ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
creative
CN/MC0192/2010
a cura ATC MC2
anno V - N° 1
Registrazione Tribunale di Macerata N° 526/2005
marzo 2010
editorale
C
arissimi Amici, mi è
gradita l’occasione
della pubblicazione
del periodico d’informazione di codesto Ambito per farVi arrivare, nella
massima consapevolezza e
serenità, i miei personali ringraziamenti per quanto costruito insieme fino ad oggi
e per quanto, ne sono sicuro, riusciremo a fare, se Dio
vorrà, per i prossimi anni. è
innegabile infatti che in questi
primi sette mesi di mandato
si siano messi in cantiere e
realizzati progetti di indiscussa valenza per quanto
attiene il monitoraggio ed il
controllo della fauna selvatica
con il relativo contenimento
dei danni, anche e soprattutto per il cinghiale. Va detto
infatti in tal senso che, si è
proceduto, per la prima volta,
alla zonizzazione in territorio provinciale, delle squadre
che effettuano la caccia al
cinghiale, in linea con quanto
espressamente previsto dal
regolamento in vigore. Ciò
ha permesso un più capillare
controllo di questo dannoso
suide, diminuendo vertiginosamente i danni sul territorio
alle coltivazioni agricole così
come auspicato dalle stesse
organizzazioni di categoria,
mettendo quindi in condizione gli stessi ambiti territoriali
di realizzare economie consi-
L’Assessore provinciale alla Caccia
Giuseppe Pezzanesi
derevoli nel pagamento degli
stessi danni e, quindi, di poter
destinare tali fondi a progetti mirati di miglioramento
ambientale e faunistico sul
territorio di appartenenza.
Si è proceduto inoltre, di
concerto con le associazioni
venatorie, all’istituzione di un
corso per operatori faunistici da destinare localmente al
controllo delle gazze, dei
corvidi e delle volpi nel pieno
rispetto delle normative vigenti in materia, mettendo in
atto di fatto proprio il principio fondamentale che ha ispirato la nascita degli Ambiti
stessi e cioè quello di legare
il cacciatore alla tutela ed alla
gestione del proprio territorio di appartenenza. Infatti,
solo attraverso una gestione
oculata e responsabile delle
Dir. resp. Fabiola Caporalini
risorse, di comune accordo
tra le parti interessate, cacciatori, agricoltori, ambientalisti, si potrà arrivare ad
avere una speranza concreta
di poter consegnare alle generazioni future un ambiente
migliore. Un capitolo particolare lo meritano le ZRC
esistenti, che, nel nostro immaginario dovrebbero garantire l’autoproduzione di selvaggina autoctona per tutto
il territorio libero della provincia, anche se alcune di esse
dovranno, visti i carenti risultati o l’inidoneità allo scopo,
essere smantellate, modificate o ricostituite, sempreché
la Regione Marche riesca ad
Grafica Andrea Raggi
Stampa Tipografia S. Giuseppe
approvare, con circa due anni
di ritardo, il Piano faunistico
regionale per poi noi, di conseguenza, quello provinciale.
Insomma, in attesa di poter
raggiungere altri importanti traguardi insieme, voglio
esternare i miei personali
ringraziamenti a tutte le parti
in causa, Ambiti, Associazioni,
Uffici, per il pregevole lavoro
svolto in piena sintonia e collaborazione sino ad oggi con
le direttive dell’Assessorato
e cogliere l’occasione per
porgere a tutti Voi i miei più
fervidi auguri e cordiali saluti.
Giuseppe Pezzanesi
Assessore provinciale Caccia
Il saluto del nuovo Presidente
dell’Ambito Territoriale di Caccia
Pio Chiaramoni
I
l nuovo presidente dell’ATC, eletto nella seduta del 30
settembre scorso saluta tutti i cacciatori e fa presente
che saranno seguite le linee guida indicate dal precedente
Comitato di gestione, cercando di dare delle soddisfazioni a
tutti i cacciatori.Augura, inoltre, una buona annata venatoria
e ringrazia per la collaborazione fornita nei recenti progetti
messi in campo per l’ambientamento delle starne e per le
attività di gestione del territorio.
Un caloroso saluto e un augurio di buon lavoro e di una
stretta collaborazione va all’ex Presidente Pezzanesi, attuale
Assessore alla Caccia di questa Provincia.
Pio Chiaramoni
Presidente ATC MC 2
1
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Il bilancio dell’ATC
CONTO ECONOMICO
ENTRATE
stato patrimoniale
31/12/2007 31/12/2008
ATTIVITÀ
31/12/2007 31/12/2008
QUOTE DI ISCRIZIONE
226.276,68
226.408,69
IMMOBILIZZAZIONI
MATERIALI
75.642,68
76.307,78
PROVENTI FINANZIARI
1.170,74
1.604,37
IMMOBILIZZAZIONI
IMMATERIALI
59.988,67
21.295,70
PROVENTI VARI
1.867,15
10.867,64
103.428,95
119.569,43
PROVENTI STRAORDINARI
2.349,74
4.946,35
3.279,35
27.434,65
CONTRIBUTI DA ENTI
PUBBLICI
53.155,30
49.144,88
RATEI E RISCONTI
ATTIVI
112.900,69
106.975,18
CONTRIBUTI PER
GESTIONE Z.R.C.
