Bresciaoggi
CRONACA
VENERDÌ 20 OTTOBRE 2006
PAGINA 12
CRONACA
Bresciaoggi
Redazione Cronaca: tel. 030 2294252 - [email protected]
IlGplcostaunpocodipiù
maidistributorisonomolti
Per chi proprio non volesse saperne di
metano, ma vuole risparmiare comunquequalcosa e inquinare unpo’ di meno,
l’alternativa è il Gpl. Avrà il vantaggio di
una rete di distribuzione più diffusa, che
in provincia di Brescia conta 36 distributori di Gpl contro i 14 del metano, e sei di
essi sono in città. In più, anche chi sce-
Venerdì
20 Ottobre 2006
glie il Gpl può accedere agli incentivistatali, sia per l’acquisto di auto nuove che
per la trasformazione di quelle a benzina, nonchè alla carta sconto regionale
sul prezzo dei carburanti. Il Gpl non fa
risparmiare quanto il metano, è vero, in
compenso richiede un serbatoio che riduce solo di poco la capienza del portaba-
13
gagli. E la trasformazione va dai 1.500 ai
2.000 euro, con costi un po’ più bassi rispetto a un impianto a metano. Inoltre,
permette di circolare durante i blocchi.
L’accordosiglato dal presidente Roberto Formigoni e dall’assessore Nicoli Cristiani allarga la rete di distribuzione regionale
L’iniziativapartirà lunedì23 e durerà fino all’esaurimento dei 150milaeurostanziati
Autoametanotraecologiaerisparmi
LaLoggia presentai suoi incentivi
500 europervettura trasformata
Attualmentein provincia sonoattivi 14 distributori,ma diventeranno25
Alcune
vetture
nascono
già
predisposte
per l’utilizzo
del
propellente
ecologico a
metano. Si
affiancano
a quelle che
vengono
già dotate
dell’
impianto
aggiuntivo
di gpl. La
Regione
Lombardia,
oltre a
favorire
lo sviluppo
degli
impianti di
distribuzione del
carburante,
garantisce
sconti
di Mimmo Varone
Rispetta l’ambiente e fa
bene al portafogli. Il metano per autotrazione ha il
solo inconveniente che bisogna cercare i distributori con il lanternino. Ma
ora i «metanisti» lombardi avranno vita più facile. Un accordo appena siglato dal «governatore»
regionale Roberto Formigoni e dall’assessore al
Commercio Franco Nicoli Cristiani con sette compagnie petrolifere sta per
raddoppiare gli impianti
bresciani (e quelli lombardi).
Oggi ce ne sono 4 in città e 10 in provincia, compreso quello che ha appena aperto a Dello. In tutto
fanno 14 e diventeranno
25. Degli 11 che stanno
per arrivare, 4 sono stati
già autorizzati, e due di
essi apriranno in città,
uno in via Montelungo,
sull’area della ex Palazzoli lungo la tangenziale
ovest, l’altro sulla carreggiata nord della tangenziale sud, dopo l’uscita di
Lamarmora, nel nuovo distributore Ip, quasi di
fronte a quello Agip, anch’esso recente, già dotato di metano.
