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STORIA
13
ANTONIO VIZZOTTO, PILOTA E
COMANDANTE
Ad alcuni reparti della Regia Aeronautica nella seconda guerra mondiale è toccata una sorte
La vita tragicamente
conclusa dell'ultimo singolare: sono diventati celebri senza essere del tutto noti. Spesso la fama è stata assicurata da
comandante del 150" un emblema particolarmente indovinato, cui ha fatto da contraltare una scarsa e frarnrnentaria
Gruppo documentazione ufficiale. Questo è certamente il caso del 150" Gruppo Autonomo Caccia "Gigi
GIOVANNI MASSIMELLO
(1) Si veda GMassimello, "Gigi
tre osei" in "STORIA militare"
n. 64 - gennaio 1999.
tre osei", il cui caratteristico distintivo gode tuttora di una grande popolarità tra gli appassionati
di aeronautica, mentre le imprese dei suoi piloti sono rimaste abbastanza nell'ombra. La nascita
del simpatico stemma è già stata brevemente raccontata in un articolo di qualche anno fa, insieme al sintetico ritratto del "Gigi" che è diventato il sinonimo del reparto: il sottotenente pilota
Luigi Caneppele, ingegnere trentino ed aliantista. Ad esso (1)rimandiamo il lettore che desideri
ricordarne la storia.
11 sostanziale oblio delle vicende del 150" Gruppo ha coinvolto anche quello del suo ultimo
comandante, il tenente colonnello pilota Antonio Vizzotto, la cui stona è indissolubilmente
intrecciata a quella del reparto che questo valoroso ufficiale ha guidato nel periodo piu caldo
della guerra aerea in Africa Settentrionale e successivamente in Sicilia. Un oblio certamente
immeritato, cui questa breve biografia desidera porre un parziale rimedio.
Gli inizi
Sopra il titolo.
Un G50 della 362a Sq*dnglia in
volo sulla costa tirrenica nella
seconda metà del 1940. Sullo
sfondo le Alpi Apuane.
Antonio Vizzotto nasce in Sardegna, nella incantevole isola della Maddalena, il 22 giugno
1909. Il padre Valfredo, originario di Fucecchio in provincia di Firenze, era architetto, mentre la
madre, Adalgisa Campus, nata a Sassari, si era laureata in matematica a Pavia. Valfredo, autore
di numerosi testi scolastici di disegno, si trasferisce con la famiglia (oltre ad Antonio era nata nel
frattempo una sorella) a Milano, dove la moglie Adalgisa pubblica con la sua casa editrice
"Campus" i lavori del marito, che insegna disegno a Pavia. Il giovane Antonio consegue nel
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comandcI della 368" Squadriglia del 151" Gmppo, nata il 1" luglio. È il suo primo comando ed il
principdle compito è quello dell'addestramento dei nuovi piloti. La Regia Aeronautica sta attraversandc) un periodo di forte crescita, preludio ad un impegno beliico che si immagina non lontano: si mc~ltiplicanoi reparti operativi e cresce la necessità di avere piloti pronti al combattimento.
Così il I~eo-capitanosi dedica a svezzare, sul campo di Levaldigi, in provincia di Cuneo, le
nuove leve che giungono al reparto. Ma il tempo dei voli pacifici sta per finire.
L'a nrdio operativo
I
Il capitano Vimotto in Spagna.
Suiia combinazione di volo
italiana si notano le tre stelle che
indicano il grado di capitano
del17Aviazionelegionaria e
l'emblema del VI Gmppo
"Gamba di ferro".
Captain Douglas Bader, amputato di entrambe le gambe.
(5) Eugenio Leom prenderà parte alla seconda guerra mondiale.
Cadrà con il grado di colonnello
il 25 ottobre 1941 nel cielo di
Malta, al comando del 4"
Stormo Caccia e sarà decorato di
medaglia d'Oro al valor militare.
D a sinistra.
Un CR32 della 368' Squadriglia
(151"Gruppo) comandata dal
capitano Vizzotto dal luglio 1936
al settembre 1937.
Due CR32 deUa 33" Squadriglia;
in primo piano il velivolo '3-1'
n. 692 pilotato abitualmentedal
tenente Giuseppe Volpe.
Fedct e al motto del suo corso, che gli prospettava "come orizzonte il mondo", il capitano
Vizzotto non esita a presentarsi volontario per raggiungere le fila del1'"Aviazione Legionaria", la
forza nazionalista nella quale sono inquadrati i reparti di aviatori italiani operanti in Spagna,
dove infkia, dall'estate del 1936, quella guerra civile che molti storici hanno definito come il
banco di prova delle potenze europee in vista della seconda guerra mondiale.