51.790,00
54.129,00
336.609,61
347.100,93
TOTALE ATTIVITÀ
355.240,34
351.582,74
TOTALI ENTRATE
USCITE
31/12/2007 31/12/2008
DISPONIBILITÀ LIQUIDE
CREDITI DIVERSI
PASSIVITÀ
31/12/2007 31/12/2008
SPESE FISSE CORRENTI
24.578,54
26.496,88
DEBITI VERSO
FORNITORI
13.526,10
9.600,37
QUALIFICAZIONE
AMBIENTALE
35.657,59
54.166,41
DEBITI DIVERSI
13.203,71
23.618,09
QUALIFICAZIONE
FAUNISTICA
67.931,90
70.145,61
RATEI E RISCONTI
PASSIVI
15.466,28
12.945,38
PARTECIPAZIONI GG.VV. E
COLLABORAZIONI
13.346,53
5.200,00
FONDI
AMMORTAMENTO
55.708,78
63.909,63
RISARCIMENTO DANNI
ALLE COLTURE
63.881,68
43.000,00
ALTRI FONDI E
ACCANTONAMENTI
141.450,00
125.561,34
7.298,99
12.038,70
600,00
800,00
TOTALE PASSIVITÀ
239.354,87
235.634,81
SPESE GENERALI DI
FUNZIONAMENTO
37.957,35
49.133,72
COSTI PERSONALE
DIPENDENTE
28.556,89
31.546,69
AMMORTAMENTI E
SVALUTAZIONI
56.603,96
50.878,06
164,41
3.632,40
PATRIMONIO NETTO
115.672,44
115.672,44
336.577,84
347.038,47
Avanzo di gestione
dell’esercizio
31,77
62,46
31,77
62,46
Avanzo di gestione
esercizi precedenti
181,26
213,03
336.609,61
347.100,93
115.885,47
115.947,93
COSTI PER GESTIONE
Z.R.C.
COSTI FINALIZZATI
COMPONENTI NEGATIVI
STRAORDINARI
TOTALI USCITE
Avanzo di gestione
dell’esercizio
TOTALE A PAREGGIO
TOTALE A PAREGGIO
av v i s o
Si raccomanda a tutti i cacciatori
di riconsegnare all’ATC MC 2 gli anelli e i punzoni trovati
indicando le località in cui i capi sono stati abbattutti. Grazie.
2
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Calendario venatorio 2009-2010
per il prelievo del cinghiale
La caccia al cinghiale in braccata era consentita dal 18 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010, nelle giornate di mercoledì, sabato e domenica, oltre che nelle giornate di domenica 27 e mercoledì 30 settembre 2009, sabato 3 ottobre 2009,
mercoledì 20, domenica 24 e sabato 30 gennaio 2010.
Nelle aziende agrituristico-venatorie l’attività è consentita fino al 31 marzo 2010, nelle giornate di mercoledì, sabato e domenica,
qualora i piani di controllo fissati dal presente atto non siano stati completati.
Distretti
di
Gestione
e indicazione delle
Squadre
assegnate
Identificazione DISTRETTO
Squadre Ammissibili (n.)
1
2
1
17
BUSCARINI GABRIELE
2
3
3
4
21
14
CARDUCCI LUIGINO
DEL BIANCO LUCIANO
FACCIARONI MAURIZIO
7
46
42
40
49
19
38
7
BARELLI ALFONSO
BECCERICA OTTAVIO
BONIFAZI GIUSEPPE
CRUCIANI ANGELO
CURI DANIELE
RECCHIONI FRANCO
VITALI GABRIELE
8
28
48
59
20
1
11
5
29
ALBANI AGOSTINO
BATTAGLIA RICCARDO
LAPUCCI VITTORIO
MAZZETTI MARINO
MORETTI ANTONIO
PIZZICHINI BRUNO
PONTANI ALDO
RINOZZI CLAUDIO
8
6
23
32
3
18
33
41
22
BELLESI CLAUDIO
CICCARELLI FABIO
FIECCHI LUCIANO
LORENZOTTI PAOLO
MALLARDO DOMENICO
OSSOLI GIANCARLO
PALOMBARINI SANDRO
PIETRELLA URBANO
8
30
10
25
13
39
34
16
24
ANTONINI LUIGI
DOLCE RENATO
GRANDONI TERENZI0
ORPIANESI ALDO
PIEROZZI GIAMMARIO
POCOGNOLI MAURIZIO
SISTI CARLO
SPITONI FABIO
5
35
45
8
15
43
CIMINI MARIO
MITILLO BRUNO
PATACCHINI DOMENICO
PIOLI GIOVANNI
VALLESI SANDRO
4
9
44
2
12
BARBETTA SAURO
BRACACCINI MARIO
COLUCCINI ORIANO
FRANCUCCI SAURO
ROMALDI ALESSIO
3
4
5
6
7
8
6
9
10
9
6
5
Squadre Ammesse (n.) N. SQ. 08/09
CAPOSQUADRA
3
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Risultati abbattimenti
stagioni venatorie
precedenti
Stagione venatoria
Numero
di
cinghiali abbattuti
Maschi
Femmine
Totale
2005-2006
431
629
1.060
2006-2007
629
533
1.162
2007-2008
1.443
1.501
2.944
2008-2009
1.601
1.617
3.218
Piano di prelievo
stagione 2009/2010
In base al Piano di Prelievo, approvato per la stagione venatoria
2009-2010 e riportato nel documento, “Analisi dati di censimento 2009”, i limiti minimo e massimo dei cinghiali che complessivamente possono essere abbattuti nei Distretti dalle squadre autorizzate, risultano essere rispettivamente 2.720 e 5.520,
secondo la ripartizione indicata nella tabella di riferimento qui
di seguito riportata.
