Anno V n°1 gennaio 2014 Direttore Responsabile Rocco Toma
Maglie:
La relazione della Corte dei Conti
Gianuzzi a pag.10
Provincia di Lecce
Il consigliere Gianfreda:
Ammodernate le ferrovie del Sud Est
a pag. 9
Vignetta di Lucio De Salvatore
E’
L’allegra
Scottona
Arrosteria all’italiana
stata una piacevole sorpresa. Nel centro di Maglie un bel ristorantino arredato come se fosse un
pub tavoli e sedie di legno un bel bancone e luce soffusa. Per chi ama la
carne questo è il posto giusto! Il tutto
Pag. 2
innaffiato da un’ ottima carta dei vini
e dalle birre di marchio Eggenberg.!
Rapporto qualità prezzo eccezionale e
onesto. Era tanto che non mangiavo
della carne cosi buona. Ah dimenticavo, hanno un cortile interno dove
spesso suonano gruppi live con il giusto volume!
La Rubrica
della salute
A
La chiropratica del dott. Martin
partire da questa edizione inauguriamo la rubrica della salute del Dottor Martin. Per “curare” i nostri lettori da comuni
e fastidiosi acchiacchi dovuti al clima, alla
trascuratezza e al correre del tempo,
il dottore ogni mese risponderà alle vostre
domande,
scrivete
a
[email protected]) Domanda: ogni
tanto mi viene un mal di collo, che a volte
diventa anche una mal di testa. In questi
giorni di freddo, pioggia e vento mi succede
più spesso.,so che ha che fare con il tempo,
cosa posso fare?
Risposta: dei tanti tipi di mal di collo forse
il più comune é causato da tensione muscolare: stretching, massaggio e movimento possono aiutare , ma se c’ é uno squilibrio sia
muscolare che scheletrico il problema si ripresenta più intensamente e frequentemente.
L'aria fredda provoca una contrattura muscolare e coprirsi tanto non basta, perché l'aria
fredda che arriva sul viso o nel naso e nelle
orecchie stimola un contrattura dei muscoli
del collo nonostante essi siano sono ben coperti. La soluzione migliore è una buona sistemazione degli elementi coinvolti in questi
riflessi automatici; il cranio (specialmente la
nuca), i rapporti fra le vertebre cervicali i
muscoli del collo e le spalle. A volte possono
presentarsi anche problemi di masticazione
che possono peggiorare ancor di più il mal
di collo, ma se il collo è ben curato, risponde
meglio e si adatta ai vari “stress ambientali”
che si presentano. Senz'altro, agire prima è
meglio, ma non è neanche necessario un
lungo percorso di terapia per ottenere buoni
risultati soprattutto se non ci sono controindicazioni, pochi sedute di chiropratica possono prepararti per gustare la fresca brezza
dell'inverno salentino! Il dottor. Russel Martin attualmente riceve a Lecce via Mandarino, 02 potete contattarlo telefonicamente
per un appuntamento 348/3156474.
E
La parola ai lettori
regio Direttore,
il ministro Alfano non perde occasione per dirsi contrario alle
unioni civili e in generale ai diritti fondamentali dei cittadini. La
sua contrarietà poggia sul fatto
che esistono nella società italiana
altre urgenze rispetto ai temi su
cui è invocato l’intervento governativo. Ma non era Alfano quel
ministro dei governi di Berlusconi che per un decennio aveva
imposto leggi che dovevano servire per risolvere i problemi giudiziari del suo capo? In quegli
anni l’Italia non aveva altre priorità? Anche allora i diritti dei cittadini erano secondari rispetto
alle priorità giudiziarie del suo
“padrone”. Alfano, come il lupo,
cambia il pelo ma non il vizio.
Lettera firmata
Risponde Laura Lubelli:
Quando si dice che ci sono altre
priorità, e che le unioni civili o i
diritti dei cittadini possono aspet-
tare, lo si dice solamente per
prendere tempo, è una prerogativa dei governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni:
rinviare, rinviare rinviare. La cosa
che più stona è che rinviano
anche quello che considerano
prioritario. Un politico della
prima repubblica, Giulio Andreotti, a proposito di governi che
non affrontano le questioni spinose per paura di perdere la maggioranza diceva: meglio tirare a
campare che tirare le cuoia. Sotto
questo aspetto il governo Letta è
il più andreottiano della storia repubblicana.
Direttore,
ho letto su un settimanale che se
gli autonomi, artigiani e commercianti, avessero un proprio istituto di previdenza questo
chiuderebbe i conti di fine anno
con un surplus di 8 miliardi di
euro. Sono un artigiano in pensione, che dopo 40 anni di lavoro,
senza mai un giorno di ferie e lavorando anche il sabato e la do-
menica, riceve una pensione inferiore a 1000 euro al mese. Se la
gestione degli autonomi ha un
surplus di 8 miliardi all’anno,
perc hè non ci aumentano la pensione almeno a mille euro?
Lettera firmata
Risponde Rocco Toma:
Caro artigiano,
siamo colleghi di sventura, anch’io sono un artigiano è so cosa
significhi riuscire a far quadrare i
conti di un’impresa artigiana. So
cosa significhi ricevere bollettini
dall’agenzia delle entrate per redditi presunti, e so anch’io cosa significhi parlare con degli amici,
soprattutto se provengono dalla
pubblica amministrazine, i quali
ci considerano evasori fiscali e
L’immagine di copertina è di Lucio De Salvatore
Città Futura Direttore Responsabile Rocco Toma
Registro Tribunale di Lecce n° 1068 del 15/09/2010
Redazione: Vicinale S. Rocco s.n. 73020 Melpignano
Editore: RT Studio Vicinale S. Rocco s.n. 73020 Melpignano
Stampa: AGF ARTICA Srl Via Malta, 186 Muro Leccese
SALENTUM TERRAE
Pioggia triste d’inverno
odore di focolari nel soffio eterno,
d’autunno deserti campi
rari increspi di lampi,
primavera di germogli
distese di storia, fortune e quadrifogli,
estate di dolci fragranze
su spiagge di onde con calde speranze,
Erba che muore e rinasce
in armonia con
le spighe del grano in fasce,
mare in bufera che danza col vento
non sanno che la loro pensione
viene pagata con i contributi versati da lavoratori autonomi ed
operai. L’Inps ha un buco da 10
miliardi di euro, nonostante che
la gestione degli autonomi ha un
surplus di 8 miliardi. Lo Stato
non versa all’Inps i contributi dei
dipendenti pubblici e il bilancio
dell’Istituto di Previdenza ne risente. Aspettavamo una riforma
delle pensioni che pensasse agli
artigiani e commercianti, categorie dimenticate da tutti i governi,
è arrivata la riforma Fornero che
anzichè migliorare la nostra situazione l’ha peggiorata soprattutto
per i tempi d’attesa, da quando la
pensione matura a quando viene
erogata bisogna attendere almeno
un anno. Amen
pescherecci ormeggianti sul sole ormai spento,
dialetti e lingue mischiate nel sud più profondo
intrecci di vicoli e strade che ancora confondo,
Campane e paesi nel tempo spezzato
risuonano ancora nel vento arrabbiato,
colorate campagne nella stagione più bella
adornate sempre da qualche donzella
sono lo sfondo del volo di rondini
che lasciano scie di libertà senza ordini.
Laura Lubelli
A mia nonna e a chi ha vissuto con rispetto, da
ospite le nostre terre.
La Sorgente
di Tebe Toma
La tua voce
come un menestrello
saltella nel corridoio
d’ aria che tagliente
mi sfiora.
Sospiri d’ amore
asciugano lingue di vento
fautore di scompiglio
interiore.
Una dea intinge
devozione
nella sorgente natale.
Cascata di bellezza
e purezza.
Le gocce allo schianto
divengono occhi…
I tuoi.
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Pescherie Pasca
Dal 1960 il pesce fresco dei mari Italiani sulla vostra tavola
La professionalità della Signora Abbandonza e dei figli Mirko, Luca e Devis
D
al 1960 le nostre pescherie sono
specializzate nel servizio di vendita di
pesce fresco. Serviamo il dettaglio e
siamo anche in
grado di effettuare forniture di
primissima
qualità per alberghi e ristoranti.
