vita associativa
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Perchè essere donatori
a cura del Dott. Marco Sorio
dirigente Medico presso il Centro Trapianti Midollo Osseo Verona
I donatori di midollo osseo e cellule
staminali sono indispensabili
Non sempre le strategie terapeutiche comprendenti regimi di polichemioterapia anche
aggressivi consentono di ottenere la guarigione dalle diverse patologie oncoematologiche (dell’adulto e del bambino) per cercare
di ottenere la quale è necessario ricorrere al
trapianto di cellule staminali midollari o periferiche.
La ricerca di un donatore compatibile viene
effettuata in prima istanza nella fratria (probabilità di compatibilità 1 su 4) ed in seconda
battuta, ove necessario, all’interno di un registro internazionale di donatori non consanguinei (in questo caso la probabilità di ritrovare donatori compatibili è pari a circa 1 su
100.000). In relazione a ciò, al fine di incrementare la possibilità di reperire un donatore
HLA compatibile per un paziente in attesa di
trapianto, è indispensabile disporre del più
alto numero possibile di iscrizioni nel Registro
Internazionale.
Cos'è il midollo osseo
È un tessuto contenuto nella cavità delle ossa
(da non confondere col midollo spinale che
è parte del Sistema Nervoso) deputato alla
produzione degli elementi cellulari del sangue. E' costituito da cellule totipotenti (cellule
staminali) in grado, secondo le necessità, di
originare sia globuli rossi, sia globuli bianchi,
sia piastrine. Le cellule staminali sono inoltre
capaci di replicarsi in modo tale da che loro
numero resta invariato durante tutta la nostra
vita (self renewal), anche se dovessero in parte venire prelevate (donazione di midollo osseo).
Chi può diventare donatore
di midollo osseo o cellule staminali
Può diventare donatore di midollo qualunque
persona di età compresa tra i 18 anni e i 37
anni, di peso superiore a 50 kg ed in idonee
condizioni di salute. Le caratteristiche di idoneità richieste dalla legge sono indicate Legge 219-2005 unitamente ai relativi decreti attuativi.
Il limite di età oltre il quale non si può donare,
a pazienti non familiari, è di 55 anni.
Come si diventa potenziali donatori
Per diventare potenziali donatori di midollo
osseo è necessario fare un colloquio informativo con personale esperto, compilare il
modulo per il consenso informato e aderire
al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR). In provincia di Verona il servizio
informativo viene svolto presso tutti i Centri
Trasfusionali della provincia
In seguito al colloquio, il potenziale donatore
si sottopone ad un normale prelievo di sangue, anche non a digiuno. Non occorre impegnativa medica, ma è necessario presentarsi
presso il laboratorio che effettua il prelievo
con il codice fiscale o con il libretto sanitario;
i risultati della tipizzazione HLA (dati genetici
indispensabili al trapianto) vengono inseriti in
un archivio informatico e trasferiti, attraverso
il registro regionale, al registro nazionale che
è a sua volta collegato con altri 51 registri internazionali, nell’assoluto rispetto della riservatezza.
In caso di riscontro di un primo livello di compatibilità con un paziente in lista d’attesa per
il trapianto, il donatore è richiamato per un
secondo prelievo del sangue necessario per
indagini genetiche più approfondite (secondo
e terzo livello).
L’adesione iniziale firmata all’atto del primo
Valeria è una ragazza nata a Erice, sotto
il cielo splendente della Sicilia che come
tanti inizia da piccola la sua peregrinazione
con i genitori al nord. L’arrivo a Verona per
una bambina può sembrare un cambiamento traumatico. L’ambiente scolastico
rappresenta un luogo difficile, soprattutto
per il cambiamento repentino.
prelievo ha solo valore d’intento e fino all’ultimo momento il potenziale donatore può ritirare il suo consenso. La disponibilità del donatore alla donazione, gratuita ed anonima, non
ha limiti geografici. Egli infatti entra a far parte
dell’insieme dei potenziali donatori di tutto il
mondo.
Ma la cosa peggiore deve ancora arrivare:
un giorno infatti, in ospedale,”un signore
distinto con un camice bianco viene verso
di te, sorride mesto guardando noi e dice
LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA.”
È l’inizio di un calvario per Valeria fatto di ricoveri, di pianti e di speranze, fino a quando un giorno, arriva la chiamata da Roma
con un donatore compatibile. Il trapianto
arriva di domenica.
Poi la rinascita. E la ricerca del “fratellone”
che gli ha dato il midollo.
