anno XldVII - n. 5 inaggio 1999 mensile dell'Aime, aswiazione unitaria di comuni proMnce e q ' o n i d a l Q u a r t i e r e a l l a R e g i o n e p e r u n a U n i o n e E u r o p e a F e d e r a l e C H I A R 0 , s C U r u b r i c a di U m b e r t o S e r a f i n i Un'anima per l'Europa? Dal 12 al 16 maggio', si svolge a Ragusa la VI1 Conferenza delle Città gemellate del Mediterraneo, cui sono dedicate alcune pagine di questo numero. Le immagini che illustrano "Comuni d'Europaw di questo mese sono quindi tutte di scorci della splendida provincia di Ragusa. In copertina: Cavo d'lspica, "U Campusantu" Chiaroscuro di Urnberto Serafini 1 nostri obiettivi, la nostra determinazione di Fabio Pellegrini Tre domande a R o d i di Pier V~rgilioDostoli Occasione d i crescita per promuovere pace e sviluppo h Domenico Arezzo -- - L'Europa è nella nostra cultura di Giorgio Mauheudakis 11 dialogo e la cooperazione mediterranea di k n n i n o G x i i h 7 6 L'Europa e i giovani &Giovanni iantone L'industrializzazione del Mezzogiorno di Sivona Parudo Sempre a fianco degli- enti tenitoriali Le recensioni d i Comuni d'Europa di Sonii ~ ~ a vcolonna io 14 Dovremmo dire piu che un'anima per l'Europa, un'anima per noi che vogliamo l'Europa, la nostra Europa: che non è un'Europa qualunque. Ripetiamo ancora una volta che una unità europea, da quando è deceduto l'eurocentrismo - cioè l'assetto per cui dal Paese o dai Paesi europei dominanti si regolavano gli equilibri del mondo -, è una realtà ormai richiesta dalla geopolitica: e quest'ultima può generare tante Europe diverse, al loro interno e nei rapporti col mondo. Al suo interno si tratta per noi di una Europa di "liberi e uguali" - si, anche "agiata", ma certo non una Europa dei due terzi due che godono la felicità della vita e uno che sia ammesso agli "avanzi" della mensa (o alla scarsa padronanza, da parte del ceto debole, dei mezzi conoscitivi e tecnici per costruirsi la propria felicità)-. Ai suoi rapporti col mondo si tratta per noi del19Europa dei cosmopolitici: che non sono i platonici irenisti - i pacifisti che non vogliono far male a nessuno, e non si muovono -, ma coloro - come ammoniva Seeley, il grande storico inglese a metà dell'ottocento - che costruiscono giorno per giorno la democrazia, con le sue regole, non solo negli ma fra gli Stati e fra tutte le comunità umane - la democrazia dell'interdipendenza planetaria, come si dice ora -. Orbene, dobbiamo costruire l'Europa unita, senza dubbio, ma i nostri principi, come una religione, la precedono e ci muovono (e ci muoveranno] all'agire nel successo e nell'insuccesso, irremovibili: e siamo sempre stati (a proposito di una élite europea, di cui parleremo tra poco) i persuasori di questa Europa, e soltanto di questa. Stiamo uscendo dal "Secolo breve", nel quale la "pace perpetua" di Kant e il mondo che l'aveva ispirata sono stati travolti dalla filosofia del suo più radicale antagonista in campo etico e politico, Hegel, e dai palesi e meno palesi discendenti di costui: questi ultimi inquinano tuttora tanta politica, filosofia e "cultura media" - d'ltalia, d'Europa e del resto della Terra -, proprio mentre la costruzione europea è a una svolta; ma vale sottolineare subito che, quando fascismo, nazismo loro amici e alleati di comodo trionfavano, i federalisti sconfitti preparavano la rivincita, anche se sono ora assai spesso, a torto, dimenticati, proprio nel momento in cui si presenta l'esigenza dell'klite di cui già abbiamo fatto un cenno e su cui ora verremo. Comunque è forse utile ricordare, senza esitazioni, che Hegel è il teorico "esemplare" dello Stato organico, il modello più decisamente contrario alla costruzione della pace dei cosmopolitici - oltre che, come premessa ostile, di ogni Stato liberaldemocratico -; Hegel esalta la guerra, difende la concezione di un mondo nazionalistico e imperialistico (inevitabilmente tale). si muove da una società corporativa e da una strategia che si basa su un intreccio di interessi e su una "legge" statale ferrea per ragioni di comodo (evitare l'anarchia della libertà], nega ogni Comuni dTmm dignità alla persona umana e al suo sviluppo autonomo, morale e civile (esattamente al contrario di Kant e all'uomo della sua "critica della ragion pratica"). Qui vorrei solo aggiungere due riflessioni post-hegeliane. Solo apparentemente autonoma dal neo-hegelismo e la grande utopia marx-leninista, di cui l'inganno che essa conduca alla pace già si comincia a svelare nella prefazione al Manifesto di Ventotene (1941), scritta (e non firmata) dal filosofo Eugenio Colorni. L'altra riflessione è il richiamo a una felice critica dell'amato Heidegger avanzata severamente da Hanna Arendt: quella di esistenzialismo solipsistico. In effetti I'umanesimo di Heidegger (e, perché no? quello di Gentile] è sognato dal filosofo - che si permette di criticare la corruzione dello Stato liberaldemocratico -, senza curarsi di quali uomini reali esso viva e come venga realizzato. Un soggetto trascendentale disincarnato - si potrebbe dire per Gentile -, proprio come ha osservato nel 1957 Giulio Preti ("Praxis ed empirismo") e come tentai invano di farmi spiegare nel 1937 dallo stesso Gentile, il cui Stato etico era, a mio awiso, fondato sulla sabbia. Mentre stavo ragionando tra me e me su questa questione dell'anima, è uscito un volumetto su "Un'idea del19Europa", proprio di colui che andrà (o mi sbaglio? avrà l'appoggio del Parlamento Europeo?) a presiedere la Commissione esecutiva comunitaria di Bruxelles, dopo il salutare scandalo che ha fatto saltare I'équipe presieduta da Santer, coi suoi - in parte colpevoli e in parte incolpevoli - colleghi. Nel volumetto di Prodi c'è perfino un paragrafo intitolato "un'anima per l'Europam, ma per la verità tutto il testo gira intorno al problema. Ho appena finito di leggere le 147 pagine fitte, che meritano una assai più meditata lettura della mia, di necessità - per ora - assai sbrigativa. Con una limitazione un po' miope il volumetto si potrebbe considerare una rimeditazione, un chiarimento e un prezioso sviluppo del Piano Delors - che Prodi non fa a tempo a ricordare come sia stato messo dai governi nel cassetto e mai sottoposto a una analisi politica, complessiva e strategica -. Indubbiamente molte delle 147 pagine vanno in ogni caso lette e rilette dai colleghi del Ccre, e anche (e soprattutto?) dai membri del Comitato (istituzionale) delle Regioni, così attenti agli sviluppi corporativi del loro Comitato, ma che mi lasciano talvolta un po' incerto su un loro spregiudicato e coraggioso contributo alla costruzione dell'Europa federale. lo mi contenterò qui di avanzare alcune prime considerazioni d'insieme, che vorrei fossero valutate come prive di qualsiasi atteggiamento aprioristico verso I'autore: tutt'altro. Prodi, l'economista Prodi. si richiama continuamente alla priorità della politica, chiede ripetutamente un "rinforzo" (generico) delle istituzioni comunitarie, ma non denuncia il fallimento segue a pagina 15 maggio 1999 1 nostri obiettivi, la nostra determinazione di Fabio Pellegrini poche settimane dalla caduta del Muro di Berlino, present a m m o alla Commissione di Bruxelles una proposta per un programma di cooperazione con i poteri territoriali dell7Europa c e n t r a l e e d o r i e n t a l e ("Ecco", divenuto "Ecos" e successiva- maggio 1999 mente "Ecos e Ouverture" nelle formulazioni della Commissione). L'entusiasmo per le aperture e le prospettive che si intravedevano per 1'Europa e r a n o t e m p e r a t e e c o n t e n u t e dalla consapevolezza dei pericoli e dei rischi esistenti. Vedevamo le potenzialità di Comuni d'Empa sviluppo democratico, economico-sociale e politico-culturale per i l nostro continente, superando divisioni e lacerazioni storiche, che si intrecciavano con i pericoli di e s p l o s i o n e di vecchie e n u o v e contraddizioni, al ritorno di esasperati nazionalismi c h e avrebbero riproposto tensioni e drammi sanguinosi nel nostro continente. Per questo, allo sforzo di aiutare i nostri colleghi eletti locali dell'Europa centrale e orientale nel loro impegno di costruzione e di radicamento della democrazia, si accompagnava la preoccupazione per l'insufficiente consapevolezza dei governi dell'Europa occidentale di operare le giuste e necessarie scelte, collegate ad una visione strategica comune di riforma dell'unione europea e delle istituzioni mondiali (Onu, Fmi, Bm). Caduto i l Muro di Berlino, caduto il comunismo, erano finiti tutti i problemi. Pensavano alla "fine della storia" piuttosto che all'inizio di una "nuova" storia. 