junio
PANDA
IL RITORNO
DELL’IBIS
EREMITA
IL WWF PER
TUTELARE LE
FORESTE DI
MANGROVIE
10 APRILE,
GIORNATA
DELLE OASI
WWF
WWF Italia (ONLUS) via Po 25/c 00198 Roma - Anno XXXIX n° 4 aprile 2005
Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 dcb Roma
UNAMINIGUIDA
PERRICONOSCERE
LESPECIE
DIUCCELLI
NIDIFICANTI
4
Panda Junior - n° 4 Aprile 2005
sommario
Leopold e l’eremita,
l’avventura a lieto fine di nove ibis e del loro “papà” adottivo
10
S.O.S barriere
coralline
A proposito di
ibis eremita
16
24
Proteggiamo
chi ci protegge
Le foreste di mangrovie
rappresentano una cintura
di sicurezza contro
le catastrofi naturali
8
Il WWF
impegnato
a tutelare
i paradisi
sommersi
Notizie
dai
progetti
25
Notizie
dalle
Oasi
28
26
Notizie
verdi
Curiosi
di
natura
30
Arrivano dall’Africa e depongono le
uova nel nostro paese. Chi sono?
Scopritelo nella nuova miniguida del PJ!
35
I ragazzi che
arrivano
dal freddo,
40
l’avventura
dei Panda Club
di Charuoda
(Yacuzia)
37
Smog,
clima,
traffico
una nuova
intervista
dei
Panda Club
E tu di che pianeta sei?
Quando la terra trema
Speciale panda Club 2004-2005
I siti da visitare per saperne
di più su terremoti
e catastrofi naturali
48
L’erbario
dei tuoi desideri
49
La biblioteca
del Panda
Lettori
per
natura
50
56
Vieni anche tu alla Giornata delle Oasi!
La
posta
del
Panda
Nel magico mondo dei fiori
e delle piante
per realizzare
un erbario
(e molto altro
ancora)
58
Il 10 aprile non dormire!
59
46
Senti chi parla
61
Senti che
ha detto!
62 Soluzione
gioco
Il cruciverba
del
Panda
ERRATA CORRIGE
Nello scorso numero di
Panda junior, a pag. 54
nell’articolo “Diamo un nome
alle cose” abbiamo scritto
erroneamente il numero
delle specie conosciute sul
pianeta: 1.5000.000
invece di 1.500.000!
Ci scusiamo per la svista
e vi auguriamo buona lettura!
storia di natura
Leopold
el’eremita
di Duccio Centili
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2
storiadinatura
Nell’Oasi di Orbetello
in Toscana è in corso
un progetto molto
particolare che
riguarda gli ibis
eremita, dei grandi
uccelli neri scomparsi
dall’Europa più di 400
anni fa.
Questa specie ora
rischia di sparire per
sempre dalla Terra:
ne rimangono liberi
solo 300 nel parco
nazionale di
Souss-Massa in
Marocco e pochissimi
in Siria.
Come fare per farli
ritornare?
Ve lo raccontiamo
in questa storia.
Genitori adottivi
Siccome gli ibis tenuti negli zoo fanno tanti piccoli, un gruppo di ricerca
austriaco chiamato Waldrappteam ha iniziato a liberare alcuni di questi in
Austria. Tutto è andato bene, ma arrivato l’inverno i giovani non erano
capaci di migrare verso terre più calde e accoglienti perché nessun genitore aveva potuto insegnarglielo. Allora i ricercatori hanno provato in un
altro modo: hanno allevato dei piccoli ibis in modo che si affezionassero alle
persone, vivendo insieme a loro tutto il giorno come dei veri genitori-ibis.
Foto Michele Arcella
3
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storia di natura
L.Feichtinger/Waldrappteam.at
Un deltaplano
per papa’
Poi, all’inizio dello scorso settembre, hanno preso un piccolo deltaplano a motore e hanno guidato gli
ibis verso sud! Gli uccelli hanno
volato in perfetta formazione a fianco della persona seduta sul deltaplano e così, un giorno dopo l’altro,
hanno superato le Alpi e gli
Appennini e sono arrivati finalmente alla nostra Oasi di Orbetello. Ed
è così che ci troviamo su un bel
prato dell’Oasi in compagnia di
nove ibis eremiti e del loro accompagnatore, l’austriaco Leopold
Feichtinger. Gli ibis passano delle
ore a infilare nella terra il loro lungo
becco piegato in giù per cercare
insetti e lombrichi da mangiare.
Amici di piuma!
Ci passeggiano intorno senza
paura e a volte si posano sulle spal-
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L.Feichtinger/Waldrappteam.at
le di Leopold che è come loro
padre, o almeno un parente molto
stretto… Sembrano tranquilli come
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storiadinatura
delle grandi galline nere con un
buffo ciuffetto sulla testa, ma poi a
un certo punto qualcosa li spaventa e spiccano il volo all’improvviso.
Volano in alto tutti insieme fino a
diventare dei puntini neri in cielo e
noi restiamo a naso all’insù in
mezzo al prato, un po’ invidiosi di
non poterli seguire. Dopo un po’
decidono di tornare indietro, chiudono le ali e scendono in picchiata
per poi posarsi accanto a noi, e ricominciano a becchettare alla ricerca
di cibo come se niente fosse.
Il ritorno
degli eremiti
Finora tutto è andato bene ma presto ci sarà il momento più rischioso di tutta l’operazione, quando i
giovani ibis dovranno intraprendere
la migrazione di ritorno verso
l’Austria. Questa volta dovranno
cavarsela da soli senza l’aiuto di
nessuno: se ce la faranno il progetto avrà avuto successo e forse
un giorno i discendenti dei “nostri”
ibis eremita torneranno a popolare
l’Europa come un tempo.
L.Feichtinger/Waldrappteam.at
Occhio all’ibis!
Abbiamo bisogno di osservatori in gamba capaci di riconoscere gli ibis eremiti
e segnalarci la loro posizione una volta che avranno abbandonato l’Oasi di
Orbetello per dirigersi verso nord! Guardate bene le foto di questo articolo e
ricordatevi come è fatto un ibis: colore nero con riflessi rosa e verdi, becco
rosso, lungo, non dritto ma incurvato in basso, ciuffo di penne sulla nuca e
fronte nuda… non sono difficili da riconoscere! I nove giovani ibis dovrebbero
cominciare la migrazione verso l’Austria a marzo-aprile 2005. Se li vedete in
giro mandate una e-mail all’indirizzo [email protected] . Le vostre
segnalazioni saranno utilissime a Leopold e agli altri ricercatori che saranno
pronti a rintracciare gli ibis e ad assicurarsi che tutto vada per il meglio.
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a proposito di...
ibis eremita
L’eremita
L’ibis eremita ha questo nome perché
tutto nero com’è, con la fronte nuda e
un ciuffetto di penne allungate sulla
nuca, sembra un monaco o un vero e
proprio eremita con tanto di cappuccio.
Oggi ci sembra un animale buffo e
sconosciuto ma fino al medioevo era
comune in Europa, anzi pare che
facesse il nido sulle torri merlate dei
castelli! Poi per qualche motivo che
non conosciamo, ma sicuramente
legato all’uomo, gli ibis eremita sono
scomparsi dall’Europa senza lasciare traccia.
Nidi, roccaforti
inaccessibili
Gli ibis vivono in colonie numerose
e depongono 2-4 uova in un nido
rudimentale fatto di rami ed erbe.
Il nido viene costruito dentro a fessure o cavità su alte pareti di roccia in modo che i predatori “a
piedi” come volpi e sciacalli non
possano arrivarci e mangiarsi tutte
le uova. Le ultime 4 colonie di ibis
(circa 300 individui) che si trovano
in Marocco utilizzano tutte delle
pareti inaccessibili che si affacciano sul mare.
Foto Michele Arcella
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apropositodi...
WWF-Canon/Roger Leguen
Un occhio
allo scorpione e
uno alla cavalletta
Gli ibis eremita del Marocco mangiano veramente tutto quello che
riescono a trovare. Scorpioni, lombrichi, lucertole, larve di insetti,
cavallette… Bisogna pensare che
in zone senz’acqua e desertiche,
dove la terra è arida e nuda e c’è
un ciuffo d’erba qui e uno là, tocca
accontentarsi dei pochi animaletti
che si trovano, pure se nascosti
tra le pietre o sottoterra. Per scovare le sue piccole prede l’ibis infila il becco nella terra e se “sente”
qualcosa di buono lo afferra, lo
tira fuori e lo inghiotte immediatamente.
L’ibis e l’Arca di Noe’
Fino a quindici anni fa esisteva una
grande colonia di ibis eremiti anche
357
in Turchia, a Birecik. Era l’ultima
colonia rimasta di tutto il Medio
Oriente, ed era rispettata dalla
popolazione locale che credeva che
gli ibis fossero i primi uccelli usciti
dall’Arca di Noè dopo il diluvio universale e che ogni anno indicassero ai pellegrini la direzione della
Mecca. Purtroppo nel 1989 la
colonia è scomparsa completamente per colpa dei veleni, pesticidi e
diserbanti, usati per coltivare i
campi.
Nel mondo esistono 23 specie di ibis.
Sono parenti delle cicogne e vivono in
tutti i continenti meno l’Antartide. La
cosa che tutti gli ibis del mondo
hanno in comune è il lungo becco
rivolto all’ingiù con cui frugano nel
fango o nella terra alla ricerca di
cibo. Quello nella foto è un ibis
scarlatto, che vive in grandi branchi
nelle immense paludi del sud america.
Un grazie a Michele Arcella per aver regalato
al WWF le sue foto.
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progetto internazionale
Il WWF nel
giardino
incantato
Le barriere coralline sono
sempre più in pericolo,
lo denunciano in un recente
rapporto i maggiori esperti
mondiali. E ancora una
volta il WWF è in prima
linea per cercare di salvare
questo straordinario
ecosistema importante
non solo per numerose
specie marine ma anche
per l’uomo.
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WWF-Canon/Jürgen Freund
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progettointernazionale
WWF-Canon/Jürgen Freund
Nemo nel fantastico
mondo dei coralli
Ve lo ricordate Nemo, il piccolo
pesce pagliaccio che viveva una
grande avventura tra la barriera
corallina e il mare aperto? Le barriere sono mondi affascinanti e ricchi di vita, che non smettono di
stupire con i loro mille colori.
Eppure, si tratta di ambienti estremamente fragili: basta toccare un
corallo durante un’escursione
subacquea per causare danni irreparabili a questo meraviglioso
organismo.
3579
Purtroppo però, l’uomo ha inventato sistemi di pesca molto aggressivi, che distruggono i fondali e quindi danneggiano profondamente
anche la barriera corallina. Il risultato è preoccupante: già il 20%
delle barriere coralline del mondo
sono state distrutte dall’uomo.
