Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
Sex Panic, ovvero la paura dei mostri. La crociata moralistica come forma di
controllo sociale?
I relatori non hanno rivisto i loro interventi. Roma, 15 luglio 2004 Maria Gigliola Toniollo
Sono Maria Gigliola Toniollo, settore Nuovi Diritti. Quella di oggi è una conversazione
particolarmente complicata e alla quale tengo moltissimo. Si parlerà dei mostri che popolano molte
fantasie, ma che non si fermano alla fantasia, perché sono utili e funzionali al potere e a un certo
tipo di governo della società. Si parlerà spero, di diversi argomenti che tratterà tra gli altri il nostro
caro amico Vladimir leggendo un articolo che mi aveva molto colpito alcuni mesi fa. Un pezzo che
tratta di una materia assai complessa e delicata che sarà ricorrente dentro la discussione, in altre
parole la così detta pedofilia. Nell'intento di chi ha pensato di inserire questa lettura, c'è l'idea di
offrire un’immagine che contrappone alla sola negazione, se pure si parla di situazioni scabrose e
violente, un approccio non esclusivamente repressivo. Buon dialogo!
Stefano Fabeni
Prima di esporre la relazione vorrei aggiungere qualcosa a quanto detto da Gigliola. La mia
prospettiva è principalmente di carattere storico. Vorrei cercare di inquadrare questo fenomeno
nell'ambito di quello che nel mondo anglosassone, è definito “Sex Panic” e che va al di là del
problema della pedofilia. Vorrei cercare di porre l'attenzione su un fenomeno sociale che poi
diventa anche una ordinamento giuridica, una forma di isteria pubblica per la quale si perde anche
di vista quello che era l'obiettivo, il punto di partenza e come conseguenza il legislatore, come è
successo storicamente, ovviamente ne trae vantaggio, per poi arrivare a quelli che sono altri
propositi della norma e della repressione. Mi piacerebbe affrontare la questione in prospettiva
storica, proprio per poi consentire ai partecipanti di dibattere in questa cornice, di quello che è il
fenomeno della pedofilia di oggi. Allora, partirei da una vicenda dell'Inghilterra di epoca vittoriana. Il
4 luglio 1885 l'editorialista della Pall Mall Gazette, W.T. Stead, informava i suoi lettori, e qui cito:
“che tutti coloro che preferiscono vivere nel paradiso di immaginaria purezza e innocenza degli
ingenui, egoisticamente ignari delle orribili realtà che tormentano quelli che trascorrono le loro vite
nell'inferno di Londra, farebbero bene a non leggere la P.M. Gazette a partire da lunedì prossimo”!
Questo era l'annuncio della pubblicazione di un'inchiesta in quattro parti che era intitolata Maiden
tribute of modern Babylon che fu una delle più espressive e riuscite operazioni di giornalismo
scandalistico del XIX secolo; ed era anche l’inizio di una crociata moralistica che avrebbe
significativamente inciso poi vedremo come, sui costumi dell'epoca vittoriana e sulle leggi di tutto
l'impero britannico. Cosa rappresentò, come fu costituito questo Maiden tribute of modern Babylon
e quali furono le sue conseguenze? Bè, questa iniziativa di giornalismo scandalistico, fu presentata
appunto sotto forma di inchiesta che doveva fare luce sulla corruzione dei costumi, sulla diffusione
del fenomeno della prostituzione minorile nella Londra bene della fine del XIX secolo. Stead,
basandosi sullo stile letterario del melodramma e utilizzando alcuni elementi di realismo dello stile
gotico e una buona dose di voyeurismo e pornografia, utilizzò questo genere letterario per
raccontare la storia di povere bambine (povere anche nel senso di condizione e estrazione sociale)
corrotte da aristocratici viziosi della Londra ottocentesca. L'operazione fu superba. L'uso del
melodramma, genere letterario particolarmente popolare tra e nei movimenti femministi della
seconda metà del XIX secolo, ebbe un forte impatto sull’audience. La forma letteraria più popolare
dell'epoca (anzi in quell'epoca iniziava a tramontare come genere letterario), si avvaleva anche di
un discorso di classe per rappresentare la donna vittima ma anche eroina, la donna decaduta da
riscattare dalla brutalità dell'uomo aristocratico e dalla sua tirannia sessuale; donna generalmente
appartenente alle classi proletarie, che doveva scaturire la pietà e la carità nel lettore o nello
spettatore. L'utilizzo di questa formula ebbe un forte impatto sull'audience. Certamente la narrativa
nella drammatica era un punto di forza parte anche dell'attivismo femminile della fine del XIX
secolo, perché consentiva la rappresentazione del pericolo sessuale, tentando appunto di
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
rappresentare la donna eroina e vittima dello sfruttamento maschile. Sebbene però, il genere
melodrammatico fosse in fase di abbandono, tale linguaggio unito al radicalismo popolare e
populista rivisse in quest'inchiesta di Stead, in cui la critica ai ceti viziosi della società aristocratica
londinese, si frammischiò con il voyeurismo e con una buona dose di puritanesimo. Stead
rappresentò nella sua inchiesta l'inferno londinese scendendo in descrizioni di scenari sadici e
pornografici, in una cornice di tipo mutualistico. Raccontò di prostituzione, di corruzione di bambine
e di vizio criminoso. Non si fermò a questo. Allo scopo di dimostrare la gravità e la diffusione del
fenomeno, avvalendosi peraltro della collaborazione di una gestrice di una casa chiusa londinese,
procedette all’ acquisto vero e proprio di una bambina dei ceti poveri, che fu venduta dai genitori,
rappresentati come disgraziati dediti all'alcolismo, allo scopo poi di porre l'accento sulla tortura
sessuale, sulla violazione dell'integrità del corpo femminile, della scientificità di queste torture, cui
queste bambine erano sottoposte. Egli stesso la fece sottoporre a esami medici umilianti ed allestì
la scena del crimine, la scena della violenza sessuale, che poi non fu mai effettuata, ma descrisse
in questa sua inchiesta i fatti e pure la reazione di terrore della bambina. La vicenda di Stead si
concluse poi in un’aula di tribunale, ove egli stesso fu condannato per questo fatto, ma la reazione
che questa vicenda scaturì fu spropositata. Intanto bisogna dire che l'inchiesta rappresentò in
modo fuorviante il tema della prostituzione e concentrò un'attenzione esagerata sullo sfruttamento
della prostituzione minorile. Il problema è che la reazione fu davvero estrema, non soltanto da
parte delle classi conservatrici o dei gruppi religiosi.
I pericoli derivanti dai vizi sessuali furono rappresentati come una questione di interesse nazionale
e anche come una questione di classe, proprio per come l'inchiesta era stata presentata. In ogni
modo, i lavoratori, i sindacalisti, i movimenti politici di sinistra, si unirono ai conservatori in questa
battaglia per chiedere riforme legislative. Nell'estate del 1885 duecentocinquantamila persone
parteciparono a Hyde Park, ad una manifestazione pubblica per chiedere l'introduzione di misure
per combattere questo fenomeno e naturalmente l'indignazione popolare trovò pronte risposte da
parte del legislatore che naturalmente, colse il pretesto per introdurre riforme che andavano bene
al di là di quello che era il problema o il falso problema o l'esagerato problema. Proprio nel 1885 il
governo inglese introdusse il Criminal Law Amendament Act che innalzò l'età del consenso per le
adolescenti da 13 a 16 anni, ma che conferì anche ampi poteri alle forze dell'ordine per avviare
azioni penali contro meretrici gestrici di case chiuse e non solo. Si procedette anche
all'introduzione del reato di gross endecency, un reato contro il buon costume che puniva con la
reclusione fino a due anni, con o senza lavori forzati, una persona di sesso maschile che
praticasse in pubblico e in privato atti di carattere sessuale con una persona dello stesso sesso e
che fu poi ampiamente impiegato fino a poco tempo fa (è stata abrogato credo nel 2002). Fu
ampiamente impiegato per la repressione di ogni espressione di omosessualità che fosse ritenuta
un’offesa al pubblico pudore. Non solo! Gli effetti di questa crociata formalistica (sono ben note le
conseguenze del puritanesimo dell'epoca vittoriana) si fecero sentire in tutto l'impero con leggi che
innalzavano l'età del consenso, vietavano prostituzione e omosessualità (sappiamo tutti quanto
questo sia ancora un problema oggi in molti paesi dell'Africa e dell’Asia), inoltre vietavano unioni
affettive e rapporti sessuali tra donne indigene e uomini inglesi. Quindi è evidente che questa
inchiesta produsse conseguenze spropositate. Questo è un fenomeno ricorrente. Posso dire altri
tempi, altri luoghi, ma simili crociate. E allora mi sposterei negli Stati Uniti partendo dall’America
coloniale in cui il reato di sodomia aveva come principale obiettivo quello di reprimere atti sessuali
non finalizzati alla procreazione, ma anche quello di proteggere i soggetti più vulnerabili da
aggressioni sessuali e prima ancora, quello di stabilire e affermare i ruoli e le differenze secondo il
modello di divisione binaria tra i generi. In ogni modo la nozione di sodomia, anche nei primi casi
che occorsero negli Stati, al tempo colonie americane, non era ben definita. In generale queste
norme erano applicate contro tutte le persone e i soggetti che si scostavano dall'ordine binario dei
generi e che erano di conseguenza visti come pericolosi per la società. Progressivamente, in
particolare in seguito all'emergere della nozione di omosessualità inventata da un gruppo di
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
sessuologi tedeschi alla fine dell' 800, il dibattito sull'omosessualità come condizione patologica e
immutabile, inversione o degenerazione biologica, unito ad argomenti religiosi sulla moralità dei
comportamenti sessuali, diede origine all'idea di sodomia che conosciamo più di recente. E alla
fine del XIX secolo questo fu poi l'obiettivo delle così dette società anti-vizio che si proponevano
nelle loro crociate moralistiche, la stigmatizzazione degli omosessuali, anche in quella circostanza,
visti come pericoli per i bambini, allo scopo poi di difendere la moralità e i ruoli di genere. Queste
battaglie avvennero principalmente nei grandi centri urbani. Anche in questo caso, la reazione da
parte del legislatore e della società fu molto violenta. Negli Stati Uniti del dopoguerra, si assistette
ad un fenomeno di vera e propria isteria popolare che causò l'esclusione degli omosessuali dalla
vita pubblica, la discriminazione degli stessi in particolare sul posto di lavoro e una forte
repressione penale. Si passò tuttavia da una condanna del comportamento sessuale, a focalizzare
sulla questione della nascente identità e quindi, come dire, a reprimere la persona perché tale, più
che non il comportamento. Ma addirittura l'omosessuale divenne, nell'immaginario collettivo,
l'aggressore sessuale, il molestatore di bambini e persino una minaccia per la sicurezza del paese;
i comunisti erano il pericolo esterno, gli omosessuali erano il pericolo interno. Ero a New York il 28
giugno e ho visto un documentario che parlava appunto della storia dell'omosessualità negli Stati
Uniti e gli omosessuali erano rappresentati veramente come pericolo per la nazione, quindi
ovviamente, come conseguenza, vi era il divieto per loro di accedere al servizio militare, cosa che
negli Stati Uniti è ancora un problema oggi. Vi erano inoltre norme penali che fino al 1960, in alcuni
stati, punivano e definivano la sodomia come atto sessuale tra persone dello stesso sesso e che
soltanto a partire dal 1961, si è iniziato a depenalizzare. In entrambi i casi, nonostante le differenze
storiche e quelle sociali, le crociate strumentali hanno sempre avuto come conseguenza la
stigmatizzazione dei cosiddetti sexual outsiders, che potremmo definire devianti sessuali e che poi,
nell'immaginario collettivo e attraverso i luoghi comuni, sono diventati i mostri. E allora, a questo
punto vorrei stimolare il dibattito su alcune questioni. Appunto, se consideriamo questo fenomeno,
in altre parole l'individuazione di un mostro, la stigmatizzazione, la costruzione anche da parte
della stampa di una figura che diventa quasi mitologica di mostro, un panico sociale diffuso e la
conseguente repressione, dove vuole andare il legislatore? Generalmente l'obiettivo del legislatore
va ben oltre quello che è il reale problema. Credo che (e in questo modo arriviamo al problema
della pedofilia) sia interessante riflettere sul fenomeno del Sex Panic in questi termini, come
costruzione e come responsabilità di diversi soggetti. Come responsabilità del legislatore che
peraltro recepisce una direttiva comunitaria. Il problema si allarga rispetto alla legislazione dello
stato italiano, ma è un problema anche che al tempo stesso, non divide destra e sinistra. Credo
che sia interessante partire dalla costruzione di questo fenomeno che si ingigantisce in questo
modo per affrontare il fenomeno della pedofilia oggi, che effettivamente è il nuovo Sex Panic.
Abbiamo inserito in cartellina un paio di articoli a questo riguardo, a parte un commento del nuovo
progetto di legge, ma ritenevo interessante ad esempio, un articolo comparso sulla Stampa di
Torino qualche giorno fa, in cui sostanzialmente, nel descrivere i risultati di un'inchiesta sull'utilizzo
della rete telematica da parte di bambini di fascia di età compresa tra gli otto e i tredici anni, in
realtà la questione si è rovesciata sul problema del pedofilo che aggredisce, che è nella attesa di
aggredire i bambini nel Web; poi tra l’altro, se si guardano i dati di questa inchiesta, veramente non
si riesce a capire il nesso tra le due cose. Allora credo che sarebbe interessante aprire la
discussione su questi elementi. Intanto sul ruolo fra destra e sinistra, dove stanno le differenze su
questo fenomeno, quali sono le responsabilità della stampa e quali sono i propositi del legislatore
oggi rispetto alla pedofilia. Occorrerebbe chiedersi se l'obiettivo reale poi di queste iniziative
legislative non sia la libertà di espressione, la libertà di circolazione di informazioni attraverso la
rete o semplicemente ed anche, così come è avvenuto già nell'Inghilterra dell'epoca vittoriana, il
controllo dei corpi o il controllo delle menti. A questo punto, però, parlando del fenomeno sociale e
della considerazione sociale della pedofilia passerei la parola a Vladimir Luxuria che ci leggerà un
articolo tratto dal Foglio su una vicenda verificatasi in Inghilterra.
