Anno V n°1 gennaio 2014 Direttore Responsabile Rocco Toma Maglie: La relazione della Corte dei Conti Gianuzzi a pag.10 Provincia di Lecce Il consigliere Gianfreda: Ammodernate le ferrovie del Sud Est a pag. 9 Vignetta di Lucio De Salvatore E’ L’allegra Scottona Arrosteria all’italiana stata una piacevole sorpresa. Nel centro di Maglie un bel ristorantino arredato come se fosse un pub tavoli e sedie di legno un bel bancone e luce soffusa. Per chi ama la carne questo è il posto giusto! Il tutto Pag. 2 innaffiato da un’ ottima carta dei vini e dalle birre di marchio Eggenberg.! Rapporto qualità prezzo eccezionale e onesto. Era tanto che non mangiavo della carne cosi buona. Ah dimenticavo, hanno un cortile interno dove spesso suonano gruppi live con il giusto volume! La Rubrica della salute A La chiropratica del dott. Martin partire da questa edizione inauguriamo la rubrica della salute del Dottor Martin. Per “curare” i nostri lettori da comuni e fastidiosi acchiacchi dovuti al clima, alla trascuratezza e al correre del tempo, il dottore ogni mese risponderà alle vostre domande, scrivete a [email protected]) Domanda: ogni tanto mi viene un mal di collo, che a volte diventa anche una mal di testa. In questi giorni di freddo, pioggia e vento mi succede più spesso.,so che ha che fare con il tempo, cosa posso fare? Risposta: dei tanti tipi di mal di collo forse il più comune é causato da tensione muscolare: stretching, massaggio e movimento possono aiutare , ma se c’ é uno squilibrio sia muscolare che scheletrico il problema si ripresenta più intensamente e frequentemente. L'aria fredda provoca una contrattura muscolare e coprirsi tanto non basta, perché l'aria fredda che arriva sul viso o nel naso e nelle orecchie stimola un contrattura dei muscoli del collo nonostante essi siano sono ben coperti. La soluzione migliore è una buona sistemazione degli elementi coinvolti in questi riflessi automatici; il cranio (specialmente la nuca), i rapporti fra le vertebre cervicali i muscoli del collo e le spalle. A volte possono presentarsi anche problemi di masticazione che possono peggiorare ancor di più il mal di collo, ma se il collo è ben curato, risponde meglio e si adatta ai vari “stress ambientali” che si presentano. Senz'altro, agire prima è meglio, ma non è neanche necessario un lungo percorso di terapia per ottenere buoni risultati soprattutto se non ci sono controindicazioni, pochi sedute di chiropratica possono prepararti per gustare la fresca brezza dell'inverno salentino! Il dottor. Russel Martin attualmente riceve a Lecce via Mandarino, 02 potete contattarlo telefonicamente per un appuntamento 348/3156474. E La parola ai lettori regio Direttore, il ministro Alfano non perde occasione per dirsi contrario alle unioni civili e in generale ai diritti fondamentali dei cittadini. La sua contrarietà poggia sul fatto che esistono nella società italiana altre urgenze rispetto ai temi su cui è invocato l’intervento governativo. Ma non era Alfano quel ministro dei governi di Berlusconi che per un decennio aveva imposto leggi che dovevano servire per risolvere i problemi giudiziari del suo capo? In quegli anni l’Italia non aveva altre priorità? Anche allora i diritti dei cittadini erano secondari rispetto alle priorità giudiziarie del suo “padrone”. Alfano, come il lupo, cambia il pelo ma non il vizio. Lettera firmata Risponde Laura Lubelli: Quando si dice che ci sono altre priorità, e che le unioni civili o i diritti dei cittadini possono aspet- tare, lo si dice solamente per prendere tempo, è una prerogativa dei governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni: rinviare, rinviare rinviare. La cosa che più stona è che rinviano anche quello che considerano prioritario. Un politico della prima repubblica, Giulio Andreotti, a proposito di governi che non affrontano le questioni spinose per paura di perdere la maggioranza diceva: meglio tirare a campare che tirare le cuoia. Sotto questo aspetto il governo Letta è il più andreottiano della storia repubblicana. Direttore, ho letto su un settimanale che se gli autonomi, artigiani e commercianti, avessero un proprio istituto di previdenza questo chiuderebbe i conti di fine anno con un surplus di 8 miliardi di euro. Sono un artigiano in pensione, che dopo 40 anni di lavoro, senza mai un giorno di ferie e lavorando anche il sabato e la do- menica, riceve una pensione inferiore a 1000 euro al mese. Se la gestione degli autonomi ha un surplus di 8 miliardi all’anno, perc hè non ci aumentano la pensione almeno a mille euro? Lettera firmata Risponde Rocco Toma: Caro artigiano, siamo colleghi di sventura, anch’io sono un artigiano è so cosa significhi riuscire a far quadrare i conti di un’impresa artigiana. So cosa significhi ricevere bollettini dall’agenzia delle entrate per redditi presunti, e so anch’io cosa significhi parlare con degli amici, soprattutto se provengono dalla pubblica amministrazine, i quali ci considerano evasori fiscali e L’immagine di copertina è di Lucio De Salvatore Città Futura Direttore Responsabile Rocco Toma Registro Tribunale di Lecce n° 1068 del 15/09/2010 Redazione: Vicinale S. Rocco s.n. 73020 Melpignano Editore: RT Studio Vicinale S. Rocco s.n. 73020 Melpignano Stampa: AGF ARTICA Srl Via Malta, 186 Muro Leccese SALENTUM TERRAE Pioggia triste d’inverno odore di focolari nel soffio eterno, d’autunno deserti campi rari increspi di lampi, primavera di germogli distese di storia, fortune e quadrifogli, estate di dolci fragranze su spiagge di onde con calde speranze, Erba che muore e rinasce in armonia con le spighe del grano in fasce, mare in bufera che danza col vento non sanno che la loro pensione viene pagata con i contributi versati da lavoratori autonomi ed operai. L’Inps ha un buco da 10 miliardi di euro, nonostante che la gestione degli autonomi ha un surplus di 8 miliardi. Lo Stato non versa all’Inps i contributi dei dipendenti pubblici e il bilancio dell’Istituto di Previdenza ne risente. Aspettavamo una riforma delle pensioni che pensasse agli artigiani e commercianti, categorie dimenticate da tutti i governi, è arrivata la riforma Fornero che anzichè migliorare la nostra situazione l’ha peggiorata soprattutto per i tempi d’attesa, da quando la pensione matura a quando viene erogata bisogna attendere almeno un anno. Amen pescherecci ormeggianti sul sole ormai spento, dialetti e lingue mischiate nel sud più profondo intrecci di vicoli e strade che ancora confondo, Campane e paesi nel tempo spezzato risuonano ancora nel vento arrabbiato, colorate campagne nella stagione più bella adornate sempre da qualche donzella sono lo sfondo del volo di rondini che lasciano scie di libertà senza ordini. Laura Lubelli A mia nonna e a chi ha vissuto con rispetto, da ospite le nostre terre. La Sorgente di Tebe Toma La tua voce come un menestrello saltella nel corridoio d’ aria che tagliente mi sfiora. Sospiri d’ amore asciugano lingue di vento fautore di scompiglio interiore. Una dea intinge devozione nella sorgente natale. Cascata di bellezza e purezza. Le gocce allo schianto divengono occhi… I tuoi. pag. 3 Pescherie Pasca Dal 1960 il pesce fresco dei mari Italiani sulla vostra tavola La professionalità della Signora Abbandonza e dei figli Mirko, Luca e Devis D al 1960 le nostre pescherie sono specializzate nel servizio