Le pescherie sono
gestite
dalla Signora Abbondanza
e dai figli Mirko, Luca e
Devis ed operano a Cursi, in Via
Pag. 4
Maglie, sempre Cursi c/o il
mercato coperto di Via Edmondo De Amicis, a
Melpignano
ed a
Zollino. Le
pescherie Pasca
sono una
garanzia di
serietà, professionalità e
qualità.
Le pescherie Pasca attraggono clienti da
tutta la provincia di
Lecce perché sinonimo
di garanzia e qualità ed
anche per la vasta offerta
di prodotti ittici: pesce fresco dei nostri mari, baccale-
ria, frutti di mare freschi e tanto altro.
Le tradizioni ed i sapori della nostra
terra e del nostro mare fanno delle
pescherie Pasca un polo di qualità indiscusso che porterà sulle vostre tavole
pesce
freschissimo,
attentamente selezionato, pescato nei
mari italiani.
C’È ANCHE
UN MEDICO DI
POGGIARDO
DIETRO
AI SUCCESSI DEI
GIOVANI DEL
PARMA CALCIO.
a destra gli allievi del Parma
di Salvatore Ciriolo
LA PASSIONE PER LA SCIENZA MEDICA
E QUELLA…PER IL MONDO DEL CALCIO.
T
rentanove anni, poggiardese e con una grande passione per
il calcio, è responsabile medico del
settore giovanile del Parma Football Club, società calcistica la cui
prima squadra milita nel campionato di serie A. Si tratta del dottor
Salvatore Minnella, medico chirurgo specialista in fisiatria, il quale
è riuscito a coniugare la passione
per la professione medica con
quella, appunto, per il gioco del calcio. Da sei anni, infatti, il dottore
Minnella cura i problemi di natura
articolare e muscolare tipici di chi
pratica lo sport più amato dagli italiani, e lo fa con la società della
città - Parma appunto - in cui da
tempo vive, prima come studente
universitario e successivamente per
lavoro. La sua attività lo porta settimanalmente ad occuparsi degli infortuni e del percorso riabilitativo
dei ragazzi delle tre squadre maggiori del settore giovanile, ossia le
categorie “Allievi” regionali e nazionali e la squadra “Primavera”. In
particolare poi, i ragazzi della “Pri-
mavera”, la categoria giovanile più
prossima alla prima squadra, da
questa stagione calcistica li segue
anche dalla panchina nelle gare di
fine settimana, anche se è ancora
viva nel medico poggiardese la
grande emozione provata in occa-
Salvatore Minnella
sione della recente conquista dello
scudetto, ottenuta dai suoi “Allievi”. “Il titolo nazionale ha rappresentato
una
grossissima
soddisfazione per il sottoscritto e
per tutta la società del Parma F.C.
– dichiara il medico - poiché man-
cava dal 1991. Quasi tutti i protagonisti di questo successo – prosegue – sono stati catapultati nella
“Primavera” ed un paio di loro si
sono affacciati addirittura alla
prima squadra, come il capitano
della nazionale di categoria Alberto Cerri, il quale ha esordito in
campionato e Josè Mauri che ha
invece giocato in Coppa Italia”.
L’approdo nella società calcistica
del Parma è avvenuta grazie ai consigli ricevuti da Erio Iori, un suo
paziente poi divenuto suo grande
amico oltre che figura di spicco dell’Associazione italiana arbitri.
“Grazie ai consigli di Erio – ricorda il dottore Minnella – ho frequentato il corso per entrare nella
Federazione italiana medico sportiva di Parma e, dopo aver superato l’esame, ho “esordito”
seguendo gli atleti al mondiale di
kickboxing di Salsomaggiore. L’approdo nel Parma, invece, è avvenuta su proposta del mio collega
Massimo Manara, il quale ha lasciato Parma per ricoprire la funzione di medico sociale del Milan”.
Tutto lascia, insomma, prospettare
un futuro in un club della massima
serie per il dottore Minnella, anche
se lui frena su tale ipotesi. “Nel calcio non c’è una conseguenza logica
per cui il passaggio in prima squadra è scontato – dichiara – e personalmente devo ringraziare il
direttore del settore giovanile del
Parma Francesco Palmieri che,
nonostante la riorganizzazione del
settore sanitario, mi ha voluto nel
sodalizio con un incarico ancora
più prestigioso nella squadra “Primavera”. Oltretutto un eventuale
collaborazione con la prima squadra andrebbe valutata bene, poiché
si tratta di un lavoro totalizzante
che non mi consentirebbe altri generi di impegni. Oltretutto io sono
molto attratto sia dallo studio muscolo-scheletrico che da quello
della colonna vertebrale, per la
quale sto realizzando delle impegnative pubblicazioni nell’ambito
di un’altrettanto prestigiosa collaborazione avviata con l’I.S.I.C.O.
(Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale)”. Nulla è scontato, dunque, è chissà che in
futuro…
Bar Maffy Via Roma, 1 (VILLA COMUNALE) Sanarica
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Anche quest’anno Inarea, del magliese
Romano, ci stupisce con il suo lunario 2014
Re-cycle
il riciclo reinventa la bicicletta
L
di Cosimo Giannuzzi
a società di design
INAREA in questi anni ci ha
insegnato che è possibile reinventare la realtà partendo da
un’intuizione sollecitata dallo
stimolo a sua volta attivato dai
materiali di scarto o da materiali ordinari. Il suo calendario
del 2013 (ORCHEXTRA) era
caratterizzato dal tema musicale: per ogni mese c’era la
rappresentazione figurativa di
alcuni strumenti. Ognuno di
essi era il risultato di una mescolanza, o, meglio, di una
concatenazione di elementi
della vita quotidiana lontani
dall’oggetto che erano chiamati a formare. Anche per il
2014 il tema è sviluppato secondo un filo conduttore: la
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bicicletta. Ogni mese dell’anno questo mezzo di trasporto prende forma attraverso
l’uso di oggetti che solo nella
mescolanza danno un significato a un telaio, a una forcella,
a una ruota, a un manubrio, insomma a tutti quegli elementi
che compongono questo veicolo. Va evidenziato che fin
dalla sua nascita il gruppo si
caratterizza per questo tipo di
rappresentazione degli oggetti
suggeriti dalla quotidianità ridando loro una nuova vita. La
squadra di INAREA spiega in
questi
termini
il
suo
lavoro:“Le espressioni ‘ridurre’, ‘riutilizzare’ e ‘riciclare’ invitano a ripensare il
modo con cui facciamo le cose
e a riflettere sul significato che
ogni nostra azione può generare.Questo principio è sempre stato alla base del nostro
approccio: ricombinare le
componenti di una qualsiasi
realtà per dare vita ad un
nuovo originale, spesso con
significati ben diversi da
quelli dell’universo di provenienza. Questo è per noi design. Ed è anche il pensiero, il
gioco tra forma e funzione,
In alto a dx Antonio Romano di INAREA
in alto e sopra 2 immagini del calendario
che ci farà percorrere il 2014
su singolari biciclette”.
Anche la stessa denominazione del progetto di quest’anno, re-cycle, si presta ad
evocare due obiettivi: il riutilizzo creativo dei materiali e il
veicolo terrestre. La specificità del linguaggio del calendario
2014,
pur
non
discostandosi dal linguaggio
dei calendari degli anni precedenti, contiene la novità di attribuire
all’oggetto
rappresentato la funzione di
propagare l’idea dell’eterno ritorno di materiali scartati attraverso l’immagine della
bicicletta che meglio di altre
mostra la circolarità del processo. In questa direzione si
muove tutto il mondo del design che ha raggiunto la consapevolezza di scoprire negli
oggetti destinati al rifiuto
un’altra anima. Ed è questa la
direzione che INAREA con
Antonio Romano mostra di
voler percorrere per gli anni a
venire.
SALUTE
SE N’È DISCUSSO IN UN
CONVEGNO MEDICO
LA CURA DELL’ALLUCE VALGO
SENZA PIÙ INCISIONI
ALLUCE VALGO:
A SCORRANO SI CAMBIA TERAPIA
P
er la cura dell’Alluce valgo
niente più incisioni, si accede con
uno o più fori e il giorno dopo il paziente è in grado di camminare.
