Martedì 29 Maggio 2007
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IL SINDACATO DEI CITTADINI
SCUOLA
ISTITUZIONI SCOLASTICHE
E CULTURALI ALL’ESTERO
FORMAZIONE PROFESSIONALE
Basta con il festival degli annunci del Governo. C’è un accordo che deve solo essere rispettato
Il nostro impegno per il contratto
In assenza di risposte coerenti sarà inevitabile lo sciopero generale
Il Punto
Qual è
la notizia
DI
FRANCESCA RICCI
Raccontare la scuola non è per
niente facile: se metti in evidenza un aspetto devi spiegare che
ce ne sono altri ben più complessi. Se riporti un caso non puoi fare a meno di considerare le eccezioni.Raramente chi lavora a
scuola si riconosce negli articoli
di giornale o nei servizi televisivi.C’è sempre qualcosa che manca, qualcosa di inesatto, di detto
male. Ogni insegnante, ogni
classe, ogni scuola sente di avere
delle specificità che andrebbero
raccontate meglio.Di recente il
ministro Fioroni ha avviato un’iniziativa nazionale per raccontare la «buona scuola». Forse ce
n’è davvero bisogno se si pensa
che finiscono in cronaca solo i
fatti più inverosimili e sconcertanti. Ma perchè le buone notizie non trovano spazio? Giornalista alle prime armi, mi mandarono in una scuola media dove i
ragazzi piantavano alberi. Tornata in redazione il caporedattore mi chiese: che cos’è successo?
Ed io: gli studenti hanno piantato gli alberi. E lui: sì ma la notizia qual è? Ed io: c'erano queste
classi, questi insegnanti, questo
tipo di alberi. Ho raccontato la
scuola, la giornata, ogni dettaglio. Ma lui ancora: qual è la notizia? Esausta gliel'ho chiesto io.
Mi ha risposto che dovevo conoscere il territorio e che cosa era
successo prima di quel giorno.
Quella scuola era in una zona a
forte connivenza malavitosa.
L'iniziativa di piantare alberi
era dunque fortemente simbolica. Il titolo sul giornale fu: la rivincita degli studenti. Una forzatura, forse, come accade spesso nei titoli. Ma il messaggio era
chiaro: in quella scuola non erano stati piantati solo degli alberi
ma era stato fatto molto di più.
Superare la soggettività e sviluppare la capacità di individuare l'elemento nuovo, la notizia,
potrebbe servire, anche dopo
questa settimana promozionale,
ai tanti insegnanti che riescono
a trasformare ogni giorno il lavoro in qualcosa ricco di significato. Il trucco c'è e poi si vede.
B
asta con il festival degli annunci»: nei
giorni scorsi, in una nota congiunta Flc
Cgil, Cisl e Uil scuola, hanno detto con chiarezza che in assenza di risposte concrete e
immediate da parte del governo, lo sciopero sarà inevitabile e le iniziative di protesta e di mobilitazione del personale della
scuola continueranno durante le attività di
fine anno scolastico compresi scrutini ed esami. Mentre andiamo in stampa è previsto
un incontro a Palazzo Chigi tra governo e
sindacati per tentare di mettere la parola
fine a ritardi, silenzi, annunci fatti e smentiti, rinnovare il contratto dei dipendenti
pubblici e così evitare lo sciopero. «Prima il
governo rispetti i patti, poi si potrà discutere di altro»: così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha commentato l’annuncio del vertice. «Noi con il governo abbiamo fatto un accordo», ha detto Angeletti, «ed è chiaro che quell’accordo va rispettato. E se ci sarà il rispetto dei patti», ha
sintetizzato, «probabilmente lo sciopero generale della categoria non si farà. Viceversa», ha concluso, «verrà confermato». Al di
là di quel che dirà il governo, è certo che i
sindacati chiederanno il rispetto dell’accordo del 6 aprile scorso. Accordo, che per la
scuola, prevede le risorse per l’incremento
delle retribuzioni e ulteriori risorse per la
valorizzazione professionale del personale.
«Non c’è molto da trattare», commenta Di
Menna, «occorre soltanto rinnovare il contratto scaduto da 17 mesi. Le retribuzioni
sono ferme al dicembre 2005, retribuzioni
che in media sono sui 1.200 euro netti. L’appello che lancia la Uil scuola alle forze politiche, al governo e al presidente Prodi», aggiunge Di Menna, «è di mettere veramente il sapere e l’istruzione al centro dell’azione politica. Lo ripetiamo da tempo, occorre dare valore al lavoro e, per riconoscere l’impegno professionale e per la qualità
della scuola pubblica ci vogliono più risorse.
U
ltim’ora Tutti gli aggiornamenti sugli esiti dell’incontro, sullo stato della
trattativa e sulla eventuale revoca dello sciopero sono disponibili sul sito Uil Scuola.
Vanno superate le scelte tecniche di mero contenimento finanziario
E’ emergenza retribuzioni
Centrale per la qualità della scuola il nodo delle risorse
Ad ogni rinnovo di contratto,
abbiamo sempre trovato resistenze, difficoltà di ogni genere e
il mancato rispetto dei tempi di
scadenza; mai come questa volta però, le difficoltà si sono acuite, addirittura dopo un accordo
politico con il governo che di solito, come è avvenuto nelle altre
occasioni, spiana la strada per il
rinnovo del contratto stesso. Il 6
aprile abbiamo sottoscritto con il
governo un accordo, con soddisfazione di tutti, che definisce gli
incrementi retributivi, medi, in
101 euro per gli statali, equivalenti per la scuola a 115 ai quali,
per il comparto scuola, si sommano, le disponibilità dei rispar-
mi di sistema, per gli Ata
(97mln.) e per i docenti (200mln),
la certezza degli arretrati per il
2007, il tutto compatibile con le
condizioni di finanza pubblica.
Un accordo positivo che impegna il governo ad adeguare le disponibilità finanziarie, al momento non sufficienti. Inaspettatamente, il governo ha disatteso
gli impegni.
E’ lecito chiedersi: si è verificata nel frattempo una emergenza,
una calamità naturale, una guerra non prevista? Nulla di tutto
questo.
Si persevera solo in una politica di contenimento delle spese,
senza alcuno sguardo strategico,
sulla strada sbagliata della Finanziaria, tesa a colpire sempre
le stesse categorie di lavoratori,
indirettamente con i tagli, ora direttamente con la riduzione delle retribuzioni.
Non riconoscere almeno il potere d’acquisto, equivale a ridurre lo stipendio! La risposta dei lavoratori non può che essere lo
sciopero generale il 4 giugno.Un
settore strategico come quello
della scuola a cui si chiedono
sempre ulteriori impegni, non
può essere considerato un costo
da tagliare, ma un investimento
sul futuro, sociale e di sviluppo
economico.
Speriamo che al più presto la
parola definitiva torni alla buona
politica, che superi le scelte tecniche di mero contenimento finanziario.
PROFESSIONALI
DOSSIER UIL SCUOLA
RECLUTAMENTO
Restano nel sistema
nazionale
e hanno bisogno
di organici stabili
Il cacciavite di Fioroni:
bilancio di in un anno
di politiche
per l’istruzione
La denuncia della Uil:
dopo lo stop alle
abilitanti non parte
un sistema alternativo
a pag.2
a pag.3
a pag.3
DI
PINO TURI
SICUREZZA LAVORO
Continua l’emergenza
in Italia
Servono prevenzione,
informazione, rigore nei
controlli e rispondenza fra
leggi e comportamenti
pratici.
Un tema serio che deve
vedere il coinvolgimento
di tutti.
di Giuseppe Moretti
a pag.3
E’ PERIODO
DI IMPORTANTI
SCADENZE FISCALI.