Le colonnine del metano, in città, sono entrate
in funzione da poco pure
al distributore Erg di via
San Rocchino. E a questi
si aggiungono l’impianto
«storico» di Brescia, aperto dal 1952 in via Labirinto, e quello dell’Asm in
via Malta. Il metano era
previsto pure nel distributore Aci di via San Polo, ma «poi non si è più fatto», dice l’assessore all’Ambiente in Loggia Ettore Brunelli. In ogni caso, altri 7 sono in arrivo e
del tutto nuovi, frutto dell’accordo della Regione
con Api, Eni, Erg, Esso
Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Shell e Total,
TUTTO QUEL CHE C'È DA SAPERE
DISTRIBUTORI DI METANO A BRESCIA E PROVINCIA
OFFICINE CONVENZIONATE CON IL COMUNE DI BRESCIA
Brescia
via labirinto 390
Brescia
via Malta 25
Brescia
tangenziale sud, via De gasperi 4
Brescia
via San Rocchino 34
Calcinato
via Fienil Salò, Ss 688
Chiari
variante Ss11 lato destro km 3,175
Cologne
via Brescia. Ss 573 km 13,450
Autoriparazioni Azzolina
Officina Benzoni
Autoriparazioni Brognoli
Officina Ciceri
Maner Gas Andreotti
Autoriparazioni Marchesi
Autoriparazioni Panigalli
Autoriparazioni Rizzini
Dello
Sp 9 Quinzanese
CONVENZIONE MOBILITY MANAGER
Esine
via Toroselle
Manerbio
strada per Leno
(Listino prezzi massimo convenzionato)
comprensivo di iva, collaudo, indicatore di livello e variatore di fase
esclusa bombola
Molinetto di Mazzano
via Brescia 128
Nuvolera
variante Ss 45 bis
Passirano
Sp19 km 11,845
Poncarale
Ss 45 bis km 38,230
Gussago
Brescia
Montirone
Flero
Manerbio
Brescia
Brescia
Brescia
Via Milano 66
Via Bertoli 5
via Circonvallazione 7
via Pablo Neruda 22
via Offlaga
via Allegri 85
Via S.Angela Merici 49
via Del Brolo 32
AUTOVETTURE NON CATALIZZATE
Auto a carburatore
Auto ad iniezione
AUTOVETTURE CATALIZZATE
Impianto a controllo della carburazione
Impianto ad iniezione sequenziale
030.2410330
030.2302701
030.2677075
030.3580654
320.2188285
030.2311272
030.364246
0302007006
800 euro
950 euro
1.200 euro
1.850 euro
con l’Unione petrolifera,
le associazioni di categoria e circa 50 imprese del
settore. I soggetti coinvolti ci sono tutti, e i nuovi
impianti dovranno entrare in funzione entro il dicembre del 2008, insieme
a quelli previsti nelle altre province.
«Se saranno ben dislocati, non sono affatto pochi - commenta compiaciuto Brunelli -, già adesso alcune direttrici sono
ben servite». Verso Manerbio c’è da anni il distributore di Poncarale
sulla 45 bis. In direzione
del Lago si può far rifornimento a Molinetto di Mazzano e a Nuvolera sulla
variante 45 bis. In Vallecamonica c’è l’impianto
di Esine in posizione centrale. Altri sono a Chiari,
Passirano, Cologne, Calcinato. «Solo la Valtrompia è sguarnita – dice Brunelli -, anche perché i distributori di metano erano soggetti a restrittive
norme di sicurezza e richiedevano ampi spazi
lontani da edifici, che in
una valle angusta non sono molto disponibili».
Adesso, tuttavia, la
nuova tecnologia ha mandato in pensione tante limitazioni. Il metano può
convivere con la benzina,
e può trovar posto nei distributori già esistenti.
Entro la fine del 2008 dovrebbe arrivare anche in
Valtrompia e in altre zone più sguarnite.
Il provvedimento voluto da Formigoni si inserisce nelle politiche di sviluppo sostenibile e di contrasto all’inquinamento
ambientale. I distributori di metano «passeranno
da 51 a 126 - ricorda il 2governatore" - e porteranno
la Lombardia ad essere la
regione più metanizzata
d’Italia». Intanto, Nicoli
sottolinea che «forse, per
la prima volta nel nostro
Paese le aziende si impe-
gnano in prima persona a
inserire l’obiettivo di incentivare i carburanti puliti nei rispettivi piani
aziendali, confermando
gli impegni assunti dalle
associazioni che rappresentano il settore».
L’accordo sottoscritto,
va da sé, impegna la Regione a cofinanziare la realizzazione degli impianti di distribuzione di metano presso le stazioni di
servizio già esistenti o
nuove, e ad agevolare
l’iter di approvazione degli impianti, anche attraverso accordi con i comuni competenti. Sono previsti pure altri incentivi
all’acquisto e alla trasformazione a metano di veicoli privati e commerciali.