1 permanere di schemi ideologici della guerra fredda portarono la maggior parte dei governi conservatori occidentali e dell'unione europea a puntare più sulle fratture che alle trasformazioni democratiche. Non seppero cogliere la necessità di una transizione democratica perseguita da Gorbaciov, credettero utili, se non inevitabili, divisioni nel c u o r e d e l l ' E u r o p a , ma s o p r a t t u t t o lo s m e m b r a m e n t o della Federazione jugoslava, punto cruciale di una delicatissima area geopolitica: i Balcani. Rinunciarono alla prospettiva di una transizione democratica della Federazione, per perseguire la destabilizzazione dell'area con i l riconoscimento della Croazia ( e della Slovenia) p e r ragioni diverse da quelle dei tedeschi, solleticati dall'idea di ricreare un'area di loro influenza nelllEuropa, o di quella Vaticana, di sostenere la creazione di uno Stato di cattolici in un'area multireligiosa, o l'ingenua(?), sicuramente velleitaria a c c e t t a z i o n e di De Michelis (Ministro degli Affari Esteri dell'epoca), che riteneva di poter contrastare l'egemonia tedesca nel centro Europa con le sue "poligonali" (pentagonali, esagonali ecc. ecc.). Con uno Stato, quello italiano, senza cultura e strutture politicodiplomatiche adeguate, con una economia debole e t e c n o l o g i c a m e n t e n o n competitiva, con una finanza pubblica dissestata, "velleitaria" è forse dire poco. Fu in quel momento che la Comunità europea venne indebolita, soprattutto nell'esigenza di definire una politica e una strategia comune per se e per I'intero continente. Purtroppo quelli che erano stati i gridi d'allarme, presto diventarono tragiche scelte e l'origine delle nuove tragedie. Oggi - senza motivi di soddisfazione - si comincia a riconoscere, come ha detto recentemente l'ex cancelliere tedesco Helmut S c h m i d t ( u n o dei più lucidi uomini europei viventi), l'errore e la gravità di aver agito per la disarticolazione della Federazione jugoslava. La guerra di Bosnia fu la sanguinosa conseguenza, il dramma del Kosovo il 1 proseguimento. La Bosnia e Sarajevo, sentimmo e lo dicemmo allora, rappresentavano la prova generale dell'Europa per poter affrontare con adeguata responsabilità e consapevolezza un inevitabile futuro di società multietnica, multireligiosa e multiculturale. Come ha scritto Serafini nel numero di aprile di "Comu.ni d'Europan: l'Europa meticcia non ammette prevaricazioni egemoniche. La prova non riuscì e la questione del Kosovo è il suo appello; ma purtroppo non si vedono segni di rawedimento. M a n c a s o l o c h e i governi e u r o p e i , seguendo gli americani che non capiscono quasi niente dell'Europa, scelgano il distacco, l'indipendenza del Kosovo dalla Federazione, o anche la divisione, ed il resto verrà da se: una destabilizzazione generale dell'area che interesserà, oltre la Serbia e l'Albania, i l Montenegro, la Macedonia, l'Ungheria, la Bulgaria, la Grecia, la Turchia e non solo questi Paesi. Sarebbe un altro bel capolavoro. Gravissimo errore anche appoggiore i guerriglieri dell'uck. Allora prevalevano in Europa i governi conservatori e questa è l'eredità che ci hanno lasciato. Oggi 13 Paesi su 15 dell'unione europea sono a direzione socialista, socialdemocratica o comunque con maggioranze di centro-sinistra. Ma se pensiamo a come poche settimane fa a Berlino i Capi di Stato e di Governo delI'lJnione europea discussero di "Agenda 2000" e del Bilancio europeo [che rappresenta soltanto 1'1,27% del PlL dei "Quindici"), misuriamo la lontananza politico-culturale rispetto alla necessità di fare dell'unione europea una scelta strategica per superare l'impotenza politica dell'Europa, puntare ad una riforma istituzionale democratica per darsi una politica estera, della sicurezza e della difesa comune; tutto ciò accompagnato da un impegno politico e finanziario di sostegno ai Peco, e non solo a quelli oggi candidati all'ingresso nell'unione europea. Un sostegno finalizzato, attraverso la cooperazione, al rafforzamento della democrazia, quale presupposto per un effettivo sviluppo economico e sociale, e questo come condizione della fiducia dei cittadini nelle nascenti istituzioni democratiche (una specie di circolo virtuoso), per realizzare quella stabilizzazione dalla quale sembra che oggi, invece, ci si voglia allontanare. L'idea della "grande Europa", dell'Europa "Casa comune" era questa. Se allora si fosse agito coerentemente con questo obiettivo è facile pensare che Milosevic a Belgrado non ci sarebbe s t a t o più da qualche anno e la ex URSS non sarebbe diventata quella maceria economica che è, con grave danno non solo per quei popoli, ma anche per l'economia europea e mondiale. Queste poche e generali considerazioni valgono per comprendere quale sarà il compi- Comuni d'Empa to del nuovo Presidente della Commissione di Bruxelles e del nuovo Parlamento europeo che sarà eletto il 13 giugno. L'on. Prodi dovrà affrontare cinque anni cruciali per il futuro dell'unione europea: 1) la realizzazione della moneta unica ed una politica macro-economica per la crescita, la competitività e I'occupazione; 2) l'allargamento, appunto, che non è una concessione benevola ai Paesi candidati, né un optional di lusso, ma una stridente e urgente necessità; 3) una politica estera e di difesa comune; 4) awiare il processo decisionale per una nuova Costituzione europea, evitando di ripetere l'inefficace e burocratico metodo intergoverna tivo. Viste così le cose, e difficile condividere la presentazione della stampa italiana (che per provincialismo, non ha collegato la candidatura a questa prospettiva) di un Prodi allontanato dalla politica italiana. Noi riteniamo che, al di l à della conferma di una ritrovata credibilità ed autorevolezza dell'ltalia, sia più importante la Presidenza della Commissione europea che fare il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano. 11 Presidente designato ha iniziato a muoversi bene, consapevole di questo grande impegno; lo aiuteremo nel suo lavoro. Anche per quanto concerne le elezioni e u r o p e e del 1 3 g i u g n o , di q u e s t o si dovrebbe parlare e su questi obiettivi confrontarci per chiedere i l consenso degli elettori. L o s f o r z o c o l l e t t i v o c h e gli italiani h a n n o f a t t o - con consapevolezza e m a t u r i t à politica - per risanare l'economia ed il bilancio pubblico, meriterebbe oggi un confronto politico di altro livello. Credo sia s t a t o un esempio straordinario di grande partecipazione politica e democratica dei cittadini, forse si dovrebbe risalire alla Costituente per trovare una partecipazione così diffusa e generale come quella per entrare tra i primi nel1'Euro. Dopo tale impegno, anche di sacrifici, agli italiani dovremmo dare l'opportunità di capitalizzare tanti sforzi, consentendo loro di scegliere, tra i candidati, coloro che dimostreranno capacità, convinzione, determinazione per rendere il Parlamento europeo protagonista di una stagione di riforme e di sviluppo democratico dell'unione europea, dei Paesi membri, p o r t a n d o un necessario contributo ad una cooperazione europea e internazionale democratica, per la costruzione di' una pace stabile e duratura. 11 forte tessuto dei poteri territoriali, degli eletti locali e regionali, di tutte le componenti federaliste, daranno un contributo in tal senso: le difficoltà e le tragedie che balenano sui nostri cieli non dovranno scoraggiarci, anzi, devono caricarci di ulteriore determinazione. maggio 1999 I T A L I A N O I L I V U O V O P R E S I D E I V T E D E L L A C O M M I S S I O N E E U R O P E A Tre domande a Prodi di Pier Virgilio Dastoli "La responsabilità non può essere un'idea vaga, una nozione irrealista nella pratica. Essa deve andare di pari passo con l'esercizio permanente di responsabilizzazione. E' difficile trovare qualcun o c h e a b b i a il m i n i m o s e n s o di responsabilità. Ma questo sentimento è essenziale ... La nozione di responsabilità costituisce la manifestazione più avanzata della democrazia". Sembra un paragrafo tratto da un libro di diritto pubblico o amministrativo; è invece una lezione di morale politica che il comitato di esperti - nominato di comune accordo dal Parlamento e dalla Commissione (a seguito del mancato "scarico" di bilancio da parte dell'Assemblea all'esecutivo) - ha inflitto alla Commissione Santer e , attraverso di essa, a tutte le istituzioni europee che peccano - ciascuna nel proprio ambito ed al proprio livello di responsabilità di scarsa cultura democratica. Nella vicenda che ha portato, a metà marzo, alle dimissioni di ciascuno dei commissari, ogni istituzione europea e t u t t i i governi nazionali dovrebbero intonare il mea culpa. Certo ed in primo luogo la Commissione europea che, b e n p r i m a della p r e s i d e n z a S a n t e r ( 1 995-1 999), aveva permesso e spesso promosso un'applicazione perversa del sistema francese dei "gabinetti ministeriali", ed aveva gestito il d a n a r o del bilancio comunitario come se esso fosse di proprietà di un'eurocrazia europea pronta ad elargirlo insieme con generosità e supponenza, e non già danaro pubblico da spendere nell'interesse dei contribuenti europei. Ma, oltre ed al di là della Commissone europea, l'autorità di bilancio (e cioè il Consiglio dell'Unione ed i l Parlamento europeo) che co-decide sulle spese della Comunità ed in particolare sulle risorse da attribuire al f u n z i o n a m e n t o dell'amministrazione europea. Troppo spesso ad una nuova competenza della Comunità prima e dell'Un i o n e poi o allo sviluppo di a z i o n i comuni, non è seguito il rafforzamento dell'apparato amministrativo europeo, c o s i c c h é la C o m m i s s i o n e è s t a t a costretta a ricorrere - spesso malvolentieri - a società e agenzie esterne. E' il caso dell'aiuto alimentare ed umanitario - che appare in queste settimane drammaticamente urgente e necessario - o, molto più in piccolo, della cooperazione con le organizzazioni non governative della società civile - indimaggio 1999 spensabili moltiplicatori di opinione che ricevono pochi denari, in ritardo e sulla base di procedure kafkiane, per svolgere un ruolo di supporto dell'azion e delle istituzioni europee. Stupisce che il Parlamento europeo abbia a p p r o f i t t a t o l e s t a m e n t e della buccia di banana di una serie di riprovevoli casi maldestri di ordinario nepotismo (dove al posto dei nipoti c'erano gli amici e gli amici degli amici), avend o invece lasciato correre le occasioni ben più gravi della "mucca pazza" e del silenzio della Commissione sulla riforma dell'unione. In quest'ultimo caso il Parlamento europeo aveva chiesto alla Commissione, nel novembre 1997, di presentare un rapporto entro il iovembre 1998, cosa che la Commissione non ha f a t t o e per la quale essa n o n ha nemmeno ritenuto di dover giustificare la sua omissione. E stupisce che il Parl a m e n t o europeo abbia rinunciato al suo potere di inchiesta, per cederlo ad un comitato di esperti, certo dotati di grande equilibrio e grande esperienza professionale, ma totalmente sprovvisti della legittimità democratica degli eletti dai popoli. 