4
Territorio
di
gestione
Piano
di prelievo
minimo
Distretto 1
20
100
Distretto 2
150
300
Distretto 3
250
580
Distretto 4
450
900
Distretto 5
450
980
Distretto 6
620
1.160
Distretto 7
410
740
Distretto 8
370
760
Piano
di prelievo
massimo
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
forse
non tutti
ricordano che…
S
i ricorda a tutti i cacciatori che quest’anno sono in scadenza
le licenze di porto
di fucile rilasciate nell’anno
2004. Negli anni successivi al
rilascio della licenza di porto
di fucile i versamenti delle tasse di concessione governativa
e regionale scadono il giorno
prima della data riportata sotto la fotografia del libretto personale per la licenza di porto
di fucile: ed esempio per una
licenza di porto di fucile rilasciata il 5 luglio 2005 se noi
abbiamo pagato i versamenti
della tassa di concessione governativa e quella regionale il
3 settembre 2008, detti versamenti scadranno il 4 luglio
2009 ed i versamenti non si
potranno effettuare prima del
5 luglio, data di rilascio della
licenza di porto di fucile.
Per ogni giornata di caccia,
il cacciatore ha l’obbligo di
segnare sul tesserino di caccia in modo indelebile (con la
penna) e negli appostiti spazi
il giorno di caccia con una
crocetta in corrispondenza
della forma di caccia esercitata in quella giornata: “stanziale e migratoria” – “migratoria
vagante” – “migratoria da appostamento” – “cinghiale”. è
Rubrica a cura di Nazzareno Galassi
Componente Co.Ge ATC MC 2 in rappresentanza della F.I.D.C.
Rispetto delle regole
per vivere
la passione della caccia
con responsabilità
bene ricordare che a parte il
mese di settembre in cui l’attività venatoria si esercita nei
giorni di mercoledì, sabato e
domenica, negli altri mesi la
caccia è consentita per tre
giorni alla settimana a scelta
del cacciatore con esclusione del martedì e del venerdì,
giorni di silenzio venatorio,
fermo restando il prelievo
delle specie lepre, fagiano,
starna e coturnice nelle sole
giornate di mercoledì, sabato
e domenica.
Dal primo ottobre al 30 novembre è consentito l’esercizio venatorio da appostamento (fisso e temporaneo)
alla fauna migratoria per altri
due giorni a settimana, con
esclusione del martedì e del
venerdì. Chiaramente chi in
questi due mesi, per esempio,
decida di andare a beccacce
con il cane il lunedì o il giovedì dovrà segnare la casellina
“migratoria vagante” in corrispondenza della giornata di
caccia. Per quanto riguarda il
prelievo in deroga della specie storno si può esercitare
esclusivamente nell’ambito di
residenza anagrafica. Solo il
titolare di un appostamento
fisso che ha optato per la forma di caccia di tipo “B” può
esercitare il prelievo al di fuori
dell’ambito di residenza anagrafica, qualora vi sia ubicato
il suo appostamento. Il prelievo dello storno deve essere
effettuato esclusivamente da
appostamento fisso e temporaneo entro il raggio di 100
metri da colture da seme, vigneti, oliveti e frutteti con frutti
penduli, compresi anche nuclei vegetazionali sparsi. Tali
limitazioni non si applicano
nel mese di ottobre.
Per nuclei vegetazionali sparsi
si deve intendere almeno due
piante: due ulivi; un melo e un
pero.
Gli appostamenti temporanei
non possono essere situati a
distanza inferiore a metri 100
da altro appostamento temporaneo ed a metri 300 dai con-
fini di zone di ripopolamento
e cattura, oasi di protezione,
zone di ricerca e sperimentazione faunistica, parchi
nazionali e regionali, riserve
naturali e centri pubblici di
produzione selvaggina. Ricordiamo altresì che il sostare
per un apprezzabile lasso di
tempo dietro un riparo naturale (siepi, alberi) viene considerata caccia da appostamento
temporaneo.
La realizzazione di appostamenti temporanei con il solo
materiale artificiale è stata obbligatoria per le sole giornate
di 2-5 e 6 settembre.
Da quest’anno la caccia alla
beccaccia inizia un’ora dopo
gli orari normali di caccia,
questo al fine di evitare quella vergognosa forma di bracconaggio che è la posta alla
beccaccia (“grella”).
Nell’augurare a tutti in bocca
al lupo, facciamo in modo di
usare le armi con la massima
prudenza, rispettando le distanze previste dalla legge,
oltre che dal buon senso, da
strade ed abitazioni, esercitando la nostra passione in
modo consapevole ed etico,
nel rispetto di quanti insieme
a noi frequentano la campagna.
5
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
conteggio prelievo
6
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
venatorio 2008-2009
7
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Finalmente
ritornano
le starne
in provincia
di Macerata
di Giuseppe Ascani
I
l Comitato di Gestione
dell’ATC Macerata 2 si
è proposto l’ambizioso
obiettivo di costituire una
popolazione di starne in Provincia di Macerata.
Dopo circa due anni di lavoro
è stato finalmente elaborato
un attento ed accurato progetto, che si spera veramente
possa riportare la starna nel
nostro territorio.
Il progetto è il frutto di una lunga e faticosa ricerca, basata
su dati scientifici e sull’esperienza di altre province, che
sono riuscite a reintrodurre la
starna sul loro territorio.
