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IL PENNARELLO MAGICO
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Partendo dall’incipit di Domenico Notari e con il coordinamento dei
propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e
delle classi appresso indicate:
Scuola Primaria “Michele Coppino” di Torino – classe IIIB
Scuola Statale Italiana di Madrid (Spagna) - classe IIIA
Scuola Primaria “Vittorio Scialoja” di Procida (NA) classi IIIE/F (plesso Chiaiolella)
Direzione Didattica di Viadana (MN) – classe IIIC
I. C. "Europa Unita" di Afragola (NA) – classe IIIB
Istituto Italiano Statale Comprensivo di Barcellona (SPAGNA) - classi IIIA/B
Istituto Comprensivo “Castaldi Rodari” III Circolo di Boscoreale (NA) - classi IIIA/B
Istituto Comprensivo “G. Verga” di Riposto (CT) classe IIIA plesso” S. Quasimodo”
Istituto Comprensivo 3 “Rodari-Annecchino” di Pozzuoli (NA) classi IIIA/B
Istituto Comprensivo “Don Milani-Aliperti” di Marigliano (NA) - classe IIIE
Editing a cura di: Silvia Tortorella
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali
Ente Formatore per docenti accreditato MIUR
Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani
Staffetta Bimed/Exposcuola 2013
La pubblicazione rientra tra i prodotti del Percorso di Formazione per Docenti “La Scrittura
Strumento indispensabile di evoluzione e civiltà” II livello. Il Percorso di Formazione è promosso
dal MIUR Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per il Personale Scolastico Ufficio
VI e si organizza in interazione con l’Istituto Comprensivo “A. De Caro” di Lancusi/Fisciano (SA)
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Monitoraggio dell’azione
e delle attività formative collegate
Maurizio Ugo Parascandolo
Responsabili di Area per le comunicazioni, il
coordinamento didattico, l’organizzazione
degli Stages, le procedure e l’interazione con
le scuole, le istituzioni e i fruitori del Percorso
di Formazione collegato alla Staffetta 2013
Linda Garofano
Marisa Coraggio
Andrea Iovino
Area Nord
Area Centro
Area Sud
Segreteria di Redazione
e Responsabile delle procedure
Giovanna Tufano
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Responsabile per l’impianto editoriale
Silvia Tortorella
Grafica di copertina:
Valentina Caffaro Rore, Elisa Costanza
Giuseppina Camurati, Iulia Dimboiu, Giulia
Maschio, Giulio Mosca, Raffaella Petrucci,
Dajana Stano, Angelica Vanni - Studenti
del Corso di Grafica dell’Istituto Europeo
di Design di Torino, Docente Sandra Raffini
Impaginazione
Bimed Edizioni
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Amministrazione
Rosanna Crupi
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola
2013 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dai
Comuni che la finanziano perché ritenuta
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2013 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta,
Cetara, Pinerolo, Moncalieri, Susa, SaintVincent, Castellamonte, Torre Pellice, Castelletto Monferrato, Forno Canavese,
Rivara, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese. Si
ringrazia, inoltre, il Consorzio di Solidarierà Sociale “Oscar Romero” di Reggio
Emilia, Casa Angelo Custode di Alessandria, Società Istituto Valdisavoia s.r.l. di
Catania, Associazione Culturale “Il Contastorie” di Alessandria, Fondazione
Banca del Monte di Rovigo.
La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione
degli Eventi di presentazione dei Racconti 2013 dai Comuni di Bellosguardo,
Moncalieri, Ivrea, Salerno, Pinerolo, Saint
Vincent, Procida e dal Parco Nazionale
del Gargano/Riserva Naturale Marina
Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato
per il buon esito della Staffetta 2013 e
che nella Scuola, nelle istituzioni e nel
mondo delle associazioni promuovono
l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle
nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche
e agli Uffici Scolastici Provinciali che si
sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S.
E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2013 con uno dei premi
più ambiti per le istituzioni che operano
in ambito alla cultura e al fare cultura, la
Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo Prot.
SCA/GN/0776-8 del 24/09/2012.
Partner Tecnico Staffetta 2013
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2013:
i Partner tecnici
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
ADD e EDT Edizioni - Torino;
il partner Must
Certipass, Ente Internazionale Erogatore
delle Certificazioni Informatiche EIPASS
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2013 viene stampata in parte su
carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il
rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi
intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono
risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2012/2013
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo)
senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati
unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura
Bimed/ExpoScuola.
PRESENTAZIONE
dedicato alle maestre e ai maestri
… ai professori e alle professoresse,
insomma, a quell’esercito di oltre mille
uomini e donne che anno dopo anno
ci affiancano in questo esercizio straordinario che è la Staffetta, per il sottoscritto, un miracolo che annualmente
si ripete. In un tempo in cui non si ha la
consapevolezza necessaria a comprendere che dietro un qualunque prodotto vi è il fare dell’essere che è, poi,
connotativo della qualità di un’esistenza, la Staffetta è una esemplarità su
cui riflettere. Forse, la linea di demarcazione che divide i nativi digitali dalle
generazioni precedenti non è nel fatto
che da una parte vi sono quelli capaci
di sentire la rete come un’opportunità
e dall’altra quelli che no. Forse, la differenza è nel fatto che il contesto digitale che sempre di più attraversa i nostri
giovani porta gli individui, tutti, a ottenere delle risposte senza la necessità
di porsi delle domande. Così, però, è
tutto scontato, basta uno schermo a risolvere i nostri bisogni… Nel contempo,
riflettere sul senso della nostra esistenza
è sempre meno un bisogno e il soddisfacimento dei bisogni ci appare come
il senso. Non è così, per l’uomo, l’essere,
non può essere così.
Ritengo l’innovazione una delle più rilevanti chiavi per il futuro e, ovviamente, non sono contrario alle LIM, a
internet e ai contesti digitali in generale, sono per me un motore straordinario e funzionale anche per la relazione
tra conoscenza e nuove generazioni,
ma la conoscenza è altro, non è mai e
in nessun caso l’arrivo, l’appagamento
del bisogno… La conoscenza è nella
capacità di guardare l’orizzonte con la
curiosità, il piacere e la voglia di conquistarlo, questo è! Con la staffetta il
corpo docente di questo Paese prova
a rideterminare una relazione con l’orizzonte, con quel divenire che accomuna
e unisce gli uomini e le donne in un afflato di cui è parte integrante il compagno di banco ma, pure, il coetaneo che
a mille chilometri di distanza accoglie la
tua storia, la fa sua e continua il racconto della vita insieme a te… In una
visione di globalizzazione positiva.
Tutto questo ci emoziona anche perché è in questo modo che al bisogno
proprio (l’egoismo patologico del nostro tempo), si sostituisce il sogno di
una comunità che attraverso la scrittura, insieme, evolve, cresce, si migliora. E se è vero come è vero che
appartiene alla nostra natura l’essere
parte di una comunità, la grande
scommessa su cui ci stiamo impegnando è proprio nel rideterminare
con la Staffetta una proficua interazione formativa tra l’innovazione e la
cultura tipica dei tanti che nell’insegnare hanno trovato… il senso.
Dedico questo breve scritto ai docenti ma vorrei che fossero i genitori e
gli studenti, gli amministratori e le imprese, la comunità e l’attorno, a prendere consapevolezza del fatto che è
proprio ri/partendo dalla Scuola che
potremo determinare l’evoluzione e la
qualificazione del nostro tempo e
dello spazio in cui viviamo. Diamoci
una mano, entriamo nello spirito della
Staffetta, non dividiamo più i primi
dagli ultimi, i sud dai nord, i potenti
dai non abbienti…
La Staffetta è, si, un esercizio di scrittura che attraversando l’intero impianto curriculare qualifica il contesto
formativo interno alla Scuola e, pure,
l’insieme che dall’esterno ha relazione
organica e continuativa con il fare
Scuola, ma la Staffetta è, innanzitutto,
un nuovo modo di esprimersi che enuclea nella possibilità di rendere protagonisti quanti sono in grado di
esaltare il proprio se nel confronto,
nel rispetto e nella comunanza con
l’altro.
Andrea Iovino
L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola
italiana.
Quando Bimed ci ha proposto di
operare in partnership in questa importante avventura non ho potuto far a
meno di pensare a quale straordinaria
opportunità avessimo per sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti
ancora sconosciuto, tema di “innovazione e cultura digitale”.
Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia, di Rete e di 2.0,
ma cosa sono in realtà e quali sono le
opportunità, i vantaggi e anche i pericoli che dal loro utilizzo possono derivare?
La Società sta cambiando e la
Scuola non può restare ferma di
fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie ha
portato anche nella didattica: cambia il metodo di apprendimento e
quello di insegnamento non è che una
conseguenza naturale e necessaria
per preparare gli “adulti di domani”.
Con il concetto di “diffusione della
cultura digitale” intendiamo lo svi-
luppo del pensiero critico e delle
competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i nostri ragazzi
a districarsi nella giungla tecnologica
che viviamo quotidianamente.
L’informatica entra a Scuola in modo
interdisciplinare e trasversale: entra
perché i ragazzi di oggi sono i “nativi
digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e
che porta inevitabilmente la Scuola a
ridisegnare il proprio ruolo nel nostro
tempo.
Certipass promuove la diffusione della
cultura digitale e opera in linea con le
Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e
nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del
contesto sociale contemporaneo.
Poter anche soltanto raccontare a
una comunità così vasta com’è quella
di Bimed delle grandi opportunità che
derivano dalla cultura digitale e dalla
capacità di gestire in sicurezza la re-
lazione con i contesti informatici, è di
per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di
organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e
considerato anche che è acclarato il
dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di
alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano,
Research, Quality, Competitiveness.
European Union Technology Policy for
Information Society II- Springer 2012)
non soltanto di carattere digitale, ci è
apparso doveroso partecipare con
slancio a questo format che opera
proprio verso la finalità di determinare
una cultura in grado di collegare la
creatività e i saperi tradizionali alle
moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro,
partecipazione e condivisione… I
docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica, i giovani a inventarsi un pezzo di una storia che poi
vivono e condividono grazie al web
con tanti altri studenti che altrimenti,
molto probabilmente, non avrebbero
mai incontrato e, dulcis in fundo, le
pubblicazioni…
Il libro che avrete tra le mani quando
leggerete questo scritto è la prova
tangibile di un lavoro unico nel suo
genere, dai tantissimi valori aggiunti
che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia,
le nostre tradizioni e la nostra civiltà
all’innovazione tecnologica e alla
cultura digitale. Certipass è ben lieta
di essere parte integrante di questo
percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
DOMENICO NOTARI
Tintoretto era un bambino così povero che a scuola,
quando la maestra diceva: «Bambini, disegnatemi un
bel prato con i papaveri e i fiordalisi», era costretto a
disegnare in bianco e nero. Possedeva, infatti, solo
una matita, tanto consumata da sembrare il moccolo di
una candela. Vedeva i suoi compagni aprire astucci di
pastelli ricchissimi, a dodici, a ventiquattro colori, e un
po’ li invidiava.
Un giorno, sul ciglio della strada, trovò un vecchio
pennarello nero. Le persone lo avevano calpestato
tante volte che ormai era tutto ammaccato e sporco di
fango. Tintoretto lo raccolse e lo portò a casa. Dopo
averlo ripulito per bene con un panno di lana, lo mise
nella cartella, accanto alla matita. “Si faranno compagnia” si disse.
La mattina seguente, quando la maestra chiese: «Bambini, disegnatemi una bella spiaggia col sole, il mare e
gli ombrelloni», Tintoretto tirò fuori il suo pennarello: “È
14
nero, lo so, non sarà un gran cambiamento, ma almeno
si sgranchirà le gambe, poverino. Chissà da quanto
tempo era sulla strada”. Ma quale fu la sua meraviglia,
quando cominciò a tracciare il primo raggio di sole.