1 governi infine avrebbero dovuto mettere ordine da tempo nella gestione nazionale del danaro europeo, s e è vero - come è d e n u n c i a t o ogni anno dalla Corte dei Conti europea che la grande maggioranza delle truffe al bilancio dell'unione viene perpetrata a livello nazionale e non solo nei paesi del Sud dell'Europa. 11 Consiglio europeo ha risolto rapidamente i l problema della designazione di un n u o v o P r e s i d e n t e , s e n z a d a r e eccessivo peso a tutti i problemi giuridici posti da una situazione istituzionale completamente nuova ed inattesa. 11 fatto che la Commissione Santer resti in carica (eventualmente con un Presidente ad interim) fino a settembre può disturbare questa o quella parte politica, che avrebbe voluto giocare la carta di una sorta di "gogna" europea per un paio di commissari in chiave inequivocabilmente pre-elettorale. Ma è tuttavia evidente a tutti che la cosa essenziale è la scelta di una Commissione forte, utilizzando in pieno i poteri che il Trattat o di Amsterdam conferisce al suo Presidente, tenendo anche conto che l'opportunità politica e l'efficienza istituzionale vuole che la Commissione Prodi designata e nominata nei prossimi trequattro mesi sia rinnovata in gennaio per il periodo 2000-2004. Comuni d'Europa 11 primo ruolo della nuova Commissione sarà certamente quello di mettere ordin e nella propria casa, rafforzando i l proprio carattere collegiale, rinnovando i rapporti tra i commissari e I'amministrazione e mettendo un freno all'app l i c a z i o n e perversa del sistema dei gabinetti. Poiché la Commissione non è o non è solo il Consiglio di amministrazione dell'unione europea ma il govern o (seppure in fieri), il primo ruolo politico di Romano Prodi e dei suoi commissari sarà quello di mettere sul tavolo del P a r l a m e n t o e u r o p e o , dei governi e dell'opinione pubblica un rapporto sulla riforma dell'unione che contenga tre elementi essenziali: le linee-guida di un progetto di revisione costituzionale dei Trattati. 11 Movimento europeo ha chiesto all'Aja di dare all'unione un patto costituzionale da sottoporre per approvazione ai cittadini europei in un referendum europeo; un nuovo metodo che escluda la forma inefficace e non democratica del negoziato diplomatico e che, sulla base del progetto della Commissione, avvii una sorta di codecisione costituzionale fra Parlamento europeo e Consiglio dell'unione; un calendario che preveda un accord o sulla revisione costituzionale entro il 2002 (cinquant'anni dopo la Ceca e nell'anno della sostituzione delle monete nazionali con I'Euro), in modo tale che la sua entrata in vigore avvenga entro la fine della legislatura europea ( 2 0 0 4 ) e prima della fine dei negoziati di adesione. Qual'è l'opinione del presidente designato Romano Prodi su questi tre punti? Se riforma profonda ci deve essere (e le sfide congiunte dell'Euro e dell'allargamento lo impongono), la cultura della responsabilità e della democrazia deve essere accompagnata dalla creazione di un sistema di governo dell'unione nel quale l'Esecutivo europeo risponda certo dei suoi atti davanti al Parlamento europeo ma sia dotato di poteri - limitati ma reali - nella politica economica e fiscale, nella politica estera e nello sviluppo di uno spazio europeo di cittadinanza e di sicurezza. Pier Virgilio Dastoli Segretario griirrule drl Moviriie~ito europro iiiter~ici~ionale LE C I T T À G E M E L L A T E D E L M E D I T E R R A N E O S I I N C O N T R A N O A R A G U S A Occasione di crescita per promuovere pace e sviluppo di Dornenico Arezzo P romuovere a Ragusa assieme all'Aiccre il V11 incontro delle Città gemellate del Mediterraneo è sicuramente motivo di orgoglio per la Città che rappresento come Primo Cittadino. Ragusa, città ospitale, affascinante esenipio del barocco siciliano, geograficamente al centro dellqArea del Mediterraneo, può essere considerata u n ' a u t e n t i c a "porta d'Europa", dalla quale si dipartono "ponti" di colleganiento tra i paesi del Mediterraneo e dell'Europa. Oggi più che mai è infatti indispensabile a b b a t t e r e barriere culturali ed etniche, che provocano inevitabilmente conflitti e non contribuiscono di certo allo sviluppo delle regole democratiche, presupposti indispensabili per la crescita civile di ogni popolo. Dal confronto delle culture, dalla cooperazione economica, dai programmi comunitari, dai flussi migratori, dal ruolo delle donne in tutta quest'area, dalla pace dei popoli, dal r i s p e t t o dei diritti u m a n i , tematiche importanti che verranno trattat e in queste giornate ragusane, sicuramente sapremo trarre delle indicazioni per porre le basi di una reciproca crescita culturale, civile ed economica. Dobbiamo contribuire tutti a creare una coscienza europea nei cittadini e favorire quel processo di cambiamento che l i veda coinvolti maggiormente nelle scelte volte allo sviluppo della democrazia e dei diritti uniani. Per raggiungere obiettivi di cooperazione e crescita culturale, sociale ed economica dei cittadini d'Europa, è necessario sviluppare relazioni di geniellaggio e partenariato tra le città del Mediterraneo. Ragusa ha già a w i a t o una serie di iniziative t e n d e n t i ad allacciare rapporti c o n i paesi viciniori; mi riferisco alla Scuola Regionale dello Sport, struttura Comuni d'Empa aperta alla partecipazione anche di atleti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, al Corso di laurea in scienze tropicali e s u b t r o p i c a l i della Facoltà di Agraria, il cui indirizzo culturale è dirett o alla ricerca in u n particolare settore dell'agricoltura, al Corso di laurea in ling u e e l e t t e r a t u r e straniere, a u t e n t i c o passe-partout per allacciare rapporti con le popolazioni d'oltremare. obbiamo insomma lavorare insierne instaurando un clima di collaborazione, che superando i nazionalismi riesca f i n a l m e n t e a costruire l'Europa dei popoli, c h i a m a t a a c o o p e r a r e c o n l'intera area del Mediterraneo. D Dornenico Arezzo, Sindaco di Ragusa maggio 1999 L'Europa è nella nostra cultura di Giorgio IMattheudakis Dopo sei anni di splendida esperienza e di collaborazione con I'Aiccre la nostra Federazione approda alla 7a prova organizzativa del Convegno di Ragusa. 11 rapporto che lega noi all'Aiccre e alla Kedke può essere considerat o u n rapporto basato sull'amicizia, sulla conoscenza profonda degli uomini e delle istituzioni. Uomini come Martini, Punzi, Pellegrini e ora Badaloni da parte italiana e come i Sindaci Papamikroulis, Tambakidis, Giannikos e Archontakis da parte greca, come anche monsieur Casagrande, madame Lucke e ora Mrs Haritos hanno inciso positivamente sul nostro attaccamento alla grande idea dell'Europa e specificamente sul valore del gemellaggio. La mia esperienza personale sembra coincidere con quella della nascita della ~ o n f e r e n z à(la prima Conferenza si svolse a Rethimnon la mia Città nativa], ma se si volesse tenere conto anche della promozione, da parte mia, del gemellaggio della mia Città nativa con quella adottiva di Castenaso (19851, si potrebbe dire che l'idea e lo spirito del gemellaggio facciano parte della mia cultura, del mio modo di vedere i rapporti tra i popoli; e ciò credo sia importante in particolare ora, in un momento in cui l'Europa sta nascendo con buoni propositi, ma con auspici non tanto ottimistici, vista la difficoltà di alcuni paesi di seguire il passo degli altri nello Sme, e ciò a causa anche delle loro marcate differenze strutturali. L'apparire inoltre nella nostra regione di fatti bellici, che coinvolgon o in modo diretto i nostri paesi, ci rattrista e crea forti e legittime preoccupazioni, sapendo di non poter incidere più di tanto per aiutare i cittadini delle città a noi sorelle e in difficoltà. Lo stesso disagio provammo tutti noi partecipanti lo scorso anno alla Conferenza di Pafos, ove le drammatiche circostanze ci fecero vivere da vicino le amare realtà che vivono nel 20" secolo paesi a noi amici e a due passi da casa nostra. Gemellaggio significa, per chi ha vissuto i momenti di gioia che vivono i giovani durante gli incontri, poi con i ricordi, poi ancora con i contatti - pur difficoltosi a causa delle diversità linguistiche una grande educazione civica, ove si trasmettono le più diverse sollecitazioni emotive, di cultura, di civiltà e di sensibilità collettiva. Questo spirito ha colto il legislatore europeo, creando i partenariati, creando i programmi di sviluppo combinato e mirato, creando i programmi di scambio di studio e di esperienze già sperimentate in modo che le acquisizioni dei pochi diventino arricchimenti per tutti. Le prime conferenze diedero alle Città la possibilità di ampliare le loro conoscenze, le ultime stano creando dei momenti di studio e di approfondimento delle tematiche e delle problematiche che affliggono la nostra società, sia nella vita quotidiana sia nei rapporti tra i vari Stati a noi vicini. La scelta di Ragusa è stata fortemente voluta, per l'alto significato che riveste a livello mondiale la presenza della Base di Comiso nel suo territorio, ma anche per ciò che rappresenta Ragusa per la Sicilia. Ragusa è una realtà produttiva agricola di estrema importanza per l'economia siciliana e dell'ltalia intera, motivo per il quale va valorizzata, e questa nostra 7a Conferenza le darà certamente la giusta collocazione, che peraltro si merita. Dichiarare dunque'il mio credo a questa nobile idea è per m e puramente un atto formale, ma contribuire affinché questa idea porti dei benefici alle popolazioni e alle amministrazioni delle nostre Città presuppone u n immenso dispendio di energie, di fatiche, di rinunzie ed una costanza di impegno, per portare a termine i progetti prefissi e programmati; questo spirito h o trasmesso alla mia organizzazione e il nostro impegno ci sarà fino in fondo. Giorgio Mattheudakis Presidente della Federazione delle Cornunitu e Coiifrateriiite elleniche in Itrilia maggio 1999 Comuni d'Empa P E R U N A N U O V A I N I Z I A T I V A - D E L L