RIVOLGITI
AI CAF UIL
2
Martedì 29 Maggio 2007
SCUOLA D’OGGI
Le richieste di Uil/Uil Scuola per il decollo del sistema di istruzione professionale previsto dal dl 7/07
Istituti professionali senza tagli orari
La modifica della frequenza settimanale non riduca gli organici
Pagina a cura
DI NOEMI RANIERI
L
a modifica dell’orario di frequenza settimanale degli istituti professionali deriva dalla legge finanziaria per il 2007 e dalle
disposizioni dell’art. 13 del decreto legge 7/2007, convertito nella
legge 40/2007, che consente, contestualmente alla riduzione, il
mantenimento dell’istruzione
professionale nel sistema nazionale dell’istruzione secondaria
superiore e si collega all’esigenza
di favorire il conseguimento del
successo scolastico a ogni studente, gravato da criticità per l’eccesso di carico orario. In un primo incontro tra i sindacati scuola e il
ministero si è ottenuta la riduzione per il 2007/2008 a 34 ore settimanali esclusivamente alle classi
prime, diversamente dalla proposta del ministero basata sull’intero biennio, di calcolare gli organici su una quota complessiva di 36
ore settimanali, di prevedere una
strutturazione del curricolo sulle
tre aree tradizionali dei percorsi,
di equivalenza, di indirizzo e di
integrazione, di garantire la prosecuzione dell’applicazione dei
piani di studio definiti nel proget-
to ’92 per gli istituti atipici. Come
Uil abbiamo rivendicato la salvaguardia delle prerogative e dei diritti dei lavoratori sostenendo l’esigenza che alla riduzione dell’orario settimanale di frequenza
degli alunni non debba automaticamente corrispondere una riduzione di organico del personale
docente. Tali risorse professionali
devono essere lasciate alle scuole,
in considerazione dei cambiamenti conseguenti all’innalzamento dell’obbligo di istruzione
per il potenziale incremento delle
iscrizioni e a quelli derivanti dal
potenziamento dell’istruzione
tecnica e professionale, ai fini della messa a punto di modelli organizzativi funzionali all’offerta formativa sul territorio, da erogare
in regime di autonomia, nell’ottica dell’organico funzionale di istituto, da anni da noi richiesto.
L’ambito del loro utilizzo rientra
nella quota di flessibilità organizzativa prevista fino al massimo
del 20% del curricolo annuale e
regolamentata secondo il rispetto
delle competenze rispettivamente assegnate dall’autonomia agli
organi di gestione collegiale di
istituto e alla contrattazione. La
questione si porrà ora al tavolo
contrattuale per le utilizzazioni e
più ancora sulla interlocuzione
per l’adeguamento degli organici
alle situazioni di fatto; in ogni caso il principio del nostro confronto
sarà la tutela degli interessi dei
lavoratori, i quali necessitano,
proprio per la rilevanza strategica del prospettato rilancio dell’istruzione tecnica e professionale,
di elementi determinanti per la
sicurezza e la stabilità. Vanno affrontate inoltre, con l’obiettivo di
un più positivo intreccio tra istruzione, formazione e lavoro, oggetto di un documento congiunto tra
Uil e Uil Scuola, tutte le questioni
connesse alla costituzione dei poli
tecnico-professionali provinciali
della legge 40, tra cui prioritario
appare il rafforzamento dell’alta
qualificazione post-secondaria
con il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle imprese, del
partenariato, e un diverso livello
di responsabilità delle regioni, a
partire dalle nuove qualifiche
professionali, da rilasciare a compimento di un percorso che integri il nuovo biennio di istruzione
obbligatoria con i corsi di formazione professionale. Di questo e
altro ancora si è discusso nelle
due giornate di studi seminariali
Il documento di Uil/Uil Scuola
Gli obiettivi definiti nella strategia di Lisbona costituiscono da lungo tempo lo sfondo su cui la Uil e la Uil Scuola hanno impostato la
loro azione, appurata l’importanza che il raccordo tra percorsi di
istruzione formazione e lavoro assume ai fini della piena espressione
della cittadinanza attiva e della partecipazione ai processi di sviluppo. Le complesse sfide chiamano tutti gli attori in gioco a un grande
e duplice impegno, quello della netta riduzione della dispersione scolastica e di una migliore e maggiore occupabilità, per il quale sono
assolutamente necessari strumenti come il potenziamento delle competenze culturali di base ai fini di una migliore adattabilità, la valorizzazione delle capacità relazionali, l’utilizzo attivo delle nuove tecnologie, l’approccio alla essenzialità dei saperi, gli approfondimenti
su aree professionalizzanti. L’intento di fare il punto sulle diverse
problematiche a ciò connesse, quello di individuare una linea di condivisione su ciò che la rappresentanza di categoria e quella confederale possono singolarmente o congiuntamente mettere in campo per
una migliore gestione dei fenomeni sociali e culturali aperti, inerenti
il più forte rapporto tra le ricorrenti esperienze formative e quelle di
lavoro, hanno spinto i due soggetti a produrre un testo che diffusamente richiama prospettive e impegni verso importanti ambiti di sviluppo, dal rilancio dell’istruzione tecnica e professionale al potenziamento dell’alta qualificazione superiore, l’educazione degli adulti, le
opportunità offerte dall’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato, e
altro ancora costituiscono i temi a cui si è tentato di dare una lettura
a due lenti, per dare un orientamento a tutti coloro che, dovendo quotidianamente confrontarsi con i lavoratori, le sfide del mercato e le
esigenze di qualificazione della formazione e dell’istruzione, necessitino di un positivo riferimento. On-line il testo completo del documento.
organizzate dal ministero «Laboratorio dell’istruzione tecnica e
professionale» a cui in attesa di
più idonei spazi di confronto abbiamo inteso di partecipare attra-
verso nostri testimoni della esperienza didattica e dirigenziale
della scuola. A breve sul sito una
sintesi dei loro contributi. (riproduzione riservata)
Sarà centrale il coinvolgimento degli insegnanti In una nota del dicastero tutte le precisazioni sullo svolgimento delle prove
Verso le nuove
Indicazioni
Le Indicazioni nazionali allegate al decreto legislativo
59/2004 sollecitarono aspre critiche per incongruenze e imprecisioni tali da farne richiedere da
più parti una complessiva revisione; con la circolare per l’anno
ponte il ministro aveva esplicitato la volontà di procedere in tale direzione e così un’apposita
commissione di saggi ha diffuso
il documento «Cultura Scuola
Persona» a cui presto si è aggiunto quello elaborato, per una
prima interpretazione, dal ministero. La definizione di nuove
linee programmatiche per l’intero ciclo primario passerà attraverso la presentazione alle
Commissioni parlamentari competenti di un testo che le scuole
utilizzeranno in via provvisoria
per l’anno scolastico 2007/2008,
un piano di applicazione assistita con azioni di monitoraggio e
di dialogo con l’esperienza e infine la stesura definitiva. La Uil
Scuola, in un’articolata riflessione disponibile on-line, ha evidenziato la positiva spinta verso un sistema nazionale unitario di competenze, il coinvolgimento delle scuole e della loro
progettualità, una moderna centralità dei processi fondata sul
protagonismo degli allievi: tali
scelte necessitano però della stabilizzazione degli organici e di un
governo della scuola dell’auto-
nomia fondato sulla valorizzazione professionale, su nuovi organi di gestione collegiale e su
un sistema di valutazione/autovalutazione delle scuole. Rispetto alle procedure riteniamo che,
una volta definito, il testo vada
messo a disposizione delle scuole e degli insegnanti e solo dopo,
sia reso definitivo con l’adozione
nell’apposito regolamento legislativo. Successivamente alla
audizione presso la commissione la Uil, insieme alle altre organizzazioni sindacali ha inviato al ministro una richiesta di incontro in quanto la nuova prospettiva apre ricadute sul lavoro dei docenti e sulla organizzazione delle scuole, impegnate da
tempo ad esempio, a predisporre i nuovi piani dell’offerta formativa sulla base di disposizioni e regolamenti, afferenti o alle indicazioni nazionali o ai pregressi ordinamenti. A ciò si aggiunga che le case editrici a tali, poco chiare, condizioni si sono attenute per la messa a punto dei nuovi libri di testo. Ancora una volta si rileva come i tempi delle leggi, della politica e della amministrazione siano poco
rispettosi ed esperti di quelli di
cui effettivamente le scuole e gli
operatori hanno bisogno per metabolizzare il senso delle innovazioni e declinarle in significative attività educative.
