mensile
della
comunità
di Salò
ANNO LXII - n. 2 Febbraio 2013
Vita di parrocchia a cura della Redazione
Esercizi Spirituali
C.P.P. - Stralcio dal Verbale
Da Lunedì a Venerdì
ore 9,00 in S. Bernardino: canto delle Lodi e celebrazione
dell’Eucarestia (anima Don Mario Pelizzari)
dalle 16,30 alle 18,30 in S. Giovanni: Esposizione e Adorazione
Eucaristica (possibile confessarsi – Don Mario Pelizzari)
ore 18,30: Vespro – Celebrazione Eucaristica
Pomeriggio in Oratorio
ore 16,30 Gesto di 10 minuti per le Elementari
ore 17,00 Incontro per le Medie
ore 17,45 ... 18,30 insieme per gli adolescenti
ore 20,45 in Oratorio: Liturgia della Parola
e Adorazione Eucaristica
Guida don Diego Facchetti
Il verbale della seduta del 20.09.2012 viene approvato. Si
passa all’aggiornamento delle Commissioni:
Missioni: è stato stabilito un incontro ogni primo lunedì
del mese in San Giuseppe, ore 16.30, con preghiera, rosario
missionario con S. Messa e un incontro zonale, con cadenza bimestrale. Sono stati devoluti € 1.000 a don Renato (per
Lituania), € 1.000 a Sr. Gerosa del Burundi e si è fatta l’adozione di una bambina in Brasile. La “cena povera” ha reso €
1.620, di cui 1.000 devoluti a Sr. Ketty.
Caritas: si è messo in atto l’Orientamento legale gratuito
a favore di stranieri, offerto dall’Associazione “Centro Migranti Onlus”; inoltre sarà aperto un “Centro d’Ascolto” per
due ore settimanali.
Liturgia: viene prestato un utile servizio nelle varie chiese
della Parrocchia.
Catechesi: si realizzano i Centri di Ascolto dopo le catechesi degli adulti svolte da tutti i sacerdoti della Parrocchia. Si
proseguirà con la stessa scansione anche dopo Natale. Si evidenzia l’accompagnamento spirituale della Parrocchia agli
studenti della Scuola Media nella preparazione al Natale.
Famiglia: per i due gruppi di giovani famiglie, accompagnati dai sacerdoti della Parrocchia, don Pier Luigi e don
Gianluca, è stato scelto un testo guida: “Come professare il
Credo all’interno della Famiglia”. Sono stati proposti alle famiglie un ritiro a primavera a San Felice e un pellegrinaggio
a Caravaggio.
Giovani: ci sono dei Momenti di riflessione e spiritualità, a
Roè Volciano, a Montecastello, un’uscita spirituale e ludica
in comunità a Carpenedolo ed è in allestimento “Sinfonia di
Natale”.
Sinodo: i partecipanti sono stati stupiti per il clima di comunità che si respirava nelle giornate di incontro (1-2 dicembre,
8-9 dicembre), pur con presenza di pochi giovani. È stato
posto l’accento su alcuni aspetti in merito all’organizzazione delle future U.P. L’ opportunità di partecipare al Sinodo
è stata un arricchimento spirituale oltre che esperienza di
comunione diocesana.
Varie: viene data lettura del ringraziamento di don Angelo
Gelmini, (trasferito a Rezzato, San Carlo) alla Comunità per
il bene ricevuto e la generosità.
La segretaria
dal 18 al 22 febbraio 2013
Appuntamenti quaresimali
La Parola e i Sacramenti sono il fondamento della nostra
FEDE. Nel cammino in direzione della Pasqua è necessario
che ci confrontiamo con quanto Gesù ci ha detto e che ci
nutriamo della sua Vita per poter risorgere trasfigurati
nella sua Risurrezione: per questo lo vogliamo seguire ed
imitare nel nostro cammino quaresimale.
8 febbraio: ore 20.30 al Cristal “UNO DI NOI”
(conferenza sulla difesa della vita e la difesa dei diritti dell’uomo)
15 febbraio: ore 20.30 a Campoverde Via Crucis
missionaria zonale
1 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Benedetto
8 marzo: ore 20.45 Via Crucis alla Visitazione
ARMONIA PASQUALE
15 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Giovanni
22 marzo: ore 20.45 Via Crucis a S. Giuseppe
29 marzo: ore 20.45 Via Crucis in Duomo
HANNO COLLABORATO
ALLA REDAZIONE
Andreis mons. Francesco
Cavedaghi Daniela
Ciato Giovanni
Cobelli Renato
Dondio Lamber to
Guana don Gianluca
Giacomuzzi Giancarlo
Lugli Nerina
Madureri Luisa
Manni Anna
Marelli Bruno
Monti Osvaldo
Pollini Rosa
Tomasoni don Pierluigi
ALLA STAMPA
Beretta Alfredo
Vezzola Maurilio Elio
Sant Nicola
Rizza Augusto (Foto)
Equipe Tipolitografia Lumini
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
n. 2 del 12.12. 2012
NUMERI UTILI PER TELEFONARE:
Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria
FAX Vicolo Campanile 2
.
.
Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri
Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo
Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2
Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino
.
Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri
.
Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19
.
Padri Cappuccini Barbarano
.
.
.
Caritas Zonale Via Canottieri 2
.
.
Cinema Cristal Largo D.Alighieri
.
.
2
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
tel.
521700
tel.
523294
cel. 3492267166
tel.
40296
tel.
520302
tel.
43449
tel.
43646
tel.
40039
tel.
20447
tel.
520843
tel.
521555
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis
L
Chi votare? In tandem…!
a cosa di cui ha più bisogno
l’Italia è una politica che unisca
le forze più responsabili e più
impegnative verso il bene comune,
perché questo darebbe un senso al nostro essere cittadini e italiani.
La politica che divide e che ci mette
gli uni contro gli altri ci sta portando
al disgusto e alla rassegnazione. La
storia dovrebbe aver insegnato come
non c’è nessun progresso che si basi
sulla divisione e sulla contrapposizione, che queste non hanno niente
a che fare con il bene e il progresso del nostro Paese. Abbiamo bisogno di persone di buona
volontà che invitino a superare
divisioni e a unire gli sforzi affinché la giustizia, l’onestà e la
correttezza fra le persone e le
istituzioni ridia dignità a questo
Paese e ai suoi cittadini.
Come fare? Sarebbe semplice
se col voto potessimo individuare un partito e alcuni politici al di fuori di ogni sospetto
e capaci di rispondere alle tante
necessità che ci opprimono nell’ambito sociale ed economico.
Non è facile! Anzi, oserei dire:
non è possibile oggi! Nessuna Autorità o persona di prestigio può dirci:
Vota così o Dona la tua preferenza a
costui. Emergono troppo gli interessi
personali che soffocano e paralizzano
anche i valori e i programmi annunciati dal partito.
Noi cattolici possiamo porre attenzione ai nostri Vescovi che non ci dicono
per quale partito dobbiamo votare,
ma insistono nell’invitarci a superare
la tentazione di disertare le urne per
non sprecare alcuno dei duri sacrifici
fatti per lasciare alle spalle il baratro
e per preparare la stagione del rilan-
In copertina:
cio. Nell’Anno della Fede dobbiamo
sempre più annunciare Gesù, il Cristo
nostro Redentore. Perché questo si
realizzi dobbiamo porre attenzione alle
iniziative programmate, che spaziano
dall’abolizione dell’aborto ed eutanasia, dalla cura dei nati all’educazione
dei bambini e degli adolescenti, dalla
libertà religiosa all’assistenza dei deboli e malati, dalla pace nel mondo alla
famiglia umana, dall’opposizione al
divorzio al matrimonio omosessuale.
Dopo aver ascoltato con attenzione e
con coscienza quanto dicono e quanto
giudica la nostra coscienza ci troviamo ancora tanto perplessi e incerti. E
allora? Cerchiamo di analizzare le varie proposte di partito e confrontiamole con la Dottrina Sociale della Chiesa,
con i Beni irrinunciabili per l’uomo e
per il credente e poi… preghiamo il
Signore perché ci conduca la mano a
fare la «crocetta» quel giorno in cui
voteremo e sostenga coloro che emergeranno dalla spoglio successivo. E’
ancora il Signore che salva il mondo
dai nostri egoismi e dalle nostre mi-
serie: la storia insegna! Preghiamolo!
Come pregare? Che cosa chiedere?
Che cosa offrire?… Anche noi come i
Discepoli diciamogli: “Signore, insegnaci a pregare!” e, in seguito, facciamo come lo Spirito ci indica.
Vi propongo un aneddoto che un sacerdote saggio aveva raccontato ai
suoi ascoltatori, tanto impegnati nel
voler imparare a pregare e a pregare
bene. Migliorare la propria preghiera
(diceva) è come imparare a utilizzare
bene un tandem. Il tandem é
una bicicletta, ma a due posti.
Lo si può utilizzare anche da
soli, in una persona sola, ma
quanta difficoltà! Quando si
pedala in pianura si riesce ancora a procedere, ma quando si
deve affrontare un dosso, una
salita… quanta fatica! È tutta
un’altra cosa se l’utilizziamo
in due. Se mettiamo sul “sedile
posteriore il Signore”, la nostra
preghiera diventa più spedita e
tutto diventa più facile, se poi
abbiamo l’accortezza di porre il
Signore sul sedile anteriore, alla
guida, tutto va a meraviglia. Se
ci lasciamo condurre e pilotare
dal Signore tutto riesce meglio. Per
questo motivo nel proporci la prima
preghiera, Gesù ci ha suggerito: Padre
nostro… venga il tuo regno… dacci il
nostro pane quotidiano e rimetti le
nostre colpe
Se con Gesù ci rivolgiamo al Padre,
siamo certi di ottenere quello che
chiediamo… e anche per la politica,
il governo e l’Italia ci donerà quello
che ci occorre. Ci ha detto infatti: Se
domandate ogni cosa nel mio nome…
siate certi che otterrete… e… se chiedete un pane il Padre non vi darà un
sasso.
Statua di San Francesco di Sales
Opera dello scultore bedizzolese Giovanni Fantoni, realizzata in pietra di Verona, secondo schemi settecenteschi. Il Santo è rappresentato con le insegne episcopali, mentre “proclama” un testo
letto da un libro aperto, sorretto dalla mano sinistra. Sulla tonaca indossa una cotta a tre quarti
e una mantellina, a sua volta sormontata da una stola ricamata. Le fattezze del viso e le rughe
della fronte evidenziano la profondità dei sentimenti del Santo.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
3
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”
Mali,
nuova emergenza umanitaria?
sa dei Santi Cosma e Damiano, i copti celebrano nella
chiesetta cittadina di San Marco, mentre i greco-cattolici vanno nella chiesetta delle Ancelle di via Moretto
Continua, nel nord del Mali, l’azione dell’esercito re- e la domenica, visti i numeri, traslocano nel santuario
golare maliano, supportato dal contingente francese e di Sant’Angela. Certo servirebbero nuove strutture: i
dai soldati della forza africana, contro quattro gruppi cristiani ortodossi sono più di 15mila, 5000 i rumeni,
jihadisti che tentavano di raggiungere il sud del Pae- un migliaio i moldavi, i greco-ortodossi superano il
se. Lo scontro in atto sta creando i presupposti di una migliaio, mentre i copti sono circa 300.
nuova drammatica emergenza umanitaria. Secondo
fonti non ufficiali sarebbero già oltre 400mila i profughi in fuga dalle zone interessate dai combattimenti. La
situazione è aggravata inoltre dalla distruzione delle
infrastrutture sanitarie, scolastiche e amministrative, Brescia ricorda ogni anno, in gennaio, la tragedia della
dalla mancanza di carburante per fornire le stazioni campagna di Russia e, in particolare, la battaglia di
di depurazione dell’acqua, dalle crescenti difficoltà Nikolajewka, svoltasi il 26 gennaio 1943, alla fine di
di approvvigionamento di viveri e articoli essenziali un sanguinoso calvario, iniziato sul Don. La storica
per l’igiene. La Caritas del Mali sta monitorando la battaglia segnò per le truppe italiane la fine della sforsituazione per far fronte ai nuovi bisogni che stanno tunata campagna di Russia, che ci costò oltre 85mila
morti e dispersi. Questo 70° anniversario è stato soemergendo dall’intensificarsi del conflitto.
Don Emmanuel Nestor Kone, direttore della Caritas lennemente ricordato a Brescia con diverse manifedi San (una delle sei presenti nel Mali), è passato da stazioni organizzate dalla sezione cittadina dell’Ana,
Brescia alla fine di gennaio per sollecitare aiuti per il culminate con una grande sfilata di alpini provenienti
suo Paese. La Caritas di Brescia ha accolto l’appello, da tutta Italia. Il presidente della sezione di Brescia,
mettendo a disposizione conti correnti bancari e po- Davide Forlani esprime il senso di questa manifestastali per la raccolta di fondi. Per informazioni è possi- zione e della presenza attiva degli Alpini: “Vogliamo
bile contattare il numero 030/3757746 o visitare il sito passare alle giovani generazioni gli insegnamenti, e di
conseguenza il patrimonio morale ed etico, appreso
www.brescia.caritas.it.
dalle generazioni precedenti, perchè siamo convinti
che sono quei valori che devono continuare a sottendere una comunità civile”.
70 anni dalla battaglia
di Nikolajewka
Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani
Tutte le parrocchie della diocesi si sono attivate per
celebrare la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio. Tra tutte la parrocchia di
Breno ha scelto di dare in uso una propria chiesa a
un’altra comunità cristiana, quella rumena. Destinare
alcune chiese, spesso vuote, a un altro culto è un segnale forte di accoglienza e al tempo stesso di dialogo.
Per il momento questa prassi non è ancora molto diffusa, ma ci sono altre realtà che hanno dato la loro disponibilità. A Brescia i rumeni sono ospiti dell’Istituto
Razzetti, mentre padre Zelinsky dell’esarcato russo
di Costantinopoli guida la sua comunità in una sala
del convento di San Cristo dei Saveriani. La comunità
moldava del Patriarcato di Mosca si ritrova nella chie-
Ordinazione episcopale
di Mons. Vincenzo Zani
Mons. Vincenzo Zani, originario di Pralboino, è stato
ordinato vescovo domenica 6 gennaio a Roma ed è il
nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Una rappresentanza diocesana, guidata
dal vescovo Luciano, era presente in San Pietro per
partecipare al solenne rito di ordinazione e per manifestare al neo Vescovo tutto l’affetto dei bresciani.
Domenica 20 gennaio, in Cattedrale a Brescia, il Vescovo Vincenzo ha presieduto una solenne celebrazione
di ringraziamento, alla quale erano invitati i ministri
ordinati, i religiosi, le religiose e i laici.
La Valle, il suo lavoro,
la sua gente,
la sua Banca.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
4
ZANCA ASS.NI
S.A.S.