Invece del nero, sul foglio bianco apparve una bella
linea gialla, compatta e uniforme. E Tintoretto continuò
a meravigliarsi, perché il pennarello diventò blu per
fare il mare, marroncino per colorare la sabbia e gli
scogli, e rosso, verde, viola, per riempire gli spicchi
degli ombrelloni. Quel pennarello era magico!
Tintoretto, si sentì il bambino più felice della Terra: finalmente poteva esprimersi con tutti i colori del Mondo e
forse pure dell’Universo. Ma...
15
CAPITOLO PRIMO
La scomparsa di quel magico
mondo di colore
... ad un certo punto il pennarello prese vita e chiese a
Tintoretto di seguirlo per condurlo in un ambiente magico nel quale, ogni tanto, il Signor Pennarello si recava
per fare il pieno di colore! In cambio però, il bambino
dovette promettergli che non avrebbe mai svelato a
nessuno l’esistenza di quel luogo incantato, e avrebbe
saputo mantenere il segreto. Quindi, Tintoretto fu invitato
a chiudere gli occhi e quando li poté riaprire pensò di
non aver mai visto nulla di più bello. In quel mondo magico tutto era colore, e, ad ogni passo il fanciullo era
estasiato dalla purezza e dalla varietà dei colori che lo
circondavano, sembrava di stare sulla tela di un pittore,
del pittore più creativo del mondo. Quale occasione
unica aveva ricevuto. Pensò che forse si trattava di un
sogno e ne era così convinto che perse il senso del
tempo e si addormentò con la sensazione di sognare
all’interno di un sogno, fatto di colore e delle sue infinite
possibilità. Ma il tempo passava così lieto e rapida-
16
La scomparsa di quel magico mondo di colore
mente, che quando si svegliò erano già le otto di sera
e i suoi genitori erano in pensiero per lui. Come per l’andata, Tintoretto chiuse gli occhi e con l’aiuto del pennarello magico, si ritrovò a casa, dove cercò una
giustificazione per il suo insolito ritardo.
Papà Mario e mamma Lucia ascoltarono il suo goffo tentativo di scusarsi e poi lo abbracciarono con serenità.
Gli dissero che ne avrebbero parlato ancora, ma dopo
cena. Del resto il papà era solito dirgli che con la pancia piena ci si poteva spiegare meglio. Erano una famiglia con poche risorse economiche, ma una grande
inesauribile fonte di energia, l’amore che li univa caldo,
vero, variopinto. Presto Tintoretto poté far ritorno in quel
magico mondo di colore dal quale non si sarebbe più
allontanato, se solo avesse potuto portarci anche i suoi
affetti più cari. C’erano alberi che, come rami e foglie,
avevano frange di luce e di colore. Al posto dei nidi,
fra i rami, c’erano uova di pennarello e pennarelli volanti. Quando Tintoretto entrava lì dentro lasciava fuori
tutto il grigio della miseria, tanta era la ricchezza del
colore.
Capitolo primo
17
Nonostante le raccomandazioni ricevute, un giorno sentì
dentro di sé irrefrenabile il desiderio di condividere la
sua esperienza con qualcuno, con un amico speciale.
Pensò a Luca, il bambino che nella sua classe lo faceva
sentire sempre e comunque importante, voleva solo fargli un regalo per consolidare la loro amicizia. Si disse
che infondo non avrebbe fatto nulla di male. Del resto
ormai a scuola tutti sapevano del suo fantastico pennarello. Pensavano che fosse un costosissimo prodigio
della tecnologia, ma lui non se lo sarebbe mai potuto
permettere, tuttavia non fece nulla per smentire questa
convinzione. Venne l’ora di scendere in refettorio, e poiché Tintoretto sedeva vicino alla finestra dalla quale
riusciva a vedere uno spicchio di luce e di mondo, decise di appoggiare sul davanzale il suo pennarello,
avrebbe respirato anche lui un po’ di aria fresca. Poi, al
rientro, lo avrebbe preso per spiegare tutto a Luca.
Dopo la mensa però, al ritorno dal pranzo, Tintoretto
non riuscì più a trovare quel colore che tanto lo aveva
reso felice. Alcuni suoi compagni, vedendo la sua disperazione, lo aiutarono nella ricerca. Sapevano
18
La scomparsa di quel magico mondo di colore
quanto lui ci tenesse, lo avevano capito quando lui con
gentilezza e generosità, seguita da un filo di preoccupazione, glielo aveva prestato. Ora con spirito di squadra dovevano cercarlo, ma il primo tentativo fu vano e
i compagni decisero di accompagnare a casa il povero
Tintoretto. Solo un gruppetto ristretto della classe se ne
stava disinteressatamente in disparte. Lungo la strada
di casa Tintoretto cominciò a fantasticare su dove fosse
finito il suo pennarello; e poi chissà, se nelle mani di
qualcun altro il pennarello avrebbe saputo produrre
quegli arcobaleni senza fine, quelle strade di colore
quei disegni che gli riempivano le giornate da quando
lo aveva trovato e portato con sé. Giunto a casa salutò
i suoi amici e, sconsolato, chiuse la porta dietro di sé.
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
Alla ricerca del Pennarello
Magico
Sbam! Fu il rumore della porta. Tintoretto entrò e salutò
Trigo, un draghetto di peluche che gli aveva regalato
Luca.
La casa di Mario e Lucia era abbastanza grande, ma
non aveva molti mobili. Dalle pareti si sentivano un po’
i passi e le voci dei bambini dei vicini quando giocavano a pallone in casa. Erano due fratelli, molto simpatici, e con Tintoretto erano molto amici; giocavano
spesso a nascondino nel giardino del palazzo.
«Dammi un bacio!» gli disse subito la mamma vedendolo
entrare, poi si abbracciarono stretti. «È andata bene a
scuola?» Ma lo vide molto pensieroso, si chiese che
cosa poteva essere successo e aggiunse: «Per quale
motivo sei così triste e sconsolato Tint» perché in casa
lo chiamavano così «amore di mamma?»
«Ho perso il mio pennarello nero» rispose Tintoretto.
«Quale pennarello?» gli chiesero.
20
Alla ricerca del Pennarello Magico
«Beh l’unico che avevo» spiegò lui «quello nero e malridotto che avevo trovato in strada. Sono di cattivo
umore, anzi sono tristissimo!»
«Non ti devi preoccupare, ciccio!»
A Tint piaceva tanto quando il papà lo chiamava ciccio, ora però si sentiva contemporaneamente felice e
disperato.
«Vedrai che lo ritroverai!» riprese la mamma «Dove lo
avevi lasciato l’ultima volta?»
«Lo avevo lasciato sul davanzale della finestra durante
l’orario di pranzo» rispose Tint «per fargli prendere aria».
«Hai chiesto ai compagni se lo hanno visto da qualche
parte?» fecero i suoi.
«Cero, lo hanno cercato insieme a me, ma niente da
fare. Abbiamo guardato da tutte le parti, soprattutto
Luca».
E il padre gli chiese: «Luca è forse il bambino che ti accompagna sempre a casa il pomeriggio?»
«Proprio lui» riprese Tint «oggi non è venuto perché era
occupato a cercare il pennarello nel cortile della
scuola. Gli unici che non mi hanno aiutato per niente
21
Capitolo secondo
sono stati Antonio e Claudia. Loro non sono proprio miei
amici. Una volta mi hanno anche rotto la punta della
matita apposta per farmi un dispetto. È per quello che a
forza di temperarla si è ridotta come un moccolo di candela».
Quella sera Tint la trascorse tristemente in camera sua,
ricordando il suo amico pennarello che lo aiutava ad
avere più colori e più energia, lo portava in viaggio
verso mondi fantastici e lo faceva sentire coraggioso e
sicuro di sé.
L’aula della terza A era grande e luminosa e aveva due
porte, una che si apriva sul corridoio e l’altra riservata
alle emergenze; nell’angolo si trovava una lavagna interattiva; vi erano poi sei scaffali in tutto, pieni di libri
colorati, messi in fila lungo le pareti, e molte foto dei fratellini dei bambini e disegni. Gli alunni erano in tutto ventinove.
Che brutta sorpresa ebbe Tint l’indomani quando vide
che Antonio e Claudia avevano il Signor Pennarello in
mano e Claudia diceva agli altri: «Abbiamo noi il pennarello supertecnologico di Tint! Ah ah ah!»
22
Alla ricerca del Pennarello Magico
Tint diventava sempre più nervoso e vedeva il suo
mondo di colori allontanarsi sempre di più.
«È vero! E non glielo daremo indietro per nessun motivo!»
fece Antonio.
Tint corse allarmato dalla maestra: «Maestra! Maestra!
Claudia e Antonio mi hanno preso il pennarello!»
«Bambini, adesso basta!» gridò lei «Ridate subito il pennarello a Tint o rimarrete senza ricreazione e vi metterò
una nota sul diario!»
Finita la giornata più difficile dell’anno, Tint era sulla via
del ritorno a casa, ma scoprì che il pennarello aveva il
tappo più chiaro del solito.
Continuava a dire: «Ciao Signor Pennarello! Come
stai?», ma restava senza risposte. Uscì il sole all’improvviso da dietro una nuvola e Tint ebbe un’illuminazione:
«Antonio e Claudia hanno ancora il pennarello autentico!».
Allora decise di andare a casa di Antonio, perché era
giusto dietro l’angolo, per tentare di parlare pacificamente. Arrivò davanti alla porta, il citofono fece dindon, ma non rispose nessuno. La mamma del suo
23
Capitolo secondo
compagno di classe tornò poco tempo dopo, era uscita
- gli spiegò - per recarsi in biblioteca; aveva dovuto richiedere in prestito un libro sulla vita ed i comportamenti
degli animali da consultare per una ricerca di scienze.
Quello che scoprì entrando, era che i due ragazzini ne
avevano approfittato per uscire e le avevano lasciato
sul frigo un bigliettino: “Mamma, non ti preoccupare,
esco con Claudia e torneremo tra mezz’ora. Ah! Abbiamo con noi un nuovo pennarello molto tecnologico!”
I due erano andati al parco e, mentre provavano a colorare un disegno, il Signor Pennarello si animò, si presentò loro in modo sorprendente e li portò con sé in un
mondo di labirinti.
Il mondo di labirinti era composto da tante stanze,
quando Claudia e Antonio entravano in una, la porta si
chiudeva e sulle finestre e sulle vetrate apparivano
delle immagini.
In una stanza c’era una bambola che chiese loro che
cosa stessero facendo nel mondo dei labirinti. Antonio
e Claudia restarono qualche istante a bocca spalancata, poi dissero che il Signor Pennarello li aveva por-
24
Alla ricerca del Pennarello Magico
tati lì e che, però, non sapevano per quale motivo.
Claudia disse alla bambola che volevano sapere come
si faceva a tornare in città e lei indicò una finestra. Dai
vetri videro la mamma di Antonio che leggeva un libro
sugli animali. Entrarono nella stanza accanto e stavolta,
dalla vetrata, videro Tintoretto che giocava nella cameretta di Antonio con i giocattoli che aveva trovato lì,
e piangeva mentre parlava con l’altro pennarello,
quello senza poteri. A quel punto si sentirono malissimo:
«Oh poveretto!» esclamarono.
Di colpo capirono di aver fatto una cosa orribile e...
25
Capitolo secondo
CAPITOLO TERZO
Il Signor Pennarello
… cercarono disperatamente di uscire dal mondo dei
labirinti. Antonio e Claudia, pieni di sensi di colpa,
scongiurarono il Signor Pennarello di farli uscire da
quel luogo angoscioso.
«Aprite la finestra» suggerì Signor Pennarello «e disegnate sul pavimento un arcobaleno!»
Antonio e Claudia eseguirono timorosi, appena finito
di disegnare l’ultima fascia, quella viola, l’arcobaleno
si lanciò dalla finestra formando un ponte che si perdeva nella nebbia.
I due amici si girarono verso Signor Pennarello che
disse con durezza: «Saltate sull’arcobaleno e percorretelo fino alla fine».