Un libro da leggere tutto di un fiato i cui
ricavi saranno completamente devoluti al
reparto di oncoematologia dell’Azienda
Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
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sarà integralmente devoluto al
reparto di oncoematologia
dell'Azienda Ospedaliera
Universitaria Integrata di Verona
AVVISO AI DONATORI SOSPESI
Al termine del periodo di sospensione, i donatori riceveranno l’invito a ripresentarsi
nei Centri Trasfusionali. Chi eventualmente non lo ricevesse, può recarsi lo stesso
per la donazione o per ulteriori controlli.
Per informazioni: FIDAS VERONA
Via Polveriera Vecchia, 2 - 37134 Verona - Tel. 045.8202990 - Fax 045.8278521
[email protected]
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vita associativa
7 - 8 - 9 GIUGNO 2013
3ª Festa Provinciale
FIDAS tuttinsieme
A nome mio personale e di tutta l ‘amministrazione, accolgo con stima ed affetto
tutti gli iscritti, i simpatizzanti ed i rappresentanti delle 78 sezioni provinciali della
FIDAS VERONA che l’8 ed il 9 giugno saranno ospiti del nostro paese in occasione della 3° Festa FIDAS TUTTINSIEME.
È importante ricordare a tutti i cittadini la preziosa opera
portata avanti da questa Associazione che da 15 anni
ormai sovrintende al reclutamento dei donatori di sangue
ed alla loro organizzazione e lavora incessantemente per
favorire una più diffusa cultura della donazione a garanzia dell’autosufficienza per tutti gli ospedali veronesi.
Un attività encomiabile che non si può ripagare a nessun
prezzo se non con la consapevolezza, con la riconoscenza e con l’attestazione di stima da parte della società e
delle istituzioni.
Nell’accogliere pertanto la manifestazione FIDAS TUTTINSIEME, colgo l’occasione per esprimere a tutti i partecipanti il mio sincero apprezzamento per l’impegno e
la dedizione ed auguro a tutti una buona permanenza a
Bovolone.
Bovolone 16/04/2013
Il Sindaco
Emilietto Mirandola
Sono aperte le iscrizioni
UM
C
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M
E
D
VA
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del D O N AT O
Chi può donare…
Da sapere che…
… tutte le persone in buona salute, di età
compresa tra i 18 e i 65 anni
… chiunque abbia un peso non inferiore ai
50 kg.
… tutte le persone che non sono state affette da particolari disturbi: epatite virale,
affezioni cardiache, malattie veneree, ecc…
il tuo colloquio con il medico chiarirà i tuoi
dubbi.
… il donatore non corre alcun pericolo di
infettarsi, in quanto il materiale impiegato è
sterile e monouso
… il donatore è periodicamente sottoposto
ad una visita completa di esami clinici a tutela preventiva della sua salute.
Perché donare…
… perché spesso una trasfusione costituisce il mezzo indispensabile per salvare la
vita ad un ammalato
… perché gli interventi chirurgici più difficili
richiedono grandi quantità di sangue
… perché potremmo averne bisogno tutti.
Dove e come donare…
… presso i Centri Trasfusionali nelle strutture ospedaliere.
L’accertamento dell’idoneità del donatore
viene eseguita da un medico
… a digiuno da almeno 8 ore, possibilmente
nelle prime ore del mattino, astenendosi dal
bere alcolici e bevande zuccherate nelle ore
precedenti il prelievo
… vincendo tutte le nostre piccole paure
e superando l’indifferenza verso i problemi
sociali.
Centri Trasfusionali veronesi
“dove si può donare”:
Ospedale di B.go Trento Vr
Ospedale di B.go Roma Vr
Ospedale di Legnago
Ospedale di Villafranca
Ospedale di Bussolengo
Ospedale di S. Bonifacio
Ospedale di Negrar
Ospedale di Bovolone
Ospedale di Tregnago
altri…
045 8122150
045 8124321
0442 632535
045 6338224
045 6712256
045 6138466
045 6013741
045 6999577
045 7808366
ONLUS
FIDAS VERO2NA
- 37134 Verona
a,
via Polveriera Vecchi
045.8278521
Tel. 045.8202990 - Fax
www.fidasverona.it
[email protected] -
vita associativa
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274.668: 15 anni di Fidas Verona
di Silvano Salvagno
Quel numero che appare nel titolo non
è un riferimento telefonico ma il risultato
che i donatori dell’associazione hanno
offerto alla comunità veronese: 274.668
sacche di sangue o di suoi elementi richiesti all’atto della donazione.