Prodotti assicurativi e finanziari
P.zza S. Bresciani, 16 25087 SALÒ (BS)
Tel. 0365 43479
Fax 0365 40153
E- mail:
[email protected]
Sito internet:
www.assicurazionizanca.com
A richiesta si rilasciano preventivi
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
In ascolto della Parola ... a cura di Oswald
L
Resta con noi, Signore…
a prima domenica di Quaresima presenta ogni anno, attraverso le sacre Scritture, il brano
delle tentazioni di Gesù nel deserto.
Nel testo alternato dei tre evangelisti: Matteo/anno A; Marco/anno B;
Luca/anno C; Gesù affronta le prove
che il Maligno gli pone per oscurare
la sua figura, la sua missione, per scoraggiarlo… Sono le stesse tentazioni
con le quali veniamo bombardati ogni
giorno: l’ansia di possedere, di aver
successo, la voglia di primeggiare.
Davvero il cammino quaresimale che
ci accingiamo a percorrere è in salita e
va controcorrente, ma vale la pena di
farlo perché la meta è la Pasqua con il
Risorto vincitore su ogni male.
Resta con noi, Signore, nell’ora della prova. È il ritornello di una parte del Salmo 90/91 che ascolteremo domenica
17 febbraio, I di Quaresima e che ci
ricorda l’importanza, dell’antica tradizione cristiana, di recitare i Salmi e,
specialmente in Quaresima, i 7 Salmi
“penitenziali”. Nei Salmi si trova tutto
quanto è valido per lodare Dio. Nelle
preghiere dei Salmi noi troviamo le
parole adatte per ogni occasione.
La Quaresima, tempo di conversione
stabilito fin dal IV secolo, ha come
scopo quello di preparare alla celebrazione annuale della Pasqua sia i
catecumeni, cioè i nuovi credenti da
accogliere attraverso i diversi gradi
della iniziazione cristiana, sia i fedeli
con il richiamo al Battesimo ed alla
penitenza.
Il brano evangelico che guida la Quaresima di quest’anno C, attinge al
Vangelo di Luca nelle prime quattro
domeniche e a quello di Giovanni
nella quinta. L’itinerario quaresimale
tende a far crescere il rapporto personale con Dio, che la sacra scrittura chiama “alleanza”. Tutto questo
richiede una continua conversione:
passare da una vita sottoposta a mille tentazioni, ad un ritorno, in questo
tempo favorevole, nell’abbraccio dell’amore di Dio.
E passiamo alla riflessione sulle Scritture di domenica 17 febbraio.
Quaresima come tempo di fede! AscolteAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013
remo tre professioni di fede, diverse
per i personaggi che le pronunciano,
ma identiche nel cuore del mistero
che proclamano.
Iniziamo con la voce dell’antico Israelita che, in occasione della festa primaverile delle primizie, si presenta
davanti al sacerdote per la sua offerta
(Dt 26,4-10): Mosè parlò al popolo e disse: “Il sacerdote prenderà la cesta dalle
tue mani e la deporrà davanti all’altare
del Signore, tuo Dio e tu pronuncerai
queste parole davanti al Signore, tuo Dio:
“Mio padre era un Arameo errante; scese
in Egitto, vi stette come un forestiero con
poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero
una dura schiavitù. Allora gridammo al
Signore, al Dio dei nostri padri e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra
umiliazione, la nostra miseria e la nostra
oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio
teso, spargendo terrore e operando segni
e prodigi. Ci condusse in questo luogo e
ci diede questa terra, dove scorrono latte
e miele. Ora, ecco, io presento le primizie
dei frutti del suolo che tu, Signore, mi
hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti
al Signore, tuo Dio”. Queste parole,
secondo gli studiosi, ricalcano un an-
5
tichissimo Credo d’Israele all’interno
del quale si proclamano tre grandi
atti divini. Il primo è quello dell’aver
chiamato un “arameo errante” come
Giacobbe/Israele ad essere il padre
d’un popolo col quale Dio avrebbe
stretto un’alleanza. Il secondo è il riconoscimento dell’intervento divino
nella libertà donata ad Israele dopo
l’amara esperienza della schiavitù
egizia. Il terzo è il dono della terra
promessa, luogo di libertà e di prosperità, di preghiera e di vita. Queste
tre professioni di fede si legano tra
loro attraverso un elemento comune:
essi segnalano che Dio è entrato nella
storia dell’uomo. È questa la qualità
più significativa della fede biblica:
essa rivela un Dio “incarnato” non
remoto, non oscuro, vicino e attento
ai gemiti della sua creatura.
Nella seconda lettura, tratta dalla
lettera di san Paolo apostolo ai Romani (10,8-13) abbiamo la seconda
professione di fede: “Perché se con la
tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore! e con il tuo cuore crederai che Dio lo
ha risuscitato dai morti, sarai salvo”. È
questa la fede pasquale cristiana: essa
riconosce la divinità del Cristo e la
sua risurrezione, radice della nostra
liberazione.
Dal Vangelo secondo Luca (4,1-13)
ascoltiamo la terza professione di fede
che Gesù proclama davanti a Satana,
il negatore per eccellenza, che invano
cerca di scardinare la fiducia del Figlio nel Padre. Gesù, ancorandosi alla
Parola di Dio, costruisce un Credo
che ha il suo vertice nella sua risposta alla seconda tentazione. Sta scritto:
“Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo
renderai culto”. È la ripresa del primo
comandamento, sostegno e sorgente
di tutto il Decalogo e di tutta la fede
biblica: “Non avrai altri dèi di fronte a
me… Non ti prostrerai davanti a loro e
non li servirai (Es 20,3.5.). Gesù afferma la purezza del concetto di Dio e
l’unicità del Signore. Unicità che non
è, però, solitudine perché, come diceva il poeta spagnolo Quevedo: “Dio è
unico, ma non è solo”.
Buona Quaresima a tutti!
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Caritas e Vita Missionaria
C
I dati ISTAT sulla povertà in Italia
ol bollettino del mese di aprile daremo notizia della situazione economica della nostra Caritas e degli interventi effettuati nella nostra zona durante il
2012, dato che saremo in possesso di tutti i
dati statistici necessari.
Ora ci sembra opportuno dare uno sguardo
alla nostra Italia, visto che la stampa ha riportato le rilevazioni fatte dall’ISTAT riguardo
le povertà.
Aumentano gli italiani poveri, le famiglie
(soprattutto quelle numerose) sono in gravi
difficoltà economiche e cresce il divario tra i
redditi del Nord e quelli del Centro-Sud. Sono
questi, in estrema sintesi, i principali risultati
dell’indagine “Reddito e condizioni di vita”,
diffusi in dicembre dall’ISTAT.
Il dato più significativo riguarda il rischio
di povertà o esclusione sociale che coinvolge
oltre un italiano su quattro. Prendendo come
riferimento i redditi 2010 l’ISTAT è infatti arrivato a concludere che il 28,4% delle persone
residenti in Italia nel 2011 è a rischio povertà o esclusione sociale. Rispetto all’indagine
del 2010 l’indicatore è cresciuto del 3,8% a
causa dell’incremento della quota di persone
a rischio povertà, passata dal 18,2% al 19,6%
e di quella dei cittadini che soffrono di severa
deprivazione, che è quasi raddoppiata, passando dal 6,9% all’11,1%. Sostanzialmente
stabile e intorno al 10,5% la quota di persone
che vivono a bassa densità di lavoro.
Rispetto al 2010, sono in aumento anche gli
individui che vivono in famiglie che non si
possono permettere una settimana di ferie
lontano da casa (quota cresciuta dal 39,8%
al 46,6%), che non hanno potuto riscaldare
adeguatamente l’abitazione (dall’11,2% al
17,9%), che non riuscirebbero a far fronte
a una spesa imprevista di 800,00 euro (dal
33,3% al 38,5%) o che, anche volendo, non
possono garantirsi un pasto proteico adeguato
almeno ogni due giorni (dal 6,7% al 12,3%).
Le famiglie più a rischio di deprivazione - ri-
Tappe della vita
L’embrione? Uno di noi…
Sono entrati a far parte della famiglia di Dio:
Andreatta Mattia di Claudio e di Banalotti Laura
Comini Giovanni di Paolo e di Scioli Sara
Cuero Garcia Steven di Mozzi Bruno e Bianchi Emanuela
Franco Matteo di Alessandro e di Zabbialini Sara
Ghidinelli Matteo di Stefano e di Crescini Silvia
Sono tornati alla casa del Padre:
Bontempi Maria ved. Apollonio, anni 85
Tanucci Ida ved. Procopio, anni 85
Cifalà Maria Samuela, anni 38
Pirlo Vittorio, anni 97
Padova Emma ved. Lorenzon, anni 96
Banalotti Piermario, anni 71
Bianchi Palmiro, anni 89
Rossi Maria Vittoria ved. Sorlini, anni 87
Cobelli Dario, anni 76
-------------------------------------------------------------------------------Nell’ottavo anniversario della morte di
La «Giornata della vita» è stata istituita nel 1978, all’indomani della legge 194 sull’aborto, per mantenere
viva la coscienza dei credenti e non credenti riguardo al valore inestimabile della vita umana. Ogni anno
la Chiesa italiana prepara una meditazione su aspetti
diversi, sempre collegati al tema primario della vita
umana. Tutte le motivazioni presentate per controbattere le negazioni della vita nascente sono originate dal
fatto che il feto è “uno di noi”.
Ecco perché l’iniziativa dei cittadini europei in difesa
della vita è denominata UNO DI NOI. Almeno un milione di cittadini di almeno 7 stati membri dell’E.U.
(Unione Europea) possono chiedere alla Commissione
di proporre un atto giuridico alle altre istituzione europee (Parlamento e Consiglio dei ministri). Con queste
firme la Commissione è obbligata a dare una risposta.
Il riconoscimento del “concepito” come «uno di noi»,
che sia nato o non ancora nato, cambia radicalmente
la concezione della dignità umana, presentata nella
Carta europea dei diritti fondamentali del Trattato di
Lisbona. È urgente fare tutto il possibile per restituire
all’Europa il suo vero fondamento.
L’Unione europea non ha competenze dirette nel campo del diritto la vita, tuttavia essa finanzia ricerche che
distruggono embrioni e sostiene economicamente organizzazioni internazionali che promuovono l’aborto.
Con la nostra firma (convalidata dai vari dati anagrafici e con la carta d’identità o passaporto), chiediamo
che non vengano erogati contributi per “uccidere” gli
embrioni... in quanto sono UNO DI NOI. Firmiamo!
FRANCESCO DOLFO
e della moglie
IRMA GAMBIN
i figli, i generi, la nuora e i nipoti li ricordano
con affetto insieme a quanti li hanno conosciuti.
--------------------------------------------------------------------------------10 – 2 -1975
10 – 2 – 2013
FAUSTINO ZANARDELLI
È sempre vivo in noi il tuo ricordo.
Ricordandoti nella preghiera. I tuoi cari.
--------------------------------------------------------------------------------18 – 2 -2011
18 – 2 – 2013
DANTE LUGLI
Vivo e commosso il ricordo di te che ci hai amato tanto.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
corda l’ISTAT – sono quelle più numerose e/o
con un basso numero di percettori di reddito.
Se la situazione è grave in tutto il Paese, diventa drammatica nelle regioni Meridionali.
Qui quasi una persona su cinque (il 19,4%
per la precisione) è gravemente deprivata:
dato più che doppio rispetto al Centro (7,5%)
e addirittura triplo rispetto alle regioni Settentrionali (6,4%). Inoltre nel Sud l’8,5%
delle persone senza alcun sintomo di deprivazione nel 2010 diventa gravemente deprivato
nel 2011, contro appena l’1,7% nel Nord e il
3% nel Centro.
Il reddito mediano delle famiglie che vivono
nel mezzogiorno – commenta l’ISTAT – è pari
al 73% di quello delle famiglie residenti al
Nord, valore inferiore a quello registrato nel
2009 (76%); nel Centro la quota si assesta al
94% (era il 96%) a segnalare un aumento del
divario territoriale a svantaggio del Centrosud.
Gruppo Caritas
6
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Santo del mese a cura di Luisa Madureri
S
San Salvatore da Horta
“Amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze ”
toria bella commovente di un ragazzo buono e mite,
piccolo grande frate francescano, venuto fra noi come
amico del cuore, cui confidare i più segreti moti dell’anima, vicino ai bisognosi, ai sofferenti, generoso di sé.
San Salvatore nasce nel 1520 in Catalogna – Spagna – da una
povera famiglia e cresce fra i poveri, pastore, poi garzone di
calzolaio. È analfabeta, ma possiede l’istinto verso la perfezione del bene: adolescente, pensa di entrare in una abbazia benedettina, ma l’ambiente è troppo
aristocratico e potente per lui e così entra
nel convento francescano, dove trova un
mondo più vicino a lui, alla sua profonda
scelta di povertà, povertà benedetta, la
sua personale via alla santità.
Frate Salvatore ha uno spirito semplice,
puro, una fede totalizzante, incrollabile,
un carattere gioioso e sereno, che lo porta ad amare in modo incondizionato chi
soffre, chi è fragile: in lui i fedeli, subito
numerosi ed affascinati dalla sua azione,
vedono il messaggero dell’amore e della
misericordia di Dio. In questo umile frate
di San Francesco, perdutamente innamorato di Dio, imitatore perfetto di Gesù,
mite sempre, anche quando non è capito
dai confratelli, anche quando è costretto
dalle gerarchie ecclesiastiche a cambiare continuamente convento, devotissimo alla Madonna, vicino sempre agli ultimi,
i fedeli vedono il potente mediatore della potenza di Dio e
della Madre di Dio, Mediatrice di tutte le grazie.
La sua vita: così breve, così intensa, così piena di prodigi.
I fedeli giungono da ogni parte della Spagna al convento
di frate Salvatore per vederlo, toccare il suo ruvido saio,
baciare i suoi sandali, chiedergli conforto del corpo e luce
dell’anima; folle enormi lo cercano con ansia, eppure i suoi
superiori, gli stessi confratelli lo biasimano perché, dicono,
suscita fanatismo, perché turba la pace del convento, perché,
come tutti i santi, è “diverso”, non segue la tradizione, perché
è troppo amato.
Conosce gli onori della corte di Filippo II, dei potenti nobili
del re, ma anche le accuse di eresie del tribunale della Inquisizione; è venerato dai semplici di cuore come una benedizione di Dio, è visto dai frati come un religioso fastidioso ed
impertinente. Del resto, come è possibile per un piccolo frate
illetterato ottenere tanta fama? È questo che infastidisce, che
non è capito: eppure è vero, San Salvatore è un taumaturgo,
i fedeli lo capiscono, lo sanno e lo seguono ovunque vada.
Egli combatte l’errore non con gli scritti, né con la predicazione, ma con i miracoli che compie con il tocco delle mani,
con la sua parola così nuova ed ispirata, con la benedizione,
spingendo tutti ad amare l’Eucarestia, a credere con piena
fiducia nella certa intercessione della Madonna. Le folle lo
chiamano santo, ma egli non vuole, si imbarazza e dice:
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
“Non sono io l’autore di questi prodigi, ma la Comunione e la Madonna”.