Il progetto è stato realizzato
dal dottor Andrea Brusaferro,
esperto faunistico e consulente
del’ATC Macerata 2, che si è
dedicato per molto tempo allo
studio di questo selvatico, che
ha sempre suscitato un grosso
fascino nel mondo venatorio.
Il dottor Brusaferro, sulla cui
professionalità e competenza c’è poco da discutere, ha
individuato come area più
idoena, dopo accurati studi
cartografici e numerosi sopralluoghi, quella di Montelago,
compresa tra il Monte Primo
e il Monte Igno, ricadente nei
comuni di Camerino, Pioraco,
Sefro e Serravalle di Chienti.
L’area interessa per circa 725
ha il Comune di Camerino,
per 750 ha circa quello di Sefro, per altri 412 Serravalle di
Chienti e per 118 ha Pioraco,
per un totale di 2066 ha, comprendendo anche la ZAF di
Serravalle di Chienti di 61 ha.
8
Si tratta indubbiamente della
migliore area in provincia per
questa sperimentazione, dove
verrà ripristinato l’habitat più
adatto alla riproduzione della
starna, effettuando i necessari
miglioramenti ambientali.
è stata già realizzata la ricerca particellare di questa
estesa superficie e sono stati
individuati tutti i proprietari
dei fondi rustici al suo interno:
il lavoro, che è costato oltre
4.000 Euro, è stato finanziato
per 1.000 Euro dall’ENCI di
Macerata.
Il mondo della cinofilia maceratese sollecita da anni un simile intervento, perché la costituzione nel territorio di una
popolazione di starne selvatiche o inselvatichite, potrà
prestarsi anche all’organizzazione di gare nazionali o
internazionali di cinofilia.
La costituzione della Zona di
Ripopolamento e Cattura di
Montelago ha già ottenuto il
parere favorevole della Commissione tecnica provinciale
tenutasi il 9 aprile 2009, ma
purtroppo il provvedimento
non è stato portato all’esame e all’approvazione del
Consiglio provinciale della
precedente legislatura. Ora,
per fortuna, c’è una nuova
Amministrazione provinciale,
che ha dimostrato più attenzione e sensibilità verso le
questioni di carattere venatorio, e dunque presto verrà
approvato questo importante
e qualificante progetto.
All’interno del nuovo Consi-
glio provinciale, oltre al Presidente Franco Capponi, molto
esperto del modo agricolo e
dunque più vicino al mondo
venatorio, siede anche Antonio Pettinari, che per anni
in seno all’UPI (Unione delle
Province Italiane), si è interessato alle problematiche
venatorie, acquisendo una
conoscenza e una competenza che sono molto rare nel
panorama politico attuale.
Infine il nuovo assessore alla
caccia è Giuseppe Pezzanesi, che in qualità di presidente dell’ATC Macerata
2, è stato quello che più di
ogni altro si è battuto per la
realizzazione di questo esaltante progetto, dando prova
di grande intelligenza e coraggio.
Siamo dunque certi che nel­
l’esta­te del 2010 saranno
immessi i primi contingenti
di starne sull’altopiano di
Montelago e sarà sconfitta l’agguerrita opposizione
di chi contrastando questo
progetto, ha dimostrato solo
grettezza ed egoismo, non
facendo certo onore al mondo venatorio.
In conclusione va ricordato
che se per l’opposizione dei
proprietari dei fondi non potrà essere costituita la Zona
di Ripopolamento e Cattura,
nell’area sarà comunque vietata qualsiasi attività venatoria per tre anni, dunque sarà
persino vietato l’abbattimento dei cinghiali che, al contrario, sarà consentito con la
costituzione della ZRC.
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
CINOFILIA VENATORIA
A cura di Renzo Paniccià
P
IL SETTER INGLESE
ur essendo una razza di origine inglese, rimane un vanto italiano per essersi migliorato e valorizzato nella nostra nazione;
allevatori ed addestratori italiani hanno raggiunto una particolare qualità invidiata in ogni parte del mondo. Costoro infatti
sono riusciti a valorizzare tale razza la cui bellezza funzionale trasmette generosità, dolcezza, ottimo carattere mai aggressivo, potenza fisica ed olfattiva. I setter inglesi allevati in Italia hanno riscosso infiniti successi in tutta Europa, sia sul ring sia
sul terreno, disputando prove di caccia e di grande cerca. Va sottolineato che il Setter Inglese è il cane più utilizzato dai cacciatori
italiani. è bene che tutti gli allevatori, sia professionisti che privati, rispettino le direttive e le indicazioni fornite dalla Società Italiana
Setter ( S.I.S. ) con lo scopo di non perdere la qualità ormai fissata dai soddisfacenti risultati raggiunti.In primo luogo, la S.I.S. raccomanda di non accoppiare due soggetti, anche se puri, ma portatori di evidenti tare, esempio affetti da displasia dell’anca; soggetti
eccessivamente grandi e flaccidi o contrariamente troppo piccoli; soggetti privi di ferma o disinteressati all’attività venatoria e soggetti
con gravi problemi psicologici.
L’addestramento di questa razza, predisposta all’ubbidienza, rende molto agevole il compito dell’addestratore o del cacciatore in
ogni specifica esigenza e disciplina per la quale si intende utilizzarlo.