Per gli esami di terza media
il ministero ha dato le linee
Con una nota del 10 maggio il
ministro ha fornito alle scuole alcune precisazioni per lo svolgimento delle prove di esame di
stato conclusivo del primo ciclo
di istruzione, già regolamentato
dalla circolare n. 28 del 15 marzo 2007.
Per la seconda lingua comunitaria, in attesa di assicurare
pari dignità con la prima lingua
comunitaria, si rimette a ogni
singola istituzione scolastica,
mediante delibera del collegio
dei docenti, la decisione sullo
svolgimento secondo tre possibili soluzioni: in via ordinaria
prova scritta della prima lingua
comunitaria insegnata e valutazione della seconda lingua all’interno del colloquio interdisciplinare; in via sperimentale
prova scritta unica per entrambe le lingua comunitarie
insegnate; infine, svolgimento
di due prove scritte distinte delle due lingue comunitarie insegnate.
L’informatica va verificata all’interno del colloquio pluridisciplinare sulla base della presentazione delle attività e delle
esperienze del triennio.
Per le prove scritte si suggerisce la previsione di un tempo più
disteso per i soggetti affetti da
disturbi di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia).
Le attività e gli insegnamenti
facoltativi e opzionali svolti dagli alunni nell’ultimo anno possono costituire oggetto di esame
all’interno del colloquio pluridisciplinare, affidato esclusivamente ai docenti di classe membri della commissione esaminatrice, in quanto gli stessi, in sede di valutazione periodica o finale, sono, parimenti, i soggetti
titolari della valutazione degli
apprendimenti.
Per quanto riguarda la certificazione delle competenze, si
conferma il carattere sperimentale e transitorio del modello suggerito, per il quale si
invitano tutte le scuole a svolgere opportuna riflessione per
eventuali integrazioni e si segnala la messa in linea sul sito del ministero di un primo
contributo di sostegno allo studio e alla ricerca in materia.
Relativamente alla predisposizione, sottoscrizione e consegna della certificazione, si precisa che la fase istruttoria di
predisposizione della certificazione è affidata a ciascun consiglio di classe che provvede ad
approntare in via informale
ogni elemento utile alla compilazione del modello; in sede
di esame, tenuto conto degli ulteriori elementi valutativi raccolti, la commissione provvede
alla compilazione del modello
di certificazione, apponendovi
anche il giudizio sintetico finale
e rimettendo la sottoscrizione
della certificazione al presidente della commissione; successivamente il dirigente scolastico appone la firma a convalida della rilevazione e valutazione delle competenze riferite al percorso scolastico.
Tale certificazione delle competenze, in quanto comprensiva degli esiti dell’esame di stato e degli elementi di valutazione riferiti al percorso scolastico dell’alunno, integra e sostituisce la certificazione che in
via ordinaria le istituzioni scolastiche rilasciano agli alunni
licenziati subito dopo la conclusione positiva dell’esame e
va pertanto consegnata a esami conclusi per essere presentata alla scuola del successivo
ordine a cui l’alunno si è iscritto.
Per i candidati esterni, in attesa di regolamentare l’intera
materia, non potendo disporre
di pregressi elementi di conoscenza circa le competenze acquisite, si utilizzerà transitoriamente la certificazione precedentemente in uso.
Per scrivere
alla Uil Scuola:
[email protected]
SCUOLA D’OGGI
Martedì 29 Maggio 2007
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Un dossier di Uil Scuola passa al setaccio i provvedimenti presi dal governo in materia di istruzione
Il cacciavite del ministro Fioroni
Bilancio sulla gestione di un anno: pesa il nodo del contratto
U
n bilancio fatto di luci e ombre, su cui pesa molto la vicenda del mancato rinnovo del
contratto: questo il giudizio della
Uil Scuola sulle scelte politiche
per il sistema istruzione in un anno di governo. Interventi chiari e
concreti: è stata questa la sollecitazione della Uil al ministro Fioroni e al viceministro Bastico, appena insediati a viale Trastevere.
La scelta di intervenire con il «metodo del cacciavite» con gradualità, concretezza, pragmatismo è
stata da noi condivisa. I primi atti
del nuovo governo si sono caratterizzati positivamente per la scelta
di interventi organici: un esempio
è quello della riforma del II ciclo.
È stata bloccata l’entrata in vigore di una riforma che lasciava
nel limbo tutti gli istituti professionali, chiarendo il loro carattere
nazionale. È stato subito definito
il nuovo percorso tecnico-profesIl testo integrale del
dossier curato da Lello
Macro, con la cronologia e
il dettaglio di tutti i provvedimenti legislativi,
è disponibile sul sito
internet della Uil Scuola
nella sezione ricerche
sionale, puntando sui poli tecnologici e su un’istruzione tecnico superiore di grande qualità. Giudizio positivo anche per l’abolizione
del portfolio e degli anticipi nella
scuola dell’infanzia, per il ritorno
dell’istruzione «pubblica», per la
disapplicazione del tutor. Bene
accolta anche la riforma degli esami di maturità, che da quest’anno
torneranno a essere affidati a una
commissione mista. Giudizio sospeso invece per quei provvedimenti che sono un’enunciazione
di principio che va resa concreta
nel tempo: rientrano tra questi il
rafforzamento dell’autonomia didattica, la riforma dell’Invalsi e il
sistema di valutazione, la sinergia
scuola-università, le misure antibullismo, l’avvio della revisione
delle indicazioni nazionali.
La scelta di soluzioni che potessero sostenere e aiutare il lavoro,
si legge nel dossier Uil Scuola
però, si è andata «sfarinando» nel
tempo e il cacciavite si sta arrugginendo. Tra le cose che proprio
non vanno c’è il reclutamento degli insegnanti (sull’argomento
l’articolo in questa pagina e a pagina 6). Non decolla il nuovo sistema di finanziamento delle scuole:
il debito pregresso e le tante com-
petenze in termini finanziari hanno prodotto grandi problemi nel
funzionamento delle scuole. Prima una Finanziaria che ha portato riduzioni di organico e di risorse
finanziarie, poi le ristrettezze di
bilancio delle scuole che hanno
portato molti istituti a modificare
il loro assetto a scapito della didattica, ora il contratto fermo. Il
nodo risorse è centrale. Si è diffuso un malcontento nel personale
della scuola determinato dal fatto
che non è riconosciuto il valore del
lavoro e che nell’azione di governo
alla scuola non viene riconosciuta
quella centralità che viene invece
tanto decantata nei programmi.