Numerosi sono anche i confratelli che lo amano e lo difendono dagli attacchi alla sua opera: sono pieni di stupore per
la semplicità di fra Salvatore, per l’autentica umiltà: “Fra Salvatore sembra non sappia fare altro che essere santo”. Lo vedono
proprio come San Francesco: “Non uomo che prega, ma uomo
fatto preghiera. Devotissimo e fedele adoratore dell’Eucarestia, che
lo rapiva in Dio ogni volta che sostava in
contemplazione davanti al tabernacolo. Devotissimo della Beata Vergine Maria, con la
quale spesso fu sorpreso a dialogare confidenzialmente”.
Nel 1565 fra Salvatore è mandato in Sardegna; la sua fama lo precede; ed al suo
arrivo nell’isola trova a riceverlo al porto una immensa folla, che vede in lui un
generoso dono della provvidenza. La
sua azione continua come in Spagna: e
forse, abituato a cambiare così frequentemente convento, non risente del distacco della sua terra natale e poi, per i
santi, ogni terra è luogo precario e nello
stesso tempo è casa di Dio. La Sardegna
ama molto San Salvatore, lo considera figlio e lo circonda di affetto e stima: qui
muore, due anni dopo il suo arrivo. È il 18 marzo 1567, è il
tramonto, in una povera cella del Convento di Maria e Gesù
in Cagliari: ancora echeggiano le sue parole, quando vi entra
e vede sul frontone l’immagine della Madonna: “Siete qui,
Signora?”, la saluta con grande commozione ed affetto e la
Vergine sorride: “Figlio mio, ti aspettavo!”.
La statua di San Salvatore, l’urna con i resti mortali ed il reliquiario si venerano nella chiesa-santuario in Orta di Atella,
diocesi di Aversa.
Appuntamenti liturgico-culturali
6 febbraio
ore 20.45: in oratorio ABRAMO – Agar e Sara
13 febbraio:
ore 20,45 in Duomo benedizione e distribuzione
delle ceneri
18 – 23 febbraio
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI
27 febbraio:
Animatori Centri di Ascolto per 4 incontri in famiglia
1 marzo:
ore 20.45 inizio Via Crucis settimanali
7
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Oratorio vita quotidiana
Il volto trafitto
Facciamo davvero fatica a confrontarci con la sofferenza. Spesso ci viene detto che conti solo essere
forti, vincenti, potenti: la sofferenza è lontanissima
da queste dimensioni! Eppure non mancano nella
nostra vita occasioni che ci mostrano tutto lo scandalo del peccato, del dolore, del male. Anche Gesù
Cristo, il figlio di Dio, ha attraversato questa dimensione umana. L’itinerario quaresimale è un’occasione che ci offre l’anno liturgico per comprendere a pieno il valore anche della sofferenza. Solo
accogliendola e vivendola nella piena consapevolezza è possibile gustare il dono della risurrezione, di una vita nuova che ci è donata dall'amore di
Dio.
Scriveva Giuseppe Ungaretti: "Fa piaga nel Tuo
cuore la somma del dolore che va spargendo sulla terra
l'uomo; il Tuo cuore è la sede appassionata dell'amore
non vano. Cristo, pensoso palpito, astro incarnato nell'umane tenebre, fratello che t'immoli perennemente per
riedificare umanamente l'uomo, Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli, Santo, Santo
che soffri per liberare dalla morte i morti e sorreggere
noi infelici vivi, d'un pianto solo mio non piango più.
Ecco, Ti chiamo, Santo, Santo, Santo che soffri".
don Gianluca
a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Carità è amore
Rimanere nell’amore di Gesù, significa credere
nel Suo Amore, che ci conduce a riconoscere
nell’altro un nostro fratello, uno che ci
appartiene, perché è realmente parte di
noi!
Si è cercato di far emergere tutto ciò, con grande
semplicità, nel ritiro dell’avvento di sabato 22
dicembre, presso il Centro CARITAS di Salò con
i ragazzi del Gruppo S. Francesco ed i propri
Catechisti .
Con entusiasmo i ragazzi hanno consegnato i
“frutti” del loro impegno, offrendo per i fratelli
più poveri tanti cesti natalizi con beni gustosi e
variopinti, in una policromia di colori tra i più
vivi, proprio come l’Amore di Gesù, perché anche
le famiglie in difficoltà potessero trascorrere un
buon Natale.
Alla fine, dopo varie ed interessanti domande
poste dai ragazzi, in un clima di amicizia ed
allegria, con gli animatori Caritas presenti ci si è
scambiati gli auguri, dando così veramente “un
senso” al gesto del BUON NATALE!
Un animatore Caritas
Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso
A
prendo il giornale del mattino troviamo dei titoli inquietanti: ancora atti casuali
di violenza insensata. Per motivi
futili si uccide, si colpiscono selvaggiamente persone inermi... Ogni
giorno leggiamo esterrefatti questi
avvenimenti.
Sembra che il mondo intero sia
impazzito! Qualcosa si deve pur
fare... Ho trovato questa proposta:
Praticate gentilezza a casaccio e atti di
bellezza privi di senso. È uno slogan
che si è diffuso da un po' di tempo
negli Stati Uniti e che ho recuperato da un articolo di giornale che
mi è stato dato in questi giorni.... È
una provocazione geniale e sempre
valida, in tutti i tempi e a tutte le
latitudini.
È una gelida giornata invernale a San Francisco. Una donna su
un'auto, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
al casello del pedaggio per il ponte
sulla baia. "Pago per me e per le sei
auto dietro di me", dice con un sorriso.
Uno dopo l'altro, i sei automobilisti arrivano al casello, dollari in
mano, solo per sentirsi dire: "Una
signora lì davanti ha già pagato il biglietto per lei. Buona giornata". La
donna dell'auto, si venne a sapere,
aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato ad un nastro adesivo al
frigorifero di un amico: "Praticate
gentilezza a casaccio e atti di bellezza
privi di senso".
La frase sembrò rivolta direttamente a lei e se la ricopiò. Ora la frase
si sta diffondendo, su adesivi, sui
muri, in fondo alle lettere e ai biglietti da visita. Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione
di una guerriglia della bontà. La
cosa interessante è che questi atti
sono casuali, non richiesti, del tutto
8
spontanei, fatti solo per far sorridere la gente, per farla sentire meglio.
E non si può essere destinatari di
tali gentilezze senza provare uno
choc, un sobbalzo piacevole. Se voi
foste stati fra quegli automobilisti
che si trovarono il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati
ispirati a fare per qualcun altro più
tardi... Avreste dato la precedenza
a qualcuno all'incrocio? Avreste
sorriso a un impiegato stanco? O
qualcosa di più importante, di più
grande?
Come tutte le rivoluzioni quella
della bontà comincia lentamente,
con un unico atto, ma poi dilaga ed
è irrefrenabile.
Dio Padre in Gesù Cristo ci ha dato
l'esempio, OGGI tocca a noi vivere
con lo stile nuovo del Natale: questa sia per tutti una nuova "Alba di
Salvezza".
Silvia
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Oratorio vita quotidiana
E
«Generare la vita vince la crisi»
Messaggio per la Giornata della vita 3 febbraio 2013
cco, in sintesi, il messaggio
preparato come al solito dal
Consiglio permanente della
Conferenza Episcopale Italiana:
“La crisi del lavoro aggrava così
la crisi della natalità e accresce il
preoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese: il progressivo invecchiamento
della popolazione priva la società
dell’insostituibile patrimonio che
i figli rappresentano, crea difficoltà
relative al mantenimento di attività
P
a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il
sorgere di nuove iniziative. […] La
disponibilità a generare, ancora ben
presente nella nostra cultura e nei
giovani, è tutt’uno con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si
esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l’aborto, bensì
facendo forza sulla verità della
persona umana, sulla logica della
gratuità e sul dono grande e unico
del trasmettere la vita, proprio in
un una situazione di crisi. Donare e
generare la vita significa scegliere
la via di un futuro sostenibile per
un’Italia che si rinnova: è questa
una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una
gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla
persona e sulla famiglia, credendo
ancora che la vita vince, anche la
crisi”.
Andrea
INVE 2013 – INsieme d’inVErno
erché no? Ci siamo chiesti. E così, il tempo di organizzare le attività e trovare le risorse, seppur
con qualche timore, partiamo con la proposta.
Tre giornate insieme ai ragazzi delle medie dalle 9.00
alle 17.00. A fare cosa?
Dalla colazione alle lodi, dallo studio al gioco e laboratori, poi il pranzo e ancora studio e gioco. Non ci facciamo mancare nemmeno divertenti attività di drammatizzazione. Per chiudere la giornata la preghiera
del vespro e merendone finale. E dopo due giornate di
intenso, faticoso lavoro, Venerdì una giornata di puro
svago. La neve si fa desiderare: curve su curve, soste e
ripartenze, qualche stomaco ribaltato e poi, finalmente,
arriviamo a Lavarone. Sotto uno splendido sole quasi
primaverile, qualcuno si lancia sugli sci, qualcuno sullo
snow, qualcuno su gommoni e slittini. Il tempo vola ed
è già ora di tornare; con le nostre belle guancette rosse
risaliamo sul pulmann e non ci dispiace più di tanto
poter stare ancora qualche ora insieme comodamente
seduti. È stata un'esperienza positiva, secondo noi da
migliorare e ripetere, per dare occasione ai nostri ragazzi di riconoscere nell'oratorio un luogo privilegiato
di ritrovo in cui coltivare l'amicizia in continuazione
con il cammino di fede iniziato.
Nessuno si è chiesto, in tutto questo, cosa c'entri “EL
PRET DE LA FOLADA” del volantino? Doveva essere
un quiz, un indovinello con tanto di premio per chi
riusciva a risolverlo … ma … siamo stati talmente presi dal susseguirsi di così tante belle attività che …. ce lo
siamo dimenticato! Comunque non è mai troppo tardi: a voi la sfida! Vediamo chi riesce a risolvere questo
anagramma!
Le educatrici
FIORISTA E ONORANZE FUNEBRI - DOMUS FUNERARIA
Rodella Gianfranco
Servizi funebri completi - Vestizione salma
Pratiche trasporti in Italia ed estero
nuove proposte d’arredo
centro cucine SNAIDERO
www.musestiarreda.it
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
agenzie: S. Felice d/Benaco - tel. 0365 41552
Puegnago - tel. 0365 41552
sede: SALÒ - Via Bezzecca, 8 - tel. 0365 41552 - Fax 0365 43239
9
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Oratorio vita quotidiana
a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
Educare i fidanzati ad un «sì» per sempre
D
ocumento dei Vescovi italiani
per accompagnare i fidanzati
al matrimonio e alla famiglia.
Ecco una sintesi del documento:
«Educare all'amore e accompagnare
nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi, imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura,
improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali da
mettere radicalmente in discussione l'esistenza stessa dell'istituto del
matrimonio». Nell'attuale contesto,
sembra «perdere valore la condizione del fidanzamento a favore di
ormai diffuse forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti
o almeno finché ci vogliamo bene.
Anche il percorso di educazione all'amore pare seguire questa deriva, a
tutto vantaggio della pretesa di una
neutra informazione che assicuri un
esercizio della sessualità privo di rischi per sé e per gli altri». Il documento dei Vescovi è motivato dalla
considerazione che «la comunità
cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma
riconosce ancor più e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all'amore
totale, unico, fedele e fecondo, come
è l'amore degli sposi, attraverso un
percorso progressivo e coinvolgente». «Credendo alla possibilità di
educare e crescere nell'amore», il documento si propone quindi di offrire
«linee rinnovate per i percorsi verso
il matrimonio».
1. Un impegno «definitivo». La premessa del testo è che il fidanzamento
è un «valore», in quanto «tempo necessario e privilegiato per conoscersi
tra innamorati, per compiere passi
importanti e per accogliersi come
dono reciproco, se questo è nel pensiero di Dio». L'obiettivo è quindi di
offrire dei contenuti validi in modo
che si compia «un buon cammino
verso le nozze», educando ad un
«amore sponsale in un mondo che
cambia».
I motivi di tale insistenza risiedono nel fatto che oggi «si vorrebbero
infatti porre sullo stesso piano del
matrimonio scelte diverse e meno
impegnative, come la semplice
convivenza o la scelta di rimanere
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
sempre fidanzati, continuando ad
abitare nelle rispettive famiglie di
provenienza, offuscando l'orizzonte
dell'amore, che per sua natura rende capaci del dono totale di sé. La
Chiesa non giudica e non intende
allontanare chi compie tali scelte;
al contrario desidera entrare in un
proficuo dialogo con loro e li invita a
non allontanarsi dalla vita ecclesiale.
Non può però rinunciare ad affermare che vi è una forma di relazione
della coppia, quella matrimoniale,
che non può essere comparata con le
altre forme di convivenza o accompagnamento, perché basata sull'assunzione definitiva del proprio impegno nei confronti dell'altro».
2. La bellezza dell'amore umano.
Tra le convinzioni di fondo che il
documento propone vi è quella che
«costruire la famiglia rinnova la società», in quanto la famiglia si pone
come «cellula vivificante e risorsa feconda» che «partecipa alla vita della
società per far crescere in umanità i
suoi membri». La famiglia, inoltre,
«alimenta la coesione sociale e ne è
l'autentica sorgente». Dentro questo orizzonte, il primo aspetto che
il documento affronta è quello dell'«affettività e innamoramento», in
un contesto in cui sembra prevalere
una banalizzazione dell'amore sotto
forma di puro erotismo.
Viene quindi riproposta la bellezza
dell'amore umano con i valori correlati del «pudore» e della «castità»,
ribadendo al riguardo il compito
educativo dei genitori, oltre che il
«prezioso apporto dei carismi e della vita consacrata». La preparazione
al matrimonio non è qualcosa d'improvvisato, ma - dice il documento «un cammino graduale e continuo»,
da proporre «per tempo». Solo così
i fidanzati possono giungere a considerare la loro come una «relazione
umanamente matura» in cui si ravvisino i tre elementi della «identità»,
della «reciprocità» e della «progettualità» come coppia.
3. Le «tappe» da percorrere. Il cammino verso le nozze ha poi bisogno
di «tappe» quali l'incontro con il parroco, la partecipazione agli incontri
formativi offerti dalla comunità lo-
10
cale, la preparazione al rito del matrimonio. Tali incontri dovrebbero
essere «ricchi di confronto all'interno
della coppia e fra le coppie partecipanti», «evitando le lezioni frontali», in un «ambiente familiare, accogliente» e che «metta a proprio agio
i fidanzati». In tale contesto vanno
accolti tutti, credenti e non credenti,
quando questi ultimi «accettano e
rispettano il partner per la fede che
ha».
Vanno quindi accompagnate anche
le «persone che convivono» tramite
un «criterio pastorale unitario e appropriato», orientato ad un'assunzione consapevole del significato del
matrimonio cristiano. Una particolare attenzione è necessaria nell'accoglienza verso coppie unite con rito
civile che chiedono il matrimonio religioso e di far battezzare i figli nati
dall'unione civile. Come pure occorre una «peculiare attenzione pastorale» nei confronti dei fidanzati o conviventi, specie nei casi di matrimoni
misti tra un cattolico e un battezzato
non cattolico o, ancora più, quando
uno dei due non è battezzato.