Alla dott.ssa Antonella Ciullo responsabile della Chirurgia del
Piede dell’Ospedale di Scorrano,
abbiamo chiesto le cause di questa malattia:
prevenzione ?
Non possiamo parlare di prevenzione bensì raccomanderei alle
donne di fare una scelta oculata
della calzatura soprattutto per
quella che utilizziamo durante le
attività quotidiane e lavorative .
Una buona calzatura deve essere
comod, confortevole nella pianta e
nella tomaia , in materiale morbido
con un tacco non superiore a 4-5
La dott.ssa Ciullo
Le cause possono essere diverse e
possono contribuire isolatamente o
insieme nell’insorgenza di questa
patologia e sono riconducibili all’incongruenza della calzatura,
all’abuso di scarpe strette e con
tacco molto alto, oppure d una
particolare conformazione del
piede, nonché ad un’eziologia di
tipo familiare. Quello che sappiamo per certo è che l’alluce
valgo è caratterizzato da una deformità più o meno accentuata della I°
articolazione metatarso-falangea
del piede sostenuta da un accentuato varismo del I° metatarso
mentre l’ alluce devia verso
l’esterno causando un ‘incongruenza articolare che clinicamente si manifesta con dolore.
Cosa si puo’ fare in termini di
cm . Valutare anche se c’è una predisposizione verso l’alluce valgo
legata a dismorfismi del piede per
esempio il piede valgo o piatto
valgo dell’età dell’adolescenza non
trattato o alterazioni assiali delle
rotule o delle ginocchia e dell’anca
; in ultima analisi dobbiamo sempre considerare la familiarità che
pure può giocare il suo ruolo.
Come puo’ un cittadino valutare
queste situazioni predisponenti ?
Sicuramente è necessario un esame
clinico e successivamente se necessario anche strumentale . Il paziente si può rivolgere al medico
curante e chiedere una prenotazione c/o il nostro ambulatorio a
Scorrano dedicato alla patologia
del piede e del quale mi occupo
personalmente . Dopo la visita il
paziente esegue delle prove funzionali a seconda della patologia e si
chiedono degli esami strumentali e
tra questi anche l’esame baropodometrico digitale.
Cos’è questo esame ?
È un esame funzionale del passo attraverso il quale si possono evidenziare alterazioni sia nella fase
statica , sia nella fase dinamica sia
disordini posturali legati a numerose patologie dell’apparato osteo
muscolare ma anche di altri organi
di senso, del sistema vestibolare
dell’apparato visivo nonché del sistema neurologico centrale o periferico. Inoltre possiamo valutare
anche la bontà di un trattamento
chirurgico effettuato.
Per tornare all’alluce valgo cosa
si può fare quando un paziente ha
dolore ?
Sicuramente il trattamento definitivo è quello chirurgico. Questo
trattamento si può affrontare con
numerose tecniche a seconda delle
varie scuole di pensiero ma soprattutto oggi si cerca di affrontare la
chirurgia del piede con tecniche innovative che sono anche meno aggressive e sono pertanto più
accettate dal paziente. Da circa un
anno ho adottato una nuova tecnica chiamata “mininvasiva”.
Con questo termine non si vuole indicare un intervento chirurgico più
semplice. Infatti con questo sistema
vengono eseguiti gli stessi passi e
tempi della chirurgia tradizionale,
quindi si fanno ugualmente i tagli
sull’osso, le traslazioni e le sintesi
con una o più viti, solo lo si fa in
modo mininvasivo cioè senza una
incisione chirurgica bensì con uno
o più accessi puntiformi e uno strumentario dedicato anche per la sintesi con le viti.
Questo permette al paziente di
poter camminare il giorno seguente
all’intervento con una scarpa idonea e di riprendere una calzatura
normale nell’arco di tre-quattro
settimane; non avrà punti di sutura
perche non c’è una ferita, non avrà
disturbi della circolazione al piede
sempre presenti nella chirurgia tradizionale.
Tutti i pazienti si possono sottoporre a quest’intervento?
La decisione del tipo di intervento
è sempre del chirurgo e sempre
dopo adeguato planning preoperatorio perché non tutte le deformità
potranno essere trattate con tecnica
mininvasiva . Tuttavia quello che
mi preme sottolineare è che con
questi sistemi dedicati cambia il
modo di affrontare la chirurgica del
piede anche in altre situazioni non
solo per l’alluce valgo ma anche
per le metatarsalgie , le dita in
griffe , lo sperone e le fasciti plantari ed altro.
Si riduce anche la degenza in ospedale con risparmio di risorse sanitarie.
Per il chirurgo è necessaria
un’adeguata curva di apprendimento ma soprattutto non bisogna
dimenticare che sono interventi che
devono essere risolutivi per quanto
riguarda la sintomatologia dolorosa e la deformità e devono restituire la normale fisiologia del
piede del paziente condizio sine
qua non potremmo aspettarci complicanze future.
A questo punto voglio esprimere il
mio grazie all’Azienda Lecce che
nonostante le difficoltà del momento è sempre pronta ad accogliere le novità e a sostenerci con
l’acquisto di materiali e strumentazione , ringrazio il dott. Luigi Refolo Direttore di Ortopedia e
Traumatologia di Scorrano e ringrazio la collaborazione di quanti
mi stanno intorno nel sostenere
l’attività che svolgo sia il personale
del reparto sia della sala operatoria poiché nessun percorso soprattutto chirurgico è possibile senza
la collaborazione di tutte le figure
professionali .
Pag. 7
CONTINUA LA TRADIZIONE DEL
H
JAZZ A MAGLIE
a appena quattro anni
l’Associazione Culturale Jazz Bud
Powell di Maglie, ma ha al suo attivo un ricco patrimonio di concerti, di eventi formativi per Soci e
persone sensibili al mondo musicale, di collaborazioni con enti pubblici e privati. Sulla scia di un
antica tradizione jazz, un nutrito
numero di 51 soci, nella stragrande
maggioranza giovani, guidati da un
dinamico direttivo, ha saputo captare le esigenze diffuse in un ambito territoriale molto più ampio di
Maglie e le ha incanalate in diversi
progetti di sicuro successo. Domenica 12 gennaio, ospite del Circolo
Tennis di Maglie, si è svolta l’Assemblea ordinaria dei Soci. Il presidente uscente Francesco Negro ha
fatto il punto della situazione illustrando tutta la programmazione attuata nel 2013 e lo spirito che l’ha
animata.
Il riconoscimento più stimolante è
stato offerto dalla Fondazione
Siena Jazz che, in occasione dei seminari senesi di settembre Kind of
Blue 2013, ha permesso la presentazione a Siena del CD Play realizzato
l’anno
scorso
dall’Associazione Bud Powell con
brani dei soci suonati da: Francesco
Negro Ensemble: Francesco Negro
(piano), Giuseppe De Pascalis
(tromba), Antonio Pellegrino (sax
tenore), Dario Stefanizzi (sax tenore), Christian Bevilacqua (trombone), Franco Fabbrini (basso
elettrico), Alberto Stefanizzi (batteria); Antonio Cotardo Ensemble:
Antonio Corardo (flauto), Antonio
Macchia (tromba), Ludovico Varallo (sax contralto), Cesare De
Fiore (piano elettrico ed elettronico), Dario Lionetto (contrabbasso), Antonio De Donno
(batteria); Simone Stefanizzi Ensemble:
Simone
Stefanizzi
(tromba), Carmine Boccardo (sax
tenore), Lorenzo Romano (sax tenore), Alessandro Corvaglia (sax
contralto), Simone Graziano
(piano), Matteo Maria Maglio (contrabbasso), Dario De Giorgi (batteria).