L’appello che lancia la Uil Scuola
alle forze politiche, al governo e al
presidente Prodi è di mettere veramente il sapere e l’istruzione al
centro dell’azione politica. Lo ripetiamo da tempo, ci vogliono più risorse e meno burocrazia. Rinnovare il contratto scaduto da 17
mesi, con retribuzioni medie di
1.200 euro nette, ferme al dicembre 2005, è indispensabile per la
qualità della scuola pubblica, per
dare serenità al personale della
scuola e riconoscere l’impegno
professionale. Il bilancio di un anno è di luci e ombre e la partita
non chiusa del contratto pesa in
modo serio. Il 4 giugno c’è uno
sciopero indetto da tutti i sindacati della scuola (Cgil, Cisl, Uil,
Snals e Gilda) per il contratto. Sol-
lecitiamo il governo a una rapida
decisione che porti a un’inversione di rotta e, coerentemente con
l’accordo del 6 aprile, rapidamente alla firma del contratto.
Sollecitato il ministero a fare presto chiarezza Per uscire dall’emergenza infortuni sul lavoro bisogna diffondere la cultura
Sul reclutamento Sicurezza, occorrono
la nebbia è fitta prevenzione e informazione
Nebbia fitta sul reclutamento degli insegnanti e sulla formazione iniziale.
L’incertezza delle norme sta
determinando una situazione
paradossale, che va rapidamente bloccata. Siamo tempestati di telefonate e richieste di
chiarimento.
Vediamo che cosa sta succedendo: dopo che è stata congelata la norma prevista dalla legge Moratti che prevedeva la laurea specialistica abilitante e
non è stata sostituita con una
diversa modalità.
È accaduto ciò che accade
quando si opera in negativo senza costruire: totale confusione,
incertezza, aspiranti docenti allo sbaraglio, possibile ricostituzione di nuovo precariato.
Il ministero dell’università
ha autorizzato nuovi bandi per
le Siss, abilitanti, ovviamente
a numero chiuso e a pagamento, specificando di non poter garantire l’utilizzo di tale abilitazione ai fini dell’immissione
in ruolo.
Senza voler mettere in discussione la qualità delle Siss,
è certo che i giovani laureati
non sono messi in grado di sapere quale è il percorso per accedere all’insegnamento.
Mentre con le graduatorie
permanenti si vuole chiudere
con il precariato, se non si de-
cide rapidamente si pongono le
basi per il suo ricostituirsi.
In alcune regioni e per alcune discipline c’è disponibilità di
posti e coloro che avranno lavorato per anni e avranno acquisito l’abilitazione rivendicheranno legittimamente l’immissione in ruolo. Non ci vengano poi a dire che è il sindacato a sostenere il precariato!
La Uil Scuola, su questo tema, ha da tempo sollecitato il
ministero della pubblica istruzione a fare chiarezza e a definire nuove modalità di reclutamento per dare certezze ai
giovani laureati.
La formazione iniziale e le
modalità di reclutamento degli
insegnanti devono essere in
grado di selezionare e formare
puntando su una forte motivazione, sulle competenze disciplinari, metodologiche-didattiche, relazionali necessarie ai
complessi compiti che gli insegnanti devono svolgere.
Tale modalità, che dovrà vedere un momento di formazione e tirocinio direttamente nelle scuole, utilizzando le migliori
competenze, in termini di didattica, innovazione e ricerca
degli insegnanti attualmente in
servizio, deve rappresentare
una delle buone carte con cui
il governo affronta la politica
scolastica.
GIUSEPPE MORETTI
segretario generale
Feneal-Uil
DI
Siamo ancora purtroppo in
una situazione di emergenza,
malgrado si sia raggiunto qualche risultato positivo sul tema
della sicurezza con una diminuzione degli infortuni sul lavoro, anche nel settore edile.
Infatti, registriamo un vero e
proprio bollettino di guerra, riguardo al quale anche il presidente della repubblica è intervenuto, sottolineando il dovere istituzionale di reagire, indignarsi e sollecitare risposte.
Apprezziamo il fatto che il
governo abbia varato il disegno di legge delega sul Testo
unico sulla sicurezza e pensiamo che la sua discussione debba avvenire in tempi brevi e in
un contesto legislativo non
conflittuale, poiché su questo
tema si può e si dovrebbe essere più uniti o comunque ridurre le differenziazioni politiche.
Ritengo fondamentale, come
previsto dal nuovo testo di proposta di legge, che il tema della sicurezza venga affrontato
fin dalla fase degli studi all’università e prima ancora dell’inserimento dei giovani nel
mondo del lavoro.
È un tema serio e che deve
coinvolgere tutti.
Ciò che conduce a una situazione di emergenza è la non
rispondenza tra le leggi e i comportamenti pratici, e un per-
Giuseppe Moretti
corso formativo, in questo senso, può sensibilizzare al rispetto delle leggi e prevenire
atteggiamenti irregolari e scorretti.
L’impianto legislativo sulla
sicurezza, infatti, non manca,
poiché, soprattutto negli ultimi 15 anni, sono state introdotte numerose norme.
Nel breve periodo si può intervenire conferendo maggior
rigore al sistema sanzionatorio, non per pura vocazione giustizialista, ma perché la sanzione funzioni da deterrente,
scoraggiando comportamenti
negativi e al di fuori da ogni
regola, potenziando l’attività di
vigilanza, non soltanto con l’aumento del personale ispettivo,
ma soprattutto stanziando
maggiori risorse da destinare
ai controlli, perché ciascun operatore sia messo in condizioni
di svolgere il proprio ruolo.
Fondamentale è però il coordinamento di tutte le forze operative in campo al fine di assicurare controlli mirati ed efficienti.
È del tutto evidente l’importanza che ha, sia sul versante
della lotta alla prevenzione degli infortuni sia su quello del
lavoro irregolare, il Documento unico di regolarità contributiva (Durc).
Esso si è rivelato uno strumento fondamentale, i cui meccanismi vanno perfezionati al
fine di renderlo un’esperienza
estendibile a tutti gli altri settori, per regolarizzare il lavoro nero, fenomeno inquietante
e fuori da ogni regola e tutela,
ma non soltanto: rendere regolare il lavoro nero vuol dire,
infatti, anche renderlo più sicuro, tutelato e quindi meno
esposto ai rischi.
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Martedì 29 Maggio 2007
SCUOLA D'OGGI
Uil Scuola apre una riflessione sul funzionamento degli istituti dopo l’entrata in vigore della legge 59
Autonomia, sette punti per rilanciarla
A distanza di 10 anni occorrono interventi rapidi e coraggiosi
A
dieci anni dall’approvazione della legge delega 59/97 e dall’introduzione dell’autonomia scolastica, la Uil Scuola apre una riflessione sul funzionamento reale delle scuole, partendo dall’esperienza
concreta. L’autonomia è una grande opportunità che presenta nell’esperienza concreta deficit di funzionamento. Bisogna evitare di «buttarla a mare» e apportare quei correttivi che la facciano essere veramente uno strumento di innovazione e modernizzazione della scuola.
