Cronaca 19
L'ARENA
Venerdì 5 Dicembre 2014
INCIDENTE. Poco dopole12,Mario Dassiè, Cavaliere dellavoro veronesedi 83anni ,haperso lavitasulla sua Nissan
Anzianosbandaperunmalore
emuore centrandoun albero
POLIZIAMUNICIPALE. I controllinotturni
Primadischiantarsi hainvasolacorsia opposta urtandouna Bmw:l’autista èilleso
C’è probabilmente un malore
all’origine di un incidente mortale avvenuto ieri poco dopo
mezzogiorno in via Fincato.
È stata la polizia municipale
ad effettuare i rilievi del sinistro che ha avuto una vittima
un automobilista veronese di
83 anni, Mario Dassiè, che abitava in via Fiumicello.
Dai primi accertamenti è
emerso che l'anziano, alla guida di una Nissan Qashqai, era
diretto verso il centro quando,
probabilmente a causa di un
malore, ha perduto il controllo del veicolo urtando una
Bmw 530, intestata a una società di Grezzana, che viaggiava in senso opposto. L’auto dell’anziano è finita poi contro
un albero. Alla guida della seconda auto un cinquantottenne veronese che ha tentato di
evitare l'impatto senza però
riuscirvi del tutto; l’auto infatti è stata colpita sulla parte posteriore e l’uomo è rimasto apparentemente illeso.
In zona si sono creati alcuni
rallentamenti durante i rilievi
di legge. Il Nucleo Infortunistica della Polizia municipale sta
ora ricostruendo la dinamica
precisa degli eventi. Ma l’ipotesi del malore che ha colpito
l’anziano è quella più probabile considerata la dinamica dell’incidente che poteva avere
conseguenze peggiori.
In quel tratto di strada che si
trova nei pressi dell’Esselunga
ci sono stati rallentamenti per
alcune ore per dar modo agli
agenti di effettuare i rilievi in
sicurezza.
Sul posto subito dopo il sinistro altri automobilisti hanno
allertato Verona Emergenza
chiedendo di inviare un’ambulanza, ma all’arrivo dei sanitari l’anziano era già deceduto.
la salma è stata portata a medicina legale, a disposizione del
magistrato di turno. ma è molto probabile che l’uomo sia
morto per un malore e non
per i traumi dell’incidente.
Mario Dassiè era Cavaliere
del Lavoro. Della stirpe dei
Sanson, seguendo lo zio Teofilo si era trasferito nel Dopoguerra dal Cadore a Torino, lavorando nel famoso chioschetto dei gelati venduti anche girando con il carrettino.
Come Teo, era un gran lavoratore e coltivava la passione per
il ciclismo. Quando venne fondata l’azienda di Colognola ai
Colli, zio e nipote, quasi coetanei perchè la mamma di Mario (nato nel ’31) era molto più
vecchia del fratello Teofilo
(classe ’28), erano ancora insieme, il capostipite dell’impero
del freddo aveva voluto al suo
fianco il nipote prediletto al
quale aveva dato l’incarico di
direttore di produzione e responsabile della logistica. In
azienda Mario aveva un mot-
Neisotterranei delConfortinispesso dormono isenzatetto
Senzatettosorpresi
neisotterranei
delPolo Confortini
E dietrolaGran Guardia, bloccati
anche duewriter,fuggitoilterzo
LaNissan di Mario Dassiè,ilCavalieredellavoro chehapersola vitaieriin unincidente inviaFincato
LaBmw coinvoltanell’incidente FOTOSERVIZIO DIENNE
DROGA. Un quarantacinquennediBorgo Trentofermatovicino Sona
Diritorno da Cannes
con12 chilidihashish
Lasostanza nascosta nelsemiasse dellasuaauto
Dodici chili e mezzo di
hashish sono davvero tanti. E
secondo la polizia quella droga era destinata ai giovanissimi veronesi. A portarla, da fuori, ma ancora non si è capito se
da Francia, Spagna, o Maghreb è stato un veronese,
Alessandro Avesani, 46 anni,
che abita a Borgo Trento, in
via Locchi.
L’uomo ha un vecchissimo
precedente penale per droga,
che risale ancora agli anni Novanta.