Potrei qui fare un esame più specifico,
delle statistiche chiare, presentare lo sviluppo che Fidas Verona ha ottenuto in
questi primi 15 anni; preferisco che questi dati siano raggruppati in un riquadro
a parte con il grafico che presenta anno
dopo anno il nostro cammino.
Desidero maggiormente parlare dei motivi che hanno portato alla costituzione
dell’associazione perché questo diventi
storia conosciuta da tutti, anche da chi
ha iniziato a donare da poco tempo e ne
conosce forse soltanto il nome, o il logo,
o qualche immagine intravista, ma senza
comprenderne il significato sostanziale e
soprattutto l’impegno che l’ha prodotta e
le persone coinvolte.
A coloro che conoscono bene la storia
della nostra scommessa iniziale, o chi in
scritti precedenti ha già avuto modo di
leggerla, chiedo un po’ di pazienza; ma
ritengo che i donatori degli ultimi 5 anni
abbiano ricevuto soltanto brevi notizie
incomplete ed è giusto ne sappiano di
più, perché è la nostra storia, la storia di
persone normali che vivono la normalità
della loro vita alla quale aggiungono un
gesto che li distingue perché grande in
assoluto e indispensabile per la vita di
tante persone.
Poche domeniche fa rappresentavo ad
una festa di sezione la presidenza provinciale. Labari azzurri coloravano la
cerimonia, ma in mezzo se ne staccava
nettamente uno per il colore: era rosso e
il nome impresso era quello della sezione
organizzatrice che lo aveva posto accanto a quello azzurro.
Ho sorriso, non per condiscendenza,
ma perché mi riportava indietro nel tempo, oltre i 15 anni compiuti dalla Fidas,
quando tutti i labari dei tre Gruppi che
l’avrebbero costituita erano rossi, con
nomi diversi ma con lo stesso spirito associativo, a volte anche in competizione
tra loro.
Mi è piaciuto questo collegamento che ricordava due momenti diversi di una stessa storia; se è vero che è maestra di vita,
due tempi diversi lo sono ancor di più,
perché presentano il “prima e il dopo”.
Non sono qui per fare confronti; erano
tre situazioni diverse nella gestione, nella promozione, nei rapporti all’interno e
all’esterno dei Gruppi. Targati ugualmente Fidas a livello nazionale, ma Francescano, Samaritano, S, Camillo de’ Lellis
nella provincia veronese, puntavano allo
stesso obiettivo con lo stesso entusiasmo. Singolarmente erano ammirevoli,
ma i risultati discontinui, molto legati alla
loro dimensione e alle situazioni impegnative che si presentavano con frequenza.
Diceva il presidente del Samaritano,
il non dimenticato dr. Lucio Francesco Manzini, in un suo intervento ad
un’assemblea:”nella vita si può essere comparse o attori; i donatori hanno
scelto di essere attori per interpretare la
scena della vita”. Essere attore implica
la capacità e la singola volontà, ma per
costruire la scena o la rappresentazione
l’attore non basta, serve tutta l’organizzazione che esse comportano. Ecco allora imporsi l’idea, da tempo chiacchierata
tra noi presidenti e dai relativi consigli, di
unificare le forze e utilizzare al meglio le
energie, le idee e l’esperienza maturata
in tanti anni. Ricordo che già dal 1952
era operativo il Gruppo Francescano,con
presidente Sergio Rosa, dal 1955 il Samaritano, con Arrigo Scapini delegato,
dal 1962 il S. Camillo, con alla presidenza
Salvagno Silvano, ultimo nato ma allora il
più consistente numericamente.
È stato facile raggiungere un accordo tra
i tre? No!, molto lungo e difficile. E’ semplice dire oggi che è logico essere uniti,
ma allora significava cancellare il proprio
nome, che per decine di anni aveva connotato associazioni e donatori. Vinse allora, e vincerà sempre il buonsenso e la
necessità di proseguire un cammino che
negli anni precedenti aveva presentato
notevoli difficoltà.
Ne avevamo incontrate diverse altre sulla
nostra strada e la buona volontà, che ai
donatori non manca mai, ci aveva sempre permesso di risollevarci e ripartire.
Questa volta era più difficile perché, a
seguito dell’individuazione di nuovi virus, i controlli medici erano, giustamente, diventati più severi con conseguenti
eliminazioni e sospensioni, che spesso
portavano alla disaffezione.