Perche’ sono
importanti
Le barriere coralline sono tra i più
antichi sistemi vitali della Terra e
permettono la sopravvivenza di una
grande varietà di specie, tanto da
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progetto internazionale
poter rivaleggiare solo con le foreste
tropicali. Nel Pacifico per esempio le
barriere possono ospitare più di
1.300 specie di pesci.
Nonostante tanta ricchezza e bellezza le barriere coralline sono importantissime per assicurare equilibrio
ecologico alle terre emerse: proteggono i litorali e le isole dalla forza
distruttiva di tifoni, cicloni e forti
mareggiate. Funzionano proprio
come una “barriera protettiva”, che
frena le onde, rendendo un po’ più
dolce il loro arrivo sulla spiaggia.
Le barriere coralline svolgono anche
un’azione di “nursery”: infatti molte
specie, proprio come il piccolo Nemo
del film d’animazione, nascono, trovano cibo e raggiungono l’età adulta
proprio in questo universo sottomarino protetto e ricco di nutrimento.
Le minacce
Il turismo è la prima minaccia del
mare: specie se i turisti staccano
dei rametti di corallo per portarli a
casa propria come souvenir! E poi,
gli alberghi costruiti proprio sulla
costa, senza alcun rispetto per il
paesaggio e per la biodiversità.
Lo sbiancamento
Anche i cambiamenti climatici rappresentano oggi un grave pericolo
per i coralli: infatti il riscaldamento
dell’acqua provoca il fenomeno
dello sbiancamento del corallo. Le
foto mostrano con grande chiarezza questo fenomeno: i colori scompaiono perché l’ambiente lentamente muore.
WWF-Canon/Martin Harvey
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progettointernazionale
WWF-Canon/Erling Svensen
Come nasce
una barriera
corallina
Tutto comincia da un piccolo polipo
un minuscolo animale molle e sottile
che si attacca ad una roccia dura, in
un’acqua bassa, sufficientemente
calda e ricca di luce. I polipi, che si
aggregano in colonie, hanno dei tentacoli che usano per catturare il cibo,
soprattutto nelle ore notturne. Si
cibano prevalentemente di plankton.
Crescendo, i polipi producono un tipo
di carbonato di calcio che forma gli
scheletri colorati che noi tutti conosciamo. Un corallo può crescere da
uno a 100 centimetri l’anno: per
arrivare a formare la meravigliosa
Grande Barriera Corallina Australiana
ci sono voluti più di 5 milioni di anni.
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I coralli e noi
Le barriere svolgono funzioni
importanti per l’uomo. Se nell’ambiente delle barriere possono crescere e riprodursi tante specie di
pesci, molluschi e crostacei questo
significa lavoro, cibo e sussistenza
per tante popolazioni che vivono
WWF-Canon/Erling Svensen
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progetto internazionale
nelle aree costiere. La maggior
parte dei paesi che possiedono
barriere coralline però sono poveri, e non hanno le risorse economiche per proteggerle. Ecco perché il WWF si sta impegnando su
più fronti: quella delle barriere
coralline è un’emergenza ambientale che riguarda tantissime persone, che da questi fragili ecosistemi
dipendono.
Il WWF per
le barriere coralline
Fino ad oggi il WWF ha realizzato
più di 100 progetti in difesa delle
barriere coralline, investendo una
somma enorme: circa 10 milioni di
dollari. Il nostro lavoro consiste
soprattutto nel creare aree protette, perché il mare ancora oggi è
l’ambiente meno tutelato del pianeta (meno dell’1% degli oceani sono
aree protette marine). Inoltre
siamo impegnati a combattere tutti
i metodi di pesca dannosi per il
mare, quelli cioè che distruggono
l’ecosistema. Infine, ci batteremo
contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici, che sono responsabili dell’innalzamento della temperatura del mare e dunque del degrado di questo splendido ambiente.
Tesori sommersi
Il giardino
in fondo al mare
I coralli sono un mondo magico e
sorprendente ricco di colori e di
forme bizzarre. Queste singolari
strutture possono assomigliare ad
alberelli, a ventagli, a spugne, a
delle piante fiorite, a mazzolini di
fiori, a coni gelato, a tubicini, alcuni hanno persino la forma del cervello umano. E sono di mille colori,
rosa, rossi, giallo oro, ocra, marroncini, verdi, lilla, azzurri e blu!
Amicizia al …veleno!
Come faranno i pesci pagliaccio,
dalla sgargiante livrea bianco arancio a vivere tranquilli e protetti fra i
tentacoli velenosi degli anemoni di
mare? Facilissimo, ne sono immuni! Per ricambiare il favore, i pesci
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WWF-Canon/Cat Holloway
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progettointernazionale
pagliaccio attirano piccoli pesci
verso l’anemone, perché possa
cibarsene.
WWF-Canon/Cat Holloway
I coralli e la luna
Quando i polipetti che abitano il
corallo muoiono, lasciano in eredità
ai discendenti le loro fantastiche
dimore. E le nuove generazioni continuano a costruire, al ritmo di un
cm l’anno, nuove “torri” e nuovi
“castelli” di calcare. Nel corso dei
secoli alcune di queste strutture
hanno raggiunto proporzioni incredibili. La Grande Barriera Corallina
dell’Australia, che si estende nell’oceano per quasi 2.000 Km, può
essere osservata persino dalla
Luna.
Pesci col… becco!
E che “brucano” come le capre! Ci
credereste? Nelle barriere coralline
vivono pesci, come i coloratissimi
pesce balestra e pesce pappagallo,
che possiedono una specie di robusto becco osseo che usano per brucare e triturare senza sosta il duro
guscio calcareo del corallo.
Quando il corallo
finisce in pasto
alle… stelle!
L’Acanthaster planci, conosciuta
anche come “corona di spine” è una
stella marina dalle abitudini alquanto bizzarre, è golosissima di corallo
vivo che divora alla sorprendente
velocità di 300-400 cm quadrati al
giorno. Davvero un pericoloso nemico per la barriera corallina.
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WWF-Canon/Cat Holloway
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progetto internazionale
Il WWF, le
foreste di
mangrovie e
lo tsunami
WWF-Canon/Edward Parker
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progettointernazionale
Le foreste
di mangrovie,
un patrimonio
in pericolo
Nel drammatico evento che ha
investito il sud est asiatico con un
maremoto di straordinaria potenza
distruttiva, vi è stata la conferma di
un dato fondamentale: la presenza
di ambienti naturali in buona salute,
quali sono le foreste di mangrovie,
contribuisce senza alcun dubbio
anche alla salute degli esseri umani
che vivono in quelle zone.
Chi ha assistito al tragico evento ha
infatti potuto constatare quanto le
zone costiere che presentano
ancora foreste di mangrovie intatte
abbiano svolto un ruolo importante
nell’attutire la forza delle onde, permettendo la salvezza di molte vite
umane.
Alaithi Kadukal,
la “foresta che
controlla le onde”
Ad esempio in India, nell’area del
Tamil Nadu, diversi villaggi sono
stati colpiti in misura minore proprio grazie alla presenza di una
foresta di mangrovie che ha impedito agli abitanti di venir spazzati via
dalle tremende ondate. La foresta
è tra l’altro conosciuta con il nome
di Alaithi Kadukal che, in lingua
Tamil, vuol dire proprio “la foresta
che controlla le onde”. Anche il santuario di Punta Calimere nel distretto di Thanjavur, sempre in Tamil, è
stato protetto dalla foresta ancora
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WWF-Canon/Tanya Petersen
integra. Ed ancora nell’Andhra
Pradesh le mangrovie e i tratti di
vegetazione costiera hanno per-
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progetto internazionale
messo ad alcuni pescatori di trovare riparo e salvarsi nonostante lo
tsunami.
Foreste come cinture
di salvataggio
Da tempo si conosce l’opera di mitigazione degli effetti delle grandi
onde che svolgono le foreste costiere. Purtroppo in molte aree quelle
foreste di mangrovie che erano un
tempo presenti, sono state distrutte per far spazio ad alberghi sul
mare e ad infrastrutture varie,
annullando i benefici di questi eccezionali ambienti naturali.
Secondo gli esperti nel 1980, in
tutte le zone costiere tropicali del
mondo, erano presenti ancora
198.000 chilometri quadrati di
foreste di mangrovie!
E oggi quante
ne restano?
Nel 2000 questa superficie si era
ridotta, a causa della continua deforestazione, fino a raggiungere i
146.000 chilometri quadrati (una
superficie equivalente più o meno a
quella dell’Austria o ad un terzo della
nostra Italia).
Nell’area del sud est asiatico è presente più del 40% di tutte le foreste
di mangrovie del mondo; in quella
zona geografica è presente anche il
mangrovieto più esteso del mondo,
quello delle mitiche Sunderbans, tra
India e Bangladesh, alla foce del
Gange, dove vive ancora la tigre del
Bengala e dove sono ambientati
molti romanzi di Salgari.
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Il WWF
per le foreste
di mangrovie
Ora, dopo il drammatico evento
che ha seminato morte e distruzione, il WWF che opera in quelle
zone con numerosi progetti di conservazione ambientale da oltre 40
anni, sta invitando tutti i governi
che hanno stanziato fondi per la
“ricostruzione”, a privilegiare interventi che difendano e riqualifichino,
anche restaurandoli, gli ambienti
delle foreste costiere, le mangrovie
e le straordinarie barriere coralline
che costituiscono la base essenziale per la sopravvivenza di quelle
popolazioni.
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progetto internazionale
WWF-Canon/Edward Parker
Un viaggio nello straordinario
mondo delle foreste salate
Foreste su…
palafitte!
Le foreste di mangrovie, un’associazione di diversi tipi di piante,
tutte con la capacità di vivere con
le radici “a mollo” nell’acqua salata
crescono in diversi luoghi del
mondo, in Sud America così come
in Africa e in Asia. Insieme alle praterie sottomarine e alle barriere
coralline le mangrovie costituiscono un ecosistema complesso, ricchissimo di specie ma, nello stesso tempo, molto delicato. E troppo
sfruttato dall’uomo.
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WWF-Canon/Michel Gunther
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progetto internazionale
WWF-Canon/Tanya Petersen
Sale e scende
la marea …
Queste associazioni vegetali hanno
sviluppato caratteristiche molto particolari per adattarsi a condizioni di
vita impossibili per altre piante.
Affondano le radici in acqua salata e
devono anche “lottare” costantemente contro il moto ondoso e le maree.
Per farlo le mangrovie hanno sviluppato delle radici aeree in grado di
resistere alle trazioni ripetute e violente del mare in movimento. Un
altro problema che queste piante
devono affrontare è rappresentato
dal fango in cui le mangrovie affondano le radici e dove è piuttosto difficile svolgere le normali funzioni respiratorie. Le mangrovie hanno “risolto”
il problema grazie agli pneumatofori,
speciali ramificazioni aeree delle radici specializzate proprio nel ricavare
ossigeno.
