa e in gran parte dei Paesi Occidentali impone un radicale ripensamento delle politiche economiche e finanziare degli ultimi decenni. Del resto, è diffuso il convincimento che fra le cause di questa crisi vi sia anche il deficit etico che il modello consumistico di sviluppo globale ha evidenziato in maniera crescente. Come è dimostrato dalla diseguaglianza in costante aumento e dal corollario di ingiustizie e di degrado economico, sociale e democratico che l’accompagna e che rischia di essere uno dei principali ostacoli alla ripresa. In questi mesi è stato detto e ridetto: serve una svolta, una reazione per rivitalizzare l‘esperienza democratica, per fare ripartire l’economia, ritrovare le ragioni dello stare insieme, riscoprendo il significato di bene comune e il valore delle istituzioni. Probabilmente stiamo 01.1.a attraversando una fase che ci porterà a trasformazioni che oggi non siamo in grado di prevedere. Anche come cooperative dovremo sapere cambiare, adattando strumenti, competenze e cultura, allargando il perimetro delle nostre relazioni ed alleanze. Quello che stiamo facendo, ad esempio, con l’Alleanza delle Cooperative. Le ragioni, razionali ed ideali, per costruire la nuova centrale cooperativa unitaria ci sono tutte. Ci sono pure la convinzione e la comune volontà. Quello che serve è la capacità da parte di tutti di sapersi mettere in gioco fino in fondo. Una decina di anni fa in Cmc abbiamo affrontato la redazione del bilancio sociale. Lo abbiamo, fin dall’inizio, interpretato come una scelta di trasparenza, un impegno fondato sull’accettazione di uno stato di fatto: la nostra complessa e vissuta realtà d’impresa, da rappresentare con realismo - perché ciò che ha veramente valore sociale, economico, etico, è ciò che essa veramente è - e da lì partire per individuare le possibili enfasi imprenditoriali ed etiche. In questa logica e per questi fini, realizzammo una ricerca sociale rivolta ai soci e ai dipendenti dell’organico fisso che non mancò di evidenziare, accanto a positive conferme di solidità e di crescita sociale e di cultura di impresa, alcune contraddizioni. Era lo strumento di lavoro che ci serviva per qualificare lo sviluppo del nostro paradigma societario soggetto a molteplici sollecitazioni di natura e origini diverse: il difficile contesto esterno (lo era anche allora), una crescita aziendale intensa e rapida, una realtà sociale e professionale sempre più plurale chiamata a confrontarsi con problematiche complesse che richiedevano impegno, professionalità e specializzazioni crescenti spesso del tutto innovative. Il tutto ha comportato trasformazioni e cambiamenti. Ha significato prendere atto che l’organizzazione con la quale avevamo fin lì sostenuto lo sviluppo dell’impresa p.03 la Betoniera non era più in grado di corrispondere con efficacia ai nostri programmi, anche se questo significava investire in qualità e cultura fino a determinare una discontinuità. L’odierna struttura organizzativa e di governance di Cmc origina, dunque, da processi che si erano in precedenza determinati e che abbiamo dovuto governare con tempestività, sostenendoli con un’articolata e impegnativa azione di formazione manageriale. Un impegno formativo a cui abbiamo dato continuità e che ha prodotto, nel 2009, il progetto Cmc University: una vera e propria scuola di formazione aziendale alla quale abbiamo assegnato il compito di favorire la trasmissione delle competenze professionali e manageriali dalle risorse più esperte a quelle più giovani. Un nuovo modello di governance che abbiamo, naturalmente, sviluppato in stretto raccordo con i processi mutualistici e democratici della cooperativa. A conti fatti, questa esperienza mi ha confermato che anche rispetto ai problemi della modernità gli strumenti vincenti per una cooperativa continuano ad essere sostanzialmente gli stessi: la formazione e la crescita professionale dei soci e dei gruppi dirigenti, la qualità dell’informazione e degli strumenti della comunicazione, la trasparenza dei processi democratici di governo, la partecipazione informata alla costruzione delle strategie aziendali di lungo periodo, la solidarietà e l’agire collettivo. La mutualità, dunque, concetto complesso, rappresenta ancor oggi l’unica misura per distinguere l’impresa cooperativa dalle altre forme di società. L’attualità della mutualità cooperativa non sembra scemare malgrado la sua connaturata affinità con i valori “dell’agire collettivo” e della “solidarietà” per i quali l’interesse comune prevale su quello personale. Tuttavia, non sono necessari particolari richiami sociologici per convenire che, al contrario, la società odierna, globale e consumistica, è con tutta evidenza improntata da un crescente e persuasivo individualismo. E poiché ciascuno di noi vive le contraddizioni del suo tempo non possiamo non porci alcuni interrogativi circa la natura dei valori convergenti sulla figura del “socio mutualistico” e alla sua possibilità effettiva di viverli e attuarli appieno nel rapporto associativo e nella professione e magari trasferirli, almeno in parte, nella società civile dove, oggi, sperimentiamo un’inquietudine crescente che induce a non dare nulla per scontato ma a porre sotto continua verifica tutto. La risposta al che fare non può probabilmente che essere un discorso aperto, espressione di una volontà di ricerca e di impegno concreti da condurre sul campo con un coinvolgimento sociale ampio, dai soci mutualistici ai gruppi dirigenti e agli altri stakeholder. Si tratta, pur non rinunciando agli strumenti della 01.2 competitività di impresa, di concorrere al soddisfacimento di quei bisogni comuni che in origine sono stati - ma probabilmente in parte ancora sono - i bisogni collettivi di una comunità, il lavoro in primo luogo. E un lavoro buono, qualificato, continuo e non precario, capace di sostenere un percorso di vita e assicurargli dignità resta la ragione per cui la nostra cooperativa è nata e vive. Cmc è oggi una realtà molto più plurale di quella delle origini o solo di qualche tempo fa. Si sono diversificate le professionalità, i livelli retributivi e le provenienze, le attese di vita e gli interessi. Non è allora così scontato e immediato riconoscersi in un fine comune come poteva esserlo quando la base sociale era decisamente più omogenea. Così anche i valori fondanti, seppur continuiamo a chiamarli con lo stesso nome, inglobano col tempo significati nuovi. Un solo esempio, al riguardo. Nei nostri cantieri in Cina, Laos, Algeria, Sud Africa, Angola, Mozambico e Leshoto lavorano persone provenienti da 44 diverse nazionalità portatori di una multiculturalità che sta ridisegnando il paradigma sociale e culturale di Cmc. La stessa concezione di solidarietà vira verso significati di apertura e accoglienza, di disponibilità alla contaminazione. Un qualcosa di diverso dalla solidarietà originaria che sottintendeva soprattutto compattazione fra uguali, contrasto alle comuni avversità. Riflettiamo, dunque, per distillare il meglio della nostra storia e del nostro patrimonio culturale sapendo però che una sintesi effettiva non potrà che poggiare sulla concretezza di un’esperienza condivisa, che significa anche la costruzione di un lessico comune in cui le parole e i valori possano avere per tutti lo stesso significato, indicare i medesimi contenuti e concetti. 01.2.a in primo piano di Valda Miani Bambini si nasce, responsabili si diventa 01.2.a Valda Miani. Le sono ostili i forti condizionamenti della società, le strutture caratteriali assunte nell’educazione infantile, i dogmatismi e le burocrazie. Se non si muove foglia fino a che Dio non voglia è difficile che possa diventare un valore di riferimento. Ha avversari temibili che ne ostacolano l’assunzione: il dovere, la colpa, la vergogna, la prassi dello scarica barile… È un valore alto da sostenere ma forse l’unico che ci fa essere individui liberi: è la responsabilità, terza delle parole scelte da Cmc da portare ai prossimi 110 anni. Parliamo di responsabilità vera, non quella che ci assegnano gli altri ma quella che noi assumiamo nei confronti con noi stessi, un impegno individuale e quotidiano che ci confronta coi nostri limiti e con le nostre possibilità. In questo numero del giornale vorremmo dar conto di alcuni dei modi attraverso i quali si declina nella nostra cooperativa. È una parola da lunghe distanze, la terza parola scelta tra le molte dei 110 anni di Cmc, e conoscerla, trovarne i significati, ci porta indietro nella storia dell’umanità, a quel pensiero greco che primo fra tutti trovò la strada della responsabilità individuale rispetto ad una giustizia divina che anticamente e sola governava le sorti dell’essere umano. Il pensiero cristiano fece il resto: da 2000 anni a fondamento del comportamento degli individui c’è proprio la responsabilità, quell’etica del comportamento p.04 la Betoniera individuale che ci fa essere adulti e capaci di governare non solo le pulsioni individuali ma anche le molteplici sollecitazioni esterne alle quali tutti siamo soggetti. È una grande parola cooperativa perché nasce dal superamento dell’egoismo e dell’egocentrismo infantili per avviarsi verso la comprensione che tutti gli esseri umani sono interconnessi e che le nostre scelte hanno conseguenze al di fuori di noi, nello spazio e nel tempo. alla prova con la nostra inadeguatezza, con le nostre mancanze, con la possibilità di venir meno a ciò che avremmo dovuto dire, pensare o fare. È un luogo etico dove non possiamo barare con noi stessi di fronte al quale stanno due estremi: l’assunzione di tutte le colpe e l’assoluzione da tutto. Non è una parola facile perché la responsabilità può essere un grosso peso. Leo Longanesi in un suo graffiante aforisma diceva che “è meglio assumere un sottosegretario che una responsabilità”. La scelta della scuola, del lavoro, la scelta di quali strade intraprendere per il nostro futuro, e tra i mille percorsi di fronte ai quali ogni giorno ci troviamo di fronte. E non solo questo, perché spesso vicina alla responsabilità sta la colpa determinata dalle conseguenze per le nostre azioni, la vergogna per non essere stati all’altezza, delle nostre o delle altrui aspettative: è un onore che porta con sé il pesante onere di portare lo sguardo verso le conseguenze del nostro agire. La responsabilità è innanzitutto quella di rispondere a se stessi, alla propria coscienza, al proprio sistema di valori. È, come dire, una faccenda molto personale e nel tempo è divenuta sempre più personale e sempre meno sociale. Se un tempo molti erano i gravami che dettavano i nostri comportamenti, ora questo avviene sempre più raramente. E non è nemmeno qualche cosa che si ottiene così, per grazia divina ma, come tutte le virtù, viene messa continuamente Perché mai, dunque, prendere su di sé il peso di questa parola così impegnativa? Sentirsi responsabili ci rende vivi, ci rende attenti a noi stessi ed alle nostre scelte, ci fa uscire dalle prigioni dogmatiche e dalle regole imposte, ci rende esseri umani. E non si conquista una volta per tutte ma è una prassi che ci mette continuamente a confronto coi nostri vincoli, capace di farci intravvedere gli effetti delle nostre azioni e dei nostri pensieri su noi stessi che sugli altri. Quale parola è più cooperativa? Diamo atto ai nostri soci e dipendenti di questa bella scelta come terza delle parole dei 110 anni di Cmc. È, come dicevo, una scelta di coraggio perché la responsabilità porta ad essere consapevoli delle conseguenze delle proprie condotte personali, è un atteggiamento dell’adulto che si fa carico e risponde delle proprie azioni, una scelta di libertà che non attribuisce ad altri la conseguenza ed i rischi determinati dalle proprie condotte. 01.3 01.3.e 01.3.f 01.3.g 01.3.h 01.3.i in primo piano di V. M. Andare all’estero, tra identità cooperativa e strategia d’impresa 01.3.a 01.3.b 01.3.c L’ultima volta in cui si erano visti è stata anche la prima: era il 2008 quando il gruppo dirigente di Cmc si incontrò provenendo dalle varie aree di riferimento di Cmc. Il 29 ottobre scorso si è svolto un interessante incontro del vertice aziendale per condividere e mettere a confronto le strategie di direzione della cooperativa. Ad intervenire, dopo un breve saluto del presidente Cmc Massimo Matteucci, sono stati l’amministratore delegato Dario Foschini, il direttore generale Roberto Macrì e il direttore del personale Manlio Malatesta. Dario Foschini ha parlato dei mercati di riferimento, Italia ed estero, di come sia cambiata negli ultimi anni la proporzione tra i due mercati per Cmc, di quali difficoltà incontra il mercato estero, in particolare i maggiori rischi cui è soggetto, il difficile reperimento delle risorse professionali, al quale fa da contrappeso il vantaggio competitivo che il mercato estero offre e le grandi capacità tecnologiche acquisite nei lavori in sotterraneo. Per l’Italia il drastico ridimensionamento del mercato e la forte concorrenza impongono una forte capacità produttiva, efficienza ed ottimizzazione dei costi. Il mercato italiano, che ha visto buoni successi di Cmc in qualità di general contractor, sta spostando le opportunità per la nostra impresa verso le concessioni, soprattutto autostradali, che porteranno ad intervenire anche nelle manutenzioni, un tema che diverrà fondamentale per il futuro. 01.3.d 01.3.a Massimo Matteucci, presidente. 