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26 Patrouille des glaciers
4 CONEX 15
L’esercizio con truppe al completo CONEX 15 della regione territoriale 2 è terminato – un riassunto
14 Settimana d’impiego per la SU med e la SR d’ospedale 41
Esercizio di evacuazione di una casa per anziani
24 Gli specialisti di montagna istruiscono i granatieri
Una settimana per familiarizzarsi con il territorio alpino… e i nodi
Editorial
«Mi disegni una pecora?»
Forse riconoscete questa richiesta particolare formulata dal Piccolo
Principe, protagonista dell’omonimo romanzo di Antoine de SaintExupéry. Incerto su che cosa vuole veramente questa personcina,
l’autore si limita a disegnare una cassetta dicendo che la pecora che
voleva sta al suo interno.
Questa «pecora USEs» è stata imballata in una cassetta e inviata
al Parlamento il 3 settembre 2014, sotto forma di messaggio del
Consiglio federale. Da allora fa la spola tra le due camere. Già ora
sappiamo che la pecora non ha più le stesse dimensioni, lo stesso
peso né lo stesso colore... Il problema è che nessuno ha cambiato
l’intera ­pecora; ci si è soltanto infilati nelle aperture della cassetta per
sfoltire, ­tingere o tosare qualcosina qua e là senza prestare attenzione
all’animale nel suo complesso.
Tuttavia, arriverà il momento in cui qualcuno dovrà aprire la cassetta
e lasciare uscire l’«animale». Io credo che sarà ancora una pecora. Ma
sicuramente non corrisponderà più al disegno originale. Speriamo
che rispetto a quest’ultimo sia ancora più in salute e ancora più
dinamico.
Nel frattempo non possiamo starcene con le mani in mano, abbiamo
infatti un compito importante: dobbiamo occuparci della «mamma
pecora Esercito XXI» e di tutti i suoi agnellini che dà alla luce e alleva,
perché meritano tutta la nostra attenzione e tutte le nostre energie.
Il vostro comandante
Cdt C Dominique Andrey
2 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
Foto: CME
Nel 2010 il Consiglio federale e il Parlamento hanno incaricato il
DDPS di abbozzare non una pecora ma un nuovo modello di e­ sercito.
La bozza è stata elaborata con molta cura fin nei minimi dettagli e la
«pecora USEs» ha ormai preso forma, è robusta ed equilibrata. ­Forse
ne conoscete già alcune sfaccettature.
Indice
4L’esercizio con truppe al completo CONEX 15 della regione
territoriale 2 è terminato – un riassunto
«CONEX 15»
6La più grande esposizione dell’esercito in Svizzera durante
i festeggiamenti del Morgarten
Morgarten 2015
8 Introduzione del DURO IIIP VTTP
10 La piazza di tiro di Hinterrhein festeggia 50 anni
11 I soldati meteo vengono in aiuto dell’artiglieria
Informazioni cruciali
12 I pontonieri al lavoro sul ponte galleggiante 95
11 Aiuto per artiglieria
14 Esercizio di evacuazione di una casa per anziani
Settimana d’impiego per la SU med e la SR d’ospedale 41
16 Grande successo per la musica militare nel sud-est Europa
Swiss Military Small Band
18 I primi cani svizzeri sono arrivati a novembre
Novità nell’Esercito svizzero
20 Operazioni a cielo aperto oppure nella clinica mobile
Un giorno con la sezione veterinaria SR 57/1-15
22 Julie Zogg: «Sono felice!»
23Quattro medaglie per la Svizzera e un titolo di campione europeo
di inseguimento individuale per Stefan Küng
Campionati europei di ciclismo su pista di Grenchen
18
I primi cani svizzeri sono arrivati
a novembre
24Una settimana per familiarizzarsi con il territorio alpino …
e i nodi
Gli specialisti di montagna istruiscono i granatieri
26Un evento importante e un mito in continua trasformazione
Patrouille des Glaciers
Impressum
«esercito.ch», la rivista per i militari dell’Esercito svizzero, edizione del comandante delle Forze terrestri,
viene pubblicata due volte all’anno in italiano, francese e tedesco.
Prossima edizione:
1/2016 Chiusura redazionale:21.03.2016
Pubblicazione: estate 2016
Editore: comandante delle Forze terrestri
Direzione di redazione: Comunicazione Forze terrestri, Papiermühlestrasse 13, 3003 Berna
Traduzioni: Servizi di traduzione DDPS
Veste grafica: Centro dei media elettronici (CME), BLEs
Stampa: Ziegler Druck- und Verlags-AG, 8400 Winterthur
Notifica di cambiamenti di indirizzo: i militari incorporati per scritto alla Direzione militare del
rispettivo Cantone di domicilio. Tutti gli altri alla Comunicazione delle Forze terrestri.
Copyright: DDPS, settore Difesa
Internet: www.armee.ch/heer
23Campionati europei di ciclismo
su pista di Grenchen
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Reg ter 2
«CONEX 15»
L’esercizio con truppe al completo CONEX 15 della
regione territoriale 2 è terminato – un riassunto
Divisionario Andreas A. Bölsterli
Durante l’esercizio è stato necessario fornire una vasta gamma di prestazioni a favore dei partner della Rete integrata per la sicurezza, sulla
base del compito dell’esercito «appoggio a favore delle autorità civili».
L’obiettivo era quello di allenarsi il più possibile con opere e partner
reali. Prima di poter svolgere un esercizio del genere sono necessari
numerosi colloqui e incontri, affinché sia in seguito possibile allenarsi a fornire le prestazioni nel modo più realistico possibile. Inoltre, i
comandanti a tutti i livelli devono essere in grado di prendere le decisioni richieste nonché valutare le prestazioni e le misure di coordinamento necessarie. Nel 2012, quando hanno preso il via i lavori di preparazione, è stato stabilito uno scenario. A quel tempo non avremmo
mai potuto immaginare che all’inizio dell’esercizio tale situazione sarebbe quasi diventata realtà. Non abbiamo apprezzato il fatto che, a
causa dell’attualità e degli avvenimenti nel modo, il nostro scenario
sia diventato il principale argomento e punto di critica nei notiziari
dei media. Tuttavia, ciò ha anche confermato che dobbiamo esercitarci ad affrontare situazioni che molti cittadini del nostro Paese non
possono immaginare e non desiderano. Le dimostrazioni organizzate da ambienti di estrema sinistra in relazione allo scenario non hanno disturbato l’esercizio e non hanno reso necessari adeguamenti del
copione. Ci ha invece disturbato il fatto di non essere apparentemente
riusciti a comunicare in modo adeguato e comprensibile a tutti l’idea
dell’esercizio nonché il fatto che, in questo contesto, ci siano persone
in grado di giustificare le proprie opinioni solamente con la violenza.
Il lavoro delle truppe coinvolte
Durante l’esercizio vero e proprio si è solamente trattato di verificare le
ipotesi iniziali per gli impieghi in questione, svolgendo in un certo senso un audit sul posto. Questo principio è stato pianificato fin dall’inizio.
Dopo un’intensa fase preparatoria durata tre anni, l’esercizio ­CONEX
15 ha preso il via nel mese di agosto 2015 con l’appoggio al Corpo delle
guardie di confine (Cgcf) da parte del battaglione di fanteria di montagna 17 (bat fant mont 17). La maggior parte delle truppe è poi entrata
in servizio all’inizio di settembre. La gamma delle prestazioni fornite
4 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
è stata molto vasta: garantire la mobilità tramite la costruzione di ponti e punti d’attraversamento (principalmente da parte del battaglione
del genio 9), proteggere infrastrutture critiche come i porti sul Reno,
le centrali elettriche e gli impianti per l’approvvigionamento idrico (in
particolare da parte del battaglione di fanteria 20), fornire appoggio ai
pompieri locali e al treno di spegnimento delle FFS con trasporti d’acqua al suolo e in volo per combattere incendi nei boschi e in zone industriali. Inoltre il battaglione d’aiuto in caso di catastrofe (bat acc 2) si è
allenato insieme a membri del Technischen Hilfswerks (THW) provenienti dal Baden-Württemberg a soccorrere persone intrappolate sotto
le macerie. Nella seconda fase dell’esercizio, il battaglione di carabinieri 14 (bat car 14) di Ginevra ha fornito appoggio al Cgcf nei Cantoni di
Basilea Campagna e Soletta, lungo il confine con la Francia, nel controllo generale dei viaggiatori e con posti d’osservazione sul terreno.
Il battaglione della polizia militare 2 (bat PM 2) ha supportato la polizia cantonale in due impieghi di vasta portata (controlli del traffico e
controlli alla stazione di Aarau). Infine, il battaglione d’ospedale 75 è
stato integrato nelle attività quotidiane di diversi reparti dell’ospedale universitario di Basilea e ha svolto un esercizio d’evacuazione di pazienti dall’ospedale con l’ausilio di elicotteri. In tutte le fasi e in tutti
gli ambiti dell’esercizio le truppe sono state appoggiate da conducenti di cani e hanno usufruito di diverse prestazioni delle Forze aeree nel
campo del trasporto e della ricognizione. Inoltre, il nostro obiettivo era
anche quello di garantire la condotta di tutte e otto le formazioni impiegate dal quartiere generale della reg ter 2 con il battaglione dell’aiuto alla condotta 2 (bat aiuto cond 2) rinforzato da formazioni delle onde direttive e dell’aiuto alla condotta dell’esercito. I collegamenti dati
e voce sono stati garantiti per l’intera durata dell’esercizio. Per tutti gli
organi di comando, la condotta da parte della reg ter 2 è anche servita quale perfezionamento in condizioni reali nell’ambito del lavoro di
stato maggiore e dell’attività di condotta.
Obiettivi raggiunti e accoglienza positiva
Un importante obiettivo dell’esercizio era quello di presentare alla
popolazione il suo esercito. A ciò erano mirati l’EXPO (una presentazione delle truppe impiegate) a Muttenz BL e la sfilata a Zofingen AG
Reg ter 2
Protezione di importanti infrastrutture: istruzione delle pattuglie del
bat fant 20 presso l’Auhafen di Muttenz BL.
Il bat osp 2 appoggia l’Ospedale universitario di Basilea in tutti gli
ambiti ed effettua un esercizio d’evacuazione.
Il bat PM 2 dà una dimostrazione davvero straordinaria dei suoi
mezzi e delle sue capacità all’EXPO di Muttenz BL.
quale conclusione dell’esercizio. In particolare questi due avvenimenti hanno permesso di presentare degnamente e con efficacia l’esercito
alla popolazione. Tuttavia, anche grazie all’intero esercizio con truppe al completo CONEX 15 abbiamo garantito la presenza in cinque
dei sette Cantoni della reg ter 2 e abbiamo suscitato reazioni in larga
parte positive. Siamo rimasti impressionati dalla calorosa accoglienza che la popolazione ha riservato ai soldati nella zona dell’esercizio.
Anche gli altri obiettivi prefissati per l’esercizio, che si è svolto
secondo i piani, sono stati raggiunti. La collaborazione con tutti i partner nei rispettivi settori d’esercizio è stata caratterizzata da fiducia
reciproca e le prestazioni sono state fornite con soddisfazione di tutte le parti coinvolte. Un servizio di valutazione centrale ha assicurato la valutazione di tutte le parti dell’esercizio. I controlli e le verifiche hanno dato risultati chiari. Nella valutazione finale, in qualità di
direttore dell’esercizio e comandante reg ter 2 ho potuto assegnare a
tutti la valutazione «ottimo».
«Fuori esercizio»
Naturalmente in occasione di esercizi di questa portata emergono sempre
punti che devono essere migliorati. Con otto battaglioni impiegati contemporaneamente, CONEX 15 è stato il più grande esercizio con truppe
al completo degli ultimi anni. È emerso che i battaglioni e le formazioni
non sono più abituati a lavorare insieme e a collaborare (di regola i CR
hanno luogo a livello di battaglione). È necessario tornare a esercitarsi di
più nel campo del supporto reciproco per quanto riguarda il servizio informazioni e la logistica. A tale scopo è assolutamente necessario svolgere periodicamente esercizi con truppe al completo. Non è necessario impiegare sempre otto corpi di truppa parallelamente, ma è fondamentale
che almeno una formazione d’aiuto alla condotta e una formazione di
combattimento o di appoggio possano allenarsi contemporaneamente.
Un’ulteriore esperienza preziosa per tutti i partecipanti è stata
la durata dell’impiego: se normalmente un esercizio dura dalle 48 alle 72 ore, per la maggior parte delle truppe CONEX 15 è durato otto
giorni (e questo 24 ore su 24), per alcune formazioni addirittura più
Esercizio di spegnimento di un incendio boschivo da parte del bat acc
2: trasporto aereo d’acqua in un bacino intermedio prima di alimentare i veicoli antincendio.
a lungo. Ciò ha fatto emergere problemi nuovi o non più conosciuti.
Gli effettivi appena sufficienti hanno portato a mancanze di personale e a ritmi di sostituzione molto serrati, una situazione a cui i quadri non sono più abituati. Le impegnative attività svolte nel quadro
dell’esercizio hanno anche evidenziato in singoli ambiti delle lacune a livello di conoscenze e di processi che bisognerà colmare. A tale
scopo alcune formazioni dovranno urgentemente organizzare delle
istruzioni dettagliate e intense.
La visione della reg ter 2 è stata chiaramente rafforzata
A mio parere l’esercizio CONEX 15 è una storia di successo. In retrospettiva gli sforzi – ma anche il coraggio di pianificare nuovamente
un esercizio su vasta scala – hanno dato i loro frutti. Gli obiettivi sono
stati raggiunti e la collaborazione con i partner è stata ulteriormente rafforzata, proprio nell’ottica della visione della reg ter 2 «La sicurezza unisce». Inoltre abbiamo presentato ancora una volta l’esercito
alla popolazione e quest’ultima si è dimostrata aperta e ci ha accolto
calorosamente. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno collaborato a pianificare, svolgere e fornire appoggio all’esercizio CONEX 15.
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Reg ter 3
Morgarten 2015
La più grande esposizione
dell’esercito in Svizzera durante
i festeggiamenti del Morgarten
Il momento saliente dei festeggiamenti per i 700 anni della battaglia del Morgarten era costituito dalla festa
popolare svoltasi dal 19 al 21 giugno attorno al Lago di Ägeri e nel settore di Schornen. Oltre ai festeggiamenti
a Oberägeri, in occasione dell’esposizione dell’esercito, organizzata dalla regione territoriale 3, la popolazione
ha potuto informarsi sulle attività dell’Esercito svizzero di milizia.
Soldato Michael Rauchenstein, Regione territoriale 3
Erano veicoli imponenti quelli mostrati
subito all’inizio ai visitatori durante l’esposizione dell’esercito tra Sattel e Unterägeri.
Veicoli militari che normalmente si possono
ammirare solo da una certa distanza, erano
ora a portata di mano per la popolazione.
Veicoli d’esplorazione, carri armati granatieri, carri armati del genio e di sminamento
fino ai veicoli dell’artiglieria, schierati nella
sequenza di una striscia di attacco. I soldati,
i quadri e i militari di professione hanno
spiegato le apparecchiature e hanno dato
la possibilità alla gente di prendere posto
nei carri armati. «I visitatori erano sorpresi
soprattutto perché durante questa esposizione si potevano osservare da vicino, toccare
con mano ed esplorare veicoli normalmente
inavvicinabili», ha affermato l’aiutante di
stato maggiore Dominic Reber durante l’esposizione. Dall’altra parte dell’area, dove si
è presentata l’artiglieria, i visitatori hanno
potuto gettare uno sguardo sulle attività di
alcuni soldati che si esercitavano nel combattimento ravvicinato. «Vogliamo mostrare
alla gente come è evoluta la fanteria. Oggi un
fante non è più un combattente individuale,
ma deve saper affrontare compiti polivalenti.
Durante questa esposizione ho notato che le
reazioni dei visitatori erano positive e ciò ha
riempiti d’orgoglio i soldati», ha affermato il
tenente Camilla Setz.
6 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
Retroscena storico con significato
Spostandosi un po’ più in là, si raggiungeva a
Schornen il terreno su cui si tenne la storica
battaglia. Nel 2015 la Svizzera commemora
la battaglia del Morgarten. 700 anni fa, le
truppe degli Asburgo partirono da Zugo e
passarono nella Valle dell’Ägeri per dirigersi
verso il Sattel. Nella zona di Schornen gli
svittesi sorpresero l’esercito degli Asburgo decidendo in tal modo a loro favore il
combattimento ravvicinato. Questa vittoria
degli svittesi al Morgarten ebbe ampie conseguenze per la storia della Confederazione.
Dopo la battaglia del Morgarten, d’intesa
con gli Urani e i rappresentanti di Untervaldo, fu suggellato un secondo Patto federale.
Ciò che era importante per la coesione della
Confederazione assume un significato simbolico per la Valle dell’Ägeri e il Comune
svittese di Sattel. Per tale motivo, gli zughesi e gli svittesi onorano questo evento
e, durante l’anno in corso, in occasione di
diverse manifestazioni ricordano quanto
avvenuto nella regione, all’insegna dello
slogan «Morgarten – 700 anni di storia e
avventura».