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A “pesca”
d’acqua dolce
Le radici sommerse servono da filtro e “concedono” il passaggio solo
della quantità di sale tollerata dalla
pianta.
Il sale viene poi eliminato da particolari ghiandole presenti nelle foglie
che “sudano” acqua salata con una
concentrazione salina addirittura
superiore a quella del mare in cui
vivono (41% contro il 35% circa). E
se ancora non basta? Niente
paura, per difendersi la pianta
lascia cadere qualche foglia delle più
vecchie, un po’ come fosse un contenitore per lo smaltimento del sale
in eccesso!
Le mangrovie hanno anche un ottimo sistema per l’immagazzinamento e la conservazione dell’acqua
dolce che “catturano” dall’umidità
dell’ambiente e dalle piogge.
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progetto internazionale
Creature delle
foreste salate
In questi preziosi
ambienti vive
una ricca fauna
costituita da
diverse specie
di mammiferi,
uccelli, insetti
e rettili.
Uno più strambo
dell’altro
WWF-Canon/Martin Harvey
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progetto internazionale
Il perioftalmo, il
pesce che corre …
sulle pinne !!
Il perioftalmo è uno dei pesci più
curiosi del mondo, vive fra le foreste
di mangrovie dell’Asia tropicale ma, a
differenza dei suoi simili che vivono
sott’acqua, trascorre la maggior
parte della sua esistenza nel fango in
superficie. Ma non ha i polmoni! E
allora come fa a respirare fuori dall’acqua? E come “cammina” se non
ha le zampe? Lo stupefacente perioftalmo respira attraverso la pelle ma
ricorre anche ad un “trucco”, immagazzina l’acqua in speciali sacche spugnose poste vicino alle branchie. E
questo perché la sua pelle deve sempre mantenere un sufficiente grado di
umidità. Per spostarsi da una zona
all’altra nell’intricato universo delle
foreste di mangrovie, il perioftalmo si
serve delle pinne (rinforzate da rigidi
“raggi” ossei) ed è talmente bravo che
pare se la cavi benissimo anche nella
corsa e nei… saltelli!
WWF-Canon/Martin Harvey
all’abbeverata sulle rive dei fiumi.
L’assalto del coccodrillo marino è
micidiale per potenza e rapidità: avvistata la preda intenta a dissetarsi il
rettile la raggiunge in un baleno, poi
l’afferra saldamente con i denti aguzzi trascinandola sul fondo dell’acqua
per inghiottirla. Mamma coccodrillo
custodisce con cura il nido dove ha
deposto le uova e, una volta schiuse,
si occupa dei piccoli coccodrilli a
lungo proteggendoli dai pericoli. I piccoli coccodrilli a differenza degli adulti si nutrono per lo più di insetti, piccoli pesci e crostacei.
Il temibile
coccodrillo marino La nasica,
Grande, grosso (è lungo in media una scimmia
sette metri), feroce e più che mai in
pericolo, il coccodrillo marino è l’unico con la “proboscide”
coccodrillo a prediligere l’acqua di
mare e, più in generale, gli ambienti
salmastri come gli estuari dei fiumi e
le lagune. Si nutre in prevalenza di
grossi pesci (marini e d’acqua dolce)
di uccelli acquatici e mammiferi, ma
non disdegna far colazione con il
bestiame domestico che sorprende
2468101214161820
Questa curiosa scimmia dal naso
“gigante” vive nelle foreste costiere
di mangrovie ed in quelle interne
pluviali del Borneo. E’ una specie
prevalentemente arboricola che
trascorre le ore del giorno alla
ricerca di cibo: foglie tenere, fiori e
frutti di diverse piante, ritirandosi
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progetto internazionale
minuto! La nasica vive in gruppi che
possono variare da una decina di
esemplari fino a 40-50 individui.
Una “sirena”
grassa e grossa,
il dugongo
WWF-Canon/Martin Harvey
poi per la notte sui rami delle mangrovie. Oltre al naso “a proboscide”
la nasica è caratterizzata da un
cappuccio rosso sul capo, da una
folta “barba” bianca sul volto, da
una pelliccia rosso mattone sul
dorso che sfuma sino a diventare
grigia sulle parti inferiori del corpo.
E’ un’ottima nuotatrice e può restare sott’acqua anche per mezzo
Con una mole che definire imponente è poco (un adulto può raggiungere i 4 metri di lunghezza e
quasi 100 Kg di peso!) il dugongo è
però un buon nuotatore e “fila” ad
una velocità di circa 10 Km orari.
Frequenta le acque costiere delle
aree tropicali dell’oceano Indiano e
del Pacifico e vive in ristretti gruppi
familiari di 5-6 individui. Il dugongo
è un mammifero marino estremamente pacifico che trascorre la
maggior parte della giornata alla
ricerca delle piante acquatiche di
cui è ghiotto e che strappa con
l’aiuto del suo caratteristico labbrone. La sopravvivenza del dugongo è
oggi più che mai precaria e legata
a quanto l’uomo saprà fare per
difenderlo dalle catture (accidentali
e non), dalle reti antisqualo, dalle
eliche dei motoscafi e dai tanti altri
pericoli.
WWF-Canon/Jürgen Freund
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NOTIZIE DAI PROGETTI
Dalla parte di “napoleone”
e del ramino
Proteggiamo il ramino!
Tranquilli non stiamo dando i numeri! Il ramino di cui parliamo non è il
gioco delle carte ma il meno conosciuto (e molto sfruttato) Gonystylus.
Un albero il cui legno pregiato viene utilizzato per produrre stecche da
biliardo, cornici per quadri e infissi. Oggi, grazie alle pressioni del TRAFFIC e del WWF, il ramino, come già è accaduto per un altro legno pregiato, il mogano, è stato incluso nella lista CITES (in Appendice II) e, dunque, in futuro sarà possibile proteggerlo meglio. Insieme al ramino
godranno di più protezione anche molte specie di animali che vivono nelle
foreste malesi e indonesiane come la tigre, l’orango ed i gibboni.
WWF-Canon/WWF Hong Kong Cindy Cheng
Il TRAFFIC per il pesce napoleone
Si chiama pesce napoleone (Cheilinus undulatus), ma viene familiarmente definito l’elefante delle barriere coralline per la sua mole colossale.
Questo coloratissimo pesce, dalle labbra carnose e dalle tenere carni, è
una preda molto ambita in Oriente, dove viene servito nei ristoranti di
lusso. Una “moda” che sta decimando le popolazioni di pesce napoleone
ma che, oggi, grazie all’inclusione della specie in Appendice II della CITES
sarà possibile tutelare, applicando leggi più severe e rigorose che ne controllino il commercio.
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notiziedalleoasi
I fenicotteri tornano a
volare nell’Oasi
di Orti-Bottagone
a cura di Barbara Mariotti
E' stata una giornata a lieto fine quella che ha visto la liberazione di due
fenicotteri ospiti del Centro di Recupero Uccelli Marini ed Acquatici
(CRUMA) LIPU di Livorno nella Riserva Naturale Oasi WWF Palude OrtiBottagone. Di fronte a numerosi bambini, gli uomini del WWF e della
LIPU hanno restituito la libertà a due fenicotteri rimasti feriti dopo uno
“scontro” con i cavi elettrici dell’alta tensione. I due uccelli, uno dei quali
è stato inanellato, hanno familiarizzato subito con l'ambiente lagunare
degli Orti, luogo di elezione per la
loro alimentazione ed importante
sito di svernamento per la specie
nella Maremma toscana, aggregandosi allo stormo di 28 fenicotteri attualmente presenti nella
Riserva.
Gli sforzi prodotti da WWF e LIPU
nel recupero e nella liberazione di
questi splendidi uccelli simbolo delle
lagune costiere hanno permesso
di ottenere questo risultato soddisfacente. Collaborando con la
nostra Riserva Naturale, la società ENEL Terna, ha promesso di installare al più presto delle speciali “spire anti-collisione” su tutte le linee elettriche che attraversano la zona umida protetta. Questo allo scopo di
ridurre drasticamente il rischio di impatto contro i cavi sospesi da parte
degli ospiti alati dell'Oasi. Al termine dell'evento sono state donate a tutti
i bambini presenti delle simpatiche riproduzioni in ceramica raffiguranti il
fenicottero realizzate dalla società Anser di Grosseto.
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NOTIZIE VERDI
Mal d’auto
Le automobili sono in aumento in tutto il mondo e, in molti paesi, crescono anche gli spostamenti di persone e merci con auto, camion e
aerei a discapito di altri mezzi meno inquinanti e più rispettosi della
nostra salute e dell’ambiente (treni, mezzi pubblici, biciclette …). L’Italia
non fa certo eccezione! La proposta del WWF è quella di ribaltare il rapporto della quota di merci spostata su gomma (oggi circa l’80%) in favore di quella che viaggia su rotaia (il 20%), sfruttando anche la via del
mare ed il cabotaggio. E per le città? E’ più che mai necessario potenziare il sistema dei trasporti pubblici.
Fantasmi al polo nord ?!
Come vi immaginate le grandi distese ghiacciate del Polo nord? Desolate
e silenziose? Ebbene se gli orsi polari o le foche potessero parlare, racconterebbero di sussurri, grida, gemiti e crepitii che risuonano nelle
terre del Grande Nord. A cosa si deve questo fenomeno
sperimentato anche da molti esploratori polari? Al
ghiaccio marino che, essendo composto da diversi
elementi (con diverse composizioni chimiche e
diversi coefficienti di dilatazione) si contrae, si
dilata, si spacca, si muove, torna a scontrarsi,
sollecitato dalle enormi variazioni di temperatura. E che produce suoni terribilmente
inquietanti.
Denti come piccozze
Denti per mordere, denti per iniettare veleno, zanne come sciabole, denti a spirale o ricurvi ma,
si era mai sentito di denti utili
per …arrampicarsi? Ebbene il tricheco ha delle zanne robuste e
formidabili che, nel maschio,
raggiungono il metro di lunghezza e che vengono usate come
…piccozze! I trichechi, infatti, se
ne servono per arrampicarsi e
avanzare sul ghiaccio o per
rimuovere i molluschi di cui si
cibano dalle rocce.
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NOTIZIEVERDI
Gli occhi dello “spettro”!
Spetta al fantomatico e mostruoso (per dimensioni!) calamaro gigante il primato degli
occhi più grandi del mondo animale, il
diametro di un solo suo occhio è di 40
cm, del resto questa creatura degli
abissi marini pesa oltre tre tonnellate e supera i 20 metri di lunghezza! Però, gli occhi più grandi
rispetto alla taglia di tutto il
regno animale sono quelli del
minuscolo tarso spettro (Tarsius
spectrum) che vive nell’Asia sudorientale e che misurano circa
17 mm di diametro. Pensate, il
volume di uno solo dei suoi occhi
è pari a quello dell’intero cervello!