di vendita di pesce fresco. Serviamo il dettaglio e siamo anche in grado di effettuare forniture di primissima qualità per alberghi e ristoranti. Le pescherie sono gestite dalla Signora Abbondanza e dai figli Mirko, Luca e Devis ed operano a Cursi, in Via Pag. 4 Maglie, sempre Cursi c/o il mercato coperto di Via Edmondo De Amicis, a Melpignano ed a Zollino. Le pescherie Pasca sono una garanzia di serietà, professionalità e qualità. Le pescherie Pasca attraggono clienti da tutta la provincia di Lecce perché sinonimo di garanzia e qualità ed anche per la vasta offerta di prodotti ittici: pesce fresco dei nostri mari, baccale- ria, frutti di mare freschi e tanto altro. Le tradizioni ed i sapori della nostra terra e del nostro mare fanno delle pescherie Pasca un polo di qualità indiscusso che porterà sulle vostre tavole pesce freschissimo, attentamente selezionato, pescato nei mari italiani. C’È ANCHE UN MEDICO DI POGGIARDO DIETRO AI SUCCESSI DEI GIOVANI DEL PARMA CALCIO. a destra gli allievi del Parma di Salvatore Ciriolo LA PASSIONE PER LA SCIENZA MEDICA E QUELLA…PER IL MONDO DEL CALCIO. T rentanove anni, poggiardese e con una grande passione per il calcio, è responsabile medico del settore giovanile del Parma Football Club, società calcistica la cui prima squadra milita nel campionato di serie A. Si tratta del dottor Salvatore Minnella, medico chirurgo specialista in fisiatria, il quale è riuscito a coniugare la passione per la professione medica con quella, appunto, per il gioco del calcio. Da sei anni, infatti, il dottore Minnella cura i problemi di natura articolare e muscolare tipici di chi pratica lo sport più amato dagli italiani, e lo fa con la società della città - Parma appunto - in cui da tempo vive, prima come studente universitario e successivamente per lavoro. La sua attività lo porta settimanalmente ad occuparsi degli infortuni e del percorso riabilitativo dei ragazzi delle tre squadre maggiori del settore giovanile, ossia le categorie “Allievi” regionali e nazionali e la squadra “Primavera”. In particolare poi, i ragazzi della “Pri- mavera”, la categoria giovanile più prossima alla prima squadra, da questa stagione calcistica li segue anche dalla panchina nelle gare di fine settimana, anche se è ancora viva nel medico poggiardese la grande emozione provata in occa- Salvatore Minnella sione della recente conquista dello scudetto, ottenuta dai suoi “Allievi”. “Il titolo nazionale ha rappresentato una grossissima soddisfazione per il sottoscritto e per tutta la società del Parma F.C. – dichiara il medico - poiché man- cava dal 1991. Quasi tutti i protagonisti di questo successo – prosegue – sono stati catapultati nella “Primavera” ed un paio di loro si sono affacciati addirittura alla prima squadra, come il capitano della nazionale di categoria Alberto Cerri, il quale ha esordito in campionato e Josè Mauri che ha invece giocato in Coppa Italia”. L’approdo nella società calcistica del Parma è avvenuta grazie ai consigli ricevuti da Erio Iori, un suo paziente poi divenuto suo grande amico oltre che figura di spicco dell’Associazione italiana arbitri. “Grazie ai consigli di Erio – ricorda il dottore Minnella – ho frequentato il corso per entrare nella Federazione italiana medico sportiva di Parma e, dopo aver superato l’esame, ho “esordito” seguendo gli atleti al mondiale di kickboxing di Salsomaggiore. L’approdo nel Parma, invece, è avvenuta su proposta del mio collega Massimo Manara, il quale ha lasciato Parma per ricoprire la funzione di medico sociale del Milan”. Tutto lascia, insomma, prospettare un futuro in un club della massima serie per il dottore Minnella, anche se lui frena su tale ipotesi. “Nel calcio non c’è una conseguenza logica per cui il passaggio in prima squadra è scontato – dichiara – e personalmente devo ringraziare il direttore del settore giovanile del Parma Francesco Palmieri che, nonostante la riorganizzazione del settore sanitario, mi ha voluto nel sodalizio con un incarico ancora più prestigioso nella squadra “Primavera”. Oltretutto un eventuale collaborazione con la prima squadra andrebbe valutata bene, poiché si tratta di un lavoro totalizzante che non mi consentirebbe altri generi di impegni. Oltretutto io sono molto attratto sia dallo studio muscolo-scheletrico che da quello della colonna vertebrale, per la quale sto realizzando delle impegnative pubblicazioni nell’ambito di un’altrettanto prestigiosa collaborazione avviata con l’I.S.I.C.O. (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale)”. Nulla è scontato, dunque, è chissà che in futuro… Bar Maffy Via Roma, 1 (VILLA COMUNALE) Sanarica Pag. 5 Anche quest’anno Inarea, del magliese Romano, ci stupisce con il suo lunario 2014 Re-cycle il riciclo reinventa la bicicletta L di Cosimo Giannuzzi a società di design INAREA in questi anni ci ha insegnato che è possibile reinventare la realtà partendo da un’intuizione sollecitata dallo stimolo a sua volta attivato dai materiali di scarto o da materiali ordinari. Il suo calendario del 2013 (ORCHEXTRA) era caratterizzato dal tema musicale: per ogni mese c’era la rappresentazione figurativa di alcuni strumenti. Ognuno di essi era il risultato di una mescolanza, o, meglio, di una concatenazione di elementi della vita quotidiana lontani dall’oggetto che erano chiamati a formare. Anche per il 2014 il tema è sviluppato secondo un filo conduttore: la Pag. 6 bicicletta. Ogni mese dell’anno questo mezzo di trasporto prende forma attraverso l’uso di oggetti che solo nella mescolanza danno un significato a un telaio, a una forcella, a una ruota, a un manubrio, insomma a tutti quegli elementi che compongono questo veicolo. Va evidenziato che fin dalla sua nascita il gruppo si caratterizza per questo tipo di rappresentazione degli oggetti suggeriti dalla quotidianità ridando loro una nuova vita. La squadra di INAREA spiega in questi termini il suo lavoro:“Le espressioni ‘ridurre’, ‘riutilizzare’ e ‘riciclare’ invitano a ripensare il modo con cui facciamo le cose e a riflettere sul significato che ogni nostra azione può generare.Questo principio è sempre stato alla base del nostro approccio: ricombinare le componenti di una qualsiasi realtà per dare vita ad un nuovo originale, spesso con significati ben diversi da quelli dell’universo di provenienza. Questo è per noi design. Ed è anche il pensiero, il gioco tra forma e funzione, In alto a dx Antonio Romano di INAREA in alto e sopra 2 immagini del calendario che ci farà percorrere il 2014 su singolari biciclette”. Anche la stessa denominazione del progetto di quest’anno, re-cycle, si presta ad evocare due obiettivi: il riutilizzo creativo dei materiali e il veicolo terrestre. La specificità del linguaggio del calendario 2014, pur non discostandosi dal linguaggio dei calendari degli anni precedenti, contiene la novità di attribuire all’oggetto rappresentato la funzione di propagare l’idea dell’eterno ritorno di materiali scartati attraverso l’immagine della bicicletta che meglio di altre mostra la circolarità del processo. In questa direzione si muove tutto il mondo del design che ha raggiunto la consapevolezza di scoprire negli oggetti destinati al rifiuto un’altra anima. Ed è questa la direzione che INAREA con Antonio Romano mostra di voler percorrere per gli anni a venire. SALUTE SE N’È DISCUSSO IN