01.3.b Dario Foschini, Roberto Macrì ha illustrato molti dei temi oggi all’attenzione per la nostra cooperativa. Da una parte la Cina, con la lunga esperienza acquisita, che permette alla nostra cooperativa di mantenere l’eccellenza nei lavori in sotterranea, dall’altra l’America, che impone un approccio nuovo, che ci porta ad operare sempre di più tramite partner ed organizzazioni locali. Quali dunque i percorsi che si prefigurano tra mercati consolidati e nuove aree? Efficienza, tecnologia, capacità di gestione, indirizzo e controllo e, naturalmente, capacità di esecuzione, il che significa ottimizzare le risorse professionali, un forte Know how, importanti alleanze strategiche e la grande attenzione alle risorse finanziarie. amministratore delegato. 01.3.c Roberto Macrì, direttore generale. 01.3.d Manlio Malatesta, direttore del personale. 01.3.e Massimo Marino, presidente di LM Heavy Civil Construction. Il responsabile del personale Manlio Malatesta ha affrontato nel suo intervento i temi dell’organizzazione del personale e delle sfide di professionalità, competenze e formazione che consentano di sostenere con adeguate politiche di sviluppo delle risorse umane la crescita aziendale prevista dal programma triennale. L’occasione ci ha permesso di incontrare alcuni dei nostri dirigenti che vivono all’estero dai quali abbiamo voluto sapere, in particolare, come si articola (o quale può essere) l’elemento identitario di Cmc nel paese che ci ospita. Massimo Marino da Westford, Massachussets era per la prima volta a Ravenna. Ci dice che prima di Cmc lavorava per una impresa il cui fatturato era simile a quello della nostra cooperativa e che, pur essendo di grandi dimensioni, permetteva di lavorare in una atmosfera familiare simile a quella percepita nell’incontro dei dirigenti Cmc. È difficile entrare nel mercato americano e tuttavia nel New England vi sono molti lavori per infrastrutture e per edilizia. Per consolidare la presenza negli Stati Uniti contano molto le relazioni che si riescono ad instaurare, è molto importante essere disponibili nei tempi e nei modi alle loro esigenze. L’identità Cmc in Cina per Salvatore Casciaro è rappresentata dal fatto che è una impresa specializzata nella costruzione con Tbm. Una impresa italiana non potrebbe lavorare ma siamo oggetto di interesse per alcune problematiche tecnologiche e su mercati difficili (geologia, problemi specifici legati alla lunghezza dei tunnel). Può essere di grande aiuto cofinanziare i progetti, individuare alleanze in posizione di minoranza, accettare la moneta locale. Cmc in Cina deve fare grande attenzione al dimensionamento dei costi che ci permette di competere con le imprese locali. È importante inoltre che ci sia stata la crescita professionale dei locali di riferimento, frutto dell’esperienza ultraventennale di Cmc. I cinesi hanno per loro natura un approccio molto pratico ed è vitale per Cmc relazionarsi in modo molto concreto; in questo Cmc è conosciuta e stimata come una impresa che si assume le proprie responsabilità professionali e tecniche sia presso le autorità governative che presso i clienti. Di un’altra esperienza nuova per Cmc ci parla Bruno Giovannini, da poco residente in Bulgaria. Il contratto per la realizzazione del lotto 1 dell’autostrada Maritza è stato firmato il 1 agosto e la partenza dei lavori è avvenuta il 20 ottobre, da realizzarsi in 3 anni; il termine previsto è dunque il 20 ottobre 2013. È stato recentemente aperto un ufficio a Sofia, mentre il personale operativo è a Dimitrograv. Il team di lavoro è già stato creato: tra espatriati e locali sono circa una ventina di persone. Essere in questo paese rappresenta una grande sfida, stiamo parlando di un mercato difficile nel quale dovremo confrontarci con la forte concorrenza di imprese provenienti dalla Turchia, Grecia ed Austria. È comunque un mercato importante, per il quale sono previsti grandi investimenti della Comunità europea nei prossimi anni. Un nuovo mercato che ci porta a confronto con una nuova lingua, il bulgaro, che “per fortuna” si accompagna all’inglese. Anche per la Bulgaria vale il fatto che possiamo essere concorrenziali negli scavi in tunnel, mentre per i lavori tradizionali è difficile esserlo. Sono previste anche gare in Macedonia, in Serbia e Bosnia. Nerio Gridella ci racconta che negli ultimi anni si è assistito in Mozambico ad una presenza sempre più forte di imprese portoghesi, specie nelle gare importanti, che ha determinato una forte concorrenzialità ed una certa pressione sulla Cmc. In Mozambico sono presenti anche i cinesi e molti investitori privati, la stessa Eni è nel paese. Nonostante questo l’identità di Cmc è molto forte e siamo considerati una impresa che fa bene il suo lavoro sia qualitativamente sia per il rispetto dei tempi. Un problema? I vecchi vanno in pensione e i giovani restano 3 anni poi se ne tornano a casa ed è difficile inserire personale mozambicano. Anche coi Tcn ci sono problemi di integrazione, soprattutto per la lingua (filippini, arabi...) eppure possiamo dire che Cmc è una impresa nazionale mozambicana. Un paese con differenze culturali enormi pone sicuramente un problema di identità, è quanto ci dice Luca Barbara sul Laos, paese nel quale veniamo percepiti prima di tutto come impresa italiana. L’organizzazione ed il modo di lavorare di Cmc è peculiare, per esempio il rapporto amichevole tra il vertice ed i dipendenti, un modo che senza intaccare i ruoli mantiene comunque il rapporto con i lavoratori, ci mette in relazione allo stile di direzione molto diverso di cinesi e anglosassoni. È indispensabile che nelle posizioni chiave siano inserite figure Cmc di lunga data e questo migliora l’identificazione con l’impresa. Una delle sfide a cui stiamo lavorando è quella di fare breccia nei laotiani, continuando a portarli con noi, valorizzando le loro competenze. È stato fatto uno sforzo enorme, in pochi mesi dover portare il numero del personale a 1000. Per noi è una grande soddisfazione avere una mensa unica per 250 persone. E a proposito di responsabilità? Lavorare così lontano ci porta ad assumerla come prassi di lavoro costante, è una responsabilità di immagine, nei confronti dell’azienda, una responsabilità nei confronti delle risorse ed una responsabilità per l’impegno sui risultati e nei confronti dei colleghi di lavoro. Singapore è una realtà molto diversa ed estremamente organizzata: richiede professionalità già consolidate, cura del personale, il confronto con concorrenti molto agguerriti come coreani, giapponesi, cinesi ed austriaci. Come sempre, quando si entra in un nuovo paese occorre imparare le regole del gioco, e qui vi sono molte regole nuove. Per esempio, per registrare la nostra impresa abbiamo dovuto assumere personale con qualifiche precise. A valere in questo paese sono la cura del personale, il rispetto ed un notevole impegno tecnico. 01.3.l 01.3.f Salvatore Casciaro, direttore area Cina. 01.3.g Bruno Giovannini, direttore tecnico di cantiere in Bulgaria. 01.3.h Nerio Gridella, direttore tecnico area Mozambico. 01.3.i Luca Barbara, direttore area Far East. 01.3.l Il gruppo dirigente presso la casa Cmc nella giornata dell’incontro. p.05 la Betoniera 01.4.a 01.4 in primo piano di Alfredo Fioretti Responsabilità individuale e responsabilità collettiva 01.4.a Alfredo Fioretti, responsabile ufficio legale Cmc. In questi giorni ho pensato a ciò che significa per me la parola “responsabilità”. Certo, nel mondo giuridico questa parola assume connotazioni diverse a seconda del contesto di riferimento. La responsabilità può essere definita riguardo al diritto civile, penale, amministrativo. Ed in ognuno di questi contesti di riferimento la responsabilità muta il proprio limite di applicazione in conseguenza delle disposizioni legislative. Il concetto di responsabilità di cui vorrei parlare, tuttavia, pur risentendo dei miei studi giuridici, riferisce ad una visione personale. Ed in tal senso vorrei soffermarmi sulla responsabilità “individuale” e “collettiva”. La responsabilità individuale 01.5 per me si ravvisa tutte le volte che ciascuno di noi affronta un impegno di qualsiaisi natura. Quell’impegno dovrà essere svolto nel rispetto delle regole, utilizzando tutti i mezzi leciti e le conoscenze di cui si dispone per ottenere un risultato idoneo all’impegno stesso. È responsabile colui che agisce tenendo ben presente l’azione che sta per compiere ed i possibili effetti, cosicchè valutando gli eventuali ostacoli, potrà superarli. Ritengo che al concetto di responsabilità, oggi più che mai, debba essere associato quello di professionalità. Maggiore è la professionalità profusa nel proprio agire, maggiori saranno le probabilità di agire in modo responsabile e quindi di ottenere un risultato consono alle aspettative. Le azioni di ciascun individuo, anche 01.5.a quelle che ci appaiono più semplice, sul lavoro, nel vivere quotidiano, nella società sono causa di un’altra azione ovvero generano una reazione, e l’effetto finale è valido se si parte da un presupposto comune corretto. È responsabile, così, chi è in grado in ogni circostanza di perseguire ciò che comunemente chiamiamo il “bene comune”. Se sommiamo invece le azioni dei singoli, avremo la responsabilità collettiva. In tal caso, per avere come effetto il perseguimento del bene comune sarà necessario una comunanza di intenti, un comune ideale da perseguire. Anche la nostra Cooperativa, perciò, potrà essere un luogo in cui la somma delle azioni “responsabili” di ogni singolo, potranno determinare il raggiungimento del bene comune. 01.5.b 01.5.c in primo piano Appuntamenti di Natale 01.5.a Concerto di natale 2010. 01.5.b.d-e Alcuni momenti Musiche dall’Irlanda In viaggio da Dublino al Connemara 23 dicembre 2011, ore 20.45 Galleria Cmc, via Trieste 76 Ravenna della befana di Cmc. 01.5.c Il presidente Massimo Matteucci alla consegna delle borse di studio. Il concerto di Natale sarà quest’anno dedicato ad un paese che della musica ha fatto fin dai tempi più antichi un elemento importantissimo per la propria identità nazionale, l’Irlanda. Per l’occasione l’orchestra “Città di Ravenna” si unisce ad uno dei gruppi italiani più rinomati del genere, gli Inis Fail, con cui ha creato questa serata in esclusiva per Cmc. Dalle gighe che si ascoltano nei fumosi pub di Dublino, alle antiche ballate dal sapore celtico fino ai briosi hornpipe, i componimenti 01.5.d p.06 la Betoniera che accompagnavano le danze dei marinai del capitano Cook per trascorrere insieme una gioiosa serata. Con flauti, violini e cornamuse non poteva mancare un elemento fondamentale della cultura irlandese, la danza, con una compagnia di ballerini professionisti i quali si esibiranno in balli di gruppo e solisti, alternando alle danze popolari alcune rivisitazioni dei passi tradizionali di questa terra. Spettacolo della Befana 6 gennaio 2012, ore 10.00 Magia e trucca bimbi per lo spettacolo di quest’anno presso la galleria Cmc con gli amici della Casa delle Arti 01.5.e di Mezzano. Musica, palloncini, gags e mille colori per una giornata indimenticabile per i bambini e i loro genitori. Consegna borse di studio 22 gennaio 2011, ore 10.30 Torna il consueto incontro annuale di consegna delle borse di studio. L’appuntamento è domenica 22 gennaio nella sala corsi di Cmc. Anche quest’anno all’incontro sarà presente il Prof. Emanuele Bassetti (sociologo ed esperto di comunicazione dell’Università di Bologna) che ci parlerà di: “ Il colloquio di lavoro: strategie, modalità di comunicazione, luoghi comuni e tipici errori relazionali che attendono i giovani alla ricerca del primo lavoro”. 02 02.a 02.b qualità, sicurezza, ambiente di Cristiana Bolognesi La qualità: vietato improvvisare 02.a Leonardo Potenza, responsabile servizio qualità, sicurezza, ambiente. 02.b Maurizio Didonè, addetto al servizio prevenzione e protezione, con Sandra Perché la qualità è diventata un elemento così importante per le aziende? Cos’è la certificazione e cosa comporta? Possono, a prima vista, sembrare domande da addetti ai lavori. Al contrario sono al centro di ogni moderna politica di management aziendale. Ne parliamo con Leonardo Potenza, responsabile del Servizio Qualità Sicurezza Ambiente. 02.c Silva, HSE Manager dell’area Mozambico, in un cantiere del paese africano. 02.c Leonardo Potenza al corso per operatore di piattaforme di sollevamento. “La qualità, o meglio il sistema di gestione per la qualità, è l’insieme dei fattori attraverso i quali un’azienda garantisce che i processi aziendali per la realizzazione di un prodotto o un servizio rispondano ai requisiti del committente e delle altre parti interessate e vengano continuamente migliorati. È considerata, dunque, un elemento competitivo che consente di valutare e scegliere le aziende che possiedono un elevato standard qualitativo in grado di fornire regolarmente un prodotto/servizio nei tempi e nei modi stabiliti. La certificazione del sistema di gestione per la qualità è l’attestazione da parte di un organismo terzo, indipendente e accreditato, circa la conformità del sistema di gestione alle norme internazionali di riferimento che le imprese devono soddisfare. Un’azienda certificata avrà, pertanto, più prestigio e credibilità e un maggiore potere contrattuale sul mercato. Per poter raggiungere gli standard qualitativi necessari al conseguimento di una certificazione un’azienda deve fissare politiche, obiettivi, procedure e strumenti per raggiungere i fini stabiliti e verificare costantemente l’efficacia dei processi e i risultati conseguiti. In questo Cmc è, da sempre, in prima linea!”