Impôt reprisé
Tassa riscossa
Ufficio di Jesi
A PAG. 2
A PAG. 5
A braccetto
con Karol
La questione
del bicchiere
A PAG. 4
A PAG. 8
Ecosistemi
fluviali
Gli organari
di Montecarotto
settimanale d’informazione
Euro 0,80
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi”
DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145
ANNO LII - N. 36
Rapporto Unfpa - 2005
Messaggio di Mons. Vescovo
Donne e poveri
bersagli della violenza
Noi cristiani tutti missionari
Siamo felici in questo mese missionario di sentirci tanto
vicini a tutti i missionari che sono in tutte le parti del mondo
per annunciare e testimoniare il Vangelo.
Essi si fanno “pane spezzato” per i fratelli giungendo talvolta al sacrificio della vita.
La Giornata Missionaria Mondiale è un’ottima occasione per prendere maggiore consapevolezza dell’urgente
necessità di partecipare tutti noi cristiani alla missione
evangelizzatrice della Chiesa.
In questo anno dedicato all’Eucaristia siamo invitati ad
andare incontro con fraterna operosità alle tante povertà
del nostro mondo perché dall’amore vicendevole e dalla sollecitudine per chi ha bisogno saremo riconosciuti come veri
discepoli di Cristo.
Anche poi nel territorio in cui viviamo e fra le persone
che abitualmente incontriamo c’è necessità di azione missionaria da parte di ciascuno di noi, constatata l’indifferenza diffusa e i non pochi pregiudizi nei confronti della fede e
della comunità cristiana.
Inoltre il nostro pensiero e il nostro affetto in questi giorni va particolarmente ai nostri missionari nativi della
Vallesina: anche in grosse difficoltà portano il Vangelo ai
nostri fratelli, godono della nostra costante e crescente partecipazione alle loro “imprese missionarie”, ci scrivono raccontando quanto riescono a realizzare per il Vangelo e
attendono fiduciosi la nostra corrispondenza.
Sono fiducioso che tutto il popolo di Dio della Vallesina
Nel mondo vivono in miseria
tre miliardi di persone
di Daniele Zappalà
Nei Paesi in via di sviluppo,
solo l’1 per cento dei crediti nel
settore agricolo finisce in mano
alle donne. Eppure, nelle zone
rurali, si deve al loro lavoro il
60 per cento e più dei prodotti
coltivati. Quasi dappertutto, in
effetti, basterebbe un accesso
più equo delle donne ai servizi
agricoli per far crescere i raccolti di oltre il 20 per cento.
Discriminazione
parteciperà alla Missione, non solo con la preghiera e i sacrifici, ma anche con concreti segni materiali.
Inviamo cordiali pensieri a tutti i missionari del mondo e
li assicuriamo della nostra affettuosa partecipazione alle loro
fatiche per il Vangelo.
+ P. Oscar, Vescovo
Sono dati come questi a
mostrare sempre più che la
povertà è anche una questione
di discriminazione fra i sessi.
Dati ormai abbondanti di ogni
provenienza (Onu, governi,
ong, università) che sono stati
raccolti e analizzati nell’ultimo
rapporto dell’Unfpa, Fondo
Anniversari...
L’Iraq ha votato
Ancora tante difficoltà
ma anche qualche speranza
Festa grande
per don Roberto
di Vittorio Massaccesi
[email protected]
“Vinceranno i si” dice
Allawi convinto, uno dei massimi esponenti della vita politica
irachena di ieri e di oggi. E con
lui sono in molti a credere ( o a
sperare) che nella martoriata
terra che fu di Saddam – il cui
processo inizierà a giorni – il
popolo accetti la bozza della
Costituzione proposta dall’assemblea parlamentare eletta nel
gennaio scorso. Il fatto che
abbia votato il 60 per cento
degli aventi diritto, è un segno
altamente positivo che va unito
a quello del silenzio dei kamikaze almeno per il giorno delle
elezioni.
Dopo il grande passo di
Israele di aver smantellato le
colonie di Gaza – cioè dopo
avere essi dato un contributo
straordinario alla pace e alla
formazione di uno Stato palestinese - molti sperano che sciiti, sunniti e curdi trovino la difficile intesa di condividere i
fondamenti legislativi del loro
Stato democratico. Sarebbe il
secondo grande passo in avanti
verso la normalizzazione del
Medio Oriente.
Certo, nessuno si fa illusioni
oltre quelle offerte dalla speranza più che dai fatti. Perché
se consideriamo che la guerra
guerreggiata in Iraq è terminata
poco meno di due anni fa ed
ancora il terrorismo sembra
voler spadroneggiare seminando morti e distruzione proprio
in quei settori – esercito, polizia – che dovrebbero essere i
garanti della stabilità politica e
del sistema democratico, sembra che siamo lontani dalla
meta tanto agognata.
***
E’ noto che gli sciiti, che
dominano il sud del Paese (e
rappresentano anche il 60 per
cento della popolazione) sono
riusciti in un’intesa con i Curdi
del nord che sembra voler
schiacciare quel 20 per cento di
sunniti, fino a ieri i grandi
padroni dell’Iraq grazie alla
dittatura di Saddam. Sono essi,
i sunniti, che più spingono
verso la ribellione e verso –
perché no – la guerra civile,
soprattutto se la Costituzione
venisse bocciata. Essi, che
-9
Domenica 23 ottobre 2005
occupano la zona centrale
dell’Iraq, quella povera di
petrolio, si sentono emarginati
e interpretano il disegno costituzionale come una vendetta
delle etnie del nord e del sud,
padrone del petrolio.
Dunque anche per gli iracheni il petrolio diventa il grande
motivo, se non l’unico, di una
contesa che certamente avrebbe
potuto essere evitata in buona
parte se veramente e con i fatti,
curdi e sciiti avessero date
effettive garanzie di sostanziali
pari diritti nel godimento della
ricchezza petrolifera.
Al momento, delle tre etnie,
chi meglio ne esce, sono i curdi
che con il loro 20 per cento di
cittadini e la abbondante disponibilità di petrolio, bel compatti nel nord, sperano di realizzare un sogno: la nascita del
Kurdestan, uno Stato vero e
proprio unitamente ai curdi
loro confinanti geograficamente, ma “prigionieri” in territorio iraniano e, soprattutto,
turco. Ma, appunto, è ancora
un sogno. E forzare la situazione sarebbe una tragedia nella
tragedia.
Ma Gaza ai Palestinesi e la
Costituzione all’Iraq devono
farci sperare. Soprattutto nell’interesse della pace
(foto Cristian Ballarini)
di Augusta Franco Cardinali
Costruire con amore
Lo chiamavano “Ubique” in seminario; che in latino significa
“Dappertutto”. Come dire “argento vivo” o “pepe nero”, e si può
intendere perché. Tale è rimasto don Roberto. Inafferrabile è davvero,
perché ora è qui, un momento dopo là e più tardi ancora lassù o laggiù. Non irrequieto e instabile però: è semplicemente indaffarato in
tante cose. Animatore instancabile di iniziative sportive, musicali o di
natura sociale, si è sempre rimboccato le maniche per lavorare, per
realizzare opere buone.
Non da solo, però. Le pecorelle del suo gregge lo hanno seguito, a
volte un po’ recalcitranti, a volte con più impegno, fervore, entusiasmo.
Il migliore augurio che ora è possibile fargli è di continuare a lungo e
a lungo ad avere energie, fantasia creativa e quella “santa grinta” che
lo ha sempre aiutato a superare non poche difficoltà.
Lo ringrazia per quello che ha fatto e continua a fare la comunità
parrocchiale che lo ha sempre sostenuto collaborando con lui. Per
questo la grande festa è stata di tutti; perché là dove attecchiscono
amicizia, comprensione, tolleranza, buona volontà si può veramente
contribuire a costruire il regno di Dio e imparare anche a volare in
alto.
Lavoriamo per voi!
meno nove…
Mancano appena nove numeri
del nostro settimanale
per la sua… rivoluzione.
Sarà una sorpresa per tutti
Rinnova subito l’abbonamento.
Per i nuovi abbonati gratis i
numeri di “Voce” dal momento
della sottoscrizione alla fine del
2005.
Per chi si abbona entro il 31
dicembre – fino ad esaurimento delle copie disponibili - in
omaggio il nuovo libro (fuori
commercio) del nostro direttore Giuseppe Luconi: “La vecchia Jesi nei giornali dell’epoca”.
Quote abbonamento per il 2006
Normale 35 euro – d’amicizia 50 – sostenitore 100
delle Nazioni unite per la popolazione, pubblicato il 12 ottobre
col titolo “La promessa dell’eguaglianza. Eguaglianza dei
sessi, salute nel campo della
procreazione e obiettivi del
Millennio per lo sviluppo”.
Il rapporto ricorda che circa
tre miliardi di persone vivono
oggi in condizioni di povertà.
Un livello spaventoso e senza
precedenti che secondo l’Unfpa
non potrà essere abbattuto se le
discriminazioni contro le donne
persisteranno in un mondo che
nel 2050 potrebbe accogliere
9,1 miliardi di individui (contro
gli attuali 6,1).
Analfabetismo
In termini di accesso all’istruzione, ad esempio, l’eguaglianza fra i sessi resta lontana.
In tutta l’Africa subsahariana,
solo una ragazza su due completa le elementari e anche a
livello mondiale l’analfabetismo è una piaga soprattutto
femminile: sono circa 600
milioni le donne che non sanno
leggere e scrivere, contro 320
milioni di uomini. Nelle aree
rurali dei Paesi poveri, varcare
l’uscio di una scuola rimane
spesso semplicemente un
miraggio. È così per sette
ragazze su dieci dei villaggi
maliani.
Le donne restano anche il
bersaglio più frequente e indifeso della violenza maschile: nel
mondo una donna su tre è stata
picchiata, costretta ad avere
rapporti sessuali, in genere da
un membro della famiglia o da
un conoscente. Nella poverissima Etiopia, nove donne su dieci
ammettono di essere state picchiate almeno una volta e spesso le violenze subite sono tanto
ricorrenti da venir considerate
«normali». Molte donne etiopi
giustificano infatti le punizioni
degli uomini considerando che
«c’è almeno una buona ragione
per ciò».
Mortalità
Ogni anno, queste e altre
violenze causano fra le donne
tra i 15 e i 44 anni un numero di
morti simile a quello dei tumori. È anche a causa di ciò che le
donne dei Paesi poveri vivono
meno degli uomini: in media
50,8 anni contro un’aspettativa
di vita maschile di 52,7 (nei
Paesi ricchi, le donne sono
invece più longeve).
A costare la vita a tantissime
donne dei Paesi in via di sviluppo è ancora un parto in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli. Il 99 per cento della
mortalità materna totale si registra in questi Stati. Ogni minuto
porta via con sé una nuova
madre, cioè più di mezzo milione di vite perdute l’anno. Sono
invece almeno otto milioni i
parti che annualmente lasciano
forme più o meno pesanti di
invalidità permanente. Per gli
orfani, è così che la vita comincia o continuerà come una corsa
ad ostacoli. Se nei Paesi industrializzati a fronteggiare almeno una gravidanza a rischio è
una donna su 2800, ciò è vero
invece
per
una
donna
dell’Africa subsahariana su 16.
Schiavitù
Non c’è festa senza musica; perciò con canto e musica si è dato il
via a San Sebastiano, la sera del 15 ottobre, ai festeggiamenti apprestati per celebrare tre ricorrenze: i cinquant’anni di vita della comunità
parrocchiale, gli ottant’anni di Mons. Roberto Vigo e i venticinque
Il “valore” sociale di una
neonata è considerato spesso
inferiore rispetto a quello di un
neonato. In Asia, soprattutto in
India, sarebbero ogni anno 60
milioni le bambine “mancanti”
a causa di una selezione sessuale delle nascite che può cominciare già nell’utero. Più di 600
mila bambine o giovani donne
l’anno, poi, vengono trasferite
Segue a pag. 4
Segue a pag. 2
(foto Candolfi)
…E la festa incomincia
2
Vita ecclesiale
Domenica 23 ottobre 2005
Don Roberto ricorda...