Viz;cotto giunge in Spagna il 27 settembre 1937. All'epoca sono presenti tre Gmppi da
Caccia 11
egionari: il XVI "Cucaracha", il XXiU "Asso di Bastoni" ed il VI "Leonello", tutti dotati
di CR.3:2. Al capitano Vizzotto, vestita l'uniforme verde oliva degli aviatori legionari, è affidato
il comanido di una delle squadriglie del VI Gruppo, la 33". Al comando della 32" si trova invece il
capitanoI Ernesto Botto, del corso "Grifo", che Vizzotto ha certamente conosciuto in Accademia
e che sarà protagonista, pochi giorni dopo, di un drammatico combattimento. Il 12 ottobre, infatti, durante una crociera sulle linee, diciotto cacciatori della 31" e della 32" Squadriglia awistano
su Madiana nove bombardieri sovietici Tupolev SB-2 "Katiuska" scortati da una nutrita formazione di caccia Polikarpov 1-15 (chiamati "Curtiss" dai nazionalisti e "Chato" dai repubblicani)
ed 1-16 (rispettivamente "Rata" e "Mosca"). I cacciatori del VI ingaggiano il combattimento in
condizioni d'inferiorità e al termine rivendicano l'abbattimento di numerosi caccia nkmici, ma
ben cinque nostri piloti mancano all'appello (3). Il capitano Botto è gravemente colpito alla
coscia destra ma riesce, con uno sforzo davvero sovrumano, a riportare a terra il suo CR.32 sull'aeroporto di Sanjuro. Soccorso e trasportato in gravi condizioni ali'ospedale di Saragozza, gli
verrà amputata la gamba, sostituita poi con una protesi. In suo onore il VI Gmppo adotterà il
nome di "Gamba di ferro", inalberando un emblema destinato a fama imperitura (4).
I1 VI Gruppo, comandato dal maggiore Eugenio Leotta (9,
ha ricevuto un duro colpo: al
capitano Wzzotto ed d a sua 33" Squadriglia è subito affidato il compito di riprendere con slancio la lotta. Le missioni sono quotidiane, spesso ripetute nella stessa giornata. I combattimenti
non sono rari: tra la fine del 1937 ed i primi mesi del 1938 è in corso la dura battaglia di Temei e
Vizzotto vi prende parte attivamente, meritandosi una prima medaglia d'argento al valor militare.
In primavera i combattimenti proseguono in Aragona, in un'offensiva che risulterà determinante
per le sorti della guerra. Anche in questa campagna Wzzotto mette in mostra un ardimento che
gli vale in aprile la seconda medaglia d'argento. Infine, in giugno riceve la sua terza decorazione,
un medaglia di bronzo. I1 suo periodo spagnolo termina il 15 giugno 1938: in Italia lo attendono
le nozze con Maria Cremon, celebrate a Milano pochi giorni dopo, il 23 giugno.
Quando rientra nei ranghi della Regia Aeronautica il capitano Vizzotto ha sul petto tre nastrini azzum di decorazioni al valor militare ed ha acquisito una solida capacità di comando ed una
non comune esperienza di combattimenti. Gli viene affidata la 362" Squadriglia Caccia Terrestre,
appartenente al 24" Gmppo del 52" Stormo, basato a Ciampino Sud e dotato di Fiat CR.32, brillante protagonista della guerra di Spagna ma ormai irrimediabilmente superato. L'unità di
Vizzotto sarà una delle prime a passare sul Fiat G.50, un oneto monoplano metallico, dalle prestazioni non esaltanti, ma comunque nettamente superiori a quelle dei biplani che l'avevano pre-
ceduto. Per perfezionare l'addestramento dei suoi piloti, il comandante organizza una pattuglia
acrobatica che si esercita con successo in manovre spettacolari, tra cui la celebre "bomba" (6).
Una caricatura che mostra il capitano Vizzotto con in mano un simbolico ordigno esplosivo vuol
proprio rievocare quel periodo. È nata nel frattempo, il 21 aprile 1939, la primogenita Anna cui
farà seguito, un anno dopo, la sorella Paola.
La guerra in Albania
Quando scocca "l'ora delle decisioni irrevocabili", il 10 giugno 1940, la 362" Squadriglia si
trova sul'campo di Sarzana, a ridosso delle Alpi Apuane, abbastanza defilata dal teatro di operazioni contro la Francia. L'attività di volo consiste essenzialmente in crociere di protezione per
sventare eventuali pericoli provenienti daila Corsica. Anche dopo l'armistizio f m a t o il 24 giugno, l'unità rimarrà nella stessa sede e non avrà occasione di misurarsi con il nemico. I mesi trascorrono monotoni, tra quotidiani allenamenti e voli di vigilanza sulla costa tirrenica, fino ai
primi di febbraio del 1941, quando il capitano Vizzotto lascia al parigrado Gemano La Ferla il
comando della 362=Squadriglia per assumere quello della 371a,equipaggiata di Macchi C.200 e
destinata al fronte balcanico. Questa unità, originariamente appartenente al 152" Gmppo (di cui
conserverà anche in Albania l'emblema della Cucaracha) viene distaccata a Valona ed aggregata
al 150" Gmppo Caccia, impegnato da mesi sul fronte greco-albanese e parzialmente rimpatriato
in quel periodo per il passaggio dal biplano CR.42 al monoplano MC.200. L'accresciuta presenza di "Humcane" britannici su quel fronte aveva infatti convinto lo Stato Maggiore a rinforzare i
nostri reparti da caccia sia in termini quantitativi sia, soprattutto, qualitativi. La nuova squadriglia è gettata subito nella mischia ed il 24 marzo Vizzotto ha il suo battesimo del fuoco nella
seconda guerra mondiale (7). Incontra quattro "Hurricane" su Devoli ed ingaggia combattimento, mitragliando un paio di avversari. Ne stila una succinta relazione in cui mette in luce che
L'"Humcane" è pib veloce del Macchi, tanto è vero che, inseguito dal secondo con cui ho poi combattuto, sono stato costretto ad accettare combattimento; poi, inseguito da due ho dovuto approfittare deiie nubi
per sottrarmi. Durante il combattimento inoltre, senza stringere molto, giravo interno, per cui l'avversario
percorreva uno spazio maggiore del mio. Per quanto riguarda la manovra, i due "Hurricane" con cui ho
combattuto sono stati poco brillanti, ma è mia impressione che ciò possa essere dipeso dall'abilità dei piloti.