Il WWF ed il Power
Switch
Un rapporto del WWF ha denunciato che le grandi compagnie elettriche mondiali non si sono impegnate abbastanza per ridurre le emissioni di
gas serra, ENEL compreso. E’ per questo motivo che il WWF ha lanciato in 20 Stati la “Campagna Power Switch” per dire no al carbone ed al
petrolio in favore di fonti energetiche più pulite, efficienti e soprattutto,
rinnovabili. Ad esempio una proposta è quella di sostituire le vecchie centrali ad olio combustibile con piccole e medie centrali di cogenerazione
a gas ad alta efficienza per fornire in rete locale elettricità e calore.
Antartide: scontro finale ?
Si chiama B15A ed è un iceberg di proporzioni colossali, misura 120
Km ed è grande quanto la Val d’Aosta! In balia delle correnti si sposta di
20 chilometri al giorno e si sarebbe dovuto scontrare contro la lingua di
ghiaccio di Drygalski , nel Mare di Ross. Invece (almeno fintantoché scriviamo) l’eccezionale scontro non c’è stato e l’iceberg si è arenato nella
Baia di Mc Murdo. Una sfortuna per le colonie di pinguini di Adelia e
imperatore: il colossale iceberg, infatti, blocca il ghiaccio nella baia
costringendoli ad allungare di molti Km il percorso per raggiungere le
aree di alimentazione in mare.
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curiosidinatura
Potrebbero essere denti di squalo?
Michele Tranquilli (Mo)
Caro Michele non sei il primo a scriverci dicendo di aver trovato dei
“denti di squalo” cavi. Però, da come li descrivi a noi sembrano essere
delle conchiglie. Ad esempio gli esemplari del genere Dentalium hanno
la forma di zanne d’elefante, un tronco di cono con due aperture alle
estremità (cavo, appunto), da cui escono – quando l’animale è vivo – il
“piede” ed un ciuffo di tentacoli con la funzione di convogliare alla bocca
i piccoli organismi ed i detriti di cui si cibano. Queste conchiglie vivono
anche nel Mediterraneo sia nei pressi dei litorali che nelle aree abissali.
Ma e’ vero che le maree possono
spezzare il ghiaccio?
Claudia Parodi (Ro)
Verissimo! La marea ha una forza sorprendente ed è capace di spezzare il ghiaccio delle banchise polari. Anche durante l’inverno ai poli è possibile osservare questo fenomeno. Si tratta di spaccature “tidali”, cioè,
provocate dai movimenti della marea nelle acque sottostanti i ghiacci
polari. Ma altre rotture possono essere provocate dalle correnti marine
e dagli innalzamenti della temperatura.
Come si distingue nella tartaruga greca
il maschio dalla femmina?
Sofia Cucchiaini di Orvieto
Da una semplice osservazione in natura non è possibile. Occorre prendere in mano l’esemplare “sotto osservazione” e guardarne la parte inferiore della corazza, se è concava si tratta di un maschio, se invece è
piatta è una femmina.
Perche’ le creature degli abissi
hanno il corpo luminescente?
Matteo Pugliotti di Roma
Le profondità marine sono nere come la notte, per questo molti abitanti degli abissi sono dotati di apparati luminosi, per consentire agli individui delle varie specie di riconoscersi fra loro. Ma le luci hanno anche
diversi impieghi. Ad esempio, la femmina di Ceraties holboelli, attira i
pesci di cui si ciba con una vera e propria lenza da cui penzola un “amo
luminoso” che ha lo scopo di guidare dritte dritte nella sua bocca le
incaute prede, che scambiano l’esca con un appetitoso gamberetto
luminoso.
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curiosidinatura
Poteva essere
un ermellino?
Eros Zuccato (Vi)
L’ermellino è molto simile alla
donnola. Ambedue le specie
sono caratterizzate dal ventre bianco e
da un mantello bruno rossiccio sul
dorso. L’ermellino ha però una
coda più lunga dalla
Ermellino nella veste invernale
caratteristica punta nera che, invece, manca nella donnola. Nella
tua descrizione non ci dici nulla
circa la coda e, dunque, non
siamo in grado di dirti con
certezza se l’animale
che hai visto è un
ermellino o una donnola. Ci sembra più
probabile però che
tu abbia incontrato una donnola,
molto più diffusa sul nostro
territorio che
non l’ermellino, presente
più che altro
nel nord Italia.
Donnola
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miniguida
Arrivano!
illustrazioni di Concetta Flore
I cieli di primavera
Basta essere attenti e, magari, trascorrere qualche tempo in natura
o con il naso all’insù per capire che qualcosa è cambiato. Diverse specie di uccelli hanno già fatto “i bagagli” e sono volate via per raggiungere le abituali zone di nidificazione. Molte, invece, stanno giungendo
dall’Africa per deporre le uova e allevare i piccoli in territorio italiano.
In questa miniguida troverete alcune specie di uccelli - fra le più comuni e conosciute – che proprio in questo periodo arrivano nel nostro
paese per riprodursi. Sono rondini, albanelle minori, nibbi bruni, gruccioni, ghiandaie marine, culbianchi, sterpazzoline, anatre marzaiole e
tante altre specie che, già dalla fine di marzo (o nei primi giorni di aprile), potrete osservare nelle aree protette e in molte Oasi del WWF.
PER COSTRUIRE IL TUO TACCUINO DEL NATURALISTA:
1) ritaglia le pagine del PJ lungo le linee continue in neretto;
2) cerca le lettere (dalla A alla D) alla base di ciascuna
paginetta doppia e mettile una sopra all’altra in ordine alfabetico;
3) unisci il libretto ottenuto con due punti metallici lungo la linea
tratteggiata a metà della pagina A e piega in due il tuo taccuino.
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Il popolo migratore
Piccolo taccuino
del naturalista
I migratori nidificanti
IL POPOLO
MIGRATORE
Trascorrono l’inverno in Africa
e giungono in Europa dopo aver
attraversato il Sahara ed il
Mediterraneo per la stagione
riproduttiva. Sono rondini,
upupe, cicogne, albanelle minori,
nibbi bruni, gruccioni, ghiandaie
marine, falchi pecchiaioli,
marzaiole e tante altre specie
che, già dalla fine di marzo
(o nei primi giorni di aprile),
potrete osservare nelle aree
protette e in molte Oasi WWF.
(I MIGRATORI nidificanti – seconda parte)
Illustrazioni di Concetta Flore
A
Rondine -
Cicogna bianca - Ciconia ciconia
Hirundo rustica
E’ diffusa quasi in tutta Europa, tranne che nell’estremo nord. Trascorre l’inverno in Africa da cui
torna ogni anno in primavera per nidificare. Ha
dorso color blu-acciaio, gola e fronte rosse e parti
inferiori bianche.
Abita i prati e le zone paludose, è di grosse dimensioni con piumaggio bianco, remiganti nere, becco
lungo di color rosso brillante come pure le zampe.
In Italia è soprattutto di passo.
B
Marzaiola -
Anas querquedula
Upupa -
Upupa epops
Nidifica nell’erba folta vicino alle acque salate
o salmastre. Il maschio si distingue per una
vistosa mezzaluna bianca che parte dalla nuca
e raggiunge l’occhio. In Italia è di passo e nidificante.
Sverna in Africa da dove torna in primavera per
nidificare nelle cavità degli alberi. Abita nei tratti di
bosco aperti e nei pressi delle abitazioni. Ha
becco sottile, lungo e nero ed una cresta aranciorosata sul capo che può aprire a ventaglio.
Cannareccione
Albanella minore
- Acrocephalus arundinaceus
- Circus pygargus
Lo si trova in tutta Europa, eccetto che in
Gran Bretagna e Scandinavia. Torna dall’Africa
in primavera per nidificare all’interno dei canneti. Si riconosce per un’evidente
sopracciglio più chiaro rispetto al
piumaggio e per il canto forte
e stridente. In Italia è di
passo e nidificante.
Nidifica in gran parte dell’Europa centrale e meridionale. Nasconde il nido a terra fra la vegetazione e nei campi coltivati. Il maschio
ha piumaggio più chiaro della femmina. In Italia è di passo e nidificante.
Milvus migrans
Assiolo -
Ha coda forcuta, occhio rosso arancio e dorso
scuro. Abita le zone boscose vicino a laghi e
fiumi, vive in colonie e costruisce il suo nido sugli
alberi. In Italia è di passo e nidificante.
C
Pecchiaiolo -
Otus scops
Piccolo gufo migratore riconoscibile per il suo
caratteristico richiamo “chiuu…chiuu…” che lancia di notte. Ha i ciuffi auricolari ed è un micidiale divoratore d’insetti. In Italia è di passo e
nidificante.
Succiacapre -
Pernis apivorus
Vive nelle radure nei pressi dei boschi dove, scavando nel terreno, si ciba di larve di vespa e di api.
Ha capo grigio, dorso bruno e coda segnata da
tre barre scure. Un folto “piumino” attorno
agli occhi e al becco lo protegge “dall’ira” di vespe e altri insetti armati di pungiglione. In Italia è
nidificante e di passo.
Caprimulgus europaeus
Ha piumaggio “mimetico” che sfuma dal grigio al
marrone scuro tutto picchiettato. E’ attivo soprattutto di notte quando, con volo agile e silenzioso, va a caccia d’insetti. Nidifica sul terreno e abita zone aride e prati. In Italia
è di passo e nidificante.
D
Nibbio bruno -
Culbianco -
Oenanthe oenanthe
Sterpazzolina - Sylvia communis
Graziosissimo uccellino di color sabbia e vistoso
dorso bianco. Ha la punta delle ali e quella della
coda nera ed è caratteristico il suo modo di volare: brevissimi spostamenti da un albero ad una
roccia e soste in cui coda e ali sono in perenne
tremolio. In Italia è di passo e nidificante.
Abita la vegetazione bassa e cespugliosa. Ha piumaggio color ruggine sul dorso e parti inferiori più
chiare. Il maschio si differenzia anche per la gola
bianca ed il capo grigio. Nidifica fra le piante e
costruisce il suo nido a circa un metro d’altezza dal
suolo. In Italia è di passo e nidificante.
Gruccione - Merops apiastris
Ghiandaia marina
Inconfondibile per i suoi vivaci colori: dorso marrone e giallo, ali, coda e parti inferiori verdi e blu
con sottogola giallo brillante. Il becco è scuro,
lungo e ricurvo adatto ad afferrare in volo gli
insetti di cui si nutre. Nidifica in buchi
scavati negli argini dei fiumi o nella
sabbia. In Italia è di passo e
nidificante.
Ha piumaggio marrone sul dorso e azzurro sul
resto del corpo, le ali sono di un brillante color turchese. Si nutre d’insetti che cattura al volo lanciandosi dai rami degli alberi o da fili tesi.