A braccetto
con Karol il Grande
La Diocesi di Jesi
per le missioni
Anno 2004
Giornata Missionaria
Mondiale
Castelbellino
San Marco Evangelista 100
N. Signora di L. (Pantiere) 50
San Benedetto (Pianello) 400
Castelplanio
San Sebastiano Martire 214,05
S. Maria Camm. (Macine) 500
Cupramontana
San Leonardo 1.000
San Lorenzo 300
Ss Salvatore (P.Cupro) 40
Era mercoledì 17 giugno
1998 quel giorno, a Roma, in
piazza San Pietro. E, come sua
abitudine, papa Giovanni Paolo
II avrebbe accolto in udienza
alcune decine di migliaia di pellegrini d’ogni latitudine. Quel
giorno… c’ero anch’io, con due
pullman di jesini, che avevano
voluto in questo modo festeggiare il mio cinquantesimo di
sacerdozio (27 marzo 1948):
parrocchiani del Prato e coristi
della “Pergolesiana”: i primi tra
la folla, il Coro davanti alle
transenne, per cantare secondo
gli accordi dettati dalla segreteria papale, mentre si aspettava.
Dopo vari brani avvicendati
con un coro tedesco piazzato
simmetricamente dall’altra parte, arriva il Santo Padre in piedi
sulla papamobile. E la “Pergolesiana”, vicinissima, attacca
il “Tu es Petrus” celeberrimo di
Perosi. Il Papa fa fermare l’auto; è sorridente ed attento: sapevo che aveva desiderio (inascoltato) di sentirlo e lo avevamo
preparato con accuratezza; del
resto l’amplificazione era ottima e tutta la folla vibrò; noi
cantavamo trasfigurati e commossi.
Dopo il lungo giro dell’auto
Festa
a San Francesco
di Paola
papale, si svolse l’udienza: catechesi, canto del “Credo” gregoriano, saluti in tante lingue e
poi, secondo le norme, lo speaker declama: “Ora canterà la
Pergolesiana di Jesi”. E qui,
scusate la vanteria per la furbizia, attacchiamo un antico inno
mariano polacco “Serdecna
Matko”. Dirigendo, non posso
vedere il Papa, ma i coristi mi
soffiano, tra le note, che si sta
tenendo il volto tra le mani. E,
mentre terminiamo, qualcuno
mi grida: “Il Papa lo chiama!”.
Penso ad un’amabile, scherzosa battuta; ma insistono e
allora mi volto e lo vedo in piedi
che mi fa segno insistente di
andar da lui; tre salti ed una rincorsa fino alla Sede e mi trovo
in ginocchio a chiedere la
Benedizione, che benevolmente
mi accorda, mentre mi solleva,
dicendomi: “Il Coro”. E, appoggiandosi al mio braccio, mi
sospinge incontro ai coristi,
prima timidi, poi entusiasti: una
trentina di metri, durante i quali
mi chiede: “Pergolesiana, perché?”. Rispondo: “A Jesi è nato
G.B.Pergolesi”. E lui: “Ah!
Stabat Mater!”,
Io non so cosa vo cianciando,
mentre sento la pressione del
suo braccio sulla mia spalla:
bastone del Papa!
Egli intanto riceve la
“Pergolesiana”, che si scola in
lacrime… Poi ci chiede: “Una
foto?”, Ed ecco il gruppo che si
sistema. Per ben tre volte mi
inginocchio accanto al Papa e…
tre volte mi solleva! Di più non
rammento…
Mons. Roberto Vigo
Voce della Vallesina
settimanale
di ispirazione cattolica
Associato alla FISC
Direttore responsabile
Giuseppe Luconi
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amministrazione e pubblicità
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Stampa
Litograf s.r.l.
Jesi - Via Abbruzzetti, 12
tel. 0731 211639 - 211694
Monsano
Santa Maria fuori Monsano 80
San Pietro Apostolo 50
Santa Maria Nuova
Sant’Antonio di Padova 120
Totale 900
Jesi
Casa di Riposo 200
Cattedrale–San Pietro Ap. 1.800
Divino Amore 70,23
Ospedale civile 377
Regina della Pace 1.164,13
San Francesco d’Assisi 710
San Francesco di Paola 650
San Giovanni Battista 429
San Giuseppe 1.094
San Massimiliano Kolbe 1.104
Sant’Antonio Abate 250
Santa Lucia 50
Santa Maria del Piano 200
Santuario delle Grazie 350
euro
In quel tempo, i farisei, udito
che Gesù aveva chiuso la bocca ai
sadducei, si riunirono insieme e
uno di loro, un dottore della
legge, lo interrogò per metterlo
alla prova: “Maestro, qual è il più
grande comandamento della
legge?”. Gli rispose: “Amerai il
Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta la tua anima e con tutta
la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
E il secondo è simile al primo:
Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti”.
Castelplanio
San Sebastiano Martire 50
S. Maria Camm. (Macine) 370
Cupramontana
San Leonardo 250
Ss Salvatore (Poggio Cupro) 50
Monsano
Santa Maria fuori Monsano 200
San Pietro Apostolo 350
Montecarotto
Ss Annunziata 1.600
Jesi
Cattedrale – San Pietro Ap. 250
Divino Amore 121,02
San Giovanni Battista 80
San Giuseppe 950
San Massimiliano Kolbe 500
Sant’Antonio Abate 20
Monte Roberto
Santa Apollinare 60
Poggio San Marcello
San Nicola da Bari 120
Rosora
Santa Maria degli Angeli 271,55
San Michele Arcangelo 127,95
San Marcello
San Marcello Papa 50
Santa Maria Nuova
Sant’Antonio da Padova 286
San Paolo di Jesi
San Paolo Apostolo 243
Il precetto dell’amore
Infanzia Missionaria
Maiolati Spontini
Santo Stefano Protomartire 400
Moie – Santa Maria 610
Maiolati Spontini
Santo Stefano Protomartire 20
Moie – Santa Maria 465
di Adriana Borgognoni
Gesù continua ad essere messo alla prova. Questa volta sono i farisei che si riuniscono e mandano avanti un loro esperto per interrogarlo: “Maestro, qual è il più grande comandamento nella Legge?”
Pensano di metterlo in difficoltà, perché la legge di Mosè si era frantumata in centinaia e centinaia di prescrizioni ritenute tutte ugualmente
importanti, tutte da osservare scrupolosamente.
Gesù, ancora una volta, sa andare oltre la provocazione, e dà una
risposta semplice e netta, che apre un orizzonte senza confini per chi
ha veramente desiderio di fare la volontà di Dio: “Amerai il Signore
Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua
mente”.
Il più grande precetto è di un amore totale verso Dio: i pensieri, i
progetti, i desideri, le energie…tutto orientato verso di lui. I tre termini greci usati dall’evangelista per esprimere questo concetto si rafforzano a vicenda: kardía, cuore, è la sede del pensiero e del volere, la
sede dei sentimenti, l’io più profondo, e sta ad indicare la persona nella
sua interezza; psychè, anima, abbraccia tutto l’essere naturale dell’uomo e al tempo stesso la sua vita interiore, abbraccia cioè l’uomo intero, con tutto ciò che crede, spera e desidera; diánoia, mente, sottolinea
la capacità riflessiva e di conoscenza, l’intelletto e la coscienza spirituale. E subito dopo Gesù aggiunge un altro comandamento, “simile”al
primo perché ne è l’espressione concreta e visibile: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”.
Dio non mi chiede un amore astratto, ma un amore che sia fondamento e fine, causa e compimento, radice e apice di ogni azione. Un
amore che mi spinga a guardare il mio prossimo con occhi benevoli, a
“muovermi” verso di lui superando le barriere della diffidenza o della
presunzione o del rancore o di quant’altro mi tiene prigioniero (e infelice). Perché Dio è lì, nei miei fratelli. In ogni fratello. Non solo nell’amico o nel consanguineo, ma anche in chi non mi piace, in chi non la
pensa come me, persino nel mio nemico.
Monsano
Santa Maria fuori Monsano 80
San Pietro Apostolo 90
Montecarotto
Ss Annunziata 1.100
San Marcello
San Marcello Papa 50
Collegio Pergolesi 182,66
Mons. Vescovo 250
Diversi 250
Santa Maria Nuova
Sant’Antonio da Padova 180
Totale 16.963,57 euro
San Paolo di Jesi
San Paolo Apostolo 150
Totale
5.256,02 euro
P.O.S. Pietro Apostolo
Segue da pag. 1
con la forza in un Paese diverso
da quello d’origine per esservi
ridotte in stato di schiavitù
soprattutto nell’industria del
sesso. donne dei Paesi in via di
sviluppo è ancora un parto in
condizioni igienico-sanitarie
deplorevoli. Il 99 per cento
della mortalità materna totale si
registra in questi Stati. Ogni
minuto porta via con sé una
nuova madre, cioè più di mezzo
milione di vite perdute l’anno.
Sono invece almeno otto milioni i parti che annualmente
lasciano forme più o meno
pesanti di invalidità permanente. Per gli orfani, è così che la
vita comincia o continuerà
come una corsa ad ostacoli.
Se nei Paesi industrializzati
a fronteggiare almeno una gravidanza a rischio è una donna
su 2800, ciò è vero invece per
una donna dell’Africa subsahariana su sedici. Il “valore”
sociale di una neonata è considerato spesso inferiore rispetto
a quello di un neonato. In Asia,
soprattutto in India, sarebbero
ogni anno 60 milioni le bambine “mancanti” a causa di una
selezione sessuale delle nascite
che può cominciare già nell’utero. Più di 600mila bambine o
giovani donne l’anno, poi, vengono trasferite con la forza in
un Paese diverso da quello d’origine per esservi ridotte in
stato di schiavitù soprattutto
Cupramontana
San Leonardo 150
Dal Vangelo secondo Matteo
Diversi 500
Donne e poveri
bersagli della violenza
Ultimi appuntamenti con le
iniziative programmate per la
“Festa della parrocchia” a San
Francesco di Paola:
Venerdì 21 ottobre ore 18,30
Liturgia comunitaria penitenziale.
Sabato 22 ore 15 incontro
con le famiglie sul tema
“Genitori ed educatori… missione impossibile?!” - ore 18
S.Messa e Adorazione presieduta
dal Vescovo Padre Oscar.
Domenica 23 ore 11,30 celebrazione dei 25° e 50° di matrimonio – ore 15 finale del torneo
di Catram Volley – ore 20
“ceniamo insieme”.
Ricordiamo che fino a domenica 23 ottobre, nella sala della
Confraternita di Santa Lucia
presso la chiesa dell’ospedale,è
aperta la “Pesca di beneficenza”
pro opere parrocchiali.
PP.OO. & Lebbrosi
XXX Domenica del Tempo Ordinario - 23 ottobre 2005
nell’industria del sesso. Un
numero molto più alto segue lo
stesso destino nei propri Paesi.
A cinque anni dal lancio da
parte dell’Onu degli obiettivi
del Millennio (come il dimezzamento dell’estrema povertà
entro il 2015), l’Unfpa considera che gli sforzi per lo sviluppo
sono «votati al fallimento, se i
dirigenti del mondo non agiscono fin da ora per mettere fine
alla discriminazione sessuale».
Errori
A livello economico, si
«sciupa il capitale umano
negando alla metà dell’umanità
il diritto a realizzare il suo
pieno potenziale». Se i governi
hanno tutto l’interesse ad agire
contro la discriminazione,
sostiene il rapporto, è anche per
ragioni demografiche. Metà
della popolazione mondiale ha
oggi meno di 28 anni - con
quasi tre miliardi di under 25 e dunque i successi o al contrario gli errori attuali avranno
conseguenze particolarmente
profonde per interi decenni.
In altri termini, investire nell’accesso delle donne all’istruzione, ai servizi sanitari e ai
diritti economici di base (proprietà, credito ecc.) non è mai
stato così cruciale.
Daniele Zappalà
Jesi
Cattedrale – San Pietro Ap. 250
San Francesco di Paola 517
Santa Maria del Piano 520
Seminario Regina Mundi 1.040
Diversi 770
Totale 3.883 euro
Mission. Dioces.