In sintesi, maggiore esperienza e maneggevolezza da parte nostra, maggiore velocità da
parte dei nostri avversari. É una situazione destinata a ripresentarsi anche in seguito. Ma la guerra sul fronte greco sta per concludersi: l'ultimo volo bellico del capitano Vizzotto su quel fronte è
registrato il 21 aprile 1941 con l'indicazione "Mitragliamento zona Paramitia-Arta-Prevesa".
Il CR32 della 33' Squadri@a n.
726 pilotato abitualmente dal
In fusoliera,
capitano
oltre al codice <3-9*,
si notano il
guidone di comandante di
squadriglia ed il distintivo del VI
GTUDW.Sul co~ricarrellola
tipi&numera&ne della 33"
Squadriglia.
(6) I piloti che facevano patte di
questa formazione acrobatica
erano: Garbellotto, Guerci, Miari, Buvoli, Conti, Giunta, Jannucci e Bellagambi. Buvoli e
Bellagambi diventeranno assi
della caccia durante le seconda
guerra mondiale.
(7) Nel libretto di volo questo
combattimento è registrato il 23
marzo, mentre la relazione dattiloscritta, conservata nell'archivio della famiglia, parla del 24,
con decollo alle 1450 e incontro
alle 15 circa di una pattuglia di 4
"Hurricane" con rotta EW alla
quota di 5.000 metri. Non ci sono riscontri di parte inglese.
Da sinistra.
Un sorridente Antonio Vitto
accanto alla BaliUa targata 'AL
012' (Aviazione Legionaria),
assegnata al comando di Gruppo.
Sullo sfondo il velivolo personale
'3-7'del comandante del V I
Gruppo, maggiore Eugenio
Leotta, sul quale si pub notare
17in5.egnadi comando (guidone a
coda di rondine) e, sul
c o p r i d o , la particolare
fiamma bianco-rossa della 31'
Squadriglia, che aveva in carico
l'apparecchio.
Una medaglia di bronzo, la sua quarta decorazione al valore, sottolinea il coraggio e l'impegno
messi in evidenza. Da lì in avanti i voli sono essenzialmente di sorveglianza sul territorio, interrotti solo dal trasporto a Tirana di qualche apparecchio catturato durante la breve campagna iugoslava.
In agosto Vizzotto è promosso maggiore ed il parigrado Rolando Pratelli gli cede il comando
del 150" Gruppo (8).Non lo lascerà fino all'arrnistizio. I primi quattro mesi scorrono abbastanza
tranquilli in Albania, scanditi da scorte convogli e crociere di vigilanza. Ma il 24 novembre giunge al comandante del 150" Gruppo una comunicazione improvvisa ed imprevista: su ordine del
Ministero il reparto deve trasferirsi immediatamente in Libia.
n capitano E r i l ~ ~Botto
t o in visita
In Africa Settentrionale è in corso dal 18 novembre l'offensiva britannica denominata
"Cmsader". Nonostante sia stato preceduto da ripetuti bombardamenti preparatori che avrebbero
dovuto mettere sull'avviso i comandi italo-tedeschi, l'attacco de11'8" Armata inglese coglie abbastanza di sorpresa le forze dell'Asse e consegue subito consistenti risultati. Allo Stato Maggiore
risulta evidente che è indispensabile far velocemente affluire su quel fronte tutte le forze aeree
disponibili. In pochi giomi il 150" Gruppo è pronto per il trasferimento, ma il cattivo tempo
impedisce uno spostamento più tempestivo; costretti ad una sosta di una decina di giomi a
Grottaglie, solo il 12 dicembre ventidue Macchi C.200 fanno rotta per Corniso, quindi per
Pantelleria ed infine per Tripoli-Castelbenito, dove giungono il 14 dicembre. Nel frattempo la
al suo reparto in Spagna dopo
l'amputazione della gamba
destra.
dalle Squadriglie 363". 364" e
365". al cui comando c'erano nspettivamente i capitani Luigi
Mariotti, Luigi Corsini ed
Edoardo Travaglino.
Albania. In volo il CRA2
personale del comandante dei
RaggruppamentoCaccia in
Albania, colonnello A I O
Tessari. In fusoliera si intravede
l'insegna di comandante di
Stormo, di norma, come Tessari,
un colonnello. L'aereo era in
carico alla 364' Squadriglia del
150" Gruppo, cib che ha portato
in passato all'erronea
identificazione del velivolo come
quello del tenente colonnello
Pratelli, comandante del 150'
Gruppo fio0 ai primi di agosto
del 1941.