E le cose sembrano funzionare. L’ultimo distributore aperto in provincia di Brescia, a Dello sulla provinciale 9 Quinzanese, fa dire a Nicoli Cristiani che «i primi risultati dimostrano l’assoluta
concretezza dell’accordo», con l’aggiunta di una
futura estensione degli
impianti anche nelle stazioni di servizio esistenti
lungo la rete autostradale, dove sono particolarmente carenti. Così il metano colma almeno in parte il gap che lo separa dal
più diffuso Gpl, che in città schiera 6 distributori e
altri 30 in provincia.
L’obiettivo finale è far
circolare più auto a metano, e il gas pulito sembra
avere gli argomenti giusti per riuscirci. Il prezzo
innanzitutto, che al momento non supera gli 80
centesimi a chilogrammo. Va tenuto presente,
però, che un chilo di metano equivale a 1,6 litri di
benzina. Con un’auto di
media cilindrata, e un pieno da 10 chili si fanno oltre 200 chilometri con soli 8 euro. E il vantaggio
non è da poco.
■ I «METANISTI». Si sentono una razza eletta e non tornerebbro più indietro. Girano con la guida dei distributori
Chi approda al metano
non torna indietro. Il carburante più economico e
pulito diventa come una
filosofia di vita, e con i
suoi mille vantaggi ripaga abbondantemente di
qualche peripezia per fare il pieno. I «metanisti»
si sentono quasi una razza «eletta», liberi di circolare anche quando gli altri sono costretti allo stop
dall’inquinamento, e non
vogliono confondersi con
la massa dei motorizzati.
I distributori se li devono
cercare con la guida sempre in vista sul cruscotto,
a volte, ma ne escono soddisfatti dai grossi risparmi e dall’idea di non creare danni all’ambiente.
Le indagini, anche l’ultima condotta dall’Aci un
mese fa, dicono che non
superano il 5 per cento degli automobilisti. Sono in
pochi, e ci stanno bene.
Anzi, quasi temono una
conversione di massa al
gas ecologico. «Adesso
che cala il prezzo della
«Conlabenzinaspenderemmoiltriplo»
Nonsuperanoil5percento,masonsoddisfazioni:«10europer300chilometri»
benzina aumenta quello
del metano, non vorrei
che diventasse un’abitudine», dice Ermanno Agosti di Capriano del Colle
mentre riempie le bombole della sua auto al distributore «storico» di via Labirinto. Tutti i giorni va
per lavoro a Lumezzane e
«faccio 180 chilometri
ogni volta - dice -, se non
andassi a metano ci lascerei lo stipendio».
La sua «conversione»
risale a 16 anni fa. «Prima avevo una Ritmo spiega - ora una Opel, ci
ho messo tre bombole e
arrivo a un’autonomia di
circa 300 chilometri, mi
trovo molto bene». Ogni
pieno spende 10 euro o
giù di lì, il che significa
sborsare non più di un
terzo rispetto alla benzina, e «non ho ancora fatto
il tesserino per lo sconto
regionale, che mi farebbe
risparmiare un euro a
pieno».
Cambiando auto, gli
piacerebbe
prenderne
una già equipaggiata a
metano, ma «non capisco
perché costino di più e
non lo faccio». Allora continua a farsi installare
un impianto, e si adatta a
pagare il bollo, mentre altri (con il solo serbatoio
d’emergenza per la benzina) se ne liberano per
sempre. Per la verità non
capisce neanche perché
debba pagare la carbon
tax sui carburanti inquinanti, «visto che andando a metano non inquiniamo l’ambiente».
E tuttavia nessuna ragione è sufficiente per fargli cambiare idea. Da oltre un anno va a metano
pure il curato del villaggio Sereno don Nicola Signorini, e «sono decisamente contento - esclama
-, per il risparmio prima
di tutto, ma anche per l’inquinamento che evito e
per la possibilità di viaggiare nei giorni di blocco».