Per esaltare le doti olfattive, un buon setter inglese deve sempre svolgere il lavoro di caccia utilizzando in maniera corretta l’elemento
indispensabile che è il vento, con il fine di individuare e fermare in fretta il selvatico, senza dettagliare; ciò vuol dire che il vento deve
pervenire nella direzione opposta del senso di marcia del soggetto. Il galoppo deve essere continuo, veloce, morbido e radente, il
soggetto deve incrociare sul terreno con ampie aperture sia a destra che a sinistra del conduttore, con la testa protesa in avanti ed
il tartufo nel vento, perché è proprio dal vento che nasce il senso del selvatico. La filata è il necessario comportamento che il setter
inglese compirà, prima di rimanere in ferma, con classica scivolata allungandosi sul terreno, con naso al vento, coda tesa e canna
nasale parallela al terreno. La ferma può assumere disparate forme, ma sempre con posteriore molto flesso, testa alta, naso al vento
e tendente verso la fonte di emanazione; la qualità e l’espressione della ferma saranno direttamente proporzionale alla costruzione fisica del soggetto – avambraccio più corto del braccio, struttura inscritta in un rettangolo con altezza al garrese inferiore alla
lunghezza del corpo. La ferma di consenso è un’azione non derivante da una emanazione ma viene effettuata alla vista di un altro
soggetto in ferma.
Quanto detto sopra non è che una piccolissima sintesi dei concetti base della razza Setter Inglese.
9
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Standard morfologico del Setter Inglese
emanato dalla società specializzata (S.I.S.)
Origine Inglese
Classificazione scientifica
Cani da caccia britannici, da
ferma
Caratteri generali Conformazione generale di un mesomorfo
leggero, il cui tronco risulta inscritto in un rettangolo e con l’arto anteriore, da terra al gomito,
più corto dell’altezza dal gomito
al garrese. Il bel setter inglese
unisce la potenza, senza pesantezza, all’eleganza delle forme
ed il suo aspetto deve denotare
attitudine al lavoro.
Testa La sua lunghezza totale è
di 4/10 dell’altezza al garrese.
La lunghezza del cranio è pari
alla lunghezza del muso e la metà
della lunghezza totale della testa
si trova sulla linea orizzontale che
congiunge i due angoli interni
degli occhi. Le direzioni degli assi
longitudinali superiori del cranio e
del muso sono fra di loro paralleli.
Lunga, asciutta, leggera senza
esagerazione, salto naso frontale
marcato ma non brusco.
Tartufo Il tartufo sarà grosso,
largo,umido, fresco e brillante,
nero o marrone scuro. Deve essere sulla stessa linea della canna
nasale e, visto di profilo, la sua
faccia anteriore si trova sullo stesso piano verticale anteriore delle
labbra.
Canna nasale Diritta, lunga e
larga; misurata a metà della lunghezza, la sua larghezza è pari
al 40% della lunghezza totale.
Labbra e muso Le labbra devono essere sufficientemente sviluppate solamente da coprire ai
lati la mandibola. La commessura
labiale, deve essere ben visibile
ma poco accentuata.
Mascelle Di uguale lunghezza,
dentatura a forbice.
Depressione naso frontale
Accentuata ma non brusca.
Cranio La calotta del cranio,
vista di profilo, deve essere
leggermente convessa, la parte
posteriore deve essere ovale e
visibile la cresta occipitale.
Orecchio Le orecchie devono
essere attaccate in basso, non
spiegate in tutta la loro lunghezza, di lunghezza moderata non
devono mai raggiungere i 2/3
della lunghezza totale della testa.
La parte terminale del padiglione
è leggermente arrotondata.
10
Occhi Devono essere grandi,
dolci, espressivi e denotanti
intelligenza; in posizione semi-laterale, di color nocciola più scuro
possibile. L’arcata sopraccigliare
deve essere ben aderente al bulbo oculare e la pigmentazione
del margine deve essere marrone
scuro o nera.
Collo Il collo deve essere lungo,
almeno uguale alla lunghezza
della testa, deve raggiungere
i 4/10 dell’altezza al garrese.
Deve essere leggermente arcuato
nella sua mediana superiore,
la sua congiunzione con la testa nettamente marcata. Dalla
spalla deve uscire a tromba con
muscolatura ben sviluppata ma
esente da pesantezza. Il margine
inferiore deve essere ricoperto da
lunghe frange.
Corpo La lunghezza del tronco
misurata dalla punta della spalla alla punta della natica deve
superare l’altezza al garrese;
pertanto deve essere inscritto in
un rettangolo.
Petto Ben aperto e largo con
muscoli pettorali ben sviluppati.
Torace Deve scendere fino al
gomito, meglio se lo supera di
due centimetri.
Dorso Garrese elevato sulla
linea del dorso e stretto per il
ravvicinamento delle punte delle
scapole fra di loro.
Lombo e rene Ben fornito di
muscoli in larghezza, ben fuso
con la linea del dorso e ben arcuato visto di profilo.
Groppa Larga e muscolosa,
orizzontale (con inclinazione di
circa 10° sull’orizzonte)
Ventre e fianchi Il ventre deve
rimontare leggermente ma non
troppo, i fianchi sono lunghi
quasi come i lombi e poco incavati.
Coda Inserita alta, grossa e
robusta alla radice, va diminuendo fino alla punta. è portata
piuttosto bassa che alta, leggermente incurvata a forma di falce
rovesciata. Le frange non devono
cominciare dalla radice della
stessa, ma solamente due o tre
centimetri più in basso.
Arti Anteriori più corti, da terra al gomito, dell’altezza dal
gomito al garrese ed in corretto
appiombo. Poposteriori pure in
appiombo, garretto con angolo
anteriore chiuso. Piedi ovali (da
lepre).