Poi il presidente ha ricordato la
terza edizione del progetto Museo
in Jazz realizzato in collaborazione
con il Museo L’Alca, il Comune di
Maglie e la Proloco. L’intenzione è
stata quella di offrire visibilità ai
numerosi artisti emergenti salentini
senza perdere di vista il panorama
dei musicisti di rango internazionale. Si sono esibiti i 7/Ottonani
con Francesco Protopapa (tromba),
pag. 8
Andrea Perrone (tromba), Simone
Stefanizzi (tromba), Gaetano Carrozzo (trombone), Giuseppe Oliveto (trombone), Gianluca Ria
(trombone), Dino Donateo (tuba);
l’Emanuele Coluccia Quartet con
Emanuele Coluccia (sax), Francesco Negro (pianoforte), Matteo
Maria Maglio (contrabbasso),
Marco Girardo (batteria); il duo
Free Dot con Antonio Cotardo
(flauti), Paolo Pacciolla (percussioni); il Trio di Greg Burk con
Greg Burk (pianoforte),
Stefano Senni (contrabbasso), Enzo Carpentieri (batteria).
Stimolante è stata la
collaborazione con il
Comitato del Mercatino
del Gusto che ha visto
esibirsi nelle piazze di
Maglie ed all’interno
della villa comunale col
progetto Le cene in villa
i nostri Capezzuto Domenico, Cassiano Dionisia, Colaci Michele,
Cotardo Antonio, De
Donno Antonio, De
Donno Francesco, De
Giorgi Dario, Del Vitto
Giancarlo, Dell’Anna
Alessandro,
Doremi
Andrea, Girardo Marco,
Jacobsen Martin, Laurentaci
Giampaolo,
Macchia Antonio, Maglio Matteo Maria, Marasco Alfredo, Nguyen Duylinh,
Pasca Salvatore, Pecoraro Federico, Piccinno Rossella, Ria Gianluca, Rielli Stefano, Rossetti
Andrea, Stefanizzi Alberto, Stefanizzi Dario, Stefanizzi Simone, Stefàno Daniele, Tondo Emanuele,
Esposito Mauro, Esposito Roberto
e Negro Francesco.
Il fine statutario di educare al gusto
della musica ha sotteso le numerose
Jam Session tenute di giovedì
presso l’Art Cafè di Maglie. Le Jam
iniziavano con la presentazione di
musicisti che hanno fatto la storia
del jazz: Bill Evans, Don Cherry,
Jim Hall, Abbey Lincoln, Max
Roach, Ravi Shankar e Zakir Hussain, Sonny Rollins, Tony Scott, Il
Jazz come Riscossa Sociale in Jamaica, Paul Motian, Pharoah Sanders e Tadd Dameron. Ogni artista
era presentato a turno dai Soci:
Marco Girardo, Antonio Vantaggiato, Antonio Cotardo, Giancarlo
Del Vitto, Dionisia Cassiano, Alberto Stefanizzi, Paolo Pacciolla,
Fulvio Palese, Dario Stefanizzi,
Christian Bevilacqua e Antonio
Pellegrino, Dario De Giorgi, Roberto Gagliardi e Angelo Mastronardi.
Più specificatamente formativi
sono stati i corsi di composizione di
musica jazz, febbraio-maggio, tenuto da Francesco Negro e Antonio
De Donno; e quelli di musica d’insieme, iniziati ad ottobre, tenuti da
Antonio Cotardo (flauto), Simone
Stefanizzi (tromba) e Francesco
Negro (pianoforte).
Per ultimo è stata ricordata la costituzione della Big Band Bud Powell
composta da ben 23 elementi e diretta da Emanuele Coluccia.
L’Assemblea si è chiusa con l’elezione del Direttivo: Antonio De
Donno, Titti De Simeis, Matteo
Maglio, Francesco Negro, Alberto
Stefanizzi.
Antonio Negro
Volontari puliscono le spiagge
P
er questo continuava a chiamare quel
posto Porto Enea. Perchè cosi lo aveva chiamato suo padre e il padre di suo padre, fino a
generazioni di uggianesi ed otrantini, che si
perdevano nella notte dei tempi.
Antonio Verri
Un’ iniziativa promossa dal prof. Fernando
Caputo dell’ istituto comprensivo di Uggiano
la Chiesa che insieme ai ragazzi delle classi
3A - B ogni domenica, nel primo pomeriggio,
accopagnato da qualche genitore, ripulisce ciò
che l’ uomo rigetta , senza rispetto e senza rimorso, nell’ indifesa natura. Un’iniziativa importante che coinvolge attivamente i ragazzi
educandoli al ripetto dell’ ambiente che vivamo
quotidianamente in tutte le sue sfumature, inoltre i nostri volontari garantiscono un servizio
di ripulizia che non deturpa il paesaggio nel periodo invernale, uno dei paesaggi più selvaggi
e innocenti rimasti sulla costa salentina.
Un autentico grazie da tutt gli amanti del romantico mare d’inverno.
Laura Lubelli
Riqualifichiamo le nostre ferrovie
Provincia di Lecce: Il consigliere Gianfreda con un ordine del giorno:
La programmazione regionale ultimo treno per l’ammodernamento
I
Presidente della Provincia e
l’Assessore ai Trasporti a sollecitare la Regione affinché inserisca tra le priorità della
prossima
programmazione
2014-2020 l’ammodernamento
delle linee delle F.S.E. con doppio binario, elettrificazione bretella di collegamento con
Ecotecne e ristrutturazione (con
voli Low Cost permettono
a migliaia di turisti di raggiungere il Salento con poche decine
di euro, ma arrivati all’aeroporto Papola-Casale di Brindisi
iniziano i problemi per raggiungere le località mète del turismo
come Otranto o Gallipoli perché
Raffaele Fitto da ministro ha
inserito nel Piano per il Sud
il collegamento aeroporto
con la città di Brindisi
i collegamenti sono carenti. Nel
Piano per i Sud predisposto da
Raffaele Fitto quand’era ministro è previsto un collegamento
tra l’aeroporto e la città di Brindisi. Mentre, la rete ferroviaria
salentina è stata elettrificata su
interessamento del Consigliere
Regionale Aurelio Gianfreda
con i fondi strutturali 2007-13.
A questo punto manca poco per
realizzare la metropolitana di
superficie, opera strategia per le
province di Brindisi, Lecce e
Taranto. Per questo motivo il
Consigliere Gianfreda, con un
ordine del giorno presentato al
Consiglio provinciale di Lecce,
chiede di sfruttare la prossima
programmazione
regionale
2014-2020 per ammodernare e
completare definitivamente la
linea ferroviaria Sud-Est.
L’ordine del giorno con oggetto:
ammodernamento della linea
ferroviaria Sud-Est è stato inviato al difensore civico della
Provincia di Lecce sen Giorgio
de Giuseppe e a tutti i sindaci
della provincia affinché spingano la Regione a programmare
in questa direzione. Nell’ordine
del giorno si legge: Premesso
che il piano per il Sud previsto
dal Ministro per i Rapporti con
le Regioni (on. Raffaele Fitto
n.d.r.) prevede una bretella di
collegamento tra Brindisi città e
l’aeroporto; Che la programmazione regionale per l’utilizzazione dei fondi comunitari
2014-2020 è probabilmente
l’ultima occasione per procedere ad una radicale trasformazione della linea ferroviaria
Sud-Est, obsoleta ed improduttiva, con una moderna metropolitana di superficie capace di
collegare l’estremo lembo del
Salento e la Provincia di Taranto con ECOTECNE e con
Ecotecne: Ogni giorno studenti e lavoratori raggiungono l’università con i
propri mezzi, la metropolitana di superficie rappresenta una notevole fonte di
risparmio
l’aeroporto di Brindisi; Che tale
metropolitana elettrificata a
doppio binario consentirebbe di
raggiungere facilmente località
balneari rinomate come Gallipoli, Otranto e Santa Maria di
Leuca; Che tale linea avrebbe
un notevole bacino di utenza nel
periodo invernale tra cui moltissimi pendolari e studenti delle
provincie di Lecce e Taranto
che quotidianamente raggiungono l’Ateneo Salentino in generale ed ECOTECNE in
particolare; Che nel periodo
estivo il bacino di utenza è notevolmente più ampio e che i
potenziali utenti di una linea
moderna, efficace, rapida e fre-
L’aeroporto Papola-Casale:
I turisti arrivati qui hanno
difficoltà a raggiungere località come Gallipoli e Otranto,
con la metropolitana di superficie si potrebbero incrementare le presenze.
quentata, raggiungerebbero da
Brindisi e Taranto le mete balneari più note del Salento e viceversa; Che una linea moderna
ed efficace favorirebbe un maggior afflusso dell’utenza, una
diminuzione dell’uso del mezzo
proprio e risparmi notevoli di
traffico in generale. Tutto ciò
premesso e considerato il Consiglio Provinciale Impegna il
Aurelio Gianfreda da presidente della IV commissione
permanente della Regione ha
chiesto l’elettrificazione della
rete ferroviaria del Sud-Est,
opera già realizzata
ampi parcheggi a servizio) delle
stazioni intermedie dell’attuale
intera linea della Sud-Est.