E C O L L E T T I V I T À T E R R I T O R I A L I -- 11 dialogo e la cooperazione mediterranea di Vannino Chiti Vannino Chiti, Presider~tr della Regioiie Toscana e Presidente della Co~~ferenza delle Regiorzi Periferiche Murittime (CRPh1) È innegabile il ruolo importante che può avere la cooperazione tra le collettività regionali e locali nel Mediterraneo, e ciò tanto da un punto di vista puramente politico, che a livello economico e sociale. Siamo in molti, soprattutto attorno alle sponde mediterranee, a pensare che questo partenariato dovrà essere rafforzato in futuro per permettere I'instaurazione di una vera zona di pace e di stabilità - ma anche di prosperità - attorno al "Mare Nostrum". Nella mia regione, in Toscana, abbiamo già sviluppato da molti anni un partenariato stretto con le collettività delle rive sud ed est, in particolare con i nostri partners tunisini, israeliani e palestinesi e sono cosciente di quanto questo arricchisca l'esperienza di noi tutti. La Dichiarazione di Barcellona del 1995 - ed il Regolamento MEDA che l'ha seguita - aveva permesso un primo grande passo in avanti proprio nella cooperazione. Malauguratamente, proprio per quel che concerne la cooperazione decentrata, si è obbligati a constatare che nessun reale progresso è stato fatto dopo quella data. Ritornerò poi su questo punto. Ora, se gli Stati membri hanno il compito di fissare i grandi assi di cooperazione tra le due sponde e i y a n d i orientamenti delle politiche comuni, alle collettività regionali e locali deve essere affidata la missione di mobilitare le energie e le competenze locali per rafforzare al loro livello gli assi di tale cooperazione. Permettetemi di citare, in termini di esempio, alcuni dei temi nei quali il ruolo delle autorità regionali mi sembra particolarmente importante, senza voler per nulla limitare i campi di iniziativa e di cooperazione. Vorrei in primo luogo citare qualche politica settoriale, di carattere più spiccatamente economico, dove le regioni possono, con i loro partners locali, essere u n o dei principali motori della costruzione di reti di cooperazione: nel campo del sostegno alle piccole e medie imprese, se pure certe misure non possono che essere immaginate che a livello nazionale o comunitario, vc ne sono altre che possono essere completate e riprodotte al livello regionale. Penso all'incoraggiamento alla costruzione di reti tra imprenditori; alla promozione delle politichc di filiera che permettano di scambiare i vantaggi comparativi tra le due sponde ad esempio nell'agroalimentare, nella pesca, nel tessile-abbigliamento o anche dell' elettronica; nel sostegno al processo di innovazione e di trasferimento di tecnologie. Alcuni programmi comunitari s o n o già orientati in questo senso. Sarebbe perciò augurabile oggi di fare ulteriori passi nella formalizzazione delle reti di cooperazione su temi più precisi e pressanti, senza predefinirli, ma m e t t e n d o in c a m p o un serio lavoro di approfondimento con la partecipazione dei centri di ricerca delle rive nord e sud del Mediterraneo. Questi approfondimenti potrebbero affrontare di preferenza temi quali l'ambiente, la salute, le energie rinnovabili, o ancora le tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni. Sono numerose le reti che già operano in questi ambiti tra le nostre regioni europee e potrebbero utilmente ampliarsi rafforzando la cooperazione con le regioni delle rive sud ed est del Mediterraneo; lo sviluppo delle politiche di formazione e delle risorse umane fa parte delle priorità della cooperazione mediterranea. Sebbene il problema delle risorse umane si ponga con maggiore acutezza nei paesi delle rive sud ed est del Mediterraneo, si tratta pur sempre di un tema comune a tutto lo spazio mediterraneo, anche a quello europeo, e molte delle regioni che si affacciano su questo mare, anche per le loro competenze, possono dare contributi importanti di progresso. Altri temi fanno parte più tradizionalmente dei campi d'intervento delle collettività regionali: gli scambi culturali sono un primo insieme importante di questa cooperazione che non può essere sottovalutato, soprattutto quando costituiscono la base di iniziative di cooperazione che valorizzano il patrimonio culturale delle rive sud ed est, permettendo una migliore valorizzazione delle politiche turistiche. Si tratta di un punto importante di mutua apertura tra d u e mondi, soprattutto nel campo degli spettacoli viventi; I'interdipendenza delle rive del Mediterraneo in materia di ambiente non deve essere certamente dimostrata. Numerose iniziative sono già state realizzate in questo campo e degli obiettivi chiari sono stati individuati nel quadro della Convenzione di Barcellona e nel partenariato Euromediterraneo. 11 proseguimento ed il rafforzamento di queste iniziative deve essere integrato nel nuovo partenariato Euromediterraneo ed è evidente che le regioni avranno un importante ruolo da giocare. La dimensione dei problemi da affrontare è tale che è spesso difficile prccisare i rispettivi ruoli dei differenti attori, tra la scala comunitaria, quella nazionale e quella regionale. Pare tuttavia che materie come quelle dell'acqua, delle foreste, dei rifiuti, della conservazione del patrimonio naturale, costituiscano temi privilegiati di cooperazione a scala decentrata. Ho lasciato per ultimo, ma perché mi sta più a cuore, il tema complessivo della pianificazione del temtono e dei trasporti. Le problematiche della programmazione territoriale in senso ampio, fanno certamente Comuni d'Empa maggio 1999 della CRPM. Credo che non sia pretenzioso affermare che quell'incontro e stato un successo reale, aticlie se una parte importante del lavoro resta ancora da fare. Permettetemi (li sintetizzare i due elementi di fondo della dichiarazione: I ) L'instaurazione di una concertazione e di una informazione le più strette possibile tra le Regioni. gli Stati del partenariato Euromediterratieo, e le Istituzioni comunitarie nell'ambito del processo di Barcellona. Le Regioni e le collettività locali europee devono essere cliiairiate a partecipare alla elaborazione, alla preparazione ed alla esecuzione della p a r t e di MEDA consacrata alla cooperazione decentrata. Questo punto è stato oggetto di una prima discussione tra gli Stati nell'ambito della conferenza sulla cooperaziotie clie si i. tenuta a Valencia il 28/29 gennaio scorso, con riferitiietito agli esiti dell'incontro di Siracusa. Sembra anche augurabile che, d o p o la Conferenza dei Ministri degli Affari Esteri di Stoccarda del 15- 16 aprile 1999, un programma quadro di lavoro definisca le priorità da realizzare nel periodo 2000-2006 concernenti i temi della cooperazione decentrata di MEDA. 2) Una continuazione si5teriiatica tlell'iniziativa di Siracusa con I'organizzazionc di un Foriit-ii antiiiale della cooperazione decentrata nel Mediterraneo. Questo Forutii dovrà essere triangolare, riunendo cioè gli Stati, le collettività regiotiali e locali e la Commissione europea. Dovrehhero essere associati al Forum, i l Parlarnento europeo, il Comitato delle regioni ed il Comitato Ecotiomico e Sociale, nonché gli analoghi organismi rappresentativi a livello nazionale. Questo Forum potrebbe tenersi l'anno prossimo in Andalusia a seguito dell'invito del Presidente Chavez e nel 2001 a Nablus, in Palestina, a seguito dell'invito del Sindaco G. Al-Shaka'a. Per tutte queste teniatiche e per questi motivi, pare opportuno costituire un gruppo di riflessione che associ le diverse organizzazioni interregiotiali ivi compreso, naturalmente, il CCRE. 11 nostro obiettivo a breve termine è quello di assiciirare una presenza delle nostre organizzazioni in modo da valutare di persona I'awio del processo di cooperazione decentrata, a beneficio dell'insieme delle nostre collettività regionali e locali, tanto quelle europee, che quelle delle due sponde sud ed est del Mediterraneo. parte dei temi più complessi da realizzare fisicamente, ma sono al tempo stesso i campi più propizi agli scambi proficui di esperienze. Temi e argomenti quali: la gestione delle città e delle loro tensioni sociali; l'habitat: I'urbanizzazione dei litorali; le reti di infrastrutture locali; la gestione dei conflitti nell'uso delle risorse; lo sviluppo turistico; la valonzzazione economica dei litorali marittimi; ecc. ecc. sono altrettante fonti di cooperazione tra collettività, tanto a livello regionale, che locale. La competenza delle regioni in materia di sviluppo integrato può essere inoltre utilizzata coi1 profitto in questi tipi di cooperazione, riversando in queste iniziative le competenze e le esperienze acquisite con la gestione dei Fondi Strutturali. Ma se da un lato la volontà politica di portare a buon fine queste azioni di cooperazione nel Bacino Mediterraneo tra le collettività regionali e locali è ogni volta dicliiarata e ribadita, dall'altro, gli strumenti per favorirla e sostenerla, peraltro previsti a Barcellona orrnai 4 anni fa, sono ancora oggi non attuati. È di fronte a questa evidenza che assieme ad altri Presidenti di Regioni, menibri della CRPM, che abbiamo deciso di reagire. Essendo ritnasti senza risposta i numerosi messaggi inviati alla Commissione europea negli ultimi tre anni, abbiamo voliito rilanriare concretamente, negli ultimi mesi, questo processo. trovatido I'appoggio di un certo numero di Stati menibri dell'unione ed anche di Stati e di collettività delle rive sud ed est del Mediterraneo. Debbo dire che abbiamo trovato, sii questi temi. iin sostegno cotivitito dei Governi della Spagna, della Francia, della Grecia e dell'ltalia. che continuano a sostenerci condividendo convintamente tra loro e con noi una visione veramente comune. Questa mobilitazione si è concretizzata con I'organizzazione di un primo incontro, a Siracusa nei giorni 15 e 16 gennaio scorso. che accoglieva l'invito del Presidente della Regione Siciliana Angelo Capodicasa e che si è svolta col sostegrio del Segretariato Generale HOLIDAY INN ROME - EUR PARCO DEI MEDICI SPECIALISTI IN CONGRESSI Come mescolare lavoro e svago lasciando separati i sapori Se la scelta dei più esigenti cade su Eur Parco dei Medici di Roma il motivo c'è: le grandi sale capaci di accogliere da 8 a 700 persone. dotate di tutte le apparecchiature indispensabili per conferenze, riunioni, conventions: impianti per traduzione simultanea, attrezzature visive e audiovisive ... Il fatto che siamo specialisti in congressi è un'ottima ragione per sceglierci. Ma non l'unica. Potete aggiungere una serie di altri ingredienti, tutti selezionatissimi. 