La "riforma"
che uccide
la Costituzione
Cos'è, chi l'ha voluta, perché votare
NO al referendum confermativo.
A cura del "Comitato Unitario Pistoiese per la Difesa
della Costituzione"
www.comitatocostituzionept.splinder.com
Per altre informazioni:
www.toscanaperlacostituzione.it
www.salviamolacostituzione.it
NON UNA "RIFORMA" MA UNO STRAVOLGIMENTO DELLA
COSTITUZIONE
La Costituzione italiana è stata promulgata nel 1948 e porta tre firme
che rappresentano l'intero arco politico democratico: De Nicola (Presidente
della Repubblica e liberale), De Gasperi (Presidente del Consiglio e
cattolico), Terracini (Presidente della Costituente e marxista). Ossia tutte
quelle forze politiche che il fascismo aveva escluso per vent'anni dalla vita
pubblica e che, seppur molto diverse fra loro, si riconoscevano in un
comune progetto democratico: nella Costituzione si ritrova l'Italia liberata,
repubblicana e anti-fascista. Si può dire che lo spirito della Costituzione è
stato, per unità e condivisione, uno dei miracoli della storia italiana. Anche
per questo, a tutt'oggi, la Costituzione italiana del '48 viene considerata
una delle più moderne ed avanzate del mondo.
Al tavolo della costituente lavorarono, per 18 mesi, 556 parlamentari e
giuristi democraticamente eletti e rappresentanti di tutte le culture.
Oggi, una maggioranza parlamentare eletta nel 2001 solo dal 38% dei
cittadini, ha affidato a solo 4 persone (i "saggi" Calderoli, Nania, D'onofrio
e Pastore) l’incarico di scrivere un disegno di legge che scardina la
Costituzione con la modifica di ben 53 articoli su 138! Per questo motivo è
sbagliato parlare di "riforma" (cosa tra l'altro prevista dall'art. 138 ma per
semplici aggiornamenti). Si tratta infatti di un totale stravolgimento del
testo costituzionale tale da configurarsi come una Nuova Costituzione, del
tutto diversa dalla precedente. Durante i vari passaggi parlamentari non c'è
stato nessun confronto con l'opposizione (ossia con i rappresentanti di più
della metà del popolo italiano). La riforma è stata imposta a colpi di
maggioranza sotto i continui ricatti della Lega Nord. Un'operazione di
mercanteggiamento tutta interna alla destra: la devolution per la Lega, il
premierato per AN, il parlamento debole per Forza Italia.
Pensare di riscrivere il testo base della convivenza civile di un Paese
senza tenere in minimo conto le ragioni delle altre forze politiche e
basandosi solo sulla forza dei propri numeri è un'operazione sciagurata che
non potrà certo garantire stabilità e serenità alla futura vita politica italiana.
Per questo è necessario impegnarsi tutti perché questa "riforma"
venga bocciata, firmando la richiesta di referendum e poi votando
NO alla conferma della riforma.
Il Coordinamento Nazionale
‘SALVIAMO LA COSTITUZIONE’
è presieduto dal Senatore a vita
OSCAR LUIGI SCALFARO
e da:
Franco Bassanini (ASTRID), Sandra Bonsanti (Libertà e Giustizia),
Maurizio Serofilli (Comitati Dossetti)
Coordina il Comitato Scientifico:
Prof. Leopoldo Elia
Al Comitato aderiscono (in ordine alfabetico):
ACLI nazionale, ANPI, Aprile per la Sinistra, ARCI, ARIS, ASTRID,
Carovana per la Costituzione, Centro Riforme dello Stato, CGIL, CISL,
Città dell’uomo, Cittadini per l’Ulivo, Comitati Dossetti per la
Costituzione, Comitato Emergenza legalità, Communitas 2002, Comunisti
Italiani, DS, Giovani per la Costituzione, Girotondi per la Democrazia –
Palermo, Giuristi Democratici, Il Campo, Il secolo della rete, Italia dei
Valori, Libertà e Giustizia, Legalità e Democrazia, Margherita,
Movimento difesa del cittadino, Polis Duemila, Presidio per la difesa della
Costituzione, Rifondazione Comunista, UIL, Unione Donne Italiane
i comitati locali di:
Alessandria, Alghero, Andria,Bari, Bologna, Bolzano, Bra, Brindisi,
Cagliari, Caserta, Chieti, Como, Crevalcore, Crotone, Ferrara, Frosinone,
Gemona del Friuli, Genova, Imola, Lecce, Lecco, Milano, Modena,
Montecosaro, Montemarciano, Napoli, Novara, Padova, Parma, PiemonteVald’Aosta, Pinerolo, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma,
Salerno, Sciacca, Sondrio, Sulmona, Udine, Vercelli/Valsesia, Varese,
e il coordinamento regionale Toscano, comprendente i comitati di:
Arezzo, Empoli, Fiesole, Firenze. Follonica, Grosseto, Lastra a Signa,
Livorno, Lucca, Massa, Piombino, Pisa, Pistoia, Poggibonsi, Prato, Sesto
F.no, Siena, Versilia.
