Gli enti promotori
La clemenza di Tito
di Wolfgang Amadeus Mozart
al
Teatro romano di Fiesole
Prima assoluta per l’Estate Fiesolana
Programma di sala
Pubblicazione promossa dalla Scuola di Musica di Fiesole
in collaborazione con l’Università Mozarteum di Salisburgo ed il
Centro Ricerche Stvdivm fæsvlanvm di Vienna.
La clemenza di Tito di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro romano di Fiesole.
Estate Fiesolana 2014. Programma di sala.
Vienna: HOLLITZER Wissenschaftsverlag 2014.
Copertina: Elaborazione grafica di Francesco Cipriani
Curatori: Stefania Gitto, Giovanni Weidinger
Redazione e traduzioni: Stefano Cavallerin, Kuno Trientbacher
Impaginazione: Johann Lehner
Stampato presso: Prime Rate (Budapest)
© HOLLITZER Wissenschaftsverlag, Vienna 2014
Tutti i diritti riservati.
HOLLITZER Wissenschaftsverlag
Trautsongasse 6/6, A-1080 Wien
Un dipartimento della
HOLLITZER Baustoffwerke Graz GmbH
Stadiongasse 6–8, A-1010 Wien
www.hollitzer.at
ISBN 978-3-99012-156-6 pbk
ISBN 978-3-99012-157-3 pdf
ISBN 978-3-99012-158-0 epub
Sommario
Indirizzi di saluto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Regione Toscana. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Bundesland Salzburg . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Accademia Europea di Scienze e Cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Comune di Fiesole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Scuola di Musica di Fiesole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Università Mozarteum di Salisburgo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
Stvdivm fæsvlanvm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
Un Ponte fra la Toscana e l’Austria: il significato storico della
rappresentazione de LA CLEMENZA DI TITO a Fiesole . . . . . . . . . . . . . . . 17
LA CLEMENZA DI TITO di Wolfgang Amadeus Mozart. . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
Tra Salisburgo e Fiesole: Riflessioni sulla produzione de
La clemenza di Tito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
La clemenza di Tito al Teatro romano di Fiesole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Tito fra Metastasio e Mozart. Genesi dell’opera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Note biografiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
Sinossi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
Libretto originale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
Gli enti promotori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107
Il Teatro romano e l’Estate fiesolana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
Scuola di Musica di Fiesole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
L’Università Mozarteum di Salisburgo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
Stvdivm fæsvlanvm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127
Programma di sala . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 135
Dramatis personæ e Cast . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
Leading Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140
Solisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142
Coro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149
Basso continuo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 151
Orchestra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 151
Elenco delle illustrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
Indirizzi di saluto
Regione Toscana
Le cronache ci ricordano che Wolfgang Amadeus Mozart incontrò Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena a Firenze il 2 aprile 1770 e, appena quattordicenne
(l’età di alcuni dei ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole), suonò per lui alla
villa medicea del Poggio Imperiale. Alcune sonate al cembalo, accompagnato
dal violinista livornese Pietro Nardini, furono sufficienti per incantare Pietro
Leopoldo e, soprattutto, il marchese Pierre-Eugène-François de Ligniville,
ministro delle poste, sovrintendente musicale del granducato e grande contrappuntista. Il padre del giovane, Leopold Mozart, scrive il 3 aprile 1770 alla
moglie un resoconto del concerto e conclude: « Vorrei che tu potessi vedere
Firenze, i suoi dintorni e la posizione di questa città, diresti che è qui che si deve
vivere e morire ». Ventun’anni dopo Wolfgang scrive e dedica La clemenza di Tito
a Pietro Leopoldo, divenuto imperatore del Sacro Romano Impero con il nome
di Leopoldo II. Ed è proprio quest’opera che oggi allievi di due grandi istituzioni musicali – dell’Università Mozarteum di Salisburgo e della Scuola di Musica
di Fiesole – offrono nella splendida cornice del Teatro romano di Fiesole.
È troppo forte la suggestione di questo collegamento spazio-temporale per
sfuggirci: questi giovani musicisti, fra austriaci, italiani ed internazionali rinnovano dopo quasi 250 anni un sodalizio fra due paesi, fra due culture grazie
alla magia della musica mozartiana. La cultura, come la vita delle persone, è un
continuo nel quale anche le opere di genio non emergono dal nulla né si disperdono nel vuoto; tutto viene trasformato, elaborato, riprodotto, sviluppato, che
è poi precipuamente l’opera della cultura. E così oggi possiamo leggere questo
evento – parte di un programma strutturato di collaborazione fra le due grandi
istituzioni musicali – in cui i giovani musicisti suonano insieme La clemenza di
Tito del compositore salisburghese quale continuazione dell’incontro fiorentino di due secoli e mezzo fa.