. Il Codice Etico invece di cosa si occupa? “Il 10 ottobre 2003 il Consiglio di Amministrazione della cooperativa ha adottato il Codice Etico (che potete trovare in versione integrale sul sito di Cmc) che contiene una serie di principi che definiscono, in modo chiaro e trasparente, l’insieme dei valori ai quali l’azienda si ispira per raggiungere i suoi obiettivi. A questi principi (di professionalità, legalità, imprenditorialità, onestà, trasparenza, eguaglianza) deve uniformarsi il comportamento di tutti coloro che operano all’interno della società. Il modello organizzativo per la responsabilità d’impresa che abbiamo noi oggi riguarda principalmente le attività svolte in Italia, ma stiamo lavorando per adattarlo a tutte le nostre sedi e attività nel mondo. Collegato al modello organizzativo e al codice etico possiamo ricordare che la Cmc è stata la prima in Italia a siglare un Protocollo di Legalità con Anas e Prefettura di Salerno nell’ambito dell’appalto per il 1° Maxilotto della Salerno-Reggio Calabria. L’iniziativa, finalizzata a rafforzare l’attività di prevenzione dalle infiltrazioni della criminalità nell’ambito degli appalti pubblici, è stata successivamente ripresa con il Protocollo per la Legalità di Porto Empedocle, sottoscritto il 9 marzo 2009, con le Prefetture di Agrigento e di Caltanissetta, la Regione Siciliana, l’Anas Spa, e la Empedocle Scpa nell’ambito dei lavori per la Agrigento-Caltanissetta”. In coerenza con quanto affermato nel Codice Etico, Cmc ha, poi, provveduto in questi anni a dotarsi delle principali certificazioni internazionali relative alla qualità, alla sicurezza, all’ambiente. Cosa significa aderire alla famiglia delle norme Iso? “In effetti possono essere implementati in un’organizzazione altri sistemi di gestione riferiti ad ambiti diversi: sicurezza e salute sul lavoro, ambiente, ecc. Per ciascuno di essi esistono norme internazionali di riferimento. In particolare, la Iso 9001:2008 definisce i requisiti che l’organizzazione deve rispettare per migliorare il proprio sistema di gestione per la qualità. Il Sistema di Qualità di Cmc è stato certificato il 7 luglio 2000 in conformità alla Norma Iso 9001/Uni En Iso 9001 Ed.1994 e poi rinnovato l’11 luglio 2009 in conformità alla Norma Iso 9001:2008. I documenti sono in continua evoluzione per adattarli alle mutate esigenze aziendali. Basti dire che solo nello scorso anno sono stati p.07 la Betoniera revisionati il Manuale della Qualità e svariate procedure della qualità generali, procedure della qualità operative e istruzioni per la qualità, oltre a diverse procedure e istruzioni del Sistema di gestione ambientale e del sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Oltre alle verifiche svolte dall’ente certificatore ogni anno, vengono svolti audit interni per accertare lo stato di conformità del sistema nell’ambito dei vari processi aziendali. Si tratta dunque di un impegno costante e consistente!” E per quanto riguarda l’ambiente come si muove Cmc? “La norma volontaria Iso 14001:2004 si occupa del Sistema di Gestione ambientale. Lo scopo è di identificare gli aspetti dell’organizzazione legati all’ambiente, tenere sotto controllo e monitorare quelli che possono avere un impatto ambientale per ridurne le conseguenze negative. Il Sistema di Gestione Ambientale di Cmc è stato certificato l’8 febbraio 2008. È una certificazione che abbiamo fortemente voluto e nella quale ci siamo impegnati molto! Il suo presupposto è non solo il rispetto della normativa (che è il presupposto di base), ma il miglioramento delle condizioni di lavoro e del territorio. Cmc si è dunque dotata di una serie di procedure interne che regolamentano la gestione delle tematiche ambientali in modo da non avere sorprese, gap o buchi perché non ci devono essere impatti negativi. Dato che l’impatto ambientale dell’opera è già stato studiato quando l’opera è stata data in appalto, ad esempio attraverso la Via (valutazione d’impatto ambientale), il nostro principale campo di intervento è sull’impatto del cantiere nell’ambiente. Noi pianifichiamo le attività di cantiere, controlliamo che le procedure vengano attuate ed eventualmente operiamo delle revisioni del sistema in un’ottica di miglioramento continuo. Il sistema di gestione ambientale non è ancora un obbligo di legge, ma spesso nelle gare si tratta di un prerequisito. In molti Paesi esteri (Sudafrica, Laos, Singapore ad esempio) la si dà come un dato di fatto, non si può non avere. Piuttosto rappresentano per noi una grande difficoltà la pluralità e le differenze delle norme non solo da Stato a Stato, ma, in Italia, anche da regione a regione. Dobbiamo essere sempre attentissimi e non dare mai nulla per scontato!” Immagino che il vostro servizio sia partito dalla sicurezza, che ci puoi dire? Qual è la situazione? “La legislazione e la giurisprudenza interpretativa sono chiare e partono da lontano: le prime leggi in materia sono degli anni ‘50; pur con le differenze culturali e sociali, le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori sono piuttosto simili in tutto il mondo. Noi, laddove la legislazione è meno rigida, aumentiamo lo standard in un’opera di omogeneizzazione in ogni cantiere e Paese in cui lavoriamo. Partendo dal rispetto delle norme di legge, in ogni cantiere implementiamo il sistema di gestione della sicurezza e salute sul lavoro, che nel nostro caso si basa sullo standard internazionale del British Standard Ohsas 18001. Questo Sistema di gestione è orientato alla creazione di un ambiente di lavoro sempre più sano e sicuro e alla riduzione del numero degli infortuni con evidenti risultati sul piano della qualità dell’ambiente di lavoro ma anche dei costi aziendali. Il Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul lavoro di Cmc è stato certificato il 27 gennaio 2009. Questo certificato ha completato l’integrazione del Sistema di Gestione della Sicurezza e Salute sul Lavoro con i sistemi gestionali della Qualità (Iso 9001) e dell’Ambiente (Iso 14001). In termini di risultati, c’è un monitoraggio di tutti i territori in cui operiamo, una progressiva attenzione e organizzazione nei nostri cantieri; stiamo mettendo le basi in ogni Paese per un sistema di gestione adattato alla realtà locale (pur monitorato dalla sede ovviamente) che consentirà una comunicazione tempestiva, un monitoraggio costante, affiancati da una maggiore divulgazione e formazione sul campo. In Mozambico, ad esempio, stiamo ottenendo ottimi risultati in termini proprio di organizzazione della sicurezza: stiamo completando l’implementazione del sistema, abbiamo svolto una intensa attività formativa, abbiamo instaurato un sistema di informazione efficace e tempestivo, c’è una responsabile di area e diversi safety manager e safety officer che seguono i cantieri; è un’organizzazione che darà sicuramente ottimi frutti. Questo non toglie che gli sforzi non siano mai abbastanza e che l’obiettivo di non avere nessun infortunio sia una meta ancora lontana, ma l’alfabetizzazione di tutti i livelli gerarchici siamo sicuri che porterà a ottimi risultati. Anche in Cmc University la materia è presente già da tempo e nei nuovi piani di studio introdotti quest’anno in molti percorsi formativi è un esame obbligatorio.” Quali altre certificazioni possiede Cmc? “Cmc, è tra le prime imprese di costruzione ad avere conseguito anche l’attestazione di Qualificazione alla esecuzione di Lavori Pubblici e vanta l’iscrizione a numerose categorie di lavoro con buoni livelli di importo: per 17 categorie di queste, Cmc è attestata con importo illimitato. Il 16 febbraio 2006 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha rilasciato a Cmc anche l’Attestato di Qualificazione a Contraente Generale per la classifica III. Si tratta della classifica di maggior livello che consente la partecipazione a lavori di importo oltre i 700 milioni di Euro. Insomma un impegno costante per tutti e a 360° che deve essere fra gli obiettivi di una grande azienda; se questa azienda, poi, è una cooperativa credo che questo impegno si debba trasformare in un valore primario ed essenziale!” 03 04.1 cmc university di Mara Cavallari approfondimenti di Paride Padovani Il successo non è mai definitivo 03.a Davide Casadio in Pianificazione e controllo Riprendendo gli approfondimenti pubblicati nel n. 3, 4 e 5, analizziamo in questa puntata, il sistema di pianificazione e controllo aziendale, che si basa sulla piattaforma Vision, e che prevede l’utilizzo di software e sistemi integrati. 03.a un momento di Cmc University. L’attività di pianificazione e controllo si suddivide in cinque macrofasi: 1. Preventivazione (vedi betoniera n. 5) 2. Programmazione e pianificazione (vedi betoniera n. 5) 3. Contabilità lavori e gestione subappalti 4. Controllo avanzamento 5. Controllo costi Contabilità lavori / Gestione subappalti La qualità delle risorse umane disegna i connotati di un’impresa e la sua capacità di investire con responsabilità sul futuro. Questa, per certi versi, banale affermazione è oramai universalmente riconosciuta dai guru dell’economia che assegnano ai dipendenti un valore strategico sul quale inderogabilmente investire. E questo assioma è tanto più vero per il management di un’azienda, coloro che hanno, o dovrebbero avere, nelle proprie mani le conoscenze, le capacità, la visione per affrontare una realtà in continuo cambiamento e fare la differenza sul mercato della competizione. “Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti”. Con questa bella frase, attribuita al genio creativo di Winston Churchill, si potrebbe spiegare con poche parole perché in un’epoca di grandi e veloci trasformazioni come la nostra, il compito principale con il quale le classi dirigenti sono chiamate a confrontarsi sia quello di capire prima degli altri cosa sta succedendo e individuare prima degli altri le possibili risposte. Investire sulla conoscenza e sulla formazione non è dunque “una” scelta possibile. Sempre di più è “la” scelta strategica per competere in un mercato sempre più complesso e sensibile all’innovazione. Un impegno quello per la formazione da sempre al centro della nostra impresa cooperativa che ha prodotto nel 2009 il progetto di Cmc University, una vera e propria scuola di formazione aziendale giunta oramai al suo terzo anno di attività. “L’obiettivo - dice Davide Casadio, responsabile del Servizio Sviluppo e Formazione - è quello di aiutare le nostre forze più giovani e interessanti a sviluppare il proprio potenziale manageriale attraverso l’aiuto di tutor interni capaci di trasmettere le competenze professionali e l’esperienza presenti in azienda. La buona notizia, infatti, è che il management si può imparare, e l’elemento sfidante è che ogni giorno quanto imparato andrà messo alla prova dei fatti”. L’ anno accademico 2011-2012 di Cmc University, che interesserà 50 lavoratori e 32 tutor oltre che della sede, anche di diverse sedi italiane ed estere, riproporrà la novità, assai gradita, delle sessioni d’aula e d’esame e spazierà su importanti temi formativi: dal contenzioso nelle opere pubbliche ai contratti, dagli espropri al controllo di commessa, dal project management al bilancio come strumento d’impresa. Totalmente nuova, invece, sarà la definizione di piani di studio predefiniti in funzione dei ruoli attesi. In tutti i percorsi di studio è prevista, però, la presenza di corsi di management efficace e di negoziazione. E proprio con il corso di management efficace ha preso avvio il nuovo anno accademico in ottobre a Porto Empedocle e all’inizio di novembre nella sede centrale. Mauro Forlani è al suo secondo anno. “Cmc University è impegnativa ma sicuramente utile. Innanzitutto, si ha l’opportunità di acquisire una visione d’insieme dell’azienda e di sentirsi parte del tutto. E poi è importante avere il p.08 la Betoniera tempo per fermarsi, per pensare a ciò che si sta facendo, per confrontarsi con l’esperienza di altri. Insomma, aiuta ogni tanto staccarsi dalla pratica quotidiana per riflettere su ciò che si fa e su come si potrebbe fare meglio. Sì, è impegnativo ma ne vale sicuramente la pena”. Anche Emanuela Morigi è al secondo anno di studio. “All’inizio ho avuto qualche difficoltà legata soprattutto alla preparazione degli esami. Il tempo è poco, il materiale da presentare troppo. Adesso le cose sono migliorate: le sessioni d’aula aiutano molto. Penso, comunque, che la verifica migliore su quanto abbiamo imparato sia quella che sperimentiamo nel lavoro quotidiano. Credo anche che alcuni corsi, come, ad esempio, quello di management efficace, dovrebbero coinvolgere più persone dentro l’azienda.” Ma torniamo a Davide Casadio. Quali sono le parole chiave per un mangement efficace? “Innanzitutto il senso di responsabilità, che è un prerequisito per le risorse inserite in questo progetto: senza di esso non si può fare e parlare di nulla, men che meno di crescita e responsabilità manageriali. Poi la capacità di orientarsi a produrre risultati continuativi nel tempo. Management efficace significa agire con una strategia capace di andare oltre il quotidiano. Per questo bisogna saper essere orientati al risultato, (lasciandosi inevitabilmente attrarre dall’obiettivo, al di là di possibili sconfitte o rovesci), sapere individuare le priorità (discernendo tra importanza e urgenza), sfruttare i punti di forza (rendendo insignificanti i punti deboli), creare fiducia (un clima di lavoro basato su ascolto, coerenza e delega) e pensare positivo (disciplinare l’attenzione verso le opportunità, le soluzioni: “fai ciò che puoi, con quello che hai, nel luogo in cui sei”). Quello che abbiamo a cuore di trasmettere non è certo l’ennesima teoria, magari alla moda, sul management che si tramuti in rigidi precetti su cui appiattirsi in modo dogmatico. Piuttosto, vogliamo spronare i nostri corsisti a testare e ad assimilare i principi appresi nel confronto quotidiano con gli obiettivi ed incarichi loro assegnati. Infatti, i comportamenti manageriali non sono solo oggetto di studio teorico e materia di esame, ma sono anche, e soprattutto, una precisa metrica applicata in sede di valutazione professionale delle risorse coinvolte in questo processo di sviluppo manageriale. L’architettura sottesa è molto chiara: come diceva Aristotele “noi siamo ciò che facciamo più spesso, la perfezione quindi non è atto ma abitudine”, i comportamenti manageriali appresi vanno reiterati nella pratica professionale con costanza in modo da assimilarli nella ripetizione. In questo modo si struttura e affina una forma mentis capace di tradursi in un’azione orientata che produrrà risultati continuativi nel tempo”. I primi esami sono già cominciati con il test scritto di negoziazione a fine ottobre e con la prova sul management efficace a fine novembre. I corsi proseguiranno fino al prossimo giugno. Le lezioni, oltre che dai corsisti selezionati, possono essere frequentate, sulla base del parere positivo del responsabile del proprio servizio, anche da uditori che debbono comunicare la loro intenzione preventivamente. La contabilità lavori e la contabilità dei subappalti viene sviluppata all’interno di due moduli dedicati in modo da consentire una corretta gestione di entrambi. La contabilità lavori viene gestita per stati di avanzamento, con quantificazione opere a misura, a corpo, e in economia. Attingendo dall’elenco prezzi unitari del preventivo corrente si contabilizzano SIL organizzando i dati secondo strutture di aggregazione liberamente definibili nei livelli gerarchici scelti. Come output di questo modulo vengono prodotte stampe di contabilità (libretto delle misure, registro di contabilità, stati di avanzamento lavori, sommario del registro e certificati di pagamento) e cruscotti di raffronto (libretto/preventivo, libretto/SIL, SIL/preventivo), di riepilogo libretto e di riepilogo SIL. Il modulo contabilità subappalti è fondamentale nella gestione di lavori con molteplici contabilità verso subappaltatori. L’efficienza nell’elaborazione di grandi quantità di dati, la gestione dei dati di contratto organizzata per fornitore garantiscono la redazione di più contabilità anche complesse. Ogni contabilità, anche in questo modulo, può essere gestita secondo strutture di aggregazione liberamente definibili. All’interno vengono prese in esame condizioni contrattuali di ribasso/aumento, oneri della sicurezza, calcolo delle ritenute di garanzia lavori; gestione contabilità lavori per stati di avanzamento; produzione stampe di contabilità o cruscotti per ogni singolo subappaltatore o per situazioni complessive. Controllo avanzamento Mensilmente si procede con la verifica dell’avanzamento delle singole WBS in termini quantitativi attingendo i dati dalla contabilità lavori, all’interno della quale vengono gestiti tutti gli stati di avanzamento. I dati quantitativi, mensili e cumulativi, estrapolati dalla contabilità lavori, vengono posti a confronto all’interno di cruscotti dedicati con i valori quantitativi derivanti da studi preventivi, permettendo di ottenere informazioni significative di andamento. Registrazioni e controllo All’interno del modulo dedicato Registrazioni e Controllo vengono gestite le registrazioni, le analisi di contabilità industriale e il controllo avanzato. In registrazioni si realizzano i rapportini per la gestione dedicata della manodopera o delle macchine e soprattutto vi è la possibilità di far dialogare il software con il sistema gestionale aziendale, SuperStrike, in modo da importare movimenti e documenti di contabilità industriale, suddivisi per periodo, centro di costo e voce di spesa, avendo così una situazione consuntiva in linea con quella reale. È molto importante nella fase di impostazione della commessa definire cosa e come si vuole organizzare il sistema di controllo. La flessibilità delle nostre procedure ci permette di calzare il sistema alle esigenze delle singole commesse. In Contabilità industriale la situazione di commessa viene controllata con stampe personalizzabili, che utilizzano i dati di quantità, costi, e ricavi, di rapportino, DDT, SAL/SIL passivi e attivi, aggregati in modo ottimale per evidenziare con tabulati reimpostati le informazioni necessarie per il controllo. In questo modo si dispongono di funzioni 04.1.a complete e flessibili per attuare il controllo tecnico ed economico delle commesse, ottenendo rapidamente e tempestivamente le indicazioni utili ai nostri compiti. Si estrapolano cruscotti (attinenti allo stesso soggetto e arco temporale) che evidenziano il costo previsto del lavoro programmato, il costo rilevato per il lavoro realmente svolto e il costo che si sarebbe dovuto sostenere per realizzare il lavoro effettivamente svolto (flessibilizzato), e si mettono in relazione tra loro per ottenere indispensabili informazioni di andamento. Vengono forniti gli strumenti necessari per il controllo economico in base alla struttura dei centri di costo/ (WBS) e alla struttura di gestione sempre rispetto ai periodi contabili. L’insieme delle lavorazioni ancora da completare può essere periodicamente ridefinita, sulla base delle consuntivazione e delle incidenze rilevate avvalendosi del supporto informatico. Attraverso specifiche interrogazioni e stampe, i dati di previsione vengono raffrontati con i dati consuntivi in base ai diversi livelli di centri di costo o WBS. È possibile effettuare sia prospetti che confrontano i valori economici previsti rispetto quelli consuntivi sia prospetti che partendo dai dati consuntivi e dalla rielaborazione dei budget a finire sono in grado di mostrare scenari futuri. Attuando la tecnica dell’earned value vengono evidenziati gli scostamenti tra previsioni e dati oggettivati nelle registrazioni consuntive e le loro cause (per costo o per produzione). Un esempio, nella tabella sottostante si evidenziano: • Code = voce di spesa • Description = descrizione della risorsa • U.M. = unità di misura della risorsa • Flex quantity = quantità prevista da utilizzare Tabella 1: Analisi Qtà-Costi per VdS p.09 la Betoniera 04.1.a Paride Padovani. • all’avanzamento XX • Uc = prezzo unitario previsto • Flex values = costo previsto all’avanzamento XX • Achieved quantity = quantità utilizzate • all’avanzamento XX • Achievedvalues = costi consuntivi all’avanzamento XX • Period variances = differenze……….. • Quantity = in termini di quantità • Price variantce = relativo al prezzo unitario • Efficiency = causa incidenza • Total variance = valore scostamento Questi scostamenti si possono ottenere per singola voce di spesa, per periodo parziale e progressivo, per centro di costo (WBS) o per le singole voci di spesa all’interno di un ogni centro di costo (WBS), tenendo sempre distinto gli scostamenti dovuti da variazione del prezzo unitario della risorsa, dagli scostamenti derivanti dal diverso impiego di risorse (incidenza). L’analisi degli scostamenti permette di attuare opportune azioni correttive in tempi ristretti rispetto al momento in cui si verificheranno eventi che li determineranno, aumentando così notevolmente la probabilità di rispettare previsioni e budget. Gli scostamenti verificati dopo essere stati analizzati possono venire proiettati a finire, grazie a delle funzioni di ripreventivazione che applicano alle lavorazioni da completare differenti trend di completamento (costante, preventivo, nullo). 04.2 04.2.a approfondimenti di M. C. La gestione contrattuale e l’ingegneria forense 04.2.a Ing. Sergio Palazzo, responsabile ufficio gestione contrattuale di Cmc. Si è tenuto in Cmc, nelle giornate del 10 e 11 novembre, un importante seminario sulla gestione contrattuale e l’ingegneria forense. L’appuntamento è nato dalla volontà di arricchire le basi conoscitive del management di Cmc in merito alla gestione contrattuale messa a confronto con l’ingegneria forense. Come scriveva l’Ing. Sergio Palazzo, responsabile dell’Ufficio Gestione Contrattuale della nostra cooperativa, sulla Betoniera n. 5 del 2010 “La complessità delle opere infrastrutturali realizzate nel nostro Paese, ha richiesto la nascita - ormai da circa vent’anni - di una contrattualistica assolutamente rivoluzionaria rispetto al passato, dovendo adeguare le regole dell’appalto alle indicazioni che imponeva l’Europa. La nuova configurazione dell’appalto pubblico ha fatto sì che le figure che normalmente intervenivano nei processi realizzativi/gestionali di un’opera infrastrutturale (progettazione, conferimento, esecuzione, controllo, gestione ecc) acquisissero un ruolo sempre più importante, caratterizzato, di conseguenza, da responsabilità sempre più ampie. Infatti, l’ingegnere professionista, nell’aver subito anch’egli una concreta metamorfosi, necessita, oggi ancor più di ieri, non solo di un’assoluta conoscenza delle norme vigenti nel comparto tecnico/contrattuale e quindi di una loro applicazione, ma anche di una loro 04.3 04.3.a corretta interpretazione”. In sostanza, per riuscire ad ottimizzare, nell’ambito della gestione contrattuale, la prevenzione di eventuali problematiche che possono intervenire durante l’esecuzione della prestazione, con evidenti ripercussioni anche sull’azienda, è sempre più necessaria una sinergia tra la conoscenza delle molteplici norme disciplinanti le attività della gestione contrattuale (acquisizione, produzione, gestione ecc.) con le attività dell’ingegneria forense (controllo, verifica, valutazione ecc.) che è deputata ad esercitare un’attività propriamente “d’indagine” sulla prestazione, sia gestionale che professionale, dell’operatore. Lo scopo di queste giornate di formazione è, dunque, quello di far confluire nella cultura della gestione contrattuale quelle informazioni inerenti l’attività dell’ingegnere forense che, per definizione, risulta essere quel “professionista che indaga sulle cause più probabili per cui si è verificata una prestazione diversa da quella attesa e sulle responsabilità”. Il seminario (al quale hanno partecipato l’ing. Nicola Augenti, l’avv. Giuseppe Guizzi, l’avv. Fiorenzo Liguori e l’avv. Giuseppe Olivieri) si è soffermato, attraverso l’analisi teorica e approfondendo casi realmente avvenuti, su argomenti comuni sia alla gestione contrattuale che all’ingegneria forense, quali il diritto amministrativo e assicurativo, il diritto processuale civile e l’ingegneria forense con l’obiettivo di evidenziare i concetti, le norme e i metodi necessari per prevenire eventuali contenziosi. 04.3.b approfondimenti di M. C. L’impresa tra etica e profitto 04.3.a Ing. Nicola Augenti. 04.3.b Avv. Giuseppe Olivieri. Al termine del seminario abbiamo incontrato due degli autorevoli relatori: l’Ing. Nicola Augenti (Professore ordinario di “Tecnica delle Costruzioni” presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli e Direttore del Master di II livello in “Ingegneria Forense” presso la stessa Università) e l’Avv. Giuseppe Olivieri (Professore ordinario di “Diritto processuale civile” presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II). A loro abbiamo rivolto alcune domande su un tema di grande attualità, quello del rapporto tra etica ed imprenditoria. un fascio. Mi sembra che in generale si manifesti un peggioramento quando le imprese guardano esclusivamente al profitto che è certamente la prima missione di un’impresa ma che non può essere l’unica. Oggi, parlando in mensa, col vostro Presidente, mi ha molto colpito il fatto che Cmc tenga in grande cura le mense e gli alloggi per i propri dipendenti. Questo mi sembra importante sotto il profilo dell’etica: curarsi dell’uomo. Riassumendo, credo che non si possa dare una risposta generale a questa domanda perché, per fortuna, la realtà è molto differenziata anche se vedo spesso un peggioramento generato dal seguire il solo profitto ignorando il lavoratore. Se la funzione sociale dell’impresa è, innanzitutto, quella di creare ricchezza sono in molti, nell’ultimo periodo, a sottolineare come la mancanza di etica possa divenire un ostacolo allo stesso sviluppo economico ed imprenditoriale. Qual è in proposito il vostro pensiero? Prof. Augenti Il rapporto tra etica ed imprenditoria passa, a mio avviso, attraverso due aspetti importanti. Il primo è quello di saper fare una distinzione tra i differenti imprenditori poiché anche tra essi esiste un gran numero di soggetti improvvisati, privi di esperienza e professionalità che, nella realtà, non sono ”imprenditori”. L’imprenditore è colui che ha una storia, una tradizione. Un’impresa con 110 anni di storia come la vostra non può essere paragonata all’impresa improvvisata che va a caccia del singolo appalto. Il problema del rapporto tra etica e imprenditoria, però, non è legato solamente alla natura dell’impresa. È invece, molto spesso, la natura dei committenti, il mondo del “controllo” che c’è intorno, che fa la differenza. Il malcostume diffuso, le disfunzioni nella Prof. Olivieri È chiaro che il rapporto tra etica ed imprenditoria si inserisce nella relazione generale tra etica e società. Personalmente, forse perché ho i capelli bianchi, penso che ci sia stato un progressivo deterioramento