Antonio e Claudia, con grande circospezione, salirono
sull’arcobaleno e cominciarono a percorrerlo; sul
ponte-arcobaleno volavano tanti pennarelli che cercavano di colpirli, come becchi di piccione. I bambini
26
Il Signor Pennarello
si riparavano il volto e correvano all’impazzata cercando di scacciare i pennarelli-piccione.
All’improvviso i pennarelli-piccione volarono via come
ubbidendo ad un richiamo; con un sospiro di sollievo
Antonio e Claudia proseguirono il cammino, ma sul
ponte-arcobaleno si aprì un bivio e un cartello indicava a sinistra “ESSERE” e a destra “AVERE”. I due
bambini si guardarono indecisi, incerti su dove andare,
si consultarono e decisero di prendere il sentiero di sinistra decidendo di cambiare il loro modo di essere.
Il ponte-arcobaleno si ricompose e proseguirono, ma
più avanti si trovarono di fronte tre porte, di colore diverso: su quella rossa era disegnata una mano chiusa
a pugno, su quella verde una mano aperta, su quella
blu una con l’indice puntato. Antonio e Claudia ci pensarono un po’ su, poi si guardarono negli occhi e aprirono la porta verde, avevano capito che era quella
della “disponibilità”.
Il cammino ora era più agevole, erano in discesa... ma
ecco apparire un pavimento con tante mattonelle, su
ognuna era scritta una lettera dell’alfabeto.
27
Capitolo terzo
«E adesso che succede???» esclamò, ormai sfinito, Antonio.
Claudia osservò il pavimento avanti a sé con grande
attenzione, poi disse: «Ricordi quel vecchio film di Indiana Jones, si passava saltando sulle mattonelle che
formavano una parola… ci sono… seguimi!!!»
Saltò sulla A, sulla M, poi I, C, I, Z, I, A.
«AAAAAAAHHHHH!!!!»
Il ponte-arcobaleno si era tramutato in uno scivolo che
li catapultò proprio davanti alla porta della casa di
Antonio. Bussarono, Tintoretto aprì e Antonio e Claudia, spaventati, con gli occhi gonfi di lacrime e il viso
punteggiato di graffi colorati, ma orgogliosi per aver
superato le prove dell’arcobaleno, balbettarono delle
scuse: «Perdonaci, ti abbiamo ingannato, il pennarello
che ti abbiamo restituito non era il tuo. Prendi è questo!» e gli porsero Signor Pennarello che guizzò dalle
mani di Antonio alla spalla destra di Tintoretto. Subito
prese a strusciarsi al viso, facendo le fusa.
Il viso di Tintoretto si tinse di uno splendido sorriso e si
apprestò a restituire il pennarello falso, ma Antonio e
28
Il Signor Pennarello
Claudia gli dissero di tenerlo, glielo regalavano. Tintoretto osservò con tenerezza i due pennarelli e li mise
nel taschino della camicia. Al calduccio, nel taschino
Signor Pennarello abbracciò il pennarello falso, pensò
di aver finalmente trovato un amico e lo strinse, lì nel
taschino di Tintoretto.
Tintoretto rientrò a casa e trovò mamma Lucia che gli
chiese sorpresa: «Come mai questa faccia così allegra?».
Il bambino estrasse dal taschino i due pennarelli ed
esclamò: «Ho ritrovato il mio Pennarello… ed anche un
suo amico!!!»
L’indomani, nel cortile della scuola, Tintoretto si avvicinò ad Antonio e Claudia che, imbarazzati, si erano
messi in disparte, e li invitò ad entrare a scuola insieme.
Entrarono in classe e tutti gli sguardi si puntarono su di
loro; tutti presero a bisbigliare incuriositi, chiedendosi
come mai quei tre erano diventati amici.
In pochi minuti la notizia si diffuse. Luca, il migliore
amico di Tintoretto, si guardava intorno, aveva capito
che c’era qualcosa di diverso nell’aria e si chiedeva
29
Capitolo terzo
come mai Tintoretto sembrava così legato ad Antonio
e Claudia, proprio loro che non l’avevano mai considerato degno di amicizia.
Entrò la maestra con un nuovo compito da fare: un bel
disegno che raffigurasse l’amico del cuore. Tintoretto, subito, di getto, pensò di disegnare Antonio e Claudia, ma
più si sforzava di colorarlo più il disegno restava in
bianco e nero, sembrava quasi che Signor Pennarello non
fosse d’accordo sul soggetto. I ragazzi consegnarono i
loro disegni alla maestra che li guardò tutti e li appoggiò
sulla cattedra; notò il disegno di Tintoretto, guardò il
bambino che ricambiò lo sguardo, imbarazzato e preoccupato. Cosa era successo al Signor Pennarello?
La maestra si rivolse ai suoi alunni e disse: «Che bei disegni, si vede che l’argomento vi è piaciuto. È bello
soprattutto il disegno di Luca che ha rappresentato
Tintoretto, il suo amico del cuore, si vede chiaramente
che prova nei suoi confronti una sincera amicizia».
Suonò la campanella e tutti si precipitarono in cortile
per l’intervallo. Luca si fece coraggio, si avvicinò a Tintoretto che stava solo soletto a pensare al disegno
30
Il Signor Pennarello
appena fatto e gli chiese: «Tu chi hai disegnato?»
Tintoretto provò molta vergogna, gli pareva di aver
tradito la fiducia del suo migliore amico e, sempre più
sconcertato dalle sue stesse azioni, lo abbracciò sussurrando: «Perdonami!»
Luca intuì i soggetti del disegno di Tintoretto; gli si dipinse il dispiacere sul volto e rientrò in classe con gli
occhi lucidi.
Dopo la scuola Tintoretto pensò di invitare a casa sua
per fare i compiti sia Luca, sia Antonio e Claudia. Tutti
accettarono, ma Luca non si presentò all’appuntamento. Tintoretto era molto dispiaciuto e Antonio e
Claudia proposero di telefonargli.
Rispose la mamma di Luca: «È uscito per raggiungervi!»
Dov’era Luca?
Un rumore improvviso richiamò i tre amici: era Signor
Pennarello che si stava agitando nel portapenne sul
tavolo. I tre si guardarono: Antonio prese un foglio lo
porse a Tint, che afferrato Signor Pennarello, cominciò
a disegnare Luca, al parco, che piangeva seduto su
una panchina.
31
Capitolo terzo
«È quella davanti alla fontana!» strillò Claudia.
I tre amici si lanciarono verso la porta e corsero al
parco, eccolo, Luca era lì, rapidamente gli andarono
incontro e…
32
Il Signor Pennarello
CAPITOLO QUARTO
Le parole dell’amicizia
... con tutto il fiato che avevano in corpo urlarono: «Lucaaaaaa!»
Il compagno, all’udire il suo nome, alzò il capo e,
quando vide Tint, Claudia e Antonio correre verso di lui,
subito sul suo volto comparve lo stupore, ma poi un velo
di tristezza lo oscurò.
“Come avevano fatto a trovarlo?”
Appena Tint fu di fronte all’amico, lo guardò e, teneramente, lo abbracciò: «Perché non sei venuto a casa mia
per fare i compiti? Ti aspettavamo! Eravamo preoccupati! Abbiamo telefonato a tua madre per sapere dove
tu fossi e ci ha detto che stavi arrivando, invece tu eri
qui al parco. Che cosa ti è successo? Perché piangi?»
Col volto triste e con gli occhi pieni di lacrime, Luca rispose singhiozzando: «Sono deluso e nello stesso tempo
arrabbiato. Sul tuo ritratto non c’era il mio volto e questo
dice al mio cuore che tu non mi consideri più il tuo migliore amico».
34
Le parole dell’amicizia
Tint abbassò il capo e per qualche istante tutti rimasero
in silenzio.
Nel parco si udivano solo il cinguettio degli uccellini, lo
scroscio dell’acqua della fontana e voci lontane e felici
di bambini.
«Luca, ti ricordi le parole del libro Cuore di Edmondo
De Amicis che abbiamo letto in classe con la nostra
maestra?» disse Tintoretto rivolgendosi all’amico «Dicevano che dobbiamo rispettarci, amarci e saper perdonare. Siamo come fratelli! Non è semplice essere amici.
Siamo tutti diversi, per questo è importante cercare di
capire il perché di certi nostri comportamenti. L’unico
modo è confrontarsi e parlarne insieme. Ho disegnato
Antonio e Claudia sul mio foglio perché in quel momento
ero consapevole di aver trovato due nuovi amici e non
certo perché tu non fossi più importante per me, o mi fossi
dimenticato del nostro legame».
Claudia con i suoi grandi occhi azzurri e i lunghi capelli
color oro, che quasi pareva una principessa, timidamente
e sottovoce disse: «Quante belle cose ci insegnano i libri,
a volte rispondono a tante nostre domande!»
Capitolo quarto
35
Antonio, che fino ad allora non aveva detto nulla, fece
un passo in avanti e appoggiò delicatamente la mano
sulla spalla di Luca: «Io e Claudia abbiamo commesso
una cosa orribile. Abbiamo rubato il pennarello magico
a Tint e gliene abbiamo dato uno falso in cambio. Lo
abbiamo imbrogliato!»
«Sì, è vero» aggiunse Claudia «ma ci siamo pentiti di
aver commesso un’azione così vergognosa e abbiamo
chiesto umilmente scusa a Tint!»
Sentendo quelle parole, dette con tono sincero e sommesso, le labbra di Luca si aprirono in uno smagliante
sorriso: «Ora capisco tutto e sono talmente contento,
che vorrei abbracciarvi fino allo sfinimento. Avevo un
amico, ora ne ho tre».
«Tutti per uno, uno per tutti!» urlò Tintoretto allungando
il braccio.
I quattro compagni appoggiarono a turno le loro piccole mani una sopra l’altra, con un gesto di grande amicizia e pace.
Improvvisamente, la tasca della camicia di Tintoretto
cominciò a muoversi come se qualcosa all’interno si agi-
36
Le parole dell’amicizia
tasse per uscire. Balzò fuori il pennarello falso che si
andò a posare sulla testa di Luca, dritto come uno stecchino e con un mezzo sorriso sulla faccia che non prometteva niente di buono.
Il pennarello magico aveva trasmesso con un semplice
abbraccio un po’ della sua magia al pennarello falso
che ora sapeva, non solo dell’esistenza del magico
mondo, ma anche delle regole che lo governavano.
Ed ecco che con occhi furbetti e sguardo ammaliante
disse con voce ingannevole e squillante: «Salve bambini! Sono il Pennarello Falso! Ho sentito con piacere che
ora siete diventati grandi amici e questo vi fa onore.
Ma... per caso... avete sentito parlare di un magico
mondo pieno di colori? Un luogo fantastico dove ci
sono tante stanze?»
Tintoretto domandò: «È il fantastico mondo dei colori in
cui mi ha condotto il mio pennarello magico?»
In quell’istante Tint si tappò la bocca con la mano, perché mentre pronunciava quella domanda, cominciarono
a risuonare nella sua mente le parole che gli erano state
dette prima di entrare in quel luogo incantato e che lo
Capitolo quarto
37
esortavano a non svelare ad alcuno di quel posto, ma
ormai era troppo tardi.
«No, è il mondo dei Labirinti!» intervennero Claudia e
Antonio.
«Mondo dei colori? Mondo dei Labirinti?» chiese Luca
e con tono deciso aggiunse «Voglio andarci anch’io!»
Il Pennarello Falso era riuscito nel suo intento, ora
anche Luca era a conoscenza di quel luogo e chissà
quali sarebbero state le conseguenze.
All’improvviso, si alzò un vento talmente forte che sollevò l’acqua della fontana formando un grande vortice. Tint, Antonio, Claudia, Luca e il Pennarello Falso
furono risucchiati violentemente in un tunnel, dove parole che uscivano da libri volanti li colpivano, pastelli
neri appuntiti li pungevano e pennarelli-piccione li
beccavano.