IN COSA CONSISTE LA COSIDDETTA "RIFORMA"
• FORMA DI GOVERNO E SUPER-PREMIER
Diviene automaticamente Primo Ministro il capo del partito che ottiene
la maggioranza, anche relativa, alle elezioni della Camera. Il primo
ministro nomina e revoca i ministri, determina (e non più dirige) la politica
generale del governo e l'attività dei ministri. Si tratta di un primo ministro
"assoluto" con immensi poteri: è legittimato di fatto da un'elezione diretta,
può sciogliere la Camera a suo piacimento (o può chiedere che lo faccia il
Presidente della Repubblica senza che questo possa negarglielo), non ha
più bisogno della fiducia del Parlamento per insediarsi, determina la
politica del governo, il Capo dello Stato deve affidargli automaticamente
la formazione del governo.
Il governo, e quindi il suo capo, finirà per assumere anche il potere
legislativo, oltre a quello esecutivo, perchè deciderà su quali
provvedimenti riterrà indispensabili e su di essi potrà chiedere la fiducia.
Se non l'otterrà potrà sciogliere la Camera. È facile comprendere che
questo rifiuto sarà molto improbabile.
Questa figura è unica in Europa perchè ai poteri del primo ministro non
si accompagnano contrappesi adeguati né un rafforzamento delle figure di
garanzia. Non esiste in nessun paese europeo l'elezione diretta del primo
ministro. Il premier all'italiana sommerà i poteri del presidente degli Stati
Uniti, del cancelliere tedesco e del primo ministro britannico ma non
incontrerà nessuno dei limiti e dei contrappesi che rendono accettabili il
presidenzialismo americano, il cancellierato tedesco e il premierato
inglese.
La Camera può, in teoria, votare la sfiducia al governo a patto però di aver
già individuato, ma solo nell'ambito della stessa maggioranza, un nuovo
premier.
Il Senato diventa "federale" ma i rappresentati delle Regioni
partecipano alla sua attività senza avere diritto di voto. Il Senato federale si
occupa solo delle leggi regionali. Il singolo parlamentare così, a dispetto di
quello che dice l'articolo 67 della Costituzione, non è più il rappresentante
di tutta la Nazione e vede limitarsi la capacità di incidere nella dialettica
politica.
• ISTITUZIONI DI GARANZIA
Tutte le istituzioni di garanzia (Presidenza della Repubblica, Corte
Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura e il Parlamento
stesso) risultano indebolite. In particolare:
- Presidente della Repubblica: diventa una figura puramente
rappresentativa, perde infatti il potere di sciogliere le Camere, di dare
l'incarico di formare il governo, di autorizzare la presentazione dei disegni
di legge governativi. Il Presidente Oscar Luigi Scalfaro sostiene che con
questa riforma il Presidente della Repubblica "viene lasciato in canottiera".
Il Capo dello Stato diventa un semplice notaio che mette le firme sotto le
richieste del primo ministro. Nel testo della riforma è scritto che egli è il
garante dell'unità federale dello Stato, ma senza dire in che modi e con
quali poteri.
- Consiglio Superiore della Magistratura (CSM): metà dei giudici
saranno eletti dal Parlamento ma mentre la Costituzione del '48 prevede
che possano essere eletti solo professori universitari di materie giuridiche o
avvocati con almeno 15 anni di esercizio, il testo della riforma non
specifica nulla. Ciò significa che si potranno eleggere al CSM anche
politici "puri" senza competenza giuridica, col forte di rischio di legare
l'organo di autogoverno della magistratura alla maggioranza di governo,
facendogli perdere indipendenza ed autonomia.
- Corte Costituzionale: anche qui aumenta il controllo del governo
sull'Alta Corte. Nella Costituzione del '48, infatti, i 15 alti magistrati erano
eletti 5 dal Presidente della Repubblica, 5 dalla magistratura, e 5 dal
Parlamento. Adesso invece la riforma prevede che i magistrati di nomina
politica aumentino da 5 a 7. La Corte subirà così le pressioni e gli indirizzi
imposti dal premier e dal suo governo.