& S.Messe
Jesi
Cattedrale – San Pietro Ap. 350
Ospedale civile 140
Santa Lucia 300
Montecarotto
Ss Annunziata 1.250
Diversi 300
Totale 2.340 euro
www.mattoli.it
Cultura, spettacoli e dintorni
Reportage - 6
Con la “Barcaccia” in Canadà
Est. Est. Est: Odessa
Si sta rifacendo il look, ma...
Applausi per la commedia
di Lucio Longhi
di Massimo F. Frittelli
Ai tempi dell’Unione sovietica il Gambrinus era il “locale in”
di Odessa. Ad angolo con la
pedonale uliza Derjbasovskaja,
sta una decina di gradini sotto il
livello stradale. Era frequentato
dai “privilegiati” e dai turisti,
non era per la massa e il personale di servizio era antipatichnij. In
quel locale, fino agli anni “90,
per mettere lo zucchero nelle
tazze si è usato un unico cucchiaino assicurato al bancone
con una cordella. Su quella strada lastricata, dritta, larga e alberata c’è sempre gente.
E’ il “cuore della città” ed è
piena di ristoranti e caffè con i
tavoli sul marciapiede. Di fianco
a un supermercato c’è l’ingresso
alla galleria. Il passazh è ridondante di stucchi, non è grande e
una scritta dice che è del 1805.
Sotto la copertura di vetro svolazzano i piccioni. Nei due bracci ad “elle” si aprono i negozi,
per lo più botteghe di souvenir e
biancheria, ma c’è pure un bar
che serve il caffè italiano. Più
avanti e verso il mare, al civico
17, ha vissuto V. V. Kandinskij.
In alto, di fianco al cancello, il
piccolo busto scuro del grande
artista si nota poco.
Continuando, ma sull’altro
lato, una targa di marmo ricorda
che dove c’è il colorato negozio
d’abbigliamento c’era il gymnasium nel quale insegnò il chimico D. I. Mendeleev, redattore
della “tavola periodica degli elementi”. Il Teatro dell’Opera e del
Balletto è poco oltre, ma si deve
svoltare a sinistra. E’ vicino al
Dvorez torzhestvenniyh sobiytij,
il Palazzo delle cerimonie pubbliche. In quelle sale ci si va
anche a sposare, oggi con le
limousine a noleggio. Era usanza
che
le
spose
sovietiche
d’Odessa, dopo la cerimonia,
andassero a deporre il bouquet
sul monumento al Marinaio
Ignoto. L’edificio teatrale è dell’ultimo
ventennio
dell’Ottocento e può ospitare
1664 spettatori. Imponente, chiaro, rotondo è in ristrutturazione.
Al di là del Tempio a Euterpe
e
Tersicore,
in
ploshad
Ekaterininskaja colpisce un
monumento di granito nero. Sul
basamento c’è una dedica incisa:
“Ai potemkintsj (i marinai della
corazzata Potemkin) dai discendenti”. Poco distante, su uliza
Gogolya, ancora un monumento.
E’ di gesso ed è molto fotografato. Incastonato in un angolo di
un palazzo con le cariatidi rappresenta due ciclopi bianchi
intenti a sorreggere una sfera
celeste con le stelle dorate.
Due in particolare sono le
costruzioni che il visitatore non
deve perdere. Il primo è Palazzo
Vorontsov dal nome di chi l’ha
voluto, l’altro è il Municipio;
entrambi sopra una collina ripida
sul golfo. Il bianco e maestoso
edificio del Municipio, sede
della Borsa poi del Soviet della
città, ha sulla facciata snelle
colonne corinzie. Di fronte, oltre
la piazza, c’è il busto scuro
d’Aleksandr Puskin. Lì inizia
Agrochimica
giardinaggio e agricoltura
Via Roma, 6 - Località Macine
tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN)
- Settore agricoltura
- Settore vinicolo
- Laboratorio analisi vini
- Giarninaggio
- Macchine e attezzi
- Impianti di irrigazione
boulevard Prymorsky, la passeggiata sul mare.
Alla fine del boulevard, dopo
la statua di un’artefice della
Vostok I che portò J. Gagarin
nello spazio, c’è l’articolato edificio di Vorontsov. Il complesso
è ornato da robuste colonne doriche ed ha un belvedere che stupisce. Nel 1917 fu sede della prima
Rada dei sovet poi dei molodye
Il monumento ai potemkintsj, i
marinai
della
corazzata
Potemkin.
pionery, giovani pionieri. L’estate scorsa ci lavoravano i
muratori. Pushkin, scampato
all’esilio in Siberia, ha vissuto
13 mesi ad Odessa alle dipendenze del governatore Vorontsov. Il Poeta fu costretto a
lasciare l’incarico sotto varie
accuse, compresa quella d’essere
ateo. In realtà è stato allontanato
dal conte Vorontsov per la “troppa intesa” che aveva con la contessa.
Il porto sul Mar Nero è a quasi
500 chilometri a sud di Kiev. Ha
più di 1milione d’abitanti e dal
1920 è stato nella Rss d’Ucraina.
A Odessa si parla il russo e non
l’ucraino, la lingua ufficiale della
Repubblica d’Ucraina dopo l’indipendenza dall’Urss. La gente è
vivace e con una gran voglia di
vivere e la città, lontano dai mercati e dai dormitori della periferia, è voshititel’nyi, deliziosa. Nel
1945 Odessa è stata riconosciuta
gorod-gheroj. Le città-eroe in
Unione sovietica erano 12.
L’onoreficenza gli è stata conferita per l’eroismo degli odessiti
decisi a resistere alla 4a armata
rumena. Era l’autunno del “41.
Nei quattro anni d’occupazione
tedesca gli ammazzati e i deportati furono 280 mila; tra i 75 e gli
80 mila erano ebrei.
Nella “città degli artisti e dell’ironia” si respira aria di vacanza. Anche se la bednost’, povertà,
è evidente, i negozi sono tanti e
in centro aumentano quelli delle
“grandi firme”. “Qui s’è sempre
trovato di tutto” apprendo. Una
delle fatiche del popolo sovietico
è stata quella di rapportarsi, per
bisogno, col mercato nero. “Col
cernij rinok, ai tempi di
Gorbacev, si trovavano pure gli
abiti firmati veri e falsi”. Ho
lasciato la passeggiata nel “cuore
della città” per ultimo, la sera
sono partito per Kiev.
Odessa è tutt’un cantiere, si
sta rifacendo il look ma è ancora
affarismo, arricchimento spudorato, a volte scempio. E’ la gente
che, se vuole, dovrà sforzarsi di
crescere per migliorare anche l’igiene. Non bastano i monumenti
e non basta il mercato, tanto più
con regole vacillanti e una corruzione diffusa. Puskin ha scritto
che a Odessa “potete sentire l’odore d’Europa” …erano i primi
anni dell’Ottocento. Finora in
Ucraina si è sentito l’odore
d’Oriente, in russo zapah
Vostoka.
(4 – fine)
Domenica 23 ottobre 2005
“Falstaff” al Pergolesi
Il sorriso
del genio fanciullo
di Augusta Franco Cardinali
di Giuseppe Papadia
(Direttamente dal Canada)
Vancouver (Canada) - Anche per la “Valchiria”, la divertente commedia in dialetto scritta da Lucio Longhi, e’ dunque
giunto il momento di andare in pensione. Giovedi sera la
“Barcaccia” ha portato in scena l’ultima replica canadese nel
teatro della Notre Dame High School di Vancouver, davanti a
oltre cento spettattori, per lo più italiani.
L’ultima tappa della tournee canadese è stata un vero successo, con il pubblico che al termine dello spettacolo ha tributato
un grande applauso alla compagnia ed all’autore, che in segno
di ringraziamento per la calorosa accoglienza, ha letto un componimento sugli italiani all’estero.
Eccezionale è stata anche la disponibilità delle famiglie della
parrocchia Our Lady Sorrow, che nel breve soggiorno della
“Barcaccia” nella metropoli della British Columbia, hanno
ospitato la compagnia nelle loro case. La promessa è quella di
tornare in Canada con altri lavori, che sicuramente raduneranno ancora più pubblico.
La replica di Vancouver e’ stata la numero trentasei, per una
commedia che all’inizio sembrava destinata - secondo il pensiero di Longhi - a restare chiusa in un cassetto. La prima fu portata in scena l’8 dicembre del 2001 al teatro “Pergolesi”, di
seguito la “Valchiria” ha girato le Marche in lungo e in largo,
toccando varie città e riscuotendo sempre un buon successo.
Per il prossimo anno, ha spiegato Randolfo Frattesi, presidente
dell’associazione “Res Humanae”, l’obiettivo è organizzare
una tournee simile (ma con uno spettacolo differente) in
Australia, un paese dove risiedono molti emigrati italiani.
Visione in terra marchigiana
Leonardo alla Vanvitelliana
La mostra su “Leonardo. Genio e visione in
terra marchigiana” inaugurata il 14 ottobre alla
Mole Vanvitelliana di
Ancona continua a suscitare un grande interesse.
Non solo da parte degli
studiosi, ma anche tra il
grande pubblico. La rassegna offre, infatti, la possibilità di ammirare capolavori mai esposti in Italia.
La mostra è aperta la
mattina, dal lunedì al
venerdì su prenotazione
per scuole e visite guidate,
il pomeriggio, dalle 15
alle 20. Sabato, domenica
dalle 9 alle 13 e dalle 15
alle 20. Il costo del biglietto di ingresso è di tre
euro per gli studenti, quattro euro per il biglietto
ridotto e sei euro quello
intero. L’ingresso è gratuito per bambini fino a
sei anni di età e per anziani con piu` di 65 anni.
L’Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona informa che coloro che visiteranno la mostra su
Leonardo da Vinci (nella foto, la “Vergine delle Rocce”, il dipinto più
celebre fra quelli esposti), conservando il tagliando d’ingresso e presentandolo alle biglietterie delle istituzioni aderenti al Sistema stesso
potranno visitare a prezzo ridotto vari musei, tra i quali: la civica raccolta d’arte, storia e cultura di Castelplanio, il museo internazionale
delle etichette del vino di Cupramontana, il museo Gaspare Spontini di
Maiolati Spuntini. Allo stesso modo, i visitatori di questi musei potranno ritirare un buono per l’ingresso a tariffa ridotta alla mostra anconetana dedicata a Leonardo.
3
Nel giugno del 1889, dopo
aver assistito con Boito ad una
commedia di Goldoni, Verdi,
ormai settantaseienne, espresse
al librettista, prima suo contestatore, ma poi diventato suo collaboratore ed amico, il desiderio di
scrivere
un’opera
buffa.
Sembrava impossibile. Dopo
l’infelice esperienza di “Un giorno di regno”, quasi cinquant’anni
prima, il grande maestro non
aveva più trattato un soggetto
comico. Boito accettò subito il
progetto e in pochissimo tempo
confezionò un libretto suggerito
da tre opere di Shakespeare. “Le
allegre comari di Windsor”,
“Enrico IV” ed “Enrico V”. Ne
era protagonista Falstaff, un personaggio realmente esistito. Era
stato un capitano inglese che,
dopo essersi distinto ad
Azincourt, aveva ottenuto la carica di governatore. Shakespeare
lo aveva raffigurato come un
cinico gaudente.
Verdi si mise al lavoro con
entusiasmo giovanile. Letterati e
artisti lo descrivevano allora
come “un genio con l’anima di
un fanciullo”, “un misto di
patriarcale dignità e di infantile
ingenuità”, “infinitamente mite,
modesto, aristocratico”. Vero è
che il maestro era finalmente
sereno e poteva ormai lavorare
senza assilli di impresari, teatri,
cantanti. Compose quindi in tutta
calma, con divertimento, addirittura immaginando che la vicenda
potesse essere ambientata nella
villa e nel parco della sua villa di
Sant’Agata. E consegnò al
mondo un capolavoro.
Se ne stupirono alla prima alla
Scala, il 9 febbraio del 1893, i
tantissimi spettatori fra i quali
erano anche Puccini e Mascagni.
L’opera non solo compendiava
tutta l’arte musicale di Verdi, ma
era nuova per stile e per scrittura.