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
Vladimir Luxuria
“ Il mite pedofilo”
In una cittadina che nessuno conosce, Redcar, nel cuore del grigio anonimato britannico chiamato
provincia, un vecchio pedofilo acclarato di 73 anni è stato ammazzato in casa. Il suo nome era
Arnold Hartley e gli abitanti di Redcar e della sua strada lo conoscevano da sempre, sapevano dei
reati che si era macchiato e avevano provveduto a isolarlo in una solitudine punteggiata di miseria.
Sui giornali britannici che hanno dato tanta rilevanza al caso, una specie di complemento all’altra
grande notizia di cronaca nera che scuote il regno unito, la confessione di Ian Huntley, l'omicida di
Holly e Jessica, altro caso di estrema aggressione ai danni dei piccoli a scopo di sesso, violenza e
di un terminale turbamento indotto da gravi corto circuiti psicosociali; insomma in questa seconda
notizia su come i giornali possano mettere a repentaglio la vita dei figli, Times e Guardian hanno
pubblicato una modesta foto tessera di Arnold. Nel riquadro si vede effigiato un vecchio con un
occhio oscurato da un cerotto, una figura penosa, residuale, sbiadita. Eppure, poco a poco quel
volto senza faccia si è fatto strada nei media non tanto per le modalità della sua eliminazione,
un'esecuzione messa in atto da qualcuno che sentiva il richiamo di ripulire il quartiere, ma per
come è stata accolta nell'alveo esistenziale che aveva generato e conteneva la vita di Hartley. Nel
quartiere era “il maiale”. Di lui i vicini sanno tutto perché in realtà non c'è niente da sapere. Ha
abitato sempre con la vecchia madre finché lei non è morta quindici anni fa. Aveva un fratello
svanito nel nulla. Non si vedeva mai in giro, acciaccato com’era e cosciente della riprovazione che
accoglieva la sua presenza. Qualche pensionato ricorda di averlo visto spesso a fare la spesa in
un hard discount alle sei di mattina farfugliante, vestito con una tuta macilenta e scarpe spaiate.
Ciò che resta di un uomo dunque, uno che aveva rinunciato a riparare i vetri delle finestre che gli
uomini del quartiere prendevano a sassate la sera tornando dal pub. Hartley nel 2001 aveva fatto
dodici mesi di galera per scontare la sentenza che lo aveva riconosciuto colpevole di molestie a
una ragazzina sotto i quattordici anni, nonché di gravi atti di esibizionismo. Questo era il fatto
accertato, ma attorno a lui le chiacchiere proliferavano ed è impossibile distinguere il vero dalle
leggende metropolitane. Insomma, tutto il quartiere era convinto che quel vecchio per anni avesse
coltivato l'abitudine di attirare in casa ragazzine col miraggio di regalini e che una volta dentro
l'antro squallido, tentasse di infastidirle fino al momento di una frettolosa e vergognosa
soddisfazione. I reporter arrivati a Redcar seguendo il filo della storia però, hanno sottolineato le
sue incongruenze. Non che Hartley fosse in qualcosa diverso da un pervertito triste, non che la
situazione di silenziosa persecuzione non fosse un fatto accertato e condiviso dalla comunità. Lo
strano è il senso di vuoto, il vuoto nella sua vita, in quegli interminabili settantatrè anni in cui è
impossibile inquadrare qualcosa di tangibile al di fuori della condanna arrivata a sfiatare una
consolidata reputazione di perversione. Non un'amicizia, un rapporto, un lavoro, una parola
ricordata. Arnold era solo il maiale e come tale, alla fine, è stato scannato in casa, a colpi di
martello che gli hanno sfondato il cranio. L'altro vuoto assoluto, pneumatico, in questo angolo di
Inghilterra che fa della negazione e del grigiore la principale attrattiva turistica è il vuoto che ha
circondato questa fine annunciata. Pare che infastidire Hartley e sottoporlo a ogni genere di
vessazione, insulto, umiliazione, fosse regola consolidata nel quartiere. In un certo senso il
risultato del verdetto della giuria popolare collettiva, decisione non scritta, ma approvata a
larghissima maggioranza. Se il mostro doveva continuare a vivere tra loro, la comunità si sarebbe
occupata di addomesticarlo, di punzecchiarlo fino a farlo pentire di essere venuto al mondo; di
umiliarlo come la sua vergognosa natura meritava. Quindi, quando qualcuno per vendetta o per
alcoolica applicazione della sentenza ha pensato bene di porre fine ai giorni di Hartley, di passare
insomma all'esecuzione, da parte della comunità stessa, non c'è stato il minimo segno di
riprovazione. I quotidiani inglesi e i servizi tivù rimandano le voci di intervistati che dicono che se
l'aspettavano, che gente così è meglio che sparisca dalla circolazione, che Arnold si è scelto da
solo il suo destino, che non si capisce perché i pedofili non finiscano in una delle isole che
circondano il regno. Ha funzionato per debellare l'invasione di conigli, funzionerebbe anche con
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
questi mostri! Quando la polizia locale, istituzione ben voluta è sempre coadiuvata dalla comunità,
ha emesso un appello perché chiunque fosse in possesso di informazioni relative al fatto di sangue
contattasse un apposito numero telefonico, semplicemente non ha chiamato nessuno. Mai
successo! racconta un ispettore - di solito veniamo inondati di chiamate- qui solo silenzio! Per
Redcar il caso è chiuso. Se sei un pedofilo famoso dunque, preparativi per l'ultimo rush di
celebrità, anche se potrebbe portarti dritto alla crocifissione. Se sei un vecchio pedofilo inutile, che
provoca ripugnanza nel mondo che ha la sventura di ospitarti, aspettati solo il colpo finale. Di
fronte a questa storia di destino ineluttabile, di fatalismo animalesco, il problema va almeno
dichiarato. La società si dimostra impreparata a confrontarsi col suo ennesimo vizio di forma, con
uno dei suoi tanti difetti di funzionamento; infastidita, tutt’altro che interessata a saperne di più. In
Canada è in svolgimento un esperimento di recupero dei pedofili, con casi a basso e medio rischio
e Arnold era stato classificato dagli psicologi a medio rischio, attraverso il loro reinserimento nel
tessuto sociale. Le comunità, tramite nuclei specialistici dedicati, sono incoraggiate a offrire
opportunità di riscatto ai propri peccatori, rompendo il muro di isolamento che spesso è il motore
della loro condotta. I risultati sono eccellenti, ma una sostanziosa parte dell'opinione pubblica è
tutt’altro che favorevole all'iniziativa, sostenendo che così si dedica più attenzione al recupero del
carnefice che alla convalescenza della vittima. Di sicuro, l'annullamento del problema nel silenzio
di Redcar, le martellate, la finale, sono solo una condizione bestiale e ipocrita. Pare che tre mazzi
di fiori siano stati depositati sulle scalette della sua brutta casa. Conviene ripartire da quello
smunto segno di pietà."
Stefano Pistolini da “Il Foglio”, 2003.
Roberto De Felice
Inizierei anche solo un superficiale esame di materiale normativo, nonché del materiale che è in
corso di essere, come il disegno di legge Prestigiacomo. Questo superficiale esame rivela un
profondo scollamento tra quella che è la realtà che ci dice la clinica psichiatrica e sessuologica e
quelle che sono le intenzioni del legislatore. Ora, che mi si venga a qualificare bambino e quindi
persona da proteggere particolarmente ogni minore di anni 18, mi pare al di fuori della grazia di
Dio. Mi sembra una cosa assolutamente irrazionale, considerato che vi sono taluni di questi minori
che possono addirittura legalmente contrarre matrimonio; in Italia a 16 anni con l'autorizzazione
del tribunale dei minori, in altri paesi dell'Unione Europea non lo so, ma comunque mi pare in
Spagna ancor prima, e che comunque in generale vi sono sul codice penale le norme che già
proteggono l'abuso dei minori e che fissano quella che viene detta l'età del consenso, cioè l'età a
partire dalla quale si può immaginare che il minore possa validamente prestare consenso a un atto
sessuale. Consenso che appunto, può essere prestato ad un’età che è fissata in 14 anni in Italia e
in 12 anni in Spagna, cosa che mi ha fatto drizzare i capelli, visto che ho un figlio di dieci anni e
mezzo pertanto, va bene, non lo manderò in Spagna, per non fargli fare troppi guai. Questa
normativa con un palese eccesso di potere legislativo diremo, amplia la soglia, anzi amplia le
fattispecie di incriminazione anche a fatti che secondo me sono più piccoli di quelli che vengono
puniti dalle ordinarie norme sulla tutela della persona e dell’ integrità sessuale dei minori. Mi pare
che sia molto meno grave, il fatto di essere presi o meno in una sessione fotografica o
cinematografica per un minore che può validamente prestare il consenso a fare l'amore con chi gli
pare, magari un diciassettenne pensiamo, che poi insomma, immagino le difficoltà che avranno le
procure a dimostrare il dolo del detentore di un film pornografico, per dire: ma questa ha
diciassette anni o diciannove? È difficile. Ecco mi pare che quest’ampliamento della tutela penale
sia assolutamente, da respingere e da rifiutare, perché appunto colpisce un fenomeno per il quale
sarebbe come colpire la pornografia in quanto si presuma che sia prostituzione. Ma qui stiamo
veramente esagerando E quindi leggo dietro questa evoluzione, peraltro promossa in sede
europea, del diritto penale qualcosa di molto pericoloso, una caccia alle streghe, molto
probabilmente anche la proiezione da parte di quei politici che credono di rappresentare tutta la
società, ma probabilmente in questo caso la rappresentano in buona parte, rispetto ad un senso di
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
colpa collettiva, o di sensi di inadeguatezza che probabilmente in tutte le epoche hanno dato adito
alla caccia alle streghe di turno. Ora, per quanto riguarda invece la normativa, che peraltro in Italia
già esiste, sulla repressione della pedopornografia, dobbiamo intanto occuparci di quello che sta
per essere approvato, cioè l'incriminazione con la stessa pena, solo che ridotta di un terzo, della
così detta pedopornografia virtuale. Quindi si parla anche di persone che hanno magari
venticinque anni ma che sembrano averne dodici, oppure di persone che hanno caratteristiche
fisiche particolari, o di disegni tridimensionali che in qualche modo rappresentino credibilmente atti
sessuali da parte di minori da tutelare. Ecco, il problema cui è piuttosto serio. La relazione del
ministro sostiene che questo reato sarebbe un reato ostacolo e che servirebbe in sostanza a
bloccare la diffusione di siffatto materiale, che è tale da incentivare quei comportamenti devianti tali
a loro volta da originare ulteriori condotte lesive del bene giuridico finale, dell'integrità fisico
psichica dei minori. Bhè, io esprimo qualche perplessità sul punto, perché il diritto penale è una
cosa diversa dalla teologia. Allora, il diritto penale punisce dei comportamenti concreti e dovrebbe
punire delle offese di beni giuridici tutelati dalla costituzione, che non siano rinchiusi nel cervello,
che non fuoriescano insomma dal cervello del reo, dell'autore; invece, com’è noto la teologia
cattolica punisce anche l'intenzione di peccare. Ora, il fatto di procurarsi un manga giapponese,
che rappresenta porcherie innominabili, irriferibili e vomitevoli, bhè, quale danno fà, qualche danno
è, perché l'autore del manga non è una persona quindi, chi ha ceduto questa immagine, chi l'ha
commercializzata e poi quindi l'ha fatta arrivare magari con una catena incredibile al reo, non è che
ha commesso un abuso sessuale; ha semplicemente fatto un disegno. Disegno che può piacere o
non piacere, può fare schifo, anzi mi fa schifo, però altri lo possono trovare per esempio artistico.
Ma non vi è stata un'offesa ulteriore, anzi non c'è stata offesa di alcun bene giuridico. Ora qui il
legislatore mi sembra che dica che se uno fa una certa cosa, necessariamente dovrà farne
un'altra. Benissimo, allora uno non dovrebbe consentire che aprissero i bar, perché se uno va al
bar beve e se beve si ubriaca e se si ubriaca poi guida la macchina e va fuori ecc... Questo è un
ragionamento che non regge un serio esame di razionalità della legge. Che poi il nostro
ordinamento abbia varie figure di reati ostacolo, questo non è più di tanto una buona ragione per
introdurne un altro, visto che c'è una sentenza della corte costituzionale. Mi ricordo per esempio la
sentenza su quella strana contravvenzione ecco: possesso ingiustificato di chiavi alterate o
grimaldelli; era l'articolo 707. Ecco perché, questa contravvenzione puniva chi aveva determinate
caratteristiche, chi determinati precedenti penali, se veniva trovato in flagrante possesso di chiavi
alterate o contraffatte. Già qui: chiave alterata o contraffatta è qualcosa che ci può fare pensare
che l'offesa del bene giuridico proprietà altrui, è prossima. Ma la corte costituzionale ha ritenuto
che questo reato, almeno per quanto riguarda determinati eventi, condannati per mendacità,
ammoniti, sottoposti a misure di sicurezza, cauzione di buona condotta, fosse contrario al dettato
della carta costituzionale. Così anche l'articolo successivo, il possesso ingiustificato di valori., da
parte delle stesse persone, è stato dichiarato nel '96 incostituzionale nella parte in cui sanziona
penalmente il processo ingiustificato di denaro, oggetti di valore e di altre cose non confacenti allo
stato di possessore, allo stato appunto del possessore. Quindi, mi pare che introdurre questa
ulteriore fattispecie di reati sia fare dei passi indietro. Oh, questo che ho detto, secondo me, vale
per la pedopornografia virtuale, ma vale anche per altre ipotesi. Io credo intanto, visto che poi le
analisi del fenomeno ce l’ hanno purtroppo dimostrato, che quelli che chiamiamo commercianti,
coloro che fanno fruire questo materiale, utilizzano quattro tipi sostanziali di immagini. Allora, i
primi due tipi sono immagini assolutamente non riproducenti atti sessuali. Il primo tipo sono
immagini che addirittura secondo me creano ancora più risentimento, in quanto potrebbe essere
coinvolto veramente chiunque di noi, magari un'immagine ripresa di un bambino sulla spiaggia che
sta giocando. Cose assolutamente non contestualizzate. Il secondo tipo di immagini, pure non
riproducendo atti sessuali, riproduce comunque queste persone in pose provocanti, ma non
oscene. Allora, qua bisogna distinguere: nel primo di questi casi che offesa giuridica c'è stata?