Non usa mezze misure il segretario generale della Uil Scuola, nel suo
intervento nel corso del convegno nazionale sull’autonomia promosso
dalla Uil Scuola a Roma, in occasione dei dieci anni dall’entrata in vigore della legge, nel tracciare un bilancio di questi anni di applicazione e nel rilanciare le proposte della Uil Scuola. Suggeriamo un percorso con sette proposte concrete: supporti alle scuole e regole certe del
funzionamento, eliminando il «fai da te»; prevedere un collegio dei docenti articolato per dipartimenti, anche di ricerca; attuare le norme
dell’autonomia come, per esempio, le figure di staff provenienti dalle
funzioni docenti che non sono mai state attuate; la riforma degli organi collegiali fermi al 1974 con la presenza degli enti locali e, per le superiori, delle forze sociali; l’attuazione dell’autonomia amministrativa
e contabile delle scuole; la definizione di modelli di rete; un organico
funzionale stabile. Si tratta di proposte chiare e certamente realizzabili. Quel che è emerso, registrando le opinioni di chi lavora a scuola e
dando valore alle esperienze, è che a fronte della spinta innovativa introdotta la scuola non ha avuto il necessario sostegno. A coordinare i
lavori del convegno è stata Noemi Ranieri. Sono intervenuti ad approfondire i diversi aspetti dell’autonomia scolastica Osvaldo Pagliuca (il contesto storico), Giuseppe Cosentino, capo dipartimento
Mpi (il processo di innovazione), Mario Ricciardi, comitato direttivo
Aran (la contrattazione), Rosa Venuti, presidente Irase (la formazione del personale), Lorenza Patriarca, associazione scuole autonome
del Piemonte (le reti di scuole e il rapporto con il territorio), Mariella
Spinosi, dirigente tecnico Mpi (la didattica), Maria Domenica Testa, direttore generale Mpi (i nuovi fondi per le scuole), Andrea Ranieri, commissione cultura Senato (le prospettive politiche).
Nuova stagione degli incontri culturali Uil Scuola
Omaggio di Nuoro
a Grazia Deledda
DI
NOEMI RANIERI
La nuova stagione
degli incontri culturali
della Uil Scuola è ripresa a Nuoro, il 26 e 27
aprile con un altro
grande personaggio
della nostra storia culturale, un raro premio
Nobel al femminile per
la letteratura, che nell’isola ebbe i natali,
Grazia Deledda. Con la
presidente del consorzio Parco letterario dedicato, la
professoressa Neria De Giovanni
e la critica letteraria Angela Guiso sono state ripercorse le tappe
della vita e dell’opera della scrittrice, intervallati da brani delle
opere e da saggi della più genuina tradizione musicale sarda,
mentre con il direttore dell’Istituto di studi regionali per le tradizioni popolari si è approfondito
il percorso di documentazione
della vita e della esperienza deleddiana visibile presso la sua casa nonché il legame, passato e
presente della scrittrice con la
sua terra, a cui tutta la poetica si
è ispirata.
Molto ha colpito la determinazione e la tenacia con cui Grazietta, così veniva definita in famiglia, aveva affrontato il compito prefissatasi in gioventù, quello di fare, da sola, la letteratura
sarda, traendo dai riti, dalle tradizioni dalle leggende di quella
isola, a cui Elio Vittorini dedicò il
suo «Sardegna come un’infanzia»
lo spunto per delineare situazioni tipi e trame di profonda universalità. Ammirabile infine lo
sforzo del comune di Galtelli e dei
suoi amministratori di legare il
rilancio del territorio geografico
che ha fatto da sfondo a tante affascinanti narrazioni, alla grande scrittrice. Nel paese delle
«canne al vento» oltre alla splendida ospitalità abbiamo apprezzato i giovani allievi della scuola
media di Galtelli di procedere allo studio di tradizioni, culti e costumi che ne caratterizzano ad
oggi le origini e la storia. I prossimi appuntamenti con altri due
importanti testimoni di cultura
ed esperienza sono Edmondo De
Amicis ed Enrico Fermi.
Il documento Uil Scuola sull’autonomia
A) L’Autonomia.
La scuola primaria, la
scuola secondaria di 1°
grado, la scuola secondaria di 2° grado richiedono modalità gestionali e di governo diversificate. Anziché considerare genericamente
le scuole, occorre prevedere strumenti diversi per realtà che in
un quadro di sistema
unico, quello dell’istruzione, hanno specificità
diversificate. Per dare,
per esempio, più senso
all’autonomia didattica occorre ricordare che
la scuola primaria ha
una forte funzione socializzante ed educativa, di orientamento,
mentre la scuola secondaria di secondo grado è
connotata da una attività finalizzata all’acquisizione di saperi, competenze, stimolo e verifica delle
capacità critiche. Negli ultimi anni sono centrali il
collegamento con l’università, l’istruzione tecnica e
professionale superiore, gli stage, il lavoro.
B) I principi dell’autonomia consolidati,
positivi, da valorizzare. Autonomia didattica;
autonomia organizzativa; autonomia amministrativa; autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo. Purtroppo nella gestione quotidiana c’è
spesso una sorta di proiettificio, con forte rischio di
burocratizzare la progettazione collegiale, la definizione del progetto della scuola. Viene vissuto negativamente il troppo tempo dedicato a tutto ciò
che è trascrizione cartacea, discussione preparatoria, la così detta progettazione - cooperazione. È
forte la esigenza di ridare valore e centralità al
tempo passato con gli alunni (singoli, gruppi, non
necessariamente classe). La centralità della funzione docente è funzione didattica, di insegnamento. Questa è la prima questione in cui mettere ordine.
C) Autonomia - limiti - regole. Vanno definite
regole certe e uguali per tutte le scuole in materia
di: supporti; controlli - verifiche; valutazione.
D) Collegialità - responsabilità. Definire bene la collegialità partendo dalla centralità, priorità dell’insegnamento che è anche lavoro individuale del singolo insegnante. Il collegio, articolato per gruppi, delibera il Pof, per la parte didattica. L’insieme degli insegnanti definisce l’autonomia didattica (personalizzazione dell’insegnamento). Le soluzioni per una articolazione della
funzione docente, rispondenti alle nuove professionalità connesse all’autonomia. Alcuni insegnanti, individuati in modo oggettivo in base a titoli e esperienze (né eletti dal collegio, né scelti dal
Ds) per una parte dell’impegno lavorativo partecipano alla gestione della flessibilità organizzativa in attuazione del Pof; a essi si affidano precise
funzioni in merito ad aspetti organizzativi per migliorare le modalità di funzionamento, per tali figure professionali specifiche va previsto il parziale esonero dell’insegnamento.
Organi collegiali. Per la riforma degli organi
collegiali va prevista la presenza delle forze sociali
e istituzionali (per evitare di indebolire l’autonomia rispetto alla istituzione regionale o provinciale per delega). Va prevista inoltre una rappresentanza delle diverse professionalità, docenti e ata,
della componente genitori e della componente studenti.
Il dirigente scolastico. È interfaccia di tutti i
livelli delle scuole dell’autonomia e rappresentante
legale. Il coordinamento didattico è affidato ai dipartimenti del collegio per aree disciplinari.
Enti locali. Partecipano agli organi di gestione
in modo da non creare gerarchia tra regioni e scuole, ma partecipazione alle decisioni.
E) L’autonomia amministrativa. Avere a riferimento il modello Università. Prevedere separazione di responsabilità tra compiti di direzione organizzativa, promozione di ricerca e coordinamento didattico, rappresentanza legale della scuola,
dalla gestione amministrativa e contabile.
F) Strutture di supporto. Istituire al posto degli ex Provveditorati strutture tecniche
(con ispettori e altre competenze tecnico-professionali) di supporto, completando così la trasformazione degli Uffici scolastici provinciali
verso la realizzazione di centri territoriali di
accompagnamento ai processi di autonomia. La
scuola autonoma, senza riferimenti territorialmente vicini, non ha dato esiti positivi. La
gestione regionale si è mostrata insufficiente,
e talvolta invasiva. Occorre favorire la reti (didattica e amministrativa).
G) Contrattazione. La contrattazione è strumento di regolamentazione di diretta conseguenza dell’autonomia. Tenendo conto delle diverse responsabilità con impatto su quelle gestionali. Nelle sedi contrattuali la scelta di riconoscere le professionalità ata e docente, con
la contrattualizzazione di aspetti connessi alla gestione e all’autonomia didattica.