È importante avere consapevolezza dell’importanza di dare continuità, sostegno e diffusione alla formazione musicale, all’accesso di tutti alla musica,
impresa a cui ha dedicato tutta la sua vita Piero Farulli, fondatore della Scuola
di Musica di Fiesole nel 1974. La Toscana e l’Austria sono chiamate a rinnovare
questo impegno verso i giovani e tutti i cittadini anche in occasione de La clemenza di Tito al Teatro romano di Fiesole.
Enrico Rossi
Presidente
6
Bundesland Salzburg
L’arte italiana era fin dal tardo rinascimento e primo barocco fonte d’ispirazione
per gli arcivescovi salisburghesi. Anche il legame tra l’Austria e la Toscana risale
a quell’epoca – almeno all’anno 1452, quando il grande umanista Enea Silvio
Piccolomini, il futuro Papa Pio II, presentò a Federico III imperatore del Sacro
Romano Impero la sua sposa Eleonora del Portogallo alla Porta Camollia di
Siena. Molto più stretta divenne questa relazione a partire dalla metà del XVIII
secolo con il governo dei Granduchi del casato Asburgo-Lorena, soprattutto
sotto il Granduca Pietro Leopoldo, poi Imperatore col nome di Leopoldo II,
che con le sue riforme illuministiche fece della Toscana un paese esemplare nella compagine europea.
Ma anche gli interessi culturali e in particolar modo musicali hanno inizio
in quell’epoca, dato che sia Pietro Leopoldo che il figlio e suo successore, il
Granduca Ferdinando III, effettuavano intensi scambi musicali tra Firenze e
Vienna, così come poi anche con Salisburgo – non dimentichiamo che Ferdinando III, durante il suo esilio a causa dell’occupazione napoleonica della Toscana, fu il primo regnante non ecclesiastico di Salisburgo (lo Stato di Salisburgo, facente parte del Sacro Romano Impero per tutta la sua esistenza, era un
Principato arcivescovile, governato fino al 1803 da Principi-Arcivescovi) – il
nome « Toskana-Trakt » ovvero ‹ Ala Toscana › nell’ex residenza arcivescovile
salisburghese ricorda tale presenza.
Mi rallegro molto del fatto che questa tradizione fiorentino-salisburghese
venga continuata artisticamente tuttora attraverso un progetto straordinario
che poggia sulle seguenti componenti: l’Università Mozarteum di Salisburgo,
un’istituzione di fama internazionale, la rinomata Scuola di Musica di Fiesole con la sua Orchestra Giovanile Italiana, e soprattutto i giovani musicisti e
cantanti provenienti da ben 19 paesi – tutti questi tre organismi collaborano
alla realizzazione dell’ultima opera di Mozart La clemenza di Tito in un ambiente storico quale il Teatro romano di Fiesole e contribuiscono ad un fruttuoso
scambio culturale a livello europeo.
A tutti i partecipanti, chi davanti e chi dietro le quinte, auguro un buon
esito e un gran successo e ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante progetto.
Wilfried Haslauer
Landeshauptmann
7
Accademia Europea di Scienze e Cultura
La sera della Prima de La clemenza di Tito, la moglie dell’imperatore Leopoldo
II, Maria Ludovica di Spagna, cresciuta a Napoli, accolse quella musica come
« una porcheria tedesca ». Mozart scrisse quest’opera in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia. I committenti erano gli Stati Boemi che,
attraverso questo lavoro, intendevano invitare l’imperatore ad un sistema di governo all’insegna dell’Illuminismo. Leopoldo II avrebbe dovuto guadagnarsi
l’amore del popolo esercitando clemenza. Clemenza e tolleranza erano virtù
fondamentali per l’Illuminismo e per Giuseppe II, fratello maggiore di Leopoldo e suo predecessore al trono del Sacro Romano Impero e quindi anche re di
Boemia. In questo modo i committenti vollero coscientemente rammentare a
Leopoldo II il carattere del precedente governo di Giuseppe II.