Bhè, certo il fatto di vedere, di sapere che il proprio figlio, il proprio nipote sta su un sito così,
perché è stato ripreso su una spiaggia mentre stava giocando, desterebbe l’ira furibonda di
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
chiunque. Però, in questo caso, almeno l'ordinamento ritiene che ci siano delle violazioni di
carattere civile, insomma delle forme di violazione della privacy, del diritto alla propria immagine
che hanno già una loro sanzione, che tradizionalmente non è mai stata di tipo penale. E nel
secondo tipo quindi, come si fa a punire chi detiene un'immagine del genere? Il legislatore fa
grosso modo questo ragionamento: se non ci fosse il consumatore, non ci sarebbe chi organizza
tutta questa cosa. Eh, d'accordo, però vi faccio un esempio pratico così spero di essere chiaro:
furto e ricettazione. La ricettazione è punita non solo perché se non ci fossero i ricettatori, poi il
ricettatore può essere chiunque, insomma altrimenti non ci sarebbero i furti; la ricettazione è punita
perché aggiunge qualche cosa, cioè aggiunge una lesione ulteriore al bene giuridico già offerto. Il
ricettatore che porta la macchina in Polonia e non la ritrova più. Invece nel caso di cui ci
occupiamo, il male, l'offesa del bene giuridico è già stata fatta, è già stata compiuta e quindi non
credo che possa essere ulteriormente approfondita da ipotesi di mera detenzione, cioè quella
dell'articolo 600 quater del codice penale. Tutto appunto sa di isterismo e tutto invece fà poco
pensare purtroppo a quello che dovrebbe essere un serio impegno del legislatore e della polizia a
colpire, prevenire questo gravissimo reato e comunque il fatto che esso sia considerato una piaga
sociale. Una piaga sociale è comunque un reato che si commette ad ogni cantone, una cosa che
non ci fa stare tranquilli, non è così. Fortunatamente le statistiche giudiziarie ci provano che questo
non è vero; è un gravissimo reato. Emotivamente, anche se giuridicamente non me lo posso
permettere, farei a cubetti chi lo commette; poi abbiamo letto quella cosa e vediamo quanto tutti,
quanto io stesso, partecipiamo a questa isteria collettiva. Ma ecco, insomma, io invocherei un po’
più di serietà, cioè considerare la cosa come un grave delitto, approntare degli strumenti seri,
approntare con tutte le opportune garanzie processuali e quindi colpire chi si deve. Altrimenti noi ci
troveremmo di fronte ad uno stato che si preoccupa soltanto di punire il ragazzino che con il
compagnuccio di scuola si scambia i manga eccetera. Lo trovo assolutamente inaccettabile.
Franco Grillini
Io volevo dirvi poche cose prima di salutarvi, cosa di cui mi scuso, ma si passa in queste giornate
da una riunione all’altra e la discussione in commissione giustizia sulla legge sulla pedofilia è
iniziata da qualche mese e in questo momento però, l'argomento non compare nelle convocazioni
della commissione stessa. Non so se non compare per decisione del presidente della
commissione, perché non c'è accordo nei partiti della maggioranza, o perché c'è un ingorgo. Forse
questa è la motivazione più probabile, perché è una delle leggi manifesto che a questa
maggioranza di governo piace molto e che presumibilmente vorrebbe vedere licenziata prima della
fine della legislatura. Il paradosso è che ci sono molte proposte di legge; non c'è solo questa.
Questa è la proposta di legge del governo, ma ci sono mi pare una decina di proposte di leggi
presentate dalle varie forze politiche sulla materia e il relatore, in questo caso come voi sapete, è il
presidente della commissione giustizia che appartiene alla maggioranza, l'avvocato Pecorella. Non
dà quasi mai il compito di relatore ad un membro dell'opposizione, ma in questo caso è stato così.
Quindi il relatore della nuova legge sulla pedofilia sarebbe Marcello Lucidi. Tuttavia noi non
sappiamo ancora quale sarà il testo base; presumibilmente a maggioranza, quando perlomeno
questa è la prassi, quando arriva la proposta del governo, nel comitato ristretto che decide qual è il
testo base, avviene un voto ponderato, vale a dire non si vota il numero dei presenti, ma si vota
secondo la rappresentanza della propria parte e quindi il voto viene a maggioranza. Per cui, se ci
sono due esponenti della maggioranza, dovrebbe non esserci nessuno perché il testo base non
fosse approvato nella formulazione in cui è proposto dalla maggioranza; il che ovviamente non è,
basta anche la presenza di pochi esponenti della maggioranza per affermare che il testo base su
cui si discute è quello lì. Io ho già suggerito le dimissioni del relatore nel caso che il testo base sia
uguale a quello del governo e comunque anche gli altri non è che siano molto meglio del testo del
governo. C'è già stata una discussione in commissione giustizia, che è la commissione cui si
discutono pressoché tutte le questioni che riguardano il sesso che passano dal parlamento e non a
caso c'è attualmente il provvedimento in discussione che è quello della prostituzione, anch’esso
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
momentaneamente scomparso all'ordine del giorno della commissione stessa. E anche qui
abbiamo già avuto modo di discutere in questa sede, del progetto di legge sulla prostituzione; ma
io credo che quando si parla di Sex Panic, complessivamente ci si riferisce alla situazione italiana.
Il progetto di legge anche lì, del governo, adottato come testo base, sul quale è già iniziata
l'operazione di emendamenti, votazione degli emendamenti all'interno della commissione,
operazione ripeto temporaneamente bloccata. Tra l'altro penso che sia del tutto irrituale che anche
in sede di commissione si inizi la votazione degli emendamenti, che sono circa 130, tutti gli
emendamenti del centro sinistra respinti, tranne un paio dello SDI però del tutto secondari rispetto
all'impianto della legge. Del tutto irrituale che si inizi la votazione degli emendamenti e poi dopo
non se ne parli più. Sappiamo che ci sono delle contraddizioni all'interno della maggioranza, tra chi
propone quel testo e chi lo vorrebbe ulteriormente peggiorare; in particolare l’UDC, per questo io
consiglierei, viste le vicende di questi ultimi giorni, di non vedere nell’UDC una sorta di sponda
sinistra, perché su tutta una serie di tematiche, l’UDC ha posizioni assolutamente reazionarie, se
non peggio, per non usare termini anche peggiori. Sostanzialmente i componenti dell’UDC
vorrebbero trasformare la prostituzione in un reato tout court, quindi reato per i clienti e reato per le
prostitute e i sostituti; esattamente come vorrebbe fare la gerarchia ecclesiastica. Poi noi tutti
sappiamo bene che se la prostituzione diventasse un reato sia per le prostitute che per i clienti, un
pezzo rilevante di gerarchia ecclesiastica dovrebbe finire in galera. Ma questo vale anche per la
pedofilia, ovviamente! Per non parlare dei miei colleghi. Il progetto di legge sulla prostituzione fa
riferimento ad una presunta emergenza di presenza di prostituzione sulle strade che è tutta da
dimostrare, perché tra le altre cose, la legge Bossi-Fini che, per chi non lo sapesse, è stata
dichiarata sull'immigrazione questa mattina parzialmente incostituzionale dalla corte costituzionale,
soprattutto per quanto riguarda la garanzia al diritto di difesa della persona immigrata che sta per
essere espulsa, la legge Bossi-Fini ha, di fatto, sgombrato le strade dalla prostituzione delle
immigrate extracomunitarie.
Voce fuori campo: oggi la ADNKronos, probabilmente sbagliando, errore diciamo tecnico, titola:
abrogati alcuni articoli perché l'immigrato è un essere umano! Hanno fatto questa scoperta,
probabilmente invece era un errore giornalistico.
Lapsus freudiano! Respira anche lui, mangia anche lui! Visto che la lega sostiene il contrario,
perciò forse è una precisazione necessaria! Io ho già ampiamente raccontato che nel dibattito sulla
prostituzione si è detto in commissione di tutto e di più, in particolare l'ultima volta c'è stata una
litigata furibonda con il sottoscritto che aveva perso completamente le staffe, cosa che in realtà
non è che mi succeda di frequente, ma poi la conseguenza è stata che l'argomento non è più stato
messo all'ordine del giorno. Probabilmente ricomparirà quando presumibilmente il cavaliere o
questa maggioranza avranno risolto problemi che attualmente sono ritenuti più urgenti e quindi
francamente non è dato sapere quando. Qualcuno sostiene che in realtà l'argomento sarebbe
ormai accantonato, ma insomma non sappiamo. Quindi, staremo a vedere. Stessa cosa vale per il
progetto di legge sulla pedofilia, che contiene alcune aberrazioni, come ha ben detto chi è
intervenuto prima di me, come quella che condannerebbe anche il detentore di materiale
pedopornografico con soggetti maggiorenni ma che sembrano minorenni. Questo è detto con
molta chiarezza nella legge, oppure chi possiede o detiene disegni esplicitamente
pedopornografici. Qui è del tutto evidente che siamo di fronte ad un uso strumentale del Sex
Panic, delle paure di massa, del mostro, perché in realtà questa proposta di legge a mio parere,
l'ho già detto esplicitamente intervenendo per ben tre volte in commissione giustizia quando si è
parlato di questo argomento, l'intenzione del controllo di massa, di una sessuofobia che utilizza le
paure del mostro per utilizzare anche le forze dell'ordine in operazioni indiscriminate di controllo e
di repressione, i cui esiti non sono dati sapere. Ho chiesto al presidente della commissione, anche
al ministro Castelli in un’occasione, ho chiesto anche ai sottosegretari presenti, ufficialmente,
formalmente, che fosse messo a verbale uno studio sui risultati di queste operazioni spettacolari di
polizia che sono annunciate con l'effetto che ognuno può immaginare, con i titoli di testa dei
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
telegiornali di prima serata, con titoli sparati su tutta la stampa nazionale, perché poi andrebbe
anche valutato l'atteggiamento della stampa, che a mio parere è molto corrivo con l'idea di sbattere
il mostro in prima pagina. Salvo poi, quando ci si accorge, in una parte rilevante di casi, che c'era
poco o nulla dietro questo mostro, ovviamente non permette di comunicare la notizia con lo stesso
risalto! Da questo punto di vista io credo che andrebbe fatta una riflessione approfondita perché a
mio parere c'è una richiesta, sia pure inconsapevole, da parte dell'opinione pubblica di notizie
morbose e più sono morbose e più sono interessanti, da sbattere in prima pagina. Lo dimostra il
fatto che i giornali che comunicano queste notizie con dovizia di notizie, scusate il gioco di parole,
quando ci sono casi particolarmente eclatanti aumentano la tiratura delle vendite. Io mi sono
proprio interessato a questo dato; spesso e volentieri ho chiesto anche, e i giornali aumentano le
vendite. Quindi, a mio parere, la notizia sparata in un determinato modo, con articoli che
descrivano il fatto nei minimi particolari, se voi leggete alcuni articoli anche del Corriere della Sera,
di Repubblica, di molte altre testate, insomma, ci sono articoli che non hanno nulla da invidiare a
racconti pornografici allo stato puro; con l'insistenza del cronista su tutti i dettagli. E questa ve la
dice lunga sul fatto che c'è una morbosità di massa, che da un lato grida al mostro al mostro e
dall’altro ricerca notizie “particolari”.
I giornali vendono di più, i telegiornali sono più ascoltati se ci sono notizie di un certo tipo. Quindi,
si stabilisce un corto circuito tra la morbosità di massa, fenomeno che tra l'altro è stato
ampiamente riconosciuto e dibattuto e il modo stesso di comunicare la notizia. Ma quest’ultimo,
crea un allarme sociale che a sua volta spinge poi l'autorità politica, l'uomo politico, o le forze di
governo, a premere l'acceleratore su provvedimenti sempre più repressivi in modo indiscriminato,
nascondendo o nascondendosi quelle che invece sono le vere strategie per impedire ovviamente
le violenze sessuali, le aggressioni sessuali; per impedire la pedofilia che avviene in ambito
essenzialmente intra familiare, perché almeno il dato, da questo punto di vista, l’abbiamo. Il dato
delle statistiche sui processi, quello c'è; ce l’ha l’ISTAT, ce lo dicono i tribunali e sappiamo che
percentuali pressoché plebiscitarie, che si avvicinano molto al 100% (siamo attorno al 95, 98%), ci
dicono che i fatti di violenza sui minori, le aggressioni sessuali sui minori, avvengono
essenzialmente all'interno delle mura domestiche o nei pressi di persone che vivono intorno alla
famiglia. La pedofilia intesa come reato effettivo, è un fatto essenzialmente familiare, della famiglia
tradizionale, quella composta da un uomo e una donna regolarmente sposati, benedetti
dall'articolo 29 della costituzione della Santa Madre chiesa cattolica. Questa è la realtà dei fatti.