Aveva una tessitura fittissima, di
mille colori accostati, intrecciati
con somma arte, impreziosita di
richiami e vivida. Falstaff non
era solo un personaggio comico.
In lui si riconosceva anche quel
sentimento di umana compassione e comprensione che era stato
sempre il segno inconfondibile
dell’arte del compositore.
***
Quest’opera, che ad ogni
ascolto rivela meraviglie, è
apparsa al Pergolesi dopo ventotto anni di assenza, affidata ad un
cast di interpreti quasi tutti
debuttanti, ma già ben quotati. Si
può a proposito far notare che il
teatro jesino è stato e continua ad
essere un ottimo banco di prova
per giovani cantanti: le sue
dimensioni e la sua acustica permettono infatti una attendibile
valutazione.
In questa circostanza la compagnia, affiatata e attentamente
guidata dal regista Antonio
Calenda, ha presentato interpreti
anche psicologicamente compresi dei loro ruoli. Si è messo in
evidenza Alfonso Antoniozzi,
che ha intelligentemente disegnato un Falsfaff più sornione
che enfaticamente clownesco,
non facendo così passare in sott’ordine la sua giocosa umanità.
Accanto a lui sono stati
Gianpiero Ruggeri, un Ford particolarmente vivace, Stefano
Pisani, un dottor Caius con
buone risorse, Dmitry Korchak
(Fenton) abbinato alla gentile
voce di Daniela Bruera
(Nannetta) e ancora tutti gli altri
co-protagonisti che è purtroppo
impossibile elencare.
Ha svolto efficacemente il suo
compito il coro lirico “V.
Bellini”.
La
Filarmonica
Marchigiana era condotta da un
giovane direttore americano, il
maestro Christopher Franklin,
che ha dato adeguatamente luce e
risalto alla partitura. Non ha
creato problemi il riadattamento
dell’opera ripresa dal Teatro
Verdi di Trieste. Il ‘Falstaff’ non
richiede un allestimento spettacolare, tenuto conto anche dei
suoi riferimenti al teatro elisabettiano.
Tutto è andato in porto felicemente e con ampi consensi. I più
entusiasti sono stati però i molto
numerosi giovani presenti all’anteprima che hanno tributato allo
spettacolo quindici minuti di
applausi.
Per la cronaca va registrato
che la seconda recita è stata purtroppo soppressa per dare posto
ad una manifestazione di protesta
contro i paventati tagli al Fus. Si
attendono sviluppi, speriamo
positivi, della situazione. Intanto
sembra giusto annotare pure che
la scelta per la presentazione
dello spettacolo di un giorno
infrasettimanale – un mercoledì
– non può dirsi felice. Andare a
teatro (per altro con notevoli problemi di parcheggio), assistere ad
un ‘Falstaff’ della durata di oltre
tre ore, ritornare a casa a notte
avanzata e poi, l’indomani,
recarsi pimpanti al posto di lavoro è un’impresa davvero difficile
anche per chi abita a Jesi e figurarsi per chi proviene da fuori
città. Di simili rimostranze non
poche sono state raccolte, e
andrebbero ascoltate.
L’intervista
E’ di casa nostra uno degli
interpreti del “Falstaff”. Anzi, dei
protagonisti, perché – è stato
osservato – in quest’opera sono
ben undici con il simpatico “pancione” i personaggi di primo
piano. Si chiama Gianpiero
Ruggeri, baritono, sì e no quarantenne. E’ per metà marchigiano,
da parte di madre, per metà
abruzzese. E’ nato poco oltre i
confini della nostra regione, ma
risiede alle porte di Jesi fin dalla
più tenera età.. Non è la prima
volta che entra al Pergolesi. Già
era apparso qualche anno fa nel
ruolo di Ping, il Gran
Cancelliere, uno dei tre ministri
di “Turandot”.
- Dove, come e con chi ha
compiuto gli studi di canto?
“Ho studiato al Conservatorio
di Pesaro; poi, già diplomato, mi
sono specializzato con il grande
Sesto Bruscantini. Ho vinto due
importanti concorsi: Di Stefano a
Trapani e, qui, il Gaspare
Spontini, prima edizione”.
- Dove è avvenuto il suo
debutto?
“A Pesaro, come ex allievo del
Conservatorio, con Il Barbiere di
Siviglia”.
- Come ha scoperto la sua
“voglia di cantare”?
“Non per via diritta. Mi sono
prima diplomato in trombone. Ho
fatto parte dell’Orchestra della
Rai e della Filarmonica
Marchigiana, dove ho ancora
diversi amici. Il canto è venuto
dopo, ma le esperienze musicali
precedenti mi sono state molto
utili”.
- Continua ancora a suonare
il trombone?
“Sì, ma per passione; non proprio per studio”.
- E adesso ci racconti delle
sue esperienze nel bel canto…
“Qui nella regione ne ho fatto
alcune anche per le scuole. Ho
cantato Il Maestro di cappella a
Jesi e Macerata, e il ciclo dei lieder di Mahler. Ma ho lavorato
soprattutto fuori dalle Marche. In
Italia, a Roma, Torino, Venezia,
Napoli, Bologna… Sono stato
anche diverse volte a Tokio, poi a
Detroit, in Germania e in Francia,
dove ho cantato un po’ dappertutto. Purtroppo sembra che occorra
farsi le ossa (e l’ugola!) lontano
da casa. Poi si ritorna. Di recente
ho cantato spesso anche in Italia”.
- Dove spazia il suo repertorio?
“E’ prevalentemente mozartiano, ma ho incominciato volentieri
ad affrontare anche quello verdiano. Ora debutto nel Falstaff, dopo
una Traviata cantata di recente a
Salerno. Ci sarebbero stati però,
nelle passate stagioni del
Pergolesi, anche altri ruoli adatti
alla mia voce….
- Come si è accostato ora al
personaggio di Ford?
“Con molta cautela. Non sembrerebbe un ruolo difficile, ma il
canto deve avere colori e inflessioni diverse. Occorre poi rapportarsi agli altri e saper recitare. In
questo il regista Calenda mi ha
molto aiutato”.
- Ha fatto qualche esperienza
singolare o curiosa?
“Con la regia di Gigi Proietti e
quella di Michele Placido ho cantato a Roma in due ben riuscite
edizioni del Don Giovanni. Con
quella di Leo Gullotta poi, sempre
a Roma, ho cantato in un originale, specialissimo Barbiere di
Siviglia”.
4
Jesi e Vallesina
Domenica 23 ottobre 2005
Mostra fotografica
Festa grande
per don Roberto
“Ecosistemi fluviali”
Per un uso ecologico delle risorse
fotoservizio di Paola Cocola
“Ecosistemi
fluviali
e
macroinvertebrati” negli scatti di
Alfeo Busilacchio, esposti a
Palazzo dei Convegni la scorsa
settimana. L’ampia esposizione
fotografica, allestita dal Mosca
Club Vallesina, Sim,, Legambiente e Prima Circoscrizione, e
che ha visto anche il coinvolgimento delle scuole, ha riportato –
nell’intento di svolgere un’opera
di sensibilizzazione al problema
dell’acqua, bene primario del
quanto esse siano in grado di rinnovarsi, alterando conseguentemente l’equilibrio degli ecosistemi.
E’ importante, indispensabile
oggi che l’uomo acquisisca e
maturi una mentalità e un comportamento attento non solo al
contenimento dei consumi, ma
soprattutto ad un uso razionale;
ossia, che la mentalità ambientalista abbia la meglio sull’arida
teoria della gestione economica
Segue da pag. 1
della “Pergolesiana”. Un concerto della corale jesina non poteva essere escluso dai programmi. La musica è pane quotidiano per don
Roberto e costituisce uno dei suoi naturali talenti. Sarebbe inconcepibile per lui farne senza. Dicono i saggi che possa avere un valore terapeutico o energizzante e che mantenga giovani. Deve essere vero, perché questo sacerdote un po’ “sui generis” - che Dio continui ancora
molto a lungo a benedirlo - conserva vivacità e vitalità da vendere a un
ventenne.
E c’è di più. La musica per lui è stata e continua ad essere un mezzo
per svolgere il suo magistero. Con essa, così come anche con le attività sportive a cui ha dato impulso, è riuscito a coinvolgere bambini,
ragazzi, adulti; a creare amicizia e dialogo; a far intendere quanto sia
bello stare insieme in armonia, di conseguenza a suscitare una schietta
gioia di vivere.
L’invito al concerto è stato accolto da una folla di parrocchiani,
amici, appassionati di musica. Il programma era scandito in tre tempi:
i primi due si configuravano come momenti di preghiera, il terzo, riservato a canti folkloristici, come una testimonianza d’affetto per la città.
Quale è stata l’accoglienza? A giudicare dagli applausi, dai commenti, dalle molte fervide congratulazioni, benissimo. Don Roberto
appariva più che soddisfatto. E gli angioletti di lassù certo sorridevano.
I momenti belli della festa
Ne ricordiamo alcuni:
Il coro dei giovanissimi. Hanno rievocato “La Pratolina d’oro” cantando canzoni d’epoca: “La pratolina” (1967) e “Il piccolo cordaro”
(1973), aggiungendone un’altra, da loro rielaborata, che hanno presentato come uno scherzoso omaggio a don Roberto. La lettura, da parte
del sig. Famiglini (per gli Amici “Caffè”) di due poesie di don
Roberto: “Le ma’ de mamma” e “San Pacì”.
Gli sbandieratori dell’Associazione Palio di San Floriano. Si sono
nostro pianeta, e dell’inquinamento – i riflettori sul concetto di
natura come ecosistema. Per
dirla con le parole di un illustre
ecologo, il professore Enrico
Faoli dell’Università di Trieste,
come “meccanismo fatto di
parti, ognuna delle quali indispensabile a far funzionare il
tutto, come complesso di relazioni tra organismi e ambiente in cui
non contano le singole parti scisse, ma le singole parti nel tutto;
non conta la vita del singolo animale, ma la vita che il sistema
garantisce”.
E’ in questo contesto fortemente relazionale che si inserisce
l’intervento dell’uomo, dettato
dalla sua intelligenza, dal suo
ingegno; intervento che può
modificare l’ambiente senza
intaccare necessariamente la
vitalità dell’ecosistema. Nella
storia di Prometeo si racconta
che questi rubò il fuoco agli dei e
lo donò agli uomini, insegnando
loro ad usarlo: cominciò così che
l’ingegno e l’industria degli
uomini infransero l’ordine naturale…”,
In effetti, nel momento in cui
l’uomo “produce oggetti, archi e
frecce, strumenti per zappare,
introduce nel sistema alcune cose
che sono inevitabili alla sua
sopravvivenza, creando così un
ecosistema artificiale che è una
riproposta dell’ecosistema filtrata attraverso la sua intelligenza,
la sua capacità di produrre beni
che la cultura di appartenenza
ritiene indispensabili”.
Verdamnskij
denomina
“nosfera” questo sistema produttivo che si inserisce tra l’uomo
stesso e la “biosfera”, che è l’insieme di tutti gli ecosistemi che
stanno sulla terra.,
Accade però che, introducendo elementi nuovi, l’uomo produca delle alterazioni tali che
hanno bisogno di essere riequilibrate in quanto la natura non ce
la fa da sola ad autoriprendersi
perché il cambiamento è stato
troppo vasto; pertanto, bisogna
intervenire con costi altissimi di
ricostruzione e risanamento. Si
pensi alle tante situazioni di
desertificazione e di degrado che
l’uomo ha creato e che sono
reversibili solo se egli stesso
interviene a risanarle.
In questo senso diventa
importante che l’uomo, nei suoi
interventi sul mondo naturale,
badi sempre a garantire la funzionalità dell’ecosistema, ne
assicuri la produttività, l’equilibrio determinato da una miriade
di esseri viventi di diverse specie
che producono, consumano solo
se c’è ossigeno, se si realizza un
regolare ciclo dell’acqua, se si
verificano determinate situazioni.