Sa che deve accettare
anche alcuni svantaggi,
tipo «i pochi punti di rifornimento che fanno pesare di più l’autonomia
non eccessiva». Ad ogni
modo, «compri la guida
dei distributori - osserva
- e il problema si risolve,
tanto che in un anno e
mezzo avrò fatto il pieno
L’assessore Ettore Brunelli
di benzina non più di
quattro volte». Qualche
problema in più si crea in
autostrada, dove i distributori di metano sono
pressoché
inesistenti,
ma «basta uscire e ce ne
sono tanti appena fuori
dei caselli, con il telepass
che ho installato apposta
non perdo neanche tempo».
In compenso, con la
sua Ford Escort 1600 a
iniezione riesce a far 200
chilometri con 8 euro,
«mentre prima, a benzina, ci voleva almeno tre
volte tanto». Insomma,
«consiglierei a tutti di
provare - dice - e sono sicuro che nessuno tornerebbe più indietro, se
non altro per la soddisfazione di non lasciare 70
euro al distributore tutte
le volte che si fa il pieno».
Daniele Colossi, poi, è
«contentissimo»
della
sua Opel Zafira nata a metano in fabbrica. Dispone
di un serbatoio per la benzina di soli 15 litri, giusto
per le emergenze, e ai bassi costi del gas aggiunge
pure l’affrancamento dal
bollo di circolazione. «Rispetto alla versione a benzina l’ho pagata due o tre
mila euro in più - sottolinea -, ma non perde minimamente potenza né velocità massima, e con 10 euro faccio 300 chilometri».
Guarda con una certa
sufficienza a quanti non
rinunciano alla benzina
temendo di andare troppo piano. I poverini «non
sanno che se la comprano
già predisposta non perde nemmeno un cavallo
di potenza». Continuino
pure con i loro pregiudizi, i «metanisti» li hanno
superati e hanno tutte le
ragioni per sentirsi tra i
pochi «eletti».
mi.va
Basteràrivolgersi alle officine convenzionate.Utilizzati anche68autobus alimentati conil gas
di Thomas Bendinelli
■ L’INSTALLATORE
«Ètotalmentesicuro
Rallentasolounpo’»
Tutte le auto possono andare a metano, e tutte «in
assoluta sicurezza». Alberto Benzoni, uno degli
installatori di impianti
di metano per autotrazione della città, non ha dubbi. «Il metano è un gas
molto pulito - spiega - e
non lascia residui, l’unico inconveniente è che
una macchinanata abenzina e poi trasformata diventa un po’ più lenta».
Una volta si diceva che in
salita si va con una marcia in meno. Oggi, tuttavia, sarebbe un’esagerazione.
Si temeva pure che si
deformassero (si «ovalizzassero», era il termine
tecnico) i cilindri, una
volta, ma adesso «soltanto qualche auto più vecchia può avere qualche
problema nei chilometraggi lunghi», osserva
Benzoni. Insomma, non
ci sono più controindicazioni di natura tecnica, e
«la sicurezza è massima,
vistoche il metanoè volatile e anche in caso di perdite si disperde».
Anche le bombole che
fanno da serbatoio sono
cambiate. Erano molto
pesanti, e sono diventate
«più leggere, di tutte le dimensioni , lunghe o corte. Mediamente pesano
un chilogrammo per
ogni litro». Su un’auto
media in genere si installano bombole per 70 litri precisa Benzoni - quindi
si carica l’auto di 70 chili».
Va poi tenuto presente
che in una bombola da 70
litri (di acqua) ci stanno
17,5 metri cubi di metano
a 220 atmosfere, equivalenti acirca 20 litri di benzina. Dal ’96, però, quando si va al distributore il
metano si acquista a peso, a chilogrammi, non
più a metri cubi. E allora
conviene sapere che ogni
chilogrammo equivale a
1,8 metri cubi, a loro volta equivalenti a 1,6 litri di
benzina. Così è più facile
fare il conto dei vantaggi.
Vadaséche bisognasostenere i costi di installazione dell’impianto. Tuttavia, con una spesa per
il carburante ridotta a un
terzo,siammortizzano alla svelta. Per le pochissimeauto acarburatoreancora in circolazione, un
impianto - spiega Benzoni - costa intorno ai 1.430
euro iva compresa. Molto rare sono pure le auto
a iniezione non catalitiche, che possono montare gli impianti a miscelazione studiati per le auto
acarburatore,tanto «funzionano bene comunque», aggiunge Luigi Ciceri, installatore di Flero. Le catalitiche ad iniezione immatricolate fino
agli anni’95-96, invece, richiedono 1.880 euro se si
sceglie un’installazione
standard.
