[email protected]
www.corrierecomunicazioni.it
DELLE
16
n°19. 28 novembre 2011
ilPAGINONE
Pellicola, scatta il conto alla rovescia: il futuro è digitale e via satellite
Per il mercato cinematografico nuovi business model in grado
di aumentare i ricavi. Per gli spettatori cartelloni più ricchi e su misura
Grande schermo
Dallo spazio
una seconda vita
robertachiti
Q
Secondo Media
Salles
metà degli schermi
europei saranno
già passati
al digitale
tra la fine del 2011
e l’inizio del 2012.
Da quel momento
in poi lo switch off
potrebbe essere
velocissimo
sono 1,9 per cinema contro i 2,5 europei, nonostante l’effetto Avatar che
nel periodo 2009-2011 ha trasformato
i cinema digitali da 46 a 474.
Ma il secondo passaggio, quello
risolutivo, viene dallo spazio: la sola
digitalizzazione del film lascia infatti
inalterata la catena logistica, sia per
la distribuzione sia per le sale: il drive
deve ancora essere spedito dalla distribuzione all’esercente in una valigetta a
prova di urti. Ed è qui che entra in gioco il satellite. Che può recapitare a basso costo (circa 90 euro) un Dcp anche
nei cinema più sperduti. E a tante sale
contemporaneamente. Il campione europeo del settore è Open Sky-Eutelsat.
“Il grosso del risparmio si ottiene nel
passaggio da pellicola a digitale - spiega Walter Munarini direttore generale
Open Sky -. Con il satellite il risparmio
è significativo sui grande volumi. Quello che invece è difficile da quantificare
ma sta dando grossi riscontri è l’aspetto
operativo. Con una sala, o multisala, digitale almeno al 50%, e predisposta per
il satellite, un solo click basta a gestire
anche proiezioni multiple”. Scompare
[ eco-vantaggi ]
Una distribuzione abbatti-Co2
Il teleporto Open Sky per Eutelsat di Vicenza è una struttura dotata di un’antenna da
3 metri che trasmette sul trasponder dedicato del satellite Atlantic Bird Tm (nelle versioni
Ab2 e Ab3 situate in orbita a 8° e 5° Ovest), considerato il migliore per il cinema digitale. Nel teleporto avviene l’operazione di incameramento del Dcp, che viene inserito in
appositi apparati chiamati push server incaricati della trasmissione a tutti i cinema. Per
scongiurare la perdita dei file il teleporto è dotato di interfaccia per il back up totale con
i teleporti di Torino e Rambouillet (Parigi). Terminata la fase di caricamento sul server
del teleporto il Dcp viene inviato simultaneamente a tutti i cinema a una velocità di 70
megabit al secondo. Questa velocità implica il trasferimento di più di 30 Giga all’ora, che
si traduce in un tempo di distribuzione variabile dalle 4
alle 10 ore a seconda delle
dimensioni del Dcp. In meno di 10 ore il distributore
può consegnare il film a tute
le sale che deisdera. La distribuzione satellitare inoltre consente l’abbattimento
di 200 tonnellate di Co2
all’anno: se la distribuzione
dei titoli passasse totalmente al satellite si azzererebbero i 500mila km percorsi
dai furgoni per la logistica
di pellicole e hard disk.
p
uale sarà l’ultimo film su
pellicola che vedremo
al cinema? Non lo
sappiamo. Sappiamo però
quando avverrà: grosso
modo nel 2013. Un po’
come succedeva alla
vecchia sala di provincia
nel film “L’ultimo spettacolo” di Peter Bogdanovich,
anche per la celluloide è scattato il conto alla rovescia, solo che
stavolta il viale del tramonto segnerà
l’inizio di una rinascita “all digital”:
insieme alla pellicola cadrà infatti
anche l’ultimo baluardo analogico
dell’intera filiera cinematografica, già
oggi massicciamente convertita al digitale. La digitalizzazione della “pizza”
e l’utilizzo del satellite elimineranno
il collo di bottiglia costituito dall’alto costo delle copie in pellicola e da
quello della logistica necessaria per
portarle fisicamente alle sale. Sarà allora che tutto cambierà: come spiega
“L’ultima pellicola”, libretto voluto da
Eutelsat scritto da Giovanni Carrada e
Mauro Mennuni, la svolta “digitale più
satellite” sarà una boccata d’ossigeno
per l’intero mercato della sala cinematografica. Ma anche per gli spettatori
che potranno contare su cartelloni più
ricchi e ritagliati su misura.
Media Salles prevede che metà degli
schermi europei saranno già digitalizzati tra la fine del 2011 e l’inizio del
2012. Da quel momento in poi, dicono
gli analisti, lo switch off sarà velocissimo, spinto da un “tipping point” dovuto al fatto che per le grandi case di
distribuzione diventerà più economico
rinunciare a distribuire le vecchie pellicole in 35 mm. A quel punto sopravvivrà solo chi avrà innovato. Per questo
le sale devono far presto: solo quelle
che si saranno dotate per tempo di nuovi apparati potranno adottare modelli
di business in grado di abbattere i costi
e aumentare la torta dei ricavi grazie a
un’offerta più dettagliata e all’attrazione di nuovi segmenti di pubblico.
Sono due i passaggi da effettuare
per il perfetto gol digitale. Il primo è il
riversamento su pellicola del film che
esce dalla post produzione: con l’alter ego digitale della “pizza” (il Dcp,
digital cinema package) si ottiene un
risparmio dell’85% (in aumento con
l’aumentare del numero di copie). Da
qui l’esigenza di sale digitalizzate per
poter gestire file al posto di pellicola.
In Europa la corsa alla digitalizzazione
è in pieno svolgimento. In Italia va un
po’ più a rilento: gli schermi digitali
il caos gestione, i film vengono spostati
a piacimento da una sala all’altra, ma
anche da un orario all’altro: “Non ci
sono più valigette da prendere, consegnare, controllare”. Grazie al satellite
la trasmissione di film (ma anche di
concerti, partite, documentari, cortometraggi, opere liriche) si riduce per il
distributore alla consegna di una sola
copia del Dcp al teleporto di Open Sky
da cui ripartirà verso i decoder dei cinema a una velocità di 70 Mb al secondo.
In meno di 10 ore il distributore può
consegnare i film a tutte le sale che de-
Collegamenti
Munarini (Open Sky)
«Sufficiente un click
per gestire anche
proiezioni multiple»
sidera. Un procedimento, oltretutto, a
prova di pirateria: il file trasmesso può
essere decodificato solo dal decoder e
decriptato solo dal proiettore per mezzo di un chip e di una chiave fornita
esclusivamente alla sala autorizzata.
Il distributore è entusiasta, “e non solo
per i prezzi - dice Munarini -: in una
notte duplichiamo il film in tutti i siti.
Inoltre siamo in grado di produrre una
reportistica dettagliata: di ogni sito sappiamo chi ha ricevuto e chi ha scaricato
nei server. In più siamo flessibili: fare
una copia non è un problema. Il distributore può aspettare fino al giorno della
proiezione per definire il numero di copie da fare. L’unico collo di bottiglia è
rappresentato dal numero di proiettori
digitali in campo”. Al momento in Italia sono 270 le strutture (per un totale
di 600 sale) attrezzate per il satellite:
ma per fine anno saranno già 300. La
seconda vita del cinema è già partita.
Scarica

Dallo spazio una seconda vita - Corriere delle Comunicazioni