Il libretto dell’opera, in realtà, racconta poco dello storico imperatore romano. Il brevissimo regno di Tito fu però connotato realmente dalla virtù della
clementia, soprattutto se pensiamo che prima di diventare imperatore Tito fu un
vero e proprio uomo di spada. Come imperatore, invece, egli effettivamente si
riconobbe nella clemenza che nell’opera mozartiana è rappresentata da un gesto
di perdono. Ma il messaggio universale dell’opera è che tutti i governi devono
obbedire al principio fondamentale della clemenza. La clemenza di Tito è dunque
sempre attuale.
Noi ci congratuliamo con il Mozart-Opern-Institut del Mozarteum – che
è un Istituto dell’Accademia Europea di Scienze e Arti – per aver proposto questo tema, e siamo ancora più lieti perché, grazie alla Scuola di Musica di Fiesole,
quest’opera dopo Salisburgo viene rappresentata al Teatro romano di Fiesole.
Roma era l’avanguardia della nostra Europa, e Fiesole gode la fama di esser
stata « maestra della stessa Roma ». Quindi possiamo sperare che con La clemenza
di Tito, nata nel Centro Europa, getti le basi per un nuovo ponte al di là delle
Alpi.
Auguriamoci che il progetto portato avanti tra Salisburgo e Fiesole tocchi
tutti nel profondo in modo che si possa diventare, nel vivere comune, coscienti
del senso della clemenza, rispecchiando pienamente lo spirito dell’Accademia
nostra: stabilire contatti e scambi europei transnazionali.
Felix Unger
Presidente
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Comune di Fiesole
È con grande orgoglio che saluto la produzione mozartiana curata dalla Scuola
di Musica di Fiesole de La clemenza di Tito, fiore all’occhiello della 67esima Estate
Fiesolana, l’ultima che ho il piacere di annoverare sotto la mia amministrazione.
Frutto della collaborazione con una delle più prestigiose istituzioni formative europee, l’Università Mozarteum di Salisburgo, la realizzazione de
La clemenza di Tito rappresenta per la Scuola un traguardo formativo molto
importante. A questo si aggiunga che la scelta del Teatro romano di Fiesole
come spazio per la prima dell’opera è tutt’altro che casuale. L’antico sito romano è infatti perfettamente in sintonia con il periodo storico nel quale si svolge
l’opera mozartiana. Inoltre, il dedicatorio de La clemenza di Tito è l’imperatore
Leopoldo II, imperatore del Sacro Romano Impero, che per venticinque anni
fu granduca di Toscana.
Questi richiami storico-artistici fanno dell’allestimento fiesolano un evento
importante per il nostro territorio e spero la cultura a Fiesole possa continuare
la sua crescita sotto questo buon auspicio.
Fabio Incatasciato
Sindaco
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Scuola di Musica di Fiesole
La Scuola di Musica di Fiesole festeggia quest’anno il 40° compleanno. Sono
state innumerevoli, in questo lungo periodo, le iniziative immaginate e felicemente realizzate a Fiesole, un luogo dove abbiamo imparato che quasi niente
è impossibile, quando si uniscono competenza e passione al servizio della musica.
Siamo certi che il fondatore della Scuola, l’indimenticato Piero Farulli, viola del leggendario Quartetto Italiano, che per decenni ha percorso il mondo
portando l’arte della più perfetta formazione cameristica nei cinque continenti,
sarebbe fiero che questo compleanno vedesse la Scuola proiettata in una dimensione internazionale grazie alla collaborazione con l’Università Mozarteum di
Salisburgo.
Il progetto ha avuto una prima importante tappa lo scorso anno, quando i
fiati dell’Orchestra Giovanile Italiana (OGI) si sono uniti agli archi del Mozarteum per una tournée austro-italiana, sotto la direzione sia di Wolfgang Redik
– responsabile degli archi salisburghesi – sia di Guido Corti, storico docente
fiesolano impegnato in prima linea nella costruzione dell’accordo di collaborazione tra le due istituzioni.
Convinti della grande validità di questa iniziativa, che consente di allargare
gli orizzonti delle nostre attività formative alle più importanti realtà artistiche e
didattiche europee, siamo particolarmente orgogliosi che si possa rappresentare
insieme La clemenza di Tito presso il Teatro Romano di Fiesole.
Molteplici fili si riannodano nella trama di questo progetto: innanzitutto il
legame tra Mozart e l’Italia, il cui più alto frutto - la trilogia Mozart-Da Ponte – è stato rappresentato qui dalle compagini fiesolane alla fine degli anni ’80
sotto la direzione di Claudio Desderi; poi il fattore storico-politico, perché la
Toscana della seconda metà del XVIII secolo è debitrice agli Asburgo-Lorena
di un momento di governo illuminato e di splendore artistico. Infine, la scelta
de La clemenza, che è l’opera celebrativa commissionata a Mozart per solennizzare l’incoronazione di Pietro Leopoldo a Praga: ecco che il soggetto metastasiano di storia romana riceve nuova linfa vitale nell’elaborazione del genio di
Salisburgo.