4. Fecondità, sobrietà, impegno sociale. Nella parte conclusiva il documento ribadisce che il «matrimonio è
via di santificazione» e che gli «sposi
sono ministri dell'amore»: c'è una
«ministerialità sponsale» che, accanto a quella «presbiterale» ha la sua
radice «nell'unico battesimo, sorgente di ambedue le vocazioni», che «si
differenziano per i diversi doni dello
Spirito conferiti nei rispettivi sacramenti».
Si parla poi della preparazione alla
«gestione dei conflitti» nella coppia,
all'orientamento alla «piena fecondità», alla «scelta della sobrietà» come
stile di vita semplice ed evangelico,
alla sofferenza da accogliere con coraggio e sopportazione. Infine il testo
propone «alleanze educative attorno
alle giovani famiglie» per sostenerle
in eventuali momenti di crisi, oltre
che un maggiore «protagonismo»
delle famiglie nelle cosiddette «politiche familiari», assumendosi «la
responsabilità di trasformare la società».
Daniela C.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Oratorio vita quotidiana
P
Route invernale 3-4-5 gennaio 2013
oca la voglia di partire, poca la voglia di lasciare gli amici
a casa, di fare lo zaino e di camminare. Siamo solo in quattro, ma, nonostante tutto partiamo.
Arriviamo dai padri comboniani nel pomeriggio e qui inizia la
nostra vera avventura. Dopo esserci riposati, aver curiosato qua
e là, aver ammirato una vista veramente fantastica ed aver fatto
un momento di riflessione, ci siamo messi al lavoro. Il nostro
C
a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri
ruolo e il nostro modo di ricambiare l’ospitalità dei padri era
preparare loro la cena. Il menu che ci avevano incaricato di cucinare era minestra e... minestra. E veniva chiamato anche “pasto
sostanzioso”! La sera è venuto a trovarci don Gianluca ed insieme abbiamo passato la serata. La sveglia il giorno dopo è suonata presto: dovevamo metterci in cammino. La parola chiave di
questa route era “organizzazione”.
Ci siamo trovati, forse per la prima volta, a dover fare bene i
conti per il cibo e l’acqua poichè ogni coppia doveva procurarsi
da sé le giuste dosi per cucinarsi colazioni e pranzi. La camminata al monte Dalco è stata veramente bella, i passaggi che
abbiamo incontrato ci hanno lasciato senza fiato. In un soffio,
eravamo già all’ultima sera di questo campo.
Durante la nostra permanenza al convento, abbiamo fatto due
incontri con padre Andrea che ci ha raccontato la sua esperienza
in Africa, cercando di farci riflettere su alcuni argomenti proposti sul nostro libretto della route. Ora siamo a casa al calduccio
e facendo un bilancio di questa nostra prima route, siamo davvero soddisfatti. Ci siamo sentiti gruppo, abbiamo condiviso le
fatiche, la sete, la strada e le emozioni. Se dovessimo tornare
indietro nel tempo, probabilmente cancelleremo quella “poca
voglia” che ci accompagnava alla partenza e fortunatamente in
una tasca dello zaino c’eravamo ricordati di mettere il nostro
spirito scout.
Sandro
L’inizio di un nuovo cammino
ome in tutte le cose, arriva il momento in cui si passa di livello, si
cresce. Per noi del quarto anno di
reparto questo momento è arrivato ad
inizio Ottobre.
Dopo un’esperienza di cammino notturno, abbiamo salutato le nostre squadriglie e i nostri compagni di reparto e
ci siamo avventurati in quella che è una
nuova esperienza per noi, per i capi e
per il gruppo di Salò. Da parecchi anni,
infatti il gruppo non ha avuto i numeri
per aprire quello che nella grande famiglia scout è chiamato il noviziato.
Di cosa si tratta? Il noviziato è un piccolo
gruppo di passaggio tra il reparto
e il clan del quale comunque fa
parte. Un periodo nel quale siamo
chiamati a riflettere sulla nostra
fede, su noi stessi, sui nostri sentimenti e sulle nostre scelte. Nel
week-end di sabato 24 e domenica 25 Novembre abbiamo fatto
la nostra prima uscita di gruppo:
partenza da Salò con destinazione
Alone di Casto.
Il pullman ci ha portato fino a
Nozza di Vestone; proseguendo
da lì il percorso a piedi. Durante
la strada, nonostante la fatica e il
peso dello zaino sulle spalle, abAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013
biamo parlato di ciò che ci aspettava, ciò
a cui saremmo andati incontro. Questo
però non ci ha proibito di cantare, ridere
e scherzare; perché questo non manca
mai nelle uscite scout. Siamo arrivati infreddoliti, ma felici, alla casa del paese,
dove abbiamo passato la notte. Prima
però ci siamo messi velocemente in divisa perfetta, pronti per la Santa Messa.
La casa era calda ed accogliente; era una
casa che conoscevamo già. Per cena abbiamo mangiato un piatto di pasta rossa
e del salame che doveva essere il contorno per il pranzo del giorno dopo, ma
che, affamati, abbiamo spazzolato in un
11
attimo. Le canzoni scout e un bel tè caldo ci hanno tenuto compagnia durante
la serata. Che emozione la veglia serale,
sotto un cielo stellato ed una luna davvero bella. L’atmosfera perfetta per accogliere Francesco. Un nuovo compagno
nella grande famiglia scout.
Domenica mattina la sveglia è suonata
presto, ma eravamo già tutti pronti per
una nuova giornata. Avevamo un sacco di cose da fare quel giorno, a partire
dall’organizzazione dello spettacolo di
Natale. Dopo qualche nota tecnica, qualche scambio di idee, qualche discussione
e dopo aver pranzato, ci siamo rimessi
in cammino. Le nostre famiglie, a
casa, ci aspettavano al calduccio
e con una buona merenda. Qualche ora dopo eravamo arrivati
alla fermata del pullman. Vicino
alla fermata c’era un campetto di
calcio, così abbiamo guardato i
ragazzi giocare in attesa dell’arrivo del bus. Una volta saliti sul
pullman che ci avrebbe riportato
a casa, siamo crollati tutti in un
sonno profondo. Sono stati due
giorni intensi, ma nonostante
questo, la compagnia ha reso il
tutto piacevole e leggero.
Flora
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Vita di parrocchia
M
a cura di Renato Cobelli
L’uomo di fronte all’infinito
Il satellite “Keplero” ispeziona la nostra galassia
i ritrovo, per una felice coincidenza, nell’amata Sardegna, precisamente in Ogliastra, per scarpinare lungo alcuni impareggiabili sentieri
dei Tacchi, ai piedi del Gennargentu. La
stagione turistica è ormai passata e sullo
sterrato s’incontrano soltanto alcuni cicloturisti tedeschi, cacciatori, le immancabili
greggi di capre e di pecore. Questa volta,
abbiamo deciso di attendere l’alba nel piccolo osservatorio costruito a fianco della
strada che, dalla cantoniera di Cercerei,
porta al superbo monumento geologico
di “Perda ‘e Liana” (pietra di luna).
Fa gli onori di casa Marco, un insegnante di Lanusei, a tempo perso astronomomanutentore dell’osservatorio. Dopo il
tramonto del sole, la notte appare in
tutto il suo splendore stellato. Non ci
sono luci a disturbare il nostro scrutare
la volta celeste. A turno, appiccichiamo
gli occhi al telescopio, puntato verso la
costellazione dell’Ariete.
Marco fornisce le informazioni richieste con pazienza e vivacità di linguaggio. Fra uno “sguardo” e l’altro, si parla
dei risultati scientifici più significativi
dell’anno. Gli faccio presente soprattutto
il bosone di Higgs (la famosa “particella di
Dio”) e la riconferma della teoria di Einstein, messa in dubbio dai neutrini. Con
un sorriso, il nostro “cicerone” espone il
suo punto di vista: si tratta della scoperta
che esistono milioni di pianeti simili al nostro, alla Terra.
Questo dato, che si è chiarito sempre più
nel corso dell’anno, è stato confermato dai
rilevamenti del satellite per osservazioni
“Keplero”. La stima attuale dei pianeti
simili alla Terra, esistenti nella nostra galassia è diciotto miliardi. Significa che esistono diciassette miliardi di pianeti come
il nostro solo nella nostra galassia. Se pensiamo che le galassie che vediamo siano
un centinaio di miliardi, alla fine il numero di possibili altri pianeti "terrestri" risul-
ta un numero incalcolabile. I pianeti sono
troppo piccoli per essere visti. Per trovarli,
il satellite “Keplero” usa una tecnica indiretta. Osserva una stella con un telescopio
per un lungo periodo di tempo. Se c’è un
pianeta, e se esso si trova su un’orbita opportuna, succede che a ogni giro (del pianeta) la luminosità della stella diminuisce
per un attimo. La stella è “oscurata” dal
pianeta che le passa davanti. Insomma,
una mini eclisse della stella della durata
di un attimo. C’è una parola inglese che
Il satellite Keplero in azione
indica questa momentanea diminuzione
di luce: è blink, la stessa parola usata per il
battere istintivo delle palpebre. È come se
la stella, per un attimo, battesse le palpebre, chiudendo per un istante il suo occhio
di luce.
Le apparecchiature del satellite “Keplero”
misurano la frequenza di questi battiti,
misurano anche l’abbassamento della luce
durante il transito, ne deducono orbita e
massa del pianeta. In questo modo, il satellite ha trovato via via centinaia di pianeti. Con un conto statistico, gli astronomi
risalgono dal numero di quelli rilevati a
quelli plausibilmente esistenti.
L’informazione di Marco mi tocca profondamente. Mi ricorda i libri e i film di
fantascienza, compresa la saga galattica
della trilogia di Azimov. Mi ricorda, in
particolare, il sovietico Yuri Gagarin, uscito per primo dal pianeta sessant’anni fa.
Mi ricorda, inoltre, Neil Armstrong, i cui
piedi hanno calpestato, per la prima volta,
il suolo lunare. Sembrò, allora, che l’universo fosse alla nostra portata. Col passare
degli anni, queste fantasie si sono allontanate. Le osservazioni astronomiche ci hanno mostrato ben altre meraviglie: stelle di
neutroni, buchi neri, stelle pulsanti, nubi
interstellari, immense strutture cosmiche.
Marco, cortesemente, si collega al sito d’immagini della Nasa e mi fa rimanere
letteralmente a bocca aperta sulla
varietà di “cose” contenute nel cielo. Ritornando, scarpinando, sulla
strada asfaltata, facendoci luce con
le pile frontali, Marco ci fa osservare che l’universo è troppo grande per essere definibile tramite le
forme e le dimensioni a noi note.
Tuttavia, la constatazione che il
nostro pianeta non è un’eccezione,
ci fa sentire l’universo più umano
e a noi più vicino. Chissà se ci saranno pianeti con boschi e uccelli!
Chissà se ce ne saranno dotati di
un’atmosfera simile alla nostra e, quindi,
abitabili da esseri come noi!
Le tecnologie disponibili non ci consentono di viaggiare fino ai pianeti localizzati
da “Keplero”, magari utilizzando le navi
spaziali di Azimov che saltano attraverso
l’iperspazio. Forse non ci arriveremo mai
su quei pianeti e dovremo continuare a
studiarli da lontano. Tuttavia, la rapidità
con cui continuiamo a imparare le “cose”
dell’universo non si è fermata. In fondo,
chi avrebbe potuto immaginare, quarant’anni prima del 1968, che Armstrong
avrebbe camminato sulla luna?
Marco (non me ne ero accorto prima) è
profondamente religioso. Al momento del
commiato, cita Pietro Metastasio: “Ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo, nell’opre tue ti ammiro, ti riconosco in me”.
FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒ
Via Zette, 31 - tel. 0365 438058
SPORTELLO BANCOMAT - Largo D. Alighieri (Stazione Bus)
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
12
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Notizie utili
L’
a cura di Giovanni Ciato
L’oro blu e il futuro dell’uomo
acqua non è una risorsa infinita mente dedicato “all’oro blu”, suddiviso una particolarità: le sue origini non si
ma limitata, in particolare l’ac- tra potere e povertà. Su questo punto il trovano in Egitto.
qua potabile è poco più dell'1% rapporto è molto chiaro: “I Paesi posso- Il Nilo azzurro percorre il Sudan, mendi tutta quella presente sul pianeta, no anche emanare leggi relative all’acqua tre il Nilo bianco ha le sue sorgenti in
mentre il restante 99% è costituito da considerandola un bene nazionale”, ma Tanzania, percorrendo in tutto nove
acqua salata o allo stato solido, conge- “rimane il fatto che la risorsa in sé travali- nazioni e dove l’Egitto è l’ultimo Paese
lata nei ghiacciai polari.
ca i confini politici senza alcun passaporto, ad essere percorso e potrebbe succedePer effetto delle variazioni climatiche passando sotto forma di fiumi o laghi”. Poi re ciò che è già accaduto tra il Botswana
l’acqua sta diventando sempre più il rapporto prosegue: “Le acque tran- e la Namibia, dove i rapporti sono stati
un bene strategico, sia per il consumo sfrontaliere mettono in relazione all’inter- messi seriamente in crisi dai progetti
umano che per l’agricoldella Namibia di costruire
tura e la zootecnia e, se da
un acquedotto che avrebbe
un lato abbiamo bisogno di
dovuto deviare le acque del
fiume Okavango verso le
quantità sempre maggiori
zone dell'est della Namibia,
d’acqua, dall’altro questa
oggi in comune. L'acqua
scarseggia sempre di più e
oggi è anche denaro e la
quando abbonda è perché
scarsità sta diventando una
scende in forma concentrata, tanto da causare alluforza destabilizzante. La novioni e danni. E l’uomo? Si
stra goccia terminato il suo
lamenta quando scarseggia,
percorso dolce si è trovata
all’improvviso nel mondo
si lamenta quanto crea disagi ed è incapace di trovare la
del sale, impotente di fronte
strategia migliore per sfrutal suo destino e incapace di
tarla al meglio.
tornare alle origini.