Nidifica nelle cavità degli alberi o in
edifici abbandonati. In Italia è
di passo e nidificante.
- Coracias garrulus
pandaclubinazione
Noi, ragazzi
di Charuoda
Ciao, siamo i ragazzi del Tanya Ecological Club of Evenke,
in Jacuzia (Siberia). In questa foto siamo insieme al
nostro insegnante e a Viktor Nikiforov la guida che,
presto, ci accompagnerà in uno speciale percorso WWF
nel cuore di una delle più belle riserve della Jacuzia: la
Riserva WWF di Sakha, che noi chiamiamo Charuoda.
WWF-Canon/Hartmut Jungius
Terra di lupi,
orsi e linci
Dobbiamo osservare il più completo silenzio per sperare di osservare uno dei tanti abitanti selvatici
della Riserva. Qui vivono lupi, orsi
bruni, linci, alci, volpi rosse, aquile
reali, allocchi di Lapponia, tamia,
picchi tridattili, picchi neri e persino il mosco moschifero, il piccolo
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WWF-Canon/Roger Leguen
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panda club in azione
WWF-Canon/Hartmut Jungius
cervo che rischia l’estinzione a
causa del “muschio” estratto dalle
sue ghiandole odorifere e che è
molto utilizzato nell’industria dei
profumi e nella medicina tradizionale orientale.
Tutti in fila, si parte!
Camminiamo in fila indiana, imbacuccati, ma con gli occhi ben aperti pronti a percepire anche il più
piccolo movimento sul sentiero o
fra i rami degli alberi. E alla fine
siamo stati premiati perché, nel
corso della nostra escursione,
abbiamo potuto osservare diversi
scoiattoli, le impronte nella neve di
una coppia di lupi, di una volpe
rossa ed anche le unghiate lasciate da un grosso orso sulla corteccia di un albero! Per noi ragazzi è
stato emozionante!
Natura in… agguato!
WWF-Canon/Hartmut Jungius
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Questa non è la nostra prima
avventura nella Riserva di Sakha,
grazie al WWF ed alle sue guide,
abbiamo imparato molto sul territorio in cui viviamo e sugli animali
che lo abitano, sappiamo riconoscerne le tracce, possiamo distinguere le impronte dell’orso e quelle
della lince. Riconosciamo il tambureggiare del picchio nero o dove si
è posato l’allocco di Lapponia dopo
aver sferrato il suo attacco alla
preda. Ma, soprattutto, grazie a
queste lezioni in natura abbiamo
imparato ad amare sempre di più
la nostra bellissima natura e a
rispettarne i fragili equilibri.
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intervista
AUTO, SMOG
ED ENERGIA
?
a cura di Antonio Bossi
Foto Archivio WWF
Siamo a Inverigo, in provincia di
Como. Tutta la scuola primaria
a tempo pieno sta partecipando
al programma Panda Club e le
classi hanno organizzato la
bellissima mostra “Alla ricerca
del Pianeta Panda”, nata da un
vero e proprio laboratorio che
ha preso spunto dal manuale
di Luca Novelli, e che non ha
mancato di suscitare tantissime
domande da parte dei ragazzi.
Domande che riguardano in
prevalenza i problemi del
traffico, dell’inquinamento
dell’aria e dei rifiuti.
?
Cosa pensa il WWF dei blocchi
delle auto che sono stati imposti
nelle principale città italiane?
Sono utili?
Lo scopo di simili interventi soprattutto se introdotti saltuariamente, è
principalmente quello di fare riflettere
tutti sulla necessità di rivedere i
nostri comportamenti, imparando ad
usare l’auto in modo più attento, provando tutti insieme a servirci di mezzi
di trasporto meno inquinanti. Quello
sui trasporti è uno dei tanti impegni
del WWF, che propone da anni per il
riequilibrio del sistema delle comunicazioni, in favore della ferrovia e dei
trasporti a basso impatto ambientale. L’Italia, paese con 7.000 km di
coste, deve anche sfruttare le vie del
mare. Nelle città è necessario il
potenziamento delle reti di trasporto
pubblico, che deve diventare una valida alternativa all’auto privata. Il
miglioramento della qualità dell'aria
dei centri urbani e lo snellimento del
traffico sono obiettivi raggiungibili
solo attraverso il potenziamento del
trasporto collettivo.
?
Che cosa sono le polveri sottili e
da dove derivano? Perchè sono
dannose?
Le polveri sottili sono una miscela
di particelle solide e liquide sospese in aria aventi dimensioni inferiori a 10 micron (un micron è pari a
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i ntervista
un millesimo di millimetro). Il PM10
è formato da metalli (Piombo,
Cadmio, Zinco, Nichel, Rame), solfati, nitrati, sabbie, ceneri, fibre di
amianto e polveri di cemento e carbone. Le polveri sottili derivano dai
processi di trasformazione dell'energia. Le principali attività dell'uomo che le originano sono: emissioni prodotte dal traffico veicolare,
impianti termici, impianti industriali. Mentre le cause naturali che
concorrono alla loro produzione
sono: aerosol marino e biologico
(spore, pollini...), emissioni vulcaniche, incendi boschivi.
Le polveri, a causa delle loro
dimensioni microscopiche, riescono a depositarsi nei punti più
profondi dei polmoni e causano
infezioni acute e croniche a carico
dell'apparato respiratorio. Inoltre,
contengono composti chimici (ad
esempio benzopirene) altamente
pericolosi per la loro azione cancerogena.
??
Foto archivio WWF
Si sta facendo qualcosa contro le
sostanze chimiche inquinanti?
Esiste un Trattato internazionale, la
Convenzione di Stoccolma, che ha
vietato l’uso di alcune sostanze chimiche pericolose. Cinquanta stati
hanno aderito, e tra questi molti
nostri vicini come Austria, Germania
e Svizzera. L’Italia però purtroppo è
ancora molto indietro e non ha firmato.
Sostanze chimiche tossiche si possono trovare nei deodoranti, nei
detersivi, nei profumi e in mille altri
prodotti che usiamo quotidianamente. Con molte di queste veniamo in
contatto senza saperlo.
Oggi i consumatori hanno più possibilità di effettuare delle scelte,
potendo riconoscere se un prodotto
proviene da un Paese che aderisce
oppure no alle nuove restrizioni.
Per poter scegliere è inoltre
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intervista
?
Foto archivio WWF
necessario sapere cosa si trova
realmente in un prodotto e avere
un'idea del tipo di danno alla salute
che può provocare. Quindi, in attesa di una maggior responsabilità e
impegno sul piano internazionale,
non resta che mantenersi informati e prendersi l'impegno di leggere
con attenzione le etichette.
i PCB, i furani, le diossine e il DDT.
Una lista che segna solo l'inizio e
dovrebbe allungarsi progressivamente
sempre di più.
Già così si tratta di una grande conquista perchè i Paesi firmatari non potranno più produrre, utilizzare e rilasciare
nell'ambiente
queste
sostanze.
Sostanze che possono avere un impatto devastante sulla salute e sull'ambiente e causare proprio quei malesseri
sempre più diffusi nella società, come
problemi al sistema riproduttivo e
immunitario, squilibri nel sistema nervoso e ormonale, irregolarità di sviluppo
o malattie serie come i tumori.
?
Cosa sta facendo il WWF sul problema delle sostanze
tossiche e inquinanti?
Il WWF è impegnato nella campagna internazionale “detox” che, fra
l’altro, propone di mettere al bando
le sostanze dannose e sostituirle
con altre meno pericolose attraverso una raccolta di firme on-line destinata al Parlamento Europeo, affinché adotti e rafforzi la normativa
ancora in discussione nota come
REACH (Registrazione, Valutazione e
Autorizzazione delle Sostanze), che
imporrebbe a produttori e importatori la diffusione di informazioni
certe sulle migliaia di sostanze chimiche che ogni anno circolano in
Europa. La stessa campagna si rivolge inoltre a tutti i cittadini aiutando a
capire meglio, fin d’ora, quali sono i
prodotti più a rischio e quelli meno
dannosi.
E' vero che la diossina è una
sostanza molto pericolosa?
La diossina rientra nell’elenco dei
POP (Persistent Organic Pollutants),
inquinanti
organici
persistenti,
sostanze chimiche che resistono a
lungo nell'ambiente, si accumulano
nella catena alimentare e rischiano di
provocare effetti negativi sulla salute
di uomini, animali e ambiente. La lista
dei POP banditi in seguito al Trattato
di Stoccolma contiene 12 inquinanti, Per saperne di più
la cosiddetta “sporca dozzina”, tra cui http://www.wwf.it/svelenati.
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panda club
Panda Club 2004 – 2005
Continuiamo a parlare di risorse e consumi,
l’argomento al centro del programma Panda Club
Si puo’ calcolare il
nostro impatto
sull’ambiente?
Le azioni dell’uomo comportano
spesso una trasformazione di risorse naturali (acqua, fonti di energia,
materie prime, ecc.) con conseguenze spesso negative sull’ambiente. Pensa solamente a quanti
oggetti ci stanno intorno, “roba”
dappertutto! E fra gli oggetti, le
macchine, le merci, alcuni sono a
vita breve (restano in funzione
pochi giorni), altri sono a vita media
(funzionano per mesi o anni), altri
ancora sono a vita lunga e durano
decenni. Finora, secondo i principi
della società dei consumi, la maggior parte delle merci e degli oggetti è stata progettata e costruita in
vista di un rapido ricambio, che
permette la produzione di altre
merci e altri oggetti. Poco conta
se, con questi criteri, si impoveriscono le risorse naturali (i pozzi
petroliferi, le cave e le miniere, i
boschi, le raccolte d’acqua pulita) e
aumentano la massa dei rifiuti solidi e l'inquinamento delle acque e
dell'aria.
Per fortuna si sta tentando in molti
modi di porre rimedio al degrado
ambientale, e si moltiplicano i tentativi per capire i limiti da non oltrepassare per non danneggiare in
modo irreversibile il nostro Pianeta.
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pandaclub
Impatto zero?
Facciamo un esempio. Pensando
alla produzione di un giornale, l’uso
della carta ha un impatto ambientale sulle foreste della Terra, ma se
per ogni pagina fosse ripiantato un
nuovo albero riusciremmo a compensare l’impatto ambientale e a
riportarlo in pareggio. Si parla in
questo caso di “Impatto zero”.
Anche nel caso dell’anidride carbonica, responsabile insieme ad altri
gas del surriscaldamento della
Terra, si può calcolare il collega-
modo l’impatto. Naturalmente il
passaggio successivo è quello di
piantare tanti nuovi alberi.
E’ ovvio che è impossibile pensare
all’Impatto zero per tutte le cose
che facciamo e le merci che utilizziamo, anzi, la prima azione da
intraprendere nel caso dell’anidride
carbonica è quella di ridurre drasticamente tutte le emissioni intervenendo in tutti i modi possibili.