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Certamente l'Europa economica che cosi faticosamente i governi hanno costruito può risultare un tantino ostica a dei giovani che si accingono spesso per la prima volta a fare un'esperienza fuori dai confini della propria nazione e che devono passare mentalmente dai localismi nostrani ad una visione "europea" dei valori e delle diverse culture. E quale può essere il ruolo di un ente locale che da molti anni ha fatto della mobilità e della visione europea uno dei punti cardini del suo programma a favore dei giovani? Sicuramente in una realtà come quella padovana, dove esistono presenti nel nostro territorio ben i 1 8 comunità diverse provenienti dal nord al sud del mondo, è necessario continuamente sviluppare strategie che awicinino le diverse comunità, che creino situazioni di ascolto e di conoscenza; allora ben vengano le occasioni che 1'Unione europea offre attraverso i suoi programmi di mobilità giovanile, perché sono un ulteriore tassello per la costruzione di quell'Europa delle genti che se ben compiuta permette di facilitare anche gli aspetti economici e di superare i particolarismi degli Stati. Per cercare di rispondere in maniera chiara e puntuale alla necessità dei giovani di conoscere altre realtà formative, lavorative e di svago, al fine di favorire al massimo le loro potenzialità e abituarli ad essere cittadini dell'Europa, il progetto giovani prosegue ormai da molti anni una politica tesa a sviluppare occasioni di mobilità in Europa, perché siamo convinti che necessariamente la crescita di una comunità passa attraverso la possibilità che viene data ai suoi cittadini di partecipare alle occasioni europee, e quindi a quelle in particolare che l'unione europea offre ai giovani e a quanti lavorano per costruire una comune "casa Europa". Nella nostra città, le opportunita di scambi in particolare e di mobilità in generale si sono caratterizzate sempre più come un'offerta del progetto giovani non solo ad utenti singoli, ma anche ad associazioni o gruppi di amici o anche a scuole. Volendo sintetizzare, l'amministrazione comunale organizza: 1 . scambi in collaborazione con la Regione Veneto in base ai protocolli d'intesa che la stessa ha con il Ministero degli esteri; 2. scambi, su presentazione di progetti, con il contributo dell7Unione europea, sia all'interno del programma "Gioventù per l'Europan, sia attualmente con il programma "Azioni prioritarie - Servizio volontario europeo"; '3. scambi organizzati all'interno dei rapporti di gemellaggio che ha la città di Padova, e con alcune realtà straniere con cui nel tempo si sono consolidati rapporti di partenariato; 4. supporto logistico alle iniziative di scambio che nascono nel territorio dalle diverse agenzie (dalle scuole alle associazioni). Da anni i nostri giovani hanno quindi l'opportunità di incontrare coetanei europei all'interno di progetti che li vedono discutere dell'Europa, dei problemi dell'occupazione, delle tematiche ambientali, dei temi legati ai processi di immigrazione in atto nei paesi europei, del volontariato e in generale di tutti quei temi che fanno parte delle conversazioni giovanili. Nel corso degli anni l'impegno della nostra amministrazione è stato quello di rendere sempre più fruibili ad un numero maggiore di giovani e di enti queste offerte, anche agevolando le proposte di associazioni giovanili del territorio e con una intensificazione dei rapporti sia con le città gemellate che con diversi partner europei, che nel corso degli anni hanno visitato il nostro centro. Alla base c'è l'idea di un servizio pubblico realmente aperto e dalla parte dei giovani, che tenga conto del loro desiderio di muoversi ed incontrarsi con altri; per permettere ciò abbiamo lavorato orientati all'organizzazione di una rete tem'toriale europea in grado di attivare scambi e rapporti, che assicurino ai giovani un articolato sistema di informazioni e che permetta loro di scegliere tra diverse opportunita, traducendo I'esperienza viaggio in un'occasione di crescita individuale e collettiva per un rapporto costruttivo con le realtà diverse. Nel corso degli anni abbiamo realizzato scambi con moltissime realtà europee, dal Portogallo alla Grecia passando per la Francia, la Svezia e la Spagna ed altri ancora. Con gli anni ci siamo resi conto che era necessario offrire anche situazioni di più largo respiro e quindi abbiamo partecipato al programma pilota dell'lJnione europea "Servizio volontario europeo", che viene riproposto come un programma ormai entrato a regime; un programma che ha tutte le caratteristiche europee: scambio di esperienza, occasione formativa, costruzione di un progetto lavorativo, ecc. Sempre nell'area degli scambi abbiamo poi pensato di capitalizzare anche ad altri I'esperienza maturata e per questo motivo è partito nel settembre scorso, tra i servizi del progetto giovani, lo "spazio Europa", un servizio che si sviluppa attualmente verso tre direzioni: promozione di attività che possono permettere la costruzione di progetti da sviluppare in ambito europeo a gruppi e associazioni giovanili; comunicazione sui progetti europei a cui le diverse realtà possono accedere; informazioni sulle occasioni europee della promozione della creatività, dello studio e delle esperienze formative e di lavoro possibili. In ogni caso si tratta di portare avanti un dialogo con i giovani sull'Europa, dialogo al quale devono partecipare gli stessi giovani e che comporta per l'ente soprattutto quattro compiti: l'informazione; la garanzia di una prima possibilità di mobilità; l'accompagnamento di quanti vogliono spendersi in prima persona nelle esperienze; politiche di attenzione verso tutti i paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo. Infine dovremmo confrontarci con il fatto che ci sia sempre più una maggiore attenzione all'impatto di queste politiche sulla città e ci sia soprattutto la coscienza di far partecipare i giovani, perché ad essi sia offerta una politica coerente con gli spot che ci indicano il comune cammino europeo. Comuni d'Empa I N M A R G I N E A L RAPPORTO C E R - S V I M E Z S U L L ' I N D U S T R I A M E R I D I O N A L E L'industrializzazione del Mezzogiorno di Silvana Paruolo assi di s v i l u p p o i n d u s t r i a l e tra i più bassi d'Europa e tassi di disoccupazione tra i più elevati: questa la condizione del Mezz o g i o r n o nell'era dell'Euro. E' q u a n t o emerge dal R a p p o r t o sull'industria meridionale e sulle politiche di i n d u strializzazione redatto per iniziativa di Cer-Svimez (ed. il Mulino): un rapporto corposo, ricco di dati e di analisi. Dalla fine degli anni '50 al primo shock petrolifero, il ritmo di crescita dell'occ u p a z i o n e m a n i f a t t u r i e r a del M e z z o giorno ha superato quello dell'industria settentrionale, grazie a u n mix di aiuti agli investimenti, miglioramenti delle condizioni infrastrutturali, capacità tecnico-organizzative delle grandi i m p r e s e di a f f r o n t a r e - m e g l i o d e l l e piccole imprese - esternalità sfavorevoli ( p e r servizi, c r e d i t o , r a p p o r t i c o n le amministrazioni, ecc.). Dalla metà degli anni ' 7 0 fino agli anni' più recenti. la situazione muta radicalmente. Lo sviluppo industriale si orienta verso settori e dimensioni di imprese p r o f o n d a m e n t e diversi d a q u e l l i del passato. 1 nuovi stabilimenti sono ( a n c h e s e n o n e s c l u s i v a n ~ e n t e )d i d i m e n s i o n i p i c c o l e e m e d i o piccole. L ' o c c u p a z i o n e i n d u s t r i a l e t e n d e nel complesso a diminuire. Nel Mezzogiorn o - sottolinea il rapporto - t u t t o ciò significa che il processo di industrializzazione si arresta. La perdita di occupazione manifatturiera verificatasi tra il 1981 - 1991 n e l M e z z o g i o r n o è rneno rilevante che nel Centro-Nord, ma molt o più negativa s e si considera il s u o basso livello di industrializzazione. La ristrutturazione dimensionale del settore manifatturiero (perdita di occupazione: 1 1,10/0),per'il centro-nord si inquadra nella tendenza ("fisiologica" per una economia ad elevato livello di sviluppo complessivo e ad alto tasso di occupazione) alla progressiva terziarizzazione del tess u t o produttivo. Nel Mezzogiorno, ha invece riflesso l'esaurirsi di quel modello di sviluppo fondato prevalentemente sulla localizzazione di impianti di grande e m e d i o - g r a n d e d i m e n s i o n e di o r i g i n e esterna che, a partire dai primi anni '60, aveva reso possibile un progressivo e diffuso avanzamento della industrializzazione. Nel corso degli anni '90, le difficoltà dell'industrializzazione meridionale si s o n o ulteriorrnente accresciute. Data la minore propensione all'export, l'industria meridionale ha beneficiato p o c o della svalutazione del 1992, ed è stata penalizzata dalla decelerazione dei consumi privati interni. C o n t e m p o r a n e a m e n t e al d e c l i n o d e l maggio 1999 nlodello basato sull'intervento pubblico in comparti industriali ad alta intensità di capitale, nel M e z z o g i o r n o si s o n o manifestati segni di nascita e di primo consolidamento di un modello di industrializzazione basato sulla imprenditorialita locale, f o r t e m e n t e o r i e n t a t o al