UN CONVEGNO MEDICO LA CURA DELL’ALLUCE VALGO SENZA PIÙ INCISIONI ALLUCE VALGO: A SCORRANO SI CAMBIA TERAPIA P er la cura dell’Alluce valgo niente più incisioni, si accede con uno o più fori e il giorno dopo il paziente è in grado di camminare. Alla dott.ssa Antonella Ciullo responsabile della Chirurgia del Piede dell’Ospedale di Scorrano, abbiamo chiesto le cause di questa malattia: prevenzione ? Non possiamo parlare di prevenzione bensì raccomanderei alle donne di fare una scelta oculata della calzatura soprattutto per quella che utilizziamo durante le attività quotidiane e lavorative . Una buona calzatura deve essere comod, confortevole nella pianta e nella tomaia , in materiale morbido con un tacco non superiore a 4-5 La dott.ssa Ciullo Le cause possono essere diverse e possono contribuire isolatamente o insieme nell’insorgenza di questa patologia e sono riconducibili all’incongruenza della calzatura, all’abuso di scarpe strette e con tacco molto alto, oppure d una particolare conformazione del piede, nonché ad un’eziologia di tipo familiare. Quello che sappiamo per certo è che l’alluce valgo è caratterizzato da una deformità più o meno accentuata della I° articolazione metatarso-falangea del piede sostenuta da un accentuato varismo del I° metatarso mentre l’ alluce devia verso l’esterno causando un ‘incongruenza articolare che clinicamente si manifesta con dolore. Cosa si puo’ fare in termini di cm . Valutare anche se c’è una predisposizione verso l’alluce valgo legata a dismorfismi del piede per esempio il piede valgo o piatto valgo dell’età dell’adolescenza non trattato o alterazioni assiali delle rotule o delle ginocchia e dell’anca ; in ultima analisi dobbiamo sempre considerare la familiarità che pure può giocare il suo ruolo. Come puo’ un cittadino valutare queste situazioni predisponenti ? Sicuramente è necessario un esame clinico e successivamente se necessario anche strumentale . Il paziente si può rivolgere al medico curante e chiedere una prenotazione c/o il nostro ambulatorio a Scorrano dedicato alla patologia del piede e del quale mi occupo personalmente . Dopo la visita il paziente esegue delle prove funzionali a seconda della patologia e si chiedono degli esami strumentali e tra questi anche l’esame baropodometrico digitale. Cos’è questo esame ? È un esame funzionale del passo attraverso il quale si possono evidenziare alterazioni sia nella fase statica , sia nella fase dinamica sia disordini posturali legati a numerose patologie dell’apparato osteo muscolare ma anche di altri organi di senso, del sistema vestibolare dell’apparato visivo nonché del sistema neurologico centrale o periferico. Inoltre possiamo valutare anche la bontà di un trattamento chirurgico effettuato. Per tornare all’alluce valgo cosa si può fare quando un paziente ha dolore ? Sicuramente il trattamento definitivo è quello chirurgico. Questo trattamento si può affrontare con numerose tecniche a seconda delle varie scuole di pensiero ma soprattutto oggi si cerca di affrontare la chirurgia del piede con tecniche innovative che sono anche meno aggressive e sono pertanto più accettate dal paziente. Da circa un anno ho adottato una nuova tecnica chiamata “mininvasiva”. Con questo termine non si vuole indicare un intervento chirurgico più semplice. Infatti con questo sistema vengono eseguiti gli stessi passi e tempi della chirurgia tradizionale, quindi si fanno ugualmente i tagli sull’osso, le traslazioni e le sintesi con una o più viti, solo lo si fa in modo mininvasivo cioè senza una incisione chirurgica bensì con uno o più accessi puntiformi e uno strumentario dedicato anche per la sintesi con le viti. Questo permette al paziente di poter camminare il giorno seguente all’intervento con una scarpa idonea e di riprendere una calzatura normale nell’arco di tre-quattro settimane; non avrà punti di sutura perche non c’è una ferita, non avrà disturbi della circolazione al piede sempre presenti nella chirurgia tradizionale. Tutti i pazienti si possono sottoporre a quest’intervento? La decisione del tipo di intervento è sempre del chirurgo e sempre dopo adeguato planning preoperatorio perché non tutte le deformità potranno essere trattate con tecnica mininvasiva . Tuttavia quello che mi preme sottolineare è che con questi sistemi dedicati cambia il modo di affrontare la chirurgica del piede anche in altre situazioni non solo per l’alluce valgo ma anche per le metatarsalgie , le dita in griffe , lo sperone e le fasciti plantari ed altro. Si riduce anche la degenza in ospedale con risparmio di risorse sanitarie. Per il chirurgo è necessaria un’adeguata curva di apprendimento ma soprattutto non bisogna dimenticare che sono interventi che devono essere risolutivi per quanto riguarda la sintomatologia dolorosa e la deformità e devono restituire la normale fisiologia del piede del paziente condizio sine qua non potremmo aspettarci complicanze future. A questo punto voglio esprimere il mio grazie all’Azienda Lecce che nonostante le difficoltà del momento è sempre pronta ad accogliere le novità e a sostenerci con l’acquisto di materiali e strumentazione , ringrazio il dott. Luigi Refolo Direttore di Ortopedia e Traumatologia di Scorrano e ringrazio la collaborazione di quanti mi stanno intorno nel sostenere l’attività che svolgo sia il personale del reparto sia della sala operatoria poiché nessun percorso soprattutto chirurgico è possibile senza la collaborazione di tutte le figure professionali . Pag. 7 CONTINUA LA TRADIZIONE DEL H JAZZ A MAGLIE a appena quattro anni l’Associazione Culturale Jazz Bud Powell di Maglie, ma ha al suo attivo un ricco patrimonio di concerti, di eventi formativi per Soci e persone sensibili al mondo musicale, di collaborazioni con enti pubblici e privati. Sulla scia di un antica tradizione jazz, un nutrito numero di 51 soci, nella stragrande maggioranza giovani, guidati da un dinamico direttivo, ha saputo captare le esigenze diffuse in un ambito territoriale molto più ampio di Maglie e le ha incanalate in diversi progetti di sicuro successo. Domenica 12 gennaio, ospite del Circolo Tennis di Maglie, si è svolta l’Assemblea ordinaria dei Soci. Il presidente uscente Francesco Negro ha fatto il punto della situazione illustrando tutta la programmazione attuata nel 2013 e lo spirito che l’ha animata. Il riconoscimento più stimolante è stato offerto dalla Fondazione Siena Jazz che, in occasione dei seminari senesi di settembre Kind of Blue 2013, ha permesso la presentazione a Siena del CD Play realizzato l’anno scorso dall’Associazione Bud Powell con brani dei soci suonati da: Francesco Negro Ensemble: Francesco Negro (piano), Giuseppe De Pascalis (tromba), Antonio Pellegrino (sax tenore), Dario Stefanizzi (sax tenore), Christian Bevilacqua (trombone), Franco Fabbrini (basso elettrico), Alberto Stefanizzi (batteria); Antonio Cotardo Ensemble: Antonio Corardo (flauto), Antonio Macchia (tromba), Ludovico Varallo (sax contralto), Cesare De Fiore (piano elettrico ed elettronico), Dario Lionetto (contrabbasso), Antonio De Donno (batteria); Simone Stefanizzi Ensemble: Simone Stefanizzi (tromba), Carmine Boccardo (sax tenore), Lorenzo Romano (sax tenore), Alessandro Corvaglia (sax contralto), Simone Graziano (piano), Matteo Maria Maglio (contrabbasso), Dario De Giorgi (batteria). Poi il