La guerra in Africa Settentrionale
situazione si è fatta ancora pia critica: la forze dell'Asse sono in pieno ripiegamento. I1 150"
Gruppo non viene fatto avanzare verso il fronte, ma si ferma a Tripoli per scortare i convogli
navali che portano rincalzi e rifornimenti. I1 maggiore Vizzotto ha occasione di sperimentare l'efficacia dei voli di protezione del porto pochi giomi dopo. I1 19 dicembre, avvertito per radio,
avvista nove "Blenheim" britannici diretti a bombardare Tripli. Li attacca decisamente riuscendo a mitragliarne cinque che invertono la rotta e sganciano in mare. Intanto, anche grazie ai
rinfoni giunti dall'Italia, il fronte si stabilizza e viene pianificata una controffensiva. I1 "Gruppo
Vizzotto", come inizia ad essere chiamato, avanza il 29 dicembre fino a En Nofilia, a ridosso del
fronte, dopo una sosta a Tamet. Qui riceve il materiale del 153" Gruppo Autonomo, comandato
dal maggiore Andrea Favini, che rimpatria dopo una campagna di oltre sei mesi.
Il 25 novembre erano giunti in Libia i primi reparti dotati di Macchi C.202: il 9" Gruppo del
4" Stormo ed il 17" del 1" Stormo, raggiunti una decina di giorni dopo dal 6", anch'esso del 1"
Stormo (9). Pertanto, la funzione di caccia "pura" è delegata al caccia piu moderno e veloce,
mentre ai C.200 viene prevalentemente riservato il compito di supporto alle forze di terra, con
azioni di mitragliamento diretto e di scorta ravvicinata ai CR.42 "bombe alari". Vizzotto vola
quasi sempre alla testa dei suoi gregari: la responsabilità di comandante di Gruppo potrebbe suggerirgli di non mettere quotidianamente a repentaglio la propria vita, ma il desiderio di dare l'esempio e la mai sopita passione per il volo lo spingono a non perdere nessuna missione impegnativa. Così partecipa attivamente ai combattimenti di gennaio, in concomitanza con la controffensiva del19Asse. L'8 gennaio guida undici C.200 durante la scorta ravvicinata ad una pattuglia di
CR.42 del 3" Gruppo nella zona a est di Agedabia; in prossimità dell'obiettivo intervengono
dieci "Tomahawk" dello Squadron 3 della Royal Australian Air Force che si buttano sui nostri.
Al termine del combattimento il 150" Gruppo rivendica l'abbattimento di due caccia nemici ed il
mitragliamento di numerosi altri. Due nostri piloti sono a loro volta abbattuti ma riescono a salvarsi con il paracadute ed a rientrare al reparto. Il 22 gennaio Vimtto scorta Ju 87 "Stuka" italiani e tedeschi nella zona di E1 Gaftia; ancora una volta si fanno vivi i "Tomahawk" dello
Squadron 3 RAAF che abbattono un pilota del 150" Gruppo (lo), mentre gli italiani ritengono di
avere probabilmente abbattuto un velivolo awersario e di averne mitragliati cinque.
Il 31 gennaio il maggiore Vizzotto è decorato della Croce di Ferro tedesca di seconda classe.
Il 2 febbraio cade a Benina per un tragico incidente il sottotenente 'Gigi' Caneppele ed in suo
onore il Gruppo cambia la precedente insegna con il nuovo emblema, che mostra le tre aquile stilizzate, simbolo degli aliantisti, sullo sfondo del deserto. Da questo momento "Gigi tre osei"
diventa sinonimo di 150" Gruppo.
Nell'arco dei due mesi successivi Vizzotto conduce i suoi in una decina di mitragliamenti a
bassa quota, solitamente contro basi e autocolonne nemiche. Memorabile l'attacco del 28 febbraio, citato in questi termini nel Bollettino del Comando Supremo n. 638:
Nonostante le difficoltà atmosferiche, una nostra formazione da caccia, agli ordini del maggiore
Antonio Vizzotto, ha condotto con vigorosa audacia un'azione di mitragliamento contro l'aeroporto di E1
Adem, distruggendo una diecina di velivoli dislocati sul campo. Concentramenti di automezzi sono stati
pure attaccati dalla formazione, con pieno successo, durante il volo di ritorno alla base alla quale tutti gli
apparecchi hanno fatto ritorno.
Anche il comandante della 5" Squadra aerea, generale Vittorio Marchesi, suprema autorità
della Regia Aeronautica in Africa Settentrionale, vuole congratularsi personalmente con il comandante Vizzotto, al quale invia il 5 marzo una lettera molto cordiale in cui tra l'altro scrive:
Da sinistra.
Tirana, maggio 1941. ii tenente
colomeiio Rolando Pratelli (al
centro) mostra al capitano
Vizzotto (a destra) il suo M C m
personale. Sulla fascia bianca
l'emblema del 150"Gruppo
(un'aquila in picchiata), il
numero ordinale del Gruppo in
caratteri romani e l'insegna di
comando. il distintivo verrh poi
rimpiazzato da quello, pih noto,
del "Gigi tre osei".