Come si sa, nei discorsi si tiene il boccone migliore alla fine, come nelle cene! Allora, noi abbiamo
questa cosa bizzarra e curiosa per cui sappiamo che cosa è il fenomeno aggressione sessuale sui
minori e in particolare sui bambini; poi io sono d'accordissimo con te che va fatta una discussione
su questa faccenda dei minori, perché non è accettabile che qualsiasi cosa con un minore di 18
anni, considerato che la legge definisce la maturità sessuale a 14 anni, sia definita pedofilia.
Questa è una roba che bisognerà chiarirci una volta per tutte. Qui poi il discorso sarebbe molto
lungo, io mi limito all'oggetto e alle cose che stavo già dicendo. Allora, questi ragionamenti li ho già
fatti anche in sede di commissione e ho detto che a mio parere l'insistenza su internet da parte del
governo e delle forze del centro destra, considerato questo tipo di riflessione e considerato che si
trascura a mio parere, a questo punto volutamente, un intervento di prevenzione sulle aggressioni
sessuali in ambito familiare, evidentemente è perché qualcuno pensa che esista una pedofilia
buona, sopportabile, di cui non occuparsi e una pedofilia cattiva, verso la quale deve essere
indirizzato il pubblico ludibrio popolare, con opportune metodologie, in modo tale che un mostro sia
offerto all'opinione pubblica per il linciaggio, che in alcuni casi può essere solo mediatico, in altri
casi arriva all'omicidio vero e proprio. Poi ho chiesto se siamo contrari alla pena di morte, lo siamo
in tutti i casi, quindi anche nel caso della pedofilia e dei pedofili. Per non parlare di pedofilia
familiare e di pedofilia nel mondo religioso. Tra l'altro quando io sono intervenuto su questo tema,
c'erano tutti i telegiornali, il Papa che si era scusato, io credo che il Papa si sia già scusato di
queste robe per quattro o cinque volte, pubblicamente, un paio di volte all'Angelus, una lettera ai
vescovi americani, una lettera ai vescovi irlandesi, una lettera ai vescovi canadesi. C'è una
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
richiesta sterminata di scuse per i preti che allungano le mani. Ora, su questa faccenda dei preti
che allungano le mani, noi siamo di fronte a un pregiudizio popolare. Sapete, noi abbiamo
discusso spesso di pregiudizi. Io mi batto da una vita contro i pregiudizi. Siamo di fronte a un
pregiudizio che riguarda i preti: che i preti allunghino le mani è vox populi e d'altra parte, è anche
comprensibile che allunghino le mani perché non è pensabile che a una persona adulta sia
precluso l'esercizio della sessualità, senza che questi abbia delle conseguenze. Quindi, la
devianza sessuale del personale religioso, obbligato al celibato e alla castità, (poi qui c'è il
discorso sulla castità se inteso come fedeltà, quindi come assenza di sesso oppure se si può fare
sesso, ma deve essere sesso fedele e comunque nel caso dei preti non può) questa discussione è
di lana caprina, perché non possono fare sesso, non potrebbero! Non potrebbero e non possono
farlo secondo il diritto canonico, secondo la dottrina di Santa Madre romana chiesa cattolica. E
quindi noi siamo di fronte a un gigantesco fenomeno planetario che riguarda il personale religioso
cattolico di preti che allungano le mani. Io la rappresenterei con una gigantesca mano sulla testa
dei bambini e devo dire francamente, l’ho espresso anche in sede di commissione, se avessi dei
figli avrei veramente dei problemi a mandarli a scuola privata cattolica, perché come dire, sono
notizie pressoché quotidiane. Era una notizia dell'Unità di ieri l'altro, quello della condanna
patteggiata di un prete, che pure è stato attualmente promosso, per molestie sessuali su minori
che gli erano stati affidati. Sono notizie quotidiane le vicende di risarcimento di danni negli Stati
Uniti; è la notizia che riceve Enzo Marzo che il vescovo di Boston, che tra l'altro era in odore di
candidatura papale, era uno dei papabili, e forse è per questo che l'hanno portato a Roma, eh?
Come l'austriaco, come il caso dello scandalo che addirittura su Gay News c'è la foto. Oltretutto mi
hanno mandato le foto di questo vescovo austriaco, dell'ultimo scandalo proprio di questi giorni e
devo dire che basta vedere la foto, insomma, in certi casi, adesso non per fare il lombrosiano,
però, insomma, grassoccio, untuoso, eccetera, eccetera. Io stesso, ho un'esperienza personale di
preferito dal mio prete e il problema era che faceva veramente schifo; almeno fosse stato carino!
Era una cosa veramente inquadrabile, questo prete e motivo della mia rottura con la fede cattolica.
Insomma, io ero un chierichetto. Ero il preferito del prete anche perché ero uno dei più assidui, ma
quello continuava a dirmi andiamo a far due chiacchiere in sacrestia. E mi avevano avvisato: se ti
dice andiamo, tu non andarci e io chiedevo perché, ma perché? Più che chierichetto ero uno che
trafficava in parrocchia; mi annoiava servire messa, la trovavo una cosa noiosissima. E non
avevano neanche spiegato, mi avevano detto, se ti chiamano, non andarci! Io chiedevo perché?
Tu non andarci! Fidati!
Io volevo concludere dicendo questo esplicitamente, voi volete coprire la pedofilia dei preti e la
pedofilia familiare, sviando l'attenzione sul fatto di cronaca sulla cui rilevanza, sulla cui gravità, c'è
tutto da dimostrare. Io ho chiesto i dati di tutti gli interventi di polizia di queste maxi operazioni
pubblicizzatissime, dove centinaia di poliziotti invadono le case private alle cinque del mattino,
sequestrando e quant'altro, svegliando interi condomini, eccetera. Nessuno è ancora riuscito a
sapere qual è l'esito finale di questa operazione. Noi non abbiamo i dati di quanto è accaduto! Ci
dicono numeri strabilianti in queste trasmissioni che sbattono il mostro in prima pagina, ma
nessuno ci ha raccontato come sono andate a finire sul piano processuale. Quante persone sono
state effettivamente condannate e con quali fattispecie di reato. Tra l'altro, io ho sottolineato che in
questi casi, visto l'allarme sociale, di cui anche i media, per il meccanismo che prima vi dicevo,
sono protagonisti, la perquisizione e spesso e volentieri l'avvio pubblico delle indagini su una
persona, coincide con la condanna.
Qui c'è il problema dell'errore giudiziario! Non a caso a Milano si è formata un’ associazione di
persone vittime di un pubblico ministero che ha fatto numerosissimi errori, rovinando letteralmente
la vita, la reputazione di un gran numero di persone. Quindi esiste un’ associazione, se mi veniva
in mente prima vi suggerivo di invitarla. Ci sono errori giudiziari clamorosi su questa materia;
penso per esempio a un signore di Imola che, fotografando sua figlia al mare, di cinque anni nuda
(molti tengono i bambini nudi al mare) e portando le foto a far sviluppare (adesso con la fotografia
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
digitale questo è un problema che sarà superato) il fotografo le ha passate direttamente alla
polizia. Questo è stato arrestato; non c'è stato verso per il poveraccio di spiegare perché aveva
portato questo tipo di foto, lui diceva che era sua figlia, ma è stato arrestato e si è fatto sei mesi di
galera, licenziato dal lavoro, cacciato di casa, le ha subite tutte e vi potete immaginare poi come è
finito con nome e cognome su tutta la stampa locale e ovviamente, nel momento in cui finalmente
il magistrato gli ha dato ragione e lo ha liberato dal carcere, non ci sono santi che tengano, non c'è
nessuna azione che consenta a una persona di questo tipo di recuperare la propria onorabilità e la
propria reputazione. Così dicasi per quel nonno che su una spiaggia di Barletta faceva fare pipì
alla bambina, alla nipotina. Anche quello si è fatto qualche mese di galera, e ha corso anche il
rischio di essere linciato dai presenti. Errori di questo tipo sono decine e allora io ho detto che,
primo compito di una legge di questo tipo è evitare gli errori giudiziari perché un errore giudiziario
non è recuperabile, se non in minimissima parte. Infine, la questione prevenzione: ci sono gli
aggressori sessuali e io credo che vadano combattuti con la massima forza. Credo tra l'altro che i
pedofili siano nemici della libertà sessuale e dei minori, e su questo non ho alcun dubbio Credo
però che questo tipo di situazioni esistono perché le persone che sono vittime di questo tipo di
azioni, non hanno gli strumenti per difendersi. E qui cito anche il caso personale. Il prete mi
chiedeva: ti tocchi? E io a otto anni che ne sapevo cosa volesse dire che ti tocchi. Io andai a casa
e dissi a mia madre: il prete è scemo! Mi ha chiesto se mi tocco, ma come fa uno a vivere senza
toccarsi? Non sapevo che il toccarsi era la metafora della masturbazione, non lo sapevo proprio,
me l’hanno spiegato a undici anni! Cioè la prima volta che me l’hanno chiesto avevo otto anni e
l'ho saputo finalmente a undici anni. Allora, noi siamo di fronte ad un’ignoranza dei bambini sui fatti
che riguardano il loro corpo che è lo strumento per gli aggressori sessuali per avere ragione di
questa " innocenza ", che in realtà innocenza non è, ma è ignoranza. Allora, noi ci dobbiamo
battere di più perché si faccia in Italia quello che è stato fatto in Svezia, in Norvegia, in Danimarca,
in Olanda, persino in Francia e cioè che sia distribuito un libretto, che sia fatta una campagna, non
terroristica, per insegnare fin dalla più giovane età a tutti i bambini, che cosa vuol dire il corpo,
cos'è la sessualità, in modo tale che un gesto, una parola sia comprensibile per quello che è;
perché a mio parere basterebbe questo e il bavoso con le caramelle davanti alla scuola non
avrebbe più spazio, ma se uno non sa che cos'è un gesto, non sa che cos'è una frase, non sa
cos’è una parola, è ovvio che può essere sempre vittima di un violento. E però noi tutti sappiamo
bene che la sessuofobia della destra clericale italiana al potere ha sempre impedito, persino una
decente campagna di prevenzione per la lotta contro l'AIDS. Quindi io non mi faccio molte illusioni,
però è bene che noi siamo chiari nel dire questo tipo di cose e nel fare queste denunce nel modo
più determinato possibile. Grazie.
Roberto Polillo
Io sono sempre stato molto interessato a questi fenomeni di controllo sociale. Credo che in parte la
partecipazione a queste iniziative che voi organizzate, questa del controllo sociale sia un elemento
sia ritorna periodicamente; è un momento anche di approfondimento nostro, di possibilità di
discutere liberamente, anche al di fuori di certi schemi che ci comporta poi l'attività sindacale, che
è sempre legata invece al qui ed ora e a dei fenomeni che sono, che hanno sempre un seguito
pratico applicativo e redistributivo. Ora, mi rifaccio al titolo dell'incontro odierno e in realtà quello
che sto osservando in quest'ultimo periodo di riflessione, questo tema del controllo sociale, è
appunto però la doppia valenza che nella storia ha avuto la sessualità, in altre parole nel senso
che noi credo che dobbiamo abbandonare l'idea che è un po’ semplicistica e che è stata un po’
quella degli anni ‘60, che in realtà la nostra sia una società in cui la sessuofobia ha rappresentato
un po’ la chiave di lettura. Si dovrebbero rileggere gli studi che ha fatto Foucoult sulla sessualità,
ma non solo lui, perché c'è anche tutto il lavoro che fa Marcuse di definizione del rapporto che c'è
tra l'amore come capacità di innamoramento e quindi di superamento di certe differenze di classe,
impressionante nella figura appunto di Madame Bovary e quindi il contenuto rivoluzionario di una
relazione che si pone tra due individui che partono, che appartengono a due strati sociali e perciò
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
l'amore è l'elemento rivoluzionario perché per prendere parte pari a scardinare queste
stratificazioni sociali, a differenza della sessualità che invece è incoraggiata dalla società e che
fondamentalmente appartiene alle categorie della merce e della mercificazione dell'uomo. Ecco,
allora, in queste letture che sto facendo di Foucault che io cito sempre perché è un autore che sto
approfondendo in questo periodo, credo che questo grandissimo filosofo ricostruisca con esattezza
come in realtà quella della sessualità, ma anche la relazione introduttiva sulla creazione di questo
fatto quasi inventato che riesce però a rappresentare in un certo senso un cambio paradigmatico
della coscienza collettiva, in realtà sia stato un meccanismo perverso in cui il controllo sociale è
aumentato. Cioè, se noi vediamo quella che era la sessualità dei greci, che era fondamentalmente
libera, perché anche nei vari libri viene sempre per come dire, descritta nei suoi fatti più precisi e
più applicativi e quindi più materiali. E’ considerata una sessualità libera sia nei confronti del
soggetto e quindi il rapporto che c'era tra l'adulto e il ragazzo per esempio, ma nello stesso tempo
anche dell'individuo nei confronti di se stesso, in altre parole la sessualità come in realtà
appartenente a quella che era la sfera anche della dietetica, cioè delle capacità dell'individuo di
autocontrollo e quindi di auto gestione del proprio stile di vita. Quindi, in realtà dal '700, la
sessualità è non depressa, ma c'è un’espansione della stessa, da un fatto privato e che quindi era
liberamente gestito dalla persona e che come ripeto aveva tutta una serie di seguiti che erano
fondamentalmente di autocontrollo e quindi di rappresentazione del proprio sé. Essa diventa un
fatto sociale, drammaticamente diffuso e tutta la società in realtà si concentra su di essa. Quindi la
sessualità del bambino, quella degli adulti, eccetera. Ora, è chiaro che identificare la società come
fondamentalmente un meccanismo di repressione sociale, significa invece non considerare
quest'altro aspetto, che questa espansione della sessualità e la trasposizione di piani, da un piano
individuale in cui poi c'era la libertà del singolo di fare e di comportarsi come credeva, rispondendo
però a dei requisiti etici individuali, si passa ad un piano in cui la sessualità è drammatizzata e
insieme alla drammatizzazione di questa, che diventa quindi un fatto generale di tipo sociale, c'è
poi tutta la creazione del “diverso”. Ciò comporta il cambiamento anche, in un certo senso,
antropologico dell'omosessuale, che diventa il deviato, diventa il malato di mente, eccetera,
eccetera, con tutte le stigmate sociali che ne conseguono. Ora però, il punto che si deve
mantenere è che questo concentrarsi sulla sessualità, sul fatto che noi continuiamo a ritenere che
la nostra società sia sessuofobica, in realtà è in un certo senso non riconoscere che la società ha
bisogno anche di questa espansione, ancora adesso, di questo tema della sessualità per
esercitare un tipo di controllo sulle persone. Quindi noi, e questo è l'invito, cerchiamo di
comprendere come in realtà l'organizzazione sociale ed il potere siano molto più sofisticati di quelli
che possono sembrare, ed è la frase di Grillini, di come in realtà la figura del mostro sia
fondamentale perché poi consente una moltiplicazione sociale anche di effetti, giornali, di
morbosità, eccetera, eccetera e che quindi, come la sessualità rimanga, allo stato attuale, ancora
uno degli elementi in cui è più forte il controllo sociale e la mercificazione. Perché appunto c'è un
incoraggiamento a queste pratiche sessuali, a mettere in piazza la sessualità. Basta d'altronde
vedere la televisione, i modi con cui le persone si presentano, lo sfoggio della nudità, la
volgarizzazione anche del corpo quindi, sono tutti questi aspetti, è questo aspetto della società
profondamente radicato. Non cadiamo, questa è la mia conclusione, nell’errore di pensare che la
società sia tutta rivolta alla repressione della sessualità, perché in realtà la società incoraggia il
sesso e poi ha anche bisogno di dipingere dei mostri, perché attraverso questa espansione del
concetto di sessualità, di pratiche mercificate di essa, il controllo delle persone è un controllo più
forte.