H) Conclusioni. La scelta di autonomia forte evita le negatività sia della gestione burocratica che della possibile gestione «politica»
delle istituzioni scolastiche.
Per essere forte l’autonomia deve:
1) avere regole certe;
2) funzionamento efficace;
3) ampiezza del supporto tecnico-professionale e della valutazione;
4) gestione democratica con rappresentanza
anche esterna alle scuole;
5) riaffermare centralità della didattica;
6) buon funzionamento amministrativo;
7) contrattazione di scuola efficace;
8) organizzazione in reti.
Occorre:
• attuare pienamente la legge 59 (non attuato in parti importanti)
v. figure intermedie provenienti dai docenti
• Istituire i centri territoriali (supporti-controlli e verifica sugli aspetti gestionali e di funzionamento).
• Sistemi di valutazione articolati per scuole o reti di scuole.
• Riforma degli organi di gestione con presidenza del Consiglio di scuola al dirigente; il
collegio dei docenti va articolato per dipartimenti presieduti da un docente.
SCUOLA D’OGGI
Martedì 29 Maggio 2007
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Dalla manifestazione al Teatro delle Fonti riparte l’impegno della Uil per il lavoro
Rsu, il nostro impegno continua
Sempre più protagonisti di una scuola pubblica di qualità
Protagonisti in una scuola pubblica di qualità.
Questo il titolo scelto per l’appuntamento di Fiuggi.
In alto: un dettaglio dell’affollatissima sala. Sotto: un momento del concerto di apertura.
Attualità della scuola e report
di un successo. Due momenti diversi hanno caratterizzato la manifestazione nazionale dedicata al
successo della Uil Scuola nelle elezioni delle Rsu. In apertura l’attualità della scuola: con gli interventi di Massimo Di Menna, del
ministro Giuseppe Fioroni e di
Luigi Angeletti. La seconda parte è stata dedicata al grande successo ottenuto dai candidati Uil
Scuola nelle recenti elezioni.
QUADRO RIASSUNTIVO ELEZIONI RSU 2000-2003-2006
voti
%
2000
93.515
12,02
2003
110.696
12,80
2006
126.040
14,57*
DIFF.
+15.344
+1,77
Rilevazione Uil Scuola
sul totale dei seggi,
in attesa dei dati ufficiali Aran
* la percentuale nazionale del 2006 è calcolata ipotizzando come voti validi quelli del 2003
Lo stile Uil vince per la terza volta.
«Quando si fanno le elezioni c’è una sana
competizione: c’è chi vince, chi pareggia,
chi perde. La Uil Scuola, in queste tre elezioni, è stato l’unico sindacato ad aver
sempre vinto. È un segno positivo, frutto
del grande lavoro che è stato fatto in tutte
le città di Italia. Un grande risultato, ottenuto in elezioni difficili, con la scuola al
centro dell’attenzione pubblica. La Uil è
una voce libera della scuola, per questo ci
sforziamo, con testardaggine, di far sì che
le nostre idee siano quelle nate dal confronto con chi nella scuola lavora». A sinistra: un momento dell’intervento di Pino
Turi sul ruolo delle Rsu nella scuola dell’autonomia. A destra: Piero Bottale illustra i dati elettorali prima della consegna dei premi.
Più risorse per la qualità della scuola.
«È necessario che il governo», ha detto Massimo Di Menna
nel suo intervento, «consideri l’istruzione volàno per lo sviluppo del paese. Non si possono ridurre gli organici e tagliare le risorse sperando che la qualità migliori. Si cominci perciò rinnovando il contratto e mettendo nel Dpef un piano di
investimenti pluriennali per la scuola». «Va superata», ha
detto il ministro Giuseppe Fioroni, «la stratificazione di
norme e di leggi che trasformano chi lavora a nella scuola in
qualcuno che è più ossessionato di mettere a posto le carte,
di riempire moduli, di scrivere giudizi, che di fare l’insegnante e questa è una cosa a cui, io credo, vada data una sistemata radicale». «Noi dobbiamo essere gli interpreti di
una politica positiva», ha detto Luigi Angeletti. «La giustizia sociale non è una spesa pubblica che, in tempi di ristrettezza, possiamo eliminare. La funzione dello Stato, i servizi
dello Stato, la scuola, non sono un’appendice di un vecchio
modello sociale, sono il fulcro delle possibilità di un paese come l’Italia di crescere, di tornare a crescere».
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Martedì 29 Maggio 2007
SCUOLA D'OGGI
Iniziativa di Uil Scuola per aiutare l’inserimento in aula Sottoscritto accordo tra Mpi e sindacati
Integrare è possibile Ata, arriva l’intesa
Vademecum per i bimbi immigrati
B
ambini immigrati a scuola:
iscriverli può essere un rebus
burocratico per le famiglie.
Ma anche le scuole, quando in
pratica si trovano di fronte al caso
concreto, immaginiamo un bimbo
cinese o russo che non parla italiano, non sanno spesso quali
strumenti utilizzare, quali interventi porre in atto.
Il vademecum destinato all’inserimento dei bambini immigrati
nel sistema scolastico italiano è
stato realizzato grazie ad una iniziativa congiunta dell’Ital, della
Uil Scuola e della Uil, presentata
ufficialmente a Roma e ripresa
con grande partecipazione nelle
città di Gorizia e Lecco.
Si tratta di un libretto sintetico
e chiaro destinato agli stranieri
che frequentano o che si accingono a frequentare le scuole italiane, allo scopo di fornire a ragazzi
e famiglie un’informazione mirata all’integrazione e, proprio per
questa ragione, è stato redatto
anche in inglese, spagnolo, cinese, arabo e romeno.
In modo schematico, sono illustrati tutti gli adempimenti necessari per iscriversi a scuola, indicati i documenti anagrafici, sanitari e scolastici da presentare e
segnalate le opportunità di formazione per giovani e adulti
presenti in tutte le Regioni italiane. La quota sempre più rilevante che i minori figli di cittadini stranieri (ad oggi sono circa il
22% della presenza straniera
con la prospettiva che tra dieci
anni saranno più di un milione e
mezzo) rappresentano nel mondo della scuola e nel nostro tessuto sociale, merita un’attenzione particolare da parte di tutti i
soggetti istituzionali.
I dati della ricerca condotta
dalla Uil Scuola, elaborando i
dati incrociati del ministero dell’istruzione e della Caritas, mostrano una distribuzione non
omogenea degli alunni stranieri
sul territorio nazionale, in quanto strettamente legata alle possibilità occupazionali dei nuclei
familiari e alla presenza di condizioni socioeconomiche che consentano i ricongiungimenti familiari. Nel nostro paese l’obbligo
scolastico vige sia per i bambini
italiani che per quelli stranieri,
spiega Di Menna, anche se non risultano in regola con il permesso
di soggiorno. Ciò significa che l’incremento di extracomunitari che
frequentano le scuole italiane
sulla formazione
DI ANTONELLO LACCHEI
sarà sempre più consistente. Il sistema scolastico italiano, quindi,
deve affrontare con assoluta priorità due problematiche: l’integrazione dei ragazzi stranieri nella
scuola, che molto spesso accelera
il processo di integrazione di tutto
il nucleo familiare, e l’apprendimento della lingua italiana, anche attraverso intese e interventi
con comunità di stranieri che operano nel nostro territorio.
Nei giorni scorsi è stato sottoscritto l’accordo tra sindacati e
ministero per integrare il sistema
di formazione del personale Ata.