Per il Consigliere Gianfreda:
Quest’occasione, la programmazione regionale 2014-2020,
rappresenta l’ultimo treno per
l’ammodernamento della FSE e
la trasformazione della stessa
in una metropolitana di superficie. I collegamenti veloci possono sviluppare la nostra
fabbrica più importante, quella
del turismo, ma non solo, si
avrà la diminuzione di mezzi in
circolazione e di conseguenza
minori incidenti. I pendolari
avranno un beneficio economico nell’usare i mezzi pubblici
anziché la propria auto per raggiungere il posto di lavoro.
L’ordine del giorno è stato inviato a tutti i sindaci affinché
investano i propri consigli comunali, per chiedere tutti insieme alla Regione che finanzi
quest’opera.
Pag. 9
La relazione della Corte dei Conti:
preoccupanti i conti del Comune di Maglie
dis. Lucio De Salvatore
N
di Antonio Giannuzzi
on è la prima volta, che
la Corte dei Conti evidenzia alla
nostra amministrazione le criticità del bilancio comunale, con
riferimento particolare e costante all’utilizzo ininterrotto
delle anticipazioni di tesoreria.
Lo ha fatto anche nell’ultima
pronuncia, del novembre 2013
riferita al bilancio 2011. In questa occasione, però, la Corte
evidenzia, con maggior forza, la
serie storica dell’utilizzo delle
anticipazioni ed anche e soprattutto, il debito che costantemente è rimasto non rimborsato
alla data di chiusura dell’esercizio, tanto che viene evidenziato
“l’avveramento del parametro
di deficitarietà strutturale …
concernente l’esistenza al 31 di-
Pronti a chiedere l’elemosina
cembre di anticipazioni non
rimborsate superiori al 5% delle
entrate correnti… costituisce un
indice di allarme sulla tenuta dei
conti in termini di sana, prudente e corretta gestione finanziaria” .
Altro punto evidenziato dalla
Corte, è stato quello relativo all’approvazione del rendiconto
2011, avvenuto il 22 agosto
2012. In quella data, protestammo per l’eccessivo ritardo
dell’approvazione del Consuntivo, che la norma prevedeva
entro il 30 aprile dello stesso
2012, ritardo, è tanto più incomprensibile se consideriamo che
avveniva in pieno periodo di
ferie di agosto, quasi a tenere
bassa l’attenzione della stampa
e dell’opinione pubblica, facendo passare in sordina il fatto,
che quella approvazione, denunciava l’eccessivo indebitamento con aggravio di interessi
a nostro carico e anche lo sforamento del Patto di Stabilità di
circa 900.000 €.
La relazione della Corte, di que-
sti giorni, smentisce il Sindaco
e il nostro Collegio dei Revisori, che aveva sottoscritto la
nota di risposta ai chiarimenti,
richiesti dall’alto Organo di
Controllo, che confermando i
nostri rilievi, ha evidenziato, la
possibilità di ulteriori conseguenze per la tardiva approvazione del rendiconto 2011, visto
che la normativa prevede, “in
caso di mancata approvazione
del rendiconto di gestione entro
il termine del 30 aprile dell’anno successivo, l’applicazione dell’art. 141, c.2, del Tuel
che disciplina le ipotesi di scioglimento del Consiglio”, conseguenza
ignorata
dall’amministrazione, nella nota
di risposta alla predetta Corte
dei Conti.
Questa pronuncia dell’organo di
controllo, viene rimessa, oltre
che ai Consiglieri Comunali,
anche all’organo di revisione
dei conti del Comune, che opportunamente, potrebbe fare tesoro dell’ indicazioni avute, per
meglio regolare l’attenzione che
bisogna avere sulla documentazione prodotta dall’amministrazione, ricordando, agli
stessi, che devono garantire i
cittadini e tutti i Consiglieri.
Trasporta le tue pellicole
in formato digitale
pag.10
Bruno Toma Via Ferramosca, 84 Maglie
Cambio di Mentalità
Ermetiche filosofie illuse(?)
di Vinvenzo Miggiano
Dare alle nuove generazioni
buone occasioni significherebbe
non vedersi delusi. Ma ci si
mette molto tempo per diventare giovani, diceva Picasso. E
pure, nel tempo, le buone occasioni non le danno mai, quindi
vanno create. Sarebbe riduttivo
parlare della solita questione
dell’impegno dei giovani in politica, delle facce nuove. Sarebbe per giunta apolitico, e il
richiamare Picasso metta in
guardia chi vuole leggere con
gli occhiali del pregiudizio. Le
nuove generazioni sono ben
altro che torme di giovanotti e
ragazze, si tratta di un concetto
ben più ampio. Non fa parte di
una nuova generazione chi ha
avuto buone occasioni di fare il
bene della sua generazione e
non l’ha fatto. Chi ha fallito, chi
si è omologato, chi ha atteso e
ha perso l’attimo. Non fa parte
di una nuova generazione chi
non ha avuto delle buone occasioni per il bene della sua generazione e non le ha create
insieme agli altri. Hanno sbagliato o forse si sono persi, perché no? Si sono venduti.
Nessuno è desueto e nessuno è
vecchio e tutti possono partecipare alla causa delle nuove ge-
nerazioni, ma chi non ne fa
parte non tarpi le ali, non interponga alle ruote di nuovi cammini il bastone dell’interesse.
Non chiuda visuali ampie con il
velo dell’ipocrisia o della saccenteria. Non indichi come
strada da seguire, chi ha già
avuto buone occasioni, quella di
evitarne altre. Ma cosa sono le
buone occasioni? Non bisogna
certo pensare che esse siano
soddisfazioni personali. Tutt’altro. Non sono la rivendicazione di un posto, di
un’attenzione, di una
candidatura. Le buone
occasioni sono momenti
contingenti in cui c’è lo
spazio per una generazione per poter operare
un cambiamento verso il
meglio, verso una forma
di giustizia più alta. Momenti in cui si ha la possibilità di lavorare ad un
progetto da cui poter tirare fuori
qualcosa di buono per un’intera
comunità. Ma le buoni occasioni, si diceva, si danno sempre
di meno. Bisogna crearle. Una
nuova generazione, crea la sua
buona occasione decidendo
l’impegno convinto, non la critica fuggente. Decidendo lo
scontro con ciò che le appare ingiusto non l’omertà. Decidendo
anche di metterci la faccia. Lo
sprone è chiaro, ma sarà strumentalizzato, male interpretato,
perché si fa fatica ad essere
nuova generazione, si pensa
solo all’ambizione personale, si
pensa solo con malizia, non si
sgombra il campo dalle vecchie
generazioni che fallendo hanno
inficiato la vita delle nuove. Ma
non è questo un atto di accusa
verso gli anziani. L’anagrafe in
questo ragionamento c’entra
poco, solo di striscio. E’una
questione di mentalità. Chi
parte ora ha bisogno di chi ha
già fatto il viaggio. Sarebbe
senza guida. Chi parte ora non
deve affrettare il passo ma studiare bene il percorso. Questa
nostra nuova generazione non
deve voltar pagina come hanno
voluto fare altre, perché sarebbe
un ennesimo passo affrettato.
Questa nuova generazione deve
saper preparare il terreno al
cambiamento che lei stessa
deve operare. Deve farsi guida
di un cammino intrapreso per
condurlo verso un futuro che a
noi appartiene. E’una sfida
aperta al conformismo, ai giovani rampanti convinti di avere
tutte le carte in regola ma senza
preparazione, al feudalesimo
politico, alla politica dei burattinai che avrebbero gusto, in
nome dei propri interessi, a guidare un cambio generazionale.