presidente ha ricordato la terza edizione del progetto Museo in Jazz realizzato in collaborazione con il Museo L’Alca, il Comune di Maglie e la Proloco. L’intenzione è stata quella di offrire visibilità ai numerosi artisti emergenti salentini senza perdere di vista il panorama dei musicisti di rango internazionale. Si sono esibiti i 7/Ottonani con Francesco Protopapa (tromba), pag. 8 Andrea Perrone (tromba), Simone Stefanizzi (tromba), Gaetano Carrozzo (trombone), Giuseppe Oliveto (trombone), Gianluca Ria (trombone), Dino Donateo (tuba); l’Emanuele Coluccia Quartet con Emanuele Coluccia (sax), Francesco Negro (pianoforte), Matteo Maria Maglio (contrabbasso), Marco Girardo (batteria); il duo Free Dot con Antonio Cotardo (flauti), Paolo Pacciolla (percussioni); il Trio di Greg Burk con Greg Burk (pianoforte), Stefano Senni (contrabbasso), Enzo Carpentieri (batteria). Stimolante è stata la collaborazione con il Comitato del Mercatino del Gusto che ha visto esibirsi nelle piazze di Maglie ed all’interno della villa comunale col progetto Le cene in villa i nostri Capezzuto Domenico, Cassiano Dionisia, Colaci Michele, Cotardo Antonio, De Donno Antonio, De Donno Francesco, De Giorgi Dario, Del Vitto Giancarlo, Dell’Anna Alessandro, Doremi Andrea, Girardo Marco, Jacobsen Martin, Laurentaci Giampaolo, Macchia Antonio, Maglio Matteo Maria, Marasco Alfredo, Nguyen Duylinh, Pasca Salvatore, Pecoraro Federico, Piccinno Rossella, Ria Gianluca, Rielli Stefano, Rossetti Andrea, Stefanizzi Alberto, Stefanizzi Dario, Stefanizzi Simone, Stefàno Daniele, Tondo Emanuele, Esposito Mauro, Esposito Roberto e Negro Francesco. Il fine statutario di educare al gusto della musica ha sotteso le numerose Jam Session tenute di giovedì presso l’Art Cafè di Maglie. Le Jam iniziavano con la presentazione di musicisti che hanno fatto la storia del jazz: Bill Evans, Don Cherry, Jim Hall, Abbey Lincoln, Max Roach, Ravi Shankar e Zakir Hussain, Sonny Rollins, Tony Scott, Il Jazz come Riscossa Sociale in Jamaica, Paul Motian, Pharoah Sanders e Tadd Dameron. Ogni artista era presentato a turno dai Soci: Marco Girardo, Antonio Vantaggiato, Antonio Cotardo, Giancarlo Del Vitto, Dionisia Cassiano, Alberto Stefanizzi, Paolo Pacciolla, Fulvio Palese, Dario Stefanizzi, Christian Bevilacqua e Antonio Pellegrino, Dario De Giorgi, Roberto Gagliardi e Angelo Mastronardi. Più specificatamente formativi sono stati i corsi di composizione di musica jazz, febbraio-maggio, tenuto da Francesco Negro e Antonio De Donno; e quelli di musica d’insieme, iniziati ad ottobre, tenuti da Antonio Cotardo (flauto), Simone Stefanizzi (tromba) e Francesco Negro (pianoforte). Per ultimo è stata ricordata la costituzione della Big Band Bud Powell composta da ben 23 elementi e diretta da Emanuele Coluccia. L’Assemblea si è chiusa con l’elezione del Direttivo: Antonio De Donno, Titti De Simeis, Matteo Maglio, Francesco Negro, Alberto Stefanizzi. Antonio Negro Volontari puliscono le spiagge P er questo continuava a chiamare quel posto Porto Enea. Perchè cosi lo aveva chiamato suo padre e il padre di suo padre, fino a generazioni di uggianesi ed otrantini, che si perdevano nella notte dei tempi. Antonio Verri Un’ iniziativa promossa dal prof. Fernando Caputo dell’ istituto comprensivo di Uggiano la Chiesa che insieme ai ragazzi delle classi 3A - B ogni domenica, nel primo pomeriggio, accopagnato da qualche genitore, ripulisce ciò che l’ uomo rigetta , senza rispetto e senza rimorso, nell’ indifesa natura. Un’iniziativa importante che coinvolge attivamente i ragazzi educandoli al ripetto dell’ ambiente che vivamo quotidianamente in tutte le sue sfumature, inoltre i nostri volontari garantiscono un servizio di ripulizia che non deturpa il paesaggio nel periodo invernale, uno dei paesaggi più selvaggi e innocenti rimasti sulla costa salentina. Un autentico grazie da tutt gli amanti del romantico mare d’inverno. Laura Lubelli Riqualifichiamo le nostre ferrovie Provincia di Lecce: Il consigliere Gianfreda con un ordine del giorno: La programmazione regionale ultimo treno per l’ammodernamento I Presidente della Provincia e l’Assessore ai Trasporti a sollecitare la Regione affinché inserisca tra le priorità della prossima programmazione 2014-2020 l’ammodernamento delle linee delle F.S.E. con doppio binario, elettrificazione bretella di collegamento con Ecotecne e ristrutturazione (con voli Low Cost permettono a migliaia di turisti di raggiungere il Salento con poche decine di euro, ma arrivati all’aeroporto Papola-Casale di Brindisi iniziano i problemi per raggiungere le località mète del turismo come Otranto o Gallipoli perché Raffaele Fitto da ministro ha inserito nel Piano per il Sud il collegamento aeroporto con la città di Brindisi i collegamenti sono carenti. Nel Piano per i Sud predisposto da Raffaele Fitto quand’era ministro è previsto un collegamento tra l’aeroporto e la città di Brindisi. Mentre, la rete ferroviaria salentina è stata elettrificata su interessamento del Consigliere Regionale Aurelio Gianfreda con i fondi strutturali 2007-13. A questo punto manca poco per realizzare la metropolitana di superficie, opera strategia per le province di Brindisi, Lecce e Taranto. Per questo motivo il Consigliere Gianfreda, con un ordine del giorno presentato al Consiglio provinciale di Lecce, chiede di sfruttare la prossima programmazione regionale 2014-2020 per ammodernare e completare definitivamente la linea ferroviaria Sud-Est. L’ordine del giorno con oggetto: ammodernamento della linea ferroviaria Sud-Est è stato inviato al difensore civico della Provincia di Lecce sen Giorgio de Giuseppe e a tutti i sindaci della provincia affinché spingano la Regione a programmare in questa direzione. Nell’ordine del giorno si legge: Premesso che il piano per il Sud previsto dal Ministro per i Rapporti con le Regioni (on. Raffaele Fitto n.d.r.) prevede una bretella di collegamento tra Brindisi città e l’aeroporto; Che la programmazione regionale per l’utilizzazione dei fondi comunitari 2014-2020 è probabilmente l’ultima occasione per procedere ad una radicale trasformazione della linea ferroviaria Sud-Est, obsoleta ed improduttiva, con una moderna metropolitana di superficie capace di collegare l’estremo lembo del Salento e la Provincia di Taranto con ECOTECNE e con Ecotecne: Ogni giorno studenti e lavoratori raggiungono l’università con i propri mezzi, la metropolitana di superficie rappresenta una notevole fonte di risparmio l’aeroporto di Brindisi; Che tale metropolitana elettrificata a doppio binario consentirebbe di raggiungere facilmente località balneari rinomate come Gallipoli, Otranto e Santa Maria di Leuca; Che tale linea avrebbe un notevole bacino di utenza nel periodo invernale tra cui moltissimi pendolari e studenti delle provincie di Lecce e Taranto che quotidianamente raggiungono l’Ateneo Salentino in generale ed ECOTECNE in particolare; Che nel periodo estivo il bacino di utenza è notevolmente più ampio e che i potenziali utenti di una linea moderna, efficace, rapida e fre- L’aeroporto Papola-Casale: I turisti arrivati qui hanno difficoltà a raggiungere località come Gallipoli e Otranto, con la metropolitana di superficie si potrebbero incrementare le presenze. quentata, raggiungerebbero da Brindisi e Taranto le mete balneari più note del Salento