Questa volta è stato fermato
al rientro in Italia da Cannes
(e le battute possono sprecarsi), con un carico di hashish nascosto tra verricello, semiasse
e differenziale della sua vecchia Toyota.
Ad attenderlo a Sona, sulla
Regionale, c’era una pattuglia
della polizia stradale, assieme
agli uomini della squadra Mobile.
Quando ha visto la paletta
della polizia Avesani non si è
scomposto. Il primo controllo
infatti sembrava di routine:
patente e libretto. sapevano,
quelli della Mobile, avvertiti
anche dai colleghi francesi
che in quell’auto poteva esserci droga e ben occultata. La
Toyota era stata segnalata alcune volte nei suoi passaggi alla frontiera.
Ma come ha sottolineato il di-
Ildirigente della Mobile mostraladrogasequestrata DIENNEFOTO
rigente della squadra Mobile
Roberto Della Rocca, la calma
di Avesani è andata via via sfumando quando ha capito che
il controllo della Stradale non
era che un diversivo. I veri interessati alla Toyota erano i poliziotti della Mobile, che hanno
portato l’auto in un’officina,
decisi a smontarla, sapendo
che insistendo, alla fine la droga sarebbe saltata fuori.
Panetti, tubolari e dischi. La
droga era stata ben compattata e plasmata secondo il luogo
in cui avrebbe dovuto essere
nascosta. Ogni confezione legata da un cavetto per poterla
recuperare con meno difficoltà. Ed è la prima volta che nel-
la nostra zona l’hashish arriva
secondo queste strane forme e
non soltanto con i classici panetti. Le indagini adesso proseguono per cercare di capire
a chi questa droga che vale circa 6 mila euro al chilo fosse destinata. «Quello che allarma
maggiormente», ha detto Della Rocca, «è il fatto che nell’ultimo periodo il principio attivo contenuto in queste droghe
è molto elevato. Non sono come le canne di un tempo, quindi i ragazzini rischiano conseguenze più pesanti. Ma nella
loro testa queste restano droghe leggere e di conseguenza
le assumono senza troppi pensieri». • A.V.
to: “Se sei un esempio, gli altri
(riferendosi agli operai e agli
impiegati, ndr) ti seguono”.
Un impegno nel lavoro, indefesso e modesto, che concordava con quella dello zio Sanson,
entrambi Cavalieri del Lavoro, pure appassionati dello
sport di fatica il ciclismo fra
tutti, che seguivano senza praticare forse perchè ne avevano
avuto abbastanza di pedalare
a Torino su quell’invitante carrettino.
Aveva conosciuto e tifato per
Moser, anche per l’Udinese.
Zio e nipote, ora di nuovo insieme. • A.V.
(ha collaborato Anna Perlini)
Quindici persone sono state
fermate l’altra notte dalla Polizia municipale all'interno dell’ospedale di Borgo Trento, dove sono state sorprese a bivaccare, sia nelle zone interne che
esterne. Si tratta di senzatetto,
alcuni dei quali poi accompagnati al comando per gli accertamenti del caso e in seguito
rilasciati. Dieci di questi, individuati all'interno di alcune
aree sotterranee rimaste accessibili dall'esterno, sono stati
denunciati all'autorità giudiziaria per il reato di invasione
ed occupazione.
GRAFFITTARI. La polizia municipale è intervenuta in Interrato Torre Pentagona, dove tre
giovani stavano scrivendo sul
muro della Gran Guardia uti-
lizzando vernice spray. Si tratta di due diciannovenni residenti in provincia e di un terzo
giovane, fuggito prima dell'arrivo degli agenti. Dai controlli
è emerso che i nomi di battesimo corrispondevano a quelli
tracciati su un'ampia porzione di muro della parte posteriore della Gran Guardia e che
il tratto era compatibile con
numerose altre scritte presenti anche vicino alle uscite di sicurezza e su una centralina
elettrica.
Fondamentali nell’attribuzione delle responsabilità le
immagini delle telecamere
presenti in zona. Uno dei due
giovani è stato denunciato per
il reato di deturpamento e imbrattamento di edificio storico. •
Scarica

Mario Dassiè (83 anni)