Infine, ci sono le auto a
iniezione catalitiche successive al ’95-06, che montano impianti da 2.500 euro circa. Sono prezzi che
non si discostano granchè da un’officina all’altra. Al massimo - spiega
Ciceri - si può aggiungere
come optional un’elettrovalvola alle bombole per
«portare al top la sicurezza e raggiungere standard altissimi». Il prezzo
sale un po’, ma la valvola
«blocca automaticamente la fuoriuscita di gas anche in caso di incidente»,
e si sta più tranquilli che
con la benzina.
Altre variazioni di
prezzo possono derivare
dal numero di bombole
che si montano, ma qui è
difficile fare calcoli .
mi.va.
■ LEAGEVOLAZIONI
EilComune«regala»labombola
AnchelaRegioneoffrescontisulprezzodiquestocarburantepulito
Il contributo da 500 euro
per l’installazione dell’impianto a metano partirà lunedì 23 ottobre e
durerà fino all’esaurimento del fondo da
150.000 euro stanziato
dal Comune.
L’incentivo viene riconosciuto alle persone fisiche maggiorenni residenti alla data dell’installazione
dell’impianto
nel Comune di Brescia.
Le officine convenzionate che installano l’impianto (vedi riquadro)
garantiscono un listino
prezzi massimo comprensivo di iva, collaudo, indicatore di livello e
variatore di fase. Il prezzo per le non catalizzate,
è di 800 euro per le auto a
carburatori e di 950 per
quelle ad iniezione. Per
le auto catalizzate il prezzo varia tra i 1.200 euro
(impianto a controllo della carburazione) e i 1850
euro (impianto ad iniezione sequenziale). A
queste cifre bisogna però aggiungere il costo
delle bombole che, a seconda dei modelli e della
capacità, costano introno ai 500 euro. In pratica, quindi, il contributo
erogato dal comune copre il costo della bombola.
Le modalità di adesione al bando sono estremamente semplici: per
fare l’impianto è infatti
sufficiente rivolgersi ad
una delle officine convenzionate e compilare
un modulo. Ciascun residente ha titolo a beneficiare dell’incentivo solo
per una volta facendone
menzione nella dichiarazione sostitutiva di atto
di notorietà, giusto per
evitare che più incentivi
finiscano nella stessa famiglia. Il contributo vie-
L’installazione dell’impianto a metano gode di incentivi
ne dato a privati (anche
a coloro che hanno acquistato la vettura in leasing), mentre escluse sono le persone giuridiche.
Nessun vincolo è invece
legato alla tipologia di
vettura, anche se ovviamente le possibilità di
trasformazione riguardano la benzina e non il
diesel. In ogni caso l’augurio dell’Amministrazione è che ad usufruirne siano soprattutto coloro che hanno vetture
«Euro 0» o «Euro 1», vetture che in un futuro
non lontano potrebbero
essere escluse dalla possibilità di circolare in città.
Per ogni tipo di informazione ( e anche per
eventuali altri installatori che vogliono aderire
alla convenzione) si può
contattare l’ufficio mobility manager del Comune allo 030.2978707 o consultare il sito internet
www.comune.brescia7
mobility.manager.
Ma chi decide di trasformare a metano (o a
Gpl) un’auto a benzina
può accedere anche agli
incentivi statali. E la Regione Lombardia offre
sconti per l’acquisto di
metano. Tra una cosa e
l’altra, usare carburante
pulito conviene ancora
di più. Attualmente sono
attivi gli incentivi Icbi
(Iniziativa carburanti a
basso impatto) e Map
(Ministero delle attività
produttive).
