Unità Formativa 9.2: Metodologie e strumenti per la validazione delle competenze Come ampiamente descritto nell’Unità formativa precedente, l’Unione europea e gli Stati membri pongono molta enfasi sul fatto che le competenze e le conoscenze comunque acquisite dai cittadini europei siano da questi applicabili e utilizzabili. Ne consegue l’importanza – ricordata anche nella Carta europea di qualità della mobilità – che i periodi di mobilità portati a termine con successo siano riconosciuti dagli organismi di invio e che la partecipazione all’esperienza e i risultati dell’apprendimento siano dimostrabili in modo credibile da parte dei beneficiari. D’altro canto, le differenti strutturazioni dei sistemi di istruzione e formazione nazionali rendono difficile la perfetta sovrapponibilità delle certificazioni e delle qualifiche, di fatto limitando la mobilità degli studenti e dei lavoratori europei. Per questa ragione sono nati Europass, l’EQF e le diverse procedure per la validazione delle competenze acquisite. Le Agenzie nazionali non impongono una specifica procedura o un determinato modello di certificazione: tuttavia, nel progettare l’intervento, è necessario precisare le procedure – quali che siano – che saranno adottate per il riconoscimento delle competenze acquisite dai beneficiari durante la permanenza all’estero. Ed è altresì importante che tali procedure siano condivise fin dall’inizio tra i partner, con speciale riguardo per coloro che dovranno applicarle. Le tipologie di strumenti per validare le competenze e conoscenze acquisite utilizzate più di frequente sono tre: l’attestazione della preparazione linguistica effettuata; l’attestato di partecipazione all’esperienza di mobilità transnazionale; la certificazione Europass – Mobility. Nel primo caso, l’attestazione della preparazione linguistica, lo scopo dello strumento consiste nel rendere trasparente il percorso di apprendimento linguistico da parte del beneficiario. Tale strumento viene rilasciato dall’organismo che impartisce la preparazione e comprende l’indicazione del programma svolto (obiettivi, contenuti, competenze linguistiche trasferite, durata). Relativamente all’attestazione della conoscenza linguistica è opportuno precisare che ogni esperienza di mobilità dovrebbe tenere in considerazione il Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue e la scala di valori per le competenze linguistiche che esso propone. Accanto al Quadro citato, è anche consigliabile che venga redatto Europass Passaporto delle Lingue, ossia la dichiarazione auto certificata che, pur non sostituendo le certificazioni formali ottenute del partecipante, le integra in un documento unico che registra tutto il percorso di apprendimento della lingua in questione. La specificità dell’insegnamento linguistico si caratterizza per l’esistenza di diverse metodologie di certificazione della conoscenza posseduta, che vengono applicate dai enti deputati ufficialmente a rilasciare certificati riconosciuti in tutto il mondo (naturalmente dopo il superamento di prove ed esami). Per la lingua inglese, è il caso del Cambridge First Certificate, del Proficiency e del TOEFL; per il francese il DALF e il DELF; per il tedesco il DSD; per lo spagnolo il DIE e DELE. Qualora la preparazione linguistica non venga svolta dal personale interno a uno degli organismi di invio (ossia dai professori di lingua straniera) ma sia affidata a scuole di lingue o centri culturali specializzati è importante prevedere la possibilità che al termine del corso gli allievi possano tentare le prove di esame per tali certificati. Nel secondo caso – l’attestazione di partecipazione all’esperienza di mobilità – questa è un attestato rilasciato dall’organismo ospitante in collaborazione con quello di invio. Tale attestato serve a rendere trasparente il percorso formativo e quello lavorativo affrontato e completato dal partecipante alla mobilità. Auspicabilmente redatto in duplice lingua (la lingua nazionale e quella veicolare o quella del luogo di destinazione), il documento dovrebbe contenere una serie di elementi necessari: il periodo e il luogo in cui si è svolta l’esperienza; gli obiettivi formativi raggiunti; il settore professionale relativo all’esperienza; le principali attività svolte e le mansioni realizzate; le competenze e conoscenze acquisite; l’indicazione dell’organismo ospitante. A seconda della tipologia di mobilità: IVT, PLM e VETPRO, esistono caratteristiche distintive che potrebbero accompagnare l’attestato. Ad esempio, una mobilità che interessa giovani in formazione iniziale dovrebbe comportare l’acquisizione per i partecipanti di crediti formativi a valere come parte integrante del proprio corso di studi. Invece, per le persone disponibili sul mercato del lavoro (PLM), l’attestato dovrebbe facilitare la spendibilità dell’esperienza in ambito lavorativo: una certificazione chiara e