e viceversa; Che una linea moderna ed efficace favorirebbe un maggior afflusso dell’utenza, una diminuzione dell’uso del mezzo proprio e risparmi notevoli di traffico in generale. Tutto ciò premesso e considerato il Consiglio Provinciale Impegna il Aurelio Gianfreda da presidente della IV commissione permanente della Regione ha chiesto l’elettrificazione della rete ferroviaria del Sud-Est, opera già realizzata ampi parcheggi a servizio) delle stazioni intermedie dell’attuale intera linea della Sud-Est. Per il Consigliere Gianfreda: Quest’occasione, la programmazione regionale 2014-2020, rappresenta l’ultimo treno per l’ammodernamento della FSE e la trasformazione della stessa in una metropolitana di superficie. I collegamenti veloci possono sviluppare la nostra fabbrica più importante, quella del turismo, ma non solo, si avrà la diminuzione di mezzi in circolazione e di conseguenza minori incidenti. I pendolari avranno un beneficio economico nell’usare i mezzi pubblici anziché la propria auto per raggiungere il posto di lavoro. L’ordine del giorno è stato inviato a tutti i sindaci affinché investano i propri consigli comunali, per chiedere tutti insieme alla Regione che finanzi quest’opera. Pag. 9 La relazione della Corte dei Conti: preoccupanti i conti del Comune di Maglie dis. Lucio De Salvatore N di Antonio Giannuzzi on è la prima volta, che la Corte dei Conti evidenzia alla nostra amministrazione le criticità del bilancio comunale, con riferimento particolare e costante all’utilizzo ininterrotto delle anticipazioni di tesoreria. Lo ha fatto anche nell’ultima pronuncia, del novembre 2013 riferita al bilancio 2011. In questa occasione, però, la Corte evidenzia, con maggior forza, la serie storica dell’utilizzo delle anticipazioni ed anche e soprattutto, il debito che costantemente è rimasto non rimborsato alla data di chiusura dell’esercizio, tanto che viene evidenziato “l’avveramento del parametro di deficitarietà strutturale … concernente l’esistenza al 31 di- Pronti a chiedere l’elemosina cembre di anticipazioni non rimborsate superiori al 5% delle entrate correnti… costituisce un indice di allarme sulla tenuta dei conti in termini di sana, prudente e corretta gestione finanziaria” . Altro punto evidenziato dalla Corte, è stato quello relativo all’approvazione del rendiconto 2011, avvenuto il 22 agosto 2012. In quella data, protestammo per l’eccessivo ritardo dell’approvazione del Consuntivo, che la norma prevedeva entro il 30 aprile dello stesso 2012, ritardo, è tanto più incomprensibile se consideriamo che avveniva in pieno periodo di ferie di agosto, quasi a tenere bassa l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica, facendo passare in sordina il fatto, che quella approvazione, denunciava l’eccessivo indebitamento con aggravio di interessi a nostro carico e anche lo sforamento del Patto di Stabilità di circa 900.000 €. La relazione della Corte, di que- sti giorni, smentisce il Sindaco e il nostro Collegio dei Revisori, che aveva sottoscritto la nota di risposta ai chiarimenti, richiesti dall’alto Organo di Controllo, che confermando i nostri rilievi, ha evidenziato, la possibilità di ulteriori conseguenze per la tardiva approvazione del rendiconto 2011, visto che la normativa prevede, “in caso di mancata approvazione del rendiconto di gestione entro il termine del 30 aprile dell’anno successivo, l’applicazione dell’art. 141, c.2, del Tuel che disciplina le ipotesi di scioglimento del Consiglio”, conseguenza ignorata dall’amministrazione, nella nota di risposta alla predetta Corte dei Conti. Questa pronuncia dell’organo di controllo, viene rimessa, oltre che ai Consiglieri Comunali, anche all’organo di revisione dei conti del Comune, che opportunamente, potrebbe fare tesoro dell’ indicazioni avute, per meglio regolare l’attenzione che bisogna avere sulla documentazione prodotta dall’amministrazione, ricordando, agli stessi, che devono garantire i cittadini e tutti i Consiglieri. Trasporta le tue pellicole in formato digitale pag.10 Bruno Toma Via Ferramosca, 84 Maglie Cambio di Mentalità Ermetiche filosofie illuse(?) di Vinvenzo Miggiano Dare alle nuove generazioni buone occasioni significherebbe non vedersi delusi. Ma ci si mette molto tempo per diventare giovani, diceva Picasso. E pure, nel tempo, le buone occasioni non le danno mai, quindi vanno create. Sarebbe riduttivo parlare della solita questione dell’impegno dei giovani in politica, delle facce nuove. Sarebbe per giunta apolitico, e il richiamare Picasso metta in guardia chi vuole leggere con gli occhiali del pregiudizio. Le nuove generazioni sono ben altro che torme di giovanotti e ragazze, si tratta di un concetto ben più ampio. Non fa parte di una nuova generazione chi ha avuto buone occasioni di fare il bene della sua generazione e non l’ha fatto. Chi ha fallito, chi si è omologato, chi ha atteso e ha perso l’attimo. Non fa parte di una nuova generazione chi non ha avuto delle buone occasioni per il bene della sua generazione e non le ha create insieme agli altri. Hanno sbagliato o forse si sono persi, perché no? Si sono venduti. Nessuno è desueto e nessuno è vecchio e tutti possono partecipare alla causa delle nuove ge- nerazioni, ma chi non ne fa parte non tarpi le ali, non interponga alle ruote di nuovi cammini il bastone dell’interesse. Non chiuda visuali ampie con il velo dell’ipocrisia o della saccenteria. Non indichi come strada da seguire, chi ha già avuto buone occasioni, quella di evitarne altre. Ma cosa sono le buone occasioni? Non bisogna certo pensare che esse siano soddisfazioni personali. Tutt’altro. Non sono la rivendicazione di un posto, di un’attenzione, di una candidatura. Le buone occasioni sono momenti contingenti in cui c’è lo spazio per una generazione per poter operare un cambiamento verso il meglio, verso una forma di giustizia più alta. Momenti in cui si ha la possibilità di lavorare ad un progetto da cui poter tirare fuori qualcosa di buono per un’intera comunità. Ma le buoni occasioni, si diceva, si danno sempre di meno. Bisogna crearle. Una nuova generazione, crea la sua buona occasione decidendo l’impegno convinto, non la critica fuggente. Decidendo lo scontro con ciò che le appare ingiusto non l’omertà. Decidendo anche di metterci la faccia. Lo sprone è chiaro, ma sarà strumentalizzato, male interpretato, perché si fa fatica ad essere nuova generazione, si pensa solo all’ambizione personale, si pensa solo con malizia, non si sgombra il campo dalle vecchie generazioni che fallendo hanno inficiato la vita delle nuove. Ma non è questo un atto di accusa verso gli anziani. L’anagrafe in questo ragionamento c’entra poco, solo di striscio. E’una questione di mentalità. Chi parte ora ha bisogno di chi ha già fatto il viaggio. Sarebbe senza guida. Chi parte ora non deve affrettare il passo ma studiare bene il percorso. Questa nostra nuova generazione non deve voltar pagina come hanno voluto fare altre, perché sarebbe un ennesimo passo affrettato. Questa nuova generazione deve saper preparare il terreno al cambiamento che lei stessa deve operare. Deve farsi guida di un cammino intrapreso per condurlo verso un futuro che a noi appartiene. E’una sfida aperta al conformismo, ai giovani rampanti convinti di avere tutte le carte in regola ma senza preparazione, al feudalesimo