Coordinatore: grazie Roberto Polillo, passerei la parola a Vladimir per leggere un testo della
relazione introduttiva del disegno di legge. Possiamo fare una breve introduzione. Abbiamo parlato
recentemente del disegno di legge Prestigiacomo - Castelli e visto che si è parlato di morbosità,
credo che sia interessante leggere questo passo della relazione introduttiva del disegno di legge.
Vladimir Luxuria
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
(Come a volte la comicità, abbia dei concorrenti insospettabili...).
“Tuttavia in una prospettiva più ampia di prevenzione e repressione del fenomeno, anche condotte
di produzione e diffusione di materiale pornografico, che raffigura persone anche solo
apparentemente minorenni, o anche immagini virtuali di minorenni, appaiono tali da alimentare il
fenomeno della pornografia minorile, inducendo effetti criminogeni nei fruitori del materiale. Ci si
riferisce ai casi in cui il materiale pornografico sia prodotto utilizzando persone reali che sembrino
essere minori. Non mancano in effetti, nell'esperienza concreta, ipotesi di materiale pornografico
che rappresentino soggetti efebici o comunque di aspetto adolescenziale o persone affette da
nanismo, con l'aspetto di bambini o che rappresenti persone che hanno l'aspetto di minori pure
essendone ignota l'età effettiva. Come pure all'ipotesi, anch'essa ben nota all'esperienza, di
materiale pornografico virtuale che rappresenti, cioè in modo realistico, immagini di minori in realtà
inesistenti.”
Guarda, secondo me i nani, tutti i nani del mondo, dovrebbero fare una manifestazione contro
questa legge, perché gli si sta impedendo di fare sesso con chiunque!
Voce fuori campo: che poi semmai è il contrario, perché il nano sembra molto grande perché ha
una fisionomia marcata, ma comunque lasciamo perdere. Più che un disegno, sembra una
caricatura di legge!
Mario Di Carlo
Condividevo le osservazioni di Roberto Polillo sulla schizofrenia, fra sessuofobia e esibizione
sessuale, soprattutto a livello di mass media, ma non soltanto insomma, una sorta di frizione che
mi sembra anche nel costume abbastanza importante, perché se è vero che c'è chi è un assiduo
fruitore dell'esibizione, è un altrettanto assiduo e convinto repressore invece della libertà sessuale,
se parliamo di comportamenti sessuali non devianti in senso proprio. Però, punto che per me non
è stato affrontato, è quello del discrimine attorno al concetto di devianza perché, almeno
personalmente, lo trovo uno degli elementi più difficili da cui venire a capo, insomma su cui
giungere a un punto fermo. Forse perché, per storia personale, per riflessioni, i miei concetti di
normalità, devianza, eccetera, hanno subito numerosi riassetti tali da rendere difficile poi, trovarne
uno su cui non essere dubbioso. Però ritengo effettivamente che le espressioni massime siano il
quarantenne o cinquantenne, che ha un rapporto sessuale con il o la decenne. Onestamente lo
trovo riprovevole e credo insomma che quello sia penalmente sanzionabile perché lede
effettivamente un bene giuridico più che opportunamente protetto. E lì, un punto fermo secondo
me va messo. Personalmente prima di arrivare sui crinali, bisogna stabilire da dove si parte. C’è
appunto l'elemento caricaturale della pedofilia virtuale, di cui si leggeva poco fa, che è
assolutamente fuori di ogni ragionevolezza e invece l’opportuna repressione della pedofilia come
reato in senso stretto, in senso proprio che va mantenuta ferma. Poi appunto, io trovo tuttora
aberrante la legislazione sulla pedopornografia, cioè la semplice detenzione di materiale
pedopornografico; è un caso di repressione di un comportamento che non arreca una lesione
effettiva e concreta ad un bene giuridico. Però mi domando se questo ragionamento che pure se
non sono convinto che la soluzione non sia positiva, però è un ragionamento che pure se
assolutamente coerente in termini di legislazione penale, di politica penale, di un diritto penale
minimo e opportuno, non corrisponde assolutamente secondo me a quella che è la sensibilità
diffusa del diritto penale, perché purtroppo viviamo in una società in cui ancora la concessione
della pena non è quella di Beccaria, ma è quella insomma di Ratzingher. E quindi il problema è di
riuscire a trovare soluzioni concrete, modi concreti per convincere la gente a fare una scelta
politica che sia poi traducibile a livello di legislazione, una politica penale razionale che risponda ai
criteri della nostra costituzione, tra le altre cose. Questi erano i miei due appunti. Leyla.
Leila Deianis
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
Volevo dare un piccolo contributo, anche tornando a quello che diceva Gigliola prima. Credo che la
pedofilia sia un tema difficile da potere anche discutere. Faccio una domanda a Gigliola: prima tu
parlavi di dialogo no? Perché c'è molta confusione tra pedofilia e criminalità.
Anche lo stesso Stato fa delle violenze verso i bambini, perché non ci sono degli istituti. Molte volte
gli istituti mischiano dei ragazzi piccolissimi con ragazzi grandi, no? Con ragazzi di sei, sette, otto,
nove anni come il caso che stai seguendo tu, il caso di Asti, dove quei bambini più grandi
violentano i più piccoli. Per cui credo che questa è una cosa che lo Stato dovrebbe sapere, perché
per me è un crimine dello Stato questo; non si parla di pedofilia, ma potrebbe essere tra i crimini
che disegnano come se fosse pedofilia, no? Anche i casi delle violenze che si consumano dentro
casa: i genitori che violentano le figlie, che fanno delle proposte. Io mi ricordo che all'inizio, quando
hanno fatto il numero verde che è 800290290, sono stata una delle prime operatrici per le vittime
della tratta, ai tempi di Katia Bellillo. Era un numero verde per denunciare le vittime della tratta. La
cosa più eclatante (all'epoca la coordinatrice era Vittoria Tola), era la preoccupazione delle
telefonate, che la maggior parte delle telefonate, l'80%, erano bambine italiane, perché le vittime
della tratta era per le straniere, ma bambine italiane erano messe a prostituirsi dentro la stessa
famiglia, perciò la preoccupazione era molto grande perché loro non sapevano come trovare una
soluzione a questa situazione. Per cui, io la trovo molto ambigua anche come discussione, no?
Che cosa vogliamo discutere sul problema della pedofilia in sé, che cosa è la legge sulla pedofilia?
Perché mi sa che la legge è veramente assurda, è proprio come diceva Vladimir, è una caricatura
di legge, di disegno legge, non è una legge. Non lo so, io faccio difficoltà a capire, come faccio
anche difficoltà a capire come la situazione della prostituzione abbia lo stesso peso del problema
di violenza verso i minori. Perché si parla di pedofilia, ma non si parla di violenza verso bambini?
Perché non è solo pedofilia in sé, ma è la violenza dei bambini in sé, cioè la difficoltà, la debolezza
che hanno i bambini di poter difendersi, no? Lo sappiamo che il 70% delle donne che divengono
vittime della tratta, sono minori. Noi abbiamo visto che sono minori, con documenti falsi; sono delle
organizzazioni veramente grandi. Per esempio in Nigeria è stata scoperta un’organizzazione dove
fanno passaporti di bambini che entrano in Italia come se fossero figli, poi sono venduti per la
prostituzione, per la pornopedofilia e per tutti gli altri scopi sessuali. E su questo anche lo Stato sta
commettendo moltissimi errori. Infatti, credo che è ora di dire basta. Anche l'opposizione si sta
lasciando un po’ andare, perché io mi ricordo quando c'era la sinistra, qualsiasi passo che faceva,
la destra urlava qua e là; oggi loro commettono degli errori gravissimi e nessuno dice niente! Come
io ho saputo che la prima legge che Berlusconi ha fatto era aumentare il salario dei prefetti, però
ha dovuto levare i soldi agli ambasciatori; infatti, il ministro degli esteri non è durato tanto. Per cui
io dico, la popolazione che ha votato per lui saprà di queste cose? Ma io credo che neanche
l'opposizione lo sa, se noi parliamo in questi termini! Per cui bisognerebbe discutere un po’ più
seriamente, intorno alla pedofilia, alla criminalità, a tutto quello che riguarda anche i sentimenti
delle persone. Come la confusione che si fa spesso tra pedofilia e omosessualità, per esempio,
con qualsiasi tipo di devianza, con qualsiasi tipo di diversità.
Maria Gigliola Toniollo:
Volevo chiarire solo quello che avevo detto, poi magari anche Stefano può rimarcare meglio qual è
il principio del Sex Panic, perché mi sembra vada fatto. Succede nella cronaca tristemente italiana,
ma insomma ovunque, che vi siano fatti atroci di bambini assassinati, violentati; quando accadono
questi fatti, scoppia una reazione furibonda. Sono messi sotto accusa gli omosessuali, i preti, tutti
in generale, o comunque delle intere “categorie di persone” quando peraltro è estremamente noto,
da un vecchio rapporto del Censis, che ha ormai qualche anno, che il 95% dei casi di violenza
avvengono nelle famiglie, ben lontani da internet, ben lontani dal computer. Comunque si scatena
un’ondata in cui si culmina chiedendo il ripristino della pena di morte. Ogni forma di repressione
sembra essere, come dire, auspicabile: la castrazione chimica, la castrazione a tutti gli effetti,
insomma una reazione cieca. Secondo me però andava data importanza alla lettura del brano di
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
Pistolini che evidenziava l’iniziativa canadese di incontro con i così detti “pedofili”, a basso e a
medio rischio. Questo tema veniva invece che espulso (con le conseguenze di trovarci poi appunto
davanti al crimine, davanti alla cosa nascosta, al garbuglio, eccetera), portato alla luce, discusso.
L’articolo mette in risalto il tipo di condotta più utile ai fini della convivenza sociale, ai fini anche
della vita stessa dei bambini e degli adulti e che prospettando dei risultati maggiori che non la
solita cieca repressione, che peraltro molto frequentemente poi da lì prende le mosse per
generalizzare questo senso di repressione su altro, sempre in vista di limitare la libertà delle
persone.
Stefano Fabeni
Sì, credo che in effetti, sia chiara questa forma, questa isteria e qui mi collego sia a quanto detto
da Mario sia a quanto hai detto tu. Questa confusione della difficoltà di individuare quella che è la
devianza, la parafilia se vogliamo, è poi funzionale all'isterismo. Tu prima dicevi: distinguiamo
pedofilia da criminalità. Effettivamente poi, come dire tutte quelle forme di criminalità organizzata,
finalizzata allo sfruttamento della prostituzione minorile, alla produzione di immagini iconografiche
con minori, sono tutte situazioni che poi con la pedofilia non hanno niente a che vedere. Mi sento
però di affermare che sicuramente quel tipo di parafilia va sicuramente affrontata e repressa
laddove costituisca reato, ma anche affrontata da un punto di vista medico e sociale. Il problema è
che quando si parla di pedofilia, intendendo per pedofilo il detentore di immagini pornografiche del
minore di 18 anni, che non è necessariamente bambino, o anche lo stesso soggetto criminale che
abusa del bambino a scopo di lucro per vendere l'immagine o il filmato, ecco questo è ciò che crea
l'isteria collettiva e credo che di conseguenza la reazione dello Stato segua poi percorsi diversi;
perché come dire, il fatto che si ponga tanto l'accento sulla pornografia diffusa via internet, o come
questo disegno di legge prevede anche il controllo per esempio sulle carte di credito, è una
questione ben diversa. È il tentativo di limitare la privacy delle persone, il controllo sulla libertà di
espressione. Ovviamente, l'isteria collettiva, che è alimentata dalla confusione o dalla
mistificazione, produce poi conseguenze che sono ben diverse da quelle che, producono risposte
che mirano a ben altro. Quindi, in un certo senso, la confusione è proprio la questione che va
affrontata ed è il nostro problema.