E qui entra in gioco il problema dell’inquinamento e della
non sostenibilità dell’attuale
sistema industriale, che consuma
risorse in maniera superiore a
che “tiene” il mercato nel presente caricando di conseguenze e
quindi di costi altissimi il futuro.
Per quanto riguarda l’acqua,
non basta contenerne i consumi:
occorre una utilizzazione differenziata di essa, che eviti ad
esempio il prelievo alla sorgente
se non è proprio indispensabile,
affinché il fiume possa contare su
una sufficiente quantità d’acqua
che assicuri vitalità e funzionalità al suo ecosistema.
In Cattedrale
Venerdì 28 ottobre, in
Cattedrale, si terrà un’Adorazione Eucaristica animata dai gruppi del Rinnovamento nello Spirito della
diocesi. Si tratta del “Roveto Ardente” di preghiera,
già benedetto da Giovanni
Paolo II. Orario, 21.30-24.
Tutti sono invitati a partecipare.
(foto Cristian Ballarini)
esibiti sfoggiando figurazioni fantastiche, acrobatiche e nuove. Con
loro erano anche due piccolissimi “apprendisti”: promettono bene.
Il taglio della torta megagalattica con il sindaco, Fabiano
Belcecchi, che risulta essere stato, pensate un po’, il vincitore della
prima edizione della “Pratolina d’oro”. Confezionata ad arte dai notissimi Ciro & Pio che ne hanno fatto omaggio a don Roberto, la torta
riproduceva (vedi foto) la chiesa di San Sebastiano, il campo di calcio
limitrofo e persino i giocatori in azione.
a.f.c.
Omaggio a Giulio Marvardi
Calendario 2006 della Croce Rossa
di Giorgia Barboni
A meno di tre mesi dal nuovo
anno iniziano ad arrivare i primi
calendari: un’attenzione particolare merita, anche quest’anno, il
Calendario 2006 della Croce
Rossa, realizzato dal Comitato
di Jesi in collaborazione con le
delegazioni di Montecarotto, di
Staffolo e il gruppo di Monsano.
Non solo comune calendario,
ma anche piacevole e variopinto
catalogo d’arte, quello che ci
accompagnerà nei mesi del
prossimo anno: il lavoro è infatti dedicato all’opera pittoricodecorativa dell’artista jesino
Giulio Marvardi.
Scenografo e pittore, Marvardi nasce a Jesi nell’agosto del
1832, per poi compiere i suoi
studi presso l’Accademia di San
Luca a Roma dove viene
ammesso in Vaticano ai restauri
delle Logge di Raffaello. È a
Senigallia,
tuttavia,
che
Marvardi svolge gran parte della
sua attività artistica, in qualità di
decoratore di Villa delle Grazie,
del Teatro la Fenice, del Duomo
solo per citarne alcuni; presente
all’Esposizione Nazionale di
Napoli
del
1877, a quella
di Torino sette anni dopo,
Marvardi
muore
nel
1916 a Senigallia. Nel ricordarne la
nascita jesina,
la Croce Rossa di Jesi ha
voluto riproporre alla città dodici delle
opere dell’artista in un calendario le cui copie verranno distribuite dai volontari della Cri per
tutto il periodo ottobre-dicembre nei giorni prefestivi e festivi. Omaggio, questo, ad una
delle tante personalità artistiche
di spicco della nostra città, e
segno di una vivacità culturale,
che a volte in città rimane un po’
troppo assopita, ma che può
manifestarsi davvero sotto ogni
forma artistica.
Concerto d’organo
alla
Regina della Pace
Domenica 23 ottobre alle ore
18 a Jesi, nella chiesa Regina
della Pace, si terrà il concerto
d’organo del maestro Roberto
Cescut.
Il concerto, ad ingresso libero, proposto dall’Associazione
Or-ganistica Vallesina in collaborazione con l’Unitalsi, rientra
nella rassegna organistica
“Suoni dal passato” che vuole
valorizzare gli organi e, in questa occasione, l’organo della
chiesa parrocchiale, un organo
Callido del 1828, recentemente
restaurato e con tastiera e pedaliera originale. Il programma
Prevenzione
primaria
Ha preso avvio presso
l’Istituto comprensivo “Federico II” di Jesi un progetto di
prevenzione primaria dei disturbi specifici di linguaggio e di
apprendimento rivolto agli
alunni dell’ultimo anno della
scuola dell’infanzia e della
prima e seconda classe della
scuola primaria.
Il progetto, che coinvolgerà
gli insegnanti e gli alunni delle
scuole di Jesi (“Gemma Perchi”, “Casali Santa”, “Santa
Maria”, “Mazzini” e “Garibaldi”) e di Monsano, si pone come
obiettivo quello di individuare
precocemente quei bambini che
potrebbero sviluppare difficoltà
nel leggere e nello scrivere in
modo da attuare strategie educative efficaci tali da evitare lo
strutturarsi di un vero e proprio
disturbo di apprendimento.
Ideato e proposto dall’Aimc
(Associazione italiana maestri
cattolici) il progetto è stato
finanziato dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi ed
affidato al “Laboratorio educativo liberamente” che, sotto la
supervisione del dottor Paolo
Cingolani, lavora ormai da
alcuni anni in diverse scuole
della provincia di Ancona e
Macerata.
A curare il lavoro con gli
insegnanti ed i bambini saranno
il dottor Leonardo Belardinelli
(sociologo, collaboratore esterno), il dottor Paolo Cingolani
(logopedista, pedagogista), il
dottor Emanuele Gagliardini
(psicologo età evolutiva) e il
dottor Antonio Simonelli (educatore professionale).
prevede l’esecuzione di musiche
di G. F. Haendel, Gherardeschi,
Moran-di, Petrali, padre Davide
da Bergamo, Oriola e Storace.
L’organista Roberto Cescut è
diplomato in Organo e Composizione Organistica e clavicembalo presso il Conservatorio “B.
Marcello” di Venezia. Molto attivo come solista in Italia e all’estero, si esibisce con altri strumenti e come accompagnatore di
formazioni corali.
Nel ricordo di un suo amico
Profilo di Carlo Parlapiano
Sabato 15 ottobre è deceduto a Bologna Carlo
Parlapiano, amato e stimato da quanti hanno avuto il dono
di conoscerlo. Riportiamo quanto, durante la cerimonia
funebre officiata in Cattedrale da Padre Oscar, ha letto un
suo amico focolarino. Ci uniamo ai tanti per esprimere
affetto alla moglie di Carlo, la sig.ra Rosalia Bigliardi, e ai
figli Daniele e Marco. E vogliamo ringraziare Carlo anche
per l’ultimo insegnamento che ci ha voluto dare con la sua
testimonianza alle Tre-sere del settembre scorso.
Carlo è nato a Lucca Sicula, un
paesino dell’agrigentino, l’11
dicembre del ’45 da Francesca e
Calogero Parlapiano; fin dall’infanzia ha sperimentato anche dentro la sua famiglia le asperità e le
sofferenze che hanno segnato
questa bella terra siciliana (la
povertà, l’emigrazione del papà e
altro) che hanno maturato in lui
una sete di ideali veri.
Dopo gli studi a Palermo e
brevi periodi di lavoro in
Germania, è stato affascinato dall’ideale dell’unità di Chiara
Lubich e del Movimento dei
Focolari, tanto da lasciare tutto, a
vent’anni, per vivere questa divina avventura, prima nella cittadella di Loppiano, poi ad Ancona:
una intensa e radicale esperienza
comunitaria di amore vero e concreto a Dio ed ai fratelli.
Questa realtà ha animato anche
la sua esperienza di lavoro, a contatto con le persone più fragili,
prima a Loreto, poi a Jesi, a servizio di portatori di handicap, di
malati psichici e da ultimo di tossicodipendenti: brani di umanità
piagata con cui ha condiviso dolori, sofferenze e speranze, amandole con la qualità di un serio servizio professionale di assistente
sociale imbevuto di amore concreto.
Nel luglio del 1977 sposa
Rosalia Bigliardi, Lia; insieme
con i figli Daniele e Marco vivono con intensità una comunione
ricca e nello stesso tempo profonda di affetti, di interessi umani e
spirituali, tanto intima quanto
aperta a vivere una esperienza
comunitaria con altre famiglie:
nascono a Jesi gruppi di Famiglie
Nuove, che si impegnano a vivere
l’unità dentro la famiglia e tra
famiglie, attraverso l’amore reciproco e la comunione di beni
materiali e spirituali.
Carlo stringe un rapporto sempre più vivo con la Diocesi ed il
Vescovo, alimentato da rinnovate
disponibilità a vivere i momenti
salienti del cammino della Chiesa
locale, a farsi promotore di iniziative significative secondo lo stile
del Concilio Vaticano II.
E’ anche partecipe attento della
vita sociale della città e della
regione, si impegna con passione
nel sindacato, in organismi scolastici, nelle adozioni a distanza;
con Lia è presente nelle manifestazioni civili e culturali, con l’occhio aperto a cogliere il significato vero e profondo degli avvenimenti.
L’amore concreto ai fratelli lo
porta ad un rapporto sempre più
profondo con Dio, che matura
nell’impegno di compiere con
radicalità il santo viaggio della
vita.
Le tappe della vita di Carlo
sono scandite dal costante rapporto con Chiara Lubich, fondatrice
del Movimento dei Focolari, il cui
Ideale di vita evangelica Carlo ha
fatto suo radicalmente. Da lei ha
ricevuto una frase del Vangelo da
vivere in modo particolare:
“Come il Padre ha amato me, così
io ho amato voi.” Gv 15,9
***
Abbiamo trovato alcune delle
lettere che Carlo ha scritto a
Chiara: ve ne leggo alcuni stralci
certo che Carlo, che è stato uomo
di comunione, sia contento di
farci dono delle sue cose più intime.
Il 24 aprile 1967, due anni
dopo il suo incontro con l’Ideale,
le scrive: “Gesù in questi ultimi
giorni mi si è manifestato e mi ha
fatto capire che la strada mia è
questa, quella di Gesù Abbandonato. Io lo scelgo con tutta l’anima, la mente e le forze”.
L’espressione Gesù Abbandonato
indica il momento culmine della
passione di Gesù in croce quando
si sente abbandonato dal Padre e
urla il suo “perché”.
In un’altra lettera: “Ho provato
tanta gioia nel dire il mio si a
Gesù ed ho ringraziato la
Madonna di avermi accettato in
focolare. La straordinaria vocazione che ci hai svelato mi affascina. Ti assicuro che ce la metterò
tutta per restare fedele a questa
chiamata all’Amore”.
Il 17 gennaio 1990 per Carlo
giunge il momento di consacrarsi
a Dio come focolarino coniugato;
scrive: “E’ arrivato il momento di
pronunziare il mio sì per sempre.
Sono contento perché avverto un
amore particolare di Gesù. Lui mi
conosce e mi ha scelto. Se guardo
per un attimo al mio passato vedo
una vita di tante grazie e tante
infedeltà, ma i momenti più belli
ed intensi sono stati l’incontro con
lui abbandonato. Consacro la mia
vita a Lui.”
Nel 2002, in occasione del 25°
di matrimonio, Carlo e Lia ricevono da Chiara una frase del
Vangelo come Parola da vivere
insieme: “Al di sopra di tutto vi
sia la carità, che è il vincolo della
perfezione” –Col. 3,14.
E arriviamo al Natale del 2002
con un progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute:
“Volevo aggiornarti sulla situazione della mia salute: mi è stata
comunicata la necessità di un
intervento assai complesso al
fegato e, insieme allo spavento,
ho avvertito che era lo stesso
Gesù di sempre (quello della chiamata) che mi invitava ad avere
fiducia.”
E ancora il 3 gennaio 2004
mentre era in lista di attesa per il
trapianto di fegato: “Mi sembra
che alcuni momenti d’unione con
Dio li abbia sperimentati per la
presenza di Gesù in mezzo a noi
(Carlo si riferisce al brano di
Matteo 18,20 dove Gesù promette
la sua presenza a chi è unito nel
suo nome). Un anno fa rispondendo a una mia lettera mi dicevi che
Maria appianerà ogni difficoltà.