Nel 1997, con accordi ben precisi confermati da assemblee sezionali e provinciali, costituimmo la nuova associazione,
riprendendo nell’atto costitutivo alcune
note per ricordare i valori dei Gruppi. E
qui comincia la nostra storia, fatta all’inizio di grandi difficoltà ma anche di soddisfazioni, di numeri che nello scorrere
degli anni aumentavano, di attività ai vari
livelli di sezioni, provinciali e del Gruppo
Giovani, che si sviluppavano sempre con
maggior forza e competenza, di rapporti
interassociativi ed extra associativi che
prendevano consistenza nel rispetto reciproco. Io personalmente, che ne ho
seguito i primi 8 anni quale presidente
eletto per due mandati, ho conosciuto
momenti, situazioni, persone che, anche
nelle difficoltà, ritengo ancor oggi eccezionali.
Ho ottenuto la collaborazione di tanti
consiglieri e presidenti che hanno creduto e credono tuttora nella Fidas e ad essa
hanno dato impulso, conoscenza e sostanza. Ricordo sempre che per gestire
un’associazione serve il contributo di tutti, o almeno di tutte le persone convinte,
perché da soli si fa per uno, in pochi si fa
per molti, in molti si fa per tutti.
I compiti che ci attendevano erano notevoli: si doveva dotare l’associazione
di tutti quei mezzi che ne sono parte
integrante: labari, striscioni, distintivi,
manifesti, depliant informativi, oggetti
per proporre la nuova immagine, come
cappellini, magliette, piccoli oggetti….
Abbiamo posto gli interventi nelle scuole
come punto di forza per una promozione
ampia ed efficace; per fare questo servivano mezzi visivi per l’esposizione del
problema sangue, ma anche materiale
per ricordare l’incontro e per farlo
entrare nelle famiglie, servivano
in primis donatori
disponibili da formare per
poter ampliare la
nostra presenza
nelle scuole. Tutto questo non era
semplice, anche
se alcuni di noi
avevano esperienze acquisite nella
comunicazione
e tanti nella pratica, che è sempre indispensabile.
Gli obiettivi dei primi 4 anni di presidenza
furono principalmente tre: amalgamare
i 3 Gruppi costituenti, sviluppare l’associazione tramite le sezioni, proporre
in vari modi il nome Fidas per crearne
l’immagine; ritenemmo allora, presidenza
provinciale e sezioni, di esserci avvicinati
molto al raggiungimento degli obiettivi e
che potevamo indirizzarci verso altri più
ampi.
Il secondo periodo ci permise di rafforzare il rapporto con le istituzioni esterne,
che erano poi i nostri contatti abituali.
Con l’Hellas Verona continuammo una
collaborazione ben consolidata, entrammo nel mondo della pallavolo e fin da
subito ricevemmo approvazione dalla
società e da tutto il pubblico, tanto che
dopo un paio d’anni organizzammo sul
campo un gemellaggio con gli amici della
Fidas di Cuneo; l’anima di questo nuovo contatto fu l’indimenticabile Gilberto
Bresaola; le autorità amministrative del
comune di Verona ci concessero spesso spazi per le nostre assemblee o per
promozioni nelle piazze; a livello associativo e interassociativo eravamo presenti
nella Fidas e nel Fondo regionale, così
nei Comitati di gestione presso le Aziende Ospedaliere. Potevamo ormai dire di
essere arrivati al traguardo delle nostre
aspettative ed di ricevere ovunque quella
considerazione e rispetto che una grande
associazione merita.
Nell’assemblea del 2005 fu proposta e
approvata l’organizzazione del Congresso Nazionale 2006;
la Fidas Nazionale confermò la richiesta
e tutti si impegnarono con idee e proposte che furono in breve sintetizzate ed
entro l’autunno la manifestazione era ben
definita. La fine di quell’anno ci regalò
anche una gradita sorpresa: la conces-
sione di una sede idonea da parte della
Fondazione Cariverona; finalmente la sicurezza che per molti anni non avremmo
più sostenuto traslochi.
La realizzazione del Congresso fu veramente notevole, con la partecipazione
di tutte le federate e la presenza di circa
15.000 donatori alla Giornata del Donatore; notevole inoltre fu la partecipazione
di una trentina di sindaci dei comuni veronesi con la fascia tricolore, a significarne l’importanza.