Felicemente invischiati in questa ragnatela di corrispondenze storico-artistiche, siamo stati « catturati » dalla proposta di realizzare La clemenza di Tito
in produzione associata con il Mozarteum: onorati di poter collaborare con
un’istituzione tanto prestigiosa con la quale – grazie alla mediazione da parte
del Centro Ricerche Stvdivm fæsvlanvm di Vienna –si è potuto stabilire questo buon rapporto, ed entusiasti di poter offrire ai musicisti dell’Orchestra Giovanile Italiana una simile opportunità formativa, abbiamo preparato a Fiesole
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l’OGI e poi accompagnato l’orchestra a Salisburgo, dove si sono svolte le prove
di scena con il cast vocale, il regista Eike Gramss ed il direttore d’orchestra Josef
Wallnig e dove, il 10 marzo, si è realizzata la prima rappresentazione.
L’emiciclo del Teatro Romano, carico della sua storia millenaria, è parso da
subito un luogo magico e splendido agli amici del Mozarteum, perciò eccoci
qui, al lavoro per riportare indietro le lancette della storia, complici le colline di
Fiesole e le notti stellate di luglio, con un edificante episodio di storia romana
che torna a rappresentarsi nella più perfetta ed appropriata cornice, grazie alla
immortale musica di Mozart e ai giovani artisti austriaci ed italiani.
Andrea Lucchesini
Direttore artistico
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Università Mozarteum di Salisburgo
La Scuola di Musica di Fiesole e l’Università Mozarteum di Salisburgo, due
rilevanti istituzioni europee per la crescita culturale e per l’istruzione musicale,
si sono incontrate per un grande progetto, ambizioso anche da un punto di vista
organizzativo e finanziario.
Dopo la tournée delle riunite orchestre da camera iniziata a Salisburgo
nell’estate 2013 e conclusasi a Fiesole passando per Firenze, Pisa, la Villa di Cintoia presso Greve in Chianti, e L’Aquila, nel marzo di quest’anno le due istituzioni si sono riunite per la prima salisburghese de La clemenza di Tito di Mozart,
riproposta adesso nell’ambito dell’Estate Fiesolana nello storico Teatro romano.
La rinomata Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole, così
come i solisti e coristi dell’Università Mozarteum di Salisburgo saranno diretti nuovamente da Josef Wallnig, direttore del Mozart Opern Institut presso il
Mozarteum. La regia è affidata a Eike Gramss, noto in Italia per l’allestimento
del Ratto dal serraglio (2002/2010) e del Rosenkavalier (2012) al Maggio Musicale Fiorentino mentre il coro sarà diretto dalla palermitana Silvia Spinnato. La
salisburghese Stephanie Forstner, studentessa di scenografia del Mozarteum si
occuperà delle decorazioni e dei costumi, mentre l’apparato tecnico e il light
design verrà curato dall’austriaco Andreas Greiml.
Questa cooperazione ha un aspetto significativo sia dal punto di vista politico
che culturale data la forte matrice europea, che va al di là della semplice produzione artistica: Wolfgang Amadé Mozart, il cui padre si era trasferito dal sud della
Germania a Salisburgo, ha composto la maggior parte delle sue 21 opere in lingua
italiana. Il suo Tito, l’umano e politicamente intelligente esercizio del potere di
un imperatore romano, si basa sul libretto originale del romano Pietro Metastasio, e fu arrangiato per Mozart da Caterino Mazzolà, il poeta di corte del principe
elettore di Sassonia. Ora quest’ultima opera di Mozart viene eseguita in Toscana
– nell’antica città etrusca di Fiesole, nel suo Teatro romano, il quale fu costruito
seguendo il modello dell’architettura greca. Nell’orchestra, sulla scena e dietro le
quinte lavorano giovani artisti – pieni di entusiasmo, di talento e assai motivati: si
tratta di circa 80 persone, in parte molto giovani, provenienti da Italia, Australia,
Bulgaria, Corea, Germania, Giappone, Islanda, Messico, Paraguay, Repubblica
Ceca, Russia, Serbia, Scozia, Slovacchia, Stati Uniti, Svizzera, Tailandia, Ucraina
e Austria. Tutto ciò fa sì che vi sia una buona ragione per la quale questo progetto
stia sotto il patronato dell’Accademia Europea di Scienze e Cultura.