Le esposizioni interattive più disparate
per grandi e piccoli
A Schornen vi era la possibilità di visitare il
grande padiglione in cui l’esercito informava
sul reclutamento o sull’istruzione superiore
dei quadri, il servizio alpino con la grande
torre d’arrampicata oppure SWISSINT e il
Centro per gli impieghi di promovimento
della pace. Vi sono state anche esposizioni
sulla Sicurezza militare, sul sistema d’informazione e di condotta delle Forze terrestri e
sul Centro di competenza sport dell’esercito,
presso cui giovani e meno giovani si sono
sfidati al tiro nel biathlon. Avvincente era
anche l’esposizione della difesa terra-aria
DCA. Mentre la Patrouille Suisse era in volo,
si poteva osservare come i pezzi della difesa
contraerea seguivano automaticamente gli
oggetti nel cielo. La maggiore esposizione
dell’esercito nel 2015 comprendeva inoltre
alcune novità: la popolazione è stata infatti
informata sulle truppe del treno (cavalli
dell’esercito) e sui conducenti di cani. Ha
potuto inoltre farsi un’idea della Base logistica dell’esercito e dell’aiuto alla condotta con i
suoi imponenti apparecchi radar. «Abbiamo
potuto mostrare ai visitatori per quali scopi oggi vengono ancora impiegati i cavalli
dell’esercito e i cani nonché l’importante
funzione che svolgono ancora nella logistica
e nei compiti di guardia», aggiunge il magg
Manuela Schwerzmann, responsabile della
presentazione della Base logistica. In ogni
ubicazione c’era qualcosa da vivere, si poteva
provare qualcosa o avere interessanti colloqui
con i soldati. L’esposizione professionale «Il
tuo esercito» ha informato inoltre con esempi
interessanti in merito all’ulteriore sviluppo
dell’Esercito svizzero (USEs).
Reg ter 3
Servizio di traghetto sul Lago di Ägeri
con una prima mondiale
Presso il lago attendeva i visitatori un’esperienza clou. I militari della compagnia di
pontonieri hanno accompagnato i visitatori
dei festeggiamenti del Morgarten su lago
tra Morgarten e Oberägeri. Dal traghetto
si potevano osservare in modo ottimale le
esibizioni della Patrouille Suisse, del Super
Puma Display Team, dell’F/A-18 Hornet Solo
Display nonché gli esploratori paracadutisti.
Durante queste giornate si è inoltre registrata
una prima a livello mondiale. Per la prima
volta la musica militare ha accompagnato
dal vivo un’esibizione del PC-7 Team. Per il
direttore della musica militare della SR 16-1,
I ten Gian Walker, si è trattata di una sfida
assai particolare: «Eravamo dipendenti dal
PC-7 Team che ha gettato le basi per la rappresentazione. Il nostro compito consisteva nel
combinare i pezzi musicali affinché fossero
adeguati alle esibizioni. Per tutte le persone
coinvolte questa collaborazione tra le Forze
terrestri e le Forze aeree è stata un compito
avvincente.
Chi è giunto a Oberägeri con il traghetto
o con il bus navetta ha potuto approfittare,
da un lato, dell’intrattenimento presso la
grande aerea dei festeggiamenti e, dall’altro,
informarsi sulle professioni dell’esercito. Con
un po’ di fortuna era addirittura possibile
incontrare sportivi di punta come Max Heinzer, che è impiegato quale militare a contratto
temporaneo presso l’Esercito svizzero.
Visita del consigliere federale Ueli
Maurer alla sfilata e all’esposizione
dell’esercito
L’ultima giornata era all’insegna della grande
sfilata attraverso Oberägeri. La manifestazione è stata inaugurata con il discorso del
consigliere federale Ueli Maurer davanti al
monumento del Morgarten, a cui è seguita
un’esibizione degli esploratori paracadutisti.
Oltre 40 gruppi diversi hanno sfilato lungo
il lago attraverso Oberägeri, intrattenendo i
presenti con rappresentazioni storiche della
battaglia e presentando vecchie uniformi
militari, con un adeguato accompagnamento
musicale. Dopo la cerimonia ufficiale, il capo
del DDPS si è ritagliato il tempo necessario
per ammirare l’esposizione dell’esercito. Ha
ringraziato di nuovo personalmente tutte
le persone coinvolte per il loro impegno e le
presentazioni svolte in modo professionale a
favore della popolazione.
Circa 60 000 visitatori hanno seguito
le numerose attrazioni e approfittato della
disponibilità e della gentilezza dei militari.
La presentazione dell’esercito ha non solo
entusiasmato la popolazione, ma anche riempito d’orgoglio i soldati sul posto per il
loro lavoro.
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FOA fant
Introduzione del DURO IIIP VTTP
Parallelamente alle introduzioni nelle scuole reclute, la Formazione d’addestramento della fanteria (FOA fant) svolge periodicamente introduzioni e corsi di riconversione nei servizi di perfezionamento della truppa (SPT) della fanteria.
Formazione d’addestramento della fanteria
Nella data d’ordine delle Forze terrestri vengono stabiliti i temi d’istruzione e le relative scadenze per l’introduzione. Questi sono vincolanti sia per la truppa sia per l’ambito fondamentale di condotta 7
(AFC 7). In occasione del rapporto d’appoggio di battaglione (RAB)
ha luogo la prima presa di contatto tra il battaglione e l’AFC 7 della Formazione d’addestramento. L’AFC 7 della FOA fant è subordinato sul piano organizzativo alla scuola per i quadri della fanteria 1,
ma è tuttavia attivo principalmente quale parte dello stato maggiore della Formazione d’addestramento della fanteria a favore dell’appoggio all’istruzione dei battaglioni di fanteria. Inoltre appoggiamo
il comandante della Formazione d’addestramento nella funzione di
regia durante lo svolgimento dei corsi di formazione tecnica Ia, Ib e
II (Cfo tecn Ia/fant, Cfo tecn Ib/fant e Cfo tecn II/fant) per aspiranti
comandanti di compagnia e di battaglione.
8 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
Nel contempo, il comandante di battaglione può presentare
all’AFC 7 delle richieste d’appoggio all’istruzione per eventuali
lacune individuate in occasione del suo controlling dell’istruzione interno, che il battaglione non può colmare autonomamente. In
tal modo è possibile pianificare le relative sequenze d’istruzione
nel corso preparatorio dei quadri (CQ) o durante l’SPT. Di regola, l’AFC 7 effettua l’istruzione dei quadri che a loro volta istruiscono la truppa. Così facendo favoriamo l’abilitazione dei quadri a svolgere l’istruzione della propria truppa. Questo appoggio
all’istruzione serve principalmente ai battaglioni di fanteria e ai
battaglioni d’aiuto alla condotta delle brigate di fanteria (parte
istruzione di fanteria). Su richiesta siamo a disposizione anche di
battaglioni di altre unità, ma anche in questo caso saremmo grati
se potessimo ricevere le richieste d’istruzione possibilmente prima del RAB per poter raggiungere degli accordi puntuali già in
occasione dello stesso.
FOA fant
Introduzione del DURO IIIP VTTP nei battaglioni della fanteria
Oggi, nelle scuole reclute tutti i soldati degli equipaggi di fanteria vengono istruiti in modo standard a tutti i veicoli blindati (carro armato
granatieri ruotato 8x8, carro di comando 6x6 e DURO IIIP VTTP).
Di conseguenza, occorre ancora istruire a posteriori sul VTTP solo
i membri d’equipaggio istruiti prima del 2012.
Per l’istruzione VTTP entrano in servizio il mercoledì del CQ tutti i conducenti di carri armati granatieri ruotati non ancora istruiti sul
VTTP e assolvono l’istruzione centralizzata VTTP a Thun, sotto la direzione della cellula d’istruzione della fanteria. L’istruzione dura fino
al giovedì della prima settimana SPT e viene conclusa con l’esercizio
«CORAZZA». Tale esercizio consiste in una marcia motorizzata dei
membri d’equipaggio VTTP con il loro veicolo dalla zona di prontezza
di Thun all’ubicazione SPT del loro battaglione. In tale luogo si prosegue con l’esercizio incentrato sulla prima istruzione al VTTP dei fanti,
che imparano a conoscere i numerosi vantaggi del nuovo veicolo. Dato che il VTTP offre sicurezza, un buon confort e una grande protezione, e nel contempo è facile da guidare, è molto popolare tra la truppa.
gli autocarri nel traffico cittadino. Per compiti di difesa il fattore di
protezione del VTTP per la truppa trasportata è maggiore rispetto al
noto carro armato granatieri ruotato 93 PIRANHA. In particolare la
protezione integrata del sottoscocca contro le mine corrisponde allo
stato attuale della tecnica. Per i fanti ciò significa maggior sicurezza. Inoltre, il capogruppo può trasmettere la data d’ordine al proprio
gruppo mediante l’impianto di intercomunicazione di bordo senza
i rumori molesti provocati dal veicolo. Grazie alle quattro telecamere esterne, mediante un display all’interno del veicolo, il gruppo può
farsi un’idea dell’ambiente e della situazione fuori del veicolo prima
di lasciare il VTTP.
Attualmente nell’esercito sono stati introdotti 291 di questi veicoli. Al momento vengono forniti altri 130 VTTP nell’ambito del Programma d’armamento 13 tuttora in fase di attuazione.
Fatti relativi al VTTP
Il VTTP è adatto per tutti i compiti possibili nell’intera gamma di impieghi della fanteria. Durante gli impieghi d’appoggio a causa del suo
aspetto «snello» non appare estremamente militare e «scompare» tra
Scheda dei dati DURO IIIP 6x6 (VTTP)
7,02 m
Larghezza:
2,54 m
Altezza:
3,47 m
(fin sopra la torretta)
Altezza da terra:
0,4 m
Profondità max
guadabile:
0,5 m
Velocità max:
90 km/h
Pendenza max
superabile:
60%
Inclinazione laterale:
30%
Peso:
12 – 14 t
Trasmissione:
6x6 permanente
Motore:
6,7 l Cummins Turbo Diesel
Potenza:
250 PS / 950 Nm
Autonomia:
600 km
Display della torretta Kongsberg.
Foto: Matthias Nutt
Lunghezza:
Fuoco libero!
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FOA bl/art
La piazza di tiro di Hinterrhein
festeggia 50 anni
Trent’anni. Si è dovuto attendere trent’anni e il 50° anniversario della piazza di tiro di Hinterrhein affinché le
truppe blindate e l’artiglieria si ritrovassero per un esercizio combinato nei Grigioni. Diverse centinaia di persone
erano invitate a questo appuntamento pressoché storico conclusosi purtroppo sotto la pioggia.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
Eppure la giornata era cominciata con un sole radioso. Gli invitati sono
arrivati verso le 09.30 per visitare l’esposizione dei blindati organizzata
dalla scuola reclute dei blindati 22 di Thun e dalle scuole dell’artiglieria 31 di Bière. «Sento spesso dire che organizzare simili manifestazioni non è un esercizio per le reclute; ma osservatele mentre spiegano
alla gente ciò che stanno facendo, devono acquisire anche questa competenza», afferma soddisfatto uno degli organizzatori della giornata.
Durante il suo discorso, il brigadiere René Wellinger, comandante della Formazione d’addestramento dei blindati e dell’artiglieria, si è espresso sull’utilità della piazza di tiro per i «gialli» delle truppe blindate e i «rossi» dell’artiglieria: «Hinterrhein è la piazza
di tiro più importante per i blindati. Oggi, dopo oltre trent’anni, non
vi saranno solo i gialli a tirare; vi mostreremo un esercizio di tiro di
combattimento combinato con l’artiglieria. Avrete così una panoramica globale di quanto sanno fare i gialli e i rossi». Durante il suo intervento, il consigliere di Stato grigionese Christian Rathgeb ha pure sottolineato l’importanza della piazza d’armi di Hinterrhein per
il Cantone dei Grigioni e ringraziato l’esercito per la sua collaborazione trasparente e schietta.
Il momento clou della giornata è stato, all’inizio del pomeriggio,
l’esercizio di tiro di combattimento combinato con l’artiglieria. Gli
invitati muniti di protezione dell’udito hanno potuto ammirare il lavoro degli esploratori, dei blindati, dell’artiglieria, degli zappatori e
dei granatieri carristi, senza dimenticare i tiratori scelti nascosti nel
bosco. Il giorno prima era stato possibile ripetere senza problemi e a
più riprese l’esercizio. Invece, la dimostrazione vera e propria è stata interrotta dagli organizzatori a causa della forte nuvolosità, delle precipitazioni intense, della grandine e della scarsa visibilità. Gli
invitati sono stati ricondotti umidi ma soddisfatti al riparo prima di
riguadagnare le loro abitazioni rispettive.
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FOA bl/art
Informazioni cruciali
I soldati meteo vengono
in aiuto dell’artiglieria
Il bollettino e le previsioni meteo sono informazioni essenziali per l’artiglieria. Raccogliere i dati meteorologici necessari al
calcolo delle traiettorie è compito dei soldati meteo dell’artiglieria. Siamo stati in visita a Bière, dove i militari vengono istruiti
su come utilizzare gli strumenti di radiogoniometria (determinazione mediante sonda elettromagnetica).
Laurent Wolf, Comunicazione Forze terrestri
Il bel tempo perdura e il cielo è sereno. «Le misurazioni che stiamo rilevando dovrebbero
valere per le prossime 3–4 ore. In caso di situazione instabile, la validità della previsione
può essere limitata a un’ora», spiega il tenente
Vincent Nardella, caposezione. Dopo alcuni
minuti di ascesa, il pallone con la sonda all’altro capo di un filo lungo 30 metri è ancora
visibile a occhio nudo, malgrado si trovi già
a 5000 metri di altidudine.«Il pallone sonda
può salire ed effettuare misurazioni fino a 16
chilometri. Questa altezza viene raggiunta
dopo circa 45 minuti di ascensione», precisa
Nardella. La distanza percorsa orizzontalmente può raggiungere i 100 chilometri. Il
sistema registra e calcola diversi dati (velocità
e direzione del vento, temperatura e pressione dell’aria), che trasmette poi mediante un
segnale radio all’antenna a terra. In seguito,
l’interfaccia di controllo raccoglie questi dati
e genera un bollettino meteo.
Un’unità mobile e autonoma
Ogni brigata ha tre sezioni meteo. Una sezione di cui fanno parte 17 militari viene impiegata in un’area compresa tra uno e quattro
chilometri quadrati ed effettua rilevamenti
a intervalli che possono spaziare dall’una alle
quattro ore. I dati rilevati vengono utilizzati
per i calcoli balistici. Sul terreno, l’autonomia
massima di 15 giorni è garantita dalla logistica portata con sé (materiale, sussistenza
e carburante). La trasmissione dei dati alla
direzione del fuoco viene effettuata attraverso tre canali. «Se il sistema integrato di condotta e di direzione del fuoco dell’artiglieria
(INTAFF) o i collegamenti radio dovessero
risultare inutilizzabili, ci rimane la moto di
sezione con la quale possiamo trasmettere i
dati manoscritti», spiega l’aiutante SM Jörg
Bienz, capo del settore PDF e meteo art presso
il comando del Centro d’istruzione dell’artiglieria (CIA). «Gli strumenti di misurazione
risalgono alla fine degli anni Ottanta. Sono
stati migliorati a più riprese, l’ultima volta
nel 2010, e attualmente è in fase di studio una
soluzione per sostituirli», sottolinea Bienz.
Equipaggiamento di radiogoniometria.
Due militari preparano il pallone per un
rilevamento.
La sonda meteorologica
Per non falsare i dati rilevati, la sonda, che
pesa 280 grammi, prima di essere impiegata
viene conservata a una temperatura costante
di 20 °C. Grazie a una piccola antenna per la
trasmissione radio invia a terra i dati rilevati.
Sulla protezione esterna è segnalato l’indirizzo
al quale deve essere inviata se venisse persa
o ritrovata, in verità le sonde rispedite sono
molto rare.
Sonda meteo nella sua protezione in
polistirolo espanso.
esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
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FOA g/salv
Costruttori di ponti
I pontonieri al lavoro sul
ponte galleggiante 95
Un’ora: è il tempo che serve ai pontonieri del battaglione 26 che stanno assolvendo il corso di ripetizione per costruire il
ponte galleggiante 95, lungo 100 metri, e quindi permettere alle truppe di passare da una riva all’altra. Li abbiamo incontrati
sulle rive dell’Aare e abbiamo assistito a un loro esercizio.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
Siamo arrivati da pochi minuti ma la truppa è già indaffarata. Un veicolo dotato di girofaro apre il convoglio. «I moduli del ponte galleggiate 95 sono larghi 3,6 metri, per questo gli spostamenti nel traffico
devono essere accompagnati», spiega il maggiore Oliver Füllemann,
capo impiego. Ecco i primi due moduli. Tre soldati scendono con un
balzo dai convogli per preparare la messa in acqua. Due uomini si occupano dei motori, mentre un altro dà indicazioni ai suoi commilitoni. «Un modulo è pronto in circa 10 minuti. Oggi il lavoro di pontoniere è meno fisico rispetto a una volta. Il carico più pesante che
un soldato deve portare è un bidone di benzina da 20 litri», specifica
Oliver Füllemann. Una volta che i due moduli sono in acqua, vengono collegati e fissati. La prima rampa arriva con il terzo modulo. «A
causa del peso che potrebbe sbilanciare l’equilibrio, non si può fissare una rampa su un modulo se prima non ci sono i tre componenti»,
spiega il maggiore Füllemann.
Prima di mettere in acqua i moduli e di iniziare a costruire il
ponte galleggiante, i pontonieri hanno dovuto analizzare il profilo
del fiume e misurare la velocità della corrente, la profondità dell’acqua e le varie distanze. «Due imbarcazioni sono stazionate a monte e
a valle del fiume per impedire che i bagnanti si avvicinino ai moduli», precisa il maggiore Füllemann, che continua: «La sicurezza vie-
Pontonieri già in giovane età
L’esercito propone diversi corsi di istruzione premilitare. Alcuni fungono
da preparazione alla scuola reclute. Altri sono indispensabili per esercitare determinate funzioni quali pontoniere, pontoniere battipalo o fuciliere
di bordo. I corsi per pontonieri vengono organizzati da una delle 41 sezioni dell’Associazione sportiva svizzera dei pontonieri (SPSV) o da una delle
30 società della Federazione svizzera di navigazione (SWV).