dell’etica in generale. Per quanto riguarda il rapporto tra etica ed imprenditoria, la mia risposta è: dipende. Ci sono imprenditori ed imprenditori, non bisogna fare di tutta l’erba p.10 la Betoniera pubblica amministrazione spesso creano le premesse per un distorto rapporto tra etica e imprenditoria. Il committente privato difficilmente ha questo tipo di problemi perché sceglie in maniera oculata l’appaltatore e ne controlla pedissequamente l’operato. Le disfunzioni dell’apparato pubblico finiscono, invece, per generare un problema di tipo etico. Anzi, può succedere che l’imprenditore serio diventi un ostacolo. Quando le cose non funzionano, spesso purtroppo l’origine va ricercata in alcune disfunzioni dello Stato che finiscono con l’alterare il mercato, la qualità imprenditoriale e l’etica. Quando, invece, tutto funziona correttamente molti problemi non sorgono neppure perché scatta una sorta di selezione naturale del mercato e, dunque, l’imprenditore truffaldino o incapace non ha più spazio. La cultura cooperativa di produzione lavoro può rappresentare un freno a queste disfunzioni? Prof. Olivieri La cultura cooperativa, se è vera, è l’ideale perché permette al lavoratore di sentirsi parte dell’impresa e questo è il modo migliore per garantire la produttività e, al tempo stesso, l’eticità dell’impresa. D’altra parte, l’esperienza in altri paesi, penso alla Germania o agli Stati Uniti, va verso l’estensione di forme di compartecipazione. In fondo la compartecipazione è una forma minore della gestione cooperativa. Prof. Augenti Penso che la cultura cooperativa 05.a 05 05.d 05.e 110 anni di Vera Zamagni Da Ravenna al mondo 05.b 05.c sia virtuosa fin quando riesce a tenersi lontana dalla politica o per meglio dire dai partiti (essendo la politica parte del nostro agire quotidiano). In questi casi, infatti, si finisce con l’essere identificati con una “parte”. Da questo punto di vista, se c’è stato un momento di cedimento del sistema cooperativo, ciò è accaduto proprio per questa identificazione con una parte del sistema partitico, che non le appartiene. La conoscenza della norma, la sua corretta applicazione può di per sé garantire risultati positivi per l’impresa? Prof. Olivieri Conoscenza e corretta applicazione delle norme, così come nei rapporti interpersonali, sono essenziali a qualsiasi impresa. Avere ben chiari i propri diritti e doveri, fin dal momento in cui si valuta se intraprendere o meno un’attività, consente all’impresa una compiuta valutazione di costi e benefici. Bisogna anche tenere presente che l’impresa “corretta” può imbattersi in un contraente che, abusando del diritto e del processo, cerchi di dare, di ciò che deve, il meno e il più tardi possibile. È allora necessario che la giustizia, penale e soprattutto civile, non ostacoli l’attività delle imprese che, nel loro interesse, abbiano rispettato e rispettino le regole: ecco perché deve essere una battaglia di tutti, come del resto esige l’Unione Europea, quella volta a sollecitare il miglior funzionamento p.11 la Betoniera In questo libro l’autrice ricostruisce le vicende della Cmc negli anni che vanno dal 1952 al 1985, gli anni nei quali è diventata una grande cooperativa internazionale. Un’occasione per ripercorrere la storia dell’azienda ravennate ma anche per ripensare al valore dell’impresa cooperativa. Scrivere una business history è sempre un’avventura coinvolgente perché si tocca con mano il cuore pulsante della nostra economia, là dove le idee vengono concepite, valutate, elaborate e quindi incorporate in strutture dalla lunga vita, che danno lavoro e costruiscono cose utili al benessere delle persone e allo sviluppo delle nazioni. Ma ciascuna storia offre emozioni irripetibili, soprattutto quando non si consultano solo carte, ma si ha il privilegio di ascoltare dalle vive parole di chi la storia l’ha fatta con il suo lavoro e le sue passioni quali sono stati i passaggi cruciali, gli scogli, le mete, gli orizzonti. Nel lavorare al pezzo di storia di Cmc contenuto in questo libro, tre sono state le dimensioni che più mi hanno intrigato. In primo luogo come una cooperativa riesce a tenere insieme l’economico con il sociale nella pratica quotidiana, un esercizio tutt’altro che facile. La necessità di competere sui mercati internazionali impone, infatti, efficienza aziendale e rapide decisioni, mentre la tutela del lavoro e la democrazia interna, tipiche di una cooperativa, rallentano le decisioni e complicano gli obiettivi da raggiungere. L’attaccamento dei soci alla cooperativa si dimostra in pratica un potente fattore di controbilanciamento di tali “svantaggi”, rendendo una cooperativa ben gestita un’impresa perfettamente sostenibile. Quando però il delicato bilanciamento tra economico e sociale viene meno, la cooperativa cessa di esistere o perché diventa un’impresa capitalistica (di fatto) o perché non si regge economicamente. La seconda dimensione che mi ha affascinato è la natura corale dell’impresa cooperativa, dove esistono sì personalità forti, ma il risultato finale è, come in del “sistema giustizia”, soprattutto attraverso una maggiore destinazione di risorse. Prof. Augenti Ovviamente il prof. Olivieri ha risposto partendo dalle norme giuridiche. Io voglio, invece, porre l’accento sulle norme tecniche che, come sappiamo, rappresentano la guida per una corretta progettazione, realizzazione e collaudo delle strutture. Oggi l’Italia possiede una normativa tecnica, per lo meno in campo edilizio, fra le più avanzate. E le norme tecniche non sono niente altro che la trasfusione della ricerca nel mondo professionale e imprenditoriale. Qual è l’aspetto delicato? Le norme devono essere poche e precise, cioè debbono stabilire dei limiti che si devono superare. Ma non devono essere eccessivamente prescrittive perché, in quella che chiamiamo libertà d’impresa, ci deve essere la possibilità non di interpretare la norma, ma di proporre cose che non rientrino in un binario preciso. La libera concorrenza è legata anche alla creatività dell’impresa che, lo ripeto, garantendo la sicurezza per i lavoratori e i cittadini, deve avere la possibilità di indicare e sperimentare soluzioni diverse e nuove. Nell’attuale fase storica, con una crisi che preoccupa, quali sono i requisiti che un’impresa deve coltivare per vincere la sfida? Prof. Olivieri Distinguerei l’ambito nazionale da quello mondiale. Per quanto riguarda l’Italia credo che tutti nessun’altra impresa, dovuto allo sforzo collettivo. Ciò che è emerso con forza dalle interviste che ho condotto è stata la delega di responsabilità che coloro che avevano ruoli di qualche importanza ricevevano. Si risparmiava così in strati di manager con ruoli di controllo, si attivava la creatività di ciascuno, ma tutto questo ha mostrato di funzionare davvero quando i soggetti responsabilizzati hanno condiviso i fini dell’impresa e hanno mostrato verso di essa una lealtà senza tentennamenti. Molti sono stati i dirigenti che mi hanno esternato la soddisfazione di aver lavorato in Cmc, perché sentivano la cooperativa come una loro creatura. Infine, ho anche potuto vedere incarnata in Cmc la “competizione cooperativa”, che non elimina gli inevitabili conflitti di punti di vista, sensibilità e strategie, ma li mette a confronto anche vivace, con un obiettivo che, quando è raggiunto, fa il successo della cooperativa: trovare una composizione delle diversità, una ricetta che è sempre arricchente, ma difficile da applicare. È per questo che i veri leader cooperativi non derivano la loro leadership dalla posizione di comando, ma dalla capacità di “autorità” che viene loro dalla conoscenza dei problemi, dalla stima dei colleghi, dal riconoscimento dei giusti diritti di tutti, dalla pazienza nell’ascolto, dalla dedizione. Ho sempre pensato che l’impresa cooperativa sia una forma di impresa superiore a quella capitalistica, perché più capace di rispettare la dignità di tutti coloro che vi lavorano, ma, come ha scritto profeticamente John Stuart Mill, richiede che l’umanità continui a migliorare perché sia possibile la sua diffusione, essendo la cooperativa più basata sulle virtù (giustizia, solidarietà, rispetto per la persona) che sui vizi (interesse egoistico, acquisizione di ricchezza e di potere). Ricostruire la storia di Cmc mi ha fornito più occasioni per rivisitare questa verità. “Da Ravenna al mondo. Come la Cmc è diventata una grande cooperativa internazionale (1952-1985)”. Vera Zamagni, Edizioni il Mulino. dobbiamo augurarci che migliori la situazione generale, migliori la politica, lo Stato, la pubblica amministrazione in ogni parte del Paese. E che quindi il sistema torni a funzionare. Nel mondo globalizzato il discorso è più ampio e più difficile. Direi che ogni impresa dovrebbe puntare sulla specializzazione e quindi sulla qualità del lavoro. È l’unico modo per poter vincere la sfida della globalizzazione. Prof Augenti Sono dell’opinione che le prospettive per gli imprenditori seri siano eccellenti. E credo che i requisiti siano ovunque gli stessi: competenza, serietà, qualità e tenacia. La competenza è essenziale perché oggi, come voi dicevate, bisogna fare ciò che si sa fare. E aggiungo, fare ciò che gli altri non sanno fare. La serietà è innegabile perché senza serietà non si fa niente. La qualità, come dico sempre, è una mentalità. Se lei opera in qualità ogni giorno le sarà facile esprimersi sempre con qualità. E poi grande tenacia, non bisogna mollare mai la presa. Io sono profondamente ottimista per tutti coloro che lavorano seriamente. Ci possono essere momenti difficili ma è proprio in questi momenti che emergono le imprese più sane. Tutti gli imprenditori seri che conosco stanno investendo. E sulla ripresa non c’è da avere dubbi. L’Italia è un Paese sano, fatto di imprese e lavoratori competenti. Lo vedo dai miei studenti di ingegneria, che con il loro straripante entusiasmo e il loro impegno, mi confermano ogni giorno che abbiamo le risorse umane necessarie per farcela! 05.a-c Immagini storiche delle sedi di Cmc a Ravenna. 05.d Vera Zamagni. 05.e La copertina del libro “Da Ravenna al mondo. Come la Cmc è diventata una grande cooperativa internazionale (1952-1985)”. 06 06.a ravenna capitale di Alberto Cassani “Cinquetracce” per Ravenna Capitale 06.a Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019. 06.b Veduta aerea di Ravenna. Il percorso per la candidatura di Ravenna Capitale della Cultura è entrato ormai nel vivo. Ce ne parla brevemente Alberto Cassani, coordinatore di Ravenna 2019. macrotemi che, dopo essere stati condivisi con la cittadinanza e col territorio romagnolo, orienteranno il lavoro progettuale e le linee programmatiche della candidatura. La candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura, sostenuta anche dalla Regione, dalla Provincia e dalle principali città della Romagna, è entrata ormai nel vivo. La fase operativa è avviata, così come la predisposizione degli strumenti e dei metodi per lavorare sul programma e per stimolare il massimo coinvolgimento di tutti i cittadini. Gli incontri, che abbiamo voluto intitolare “Cinquetracce”, dal 3 novembre al 3 dicembre, hanno animato la città e permesso di approfondire le implicazioni teoriche e i possibili sviluppi progettuali di questi cinque grandi contenitori tematici. L’ospitalità e la diversità culturale, il conflitto e le sue possibili composizioni, il rapporto con l’acqua e le relazioni con l’esterno, la creatività e le nuove tecnologie, le trasformazioni e il fare insieme: sono questi alcuni dei temi rilevanti che sono stati affrontati nel corso degli incontri, attraverso dialoghi, testimonianze e interventi performativi coi quali le esperienze del territorio si sono aperte ad un respiro internazionale. Anche la competizione tra le città italiane che hanno espresso una volontà di candidatura al prestigioso titolo è già in qualche modo iniziata, sebbene l’emanazione del bando di partecipazione da parte del Ministero per Beni e le Attività Culturali sia atteso solo per la fine del 2012. Dopo l’avvio ufficiale, ciascuna città candidata avrà a disposizione solo pochi mesi per produrre e presentare il proprio dossier di candidatura, ovvero il biglietto da visita per un ruolo da protagonista nel palcoscenico culturale europeo. I contenuti del dossier saranno il frutto del percorso fino ad oggi compiuto, ma anche e soprattutto di ciò che Ravenna, i suoi cittadini, e le altre città romagnole che sostengono la nostra candidatura, riusciranno a mettere in campo nei prossimi mesi. In questi mesi, lo staff di Ravenna 2019 e il Comitato Artistico Organizzativo hanno individuato cinque Artisti, scrittori, filosofi, politici, intellettuali, operatori culturali, tutti insieme, hanno incontrato la città per sviluppare, attraverso un lavoro collettivo, visioni, idee, progettualità, in una parola “tracce” per la Ravenna del futuro. Adesso toccherà ai cittadini e alle realtà organizzate del territorio dare un contributo propositivo attraverso l’open call che lanceremo nei primi mesi e che servirà per raccogliere idee che, sviluppando i macrotemi, possano trovare posto nel dossier di candidatura. 