A tutti coloro che collaborano alla produzione del Tito va il mio grande
riconoscimento.
Per il generoso supporto, anche economico, e per l’attenzione generale
concessi al progetto da Andrea Lucchesini, Direttore Artistico della Scuola
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Musicale di Fiesole, e da Lorenzo Cinatti, Sovrintendente della stessa, voglio
porgere un caloroso ringraziamento. Oltremodo giovevole a questo coraggioso
progetto sono stati l’impegno ed il lavoro organizzativo di Stefan David Hummel, per il Mozarteum, e di Guido Corti, Giovanna Berti, e Holley Grey e tutta
la Scuola di Musica di Fiesole. Non in ultimo ci sentiamo sinceramente obbligati verso un austriaco residente nella diocesi fiesolana – l’ideatore e promotore
della collaborazione tra Fiesole e Salisburgo: il Barone Giovanni Weidinger.
Reinhart von Gutzeit
Rettore
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Stvdivm fæsvlanvm
Wolfgang Amadé Mozart compose la sua ultima opera su un testo che non
aveva scelto: La clemenza di Tito. Era un dramma per musica scritto nel 1734, per
l’onomastico del Sacro Romano Imperatore Carlo VI, dal romano Pietro Trapassi detto Metastasio, con musica del veneziano Antonio Caldara, che ebbe la
sua prima il 4 novembre nel Teatro di corte (oggi « Großer Redoutensaal ») della
Hofburg di Vienna. Fu un successo. In seguito il testo fu messo in musica da
oltre 40 compositori, fra cui Cristoforo Gluck in occasione dell’onomastico di
Carlo III re di Napoli nell’anno 1752. La clemenza di Tito nasceva come dramma
per regnanti – il suo tema si incentra sullo stile di governo di Tito Flavio Vespasiano (39–81), Imperatore de’ Romani (r. 79–81): dagli antichi storici il suo
impero, che durò solo 26 mesi, fu lodato quale esemplare, per non dire ideale
– narra Gaio Svetonio Tranquillo che l’imperatore riteneva che ogni giorno, in
cui non era riuscito a far del bene a qualcuno, fosse un giorno perduto.
L’opera rappresentava un messaggio assai significativo per i sovrani, e particolarmente in quella sera del 6 settembre 1791 a Praga, quando fu data la prima
volta con la musica di Mozart: in quella giornata Pietro Leopoldo – già Granduca di Toscana (r. 1765–1790) e, dal 1790, come Leopoldo II Sacro Romano
Imperatore e Re Apostolico d’Ungheria – era stato incoronato Re di Boemia.
Per quell’occasione il dramma di Metastasio di sessant’anni prima, fu adattato
da Caterino Mazzolà, amico illuminato di Giacomo Casanova e Lorenzo da
Ponte e, al contempo, poeta di corte dell’Elettore di Sassonia. L’Elettore era
cognato dell’Imperatore: il fratello ed erede al trono di Sassonia aveva sposato,
nell’ottobre 1787, la figlia primogenita di Pietro Leopoldo – anche per quelle
nozze, originariamente previste da celebrarsi a Praga, Mozart aveva musicato
un’opera: Il dissoluto punito. O sia Il D. Giovanni di Lorenzo da Ponte … una fitta
rete di nessi e collegamenti ci si mostra allo sguardo.
Luogo delle prime assolute praghesi sia del Don Giovanni che de La clemenza
di Tito fu il Teatro Nazionale del Conte Nostiz (oggi noto quale Teatro degli
Stati); la produzione attuale de La clemenza di Tito ha visto la sua prima nella
Große Studiobühne dell’Università Mozarteum di Salisburgo, e adesso verrà
rappresentata un poco sopra Firenze, per un quarto di secolo residenza di Pietro
Leopoldo/Leopoldo II, e precisamente nell’ etrusca città madre di Firenze –
a Fiesole, nel suo Teatro romano.
Come sarà accolta in questo luogo novello, con la vista rivolta a quella città
dove, più di quattro secoli fa, vide la luce del mondo « l’opera in musica » –
quel genere artistico a cui appartiene La clemenza di Tito? Qui essa viene rappresentata a cielo aperto, situazione che mette a dura prova anche i cantanti e
i musicisti più esperti. Inoltre è un luogo, adibito alle rappresentazioni, creato
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La clemenza di Tito