I quattro amici cercarono di proteggersi l’uno con l’altro, fino a quando persero conoscenza.
Quando riaprirono gli occhi, si ritrovarono in una
stanza circolare illuminata solo da alcune candele appese al muro, senza soffitto e fredda, tanto fredda.
38
Le parole dell’amicizia
“Era dunque questa la punizione per aver svelato l’esistenza del mondo magico? I segreti non dovrebbero mai
essere svelati! Dove si trovavano? Come avrebbero
fatto ad uscire da quella fredda e sudicia stanza che
assomigliava a un pozzo?”
Capitolo quarto
39
CAPITOLO QUINTO
Nuovi amici nel mondo
dei Labirinti
Tintoretto esclamò: «Non c’è via d’uscita!».
Luca, tremando per il freddo e la paura, disse: «Che
posto orrendo!», mentre Claudia e Antonio piangevano a causa della fame.
I quattro amici, guardandosi intorno, videro delle candele, le cui fiammelle proiettavano delle strane ombre
sulle pareti. Improvvisamente, le candele presero vita
e cominciarono a danzare. I ragazzii furono rapiti da
quell’incredibile gioco di luci, ma l’incanto fu breve:
un misterioso alito di vento le spense, eccetto una. Disperati, credettero di restare al buio, ma si accorsero,
con grande meraviglia, che una sola candela aveva
ancora, seppur flebile, la sua fiammella. All’improvviso,
dalla tasca di Tintoretto sbucò Signor Pennarello che,
diventando di un color rosso intenso, si avvicinò alla
fiammella, trasmettendole tanta energia. Grande fu lo
stupore che colse i bambini nell’udire le parole pro-
40
Nuovi amici nel mondo dei Labirinti
nunciate dalla rinvigorita luce: «Non abbiate paura,
sono Fiammella, vi aiuterò ad uscire da questo incubo».
Tintoretto, Luca, Claudia e Antonio alzarono, increduli, lo sguardo e videro il cielo stellato scorgendovi
una stella cadente. I quattro amici espressero tutti lo
stesso desiderio: ritornare a casa e riabbracciare la
mamma e il papà. Fiammella, traendo forza dalla bellezza del desiderio espresso dai quattro amici, si trasformò in una scala di luce, permettendo ai bambini
di uscire, finalmente, dall’orribile pozzo. Una volta all’aria aperta i bambini ringraziarono Fiammella, la
quale, prima di andar via, raccomandò loro: «D’ora in
poi non date ascolto alle false promesse, chi le fa non
si preoccupa se non del proprio tornaconto».
Con la partenza di Fiammella, tutt’intorno si fece buio,
si scorgevano solo le sagome degli alberi e si udivano
i canti sinistri degli uccelli notturni. Impauriti, i ragazzi
chiusero gli occhi e si strinsero forte l’un l’altro: in quel
momento capirono il valore dell’amicizia e quanto
fosse importante non svelare i segreti.
Capitolo quinto
41
Improvvisamente, una voce proveniente dall’alto di una
grande quercia fece aprire loro gli occhi, tra i rami era
seduto Pennarello Falso che disse con voce mielosa:
«Bambini cari, non disperate! Vi indicherò la strada per
giungere nel magico mondo dei colori, fatto di meraviglia e splendore».
Il Pennarello Falso, vestendosi di una luce scintillante,
fece strada nel buio a quei bambini affidatisi a lui fiduciosi. Attraversarono sentieri tortuosi con maestosi alberi
ed arrivarono presso una porta splendente di luci e di
colori. Il Pennarello Falso salutò i bambini: «Eccovi giunti
finalmente! Solo aprendo questa porta potrete entrare
nel Magico Mondo dei colori».
I quattro, attirati dalla facile conquista e dimentichi delle
parole di Fiammella, aprirono la porta ed entrarono in un
grandioso giardino, ricco di fiori variopinti, con alberi
carichi di frutti e con una meravigliosa fontana dalla
quale, però, non zampillava acqua. Claudia si avvicinò
ad un fiore per sentirne il profumo, ma si accorse che
esso era di plastica. Antonio cercò di raccogliere una
mela da un albero, che si rivelò essere di cartone. Im-
42
Nuovi amici nel mondo dei Labirinti
mensa fu la delusione dei bambini nell’accorgersi di essere stati nuovamente ingannati dal Pennarello Falso.
Tintoretto esclamò: «In questo giardino è tutto finto! I fiori
sono di plastica, gli alberi di cartone».
Claudia aggiunse: «Come faremo ad uscire da questo
posto senza vita? Privo di odori, sapori, suoni?».
Dalla fontana al centro del giardino d’improvviso zampillò una luce che avvolse i bambini in un vortice. Dopo
aver perso conoscenza, Tint, Luca, Claudia e Antonio
riaprendo gli occhi videro dinanzi a loro Fiammella che,
fermamente, ma con dolcezza, li riprese dicendo: «Avete
creduto alle false promesse, al miraggio dell’ottenere
senza impegnarsi. Tuttavia, poiché avete compreso l’inganno, ho voluto salvarvi portandovi in un mondo magico, quello che potrà animare la vostra fantasia, che è
più viva e vera di fiori di plastica e alberi di cartone».
Fiammella sparì ed i bambini guardandosi intorno s’accorsero di essere in una stanza colma di meravigliosi libri.
I quattro amici non avevano mai visto una raccolta di
libri così variegati per colore e dimensione. Incuriositi, si
avvicinarono al grande tavolo posto al centro della
Capitolo quinto
43
stanza, su di esso una lampada in vetro soffiato illuminava un enorme libro aperto, su un leggio. Tint, Luca,
Claudia e Antonio lessero all’unisono le parole che vi
erano vergate a lettere d’oro: «EMOZIONE, FANTASIA,
AVVENTURA, SAPERE». Per magia una musica deliziosa si
diffuse nella stanza. Quattro libri volteggiando in aria
ne seguirono la melodia fino a posarsi leggiadri sul tavolo. L’incanto non era finito; uno alla volta i quattro libri
si presentarono ai bambini: «Io sono il libro rosa, troverete nelle mie pagine rime e sensazioni».
«Io, invece, sono il libro rosso, farò galoppare la vostra
fantasia».
«Con me, che sono il libro blu, vi ritroverete in luoghi a
voi sconosciuti».
Ed infine il libro verde: «Attraverso le mie pagine accrescerete le vostre conoscenze e troverete le risposte alle
vostre domande».
Ciascun bambino scelse il proprio libro per immergersi
avido nella lettura. Tint prese il libro rosa e dopo poco
esclamò: «Che meravigliosa raccolta di poesie! Non mi
44
Nuovi amici nel mondo dei Labirinti
ero mai reso conto di quanto potesse essere profondo
il pensiero dell’uomo».
Antonio tra le mani aveva il libro blu e si rivolse entusiasta agli amici: «È straordinario ritrovarsi in luoghi lontani,
tra popoli diversi, di ieri e di oggi».
Claudia, col suo libro rosso, mormorò tra sé: «Non immaginavo che la bestia potesse diventare un principe e
che il suo cuore, apparentemente arido, fosse invece
capace di tanto amore».
Luca, che aveva scelto il libro verde, non era nei panni
per le curiosità soddisfatte e condivise con gli amici le
nuove scoperte: «Sapevate che i dinosauri si sono estinti
sessantacinque milioni di anni fa?».
I ragazzi avevano trovato un nuovo amico: la lettura.
Capitolo quinto
45
CAPITOLO SESTO
Nel magico mondo dei libri
Signor Pennarello, scivolato fuori dalla tasca di Tint, era
andato a sedersi accanto a Fiammella su uno scaffale
della biblioteca.
Da lì i due guardavano con tenerezza i piccoli lettori.
Avevano un annuncio importantissimo da fare e aspettavano pazientemente che i bambini finissero di leggere.
L’attesa si fece lunga. Allora Fiammella spiccò un salto
e svolazzò leggera come una farfalla davanti ai quattro amici che, abbagliati da quella luce improvvisa, alzarono finalmente lo sguardo.
Signor Pennarello senza indugio e con voce solenne
disse: «Cari bambini, ascoltatemi attentamente. Prima di
ritornare nel Magico Mondo dei Colori dovrete affrontare una prova. Ciascuno di voi continuerà da solo il
proprio cammino. Lasciatevi guidare dai vostri sogni!».
I bambini rimasero senza parole. Si sentivano impauriti e
incuriositi allo stesso tempo.
46
Nel magico mondo dei libri
Tint chiese con un filo di voce: «Come? Separarci? Proprio ora che...», ma non riuscì a terminare la frase per
l’emozione che gli stringeva la gola.
Poi tutti si diedero la mano e si abbracciarono forte per
infondersi coraggio l’un l’altro.
Fiammella li esortò: «Non abbiate timore! Siete pronti per
affrontare ciò che vi aspetta! Abbiate fiducia!».
La dolce musica che avevano sentito prima li avvolse e
magicamente Tint, Claudia, Antonio e Luca diventarono
piccoli, piccoli, sempre più piccoli.
Ciascun bambino cadde nel proprio libro e si ritrovò nel
bel mezzo di un’avventura.
Tint, dopo una serie di capriole degne di un trapezista
da circo, atterrò nel mondo delle lettere.
Su una grande pergamena che si ergeva davanti a lui,
a caratteri cubitali, c’era scritto:
TINTORETTO, TINTORETTO,
BENVENUTO AL MIO COSPETTO.
NON DOVRAI AVER PAURA:
QUESTA SÌ CHE È UN’AVVENTURA!
BASTA UN PO’ DI FANTASIA
47
Capitolo sesto
E DI BUONA VOLONTÀ.
SON SICURO CHE IL MIO MONDO
PRIMA O POI TI PIACERÀ.
FORZA, USA IL TUO TALENTO:
NE USCIRAI MOLTO CONTENTO!
Tint era confuso: non capiva il senso di quella filastrocca.
Chi l’aveva scritta? A quale talento faceva riferimento?
Ad un tratto udì una voce alquanto misteriosa che sembrava provenire da molto lontano e che recitava:
«...ha perso la foglia, ha perso la via: tutto è perduto
fuorché1…»
«… l’allegria!» esclamò Tint senza esitazioni.
La voce continuò: «… ho trovato un pensiero pieno di
serenità. Mi è balenato in testa come2…»
«… una festa!» gridò Tint.
«… c’è qualcosa da scoprire in tutte le direzioni: perché
passa dovunque la strada per diventare3…»
«… buoni!» urlò Tint in preda ad un’eccitazione difficile
da controllare.
48
Nel magico mondo dei libri
Il gioco continuò a lungo e Tintoretto non sbagliò una rima.
La voce misteriosa si avvicinava sempre più. Ad un certo
punto a Tint sembrò di udirla proprio accanto a lui e, infatti, abbassando lo sguardo, vide un omino minuscolo
con un cappello a punta su cui erano disegnate lettere
di ogni forma e dimensione.
L’omino parlò: «Ciao Tintoretto! Sono il Mago delle lettere e questo è il mio mondo. Lascia che te lo dica: sei
un vero portento con le parole! Seguimi, ti riporterò io
nel Magico Mondo dei Colori!».
Tintoretto, in silenzio, lo seguì.
Intanto Claudia, precipitata nel mondo delle fiabe e
delle leggende, era alle prese con uno spaventoso
drago, il più temibile di tutti. Come gli altri draghi aveva
il corpo verde e sputava fuoco, ma aveva certi occhiacci!
Era forse il famoso drago della leggenda di “Sant Jordi”?
La leggenda che il papà le leggeva ogni sera quand’era piccola?
Era proprio lui: il drago insaziabile che mangiava tutte
le fanciulle del villaggio e che voleva divorare la prin-
49
Capitolo sesto
cipessa del regno per placare la sua fame e la sua ira.