Il successo risultò grande, perché grandi
erano stati tutti coloro che si erano impegnati nell’organizzazione e i donatori che
da tutte le sezioni erano confluiti nel corteo con arrivo in piazza Bra. Ricevemmo
complimenti dalla nazionale, dalle fede-
I tre “allenatori” della Fidas Verona
in compagnia del mitico
Osvaldo Bagnoli. Sicuramente
hanno imparato da lui
a vincere!
rate, dalle amministrazioni, dalla gente.
Poco dopo l’assemblea dei delegati si ritrovò per rinnovare la presidenza provinciale, mentre tutte le sezioni si riunivano
per le loro elezioni.
Andrea Campara, della sezione di Lavagno, fu eletto presidente provinciale,
mentre il presidente precedente Silvano
Salvagno fu nominato all’unanimità presidente onorario.
Si avviò allora una terza fase di sviluppo
che, confermando le collaborazioni più
collaudate, allargò la partecipazione nel
settore sportivo amatoriale e soprattutto
diede un impulso notevole al lavoro di
zona che, ben previsto nelle norme associative, non aveva ancora ottenuto grandi
o totali consensi.
Alcune manifestazioni da locali divennero di zona, superando campanilismi, che
sono naturali ma che spesso frenano la
possibilità di lanciare messaggi ad un
pubblico più ampio.
In quel periodo iniziò la collaborazione
con il CUS Verona Rugby, terza realtà
sportiva ai massimi livelli dello sport veronese. In quegli anni la partecipazione
alle grandi “podistiche”, Straverona e
Montefortiana, aumentò progressivamente tanto da ottenere più volte il primo
premio per iscritti.
Campara non terminò il suo mandato
quadriennale, dimettendosi, per problemi
personali, alcuni mesi prima; la presidenza fu affidata, come da statuto, al vicepresidente vicario Francesco Rossetto,
che con l’esperienza acquisita in nu-
continua a pag. 15
8
la pagina degli sportivi
Altro anno di sport che
Le nostre società amiche hanno ottenuto dei bei risultati, in primis il nostro Hellas Verona che ha finalmente centrato la promozione in serie A. annata sportivamente più difficile invece per gli
amici della Marmi Lanza, che però hanno promesso di darci sod-
Abano Terme 2013
52° Congresso Nazionale FIDAS
SPORT: DIVERTIMENTO E PROMOZIONE
La Donazione tra Programmazione
e Comunicazione
Finalmente, dopo qualche edizione in cui la parte dominante era dedicata a modifiche statutarie
ed adeguamenti normativi, il 3 e 4 Maggio abbiamo partecipato ad un Congresso che ha proposto
spunti importanti di riflessione ed ha posto le basi
per quella che potremmo chiamare “LA DONAZIONE DI SANGUE 2.0”. Sì, ormai, è giunto il momento
per iniziare a vedere la donazione in modo diverso
proprio per garantire la valorizzazione etica del nostro gesto: anche il donatore è parte di un sistema
che è sempre più organizzato, quindi anche il suo
atto volontario va coordinato. Ed è un’esigenza che
avverte non solo Verona, ma tutti i sistemi trasfusionali d’Italia stanno attivando (ed in alcuni casi stanno utilizzando da mesi) la programmazione delle
donazioni, al fine di DONARE QUELLO CHE SERVE
QUANDO SERVE.
E la comunicazione è la seconda sfida che attende
FIDAS nei prossimi anni: pubblicizzare la donazione
di sangue richiede comprensibilità da parte di tutti
e le nuove campagna nazionale “Campionessa di
vita” messa in campo con la collaborazione di Rosalba Forciniti (medaglia di bronzo nel judo alle ultime olimpiadi di Londra) si ispira alle nuove strategie
di comunicazione.
Nicola Martelletto
MASTINI
VERONA
Le collaborazioni sportive sono da
sempre uno dei fiori all’occhiello
della propaganda Fidas. I nostri volontari infatti si impegnano a seguire e a portare la nostra immagine
in molti eventi sportivi veronesi, facendo una grande propaganda alla
donazione e diventando così veicolo di aggregazione. Hellas Verona,
Marmi Lanza, Cus Verona Rugby e
i Mastini Football Americano fanno parte della famiglia Fidas a tutti
gli effetti, e noi siamo lieti di poter
gioire con loro e aiutarli quando ne
hanno bisogno.
La collaborazione che quest’anno
ha dato più soddisfazioni in termini
sportivi è sicuramente quella con
l’Hellas Verona, che ha dominato il
campionato
di serie B e
si prepara al
palcoscenico
della serie A.