Leila Deianis
Scusami Stefano, per esempio, non so se sia stato affrontato proprio che cosa è la pedofilia in sè.
Perché se tu vedi, noi viviamo in una società praticamente pedofila, di pedofili, perché se vai a fare
una pubblicità, preferiscono le ragazzine che hanno la faccia da verginella, da quindicenne, oppure
dei maschietti belli, carini. Ma è così in tutto, nel lavoro, dappertutto. Preferiscono i minori, non lo
so per quale motivo. Forse perché vendono di più, fosse possono essere più sfruttati, sono più
deboli.
Stefano Fabeni:
No, non lo so! Ma in un certo senso questa non è pedofilia. Il problema della pedofilia, è come dire
quindi il problema dell'attrazione nei confronti dell’impubere, è una questione relativa allo
sfruttamento criminale e o l'attività criminale e la violenza sessuale nei confronti del minore è
un'altra questione. L'idea collettiva, la tendenza ad apprezzare la giovinezza e la bellezza, in un
certo senso non la vedo come un rapporto di causa effetto. Mi sembra, non so, forse sono figlio di
questa società anch'io.
Giulio Ercolessi
Qui c'è chiaramente un problema di consenso che è diverso da quello che si pone in altre
questioni che possono essere messe nel canestro delle battaglie laiche. Diciamo che ci troviamo
all'estremo opposto della questione, per dirne un’altra, che mi pare tra l'altro non abbiamo ancora
dibattuto in questa sede, che è quella dell'eutanasia. Sull'eutanasia tutti i sondaggi che si fanno da
anni e anni anche in Italia dicono che la posizione, chiamiamola così per tagliare le cose con
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
l'accetta, laica, gode del consenso di una parte stragrande della popolazione che è
sistematicamente fondata. Qui probabilmente ci troviamo all'estremo opposto. E qui tra l'altro, io
che tendo a essere sempre ben poco dietrista in tutte le questioni in cui il dietrismo è diffuso, non
credo che ci sia un disegno strategico di qualche centrale reazionaria di creare una restaurazione
di tipo, nel campo dei costumi sessuali. Credo che ci sia intanto una bassa demagogia
elettoralistica che ricerca per ovvi motivi, le cose più semplici da utilizzare a proprio vantaggio, ma
che in questo caso, questa demagogia elettoralistica che va distinta quindi da grandi disegni di
politiche culturali che non mi sembra che esistano, si salda. Non a caso è stata evocata molto
spesso la questione di internet, perché si saldano due questioni in questo campo. Cioè, da un lato
c’è il panico di tanti genitori scarsamente pratici di nuove tecnologie che si vedono questi ragazzini
che saettano tra siti, parlando un linguaggio tecnico di cui loro non capiscono praticamente nulla; e
questo ovviamente li getta nel panico. Dall'altro, questo panico privato si salda con il grosso
problema della tutela della libertà di espressione su internet, che è un problema che è stato messo
fortemente in causa anche da altre questioni come ovviamente e soprattutto, per prima cosa, il suo
uso anche dal punto di vista della tutela rispetto al terrorismo. Allora, questi sono dei problemi che
evidentemente, si valorizzano dal punto di vista dell'effetto sinergico che possono causare.
Brevissima parentesi: non passiamo questa parola puritano come se i puritani fossero più bigotti
dei cattolici, perché non è vero. Allora, c'è un libro di Leites che è uscito una quindicina, una
ventina di anni fa, "Coscienza puritana e sessualità moderna " da cui risulta che i puritani erano
arrivati nel '600 al livello, in materia di morale e sessuale a cui sono arrivati i cattolici dopo il
Concilio Vaticano II. Ammonivano a non disprezzare i doni di Dio, il piacere sessuale va bene
purché dentro il matrimonio, nel '600. Quindi, questa idea che i cattolici italiani sono più avanti
rispetto ai puritani è un'idea assurda anche alla luce tra l'altro, dell'esperienza delle New Light
Church degli Stati Uniti, che sono grandi nostre alleate in tantissime altre battaglie, che sono
presbiteriane e cioè letteralmente puritane. Chiusa questa parentesi, evidentemente c'è un grosso
problema che riguarda la pars costruens, che non a caso è stata abbastanza trascurata così in
questo dibattito. Qui, salvo qualche accenno, c'è un problema anche linguistico; e allora, nella
nostra lingua i bambini sono una cosa e i figli sono un'altra e in inglese così non è. Se un signore
italiano di novantacinque anni riferendosi ai propri figli o ultra settantenni li chiamasse i miei
bambini, sarebbe preso per un rimbambito giustamente; invece in inglese non è così, perché in
inglese il novantacinquenne può riferirsi ai suoi childrens ultra settantenni perché la parola child in
inglese significa anche figlio e non soltanto bambino e la stessa cosa accade anche in altre lingue
occidentali. La cosa è stata ulteriormente aggravata nella traduzione che è stata data a
convenzioni internazionali come per esempio quelle che riguardano la tutela dei diritti dei fanciulli,
dei fanciullini, eccetera, eccetera. Ha un uso questa ambiguità linguistica sia di destra che di
sinistra, perché per esempio in queste convenzioni c'è il divieto per gli Stati di arruolare, di far
volare i fanciulli. Solo che questa norma è stata presa a motivo per, per esempio, impedire quello
che accade in Gran Bretagna, che è uno dei paesi che è stato colto in violazione di questa
convenzione per i diritti del fanciullo. Qui ci sono dei fanciulli diciassettenni, dei marcantoni
inverosimili, che in Gran Bretagna possono essere arruolati, non ancora utilizzati in combattimento,
ma intanto arruolati per essere addestrati per potere poi diventare royal marines o qualunque altra
cosa in questo campo. Spesso, si mettono sullo stesso piano i bambini soldato che tagliano le
braccia, bambini in senso stretto, cioè persone che hanno, fanciulli impuberi o appena puberi, che
nella Sierra Leone erano arruolati. E’ chiaro che non si possono mettere sullo stesso piano con la
pur deprecabile attività come fanno gli inglesi quando arruolano dei diciassettenni per utilizzare il
loro ultimo anno di minore età per addestrarli e poi mandarli, non appena diciottenni, in Iraq. Tra
l'altro, questa stessa norma era stata presa a motivo di contestare l'esistenza delle scuole militari
italiane, la Nunziatella, la Morosini di Venezia, eccetera, eccetera, che sono scuole militari gestite
con criteri militari. Ma a questo punto noi dovremmo giustamente chiederci che cosa definire come
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
pedofilia. Ed è stato fatto rilevare che esiste una tradizione di diffamazione nei confronti degli
omosessuali che crea un nesso fra l'omosessualità e la pedofilia. Ma più o meno tutte le
minoranze, anche quelle etniche, razziali e linguistiche sono sempre state, ebrei compresi,
attribuite degli incontenibili impulsi sessuali irrefrenabili da parte di tutti coloro che per varie ragioni,
ce l'avevano con gli ebrei, con i neri, con qualunque tipo di minoranza linguistica. Però, anche qui
neppure l'etimologia aiuta, perché a rigore, il pedofilo dovrebbe essere colui che ama in modo
disinteressato e non passionale i minori, mentre in italiano (e non solo in italiano) noi abbiamo un
uso diverso perché il pedofilo è colui che invece nutre per i minori (tra l'altro bisognerebbe stabilire
anche che cosa significhi in questo campo minori), un interesse di tipo strettamente erotico e
sessuale; mentre usiamo il termine pederasta, che implica appunto un amore erotico in un modo
assolutamente bizzarro. Ci riferiamo per il pederasta, anziché per il pedofilo, per coloro che amano
soltanto persone di sesso maschile, mentre il pedofilo, la parola pais in greco non ha nessuna
attinenza con l'appartenenza di sesso o di genere e si riferisce a persone che andavano dai 12 ai
17 anni, quelli che noi oggi chiameremmo adolescenti, meno frequentemente si riferiva anche poi
tra l'altro ai servi. Allora l'etimologia non aiuta e io credo che per pedofilia in senso stretto
bisognerebbe intendere coloro che hanno desideri erotici o sessuali nei confronti di persone
essenzialmente impuberi. Dopo di che, questo non significa che si debba ritenere lecito il rapporto
fra un minore appena pubere e persone maggiorenni, ma certo per esempio ci vuole anche qui
una gradualità, perché ci sono delle persone che sono divise da un piccolo numero di anni da
coloro che sono appena diventati puberi, che magari possono avere anche uno sviluppo
psicofisico non particolarmente veloce e possono quindi essere appena arrivati oltre la soglia della
maggiore età, criminalizzare il cui comportamento rispetto per esempio ad un minore che sia
diventato pubere un pochino più tardi, aveva avuto uno sviluppo psicofisico meno veloce di lui, con
una differenza che potrebbe essere a quel punto anche soltanto di quattro anni, mi sembrerebbe
insensato. Allora qui bisognerebbe probabilmente, se di queste cose si potesse ragionare in
termini strettamente razionali, stabilire da un lato un rigido divieto per rapporti erotici sessuali con
persone impuberi e stabilire invece che per quelle che sono minori e però puberi ci sia una
graduazione di rapporti, relativa alla differenza di età fra il minore appena pubere e la persona
anche maggiorenne che abbia con costui rapporti erotici, sessuali e affettivi. E d'altra parte, non si
può parlare di minori in senso lato. Insomma la vecchia norma italiana stabiliva che dai 14 anni in
poi ci fosse l'età del consenso. Allora posso anche capire che il quattordicenne che avesse
rapporti con un quarantenne fosse visto come una cosa che poteva in qualche caso agire su
questa mancanza di piena libertà di disporre di sé, che può avere il quattordicenne rispetto al
trentenne e quindi è possibile che il limite dei 14 anni, come età del consenso per avere rapporti
con persone maggiorenni, sia eccessivo. Ma certamente questo non è il caso per esempio di chi
abbia 16 anni. Quando la prima legge sulla pedofilia era stata in discussione in parlamento,
avevamo fatto notare l'incongruenza che c'era nel primo progetto, il quale prevedeva che mentre il
limite dell'età del consenso non era stato cambiato, viceversa era stata introdotta una
penalizzazione della detenzione di pornografia che avesse per soggetto dei minori; perciò la
conseguenza paradossale era che, mentre rimaneva lecita la commissione di atti sessuali con
persone di età minori, ma di età superiore ai 14 o ai 16 anni secondo il rapporto che ci fosse fra il
maggiorenne e il minorenne, era invece penalizzata la detenzione di pornografia che avesse a
raffigurare dei minori di 18 anni. Per cui sarebbe stato lecito avere dei rapporti sessuali per
esempio con un sedicenne, ma non averne una fotografia! Allora, questa cosa era stata risolta e
ovviamente l'incongruenza era stata appianata rendendo tutto quanto illecito. Non mi sentirei di
censurare colui che dicesse che sia lecito impedire la prostituzione con dei minori ancorché di età
superiore ai 16 anni. La norma che però è venuta fuori è stata che si considera prostituzione
qualunque utilità che venga al minore, inclusa quindi per esempio la norma che stabilisce che
qualunque utilità compresa, quindi il diciannovenne che offre una cena al partner sedicenne in
qualche modo commette, secondo questa legge un po’idiota, un reato che è molto simile a quello
della prostituzione con dei minori.
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
La parola perversione ha una brutta storia, probabilmente parafilia ne ha una altrettanto brutta, ma
meno nota perciò la si usa con maggiore facilità, e pone anche un problema perché io sono fra
coloro che sono convinti che l'orientamento sessuale non si sceglie. Allora, la conseguenza è che i
pedofili sono essenzialmente delle persone sfigatissime, perché non hanno probabilmente
nessuna responsabilità nell’avere scelto il proprio orientamento sessuale e al tempo stesso la
società non può consentire qualunque forma di soddisfacimento a una persona che si ritrova con
questo sfigatissimo orientamento sessuale. Cosa che mette evidentemente in crisi il concetto
stesso di malattia, visto che per malattia oggi si intende una condizione che determina sofferenza
nel soggetto che né è affetto, mentre in questo caso la sofferenza essenzialmente viene ad essere
a carico di coloro che dovessero essere coinvolti dalla malattia altrui; rispetto ai quali il problema
dovrebbe essere posto in termini di tutela della libertà sessuale. Allora, è proprio questa forse la
chiave di Volta che ci consentirebbe così di svolgere un po’ in positivo un discorso che è invece
affrontato e inquadrato, anche da parte della sinistra, in termini essenzialmente di repressione. La
tutela rispetto alla commissione di atti di pedofilia, dovrebbe essere vista in termini di tutela della
libertà sessuale del minore ed è del resto questa tradizionalmente la giustificazione che si dà di
tutta questa normativa, perché si dice che il minore che sia coinvolto in atti di attività sessuali
erotiche con una persona che invece ha una piena maturità, è coartato nella sua libertà di disporre
di se stesso. Questa tra l'altro è l'ovvia ragione per la quale quando vi è un rapporto di dipendenza
di qualche genere, l'età del consenso è fatta salire e il reato è considerato più grave. Ultimissima
cosa. È passato abbastanza inosservato anche per quel che riguarda questa questione invece del
materiale pedopornografico, che è stata introdotta sempre da quella legge del ‘98, una distinzione.