Pelo Fine, stirato, mantiene in
tutta la sua lunghezza, che è di
circa 5-6 cm, una linea diritta
senza alcuna deviazione del suo
asse; è di tessitura setacea, raso
sulla testa e sulle fasce laterali
dell’avambraccio, del tarso e del
metatarso. Forma frange non folte al margine inferiore del collo,
alla regione sternale, al margine
posteriore degli arti, alle natiche
ed alla coda.
Manto Il colore del manto è
variabile: bianco e nero (blu
belton), bianco e arancio (lemon
belton), bianco e marrone (liver
belton), tricolore (bianco a macchie nere e focature). Il colore del
mantello da preferire è quello a
fondo bianco.
Pelle Sottile, ben aderente al
corpo, non deve formare giogaia
al collo e la testa non deve presentare rughe.
Altezza al garrese Maschi da
cm 56 a 62 femmine da cm. 54
a 60.
Peso Da 20 a 30 kg.
Andatura Galoppo spigliato,
elegante, rapido, radente e continuo ma non impetuoso
La cerca La cerca è incrociata
sul vento.
Difetti di tipo e costruzione
Testa con assi cranio-facciali non
paralleli – Tartufo non completamente pigmentato – Canna
nasale montonina - Occhio con
depigmentazione delle palpebre
e strabismo - Mascelle prognate
od enognate - Arti con speroni –
Altezza al garrese oltre i cm 64 e
sotto cm 52.
Qui di seguito viene riportato un mio disegno appositamente predisposto per la
Società Italiana Setter (S.I.S.) delegazione Marche, da me considerato l’ipertipo
del Setter Inglese, con frange molto più
sviluppate rispetto allo standard e canna
nasale, in posizione di ferma, leggermente rivolta verso l’alto; tali varianti
rendono il soggetto molto più armonico
ed elegante.
CALENDARIO PROVE ANNO 2010 NELLA PROVINCIA DI MACERATA
Prove per cani da seguita su lepre e cinghiale
1-2 Aprile – Club Italiano Bleu di Gascogne – Loc. Macerata
24-25 Aprile – Club Italiano Bleu di Gascogne – Loc. Macerata
Prove su selvaggina naturale
28 Marzo – Gruppo Cinofilo Camerte – C.A.C. su beccacce – Inglesi e cont.li
27 Giugno – Gruppo Cinofilo Camerte – C.A.C. per soli Inglesi
Prove di caccia su starne
24-25 Luglio – Gruppo Cinofilo di Macerata – C.A.C. / C.A.C.I.T. per soli Inglesi
Prove attitudinali su quaglie liberate
27 Marzo – Gruppo Cinofilo di Macerata
23-24 Maggio - Gruppo Cinofilo di Macerata
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Nelle zone
di ripopolamento e cattura…
vivono 550 fagiani maschi cantori
con i loro harem e 800 lepri
di Andrea Brusaferro
Esperto faunistico
P
oiché le ZRC conservano una notevole importanza
in quanto utilizzati dall’ente delegato per fornire dotazione annua di selvaggina naturale, gran parte degli sforzi economici e tecnici dell’AtcMc2 sono stati
profusi per mantenere e migliorare la gestione di tali istituti.
I censimenti sono stati ritenuti fondamentali per conoscere
i risultati della gestione e per valutare l’entità numerica della
frazione catturabile nelle ZRC; non si deve infatti intaccare il
capitale con prelievi superiori al reddito e procedere con ripo-
polamenti ricorrenti ogni anno al fine di giustificare un numero
considerevole di catture. La cadenza effettuata in questi anni
per il censimento delle popolazioni ha previsto due sessioni
annuali e cioè un censimento prima della stagione riproduttiva
(primavera) ed uno al termine di questa (autunno). Dai valori
di densità e consistenza primaverile e autunnale è stato possibile calcolare l’incremento annuo delle popolazioni e la mortalità invernale e, quindi, stabilire l’entità del prelievo sostenibile
(in termini di cattura) dalle popolazioni.
11
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Per la realizzazione del censimento si è ricorso alla collaborazione, mediante volontariato, dei cacciatori i quali hanno operato sotto il supporto di un tecnico faunistico esperto.
Per quanto riguarda il fagiano, la densità media dei maschi cantori, calcolata su tutte le ZRC, è pari a 5,3 ind/kmq con un valore minimo di 1,6 ind/kmq (Camerino) ed un valore massimo
di 15,0 ind/kmq (Montelupone); la consistenza totale stimata
per tutte le riserve si aggira intorno ai 550 maschi cantori;
circa il 60% della consistenza totale è presente negli istituti di
Montelupone (16%), Potenza Picena (15%), Monte San Giusto
(12%), Mogliano (8%) e Corridonia (7%).
Poiché questo censimento permette di contare solamente i
maschi territoriali, per stimare la densità riproduttiva globale
abbiamo anche determinato il numero medio di femmine che
costituiscono un harem. Gli harem si formano durante la stagione riproduttiva e sono composti da un maschio dominante
territoriale (quello che canta) e da alcune femmine a cui si
aggiungono, a volte, uno o due maschi subordinati. Normalmente la maggioranza dei maschi riproduttori hanno un harem
composto da due sole femmine e solo una piccola percentuale
possiede harem con più di cinque femmine; rilevando un numero minimo di una femmina per harem (ad eccezione di Potenza
Picena in cui è stato stimato un harem composto da almeno 2
femmine), abbiamo estrapolato (Tabella 1) le densità riproduttive primaverili per ciascuna riserva.