Esso non si impone, si “auto genera”. Con il coraggio di affiancare chi lavora e di fronteggiare
chi lo ostacola. Questo coraggio
deve opporsi al pregiudizio
tipico di chi continua ad imporci il fascino del suo potere inconsistente, del suo
odio, del suo ricatto. E’
bello immaginare, e immaginare è il primo atto del
creare, una comunità ove si
attui finalmente un’apertura
verso chi cerca di portare la
trasparenza per quell’osmosi tra cittadini, politica ed istituzioni che è
oltremodo auspicabile. Vi Auguro tantissime belle cose: un
2014 stracarico di salute, pace,
abbondanza, gioia, allegria, lavoro, riposo, tutto ciò che desiderate di meglio!
Sergio SANARICA
mobile 333.3199216
http://www.studio99radio.it
E-mail:[email protected]
Studio 99 Radio
Via Garibaldi, 22 Muro Leccese
pag. 11
Il tuffo “carpiato”
del giovane operaio impennacchiato
U
di Umberto Marsella
na data e un treno. A
fianco, il caso o il destino.
Le date, si sa, sono semplici dettagli ma se una somiglia alle coordinate del compleanno (o a
qualcosa di più) continuerà ad
intenerirci e a raccontare le storie sfilacciate e mai archiviate
che in qualche modo ci descrivono.
Poi il treno.
Erano gli anni dei treni.
Quei vagoni popolari e affollatissimi, mediamente sudici ,
quasi mai puntuali come quelli
che qualche tempo dopo, per
conto dell’Università o del servizio militare, ci avrebbero portati in esilio.
Ma questo treno era diverso, più
datato, con carrozze lignee e
destinazione oltralpe, nel paese
della cioccolata e delle banche.
Comunque, appuntamento a
Lecce.
Il 24 giugno 1974 in stazione
tutti i progetti fino ad allora coniugati al maschile plurale dove
maschile sta per amici e plurale
per moltitudine (di compagni
magliesi) che il treno avrebbe a
stento potuto…ospitare, tutti i
propositi, dicevo, finirono al
singolare maschile, lasciandomi
unico erede e protagonista della
vicenda.
Così, a fianco ai binari, mentre
i capelli (allora) fluenti riuscivano a coprire a malapena i pensieri incerti e preoccupati, i miei
occhi cercavano, nella concitazione, un punto fermo.
Fissai per un po’ Brown & Boveri: quegli insignificanti caratteri di bronzo, punzonati sul
fianco della motrice di testa che
rimandavano alla ditta costruttrice delle locomotive.
Il caso, o se volete, il destino
pochi giorni dopo mi collocò
Pag. 12
nientepopodimeno in quella mastodontica siderurgica svizzera
con sede a Zurigo.
Incredibilmente impegnato a costruire uno “Statore” (ovviamente con compiti elementari)
impennacchiato nella impeccabile tuta blu da operaio come i
cinquemila lavoratori che animavano la stessa fabbrica.
Ma non era stato facile salire su
quel diretto. E ancora non ci
credo.
Mancavano al “progetto” lavorativo piccoli particolari, quisquilie: chi avrebbe dovuto
assicurare il vitto/alloggio; dove
e a chi rivolgersi per un lavoro
da assegnare ad un pischello diciassettenne come me, vissuto
alla luce di quella comoda mentalità piccolo-borghese-magliese
poco “incline”… all’attività manuale.
D’altronde fino ad un’ora prima
del fischio del capotreno avevo
dovuto affrontare la riluttanza
della buonanima di mio padre
per questa mia “fissazione” e la
crescente preoccupazione di mia
madre, che da subito aveva infittito “ rosari” e visite alla Parrocchia del Sacro Cuore.
“Pacenzia!”
Così, optando per la partenza,
non avevo potuto far altro che
seguire il consiglio esperto di
anziani migranti salentini, riposto nel mio bagaglio, e affidarmi,
tout
court,
incondizionatamente, all’abbraccio affettuoso e solidale dei
passeggeri del Lecce-Zurigo.
Fu determinante.
Due angeli della Grecìa salentina vennero in mio soccorso
con delicata e indelebile genero-
sità.
Sergio con i capelli come un
casco di banane e Antonio con
gli occhi tondi di civetta mi traghettarono dal treno alla fabbrica passando dall’Ufficio
stranieri e dalla preziosa ospitalità dei loro parenti stanziali.
Certo non fu un periodo libero
da affanni.
C’erano dormite scomode, fresche levatacce quasi notturne e
lunghe ore di lavoro che impoverivano il riposo e il tempo libero.
Ma proprio quando sembrava
che “questa mia avventura”
stesse acquistando la forma e lo
spessore dell’esperienza orgogliosa e pacata, in grado di fornire all’occhio ingenuo e vispo
del giovane rivoluzionario la visione reale ( e critica) dello stridente
dislivello
tra
la
Bahnhoffstrasse, la strada delle
banche dorate, e gli ordinati e
scarni capannoni dei nostri parsimoniosi e versatili lavoratori
corregionali; quando, ripeto, a
metà luglio, pensavo che valesse
la pena continuare a lavorare, a
fianco al mio collega iraniano
Abbas, nel gabbiotto predisposto
per la costruzione dello statore e
tante altre cose ancora, intervenne la più irriducibile delle
censure: quella della “distorsione” del tempo.
Il 20 di luglio il tempo cominciò
a rallentare. Per uno strano gioco
di prestigio stava diventando
lentissimo, quasi immobile.
Proprio nella terra degli orologi.
Cominciavo a chiedermi quanto
durasse un giorno e quanti giorni
dovessero passare in una settimana.
Ma è così che fa il tempo: si allunga e si accorcia secondo le
cose che si aspettano con irrefrenabile desiderio (o con ansia e
paura).
Luglio, ma anche giugno e agosto da sempre ci regalava gioia
con le “nostre” immagini piene
di mari e di ombrelloni colorati,
di palloni per giocare sulla
spiaggia, di dancing, di musica,
di gente che ballava e di capriole
sulla sabbia calda.
Prevalse l’anima leggera e disimpegnata.
Non avevo la stoffa di Ulisse.
Non seppi resistere!
Pur consapevole del danno alla
…produttività che avrebbe provocato alla siderurgica il mio
auto- licenziamento, piantai baracca e burattini per tornare,
senza un minimo accento svizzero, come una tortora…all’acqua salentina.
La nuova migrazione verso i
mari del sud restituiva immediatamente al tempo il ritmo della
nostra scoppiettante vivacità.
Verso Bari, nell’ultima scena del
viaggio, l’euforia (avrei supplicato il macchinista di guidare…
contromano, pur di fare in
fretta!) non riusciva a tacitare la
mia voce “fuori campo”: ripensavo a quello che avevo fatto e
non rimpiangevo nulla. Tutto era
accaduto per un motivo, e ogni
avvenimento aveva innescato
qualcosa di meglio. Ero cresciuto e avevo dimostrato di potercela fare. Anche senza la
mamma. E nonostante quei rammolliti, pusillanimi e inaffidabili, ipotetici compagni di
viaggio.
Con l’esempio, il garbo e la concretezza quegli uomini, dalle unghie orlate di nero, mi avevano
impartito quotidianamente lezioni sui valori fondanti del pensiero filosofico: l’amicizia, il
coraggio, il dovere, la felicità e
perché no, la nostalgia.
Sotto forma di idee riportavo, in
valigia, questi preziosissimi beni
immateriali stipati a fianco ai
“prosaici” parallelepipedi di
cioccolato e di sigarette. Il 4
agosto, tra momenti di semplice
e meritata felicità, scendevo, con
un tuffo carpiato, dalla locomotiva di testa.
Vento freddo sull’Arneo
Il nuovo romanzo storico della scrittrice poggiardese Tina Aventaggiato,
ambientato tra gli eroici contadini salentini degli anni cinquanta.