Occorre poi stare attenti, perché
compensare “dopo” i danni provocati “prima” potrebbe diventare una
bella scusa per continuare a produrre e consumare in modo sfrenato, senza badare al contenimento degli sprechi e del superfluo, e
senza puntare ad una decisa riduzione o eliminazione delle fonti d’inquinamento.
Quanta anidride
carbonica
produciamo?
mento fra le nostre azioni quotidiane e il volume di gas emesso e, poiché l’anidride carbonica è filtrata
dagli alberi, trasformare il dato nel
numero di alberi necessario per
assorbirlo, compensando in tal
Se però tutti fossero in grado di
associare i propri comportamenti
alla quantità di anidride carbonica
emessa, e quindi a “quanti alberi
sono necessari per riassorbirla”,
molto probabilmente farebbero più
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panda club
attenzione alle proprie azioni ed ai
propri consumi. Ogni metro quadro
di foresta contribuisce infatti ad
assorbire circa 0,7 kg di anidride
carbonica (CO2) l’anno.
Proviamo a calcolare.
Un’automobile (di cilindrata inferiore a 1.6 c.c.) produce 700 kg di
CO2 ogni 10.000 chilometri percorsi, per riassorbire 700 kg di
CO2 sono necessari 1000 metri
quadrati di foresta.
Altri esempi:
z un viaggio di 1200 Km in aereo
genera 180 kg di CO2, in auto
108 kg, in treno 54 kg.
z percorrere 10 km per fare la
spesa produce ogni anno 94 kg di
CO2 nel caso dell’automobile, 35
kg nel caso dei trasporti pubblici,
23 kg nel caso della metropolitana.
Andare a piedi o in bicicletta non
comporta nessuna emissione di
CO2 in più oltre al respiro.
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pandaclub
Panda Club 2004 – 2005
Il taccuino del naturalista
Le giornate si allungano, la natura si risveglia,
viene proprio voglia di uscire e di passeggiare
nei giardini, nei prati, nei boschi.
Con un amico in più…
C’è uno strumento
utilissimo da portare
sempre con sé quando si
esplora la natura:
il Taccuino del Naturalista.
Apparentemente
sembra un normale
libretto, invece è molto
di più, è un amico che ti
potrà aiutare a capire
meglio il mondo intorno
a noi, e che trasformerà
ogni uscitain una vera
e propria scoperta.
Guiderà la tua curiosità,
arricchirà il contatto
con la natura
e ti aiuterà a migliorare
le tue capacità di
osservazione.
Ma soprattutto ti
permetterà di portare in
classe il mondo naturale...
lasciandolo dov’è, in modo
che non venga danneggiato
e permettendo a tanti altri
“esploratori” di ammirarlo.
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panda club
A cosa serve
un taccuino
Il taccuino può servire per innumerevoli osservazioni. Si possono disegnare dal vero panorami, alberi, fiori, foglie, insetti, incollare sui fogli foto
e reperti, oppure usare i fogli per raccogliere le impronte di foglie e cortecce con la tecnica del “frottage”. Non dimenticare di annotare anche le
condizioni meteorologiche della giornata e eventuali osservazioni sulle
caratteristiche del suolo, la presenza di
acqua, ecc.
Bisognerà sempre raggruppare le
osservazioni per data e completarle con una descrizione generale della località esplorata.
Tutto può essere riassunto
in una mappa, indicando
anche i luoghi che ti
hanno colpito di più e le
scoperte più belle.
A casa sarà infine necessario rivedere il tutto,
per completare gli schizzi
e confrontare gli appunti
con qualche manuale
specializzato che ti aiuterà a dare il nome a
piante o tracce incontrate e non ancora classificate.
Come
realizzare
il taccuino
Procurati un raccoglitore ad anelli di piccole
dimensioni dalla copertina rigida, ricoprilo di una
copertina di plastica per
ripararlo in caso di pioggia e inserisci dei fogli
forati. Per rendere più
bello il taccuino si può
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pandaclub
LA NATURA E’ LA
MIGLIORE DELLE SCUOLE
personalizzare con disegni o con
elementi naturali (foglie, cortecce,
intrecci di piccoli rami, ecc.).
Esempi di cosa
si puo’ osservare
z Le caratteristiche dei vari tipi di
terreno;
z il portamento e la disposizione
degli alberi
z I fiori, le foglie, i frutti, i semi
(ovviamente osservabili in stagioni
diverse…).
z Tracce o segni lasciati da animali: impronte, resti di alimentazione,
escrementi, nidi e tane, ecc.;
z piccoli animali che abitano siepi,
prati, stagni o boschetti: insetti,
rettili, anfibi, ragni…
z La vita sotto un sasso o quella in
un tronco in decomposizione.
z Gli uccelli in volo, posati o in
canto.
z Il muschio, i funghi, le muffe.
z Le caratteristiche del paesaggio,
panorami, pendii esposti al sole o
in ombra, andamento del terreno,
presenza di fiumi, ruscelli, stagni,
ecc.
z La presenza di manufatti creati
dall’uomo: muretti a secco, casolari, cappelle, canali, lavatoi, ecc.
Proprio un Taccuino del
Naturalista realizzato dal WWF,
ricco di idee e di curiosità, è la
pubblicazione che tutte le scuole
possono scaricare direttamente
dalla pagina Internet,
partecipando alla festa che ogni
anno il WWF organizza in aprile
per festeggiare le proprie Oasi.
Dai un’occhiata, e chiedi all’insegnante di guardare, si possono
visitare le Oasi gratuitamente!
LA NATURA IN FIERA
A COMACCHIO
Dal 28 aprile al
1° maggio 2005
si terrà
a Comacchio
(Ferrara) la
seconda
edizione
dell’International
Po Delta
Birdwatching
Fair, la fiera
del turismo
naturalistico e
ambientale. Si tratta di un
grande appuntamento per tutti gli
appassionati di natura che offrirà,
oltre agli stand espositivi,
laboratori per le scuole e visite
guidate alla scoperta delle Valli di
Comacchio.Sono anche a
disposizione tante offerte
turistiche per chi si vuole fermare
qualche giorno. Per saperne di
più www.podeltabirdfair.it
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speciale internet
Quando la Terra si
mette a ballare
Cos'è successo al largo di Sumatra il 26 dicembre 2004 alle 7 e 58
(ora locale)? Lo tsunami era prevedibile? Ci si può attendere una simile
tragedia anche in Italia? Il sisma ha spostato davvero l'asse terrestre?
Da quando si è verificato il maremoto nel sud est asiatico molte
persona cercano di capire un po’ di più di quello che avviene sotto
i nostri piedi, all’interno del nostro Pianeta. Ecco alcuni siti per
viaggiare “dentro” la Terra e capire come funzionano i terremoti.
www.earthquake.it
Mappe sismiche, telecamere puntate
sui principali vulcani, interpretazione
delle scale sismiche, archivio di tutti i
terremoti che si sono verificati sulla
Terra. E molto altro ancora. Ecco un
sito da visitare assolutamente.
http://gndt.ingv.it
L’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia ospita il sito del Gruppo
Nazionale per la Difesa dai Terremoti. Aprendo la pagina http://eduseis.na.infn.it si accede al progetto didattico Eduseis: un sismografo
didattico per la formazione e la sensibilizzazione sul rischio sismico, dove
si trovano interessanti schede di approfondimento.
www.geologia.com/area_raga/raga_home.html
Un simpatico geologo accompagna i visitatori attraverso le meraviglie
della Terra, facendo scoprire i segreti più nascosti del nostro meraviglioso pianeta. Le chiare e utili schede di approfondimento sono rivolte a
insegnanti e studenti.
www.protezionecivile.it
L'Italia è un territorio ad alto rischio sismico:
i terremoti fanno parte del suo passato e del
suo presente, ma anche del suo futuro… E se
non bastasse si aggiungono il rischio vulcanico e quello idrogeologico, per non parlare
degli incendi boschivi. Il sito della Protezione
Civile Nazionale aiuta a capirne di più sul
rischio ambientale in Italia.
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specialeinternet
http://earthquake.usgs.gov
(in inglese)
Sito del programma statunitense di prevenzione dei terremoti (Earthquake
hazard program), vi si trovano le informazioni più complete sul terremoto/maremoto del 26 dicembre 2005 in Asia. La
sezione For kids only è interamente dedicata ai ragazzi ed è una miniera di informazioni e notizie.
www.seismo.ethz.ch/info/quiz/it
In questa pagina del Sistema Svizzero di
Monitoraggio dei terremoti si può giocare con un quiz che permette di conoscere tutti i segreti nascosti dentro e sotto
la crosta terrestre.
www.serviziosismico.it
Il Servizio Sismico Nazionale tiene sotto
controllo la situazione nel nostro paese,
e mette
a disposizione tutti i dati sui terremoti recenti e
passati. Alla pagina www.serviziosismico.it/INFOR/5CONSIGLI/index_f.html si
trovano consigli su come comportarsi in
caso di terremoto.
www.iris.washington.edu/
about/iris.htm (in inglese)
L’ Incorporated Research Institutions for Seismology è un sistema
statunitense universitario per la raccolta e la diffusione dei dati sismici su scala mondiale.
La pagina www.iris.washington.edu/about/iris.htm permette di scaricare alcuni programmi per simulazioni di terremoti e eruzioni vulcaniche.
www.focus.it/notizie/18196_29_12_69.asp
Il sito del famoso mensile presenta un’ampia ricostruzione degli eventi del
dicembre scorso in Asia. Tante immagini e animazioni per capire quello
che è successo.
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la biblioteca del panda
Roald Dahal,
Minipin,
© 2004
Salani
58 pag.
euro 9,00
Il piccolo Bill vive vicino
a una foresta ma non
osa entrarci perché la
mamma gli dice sempre che è un Bosco
Stregato dove si
nascondono Policorni,
Scarabocchi, Cnidi,
Vermicolosi e altre orride creature… Ma un
giorno Billy non resiste
alla tentazione dell’avventura e incontra un
terribile Sputacchione
Succiasangue Tritadenti
Sparasassi. Per sua
fortuna verrà aiutato
dai piccoli Minipin che
vivono sui rami e si spostano sul dorso degli
uccelli. Aiutato dai nuovi
amici, Billy elabora un
piano per sconfiggere il
mostro...
dai 7 anni in su.
Lara Albanese,
Terra!,
Illustrazioni di
Cecco Mariniello,
Jaca Book
27 pag.
euro 8,00
Una serie di quattro
libretti che presentano
il mondo naturale dal
punto di vista
dell’acqua dell’aria, del
fuoco e della terra.
“I quattro elementi” che
secondo glia antichi
greci erano alla base
di tutte le sostanze.