I primi offrono 350 euro a chiunque decida di
trasformare un’auto Euro1 o Euro2 immatricolata tra il ’93 e il 2000. Nella
provincia di Brescia, però, non tutti i Comuni
hanno aderito all’iniziativa che vede Torino capofila. Perciò ai 350 euro
possono aspirare solo i
residenti nel capoluogo
e nei comuni di Bedizzole, Borgosatollo, Botticino, Castenedolo, Cazza-
go San Martino, Collebeato, Gussago, Marcheno,
Nuvolento,
Prevalle,
Puegnago, Rezzato, Roncadelle, Sarezzo, Villa
Carcina e Villanuova
sul Clisi.
Il Consorzio Icbi ha
messo sul piatto 14,71 milioni di euro, ma 11,26 sono stati già erogati per
32.177 pratiche. Ne restano 3,45 ancora a disposizione, e bisogna affrettarsi. Le informazioni utili
per accedere ai contributi si possono avere dagli
installatori autorizzati.
Il ministero delle Attività produttive, a sua volta, offre contributi per
l’acquisto di veicoli nuovi, o per la trasformazione di quelli acquistati entro tre anni. Nel primo
caso, l’incentivo ammonta a 1.500 euro, nel secondo (trasformazione) a
650 euro.
Quando si va a metano
(o a Gpl), infine, si può
chiedere la “carta sconto” che la Regione Lombardia ha attivato anche
per il 2006. Dà diritto a
uno sconto di 0,067 euro
al Kg per il metano e di
0,055 euro al litro per il
Gpl direttamente dai distributori convenzionati che hanno aderito all’iniziativa.
La carta è riservata
esclusivamente agli automobilisti residenti in
Lombardia e proprietari
di un’autovettura ad uso
privato con alimentazione mista a metano/Gpl e
benzina.
Solo chi ha un’auto immatricolata prima del
’93, quando sul libretto
di circolazione vigeva
ancora la dicitura “ad
uso promiscuo”, non
può chiedere la Carta.
th.be.
mi.va.
Centocinquantamila euro:
è la somma che l’Amministrazionecomunaleha stanziato per incentivare la diffusione degli impianti ametano per il trasporto privato.
«Per ogni impianto ci sarà un incentivo di 500 euro ha spiegato ieri mattina a
palazzo Loggia l’assessore
all’Ambiente Ettore Brunelli -. In provincia abbiamo già una discreta rete di
distributori e l’incentivo all’uso vuole anche essere un
contributo al meccanismo
virtuosoper cui più aumentano le automobili a metano, più si diffonde la rete di
distribuzione». L’iniziativa partirà da lunedì 23 ottobre(vedialtroarticolo)e durerà fino all’esaurimento
del fondo. Per aderirvi sarà
sufficiente rivolgersi a uno
degliinstallatori convenzionati, il quale detrarrà direttamente dalla spesa complessiva il contributo del
Comune. I vantaggi del metano sono evidenti: è ecologico e non necessita di cisterneperil trasporto, èeconomico e permette di circolare durante igiorni dilimitazione del traffico. Inoltre,
danon sottovalutare, è sicuro, a dispetto della cattiva
fama sul rischio esplosione
che si è fatto in passato. «La
sicurezza degli impianti è
elevata-ha sottolineato RiccardoPrettodell’ ufficiomobility manager del Comune
-, purtroppo c’è ancora
l’idea che sia pericoloso».
Ma le cose non stanno in
questi termini, anzi. Le
bombole sono le stesse che
vengono usate dai sub o negli ospedali ed in grado, è
stato assicurato, di sopportare il peso di un caterpillar.Inoltrein casodi fuoriuscita, essendo più leggero
dell’aria ilmetano si disperde immediatamente verso
l’alto, adifferenzadella benzina.