L’obiettivo dei corsi per pontonieri è garantire le nuove leve per le truppe del genio. I partecipanti seguono una formazione di base approfondita
che consentirà loro di guidare un’imbarcazione a motore manualmente o
con un motore fuoribordo. I futuri pontonieri imparano a guidare un’imbarcazione in tutta sicurezza, sia sugli specchi che sui corsi d’acqua.
12 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
ne prima di tutto. Anche se tutti sono equipaggiati con un giubbotto
di salvataggio, se qualcuno cade in acqua deve poter essere soccorso rapidamente. A riva, inoltre, una persona è provvista di pistola di
segnalazione da utilizzare in caso di incidente».
Eagle guastafeste
Ora che tutti i componenti del ponte sono in acqua, è giunto il momento di assemblarle. «Non lo facciamo direttamente, perché più
tempo siamo sull’acqua più è grande la probabilità di venire scoperti», specifica Oliver Füllemann. Una volta che tutto è fissato, un camion passa sul ponte per effettuare un controllo; in seguito tutti gli
uomini scendono dal ponte. «Quando costruiamo un elemento come questo, ognuno sa esattamente cosa deve fare», precisa il maggiore Füllemann, che aggiunge: «Cerchiamo di fare in modo che le
squadre siano sempre le stesse affinché tutti imparino a collaborare».
Un nuovo scenario, appena comunicato via radio, si aggiunge al
primo compito: tre Eagle degli esploratori del battaglione di pontonieri 26 utilizzeranno il ponte, ma verrà simulata una panne. I pontonieri dovranno rimorchiare il veicolo il più rapidamente possibile.
Oliver Füllemann spiega: «Siamo in grado di rimorchiare tutti i veicoli ruotati dell’esercito. Invece nel caso dei cingolati, come il carro
armato Leopard, le truppe blindate devono mettere a disposizione
un mezzo per rimorchiare il veicolo».
FOA g/salv
L’esercito estrae dalle acque del Reno un veicolo della polizia tedesca
del peso di 21 tonnellate, collocata su un ponte galleggiante 95, ha
potuto estrarre dall’acqua il veicolo che era stato portato in superficie dai sommozzatori tedeschi grazie a un cuscino d’aria. «La collaborazione con i sommozzatori della polizia tedesca è stata ottima.
La loro missione consisteva nel sollevare il veicolo, mentre la nostra
estrarlo dall’acqua e riportarlo sulla terra ferma», spiega l’aiutante di
stato maggiore Patrik Wendel. Dopo il suo breve tragitto verso la riva, il veicolo fortemente danneggiato è stato consegnato ai servizi di
polizia tedeschi per essere rottamato.
Dopo che l’automobile è stata fatta riemergere grazie a un cuscino
d’aria, la pala meccanica ha potuto estrarla dall’acqua.
Il veicolo, fortemente danneggiato dopo essere stato in acqua per
lungo tempo, è stato consegnato ai servizi di polizia tedeschi per
essere rottamato.
Foto: battaglione di pontonieri 26
Per il battaglione di pontonieri 26, il lunedì che ha preceduto la nostra visita è stato decisamente fuori dal comune: in collaborazione
con i sommozzatori della polizia tedesca, 50 militari hanno infatti
partecipato a un’operazione di estrazione di un veicolo della polizia
caduto nel Reno a Mumpf (AG).
Due anni fa, un’automobile della polizia aveva terminato la sua
corsa nel Reno nei pressi di Bad Säckingen (D). Malgrado intense ricerche, all’epoca non era stata ritrovata. È stato un subacqueo dilettante a riuscire in questa impresa. Una pala meccanica dell’esercito
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FOA log
Settimana d’impiego per la SU med e la SR d’ospedale 41
Esercizio di evacuazione di una
casa per anziani
Un’estesa interruzione della corrente elettrica generata da una frana nella regione di Chardonne (VD) ha causato un
malfunzionamento presso lo stabilimento medico-sociale «La Maison du Pèlerin». Diversi pazienti hanno dovuto essere
soccorsi e trasferiti in altri ospedali o presso una stazione di cura improvvisata, allestita e gestita dalla scuola reclute
d’ospedale 41 di Moudon. Siamo andati a trovare i militari dopo due giorni di esercizio.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
L’esercizio «SANDY» prevedeva due fasi. Nella prima la scuola ufficiali per medici, in collaborazione con le organizzazioni di pronto
intervento della Riviera vodese, si è occupata
di ripartire i feriti direttamente sul posto.
Protagonista della seconda fase è invece stata
la scuola reclute d’ospedale 41. Dato che lo sta-
bilimento era solo parzialmente funzionante,
i militari hanno dovuto installare e gestire per
tre giorni una stazione di cura improvvisata
per 10 pazienti presso la sala polivalente di
Jongny (VD). «La collaborazione non ha posto
alcun problema e la situazione era molto simile a quella che avremmo potuto trovare nella
realtà», spiega il sergente Gilbert Ferrari, della
polizia di prossimità della Riviera vodese, che
continua: «Siamo rimasti molto impressionati
dalla velocità di preparazione dell’esercito. La
truppa ha dimostrato attenzione e serietà e
tutto è stato portato a termine in modo rapido
e ben fatto».
Quando arriviamo alla stazione di cura
improvvisata, a occuparsi dei pazienti c’è
la squadra del turno del mattino, che è al
lavoro dalle 6.30. Queste squadre, composte
Formazione di ausiliario di cura della
Croce Rossa Svizzera
Al termine della scuola reclute, i soldati d’ospedale che superano l’esame ricevono un diploma di ausiliario di cura della Croce Rossa
Svizzera. Questa formazione, offerta in ambito civile, è destinata alle persone che svolgono una professione in ambito sanitario o che
vogliono prepararsi a prendere a carico parenti al proprio domicilio o all’interno di un istituto. Permette di acquisire le conoscenze di
base, i gesti e le attitudini necessari per garantire cure di qualità alle persone anziane o
disabili nelle attività della vita quotidiana, in situazioni di crisi o nel periodo di fine vita.
14 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
FOA log
Una scuola reclute utile per il futuro
Dopo la colazione, presso la stazione di cura
improvvisata arrivano cinque visitatori inattesi. Si tratta di residenti della «Maison du
Pèlerin» che sono venuti a salutare i loro amici.
Le reclute devono organizzarsi rapidamente
affinché tutti abbiano un posto a sedere. «In
una situazione del genere il mio compito consiste nel mostrare loro dove possono sedersi
e nel servire loro qualcosa da bere», spiega
il sergente David Messerli, capogruppo, che
continua: «Non è semplice far fronte agli imprevisti in una stazione di cura improvvisata.
Cerchiamo di fare l’essenziale per offrire un
minimo di comfort. Non è facile nemmeno
passare da una camera privata a una palestra
dove si sentono i vicini russare». I quadri che
partecipano all’esercizio osservano come i
giovani gestiscono la situazione.
Il soldato Reto Wyler torna dopo aver
assistito il suo paziente nell’igiene personale.
Quando gli chiediamo di spiegarci i motivi
del suo percorso militare, racconta: «Avevo
voglia di fare qualcosa che avesse un senso,
per questo ho scelto il settore delle cure. Ho
l’impressione di poter veramente aiutare le
persone. Di mestiere sono falegname, ma dopo
il servizio militare ho intenzione di iniziare gli
studi di psicologia». Cédric Razanadravany,
insegnante specialista, precisa: «Con questo
esercizio in condizioni reali i giovani si rendono conto dell’importanza dell’istruzione impartita dalla scuola reclute. Sempre più spesso
i giovani che iniziano il servizio militare non
hanno ancora un diploma. Durante le quattro
settimane di scuola reclute in cui sono tenuti
a svolgere uno stage in un istituto, alcuni di
loro allacciano contatti e trovano un posto di
lavoro per il proseguimento del loro percorso
professionale».
Potersi allenare in condizioni reali è
una fortuna
Gli ospiti della stazione di cura improvvisata
sono seguiti 24 ore su 24 da un militare. «Peccato, non sempre capiscono bene quello che
diciamo, ma si impegnano molto», sussurra
con un sorriso malizioso una paziente della
«Maison du Pèlerin» mentre si infila le calze
con l’aiuto di un infilacalze. «Fanno veramente
tutto il possibile per aiutarci, ma non capisco
perché mi mettono la crema se non ho male.
Forse perché è meglio prevenire che guarire»,
conclude la paziente. Nel pomeriggio giunge
in visita la direttrice dello stabilimento medico-sociale, anch’essa soddisfatta dell’esercizio.
«Lavorare in collaborazione con i nostri partner è un’ottima opportunità. Non potevamo
certo rifiutare l’offerta dell’esercito! Questo
tipo di esercizio rappresenta anche una garanzia di sicurezza e di comfort per noi e per i
nostri pazienti», afferma la direttrice.
Oltre a un secondo gruppo di pazienti
della «Maison du Pèlerin» venuti a salutare
i loro amici, nel pomeriggio giunge in visita
anche il divisionario Andreas Stettbacher,
medico in capo dell’esercito. «Per una
scuola, potersi esercitare in tempo reale in
uno scenario che potrebbe presentarsi in
qualsiasi momento è straordinario», spiega
il divisionario, che aggiunge: «Il medico
della Croce Rossa mi ha fatto capire che
l’impegno dei soldati per i quali questo ambiente non è familiare è stato esemplare».
Per il direttore dell’esercizio, colonnello
Olivier Lichtensteiger, il successo è stato
notevole: «Gli ufficiali medici, quadri e
soldati della scuola d’ospedale 41 hanno
prestato un lavoro eccellente, dimostrando
ancora una volta che in caso di evento di
vasta portata il nostro esercito di milizia è
pronto all’impiego».
Foto: Letizia Paladino
da militari della scuola reclute e da infermieri della Croce Rossa, si danno il cambio
giorno e notte per garantire un’assistenza 24
ore su 24. «Abbiamo notato che i soldati si
comportano in modo molto diverso quando
lavorano con pazienti reali. Sono responsabili
e rispettosi e seguono le direttive: una vera
e propria metamorfosi», afferma l’aiutante
maggiore Daniel Hubacher durante la nostra
visita guidata. Per i pazienti è il momento
dell’igiene personale e della visita da parte
dei medici. «Abbiamo un medico della Croce Rossa che è di picchetto 24 ore su 24 in
caso di problemi e che si occupa delle visite
quotidiane dei pazienti», aggiunge l’aiutante
maggiore. «Ogni giorno le reclute devono
presentare al dottore il dossier medico dei
pazienti, nel quale hanno annotato tutto ciò
che hanno osservato durante il loro turno.
Trasmettono poi questo dossier ai colleghi
del turno successivo», conclude Hubacher.
In secondo piano, lo staff tecnico e le laboratoriste della Croce Rossa sono indaffarati nel
laboratorio medico e di igiene, mantengono
l’ordine e la pulizia e fanno in modo che a
nessuno manchi niente.
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15
CC mus mil
Swiss Military Small Band
Grande successo per la musica militare
nel sud-est Europa
Dal 23 luglio al 3 agosto la Swiss Military Small Band ha entusiasmato con la sua musica gli svizzeri e le svizzere
all’estero, ma anche la popolazione locale in Grecia, Croazia, Bosnia e Erzegovina, Serbia e Kosovo.
Christine Hartmann, CC musica mil
In occasione della Festa nazionale, le ambasciate svizzere in diversi
Paesi hanno invitato i membri della comunità svizzera nonché diversi ospiti del mondo dell’economia e della politica a festeggiare insieme il 1° agosto. La Swiss Military Small Band, sotto la direzione
musicale del primotenente Enrico Calzaferri, ha presentato durante i ricevimenti un variato programma d’intrattenimento comprendente canzoni, musica folcloristica e brani tradizionali svizzeri. Il
capo dell’esercito, comandante di corpo André Blattmann, ha partecipato alla cerimonia svoltasi a Belgrado e si è detto impressionato dalle prestazioni dei musicisti militari: «Sono lieto di ascoltarvi qui a Belgrado in rappresentanza della Svizzera e sono fiero di
voi. È sempre bello vedere di cosa è capace la nostra milizia», ha affermato. Nel corso della tournée, la Military Small Band ha anche
stretto contatti con altre orchestre militari, con le quali si è poi esibita nelle varie città visitate.
Cultura, territorio, popolazione
I musicisti sono concordi sul fatto che l’esibizione sulla Riviera di
Spalato vicino al mare alla presenza di un numeroso pubblico è
16 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
quella che ha destato in loro maggiore impressione. Tra le esibizioni nelle ambasciate e i concerti all’aperto nelle diverse città, la
band ha avuto anche il tempo di scoprire e sperimentare la cultura, il territorio e la popolazione. Ha potuto approfittare delle ampie
conoscenze degli ambasciatori e degli addetti alla difesa che hanno accompagnato la formazione musicale lungo alcuni percorsi in
pullman o nelle città. I conducenti hanno percorso con il pullman
della musica militare oltre 4000 chilometri. I due esperti conducenti hanno saputo affrontare con molta tranquillità le strade accidentate, il traffico e gli ostacoli amministrativi alla dogana grazie alla
loro esperienza all’estero.
A conclusione della tournée, la band ha accompagnato musicalmente i festeggiamenti per il 1° agosto della Swisscoy presso il quartiere generale KFOR a Pristina. Il brigadiere Peter Wanner, capo Relazioni internazionali Difesa, ha portato i saluti dalla Svizzera. «A
nome del Comando dell’esercito, vi ringrazio di cuore per il vostro
lavoro e per il vostro impegno qui in Kosovo», ha detto con gratitudine il brigadiere.
→→ Weitere Informationen (Detailberichte zu den einzelnen Tagen):
www.militaermusik.ch und www.facebook.com/militaermusik.ch
CC mus mil
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Animali dell’esercito
Novità nell’Esercito svizzero
I primi cani svizzeri sono arrivati a novembre
A partire da gennaio 2014 la Base logistica dell’esercito ha un nuovo obiettivo: i cani di servizio dell’esercito dovranno provenire esclusivamente da allevamenti svizzeri. Quest’autunno 8 cani si sono uniti alle file del Centro di competenza servizio
veterinario e animali dell’esercito. Abbiamo accompagnato l’aiutante sottufficiale David Huber a diversi incontri presso gli
allevatori prima del loro arrivo a Sand (BE).
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
È stato Foxx il primo cane a inaugurare l’accordo di prestazione tra un allevatore e l’esercito. Questo pastore tedesco è nato a Freidorf
(TG) nell’allevamento Firecatcher. L’allevatrice Rose-Marie Hasler aveva il compito di
formarlo e di fargli superare i test necessari
all’arrivo presso il Centro di competenza
servizio veterinario e animali dell’esercito.
Al momento della nostra prima visita Foxx
non ha ancora un anno e già riconosce il
sottufficiale David Huber, capo del settore
Addestramento. «È uno dei grandi vantaggi
di questa nuova convenzione: conosciamo i
cani da quando sono cuccioli e capiamo in
fretta se fanno progressi o se c’è qualcosa
che non va». L’obiettivo di oggi è giocare
con Foxx per quantificare i progressi che ha
fatto dall’ultima volta. Non tutti hanno le
competenze per allevare un cane destinato
all’esercito, quindi spesso ex conducenti di
cani aiutano gli allevatori. «La formazione
dei cani svizzeri è improntata né più né meno
che alle nostre esigenze. L’obiettivo non è
quello di sfiancare l’animale prima che arrivi
nell’esercito, come ci capita spesso con i cani
comprati in Francia, che hanno fatto ore e
ore di allenamento sportivo», spiega David
Huber. «Allo stesso tempo, se ci accorgiamo
che qualcosa non funziona possiamo reagire
immediatamente ed evitare che il cane prenda cattive abitudini».
Test pratici sul campo
Per il nostro secondo incontro con l’aiutante
sottufficiale non c’è bisogno di attraversare
la Svizzera. Ritroviamo Rose-Marie Hasler
e Foxx direttamente a Sand in compagnia
di un altro allevatore e dei suoi quattro cani.
«Quando il cane ha circa un anno di vita è
possibile individuare le malattie o i problemi
Durante le visite mensili negli allevamenti svizzeri David Huber controlla il comportamento
del cane e ne quantifica i progressi.
18 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
alle anche, come la displasia. Il nostro veterinario ufficiale svolge i test al Centro di competenza e noi accompagniamo gli allevatori
in un centro di radiologia per le radiografie
del bacino», spiega ancora David Huber. «La
displasia dell’anca è un problema ereditario
abbastanza comune tra i pastori tedeschi e
non possiamo rischiare che uno dei nostri
cani sia affetto da questa malformazione. Se
l’animale presenta questo o un altro tipo di
problema è prevista la risoluzione del contratto che ci lega all’allevatore, che è quindi
libero di affidare il cane a una famiglia».
Dopo i test veterinari di routine i cani
vengono portati nel campo di allenamento,
dove David Huber e l’istruttore specializzato
Mario Tschudi verificano le capacità dei cani
sul campo. Uno per volta, e accompagnati dal
loro padrone, i cani camminano su macerie e
scavalcano grate per acquisire dimestichezza
con questo tipo di ostacoli. «I cani da salva-
Il lavoro dell’aiutante sottufficiale consiste anche
nell’esaminare l’efficacia dell’attacco, una tecnica
usata con i cani da difesa.