In Albania il capitano Vizzotto, in
uniforme ordinaria, sale a bordo
di un M C m del 150"Gruppo.
S r o m va in Africa in ''STORIA
militare" n. 90 - marzo 2001.
(10) I1 pilota abbattuto era il
serg. Renato Carrari che volava
sul C.200 MM 5156 e rimase
ucciso nello scontro.
STORIA
B1IIILI
Un'immagine del velivolo '371-4',
con antenna radio sperimentale.
L'aereo di produzione Breda,
aveva la Matricola Militare 5136
ed il cofano motore dipinto in
giallo, secondo le disposizioni in
vigore da
ad Ottobre
zotto.
Un Macchi C m della 365'
Squadriglia del 150" Gruppo in
Albania. Vizmtto, promosso
maggiore, ha assunto il comando
del 150"Gruppo il 12 agosto
1941.
19
Voglio dirvi che sono pienamente soddisfatto della vostra opera di comandante, di trascinatore, di pilota e che ho voluto foste citato nel Bollettino appunto per dare a voi e al vostro Gruppo un segno tangibile di
questa soddisfazione (11).
Una medaglia d'argento al valor militare, conferita "sul campo" al maggiore Vizzotto, conferma il convinto apprezzamento del comando di Squadra.
Le missioni a volo radente comportano rischi elevati, come è ben testimoniato dalle perdite
subite: il 150" Gruppo, nei primi tre mesi della campagna d'Africa, perde quindici piloti, due dei
quali prigionieri. Lo stesso Vizzotto torna tre volte alla base di Martuba con l'aereo colpito, il 3,
il 6 ed 14 marzo. Ma la sua missione pia avventurosa è quella del 4 aprile. Durante il mitragliamento di automezzi nella zona di Bir el Marin il suo aereo è nuovamente colpito ed è costretto ad
un atterraggio fuori campo. Non vedendolo rientrare, i suoi uomini manifestano col passare delle
ore una crescente apprensione ed alla sera comunicano al comando di Squadra la perdita del
comandante. Fortunatamente si tratta di un falso allarme: l'indomani Vizzotto riesce a rientrare
incolume alla base. I1 generale Marchesi gli telegrafa: "Ho seguito con profonda trepidazione
vostra vicenda. Apprendo con gioia il vostro rientro e vi mando le mie felicitazioni vivissime e il
piu cordiale affettuoso augurio."
L'immagine di questo MC200 del
150" Gruppo mostra con
chiarezzamolti dettagli del muso
e del carrello.
Le missioni di attacco al suolo proseguono fino al 15 maggio, quando il Gruppo sl posta a
Bengasi con una diversa missione: la protezione del traffico navale, da e per l'Italia. In previsione dell'offensiva autunnale l'afflusso dei rifornimenti diventa un'assoluta priorità. Le cose si
complicano con l'arrivo sul fronte dei primi quadrimotori americani Consolidated B-24
"Liberator", meglio armati e molto più protetti dei loro predecessori britannici, tuttavia i cacciatori del 150" li contrastano spesso efficacemente. Ma ai primi di novembre la battaglia di E1
Alamein segna la fine delle speranze di vittoria in Africa Settentrionale.Le forze italo-tedesche
sono costrette a ripiegare e l'esausto 150" Gruppo rimpatria il 10 novembre.
da Korbu con ogni mezzo in
"STORIA militare" n. 3 1 - aprile
1996.
La guerra in Sicilia
Ai primi di gennaio del 1943 il personale si ritrova a Ciampino Sud dove svolge, con i pochi
C.202 afsegnati al reparto, compiti di allarme. Intanto, dopo laboriose trattative, la Regia
Aeronautica è riuscita ad assicurarsi la fornitura di numerosi velivoli tedeschi, tra cui i caccia
Messerschmitt Bf 109. Quando si tratta di assegnarli, lo Stato Maggiore sceglie il 150" Gruppo
quale primo destinatario. È un indubbio riconoscimento al valore ed alla perizia dimostrati.
Quale secondo, il piano prevede il 3" Gruppo Autonomo "Diavoli rossi", guidato dal maggiore
Aldo Alessandrini, vecchio compagno di Vizzotto al corso "Falco" dell'Accadernia. Entrambi i
reparti sono destinati a operare in Sicilia.
I1 13 aprile il 1.50" riceve l'ordine di trasferirsi da Ciampino a S.Pietro di Caltagirone. Qui
trova una dozzina di Bf 109F ceduti dai tedeschi per iniziare l'addestramento. I1 maggiore
Vizzotto decolla sul Messerschmitt il 18 aprile. I1 caccia tedesco si dimostra subito un'eccellente
piattaforma di tiro, forse un po' meno docile dei Macchi nelle manovre acrobatiche, ma veloce e
ben armato. Cominciano intanto ad affluire dal deposito di Bari i nuovi Messerschmitt della versione G; con questi il reparto si sposta a Sciacca, da dove combatterà le ultime battaglie, mentre
il 3" Gruppo si installerà a Comiso.