«Tra le altre cose il metano, essendo un gas naturale, non si ottiene attraverso
processi di raffinazione - ha
rilevato l’assessore -. Per
cui, a tutti gli effetti, è il carburante di passaggio dal
presente al futuro». Un’adesione convinta, insomma,
finalizzata a favorire l’installazione di impianti a
metano per i privati e che
rientra nella politica complessiva dell’Amministrazione in tale direzione. Nella stessa delibera di approvazione del contributo viene infatti ricordato che il
Comune, in collaborazione
con Brescia trasporti, «ha
privilegiatol’utilizzo di tale
combustibile anche nel trasporto pubblico mediante
la messa in esercizio di 68
autobus, pari al 33% della
flotta,con una percorrenza,
da gennaio 2006, alimentata a metano pari al 43% di
quella complessiva». Oltre
a questo è da segnalare l’acquisto, lo scorso anno, di 14
vetture a metano tra quelle
della flotta comunalee ilfatto che 14 carri della nettezza urbana sono alimentati
ametano.aspetto quest’ultimo, significativo non tanto
per il chilometraggio quan-
Bus a metano: il parco di Brescia Trasporti è di 68 ed è prevista una sua crescita in tempi brevi
to piuttosto perchè tali mezzi operano quasi perennemente all’interno delle aree
abitate e quindi qualche
scarico nocivo che entra
dalle finestre può solo far
bene.
Maseil metanofa beneall’ambiente da sottolineare
è anche la sua economicità.
Con 10 euro di spesa, prendendo come riferimento
una Fiat punto 1.2, con la
benzina si percorrono 134
chilometri mentre con il
metanosi arriva a303 chilometri, ovvero il 126% in
più. È facile intuire che a
fronte di una spesa iniziale
per l’installazione dell’impianto tra gli 800 e i 1800 euro, nel giro di un paio d’anni o anche meno (calcolando 20.000 chilometri all’anno) si ammortizza la spesa.
Tra l’altro, anche se il contributo comunale non è cu-
■ UN PO’DISTORIA
DalleprovediAlessandroVolta
allescopertedell’EnidiMattei
Nell'autunno del 1776 Alessandro Volta
studiò un fenomeno noto anche in epoche più lontane, segnalatogli da Carlo
Giuseppe Campi: in un'ansa stagnante
del fiume Lambro, avvicinando una
fiamma alla superficie si accendevano
delle fiammelle azzurrine.
Questo fenomeno era già stato studiato separatamente da Pringle, Lavoisier,
Franklin e Priestley pochi anni prima
ma lo classificarono semplicemente come un'esalazione di aria infiammabile,
di origine minerale.
Volta volle andare più a fondo della
questione quindi si recò presso gli stagni di Angera dove provò a smuovere il
fondo con l'aiuto di un bastone e vide che
risalivano delle bolle di gas e le raccolse
in bottiglie. Diede a questo gas il nome di
aria infiammabile di palude e scoprì che
poteva essere incendiato sia per mezzo
di una candela accesa che mediante una
scarica elettrica, dedusse che il gas si formava nella decomposizione di sostanze
animali e vegetali.
Per ulteriore conferma della sua tesi,
si recò nel 1780 a Pietramala sull'Appennino toscano dove vi erano dei celebri
fuochi fatui. La corretta composizione
del gas fu determinata da Thomas Henry
nel 1805.
Agli esperti è noto che circa due terzi
del metano estratto non viene utilizzato
perché il costo del trasporto del gas naturale nei gasdotti è quattro volte superiore a quello del petrolio, perché la densità
del gas è molto minore. Il metano è presente normalmente nei giacimenti di petrolio (ma esistono anche immensi giacimenti di solo metano).
Quando si estrae il petrolio, risale in
superficie anche il metano, in media in
quantità pari allo stesso petrolio. Se i giacimenti sono lontani dai luoghi di consumo o situati in mare aperto, risulta quasi impossibile usare quel metano, che
pertanto viene bruciato all'uscita dei
pozzi senza essere utilizzato in alcun modo.
Nel giugno del 1949 in Italia, presso Lodi, una perforazione dell'Eni, allora presieduta da Enrico Mattei, scopre il primo giacimento profondo dell'Europa Occidentale.
Successivamente si iniziano i rilevamenti nel Mare Adriatico, le prime due
perforazioni dettero esito negativo, così
l'Eni abbandonò l'idea preferendo destinare le risorse a perforazioni nel Mar
Rosso. In attesa delle autorizzazioni da
parte del governo egiziano, l'Eni decise
una terza trivellazione al largo di Ravenna che diede esito positivo, nel 1959 iniziò le operazioni la prima piattaforma
metanifera. Al largo di Crotone, le piattaforme dell' Eni estraggono circa il 15 percento del consumo di metano sia per uso
civile che industriale.