Ho potuto sperimentare quanto
sia vero! Le difficoltà sono presenti, la sospensione e la lunga
attesa (del trapianto) mi hanno
fatto sperimentare un amore speciale di Gesù e gustare la tenerezza di Maria.”
E ancora il 13 febbraio 2004, il
giorno prima dell’operazione di
trapianto del fegato: “E’ vero,
come tu dici quando parli dell’unione con Dio, che di notte si vede
più lontano. Dopo aver fatto l’esperienza straordinaria di Maria
nell’anno del rosario, sto facendo
l’esperienza dell’unione con Gesù
Eucaristia. Mi è parso di unire i
miei dolori ai suoi: avverto che
tutto è Suo dono. La luce che ne è
scaturita è stata di sollievo e sostegno in questo momento di prova.
Io non lo so se è vero, Chiara: a
me pare di avere un rapporto con
lo Spirito Santo più vivo e sperimento la forza che mi fa andare
avanti e tanti altri effetti”.
***
In risposta a quest’ultima lettera di Carlo, Chiara gli scrive il 17
febbraio 2004: “Certamente Gesù
ha accolto l’offerta dei tuoi dolori,
che unita ai Suoi, porta tanto frutto. E lo Spirito Santo, Spirito
d’Amore, ti si fa sentire vicino e ti
sostiene. Grazie Carlo e avanti!
Dio ti ama immensamente e conduce la tua vita.”
Certamente la vita di Carlo è
stata travagliata, specie in questi
ultimi anni di malattia. Ma ciò che
ho in cuore e che mi rimane come
ricordo vivo è proprio l’Amore di
Dio che Carlo ha sempre sentito
come il vero regista della sua
vicenda umana.
Diceva un focolarino dopo
averlo incontrato in ospedale:
“Anche se il corpo di Carlo vive
questi momenti terribili di dolore
e di attesa, la sua anima è più viva
che mai”. E un altro che ha vissuto a lungo con Carlo: “La prima
impressione che mi ha dato, e che
è rimasta intatta sempre, è di una
persona che ha raggiunto l’umiltà
attraverso la sofferenza. Carlo
cercava di cogliere nel segno il
desiderio dell’altro e lo esaudiva
nel modo più nobile e rispettoso.”
***
Vorrei concludere esprimendo
un grazie immenso a te, Lia, a voi
Daniele e Marco per quello che
siete per Carlo nel cui amore
ormai siete incastonati nell’eternità, in Dio.
Jesi e Vallesina
Contrappunti
La questione
del bicchiere
di Riccardo Ceccarelli
Il problema è quello solito.
Quello del bicchiere mezzo pieno
e del bicchiere mezzo vuoto.
Guardando solo una delle due
parti, il risultato è completamente diverso, anzi proprio opposto.
Tra i tanti casi, il più recente e
per alcuni versi anche clamoroso
è accaduto nelle settimane scorse.
Si ricorderà come la copertina de L’espresso del 22 settembre, dal titolo “Napoli addio”,
ed il relativo ampio servizio
“C’era una volta Napoli”, avessero suscitato un certo scalpore
tanto da far riprendere l’argomento ad alcuni quotidiani. Si
evidenziavano, in copertina, la
criminalità, la disoccupazione il
disagio giovanile, e, all’interno,
le strade in ostaggio di bande di
ragazzini senza futuro, le montagne di rifiuti, la morte del sogno
di una città. Insomma “Napoli
affonda. Napoli sta morendo” e,
si scriveva, “di fronte a questa
situazione crescente di degrado
mancano risposte forti”.
***
Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli, sosteneva che è
“più difficile fare il sindaco che
il ministro dell’Interno”, mentre
Antonio Bassolino, governatore
della Campania, al centro di
forti polemiche, anche nel suo
partito, ha dovuto far ricorso
alla solidarietà del segretario
Ds Piero Fassino per una questione morale, dicono, inesistente (Corriere della Sera, 8 ottobre). Proprio “così muore il
sogno di una città” ribadiva il
settimanale. Poche le speranze,
solo quelle di uno scrittore
napoletano, Ermanno Rea, che
“vive a Roma, ma se fa del tutto
per non perdere il rapporto con
le sue radici”.
Una situazione penosa,
disarmante, disperata. Il bicchiere vuoto, o meglio mezzo
vuoto, perché a sottolineare il
mezzo pieno, o il tutto pieno, ci
ha pensato Ventiquattro n. 10
dell’1 ottobre, il “magazine” de
Il Sole-24Ore. “Napoli. Punto e
a capo”: la città è infatti la
“nuova capitale dell’arte contemporanea”. Tante le installazioni di artisti famosi, statue nel
metró, musei che si arricchiscono.
Una città che non è quella de
L’espresso. La metropolitana
costituisce un itinerario autonomo per i turisti, ogni stazione
affidata ad un artista dove ha
potuto mettere il meglio di sé,
una galleria da visitare ad un
euro, il prezzo del biglietto. Non
c’è traccia alcuna del disagio e
dei problemi sollevati nell’altro
servizio. Veramente un’altra
città.
***
Napoli vista da due punti di
osservazione diversi, tanto diversi da farla apparire il rovescio
una dall’altra, uguale solo nel
nome, perché così è scritto, altrimenti verrebbe da dubitare.
Quando si dice la complessità
delle cose… Cosa tragica e non
rispondente alla sua verità completa è quando se ne evidenzia
solo una parte tacendo dell’altra
e dando un’informazione che, se
è vera nella sua parzialità, risulta non vera nella sua totalità.
Ci si muove così tra il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo
vuoto. E spesso li beviamo senza
discutere. Come ce li porgono.
Non li guardiamo neanche. Ci
fidiamo di chi ce li offre. Ci facciamo prendere dall’immediato,
dall’emozione, dal clamore della
tifoseria. Ci colpisce ovviamente
più il detto che il non detto,
anche se era stato annunciato di
esporlo (ad esempio, quale proposta ha fatto Prodi in piazza del
popolo a Roma domenica 9 ottobre? L’osservazione non è mia
ma chi gli ha votato e gli voterà
ancora).
Delle omissioni ce ne accorgiamo di rado, forse perché
occorre essere più attenti e più
riflessivi. La memoria ci fa sempre più difetto; ci sfugge in questo modo una comprensione e
una “intelligenza” delle cose più
aderente alla loro realtà e alla
loro verità. Non sempre riusciamo a identificare l’azione e l’opera di depistaggio della memoria che in molti sono impegnati a
fare in nome della storia, della
politica, della governabilità, del
paese, dei suoi interessi, in nome
degli Italiani, nel nome nostro.
Tanto il bicchiere mezzo vuoto
o mezzo pieno lo beviamo
comunque.
Il 5 novembre
Domenica 23 ottobre 2005
Interventi
Convegno a Maiolati
sulla vicenda dei “Fraticelli”
Promozione alla salute
di Marco Palmolella
da un serpentello che improvvisamente, per miracolo, apparve
in fondo al calice.
Evidentemente il fenomeno
non può essere ridotto solo a
questo fatterello o limitato a
qualche argomentazione piccante sui costumi degli eretici da
raccontare come un aneddoto,
ma il fenomeno è sostenuto da
forti dottrine di teologia morale
e dalla agiografia francescana.
I“Fraticelli di opinione” fondavano il loro dissenso sull’esame del concetto di povertà,
richiamandosi anche al testamento
di
Francesco.
Sostenevano che se Cristo e gli
apostoli non avevano posseduto
nulla, chi segue con rigore questo modello di vita deve essere
povero. Secondo i “frati
Spirituali” e gli epigoni
“Fraticelli”, se la gerarchia religiosa, compresa quella regolare,
viveva nell’abbondanza di beni
materiali, è evidente che si stava
allontanando dall’insegnamento
di Francesco.
Ora Majolati vuole riappropriarsi di questa vicenda, la
vuole studiare. Per questo motivo ha organizzato la prima giornata di studio dal titolo “I
Fraticelli di Majolati: società ed
eresia nel tardo medioevo”. Il
convegno, curato dal prof.
Réginald Grégoire, si terrà
sabato 5 novembre, alle ore 9, al
teatro Spontini di Majolati.
L’avvenimento, che si avvale del
patrocinio
della
Regione
Marche, della Provincia di
Ancona e dell’Università “Carlo
Bo” di Urbino, vedrà gli inter-
venti di qualificatissimi studiosi.
L’introduzione ai lavori sarà
svolta dallo stesso prof.
Grégoire, ordinario di Storia del
Cristianesimo, presso l’Istituto
Storico politico dell’Università
di Urbino; l’illustre Silvestrino
ha insegnato nella Facoltà pontificie romane, e successivamente,
dopo un periodo in Segreteria di
Stato del Vaticano, è stato
docente in varie discipline storiche a Pisa, poi a Pavia e, in conclusione, a Urbino, in Ungheria
e in Cameroun.
Il prof. Tommaso di Carpegna Falconieri, esperto di storia medievale, tratterà un tema
di straordinario interesse per
tutta la cultura marchigiana: “La
Marca nello Stato pontificio dei
secoli XIV e XV”. Il prof.
Umberto Longo, docente presso
l’Università di Sassari, noto per
le sue pubblicazioni di agiografia medievale, presenterà un
saggio su “L’attesa dei tempi
nuovi: millenarismi ed eresie nel
basso medioevo”.
Il prof. Roberto Lambertini,
docente presso il Dipartimento
di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio,
Università di Macerata, direttore
della
rivista
“Picenum
Seraphicum”, per la profonda
conoscenza delle fonti letterarie
del francescanesimo antico,
espressa in numerose pubblicazioni, avrà il compito di trattare
il tema: “In che cosa credevano i
Fraticelli? Il problema delle
fonti”.
Infine il prof. Giuseppe
Avarucci, ordinario di paleografia latina presso il Dipartimento di scienze storiche,
documentarie, artistiche e del
territorio, Università di Macerata, direttore di “Studia
Picena”, paleografo di fama
internazionale, trarrà le conclusioni dei lavori.
Un premio
sulla raccolta
differenziata
Le poste stanno recapitando
in questi giorni il periodico del
Comune “Jesi Oggi”, che contiene una cartolina per la “rac-
A Fabriano
Servito il “Cuoco alle stelle”
Insediata
la Commissione
del “Premio Vallesina”
Si è riunita per la prima volta,
sotto la presidenza del presidente
dott. Paolo Annibaldi (nella
foto), la commissione che ha il
compito di esaminare i curriculum dei candidati al “Premio
Vallesina”, la cui terza edizione si
svolgerà a Jesi nel giugno 2006.
In questo primo incontro sono
Società ed eresie del tardo medioevo
Majolati è stata la sede del
movimento religioso, indicato
semplicemente come l’eresia dei
Fraticelli, che ha caratterizzato
la seconda metà del XIV secolo
e il primo trentennio del XV. San
Giacomo della Marca, come
scrive nel suo “Dialogus contra
Fraticellos”, fu a Majolati per
predicare la parola di Dio contro
gli eretici e proprio a Majolati
dovette subire un attentato alla
vita che poi caratterizzò tutta la
successiva iconografia del santo.
Il fatto è noto. Mentre San
Giacomo celebrava messa in una
chiesa di Majolati, durante l’eucaristia, gli fu propinato dai
“Fraticelli” del vino avvelenato.
Il santo fu avvisato del pericolo
5
Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Zona Territoriale
n. 5 di Jesi ha proposto alle Istituzioni Scolastiche della
Vallesina una serie di argomenti da sviluppare nell’anno 20052006 nell’ambito dell’attività di prevenzione e promozione alla
salute, trattati da medici e assistenti sanitari. Cinque gli argomenti trattati:
“Prevenzione della carie e igiene orale”: rivolto agli alunni delle scuole materne, sull’importanza di una corretta igiene
orale.
“Prevenzione degli incidenti domestici”: per informare gli
alunni delle scuole elementari sui più diffusi incidenti domestici, favorire l’individuazione delle principali fonti di rischio
all’interno delle abitazioni ed educare a comportamenti idonei
a ridurre il pericolo di infortuni.
“La salute va in fumo”: per aiutare gli alunni delle scuole
medie inferiori a comprendere il complesso dei fattori ambientali e personali che inducono le persone a fumare ed a sviluppare le conoscenze e le capacità necessarie per identificarli e reagire positivamente.