Animali dell’esercito
Intervista al colonnello Jürg Liechti, comandante del Centro
di competenza servizio veterinario e animali dell’esercito
A partire da gennaio 2014 la Base logistica
dell’esercito ha un nuovo obiettivo: i cani
di servizio dell’esercito dovranno provenire
esclusivamente da allevamenti svizzeri.
Come avete accolto questa novità?
taggio devono potersi muovere abilmente e
portare soccorso tra macerie come queste»,
spiega David Huber senza mai distogliere lo
sguardo dal pastore tedesco che esegue l’esercizio con esitazione. «I cani giovani hanno
già una predisposizione per diventare cani
da salvataggio o cani da difesa. Questi test ci
permettono di capire quale è preponderante».
Tenuti al guinzaglio, i cani devono poi dar
prova del loro livello di obbedienza. «Seduto»,
«terra», «piede», «cerca», «salta l’ostacolo»:
si passano in rassegna tutti i comandi prima
della prova di attacco. «Questi comandi di
base ci permettono di scoprire se un cane
è adatto, se è obbediente o se al contrario è
piuttosto insicuro. Incontro dopo incontro
annotiamo tutto nel libretto del cane e seguiamo i suoi progressi. A volte alcuni cani
sono troppo potenti per essere affidati a delle
reclute e siamo quindi costretti ad affidarli a
militari di professione».
L’idea ci convince e ci entusiasma. Questo
cambiamento ci permette di far allevare in
modo durevole cani adatti per l’esercito e di
acquisirli in un secondo momento.
A settembre 2014 avete firmato il primo
contratto con un allevatore svizzero.
Gli allevatori sono soddisfatti di questa
decisione?
La risposta degli allevatori è stata molto
positiva. Sono contenti che dimostriamo
interesse per i loro cani. Al momento il
progetto a favore degli allevatori svizzeri è
ancora nella fase pilota, per questo alcuni
di loro non riescono ancora a trovare la
spinta per occuparsi dell’allevamento, che
dura nettamente di più rispetto a dare via i
cuccioli di nove settimane. Ma il passaparola funziona e sempre più allevatori sono
interessati a collaborare con noi.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una decisione di questo tipo?
Vi sono molteplici vantaggi. I miei collaboratori conoscono i cani fin da quando sono
cuccioli. Possono influire direttamente sul loro allevamento, sulla socializzazione e sulla
preparazione all’ambiente lavorativo. I cani ricevono così una preparazione mirata in base
alle nostre esigenze. Inoltre possiamo selezionare da subito i cani che non soddisfano le
nostre esigenze dal punto di vista fisico e psichico. Allo stesso tempo riceveremo cani con
una formazione ancora meno consolidata, al contrario dei cani più vecchi che acquistavamo
finora.
Questo comporta più lavoro per i collaboratori del Centro di competenza servizio
veterinario e animali dell’esercito?
In un primo momento il progetto comporta un onere nettamente maggiore, ma si tratta
anche di un investimento a lungo termine.
Alla fine dell’anno 8 cani svizzeri sono arrivati al Centro di competenza: che cosa
significa per voi?
È stato il primo frutto del nostro lavoro, questi cani rappresentano solo l’inizio di una
cambiamento a lungo termine nel nostro sistema di acquisizione dei cani.
Come vede il futuro dei cani svizzeri? Quanto tempo pensa sia necessario per avere una
scuola reclute interamente «svizzera»?
L’obiettivo è chiaro, soddisfare le nostre esigenze con cani svizzeri il prima possibile. Oltre
alla nuova collaborazione instaurata con gli allevatori, prossimamente il progetto verrà
ampliato attraverso collaborazioni con «padrini» esterni. Questi padrini prendono i cuccioli
su nostro incarico e lavorano con loro fino ai 18 mesi. In questo modo possiamo comprare
cani anche da allevatori che non sono in grado di tenere a casa i cuccioli fino a 18 mesi.
Attraverso questi due canali (allevatori e padrini) dovremmo riuscire a completare il passaggio al nuovo sistema entro il 2020. Il progetto prevede ancora molte varianti di sviluppo,
che vengono esaminate di volta in volta. Il collegamento dei vari partner avrà molti effetti
collaterali positivi, quindi guardiamo al futuro con curiosità.
esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
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Animali dell’esercito
Un giorno con la sezione veterinaria SR 57/1-15
Operazioni a cielo aperto oppure
nella clinica mobile
Ai soldati di veterinaria sperduti nelle montagne sul passo del Susten è stato affidato un compito molto particolare: costruire
una clinica veterinaria mobile destinata alla castrazione di diversi cani e cavalli. Abbiamo potuto accompagnarli durante una
giornata per farci un’idea del loro lavoro con i quattro zampe.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri e
Nicole Bächli, Comunicazione DDPS
Il veterinario opera il cane con l’aiuto di un soldato di veterinaria che gli passa gli strumenti.
Servizio veterinario – quattro ritratti
Tenente Lorena Branchina
Soldato Janis Jülke
caposezione, 22 anni, Sargans SG
soldato di veterinaria, 20 anni,
Lucerna
Lorena Branchina sarà presto ufficiale
di professione. Il suo interesse è nato in
occasione di una giornata informativa
presso l’ETH di Zurigo. «Nel 2012, una
settimana dopo la maturità, sono entrata in servizio per la scuola reclute (SR).
Dato che vado a cavallo ho scelto le formazioni del treno», afferma Branchina.
Per la SR in corso, a causa di una carenza di personale è passata al servizio veterinario in qualità di caposezione, dove può applicare efficacemente le sue competenze acquisite in precedenza.
Branchina lavora come militare a contratto temporaneo. Nel 2017 intende frequentare l’Accademia militare presso l’ETH, per poi concluderla con un bachelor in affari pubblici.
20 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
Janis Jülke racconta ridendo: «Dall’inizio
della SR sono dimagrito di 15 kg. Non ho
niente da ridire sul cibo, semplicemente
passiamo molto tempo all’aria aperta e ci
muoviamo molto». Jülke sta assolvendo la
SR nel servizio veterinario perché gli piace lavorare con gli animali. La sua famiglia ha un cane, di cui si occupano tutti
i familiari. Nel servizio veterinario la responsabilità per gli animali è grande e principi come «prima l’animale, poi la persona» vengono applicati in modo coerente.
Mentre a militare Jülke può anche assistere alle operazioni, nella vita civile lavora ormai dal termine della scuola media professionale
di economia in una banca.
Animali dell’esercito
Quando arriviamo, la clinica mobile è già
stata installata e i soldati stanno preparando
il primo intervento. Il lavoro dei soldati di veterinaria consiste nell’occuparsi degli animali
sia prima che durante l’operazione, che viene
effettuata da un veterinario diplomato. «Il
settore specializzato del servizio veterinario
offre alle reclute una gamma d’attività molto
diversificata. Possono occuparsi degli animali
e curarli, aiutare il veterinario prima o durante
un’operazione o contribuire alla lotta contro
le epizoozie», spiega l’aiutante sottufficiale
Christian Knitsch, istruttore specialista in veterinaria. «Con noi ci sono diversi studenti, ma
anche persone che svolgono professioni manuali. I soldati di veterinaria devono sapersi
occupare di un cane, fare bendaggi, ma anche
montare una tenda o tenere sotto controllo
un cavallo imbizzarrito», aggiunge Knitsch.
Il primo cane viene portato sul tavolo di
preparazione, dove viene praticata l’anestesia. Il veterinario deve intubarlo per essere
in grado di somministrargli il gas narcotizzante e verificare i parametri vitali durante
l’operazione. In seguito viene portato nella
clinica mobile, dove può essere dato avvio
all’operazione. Oggi sono necessarie quattro
persone: un veterinario castrerà l’animale,
un soldato gli passerà gli strumenti, un altro
veterinario controllerà i parametri vitali e un
secondo soldato sarà incaricato di preparare
il materiale necessario. «Con questo esercizio
non si intende scavalcare i veterinari locali, ma
piuttosto prevedere le operazioni in anticipo
per non fare torto a nessuno», precisa Christian Knitsch. Ralph Lutz, capo del servizio
veterinario del Centro di competenza servizio
veterinario e animali dell’esercito, aggiunge:
«Facciamo eseguire queste castrazioni dai
soldati veterinari perché si tratta di operazioni
di routine. Fungono da esercizi per guarire o
suturare ferite in vista di un eventuale impiego
degli animali». L’intervento è già quasi finito
e il cane viene ricucito. Si sveglierà gradualmente sotto una lampada calda, sempre sotto
lo sguardo attento di un soldato di veterinaria
che ne controlla i parametri vitali. Un altro
soldato è incaricato di pulire e disinfettare gli
strumenti prima dell’operazione successiva.
È giunto il momento di andare a prendere
il giovane cavallo che sarà castrato all’esterno. Dopo avergli somministrato una prima
dose di sedativo bisogna accompagnarlo sul
luogo dell’intervento. «Questa operazione
è diversa; le ferite del cavallo rimarranno
aperte per permettere al corpo di liberarsi dei
batteri. Gli somministreremo antidolorifici
per evitare che soffra», precisa il capitano
Ralph Lutz. È un soldato di veterinaria (v. fo-
to) che somministrerà all’animale la seconda
dose di sedativo e il narcotico. Non appena
il cavallo è sdraiato su un fianco gli vengono
messi un lenzuolo sugli occhi e dei tappi
nelle orecchie, per fare in modo che rimanga
calmo. «Gli animali non reagiscono sempre
nello stesso modo alle sostanze. Noi ci basiamo sul principio che tutto debba essere fatto
il più rapidamente possibile, ma prendendosi
tutto il tempo necessario», spiega Ralph Lutz.
Al termine dell’intervento bisogna aspettare
che il cavallo si rimetta sulle quattro zampe,
senza mai perderlo di vista. In seguito sarà
riaccompagnato nel suo box, che condivide
con un altro cavallo. Dovrà essere lasciato
uscire regolarmente affinché la ferita non
si richiuda, e solo dopo diversi giorni potrà
tornare sulle Franches-Montagnes.
Il soldato di veterinaria inietta il narcotico al cavallo sotto lo sguardo attento del capitano Ralph Lutz,
capo del servizio veterinario del Centro di competenza servizio veterinario e animali dell’esercito.
Sergente Kevin Salathé
Tenente Brice Donati
capogruppo, 22 anni, Basilea
ufficiale medico veterinario,
25 anni, Porza TI
«Come meccanico d’automobili lavoro in
un’officina con cose inanimate. La SR nel
servizio veterinario rappresenta un bel
diversivo rispetto alla mia routine lavorativa». Kevin Salathé apprezza il fatto di
poter, di tanto in tanto, accarezzare un cavallo o portare a spasso un cane. «Inoltre,
tutto ciò che si impara grazie al contatto
con gli animali può risultare utile anche
nella vita privata».
Salathé ha iniziato la SR in qualità di soldato d’esercizio. Dato che era
sempre più interessato al servizio veterinario, che fa parte della stessa sezione, dopo circa un mese ha potuto essere trasferito. Poi, come
sergente presso il servizio veterinario, ha persino potuto conseguire il
brevetto di equitazione.
Una commilitone ha appena chiesto
consiglio a Brice Donati perché ha qualche difficoltà a misurare la temperatura
a un cavallo appena castrato. «Mi piace
trasmettere le mie conoscenze e la mia
passione per gli animali». Oltre ad operazioni di piccola entità, le attività quotidiane riguardano in particolare brevi
visite veterinarie.
Durante la SR che ha seguito la fine degli studi in veterinaria, Donati ha ricevuto la proposta per la scuola di ufficiale medico veterinario. Ha concluso la scuola ufficiali a maggio e dopo che avrà terminato il servizio per il conseguimento del grado porterà a termine
il suo dottorato.
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Sport
Julie Zogg
«Sono felice!»
Quest’estate, la snowboarder Julie Zogg, che ha compito
23 anni, ha concluso con successo la scuola reclute
per sportivi di punta del Centro di competenza
sport dell’esercito a Macolin. Pratica il suo sport
fin dal 2000 e nel 2012 ha concluso la sua formazione quale polimeccanica.
Dal 1° agosto assume la sua nuova funzione quale sportiva di punta – militare
a contratto temporaneo dell’Esercito svizzero. Abbiamo incontrato Julie Zogg
a Macolin l’ultimo giorno della sua SR.
Kirsten Hammerich, Comunicazione Forze terrestri
La scorsa estate lei occupa il suo posto quale sportiva di punta –
al balzo sperando di essere
accettata. Ora sono felice che
sia andato tutto bene.
militare a contratto temporaneo (MCT) presso l’esercito. La decisione
di candidarsi per questo posto è stata spontanea o era prevista da
Perché voleva diventare
lunga data?
sportiva di punta – MCT?
Già da tempo avevo deciso di assolvere la SR per sportivi di punta e
ho lavorato sodo per essere ammessa come recluta. Anche il desiderio
di diventare sportiva di punta – MCT è maturato presto. Discutendo
con la mia collega di squadra Patrizia Kummer (anche lei sportiva di
punta – MCT, nota della redazione) questo mio desiderio è diventato
ancor più grande. E quando ho avuto l’opportunità di presentare la
mia candidatura, visto che il contratto di Martina Kochers (sportiva
di punta – MCT slittino) giungeva al termine, ho colto subito la palla
In veste di impiegata dell’esercito, a Macolin posso approfittare di un grande supporto nell’ambito dello sport
di punta. Ciò comprende la
consulenza alimentare, la
pianificazione della carriera,
la fisioterapia, le misure di
recupero e altre offerte al top. Julie Zogg
Grazie al reddito regolare e
al supporto summenzionato posso concentrarmi al cento per cento
sulla mia attività sportiva. Tutto questo è più unico che raro. Con
questa assunzione anche il mio obiettivo, ovvero quello di staccare
un biglietto per i giochi olimpici invernali di Pjöngjang nel 2018,
diventa vieppiù realistico; spero di raggiungerlo e lavorerò duramente
in tal senso.
Che cosa si aspetta dal suo periodo come impiegata dell’esercito?
Auspico di potermi concentrare pienamente sul mio sport e di raggiungere i miei obiettivi. Dalle discussioni con Patrizia Kummer so
di poter fare affidamento sull’appoggio offerto dall’esercito.
Quali sono i suoi progetti prima d’incominciare le gare invernali?
Col SMG René Ahlmann, Comandante SR per sportivi di punta,
­Julie Zogg, aiut SM Urs Walther, Sottufficiale professionista Sport
di punta, Herr Franz Fischer, Responsabile sport di punta
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Dopo una breve pausa, in agosto vi saranno già degli allenamenti
sulla neve sul Passo dello Stelvio presso Bormio in Italia nonché
a Saas-Fee e Zermatt. Poco dopo inizierà la nuova stagione
agonistica e spero di poter competere con le migliori.
Sport
Campionati europei di ciclismo su pista di Grenchen
Quattro medaglie per la Svizzera e un titolo di campione
europeo di inseguimento individuale per Stefan Küng
Bilder: Steffen Müssiggang, Swiss Cycling
Con la vittoria nell’inseguimento individuale in cui ha battuto il suo record del mondo, Stefan Küng ha coronato con un grande
successo la partecipazione della squadra svizzera ai Campionati europei di ciclismo su pista di Grenchen. Ad eccezione di
Théry Schir, membro della squadra d’inseguimento, tutti gli atleti hanno svolto la scuola reclute per sportivi d’élite a Macolin.
Kurt Henauer, Ufficio federale dello sport e
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
La Svizzera ha vinto l’argento nell’inseguimento a squadre con il quartetto composto
da Küng, Dillier, Pasche, Schir e nello scratch
con Tristan Marguet. Imhof ha conquistato il
bronzo nella corsa a punti. Silvan Dillier si è
piazzato al settimo posto nell’inseguimento
individuale. Olivier Beer ha concluso all’undicesimo posto la gara dell’omnium dopo
essersi ferito ad una mano. La coppia Küng
e Schir ha pure terminato all’undicesimo
posto la gara del madison che non si è svolta
come previsto.
Battuti due record svizzeri
Due giorni dopo la conquista della medaglia d’argento nell’inseguimento a squadre, il ventunenne Stefan Küng, campione
del mondo in carica, ha difeso il ruolo di
favorito nell’inseguimento individuale
abbassando nelle qualificazioni il suo
precedente record svizzero da 4:17,183
a 4:15,678 minuti. Nella finale contro il
coetaneo tedesco Domenic Weinstein, il
turgoviese è stato ancora una volta il più
veloce con una prestazione di 4:14,992 minuti, il settimo miglior tempo da sempre.
«Un tale successo davanti al mio pubblico
e nel mio velodromo è semplicemente incredibile», ha affermato con gioia il neo
campione europeo. «Nell’inseguimento
bisogna conoscere perfettamente il proprio
corpo. Il limite tra l’essere troppo veloce o
troppo lento è veramente minimo. Sono
partito troppo lentamente e negli ultimi
tre giri ho dovuto lottare. So che posso
correre ancora più velocemente, anche se al
momento non penso a battere il record del
mondo. Un giorno forse tenterò l’impresa»,
ha aggiunto Weinstein. Attualmente il detentore del record del mondo è l’australiano
Jack Bobridge con 4:10,534 minuti.
Bronzo per Imhof nella corsa a punti
Con la sua vittoria nello sprint finale, Claudio
Imhof ha conquistato la medaglia di bronzo
nella corsa a punti di 160 giri. Dopo la sua
prima medaglia d’argento nel madison nel
2011, Imhof ha vinto la seconda medaglia
della sua carriera ai Campionati europei. «Per
me questa medaglia di bronzo rappresenta
un risultato eccezionale. Avere successo in
una corsa internazionale davanti al pubblico
svizzero è un’enorme soddisfazione».