politico, alla politica dei burattinai che avrebbero gusto, in nome dei propri interessi, a guidare un cambio generazionale. Esso non si impone, si “auto genera”. Con il coraggio di affiancare chi lavora e di fronteggiare chi lo ostacola. Questo coraggio deve opporsi al pregiudizio tipico di chi continua ad imporci il fascino del suo potere inconsistente, del suo odio, del suo ricatto. E’ bello immaginare, e immaginare è il primo atto del creare, una comunità ove si attui finalmente un’apertura verso chi cerca di portare la trasparenza per quell’osmosi tra cittadini, politica ed istituzioni che è oltremodo auspicabile. Vi Auguro tantissime belle cose: un 2014 stracarico di salute, pace, abbondanza, gioia, allegria, lavoro, riposo, tutto ciò che desiderate di meglio! Sergio SANARICA mobile 333.3199216 http://www.studio99radio.it E-mail:[email protected] Studio 99 Radio Via Garibaldi, 22 Muro Leccese pag. 11 Il tuffo “carpiato” del giovane operaio impennacchiato U di Umberto Marsella na data e un treno. A fianco, il caso o il destino. Le date, si sa, sono semplici dettagli ma se una somiglia alle coordinate del compleanno (o a qualcosa di più) continuerà ad intenerirci e a raccontare le storie sfilacciate e mai archiviate che in qualche modo ci descrivono. Poi il treno. Erano gli anni dei treni. Quei vagoni popolari e affollatissimi, mediamente sudici , quasi mai puntuali come quelli che qualche tempo dopo, per conto dell’Università o del servizio militare, ci avrebbero portati in esilio. Ma questo treno era diverso, più datato, con carrozze lignee e destinazione oltralpe, nel paese della cioccolata e delle banche. Comunque, appuntamento a Lecce. Il 24 giugno 1974 in stazione tutti i progetti fino ad allora coniugati al maschile plurale dove maschile sta per amici e plurale per moltitudine (di compagni magliesi) che il treno avrebbe a stento potuto…ospitare, tutti i propositi, dicevo, finirono al singolare maschile, lasciandomi unico erede e protagonista della vicenda. Così, a fianco ai binari, mentre i capelli (allora) fluenti riuscivano a coprire a malapena i pensieri incerti e preoccupati, i miei occhi cercavano, nella concitazione, un punto fermo. Fissai per un po’ Brown & Boveri: quegli insignificanti caratteri di bronzo, punzonati sul fianco della motrice di testa che rimandavano alla ditta costruttrice delle locomotive. Il caso, o se volete, il destino pochi giorni dopo mi collocò Pag. 12 nientepopodimeno in quella mastodontica siderurgica svizzera con sede a Zurigo. Incredibilmente impegnato a costruire uno “Statore” (ovviamente con compiti elementari) impennacchiato nella impeccabile tuta blu da operaio come i cinquemila lavoratori che animavano la stessa fabbrica. Ma non era stato facile salire su quel diretto. E ancora non ci credo. Mancavano al “progetto” lavorativo piccoli particolari, quisquilie: chi avrebbe dovuto assicurare il vitto/alloggio; dove e a chi rivolgersi per un lavoro da assegnare ad un pischello diciassettenne come me, vissuto alla luce di quella comoda mentalità piccolo-borghese-magliese poco “incline”… all’attività manuale. D’altronde fino ad un’ora prima del fischio del capotreno avevo dovuto affrontare la riluttanza della buonanima di mio padre per questa mia “fissazione” e la crescente preoccupazione di mia madre, che da subito aveva infittito “ rosari” e visite alla Parrocchia del Sacro Cuore. “Pacenzia!” Così, optando per la partenza, non avevo potuto far altro che seguire il consiglio esperto di anziani migranti salentini, riposto nel mio bagaglio, e affidarmi, tout court, incondizionatamente, all’abbraccio affettuoso e solidale dei passeggeri del Lecce-Zurigo. Fu determinante. Due angeli della Grecìa salentina vennero in mio soccorso con delicata e indelebile genero- sità. Sergio con i capelli come un casco di banane e Antonio con gli occhi tondi di civetta mi traghettarono dal treno alla fabbrica passando dall’Ufficio stranieri e dalla preziosa ospitalità dei loro parenti stanziali. Certo non fu un periodo libero da affanni. C’erano dormite scomode, fresche levatacce quasi notturne e lunghe ore di lavoro che impoverivano il riposo e il tempo libero. Ma proprio quando sembrava che “questa mia avventura” stesse acquistando la forma e lo spessore dell’esperienza orgogliosa e pacata, in grado di fornire all’occhio ingenuo e vispo del giovane rivoluzionario la visione reale ( e critica) dello stridente dislivello tra la Bahnhoffstrasse, la strada delle banche dorate, e gli ordinati e scarni capannoni dei nostri parsimoniosi e versatili lavoratori corregionali; quando, ripeto, a metà luglio, pensavo che valesse la pena continuare a lavorare, a fianco al mio collega iraniano Abbas, nel gabbiotto predisposto per la costruzione dello statore e tante altre cose ancora, intervenne la più irriducibile delle censure: quella della “distorsione” del tempo. Il 20 di luglio il tempo cominciò a rallentare. Per uno strano gioco di prestigio stava diventando lentissimo, quasi immobile. Proprio nella terra degli orologi. Cominciavo a chiedermi quanto durasse un giorno e quanti giorni dovessero passare in una settimana. Ma è così che fa il tempo: si allunga e si accorcia secondo le cose che si aspettano con irrefrenabile desiderio (o con ansia e paura). Luglio, ma anche giugno e agosto da sempre ci regalava gioia con le “nostre” immagini piene di mari e di ombrelloni colorati, di palloni per giocare sulla spiaggia, di dancing, di musica, di gente che ballava e di capriole sulla sabbia calda. Prevalse l’anima leggera e disimpegnata. Non avevo la stoffa di Ulisse. Non seppi resistere! Pur consapevole del danno alla …produttività che avrebbe provocato alla siderurgica il mio auto- licenziamento, piantai baracca e burattini per tornare, senza un minimo accento svizzero, come una tortora…all’acqua salentina. La nuova migrazione verso i mari del sud restituiva immediatamente al tempo il ritmo della nostra scoppiettante vivacità. Verso Bari, nell’ultima scena del viaggio, l’euforia (avrei supplicato il macchinista di guidare… contromano, pur di fare in fretta!) non riusciva a tacitare la mia voce “fuori campo”: ripensavo a quello che avevo fatto e non rimpiangevo nulla. Tutto era accaduto per un motivo, e ogni avvenimento aveva innescato qualcosa di meglio. Ero cresciuto e avevo dimostrato di potercela fare. Anche senza la mamma. E nonostante quei rammolliti, pusillanimi e inaffidabili, ipotetici compagni di viaggio. Con l’esempio, il garbo e la concretezza quegli uomini, dalle unghie orlate di nero, mi avevano impartito quotidianamente lezioni sui valori fondanti del pensiero filosofico: l’amicizia, il coraggio, il dovere, la felicità e perché no, la nostalgia. Sotto forma di idee riportavo, in valigia, questi preziosissimi beni immateriali stipati a fianco ai “prosaici” parallelepipedi di cioccolato e di sigarette. Il 4 agosto, tra momenti di semplice e meritata felicità, scendevo, con un tuffo carpiato, dalla locomotiva di testa. Vento freddo sull’Arneo Il nuovo romanzo storico della scrittrice poggiardese Tina Aventaggiato, ambientato tra gli eroici contadini salentini degli anni cinquanta. P di Salvatore Ciriolo oggiardo. La notte del 28 dicembre 1950 circa tremila braccianti e contadini poveri si riversarono sulle terre dell’Arneo, una zona incolta della penisola