• ITER LEGISLATIVO
Il percorso di formazione delle leggi diventerà caotico e causerà spesso
lo stallo dell'attività legislativa. Si passa infatti a un bicameralismo
differenziato. Ci saranno leggi di competenza della Camera (legislazione
esclusiva dello stato), altre del Senato federale (legislazione concorrente) e
altre ancora bicamerali. Non si sa ancora chi avrà l'ultima parola su leggi
che riguardino più materie. In caso di conflitto di competenza fra Camera e
Senato la decisione passa ai presidenti di Camera e Senato. Se entrambi
però non saranno d'accordo allora si nominerà una "commissione
paritetica" che funzionerà come una terza camera. Le leggi approvate dal
Senato sono soggette a una limitazione: il governo può modificarle se lo
ritiene opportuno ma se il Senato respinge queste modifiche allora si
nominerà un'altra commissione paritetica.
• COMPETENZE DELLE REGIONI, DETTA "DEVOLUTION"
Con questo orrendo termine (che però sa tanto di moderno) si definisce
il federalismo di stampo leghista. Le regioni avranno potestà legislativa
esclusiva in materia di sanità, scuola (gestione degli istituti e dei
programmi scolastici a interesse regionale), polizia e ogni altra materia
non riservata allo Stato. Questa impostazione comporta una confusione di
ruoli e competenze con un inevitabile aumento dei conflitti fra istituzioni
locali e centrali. Ma soprattutto smantellerà l'unitarietà e l'universalità dei
diritti fondamentali che non saranno più uguali per tutti i cittadini, ma
diversi da regione a regione, esasperando le differenze fra zone ricche e
zone povere.
COSA CI RACCONTERANNO
In occasione della campagna referendaria le forze politiche che hanno
promosso lo stravolgimento della Costituzione porteranno a sostegno del
SI argomenti che possono trarre in inganno sulla reale portata della
riforma.
• I cittadini avranno più potere perché decideranno direttamente
chi li governerà
In realtà i cittadini conteranno qualcosa solo il giorno del voto, e
sappiamo bene come funzionano le campagne elettorali fatte di
promesse che non saranno mantenute. Questo è ancora più pericoloso in
un Paese in cui una sola persona, Berlusconi, è padrone di più della
metà di tutti i mezzi di comunicazione: TV, editoria, giornali e radio.
Anche Mussolini e Hitler andarono al potere col favore del popolo
ingannato. Solo un efficace sistema di controlli democratici e
contrappesi istituzionali garantisce la democrazia.
• Con la nuova Costituzione ci saranno meno parlamentari da
pagare
E’ già stato calcolato che la moltiplicazione delle strutture
amministrative dovuta alla cosiddetta ’devolution’ comporterà una
crescita enorme delle spese, ben superiore al ‘risparmio’ di qualche
indennità parlamentare. Inoltre ai Senatori dovranno essere aggiunti i
membri ‘senza voto’ del Senato.
• Ci sarà stabilità e mai più ribaltoni
Il governo Berlusconi ha visto avvicendarsi sette responsabili di
ministeri importanti; questa è stabilità? Se per stabilità si intende che il
Primo Ministro fa ciò che vuole, servirà solo a far passare, come è già
accaduto, leggi ‘ad personam’ che favoriscono pochi a danno di tutti. E
magari anche leggi che fanno arricchire il Primo Ministro e le sue
aziende. E’ questa la ‘stabilità’ che vogliamo?
• Col federalismo, ogni regione paga per sè e così finisce
l’assistenzialismo
Lo spezzettamento delle competenze fra le Regioni in materie
fondamentali come la salute, l’assistenza, la scuola e la polizia locale
rischia non solo di creare grandi discriminazioni fra i cittadini, ma anche
molti contenziosi e una generale caduta del livello dei servizi.
Cosa accadrà a un cittadino che subisce un infortunio in una regione
diversa da quella di residenza? Potrà godere dell’assistenza gratuita?
E i titoli di studio rilasciati da una regione saranno accettati in regioni
diverse, con piani di studio diversi?
Il federalismo è storicamente lo stadio intermedio per la costituzione
di stati unitari a partire da più strutture indipendenti; per la prima volta
servirà invece a dividere uno Stato faticosamente unificato.
• La sinistra ha già fatto la sua riforma costituzionale con pochi
voti di scarto e sul finire della legislatura, quindi che titolo ha per
contrastare la nostra?
La riforma del Titolo V della Costituzione attuata dal governo di centrosinistra era di portata molto minore perchè riguardava solo una quindicina
di articoli e un singolo aspetto istituzionale (il decentramento dei poteri
alle regioni). Non modificava un terzo dell'intera Costituzione come invece
fa questa riforma della destra. Inoltre la riforma del centro-sinistra nasceva
da due anni di confronto nella bicamerale con i partiti del centro-destra.
Confronto che invece è stato del tutto assente in questa riforma voluta,
scritta e imposta solamente dalla destra.