Capo dell’esercito entusiasta
Dopo la visita del Consigliere federale Ueli
Maurer, venuto a congratularsi con il quartetto
dell’inseguimento a squadre per la conquista
della medaglia d’argento, venerdì sera il comandante di corpo André Blattmann è giunto
a sua volta al velodromo di Grenchen per seguire le prodezze della squadra svizzera. Ha
consegnato personalmente le medaglie della
corsa a punti maschile e il bronzo al soldato
sport Claudio Imhof. «I corridori su pista svizzeri hanno saputo dimostrare la loro volontà e
perseveranza», ha affermato entusiasta il capo
dell’esercito, aggiungendo che: «Per noi questi
giovani sono dei modelli e meritano che l’esercito li sostenga con 100 giorni supplementari
di corsi di ripetizione ogni anno; aiuto che loro
contraccambiano ampiamente».
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23
CC S mont Es
Gli specialisti di montagna istruiscono i granatieri
Una settimana per familiarizzarsi con
il territorio alpino… e i nodi
Diverse volte all’anno gli specialisti di montagna del Centro di competenza servizio alpino dell’esercito organizzano un corso in
montagna della durata di una settimana, destinato sia a militari che civili. Siamo andati a trovare i granatieri della scuola reclute di Isone che si trovavano sulle alture di Andermatt. Per raggiungerli abbiamo dovuto sfidare la pioggia, la nebbia e alcuni
metri di dislivello.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
Questa mattina, ad Andermatt la nebbia è
così fitta che si taglia con il coltello. Hans
Martin Henny, sottufficiale di professione,
guida alpina e direttore dell’esercizio, ci
aspetta davanti alla caserma per accompagnarci alla partenza del breve sentiero che
ci porterà all’accampamento dei granatieri.
Per tutta la settimana, il compito del gruppo
di specialisti di montagna 1 è di insegnare
ai granatieri alcune tecniche di arrampicata
24 esercito.ch Forze terrestri 2 / 15
e come spostarsi su terreni accidentati. La
nostra guida alpina ci spiega: «Si trovano
all’esterno 24 ore su 24 da lunedì, ma per ora
le condizioni sono ancora buone. C’è soltanto
un po’ di nebbia. Mattina e sera ricevono
un pasto caldo. Non corrono alcun rischio».
Una volta arrivati al parcheggio possiamo
incamminarci. La visibilità è scarsa, ma Hans
Martin Henny sa il fatto suo. Poco dopo sentiamo delle voci uscire dalla nebbia: abbiamo
trovato la prima postazione, dove le reclute si
stanno esercitando nella tecnica di discesa in
corda doppia. Con loro c’è il colonnello SMG
Alexandre Molles, comandante del Centro
d’istruzione forze speciali, che osserva soddisfatto i progressi che fanno. «L’istruzione
dispensata dagli specialisti di montagna è
buona. Bisogna andare a cercare le competenze alla fonte. I collaboratori del Centro
di competenza servizio alpino dell’esercito
sono degli specialisti e noi dobbiamo approfittarne. Indirettamente, il corso ha anche un
altro vantaggio: allarga gli orizzonti ai nostri
uomini e fa vedere loro che non c’è soltanto
CC S mont Es
Isone e che facciamo parte di un sistema,
l’Esercito svizzero», afferma Molles.
Colonnello SMG Alexandre Molles
Un test per i futuri sottufficiali
«Le regioni alpine e subalpine sono una realtà della topografia svizzera, per potervisi muovere il più facilmente possibile
bisogna conoscerle», spiega il col SMG Alexandre Molles, che
continua: «Istruire i granatieri a lavorare in sicurezza con le
corde, sia per gli spostamenti sul terreno che in caso di truppe elitrasportate, è una preparazione utile in caso di condizioni difficili. Necessita di una grande disciplina personale e
aumenta la fiducia in sé stessi. Sono convinto che questa istruzione sia indispensabile per i nostri granatieri».
Durante questa settimana di «sopravvivenza» in alta quota alcuni granatieri vengono
osservati più di altri. Infatti diversi membri
della scuola per sottufficiali che si sono aggiunti ai soldati saranno scelti per accedere
alla scuola ufficiali. «Attualmente siamo alla
sesta settimana di scuola per sottufficiali.
Osservando i candidati in condizioni reali
possiamo decidere chi continuerà la propria
carriera militare presso la scuola ufficiali»,
precisa Alexandre Molles. Le maggiori difficoltà a cui devono far fronte in montagna
questi uomini, abituati a vivere all’addiaccio,
sono la gestione dell’equipaggiamento nello
spazio ristretto del bivacco, la quantità di
indumenti di riserva ridotta al minimo e gli
aspetti tecnici, ovvero sapere quali sistemi
e quali nodi utilizzare a seconda del posto.
Un po’ più in alto incontriamo la sezione
romanda che si prepara al prossimo esercizio.
Dato che alla nebbia si è aggiunta la pioggia,
l’equipaggiamento deve essere adeguato. È
Fabrice Caille, soldato specialista di montagna, che si occupa dell’istruzione del gruppo
francofono. «Lunedì abbiamo preparato il
bivacco e accolto i soldati. Ieri e oggi abbiamo
avuto due giornate di istruzione. La giornata
di giovedì sarà dedicata alle ripetizioni, mentre
venerdì verranno testate le conoscenze acquisite durante la settimana», spiega lo specialista di
montagna, che continua: «Le principali conoscenze che devono acquisire i granatieri sono
l’orientamento su terreni accidentati, le tecniche di corda, l’ancoraggio a punti fissi e altri tipi
di nodi. Oltre a sapersi calare in corda doppia o
aiutare qualcuno a farlo, devono essere capaci
di assicurarsi e assicurare i loro colleghi. Infine,
devono acquisire dimestichezza con la Sam
Splint, una stecca modulabile utilizzata per
immobilizzare un arto».
I granatieri non hanno bisogno di queste
conoscenze singolarmente, ma le metteranno
in pratica per aumentare la sicurezza durante
interventi con il verricello o lavori a facciate di
edifici. «Grazie a questa settimana di corso, i
granatieri e i loro quadri saranno in grado di
capire meglio il terreno e di giudicare meglio
se è necessario o meno utilizzare una corda
fissa o scorrevole durante un’infiltrazione in
un passaggio difficile», spiega il colonnello
SMG Molles. «Il fatto di aver vissuto una settimana in un bivacco permette loro di meglio
scegliere l’equipaggiamento in base alla durata
del compito e delle condizioni meteorologiche.
Ora hanno un bagaglio di competenze tecniche, di preparazione mentale e di conoscenze
supplementari che permetteranno loro di
portare a termine i loro compiti con maggiore
autonomia», conclude Molles.
comandante del Centro d’istruzione forze speciali
Aiutante sottufficiale Sisko Tomislav
capoclasse dei granatieri presso la scuola per
sottufficiali
«Una delle particolarità dei granatieri è certamente il fatto che
si possono spostare su terreni accidentati. Questo esercizio è
quindi perfetto come allenamento», spiega l’aiutante sottufficiale Tomislav. «Durante questa settimana imparano a vivere all’esterno, sul terreno. Devono essere veramente autonomi. È una situazione particolare che ci permette di osservare
il carattere e le capacità di ognuno di loro», racconta Tomislav.
Soldato Mathias Alig
specialista di montagna
«Finisco venerdì!», afferma con orgoglio il soldato Alig quando gli chiediamo come sta andando la settimana di corso.
«Non c’è alcun problema nel lavorare con i granatieri. Si tratta di militari motivati che non temono di stringere i denti»,
aggiunge il soldato. «Sono sorpreso positivamente. Diversi di
loro hanno già conoscenze di arrampicata nella loro vita civile e gli altri sono molto interessati a quello che insegniamo
loro», conclude Alig.
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25
CC S mont Es
Patrouille des Glaciers
Un evento importante e un mito in
continua trasformazione
Nel mese di aprile del 2016 prenderà il via la prossima edizione della Patrouille des Glaciers (PDG), da Zermatt a Verbier
passando da Arolla. Il fascino di questa straordinaria competizione in alta montagna continua a spingere un numero impressionante di sportivi e di militari a scoprire o addirittura superare i propri limiti. Il massiccio interesse ha tuttavia costretto gli
organizzatori ad adattare il regolamento e il percorso.
Capitano Jean-Philippe Pressl-Wenger,
Comunicazione Patrouille des Glaciers
Le pattuglie che partiranno il 19 aprile 2016 si troveranno confrontate con un mito, una competizione ormai leggendaria. Davanti a loro,
i 53 km del percorso tra l’alto Vallese e la Val de Bagnes corrisponderanno a uno sforzo di ben 110 chilometri. Come un folto gruppo di
ombre nella notte, le migliaia di partecipanti si lanceranno all’assalto
di una delle gare di sci alpinismo più impegnative al mondo. Entrata da diversi decenni nell’immaginario collettivo come un simbolo
della capacità di superare sé stessi, analogamente ad altre competizioni come per esempio l’Ironman, la Patrouille des Glaciers rimane
tuttavia una manifestazione dove il piacere di condividere gli sforzi con il proprio team, in alta montagna e in un contesto sicuro rappresenta una parte importante dell’indimenticabile esperienza vissuta lungo il percorso.
Dalla Svizzera romanda, dove è già ampiamente praticato, da
qualche tempo lo sci alpinismo si sta espandendo anche nel resto della Svizzera. Agli occhi del comandante della Patrouille des Glaciers,
colonnello Max Contesse, questa evoluzione riveste un’importanza
fondamentale: «Per garantire la longevità della manifestazione, sarebbe auspicabile attirare partecipanti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera», afferma l’ufficiale neocastellano. Visto il numero di nuove competizioni che vengono organizzate ogni anno,
in particolare nel Cantone dei Grigioni, il desiderio del
responsabile della PDG potrebbe rapidamente
diventare realtà.
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Cambiamenti inevitabili
Qualsiasi manifestazione d’ampia portata, sia essa sportiva, economica o culturale, deve evolvere e rimanere al passo con i tempi. La
Patrouille des Glaciers non sfugge a tale regola ed è stata in grado di
adattarsi regolarmente, in modo tale da rimanere un appuntamento immancabile nel panorama sportivo e militare svizzero. L’impeccabile qualità della manifestazione, organizzata e gestita dall’Esercito svizzero, presenta purtroppo anche un rovescio della medaglia.
In effetti, da diversi anni il numero d’iscrizioni supera regolarmente
il numero di posti disponibili alla partenza. Anche nel 2016 saranno
nuovamente ammesse al massimo 1400 pattuglie circa.
Un’estrazione a sorte determinerà quali team potranno condividere questa esperienza leggendaria. La vecchia lista d’attesa, su cui
venivano registrati gli sportivi che non avevano trovato un posto di
partenza, non esiste più e ha lasciato il posto a una novità. Ogni pattuglia deve iscrivere quattro persone, nel caso in cui uno dei membri fosse costretto a rinunciare. Grazie a questo sistema vengono eliminati tutti gli scambi di persone e di posti di partenza dell’ultimo
minuto. Tutto risulta più trasparente e più semplice. «Il membro del
team che non potrà partecipare nel 2016 dovrà attendere l’edizione
successiva nel 2018», aggiunge il colonnello Max Contesse. Un avvenimento eccezionale richiede misure eccezionali.
Percorso adattato
Il grande successo della PDG ha causato nel 2014 dei tempi d’attesa sul percorso, in particolare a livello del passaggio del «Col de Riedmatten». Alcune pattuglie hanno dovuto aspettare quasi
un’ora, una situazione chiaramente non ottimale a
tale altitudine e dopo una prima parte di gara già massacrante. Gli organizzatori hanno affrontato di petto
la situazione e hanno deciso di
CC S mont Es
sgravare il percorso originale. Nel 2016, i partecipanti alla «piccola» Patrouille da Arolla a Verbier (26 km, che corrispondono a uno
sforzo di 53 km) non varcheranno più il «Col de Riedmatten» ma il
passaggio «Tséna Réfien». Questo itinerario adattato non rappresenta assolutamente una scorciatoia: il percorso presenta lo stesso grado di difficoltà dell’illustre tracciato originale. A tal proposito, Max
Contesse si affida al buon senso dei partecipanti e alla loro conoscenza della montagna. «Ci sono dei punti in cui i partecipanti devono
transitare in fila indiana, uno dopo l’altro. È un dato di fatto. Un alpinista degno di questo nome rispetta la situazione, nel pieno spirito
della montagna e della PDG», ribadisce il colonnello.
Questo provvedimento porterà vantaggi a tutti. Da un lato gli
amanti della montagna partiti da Arolla non dovranno più armarsi di
pazienza prima di poter affrontare le difficoltà. D’altro canto, i partecipanti più esperti che effettuano il percorso completo potranno molto
probabilmente migliorare i loro risultati. Non bisogna infatti dimenticare che la PDG è una gara. La maggior parte degli atleti non mira a
battere il record attuale, che è di 5 ore 52’ 22” per gli uomini e 7 ore 27’
00” per le donne. Solamente un pugno di sportivi d’élite estremamente allenati possono ambire a tale risultato. Gli organizzatori, coscienti
del valore che questi professionisti dello sci alpinismo attribuiscono a
un successo o a un record ottenuto alla Patrouille des Glaciers, hanno
preso dei provvedimenti che riguardano da vicino questi atleti. L’orario di partenza da Zermatt dei terzetti migliori è stato ritardato: gli ultimi si lanceranno verso i pendii innevati alle 3 del mattino,
invece che alle 2. In questo modo ci saranno meno persone
sul percorso e, di conseguenza, meno attese per accedere ai
passaggi più stretti. L’edizione 2016 presenta quindi ottimi presupposti per un nuovo record.
All’arrivo, una densa folla si ammassa lungo il rettilineo finale a Verbier. Gli spet-
tatori riservano un’accoglienza trionfale agli eroi che hanno superato
con successo 3994 metri di dislivello e che terminano la gara distrutti
ma felici. Il prossimo mese di aprile il numero di spettatori potrebbe
aumentare ulteriormente in quanto i migliori arriveranno circa un’ora più tardi rispetto al passato, vale a dire intorno alle 9 del mattino,
un orario ideale sia per gli appassionati che per le famiglie.
Condizioni reali e cameratismo
La Patrouille des Glaciers non costituisce solamente una fantastica opportunità, per i partecipanti, di testare le proprie capacità fisiche nella
natura incontaminata. Si tratta anche di un esercizio militare su vasta
scala. «Per il suo stato maggiore e per le truppe impiegate, la PDG rappresenta un esercizio su scala reale», puntualizza il colonnello Contesse.
«Tutte le decisioni elaborate e prese vengono in
seguito applicate sul terreno. Per i partecipanti è sicuramente una prova fisica. Ma metterei
in secondo piano questa caratteristica. In primo luogo si tratta di vivere naturalmente l’amicizia e il cameratismo. Senza cameratismo l’esperienza non ha alcun
valore», conclude Max
­Contesse.
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360 000 contatti grazie all’esposizione dell’esercito: Le presentazioni e le esercitazioni organizzate dalle formazioni in servizio e la presenza
ad alcune fiere di ampia portata hanno permesso all’esercito di confrontarsi con 360 000 potenziali interessati. La prima «tournée» dell’esercito, con un’adeguata combinazione tra presentazioni dinamiche e statiche, è stata largamente apprezzata e continuerà anche nel 2016.
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4 Come l’Esercito svizzero si spiega all’economia
6 La collezione di munizioni degli addetti all’eliminazione delle munizioni inesplose
8 A 64 bit: nuovi mezzi informatici per la truppa
La «4 Daagse Nijmegen»
Successo per la delegazione di marcia
svizzera
Un’esperienza incredibile:
La Marcia di quattro giorni a Nimega
La scorsa settimana circa 200 militari hanno concluso con successo la «4Daagse». Al traguardo, tutti i partecipanti svizzeri
hanno potuto prendere in consegna l’ambita distinzione. La Marcia di quattro giorni di Nimega, in Olanda, è la più grande
manifestazione di questo genere a livello mondiale: vi partecipano 46 000 marciatori, tra cui 6000 militari. I gruppi di marciatori forniscono una prestazione sportiva degna di nota in una cornice entusiasmante. Lo spettacolo attira durante questa
settimana circa due milioni di spettatori.
Divisionario Hans-Peter Kellerhals,
comandante reg ter 4
la 99a volta, è la più grande manifestazione
del suo genere a livello mondiale.
La «4Daagse» è un evento gigantesco
Organizzazione eccellente nel battaglione di marciatori svizzeri
Per ricevere una distinzione, i gruppi di marciatori militari devono assolvere con successo
quattro tappe giornaliere di 40 km con un
pacchettaggio di 10 kg e un limite di tempo.
I 40 000 partecipanti civili concorrono in
diverse categorie – dai giovani ai più anziani.
Le tappe iniziano e si concludono ogni
giorno nello stesso posto: i gruppi di marciatori militari partono dal camp militare,
mentre i podisti civili prendono anch’essi
il via il mattino presto, ma da una piazza
centrale di Nimega. I percorsi si snodano
attorno alla città anseatica situata nella parte
orientale dei Paesi Bassi. Circa due milioni
di spettatori seguono questo evento di vasta
portata e incitano i partecipanti con grande
entusiasmo. Per tutta la settimana i podisti
vengono accompagnati da una straripante e
contagiosa atmosfera di festa popolare.