salentina comprendente le province di Brindisi, Taranto e Lecce (ne fanno parte i comuni leccesi di Porto Cesareo, Veglie, Leverano, Nardò, Copertino, Salice Salentino e Guagnano), per occuparle con l’obiettivo di dissodarne la terra improduttiva e per protestare contro gli agrari e l’ingiustizia della cosiddetta legge “Stralcio” che escludeva il Salento dallo scorporo del latifondo in Italia. Il contesto storico in cui ebbe luogo l’occupazione simbolo delle lotte contadine nel Salento, era quello delle macerie, dei lutti e della disoccupazione lasciati in eredità dal fascismo, il regime nato in seguito alla saldatura tra gli stessi latifondisti del sud e gli industriali del nord (e i loro servi), ma anche della nuova coscienza maturata dalla lotta partigiana. Gli agrari del sud, dal loro canto, non intendevano offrire neppure il minimo contributo per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali del paese e, come nel caso delle terre incolte e acquitrinosa dell’Arneo, per non pa- Tina Aventaggiato gare le tasse preferivano lasciare incolti i loro feudi, pur rappresentando gli stessi l’unico sbocco lavorativo per le masse di disoccupati che intendevano occupare inediti spazi di diritti umani e civili. La rivolta, la dura repressione delle forze dell’ordine caldeggiate dagli agrari e le vicende giudiziarie che ne seguirono, portarono comun- que ad un esito positivo: l’assegnazione delle campagne ai contadini. Il 28 dicembre 2013, in occasione della ricorrenza del sessantatreesimo anniversario dell’occupazione dell’Arneo, al castello di Copertino è stato presentato il nuovo romanzo storico della scrittrice poggiardese Tina Aventaggiato, dal titolo “Vento freddo sull’Arneo” (Loffredo Editore). Il romanzo, con prefazione storica di Gianni Giannoccolo, propone la vicenda della grande ribellione contadina vissuta nelle campagne di Nardò da due famiglie povere, costituite da personaggi immaginari che però si muovono accanto alle figure storiche che hanno organizzato, contrastato o giudicato i braccianti e i contadini che occuparono le terre (tante le grandi personalità coinvolte all’epoca dell’occupazione, basti pensare, ad esempio, al contributo fornito dal parlamentare comunista Giuseppe Calasso). Figure storiche che Aventaggiato, però, nel romanzo non fa mai agire direttamente in prima persona, ma attraverso gli occhi della gente comune. E la gente comune che agisce nel ro- manzo è ispirata ai racconti, ai miti, alla cultura che la stessa autrice ha respirato da piccola, quando viveva con la sua famiglia a Castrignano dei Greci, figlia di un reduce (e prigioniero) di guerra e sindacalista della Cisl e di una tabacchina, e quindi di gente semplice, così come uomini e donne semplici erano coloro che avevano partecipato all’occupazione delle terre dell’Arneo. Naturalmente c’è anche un grande lavoro di ricerca su quei fatti, un lavoro facilitato, come la stessa autrice sostiene, dalla lettura di alcuni libri dello storico Salvatore Coppola, il maggiore storico dell’Arneo. “A spingermi ad esplorare quanto avvenne in quel periodo – spiega Tina Aventaggiato – è stata proprio la grande curiosità destata in me dal coraggio dei contadini salentini ad alzare la testa contro il potere. Si tratta di un gesto che ha consolidato la cultura salentina, fornendo solide radici alla nostra terra, alla nostra identità. La rivolta dell’Arneo – conclude – fa parte del patrimonio genetico dei salentini e rappresenta per la nostra gente qualcosa di grande, di eroico”. pag.13 Ristoranze Pizzeria Toto V. Paisiello,56 - Maglie Tel: 345 2254218 S Il gusto della pizza: A Maglie, da Toto, la tradizione iamo dei mangiatori di pizza, in particolare di pizza margherita. Se vi trovate a passare da Maglie, non rinunciate a questa delizia. La pizzeria Toto è un punto di referimento per gli appassionati di questa straordinaria pietanza. La storia della pizza è alquanto curiosa. Nata come umile pietanza per sfamare il popolino un po’ di pasta condita solo con pomodoro, olio, aglio e origano è stata, nel corso degli anni, oggetto di attenzioni da parte di illustri personaggi della storia. Il primo di questi incontri risale al 1843 quando sul trono di Napoli sedeva re Ferdinando II con sua moglie Maria Teresa. Stufi di mangiare sempre quei “soliti” cibi sofisticati, ai due sovrani venne voglia di qual- cosa di diverso; così per evadere dalla routine. Chiesero allora di mangiare proprio delle pizze, quelle stesse che si vendevano agli angoli delle strade popolari di Napoli. Come dice un proverbio, la semplicità è l’ultima forma della sofisticazione. Vennero subito accontentati, ovviamente. Per soddisfare quel real capriccio culinario fu immediatamente approntato un forno nel bosco della reale reggia di Capodimonte – dove i sovrani alloggiavano – e prelevato un pizzaiolo per quella bisogna. Cinquantasei anni più tardi poi, nel 1889, la scena si ripresentò. La voglia, questa volta venne alla regina Margherita di Sa- voia, in visita a Napoli. Ancora una volta venne prelevato un pizzaiolo e portato alla reggia di Capodimonte. Questo, in omaggio ai tre colori della bandiera italiana ideò una nuova pizza: con pomodoro (rosso), mozzarella (bianco) e basilico (verde). E le diede il nome della regina. Era nata la pizza margherita. Molti anni più tardi più tardi poi, siamo nel 1994, un altro potente – un re moderno – non seppe resistere allo “sfizio” di una pizza napoletana: Bill Clinton, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America. Nel bel mezzo del G7 – che si teneva proprio a Napoli – se ne uscì tranquillamente a passeggio nei vicoli del centro storico. E proprio come un normale turista, senza manco sedersi al tavolo, ne prese una piegata “a libretto”. La storia della pizza Margherita in una poesia in vernacolo ‘A Rigina Margherita tant’anne fà se fermaje a chesta bella città, e dicette accussì vicino ‘o Rre: “Tengo ‘o desiderio ‘e me magnà na pizza, fermammece ccà Umbe’”! ‘E pizzajuolo cu genialità E in onore suojo ‘nventaje na pizza bella assaje: “Pigliaje na fronna ‘e vasinicola e ll’aunette c’‘a muzzarella chella ‘e bufalo… ‘a cchiù bella, e c’‘o zuco d’‘a pummarola e cu passione e fantasia a spannette ncopp‘a pizza… cu tant’ammore ! E comm’è na poesia criaje ‘a pizza tricolore. Accussì cu grazia e cu maniera ce ‘a presentaje annanze ‘a Riggina... comme se presenta ‘a banniera. Essa tutta felice e cuntenta dicette : “Guaglio’ è sapurita! Comme se chiamma ‘sta nuvità?” “ ‘A pizza Margherita!