mercato internazionale, la cui struttura si è a w i c i n a t a al modello di specializz a z i o n e del r e s t o del p a e s e . S o n o c o m u n q u e riscontrabili specifici e l e m e n t i di d e b o l e z z a s t r u t t u r a l e , q u a l i m i n o r e a p e r t u r a verso i mercati di esportazione e assai scarsa integrazione sistemica delle piccole imprese meridionali, e ciò c h e n e consegue. Nel Mezzogiorno i punti di forza del modello di specializzazione italiano macchinari industriali e tessile - vi registrano una presenza decisamente debole. Finora, le produzioni dei settori tradizionali a basso valore a g g i u n t o h a n n o p o t u t o svilupparvisi, grazie a u n a d o m a n d a in espansione e al sommerso: s o n o p o c h e le imprese c h e h a n n o p u n t a t o con successo su innovativita e qualità del p r o d o t t o e sulle fasce alte del mercato. Inoltre, il processo di integrazione internazionale dei sistemi industriali del M e z z o g i o r n o è a n c o r a fragile e l i m i t a t o a d a l c u n e r e g i o n i . A b r u z z o , Molise e Basilicata s o n o le uniche regioni c h e m o s t r a n o una progressiva d i m i n u z i o n e del n u m e r o dei settori in cui vi è specializzazione che, contemporaneamente, si concentrano e si rafforzano. Nella introduzione al rapporto, Salvatore Cafiero e Giorgio Ruffolo sottolinean o che, sull'insoddisfacente risultato del processo d'industrializzazione, nel- Comuni d'Europa l'ultinlo ventenni0 ha certamente pesat o la perdita della capacità di orientam e n t o sia d e l l a p o l i t i c a i n d u s t r i a l e nazionale sia di quella regionale. "Ci si è mossi in controtendenza rispett o agli altri paesi in ritardo dell'Ue, i quali, d o p o aver percorso negli anni ' 8 0 la strada delle misure generali (sopratt u t t o di flessibilizzazione del mercato del lavoro e di alleggerimento fiscale), h a n n o s u c c e s s i v a m e n t e r i l a n c i a t o le misure specifiche e i nlodelli di gestione decentrati e dinamici. D i r e c e n t e , a n c h e l'ltalia h a preso a muoversi in q u e s t a direzione, a t t r i b u e n d o un ruolo crescente agli strumenti di prog r a m m a z i o n e c o n t r a t t a t a . (...) Ma in a s s e n z a di u n a s t r a t e g i a i n d u s t r i a l e nazionale, si rischia di d a r vita a interventi dai risultati circoscritti e precari. L'articolazione locale della c o n t r a t t a zione programmata non annulla, ma postula u n deciso indirizzo di politica industriale nazionale." Per il r a p p o r t o , la v a l o r i z z a z i o n e del tessuto industriale esistente e il consolidamento delle esperienze di sviluppo già in a t t o n o n deve significare rinuncia a s t r u m e n t i di i n t e r v e n t o p e r le v a s t e aree in cui i l processo di i n d u strializzazione n o n procede o è in crisi o n o n è neppure a w i a t o . Che fare? Abbattere le diseconomie esterne e predisporre strutture di servizio in ambiti territoriali delimitati, da individuare, con riferimento però a t u t t o il territorio meridionale, comprese le aree periferiche e o più svantaggiate. L'impegno per favorire lo sviluppo delle piccole-medie imprese locali e la local i z z a z i o n e di q u e l l e del Centro-Nord n o n deve escludere quello per richiamare investimenti della grande iinpresa, nazionale ed estera, in u n a prospettiva di complementariti e integrazione. L e o p p o r t u n i t à di grandi investimenti esterni n o n possono essere perdute dal M e z z o g i o r n o . Di cruciale o p p o r t u n i t à s a r e b b e p o t e r avvalersi di s t r u t t u r e d o t a t e di capacità tecnico - professionali e di s n e l l e z z a o p e r a t i v a t i p o la DATAR in Francia, la WDA nel Galles, I'lDA in I r l a n d a . La s t e s s a U n i o n e Monetaria p u ò costituire un potente strumento di coordinamento. Nell'azione svolta ad attenuare le disuguaglianze, u n ruolo di rilievo va d a t o al recupero delle politiche per le infrastrutture, i n t e s e n o n q u a l e m e r o i n t e r v e n t o di sostegno della domanda, ma quale elem e n t o f o n d a m e n t a l e di u n ' e f f i c a c e politica dell'offerta. L ' A T T I V I T À D I F O R M A Z I O N E D E L L ' A I C C R E A L 3 1 M A R Z O 1 9 9 9 Sempre a fianco degli enti territoriali Da maggio 1997 I'AICCRE ha sviluppato una serie di iniziative rivolte agli amiiiinistratori ed ai funzionari degli Enti locali e regionali italiani. L'iniziative riguardano principaliiiente la formazione europea con particolare riferimento alle problematiche istituzionali e a quelle relative ai Fondi strutturali, alla Riforma degli stessi e alle politiche coiiiunitarie, nonchè alla assistenza tecnica finalizzata principalmente alla costituzione di strutture Europa all'interno delle Amministrazioni. /\lliiririi: Assistenza tecnica Dr.sii~irir(~ri: dirigenti e funzionari della Provincia Massa-Carrara (n" 12) D(ll(~:maggio 1997 (n" 7 gg) Serlf,: Provincia di Massa-Carrara Arlii~iici:Stage Dr\ii~ioloi-i: consiglieri regionali e funzionari dei consigli regionali (n" 35) Dultl: 11-12-13 marzo 1998 S r d r : Bruxelles .Atrii,irri: Seminario formazione - Ambiente, Turismo e strumenti finanziari Drsriri«r«ri: operatori Legacoop (n" 20) Drirri: 314 luglio 1997 Setlc: Roma - AICCRE Airii8irii: Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. Drsliiiriiriri: amministratori e funzionari EE.LL. della Provincia di Napoli (n" 35) D < J ~ [28 J : marzo 1998 Setlr: Marina di Licola - Pozzuoli (NA) L'AICCRE ha seguito due principali linee per sostenere al meglio questa attività: un progetto cofinanziato (25%) dalla DG X della Conlmissione europea relativo alla formazione ed informazione degli Enti locali e regionali italiani. Budget 800 milioni. Scadenza 3 1 ottobre 1999. . * u n progetto finanziato al 100% dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Funzione Pubblica nel quadro del Programma PASS 2a annualità. Questo progetto, denominato EUROPELAGO, è finalizzato alla Formazione, Costituzione dell'Ufficio Europa e Sostegno progettuale dei Comuni delle isole minori dell'0b. 1 Italia, comuni aderenti all'ANCIM - Associazione Nazionale dei Comuni delle Isole Minori. Budget 1 . l 4 8 milioni. Scadenza 31 dicembre 1999. Attii,itli: Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. D r \ i i n u r r i r i : amministratori e funzionari EE.LL. Regione Friuli V. G. (n" 45) n(frci: 12 settembre 1997 Si,r/r: Udine È importante sottolineare che tutte le attività vengono svolte sul campo, presso le Amministrazioni destinatarie dell'azione, con un taglio molto operativo che tiene conto delle specifiche esigenze della singola Amministrazione. Alcune attività sono state organizzate e realizzate con la collaborazione delle Federazioni regionali AICCRE. Sono già organizzate altre iniziative che verranno attuate nel corso del 1999. P r o s e g u i m e n t o corso di f o r m a z i o n e per i dirigenti della Regione Lazio: 8,9,15,16/1V - 27,28/V e 3,4,10, ll,I7,18/Vl Corso di formazione per funzionari degli Enti locali della Regione V e n t o : 5,6,7,8,9/Vll Corso di formazione e assistenza tecnica Comune di Massa: da maggio a dicembre Corso di formazione e stage per funzionari della Regione Lazio - Assessorato Politiche agricole: da ottobre 1999 a gennaio 2000 2" ciclo corso di formazione per dirigenti della Regione Lazio: da settembre 1999 a febbraio 2000 FORMAZIONE realirzat;~cori il sostrgrio clella Comrni~sioiie eurol:ea Sono state organizzate n" 28 attività formatiw N" 13 sono state realizzate con la collaborazione delle Federazioni regionali: n" 1 Lombardia per n" 6 giorni n" 1 Emilia-Romagna per n" 4 giorni n" 3 Friuli venezia Giulia per n" 3 giorni n" 7 Campania per n" 7 giorni n" 1 Liguria per n" 3 giorni Per un totale di 94 giornate e oltre 570 ore di formazione A l l i i ' i l i : Seminario formazione - Ambiente, Cultura e strumenti finanziari De\iincirriri: amministratori e funzionari EE.LL. e regionali italiani (n" 120) Drit(1: 17118 settembre 1997 Srrlr: Viareggio (1-U) Atriiliri~:Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. L ) e s t i n u t r i r i : amministratori e funzionari EE.LL. provincia di Salerno [n" 35) Dnlri: 13 ottobre 1997 S r d r : Vietri sul Mare (SA) AtriiJirii: Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. D r s r i i l a r t i r i : amministratori e funzionari EE.LL. provincia di Avellino (n" 30) D [ J ~ [27 J : ottobre 1997 Srrlr: S. Felice di Cavriglia (AV) Arrillitil: Corso formazione - Strumenti finanziari UE per le Pari opportunità Dc.>riririinri: funzionari EE.LL. Provincia di Terni (n" 30) D ( J ~ ( 2711 J : 1/97, 411 2/97, 15/01/98, 19/01/98 Srdc.: Temi rlttii'itri: Seminario formazione - L'Unione europea Dr~ririoruri:operatori Legacoop (n" 30) Uulci: 9 dicembre 1997 SCL/C: Firenze Arrii'irri: Seminario formazione - La politica della concorrenza Dr\liiiuirrri: amministratori e funzionari EE.LL. della Provincia di Terni (n" 25) Dril(r: 23 febbraio 1998 S('t/c: Temi Aliirmitii:Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. D r i i i ~ i ( i l r i r i :amministratori e funzionari EE.LL. della Provincia di Caserta [n" 20) »uru: 27 febbraio 1998 Sedt': Caserta .