06.b 07 web 2.0 di Emanuele Bassetti Il nuovo sito istituzionale di Cmc: innovazione e usabilità all’insegna del web 2.0 La Cooperativa interpreta il cambiamento tecnologico in atto nell’ambito della comunicazione digitale con un nuovo sito multimediale, integrato e interattivo Sebbene il fenomeno ci abbia colpito in ritardo rispetto all’America, anche in Italia la comunicazione aziendale non può più trascurare l’impatto dei contesti digitali nella vita quotidiana di cittadini e consumatori e, più in generale, del proprio target di riferimento. A testimoniarlo i dati Audiweb di settembre che fotografano come nell’ultimo anno il numero degli utenti italiani che navigano in Internet sia cresciuto del 12%, con un 70% dei cittadini che dichiara oggi di avere accesso alla Rete. Risulta inoltre connesso attraverso cellulari, smartphone, palmari e tablet un italiano su cinque, con un incremento del 74% rispetto p.12 la Betoniera al 2010. A queste considerazioni si deve aggiungere la rilevazione di come siano cambiate le finalità degli utenti, che se in passato cercavano su Internet prevalentemente informazioni, oggi desiderano per lo più condividere esperienze e opinioni, collaborare a progetti in team e reperire contenuti interattivi e multipiattaforma (si parla non a caso di “web 2.0”). Ma cosa significa ciò per le aziende? Come rilevato da recenti ricerche di mercato (si veda ad esempio il Social Technographics della Forrester Research), a livello aziendale il web 2.0 si utilizza prevalentemente nel rapporto con i propri dipendenti, con i clienti, con partner e fornitori. Gli strumenti più frequentemente utilizzati sono blog, social network e strumenti di fruizione video online che forniscono vantaggi rispetto ai mezzi di comunicazione tradizionali e richiedono investimenti economici decisamente inferiori. Ma non solo. Nel mondo delle aziende il web 2.0 si presenta anche con modalità ancora più articolate, dando vita a piattaforme e servizi con l’obiettivo di accedere ad applicazioni direttamente via Internet, di abbattere i costi di divulgazione dei propri servizi, di aprire nuovi canali di contatto e comunicazione, di creare comunità online e portali tematici, rendendosi disponibili a un eventuale confronto con i cittadini. Tra le aziende italiane che hanno abbracciato per prime questo innovativo modo di comunicare può essere annoverata anche Cmc, grazie allo sviluppo nell’ultimo biennio di un network di strumenti web 2.0 che comprende gate di accesso, blog, social network (Flickr, Youtube, Twitter e Facebook), minisito 110 anni e da fine novembre il nuovo sito istituzionale 07.a La home page del nuovo sito istituzionale di Cmc. 07.b La sezione area stampa del nuovo sito Cmc. della Cooperativa. Il sito riprende le caratteristiche 2.0 adottate più in generale dall’intero network, facendo proprie specifiche all’avanguardia nel settore. Innanzitutto l’approccio grafico pulito, basato sia su immagini capaci di veicolare a colpo d’occhio i valori aggiunti dell’azienda, sia su elementi di grandi dimensioni che facilitano la navigazione dei contenuti anche su dispositivi di nuova generazione come smartphone o tablet. Sotto questo aspetto protagonista è una innovativa mappa interattiva che, grazie all’integrazione gratuita con lo strumento Google Maps e con satelliti preposti, consente di visualizzare l’esatta collocazione delle più importanti opere della Cooperativa, in molti casi quasi si fosse fisicamente presenti davanti alla struttura di proprio interesse (modalità denominata street view). Il sito, disponibile sia in inglese che in italiano, si basa inoltre su una semplice ma corposa struttura contenutistica. Spicca innanzitutto un gruppo di aree istituzionali comprendenti una presentazione della Cooperativa, una sezione dedicata alla sostenibilità (che approfondisce temi quali la qualità, il codice etico, le certificazioni, la formazione) e una ricca sezione dedicata alle opere in cui l’utente può visualizzare nel dettaglio ogni singola opera attraverso testi, immagini, video, gallerie fotografiche, mappa interattiva, decidendo perfino la disposizione dei contenuti visualizzati nella pagina che si sta navigando. Seguono due sezioni di documentazione, rivolte rispettivamente alla diffusione dei bilanci e all’area stampa (contenente i comunicati stampa più importanti, le pubblicazioni, l’house organ aziendale e le campagne di comunicazione). Chiude un gruppo di sezioni operative: la presentazioni e i link dedicati alle società del Gruppo, le offerte di lavoro, le sedi e la pagina contatti. Garantita sempre in tutto il sito è inoltre l’integrazione con il mondo 2.0: ogni contenuto può essere postato su Facebook, Twitter o inoltrato via mail. Così come sempre garantita è l’integrazione con il network di Cmc nel suo complesso, grazie alla barra di navigazione che sovrasta il layout del sito e all’utilizzo del celebre software Wordpress, sistema open source gratuito che sta alla base di tutto il network. 07.a Il nuovo sito di Cmc coniuga in definitiva una grafica moderna, facilità di lettura e tecnologie innovative, rendendo protagoniste grazie all’utilizzo sapiente di strumenti open source le opere e i cantieri della Cooperativa come mai era stato possibile fare in passato. Un modo nuovo per valorizzare Cmc attraverso ciò che la Cooperativa sa meglio fare, attraverso il suo lavoro e la competenza del proprio personale. Ma anche un chiaro esempio di come le nuove tecnologie stiano rapidamente cambiando il modo in cui le aziende si comunicano, interfacciandosi con coraggio con il mondo esterno e puntando su sistemi sempre più collaborativi, interattivi, semplici e flessibili. p.13 la Betoniera 07.b 08.a 08.c 08.b 08 08.d 08.e brevi dai cantieri Brevi dai cantieri 08.a Breakthrough galleria Yintao in Cina. 08.b Il team di Cmc nel Gansu. Al centro, vestito di giallo, Vittorio Inchico. Un po’ più a destra, in giacca e cravatta, Salvatore Casciaro. 08.c.f Inaugurazione di un tratto della SS 640. 08.d La galleria Cupigliolo a Colfiorito. 08.e Pier Francesco Paglini. Al via i lavori del lotto 6 A dell’Autostrada A12 Livorno Civitavecchia Si è tenuta lunedì 17 ottobre la cerimonia di presentazione per l’avvio del cantiere per la costruzione del lotto 6 A dell’autostrada A12 Livorno Civitavecchia il cui progetto definitivo è stato approvato dal Cipe lo scorso agosto. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, l’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci e l’Amministratore Unico di Anas Pietro Ciucci. L’autostrada A12 è affidata in concessione dall’Anas alla società concessionaria Sat (Società Autostrada Tirrenica). Attualmente è in esercizio il lotto di 37 chilometri tra Livorno e Rosignano. Il tratto rimanente di 206 chilometri, da completare e poi gestire, inizierà con la costruzione del lotto 6 A. L’importo complessivo degli investimenti stimati per completare l’autostrada è di circa 2 miliardi di euro. Tutti i lavori, compreso il lotto 6 A da Civitavecchia a Tarquinia per una lunghezza di 15 chilometri ed un costo di 175.500.000 euro, verranno affidati dalla Sat ad una società a cui parteciperanno tutti i soci costruttori presenti nella Sat: il Gruppo Vianini (35%), Holcoa con Ccc, Cmb, Cmc e Unieco (35%), Pavimental (20%) e Itinera (10%). L’Amministratore Delegato della società incaricata della realizzazione dei lavori, che opererà con la formula del general contractor, verrà espresso dal Gruppo Vianini mentre il Direttore Generale verrà espresso da Cmc. Galleria Cupigliolo a Colfiorito, ripresi i lavori Dopo una sospensione durata 11 mesi su una canna e 17 mesi sull’altra, il 19 ottobre scorso sono ripresi i lavori di scavo e consolidamento all’imbocco lato Pontelatrave della galleria Cupigliolo a Colfiorito. La ripresa, conseguente all’approvazione, da parte del committente Quadrilatero, della Perizia di Variante che si era resa necessaria a seguito di un imprevisto p.14 la Betoniera geologico, è stata formalizzata con l’Ordine di Servizio dello scorso 6 ottobre. Il tempo necessario per ripristinare le installazioni logistiche, gli impianti, le attrezzature, il personale e il giorno 18 ottobre le attività di avanzamento sono riprese a pieno regime. l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità Carmelo Pietro Russo, il Presidente della Provincia di Agrigento Eugenio D’Orsi, il Sindaco del Comune di Favara Rosario Manganella e il Condirettore Generale Tecnico dell’Anas Gavino Coratza. Breakthrough della galleria di Yintao nel Gansu Il tratto, tra il km 13,2 e il km 16,2, permetterà di decongestionare la viabilità locale, evitando di attraversare i centri di Favara e Racalmuto. Intervenendo il direttore generale dell’Anas per la Sicilia, Di Bernardo, ha ringraziato tutte le maestranze ed i soggetti che hanno partecipato alla realizzazione dell’importante opera, che si realizza in un territorio difficile e che può legittimamente rendere orgogliosi. L’ing. Gavino Coratza, condirettore dell’Anas, ha portato il saluto del presidente Ciucci ed ha illustrato i progetti infrastrutturali dell’Anas nel Sud Italia, che prevedono importanti investimenti proprio in Sicilia, regione sulla quale si trova il 20% della viabilità Anas d’Italia. Il 26 ottobre 2011, con sei mesi di anticipo sui tempi contrattuali, Cmc ha completato con successo lo scavo dei 18,3 km di tunnel del Progetto Yintao, Provincia del Gansu, Cina. Vittorio Inchico, il nostro instancabile Direttore di Produzione, ha coordinato con professionalità l’operazione di breakthrough che ha visto questa Tbm doppio scudata del diametro di 5,75 metri sforare con estrema precisione topografica nel punto previsto. Si conclude così la parte più rischiosa di questa nostra commessa in Cina che contribuirà senz’altro ad accrescere le credenziali di Cmc sia per la conferma della nostra capacità di scavo con tecnologia Tbm, sia per la non usuale lunghezza del tunnel, in un solo drive. Il Cliente del Progetto, così come l’Engineer e le altre Autorità presenti, hanno dichiarato di essere pienamente soddisfatti del risultato raggiunto, dando credito al nostro Capo Area che anche questa volta la Cmc ha saputo dare una dimostrazione concreta della riconosciuta professionalità della nostra Azienda in questo settore di nicchia. Un sincero ringraziamento va al nostro compatto e motivato team di persone nel Gansu, di fortissimo attaccamento aziendale. Inaugurato un tratto della strada statale 640 di Porto Empedocle a Favara, in provincia di Agrigento Giovedì 10 novembre è stato aperto al traffico un tratto ammodernato a 4 corsie della nuova strada statale 640 “di Porto Empedocle”, a Favara, in provincia di Agrigento. Alla cerimonia, sono intervenuti Il raddoppiamento dei 35 km alle 4 corsie migliorerà notevolmente la sicurezza e la viabilità: questi primi 3 km rappresentano una inaugurazione importante, alla quale altre seguiranno via via che l’opera verrà progressivamente terminata. Sono quindi intervenuti il sindaco di Agrigento e di Favara, il presidente della provincia di Agrigento e l’assessore regionale delle infrastrutture Russo mettendo in rilievo come sia proprio il sistema produttivo italiano a rappresentare degnamente la nazione, in un momento così difficile per il Paese. Parole di elogio, naturalmente, sono andate al contraente generale (Empedocle scpa), alle maestranze ed al project manager, ing. Paglini, che, dopo la benedizione del vescovo ed il taglio del nastro, ha elogiato tutti per lo sforzo e la determinazione che hanno permesso di raggiungere questo primo importante traguardo. 08.f 08.g 08.h 08.i 08.l 08.m Le aggiudicazioni di ottobre e novembre 2011 Portafoglio “made in Usa” Affidamento della Ferrara - Porto Garibaldi 08.i Dario Foschini. A Cmc il primo appalto per Expo 2015 a Milano La nostra società controllata americana Lm Heavy Civil Construction ha recentemente sottoscritto due contratti relativi a lavori di sviluppo urbano nella zona “Outfall Somerville - Assembly Square” nel New England per un importo complessivo di 8,4 milioni di dollari e un contratto con Mbta (Massachusetts Bay Transportation Authority) relativo al rifacimento della stazione ferroviaria “Littleton Station”, alla periferia di Boston, per un importo di 7,6 milioni di dollari. Il 15 novembre scorso l’Anas ha comunicato l’esito definito della gara in project financing per l’affidamento in concessione della riqualificazione funzionale ad autostrada e della gestione del raccordo autostradale Ferrara - Porto Garibaldi. 