Gaspare Spontini
Nato a Maiolati il 14 novembre del 1774, secondo di cinque
figli, da ragazzo venne mandato a Jesi presso lo zio paterno
don Giuseppe Spontini, parroco di Santa Maria del Piano,
perché potesse frequentare le lezioni nel seminario jesino come
alunno esterno. E fu appunto a Jesi, presso lo zio prete, che
cominciò a manifestare la sua disposizione per la musica.
Qualche tempo dopo però, forse perché sorpreso a corteggiare
una ragazza e rimproverato dallo zio, lasciò la canonica e
raggiunse a piedi Monte San Vito, dove fu ospite dello zio
materno don Pietro Guadagnini. Don Pietro gli fece studiare i
primi elementi della musica. Riappacificatosi con lo zio don
Giuseppe, Gaspare tornò a Jesi e poté proseguire nello studio Louis Hersent: Gaspare
della musica. Il 1° gennaio del 1793 veniva accolto nel Spontini - 1821 (Pinacoteca
Comunale)
Conservatorio della Pietà de’ Turchini, a Napoli, dove cominciò
a comporre cantate, oratori e pezzi teatrali. Alunno non propriamente modello, il 28 ottobre
del 1795 scappò dal Conservatorio e si trasferì a Roma, lanciandosi nella carriera
operistica. Durante il carnevale dell’anno seguente, al teatro Pallacorda presentò per la
prima volta un suo lavoro, Li puntigli delle donne, accolto con successo. Il ventenne
compositore fu acclamato ripetutamente e accompagnato a casa in trionfo. A questo primo
successo seguirono altre opere, rappresentate e accolte con favore in
varie città, da Venezia a Palermo. Nel 1803 era in Francia, dove l’11
febbraio dell’anno dopo riusciva a far rappresentare al Théâtre Italien
La finta filosofa, ma tre mesi dopo, il 12 maggio, incappava nel primo
insuccesso con la Petite maison andata in scena al teatro Feydeau.
Probabilmente a causa del libretto, l’opera non piacque al punto che gli
spettatori della platea assaltarono l’orchestra, facendo a pezzi gli
strumenti e costringendo alla fuga musicanti e cantanti. Spontini si
rifece il 27 novembre dello stesso anno ottenendo il suo primo grosso
successo con l’opera Milton, dedicata all’imperatrice di Francia. Tre
anni dopo, il 15 dicembre del 1807, andava in scena l’opera che
sarebbe stata il suo capolavoro, La Vestale, alla quale seguì il
Fernando Cortez, che pure ebbe un buon successo. Nel 1810 Spontini venne nominato
direttore dell’Opéra-Italien. L’anno dopo sposò Marie Catherine Celeste Erard. Intanto gli
avvenimenti politici precipitavano: cadeva Napoleone e saliva sul trono di Francia Luigi
XVIII. Spontini si adattò alla nuova situazione, ma ormai considerava conclusa la sua
esperienza francese. Il 1° settembre del 1819 firmava con l’imperatore Federico Guglielmo
III un vantaggiosissimo contratto per il suo trasferimento in Germania come primo maestro
di cappella e direttore generale di musica, e con l’impegno di comporre ogni tre anni due
grandi opere o tre piccole. Il 14 maggio del 1821 Spontini presentò al pubblico tedesco
l’Olimpia largamente rinnovata, e fu un colossale trionfo (ebbe quarantadue
rappresentazioni). Nell’estate del 1822, venne in Italia., accolto a Jesi con ricevimenti e
fiori e la nomina a patrizio della città. Da Berlino sul finire dell’anno successivo faceva
spedire a Jesi un suo grande quadro che giunse il 12 febbraio all’amico Giacomo Fioretti
insieme a 300 scudi da sorteggiarsi, come dote, tra le zitelle oneste e miserabili, metà di
Jesi e metà di Maiolati. Il 30 settembre 1838, accompagnato dalla moglie Celeste, era di
nuovo a Jesi. Questa volta donò alla nostra città 5.520 scudi romani per costituire il Monte
di Pietà Spontini in luogo di quello saccheggiato e distrutto al tempo dell’occupazione
francese. Gli jesini contraccambiarono sistemando un busto del musicista nel teatro della
Concordia. Spontini ebbe a Jesi colloqui col vescovo Piretro Ostini sulle necessità di
risollevare la musica sacra dallo stato di corruzione in cui era caduta. Un progetto per la
riforma della musica sacra venne sottoposto dallo stesso Spontini al pontefice Gregorio
XVI (il papa, in segno di riconoscimento, gli conferirà il titolo di cavaliere dell’ordine di San
Gregorio Magno e il 21 gennaio del 1845 il titolo di Conte di
Sant’Andrea, elevando a Contea
i possedimenti che il
musicista possedeva a Majolati). Tornato a Berlino, Spontini
nel 1840 restò vit-tima di una congiura, dopo la morte di
Federico Guglielmo III, suo protettore: una
vivace polemica sulla stampa tedesca,
avviata già anni prima, lo aveva portato ad
intervenire con una lettera nella quale
erano state ravvisate parole offensive nei
Gaspare Spontini e la moglie
confronti del nuovo sovrano. La sera del 2
Celeste
Erald
(Palazzo
aprile del 1841 una ignobile gazzarra lo
Mereghi-Honorati)
costrinse ad abbandonare il podio mentre
stava dirigendo il Don Giovanni. Il tribunale lo condannò a nove mesi
di carcere e alle spese processuali. Graziato dal nuovo re, Federico
Guglielmo IV, Spontini lasciò definitivamente la Germania.
Amareggiato, tornò a Maiolati, dove il 4 febbraio del 1843, con atto Maria Callas ed Ebe
notarile, donava tutti i suoi beni alla comunità locale, facendo erigere Stignani ne La Vestale
un ospizio per i vecchi cronici ed invalidi e istituendo altre data alla Scala di
Milano nel 1954.
organizzazioni benefiche, tra cui un secondo monte di pietà (uno ne
era stato istituito insieme a quello di Jesi) e una Scuola Pia, nota come Casa delle
Fanciulle. Poi riprese a viaggiare per l’Europa finché, ormai avanti con gli anni, si ritirò
definitivamente nella sua patria. Nel settembre del 1850 fu accolto a Jesi da una grande
manifestazione. Calorose accoglienze le ebbe anche a Maiolati, dove morì il 24 gennaio
del 1851.
“Conoscere Jesi”, G. Luconi – P. Cocola
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Gaspare Spontini - Piccola Biblioteca Jesina