Con questa firma l’amministrazione si impegna a ricondurre al
sistema nazionale già esistente
tutte le diverse iniziative per la
valorizzazione professionale e per
i processi di riforma. L’attuazione
del progetto Sidi per la riorganizzazione dei servizi informatici costituirà il banco di prova del nuovo accordo. Tale progetto, che
sarà reso operativo progressivamente a partire dall’anno scolastico 2007/08, comporta la realizzazione di iniziative di formazione del personale amministrativo
per la gestione delle nuove procedure informatiche. La formazione
riguarderà tutto il personale delle segreterie, compresi i lavoratori precari. Per monitorare il progetto e analizzare le ricadute sulle competenze gestionali delle
scuole e sull’organizzazione del
lavoro del personale sarà istituita
una commissione paritetica con
le rappresentanze dei sindacati e
dell’amministrazione. Ma la formazione è solo un aspetto, anche
se importante. Resta l’esigenza di
farla finita con i tagli indiscriminati e di ridistribuire il personale
in relazione ai nuovi carichi di lavoro: per dare certezze e prospettive ai lavoratori serve subito il
piano pluriennale di assunzioni
per l’assorbimento del precariato,
va concluso il confronto per l’attuazione degli istituti sulla mobilità verticale, magari nella sede
del rinnovo contrattuale. Per non
prendere in giro i lavoratori è necessaria la definizione dei posti di
coordinatore, e la realizzazione
dell’unità dei servizi in ogni scuola, dando concrete possibilità ai
passaggi dall’area B alla C. Nella
società della conoscenza è indispensabile l’estensione dell’area
tecnica in ogni scuola, vanno inoltre ridisegnate le competenze del
collaboratore scolastico in relazione alle nuove istanze di accoglienza e sorveglianza poste dalla
società ed aumentata la sfera di
autonomia del Dsga dal Dirigente scolastico. L’impegno della Uil
Scuola è costante e tangibile verso tutti gli interlocutori per affrontare responsabilmente il problema della organizzazione dei
servizi Ata e la difesa del loro ruolo nella scuola dell’autonomia.
Chiesta l’apertura di un tavolo sulle graduatorie Il dicastero ha varato la tabella di ripartizione
ABILITAZIONE
Precari, le nomine Dirigenti scolastici
si fanno per luglio pronti gli organici
Strumento
musicale,
dm in arrivo
DI
PASQUALE PROIETTI
Il 19 aprile scorso, con la scadenza della presentazione delle
domande di inserimento nelle
graduatorie provinciali a esaurimento, si è chiuso un altro capitolo dell’accidentato percorso di migliaia di docenti precari verso la
nomina in ruolo. Considerando
che per luglio prossimo per il personale docente saranno effettuate 50 mila nomine in ruolo, per
molti, dopo anni di precariato,
sarà l’ultimo atto formale verso
una situazione lavorativa finalmente stabile. Come è noto, la Finanziaria varata a dicembre ha
trasformato le vecchie graduatorie permanenti in graduatorie ad
esaurimento, salvaguardando
tutti coloro che erano già inseriti
più coloro che, avendo maturato i
requisiti, si sono inseriti ex novo.
Con le graduatorie permanenti,
la finanziaria ha cancellato anche
la validità dei concorsi ordinari,
quindi, per quanto riguarda il reclutamento siamo in una situazione di vuoto normativo: con successivi decreti del ministro dovranno essere definite nuove modalità di reclutamento. Le università stanno comunque attivando il IX ciclo Ssis e un ulteriore ciclo di laurea in Scienze della
formazione primaria che consentono l’acquisizione dell’abilitazione ma non l’inserimento in gra-
duatoria. In questa situazione il
personale laureato è disorientato
e non sa che fare. La Uil Scuola
ha da tempo chiesto ufficialmente
all’amministrazione l’apertura di
un confronto su queste tematiche. Per completare il mosaico relativo alla questione supplenze
manca ancora il decreto relativo
alle graduatorie d’istituto di terza
fascia. Nelle prossime settimane,
sulla base del nuovo regolamento,
l’amministrazione dovrebbe emanare il decreto che consentirà ai
nuovi laureati di potersi inserire
nelle graduatorie e, contestualmente, consentire a tutti coloro
che sono inseriti nelle graduatorie provinciali a esaurimento di
poter esercitare la scelta delle
scuole per le supplenze brevi. In
questa situazione di attesa si è inserita una sentenza del Tar del
Lazio che, accogliendo il ricorso di
alcuni supplenti rispetto allo slittamento a gennaio 2008 dei tempi di conclusione del percorso abilitante riservato indetto ai sensi
del dm 85/05, potrebbe incidere
sulla tempistica delle nomine in
ruolo. Su questo la Uil ritiene che
non si possa perdere ulteriore
tempo, che le operazioni di nomina in ruolo vadano fatte entro luglio come stabilito dalla legge,
procedendo da subito alla definizione dei contingenti provinciali,
per dare certezza e tranquillità a
tutto il personale interessato.
DI
FRANCO SANSOTTA
Con il decreto n. 41 del
14/5/2007, il ministero della
pubblica istruzione ha determinato le dotazioni organiche
dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2007-2008, che
coincidono con il numero delle
scuole che operano nel territorio nazionale. Ripartiti per i tre
settori formativi, risultano
7.482 posti per la scuola primaria e secondaria di I grado,
3.213 per la secondaria e 47 per
i convitti e gli educandati: in
totale 10.742 posti, ai quali si
aggiungono quelli relativi alle
19 scuole con lingua di insegnamento slovena delle province di Gorizia e Trieste. Riportiamo di seguito la tabella
allegata con la ripartizione a
livello regionale.
LE DOTAZIONI ORGANICHE NELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E NEGLI
ISTITUTI EDUCATIVI
SU WWW.UILSCUOLA.IT
L’INFORMAZIONE ON LINE
DELLA UIL SCUOLA
DI
GIUSEPPE D’APRILE
«A Dicembre 2006, quando al
sit-in organizzato davanti il ministero della pubblica istruzione si
parlava di una eventuale abilitazione per i docenti di strumento
musicale per permettere l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento, sembrava un’impresa irrealizzabile».
La convinzione però di procedere nella direzione auspicata è derivata dalla constatazione che, al
contrario delle altre discipline,
non solo si tratta dell’unica classe
di concorso a non aver un percorso abilitante ordinario ma anche
perché, a tutt’oggi, la stragrande
maggioranza dei supplenti di
strumento musicale, anche per
supplenze annuali, viene reclutata dalle graduatorie di terza fascia d’istituto, in quanto le vigenti graduatorie permanenti sono
in tante province esaurite.
Da allora, l’impegno della Uil
Scuola non solo è stato costante,
ma determinante, affinché quanto legittimamente richiesto dai
numerosi docenti di strumento
musicale, si concretizzasse.
Ora, a distanza di cinque mesi,
posso affermare che quell’impresa è stata quasi realizzata. È in
dirittura d’arrivo il decreto che
permetterà ai docenti di abilitarsi
e di inserirsi nelle graduatorie
permanenti ad esaurimento.
SCUOLA D’OGGI
Martedì 29 Maggio 2007
7
Piccolo vademecum per poter accedere alle prestazioni fornite dall’ente previdenziale pubblico
Mutui e prestiti ai pensionati Inpdap
Tutte le erogazioni creditizie per chi ha lavorato nella scuola
DI
NICOLA MONDELLI
C
onsentito anche ai pensionati
della scuola di contrarre mutui o chiedere prestiti a tassi agevolati erogati dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e
sociali dall’Inpdap, ovvero erogati
da istituti bancari o intermediari
finanziari autorizzati dall’Istituto
di previdenza, da estinguere mediante la cessione di una quota
della pensione fino a un quinto
dell’ammontare della stessa e per
un periodo non superiore a dieci
anni. L’estensione ai pensionati
già pubblici dipendenti di contrarre mutui e chiedere prestiti alle
banche o agli intermediari finanziari, da estinguere mediante la
cessione di una quota di pensione,
era stata introdotta dall’articolo
13-bis del dl 14 marzo 2005, n. 35,
convertito nella legge n. 80/05.