“Prevenzione incidenti stradali”: per promuovere negli studenti delle scuole medie superiori (classe quarta) in procinto di
acquisire la patente di guida, la capacità di riconoscere le condizioni di rischio e favorire la consapevolezza dei comportamenti pericolosi sulla strada.
“Prevenzione malattie sessualmente trasmesse”: per fornire agli studenti delle scuole medie superiori informazioni sulle
malattie sessualmente trasmesse e promuovere nei ragazzi
comportamenti sessuali responsabili.
colta a punti” legata al riciclaggio dei rifiuti. Dal 24 ottobre,
infatti, tutti i cittadini che conferiranno i rifiuti già separati al
Centro ambiente di Campo
Boario (viale Don Minzoni)
riceveranno, per ogni cinque
chili di materiale riciclabile, un
“punto-bonus” del valore di cinque centesimi l’uno da apporre
sulla propria scheda. Due i
“bollini premio” invece per chi
consegnerà cinque chili di cartone.
La scheda, una volta completata, dovrà essere portata presso
gli uffici della Jesiservizi (in via
Mura Occidentali 5) dove sarà
convertita in un buono acquisto
di cinque euro da spendere al
supermercato Coop di via
Gallodoro. Ogni cittadino potrà
ritirare al massimo venti schede, risparmiando così fino a
cento euro di spesa. La somma
risparmiata per lo smaltimento
dei rifiuti sarà devoluta per promuovere servizi e attività che
incrementino il benessere dei
cittadini.
Ricordiamo che al Centro
ambiente possono essere conferiti in cambio di “bonus” materiale di carta (cartoni, carte da
parati, carta cerata o paraffinata
o chimica, tetrapak, buste di
latte, e così via..), imballaggi in
plastica, rifiuti compostabili
(scarti di giardinaggio), ferro e
altri metalli (rottami).
Fino ad oggi la città di Jesi
ha ottenuto buoni risultati,
riuscendo a recuperare circa il
25 per cento dei rifiuti che quotidianamente produce, percentuale che la colloca ai vertici
regionali ma che non è ancora
sufficiente per il raggiungimento del tetto previsto dal decreto
Ronchi, pari al 35 per cento
entro il 2007.
Inaugurazione
Sabato 22 ottobre alle ore
15,30 si terrà la cerimonia
inaugurale della nuova sede
jesina della Banca di Credito
Cooperativo di Ostra e Morro
d’Alba, in via Ancona, 15b.
Sarà
presente
Mons.
Vescovo che impartirà la benedizione.
Seguirà il convegno alla sala
dell’hotel Federico II.
Carlo Cecchi
a Falconara
stati definiti, fra l’altro, i criteri di
selezione e le modalità per individuare – fra gli oltre settanta
segnalati - i quattro premiati (tre
nostri concittadini che si stanno
facendo onore in Italia e nel
mondo ed un’azienda della
Vallesina) da sottoporre, poi,
all’attenzione del Comitato
Esecutivo per l’approvazione.
Come è noto, oltre al presidente Annibaldi, fanno parte della
Commissione l’ing. Claudio
Bocchini, l’ex sindaco di
Monsano Sandro Sbarbati e l’insegnante elementare Stefania
Lucidi, rispettivamente in rappresentanza dei soci fondatori (Assindustria, Comuni di Monsano e
Maiolati Spontini); il prof.
Giovanni Latini, preside della
facoltà di ingegneria dell’università di Ancona, Riccardo Ceccarelli bibliotecario di Cupramontana, Federica Bernardini in
Cirilli coordinatrice regionale dei
Gat, la professoressa Gilia
Volpotti e Gianni Rossetti, della
Rai, presidente dell’Ordine dei
giornalisti delle Marche.
Il “Premio Vallesina” ha da
qualche settimana anche un suo
sito: www.premiovallesina.org.
A Falconara Marittima, fino
al 15 novembre è possibile visitare la mostra del pittore jesino
Carlo Cecchi allestita al
Centro culturale Pergoli
(piazza Mazzini). La
mostra consiste in una
originale riflessione ispirata alla metafora della
pioggia. L’istallazione, i
lavori su tela ed i disegni
esposti, sono il frutto del
recente lavoro, ma anche
di una selezione tematica
sul già svolto e costituiscono un racconto, una
narrazione autobiografica com’è nello stile dell’autore che trae i propri
simboli, la propria ispirazione da un quotidiano
profondo e privato. Il
tema della pioggia risulta
quindi essere l’attivante
febbrile per la sua produzione artistica e letteraria.
Diventare istruttori di scuola guida
Esercizio della professione di insegnante di teoria e istruttore di
guida presso le autoscuole: la Provincia di Ancona ha indetto una sessione di esami per il conseguimento della relativa idoneità. Bando e
schema di domanda sul sito Internet www.provincia.ancona.it al link
“Servizi ai cittadini – Trasporti – VI Settore - Attività Economiche e
Politiche Comunitarie”. Domande di ammissione agli esami dovranno
pervenire alla Provincia entro le 13 del 7 novembre.
Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri
Santina Buoncompagni
Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo,
inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel
recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel
primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito.
Una grande cuoco di fama mondiale (il francese Michel Roux), un
giovane chef marchigiano emergente (il ventiquattrenne Giacomo
Pasquini), i prodotti tipici e le tradizioni culinarie delle Marche: questi
gli ingredienti che hanno decretato il successo del premio di alta cucina “Il Cuoco alle Stelle”, la manifestazione svoltasi nella. suggestiva
cornice dell’Oratorio della Carità di Fabriano e presentata con garbo ed
eleganza da Rosanna Vaudetti (nella foto, con i protagonisti della
serata). “Roux, il vincitore di quest’anno, è tra i primi dieci chef del
mondo – ha detto Elio Palombi, presidente dell’associazione organizzatrice Gusta Fabriano. Segno che questo appuntamento sta acquisendo una levatura internazionale sempre maggiore, riuscendo a far conoscere sempre meglio anche all’estero il nostro entroterra e le sue ricchezze”. “Nelle Marche potete vantare superbi prodotti, accompagnati
da vini eccellenti – ha confermato Roux -. Sapori che non hanno nulla
da invidiare ad alcuno. Se li porterò con me nei miei ristoranti? Io seleziono i prodotti migliori, quindi perché no?” (a.b.)
(foto Studio Cico)
ANCONA Via Matteotti 9
tel e fax 071.201297 e-mail [email protected]
SENIGALLIA Via A. Costa 27
tel e fax 071.60597 e-mail [email protected]
6
Jesi e Vallesina
Domenica 23 ottobre 2005
Jesi per via
di Paolo Marcozzi
Comparse
La Fondazione Pergolesi Spontini seleziona
“comparse” per la “Cavalleria Rusticana”. Gli
interessati dovranno presentarsi al teatro Pergolesi
martedì 25 ottobre alle ore
14.
Bottega Equo Solidale
anche il mercoledì
Garibaldi Giuseppe (Porta, da Via del Fortino a Via
Garibaldi) Vedi Via Garibaldi. E’ il capo ovest del decumano
massimo romano (quello est è Porta Valle); un tempo era denominata Porta San Floriano e immetteva nel Borgo San Floriano;
come Porta Valle, anch’essa venne avanzata nel XV secolo per
inglobare la sorgente d’acqua, importantissima in caso d’assedio. Il tratto che va da Porta Garibaldi a Via del Setificio era, a
Jesi, “el Borgo” per antonomasia; prima del 1860 si chiamava
Borgo San Floriano.
Gentile
da
Fabriano (Via, da
Via Agabiti a Viale
Verdi)
Pittore
(circa 1370 - Roma
1427). Singolare è
il contrasto fra la
celebrità delle sue
opere e le incertezze delle sue origini, probabilmente
più nordiche che
marchigiane.
Famosissi-me sono
l’Adorazione dei
Magi (Uffizi), fra
le più importanti
del Quattrocento,
splendente di ori e
sfarzosa ed elegantissima nei costumi, la Madonna
col Bambino (National Gallery di
Londra), Storie di S. Nicolò (Pinacoteca Vaticana), Storie del
Battista (S. Giovanni in Laterano).
Nella foto in alto, Porta Garibaldi in una fotografia vecchia di un secolo (anno più anno meno); nell’altra foto, particolare dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
(Galleria degli Uffizi, Firenze).
Pubblicazioni: “Manager”
Giovedì 20 ottobre, alle ore
18, presso la sala maggiore del
Palazzo della Signoria verrà presentato il romanzo di Roberto
Anibaldi dal titolo “Manager”
edito da “Il Lavoro Editoriale”.
La presentazione rientra nell’iniziativa “Incontri in Biblioteca
2005” che prevede interventi atti
a valorizzare sia gli scrittori che
il patrimonio locale.
Dopo i saluti del sindaco
Fabiano Belcecchi, il romanzo
sarà presentato dell’assessore alla cultura Leonardo Animali e
dal presidente di Assindustria
Ancona Francesco Casoli. L’autore sarà a disposizione di quanti vorranno intervenire per
affrontare i temi affrontati nell’opera.. La Libreria Cattolica sarà
presente con copie del volume
per quanti desiderino acquistarlo.
“Manager” si inserisce nella
tematica del lavoro dal punto di
vista della gestione del personale: a proporlo è uno scrittore
marchigiano che per molti anni
ha lavorato come dirigente alla
Fiat Trattori di Jesi, occupandosi
proprio della gestione del personale.
Maiolati Spontini
Gli amministratori e il bilancio 2006
Da questa settimana la
“Bottega del Commercio Equo e
Solidale” di Jesi è aperta anche
il mercoledì mattina, dalle 9.30
alle 12.30. Gli altri giorni di
apertura sono il giovedì, il
venerdì e il sabato dalle 17 alle
19,30, il sabato anche la mattina, dalle 9,30 alle 12,30.
Ricordiamo che la “Bottega”
è nel centro storico, in piazza
Nuova (angolo vicolo Moriconi,
tra la chiesa di San Pietro
Apostolo e il “forno Ercoli”).
Sorta nel 2001 grazie alla disponibilità del Centro Italiano
Femminile (che ha anche provveduto al restauro dei locali),
oltre che punto di commercializzazione, è luogo di ritrovo e
scambio di idee, con la promozione di conferenze, concerti,
dibattiti, momenti ludici e culinari.
(foto Andrea Cherubini)
Maiolati Spontini
Ricordo di
Vasco
Bertarelli
Restaurato il monumento
ai Caduti in guerra
di Marco Palmolella
A Majolati,
ai piedi del
viale che porta
al Colle Celeste, si trova il
monumento ai
Caduti. All’indomani della
prima
guerra
mondiale l’ing.
Marino Urbani
chiese all’amico
scultore Vittorio
Morelli di realizzare due monumenti ai Caduti, uno a Moie
e
l’altro
a
Majolati. A Majolati, il 24 febbraio del 1923,
ci fu la cerimonia per la posa
della prima pietra dell’edificio
riproducente la
piramide
di
Caio Cestio, incorporata tra le
mura aureliane,
posta a Roma nei pressi di Porta
San Paolo. Un consistente contributo per la realizzazione del
monumento venne anche dai
cittadini majolatesi; in modo
particolare, dalle famiglie delle
vittime. Per l’occasione fu realizzato anche un manifesto, con
le immagini di tutti i reduci. I
lavori furono eseguiti dalla ditta
Alessio Lanari di Osimo. Anche
se la lapide posta nel monumento riporta la data 1923, l’inaugurazione avvenne l’anno dopo
nell’ambito dei festeggiamenti
spontiniani.
Il Consiglio comunale stabiliva di inserire nel programma dei
festeggiamenti per il terzo cinquantenario della nascita di
Spontini, anche l’inaugurazione
del monumento ai Caduti del
Le foto ritrovate
La fotografia di oggi ci
riporta alle prime – se
non alla primissima – edizioni del concorso di pittura ex tempore “Giù pe’
Sant’Anna”, alla manifestazione che una volta
all’anno, per un giorno,
riempiva di giovinezza, di
colori e di voci quella
parte della “Jesi bassa”
relegata al di là del passaggio a livello della ferrovia e che estende fino al
ponte San Carlo e alle
sponde dell’Esino. Il concorso, che sopravvive e in
buona salute seppure con
modalità e in luoghi
diversi, fece il suo esordio
il 2 maggio del 1970 con
centodieci pittori in erba.