Visto che lo scorso decennio il numero
di partecipanti è cresciuto costantemente,
si è dovuto limitare il numero di podisti a
46 000; infatti, le capacità su singoli tratti
del percorso sono state esaurite. La Marcia di
Nimega, che quest’anno ha avuto luogo per
2 esercito.ch 2 / 15
Quale parte integrante di una «leading nation» l’Esercito svizzero gode di alcuni privilegi particolari. È stato possibile riunire i 13
gruppi di marciatori in un unico battaglione
di marciatori svizzeri. I partecipanti elvetici
sono così organizzati in modo autonomo
sotto un comando svizzero e alloggiati come un’unità. Il comandante del battaglione,
colonnello Edgar Gwerder, e il suo stato maggiore hanno fornito un contributo essenziale
al successo dei gruppi di marciatori svizzeri
grazie alla loro determinazione, alla loro
abilità e alla loro grande esperienza.
In veste di comandante della reg ter 4,
quest’anno ho accompagnato il battaglione di marciatori assieme al col SMG Pius
Segmüller, capo TAFS. Siamo rimasti estremamente impressionati dal comportamento
militare corretto, dall’ottima condotta del
battaglione e di tutti i gruppi di marciatori
nonché dall’eccellente atmosfera nel camp
svizzero. Inoltre, ci fa veramente piacere che
molti giovani camerati abbiano partecipato
a questa edizione della «4Daagse».
Quest’anno il battaglione di marciatori svizzeri è stato accompagnato dalla filarmonica
di Niedergösgen e dal gruppo di tamburini di
Erlinsbach. Hanno tenuto dei concerti all’aperto, suonando nei cosiddetti punti di sfilata
lungo il tragitto della marcia e contribuendo
in tal modo all’atmosfera di festa popolare.
Nella successiva parata, la filarmonica e i
tamburini si sono integrati nel battaglione
di marciatori, che ha lasciato un’eccellente
impressione nel pubblico meritandosi numerosi applausi.
Nel 2016 la Marcia di quattro giorni
festeggerà il suo 100° giubileo!
Chi intende partecipare alla 100a edizione
della Quattro giorni di Nimega nel battaglione di marciatori svizzeri deve provvedere in
tempo utile. I diversi gruppi di marciatori
devono assolvere in Svizzera un allenamento
regolare e mirato per essere ammessi alla
marcia dalla sezione Tiro e attività fuori del
servizio (TAFS). Sono convinto che solamente un simile allenamento costituisca la
premessa per raggiungere l’obiettivo: infatti,
la marcia è veramente impegnativa!
100. Nijmeegse Vierdaagse:
19 – 22 luglio 2016
Intervista con il divisionario Kellerhals
«Chiunque concluda la marcia è il vincitore»
Comunicazione Difesa
Ha preso parte anche lei alla marcia?
Signor divisionario, lei era il responsabile della delegazione svizzera
Kellerhals: Sì, certo. Però non ho ottenuto nessuna distinzione perché
non ho potuto assolvere l’intero percorso in un gruppo di marciatori …
gli appuntamenti ufficiali me lo hanno impedito!
alla 99a edizione della Quattro giorni di Nimega in Olanda disputatasi
in luglio. Come ha vissuto questa esperienza?
Divisionario Hans-Peter Kellerhals: In sintesi mi sono rimaste impresse tre cose: primo, una bellissima atmosfera di festa popolare in tutta
la regione di Nimega; secondo: soldati svizzeri di milizia che hanno
fornito a titolo volontario una prestazione fisica notevole in uniforme e
in maniera estremamente disciplinata durante le loro vacanze; e terzo:
un battaglione svizzero al quale, grazie alla condotta eccellente, tutti
hanno tributato rispetto.
In cosa consiste il ruolo di responsabile della delegazione?
Kellerhals: Il battaglione di marciatori era condotto da un comandante
con relativo stato maggiore, mentre a me spettavano diversi compiti
di rappresentanza.
Qual è la quota di svizzeri che hanno assolto tutt’e quattro le marce
dalla prima all’ultima?
Kellerhals: Il 100%! Si tratta di un risultato non facile da raggiungere.
Evidentemente gli svizzeri si sono allenati bene prima della gara.
Come si manifesta lo spirito agonistico tra le pattuglie provenienti dai
vari Paesi?
Kellerhals: Non c’è competizione, tantomeno tra le pattuglie. Se fosse
una questione di vincere o perdere non ci sarebbe sicuramente quella
bellissima atmosfera. Ne esce vincitore ogni singolo individuo che
riesce a seguire il gruppo dall’inizio alla fine per tutti e quattro i giorni.
Guardando da lontano si ha l’impressione che la marcia dei quattro
Che cosa l’ha impressionata particolarmente?
giorni sia un evento di militari appassionati piuttosto anziani. E’ vero?
Kellerhals: Il gran numero di giovani soldati – questo non me lo sarei
aspettato, e anche il modo di festeggiare pacifico ed entusiasta della
popolazione.
Kellerhals: Sì, effettivamente è così. Qui in Svizzera abbiamo un’idea
completamente sbagliata di questa grande «festa escursionistica popolare». Qui si incontrano giovani e anziani. Si marcia tutti i giorni, e si
festeggia tutti i giorni. Tra i gruppi di marciatori militari predominano
nettamente i giovani soldati!
Come si svolge una giornata tipica?
Kellerhals: La mattina presto, tra le 3 e le 4, ricambiavo il saluto dei gruppi di marciatori svizzeri in partenza, poi mi spostavo sul percorso di
marcia e accompagnavo i gruppi svizzeri. La sera salutavo nuovamente
i gruppi di soldati svizzeri che rientravano nel camp. Successivamente
la mia agenda prevedeva ancora vari appuntamenti ufficiali.
Cosa si deve fare se si vuole partecipare alla marcia?
Kellerhals: Sulla homepage dell’Esercito svizzero (Attività fuori servizio; immettere «Quattro giorni» nel campo di ricerca) si trovano tutte
le informazioni necessarie. Credo comunque che la cosa migliore sia
di associarsi a un gruppo di marciatori svizzeri.
Quali sono i criteri da soddisfare per poter partecipare?
Kellerhals: Ogni partecipante deve poter dimostrare di aver effettuato
i relativi allenamenti in Svizzera.
Per quali ragioni si dovrebbe partecipare?
Kellerhals: Semplicemente per il grande spirito cameratesco, per
l’orgoglio di aver compiuto un’impresa impegnativa e per il piacere
di essere festeggiati da una grande folla.
Cifre e fatti 2015
Partecipanti iscritti
42 684 (di cui 17 393 donne)
Partecipanti registrati
46 000
Partecipanti militari
4652 (di cui 607 donne)
Nazioni cha hanno inviato più di 8
partecipanti (militari e civili)
56
Nazioni che hanno inviato marciatori
militari
29
Partecipanti militari dalla Svizzera
191
(ottava Nazione più numerosa)
Partecipanti che hanno svolto l’intera
marcia di quattro giorni
40 092 (di cui 4391 militari)
Marciatori che hanno partecipato per la 8 444
prima volta all’evento
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Rubriktitel
Società ed esercito
Dialogo tra società ed esercito per
favorire la comprensione
Illustrare il nesso diretto tra sicurezza, libertà e un’economia in crescita nonché il ruolo dell’esercito
come miglior scuola di condotta della Svizzera: è questo l’obiettivo che da qualche tempo spinge il
capo dell’esercito a condurre un dialogo con gli interlocutori dell’esercito. Il comandante di ­corpo
André Blattmann sente che la comprensione reciproca sta costantemente migliorando.
Heinz Müller, Comunicazione Difesa
Fino a pochi anni fa il dialogo tra la società e l’esercito funzionava
in modo quasi automatico. Per diversi motivi, oggi è l’esercito a dover prendere in mano questo dialogo assumendo un ruolo attivo. A
seguito della globalizzazione, per esempio, le posizioni chiave nelle
aziende svizzere sono occupate in misura sempre maggiore da dirigenti stranieri che non hanno confidenza con il modello del servizio
militare obbligatorio su cui si fonda l’Esercito svizzero. La notevole riduzione degli effettivi delle truppe ha inoltre portato a una forte
riduzione della visibilità dell’esercito. Da ultimo, la situazione di minaccia nei confronti della Svizzera viene sovente considerata non problematica, e ciò fa passare in secondo piano i temi riguardanti l’esercito e la sicurezza. André Blattmann combatte contro tale mentalità:
la sicurezza deve tornare ad essere un tema presente in tutti gli ambiti
della società, senza incutere timore ma tramite la sensibilizzazione.
Svariate piattaforme
Le piattaforme utilizzate dall’esercito a tale scopo sono molteplici: nel
2015, per esempio, si presenta al grande pubblico nell’ambito dell’esposizione «Il tuo esercito». Il capo dell’esercito in persona scambia
ripetutamente le proprie opinioni con importanti personalità di tutti gli ambiti della società in occasione di incontri sul mezzogiorno in
varie regioni della Svizzera e informa, in occasione di manifestazioni presso la truppa, i dirigenti di aziende attive a livello internazionale che hanno sede in Svizzera oppure i responsabili del personale
(vedi riquadro «Informazione di prima mano»). A ciò si aggiungono decine di interventi presso associazioni economiche, club di servizio e imprese selezionate.
Il dialogo si rivela efficace
L’esempio del mondo economico dimostra che vale la pena promuovere il dialogo. Mentre inizialmente i rappresentanti dell’economia mostravano un certo scetticismo, oggi il capo dell’esercito viene accolto
a braccia aperte: «La sicurezza e la stabilità sono fattori determinanti per la qualità di una piazza economica. Sono la base della «storia di
successo della Svizzera». Su questo punto i rappresentanti economici
sono presto d’accordo con me». Dando al comandante di corpo Blatt-
«I quadri militari imparano a ragionare in modo
analitico e a procedere in modo strutturato per
risolvere i problemi: per noi datori di lavoro è un
grande valore aggiunto»
Christoph Suter, Responsabile HR Stadler Rail
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mann la possibilità di illustrare le
attuali minacce e
i rischi nell’ambito di un colloquio
personale, tutti
si rendono subito conto che proprio la Svizzera è
estremamente integrata sul piano
internazionale e,
di riflesso, anche
particolarmente
vulnerabile.
I rappresentanti
del mondo economico apprezzano ancora molto il valore aggiunto della formazione
alla condotta militare in
seno alle aziende (vedi intervista/indagine presso gli
interessati). Ma anche sotto
questo profilo è necessario mettere in risalto continuamente questo asso nella manica dell’esercito.
Il comandante di corpo Blattmann:
«Grazie a questa informazione sul
processo di condotta militare aiutiamo anche tutti gli ufficiali e i sottufficiali attivi. In tal modo, infatti, i loro capi in
ambito civile si rendono nuovamente conto
del valore aggiunto che apportano all’azienda
i loro collaboratori. Questo contribuisce a rafforzare la posizione professionale dei capi militari.»
→→ Più informazioni: www.armee.ch/eco
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«Nella formazione militare alla condotta ho
imparato cose che mi sono utili ancora
oggi: prendere decisioni in modo rapido e
assumermi delle responsabilità»
Markus Ronner, Direttore Competence Center Industrie
Mercuri Urval Schweiz AG
Informazione di prima mano
«La sicurezza è importante per noi svizzeri
e secondo me l’esercito vi contribuisce in
modo importante»
Il capo dell’esercito preferisce cercare il dialogo con i suoi interlocutori,
per esempio il mondo economico, direttamente sul posto, presso la truppa. Nel mese di settembre 2015, per esempio, 50 responsabili del personale provenienti dagli ambienti economici e dall’amministrazione – tutti
membri della Zürcher Gesellschaft für Personalmanagement (associazione zurighese per la gestione del personale) – sono stati invitati a visitare il battaglione di granatieri 20 impegnato in un corso di ripetizione a Walenstadt.
Dopo un’introduzione ai temi della sicurezza e dell’ulteriore sviluppo dell’esercito a cura del comandante di corpo Blattmann, gli specialisti del personale hanno potuto dare un’occhiata all’attuale istruzione al combattimento dell’esercito supportata da sistemi informatici. In una successiva
sequenza d’addestramento del battaglione di granatieri 20 gli ospiti hanno
avuto modo di vivere in prima persona l’applicazione della formazione militare alla condotta sotto forma di simulazione in diretta sul terreno. «Abbiamo visto un’istruzione moderna con un addestramento molto intenso per
tutti gli interessati, dai soldati ai sottufficiali, fino agli ufficiali», ha affermato Christoph Suter, responsabile HR della Stadler Rail, commentando l’esercizio militare a cui ha assistito sul posto.
A conclusione della giornata i partecipanti e gli organizzatori hanno discusso sul valore aggiunto della formazione militare alla condotta per l’attività professionale civile. La conclusione comune: grazie tra l’altro al suo
approccio strutturato alla soluzione di un problema in ristretti margini di
tempo, la formazione militare alla condotta offre vantaggi notevoli per l’attività professionale quotidiana. È tuttavia opportuno e necessario coltivare un dialogo più intenso tra l’economia e l’esercito per evidenziare ancor
di più tali vantaggi della Scuola militare superiore.
Isabelle Fleig, Esperta HR Avaloq Evolution AG
esercito.ch 2 / 15
5
Interview
Sistematica nel processo di condotta:
un grande asso nella manica
Foto: a disp
La ditta Kaba è uno dei datori di lavoro svizzeri che ha riconosciuto il valore aggiunto di un avanzamento militare, dichiara
Susanne Grund, vicepresidente Human Resources presso la divisione Access and Data Systems EMEA presso Kaba.
Comunicazione Difesa
Signora Grund, quest’anno è stata invitata dal capo dell’esercito
a visitare il CR del battaglione di granatieri 20 per convincersi di
persona dell’utilità di una formazione alla condotta militare. Quali sono
le sue impressioni?
Complessivamente ho avuto un’impressione molto positiva a seguito
della grande varietà tematica, della trasparenza e dell’organizzazione
professionale. Osservando una simulazione in diretta di una situazione di combattimento ho potuto ricavare una visione realistica di una
componente dell’istruzione. Le presentazioni e le discussioni sono
state costruttive, sincere e variate.
Dal punto di vista di una specialista di risorse umane. Quali vantaggi
comporta concretamente la formazione alla condotta militare per
l’attività professionale quotidiana in ambito civile?
Come fattore particolarmente positivo ho notato la competenza sociale
applicata nella condotta quotidiana. Tale competenza sociale rappresenta un elemento indispensabile anche nella quotidianità professionale.
Inoltre ho apprezzato l’istruzione concreta in una condotta consistente
in situazioni di stress, come quello che potrebbe essere indotto da un
continuo mutamento dei fatti oppure da informazioni incomplete: una
sfida a cui si è costantemente confrontati anche nell’economia privata.
Un’altra cosa che mi ha impressionato è la capacità mostrata in ambito
militare di recepire le intenzioni del superiore tramite domande mirate,
di valutare tramite questa strategia la fattibilità e i potenziali problemi
per elaborare su questa base una propria dichiarazione d’intenti in
riferimento all’attuazione. Si tratta di un processo sovente trascurato in
altre formazioni che è però determinante per il successo di un’azienda.
Un vantaggio degno di nota in questo contesto è dato dall’apprendimento della capacità di frazionare un concetto globale in singoli concetti
nonché della capacità di delegare e di eseguire. E infine mi piacciono
l’apprendimento e l’attuazione di un cultura dell’errore che prevede
una discussione aperta e costruttiva di feedback obiettivi e tempestivi
al termine di un esercizio.
Durante la selezione del personale per la sua azienda tiene conto del
percorso militare di un candidato e, in caso affermativo, per quale
motivo?
Effettuiamo assunzioni a vari livelli e coltiviamo un rapporto equilibrato
in un’ottica di diversità. Assumiamo per esempio donne o persone di
cittadinanza non svizzera che non hanno necessariamente assolto una
formazione militare nel nostro Paese. Per tutti i candidati, fattori quali
personalità, competenza sociale, formazione ed esperienza rivestono
un ruolo importante. In caso di candidati ugualmente qualificati, una
formazione militare può costituire un criterio di selezione.
Cosa consiglierebbe ai giovani militari che considerano l’eventualità
di un avanzamento militare ma che temono di non essere più attrattivi
per un’azienda a causa del maggior numero di assenze dal lavoro che
si prospettano rispetto ad altri collaboratori?
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«Apprezzo la cultura dell’errore, dove viene
espresso un feedback obiettivo in maniera aperta
e costruttiva»: Susanne Grund
La persona
Susanne Grund è membro della Zürcher Gesellschaft für Personal-Management (associazione zurighese per la gestione del personale) e da maggio
2014 riveste la funzione di vicepresidente Human Resources nella divisione ADS EMEA di Kaba. Il 1° settembre 2015 Kaba si è fusa con il Gruppo
Dorma con sede in Germania, dando così origine alla dorma+kaba. L’azienda che conta attualmente circa 16 000 dipendenti consegue un fatturato di oltre 2 miliardi di franchi ed è una delle 3 società leader nel mercato
delle soluzioni di sicurezza e d’accesso.
In qualità di datore di lavoro operante in Svizzera, Kaba ha riconosciuto il valore aggiunto che può portare un avanzamento militare.
Abbiamo dunque creato processi e strutture per rendere possibili assenze in questo contesto. Inoltre in Svizzera Kaba si è appena schierata,
assieme a molte altre aziende, a sostegno del sistema di milizia e ha
anche comunicato la cosa al suo interno. Il mio consiglio personale
ai giovani militari è di rimanere fedeli alle proprie convinzioni e di
dedicarsi a quelle cose che tendono verso i propri valori personali. Di
norma i datori di lavoro lo apprezzano.
Secondo lei, cosa potrebbe migliorare l’esercito per aumentare
ulteriormente l’utilità della formazione alla condotta militare per
l’attività professionale quotidiana in ambito civile?