-\lrii'iiii: Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. » r t r i n ( r t u r i : amministratori e funzionari EE.LL. della Provincia di Benevento (n" 35) D(liri: 28 febbraio 1998 S r d r : Benevento Comuni dE~lropa .irtii'ifÙ: Corso formazione - Agenti per lo sviluppo D c s r i i ~ r i l u r i :Informatori socio-economici Regione Lazio (n" 25) Dflrli: 4-5-6- 1 1 -1 2- 13-1 8-1 9-20 marzo 1998 Setlc: Roma - AICCRE A t r i v i r i : Corso di formazione - Politiche comunitarie l ) c . ~ ~ i l ~ r i ~funzionari c~ri: EE.LL Regione EmiliaRomagna (n" 25) Dfllri: 31 marzo e 1,2,3, aprile 1998 S r d r : Bologna AlliiJiik: Seminario di formazione-informazione - EURO Drslinutciri: EE.LL Regione Friuli Venezia Giulia (n" 120) D(ll<l:23 aprile 1998 Sede: Udine A i r i i , i l i ~ :Corso di formazione - Politiche comunitarie L)c.ytill(~lriri:amministratori e funzionari dei Comuni della C.M. Unione delle Valli di Malvito (n" 20) L ) ( J ~ Q9-10-1 : 7-1 8-24-25 giugno e 1-2 luglio 1998 (8 gg) Srtlc: Malvito (CS) A i r i i l i i t i : Corso di formazione - Politiche comunitarie De\lirlutnri: dirigenti e funzionari della Provincia di Frosinone (n" 30) U u r ~ 16 : e 17 giugno e 8 e 9 luglio 1998 e 13- 14 ottobre 1998 Frosinone Arrii'ilii: Seminario di informazione - Politica sociale Desrill(iluri: operatori Legacoop (n" 30) Drrru: 3 luglio 1998 Scrle: Roma Anii,irti: Seminario di informazione - EURO Drili~lr~lciri: operatori Legacoop (n" 25) Diit(1: i 4 luglio i 998 Sede: Roma A l l i i l i i i l : Corso f o r m a z i o n e - Politiche comunitarie D c s r i ~ u t ~ r dirigenti i: Consiglio regionale Lombardia (n" 25) D ~ i r u :9-10-17-23-24 settembre e 5 ottobre 1998 Scdc: Milano A l l i i 8 i r r j : Corso di formazione - Politiche comunitarie Dt%iliriiriri: Funzionari Provincia di Varese (n" 20) maggio 1999 L ' A T T I V I T À D I F O R M A Z I O N E llritrc: 2 8 / 1 0 / 9 8 , 10-11- 17-1 8 / 1 2 / 9 8 , 1415/01199 e 2-3/03/99 Sede: Varese Attiijiià: Seminario formazione - Strumenti finanziari UE per EE.LL. Derriiitrirrri: a m m i n i s t r a t o r i e f u n z i o n a r i EE.LL. della Provincia di Napoli e Avellino Dura: 30-31 ottobre 1998 Serle: S. Felice di Cavriglia (AV) Marina di Licola - Pozzuoli (NA) A i i i i 3 i t u : Corso di formazione - Politiche comunitarie De.stiiiururi: dirigenti e funzionari del Comune di Ancona (n" 25) Drit(i: 4-5-1 7-1 8-19/02/99 e 4-5/03/99 Sede: Ancona Attii,ità: Seminario di formazione-informazione - EURO D e s t i ~ a i u r i EE.LL : Regione Friuli Venezia Giulia (n" 70) Drrtri: 12 febbraio 1999 Sede: Udine A t t i i l i t à : Corso f o r m a z i o n e - P o l i t i c h e comunitarie Destiiiairiri: dirigenti e funzionari del Comune di Milazzo (URP) Da tu: 8-9- 10 marzo 1999 Serlc: Milazzo Attii'ità: Seminari di formazione-informazione Destiii(irnri: EE.LL Regione Liguria (n" 120) Daia: 16- 17- 18 marzo 1999 Serie: Andora (SV), Genova, La Spezia Attiilità: Corso di formazione (nel quadro del Piano integrato di formazione della regione Lazio) Destirlatiiri: dirigenti Regione Lazio [n" 100) Dnia: 18-1 9-25-26 marzo 1999 (modiilo 7" corso C e D) Sede: Roma D E L L ' A I C C R E Drrta: 21/V11 1998 Srde: Serrara Fontana (NA) Datn: 25/Vll 1998 Serle: La Maddalena (55) Dato: 27/Vll 1998 S(.rle: Carloforte (CA) Darri: 28/Vil 1998 Sede: Sant'Antioco (CA] Doia: 3/Vlll 1998 Sede: Anacapri (NA) Datri: 4/Vlll 1998 Sede: Capri (NA) D~stiriotnr-i:Comuni di Barano d'lschia, Serrara F o n t a n a , Forio d'lschia, Lacco Ameno, Casamicciola D~iiri:18/XI l998 Destiiialari: Comune di Lipari Dairi: 18, 19/IX 1998, - 15, 16.171X 1998 19, 20, 211x1 1998 Deitiilritari: Comune di Santa Marina Salina Drita: 18, 19/IX 1998, - 15, 16, 17/X 1998, 10, l l , 121x1 1998 - Desiiiiritori: Comune di Malfa Data: 18, 19/IX 1998, - 15, 16, 17/X 1998, 10, l l , 121x1 1998 - Destiiiritrit-i: Comune di Pantelleria Daio: 12, 131x1 1998, 18, 19, 20,21/XI 1998 Dairi: 31/VIII 1998 S t d e : Pantelleria (TP) Desliii(itrrri: Comune di Ustica Dnta: 29, 3011X 1998 - 9, 10. 11/XI 1998 Dato: 4, 5/IX 1998 Sedc,: Lipari (ME] Destiiiatnri: Comune di Capri, Anacapri D(itn: 1911 1999 Dnta: 7/1X 1998 Sede: Malfa (ME) Destiiirctari: Comune di Anacapri Drrtn: 1911 l999 Dotu: 8/IX 1998 Sede: Santa Maria Salina (ME) Drsriiiatori: Comune di Forio Drita: 2711 1999 Dnta: 12/IX 1998 Sede: Procida (NA) Destinatari: Comune di Procida Dairr: 2711 1999 Datri: 14/IX 1998 Sede: Barano d'lschia (NA) Desti~laiori:Comune di Serrara Fontana, Lacco Ameno, Casamicciola, lschia Data: 2811 1999 Datn: 15/IX 1998 Srde: Lacco Ameno (NA) Datu: 29, 30.11 1999 Sede: lschia (NA) ]A FA5E - FORMAZIONE A t t i i ~ i t à :Lancio e presentazione Data: 15, 18/IV 1998 S ~ r l e Capri : (NA) ATTIVITA: ASSISTFNW UFFICIO EUROPA Datn: 9, 10/111 1999 Srde: Lipari (ME) Attiilità: Presentazione FAD Datri: 31/111 1999 Srde: Lipari (ME) 1 9 9 9 Data: 28, 29/Vlll 1998 Sede: Favignana (V) È stata svolta attività per n" 9 3 giornate per un totale di oltre 700 ore. Attiititii: Presentazione FAD Daia: 24/111 1999 Serie: Roma M A R Z O Desiinurari: Comune di Favignana Datri: 16, 1711X 1998, - 8, 9, 10/X 1998. 6, 71x1 1998 EUROPELAG O Aitiiliiii: Formazione informatico-telematica Dairi: 7, 10/Vli 1998 Serle: Roma 3 1 Doia: 17, 181Vlll 1998 Sede: Ustica (PA) Daru: 15,1611 1999 Sede: Leni (ME) A t f i i * i t à :Formazione istituzionale Data: 22, 27/VI 1998 Sede: Roma A L Dain: 29-30/111 1999 Sede: Lipari (ME) 5, Destinatari: Comune di Forio Data: 09/11 1999 D e s t i t i a t n r i : C o m u n e di Serrara F o n t a n a , Casamicciola, Darci: 161111 1999 Drstitiutrrri: Comune Casamicciola. Serrara Fontana, Lacco Ameno Daio: I511V 1999 Destiilatari: Comune di Ustica Dnta: 18, 19, 2011 l999 - 11, 12/111 1999 Desiitiritari: Comune di Sant'Antioco Dala: 1311 1999, 03/11 1999, 51111 1999,9/1V 1999 l l l ~FASE - SOSTEGNO P R O G E ~ A L ~ Desriritrtari: Comuni di Barano d'lschia, Procid a , Serrara F o n t a n a , Forio d'lschia, Lacco Ameno, Casamicciola Dntri: 24/IX 1998 Destiilrirrrri: Comuni di Capri e Anacapri Dutn: 26/IX 1998 Destit~atat-i:Comuni di Barano d'lschia, Procida, Serrara F o n t a n a , Forio d'lschia, Lacco Ameno, Casamicciola, Capri e Anacapri Dnlri: OllX 1998 Destinatari: Comune di Carloforte Datu: 1311 1999, 21-2211 1999, 4/11 1999, 41111 1999, 8/IV 1999 Desiintrtriri: Comune di La Maddalena Datn: 1411 1999 - 1811 1999 - 4/11 1999 - 15/11 l999 - 2/lll 1999 - 18, 19/111 1999 - 8/IV 1999 Destirlutnri: Comune di Malfa, Salina Duin: 21111 1999 Dc~sririaiuri:Comune di Malfa, Salina Dntn: 8, 91111 1999 114 FASE - COSTITUZION~ UFFICIO EUROPA A ~ T I V I Ihc;~cu~~lzz~/lonir: TA: UFFICIOEIJROPA Drrtti: 181Vll 1998 Serle: Casamicciola (NA] Drstiiiatori: Comuni di Lacco Ameno, Casamicciola, Capri e Anacapri Dntri: 031x1 1998 Destiiiorriri: Comune di Favignana Drrtrr: 19, 20111 1999 Dlitn: 20/VII 1998 .?ed(,: Forio (NA) Desiiiintari: Comuni di Capri e Anacapri Dnta: 121x1 1998 Dr.sriiiaiori: Comune di Lipari Ilara: 21111 1999 - 8,9/111 1999 - I/IV 1999 maggio 1999 - Comuni d'Empa L E R E C E N S I O N I D I C O M U N I D ' E U R O P A Un Sottosegretario, due manager, un boiardo di stato di Santi Flavio Colonna "Civiltà della Informazione", "villaggio globale ", "realtà Virtuale", "navigare in internet':.... il tema della Comunicazione occupa grande spazio nei mezzi di comunicazione sociale. C'è chi dogmaticamente afferma essere giunto lo strumento che rende possibile la democrazia diretta, come se la crescita democratica di una società fosse solo un problema tecnologico non u n problema etico e culturale. Per contro c'è chi esorcizza e demonizza globalizzazione e la diffusione delle nuove tecnologie. In u n caso e nell'altro il tema viene affrontato con una mentalità dualistica competitiva da Roma - Lazio. Si pensa di essere semplici e moderni si ragiona invece in modo semplicistico e ottocentesco. La realtà invece [quella virtuale compresa] è complessa. Se vogliamo essere moderni, non possiamo ignorare che la Scienza oltre a darci televisione, e computer ha scoperto, sviluppando il "sistema semplice" di Galileo, il sistema complesso: la "complessita " dei problemi. Tra il bianco e il nero esiste una gamma di grigi, la luce è data da una gamma di colori. Quelli dell'arcobaleno , da sempre simbolo di pace, che possiamo ammirare quando il cielo torna sereno. Ragionare su la Comunicazione ignorandone la complessita può essere comodo per vendere computer ma non serve per utilizzarli al meglio: al servizio dell'Uom o e delle Comunità u m a n e [Locali, Nazionali, Plurinazionali]. Il Sottosegretario di Stato, i due manager pubblici, e il "boiardo d i stato" affrontano il tema da angolazioni e in forme e modi diversi. La diversità delle opinioni moltiplica la quantità e la qualità delle informazioni. Ciò consente, a chi lo vuole, di vivere criticamente questa Civiltà dell'informazione, di capire e entrare nei suoi problemi. Di utilizzare da protagonista i nuovi m e z z i , le nuove tecnologie per esprimersi e comunicare e di non , "consumatore passivo ", farsi indottrinare o peggio ingannare. Tre libri d e d i c a t i a i problemi della Comunicazione tre opinioni ed approcci diversi danno un contributo a cogliere e destrutturare la complessità del problema. ne sono autori I l Sottosegretario Vincenzo Vita - ["L'inganno multimediale" Meltemi (1 6.000)] Vincenzo Vita con "L'inganno multime- d i a l e " s m e n t i s c e u n a s e r i e di l u o g h i comuni su parlamentari e politici e in m e n o di c e n t o pagine riesce a dare un quadro esauriente, da informazioni, dati sul processo di globalizzazione in atto, compie un'analisi concreta basandosi su d a t i scientifici ed economici p r o p o n e una problematica realistica ed elabora proposte che t e n e n d o doverosamente le c o m p o n e n t i t e c n i c h e ed e c o n o m i c h e r i a f f e r m a n o i l p r i m a t o della Politica q u a n d o è supportata dal rigore morale e culturale. Completano il saggio una bibliografia e un elenco di riferimenti legislativi essenziali, certamente non esaustivi ma essenziali. zio pubblico radiotelevisivo e la proposta di una via italiana al servizio pubblico, pur con i suoi limiti e il permanere di antiche chiusure e tentazioni egemoniche, merita attenzione. Dovrebbe essere confrontata e discussa in un ampio democrat i c o d i b a t t i t o nella C o n v e n z i o n e " d a Albertano da Brescia a Mc Lhuan a Mc Brite - QUALE COMUNlCAZlONE PER IL TERZO MILLENNIO ? COMIJNICARE : per conoscersi / per unirsi nella "diversità" / per costruire la Pace". C o m p l e t a n o i l v o l u m e