P
di Salvatore Ciriolo
oggiardo. La
notte del 28 dicembre
1950 circa tremila braccianti e contadini poveri si
riversarono sulle
terre dell’Arneo,
una zona incolta
della penisola salentina comprendente le province
di Brindisi, Taranto
e Lecce (ne fanno
parte i comuni leccesi di Porto Cesareo,
Veglie,
Leverano, Nardò,
Copertino, Salice
Salentino e Guagnano), per occuparle
con
l’obiettivo di dissodarne la terra improduttiva e per
protestare contro
gli agrari e l’ingiustizia
della cosiddetta legge
“Stralcio” che escludeva il
Salento dallo scorporo del
latifondo in Italia. Il contesto storico in cui ebbe
luogo l’occupazione simbolo delle lotte contadine
nel Salento, era quello
delle macerie, dei lutti e
della disoccupazione lasciati in eredità dal fascismo, il regime nato in
seguito alla saldatura tra
gli stessi latifondisti del
sud e gli industriali del
nord (e i loro servi), ma
anche della nuova coscienza maturata dalla
lotta partigiana. Gli agrari
del sud, dal loro canto,
non intendevano offrire
neppure il minimo contributo per il miglioramento
delle condizioni economiche e sociali del paese e,
come nel caso delle terre
incolte e acquitrinosa
dell’Arneo, per non pa-
Tina Aventaggiato
gare le tasse preferivano
lasciare incolti i loro
feudi, pur rappresentando
gli stessi l’unico sbocco
lavorativo per le masse di
disoccupati che intendevano occupare inediti
spazi di diritti umani e civili. La rivolta, la dura repressione delle forze
dell’ordine caldeggiate
dagli agrari e le vicende
giudiziarie che ne seguirono, portarono comun-
que ad un esito positivo:
l’assegnazione delle campagne ai contadini. Il 28
dicembre 2013, in occasione della ricorrenza del
sessantatreesimo anniversario dell’occupazione
dell’Arneo, al castello di
Copertino è stato presentato il nuovo romanzo storico
della
scrittrice
poggiardese Tina Aventaggiato, dal titolo “Vento
freddo sull’Arneo” (Loffredo Editore). Il romanzo,
con
prefazione storica
di Gianni Giannoccolo, propone
la vicenda della
grande ribellione
contadina vissuta
nelle campagne di
Nardò da due famiglie povere, costituite
da
personaggi immaginari che però si
muovono accanto
alle figure storiche che hanno organizzato,
contrastato o giudicato i braccianti
e i contadini che
occuparono
le
terre (tante le grandi personalità coinvolte all’epoca dell’occupazione,
basti pensare, ad esempio,
al contributo fornito dal
parlamentare comunista
Giuseppe Calasso). Figure
storiche che Aventaggiato,
però, nel romanzo non fa
mai agire direttamente in
prima persona, ma attraverso gli occhi della gente
comune. E la gente comune che agisce nel ro-
manzo è ispirata ai racconti, ai miti, alla cultura
che la stessa autrice ha respirato da piccola, quando
viveva con la sua famiglia
a Castrignano dei Greci,
figlia di un reduce (e prigioniero) di guerra e sindacalista della Cisl e di
una tabacchina, e quindi
di gente semplice, così
come uomini e donne
semplici erano coloro che
avevano partecipato all’occupazione delle terre
dell’Arneo. Naturalmente
c’è anche un grande lavoro di ricerca su quei
fatti, un lavoro facilitato,
come la stessa autrice sostiene, dalla lettura di alcuni libri dello storico
Salvatore Coppola, il
maggiore storico dell’Arneo. “A spingermi ad
esplorare quanto avvenne
in quel periodo – spiega
Tina Aventaggiato – è
stata proprio la grande
curiosità destata in me dal
coraggio dei contadini salentini ad alzare la testa
contro il potere. Si tratta
di un gesto che ha consolidato la cultura salentina,
fornendo solide radici
alla nostra terra, alla nostra identità. La rivolta
dell’Arneo – conclude – fa
parte del patrimonio genetico dei salentini e rappresenta per la nostra
gente qualcosa di grande,
di eroico”.
pag.13
Ristoranze Pizzeria Toto
V. Paisiello,56 - Maglie
Tel: 345 2254218
S
Il gusto della pizza:
A Maglie, da Toto, la tradizione
iamo dei mangiatori di pizza,
in particolare di pizza margherita.
Se vi trovate a passare da Maglie,
non rinunciate a questa delizia. La
pizzeria Toto è un punto di referimento per gli appassionati di questa
straordinaria pietanza.
La storia della pizza è alquanto curiosa. Nata come umile pietanza per
sfamare il popolino un po’ di pasta
condita solo con pomodoro, olio,
aglio e origano è stata, nel corso
degli anni, oggetto di attenzioni da
parte di illustri personaggi della storia.
Il primo di questi incontri risale al
1843 quando sul trono di Napoli sedeva re Ferdinando II con sua moglie Maria Teresa. Stufi di mangiare
sempre quei “soliti” cibi sofisticati,
ai due sovrani venne voglia di qual-
cosa di diverso;
così per evadere
dalla
routine.
Chiesero allora di
mangiare proprio
delle
pizze,
quelle stesse che
si vendevano agli
angoli
delle
strade popolari di
Napoli. Come
dice un proverbio, la semplicità
è l’ultima forma
della sofisticazione. Vennero subito accontentati,
ovviamente. Per soddisfare quel
real capriccio culinario fu immediatamente approntato un forno nel
bosco della reale reggia di Capodimonte – dove i sovrani alloggiavano – e prelevato un pizzaiolo per
quella bisogna. Cinquantasei anni
più tardi poi, nel 1889, la scena si
ripresentò. La voglia, questa volta
venne alla regina Margherita di Sa-
voia, in visita a Napoli. Ancora una
volta venne prelevato un pizzaiolo
e portato alla reggia di Capodimonte. Questo, in omaggio ai tre
colori della bandiera italiana ideò
una nuova pizza: con pomodoro
(rosso), mozzarella (bianco) e basilico (verde). E le diede il nome
della regina. Era nata la pizza margherita.
Molti anni più tardi più tardi poi,
siamo nel 1994, un altro potente –
un re moderno – non seppe resistere
allo “sfizio” di una pizza napoletana: Bill Clinton, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America.
Nel bel mezzo del G7 – che si teneva proprio a Napoli – se ne uscì
tranquillamente a passeggio nei vicoli del centro storico. E proprio
come un normale turista, senza
manco sedersi al tavolo, ne prese
una piegata “a libretto”.
La storia della pizza Margherita
in una poesia in vernacolo
‘A Rigina Margherita tant’anne fà
se fermaje a chesta bella città,
e dicette accussì vicino ‘o Rre:
“Tengo ‘o desiderio ‘e me magnà
na pizza, fermammece ccà
Umbe’”!
‘E pizzajuolo cu genialità
E in onore suojo ‘nventaje
na pizza bella assaje:
“Pigliaje na fronna ‘e vasinicola
e ll’aunette c’‘a muzzarella
chella ‘e bufalo… ‘a cchiù bella,
e c’‘o zuco d’‘a pummarola
e cu passione e fantasia
a spannette ncopp‘a pizza…
cu tant’ammore !
E comm’è na poesia
criaje ‘a pizza tricolore.
Accussì cu grazia e cu maniera
ce ‘a presentaje annanze ‘a Riggina...
comme se presenta ‘a banniera.
Essa tutta felice e cuntenta
dicette : “Guaglio’ è sapurita!
Comme se chiamma ‘sta nuvità?”
“ ‘A pizza Margherita!…
L’aggiu miso ‘o nomme Vuosto
....Maestà!”
Clinica dello Smartphone by Print & Co.
Pag. 14
Politica energetica
I conti non tornano
I
di Nicolino Sticchi
n questi ultimi giorni il dibattito sulla TAP (Trans Adriatic Pipeline), società che dovrebbe
realizzare il metanodotto per il trasporto del gas dall’Azerbaijan in
Italia, con approdo dell’infrastruttura sul litorale di San Foca (marina
di Melendugno), si è fatto sempre
più acceso, anche a causa della dubbia posizione tenuta da alcune forze
politiche. Queste infatti, probabilmente per non contrastare l’azione
del Governo che ritiene l’opera
strategica per le politiche energetiche di questo Paese e per il Salento,
hanno disquisito più sulla opportunità di arrivare con i lavori sulla
costa brindisina o salentina, mettendo i territori nella condizione di
dover scendere in campo a difendere le loro realtà, che a discutere
sull’importanza o meno del gasdotto.