Claudia era identica alla principessa della storia:
aveva gli stessi capelli lunghi, biondi e ondulati, gli stessi
occhi azzurro mare. In una cosa non si assomigliavano:
lei sognava fin da piccola di affrontare e sconfiggere il
drago mentre quella del racconto veniva salvata da
Jordi, il cavaliere.
Capitò nella storia proprio nel momento in cui Jordi, cavalcando il suo cavallo bianco, stava per avvicinarsi
al drago, lancia in resta.
Claudia prontamente tolse la lancia dalla mano del cavaliere e, con un perfetto affondo, immobilizzò la bestia.
Le lezioni di scherma a scuola erano servite!
Il drago, che non si aspettava di essere sconfitto da una
giovane donzella e che, forse, si era stancato di essere
l’antagonista della storia, si arrese subito e accettò le
condizioni poste da Claudia: leggere ogni giorno ai
bambini del villaggio una fiaba.
La prima fiaba che fu costretto a leggere cominciava
così: «C’era una volta una principessa che aveva i capelli lunghi, biondi e ondulati e dolci occhi azzurro mare.
50
Nel magico mondo dei libri
La principessa sognava di affrontare un drago cattivo…».
Claudia poteva uscire dalla storia a testa alta. S’incamminò lungo l’unico sentiero che attraversava il villaggio.
Il cavaliere che aveva assistito a tutta la scena si offrì
di darle un passaggio. Claudia montò con agilità sul cavallo bianco di Jordi.
«Conosci la strada per il Magico Mondo dei Colori?»
gli chiese Claudia.
«Ci potrei arrivare a occhi chiusi!» rispose il cavaliere,
felice di potersi rendere utile.
“È il mio giorno fortunato!” pensò Claudia.
E Antonio? E Luca? Che fine avevano fatto? In quali avventure erano capitati?
51
Capitolo sesto
CAPITOLO SETTIMO
A spasso in un tempo che fu...
Boscofelice
Antonio, ancora inebriato dalla musica che lo aveva trasportato grazie al libro blu in un luogo sconosciuto, si ritrovò accovacciato sotto un albero gigantesco. Era in
un meraviglioso giardino esotico, dove tutto sembrava
essere enorme: fiori, arbusti, cespugli, persino i fili d’erba.
Già, pensò Antonio, non erano loro ad essere giganteschi, era lui che era stato rimpicciolito da Fiammella. Il
bambino si alzò e cominciò a camminare, che strano essere in quel giardino quasi incantato e silenzioso, troppo
per i suoi gusti. Ed ecco spuntare un grillo salterello, che,
con un balzo, quasi gli finì addosso.
Antonio, lesto, si scansò e impaurito disse:
«Ma sei impazzito? Stavi per ammazzarmi!».
Il grillo allora, con un sorriso sornione rispose:
«Caro bambino, non ti avrei mai fatto del male cosa che,
invece, non si può dire di voi umani verso di noi. Io sono
Flop, il grillo ballerino e tu sei nel nostro mondo, il sottobosco di Boscofelice. Qui si trovano tutti gli animali pic-
52
A spasso in un tempo che fu... Boscofelice
coli e grandi, che rendono Boscofelice un posto unico al
mondo».
Antonio, per un attimo, rimase esterrefatto credeva di sognare; come poteva un insetto parlare? Anche se in così
numerose avventure ne aveva viste di tutti i colori, pertanto, rivolgendosi al grillo:
«È un vero piacere conoscerti Flop, io sono Antonio e mi
ritrovo nel tuo mondo perché devo superare una prova,
prima di tornare nel magico mondo dei colori e così ritrovare i miei amici».
Il grillo rispose: «Carissimo Antonio, sono qui per questo,
se tu eseguirai, tra i colori tornerai. Dovrai essere capace
di cantare un rap sugli animali per far comprendere all’umanità che la natura sta morendo e molte specie rischiano di estinguersi e sai perché? Per colpa degli uomini
che causano l’inquinamento, l’effetto serra, l’eccesso di
rifiuti e poi, e poi, e poi... Devi dirgli tu, cucciolo di uomo,
di non farci più del male, altrimenti una catastrofe si abbatterà sull’umanità, tutti saranno trasformati in pennarelli
neri e tristi. Se porterai a termine la prova, per te ci sarà
una sorpresa».
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Capitolo settimo
Antonio accettò e si mise all’opera. Pensò ai discorsi che
la maestra aveva fatto sul rispetto della natura e degli
esseri viventi, ricordò il rap degli animali del libro di lettura
e cominciò a recitare.
«Le mani sono zampe,
le facce sono musi,
le dita sono ali,
le pelli sono pelo,
corriamo dentro il mare,
e poi corriamo dentro il cielo.
Noi siamo gli animali,
non siamo intelligenti,
però sappiamo cose
che non vedi e che non senti.
Noi siamo animali
ignoriamo le parole,
però noi chiacchieriamo
con la luna e con il sole.
Tu, uomo, rispettaci perché,
noi siamo gli animali e
siamo qui prima di te4».
54
A spasso in un tempo che fu... Boscofelice
Nel momento in cui il rap finì, una luce intensa si diffuse intorno e da un guscio venne fuori Luca. Questa era la sorpresa: ritrovare Luca! Si abbracciarono e Luca, come un
fiume in piena, iniziò a raccontare la sua avventura:
«Sapessi cosa mi è capitato, io stesso stento ancora a
crederci. La musica dolcemente mi ha trasportato nel
mondo del libro verde, quello del sapere. Mi sono ritrovato in un’immensa distesa verdeggiante, ai piedi di
un’enorme montagna e, davanti a me, un branco di dinosauri al pascolo, in cerca di cibo. Ti assicuro, Antonio che
ho avuto una fifa blu, perché temevo di diventare il loro
pasto; poi ho visto in lontananza un vecchino che avanzava lento e indisturbato tra quei feroci animali. Allora,
con voce stridula e disperata, ho chiamato l’anziano signore. Lui si è avvicinato, mi ha guardato attentamente,
poi come se fosse la cosa più naturale di questo mondo,
ha pronunciato il mio nome e ha detto:
“Ti aspettavo da tempo, era ora che tu arrivassi, io mi
chiamo Austra di nome e Lopiteco di cognome, sono un
ominide primitivo, sono stanco di vagare per la foresta, è
giunto per me il momento del riposo, ma non posso fino a
55
Capitolo settimo
quando non ti racconterò i segreti dei miei amici dinosauri”.
Mi ha spiegato che quegli animali primitivi non erano così
terribili come si racconta, anzi, inizialmente erano docili,
poi la fame e la carestia li hanno resi violenti. Inoltre, si
sono estinti per loro volontà, perché avevano già capito
che con la nascita dell’uomo, la vita sarebbe diventata
un inferno in terra. Hanno elegantemente scelto di defilarsi
indisturbati, prima che fossero gli uomini a distruggerli. Ad
un certo punto mi sono accorto che Austra si stava addormentando e, temendo che mi avrebbe lasciato da
solo, gli ho chiesto di aiutarmi a tornare dai miei amici. Allora, lui mi ha fatto adagiare nel guscio, vuoto, di un uovo
di dinosauro, mi ha detto di chiudere gli occhi e, poi, ha
pronunciato queste parole:
“A spasso nel sapere, in un tempo che fu, ritornerai dai
tuoi amici laggiù!”
Quindi, un vortice mi ha catapultato qui. Che avventura
amico mio! Ora, per fortuna, ti ho ritrovato».
In quel momento comparve Flop, che disse:
«Bene ragazzi, il rap è piaciuto e il re di Boscofelice di-
56
A spasso in un tempo che fu... Boscofelice
spone di lasciarvi liberi, dopo che Luca avrà risolto questo indovinello: Ogni animale fa un verso speciale, chi
miagola, chi scricchiola, chi starnazza, chi grugnisce, chi
nitrisce… il solo che a parlar non riesce sai chi è?»
Luca pensò giusto un attimo e rispose:
«È il pesce!!».
In un baleno, Antonio e Luca furono avvolti dalla musica
e dalle parole del rap e, trasportati da un arcobaleno, si
ritrovarono nel Magico Mondo dei colori.
Tint e Claudia li stavano aspettando. Che felicità ritrovarsi! Insieme si sentivano più forti, quasi invincibili. Si raccontarono le loro avventure e Tint, alla fine, disse:
«È vero amici, ora siamo consapevoli che la terra è in pericolo e noi dobbiamo aiutarla. Che ne pensate di scrivere una lettera per salvaguardare il nostro pianeta?».
Presero carta, pennarelli colorati e iniziarono a pensare.
Claudia con il pennarello blu scrisse: “Siamo quattro amici
che frequentano la terza classe della scuola primaria e
vorremmo informare che…”
All’improvviso il buio. Cosa era successo? Perché la luce
era svanita.
57
Capitolo settimo
CAPITOLO OTTAVO
La sconfitta del buio
I quattro amici, con il cuore in gola, si strinsero uno accanto all’altro, tenendosi per mano, per farsi più coraggio. Claudia aveva le mani gelide, vedeva solo
una barriera nera davanti a sé, poi lentamente, sentì
sulla pelle una coltre di ghiaccio e fuoco e non riusciva a pronunciare parola; il silenzio e il buio pesto
resero tutti per qualche attimo immobili e incapaci di
pensare ad una qualsiasi soluzione.
Tint si fece coraggio e, continuando a stringere la
mano degli amici, cominciò a dirigersi verso un sentiero
rimasto impresso nella sua mente, prima che la splendida luce che illuminava quel posto incantevole sparisse.
Avanzando a piccoli passi furono bloccati da un forte
rumore e una voce stridula e sghignazzante rimbombò:
«Ah ah ah ce l’ho fatta finalmente a catturare la magica luce del Mondo dei Colori! Sarà mia per sempre
e il nero trionferà su ogni pianeta».
58
La sconfitta del buio
Claudia riconobbe quella voce e capì, subito, che era
tutta opera del Pennarello Falso e solo tendendogli un
tranello avrebbero potuto riconquistare la luce. Non poteva dire ai suoi compagni quanto aveva capito, per timore di essere scoperta e mandare a monte il suo piano.
Cominciò, allora, ad esaltare il buio e ad apprezzare il
mondo senza colori, e rivolgendosi alla voce misteriosa
disse: «Finalmente il buio! È quello che desidero e che tu
hai realizzato!».
Tint, Antonio e Luca si sentirono smarriti e traditi: in quelle
parole non riconoscevano la loro amica.
«Non è possibile! Come può una ragazza allegra come
te amare il buio?» disse Antonio, «Abbiamo preso il pennarello magico di Tint proprio perché volevamo colorare ogni cosa! Perché tutto questo?».
Claudia continuò nella sua finzione, e a quel punto il
Pennarello Falso uscì allo scoperto, la prese e la portò
con sé nel suo castello, che sorgeva su una duna di
sabbia nera.
Tutt’intorno non c’era un angolo verde, né fiori, né alberi
di frutta, né pini, né querce, solo sabbia nera, e come
59
Capitolo ottavo
unico segno di vita, il gracchiare di corvi che volavano
attorno al castello, che era lì solitario, avvolto nel silenzio.
La ragazza aveva il cuore che le batteva forte, i due
entrarono, e lei si accorse subito di una strana porta più
grande delle altre e priva di serratura, capì che era
quella la stanza della luce. Il Pennarello Falso la ricoprì
di tante gentilezze, perché quando voleva, sapeva essere molto gradevole; le fece visitare tutto il castello
fino alla torre più alta e poi andarono a riposarsi senza
che lui avesse alcun sospetto.
Claudia, allora, si diresse velocemente verso quella
porta, spinse con tutta la sua forza, ma non riuscì ad
aprirla, desiderava tanto l’aiuto dei suoi amici.
Pensò e ripensò come fare, e guardando attentamente
scoprì, accanto allo stipite, una piccola tastiera con i
numeri, provò a digitare numeri a caso senza risultato:
“Ci deve essere un modo per aprirla!” e, mentre pensava, le venne in mente di digitare il numero delle lettere
che compongono le parole “pennarello falso”: «Evvai! Si
è aperta!».