Gli anglo-americani, in previsione dello sbarco in Sicilia, iniziano a metà maggio l'offensiva
aerea contro Pantelleria. I1 16 maggio Vizzotto, nel frattempo promosso tenente colonnello per
merito di guerra, effettua il suo primo volo bellico sul Messerschmitt, una partenza su allarme; il
21 ha il primo combattimento, concluso con due caccia bimotori americani Lockheed P-38
"Lightning" efficacemente mitragliati.
In quei giomi si verifica un incontro inatteso: al 150" Gruppo sono assegnati alcuni piloti del
54" Stormo scampati avventurosamente dalla prigionia volando in Sicilia dal campo tunisino di
Korba, accerchiato dagli inglesi, sugli ultimi Macchi C.202 disponibili (12). Tra questi c'è un
pilota pluridecorato dotato di forte personalità, il capitano Adriano Visconti, che Vizzotto ha
modo di apprezzare. Visconti sarà poi destinato a comandare la 310" Squadriglia Autonoma da
Caccia Aerofotografica,ma i loro destini si incroceranno ancora.
I giorni più caldi deila campagna si stanno avvicinando: dal 3 all' l l giugno Vizzotto effettua
nove voli di guerra sul suo Messerschmitt Bf 109G-6, con due combattimenti il giorno 10.
I1 maggiore Vizzotto ha annotato
con un commento autoironico,
datato settembre 1941, le
difficoltà a pilotare la sua
"Olivetti".
Durante il primo scontro mitraglia efficacemente due bimotori North Arnerican B-25 "Mitchell"
americani del 340Ih Bombardment Group, mentre nel secondo abbatte probabilmente uno
"Spitfie" del 31* Fighter Group. 11 10 giugno Pantelleria si arrende e per gli Alleati la strada per
invadere la Sicilia è ormai sgombra. Lo sbarco è preceduto da un'intensa campagna aerea tesa a
neutralizzare il potenziale difensivo dell'isola; il campo di Sciacca è sottoposto e pesanti bombardamenti che riducono drasticamente l'efficienza del 150". Ciò nonostante il 3 luglio Vizzotto
guida i suoi in una delle ultime fiammate offensive, così descritta nel Bollettino n. 1135:
Nel cielo della Sicilia, in ripetuti vittoriosi combattimenti nei quali si è distinto il 150" Gruppo comandato dal tenente colonnello Antonio V~zzottoda La Maddalena, la caccia nazionale abbatteva 18 velivoli,
quella tedesca 10.
I1 9 luglio, vigilia dell'operazione "Husky", dei 21 caccia in forza al "Gigi tre osei" solo sei
sono operativi. I1 12 luglio, ormai privo di aerei efficienti, il 150" è richiamato a Ciampino. Solo
tre Bf 109, riparati all'ultimo momento, riusciranno a raggiungere in volo la destinazione. I1 resto
del personale giunge a Palermo in camion per essere poi trasferito sul continente su un trimotore
SM.82. La destinazione successiva è Torino-Caselle, dove il Gruppo deve essere riorganizzato.
Non farà in tempo a farlo. I1 primo embrione del 'nuovo' reparto, il "Nucleo 150" Gruppo" agli
ordini del tenente Ugo Drago, raggiunge Roma solo ai primi di settembre. I1 3 settembre l'arrnistizio è segretamente f m a t o a Cassibile e alle 18.30 de11'8 settembre Radio Algeri ne dà pubblica notizia, anticipando di un'ora e un quarto l'annuncio del Maresciallo Badoglio ai microfoni
dell'EIAR.
L'armistizio e la scelta
Da sinistra.
Il 1" febbraio 1942 il maggiore
e decorato ad Agedabia
della Croce di Ferro di za classe.
liipoli, fine gennaio 1943.
Quando gli italiani
abbandonarono la Libia gli
ntrovarononell'hangar
distrutto deU9aeroportodi
Castelbenitonumerosi rottami di
aerei tra cui anche due MC200
del 150" Gruppo. Sulla fascia
bianca di entrambi si intravede il
distintivo del 6Y;igitre
(Foto
USAAF).
Dopo l'annuncio dell'armistizio gli aviatori, come tutti i militari italiani, rimangono sostanzialmente privi di ordini. Nel disorientamento generale una larga parte reagisce rientrando alle
proprie case, in attesa degli eventi. Nei giorni successivi ognuno è chiamato a compiere una scelta, indubbiamente individuale, ma spesso influenzata da fattori condivisi: la localizzazione del
proprio reparto al1'8 settembre, la posizione dei comandanti e di altre figure di forte personalità,
la storia di collaborazione con gli alleati tedeschi. Ciò che si può certamente escludere è che la
decisione di far parte della nascente aviazione del nord sia dettata dal desiderio di schierarsi dalla
parte dei vincitori. Alla stragrande maggioranza degli osservatori, pib o meno attenti ai fatti militari, è del tutto evidente che la gue&dell'~sse è ormai perduta. I pib avveduti - ed informati ne hanno preso piena consapevolezza a cavallo della fine del 1942, dopo E1 Alamein e
Stalingrado, altri si sono arresi all'evidenza solo dopo l'invasione della Sicilia e la successiva
avanzata degli Alleati sul continente. La speranza di un ribaltamento della situazione grazie alle
misteriose "armi segrete" di Hitler illude, tra i militari, solo un piccolo manipolo d'ingenui.