Noi avevamo fatto con Franco Grillini a suo tempo una memoria alla commissione in cui si diceva:
guardate che scrivere detenzione, anziché possesso di materiale pedopornografico non implica
alcun animus di possedere. Potrà creare delle situazioni molto imbarazzanti perché pensate
soltanto al caso di furibonde liti per la separazione dei coniugi o magari a un avversario politico che
voglia disfarsi del proprio rivale. Insomma, non è che sia così difficile inserire nel computer altrui
delle immagini pedopornografiche e poi andare a fare una denuncia se non c'è da provare altro
che la detenzione. Eppure questa è la soluzione che è stata data con questa legge già nel 1998 mi
pare. Qui il problema sarebbe evidentemente, e con questo davvero concludo, quello di trovare
una spiegazione razionale e su questi termini è molto difficile. Però mi pare che tutto sommato lo
stesso Franco Grillini, che giustamente in precedenza diceva che queste cose però dovrebbe farle
qualcun altro. Poi questo qualcun altro non veniva fuori mai, perché se no c'era il rischio che in
qualche modo si rinforzassero dei pregiudizi che c'erano un tempo, perché se l'unico che fa le
campagne di tipo magari così molto moderato, razionale, eccetera, sulle aberrazioni di queste
leggi, è etichettato come il difensore di comportamenti ai limiti con la pedofilia, guarda caso chi è
che lo fa? L'unico deputato apertamente gay del parlamento italiano. Questo qualcuno poteva
anche pensare che potesse risultare controproducente. Io credo che sia molto improduttivo che a
farli siano soltanto loro e proprio per questo sarebbe il caso che coloro che non hanno alcun
coinvolgimento con gruppi e associazioni, movimenti per la difesa dei diritti degli omosessuali si
occupassero di queste cose. Credo che ci siano i margini per avviare un discorso razionale in
questi termini quando si superano le etichette. È per questo che le etichette sono importanti; è per
questo che passare da repressione della pedofilia a tutela della libertà sessuale del minore
potrebbe consentire anche di arrivare a delle chiavi diverse sul piano dei contenuti pratici e
concreti con i quali, come quelli di cui abbiamo parlato, poi ci si trova ad avere a che fare. Questo
è successo sempre! Perché a cominciare dal divorzio e dall'aborto, se voi ricordate quelle vicende,
quando si parlava di divorzio e di aborto, c'era sempre, rispetto alla parola registrata allora da tutti i
sondaggi, la reazione dirigente: ah, io sono contro il divorzio e contro l'aborto! Si chiedeva alle
persone: sei a favore del divorzio e contro l'aborto? O a favore dell'aborto? No, perché la domanda
era interpretata nel senso di: prenderesti mai tu in considerazione l'ipotesi di divorziare? Sì, tu oggi
Enzo Marzo, ma ovviamente la persona intervistata a metà degli anni ‘60 su questo argomento,
oppure a metà degli anni '70 in materia di aborto: sei favorevole all'aborto? Come dire, sei
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
favorevole o no a commettere tu un aborto o che tua moglie abortisca? Quando poi invece la
domanda era impostata, e finisco con questo, in termini diversi: sei favorevole che dopo cinque
anni di separazione consensuale ci sia la possibilità di sciogliere il matrimonio? E poi via via tutti i
casi che erano previsti dalla legge Fortuna: sei favorevole che ci sia la possibilità di interrompere la
gravidanza se ci siano gravi rischi psichici o fisici per la donna? La risposta diventava: sì! Allora in
tutto questo tipo di attività quel che conta è superare il panic e non penic, che vuol dire un’altra
cosa, attraverso il ricondurre le questioni dalle etichette al concreto contenuto razionale
dell'argomento. Scusate l'abituale lunghezza e prolissità.
Mario Di Carlo
Prima di passare la parola ad Helena che aveva chiesto di parlare, volevo fare giusto due appunti
al discorso di Giulio. Ho notato che hai prima distinto tra quello che dovrebbe essere, secondo
un’analisi etimologica, il significato di pedofilia in termini che potrei etichettare ”puri”, ovvero un
amore distaccato per tutti gli infanti (etimologicamente, è importante). Questo come premessa, per
dire che, in effetti, la nostra discussione sembra svolgersi un po’ tutta su una specie di timore,
anche comprensibile da parte di molti, dello stigma. Questo per arrivare a dire che non sono
d'accordo con l’affermare che tutti coloro che non sono vicini o impegnati o quasi o
potenzialmente, appartenenti ad un movimento di difesa degli omosessuali, debbano poi fare una
battaglia per una sistemazione razionale del problema. Cioè tutti quelli che non sono vicini e
impegnati eccetera, si devono impegnare; quelli che invece possono esserlo vagamente, se ne
devono astenere: è come se i miei amici decidessero di smettere di dire che è sbagliato il “picchia
il frocio” perché hanno paura di sentirsi etichettati come gay!
Ercolessi: no, no è importante questo! Posso? No, c'è un problema di comunicazione. Allora,
quando esiste un pregiudizio, il pregiudizio va nei limiti del possibile represso e non bisogna invece
fare cose che lo rafforzino. Da questo punto di vista sarebbe molto più utile che cose di questo tipo
fossero fatte da persone razionali, sarebbe molto meglio! E questo non significa dire che non
devono farlo; significa però porsi un problema di efficacia e di smantellamento anziché
rafforzamento di pregiudizi che a noi possono sembrare grotteschi, ma che pur sempre esistono,
insomma.
Helena Velena
La cosa curiosa è quella che venendo qua, cioè quando sono arrivata, mi sono resa conto che
l'argomento della conversazione era " la pedofilia” e sono caduta dalle nuvole. Però questo è
curioso perché significa che io nella mia mente avevo prodotto un superamento di queste cose,
cioè pensavo che, in effetti, la creazione del panico mediatico puntando sulla pedofilia fosse in
qualche modo un po’ finito in secondo piano anche perché, immagino che l'abbiate già detto prima,
è una cosa banale, la ripeto per chiarire un attimo le cose: è evidente che tutti i fenomeni di
creazione di panico mediatico hanno come unico scopo la creazione di un consenso di massa in
funzione di questioni politiche di destra forti, che richiedono la presenza di un certo tipo di
dinamiche politiche, che sono utilizzate spesso e volentieri anche dalla sinistra per il semplice
motivo che a questo punto, il gioco diventa chi mette sul tavolo per primo la carta. Cioè quello
riesce a ottenere il consenso rispetto ad un panico. Però, il problema è che se noi analizziamo un
pochino la storia degli ultimi dieci anni, vediamo come ci sono state tutta una serie di creazioni di
panici particolari, tipo per esempio quello del satanismo, che è stato spesso e volentieri collegato
con quello della pedofilia.
Nel caso che non andrebbe mai dimenticato dei " bambini di Satana ", ma anche degli " Angeli di
Sodoma " di cui ricorderete probabilmente qualcosa, anche la persona coinvolta in questa
questione degli Angeli di Sodoma è stato identificato pubblicamente come satanista e dopo di che,
incriminato per reati di questo tipo. Allora, i bambini di Satana, se non lo ricordate ve lo dico,
furono accusati nella figura di Marco Dimitri nello specifico, di aver violentato una ragazzina
minorenne e di aver fatto un rito satanico in una tomba con un bambino, un fanciullo di sette, otto
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
anni credo. Nel caso degli Angeli di Sodoma, la persona coinvolta è stata accusata alla fine, di
commercio di materiale pornografico. In tutti e due i casi, uno è già risolto e si è scoperto che i due
fatti non esistevano ed è stato prosciolto. Ha vinto anche l'appello perché i due fatti di cui era
accusato non erano accaduti. No, non c'erano i morti e non solo, non c'erano i fatti; la prima
testimone è risultata non attendibile e già precedentemente segnalata in questura come persona
non attendibile. Lo stesso caso vale per la ragazza a Parigi che ha denunciato di essere stata
violentata da islamici, che era una persona segnalata come mitomane e così, c'è stata la stessa
cosa. E il bambino violentato nella tomba, è risultato non essere mai sparito di casa ed è risultato
praticamente che il motivo per cui si è creata questa connessione è perché la mamma, lo racconto
perché è un aneddoto grottesco e raggelante nella sua dinamica perché dà la misura del panico
mediatico, aveva questo bimbo irrequieto. Era particolarmente instabile e quindi la mamma decide
di portare il bimbo da un esorcista, perché così questo lo calma e lo tranquillizza.
Il prete fa l'esorcismo, ma il bambino rimane ovviamente, chissà perché, irrequieto. Al che la
mamma si lamenta, va dall'esorcista e quello gli risponde che chi gli ha fatto la fattura, insomma
quello che è molto potente, è un satanista. In quei giorni a Bologna c'era il processo sui bambini di
Satana e in televisione, soprattutto nelle televisioni locali, sui giornali locali se ne parlava
moltissimo. La mamma vede un servizio in cui si parla di Marco Dimitri stigmatizzato come questo
pericolosissimo satanista. Telefona all'esorcista dicendo: ma non è che è stato Marco Dimitri?
Quello che ne viene fuori è: potrebbe anche essere! E’ fatta un ulteriore denuncia nei confronti di
Marco Dimitri, che gli conferma la detenzione in carcere e viene fuori durante il processo che
questo bambino non è mai sparito da casa e la mamma stessa è costretta ad ammettere che
l'opportunità che si sia verificato veramente questo fatto è totalmente inapplicabile. Oltre al fatto
che Marco Dimitri è dichiaratamente omosessuale e questo, non vi sto a spiegare che cosa
significa, lo capite perfettamente! E non è stato peraltro difeso dall’Arci Gay e dalle associazioni
omosessuali. Ian Hash che è il protagonista della vicenda degli Angeli di Sodoma, che non è
ancora conclusa a livello giudiziario, è omosessuale e risulta inquisito per aver fatto e prodotto
materiale pedopornografico con delle ragazze minorenni, che avevano 17 anni, per aver fatto dei
festini e delle orge a base di un uso di droga, in cui le stesse ragazze coinvolte in tribunale hanno
dichiarato che erano assolutamente consenzienti di fare questi servizi fotografici, che tra l'altro
corrispondono esattamente alle fotografie che ci sono nei libri di Richard Kern che è un
grandissimo fotografo e regista americano, non faccio pubblicità e non cito altre cose, va bene. E
quindi hanno ammesso che l'uso di droga era altrettanto consenziente, anzi era stata comperata
insieme. Però la costruzione, la necessità di costruire panico mediatico su queste cose e di
mettere insieme satanismo e pornografia e pedopornografia, pedofilia, eccetera, era un cocktail
assolutamente troppo bello per essere ignorato. Però mi sembra che questa cosa adesso stia
cadendo in secondo piano perché improvvisamente c'è un altro panico mediatico molto più forte e
molto più ripagante in termini politici e elettorali, che è quello degli islamici. L'altro giorno ero a
Torino invasa di manifesti (ma anche a Milano li ho visti) e auto adesivi con scritto: fuori gli islamici
dall'Italia! Firmato Borghezio, enorme proprio. Secondo me, si configura un reato, in questa cosa
qui, non sta a me dire quale, ma credo che lo sappiate meglio di me. Ma comunque il problema,
ancora una volta etimologicamente, fuori gli islamici dall'Italia. La cosa curiosa è proprio la
definizione del concetto mediatico di islamico, perché se ci fosse stato scritto fuori gli arabi
dall'Italia, sarebbe stato un discorso legato all'immigrazione e avrebbe determinato un certo tipo di
consensi. Ma la furbata, perché questo è, sta nell’utilizzare la parola islamico. E’ assolutamente
grandiosa in termini di disegni politici di creazione del consenso, perché nella casalinga o nel
signore, insomma, l'uomo qualunque che si ciba di informazioni solamente attraverso la televisione
e non legge nient'altro, la parola islamico come equazione corrisponde immediatamente a Bin
Laden e al terrorista. Quindi che cosa significa questo, che fuori gli islamici dall'Italia corrisponde a
dire fuori i terroristi dall'Italia e quindi crea un senso di rafforzamento nazionalistico, autoritario, di
protezione eccetera. Dato che noi sappiamo, cioè Freud ce l'ha insegnato molto bene, che la
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
mente umana è costruita e funziona proprio nel riuscire a raggiungere soddisfazione quando fa un
ragionamento nel minor tempo possibile, quindi quando utilizza sinapsi già pronte, come un
database di soluzioni psichiche già pronte tutte le volte che ci si trova davanti a un problema, è
evidente che questo funziona alla perfezione per creare proprio dinamica di forza di consenso, di
necessità di adeguamento al pensiero della massa e funziona, cioè assolutamente e
perfettamente. Non devi fare un ragionamento, stare a smascherare che cosa ci sta dietro, il tuo
ragionamento immediato è quello di dire: sì, è vero sono d'accordo, hanno ragione! Allora, qui il
problema per me è veramente grave perché adesso il discorso rimane proprio quello sul panico e
sulla creazione del consenso. Per esempio un'altra cosa collegata con questa faccenda, è il fatto
che un’organizzazione cattolica e non " i comunisti " tanto evocati da Berlusconi, in Lombardia
lavori per sei mesi per decidere di “togliere dalla strada”, che in termini di basso elettorato
populista significa impedire che vengano droga, si costituiscano, rubino gli stereo dalle macchine,
si diano alla microcriminalità (quindi ripeto l'interpretazione populista di questa cosa). Per fare in
modo che un certo numero di figli di immigrati di origine araba vada a scuola e non nelle scuole
pubbliche italiane, in cui tutta una serie di fenomeni di discriminazione fanno sì che ciò non sia
possibile, decidano, delle istituzioni cattoliche, di istituire delle classi islamiche e il ministero della
pubblica istruzione due giorni fa blocchi, come avrete letto dovunque, queste classi sostenendo
che sono discriminatorie, e utilizzando una metafora motivazionale libertaria addirittura, quando
era una cosa di un restrittivo pauroso, semplicemente perché ci sono state delle violentissime
manifestazioni della Lega, dei picchettaggi, delle rivolte di un sacco di deputati di tutto il centro
destra, ma anche di molti deputati del centro sinistra. Questo a me fa pensare veramente che la
pedofilia non fa più audience adesso, perché c'è un panico morale molto più grande, molto più
grosso che ci tocca molto di più. Vi immaginate cosa succederà se fra un pochino si comincerà a
mettere in relazione una serie di dinamiche, cioè l'uso dell'amore, del sesso intergenerazionale e
del sesso omosessuale intergenerazionale nei paesi arabi. Una cosa che ripeto sempre che è
molto importante e non va dimenticata, è che quella giornalista che scriveva sulla Stampa che fu
uccisa in Afghanistan alcuni anni fa, pubblicò un articolo (all'epoca uno dei primissimi articoli sui
taleban) raccontando che quando i taleban che non sono afgani, ma sono studiosi del Corano che
arrivavano da un sacco di altri paesi, arrivarono in Afghanistan, il motivo per cui instaurarono tutta
una serie di leggi restrittive nei confronti delle donne, era perché si viveva una dinamica di grande
disprezzo nei confronti delle donne, ma non nei confronti dei bambini. Questo articolo, spiegava
che era opinione comune, parte del linguaggio quotidiano, utilizzare e cioè definire i taleban, nello
stesso modo in cui noi in italiano diciamo pedofili. Cioè li si definiva pederasti, persone che
avevano rapporti sessuali con i bambini e, infatti, non è un caso che furono rapiti una quantità
enorme di minori.