Questo sulla terra ad
esempio parla di piante,
tane sotterranee,
agricoltura, rocce,
gemme, fossili grazie
a fotografie e
bellissime
illustrazioni colorate.
a cura di M. Antonietta Quadrelli
R. Papetti/G.Zavalloni,
Piccoli gesti
di ecologia
Editoriale Scienza
2004
Illustrazioni di
Vittorio Belii
84 pag.
euro 13,90
La propria mappa, la
costruzione di un flipper, il controllo delle etichette, il compost, la
stanza e la casa ecologica, giocare in città,
strade più sicure, i
diritti dei bambini, i loro
alleati questi argomenti
vengono affrontati con
giochi, notizie, consigli,
riflessioni e laboratori:
piccoli gesti di oggi per
rendere possibile un
futuro sostenibile e a
misura d’uomo.
Dai 10 anni.
Ringraziamo la libreria TUTTOlibriRAGAZZI di Piacenza e le case editrici per la collaborazione a questa rubrica
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lettoripernatura
Questo l’ho letto io!
Vi piacciono i libri che parlano di natura, avventura, viaggi, esplorazioni?
Questa pagina è dedicata alle vostre (brevi!!) impressioni. Pubblicheremo
le più simpatiche, le più curiose, le più spiritose… ricordate di citare il
titolo del libro,l’autore, il numero delle pagine e l’editore.
Scrivete a: WWF – Panda Junior – Via Po 25/C 00198 Roma, oppure
inviate una e-mail all’indirizzo: [email protected].
Chitty – chitty, Bang – Bang
Ciao, mi chiamo Serena Inghilleri e abito
a Roma, vorrei consigliare a tutti
di leggere il libro “Chitty-ChittyBang-Bang” di Ian Fleming
(lo scrittore che ha inventato il personaggio dell’agente segreto James
Bond) nella collana i
Tascabili dei bambini,
Avallardi (154 pagine). E’ un libro divertentissimo che parla
delle avventure del
Sig. Caractacus Pott
(un inventore) e della
sua famiglia a bordo di
una macchina molto speciale Chitty-Chitty–Bang–
Bang che sa volare, andare
sull’acqua e persino “parlare”.
Leggetelo!
Illustrazione di Concetta Flore
Zanna bianca e la grande
corsa all’oro
Un saluto a tutti, sono Gianni Colaforti (Pa) e ho da poco letto un libro
bellissimo che vorrei consigliare: “Il richiamo della foresta, Zanna Bianca
e altre storie di cani” di Jack London, Grandi Tascabili Economici Newton
(325 pagine). E’ un libro mozzafiato ricco d’avventure e di dure sfide per
la sopravvivenza in territori freddi, lontani e selvaggi. C’è la storia di Buck,
di Zanna Bianca, di Brown Wolf, di Macchia… e di tanti altri cani e lupi
dal coraggio e dal cuore eccezionali.
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attivita’
L’erba
dei vostri
Un ciuffo di barba caprina e
uno d’erba strega, un fior
di mosca e un occhio di
civetta, un po’ di
milzadoro, una lingua di
cane, un orecchio di topo
alpino, qualche
centocchio, un pugno di
amorini gialli e, infine,
cacciafebbre quanto
basta…
Vi stiamo suggerendo
gli ingredienti per
una pozione
magica? Ma niente
affatto, vi abbiamo
Illustrazioni di Concetta Flore
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attivita’
rio
desideri
solo elencato alcuni
fiori selvatici e piante
che potrete
raccogliere per
realizzare un
bellissimo erbario!
Fra papaveri,
primule e viole
Con l’arrivo della primavera
prati, boschi, sponde di fiumi,
parchi e giardini si riempiranno di bellissimi fiori e di erbe
selvatiche, è questo il momento giusto per uscire a “caccia”
di campioni per il vostro erbario.
Muniti di una buona guida ai
fiori di campo, forbici, sacchetti di carta, taccuino e
matita siete pronti per
avventurarvi in un universo meraviglioso e
coloratissimo.
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attivita’
Nella terra dei fiori
“tromboni” e
dell’erba “chitarra”
Scoprirete che i fiori oltre ad avere
bei colori, forme buffe e strani
odori, hanno nomi sorprendenti e
molto originali, possono essere
poetici come il fiordaliso selvatico
(che vi preghiamo di non raccogliere, è rarissimo e protetto), il botton d’oro, l’azzurrina di mare, l’amorino giallo, la primavera odorosa, l’erba stella, oppure strani
come l’ingrassabue, l’alchemilla, il
cencio molle di fonte, la perlina
rossa, la barbaforte, l’erba maga, il
fior cuculo, il mordigallina … in ogni
caso raccoglierli, essiccarli e catalogarli sarà per voi un’attività divertente e molto istruttiva. Ricordate,
prima di recidere il gambo degli
esemplari prescelti annotate sul vostro taccuino il
nome del fiore o della
pianta (sia quello
comune che quello scientifico, li
troverete sulla guida) e l’ora ed il
luogo in cui li avete raccolti. Potete
anche aggiungere alcune vostre
osservazioni, come: “- è gradito alle
api” “-vi era posata sopra una farfalla nera e arancione”, “- all’interno
della corolla erano presenti degli
insetti” e così via.
L’essiccazione dei
campioni
Una volta raccolti i campioni in
natura (pochi per volta, per evitare
di sprecarli!) potete acquistare una
pressa per l’essiccazione nei negozi specializzati oppure divertirvi a
realizzarla in casa seguendo
le nostre indicazioni.
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attivita’
COSA SERVE:
Come si procede
zdue tavolette di legno compensato o truciolato-laminato di 1 cm di
spessore e di 20 x 26 cm circa di
lato;
zbulloni (circa 6-7 cm), “galletti”,
rondelle che potrai acquistare nei
negozi di ferramenta;
zun paio di forbici e delle pinzette
come quelle che usa la mamma;
zcolla vinilica;
zdiversi fogli di carta assorbente
per aiutare il processo di essiccazione (o, in alternativa, la carta grigio-marrone tipo “sacchetto della
spesa”);
zalcuni fogli di carta velina e di cartone ondulato (puoi riciclare questi
ultimi dagli scatoloni per l’imballaggio).
zAttenzione: è importante che i
fogli di carta velina, di carta assorbente e di cartone abbiano dimensioni un poco più piccole delle due
tavolette di legno.
Fatevi aiutare da un adulto e praticate quattro fori nelle tavolette
come mostra l’illustrazione (serviranno per introdurre i bulloni ed i
galletti per stringere la pressa).
Una volta terminata l’operazione
disponete sulla tavoletta due o tre
fogli di carta velina sovrapposti ed,
in cima, uno di carta assorbente.
Ora potete poggiarvi - prendendoli
delicatamente con le pinzette - i
campioni raccolti (erbe, fiori, foglie
..), il vostro lavoro riuscirà meglio
se i campioni erbacei avranno simile spessore. Terminata questa operazione “ricoprite” con altri due o
tre fogli di carta assorbente ed un
foglio di cartone spesso. Procedete
così per tutti gli strati che vorrete,
alla fine la vostra pressa assomiglierà ad un “panino imbottito”. Ora
siete pronti per chiudere la pressa,
inserite la tavoletta stringendo ben
bene i “galletti”.
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attivita’
QUALCHE RACCOMANDAZIONE
La pazienza vince…
la muffa!
Una corretta essiccazione dei campioni raccolti è necessaria se volete
evitare di vedere il vostro lavoro
rovinato dall’umidità o dalla muffa!
Perciò non abbiate fretta ma solo,
molta pazienza. Per le prime due
settimane dovrete sostituire almeno una volta al giorno i fogli di carta
assorbente (che avranno assorbito
l’acqua contenuta nei campioni).
Non vi preoccupate di sprecarli,
una volta asciutti li potrete riutilizzare ancora! Ricordatevi però di
lasciare le veline al loro posto.
Continuate a cambiare la carta
assorbente per altre due settimane
(stavolta ogni due o tre giorni) poi,
trascorso circa un mese, potrete
togliere i campioni dall’interno della
pressa e trasferirli fra le pagine di
un libro (meglio se un “librone” di
quelli spessi e pesanti, può andare
bene un’enciclopedia o una vecchia
guida telefonica) per terminare l’essiccazione. Solo in questo modo i
colori resteranno il più possibile
simili a quelli originali.
Raccogliete fiori ed erbe nelle
giornate calde e assolate e
non dopo la pioggia o nelle
prime ore del mattino quando
sono coperti di rugiada.
Metteteli nella pressa entro
breve tempo, per evitare che
appassiscano. Dopo aver
maneggiato i vostri campioni
non toccatevi gli occhi, la
bocca o la pelle del viso,
alcuni, infatti, potrebbero
contenere delle sostanze irritanti o tossiche!!
L’erbario,
la tavolozza
dei colori,
il quadretto…
Ora siete pronti per le fasi finali.
Potete incollare i vostri campioni
su di un quadernone a fogli bianchi
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attivita’
e, con l’aiuto di un buon manuale e le vostre osservazioni,
realizzare l’erbario. Oppure
potete creare qualche
cosa di più originale, tipo
dei quadretti da appendere nella vostra stanza.
Per fare un simpatico
quadretto, ad esempio,
raccogliete un campione
particolarmente interessante per forma o colore
e provate a disegnarlo
su cartoncino bianco,
magari con gli acquerelli
prima di essiccarlo!
Scrivete sotto a mano i
vostri appunti, il nome
comune e quello scientifico, il luogo dove lo avete
raccolto, la data, le vostre
impressioni. Alla fine, con
l’aiuto della colla applicate il
campione essiccato alla vostra
opera d’arte, realizzate un quadretto come mostra l’illustrazione e
appendetelo nella vostra camera o
dove più vi piace.
Potete anche creare una “tavolozza” con i colori più belli catturati in
natura a seconda delle stagioni o
realizzare dei preziosi biglietti d’auguri con i fiori secchi.
Per esercitarvi provate a recidere i
fiori del vostro giardino o della terrazza di casa (le viole del pensiero,
sia le grandi che le piccole vanno
benissimo, provate anche con i
boccioli di rosa, sono molto belli!!)
A questo proposito vi suggeriamo
un trucco per essiccare al meglio i
boccioli. Con l’aiuto di un taglierino
(e di un adulto !!!) dividete a metà il
bocciolo e procedete all’essiccazione delle due metà separate, il risultato sarà di sicuro effetto. Buon
lavoro e buona primavera a tutti!
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iniziative wwf
Il 10 aprile il WWF
ti aspetta
alla “Giornata
delle Oasi”!
Ami la natura? Vuoi festeggiare l’arrivo della primavera
insieme ai tuoi amici? Sei stufo di startene tra i banchi
a studiare scienze e geografia ma vuoi vedere la natura
dal vivo?
Se hai risposto sì ad
almeno una di queste
domande, non puoi proprio
mancare alla grande festa
del WWF: il 10 aprile c’è
la Giornata Oasi!