08.g-h.l-m Singapore by night. Il 20 ottobre scorso sono stati aggiudicati a Cmc i lavori relativi alla pulizia ed allo sgombero dell’area nel sito espositivo dell’Expo 2015 a Milano di cui ci parla Fulvio Maiocchi a pagina 16. Palazzo Rasponi delle Teste di Ravenna, firmato il contratto Giovedì 27 ottobre è stato firmato il contratto d’appalto per il restauro e la valorizzazione del Palazzo Rasponi delle Teste di Ravenna. I lavori, per un importo di circa 6,5 milioni di euro e finanziati dalla Fondazione del Monte, sono stati affidati al Consorzio Cooperative Costruzioni, Ccc, di Bologna. Cmc sarà una delle imprese esecutrici insieme all’Adriatica Costruzioni Cervese di Cervia e alla Ar.Co. Lavori di Ravenna. Impiantisti il Ceir e la Cz Impianti di Ravenna. I lavori di restauro conservativo saranno eseguiti dall’impresa Arte & Restauro di Ravenna. Imminente la data di inizio lavori, prevista per il mese di dicembre 2011 mentre la data stimata di conclusione è il 2013. Il progetto di restauro e valorizzazione ha lo scopo di rendere il Palazzo Rasponi un fulcro di cultura, arte e di attività espositive. Nel mese di ottobre 2011 è avvenuta l’aggiudicazione definitiva per l’affidamento della progettazione e realizzazione dell’Impianto di potabilizzazione della Standiana a Fosso Ghiaia. Il nuovo impianto di potabilizzazione è costituito da tutte le sezioni di trattamento necessarie al processo, dai relativi fabbricati, manufatti ed opere accessorie e di completamento, comprese la viabilità e la sistemazione dell’area destinata all’impianto. L’ente appaltante è la Romagna Acque Forlì e l’ammontare complessivo dell’opera è pari a circa 30 milioni di euro. Cmc realizzerà le sole opere civili per circa 12 milioni di euro di cui detiene il 60%. Cmc “approda” a Piombino Cmc torna nel Porto di Ancona Cmc, in Raggruppamento Temporaneo di Imprese con Sales Spa di Roma, è risultata aggiudicataria dell’appalto “Prima fase di attuazione del P.R.P. del Porto di Piombino banchina nord darsena piccola e primo Stralcio banchina sud darsena grande, bonifica dei sedimenti marini e messa in sicurezza della falda” e pertanto è in attesa di espletare le attività formali per l’aggiudicazione definitiva. L’importo offerto dal Raggruppamento è di circa 22 milioni di euro di cui il 51% di quota parte Cmc. Il 7 novembre 2011 è avvenuta l’aggiudicazione definitiva dei lavori di costruzione del molo foraneo di sopraflutto nell’ambito della realizzazione dei lavori di terza fase delle opere a mare del Porto di Ancona, Molo di Santa Maria. L’ammontare complessivo dell’opera è pari a circa 55 milioni di euro di cui il 50% è la quota parte di Cmc. Ricordiamo che, sempre nel Porto di Ancona, nel marzo scorso Cmc aveva concluso i lavori di realizzazione della banchina portuale della Fincantieri per l’allestimento di navi da crociera. p.15 la Betoniera Un nuovo appalto in Romagna In attesa delle prime foto del nostro cantiere che ci vedrà impegnati nella costruzione di due lotti della metropolitana di Singapore, un paio di scatti La migliore offerta è risultata quella presentata dall’Ati capitanata con il 51% da Autostrada del Brennero. Gli altri partner dell’Ati sono le imprese di costruzione: Coopsette, Pizzarotti, Consorzio Co.Seam, Collini Lavori, Impresa Oberosler, Cordioli & C., Edilizia Wipptal, Mazzi Impresa Generale Costruzioni, Consorzio Stabile Modenese Csm e il Consorzio Ravennate. Il Consorzio Ravennate ha a sua volta affidato la quota del 7% detenuta nella società di progetto a Cmc (per il 3,5%) e a Cmb di Carpi (per il 3,5%). Per quanto riguarda i soli lavori di costruzione, la quota del 14% nell’Ati detenuta dal Consorzio Ravennate è stata affidata per il 50% a Cmc e per il 50% a Cmb. L’opera prevede un costo di investimento di oltre 600 milioni di euro ed una durata della concessione che, secondo l’offerta dell’Ati Autobrennero, è stata fissata in 43 anni comprensivi dei 3,5 anni previsti per l’esecuzione dei lavori. Con i suoi 53 chilometri di lunghezza complessiva la Ferrara - Porto Garibaldi funge da completamento del Corridoio Cispadano fino all’Adriatico. Riqualificata ad autostrada sarà dotata di 6 svincoli di autostazione, 1 barriera di esazione, 4 aree di servizio. La configurazione finale dell’arteria autostradale si articolerà in due carreggiate con due corsie di marcia di 3,75 m ed in una corsia di emergenza di 3,00 m, cui sommare lo spartitraffico centrale di 4,00 m per una larghezza totale di 25,00 m. di questa modernissima città con la sua sopraelevata, la ruota panoramica e le luci dei suoi grattacieli riflessi nella baia. 09.a 10 in breve In breve 09 09.b 09.c Sicuramente in molti se ne sono già accorti, ma da qualche mese anche Cmc ha fatto il suo ingresso nel magico mondo di Facebook. Per chi ha già un profilo Facebook entrare in contatto è facile. Basta andare all’indirizzo: https://www.facebook.com/cmc.ravenna cantiere del mese di Fulvio Maiocchi Expo: l’evento più rilevante in Italia negli ultimi decenni 9.a.c Il nuovo cantiere di Cmc nell’area dell’Expo a Milano. 9.b Fulvio Maiocchi. 10.a Foto di gruppo dei gruisti. Queste le parole del Presidente della Repubblica Italiana, contenute nel messaggio augurale all’International Participants Meeting di Cernobbio che ha radunato i primi 57 paesi sui 150 previsti che hanno deciso di aderire ad Expo 2015. Indicano che a Milano c’è un possibile futuro dell’Italia nonostante la crisi che attanaglia il Paese. Anche Cmc ha ora la sua pagina su Facebook di euro, da completare entro il 2013. Questi lavori sono preparatori ad un secondo appalto di tipo integrato di circa 300 milioni di euro relativo alla piastra tecnologica (la cui gara verrà aggiudicata ad aprile 2012) necessario per le infrastrutture dell’area e per dotarla dei necessari impianti per ospitare l’ulteriore fase finale di realizzazione degli spazi espositivi. La convinzione del Presidente Napolitano potrà meglio essere verificata con la visita al sito di Expo in concomitanza con la sua presenza (che mentre andiamo in stampa è annunciata per il 7 dicembre prossimo) alla prima della Scala di Milano. Per quanto di nostra competenza, come esecutori della prima fase inerente la realizzazione degli interventi per la rimozione delle interferenze presenti nel sito espositivo Expo Milano 2015, segnaliamo la consegna delle aree in data 11 novembre 2011 con la prevista fine dei lavori per il novembre 2013. Il nostro osservatorio sul palcoscenico Expo è stato gratificato dalla aggiudicazione alla nostra impresa del primo appalto relativo alla opere di rimozione delle interferenze per un valore, comprensivo degli oneri per la sicurezza, di circa 65 milioni Le nostre maestranze tutte sono chiamate ad uno sforzo notevole di mezzi e risorse che solo una proficua sinergia fra la struttura di sede e l’operosità del cantiere potrà garantire al meglio, prefigurando sin d’ora il nostro massimo impegno per la riuscita dell’operazione. Cliccare sul “Mi piace” in alto nella pagina e diventare così fan. Si riceveranno in questo modo gli aggiornamenti delle attività di Cmc e si entrerà in contatto con altri amici di Cmc in tutto il mondo. Per chi non ha ancora un profilo su Facebook, l’occasione è buona per imparare a conoscere il social network sul quale si incontrano ogni giorno milioni di utenti. Attenzione, però: di pagine e gruppi Cmc su Facebook ce ne sono altri. Solo la nostra è la pagina ufficiale! Sempre al sesto posto Anche per il 2011 Cmc rimane stabile al sesto posto nella speciale classifica di Edilizia e Territorio delle 50 maggiori imprese di costruzioni italiane. “La numero uno delle cooperative fa l’asso pigliatutto in casa e scala la classifica all’estero”, questo il titolo della scheda dedicata a Cmc redatta, come ogni anno, dal prof. Aldo Norsa. Un monumento in mosaico dedicato alla “gemella” Chichester C’era anche Guido Leoni, rappresentante dei soci pensionati di Cmc, il 13 ottobre ai giardini pubblici retrostanti la Loggetta Lombardesca, alla cerimonia di inaugurazione del monumento in mosaico dedicato a Chichester, la città inglese gemellata con Ravenna. L’opera, ideata da Daniele Strada, ha la forma di un leggio ricoperto da un mosaico che richiama le stelle del mausoleo di Galla Placidia. Anche l’area dove è stata collocata l’opera è stata intitolata alla città inglese con il nome di “Chichester Open Air” analogalmente ad altre aree verdi urbane già dedicate alle altre città gemellate (Speyer e Chartres). Alla cerimonia era presente il vicesindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, che tra l’altro ha espresso un particolare ringraziamento alla Cmc che si è fatta carico dell’installazione e delle spese di realizzazione del monumento. 10.a W i gruisti! 10.b Un momento della Nel mese di maggio si è svolta a Piacenza una gara per gruisti a livello nazionale, a cui hanno partecipato, in rappresentanza della Provincia di Vicenza, due dei nostri gruisti impegnati nel cantiere di Dal Molin. Vasco Masanello si è classificato terzo ed è stato premiato insieme all’altro partecipante, Davide Cannatella. Sempre nei mesi di maggio e giugno, nel cantiere di Dal Molin, al cui interno ad un certo punto si sono trovate ad operare contemporaneamente ben 24 gru a torre oltre a svariate autogru, si è svolta una gara di abilità tra gli operatori di tali mezzi che ha visto coinvolti complessivamente 16 gruisti. premiazione di Vasco Masanello e Davide Cannatella. 10.c Un momento della cerimonia di inaugurazione del monumento in mosaico dedicato a Chichester. 10.b p.16 la Betoniera 10.c 11.1 11.1.a 11.2 attività sociali di C. B. 11.1.a Guido Leoni. 11.2.a attività sociali 3 domande a Guido Leoni, la voce dei soci pensionati In gita dai Gonzaga Incontriamo Guido Leoni da qualche mese eletto rappresentante dei soci pensionati Cmc. Il prossimo appuntamento con la gita dei pensionati Cmc è fissato per il 21 aprile 2012. 11.2.a-b Immagini di Mantova. Dopo più di 40 anni di lavoro, hai ancora voglia di dare il tuo contributo per la Cooperativa? Sono arrivato in Cmc il 3 marzo del 1969 non per una scelta ma per caso; poi conoscendo l’ambiente e la Cooperativa mi ci sono affezionato, è diventata la mia seconda casa. Oggi come ieri e pur negli ovvi cambiamenti la Cmc è ancora un’impresa a misura d’uomo, puoi chiedere spiegazioni, puoi interpellare i vertici aziendali, hai ancora l’impressione di far parte di una grande famiglia. Il fatto che, dopo 40 anni di lavoro e dopo aver ricoperto anche ruoli importanti, i soci pensionati mi abbiano eletto come loro rappresentante, mi gratifica e mi stimola a continuare a fare del mio meglio. Che significa essere rappresentante dei soci pensionati? Oggi, contrariamente al passato quando i pensionati avevano anche potere di voto, il socio pensionato ha con la Cooperativa in primo luogo un legame di tipo affettivo e ci tiene che tutto vada bene; d’altro canto il contributo dei soci pensionati è fondamentale per la Cooperativa stessa, perché, lasciando qui i propri risparmi, ne aiutano il finanziamento. Ecco perché ci sono soci pensionati così attenti ed informati: vogliono essere tranquilli rispetto a se stessi e alla loro azienda! Il loro rappresentante non ha diritto di voto ma presenzia a tutte le riunioni del Consiglio d’Amministrazione, è il loro orecchio e cerca, se può, di dare un contributo grazie alla propria esperienza. Ci sono altri “benefici” nell’essere socio pensionato? Per prima cosa il socio pensionato, che ha qui i suoi risparmi, ha un tasso sul prestito sociale nettamente favorevole e percepisce il dividendo sugli utili in proporzione a ciò che ha investito. La Cooperativa, poi, stipula per i soci pensionati un’assicurazione contro gli infortuni. Inoltre, si cerca di organizzare iniziative che li coinvolgano; fra tutte, le gite che di solito 2 volte all’anno già da qualche tempo hanno portato i pensionati in giro per l’Italia. Non da ultimo si stanno cercando di ampliare le convenzioni con negozi e strutture. Ovviamente tante cose possono essere fatte, speriamo che si riesca a lavorare tutti insieme perché l’obiettivo è continuare a stare bene in Cmc anche da pensionati! Al momento si sta ancora definendo il programma ma possiamo già anticiparvi che si andrà a Mantova. Alla mattina si navigherà nei suoi laghi e nel Parco del Mincio, protetto dal Wwf, per scoprire la città dall’acqua. Nel pomeriggio si visiteranno il centro storico e il Palazzo Ducale con i meravigliosi affreschi di Giulio Romano. Nel prossimo numero della Betoniera vi daremo tutte le informazioni: costi, programma dettagliato e modalità di prenotazione. 11.2.b 11.3 11.4 11.5 attività sociali attività sociali attività sociali Sondaggio Sull’ultimo numero della betoniera avevamo pubblicato questa foto e vi avevamo chiesto cosa fosse. Ecco la risposta. 11.5.a Il marchio di Angolo Polisportive Convenzioni A Scortichini la finale di Conselice Nuove convenzioni per i nostri soci Dopo aver vinto la gara di apertura, Scortichini si ripete conquistando anche la Finale nell’indoor di Conselice, precedendo Lorenzini, che così fa suo il titolo piloti, e Tamburriello a completare il podio, podio poi “allargato” anche all’Azzilonna. Per i regali dei nostri bimbi è possibile fare acquisti al Toys center in via Faentina presso il Centro Mir a Fornace Zarattini, dove potete trovare migliaia di giocattoli, novità e sconti dietro presentazione del badge di riconoscimento! A seguire Bianco, che si afferma come terza forza del Campionato. Chiudono Falletti e Casadio, penalizzati da una toccata contro le barriere, che di fatto li taglierà fuori dalla gara. Polo sanitario Santa Teresa via don Angelo Lolli 20 Ravenna, offre a soci e dipendenti Cmc dietro presentazione del badge di riconoscimento o della tessera i seguenti sconti · 10% su tutte le tariffe applicate per le Analisi di Laboratorio · 10% sulle visite specialistiche, fatta eccezione per i Medici che prestano servizio in regime di intramoenia · 5% sulle prestazioni fisioterapiche. di paradiso, casa Cmc. 11.5.b Angolo di paradiso, I bauli sono quelli per la spedizione del Progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina ai seguenti soggetti: ministero infrastrutture e trasporti, ministero ambiente e territorio, stretto di Messina (committente), Parsons (Pmc). Le dimensioni dei bauli sono 105X48X52h, pesano 17 kg vuoti e 77 kg in media con gli elaborati. I bauli spediti in totale sono stati 30 per ogni soggetto, per un totale di 33.408 elaborati. 11.5.a casa Cmc. Nell’altra finale, è un velocissimo “The Doctor” Palazzo a conquistare la vittoria, seguito da Sbaraglia, Patuelli, Civenni e Riccardi che così regalano alla compagine dell’Ufficio Impianti il titolo a squadre 2011, seguiti da Izzo. Ora la Polisportiva Cmc Kart va in letargo per la pausa invernale. Appuntamento al Campionato 2012. All’Angolo di Paradiso-Casa Cmc è possibile affittare le sale Selleghini ed ex falegnameria con tariffe agevolate riservate a soci e dipendenti Cmc e Csc. Per info tel. 0544-461484 o cel. 348 1630453. 