60
La sconfitta del buio
Si trovò in un lungo corridoio, con tante porte, lei le aprì
di corsa fino all’ultima, prese la palla di luce poggiata
su di una colonna e rifece il lungo corridoio senza fermarsi. Chiuse la grande porta e scese silenziosamente
la scala per fuggire via.
Intanto, Tint, Luca e Antonio continuavano a camminare
lungo il sentiero, e in quel buio profondo i ragazzi non
riuscirono a scorgere nessuna traccia, quando all’improvviso videro una sfera brillare ed avvicinarsi, e più si
avvicinava, più nitida era l’immagine.
Era Claudia che aveva con sé la luce, lanciò la palla
verso l’alto e tutto tornò a splendere.
I ragazzi si abbracciarono felici e capirono che non
avevano mai perso la loro amica.
Claudia raccontò ai suoi amici tutto ciò che le era accaduto e si ricordò della lettera che stavano scrivendo
per salvaguardare la terra: «Dobbiamo continuare la
nostra lettera e avvisare che, per garantire la sopravvivenza di tutte le specie di piante e animali che popolano il nostro pianeta, si deve rispettare la natura».
Riprese il suo pennarello blu e scrisse:
61
Capitolo ottavo
«Siamo quattro amici che frequentano la terza classe
della scuola primaria e vorremmo informare che siamo
molto preoccupati dello stato di salute della nostra
terra: l’aria, l’acqua, il suolo sono inquinati.
INQUINAMENTO, una parola che distrugge l’armonia
della natura perfetta, e noi con i nostri comportamenti irrispettosi ed egoisti, siamo i principali responsabili. Non
è necessario rinunciare a tutte le comodità: basta solo
RISPETTARE LA NATURA.
Differenziamo e ricicliamo e non saremo sommersi dalla
spazzatura.
Sfruttiamo il vento e il sole per ricavare energia pulita e
per illuminare le nostre case.
Restituiamo l’azzurro al cielo e al mare.
Piantiamo tanti alberi e facciamo delle nostre città il
polmone verde della terra.
Basta poco per far guarire il mondo!
Provaci anche tu!».
62
La sconfitta del buio
CAPITOLO NONO
Salviamo la natura
Claudia finì di scrivere la lettera, la rilesse per controllare se c’era qualche errore.
I quattro amici, poi, si domandarono a chi inviarla.
Claudia propose: «La spediamo agli uomini?»
Invece Antonio: «No! Spediamola alle maestre!»
Tint aggiunse: «Mandiamola ai bambini!»
«Perché ai bambini?» domandò incuriosito Luca.
Tint rispose: «Perché gli uomini non rispettano la natura
e i bambini sono l’unica speranza del mondo».
I quattro amici, molto eccitati per la spedizione della
lettera, non sapevano, però, chi dovesse essere il messaggero, quando videro un uccello variopinto. Era la
fenice, l’uccello che rappresentava quel magico mondo
dei colori perché sulle sue piume c’erano tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Allora decisero di affidargli la lettera, così l’arrotolarono
e gliela legarono al collo, facendogli promettere di
consegnarla esclusivamente nelle mani di bambini. L’uc-
64
Salviamo la natura
cello aprì le ali e mise in bella vista i colori delle sue
piume che furono ancora più luminosi perché pensava al
compito che gli era stato affidato e spiccò il volo. Sorvolò mari e oceani, ma ciò che attirò la sua attenzione,
furono le chiazze di petrolio che galleggiavano sulle
acque, i pesci che boccheggiavano, i gabbiani con le
ali impregnate di grasso, che impediva loro di volare. Si
diresse verso le campagne, dove notò piante appassite, alberi tagliati, e terreni aridi. Più avanti vide una
città, dove si ergevano fabbriche che emanavano fumi
neri e densi dalle loro ciminiere, automobili che circolavano inquinando l’aria, e pensò: “Dove mi hanno mandato? Ora tutti i miei colori sbiadiranno, perché le mie
piume si copriranno di polvere grigia”.
All’improvviso, in lontananza, vide una struttura con finestre tutte decorate. Si avvicinò e capì che era una
scuola. Forse questo era il posto giusto. Si accostò ad
una finestra aperta e appoggiò la lettera sul davanzale
ben in vista. La maestra, infatti, la notò, la prese e, incuriosita, cominciò a leggerla ad alta voce. I bambini
l’ascoltavano increduli e con gli occhi pieni di interesse.
Capitolo nono
65
66
Com’era possibile che gli adulti fossero arrivati a tanto!
Capirono, allora, che il mondo si era ammalato e che
serviva urgentemente il loro aiuto.
Intanto Tint, Claudia, Luca e Antonio, felici di aver affidato la lettera alla Fenice, si guardarono intorno e notarono nel giardino e lungo i sentieri fiori sgargianti come
le viole, i tulipani, i gerani, che trasmettevano allegria e
gioia. Più avanti videro aiuole con fiori dai colori tenui
come le campanule e le fresie che infondevano tanta
serenità.
A un certo punto Claudia pensò:
“Che fine avrà mai fatto il falso pennarello
Che sta solo nel suo castello
Ormai la sfera più non ha
E la luce non vedrà.
È solo con i corvi neri
In compagnia di tristi pensieri!”
Intanto nel castello il pennarello falso si svegliò pimpante,
aveva trovato una complice alla quale piaceva il nero.
La chiamò, ma non udì risposta e iniziò a cercarla. Andò
nelle varie stanze, sulla torre, ma non la trovò.
Salviamo la natura
Allora si insospettì e andò a digitare sulla tastiera la parola “pennarello falso”. La porta si aprì e vide che sulla
colonna la sfera di luce non c’era. Capì di essere stato
ingannato da quella bambina che si era mostrata dolce
e gentile. Era stato ricambiato con la stessa moneta, la
falsità.
Senza esitare un istante, decise di ritornare nel luogo
dove aveva lasciato i ragazzi, per ritrovare Claudia e
punirla.
Appena arrivato li vide allegri e soddisfatti e, incuriosito,
domandò: «Come mai siete così felici e allegri?»
I ragazzi spiegarono che finalmente con il prezioso aiuto
della fenice erano riusciti a spedire la lettera per proteggere la natura dall’azione devastatrice degli uomini.
Prima che il pennarello falso escogitasse qualcosa contro Claudia, intervenne il pennarello magico che, con
voce calma e tranquilla, gli chiese: «Perché hai rubato
la luce e volevi impedire ai ragazzi di scrivere la lettera
per salvare la natura?»
Il pennarello falso, colto di sorpresa, non sapeva cosa
rispondere e scoppiò in lacrime, perché in effetti amava
Capitolo nono
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68
la natura e gli animali. Aveva fatto tutto questo per attirare l’attenzione degli altri su di sé, perché nessuno
voleva essere suo amico per le cattiverie che aveva
commesso.
I ragazzi lo rassicurarono dicendogli che l’avrebbero
considerato loro amico, e lui, per farsi perdonare, propose a Tint, Luca, Claudia e Antonio di seguirlo.
Li condusse in un luogo dove i bambini rimasero stupiti
nel vedere una riserva naturale invasa da rifiuti di ogni
genere.
All’improvviso da un cespuglio si udì una voce sottile
che invocava il loro aiuto, avendo letto nei loro occhi
l’amore per la natura: «Aiutateci a ripulire la nostra casa
e noi vi ricompenseremo. Io sono una lepre, tutti mi conoscono nella riserva e parlo a nome di tutti gli animali».
A questo punto i due pennarelli unirono i loro poteri e fecero apparire gli attrezzi per pulire la riserva: vanghe,
rastrelli, zappe, secchi, guanti, mascherine e falci. I bambini subito presero gli attrezzi e, insieme agli animali, cominciarono a lavorare per raccogliere tutti i rifiuti che
erano in quel luogo una volta pulito e ricco di colori.
Salviamo la natura
Antonio vide un cumulo di immondizia, prese la pala per
raccoglierla, ma si accorse troppo tardi che sotto si nascondeva un pozzo e così, inevitabilmente, ci finì dentro.
Nessuno ne notò la scomparsa e solo quando i ragazzi,
stanchi, decisero di fare una pausa scoprirono l’assenza
dell’amico. Tutti insieme andarono alla sua ricerca, ma non
riuscirono a trovarne traccia, fino a che una lumaca che
stava strisciando sulla corteccia di un albero e aveva
sentito tutto quel frastuono disse: «Non abbiate paura, il
vostro amico è caduto in un pozzo e solo unendo le vostre forze potrete riabbracciarlo».
Intanto nella riserva era calato il buio e Antonio nel
pozzo, accovacciato in angolo tutto impaurito e infreddolito, chiedeva aiuto con voce tremolante.
I ragazzi, preoccupati, chiesero soccorso a Fiammella
che subito arrivò e, con la sua luce, illuminò il pozzo.
Dopo vari tentativi Tint, Claudia, Luca e gli amici animali
riuscirono a tirare fuori Antonio dal luogo dov’era imprigionato.
Gli animali cominciarono a saltare di gioia per la liberazione di Antonio e, nello stesso tempo, ringraziarono tutti
Capitolo nono
69
per aver pulito la riserva e averla riportata al suo naturale splendore.
I ragazzi chiesero quale fosse la ricompensa ora che la
riserva era rifiorita e la lepre rispose: «Vi indicherò la
strada per ritornare dai vostri genitori!»
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Salviamo la natura
CAPITOLO DECIMO
Un mondo a colori
Poi la lepre soggiunse: «Prendete la direzione nord nordovest, seguite il corso del Fiume Dorato per due chilometri
e alla fine del percorso troverete un cartello: FORESTA INCANTATA. Dovrete attraversarla, ma, badate bene, all’interno vi aspettano una sere di rischi e sfide. Solo se
riuscirete a superare gli ostacoli sarete liberi di tornare a
casa!»
I quattro amici e i due pennarelli ben presto si trovarono
dinnanzi al cartello e, superatolo, si inoltrarono nella fitta
vegetazione. Poco dopo, un suono inquietante si diffuse
tra gli alberi, una sagoma terrificante comparve e... Claudia lanciò un urlo: «AAGH ragazzi, guardate, un T-rex! Ora
ci mangia!!»
Ma il T-rex Gonfia Sgonfia, grande portiere e guardiano
del passaggio tra la riserva e la foresta incantata non li
aggredì, si avvicinò e propose: «Volete entrare nella foresta? Giochiamo a calcio, io sono un portiere professio-
72
Un mondo a colori
nista! Se riuscirete a segnare cinque goal, vi farò passare
altrimenti vi rispedirò al punto di partenza!»
Ed ecco che Tintoretto scalda i muscoli, si prepara al tiro
ED È… È GOAL! GOAL!!! Dopo di lui, anche gli altri segnano: la prova è superata!
Gli amici proseguirono il cammino ma… ad un certo punto,
sentirono dei rumori strani: “sssshhhh tututt dlidlidli sssshhhh
tututututu dlidlidlidli” poi Luca urlò: «Ah Ahahaha aiuto
aiuto, un serpente a sonagli!!!» I bambini si ritrovarono di
fronte ad un enorme serpente con la pancia a tamburo e
la testa a martello. Meraviglia: il serpente non fece di loro
un sol boccone, ma propose: «Se riuscirete a danzare la
danza del Serpente Tamburino vi lascerò proseguire!».
Al suono di un flauto, il serpente cominciò a danzare ed
eseguire una sere di giravolte complicatissime, con la testa
a martello creò un ritmo di samba sulla sua pancia a tamburo. Una danza difficilissima! Ma i nostri amici, come tutti
i bambini, possedevano una grande risorsa: la fantasia!
Riuscirono a trasformarsi in serpenti samba, quelli bravissimi
a ballare per intenderci, ed imitarono perfettamente la
danza. Il Serpente Tamburino non potè fare altro che laCapitolo decimo
73
sciarli proseguire. Però aggiunse: «Pennarello magico mi
daresti una rinfrescatina dietro la schiena? Sai, col passare del tempo il mio colore si è sbiadito!». Detto fatto!