Tieniti libero e organizzati
con genitori, nonni, amici
per trascorrere una
giornata a contatto con
la natura.
ambienti che tante volte hai studiato sui libri. Stiamo organizzando
una festa indimenticabile con spet-
Le star della
Giornata Oasi
I protagonisti delle Oasi sono animali, piante, laghi, boschi, fiumi e
montagne…ma il 10 aprile la vera
star sarai tu! Potrai divertirti un
mondo a scoprire tanti angoli
nascosti di questi paradisi naturali
e vedere dal vivo piante e animali,
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iniziativewwf
tacoli, giochi, divertimenti e visite
guidate. Non puoi mancare proprio
tu che sei un Socio junior!
vigliosa che aspetta solo di essere
esplorata!
Uno spettacolo
da ammirare
in prima fila
Potrai fare
un regalo
unico
Ogni Oasi ti offre una sorpresa
diversa: nell’Oasi di Orbetello in
Toscana potrai ammirare il magnifico giardino delle farfalle, nell’Oasi
di Vulci nel Lazio potrai scoprire il
tasso o il gatto selvatico, nell’Oasi
del lago di San Giuliano in
Basilicata, se sarai fortunato
potrai avvistare in volo il rarissimo
avvoltoio capovaccaio. Insomma,
qualunque sia la regione dove
abiti, vicino a te c’è un’Oasi mera-
Partecipando alla Giornata Oasi
potrai iscrivere gratuitamente al
WWF un tuo amico: dovrai soltanto compilare una cartolina che ti
verrà
consegnata
all’interno
dell’Oasi e darai a qualcuno a cui
vuoi bene la possibilità di diventare
Socio junior proprio come te. Non
è un motivo in più per non perdere
questo appuntamento?
Riassumendo…
Organizzati subito per partecipare
alla Giornata Oasi: come ogni primavera almeno 100 Oasi in tutta
Italia saranno aperte al pubblico in
via eccezionale. Sono talmente
belle che è difficile scegliere… ma
pensaci in anticipo, così potrai
organizzare l’escursione insieme ai
tuoi genitori.
E comincia a pensare a chi potrebbe essere il fortunato o la fortunata alla quale regalerai l’iscrizione al
WWF per un anno. La persona
che sceglierai deve essere appassionata di natura, non deve essere
già iscritta al WWF.
Ti aspettiamo: l’anno scorso
eravamo in 100.000
e quest’anno dobbiamo
essere ancora di più!
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senti chi parla
Foto archivio WWF
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A pag. 62 le vostre soluzioni alla foto “buffa” dello scorso novembre
Nome..................................... Cognome......................................
Inviare a: Panda Junior - via Po 25/c 00198 Roma
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lapostadelpanda
Un regalo per l’ambiente
Sacchetti ecologici
Li hanno realizzati gli alunni di “V B” della scuola elementare “A. De Curtis” di
Roma. Queste vivaci buste per la spesa, decorate con bellissimi disegni, non
inquinano l’ambiente e, soprattutto, possono essere riciclate! Un’idea fantastica!
AcquaperCochabamba
Nikita Baracchini di Udine ci segnala
l’iniziativa della sua scuola “Gianni
Rodari” (Ud) a sostegno di un progetto davvero meritevole per riportare l’acqua in una lontana località della
Bolivia, Cochabamba. Gli alunni, quest’anno, hanno organizzato un simpatico mercatino di beneficenza dove
hanno venduto moltissimi oggetti
tutti, rigorosamente, creati da loro.
Siete stati davvero in gamba!
tanti altri negozi abbiano contribuito a fornire i tanti materiali di recupero utilizzati per creare questa
“preziosa” opera, di cui pubblichiamo un particolare: la cattedrale;
con splendide vetrate decorate.
Bravissimi, ragazzi!
Un presepe da record
Misura 2 x 2,5 metri ed è stato
creato, tutto con materiali riciclati,
dai ragazzi di “II B” della Scuola
media statale “Carlo Alberto dalla
Chiesa” di Corsara, Salerno. Sembra
che panetterie, tipografie, salumerie,
negozi di abbigliamento, farmacie e
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la posta del panda
Un calendario per l’ambiente
Interamente dedicato al mondo animale. Lo hanno “pubblicato” gli studenti di “IV B” della scuola elementare “Istituto Comprensivo
Regina Margherita” di Roma per cercare di
sensibilizzare quante
più persone possibile
sul delicato rapporto
fra uomo e natura. Il
vostro calendario è bellissimo, ragazzi, ci
piacerebbe mostrare le foto
di tutti i “mesi”, ma non c’è
sufficiente spazio…
Due civette e
ottanta cavalli
Si chiamano “Strong” e “Nonnino” le due civette ferite che la nostra giovane socia Chiara Martinucci di Carrara (Ms) ha prima salvato e poi portato, per essere adeguatamente curate, presso un Centro di Recupero
WWF. Ti ringraziamo Chiara per i tuoi complimenti e siamo d’accordo
con te che anche la diversità fra le varie razze di animali domestici (cavalli compresi) andrebbe tutelata.
Leonardo
e Telemaco, amici
per la pelle
Ecco Leonardo Schillaci (Fi) in compagnia del suo
inseparabile amico: il rospo Telemaco, ospite fisso
del giardino di casa assieme alla gallina Rosetta ed
al gatto Agostino. Leonardo ci assicura che i tre
vanno molto d’accordo fra loro e che spesso trascorrono la notte nel pollaio, tutti insieme! Davvero
incredibile!
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GIOCHI
IL CRUCIVERBA DEL PANDA
Orizzontali
1) Lo è chi studia gli insetti 9) Personal Computer 11) Il maggiore dei fiumi italiani
12) C’è quello di Garda, di Como e di Pilato 13) Gracidano negli stagni 14) Quella religiosa uccide il suo compagno 17) Il più celebre fra gli extraterrestri 18) La fine del…
falco! 20) Un po’ di daino 21) Sono pari in capra 22) Quelli dell’anno sono dodici
23) L’insetto con la spiritromba 25) Grossa foca con le zanne 27) Gli uccelli le usano
per volare 28) Le vocali di irto 29) La mamma del pesciolino Nemo 31) Cade d’inverno
33) Un grande delfino con il corpo ricoperto di “cicatrici” 36) Cadere… un po’!
38) Un piccolo rapace notturno 40) Un po’… solo! 42) Perde il pelo ma non il vizio
43) Sono pari nella pera e nella mela 45) Guizza e salta nei torrenti montani
46) Ha il corpo ricoperto d’aculei ma non è il riccio 49) Le consonanti in ippo
51) I serpenti con la coda a… sonagli! 52) C’è quello di triglie e quello di quaglie
53) Una delle tre “R” insieme a Recuperare e Riparare 54) Il metallo più prezioso
55) Metà dodo
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Verticali
1) E’ il più grosso animale della terraferma 2) L’abete addobbato ne è il simbolo
3) Telegiornale (sigla) 4) L’inizio e la fine dell’orso! 5) Fa tic tac 6) Un po’ di… lana
7) Ha la “cresta” fatta di spuma 8) L’antico nome della madre Terra 9) Pistoia (sigla)
10) Le più alte sono innevate 11) Lo misura la bilancia 14) Un mare vivacemente
colorato! 15) Se manca non si respira 16) Lo sono le foreste che perdono le foglie
d’inverno 18) Lo fa il cane quando guaisce 24) Un fiume ha la destra e la sinistra
25) Un topo senza… coda! 26) Le consonanti in cala 29) Sono dispari in… campo!
30) Batte nel petto 32) E’ opposto all’ovest 34) Non la perde il marinaio 35) C’è la
timoniera e la remigante 37) I loro “palchi” sono fra i più pesanti fra i cervidi
39) Le consonanti della… sera! 41) I tentacoli della piovra 44) Producono il miele
46) Al centro della mira! 47) Un po’… raro! 48) La fine del… filo! 50) Le consonanti
in poco 51) Metà cena 52) Rospo… dimezzato!
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senti che ha detto
Beh che c’é da
guardare, mi
scappava!
SOLUZIONE GIOCO
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IL CRUCIVERBA DEL PANDA
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Beh che c’è da guardare, mi
scappava! Dice mortificato il simpaticissimo tasso americano di
Andrea Dutto. Non meno simpatico è il fumetto di Ivan Carovita:
“Cos’avete da guardare? Questo è
il risultato dopo le feste!” Seguono
i tassi di Alberto Manara: “La mia
tana è allagata, qualcuno chiami l’idraulico!” di Martina Intemerato:
“Non ci posso credere!! Qui vendono le tane a tasso zero!” di Noemi
Lorusso: “Guardate che muscoli!
Voglio fare un calendario” ed il
tasso golosone dei ragazzi della
“IG” di Pian del Bruscolo(Pu):
“OK, dopo le feste mi metto a
dieta, ma ora datemi il mio panettone!”. E’ giustamente preoccupato
per la vita troppo sedentaria il
grosso e grasso tasso di Chandra
Montanari: “Dopo tante merendine, play station e 180 ore di TV,
ecco come sono ridotto!”. C’è poi il
tasso tifoso di Marcello Zanesco:
“Avete visto ho la faccia da
Juventino!” e quello insoddisfatto
della sua acconciatura di
Massimiliano Ricci: “Devo cambiare barbiere: odio la riga in
mezzo!”. “Lo sai qual è il colmo per
un tasso? Amare le tasse!” di
Marta Irene Giotti.
Salutiamo e ringraziamo per averci
scritto Cesare Perri, Marta
Bilotta, Andrea Vecchietti,
Martina Gualtieri, Antonio
Cantore, Pietro Grenoene, Chiara
Martinucci, Francesco Marrone,
Margherita Grazi, Orlando
Martinello, Caterina Pellegrini,
Silvia Pucci, Lorenzo Chiappelli,
Sofia Cucchiaini, Luigi Bernardi,
Davide Della Zazzera, Matteo
Grassi, Davide Campo, Matteo
Lombardo.
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per il World Wide Fund for nature
Fondo Mondiale per la Natura
(ONLUS) Via Po, 25/C
00198 Roma - tel. (06) 844971
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RECAPITI SEZIONI REGIONALI
60122 Ancona
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Sicilia
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90139 Palermo
tel 091 583040
Toscana
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50129 Firenze
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Trentino Alto Adige
Via Malpaga, 8
38100 Trento
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Umbria
Via XX Settembre, 134
06161 Perugia
tel. 075 5058506
Veneto
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30171 VE-Mestre
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JUNIOR SENZA PANDA (fino a 14 anni)
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C 18
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Poste Italiane SpA Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 dcb
Roma Anno XXXIX n° 4 aprile 2005
Stampa: Edicomp S.p.A.- Fotolito: Gestaltcolor S.r.l.
"Panda" é una pubblicazione mensile riservata ai
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