La definizione di “oro blu”
Le guerre per l’oro blu sarebsembra essere il termine più
bero facili da mascherare
appropriato e sarà probatravestendole da conflitti etbilmente per questa sua canici e religiosi che risultano
ratteristica di bene prezioso
facili perché le regioni lun2012 - Torrente Toscolano in Val delle Camerate
go i fiumi sono abitate molche sarà il principale motivo di probabili guerre in un
to spesso da società multietfuturo. Dopo l’epopea dei ricercatori no di un sistema condiviso utenti dislocati niche con differenze linguistiche, di
costume e di cultura, per cui una volta
d’oro e dopo quella dell’oro nero (il in diversi Paesi.
petrolio), sembra che il futuro sia “del- La gestione di questa interdipendenza intraprese è quasi impossibile tornare
l’oro blu” in quanto ci aspettano grandi rappresenta una delle grandi sfide dello indietro, alimentando anche il mercato
siccità e l’acqua diventerà una risorsa sviluppo umano che la comunità interna- delle armi e facendo assaporare anche
sempre più ambita.
zionale si trova a fronteggiare”.
a noi il sapore del sale. Re Hussein di
In agricoltura, per superare il proble- Il primo giorno di vita della nostra goc- Giordania prima di morire dichiarò
ma della scarsità d’acqua nei vari cicli cia dell’articolo del mese scorso rap- che l'unico motivo per cui avrebbe poproduttivi, bisogna irrigare, ma ciò presentava un mondo candido, limpi- tuto combattere un'altra guerra contro
nonostante la produzione è diminuita, do, che sapeva di neve e rappresentava Israele, sarebbe stato per l'acqua.
mentre i prezzi di vendita aumentano una gioiosa espressione della purezza, Allora che fare, è sufficiente chiudere
in continuazione, ecco allora che l'oro della vita, tanto da fare tenerezza, forse il rubinetto o bisogna pensare ad una
blu rivestirà un'importanza sempre perché nel nostro immaginario era pu- politica planetaria che regoli i rapporti
più rilevante per l’economia mondiale lita, o forse solo perché identificava la internazionali in materia di acqua?
e quindi anche nei rapporti tra i vari nostra vita, dalla nascita alla morte. Ri- Beh, intanto che qualcuno abbozza le
Stati, col rischio di violenti conflitti, mane il fatto che l’acqua rappresenta la regole, che altri le approvino e che si
soprattutto in alcune regioni del mon- vita, si pensi ad esempio a Paesi come decida chi deve farle rispettare, anche
do dove la scarsità d’acqua potrebbe l'Egitto che deve affrontare una rapida se all’apparenza i mondi e gli scenari
diventare motivo di instabilità econo- crescita demografica che, secondo re- descritti sembrano lontani (nella realtà
mica, sociale e politica.
centi stime ha raggiunto quota 56 mi- sono molto più vicini di quanto possa
Il rapporto sullo sviluppo umano delle lioni di persone che dipendono quasi sembrare) è meglio essere parsimonioNazioni Unite del 2006 è stato intera- interamente dalle acque del Nilo, con si. Ne va del nostro futuro.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
13
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Scuola paritaria cattolica
L
a cura della Scuola “E. Medi”
Questione di opportunità
a scuola ha l’obiettivo di
formare le persone che si
occuperanno del mondo,
nel prossimo futuro, valorizzando capacità ed inclinazioni
di ogni studente. Da una parte ci sono i voti, arma letale in
mano al docente, che diviene
giudice inappellabile, alla cui
magnanimità dobbiamo affidarci nella speranza che sia
largo di maniche o che ponga le
domande di cui conosciamo le
risposte.
Dall’altra parte ci sono invece
le conoscenze, primo stadio irrinunciabile del percorso culturale, sulle quali possono poi
applicarsi le ministeriali abilità
e competenze (da certificare).
Dobbiamo ammettere che della
scuola sono peculiari entrambi
gli aspetti: la scuola infatti deve
insegnare, trasferire le conoscenze, coltivare ed indirizzare le abilità; la scuola deve poi
valutare questa acquisizione, e
mettere dei voti.
Il voto è l’indicazione semplificata, ristretta, del risultato
dello studio dell’alunno. Se insufficiente, non è una condanna a qualche mese di arresti
domiciliari per recuperare, né
un giudizio sulle capacità dello
studente. È l’invito esplicito a
colmare delle lacune, per poter
proseguire il percorso di crescita. Quel percorso è infatti lo
scopo della scuola, l’obiettivo
più profondo e difficile da raggiungere
È lavorando in questa direzione che una, pur piccola, modifica al calendario della nostra
scuola ha avuto risultati signifiAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013
cativi. Chiuse le interrogazioni
del primo quadrimestre con il
21 dicembre, abbiamo indicato
agli studenti le materie con valutazione insufficiente: abbiamo poi chiarito quali punti del
programma, quali argomenti
era necessario studiare nel periodo dal 21 dicembre al 18 gennaio. Due gli scopi: quello più
immediato è l’interrogazione,
in modo da poter aggiungere
una valutazione (possibilmente
positiva); quello più importante è permettere allo studente di
recuperare le conoscenze necessarie al proseguimento del
percorso.
Sembra un’ovvietà, ma molto
spesso è sufficiente fermarsi
un momento ed analizzare la
situazione di ogni singolo studente, per trovare le giuste misure che gli permettano di studiare con profitto. Dover quindi effettuare una valutazione al
termine del mese di dicembre
fa sì che il Consiglio di classe
individui le carenze di ogni singolo studente (ripetiamo “ogni
singolo” perché lo studente è
effettivamente un singolo, con
tutti i pro e i contro che questo
comporta, soprattutto la neces-
14
sità di conoscerlo…), ipotizzi
gli ostacoli che hanno portato
alle valutazioni insufficienti,
e infine suggerisca strumenti
e tempi per il recupero. A volte, e non proprio così di rado,
questo significa scoprire alunni
inaspettatamente efficaci.
In questo senso la scuola non
può limitarsi a valutare: deve
insegnare, formare, trovare soluzioni alle eventuali difficoltà,
escogitare ed indicare possibili
strategie.
Poi, naturalmente, deve valutare, e a quel punto lo può fare
con completa cognizione di
causa.
Con lo stesso obiettivo, sempre
in questo periodo, agli studenti
che al termine di dicembre hanno ottenuto valutazioni positive, è stato proposto di migliorare (il voto, e la preparazione)
con interrogazioni facoltative.
Agli studenti con valutazione
eccellente è stato invece proposto un approfondimento ad hoc,
pensato proprio per affinare le
già notevoli qualità in argomenti nuovi, spesso nemmeno previsti dai normali programmi: la
scuola è cosi, davvero, “scuola
di tutti e scuola di ciascuno”.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò
«Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili
del Vangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento sociale della Chiesa». In
ogni caso, «a nessuno è lecito rivendicare esclusivamente a favore della propria opinione l’autorità della Chiesa»: i credenti devono
cercare piuttosto «di comprendersi a vicenda con un dialogo sincero, conservando sempre la mutua carità e solleciti per prima cosa
del bene comune». CdDSdC 574
Domanda: quali sono le agevolazioni per il canone
RAI?
Risposta: Usufruisce dell’esonero dal pagamento del
canone chi ha almeno 75 anni di età e nell’anno precedente ha avuto, insieme con il coniuge, un reddito
complessivo non superiore a 6713,98 euro, a patto che
il beneficiario non conviva con altre persone, diverse
dal coniuge. Non sono da considerare i redditi esenti
da IRPEF e quello dell’abitazione principale. Bisogna
richiedere l’apposito modulo all’Agenzia delle Entrate
e presentarlo alla stessa entro 60 gg. dall’acquisto del
televisore.
Inoltre i pensionati possono rateizzare il pagamento
del canone di abbonamento RAI 2013 tramite trattenuta da parte degli enti pensionistici però bisognava
presentare la domanda entro il 15 novembre 2012 al
proprio ente (INPS).
Il reddito da pensione non deve superare i 18.000,00
euro e la richiesta deve riportare il numero di abbonamento e, in presenza di più pensioni erogate da enti diversi che complessivamente non superano i 18.000,00
euro, deve essere presentata ad uno solo degli enti erogatori.
Per i soggetti che non erano titolari di pensione nell’anno precedente, la verifica va fatta rapportando
ad anno la rata mensile percepita al momento della
presentazione della domanda. Le trattenute vengono
effettuate dall’ente pensionistico con un massimo di
undici rate senza alcun interesse a partire dai mese di
gennaio 2013. L’Ente comunica al pensionato entro il
15 dei mese di gennaio l’accoglimento o meno della
domanda.
Domanda: quando bisogna presentare la “dichiarazione IMU”?
Risposta: Dopo il saldo dell’IMU 2012, per alcuni pro-
EVINRUDE
VENDITA - ASSISTENZA
MOTORI - IMBARCAZIONI
ACCESSORI
MOTONAUTICA ZANCA
SALÒ - Via Muro, 2
Tel. e Fax 0365 43476
MANERBA - Via Case Sparse,103/A
Tel. e Fax 0365 654230
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
prietari di immobili vi è l’obbligo di presentare al Comune la dichiarazione IMU entro il 4 febbraio 2013.
Ricordiamo che questa dichiarazione IMU deve essere
presentata soltanto per comunicare variazioni intervenute sugli immobili nel corso del 2012. In assenza di
variazioni, la dichiarazione presentata la prima volta vale anche per gli anni successivi. Si ha variazione
quando:
• è variato il complesso dei beni dichiarati in precedenza o - gli immobili posseduti hanno cambiato le
loro caratteristiche.
• Invece, non deve essere presentata la dichiarazione
IMU da parte degli eredi per gli immobili caduti in
successione se è stata presentata la “dichiarazione di
successione”.
• Per il futuro si può ottemperare all’obbligo nei 90
giorni successivi alla data in cui si è divenuti proprietari della casa o da quando si sono verificate variazioni.
Domanda: dove posso trovare l’assistenza per la gestione del rapporto di lavoro di COLF e ASSISTENTI
FAMILIARI?
Risposta: Presso lo sportello “Colf e Badanti” dei
CAAF vengono forniti i servizi a costi contenuti per la
regolarizzazione del rapporto di lavoro domestico:
• elaborare i prospetti paga mensili ed il modello CUD,
calcolare i contributi previdenziali e compilare i modelli MAV per il versamento all’INPS.
• tenere il conteggio di ferie, malattia, maternità, infortuni.
• calcolare TFR e liquidazione.
• ricevere assistenza per compilare documenti necessari a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per
il datore di lavoro.
• regolarizzare il rapporto di lavoro per cittadini extracomunitari.
FERRAMENTA
Onoranze Funebri
Falegnameria
TEDESCHI
Tel.
SALÒ (Brescia)
0365 40162
Via S. Benedetto, 34
Fax
RECAPITI: Portese
0365/ 524924
Cellulare
San Felice del Benaco
337434380 TOSCOLANO MADERNO
tel. 0365 643102
Servizi completi
15
CISA
Brunelli
Angelo
CASSEFORTI
Ferramenta - Utensili - Bricolage
Articoli Casalinghi
Serrature di sicurezza
Montaggio porte blindate
Articoli di Fumisteria
Attrezzi per Agricoltori
Via Cavour, 2 - SALÒ (Bs)
tel. 0365 520681
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Cinema teatro Cristal
Lo spettatore ragiona
ancora con la propria testa
Cineforum
È stato recentemente proposto al Cinema Cristal il film “Quello
che so sull’amore” girato negli Stati Uniti dal regista italiano Gabriele Muccino con il titolo “Playing For Keeps”. Si tratta di un
film che ha esaminato un argomento altamente positivo; quello di
un uomo che dopo un periodo di sbandamento, si ricorda che ha
un figlio da seguire e una moglie con la quale tentare di ristabilire
il rapporto coniugale che si era logorato e sciolto. Anche il cast
degli attori era di tutto rispetto: Gerald Butler, Jessica Biel, Dennis
Quaid, Uma Thurman e Catherine Zeta-Jones.
Viene narrata la storia di una star del calcio che dopo un incidente
in gioco è costretto a ritornare ad una vita normale; quando era in
auge ha lasciato moglie e figlio ma ora, privato delle risorse economiche, vuole intraprendere una nuova esistenza tentando di
ottenere un posto di cronista sportivo nell’ambito televisivo, ma
principalmente essere vicino al figlio e riconquistare la moglie.
Dopo varie ricerche di lavoro finalmente riesce ad essere ingaggiato come commentatore sportivo da una delle maggiori televisioni nazionali.Dopo aver salutato moglie e figlio ed aver iniziato
il viaggio verso la costa Est fa fare una curva all’automobile e ritorna in Virginia per amore del figlio. A questo punto ha riconquistato anche l’amore della moglie e iniziano nuovamente la loro
vita a tre; per questo fine va bene anche un posto di lavoro presso
la televisione locale.
Tutto normale quindi: un film che descrive sentimenti positivi di
un padre sinceramente intenzionato ad educare suo figlio standogli vicino e vivere di nuovo una vita coniugale con la moglie che
non ha mai cessato di amarlo. Ma ecco che la critica americana
stronca in maniera impietosa il film. Scrive l’Huffington Post che
siamo in presenza di un film “piatto, noioso, amatoriale, spazzatura, il film peggiore della stagione”. E il New York Daily News:
“la pellicola è destinata ad essere dimenticata immediatamente”.
Secondo il quotidiano “USA Today”, poi, il solo attore che si salva
è il bambino di dieci anni, quello che recita la parte del figlio.
Naturalmente anche i critici italiani non possono discostarsi da
come si sono espressi i loro colleghi americani e quindi si accodano al coro. Ma perché le ragioni di tanto accanimento? Forse che i
buoni sentimenti e il positivo in genere non fanno notizia e quindi
questo fattore si ripercuote sugli incassi al botteghino?
Poi magari, in tema di amore, i critici lodano e qualificano come
opere artistiche i film delle serie dei vampiri, come una recente
classifica americana ha dimostrato.
Fortuna vuole che il pubblico italiano non si faccia influenzare
dalle recensioni critiche e il film ha fatto balzare in alto gli incassi
delle sale cinematografiche ove è stato proiettato.
A riprova, se era necessaria, che i buoni sentimenti e la vita in
positivo godono ancora di stima.
Lamberto Dondio
Studio e servizi fotografici
A.R. FOTO
di Augusto Rizza
25087 SALÒ (Bs)
Piazza Vittorio Emanuele II, 36
Tel. 0365 520572
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
a cura di Lamberto Dondio
Martedì 12 febbraio
Thriller senza omicidi, pochissimi personaggi.
La migliore offerta
di Giuseppe Tornatore
==================================
Martedì 19 febbraio
Lo “spaghetti western” made in Tarantino.
Django unchained
di Quentin Tarantino
==================================
Martedì 26 febbraio
Diretto dalla prima donna regista in Arabia Saudita.
La bicicletta verde
di Haifas Al-Mansour
==================================
Martedì 5 marzo
Istinto animale abbinato a Nat King Cole.
The Master
di Paul Thomas Anderson
==================================
Anteprima
9 – 10 – 11 febbraio
16 – 17 – 18 febbraio
di U. Riccioni Carteni,
con Fabio Volo e Ennio Fantastichini
Pasticceria
Vassalli
Bomboniere
Confezioni regalo
16
Studio illegale
Erboristeria
LA BETULLA
di Personi Cinzia
25087 SALÒ (Bs)
Portici Complesso Gasparo, 42
Tel. e Fax 0365 43750
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Capire la Liturgia
a cura di Rosa Pollini
La Carità è Liturgia
Il volto di Cristo Specchio divino.
I cristiani, iniziati ai divini e trasformanti Misteri della salvezza, dunque
battezzati e confermati dallo Spirito
di Dio, ammessi al Convito nuziale, la
Cena delle Nozze dell’Agnello, sono
l’«immagine e somiglianza di Dio»
restaurata, recuperata, santificata, destinata alla divinizzazione, alla vita
eterna.