… L’aggiu miso ‘o nomme Vuosto ....Maestà!” Clinica dello Smartphone by Print & Co. Pag. 14 Politica energetica I conti non tornano I di Nicolino Sticchi n questi ultimi giorni il dibattito sulla TAP (Trans Adriatic Pipeline), società che dovrebbe realizzare il metanodotto per il trasporto del gas dall’Azerbaijan in Italia, con approdo dell’infrastruttura sul litorale di San Foca (marina di Melendugno), si è fatto sempre più acceso, anche a causa della dubbia posizione tenuta da alcune forze politiche. Queste infatti, probabilmente per non contrastare l’azione del Governo che ritiene l’opera strategica per le politiche energetiche di questo Paese e per il Salento, hanno disquisito più sulla opportunità di arrivare con i lavori sulla costa brindisina o salentina, mettendo i territori nella condizione di dover scendere in campo a difendere le loro realtà, che a discutere sull’importanza o meno del gasdotto. Se a ciò si aggiunge anche la novità che la Società Igi Poseidon, a suo tempo autorizzata dal Governo e dagli Enti preposti a realizzare il gasdotto per il trasporto del gas dall’area del Mediterraneo, del Mar Caspio e del Medio Oriente fino alla stazione di stoccaggio localizzata nel Comune di Otranto, possa ancora oggi procedere alla realizzazione dell’infrastruttura, visto che il Ministero dello Sviluppo Economico in data 22 ottobre 2013 ha concesso la proroga dell’Autorizzazione fino a giugno 2016, diventa sempre più urgente una riflessione sulla Strategia Energetica Nazionale, più che una discussione sul luogo di approdo. L’Italia importa circa il 90% di gas naturale necessario al suo fabbisogno complessivo (pari a circa 67 miliardi di mc-anno), del quale, poco più del 50% è impiegato per la produzione energetica e il restante per i consumi primari. Il gas arriva in Italia a mezzo di 4 gasdotti (Il Transmed che trasporta il gas Algerino e arriva a Minerbio “Bologna”, dove entra nel sistema di distribuzione; il Greenstream che collega l’impianto di trattamento di Mellitah sulla costa libica con la rete nazionale del gas di Gela “Caltanisetta”; il Trans Austria Gasleitung che trasporta il gas dai giacimenti russi fino a Tarvisio “Udine”; il Transitgas arriva fino alla località di Passo Gries, dove si connette con la rete nazionale dei gasdotti) e 2 rigassificatori già operativi (Panigaglia “La Spezia” e Porto Levante “Rovigo”). Un terzo rigassificatore “Fsru Toscana”, collocato sul versante tirrenico e a 22 K/m. dalla costa livornese, entrerà in funzione a breve, ed un ulteriore gasdotto, il “South Stream”, previsto con ter- e sulla promozione di sistemi di accumulo, che porterebbero sicuri vantaggi alla rete elettrica e all’utente. Invece una politica di decarbonizzazione è sempre più indispensabile, sia per contenere le emissioni di Co2 (come previsto dalle politiche ambientali della Comunità Europea), sia per evitare casi come quello di Brindisi, dove tra il 2001 e 2010 sono nati più bambini con malformazioni rispetto alla media europea e ai comuni limitrofi ed oggi sta emergendo, da uno studio eseguito da alcuni ricercatori del- Una manifestaziomne No Tap del M5stelle minale a Tarvisio, dovrebbe andare a regime nel 2018. Se poi dovessero essere realizzati anche gli ulteriori rigassificatori approvati (6) e quelli in progetto (5), l’Italia avrebbe surplus di infrastrutture che non troverebbero giustificazione con i bisogni del Paese, le cui necessità di gas sono previste in diminuzione a causa della limitata crescita economica (le importazioni di metano sono scese da 75 a 67 miliardi di metri cubi annui fra 2005 e 2012), delle politiche di efficienza energetica e della auspicabile crescita delle rinnovabili. Se a ciò si aggiunge che un surplus di infrastrutture, anziché generare vantaggi, possa diventare un costo per il cittadino, perché in bolletta elettrica vengono caricati i maggiori oneri sopportati dallo Stato nel caso in cui la fornitura di gas di un impianto è inferiore al 71% delle sue potenzialità, l’eccessiva presenza di impianti è assolutamente sconveniente. Inoltre la Strategia Energetica Nazionale approvata di recente dal Governo è priva di una seria politica di decarbonizzazione, tant’è che non è previsto alcun intervento migliorativo in aree di grave criticità ambientale (come Brindisi e Taranto) e non vi sono segnali significativi a favore di una politica di sviluppo delle rinnovabili, orientata sull’autoconsumo, sulla ricerca da energie pulite; la Puglia e il Salento contribuiscono con il maggiore potenziale di energia da fonti pulite; questi territori hanno già dato tanto a livello di consumo di suolo per la quantità di pannelli fotovoltaici e torri eoliche installate; il danno all’ambiente e alla salute determinato dalle centrali elettriche a combustibili fossili è rilevante; il piano energetico nazionale non prevede alcun intervento per la salubrità dell’aria in Puglia; le infrastrutture esistenti e quelle già autorizzate sono più che sufficienti a garantire al Paese i bisogni di metano; una strategia a favore dell’efficienza energetica porterebbe a contenere ancor più le esigenze di energia e dei consumi di gas.. Ancor più incomprensibile è che la posizione del Governo penalizza l’unica risorsa economica del nostro territorio, il turismo, apportando le ragioni di diversificare le rotte di approvvigionamento del gas per migliorare la nostra sicurezza e indipendenza e creare un mercato competitivo ed efficiente per contenere i prezzi dell’energia. Obiettivi sicuramente meritevoli di attenzione, solo però che il primo è già sufficientemente garantito dalle infrastrutture esistenti e da quelle autorizzate ed in programma di esecuzione, il secondo si potrebbe raggiungere eliminando gli incentivi elargiti alle lobbies dei combustibili fossili. Allora lo Stato dicesse che tutto ciò l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce, Pisa e Bologna, che vi è correlazione fra bimbi malati e valori elevati di diossido di zolfo (SO2) nell’aria (diossido che si sprigiona dalla combustione di petrolio, carbone, rifiuti ed altro). Asserire, come fa il Governo, che il freno alla crescita delle rinnovabili si è reso necessario per contenere il peso degli incentivi è assolutamente inesatto, in quanto, se si sommano il sostegno pubblico alle fonti tradizionali (che non è irrilevante) e i Tap sondaggi in mare costi sociali derivanti dall’inquinamento ambien- è necessario, perché tra gli interessi tale, la spesa per la collettività è di da difendere ci sono quelli delgran lunga superiore, come dimo- l’Enel, dell’Eni, della Cassa Depostrato da vari organismi nazionali siti e Prestiti, di Snam Rete Gas e di altre Società consociate che ed internazionali. La volontà del Governo di realiz- hanno in mano il monopolio delle zare a Melendugno l’approdo di un infrastrutture e dei contratti di imgasdotto rimane del tutto incom- portazione del gas e forse si capiprensibile, se si considera che: i rebbero meglio e prima gli obiettivi consumi di energia elettrica da della “grande” Strategia Energegennaio a ottobre sono diminuiti tica Italiana approvata nel marzo del 3,6%, rispetto allo stesso pe- 2013, che nulla hanno a che fare riodo 2012; le rinnovabili, già con le tutele del territorio, dell’amoggi, sono in grado di assicurare biente, della salute dei cittadini e una produzione che si aggira in- con il contenimento della spesa torno al 39% dei consumi elettrici energetica. pag. 15 Gli eventi in programma Ritmi salentini Sapori mediterranei Alle porte del 2014 il fantasy riscopre il piacere della cucina salentina proponendo ai suoi clienti diverse serate dedicate alla gastronomia. Il mercoledì pennettata gratuita, il pag.16 sabato primo piatto servito con un prelibato calice di vino al modico costo di 5 euro, per concluedere la settimana, domenica, menù completo tipico della casa a soli 25 euro la coppia I sapori da sempre sono stati accompagnati dalla pizzica salentina. per questo il fantasy propone ogni martedì il Raduno dell’Artista per rivivere l’ingenuità e la genuinità della musica salentina, il venerdì per iniziare allegramente i finesettimana il locale ospita vari Dj