In Iraq il governo provvisorio iracheno che gli americani hanno costituito, hanno munificato, è
quello di ristabilire un frammento di Sharia e di ridefinire dei limiti di espressione, di
comportamento anche estetico per le donne e che in Iran, in questi giorni, stanno passando le
stesse identiche leggi, questo ci fa pensare che ci sono dei percorsi paralleli. L'irrigidimento delle
leggi, delle dinamiche di libertà sessuale all'interno di una dinamica di apertura e nello stesso
tempo però, questo serpeggiante mantenimento di un determinato tipo di prassi che non è
calcolato, se è strumentalizzato dalla destra, produce automaticamente una nuova equazione.
Prima avevamo satanista uguale a pedofilo, tra un pochino avremo islamico uguale pedofilo, okay?
Allora, a quel punto lì, vi renderete conto come in un immaginario di questo tipo, automaticamente
ci si concentri in modo assolutamente spaventoso su questa cosa. Prima si parlava per esempio,
del rapporto tra controllo sociale e mercificazione e si diceva che quello che in realtà è proibito non
è la libera espressione della sessualità, ma la libera espressione dell'amore. In un certo qual modo
questo è vero, anche se è molto delicato e andrebbe ragionato. E, in effetti, è vero: la nostra
società tende a mercificare il sesso, a venderlo come merce e quindi non lo criminalizza più. Ma
non è vero, lo mercifica in funzione del fatto che lo produce come oggetto del desiderio laterale,
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
diversificato, cioè si sessualizzano tutta una serie di prodotti, di pratiche, di identità, di immaginari,
come per esempio la sessualizzazione dell'immaginario gay lesbico, ora come ora, che serve per
vendere, di fatto, delle merci, che poi non corrisponde a una reale liberazione delle dinamiche. Non
è un caso per esempio, che al Gay Village qui a Roma, la frequentazione di eterosessuali è totale,
mentre gli omosessuali fanno fatica addirittura a frequentare il Gay Village stesso, perché loro se
lo vivono come un coming out essere presenti, mentre per gli eterosessuali è un acquisto di una
merce, che è la merce trasgressione, del trovarsi in un ambiente gay. Quindi non c'è veramente
una libertà di comportamenti sessuali, c'è una liberalizzazione sul libero mercato dell’immaginario
della merce sesso, ma poi, di fatto, la sessualità è repressa, come è represso l'amore. E se poi
pensiamo che noi viviamo a Roma, ma se solamente ci spostiamo di 200 chilometri più in giù,
troviamo praticamente delle dinamiche veramente incredibili; cioè i matrimoni misti sono
assolutamente inconcepibili; se ci sono più di dieci anni di differenza fra un uomo e una donna è
una cosa allucinante; se una donna divorzia è cancellata completamente dalla vita pubblica.
Ripeto, queste cose noi le dimentichiamo, ma basta andare in un piccolo paesino, insomma, anche
solo a 100 chilometri da Roma per trovarci in un'altra epoca, in un'altra dinamica,
indipendentemente da quello che passa alla televisione.
In una situazione di questo tipo, il panico sessuale non è più quello della pedofilia, ma è l'esistenza
proprio di una vita sessuale libera. E non è un caso voglio dire, vogliamo parlare del Pride a
Grosseto? Vogliamo parlare di tutte queste cose? Le discoteche gay sono tornate ad essere dei
nuovi meravigliosi ghetti dorati La vita quotidiana continua ad essere comunque legata ancora a
una quantità paurosa di malessere, di incapacità di venire fuori, eccetera, eccetera. Le lesbiche in
Italia continuano ad avere visibilità nulla. Allora, io credo che il problema sia il panico, non la
pedofilia, ma proprio il panico, cioè la creazione di, ripeto quello che dicevo prima, consenso ai fini
di ottenere un determinato tipo di risultato. In più, la questione islamica per me è ancora più
pericolosa in questo caso, perché dall'altra parte, c'è una polarizzazione, cioè il fatto che il
vahabismo nei paesi arabi sta diventando sempre più forte e sempre più importante e fa sì che
anche là si lavori proprio su questa cosa, sulla sessualità e sul panico, perché il problema e il
motivo per cui i fondamentalismi di un certo tipo in quei paesi si stanno diffondendo, è proprio
perché qui non si tratta tanto dello scontro di civiltà di cui parla quella scrittrice, che non voglio
nemmeno nominare. Si tratta (avete capito di chi parlo - giornalista più che scrittrice, sta scrivendo
questi libri capisci, romanzi di fantasia in cui ipotizza mostri sadici pazzeschi, che fanno cose
inaudite) ma si tratta proprio e poi chiudo con questo discorso del problema della miseria
economica e del senso di inadeguatezza che in tanti altri paesi hanno nei confronti dei bianchi
occidentali. Questo fa sì che sentano il bisogno di richiudersi in una purezza di base, in una
semplicità eccetera e che quindi siano disposti ad accettare delle condizioni più restrittive che però
rafforzano il senso dell'identità e il senso della difesa. Allora, quello che penso è che rischiamo in
occidente la vietnamizzazione dell’ Afghanistan prima, dell'Iraq dopo, io non so, cioè sappiamo tutti
come andrà a finire. Secondo voi come va a finire in questi due paesi? Temo che vada a finire che
quello è il primo atto del crollo, dell'inizio della fine degli Stati Uniti, dell'arrivo di una nuova era, che
però non sarà molto più bella di quella di prima; perché questa nuova era, sia nei paesi islamici,
che in quelli occidentali si vada a confrontare con un senso di inadeguatezza generalizzato, di
bisogno di appartenenza e di legarsi a dei valori forti, a delle cose del genere, con un senso di
adesione alle campagne di costruzione di panico mediatico. Quindi alla fine una prospettiva di
questo tipo potrebbe essere quella veramente di un ritorno ai secoli bui a livello generale, che non
significa che le truppe con la mezza luna invadano l'Europa e impongano il velo a tutte le donne
occidentali, ma significa che c'è un'operazione di ritorno al passato perché proprio non si riesce a
reggere più l'impatto con una società turbo-capitalista che ha modificato completamente il nostro
stile di vita. Allora, la creazione del panico mediatico, incidentalmente ha usato la pedofilia perchè
aveva bisogno di basarsi su qualcosa. Adesso ha trovato qualcosa di molto più forte, di molto più
significativo e quindi noi dovremmo cercare di lavorare, anche se mi rendo conto che questi poi
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
proclami alla resistenza insomma lasciano il tempo che trovano, non servono a niente. Però
bisogna pensare che proprio la creazione del panico per produrre un certo tipo di consenso è il
nemico più grande che abbiamo. È la cosa che veramente ci sta rischiando di far precipitare in una
situazione ben più grave di quella che abbiamo attraversato finora. Tutto qui.
Enzo Marzo
Volevo semplicemente dire che io accolgo, ma ovviamente è deciso con Gigliola, l'ultimo
intervento come un invito a fare a settembre una discussione sulla scuola pubblica, perché ho
l'impressione che all'interno anche della sinistra italiana, ci sia una confusione assai grave sulla
questione della scuola pubblica. È una questione a cui ovviamente dobbiamo tenere molto perché
è uno dei problemi centrali della laicità. La seconda cosa che volevo dire è che è un argomento
che riguarda e tocca proprio direttamente anche tutto in generale il pensiero, per esempio liberale
moderno, perché effettivamente c'è questa tendenza che è chiamata con una parola orrenda
consequenzialista, per cui si dà il giudizio stando a vedere più che ai principi e alla loro osservanza
o dinamicità, alle conseguenze pratiche; cioè si ragiona dicendo: al limite è meglio l'infibulazione
leggera piuttosto che quella bambina debba tornare in Africa, oppure è meglio una scuola separata
per gli islamici, una classe separata per loro piuttosto che la microcriminalità a cui sarebbero
eventualmente costretti se non fossero, se non trovassero questo sbocco scolastico. Io
personalmente sono contro questa consequenzialità perché mi indebolisce per una serie di somme
successive, le buone intenzioni di aderenza ai risultati spiccioli, al cedimento del grattacielo, cioè al
cedimento della teoria che dà alla fine la vittoria, diciamo tra virgolette, a quelli che la pensano in
modo diverso. Se qualcuno qui fosse venuto a dire a noi che sono decenni che facciamo la
battaglia per esempio contro l'ora di religione: ah, ma perché non incantiamo delle belle classi solo
per i cattolici? Almeno così, seguendo il discorso di Grillini, gli impediamo di andare in parrocchia a
fare catechismo e quindi non vanno sotto le lunghe mani dei parroci americani eccetera! No, io
sostengo che per un genitore americano è molto più educativo mandare il figlio su un marciapiede
del Bronx piuttosto che mandarlo in sacrestia. Questo è il discorso! Però questo io lo prendo come
una cosa vera; facciamolo questo dibattito a settembre, perché secondo me è proprio compito
nostro quello di battere su tali principi. Però noi non possiamo partire da un certo dato di fatto,
diciamo dalla conseguenza per poi andare a modificare in modo così drastico i principi che in
questo caso, se non stiamo attenti, sono proprio principi di libertà. Un codicillo minimo, però anche
questo richiederebbe un dibattito enorme, quindi dico solo il titolo, però non lo svolgo e sollecito
tutti gli altri a non svolgerlo.
Roberto De Felice
Ho alcuni brevi flash. Intanto il legislatore, che peraltro era un legislatore dell'ulivo, legge 269 del
98: pornografia minorile; articolo 600 terzo comma 3 del codice penale. Si astrae che esiste questo
divieto. Allora, chiunque con qualsiasi mezzo e anche per via telematica, distribuisca o divulga
notizie o informazioni finalizzate all'adescamento di minori di anni 18. Quelli che fanno il primo
anno di università e magari hanno il sito amatoriale, o comunque si telefonano, e si dicono: quelle
dell'alberghiero ci stanno! Domani andiamo e ci proviamo! Sono puniti con la reclusione da uno a
cinque anni. Cioè che, se poi capita il giudice dell'Opus Dei, guarda che lo applica! Se capita un
giudice normale, ecco allora capisce che questo adescamento è a fini pravi. Seconda
osservazione. Mi piaceva tutto quel discorso etimologico e purtroppo io vivo a Roma e qui le cose
sono volgarizzate parecchio, perché i romani hanno un modo di parlare stranissimo, oggi non è
infrequente che se uno ha qualche lite poi ti dicono: a pedofilo! A Roma non significa più niente.
L’hai notato, no? Sì, sì! Se uno ti supera male col motorino, eccetera, queste cose qua, si ormai la
cosa è banalizzata. Ci sono tutta una serie di disegni di legge, secondo me sacrosanti, voi che
siete di sinistra vi opponete, comunque sulla riforma della separazione. Allora, parecchi di questi
disegni di legge che sono uguali, avevano tutti una norma uguale, che poi evidentemente sono
stati ispirati dalle associazioni dei padri separati, o qualcosa di questo genere. Il coniuge che
avesse fatto una falsa denuncia contro l'altro coniuge di abusi sessuali nei confronti del figlio,
www.cgil.it
Confederazione Generale Italiana del Lavoro
_______________________________________________________________________________
decadeva automaticamente dalla patria potestà. Questa cosa poi nel testo unificato è sparita e
probabilmente hanno fatto bene. C'è soltanto una norma che dice che questo comportamento
deve essere adeguatamente valutato. Secondo voi che significa? Cioè quante denunce strumentali
sono fatte? Quanto in questo problema che è considerato falsamente come piaga sociale, ci sono
alcuni soggetti probabilmente veramente sfigati che comunque agiscano sono criminali, eccetera.
Non è che veramente il pedofilo sta ad ogni cantone, ormai è diventato di moda! Quindi, ecco
insomma, queste sono le mie brevi riflessioni. Avanti.
www.cgil.it
Scarica

osservatorio 0010