E, visto che
in Italia il calcio è lo sport
più seguito,
ci sarà una
grande pos-
sibilità per noi di mescolare i nostri
berretti rossi alle bandiere gialloblù.
Se invece la Marmi Lanza è stata
un po’ magra in termini sportivi, lo
stesso non si può dire in termini di
visibilità. Le nostre felpe e i nostri
berrettini hanno sempre fatto bella vista di se al PalaOlimpia, sempre in prima linea nel coordinare
gli ingressi e nello stare vicini alla
società. I pallavolisti sono sempre
stati attenti alla nostra presenza e
ci hanno sempre voluto bene. E, visto che non può piovere sempre, ci
auguriamo che l’anno prossimo ci
siano anche delle gran vittorie, fermo restando che si rimane sempre
in serie A .
Come non dimenticare poi i ragazzoni del
CUS Rugby
Verona, che
giocano con
ogni condizione meteo
dando il loro
meglio
nelle
battaglie
con campo
pesante. Ra-
In cammino sul filo
della solidarietà
"In cammino sul filo della solidarietà": 26 ore, 117
chilometri no-stop con l’unico obiettivo di coinvolgere più persone possibili nel dono del sangue
e dimostrare che, solo lavorando insieme e sostenendosi nel momento del bisogno, si riescono a
raggiungere grandi traguardi.
Una battuta, una sfida…ed eccoci nel bel mezzo
di una splendida manifestazione nata con semplicità e spontaneità tra amici e condivisa con
chiunque.
Abbiamo scelto di “contagiare” le persone incontrate durante il percorso legando loro un nastro
rosso al polso, segno del nostro passaggio.
Alcuni marciatori hanno donato il sangue venerdi
3 maggio in Borgo Roma , il giorno prima della
partenza, ma l’impresa è iniziata ufficialmente sabato 4 maggio alle ore 8.00 a Valeggio sul Mincio
nella piazzetta antistante la sede Fidas con il taglio del nastro da parte di esponenti dell’amministrazione comunale e con la benedizione del
parroco don Paolo Zuccari.
Anche il Sindaco di Valeggio sul Mincio Angelo
Tosoni ,contagiato dal nostro filo rosso, ha percorso con noi il tratto fino a Quaderni.
Finalmente, dopo una mattinata sotto il sole e
dopo aver attraversato Quaderni,Villafranca , Povegliano, Alpo, Dossobuono e Santa Lucia, alle 14
siamo arrivati in piazza Brà, scortati dalla polizia
locale per poi essere
accolti sulla gradinata di palazzo Barbieri
dall’assessore
alle
politiche sociali Anna
Leso, dal Presidente provinciale Fidas
Verona dott. Massimiliano Bonifacio
e da una numerosa
delegazione di donatori provenienti dalla
Basilicata.
Abbiamo proseguito il percorso attraversando le
sezioni della zona est della provincia di Verona
come Lavagno e Caldiero oltrepassando il confine
della provincia ed entrando nel territorio vicentino
dove, ad ogni tappa, trovavamo una grande festa.
Durante il percorso moltissimi marciatori si sono
uniti a noi per percorrere tratti più o meno lunghi
di strada. Con grande sorpresa, durante la notte
, ci ha raggiunto anche una delegazione proveniente dal congresso nazionale di Abano Terme
capitanata dal Presidente Nazionale Fidas Dott.
Aldo Ozino Calligaris.
Proprio quando le forze e l'entusiasmo iniziavano
a mancare il sindaco di Sossano ci ha ricevuti
alle 2.15 della notte con la fascia tricolore e ci ha
consegnato una targa di riconoscimento per il nostro operato. Giunta la mattina, il sole ha fatto capolino fra le nuvole e il cielo si è aperto così come
Piazza Prato della Valle per riceverci direttamente
sul palco e così il filo rosso "ha contagiato" anche
i presenti rappresentanti di tutti i donatori Fidas
d’Italia. Ancora una volta siamo ad affermare che
ogni singolo momento, ogni piccolo sforzo, così
come ogni singola goccia, insieme ad altre, ingrossa il fiume e riempie un oceano.
Nella speranza che simili iniziative si possano ripetere, ringraziamo quanti si sono adoperati per la
buona riuscita, in particolare a chi ha organizzato
l'accoglienza e a chi ci ha assistito materialmente
e moralmente durante lungo il percorso.
Silvio Franchi
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