Se a ciò si aggiunge anche la novità
che la Società Igi Poseidon, a suo
tempo autorizzata dal Governo e
dagli Enti preposti a realizzare il
gasdotto per il trasporto del gas dall’area del Mediterraneo, del Mar
Caspio e del Medio Oriente fino
alla stazione di stoccaggio localizzata nel Comune di Otranto, possa
ancora oggi procedere alla realizzazione dell’infrastruttura, visto che
il Ministero dello Sviluppo Economico in data 22 ottobre 2013 ha
concesso la proroga dell’Autorizzazione fino a giugno 2016, diventa
sempre più urgente una riflessione
sulla Strategia Energetica Nazionale, più che una discussione sul
luogo di approdo.
L’Italia importa circa il 90% di gas
naturale necessario al suo fabbisogno complessivo (pari a circa 67
miliardi di mc-anno), del quale,
poco più del 50% è impiegato per
la produzione energetica e il restante per i consumi primari.
Il gas arriva in Italia a mezzo di 4
gasdotti (Il Transmed che trasporta
il gas Algerino e arriva a Minerbio
“Bologna”, dove entra nel sistema
di distribuzione; il Greenstream
che collega l’impianto di trattamento di Mellitah sulla costa libica
con la rete nazionale del gas di Gela
“Caltanisetta”; il Trans Austria
Gasleitung che trasporta il gas dai
giacimenti russi fino a Tarvisio
“Udine”; il Transitgas arriva fino
alla località di Passo Gries, dove si
connette con la rete nazionale dei
gasdotti) e 2 rigassificatori già operativi (Panigaglia “La Spezia” e
Porto Levante “Rovigo”). Un
terzo rigassificatore “Fsru Toscana”, collocato sul versante tirrenico e a 22 K/m. dalla costa
livornese, entrerà in funzione a
breve, ed un ulteriore gasdotto, il
“South Stream”, previsto con ter-
e sulla promozione di sistemi di accumulo, che porterebbero sicuri
vantaggi alla rete elettrica e all’utente.
Invece una politica di decarbonizzazione è sempre più indispensabile, sia per contenere le emissioni
di Co2 (come previsto dalle politiche ambientali della Comunità Europea), sia per evitare casi come
quello di Brindisi, dove tra il 2001
e 2010 sono nati più bambini con
malformazioni rispetto alla media
europea e ai comuni limitrofi ed
oggi sta emergendo, da uno studio
eseguito da alcuni ricercatori del-
Una manifestaziomne No Tap del M5stelle
minale a Tarvisio, dovrebbe andare
a regime nel 2018.
Se poi dovessero essere realizzati
anche gli ulteriori rigassificatori
approvati (6) e quelli in progetto
(5), l’Italia avrebbe surplus di infrastrutture che non troverebbero giustificazione con i bisogni del Paese,
le cui necessità di gas sono previste
in diminuzione a causa della limitata crescita economica (le importazioni di metano sono scese da 75
a 67 miliardi di metri cubi annui fra
2005 e 2012), delle politiche di efficienza energetica e della auspicabile crescita delle rinnovabili.
Se a ciò si aggiunge che un surplus
di infrastrutture, anziché generare
vantaggi, possa diventare un costo
per il cittadino, perché in bolletta
elettrica vengono caricati i maggiori oneri sopportati dallo Stato
nel caso in cui la fornitura di gas di
un impianto è inferiore al 71% delle
sue potenzialità, l’eccessiva presenza di impianti è assolutamente
sconveniente.
Inoltre la Strategia Energetica Nazionale approvata di recente dal
Governo è priva di una seria politica di decarbonizzazione, tant’è
che non è previsto alcun intervento
migliorativo in aree di grave criticità ambientale (come Brindisi e
Taranto) e non vi sono segnali significativi a favore di una politica
di sviluppo delle rinnovabili, orientata sull’autoconsumo, sulla ricerca
da energie pulite; la Puglia e il Salento contribuiscono con il maggiore potenziale di energia da fonti
pulite; questi territori hanno già
dato tanto a livello di consumo di
suolo per la quantità di pannelli fotovoltaici e torri eoliche installate;
il danno all’ambiente e alla salute
determinato dalle centrali elettriche
a combustibili fossili è rilevante; il
piano energetico nazionale non
prevede alcun intervento per la salubrità dell’aria in Puglia; le infrastrutture esistenti e quelle già
autorizzate sono più che sufficienti
a garantire al Paese i bisogni di metano; una strategia a favore dell’efficienza energetica porterebbe a
contenere ancor più le esigenze di
energia e dei consumi di gas..
Ancor più incomprensibile è che la
posizione del Governo penalizza
l’unica risorsa economica del nostro territorio, il turismo, apportando le ragioni di diversificare le
rotte di approvvigionamento del
gas per migliorare la nostra sicurezza e indipendenza e creare un
mercato competitivo ed efficiente
per contenere i prezzi dell’energia.
Obiettivi sicuramente meritevoli di
attenzione, solo però che il primo è
già sufficientemente garantito dalle
infrastrutture esistenti e da quelle
autorizzate ed in programma di esecuzione, il secondo si potrebbe raggiungere eliminando gli incentivi
elargiti alle lobbies dei combustibili
fossili.
Allora lo Stato dicesse che tutto ciò
l’Istituto di fisiologia clinica del
Cnr di Lecce, Pisa e Bologna, che
vi è correlazione fra bimbi malati e
valori elevati di diossido di zolfo
(SO2) nell’aria (diossido che si
sprigiona dalla combustione di petrolio, carbone, rifiuti ed altro).
Asserire, come fa il Governo, che il
freno alla crescita delle rinnovabili
si è reso necessario per contenere il peso
degli incentivi è
assolutamente
inesatto,
in
quanto, se si
sommano il sostegno pubblico
alle fonti tradizionali (che non
è irrilevante) e i
Tap sondaggi in mare
costi sociali derivanti dall’inquinamento ambien- è necessario, perché tra gli interessi
tale, la spesa per la collettività è di da difendere ci sono quelli delgran lunga superiore, come dimo- l’Enel, dell’Eni, della Cassa Depostrato da vari organismi nazionali siti e Prestiti, di Snam Rete Gas e
di altre Società consociate che
ed internazionali.
La volontà del Governo di realiz- hanno in mano il monopolio delle
zare a Melendugno l’approdo di un infrastrutture e dei contratti di imgasdotto rimane del tutto incom- portazione del gas e forse si capiprensibile, se si considera che: i rebbero meglio e prima gli obiettivi
consumi di energia elettrica da della “grande” Strategia Energegennaio a ottobre sono diminuiti tica Italiana approvata nel marzo
del 3,6%, rispetto allo stesso pe- 2013, che nulla hanno a che fare
riodo 2012; le rinnovabili, già con le tutele del territorio, dell’amoggi, sono in grado di assicurare biente, della salute dei cittadini e
una produzione che si aggira in- con il contenimento della spesa
torno al 39% dei consumi elettrici energetica.
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Gli eventi in programma
Ritmi salentini
Sapori mediterranei
Alle porte del 2014 il
fantasy riscopre il piacere della cucina salentina proponendo ai suoi
clienti diverse serate
dedicate alla gastronomia. Il mercoledì pennettata gratuita, il
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sabato primo piatto servito con un prelibato
calice di vino al modico
costo di 5 euro, per
concluedere la settimana, domenica, menù
completo tipico della
casa a soli 25 euro la
coppia
I
sapori da sempre sono stati accompagnati dalla
pizzica salentina.
per questo il fantasy propone ogni
martedì il Raduno
dell’Artista per rivivere l’ingenuità e
la genuinità della
musica salentina, il
venerdì per iniziare
allegramente i finesettimana il locale
ospita vari Dj
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La relazione della Corte dei Conti Gianuzzi a pag.10