Essi hanno un unico divino Prototipo,
di cui sono “icone”, e dunque un unico
divino Specchio in cui riconoscersi: il
Volto divino, dell’Invisibile Dio, fattosi visibile per sempre nel Volto umano
del Figlio, sul quale splende il fulgore
della Luce divina increata, la Gloria
dello Spirito Santo (Col 1,15-20). Come
un cristiano smette di contemplarsi in
quel Volto, perde la coscienza di sé,
della propria irripetibile dignità, del
proprio destino infinito. Si ritrova con
il proprio volto spirituale sfigurato, talvolta irriconoscibile, diventa un membro inerte del Corpo di Cristo, di cui
Cristo è la Testa che tutto ricapitola.
Nel volto del fratello nostro. Il Volto
divino, lo Specchio divino nostro (2Cor
3,18-4,6), non ama di essere contemplato da solo. Egli, poiché è la Persona
stessa di Cristo Dio che vi si mostra,
ha dato già la “notizia” chiara, netta,
tagliente, che vuole essere contemplato, nel nostro stato di “viatori” verso
la Patria, nel volto del nostro fratello, di
ogni nostro fratello. Ma questo ancora
non basta. Il Signore Gesù Cristo, Dio e
Salvatore nostro, ha specificato una sua
predilezione crocifiggente: vuole essere contemplato, dunque amato e per
amore accostato ed accolto ed accettato
ed accarezzato e soccorso nel volto del
povero, anzitutto e soprattutto dei poveri, di ogni povero. Egli si è identificato
Studio Dentistico
Dott. Salvinelli
Claudio Paolo
Laureato in Odontoiatria
e protesi dentaria
Piazza Martiri della Libertà, 13
(di fronte nuovo Italmark)
SALÒ (Bs) - tel. 0365 20073
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
con i poveri. Dobbiamo stare attenti che
questo non esclude affatto l’amore di
carità verso i “non poveri”. Ma il Cuore
divino del Padre che per solo amore invia nello Spirito il suo Figlio Unigenito
a morire per tutti gli uomini, riserva il
posto d’onore al “povero Lazzaro”. Il povero Lazzaro diventa per tutti i fratelli
lo Specchio divino in cui contemplare
il Volto della divina Misericordia del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
che si manifesta solo nel Volto umano,
morto e risorto del Figlio di Dio.
Il povero “sacramento” di salvezza. Il
povero di Dio è sacramento di salvezza
per tutti noi. Lo compresero i Profeti ed
i sapienti dell’A.T. e gli apostoli del N.T.
i Padri della Chiesa, e i grandi santi spirituali fino a noi. Poiché tutto tendeva
al Volto di Cristo, tutto ne riparte come
dall’unica Fonte della nostra salvezza.
Una Fonte da attingere operando per
l’amore del Dio vivente, il “povero di
Dio”. Vera adesione a Dio stesso.
La carità è liturgia. S. Paolo riprende
alcuni testi di Isaia e dice che il vero culto divino, innalzato alla divina Maestà
del Signore, è la carità. La carità è azione
esclusiva di Dio Padre, Figlio e Spirito:
essa appare come l’amore esclusivo che
il Padre ha per il Figlio nello Spirito. E
appare come l’amore comunicato dal
Padre mediante il Figlio nello Spirito
agli uomini, i quali nella fede ricambiano tale amore con Dio e lo scambiano
con gli altri uomini.
I testi dell’Antico e del Nuovo Testamento inducono a comprendere che
la carità è, e deve essere, un atteggiamento fondamentale della vita del fedele verso Dio, verso se stesso, verso il
prossimo, verso il mondo. Tuttavia essa
non è condizione propria dell’uomo,
Idrosanitari
climatizzazione
riscaldamento
THERMOENERGY
di APOLLONIO CORRADO & C. S.R.L.
Via Valle, 2 - 25087 SALÒ
tel. 0365 41369 (Uff.) - 63473 (Casa)
17
ma grazia gratuita da chiedersi continuamente a Dio. Il cristiano non può
vivere autenticamente la carità senza la
liturgia. Del resto i nostri poveri sforzi umani hanno ben poche prospettive
di riuscita se non sono sostenuti dalla
presenza di Cristo risorto e dalla forza
dello Spirito.
Ed è proprio questo Spirito che in ogni
Messa viene invocato sul pane e sul
vino perché Gesù sia presente in mezzo
a noi con il suo Corpo e il suo Sangue.
Ma è anche il medesimo Spirito che invochiamo poco dopo perché ci faccia
diventare in Cristo un solo corpo, quel
corpo della Chiesa che è un altro segno
della presenza di Cristo nel mondo.
La celebrazione eucaristica, per essere
piena e sincera, deve spingere sia alle
diverse opere di carità e al reciproco
aiuto, sia all’azione missionaria e alle
varie forme di testimonianza cristiana.
Tanto più si riuscirà a realizzare questo
ideale, quanto più ci si riferirà a quelle parole che vengono ripetute in ogni
Messa: “Fate questo in memoria di
me”. Dicendo “Fate questo”, il Signore
ci chiede non solo di celebrare l’Eucaristia, ma di cercare anche noi di donare
noi stessi agli altri, come lui ha offerto
il suo Corpo per noi, come lui ha versato il suo Sangue per noi e per tutti.
Da queste parole della liturgia eucaristica ci venga ogni giorno lo stimolo
per una sempre più autentica carità.
Sempre, ma specie nel tempo santo di
Quaresima, trasfigurato nella Liturgia
in immagine vera di Cristo Gesù, il cristiano si impegna “a operare le opere di
Cristo”: vede nel fratello il Volto stesso
di Lui che nei poveri, negli affamati,
nei carcerati, nei malati, negli esuli si
identifica: ”Qualunque cosa avete fatto
a uno di loro lo avete fatto a Me” (Mt
25,34ss.).
Centenaria Premiata
Cereria Filippini
di Doniselli E. e M. s.n.c.
Lavorazione e commercio:
candele, ceri, lumini, torce,
fiaccole. Vendita al dettaglio
25087 SALÒ - Via Garibaldi, 71
Tel. e Fax 0365 520766
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio
Riuscita collaborazione di due gruppi corali
N
el periodo immediatamente
precedente le festività natalizie nella Sala dei Provveditori del Municipio di Salò si è tenuto
un concerto che si è rivelato un felice connubio tra il canto corale “al
femminile” e quello “al maschile”.
Il “femminile” era rappresentato
dal Gruppo da Camera concittadino “DonneinCanto” diretto dal
maestro Paolo Tosoni mentre il
“maschile” presentava le voci del
Coro Alpino “Rigoni Stern” Vallesabbia Valtenesi sotto la direzione
del maestro Paolo Pasini.
Perché un felice connubio?
La serata, per il successo che ha avuto, sia nell’elevato numero di spettatori che dal loro gradimento, ha
dimostrato quanto può fare l’accoppiata tra un gruppo da camera impostato sulla tradizione classica e un
coro alpino pure improntato sulla
tradizione consistente nell’esecuzione di canti della montagna, e quale
impatto esplichi l’espressione corale
sul gradimento del pubblico.
Il tutto se rispetta il filone consolidato senza cercare divagazioni in
settori che non sono propri.
Il pubblico ha gradito l’impostazione basata sui canti natalizi fatta dal
gruppo “DonneinCanto” e sui canti
classici della tradizione alpina ad
opera del Coro “Rigoni Stern”.
Il Gruppo da Camera “DonneinCanto” si presenta in questo modo:
“L’attenzione del coro è rivolta principalmente ad opere del XVI e XX
secolo, senza tralasciare capolavori
di altre epoche, per sole voci e con
strumenti quali l’organo, il pianoforte, l’arpa, la chitarra ed il flauto
traverso.”
Nella serata di cui stiamo parlando
al pianoforte vi era infatti il maestro
Antonio Leali. La serata è stata una
vera e propria dimostrazione da
parte del gruppo camerale di come
si possa costruire un programma
basato sia sui canti della tradizione
classica storica che sui canti della
tradizione classica moderna.
Non potevano mancare i canti del repertorio natalizio anglosassone che
il gruppo ha approfondito e presentato nel loro vero spirito che è quello
del “carol singing”. Negli Stati Uniti
è sempre stata mantenuta la tradizione di unirsi in gruppo e cantare
in coro i canti natalizi percorrendo le
vie del paese o della cittadina (per le
aree metropolitane il discorso è ovviamente diverso) ed entrando nelle
case a far visita agli ammalati dando
loro, con il canto natalizio, un po’ di
allegria.
Il gruppo ha ricreato nella Sala dei
Provveditori questo spirito che gli
spettatori hanno apprezzato. Il Coro
Alpino “Rigoni Stern” porta un
nome prestigioso. È quello dell’autore del “Sergente nella neve”, appunto Mario Rigoni Stern che fece la
campagna di Russia quale sergente
maggiore alpino in forza al Battaglione Vestone. Lo scrittore si è sentito sempre legato a Vestone tanto
da divenirne cittadino onorario con
conferimento avvenuto in data 2
ottobre 1977. Disse dei suoi rapporti con la terra e gli alpini bresciani:
“Già nel lontano 1940, quando venni assegnato alla 55° del Vestone,
grande simpatia umana e fraterna
subito mi legò agli alpini bresciani, tanto che ben presto imparai a
capire e a parlare il loro dialetto, a
conoscerne le sfumature valligiane,
ma soprattutto mi sentii legato dal
destino a questa terra che non è la
mia natale, e alla sua gente, come
da un fatto che segnò poi per sempre la mia vita.” Si vuole ricordare
che siamo in presenza di canti che
all’apparenza al profano possono
apparire di facile esecuzione ma un
conto è eseguire fra amici un canto
della montagna magari in una baita
dopo l’escursione fatta ad una sole
voce, altro conto è eseguire il canto
a più voci rispettando scrupolosamente le indicazioni dell’autore e
dell’armonizzatore. Quando poi si
è in presenza di canti il cui autore è
Bepi de Marzi il compito del coro si
rivela impegnativo tanta è la fantasia creativa dell’autore e la sua impostazione su più voci.
Il Coro “Rigoni Stern” ci ha dato
una bella dimostrazione del suo
impegno e ci ha fatto vivere intensi
momenti di emozione.
L’emozione più intensa è sempre
quella che si prova quando si ascolta “Signore delle cime”una composizione di Bepi de Marzi eseguita a
livello mondiale per soli cori, con
accompagnamento al pianoforte e
anche con accompagnamento di orchestra al completo. Agli organizzatori è venuta in mente l’idea, ritengo
maturata immediatamente prima
dell’inizio della serata, di far eseguire “Signore delle cime” dai due cori
in formazione d’insieme.
Quale dimostrazione migliore di un
felice connubio tra i due generi musicali?
Così è stato e le voci maschili e femminili dei due complessi si sono armonicamente fuse nell’invocazione
volta al Signore affinché lasci andare
per le montagne del paradiso l’amico caduto sulle montagne terrene.
dal grande libro
della natura
acqua minerale
SALÒ - tel. 0365 40184
MANERBA - tel. 0365 552437
IL PIACERE DEL BERE!
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
FONTE TAVINA SALÒ - tel. 0365 441511
18
RAGNO
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Accade a Salò e dintorni
La città di Salò
piange Vittorio Pirlo
È scomparso lo scorso 15 gennaio, all’età di 97 anni, il dott. Vittorio Pirlo, cittadino emerito, storico farmacista, sindaco e presidente, studioso dannunziano, uomo di azione, di cultura e di
sport. Il dottor Pirlo era uno di quei rari personaggi destinati ad
essere, per intelligenza e carisma, sempre al centro della scena
e punto di riferimento per un’intera comunità. La straordinaria
vicenda di Vittorio Pirlo è un susseguirsi di impegni e successi
amministrativi, sociali, culturali e sportivi. Sindaco di Salò dal
1955 al 1960 e assessore a Gardone Riviera dal 1975 al 1980, è
stato inoltre presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno di
Gardone e Salò dal 1977 al 1986, consigliere della Fondazione
del Vittoriale, presidente dal 1994 al 2002 dell’Ateneo di Salò.
Fu tra l’altro determinante per portare i mondiali di ciclismo
del 1962 a Salò. Lascia il figlio Giorgio, la figlia Clara e quel
senso di vuoto che sempre accompagna la scomparsa di persone che hanno impresso un segno indelebile e profondo nelle
vicende di una comunità.
Orologi pubblici:
scatta l’ora della manutenzione
Manutenzione in vista per gli antichi orologi del palazzo municipale salodiano. Il Comune ha affidato il compito di effettuare
la sostituzione delle parti mal funzionanti degli orologi alla ditta Remi di Tranquilli Renato & C. Assieme agli orologi storici
del municipio sarà rimesso a nuovo anche quello della Torre
dell’Orologio. Sono due gli orologi del palazzo municipale, antica sede della Magnifica Patria: quello posto all’angolo est dell’edificio, che si affaccia su piazza Vittoria, e quello a muro, sul
retro del municipio, che guarda su via Butturini e verso piazza
Sant’Antonio. Quest’ultimo venne posizionato nel 1533.
Bennie, il «mostro del lago»
approda in tv
Il presunto mostro del Benaco, un lucertolone che come il più
celebre cugino scozzese «Nessie» vivrebbe nelle profondità inviolate del lago, è stato uno dei protagonisti della puntata di
«Mistero», in onda su Italia Uno lo scorso 23 gennaio. Gli investigatori dell’ignoto del programma Mediaset hanno riacceso
i riflettori su una leggenda popolare che affonda le radici in
tempi antichi. Già nel 1599, nella sua «Historia della Riviera di
Salò», lo storico Bongianni Grattarolo parla di mostri «smisu-
rati e deformissimi», avvistati sotto le rupi dell’isola del Garda,
e di caverne «oscurissime e profondissime» in cui nuotavano
creature che terrorizzarono chi le vide. Tra incredulità e diffidenza, la questione suscita qualche curiosità attorno al lago,
dove ci si augura che la vicenda di Bennie, dai contorni evidentemente più goliardici che scientifici, possa replicare il clamore
suscitato dal più noto Nessie: nessuno l’ha mai visto davvero,
ma tutti gli anni migliaia di visitatori raggiungono il lago di
Loch Ness per la felicità del turismo locale.
L’Ateneo ha festeggiato
Piero Simoni
Il maestro Piero Simoni di Gavardo, accademico da antica data
dell’Ateno, ha compiuto il 1° gennaio scorso 93 anni. Simoni è
un’istituzione per il territorio bresciano, avendo egli dedicato
la sua vita all’archeologia con l’animo del pioniere entusiasta
ed appassionato. Grazie a lui sono stati compiuti scavi in Valle
Sabbia e sul Garda che hanno portato alla luce importanti reperti paleontologici e manufatti di epoca preistorica e storica
giungendo fino al periodo dell’impero romano e al Medioevo.