Perciò, indipendentemente da ogni ragionamento politico, non si può negare una certa dose di
generosità in coloro che hanno consapevolmentescelto di schierarsi dalla parte dei sicuri perdenti. Subentra inoltre in molti dei comandanti rimasti al nord (Botto, Baylon, Vizzotto,
Alessandrini, Visconti ecc.) la convinzione che, senza un imcegno
diretto dei militari italiani, i
.
tedeschi avrebbero preso il potere assoluto, con conseguenze facilmente irnrnaginabili per gli italiani tutti. Un'ultima considerazione va tenuta presente. La nomina di Emesto Botto, un tenente
colonnello, a capo supremo dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana (ANR)lascia intendere a
tutti che esista una forte volonià di rinnovamento, spazzando via la burocratica inerzia degli alti
comandi che così cattiva prova avevano dato nella generale conduzione della guerra e, in particolare, nelle convulse giornate dell'arrnistizio. Questa presa di potere da parte dei ranghi subaltemi, che negli oltre tre anni del conflitto avevano pagato di persona le inconcludenti strategie
degli Stati Maggiori, aveva tutta l'aria di un salutare ricambio ai vertici. In sintesi: via i burocrati
e largo agli uomini d'azione. Non tutte le aspettative si realizzeranno, ma questo è indubbiamente il contesto in cui ognuno ha dovuto scegliere da che parte stare.
Vizzotto è amico personale di Ernesto Botto, ne apprezza il coraggio, l'integrita morale, il
forte spirito patriottico. Non ha percib molte esitazioni nel manifestare le sua adesione all'ANR.
Durante il mese di ottobre si sposta frequentemente a bordo di un Saiman 202, un piccolo aereo
da collegamento, tra Roma, Padova, Aviano (dove risiede la famiglia), Firenze, Caselle e Milano
per prendere parte ad incontri e colloqui relativi alla struttura di comando della nuova forza
aerea. Le varie iniziative locali sorte spontaneamente vanno indirizzate verso una struttura snella
ma ordinata. Ad Antonio Vizzotto è assegnata la responsabilità di organizzare uno dei due
Gruppi da Caccia previsti nell'ordinamento, mentre Adriano Visconti si occupa dell'altro.
Vizzotto si mette subito in moto e, godendo di un forte ascendente fra i suoi uomini, porta quasi
interarn&nteil "suo" 150" Gruppo nella nuova unità, denominata II Gruppo Caccia. In particolare, la struttura di comando vi aderisce al completo: i tre ultimi comandanti di Squadriglia, il
tenente Ugo Drago, il capitano Mario Bellagambi ed il tenente Giuseppe Gianelli assumono il
comando delle tre nuove squadriglie, battezzate rispettivamente "Gigi tre osei", "Diavoli rossi" e
"Gamba di ferro". L'origine delle denominazioni è trasparente: la prima rievoca il Gruppo d'origine, la seconda il 3" Gruppo che ha condiviso le operazioni in Sicilia sui Bf 109, la terza il rniti-
1
Da sinistra.
I1 tenente colonnello Botto in
visita all'amico maggiore
V i t t o . Sul giubbotto del primo
spicca il "Cavallino rampantey'
del 4- Stormo, mentre sul
camiciotto del secondo si nota
l'emblema del 'Gigi tre miy'.
I1 maggiore V i t t o a Sciacca
davanti ai muso di un Bf 109 G
del suo reparto (Arch. G.
Apostolo).
il maggiore V i t t o accanto ad
un carro armato leggero italiano
tipo L. 40,dotato di un cannonemitragliera da 20 mm.
STORIA
23
Sicilia, primavera 1943. I1
maggiore Vizzotto (accosciato)
con un gruppo di suoi piloti in
tenuta di volo davanti a un
Messerschmitt Bf 109 di fresca
assegnazione al 150' Gruppo.
(13) I1 15 aprile 1944 I'Ispettorato Caccia venne ndenominato
"Comando Caccia" con dirette
responsabilità operative sui due
Gruppi Caccia esistenti.
(14) Si tratta dei prodromi dell'operazione "Phonix", orchestrata dal comandante della 2"
Luftflotte in Italia, Feldmaresciailo Wolfram von Richthofen,
e poi fallita per la forte opposizione italiana.
co comandante Botto. Messo a punto il nuovo reparto, Vizzotto viene nominato comandante
della la Squadra Aerea a Milano mentre il comando del Ii Gruppo passa al collega Alessandrini.
il 30 dicembre 1943 un lieto evento familiare si inserisce nella movimentata routine professionale di Vizzotto, la nascita della terzogenita Clara.