Il serpente riebbe la sua schiena color verde brillante e
i quattro amici, ridiventati bambini, proseguirono il viaggio.
Di lì a poco gli alberi scomparvero, il sole diventò cocente, l’aria irrespirabile, tutto intorno solo sabbia. Erano
nel bel mezzo di un deserto! Si trovarono di fronte ad
una enorme Sfinge che con voce profonda e minacciosa proclamò: «Di qua non si passa! Vi trasformerò in
granelli di sabbia!!»
I bambini, piccoli piccoli dinnanzi a quella enorme
Sfinge, con voce tremante da pecorella chiesero: «Cooosa poossiamo faaare per te? Non trasfooormarciiii
peerrrrrrr fffaaaa vvvvooo rreeee!».
La Sfinge, allora, con voce tenebrosa si pronunciò: «Gli
uomini hanno perso la capacità di rispettare la natura e
non fanno altro che inquinare e distruggere! Se volete
attraversare il deserto, dovrete ideare un acrostico con
la parola NATURA!»
74
Un mondo a colori
I quattro amici e i due pennarelli misero insieme i loro
pensieri e crearono l’acrostico:
NUOVI
ALBERI
TANTI
UCCELLINI
RICREANO
ALLEGRIA
La Sfinge esclamò: «Ok ragazzi, siete stati bravi! Entrate
in questo portale, vi condurrà direttamente alla prossima
prova!».
Si ritrovarono tra i ghiacci del Polo Nord, e… che tristezza: i pesci boccheggiavano fuori dall’acqua, gli orsi
erano tutti spelacchiati, i pinguini avevano la febbre
alta, e… non solo: il blu intenso del mare ed il bianco
candido dei ghiacci erano scomparsi. Il grigio dell’inquinamento dilagava, si stava impadronendo del
mondo!
«Cosa possiamo fare?» si chiesero i quattro amici.
Intervennero i due pennarelli: «Ci pensiamo noi!»
Crearono un vortice di mille colori che risucchiò tutto il
Capitolo decimo
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grigio dell’inquinamento e restituì al mondo la luce e i
colori della natura.
I pinguini, di nuovo in piena forma, offrirono ai bambini
un passaggio fino a casa, e, scivolando sulla pancia, li
accompagnarono fin sulla porta di casa. Quanti abbracci, quanti baci, quanta allegria! Finalmente, dopo
tante avventure, di nuovo tra le braccia di mamma e
papà! E soprattutto... in quel mondo nuovo fatto di gioia
e di colore era nata un’amicizia indissolubile: quella tra
Tint, Luca, Antonio, Claudia, il Pennarello Magico e il
Pennarello Falso!
EPILOGO
Passano gli anni… Claudia, Luca, Antonio e il pennarello falso aprono un negozio: “MONDO A COLORI”,
che vende libri, quaderni, pastelli, pennarelli…
Ma è tutto magico in quel negozio! Sapete, a volte gli
adulti perdono la capacità di sognare e giocare, ma
chi compra i pennarelli da “MONDO A COLORI” riacquista la capacità di far volare in alto la fantasia!
Che ne dite? Andiamo anche noi ad acquistare i pennarelli da “MONDO A COLORI”?
Un mondo a colori
Quanto a Tint e al pennarello magico, le cose andarono
diversamente.
«Tint, hai pensato al tuo futuro?» gli chiese qualche
giorno dopo il loro ritorno il pennarello.
«Ci ho pensato, Penn.... Voglio fare il pittore».
«Bravo, sono contento, ma dovrai studiare sodo».
«Che bisogno c’è di studiare, Penn? Grazie al tuo aiuto
sarà uno scherzo».
«No, Tint, non sarebbe giusto né onesto... e non è quello
che ho previsto per te. D’ora in poi camminerai con le
tue gambe. È tempo di dirci addio».
Il ragazzo ammutolì.
«Non essere triste, devo andare, ma ti lascio il mondo
dei colori che abbiamo conquistato insieme. Nei momenti difficili, attingerai energia da esso. Addio, Tint». E
nel dirlo, il pennarello scomparve.
Il ragazzo pianse calde lacrime per giorni. Poi, rassegnato, ritornò a studiare. Finita la primaria, si iscrisse alle
medie e dopo al liceo. Gli studi richiedevano maggior
impegno, gli amici poteva incontrali soltanto il sabato e
la domenica.
Capitolo decimo
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78
Compiuti diciotto anni, si iscrisse all’Accademia di Belle
Arti. Gli studi erano impegnativi e costosi, ma, grazie alle
borse di studio e all’aiuto degli amici della cartoleria,
riuscì a diventare un bravo pittore. Più bravo di Raffaello
e di Picasso.
Ormai ricco e famoso, un sabato pomeriggio si mise in
ghingheri. Entrò nel negozio degli amici.
Al banco c’era Claudia. Tint pensò che con gli anni si
era fatta più bella.
«Sei venuto per i colori?» chiese Claudia.
«No, sono venuto per te» arrossì Tint. Poi si fece coraggio, e le chiese di sposarlo.
Claudia accettò con entusiasmo.
Da allora, vissero felici e contenti tra tele, scatole di colori e una banda di marmocchi che li usò puntualmente
per imbrattare i muri e i pavimenti di casa.
E Penn? Che fine fece Penn?
Pochi giorni dopo la sua scomparsa, un piccolo favelado di Rio de Janeiro, rovistando tra cartoni e immondizie, trovò un vecchio pennarello nero, ammaccato e
sporco di fango.
Un mondo a colori
«Che bel pennarello!» esclamò raccogliendolo. I suoi
occhi di ossidiana, per la prima volta, brillarono di gioia.
1
Gianni Rodari - Giovannino Perdigiorno da I Viaggi di Giovannino Perdigiorno
2
Gianni Rodari – Un pensiero da Filastrocche per tutto l’anno
3
Gianni Rodari – La strada per diventare buoni da Filastrocche
per tutto l’anno
4
AA.VV.
Capitolo decimo
79
APPENDICE
1. La scomparsa di quel magico mondo di colore
Scuola Primaria “Michele Coppino” di Torino – classe IIIB
Dirigente Scolastico
Claudia Enrico
Docente referente della Staffetta
Linda Garofano
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Isabella Toffanello, Chiara Ferrari
Gli studenti/scrittori della classe IIIB
Giorgio Andolfatto, Andy Andriis, Filippo Angelini, Nicolò Anselmetti, Stefano Atzori, Giovanni Boscaino, Melania Calleri Di Sala, Giulio Cian, Andrea Cicirella,
Alessia Ciornobreve, Giorgio Dei Poli, Lorenzo Dodero, Anna Giachello, Marta
Groppi, Francesco La Placa, Gianmarco Martinetto, Andrea Mulatero, Eleonora
Musco, Ludovico Pauletto, Camilla Sorbone, Carlotta Sortino, Sofia Tesauro, Virginia Vercellone, Ludovica Zappietro, Marzia Zunino
Il disegno è di Giovanni Boscaino, Filippo Angelini
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Durante l’attività è stato bello, anche se non sempre facile, poter mettere insieme le idee di tutti nella composizione di un testo unico.
Ci è piaciuta l’idea di essere i primi a dare un’impronta anche a ciò che seguirà
e di cui saremo curiosi di leggere gli sviluppi.
Non vediamo l’ora di poter leggere gli sviluppi del nostro capitolo legati uno all’altro nei capitoli che seguiranno e che saranno opera di altri bambini che non
conosciamo direttamente.
Avere una copia del libretto sarà un’affermazione del nostro lavoro”.
APPENDICE
2. Alla ricerca del Pennarello Magico
Scuola Statale Italiana di Madrid (Spagna) – classe IIIA
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Madaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Marco Madaro
Gli studenti/scrittori della classe IIIA
Elisa Baudino Ortiz, Alessandra de Fusco Arencibia, Natalia Fuks Romanelli,
Chiara Alejandra Gil Zucchi, Jaime Guibelalde Patino, Blanca Jiménez di Ciommo,
Javier Labaig Ruipérez, Martín Jacobo Lamberti, Sabrina Mantovani, Hugo Marino
Muñoz, Martina Mulinacci, Giulia Agata Nicastro, Olivia Olmedo Rosario, Sofia
Azucena Pacios García, Mario Padovano Feito, Cristina Pellegrino Jiménez, Leila
Penna, Martina Pérez López, Lucia Perinotto, Clara Carlotta Pucci di Benisichi
Esteve, Lucas Sánchez Cebrián, Aitor Santiago Tonello, Juan Vigil Gómez
Il disegno è stato realizzato dall’intera classe
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Ci siamo veramente emozionati a vedere il numero delle parole del capitolo,
quando abbiamo raggiunto il numero 800 ci siamo emozionati davvero tanto e
abbiamo proseguito ancora, non riuscivamo a smettere; è un’esperienza che non
dimenticheremo, un’esperienza che ci ha fatto lavorare insieme.
Non è sempre possibile lavorare insieme a scuola e in questo modo, ognuno di
noi ha dato le proprie idee per scrivere il capitolo, abbiamo cercato di fare del
nostro meglio.
In futuro avremo voglia di scrivere ancora e questo grazie alla Staffetta!”.
APPENDICE
3. Il Signor Pennarello
Scuola Primaria “Vittorio Scialoja” plesso Chiaiolella di Procida (NA) – classi IIIE/F
Dirigente Scolastico
Lora Verrusio Grippa Scafati
Docente referente della Staffetta
Caterina Martino
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Miranda Caterina, Maria Torino
Gli studenti/scrittori delle classi
IIIE - Marco Buonanno, Simona Casalnuovo, Davide Costagliola, Alessandra
Grieco, Antonio Masiello, Lucia Janina Pirozzi, Livia Sabetta, Gregorio Scazzosi,
Ginda Scotto di Monaco, Giuseppe Scotto di Perta, Antonio Tramontana, Luca
Tramontana, Michela Tramontano, Sara Tramontano
IIIF - Antonio Francesco Ambrosino, Carlo Roberto Ambrosino, Noemi, Buonincontro, Mariavittoria Buono, Sergio Di Liello, Valentina Frantellizzi, Gianmarco
Pio Lubrano Lavadera, Maria Lubrano Lavadera, Delia Mammalella, Valentina
Persico, Luca Quirino, Marlon Scotto di Fasano, Diana Scotto di Minico, Mariano
Scotto di Monaco
Il disegno è di Mariavittoria Buono
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Gli alunni si sono dimostrati soddisfatti ed entusiasti per l’esperienza vissuta.
Comprendere che idee diverse possono confluire in un unico risultato ha consolidato in loro l’idea di classe intesa come gruppo partecipativo.
L’aver collaborato ad un progetto comune ha permesso loro di conoscersi meglio
e di scoprire il piacere del lavoro di squadra e l’arricchimento che può derivare
dal mettere al servizio di un progetto di gruppo le proprie inclinazioni ed idee...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
4. Le parole dell’amicizia
Direzione Didattica di Viadana (MN) – classe IIIC
Dirigente Scolastico
Patrizia Roncoletta
Docente referente della Staffetta
Argia Nizzoli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Beatrice Arcari
Gli studenti/scrittori della classe IIIC
Dennis Alfano, Monir Biyah, Isabella Brighenti, Maikol Bruno, Sara Cavalli, Gloria
Flisi, Martina Grolli, Manpreet Lal, Vanessa Martina, Mattia Miselli, Luigi Misiano,
Federica Nonnis, Lorenzo Orlandelli, Anna Elsa Pasquali, Leonardo Odino Pomati,
Francesco Ranieri, Giuseppe Ranieri, Marco Resta, Eva Rosati, Silvia Rovina, Loris
Shima, Matteo Somenzi, Michele Tedesco, Lara Wrobel, Chiara Zaffanella
Hanno scritto dell’esperienza:
“…I bambini della classe III C hanno partecipato per la prima volta alla Staffetta
di Scrittura Creativa e insieme si sono messi in gioco con le parole per creare un
racconto tutto loro.