Controllo prospetto di pensione
Il personale della scuola che cesserà dal servizio dal 1° settembre prossimo sta ricevendo o riceverà nelle prossime settimane il prospetto dati che l’Ufficio scolastico provinciale deve
trasmettere per via telematica e su nastro magnetico alla sede
provinciale dell’Inpdap. Poiché tale prospetto sarà utilizzato
dall’Inpdap per determinare l’ammontare della pensione, si
consiglia di verificare l’esattezza dei dati in esso riportati. La
verifica può essere fatta da un esperto della Uil-Scuola provinciale o dal patronato Ital. Si ribadisce che il dipendente ha
diritto a ricevere in tempo utile copia del prospetto.
L’art. 1, comma 347 della legge 23
dicembre 2005, n. 266 ha successivamente esteso tale possibilità
anche alle prestazioni creditizie
agevolare erogate dall’Inpdap,
estensione regolamentata con il
dm 7 marzo 2007, n.45.
Condizioni per mutui e prestiti concessi da banche o società finanziarie. Perché il de-
bito contratto con le banche e gli
intermediari finanziari dai dipendenti pubblici e dal personale
della scuola possa essere estinto
mediante la cessione di una quota della pensione, l’Inpdap ha,
con la circolare n. 9 del 30 marzo
2007, fornito una lunga serie di
condizioni per concedere l’autorizzazione. L’Istituto di previden-
La previdenza complementare della scuola ha raggiunto quota 80 mila
Il Fondo Espero festeggia
compleanno e nuovi iscritti
DI PIERO BOTTALE
Ottantamila! Espero spegne la
sua seconda candelina conseguendo un risultato insperato in
termini di adesioni. Lentamente
sta maturando nei lavoratori della scuola la consapevolezza che
sia necessario, se non in molti casi indispensabile, riuscire ad accumulare, nel corso della vita lavorativa, una pensione integrativa tale da consentire un livello di
reddito adeguato al momento del
collocamento a riposo. Curiosamente sembra però che questa
consapevolezza sia maggiormente presente tra i lavoratori con
una certa anzianità di servizio,
visto che l’età media degli aderenti ad Espero è ben superiore ai 45
anni. Diventa quindi importante
spiegare ai giovani lavoratori, a
partire dai 60 mila che prevedibilmente saranno assunti entro
settembre, l’importanza di una
scelta consapevole che, seppure
non obbligatoria per legge, risulta
fondata su presupposti inconfutabili: quando l’aspettativa di
pensione in termini quantitativi
si aggira sul 50% dell’ultimo stipendio, la non adesione a una forma di pensione integrativa suona
un poco come una scelta di rimanere in servizio fino all’ultimo
giorno consentito, per la semplice
ragione che sarà difficile potersi
«permettere» di lasciare prima
del necessario il lavoro attivo con
una pesante riduzione degli introiti economici. Il compito di far
comprendere questo messaggio è
affidato al nuovo consiglio di amministrazione, insediato nel mese
di aprile, che, dopo aver proceduto all’elezione del nuovo presidente, individuato all’unanimità nel
prof. Mauro Paoloni, ha predisposto una serie di iniziative informative da attuarsi in coincidenza
con l’inizio del prossimo anno scolastico. Più che tutte le informazioni, le simulazioni, le proiezioni, parleranno a favore del fondo
pensione le prime liquidazioni,
previste per il mese di giugno, riguardanti le persone che si sono
iscritte a Espero al momento della sua nascita; un esempio per
tutti: con meno di due anni di adesione e versamenti per circa 800
euro (tra l’altro fruendo su questa
somma di riduzioni fiscali), la liquidazione del capitale maturato
si aggirerà sui 2.600 euro. Le cifre, come sempre, valgono più di
qualsiasi parola.
Il nuovo cda, oltre a dover assolvere alla funzione informativa,
dovrà, nei prossimi mesi, definire
un aspetto decisivo per l’assetto
del fondo pensione, quello riguardante il profilo di investimento
per il primo esercizio triennale. Si
tratta, in pratica, di decidere le
modalità di investimento dei capitali affidati alla gestione di
Espero. Trattandosi di monocomparto, ovvero di un’unica tipologia di investimento che riguarderà indistintamente tutti gli
aderenti, indipendentemente
dall’età e dall’anzianità di servizio, la scelta cadrà su un profilo di
estrema prudenza, rimandando a
quando sarà possibile individuare profili diversi (fra tre anni),
scelte più coraggiose, ma col tempo più remunerative. Un’ultima,
ma non meno importante questione che gli organi dirigenti dovranno risolvere entro il mese di
giugno, riguarda le modifiche necessarie a consentire l’ingresso in
Espero dei lavoratori delle scuole
private e di coloro che operano
nell’ambito della formazione professionale. Questi lavoratori (e
non quelli dello stato), ricordiamolo, devono esercitare entro il
30 giugno l’opzione sulla destinazione del proprio tfr. In attesa dei
tempi tecnici necessari per poter
aderire al fondo pensione della
scuola (prevedibilmente 2/3 mesi), il consiglio che offriamo a questi lavoratori è quello di esercitare l’opzione di lasciare il tfr in
azienda, per poi aderire a Espero
quando possibile. In questo modo
i loro diritti potranno essere pienamente tutelati e tutto il comparto dei lavoratori del settore
istruzione avranno prospettive
meno fosche al momento del collocamento a riposo.
za, prima di autorizzare la ritenuta sulla pensione, dovrà infatti controllare se è stato sottoscritto il contratto di assicurazione
sulla vita e, relativamente ai tassi di interesse richieste, deve verificare che il Taeg indicato nella
dichiarazione di benestare rilasciato dai soggetti che concedono
i mutui e i prestiti, non sia superiore alla soglia di usura desunta
dai dati forniti ogni trimestre dalla Banca d’Italia.
Condizioni per accedere ai
mutui e ai prestiti erogati dall’Inpdap. Per accedere, invece,
alle prestazioni creditizie agevolate erogate dall’Inpdap, i pensionati devono risultare iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni
creditizie e sociali dell’Istituto di
previdenza. L’iscrizione alla Gestione, dispone il citato Regolamento, avviene di diritto. Entro
sei mesi dalla data di entrata in
vigore del decreto n. 47/07 (25
aprile 2007), i pensionati iscritti
di diritto alla Gestione possono revocare l’iscrizione. Nei confronti
di chi non revoca l’iscrizione, sulla
rata di pensione del mese di novembre 2007 verrà disposta la ritenuta pari allo 0,50% della pensione. Nessun contributo sarà, invece, dovuto dagli iscritti alla Gestione, titolari di pensione fino a
600 euro lorde mensili, importo
che sarà adeguato annualmente
dall’Inpdap prendendo a riferimento le variazioni del trattamento minimo delle pensioni a carico del fondo pensioni dei lavoratori dipendenti (Inps). Dall’inizio
del mese di novembre i pensionati
potranno, pertanto, inoltrare le richieste con le modalità e alle condizioni che saranno prossimamente emanate dall’Inpdap.
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Martedì 29 Maggio 2007
SCUOLA D'OGGI
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