I1 5 marzo 1944 i comandi di Squadra Aerea assumono la denominazione di comandi di
Zona Aerea Temtoriale (ZAT). Vizzotto lascia la la ZAT il lo aprile 1944 e diventa Ispettore
della Caccia, con compiti di supervisione ed indiizzo dei reparti deiia specialità, costituita da
due Gruppi già attivi ed uno in formazione (13).Nel frattempo Botto si è dimesso dalla carica di
Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica per contrasti con Farinacci e con i tedeschi; gli subentra il generale Anigo Tessari, già comandante di Vizzotto in Albania. In luglio anche Vizzotto ha
un duro confronto con i tedeschi, che desiderano inquadrare l'aviazione italiana come "Legione"
della Luftwaffe (14) ed il 24 giugno rinuncia all'incarico. Nei mesi successivi la situazione sembra chiarirsi favorevolmente e Vizzotto in ottobre riprende servizio, quale comandante della 2"
ZAT a Padova. Qui passa l'ultimo inverno di guerra: il 25 aprile il conflitto si conclude con la
resa, avvenuta a Padova senza spargimenti di sangue.
La tragica fine
La fine della guerra segna anche l'inizio delle traversie personali del tenente colonnello
ringraziano sentitamente la famiglia Kuotto e Paolo Pisanò
per l'insostituibile collaborazione. Le fotografie, salvo quando
diversamente indicato, provengono dall'archivio della famiglia
Kmrto.
Vizzotto. I1 30 aprile è arrestato dai partigiani, accusato di collaborazionismoe imprigionato per
60 giorni. Sottoposto al processo di epurazione, è sospeso dal servizio e quindi cancellato dai
ruoli degli ufficiali, con perdita del grado. Entrambi i provvedimenti sono poi revocati (e considerati come mai avvenuti) negli anni successivi. I1 l o marzo 1948 è reiscritto nei ruoli degli ufficiali dell'Aeronautica Militare e reintegrato nel grado, ma rimane sottoposto a procedimento di
epurazione. Ii 6 aprile è congedato d'autorità, il 22 dello stesso mese è prosciolto dall'accusa di
coliaborazionismo ma condannato ad un anno di sospensione dall'impiego. In sede di riesame la
condanna è poi commutata, il 4 marzo 1950, in 60 giorni di arresti in fortezza.
Profondamente amareggiato e ferito nell'assoluta buona fede con la quale aveva difeso la
sua scelta, rivendicandone il valore unicamente patriottico, Antonio Vizzotto lascia per sempre
l'Aeronautica e di conseguenza il volo, compagno inseparabile per oltre tre lunghi lustri. Per
vivere si adatta a fare, con un certo successo dopo le difficoltà iniziali, il rappresentante di prodotti chimici. Ma la ferita è ancora aperta. Sempre più spesso rievoca in famiglia, con crescente commozione e dolore, la perdita di tanti compagni di volo. Finché un giorno decide di farla
finita. Acquista tre bambole, una per ciascuna delle tre figlie. Si allontana verso Sesto S.
Giovanni sulla sua "600", accosta al marciapiede, posa le bambole sul cruscotto e si spara un
colpo alla tempia. È il 5 settembre 1956. Le ragioni profonde di questo gesto rimangono il
segreto di un'anima che è doveroso rispettare. Ma non è difficile immaginare che vi abbia giocato un ruolo determinante il dolore ancora vivo del forzato abbandono della carriera di ufficiale pilota e, forse ancora di più, l'amarezza della rinuncia al volo. La vita del comandante
Antonio Vizzotto, decorato di tre medaglie d'argento e di due di bronzo al valor militare, ha
iniziato a spegnersi quando l'appassionato pilota ha smesso di volare.
Due immagini che documentano i
numerosi attacchi aerei che
ridussero rapidamente
I'efncienza del 150" Gruppo. In
primo piano, nella foto di sinistra,
un autocarro Fiat 666 della 363"
Squadriglia e, nell'altra, il
comandante del 150"davanti alla
'1100' di servizio bucherellata
dalle schegge.
Fonti e bibliografia
Libretto di volo del ten. col.
Antonio Vizzotto, archivio fam.
Vizzotto
Registro voli 33' Squadriglia
OMS, AUSSMAM, Roma
Diario Storico 367 Squadriglia,
I940,AUSSMAM. Roma
Diario Storico 150" Gruppo,
1941,AUSSMAM, Roma
Diario Storico Aeronautica Repubblicana,AUSSMAM, Roma
Bollettini di Guerra del Comando Supremo, Ministero della Difesa, SME, Roma, 1970
Alegi, G., Messerschmitt Bf 109
italiani, La Bancarella aeronautica, Torino, 2002
D'Amico, F., Valentini, G., The
Messerschmitt 109 in Italian service, Boylston, Monogram, 1985
Emiliani, A., Ghergo, F., Ali in
Spagna, Milano, Giorgio Apostolo Editore, 1997
Shores, C., Ring, H., Fighters
over ihe desert, London, Neville
S p n n a n , 1969
Tarantola, E., Il 150°. 151" 153"
Gruppo Caccia, Roma, SMA,
1987.
Il tenente colonnello Vizzotto in
visita, quale comandante della la
ZAT, a un reparto di
paracadutisti della RSI. Sui
baveri delle uniformi i gladi
hanno sostituito le steliette,
mentre dal simbolo
dell'Aeronautica sul berretto b
sparita la corona.
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