Hanno elaborato il testo collettivamente e in piccoli gruppi in un continuo e produttivo confronto.
Un turbine di pensieri ed emozioni ha creato una "piccola opera" così importante
e significativa per questi piccoli nuovi scrittori che insieme ad altri bambini di
scuole diverse hanno dato vita a una bellissima storia.
La creazione di nuovi personaggi e lo sviluppo delle ambientazioni ha dato
sfogo alla libertà espressiva e alla creatività di ognuno di loro.
Questa nuova esperienza di Scrittura Creativa è stata un arricchimento continuo
e questo è molto importante perché ogni bambino ha una storia da raccontare”.
APPENDICE
5. Nuovi amici nel mondo dei Labirinti
Istituto Comprensivo “Europa Unita” di Afragola (NA) - classe IIIB
Dirigente Scolastico
Giovanna Mugione
Docente referente della Staffetta
Anna Laezza
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Mariarosaria Petroni, Anna Rita Bifulco
Gli studenti/scrittori della classe IIIB
Esmeralda Antelli, Carmela Boiano, Patrizia Borgatti, Luigi Capone, Samuele
D’Ambrosio, Angela De Simone, Pasquale Guadagno, Rosa Parisi, Luisa Pezzillo,
Anastasia Renzi, Christian Russo, Gennaro Salierno, Ciro Scala, Paolo Tommasone, Martina Tortora, Giovanni Tramonto, Andrea Tuccillo
Il disegno è di Patrizia Borgatti, Anastasia Renzi
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Durante il percorso di Formazione “Scrittura Creativa” le docenti Mariarosaria
Petroni e Anna Rita Bifulco hanno lavorato con 17 alunni di cui due diversamente
abili. Nell’attività di scrittura, gli alunni a turno hanno assunto il compito di segretario e di lettore. Le docenti hanno posto agli alunni domande stimolo, un alunno
ideava la prima frase e da lì continuavano gli altri. In tal modo gli alunni hanno
potuto giocare con la fantasia e sviluppare l’immaginario,creando luoghi e personaggi. In questa esperienza l’impatto non è stato dei più semplici, ma il risultato
con cui si sono espressi è stato al di sopra delle nostre aspettative. Il confronto
e il dialogo sono stati importanti non solo per gli alunni ma anche per noi docenti”.
APPENDICE
6. Nel Magico Mondo Dei Libri
Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona (SPAGNA) – classi IIIA/B
Dirigente Scolastico
Cristino Cabria
Docente referente della Staffetta
Velia Cimino
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Daniela Panzeri
Gli studenti/scrittori delle classi
III A - Ara Claudia, Ascolese Jùlia, Berni Angela, Cavallini Giulia, Coldilana Mattia,
Fundarò Clara, Ghelardoni Matteo, Giuffrida Giulia, Gonzalez Johan, Haag Georgina, Jimenez Rosario Gabriel, Lugarà Martina, Marangoni Alice, Martin Daniel, Martìn Riccardo, Marucci Mercè, Masterson Lea, Mateo Isabella, Monaco Emma,
Morano Bianca, Pedretti Emma, Pili Chun, Pini Massimo, Savio Alberto
III A - Bonatti Guillaume, Casaburi Isaac, Castellano Helena, Castellseguè Claudia,
Cesetti Marusca, Deregibus Sofia, Escolà Clara, Evangelisti Daniel, Faraboschi Silvia,
Ferruzzi Lorenzo, Franco Sarah, Gallejones Marina, Gravenhorst Anna Caterina, Grondona Francesco, Klikovac Anna, Kobau Max, Manfredi Marta, Marquez Maria, Muñoz
Isabel, Nurra Romina, Ongaro Chiara, Parjus Francisco, Savio Enrico, Zenere Paolo
Il disegno è di Romina Nurra
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Noi alunni delle classi terze di Barcellona siamo felici di aver partecipato alla
staffetta letteraria. La storia di Tintoretto e dei suoi amici ci ha coinvolto moltissimo.
I protagonisti sono bambini proprio come noi. Li abbiamo seguiti nelle loro avventure, ci siamo emozionati con loro, abbiamo riflettuto sul valore dell’amicizia, sull’importanza del conoscere se stessi, sul rispetto dell’ambiente in cui viviamo...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
7. A spasso in un tempo che fu... Boscofelice
Istituto Comprensivo “Castaldi Rodari” III Circolo di Boscoreale (NA) - classi IIIA/B
Dirigente Scolastico
Teresa Mirone
Docente referente della Staffetta
Santa Greco
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Santa Greco
Il disegno è di Mariavittoria Aliberti, Valeria Esposito
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Partecipare alla staffetta creativa è stata un’esperienza positiva perché gli
alunni si sono sentiti veramente degli scrittori in “erba”. Io ho cercato con ogni
strategia di coinvolgerli in questo percorso creativo e loro sono stati entusiasti
di apportare il loro contributo. È stato un viaggio ricco di emozioni e ogni capitolo scritto dalla staffetta Maior 3 ha lasciato qualcosa in ogni uno di loro e naturalmente anche in me, docente. Quando è stato pubblicato il nostro settimo
capitolo i miei bambini sono stati felicissimi ed io orgogliosa di loro, perché il
loro piccolo mondo è stato arricchito della consapevolezza più grande, quella
dell’amore per gli altri e del rispetto per tutto ciò che ci circonda. Grazie a tutti
voi per la splendida avventura”.
APPENDICE
8. La sconfitta del buio
I.C. “G. Verga” di Riposto (CT) - classe IIIA plesso ”S. Quasimodo”
Dirigente Scolastico
Cinthia D’Anna
Docente referente della Staffetta
Maria Antonietta Finocchiaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Rosaria Messina
Gli studenti/scrittori della classe IIIA plesso” S. Quasimodo”
Roberta Amoruso, Sofia Calabrò, Paolo Campione, Erika Certo, Marica Corsaro,
Roberta Cucè, Luca D’Andrea, Giulia Giamaglia, Martina Giurato, Giulia Grasso,
Gloria Grasso, Francesca Greco, Raffaele Luca, Davide Marino, Claudio Paratore, Francesca Petrella, Giada Petrella, Stefano Proietto Russo, Alessio Quattrocchi, Tommaso Quattrocchi, Giulia Rinaldi, Alessandro Scalella, Nancy Torrisi,
Emmanuele Trovato, Valeria Zappalà
Il disegno è di Alessandra Scalella
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Scrivere una storia a più mani è stata un’esperienza singolare che, virtualmente
, ha permesso a tanti scrittori in erba di interagire.
I miei alunni aspettavano con molta curiosità la pubblicazione dei capitoli e scrivere il nostro è stato il momento clou che ha messo in campo la loro fervida creatività; si sono confrontati, hanno discusso e condiviso le scelte, tutti, anche i più
timorosi, hanno dato il loro contributo inaspettato.
Sono concordi nell’affermare che scrivere questa storia è stato piacevole perché
i protagonisti sono legati da una forte amicizia, sono coraggiosi ed amano l’avventura. Si sono appassionati e sentiti scrittori veri e leggere il capitolo pubblicato è stata per loro una grande emozione...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
9. Salviamo la Natura
Istituto Comprensivo 3° “Rodari-Annecchino” di Pozzuoli (NA) – classi IIIA/B
Dirigente Scolastico
Stefania Maunela Putzu
Docente referente della Staffetta
Teresa Cautiero
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Bruna Buzzurro, Emilia Improta
Gli studenti/scrittori delle classi
IIIA - Gabriele Aprea, Francesco Buono, Domenico Carandente, Benedetta
Castaldi, Carmela Cervone, Maria Chiocca, Lorenzo Cioffi, Leandro Civero,
Giuseppe Curi, Gianmarco D’Ercole, Lara Lipari, Francesco Lucignano, Mirko
Mallardo, Zaira Nasti, Alessandro Pilato, Gaia Pollice, Mattia Sebastiano, Martina Sollo, Cristina Turturiello, Angelo Varchetta
IIIB - Roland Allciu, Angela Amirata, Salvatore Barretta, Emmanuel Caiazzo,
Francesco Cannavacciuolo, Francesco Capuano, Marika Capuano, Sabrina
Carbone, Giuseppe D’Angelo, Anna Cristina D’Onofrio, Michela Dell’Annunziata, Federica Di Bitonto, Antonia Di Bonito, Maria Lourdes Gaudino, Mattia
Grieco, Federico Nile, Elisa Paciello, Alessia Papaccio, Carmela Troise, Gaia
Ursomanno
Il disegno è di Leandro Civero
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Gli alunni hanno vissuto quest’esperienza con molto entusiasmo perché sono
stati protagonisti di un’avventura fantastica che li ha coinvolti sia sul piano didattico che emotivo. Partecipare alla stesura di un libro li ha stimolati ad essere, con i bambini delle altre scuole, una squadra di “piccoli scrittori”...”
per leggere l’intero commento www.bimed.net link: staffetta di scrittura creativa
APPENDICE
10. Un mondo a colori
Istituto Comprensivo “Don Milani-Aliperti” di Marigliano (NA) - classe IIIE
Dirigente Scolastico
Cinthia Grossi
Docente referente della Staffetta
Assunta Cristina Iasevoli
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Assunta Cristina Iasevoli
Gli studenti/scrittori della classe IIIE
Antonia Astarita, Maria Barone, Francesca Capretti, Rosario Corrado, Blanca
D’Amore, Luigi Esposito, Teresa Falcone, Larissa Grigore, Giuseppe Lo Sapio, Giuseppe Marinelli, Margherita Martuscelli, Paolo Papa, Michele Ragosta, Patrizio Junior Stella, Fiorentino Sturchio, Roberto Terracciano
Il disegno è di Paolo Papa, Margherita Martuscelli
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Esperienza entusiasmante. In precedenza ho utilizzato lo schema laboratoriale
in classe, quindi apprendimento e produzione cooperativa con risultati positivi.
In questo caso però la motivazione comune, partecipare alla stesura del capitolo di un libro, ha creato maggiore intesa. Tantissimi gli spunti di conversazione
e le occasioni di approfondimento grammaticale e lessicale durante la lettura dei
capitoli prodotti dalle altre classi. Gli alunni hanno sempre mostrato grande curiosità per le avventure di Tintoretto, anche perchè si doveva “aspettare“ la pubblicazione del capitolo successivo per poter conoscere l’evolversi del racconto.
Speriamo di poter collaborare nuovamente con Bimed”.
NOTE
NOTE
NOTE
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INDICE
Incipit di DOMENICO NOTARI ......................................................................pag
14
Cap. 1 La scomparsa di quel magico mondo di colore ..........................»
16
Cap. 2 Alla ricerca del Pennarello Magico ..................................................»
20
Cap. 3 Il Signor Pennarello ..................................................................................»
26
Cap. 4 Le parole dell’amicizia ..........................................................................»
34
Cap. 5 Nuovi amici nel mondo dei Labirinti ................................................»
40
Cap. 6 Nel magico mondo dei libri ..................................................................»
46
Cap. 7 A spasso in un tempo che fu... Boscofelice ....................................»
52
Cap. 8 La sconfitta del buio................................................................................»
58
Cap. 9 Salviamo la natura ..................................................................................»
64
Cap. 10 Un mondo a colori..................................................................................»
72
Appendici ..................................................................................................................»
80
Finito di stampare nel mese di aprile 2013
dalla Tipografia Effegi San Giorgio a Cremano (NA) Italy
ISBN 978-8897890-38-6
La scomparsa di quel magico mondo di colore
Alla ricerca del Pennarello Magico
Il Signor Pennarello
Le parole dell’amicizia
Nuovi amici nel mondo dei Labirinti
Nel magico mondo dei libri
A spasso in un tempo che fu... Boscofelice
La sconfitta del buio
Salviamo la natura
Un mondo a colori
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Il pennarello magico