11.5.b p.17 la Betoniera 12 12.a 12.b 12.c noi e voi di M. C. Il valore della relazione 12.a Marinella Piolanti ed Alessandra Ghirardelli del Riviera di Romagna palleggiano in attesa di giocare con i ragazzi della polisportiva Cmc. 12.b La formazione 2011-2012 della squadra di pallavolo maschile Cmc Ravenna. 12.c I giovani atleti della società ciclistica Rinascita Nel luglio del 2001 la Comunità Europea ha approvato un testo legislativo, comunemente chiamato Libro Verde, con l’obiettivo di “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”. La Responsabilità Sociale d’Impresa (Rsi) è generalmente intesa come “L’insieme delle azioni volontarie che vanno al di là degli obblighi giuridici, nel campo dello sviluppo della comunità, della protezione dell’ambiente, dei diritti umani e del lavoro”. Ravenna a Cmciclando. 12.d Alcuni figli dei dipendenti Cmc con i giocatori del Ravenna Calcio in occasione della partita dedicata In altre parti del giornale abbiamo parlato ampiamente degli aspetti che caratterizzano la scelta responsabile di Cmc nel campo della qualità, della sicurezza, dell’ambiente, della formazione, della legalità. ai 110 anni della cooperativa. 12.e Anche le giocatrici del Riviera di Romagna festeggiano i 110 anni di Cmc. 12.f Foto di gruppo per i bimbi della Polisportiva giovanile Ravenna. 12.g Festival di Sant’Arcangelo: i ragazzi recitano Majakoskij. Qui vogliamo affrontare un aspetto particolare che riguarda l’impegno di Cmc a favore del territorio e a sostegno di attività, le più diverse, in campo sportivo, culturale, sociale. Negli ultimi anni Cmc ha progressivamente aumentato le risorse economiche destinate alla comunità tramite sponsorizzazioni, erogazioni liberali o collaborazioni. Da non confondere con la beneficenza o la filantropia, questa attenzione a favore del territorio è un dato costitutivo della cultura cooperativa. Significativa, da questo punto di vista, è la storia del Teatro Socjale di Piangipane. Costruito nel 1920, nei ritagli di tempo, dai braccianti della locale cooperativa, sotto la guida dei mastri muratori, rispondeva ad un bisogno impellente di cultura e riscatto sociale. È straordinario pensare che dei braccianti, in gran parte analfabeti, che sicuramente avevano gravi problemi da affrontare nel quotidiano, abbiano dato vita ad una struttura come questa. Che cosa spinge oggi un’impresa cooperativa a destinare una parte delle proprie risorse finanziarie ad attività che nulla hanno a che fare col proprio settore di intervento? Il marketing, la pubblicità dirà qualcuno. Certo la volontà di promuovere la propria immagine sul territorio ha una propria ragione di essere in qualunque attività sociale di un’impresa. Ma dietro queste scelte c’è molto di più. C’è la consapevolezza, ad esempio, che migliorare la qualità della vita della comunità nella quale si opera genera innegabili ricadute positive anche sull’economia di quel territorio e dunque sulla produttività dell’impresa stessa. Del resto, le imprese, a maggior ragione le imprese cooperative, non hanno un’esistenza a sé stante ma sono enti che vivono e agiscono in un tessuto sociale ben determinato. È importante, però, sottolineare che se la responsabilità sociale è indubbiamente uno dei pilastri storici della cultura etica del movimento cooperativo, essa non deve mai essere data per scontata ma va agita e ripensata nell’azione quotidiana con consapevolezza e convinzione perché è anche attraverso essa che l’impresa esprime il proprio universo identitario e ideale. Tornando a Cmc risulta evidente la grande attenzione prestata a favore dello sport, in particolare quello giovanile. Investire sullo sport significa investire p.18 la Betoniera sulla salute fisica e morale dei giovani, riaffermare valori come la solidarietà, la correttezza, il sacrificio che sono alla base di ogni buona pratica sportiva. Ma significa anche sostenere quello che forse nella società moderna è il principale strumento di crescita civile, di coesione sociale e di integrazione. 12.d Parlando di sport, dopo il sodalizio che per 10 anni ha legato Cmc al Ravenna Calcio, oggi senza dubbio la parte del leone la fanno la pallavolo maschile e femminile. Cosa che certamente non stupisce in una città dove almeno una volta nella vita tutti hanno provato ad alzare un pallone sotto rete. Oggi è sulle maglie della Robur, ribattezzata Cmc Ravenna, che il nostro marchio gira per i palasport d’Italia. Giunti alla massima serie, dopo un campionato entusiasmante, questi primi mesi di serie A non sono certo stati facili per i ragazzi allenati da mister Babini. Ma alle inevitabili difficoltà ha fatto da contraltare un sostegno davvero speciale da parte della città che ha portato agli oltre mille abbonamenti e ad un Pala de Andrè fino ad oggi sempre esaurito. Ma il sostegno di Cmc al movimento pallavolistico ravennate non si ferma alla Robur. 12.e C’è anche un consolidato sostegno alla pallavolo femminile e giovanile, a partire dal Consorzio Teodora e alle rinate realtà del Porto Ravenna Volley e dell’Olimpia di Alfa Garavini. Per quanto riguarda il calcio, conclusa l’esperienza del calcio maschile, Cmc è oggi main sponsor della squadra di calcio femminile del Riviera di Romagna. Le ragazze romagnole, guidate dalla mitica capitana Marinella Piolanti sono giunte in serie A con la società che ha riunito la squadra di Ravenna e quella di Cervia e hanno tutta l’intenzione di far bene e di tener alto il nome della Romagna calcistica. La nuova stagione agonistica ha poi visto in casa Cmc l’inizio di una nuova collaborazione. È quella con la squadra di Basket femminile di Faenza che milita in serie A. 12.f Non mancano, poi, sponsorizzazioni in sport così detti minori ma certamente non meno importanti: dall’antico sodalizio in campo ciclistico con la Società Rinascita e con Quelli della Scorta, alla Canottieri Ravenna; dal football americano dei Chiefs al Circolo della Spada; dal nuoto alla vela, dal tennis allo yudo. Fra le manifestazioni sportive del 2011 ci piace ricordare le celebrazioni del marzo scorso in occasione dei 110 anni di Cmc che hanno coinvolto sui campi da gioco il Ravenna Calcio, la Robur e il Riviera di Romagna e l’autunnale Maratona Forlì-Ravenna che annovera anche Cmc tra i tanti sostenitori. Per finire con l’ultima, in ordine di tempo, collaborazione nata con la Polisportiva giovanile Ravenna, una nuova realtà che permette a ragazzi, dai 7 agli 11 anni, di provare contemporaneamente calcio, basket e pallavolo. E non vogliamo dimenticare che in Cmc lo sport non lo si guarda soltanto ma lo si pratica anche direttamente grazie alle attività delle sei sezioni della Polisportiva: ciclismo, tennis, beach tennis, calcetto, pesca, driver. L’ultima festa della Polisportiva Cmc, nel settembre scorso, ha dato proprio modo ad alcuni dei “nostri” atleti di incontrarsi con gli sportivi delle società da noi sponsorizzate. Di quella due giorni ci piace in particolare ricordare la presenza dei giovanissimi ciclisti della Rinascita 12.g 12.h 12.i Pedale alla nostra Cmciclando e quella dei Chiefs e delle ragazze del Riviera di Romagna alla nostra festa. Ma Cmc non è una presenza importante solo per lo sport ravennate. Anche nel campo della cultura la nostra cooperativa è protagonista e non solo a Ravenna. Ravenna Festival, la più importante manifestazione culturale della nostra città, è da anni un importante partner per Cmc che, nell’edizione del 2011, ha concorso alla realizzazione del musical “The Magic Flute”. Col Maestro Muti, poi, siamo volati a Nairobi per le “Vie dell’amicizia” in un’esperienza emozionante di incontro e di condivisione. Ma è a tutta l’attività teatrale, operistica e danzante che Cmc presta grande attenzione. Basti pensare al sostegno importante della stagione d’opera e danza del Teatro Alighieri che anche quest’anno porterà nel principale teatro ravennate danza ed opere classiche e moderne. O al sostegno al progetto teatrale Nobodaddy di Ravenna Teatro dove passione, sfida e innovazione si incontrano in un itinerario di grande forza e vitalità. E ancora al Festival di Sant’Arcangelo che anche nell’edizione 2011 ci ha offerto momenti di grande coinvolgimento emotivo come nel caso della creazione a cielo aperto dal titolo “la blusa gialla irregolare del poeta Majakoskij” messo in scena da un “plotone” di 200 ragazzi provenienti da diverse città del mondo. E parlando sempre di cultura non possiamo dimenticare le tante collaborazioni con le più importanti istituzioni ravennati: dalla mostra “L’Italia s’è desta. 1945-1953. Arte in Italia nel secondo dopoguerra da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri” tenutasi nella primavera scorsa al Mar di Ravenna alla mostra Tamo e alla programmazione della Luna a San Nicolò di Ravennantica, al recente convegno su Cavour della Fondazione Casa Oriani. siano scontate per un’azienda cooperativa come la nostra. Eppure è proprio nel campo del sociale che i principi mutualistici e di solidarietà del cooperare trovano ancor oggi la loro massima declinazione. E allora, per una volta, superiamo il nostro consueto riserbo per ricordare alcune delle tante, tantissime associazioni che anche nel 2011 abbiamo in qualche modo sostenuto. Si va dall’Aism all’Aias, da Ama la vita all’Auser, dalla Libera Associazione Genitori al centro sociale La Quercia, dall’aiuto offerto in occasione della visita delle donne terremotate dell’Aquila a Ravenna all’adesione alla Fondazione “Dopo di Noi”, dal contributo all’Associazione “Il Mosaico Amici dei bambini ospedalizzati” (alla quale quest’anno abbiamo deciso di devolvere le risorse derivate da un taglio consistente dei biglietti di auguri natalizi), a Ravenna Eventi. Fra tante attività ne vogliamo però ricordare in particolare alcune. Il sostegno, ad esempio, al Cisim, il centro culturale e sociale di Lido Adriano o quello al progetto di ippoterapia del centro Equilandia a Mensa Matellica o la bella collaborazione instaurata con l’associazione Il Terzo Mondo per la costruzione di una scuola nel villaggio di Balevang in Camerun. E ancora il ciclo di incontri, rivolto in particolare ai ragazzi e alle loro famiglie, nato dalla sinergia fra Cmc e la società Robur o l’innovativa esperienza, scaturita dall’incontro con Linea Rosa e con il consorzio di pallavolo femminile Teodora, della Settimana Rosa sotto lo slogan “Uscire dalla violenza si può”. Per finire con la recente donazione di un pulmino all’ADVS di Ravenna. È proprio grazie a questa storia consolidata che per Cmc è stato naturale rispondere positivamente al progetto dell’Amministrazione comunale di Ravenna denominato “Adotta un progetto sociale: diventa un’Azienda solidale” del quale torneremo a parlare più diffusamente nei prossimi numeri della Betoniera. E con importanti associazioni culturali come la Capit e il suo premio di pittura Marina di Ravenna, Il Centro Pio Manzù di Rimini, Meditaeuropa, Cinemovel, il Teatro Socjale di Piangipane, il Mama’s, Ravenna Poesia, l’Università per Adulti, l’Accademia del musical. Siamo così giunti alla fine di questa lunga carrellata del Noi e Voi di Cmc. Ma, come già detto, Cmc sostiene importanti manifestazioni anche fuori di Ravenna, là dove è impegnata con propri cantieri. Ricordiamo, ad esempio, il Festival di Radiotre che ogni anno porta a Cervia il fior fiore della cultura italiana o le manifestazioni del Giugno Pisano, del carnevale di Molfetta, la rassegna “Porto d’Arte” a Palermo, l’orchestra regionale Arturo Toscanini che nella prossima tourneè in Cina porterà con sé anche il marchio di Cmc. Sicuramente non abbiamo ricordato tutte le nostre collaborazioni e ci scusiamo con quanti non abbiamo citato. Abbiamo voluto, alla fine di un intenso anno di attività, dar conto, seppure in modo sommario, a tutti i nostri soci e dipendenti della ricchezza e della varietà dei rapporti intessuti dalla nostra impresa col territorio dove viviamo ed operiamo. Una ricchezza della quale andare orgogliosi perché portatrice di valori fondanti della nostra storia. Ma più di tutti ci piace ricordare l’impegno per il Premio letterario Racalmare-Leonardo Sciascia, organizzato dal Comune di Grotte (Agrigento) e del quale Cmc è main sponsor. L’importante riconoscimento, istituito 23 anni fa da Leonardo Sciascia, è andato quest’anno a Franco di Mare con il suo “Non chiedere perché” (ed. Rizzoli). Torneremo, nell’anno nuovo, a parlarvi, volta per volta, dello sviluppo di queste collaborazioni. E vi racconteremo, in un ideale gemellaggio fra i continenti, anche le tante e belle iniziative culturali e sociali che contribuiamo a far crescere all’estero, nei Paesi in cui operiamo, a partire dal progetto al quale stiamo lavorando con Ravenna Festival, per portare la grande musica in Mozambico. Arriviamo così all’ultima, ma non per questo meno importante, parte delle attività che Cmc sostiene: quella del sociale. Normalmente ne parliamo poco, frenati da un sano pudore o forse convinti che attività di mutuo soccorso p.19 la Betoniera 12.i Una storia fatta di persone, di progetti ambiziosi, di emozioni vere che, è questo il nostro augurio per l’anno nuovo che sta arrivando, vogliamo continuare a mantenere viva. 12.l 12.h L’ing. Menchini premia il vincitore del premio Racalmare. 12.i Ravenna Festival a Nairobi. 12.l bimbi della scuola del villaggio camerunense di Balevang.