A Salò egli ha dedicato a più riprese ogni energia tra gli anni
Cinquanta e Settanta del secolo scorso, sotto la guida della Soprintendenza, al recupero delle tombe della necropoli del Lugone e per la conservazione dei preziosi corredi rinvenuti, oggi
custoditi con grande cura nel museo archeologico di Gavardo.
I soci e le autorità cittadine hanno reso omaggio al maestro Simoni giovedi 31 gennaio nella Sala dei Provveditori.
Volumi sul Futurismo
concessi al Comune
Una raccolta di cinquecento volumi di letteratura artistica del
Novecento, dedicati al Futurismo, va ad arricchire il patrimonio librario e culturale salodiano. Si tratta di libri (sono 499 per
essere precisi, per un valore dichiarato di 200mila euro) che costituiscono una parte importante della “Collezione Longo”, già
oggetto di mostre e pubblicazioni e rinomata a livello nazionale, e che il proprietario, Vincenzo Longo, ha voluto concedere
in comodato gratuito decennale (fino al 31 dicembre 2022) al
Comune gardesano. Nella delibera di Giunta di approvazione
del contratto si specifica che «la collezione potrà ben figurare
nell’allestimento di mostre a tema presso il futuro Museo della
Città, assodato anche che la Civica Raccolta del disegno, piuttosto che il Centro studi e documentazione sulla Rsi, posseggono opere artistiche e documentarie in grado di accompagnare
al meglio una mostra sul Futurismo attraverso i libri concessi
in comodato».
Filiale di Salò - Località Rive
Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
19
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
L’anno della fede
a cura di don Pierluigi Tomasoni
Come parlare di Dio?
La catechesi di Benedetto XVI del 28 novembre 2012 in occasione dell’Anno della Fede
T
ra le catechesi sull’Anno della Fede, che Benedetto XVI
ha svolto e sta svolgendo
durante l’udienza del mercoledì,
quella del 28 novembre scorso che
porta come titolo «COME PARLARE DI
DIO?», aiuta a capire quali sono le
condizioni indispensabili per l’annuncio del Vangelo.
Papa Benedetto chiede «Come comunicare il Vangelo, per aprire strade
alla sua verità salvifica nei cuori spesso chiusi dei nostri contemporanei e
nelle loro menti talvolta distratte dai
tanti bagliori della società?».
Il Papa risponde che la possibilità
di poter parlare di Dio nel nostro
tempo è data dal fatto che «Egli ha
parlato con noi», e la nostra risposta si declina nell’ascolto di quanto
Dio «ha detto di stesso». E che cosa
dice Dio di se stesso? Il Pontefice afferma che «Dio si interessa a
noi, ci ama, è entrato personalmente
nella realtà della nostra storia, si è
autocomunicato fino ad incarnarsi».
L’Incarnazione dice che in «Gesù
di Nazaret noi incontriamo il volto di
Dio, che è sceso dal suo Cielo per immergersi nel mondo degli uomini, nel
nostro mondo… Gesù è venuto per
salvarci e mostrarci la vita buona del
Vangelo».
L’esigenza, quindi, per parlare di
Dio secondo il Pontefice «richiede
una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale
e reale conoscenza di Dio e una forte
passione per il suo progetto di salvezza».
Papa Benedetto guardando all’Apostolo delle genti, Paolo, accoglie «la lezione che va proprio al
centro del problema “come parlare di
Dio” con grande semplicità».
La prima sottolineatura riguardo
a Paolo è questa: «Egli parla di una
realtà della sua vita, parla del Dio che
è entrato nella sua vita, parla di un
Dio reale che vive, ha parlato con lui…
parla del Cristo crocifisso e risorto».
La seconda sottolineatura pone in
chiara luce che «Paolo non cerca se
stesso, non vuole crearsi una squadra
di ammiratori, non vuole entrare nella storia come capo di una scuola di
grandi conoscenze, non cerca se stesso, ma annuncia Cristo e vuole guadagnare le persone per il Dio vero e reale.
Paolo parla solo con il desiderio di voler predicare quello che è entrato nella
sua vita e che è la vera vita, che lo ha
conquistato sulla via di Damasco».
La lezione paolina costituisce uno
stile di evangelizzazione valido
per ogni tempo. Infatti, anche per
noi e per le nostre comunità «il
parlare di Dio nasce dall’ascolto, dalla
nostra conoscenza di Dio che si realizza nella familiarità con Lui, nella vita
della preghiera e secondo i Comandamenti». Inoltre, «per parlare di Dio,
bisogna fargli spazio, nella fiducia che
è Lui che agisce nella nostra debolezza:
fargli spazio senza paura, con semplicità e gioia, nella convinzione profonda
che quanto più mettiamo al centro Lui
e non noi, tanto più la nostra comunicazione sarà fruttuosa… Dobbiamo
metterci in moto per divenire sempre e
realmente così, annunciatori di Cristo
e non di noi stessi».
L’attenzione di Papa Benedetto da
Paolo si posa sul modo con il quale Gesù comunicava: «Gesù nella
sua unicità parla del suo Padre e del
PIZZERIA - GELATERIA
AL MOLO
di CIFALÀ ANTONINO
Via Bolzati, 5 - SALÒ (Bs)
tel. 0365 521006
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Via San Bernardino, 48 - SALÒ (Bs)
Tel. 0365/43299
40 professionisti
al servizio della tua Salute
-------------------------------------------------------
•Mineralometria Ossea Computerizzata
MOC DEXA
•Studio dentistico a prezzi agevolati
•Holter pressorio
•Visite per rinnovo patenti e licenza di caccia
20
Regno di Dio, con lo sguardo pieno
di compassione per i disagi e le difficoltà dell’esistenza umana. Parla con
grande realismo… Gesù mostra che
nel mondo e nella creazione traspare
il volto di Dio… Gesù si interessa di
ogni situazione umana che incontra,
si immerge nella realtà degli uomini e
delle donne del suo tempo, con una fiducia piena nell’aiuto del Padre».
Lo stile comunicativo di Gesù diventa, secondo il Pontefice, «un’indicazione essenziale per noi cristiani:
il nostro modo di vivere nella fede e
nella carità diventa un parlare di Dio
nell’oggi, perché mostra con un’esistenza vissuta in Cristo la credibilità,
il realismo di quello che diciamo con
le parole, che non sono solo parole, ma
mostrano la realtà, la vera realtà»
Parlare di Dio nell’anno della fede,
sempre secondo Benedetto XVI «è
occasione per scoprire, con la fantasia
animata dallo Spirito Santo, nuovi
percorsi a livello personale e comunitario, affinché in ogni luogo la forza del Vangelo sia sapienza di vita e
orientamento dell’esistenza».
Il Papa, conclude dicendo che
«parlare di Dio è comunicare, con
forza e semplicità, con la parola e con
la vita, ciò che è essenziale: il Dio di
Gesù Cristo, quel Dio che ci ha mostrato un amore così grande da incarnarsi, morire e risorgere per noi; quel
Dio che chiede di seguirlo e lasciarsi
trasformare dal suo immenso amore
per rinnovare la nostra vita e le nostre
relazioni; quel Dio che ci ha donato la
Chiesa, per camminare insieme e, attraverso la Parola e i Sacramenti, rinnovare l’intera Città degli uomini, affinché possa diventare Città di Dio».
ONORANZE FUNEBRI
ZAMBONI
OMAR SANTO
SERVIZI FUNEBRI COMPLETI
SALÒ Via Garibaldi n. 96
telefono: 0365 41741
Radiotelefono 337421728
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Alla sera del terzo giorno
a cura di Bruno Marelli
La mia collana di perle
La prima perla si chiama Michele.
L’ho incontrato in autunno, mentre
era impegnato in un comitato per le
primarie del suo partito. Mi è stato
subito simpatico, per il suo entusiasmo, per la passione che metteva nel
trasferire agli altri le sue emozioni,
per il sogno di un cambiamento che
lui, ne era certo, sentiva prossimo
ad arrivare. Un ragazzo fiducioso,
impegnato, perfino ottimista. Non
so quanti giovani ci siano come lui,
quanti invece quelli rassegnati, apatici, menefreghisti, scettici o cinici.
Vi posso dire che ne basterebbe uno
così ogni mille per cambiare, in meglio, un’intera generazione.
In quel periodo ci siamo sentiti più
volte e anche dopo la conclusione
delle primarie, quando il candidato che lui sosteneva era stato battuto. Mi ha sorpreso, ritrovarlo carico
come prima, entusiasta, sempre ottimista. Ci aveva creduto, ma Michele
è uno che sa guardare oltre. Ha accettato la sconfitta, ha accettato perfino che il suo partito abbia trattato
lui e quelli con lui come stranieri in
casa d’altri. Sono certo che sia consapevole che d’ora in poi il suo percorso all’interno del partito sarà pieno
d’insidie, almeno finché le cose non
cambieranno davvero, nel profondo.
Ma lui è lì e sono sicuro che ci sarà
anche domani.
E visto come vanno le cose, io adesso
mi sento di dire che è stato un vero
peccato non averlo aiutato abbastanza a costruire quel cambiamento,
non mettendoci tutto l’impegno che
potevamo per dargli un aiuto più
forte.
La seconda perla si chiama Carla.
Ho passato con lei l’ultima notte dell’anno. I miei amici più intimi sanno
che non devono invitarmi a veglioni
e cenoni. Da ormai tre anni festeggio
il nuovo anno nella chiesa di S. Tommaso a Villa di Gargnano da Padre
Bruno Ducoli. Ci troviamo in chiesa
prima delle 11. Lì incontro un gruppo di persone, ogni anno più numeroso. Si ascoltano le letture scelte da
Padre Bruno fino a mezzanotte; poi
ci si sposta nel vicino convento per il
brindisi di rito.
Carla è una di loro. Quest’anno ho
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
avuto più tempo per parlare con lei
e capire quanto fosse tosta quella
donna così gentile e garbata. Carla è
sindaco di un piccolo paese di un’altra provincia. È stata eletta promettendo una politica diversa basata su
idee radicalmente nuove. E sta mantenendo gli impegni presi. Il punto
qualificante del suo programma è
l’urbanistica a consumo zero di suolo. Una scelta che persegue con tenacia, in forte rottura con il passato del
suo paese e il presente dei comuni
intorno. Di più: Carla è a tal punto
convinta della bontà della sua battaglia che va, ovunque la invitino,
a tenere conferenze su questo tema,
dimostrando che si può fare un’urbanistica dinamica senza consumare
aree verdi. È stata perfino a Striscia
la Notizia.
Mi dice che si sente pronta per impegni più grandi, ma nel suo partito
le hanno chiuso tutte le porte. Una
come lei fa paura, è chiaro. Le dico
che forse non è ancora il suo tempo;
sento che le voglio bene. Sono certo
che anche voi, come me, non vivete
serenamente l’imminente appuntamento elettorale. Scommetto che non
ce n’è uno tra voi sicuro e convinto
della scelta che finirà per fare. Mai
come ora la situazione è ingarbugliata, confusa, piena di contraddizioni,
gonfia di bugie e anche maleodorante. Carla è troppo bella e giusta per
spendersi in mezzo a quell’orda di
riciclati, arrivisti e infiltrati. Verrà il
suo tempo, ne sono sicuro, quando
le acque torneranno limpide.
La terza perla si chiama Bianca.
La incontro nei primi giorni dell’anno in un gruppo che accompagno ad
una camminata sui nostri monti. Scopriamo di avere un sacco d’interessi
in comune. Ci teniamo in contatto.
Poi una sera ricevo una sua email,
carica di emozioni ed energia positiva. Mi racconta delle persone che ha
incontrato di recente, di eventi apparentemente casuali che le hanno
acceso una luce.
Poi scrive: ”C’è un sogno per tutti, ma
la paura e l’appiattimento, da divano e
telecomando, l’hanno fatto dimenticare
a tanti. E la gente è diventata sottomessa e paurosa. Ho voglia di svegliare il
mondo!! E tu mi puoi aiutare. Lo faremo
21
scrivendo... La mia indignazione non è
per i politici, ma per tutti gli ottimisti,
i felici, gli entusiasti della vita che vedono i loro fratelli diventare tristi, soggiacere al potere persuasivo della paura,
senza fare nulla. Voglio agire Bruno, per
accendere i sogni. Possiamo creare una
catena di entusiasti che ci aiuteranno.
Ce ne sono tanti, li pescheremo e ci sentiremo tutti parte di un tutto. La gente
è triste e ha paura perché si sente isolata
dal mondo. Ma tutti insieme siamo una
forza meravigliosa.”
L’energia di Bianca è contagiosa e ho
cominciato a guardarmi attorno con
i suoi occhi.
La quarta perla è il Dott. Vittorio Pirlo.
Lo conosciamo tutti ed eravamo in
tanti a salutarlo per l’ultima volta a
metà dello scorso mese. Anche lui ha
un posto in questo elenco. Ho numerosi e vivi ricordi di lui. Tra tutti il più
caro risale al 2001; tra l’estate e l’autunno, ogni lunedì pomeriggio, mi
accoglieva nel suo studio e insieme
abbiamo raccontato in un volumetto
la storia della Canottieri Garda.
Dalla sua incredibile memoria ritornavano in vita episodi e personaggi
che nel tempo avevano fatto grandi
imprese e dedicato la loro vita al bene
comune; un autentico senso civico
espresso attraverso la pratica sportiva. Da tutti Vittorio è ricordato per il
suo impegno instancabile e prolifico
nell’operare per il bene comune. Per
questo, tra le speranze per il futuro,
anche il suo nome ha un posto essenziale.
È qui a ricordarci che anche in passato ci sono state personalità eccellenti,
che hanno praticato e sostenuto la
giustizia, la solidarietà, la generosità;
ci aiuta a credere che presto un giorno
ci saranno altri uomini e donne che
finalmente si uniranno per costruire
una società basata su questi valori.
L’elenco potrebbe continuare e altri
nomi si aggiungeranno, perché d’ora
in poi farò attenzione a ogni persona che incontro. Altri li troverete voi.
Ma la chiave di tutto è nelle parole di
Bianca. Ognuna di queste persone è
una perla, ma da sola non ha nessun
valore. È quando le unisci tra loro che
diventano una collana d’inestimabile
bellezza; più di qualsiasi gioiello che
mani umane possano mai creare.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Invito alla lettura
L
a cura di Nerina Lugli
Passato e presente
e convenzioni del calendario, i
ritmi della natura, il ciclo liturgiHo sceso, dandoti il braccio,
co ci avvertono che il tempo ha
almeno un milione di scale
una particolare struttura ritmica in cui
e ora che non ci sei è il vuoto
qualcosa si chiude e qualcosa di nuoad ogni gradino.
vo si apre… Naturalmente quando
Anche così è stato breve
ci si congeda dal passato, è normale
Il
nostro lungo viaggio.
avvertire un senso di perdita la quale
Il
mio dura tuttora,
può diventare un taglio drammatico
né più mi occorrono
se, anzichè di una attività operativa
fondamentale, si tratta di persone con
le coincidenze, le prenotazioni,
le quali abbiamo condiviso una quotile trappole, gli scorni di chi crede
dianità ricca di affetti.
che la realtà sia quella che si vede.