• La riforma tocca solo la parte seconda della Costituzione
Anche questo non è vero: modificando gli equilibri fra i poteri e la
composizione di organismi come la Corte Costituzionale e il CSM essa
incide sulla concreta possibilità di far valere i Principi Fondamentali che
costituiscono la Parte Prima. Basti un esempio: nella prima parte il
diritto alla salute è riconosciuto a tutti gli italiani, ma con la devolution
ci saranno 20 sistemi sanitari diversi e le regioni povere non potranno
garantirlo. Stesso discorso per il diritto all'istruzione, con un dilemma in
più: i titoli di studio di una regione saranno riconosciuti nelle altre?
HANNO DETTO...
Le modifiche costituzionali introdotte prefigurano una Repubblica di tipo
bonapartista e riecheggiano per certi aspetti le Leggi Fascistissime del
1925
Carla Voltolina, vedova Pertini
Quello che accade, accade non tanto perché una minoranza vuole che
accada, quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle
sue responsabilità e ha lasciato che le cose accadessero
Antonio Gramsci
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra
Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei lager dove furono sterminati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì
col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione.
Piero Calamandrei
La Costituzione è il fondamento della Repubblica democratica. Se cade dal
cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa
dal Governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare
il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le
nostre libertà.
Don Luigi Sturzo, Discorso al Senato del 27 giugno 1957
Dobbiamo impedire ad una maggioranza che non ha ricevuto alcun
mandato al riguardo, di mutare la nostra Costituzione: si arrogherebbe un
compito che solo una nuova Assemblea Costituente, programmaticamente
eletta per questo, e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come
veramente rappresentative di tutto il nostro popolo. Altrimenti sarebbe un
autentico colpo di stato.
Giuseppe Dossetti
La riforma della destra prevede il premierato assoluto in una Costituzione
incostituzionale, nel senso che si daranno poteri assoluti ad un premier
eletto direttamente, distruggendo il sistema dei freni e dei contrappesi che
è la ragion d'essere di una Costituzione.
Giovanni Sartori
L'Italia diventerebbe un sistema in cui il popolo è libero solo il giorno in
cui vota mentre è schiavo tutti gli altri giorni. Siamo impiccati al voto di
un giorno. Per il resto potremmo andare al mare, tanto c'è un uomo solo al
comando. Una presa di potere, non una riforma. Una concentrazione di
poteri inedita, se non si fa riferimento al ventennio fascista. Un caso unico
in Europa. Altro che presidenzialismo o semi-presidenzialismo!
Leopoldo Elia
Un allontanamento tout court dalla forma democratica.
Umberto Allegretti
Oggi se il Parlamento vota la sfiducia al governo, va a casa il governo.
Con questa riforma se il Parlamento vota la sfiducia al governo, va a casa
il Parlamento!
Sergio Mattarella
Il sogno autoritario di avere un'assemblea legislativa solo per approvare,
asservita e ridotta all'ubbidiente esecuzione della volontà del premier.
Lorenza Carlassare
Torna alla memoria quel monito di Dossetti che cercava di metterci in
guardia da un nuovo fascismo, inteso come il consolidamento di un potere
esecutivo che non accetta alcun limite, né il controllo di legalità, né il
pluralismo dell'informazione, né la sovranità del Parlamento, né le
prerogative del Presidente della Repubblica. Le riforme della Costituzione
devono essere compatibili col patto costituzionale. E il patto costituzionale
si può riassumere in un concetto: la necessità di sottoporre il potere a limiti
e regole. Se invece si vuole uscire dallo Stato di Diritto lo si dica.
Franco Monaco
Una delega totalitaria al primo ministro. C'è il rischio di un'involuzione
autoritaria nella riforma della casa delle libertà, non tanto perchè mirano a
rafforzare il Primo Ministro e la sua maggioranza, quanto perchè, per farlo,
erodono lo spazio dei poteri bilancianti e negano spazio alla democrazia
partecipativa.
Giuliano Amato
La dittatura elettiva di un uomo solo non è una forma di democrazia, ne è
la negazione. Specie se a quest'uomo, insieme a tutto il potere esecutivo, si
dà il potere di condizionare chi fa le leggi [con il continuo ricatto dello
scioglimento delle Camere n.d.r]. Gli si dà il potere di decidere sulle
regole democratiche, sui diritti e le libertà dei cittadini, sul sistema
dell'informazione, sull'indipendenza della magistratura.
Franco Bassanini
Questa riforma costituzionale è una merce di scambio fra le varie
componenti del centro-destra.
Rosy Bindi
La devolution è inaccettabile secondo quel modello di federalismo
cooperativo e solidale in cui crediamo. C'è il rischio di sperequazioni
territoriali fra nord e sud nel godimento di diritto fondamentali che
dovrebbero invece essere di tutti.
Epifani, Pezzotta, Angeletti
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