tredici a p p e n d i c i preziose per capire l'orientamento dell'Azienda e una interessante bibliografia nella quale stupisce la mancata citazione del Documento Mc Brite (è edito dalllER1) Un Boiardo di Stato Ettore Bernabei con Giorgio dell'Arti [" L'Uomo d i f i d u c i a " di Mondatori (33.OOO)l La ricca colta informata testimonianza di Ettore Bernabei (Dc, Pci, Yalta il ruolo delllAmerica - Comunicazione e potere come leggere i giornali - ragionando sul terrorismo - ragioniamo sull'Europa - il localismo limiti sussidiarietà - composizione del potere - politica ed economia sinistra e statalismo - destra economica e dc - impresa e libertà di mercato - Suez e gli elettrici - costo e finanziamenti dei partiti, Mattei, San Donato milanese e la Base - lo scandalo Montesi, "la stampa" anti democristiana - cultura radicale travestita da sinistra - tre filoni popolari 1 De Gasperi, liberale 2 - Fuci, antifascismo, Montini 3 - i professorini - metafisica e concretezza - la mancanza di radici culturali democratica ma poco cristiana Chiese o giornali) può essere letta in due m o d i diversi, u n i n t e r e s s a n t e libro di curiosità e di aneddoti divertenti o una sorniona divertita "indiscrezione" dell'Uom o di Fiducia. Scegliete voi quella c h e preferite. Noi abbiamo scelto la seconda sapendo che "l'uomo di fiducia" non può fare "per la contraddizion c h e non consente" indiscrezioni. Due manager Franco Iseppi e Vittorio Bossi - ["II ruolo e la missione del sevizio pubblico" prefazione di Roberto Zaccaria ERI (25.000)] 11 libro di Franco Iseppi e Vittorio Bossi illustra il nuovo corso della azienda pubb l i c a r a d i o t e l e v i s i v a e t e s t i m o n i a la volontà del nuovo Consiglio d'amministrazione di trasformare l'azienda da centro di potere a struttura di servizio. L'analisi e la riflessione sul tema del servi- Comuni d'Empa * La Convenzione (sarà presentata in un prossimo numero di Comuni d'Europa) promossa dal1 'A.D. C.P. in collaborazione con le associazioni europeiste e delle autonomie locali e dai deputati al Parlam e n t o europeo c o n il Patrocinio del Ministero della Comunicazione verrà proposta all'associazionismo, alle realtà sociali, ai partiti a@ne maggio a Brescia e si terrà a Napoli a$ne novembre. maggio 1999 continuo do pog. 2 che sta attraversando la costruzione europea "intergovernativa" (quella del T r a t t a t o di Amsterdam). Lo trattiene un owio criterio di opportunità, data la sua posizione ancora precaria a Bruxelles? Sarà: ma non si ricava che l'attuale trend, non solo è sbagliato, ma che il netto passaggio a un'Europa sovranazionale richiede ben altra mobilitazione umana che la sua saggia considerazione che le esigenze create dall'Euro "vogliono" un'Europa capace, unitariamente, di decidere. La sua stessa richiesta di un'anima per l'Europa dà la sensazione che Prodi non abbia presenti quelle radici storiche, che hanno reso il federalismo tutt'altro che una pianta s p u n t a t a all'improwiso, con Robert Schuman, De Gasperi, Adenauer, a n c h e s e accompagnati dall'onnipresente Jean Monnet. Durante il "Secolo breve" è cresciuta una straordinaria pépinière inglese di federalisti [Liotiel Curtis!), che ha tentato di trasformare (sconfitta) il Commomwealth britannico in una Federazione supercontinentale, seguita poi dalla formidabile Federa1 Union (e da Lord Lothian, anibasciatore inglese a Washington); Coudenhove Kalergi ha avanzato l'idea della Paneuropa, divenuta politica in atto di un governo, quello francese di Briand [respinta dall'ltalia fascista, dall'unione Sovietica leninista. dal Regno Unito dove si stava affermando il conservatorismo nazionalista, ma nori respinta dalla moribonda Repubblica di Weimar) ... Prodi accenna spesso all'America della prevalenza tecnologica: ma a parte la spericolata "autodeterminazione" dei popoli di Wilson (e Roosvelt da giovane era u n ragazzo di Wilson), questo dopoguerra si è iniziato con Fullbrigth (d'accordo, discepolo di Jean Monnet) e con I'americano Piano Marshall, fatto fallire nelle sue mire federaliste proprio dai restaurati governi democratici europei. Frattanto la Resistenza europea aveva generato "spontaneamente" le forze confluite [I 947 a Montreux] nell'union européenne des féderalistes: donde una pluralità di organizzazioni federaliste, tuttora vive e operanti, che hanno creato e creano migliaia di "quadri" politici, di cui neanche compare un nome, nelle 147 pagine che abbiamo letto. Certo, nel governo Prodi ha lavorato, appoggiato in pieno dal Presidente, un federalista degli anni Trenta (Ciampi, seguace del Manifesto liberalsocialista di Guido Calogero): ma poi? So che la sola citazione delle organizzazioni federaliste solleva il sorriso di molti inconsapevoli; so che tanti ignorano o fingono di ignorare la stretta collaborazione, nei momenti cruciali, fra De Gasperi e Spinelli; infine non si riflette abbastanza sulla formazione del Club del Coccodrillo, che permise a Spinelli di creare una forza portante nel Parlamento Europeo. Ma a me non interessa qui di esercitare un patriottismo rivendicativo su una azione continua, assillante, fuori e dentro i partiti, che abbiamo compiuto per tanti e tanti anni, col disprezzo di ogni personale carriera politica: a me interessa riproporre le considerazioni che feci. poco dopo gli accordi di Maastricht, a Delors - intervenuto a Barcellona a un Bureau del Ccre - il quale, meravigliato del mio silenzio, mi chiedeva cosa maggio 1999 pensassi degli accordi. Gli dissi che mi sarei battuto a favore, come feci per la Ced, sino al limite delle mie energie, ma che - privi come erano gli accordi sulla moneta unica del codicillo sulla Comunità politica sovranazionale. fatto aggiungere al Trattato della Ced da De Gasperi, su suggerimento di Spinelli - ci saremmo trovati nelle presunte "condizioni cogenti" che si sono in effetti realizzate e che fa presenti, con ottimismo, Prodi nel suo libretto: ma che, malgrado tutto, il crescente nazionalismo "politico" dei governi ci avrebbe fatto correre il rischio di veder "smorzare" l'occasione e di awiarci a una Europa confederale o peggio, tradendo le speranze che suscita la premessa - ma solo premessa - della "rivoluzione monetaria" (che può fallire o decadere nei modi che la fantasia antieuropea è in grado di inventare). Tant'è: ora sta a chi crede nel federalismo di creare, con le elezioni, un Parlamento Europeo idoneo a giocare il ruolo. che la storia gli assegna. Ma patriottismo a parte - come si muove una forza federalista, quale che sia, capace di creare un Parlamento all'altezza della situazione? capace di superare, con una autentica Costituzione europea a indirizzo federale, l'erroneo completamento politico e democratico di Maastricht awenuto (male) col Trattato di Amsterdam, che certo non ci porta all'Europa sowanazionale? Naturalmente - ho reagito così più volte all'ardente impazienza di Altiero - se tutto fallisce, oggi, non siamo all'ultima spiaggia: e neanche lui ci credeva nel profondo. Ma la élite di Prodi non mi soddisfa, è di maniera e priva di talune necessane e spregiudicate autocntiche. Ha mai nflettuto all'affermazione, non infrequente in Francia, che si trova nel volumetto, della classica collezione universitaria e popolare "que sais-je?", sulla Mittel Europa? che cioè esiste un fondamentalismo cattolico. espresso nel cordone sanitario che va dal Veneto all'Austna, alla Slovacchia, alla Polonia - contro il cristianesimo greco-ortodosso o, se volete, la tradizione bizantina: emblematicamente rinforza questa convinzione la beatificazione (awenuta?) di Monsignor Stepinac. Dico questo con tutto il rispetto dovuto al cattolicesimo nella costruzione europea (l'ultimo eroe è stato senza dubbio un grande statista come Kohl]. Ma parliamo di Europa - della nostra Europa nel mondo - e torniamo (come abbiamo iniziato) alla "nostra" anima, che nella formazione della élite deve sostenere un impegno incrollabile, con la capacità di far leva sulle giovani generazioni, ndonando nobiltà e virtù alla politica. Usciamo finalmente da un triste "revisionismo" filosofico europeo. Tralasciamo - come quasi ovvio Mantain e il suo costruttivo dialogo col gruppo "cosmopolitico" di Chicago, e mi piace poi rifarmi all'europeo Habermas e all'americano Rawls, che, pur cosi diversi. si b a t t o n o entrambi, postkantiani, sul fronte cosmopolitico: nel loro nome penso alla conclusione del "Secolo breve", al nuovo millennio, e ad una autentica riforma dell'0rganizzazione delle Nazioni Unite (nel cui quadro - affermava nella mozione che fu approvata dal Congresso americano il senatore Fullbrigth, non certo maitre à penser degli Usa attuali - era da auspicare la formazione degli Stati Uniti d'Europa). Comuni d'Empa Direttore: Goffredo Bettini Direttore responsabile: Umberto Serafini In redazione: Mario Marsala (responsabile) Lucia Corrias, Giuseppe D'Andrea, Benedetto Licata. Anna Pennestri Gestione editoriale: Europea srl unipersonale Piazza di Trevi 8 6 001 8 7 Roma Direzione e redazione: Piazza di Trevi 8 6 001 8 7 Roma Indirizzo telegrafico: Comuneuropa - Roma te\. 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Tnb. di Roma n. 4 6 9 6 de11'11-6- 1 9 5 5 un tesòro prezioso come l'energia e puro come l'acqua. -m m Acea S.p.A. è oggi la più grande impresa italiana multiservizi degli Enti Locali. I suoi ambiti di intervento spaziano dalla gestione dell'intero ciclo dell'acqua (captazione, trasporto, distribuzione, raccolta e depuraziorie) alla tutela della qualità dell'aria, dalla produzione e distribuzione di energia elettrica e telecalore, all'illuminazione ambientale e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Servizi erogati con impegno e professionalità 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, da quasi cento anni. Un'azienda moderna al servizio dei romani che si candida ad operare anche oltre i corifiiii del territorio della capitale.