Tabella 1 – Fagiano: densità stimata (ind/kmq).
ZRC
Kmq
ind/kmq
Belforte del Chienti
3,6
12
Camerino
8,7
3
Colmurano
3,4
7
Corridonia
4,5
16
Loro Piceno
5,9
6
Mogliano
7,3
11
Montelupone
5,1
30
Monte San Giusto
4,9
25
Morrovalle
7,0
4
Penna S.Giovanni - S.A.Pontano
6,5
6
Petriolo
5,0
4
Pollenza
6,4
8
Potenza Picena
8,3
17
San Giuseppe
9,5
6
Sarnano
4,6
6
Redentore
9,6
8
La consistenza pre-riproduttiva stimata per tutte le riserve si
aggira intorno ai 1.000 individui, valori leggermente inferiori a
quelli stimati lo scorso anno (c.a. 1.500 individui). I dati ottenuti con il censimento post-riproduttivo indicano per il fagiano
una densità media pari a 38,6 ind/kmq, con una consistenza
totale stimata intorno ai 3.800-4.000 individui. Le densità più
basse sono rilevabili nelle ZRC di Belforte del Chienti, Penna
S.Giovanni – S.Angelo in Pontano, Loro Piceno, Camerino e
Colmurano. Circa il 70% di questa è concentrata nelle ZRC di
Potenza Picena (31%), Montelupone (22%), Monte San Giusto
(9%) e Mogliano (9%). Nella figura 1 è rappresentata la dinamica di popolazione per il fagiano.
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Figura 1 – Curva di interpolazione che illustra per il fagiano la
presunta dinamica di popolazione relativa alle ZRC dell’AtcMc2;
il grafico è stato ottenuto con il valore medio delle densità rilevate
durante il censimento.
Con il censimento post-riproduttivo è stato possibile stimare
anche la densità media delle covate, indice fondamentale per
conoscere la produttività delle popolazioni di fagiano e di conseguenza dello stato di salute delle popolazioni; la dimensione
media delle covate è pari a 6,6 individui con un valore massimo
di 10,0 individui (ZRC di Corridonia) e un valore minimo di 4,5
individui (ZRC di Tolentino San Giuseppe).
Figura 2 – Variazioni annuali della dimensione media della nidiata e
numero di osservazioni relative al trienno 2007-2009.
Nel triennio 2007-2009 la dimensione media della nidiata è
rimasta sostanzialmente stabile, così come il numero delle nidiate osservate; tali valori sembrano essere leggermente inferiori ai dati descritti in letteratura che, nei coltivi a rotazione,
prevedono un intervallo medio pari a 8,8 - 10,7 pulli.
Per quanto riguarda la lepre (Tabella 2) i valori ottenuti con il
censimento pre-riproduttivo indicano una densità media pari
a 8,3 ind/kmq. Le densità più basse sono rilevabili a Morrovalle
e a Penna San Giovanni - S.Angelo in Pontano. La consistenza
totale, stimata per tutte le ZRC, si aggira intorno agli 800 individui e circa il 50% di questa è concentrata nelle ZRC di Pollenza (17%), Potenza Picena (13%), Camerino (13%), Tolentino
San Giuseppe (9%) e Montelupone (9%).
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Tabella 2 – Lepre: densità stimata (ind/kmq) a marzo 2009.
ZRC
agli 1.200 individui e circa il 50% di questa è concentrata
nelle ZRC di Pollenza (15%), Montelupone (10%), Tolentino
San Giuseppe (10%), Camerino (9%) e Potenza Picena (9%).
Nella figura 3 è rappresentata la dinamica di popolazione per
la lepre.
Kmq
ind/kmq
Belforte del Chienti
3,6
9
Camerino
8,7
10
Colmurano
3,4
8
Corridonia
4,5
5
ZRC
Loro Piceno
5,9
11
Mogliano
7,3
Montelupone
Tabella 3 – Lepre: densità stimata (ind/kmq) a novembre 2009.
Kmq
ind/kmq
Belforte del Chienti
3,6
15
5
Camerino
8,7
12
5,1
17
Colmurano
3,4
15
Monte San Giusto
4,9
8
Corridonia
4,5
8
Morrovalle
7,0
2
Loro Piceno
5,9
14
Penna S.Giovanni - S.A.Pontano
6,5
3
Mogliano
7,3
10
Petriolo
5,0
9
Montelupone
5,1
24
Pollenza
6,4
21
Monte San Giusto
4,9
18
Potenza Picena
8,3
8
Morrovalle
7,0
2
San Giuseppe
9,5
7
Penna S.Giovanni - S.A.Pontano
6,5
3
Sarnano
4,6
5
Petriolo
5,0
11
Redentore
9,6
5
Pollenza
6,4
29
Potenza Picena
8,3
13
San Giuseppe
9,5
13
Sarnano
4,6
7
Redentore
9,6
7
I valori ottenuti con il censimento post-riproduttivo (Tabella
3) indicano una densità media pari a 12,6 ind/kmq. Le densità più basse sono rilevabili a Morrovalle, Penna San Giovanni - S.Angelo in Pontano, Sarnano e Tolentino Redentore. La
consistenza totale, stimata per tutte le ZRC, si aggira intorno
13
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Il monitoraggio costante dei danni e la localizzazione territoriale dell’impatto del cinghiale sulle coltivazioni ha rappresentato uno degli aspetti necessari per una strategia gestionale
finalizzata alla riduzione del conflitto tra i diversi soggetti coinvolti. Il danno alle attività agricole, infatti, non coinvolge solo
direttamente gli agricoltori, ma di riflesso genera conflittualità
anche fra gli stessi e i cacciatori o con le istituzioni. Allo scopo
si sta adottando una strategia articolata nelle seguenti misure:
Figura 3 – Curva di interpolazione che illustra per la lepre la presunta dinamica di popolazione relativa alle ZRC dell’AtcMc2; il
grafico è stato ottenuto con il valore medio delle densità rilevate
durante il censimento.