Ogni società si fonda su un sistema di culture e di valori collettivo che
si basa tra le altre cose sulla solidarietà e sull’affidabilità. L’Esercito
svizzero è per tradizione fortemente radicato nella società e rappresenta, sia direttamente che indirettamente, un fattore d’impulso. Per
questo motivo può anche fornire un contributo ai pilastri portanti
della realtà economica e sociale grazie a uno scambio approfondito e
a una discussione pubblica.
Il geoportale della Confederazione si rinnova con i geodati militari
Informazioni utili sulla carta della Svizzera
Dove si trova il distributore di carburante BEBECO più vicino? Quale centro logistico dell’esercito è competente per l’ubicazione in cui si terrà il mio prossimo servizio? Per queste e altre domande si può ottenere una risposta in modo semplice e
rapido grazie al tema «Difesa», recentemente introdotto nel visualizzatore cartografico del geoportale della Confederazione
sul sito Internet «map.vtg.admin.ch».
Michael Bühler, stagista universitario Geo mil
Il geoportale della Confederazione rappresenta una preziosa fonte con (geo)informazioni utili e avvincenti sul nostro Paese. Il
visualizzatore cartografico, che ha già ricevuto
diversi riconoscimenti, permette di accedere
a geoinformazioni di molti uffici federali e, di
conseguenza, a molti ambiti tematici. Queste
geoinformazioni possono essere visualizzate
online o stampate con una buona qualità. Il
tema «Difesa», nuova offerta introdotta nel
visualizzatore cartografico a inizio ottobre,
contiene attualmente i seguenti set di dati (altri
verranno aggiunti strada facendo):
• regioni territoriali;
• settori e centri logistici;
• punti di ristabilimento;
• distributori di carburante della Confederazione BEBECO;
• Mil Airspace Chart;
• zone protette della pubblicazione militare degli ostacoli alla navigazione aerea;
• dispositivo di base «ZEUS»
• percorso della Patrouille des Glaciers.
Il prossimo anno verranno aggiunti set di
dati quali regioni e postazioni della polizia
militare, centri di reclutamento e percorsi di
spostamento dei blindati. Questi set vengono attualizzati in caso di modifiche e sono
quindi sempre aggiornati. Per ogni set di
dati è disponibile un riquadro informativo
che contiene una didascalia e dei link verso
ulteriori informazioni e metadati.
Un aiuto per pianificare gli obblighi di
servizio
Il visualizzatore cartografico può essere usato
per sbrigare in modo semplice e senza spreco
di risorse i compiti di servizio. Se per esempio
durante un servizio occorre ritirare del materiale presso il centro logistico dell’esercito
competente, può essere utile consultare prima il sito «map.vtg.admin.ch». Selezionando
con un clic i relativi set di geodati si possono
ottenere rapidamente e in modo semplice
informazioni sul centro logistico dell’esercito
competente con indirizzo e numero di telefono nonché sui distributori di carburante
BEBECO nelle vicinanze. I set di geodati
possono essere visualizzati a piacimento su
diversi sfondi cartografici come ad esempio
una carta nazionale, una carta stradale o
un’immagine aerea. Piccole parti possono
essere scaricate e consultate offline.
Un esempio: pianificare la marcia
Il visualizzatore cartografico contiene inoltre
alcune funzioni molto utili. Ad esempio è
possibile tracciare un percorso di marcia
sulla relativa carta. Il programma calcola
immediatamente la lunghezza del percorso
tracciato e un profilo altimetrico. Il visualizzatore cartografico offre interessanti
funzioni anche per arricchire la marcia con
esperienze culturali: ad esempio è possibile
attivare il set di dati della protezione dei beni
culturali («Inventario PBC») e modificare il
percorso per fare una tappa vicino alle rovine
di un castello e raccontarne la storia, che si
può trovare grazie a un link direttamente
sulla carta.
Grazie all’ampia offerta di set di geodati, alle funzioni sopra illustrate, alla ricerca
interna a seconda delle caratteristiche dei
set di dati, alla possibilità di utilizzo offline
e di stampa in qualità relativamente buona il
tema «Difesa» del visualizzatore carografico
del geoportale della Confederazione è uno
strumento utile per tutti i militari.
→→ map.vtg.admin.ch
Lo spazio aereo militare della Svizzera rappresentato nel visualizzatore cartografico («tema Difesa»).
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Visita alla collezione di munizioni del comando KAMIR
Proiettili da ogni parte del mondo
Foto: CC NBC-KAMIR
Il comando eliminazione di munizioni inesplose e sminamento (KAMIR) gestisce e cura la più importante collezione di munizioni della Svizzera. La collezione è composta da circa 4000 oggetti ed è molto importante per gli addetti all’eliminazione di
munizioni inesplose, che possono trovare numerosi oggetti di riferimento per il loro lavoro quotidiano.
Aiut magg Daniel Dänzer, Centro di competenza dell’esercito NBC-KAMIR
Siamo circondati dal calcare selcifero, proprio sotto il Rugen vicino a
Interlaken. L’aiut suff Jürg Luginbühl, capo del distaccamento d’impiego eliminazione di munizioni inesplose 1, ci ha aperto le porte di
una collezione molto speciale che si trova sotto terra, in quello che era
un tempo il posto di comando di Henri Guisan (generale 1941–1944).
Tra i suoi vari compiti, l’aiut suff Luginbühl è anche responsabile della
più importante collezione di munizioni della Svizzera e risponde con
piacere alle nostre domande.
Quale importanza ricopre la collezione di munizioni per l’impiego degli
specialisti nell’eliminazione di munizioni inesplose?
La nostra collezione viene utilizzata come riferimento. Soprattutto
quando dobbiamo identificare munizioni sconosciute vi troviamo
informazioni su oggetti simili o uguali. È inoltre molto importante
per la formazione, ad es. quando dobbiamo compiere determinate
manipolazioni su un oggetto o quando cerchiamo oggetti sotto terra
con i nostri apparecchi di ricerca.
Quali sono le caratteristiche della collezione?
Oggi la collezione conta circa 4000 oggetti, che vanno dalla palla di
cannone del Medioevo fino al missile più moderno. Raccogliamo
qualunque munizione utilizzata in Svizzera, ma anche oggetti di
fabbricazione straniera provenienti da diversi continenti. Disponiamo
di proiettili, granate, missili, mine di tutti i tipi con i relativi dispositivi
d’innesco.
Come sono arrivati gli oggetti nei cunicoli del Rugen?
Ogni oggetto ha la sua storia. Molti oggetti provengono dagli impieghi
della Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi nelle zone interessate o
dagli sgomberi. Altri provengono invece da armasuisse o dalla RUAG,
da test o da eccedenze di altre collezioni. Vi sono anche alcuni modelli
della Base logistica dell’esercito.
L’aiut suff Jürg Luginbühl con una palla di cannone del Medioevo e
un moderno «Sidewinder».
tipo di munizioni definitivo. Perché la collezione sia sempre attuale
avremmo bisogno anche di un budget per le munizioni di produzione
estera. In ogni caso siamo sempre riconoscenti per gli arrivi di nuove
munizioni non ancora presenti nella collezione.
Gli oggetti sono pericolosi allo stato attuale?
Tutti i nostri oggetti sono inerti, questo significa che prima di entrare
nella nostra collezione vengono eliminate tutte le sostanze esplosive
e nocive al loro interno. Tutti gli oggetti vengono contrassegnati con
l’incisione «INERTE» e vengono registrati in una banca dati con una
foto, informazioni sulle dimensioni, sul peso e altri dettagli. La nostra
Centrale d’annuncio di proiettili inesplosi può così reperire moltissime informazioni e valutare già sulla base di una foto di quale tipo
di munizione si tratti. Le regole da seguire in caso di ritrovamento di
parti di munizioni non identificabili sono: non toccare, contrassegnare
chiaramente il luogo del ritrovamento, chiamare il 117. È stata appena
creata anche un’app gratuita per la segnalazione (criterio di ricerca
per scaricarla: «inespolso»).
Le munizioni sono in continuo sviluppo: cosa sarebbe necessario per
tenere la collezione sempre al passo con i tempi?
Dobbiamo essere coinvolti quando vengono acquistate delle munizioni e dobbiamo ricevere ogni volta una copia dei prototipi e del
8 esercito.ch 2 / 15
Qual è il suo «oggetto preferito» o quale oggetto per lei ha una storia
particolare?
Per me ogni oggetto della collezione ha il suo valore, ovviamente mi ha fatto particolarmente piacere l’acquisizione di un missile
­«Sidewinder».
Un’ultima domanda: come si diventa capo di un distaccamento
d’impiego eliminazione di munizioni inesplose?
Ho svolto un tirocinio come meccanico, poi sono passato all’esercito
dove ho iniziato da subito a lavorare come specialista nell’eliminazione
di munizioni inesplose. Molte cose le ho imparate durante gli impieghi
e la maggior parte delle mie conoscenze le ho elaborate da solo. Oggi i
nostri colleghi più giovani frequentano corsi di formazione di ottima
qualità sia in Svizzera (la formazione di base dura circa un anno) che
all’estero (ad es. in Germania, Belgio, Austria) che li preparano a fondo
a svolgere i loro futuri compiti. La scuola migliore sono però sempre
gli impieghi, che permettono di fare esperienza.
Rubriktitel
Il comando KAMIR
Il comando KAMIR è una formazione militare di professionisti con circa
45 collaboratori e dal 2013 fa parte del Centro di competenza NBC-KAMIR. È un organo di dottrina dell’esercito per il settore Eliminazione di
munizioni inesplose e sminamento. Quale organo con responsabilità specialistiche è competente per lo sviluppo e il mantenimento delle competenze nell’esercito, mentre in quanto elemento EOD (Explosive Ordnance Disposal) dell’esercito dispone di cinque distaccamenti d’impiego EOD
militari che vengono impiegati in Svizzera e all’estero. Invia inoltre esperti in tutto il mondo per sminamenti a scopi umanitari e per sostenere programmi di gestione e immagazzinamento sicuri delle munizioni. In Svizzera il comando KAMIR dirige la Centrale nazionale d’annuncio di proiettili
inesplosi che ogni anno riceve oltre 600 segnalazioni.
→→ www.vtg.admin.ch/internet/vtg/it/home/dienstleistung/bmz.html
esercito.ch 2 / 15
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Scuola per sottufficiali di professione dell’esercito (SSPE)
40 anni di SSPE – una storia di successo
Nell’intervista il comandante dell’SSPE, brigadiere Niederberger, parla dei suoi successi, dell’istruzione impegnativa e
dell’elevata competenza dei suoi collaboratori.
Gabriela Hofmann, Comunicazione ISQ
Da quanto tempo è comandante dell’SSPE e cosa è stato per lei motivo
di particolare orgoglio in questo periodo?
Signor Brigadiere, cosa possono aspettarsi gli aspiranti sottufficiali in
fatto di formazione presso l’SSPE?
A tutti coloro che hanno piacere a lavorare con gli adulti e anche ad
istruire gli adulti e che vogliono apportare un contributo al modello di
successo Svizzera, consiglio di comunicarlo ai loro superiori militari
oppure direttamente a me. Gli aspiranti sottufficiali di professione
che frequentano il corso di formazione di base (Cfo base) possono
aspettarsi una formazione ampia e diversificata. Vengono infatti istruiti
da professionisti con un ampio bagaglio d’esperienza. I contenuti sono
finalizzati al primo impiego esteso, che li abilita a istruire e a formare i
militari di milizia in maniera esemplare.
Io e i miei collaboratori siamo orgogliosi di poter fornire un contributo
essenziale al nostro esercito e di conseguenza al nostro Stato prosperoso. Anche nel mio quarto anno di comando sono pienamente convinto
che il fatto di investire due anni nella formazione delle nostre giovani
leve di professione sia assolutamente giustificato. In questo contesto
è particolarmente importante che i contenuti didattici proposti rispondano alle esigenze delle formazioni d’addestramento. Infine,
per poter trasmettere i contenuti didattici in modo incisivo e corretto
è necessario disporre di un corpo insegnante competente. Anche a
questo riguardo posso dirmi orgoglioso. I miei collaboratori applicano
le direttive in modo mirato con un ampio orizzonte d’esperienza e
con grande intraprendenza.
Com’è cambiata l’SSPE negli ultimi 40 anni?
Nel 1975 si è iniziato a formare i sottufficiali superiori secondo
un sistema centralizzato e uniforme a livello nazionale. Il progetto
pilota è stato avviato sulla base di un periodo di formazione
di 7 mesi. I contenuti didattici e la qualità auspicata ne hanno
successivamente imposto il prolungamento a 9, 12 e poi 18 mesi,
fino ad arrivare all’attuale durata di 2 anni. Il centro d’interesse
è invece rimasto sempre invariato, cioè istruire capi, educatori,
insegnanti oppure uomini d’azione competenti. L’investimento si
è rivelato fruttuoso. I nostri sottufficiali di professione lasciano
un ricordo indelebile nella milizia, cosicché anche dopo anni le
reclute rievocano sempre il loro aiutante come capo competente
ed esempio da seguire.
Cosa significano per lei 40 anni di SSPE?
40 anni di formazione di fattori motivanti per la nostra milizia, 40
anni di formazione di uomini d’azione, 40 di rafforzamento e sviluppo
della spina dorsale dell’Esercito svizzero, in parole povere: formazione
di capi, insegnanti ed educatori.
Come vede il futuro più lontano dell’SSPE?
L’SSPE si dedicherà alla formazione di educatori, insegnanti e capi
anche in futuro, contribuendo così al rafforzamento del sistema di milizia. I contenuti didattici verranno costantemente adeguati al mutare
delle esigenze. Già dal 2016 verrà applicato il piano d’insegnamento
ottimizzato per quanto riguarda l’istruzione di base e dal 2017 proporremo un corso d’istruzione abbreviato nell’intento
di reclutare professionisti con una formazione
superiore da inserire nella nostra professione. Ogni
persona interessata può attendersi una professione
stimolante e una formazione impegnativa.
Se avesse a disposizione tre desideri, cosa si
augurerebbe per il futuro?
Il comandante dell’SSPE, brigadiere Heinz Niederberger, durante la valutazione di un
esercizio.
10 esercito.ch 2 / 15
Il mio primo desiderio: l’SSPE adempirà il suo compito se avrà a disposizione abbastanza insegnanti
competenti e motivati anche in futuro. Questi
ultimi dovranno preparare le future giovani leve
di professione ai loro futuri compiti imponendo
esigenze molto rigide ma anche con grande passione. Si tratta di una sfida senza precedenti, ma
anche di un grande onore.
Il mio secondo desiderio è riferito agli aspiranti
sottufficiali di professione: Affinché il nostro sistema possa apportare un contributo alla sicurezza
della Svizzera anche in futuro abbiamo bisogno
di partecipanti idonei in quantità adeguata. Per
garantire la qualità di base richiesta dovranno
essere applicati criteri di selezione molto rigidi.
Il mio terzo desiderio è di carattere materiale e
riguarda l’infrastruttura: 40 anni di sistemazione
provvisoria a Herisau bastano e avanzano. Un’infrastruttura più adatta agevolerebbe molte cose.
Il CI SWISSINT forma gli aspiranti osservatori militari
Situazioni critiche nell’Appenzello
Una volta all’anno il Centro d’istruzione SWISSINT organizza, in collaborazione con Paesi Bassi, Austria e Germania, lo Swiss
United Nations Military Observer Course (SUNMOC). Si tratta di un corso internazionale di tre settimane per aspiranti osservatori militari dell’ONU preceduto da un reclutamento di più giorni presso il Centro di competenza SWISSINT.
Mirco Baumann, capo Comunicazione SWISSINT
Per raggiungere un livello di conoscenze
uniforme tra i partecipanti, gli ufficiali svizzeri frequentano sempre prima un corso di
aggiornamento di due settimane. Il corso
prevede moduli di primo soccorso, cultural
awareness, informazioni relative alla missione e un’introduzione al lavoro di stato maggiore internazionale a livello di QG/brigata.
Infine incontrano gli ufficiali stranieri per il
corso di formazione di tre settimane. Uno
degli obiettivi del corso è la composizione
internazionale del team, che permette di
creare condizioni di impiego realistiche già
durante la formazione. La formazione di tre
settimane è un corso certificato dalle Nazioni
Unite che rispetta gli standard internazionali
e consente poi ai partecipanti di essere inviati
in tutte le zone delle missioni dell’ONU.
Esercitarsi nell’impiego reale con
giochi di ruolo
tuazione. I partecipanti parlano con diversi
attori nel «Centland» fittizio, attraversano i
checkpoint, a seconda della situazione vengono fermati e controllati, sorvegliano una linea
di cessate il fuoco. L’obiettivo dell’esercizio è
gestire uno scambio di prigionieri di guerra.
Si insegna a pensare in modo interdisciplinare e si simula nel modo più realistico possibile
la complessità di un luogo di crisi.
Grande sensibilità
Alla fine però è importante soprattutto consolidare le capacità già acquisite in ambito di
campi minati, ispezioni delle parti di un conflitto, violazione dei diritti umani, protezione
della popolazione civile, bambini-soldato,
stress durante l’impiego e dialogo, in modo
da poterli mettere in pratica in un contesto
inusuale. Tutto ciò richiede vaste conoscenze
militari nei diversi settori specialistici e grande sensibilità diplomatica. «È importante
che i partecipanti siano sempre in grado di
valutare i rischi. L’empatia, la pazienza e la
comprensione di culture diverse sono altre
capacità determinanti per un osservatore
militare» afferma il colonnello SMG Markus
Schmid, comandante del Centro d’istruzione
SWISSINT, a proposito del corso per osservatori militari.