Il metano è utilizzato in Italia come
combustibile per autotrazione sin dagli
anni '30 quando la politica dell'Autarchia spinse la tecnica del momento a cercare nuove soluzioni per l'utilizzo di carburanti alternativi come il gasogeno e,
appunto, il metano. Nel dopoguerra la rete del metano per auto ha seguito sviluppi e recessioni dipendenti dalle evoluzioni tecniche e dalle crisi degli altri carburanti, ricevendo una grossa spinta dalla
crisi del petrolio del 1973 e poi un considerevole ridimensionamento attorno alla metà degli anni '80 allorquando il Governo Craxi introdusse il superbollo per
le auto a gas.
Negli ultimi 10 anni si è riscontrata
una inversione di tendenza con l'incremento del parco circolante a metano come conseguenza dell'abolizione del superbollo per le auto a metano catalitiche
(1997) e delle successive scelte legislative a favore dei carburanti meno inquinanti (ecoincentivi).
(Informazioni tratte da it.wikipedia.org)
mulabile con altri, a livello
regionale c’è la metano
card che garantisce un ulteriore sconto del 10% a ogni
pieno di metano che viene
fatto.Nonostante questievidenti vantaggi l’alimentazione a metano non è ancora molto diffusa e si stima
che a livello nazionale, siano al momento solo l’1.5%
le vetture alimentate con
questo combustibile o a gpl.
Uno dei problemi è la rete
distributiva, che cresce anno dopo anno, ma non è ancorasufficientementediffusa. In città gli impianti presenti sono comunque già
quattro e altri due sono di
prossima apertura, in provincia sono una decina.
Spesso è solo una questione
psicologia dal momento
che, in caso di necessità, si
può usare l’alimentazione
a benzina. «In ogni caso - ha
affermatoBrunelli -si stalavorando anche per avere
dei distributori self service».
Una volta entrati a regime i 300 impianti a metano,
sisperailpiùpresto possibile, ci sarà una minor emissione di CO2 quantificabile
in 139.000 chilogrammi all’anno oltre alla riduzione
di altre sostanze inquinanti. Non sarà la soluzione di
tutti i mali, ma è un piccolo
passo per cercare di avere
un’aria più pulita.
Ma non è tutto. Il futuro
si avvicina e metano e idrogeno, nella fase di lento abbandonodal petrolio,si alleano: il 16 novembre, nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia,si terràun convegno internazionale per presentare gli esiti della sperimentazione su miscele di
metano e idrogeno per una
possibile applicazione ai
mezzi per la raccolta ed il
trasporto dei rifiuti urbani
chesiè tenutaneimesi scorsi proprio a Brescia.
Lo ha anticipato ieri mattina a palazzo Loggia Nunzio Pisano, funzionario amministrativodelsettoreambiente ed ecologia del Comune di Brescia, al termine della conferenza stampa
di presentazione degli incentivi comunali per la installazione degli impianti a
metano su vetture private.
Il progetto, costato circa
150.000euro,era stato finanziatomesiaddietro dallaComunità europea (al 50%),
dal Ministero dei Trasporti
(35%) e dalla Regione Lombardia (15%). «È evidente
che siamo solo in una fase
sperimentale - ha sottolineatoNunzio Pisano-, maillavorofattoha avutobuonesito e tra l’altro non ha avuto
bisognodi applicazioni particolari. Non è difficile immaginare che il progetto
possa trovare in futuro effettiva applicazione su flotte aziendali di autobus o di
mezzi per la raccolta dei rifiuti che avrebbero la possibilitàdi rifornirsida ununico distributore».
Il progetto, che ha visto
come partner locali il Comune di Brescia e l’Asm, s è
avvalso nche di collaborazioni di carattere scientificocon ilCrasl dell’università Cattolica di Brescia,
L’Enea e l’università di Tor
Vergata.
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