credibile dovrebbe dimostrare la partecipazione all’esperienza e l’apprendimento maturato. Per gli operatori e i formatori partecipanti alla mobilità VETPRO l’attestazione potrebbe essere congegnata in modo da favorirne l’utilizzo in eventuali concorsi interni e nell’attribuzione di incarichi di responsabilità. Ulteriori elementi di corredo per l’attestato potrebbero essere un profilo delle competenze trasferite nel corso della mobilità, una dichiarazione dell’azienda ove si è svolto il tirocinio, da utilizzare come referenza e una relazione dell’ente ospitante sullo svolgimento dell’esperienza. Infine, per quanto riguarda la Certificazione Europass Mobility, si ricorda che questa è uno dei cinque strumenti in cui è articolato il sistema Europass che è finalizzato a costruire un quadro unitario per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze. I cinque strumenti sono: il Curriculum Vitae europeo, che riguarda l’insieme delle competenze personali; il Passaporto europeo delle lingue, che fornisce informazioni sulle competenze linguistiche acquisite nel corso degli anni; Europass Mobility, che documenta le esperienze di mobilità; il Supplemento al Certificato, che rende note le competenze acquisite nell’ambito dei percorsi d’istruzione e formazione professionale; il supplemento al Diploma, che rende note le conoscenze e competenze acquisite nell’istruzione superiore. In particolare, Europass Mobility ha lo scopo di valorizzare la mobilità geografica e professionale attraverso la maggiore trasparenza delle conoscenze e delle competenze acquisite sul campo dagli individui. Documentando le competenze e le conoscenze acquisite nel corso della mobilità all’estero nell’ambito di forme di apprendimento formale e non formale, Europass le valorizza e le rende spendibili. Le competenze e conoscenze documentabili tramite Europass mobilità devono: essere state acquisite nell’ambito di percorsi di apprendimento realizzati nel contesto di un programma comunitario nel settore dell’istruzione e della formazione; in alternativa, essere state acquisite in percorsi di apprendimento che soddisfino tutti i criteri di qualità seguenti: il periodo trascorso in un altro paese deve rientrare nell’ambito di un’iniziativa di apprendimento organizzata nel paese di provenienza della persona interessata; l’organismo responsabile dell’iniziativa di apprendimento nel paese di provenienza deve stipulare con l’ente di accoglienza un accordo scritto che va presentato al Centro nazionale Europass del paese di provenienza. In tale accordo vanno specificati contenuti, obiettivi e durata del percorso di apprendimento. Inoltre, l’organismo responsabile deve fornire al partecipante la preparazione linguistica necessaria fornendo anche assistenza e informazione attraverso una forma di tutoraggio; ognuno dei paesi partecipanti al percorso di apprendimento deve essere uno Stato membro dell’UE oppure un paese EFTA/SEE; informazioni su argomenti quali la sicurezza sul posto di lavoro, il diritto del lavoro la tutela della salute nel paese di accoglienza devono essere fornite se pertinenti. I percorsi di apprendimento documentabili da Europass mobilità devono avere una durata minima di 15 giorni. Il dispositivo Europass mobility è formato da un libretto la cui compilazione deve essere fatta a cura dell’ente di invio e di quello di accoglienza in una lingua concordata con la persona in mobilità. Il libretto è composto da cinque parti: 1 – l’intestazione del libretto in cui sono riportati i dati anagrafici del titolare; 2 – la dichiarazione di rilascio, con i dati della struttura di invio che ha organizzato l’iniziativa e che compila il libretto; 3 – i dati sulle organizzazioni partner della mobilità, come l’ente di invio e gli organismi di accoglienza: 4 – la descrizione del percorso di mobilità, con gli obiettivi formativi e la durata della permanenza all’estero; 5 – la descrizione delle conoscenze e competenze acquisite nella mobilità, con riferimento sia alle competenze tecnico – professionali del settore di riferimento, sia alle conoscenze linguistiche, sia, infine, alle competenze relazionali. Perché il libretto sia valido l’organismo di invio si deve rapportare con il Centro Nazionale Europass. Questo opera perché: i documenti Europass mobilità siano rilasciati solo per attestare percorsi europei di apprendimento; tutti i documenti Europass mobilità siano compilati in forma elettronica; tutti i documenti Europass mobilità siano rilasciati ai partecipanti anche in versione cartacea. L’ente di invio, dunque, deve contattare il Centro Nazionale Europass per ottenere il rilascio del libretto; il Centro, una volta approvata la richiesta, invia all’ente richiedente un file Word con il documento da compilare insieme all’organismo ospitante. Dopo la compilazione il documento è controllato dal Centro che lo valida con un numero personale identificativo.