Foto: Nina Süsstrunk
La parte di corso di tre settimane si conclude
con un esercizio finale di una settimana nella
regione dell’Appenzello. Qui gli aspiranti
osservatori militari vivono in due basi all’interno di gruppi di composizione internazionale. Vivono come durante un impiego
e svolgono ogni giorno pattugliamenti con i
veicoli militari bianchi con la bandiera azzurra dell’ONU. Reperiscono così informazioni
che servono a completare il quadro della si-
Da lungo tempo una routine: controlli durante l’attraversamento di un checkpoint.
L’intenso training sul lavoro con i media costituisce una parte importante della formazione.
Ecco come gli aspiranti osservatori militari
pattugliano con il convoglio la zona d’impiego.
esercito.ch 2 / 15
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Sostituzione dell’hardware rete PC
Un nuovo look per l’informatica della truppa
La responsabilità della sostituzione di 5000 notebook per i posti di comando con un volume di commesse di circa 9 milioni
di franchi spettava a Marcel Mentele, product manager rete PC della Base d’aiuto alla condotta BAC. La sua sfida principale
consisteva nella gestione delle scadenze. Solo grazie all’impegno di tutte le persone interessate e alla proficua cooperazione
è stato possibile realizzare il progetto con successo.
Sequenza d’istruzione presso il comando SIS.
Jacqueline Howald, Base d’aiuto alla condotta BAC
Sia che prestino servizio durante il World Economic Forum (WEF),
sia che intervengano in caso di catastrofe, i militari devono in ogni
caso essere in grado di comunicare tra loro in modo veloce e sicuro.
A tale scopo la BAC ha creato una soluzione informatica per i posti
di comando, la cosiddetta rete PC, che permette di utilizzare le applicazioni militari come «Mil Office 4». In questo modo i comandanti
dei corpi di truppa e le rispettive unità possono scambiarsi informazioni fino al livello di classificazione «Confidenziale» e sono in grado di elaborare senza complicazioni la pianificazione degli impieghi
e la contabilità della truppa. È possibile accedere al sistema da tutte
le ubicazioni con connessione alla rete.
Più efficiente, più veloce e più robusto
Con l’introduzione dei moderni «HP EliteBook 840G2» dotati di tecnologia a 64 bit, i programmi e i processi di collegamento (in particolare il Remote Access Service RAS) sono molto più veloci. La memo-
12 esercito.ch 2 / 15
ria di lavoro è passata da 4 a 8 Gigabyte e i computer sono ora muniti
di un Solid State Disk (SSD), che rispetto a un tradizionale disco fisso
risulta molto più silenzioso e robusto. La sostituzione dei vecchi computer, ormai giunti alla fine del loro ciclo di vita, è stata organizzata
tra il 18 e il 30 novembre 2015 in modo centralizzato presso il Centro logistico dell’esercito Thun. I collaboratori della BLEs Rolf Bigler
e Beat Schneeberger, insieme al loro team, hanno preparato complessivamente 5000 notebook e hanno cancellato in modo sicuro i dischi
fissi dei vecchi apparecchi.
Prove presso la truppa in Canton Zugo
Prima dell’introduzione, i nuovi computer sono stati testati in primo
luogo dal manager del prodotto rete PC della BAC, Marcel Mentele, e
in seconda istanza dai manager dell’integrazione delle Forze terrestri
(Adrian Schaffner e Martin Hadorn) e delle Forze aeree (Peter Fankhauser e Thomas Droz). Dopo una settimana di intense verifiche,
i beneficiari di prestazioni hanno approvato l’hardware senza alcuna riserva. In seguito è toccato alla truppa mettere alla prova i nuo-
vi apparecchi: la prima unità è stata la compagnia sanitaria 6, che ha
testato i computer dall’11 maggio al 5 giugno a Neuheim. La diminuzione del tempo necessario per il First Login, pochi minuti invece
di venti, è stata molto apprezzata. «I notebook non sono solo più veloci ma anche più efficienti in quanto sono dotati del nuovo processore i7», spiega Mentele.
Come vengono utilizzati i vecchi notebook?
La vendita dei computer sostituiti, vecchi ma ancora funzionanti, a
un rivenditore porterà circa 350’000 – 400’000 franchi nelle casse federali. Per l’impiego della SWISSCOY (formazione dell’Esercito svizzero in Kosovo attiva nel quadro della missione di promovimento militare della pace KFOR della NATO) vengono messi a disposizione
gratuitamente 500 apparecchi. In passato i computer dovevano essere noleggiati presso ditte esterne, con costi notevoli. Grazie ai nuovi notebook, il cui disco fisso è stato cancellato in modo sicuro, sarà
possibile garantire che non vengano più impiegati mezzi informatici privati e che le severe prescrizioni di sicurezza siano rispettate.
Quattro domande al tenente colonnello
Rudolf Hagmann, capo Istruzione
Il comando Sistemi, istruzione e supporto (SIS) della br
aiuto cond 41 offre costantemente delle sequenze d’istruzione concernenti la rete PC sotto forma di corsi per specialisti. I corsi hanno luogo a Rümlang sotto la direzione
del ten col Rudolf Hagmann, durano una giornata e sono
tenuti tutto l’anno dall’aiutante di stato maggiore Hubert
Buck e dall’insegnante specialista Oliver Haudenschild.
Cosa comprende l’istruzione relativa alla rete PC?
I partecipanti ai corsi per specialisti imparano ad utilizzare le
applicazioni militari MIL Office 4 e FLORY, un programma per la
contabilità della truppa, nonché Secure Center. Vengono naturalmente anche illustrate le nuove funzioni di Windows 7.
Chi partecipa alle istruzioni?
Partecipano ai nostri corsi per specialisti i comandanti di compagnia, i sergenti maggiori capo, i furieri e le ordinanze d’ufficio/i
contabili di truppa.
Quante persone seguono globalmente l’istruzione?
Ogni corso vede la partecipazione di 20–30 persone, provenienti
da diverse compagnie. Dall’inizio dell’anno abbiamo già svolto
con successo 62 corsi.
Quali sono le reazioni dei partecipanti?
La risonanza è in generale positiva. Nell’utilizzo quotidiano i nuovi
notebook sono molto più veloci e stabili rispetto ai predecessori. Le
persone apprezzano il fatto che l’esercito investa in moderni mezzi
informatici e renda quindi inutile l’utilizzo di hardware privato.
Scorcio del magazzino con i nuovi apparecchi nelle valigette grigie.
Marcel Mentele durante la fase d’installazione dei nuovi notebook.
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Sportivi dell’estremo
Militari che si cimentano nell’Ironman
Un militare di professione non conta le sue ore di lavoro perché la sua professione è una passione. Accanto alla loro vita professionale, alcuni di loro trovano ancora il tempo di allenarsi per l’Ironman, un triathlon sulla lunga distanza in cui bisogna
percorrere 3,8 km a nuoto, 180 km in bicicletta e 42,2 km a corsa. Abbiamo incontrato tre di questi sportivi dell’estremo.
Letizia Paladino, Comunicazione Forze terrestri
«Bisogna saper restare concentrati
per diverse ore»
Colonnello SMG René Ahlmann
Comandante Centro di competenza sport dell’esercito
«È stata la mia ragazza a introdurmi al triathlon. Un giorno sono andato a fare il tifo per
lei e sono stato contagiato dal virus», ricorda
René Ahlmann e aggiunge: «Ho praticato il
ciclismo ad alto livello quando ero giovane,
per cui avevo già delle basi». Da quel triathlon
sui bordi del lago di Zurigo, il comandante
del Centro di competenza sport dell’esercito
ha cominciato ad allenarsi senza un obiettivo
preciso. Si è poi iscritto a un triathlon olimpico (1,5 km di nuoto, 40 km di bicicletta
e 10 km di corsa) «Era troppo intenso per
me!», afferma René Alhlmann e aggiunge
con uno sguardo ironico: «Ho rapidamente
iniziato ad interessarmi all’Ironman, una
variante molto più piacevole. Penso di essere
predestinato per le lunghe distanze».
Per poter sostenere adeguatamente un
Ironman, René Ahlmann si allena poco più
di dieci ore alla settimana, generalmente la
sera o nei fine settimana. «È pratico per me.
Detesto fare dello sport la mattina», puntualizza Ahlmann. Ma l’allenamento non è
il solo fattore di cui si deve tenere conto per
riuscire in questa disciplina reputata una delle più difficili al mondo. Secondo Ahlmann,
uno dei fattori è il materiale: «Quando ci si
allena per così tanto tempo, bisogna amare
il proprio materiale e calzare con piacere le
proprie scarpe quando si corre». Il secondo
fattore è l’aspetto mentale: «Bisogna essere
in grado di rimanere concentrati per diverse
ore e di analizzare il proprio corpo. Ci sono
dei momenti in cui il corpo fa male, occorre
imparare a conoscersi e a interpretare i vari
segnali». Il terzo fattore è l’alimentazione: «Il
serbatoio non deve mai essere vuoto. Spesso i
triatleti hanno dei problemi in questo ambito.
Ciò può risultare controproducente quando
si deve fare uno sforzo così prolungato».
Ironman: l’idea di un militare
L’idea dell’Ironman nacque nel 1977, in occasione della cerimonia di premiazione per una corsa su lunga distanza attorno all’isola di Oahu alle
Hawaii. Durante il suo discorso, il comandante dell’US Navy, John Collins,
evocò un record detenuto dal ciclista belga Eddy Merckx. Avendo partecipato a diversi triathlon in California, suggerì che per sapere chi erano i migliori tra nuotatori, ciclisti e podisti, occorreva organizzare una competizione che riunisse le tre corse più impegnative dell’isola: il Waikiki Roughwater
Swim (3,85 km), la corsa ciclistica Around-Oahu (185 km) e la maratona di
Honolulu (42,195 km). Il vincitore di questa competizione avrebbe così potuto vantarsi di essere un «Ironman». Nel frattempo la corsa è stata spostata dall’isola di Oahu alla Big Island. Ogni anno, nel mese di ottobre, accoglie
i campionati del mondo della disciplina per i quali gli atleti devono qualificarsi disputando uno dei numerosi Ironman organizzati nel mondo.
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«Al mio primo Ironman ho sofferto a tal
punto da non volerlo più fare»
Colonnello SMG Raynald Droz
Capo Operazioni, Stato maggiore di condotta dell’esercito
Quando un atleta sceglie di iniziare a
praticare il triathlon, spesso è perché
fa del nuoto, va in bicicletta o va a
correre. «Non sono uno sportivo specializzato in una disciplina. Ho provato
tutti gli sport senza optare per uno in
particolare. Sapevo correre e nuotare;
come militare, vuoi sperimentare tutto
e spingerti fino ai tuoi limiti, altrimenti
non sei soddisfatto. Per tale motivo ho
cominciato a praticare il triathlon»,
si ricorda Raynald Droz e prosegue:
«Ho sostenuto il mio primo Ironman
a Zurigo nel 2008. Ho talmente sofferto
che mi sono ripromesso di non ripetere più
una simile esperienza! Due giorni più tardi
stavo già guardando quale sarebbe stato il
mio prossimo Ironman. La vita non ci offre
questo genere di sfide, lo sport è un mezzo
eccellente per fissarsi dei limiti».
Per prepararsi in vista di un simile appuntamento, Raynald Droz si allena in media una
decina di ore alla settimana nonostante la sua
vita di militare sia assai complessa. «Pianifico
nella mia agenda delle finestre orarie in cui allenarmi. Il triathlon prevede tre discipline, per
cui si è comunque obbligati a praticare il nuoto,
la bicicletta o la corsa ogni giorno. Occorre
avere una certa disciplina quando si pratica
l’Ironman», afferma Droz. Il ritmo e le abitudini prima di una corsa sono assai restrittivi;
per tale motivo il militare di professione non
ama portare con sé la sua famiglia alle corse.
«Mia moglie mi sostiene in modo ammirevole
da sempre, ma non mi accompagna mai alle
competizioni. Nelle ore prima della corsa, mi
sento come se fossi in una bolla. Certamente
è più facile vivere quei momenti con degli
amici che condividono la stessa passione e le
medesime esigenze», conclude Raynald Droz.
«Sono contento che l’esercito mi abbia
permesso di fare ciò»
Aiutante maggiore Marcel Brüngger
Aiuto di comando del comandante della regione territoriale 4
Marcel Brüngger, oggi sportivo in pensione, ha giocato a calcio fino al giorno in cui
la professione non gli ha più permesso di
dedicarsi a questa sua passione. «Ho cominciato a praticare la corsa a piedi e poi,
visto che come capo sport trascorrevo molto
tempo in piscina, mi sono dedicato al nuoto.
Naturalmente ho cominciato anche a fare
del ciclismo e ho quindi sostenuto il mio
primo triathlon», spiega l’aiutante maggiore
e aggiunge: «Quando si pratica il triathlon,
l’Ironman è una disciplina che affascina,
ma all’inizio mi sono dedicato alla distanza
olimpica». Grazie a degli orari flessibili e a
un carico lavorativo di 9 ore al giorno, Marcel Brüngger può dedicarsi senza problemi
ai suoi allenamenti. «Nel giro di un anno
ho deciso di dedicarmi esclusivamente allo
sport. Ho migliorato di 40 minuti il mio
tempo dell’Ironman e l’anno successivo
l’ho abbassato di ulteriori 30 minuti. Con
un tempo di 9 ore e 22 minuti, mi sono
qualificato per i campionati del mondo della
disciplina alle Hawaii. È stata un’esperienza
indimenticabile», spiega Brüngger.
Per salvaguardare il suo corpo, Marcel
Brüngger decide di fare Ironman solo
ogni due anni. «A causa dell’elevato carico
di lavoro, dovevo fare attenzione a non
danneggiare il mio fisico. Per concludere
un Ironman occorre infatti dare fondo alle
riserve», afferma Brüngger. Dopo questa
performance a Zurigo, l’aiutante maggiore
si qualifica ancora quattro volte per i campionati del mondo prima di decidere di appendere le scarpe al chiodo. «Ho fatto tutto ciò
per 18 anni, a un certo punto c’era qualcosa che
non funzionava più. Quando si vuole qualcosa
veramente, si riesce sempre a farlo. A quel punto,
c’erano troppi segnali, era il momento di smettere», ci confida Marcel Brüngger e aggiunge:
«L’esercito mi ha sempre sostenuto e permesso
di fare ciò che ho fatto. Sono sempre stato trasparente nei confronti del mio comandante.
Sapeva sempre dove mi trovavo ed ero sempre
raggiungibile telefonicamente. Mi sento molto
privilegiato di essere riuscito a conciliare la mia
vita militare con quella sportiva».
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Una tournée di successo che continua nel 2016
360 000 contatti grazie all’esposizione dell’esercito
Le presentazioni e le esercitazioni organizzate dalle formazioni in servizio e la presenza ad alcune fiere di ampia portata
hanno permesso all’esercito di confrontarsi con 360 000 potenziali interessati. La prima «tournée» dell’esercito, con un’adeguata combinazione tra presentazioni dinamiche e statiche, è stata largamente apprezzata e continuerà anche nel 2016.
Giorgio Krüsi, Comunicazione Forze terrestri
«Gli imminenti cambiamenti sono l’opportunità per mostrare alla
popolazione il vero esercito. Non si tratta di fare propaganda ma di
mostrare quanto la truppa sa fare»: così si è espresso il comandante
di corpo Dominique Andrey, comandante delle Forze terrestri e capo del progetto «Il tuo esercito».
Dopo 11 tappe nella Svizzera tedesca, tre in Romandia e una in
Ticino, si è concluso il primo «Tour de Suisse» di questo progetto,
che ha visto come protagonisti svariati battaglioni, unità territoriali e tutte le formazioni di addestramento dell’esercito. Le esposizioni
sono state allestite in occasione di esercitazioni militari, servizi d’istruzione, grandi eventi e fiere regionali.
Con la supervisione e l’appoggio della propria brigata, i motivati militari dei battaglioni coinvolti hanno potuto presentare le loro
competenze e i loro mezzi nonché farsi ambasciatori dei temi chiave
dell’esercito. Ciò è stato possibile anche grazie all’esposizione itinerante «Il tuo paese, la tua sicurezza, il tuo esercito».
Il pubblico ha apprezzato la combinazione fra la presentazione
dinamica dei mezzi militari e l’illustrazione statica dei temi fondamentali della difesa in sei postazioni informative: oltre alle minacce attuali per la Svizzera, sono stati presentati in modo sintetico i tre
compiti dell’esercito, vale a dire aiutare, proteggere, combattere. La
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mostra sottolinea come l’esercito sia basato sulle risorse del sistema
di milizia (con le opportunità offerte dall’istruzione pratica militare) con l’appoggio di professionisti attivi in 200 diverse professioni
nel campo dell’istruzione, della condotta, della prevenzione e della logistica.
Grazie a questi 15 eventi pubblici è stato possibile entrare in contatto con 360 000 persone. Circa la metà dei visitatori della tournée
2015 è stata attirata dai mezzi blindati della Brigata meccanizzata 1 al
Comptoir di Losanna e da tutte le componenti dell’esercito, coordinate della regione territoriale 3, presenti ai festeggiamenti per il 700°
anniversario della battaglia del Morgarten.
L’obiettivo è quello di rimanere vicini alla popolazione e di raggiungere la maggior parte delle regioni del Paese. Per questo, il Comando dell’esercito ha deciso di proseguire anche nel 2016 con questa campagna informativa, con presentazioni dinamiche completate
dalla mostra «Il tuo esercito». L’accento verrà posto su eventi organizzati dai vari corpi di truppa durante i CR (uno per ogni Grande
Unità) e due grandi esposizioni a livello di esercito, una delle quali
corrisponderà con il 75° della Base aerea di Meiringen previsto per
il 17–18 giugno 2016.
→→ Ulteriori informazioni, articoli, video e foto su:
www.esercito.ch/iltuoesercito
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