– collaborazione con la Provincia per l’acquisizione periodica (annuale) dei parametri descrittivi lo status della specie
(consistenza, densità e distribuzione);
– monitoraggio annuale dell’evoluzione dei danni, quantificando e localizzando in maniera puntuale la località, il tipo di
coltura, i sistemi preventivi e il risarcimento danni;
– realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale su base
GIS ove catalogare relazionandole al territorio tutte le informazioni necessarie alla gestione;
I dati relativi ai danni nell’AtcMc2 si riferiscono al territorio a
caccia programmata; nel presente studio, infatti, sono stati pre-
Figura 3 – Danni cinghiale 2006
14
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
si in esame solo i danni alle attività agricole risarcite dall’Ambito Territoriale di Caccia, mentre sono esclusi quelli dell’Amministrazione Provinciale e degli Ente Parco. Complessivamente,
l’ammontare della spesa per la rifusione dei danni da cinghiale
sfiora nel 2008 i 30.000 Euro, ma tale valore può essere sicuramente considerato una sottostima del reale impatto economico del cinghiale sull’agricoltura, in quanto le richieste di
risarcimento ammesse a liquidazione riguardano unicamente
imprenditori agricoli (detentori di partita IVA), escludendo difatti tutti coloro che praticano una agricoltura hobbistica. Per il
rilevamento dei danni è stato utilizzato un GPS per rilevare le
coordinate precise dell’area interessata al danno; questa procedura ci ha permesso di conoscere la precisa ubicazione delle
zone più soggette a danni da cinghiale, così da disporre di uno
strumento migliore per mettere in atto un puntuale piano di
controllo e per comuncare alla Provincia una priorità di intervento. I dati sono stati successivamente elaborati e riportati su
base cartografica.
Il danno rilevato ha interessato 26 Comuni localizzati prevalentemente nel Distretto 2.4 e nel Distretto 2.3, essi rappresentano circa il 65% dei comuni presenti nell’AtcMc2. Nelle
zone montane i danni sembrano essere più sostenibili per due
fattori principali: in primo luogo il territorio si presenta maggiormente boscato, in secondo luogo gran parte del territorio
del Distretto 2.4 è occupato dal Parco Nazionale dei Monti
Sibillini e da aziende private che provvedono personalmente al
risarcimento danni.
Figura 4 - Danni cinghiale 2008
15
ambito territoriale di caccia macerata2 “valdichienti” macerata
Confrontando la carta dei danni relativa al 2008 con quella
del 2006, risulta evidente come il problema dei danni abbia
interessato quest’anno un territorio più vasto, livellando maggiormente le categorie di risarcimento per una superficie oltre
la metà del territorio a caccia programmata; inoltre, si registra
un’espansione dei danni verso le zone costiere. I risultati indicano, inoltre, che le maggiori problematiche si riscontrano
nel Distretto 2.3 e nei comuni limitrofi al Parco Nazionale dei
Monti Sibillini, ma non più rilegando all’occasionalità eventi
dannosi posti al di fuori di essi. Queste prime considerazioni
testimoniano di come il cinghiale crei un impatto economico
e sociale che necessita tecniche chiare ed efficaci e pianificate
contestualmente con le aree protette e che coinvolgano superfici gestionali più ampie possibili.
Dalla combinazione dei dati relativi ai danni risarciti e della
tipologia del paesaggio sono emerse nel territorio dei comuni
particolarmente critici per la gestione del cinghiale. Tali zone
rappresentano ambiti di squilibrio ecologico dove si osserva
un sovrapposizione fra aree serbatoio e attività agricola. La
carta aggiornata dei comuni critici è la seguente:
“VAL DI CHIENTI” AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA MACERATA 2
C.da Valleverde, 11 - 62100 MACERATA
Tel. e Fax 0733.283106 (risponde il segretario Mauro Molinari) | www.atc-mc2.it | [email protected]
componenti Comitato di gestione
CARELLA PAOLA (Ekoclub) – ILLUMINATI CATERVO (Conf. Ital. Agric.) – MALVESTITI TERENZIO (Feder. Coltiv. Diretti)
GALASSI NAZZARENO (Federcaccia) – MORRESI ANGELO (Rappr. Amministr. Prov.le) – FRATICELLI GIANFRANCO (Ekoclub)
MANCINELLI BRUNO (Rappr. Comune Camerino) – CHIARAMONI PIO (Unione Prov.le Agricolt.)
SORICETTI ANGELO (Libera Caccia) – ASCANI GIUSEPPE (Enalcaccia) – PANICCIà RENZO (Rappres. Comunità Montane)
CIVITANOVA MARCHE E MONTECOSARO
BCC
CREDITO COOPERATIVO
Società Cooperativa a r.l. - Iscritta all'Albo degli Enti Creditizi
Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo
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