… Laudatores temporis acti, veniamo giustamente definiti noi vecchi a
Ho sceso milioni di scale
causa del rimpianto quotidianamente
Dandoti il braccio
ribadito. Tale diffuso atteggiamento
Non già perché con quattr’occhi
però non significa non voler apprezForse si vede di più.
zare quanto di straordinario, anche
Con te le ho scese perché
per la nostra quotidianità, il tempo in
Sapevo
che di noi due
cui viviamo è in grado di offrire anche
Le sole vere pupille,
a chi non esercita più attivamente un
mestiere, una professione.
sebbene tanto offuscate,
Per quanto mi riguarda, ma non credo
erano le tue.
di essere isolata, seguo stupefatta i miEugenio Montale
racoli della comunicazione: mi commuovo per un saluto che mi giunge ricordo le chiacchierate interminabili,
da lontano a confortare le mie giornate le lunghe camminate nelle contrade e
solitarie, piango in diretta se mi arriva i grandi piatti di carne offerti nei locali
un messaggio affettuoso da coloro che con cordialità a una giovinezza spenamo, gioisco nel tessere un colloquio sierata e felice.
con compagni di liceo cancellati da de- Vi tornai più volte per accompagnacenni dall’orizzonte delle mie giorna- re gli studenti nelle gite scolastiche
te. Anche se un duro handicap impedi- sempre dominate dall’ansia di offrire
sce il possibile passaggio di esperien- informazioni culturali doverose e soze positive di tale natura, è certo che prattutto di controllare gli spostamenti
oggi più che mai si devono utilizzare nell’incolumità generale. La vera ed
le energie forti della giovinezza, ido- autentica scoperta della città è avvenee alla convivenza col mondo intero, nuta il settembre scorso quando mi
certamente valide e apprezzate purché accompagnarono nella privilegiata
serie e culturalmente preparate a fare il condizione di mamma-nonna affettuobene della Comunità.
samente coccolata.
Questa lunga premessa è animata dal- Fu una “riscoperta” rigenerante acla speranza di un futuro in
cui la preparazione seria ed
approfondita costituisca in
ogni campo l’unico mezzo
per l’affermazione personale e professionale nei settori-chiave di una collettività
diventata universale in ogni
settore.
Amo da sempre la città di
Siena. La visitai per la prima
volta (nella notte dei tempi!)
quando ero molto giovane,
insieme alla futura cognata
per far visita a Dante che là
svolgeva il servizio militare.
A. Lorenzetti: Allegoria del Buon Governo
Di quella lontanissima visita
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
22
curatamente preparata attraverso
i molti pregiati testi che tengo nei
miei scaffali. Innanzitutto l’ingresso
al Duomo, affollatissimo, dove la pavimentazione, recentemente restaurata, offre capolavori tali da non permettere il transito ai numerosissimi
visitatori “curiosi” di tutto il mondo;
infatti, attraverso passaggi obbligati,
si soffermano ad ammirare un tessuto
artistico prezioso di immagini bibliche.
Nel Palazzo pubblico rimaniamo incantati davanti alla solenne Maestà di
Simone Martini con la Madonna al
centro e i Santi senesi che le rivolgono suppliche perché protegga la città.
Dello stesso autore la presentazione
solenne del Cavaliere Guidoriccio
da Fogliano a testimoniare il successo della politica espansionistica dello
Stato senese.
Nel Palazzo pubblico, ancora una
moltitudine di visitatori di tutti i
continenti per ammirare e commentare l’Allegoria del Buon Governo
di Ambrogio Lorenzetti in cui nella
straordinaria presentazione del pubblico potere, domina la figura di un
vecchio che sorregge il sigillo della
città e rappresenta il Bene Comune,
mentre dall’altro lato è raffigurata
l’allegoria della Giustizia. L’affresco,
di grandi dimensioni, sottolinea l’architettura della città e illustra, come
momenti qualificanti del vivere civile,
il Corteo nuziale, le fanciulle che danzano, l’intera attività commerciale e al
centro l’allegoria della Pace.
Su tutta la scena domina la Securitas
che permette ai cittadini di dedicarsi
alle proprie occupazioni e per alcuni,
di votarsi all’attività spirituale. Nella
parete opposta della sala sono
rappresentati gli effetti del
Cattivo Governo dove il tiranno tiene come consiglieri i vizi
e neutralizza la giustizia con
effetti devastanti per la città e
la campagna, ridotte a scenari
di angherie e di morte, dove
nessuno lavora.
Il capolavoro, recentemente restaurato, viene commentato in
diretta dalle voci dei visitatori
(provenienti da tutto il mondo) che intendono, con la loro
vivacità espressiva formulare
l’auspicio di una vita collettiva
serena e moralmente corretta.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Altre note...
N
Fede e Scienza
on c’è giorno che sui giornali o
in televisione siano ospitati incontri che discutono sulla fede
e sulla scienza e in che misura possano rapportarsi. Sembra proprio essi
debbano concludersi con il risultato
di accertare una volta per tutte quale
delle due può prevalere sull’altra.
In realtà sono argomenti da far …tremare le vene e i polsi a cattedratici ed
addetti ai lavori, ma sono al tempo
stesso il contenuto di una vita attratta
a volte dalla tranquillità che può dare
la Fede e incuriosita, altre, dalla grandezza dei risultati della Scienza. Una
frase di A. Einstein (1879/1955 - Nobel nel 1921 per la fisica) a margine di
una sua conferenza …la scienza senza
religione è zoppa, la religione senza scienza è cieca, fa riflettere e c’è da rimanere
increduli se pronunciata da un fisico
i cui studi avrebbero dovuto portarlo
con certezza a pensare che il mondo
non è una costruzione voluta da Dio,
ma da una serie di fenomeni che, nel
corso dei millenni, hanno formato il
mondo che conosciamo.
Alle persone semplici si aprono due
strade: credere in nostro Signore con
il fervore dovuto e con l’ubbidienza
alla sua religione che ci insegna che il
mondo è una sua creazione, o credere
alla scienza e alle sue scoperte che ci
dicono che tutto iniziò milioni di anni
fa, per non dire miliardi, da un cozzo
spaventoso fra particelle e masse stellari. Il nostro Papa Joseph Ratzinger è
intervenuto più volte sull’argomento
sia come teologo quando insegnava
nelle università tedesche, sia come arcivescovo di Monaco, sia come Prefetto della congregazione per la dottrina
della Fede e ancora come Vescovo di
Roma.
Papa Benedetto XVI assicurando la
sua autorevole voce sia a quanti sostengono che è necessario cercare fra
fede e scienza un accordo diretto,
che a quanti sostengono che la fede
e la scienza si occupano di due realtà diverse, separate, inconciliabili, e
a quanti infine si affidano al dialogo,
perché solo esso può approfondire
gli eventuali punti di contatto fra
loro per favorire una integrazione.
In questi ultimi secoli, diverse sono
state le reazioni a questo problema
legate ai più disparati momenti visAnno LXII - n. 2 Febbraio 2013
a cura di Giancarlo Giacomuzzi
suti nelle varie epoche, basta ricordare il periodo degli approfondimenti
scientifici, il periodo illuministico, le
varie reazioni politiche che riconobbero nel popolo la sola autorità, il
periodo della rivoluzione industriale
e non per ultimo il disorientamento
subentrato agli eventi drammatici
dei due conflitti mondiali.
La Chiesa, testimone di tutto, ha cercato in ogni modo di fronteggiare
Vieni, Ninfa, e con te porta
brio, gaiezza giovanile,
celie, frottole e moine,
riverenze e mossettine,
increspati sorrisetti,
quali adornano le guance
d’Ebe, ed amano annidarsi
nelle morbide fossette;
porta qui spensieratezza,
che si ride delle cure,
ed il riso che i due fianchi
con le mani si sostiene.
Vieni, e danza nell’andare
sulla punta capricciosa
del tuo piede agile e lieve…..
con fermezza questi momenti ed ha
risposto prima con il Concilio Vaticano II e poi con il Papa polacco che ha
mostrato durante il suo pontificato un
grande e costante interesse per il ruolo della scienza nel mondo moderno e
per il suo rapporto con la fede.
Egli ha infatti lasciato scritto…la
scienza può purificare la religione dall’errore e dalla superstizione, la religione può
purificare la scienza dall’idolatria e dai
falsi assoluti, una logica e un impegno
il suo che, nel 1979, tanto per fare un
esempio, ha portato alla creazione di
una commissione che ripensasse e approfondisse il noto “caso Galileo” al
fine di superare incomprensioni, errori e malintesi.
Possiamo concludere che l’intera
umanità vive due ordini di svilup-
23
po: la cultura, la ricerca scientifica
e tecnica e tutto ciò che appartiene
all’orizzonte dell’uomo, e al tempo
stesso il patrimonio personale dell’essere umano allorchè, trascendendo il mondo e se stesso, egli si volge
verso Colui che giudica il Creatore
di tutte le cose. Nella convergenza
di questo duplice itinerario orizzontale e verticale, l’uomo può trovare il
senso del suo essere e del suo agire e
può realizzarsi pienamente come essere spirituale e al tempo stesso come
“homo sapiens” interrogandosi sulle
possibilità e sulle condizioni di una
unica unità del sapere come propone
la cultura cristiana che, ahimè, corre il
pericolo si scomparire. Su questo accenno riporto una considerazione di
Claudio Magris apparsa sulla stampa
.…si tratta di una grave mutilazione per
tutti, credenti e non credenti, perché la
cultura cristiana è una di quelle drammatiche sintassi che permettono di leggere, ordinare, rappresentare il mondo, di
dirne il senso e i valori, di orientarsi nel
feroce e insidioso garbuglio del vivere.
Per la chiusa musicale ricordo la figura e la vita breve e straordinaria del
tedesco Felix Mendelssohn Bartholdy
(1809/1847), che ebbe il merito di fare
conoscere al mondo intero la “Passione secondo Matteo” del grande Bach
e fu senza dubbio un compositore
romantico per eccellenza. Propongo i
suoi due concerti, .. per violino e orch.
op. 64 nel quale il solista dialoga con
l’orchestra contrapponendosi alla
pari ad essa e l’interessante …per pianoforte e orch. n° 1 op. 25 scritto nel
segno di un brillante virtuosismo.
Nel riquadro una lirica alla gioia di
John Milton (1608/1674) poeta inglese, rigido puritano, difensore di tutte
le libertà, che fu segretario di Oliver
Cromwell (1599/1658), il Lord Protettore di quel difficile periodo repubblicano della storia inglese nella
seconda metà del XVII secolo, seguito alla decapitazione dell’assolutista
Re Carlo I. Splendido il suo poema
epico “Il Paradiso perduto” composto
nella vecchiaia quando era ormai
povero, cieco, solitario, ignorato ed
odiato da una società che, con Carlo
II, aveva ripreso il suo cammino monarchico ed era avida di mantenere i
suoi antichi privilegi.
Anno LXII - n. 2 Febbraio 2013
Informazioni utili
SS. MESSE
DUOMO
FEBBRAIO
Lunedì 11
Martedì 12
• Prefestiva: ore 18.30
• Festive: ore 9.30
11.00 - 18.30
• Feriale: ore 18.30
S. BENEDETTO - Muro
• Festive: ore 7.30
S. BERNARDINO
• Festive: ore 9.00 - 17.00
• Feriale: ore 9.00
S. GIUSEPPE
• Festive: ore 10.00
• Feriale: ore 17.30
(esclusi: giovedì e sabato)
Chiesa di S.GIOVANNI
• Solo feriale: ore 7.15
(escluso sabato)
RENZANO
• Solo sabato: ore 18.00
CAPPUCCINI
BARBARANO
• Festive: ore 10.00 -17.00
• Feriale: ore 17.00
MONASTERO
Mercoledì 13
Venerdì 15
Domenica 17
dal 18 al 22
Venerdì 22
Domenica 24
Martedì 26
Mercoledì 27
Giovedì 28
MARZO
Venerdì 1
Domenica 3
Lunedì 4
Mercoledì 6
Giovedì 7
Venerdì 8
Martedì 12
Mercoledì 13
Giovedì 14
Venerdì 15
Sabato 16
Domenica 17
Venerdì 22
Sabato 23
Domenica 24
• Festive e feriali: ore 8.00
IL DUOMO - n. 2 Febbraio 2013
Anno LXII
ore 11,00 S. Messa nella Chiesa di S. Antonio per la Madonna di Lourdes
20ª GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Carnevale in Oratorio
ore 15,00 S. Messa al Cimitero
Giorno di magro e digiuno
ore 20,45 in Duomo: benedizione e distribuzione solenne delle Ceneri
Astinenza dalle carni
ore 20,30 a Campoverde Via Crucis Missionaria zonale
ore 18,30 a Maderno incontro zonale adolescenti e giovani
ESERCIZI SPIRITUALI PARROCCHIALI
(animano: Don M. Pelizzari e don D. Facchetti)
Astinenza dalle carni
GIORNATA DELLA CARITAS
ore 9,30 in Duomo: Rito di ammissione ai Battesimi del 7 aprile
ore 20,30 in Canonica redazione de “Il Duomo”
ore 20,45 in Oratorio Animatori dei Centri di Ascolto (4)
ore 20,30 in Canonica C. P. P. (3)
- abb. annuo Euro 11,00
- una copia Euro 1,05
- abb. sped. postale Euro 30,00
Astinenza dalle carni
Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati
ore 20,45 Via Crucis a S. Benedetto (minis. straord. Eucar. + Anim. Liturgia)
ore 20,45 in Oratorio Magistero per Catechisti
ore 15,00 a Gardone Riviera incontro zonale gruppi Cafarnao (4)
ore 20,45 a Fasano Adorazione eucaristica per la vita (4)
Congregazione sacerdoti a Gardone Riviera
ore 16,30 in S. Giovanni Esposizione e Adorazione
ore 18,30 S. Messa
Astinenza dalle carni
ore 20,45 Via Crucis “pellegrina” dalla Chiesa della Visitazione (Oratorio)
ARMONIA PASQUALE
ore 15,00 S. Messa al Cimitero
Ritiro presbiteri a Montecastello
ore 20,30 in Canonica C.P.A.E. (2)
Astinenza dalle carni
ore 20,45 Via Crucia nella Chiesa di S. Giovanni (Gruppi famiglie)
ore 20,45 in Oratorio Magistero per i Catechisti
ore 15,00 Processione per la vita dal Monastero al Cimitero
Ritiro giovani a Montecastello
Astinenza dalle carni
ore 20,45 Via Crucis nella Chiesa di San Giuseppe (Caritas e Missioni)
ore 20,45 in Oratorio Magistero per i catechisti in vista della Sett. Santa
a Brescia: Veglia dei giovani con il Vescovo
ore 10,30 Benedizione delle palme in Piazza Serenissima
e processione verso il Duomo con S. Messa
ore 16,00 Vespro pasquale cantato
Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale
- Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974
- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294
- Fotocomposizione del 5/2/2013 nella Canonica di Salò
- Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)
- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it
Scarica

Scarica - Parrocchia di Salò