E fu subito festa. E fu
subito un successo. Nella
foto, un momento della
premiazione: una delle vincitrici tra Umberto Veroli (a sinistra)
ed Emilio Gherardi.
(gi elle)
capoluogo, del Parco della
Rimembranza e dell’edificio
scolastico, scegliendo la data del
26 settembre 1924. Dell’opera fu
realizzata una bella cartolina,
rapidamente diffusa in ogni parte
d’Italia e inviata anche ai majolatesi emigrati nelle due
Americhe.
Ora l’amministrazione comunale, in prossimità della ricorrenza del IV Novembre, ha
attuato un ampio restauro del
monumento. Sono state ripulite
le pareti a mattoni che si elevano
a scaletta, con un difficile gioco
architettonico, su se stesse; sono
state restaurate le finestre e
ridotte le infiltrazioni d’acqua.
Grazie al lavoro della ditta Carlo
Selvetti di Angeli di Rosora,
maestri della pietra, sono state
risanate le fondamenta del
monumento, realizzate nuove
cordonate in pietra renaria che
delimitano l’area verde da quella
calpestabile ed è stata messa in
opera una nuova illuminazione.
Come nei programmi avviati
lo scorso anno, si attende ora un
rilancio e un allargamento
dell’Associazione Combattenti e
Reduci con l’iscrizione di coloro
che hanno svolto il servizio militare in questi ultimi cinquant’anni senza guerre.
Vasco Bertarelli è uno di quegli amici che si possono onorare
a viva voce: i ricordi scritti su un
foglio di carta perdono colore.
Siamo stati ragazzi insieme in
quel di San Pietro – San Pietro,
che non può essere confuso con
alcun altro quartiere di Jesi…Anche se lui era un gradino più
su di noi, non lo metteva in conto
e si attruppava con la nostra
squadra detta “Sampietrina”
facente capo al “pioà”, don
Clemente Ciattaglia, e ci dava
una mano per strapazzare qualche commedia da mettere in
scena…
Era lui che dava il tocco di
raffinatezza
interpretativa…
quando poi dal pubblico stipato
nel piccolo teatrino parrocchiale
di San Pietro scoppiavano gli
applausi, noi spingevamo lui,
Vasco, (noi dietro) a ringraziare
le benevoli dimostrazioni di
affetto… Lo sapeva fare senza
parole ma con gesti così freschi
e spontanei inventati lì per lì che
la gente gradiva più di mille grazie…
Era sempre nel “gruppo”
quando al sabato sera ci si concedeva qualche licenza… piazzaiola… Avevamo la fortuna di
avere nel “gruppo” Nannì Carbonari strimpellatore di mandolino, che nelle serate buone e fauste ci accompagnava a fare le
stornellate per le vie di San
Pietro… Erano in voga ”Serenata fiorentina”, “Rosamunda”
e altre che ci servivano a dare un
trucco ottimista ai nostri venti
anni.
Allora, anche se obbligati
all’astinenza e digiuno forzati,
era sempre ora di allegria… Quel
fenomeno di parroco che era don
Clemente era riuscito a farci allegri dentro… Non eravamo “farina per fare le ostie”, ma il
“pioà” ci aveva insegnato che il
vero Dio non è quello che gradisce solo la compagnia dei buoni,
dei pii e dei virtuosi, come pensavano e pensano i campioni di
una religione senza misericordia,
ma c’era un tantino di spazio
anche per noi che non eravamo
cristiani di prima scelta…
Vasco, lo sapevamo, era più
di noi, ma si mostrava sempre
eguale a noi… la vera nobiltà è
discreta. La bontà è sempre
migliore di come appare…lui
aveva l’abilità di darla a piccole
dosi, in pillole, in briciole, quasi
nascosta tra le righe… Poi fra me
e lui è caduto il silenzio…La vita
ci aveva spintonato chi a destra e
chi a sinistra..
Ci siamo rincontrati una sera
in parrocchia alla riunione del
Gruppo del Vangelo… Aveva
tanto da dare e da dire, ma i suoi
contributi erano sempre calibrati
in punta di voce… Una sera,
dopo l’incontro, mi sussurrò:”Ho
tanto bisogno di imparare
Dio…”.
Avevo ritrovato il Vasco
”sampietrino”, plasmato da quel
“pioà” che rifuggiva da una religiosità di facciata, inoffensiva,
rassicurante, ma sapeva riempire
l’anima di Dio che vuole colloquiare con l’uomo per insegnare
loro ad essere umani e che i cristiani imparino ad essere uomini.
Ciao, Vasco. A presto!
Concorso dell’Assindustria
Fotografiamo la Provincia
Paesaggi e protagonisti dello sviluppo
Un’inquadratura della giunta comunale di Maiolati Spontini
riunita a Rosora per la messa a punto del bilancio di previsione per
il 2006. Dopo aver espresso la preoccupazione per le conseguenze
dell’eventuale riduzione dei “trasferimenti” dallo Stato ai Comuni,
il sindaco Giancarlo Carbini ha assicurato tuttavia che non ci
saranno aumenti della contribuzione a carico dei cittadini.
“Vorremmo solamente limitarci – ha precisato - a proseguire nel
percorso delineato dal Decreto Ronchi per la copertura del 100 per
cento dei costi con il conseguente aumento della tassa sui rifiuti
urbani”. “Consapevoli che in momenti di crisi tutti debbono dare
il loro contributo, anche gli amministratori – ha concluso il primo
cittadino - abbiamo deciso la riduzione dei nostri compensi del 10
per cento”.
“Paesaggi e protagonisti dello
sviluppo della Provincia di
Ancona”: è il tema del concorso
fotografico bandito dall’Associazione degli Industriali: scopo,
valorizzare il territorio e le attività economiche della nostra
provincia. Il concorso, gratuito,
è articolato in due sezioni: 1) I
paesaggi: il mare, i monti, le colline, le acque, gli alberi, gli edifici. 2) I protagonisti dello sviluppo: le aziende, i lavoratori, i
prodotti, i processi e metodi produttivi, l’innovazione, l’organizzazione, l’ingegno degli uomini.
Ogni autore potrà presentare
fino a dieci fotografie per sezione, sia in bianco e nero che a
colori. Le opere migliori saranno
utilizzate per un’esposizione
permanente presso l’Associa-
zione Industriali di Ancona ed
inserite nel sito internet. L’autore della migliore opera per
ciascuna sezione riceverà una
targa.
La scheda di partecipazione e
le foto dovranno essere consegnate in orario d’ufficio o spedite entro il 31 ottobre all’Assindustria, Ufficio Marketing, via
R. Bianchi, 60131 Ancona.
Vito Savini
Scuola di taglio e cucito
Cri
Style
di Maria Cristina Cesari
(ex Labor di Severina Palermi)
Opera da 40 anni con corsi permanenti, professionali e progressivi.
Lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le
iscrizioni sono aperte durante tutto l’anno. Corsi di: hobbistica uso
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Sport
San Nicolò
Don Roberto giornalista
L’arte del legno
e le sue molteplici forme
anziani: i loro visi sono estremamente espressivi, le loro rughe
celano intere storie da raccontare, anche attraverso l’immagine”.
Diverso, ma non per questo
meno suggestivo, è il campo di
indagine di Melaranci, pianista,
pittore, ed in ultimo scultore: “Le
mie prime opere risalgono a
(foto Andrea Cherubini)
quattro cinque anni fa, traducendo in linguaggio plastico musica
e pittura”, mi dice. Immagini
sacre, animali, figure umane che
escono dal legno nella volontà di
parlare, quasi di liberarsi. “Le
opere nascono da pezzi di legno
che trovo nelle campagne vicino
Roma, molto spesso legno d’ulivo. Le lavoro poi con gli scalpelli, e do loro lucentezza con gommalacca e cera d’api”.
Nel presentarmi le proprie
creazioni, entrambi sottolineano
che la lavorazione del legno è
una passione, lavoro continuo
ritagliato negli spazi che concede
loro la vita quotidiana. Un forte
esempio di chi è riuscito a rendere vero e tangibile quel “magari,
se avessi tempo” che molto spesso ci impedisce di vivere fino in
fondo quegli interessi, quelle
inclinazioni, che rimangono
spesso solo pensieri, e non si traducono in parole concrete: legno,
passione, e fuoco appunto.
(foto Cristian Ballarini)
E’ stato festeggiato, in questi giorni, il don Roberto parroco,
il don Roberto insegnante, il don Roberto musicista il don
Roberto sportivo… Noi, in questo angolo di “Voce”, non possiamo non festeggiare il don Roberto giornalista. Molti lo
sanno, forse non tutti, perché don Roberto Vigo racconta da
anni, sul nostro – sul vostro – giornale le avventure della
Jesina e delle altre squadre di calcio della diocesi. Lo ha fatto
per tanto tempo senza firmarsi, poi, sollecitato dal sottoscritto,
ha accettato di siglare i suoi articoli: “Vir”, che sta appunto
per Vigo Roberto.
Cronista di valore, anche alle sue cronache sportive don
Roberto dà un’impronta, uno stile: il testo scorre vivace, colorito, la forma originale, la critica mai violenta, mai aggressiva… Anche la stesura, nero su bianco, ha un suo… carattere:
il corsivo che esce dalla macchina da scrivere di don Roberto
è come una lettera in bella calligrafia: una “cartella e mezza”
(un foglio e mezzo dattiloscritti, per capirci) che tutti i lunedì,
alle 11,45, puntuale, da mesi, da anni, arrivano sul tavolo del
direttore….
Don Roberto giornalista, redattore da sempre nell’organico
di “Voce”: la sua presenza settimanale, con la sua rubrica
sportiva, è nella storia del giornale: tanti, i suoi articoli, che
viene spontaneo, inevitabile, trattandosi di sport, parlare di
record…
gi elle
Volley
Monte Schiavo Banca Marche
sul tetto della classifica
Nel pomeriggio di sabato 15
ottobre ha avuto luogo l’annunciata cerimonia di inaugurazione delle due palestre di via Zannoni. Erano presenti il sindaco
Fabiano Belcecchi, il presidente della Provincia Enzo Giancarli, l’assessore provinciale ai
Lavori Pubblici Donatella
Linguiti e l’assessore comunale
allo Sport Leonello Rocchetti.
Sono intervenuti alla manifestazione centoventi giovanissimi
atleti.
I due impianti saranno utilizzati sia dalle scuole cittadine per
le loro attività didattiche, nelle
ore mattutine, sia dalle società
sportive, nei pomeriggi, per gli
allenamenti dei vari praticanti.
“Comune e Provincia hanno realizzato questi impianti per la
città di Jesi – ha detto il presidente Giancarli – una realtà
sportiva importante non solo per
la regione, ma per tutta l’Italia.
Vogliamo dare una risposta concreta al mondo della scuola e
delle associazioni sportive, cui
la struttura è dedicata”.
“Dopo otto anni – ha detto a
sua volta Rocchetti – finalmente
una struttura importante per la
città, che aveva bisogno di un
impianto di questo tipo dove gli
atleti delle settanta società sportive cittadine potranno allenarsi
il pomeriggio. Jesi è città dello
sport, non dimentichiamocelo E
ricordiamo anche – ha concluso
l’assessore – che l’attività sportiva è salute, benessere ed educazione, un modo sano per tenere i nostri ragazzi lontani dalla
strada e dal vizio”.
Tutta “nostra” la posta in palio
Jesina
La Vigor di Senigallia veniva
al Comunale con il suo blasone
ben conosciuto, con poco fieno in
classifica, con molta voglia di battere un ex come mister Giuliani e
con le mai spente rivalità sportive.
Dal canto loro gli jesini volevano
evidenziare e il blasone e il punteggio attuale migliore e la voglia
di rispondere a certe contestazioni
ultimamente alquanto sopite.
C’era quindi un bel malloppo
di motivazioni per aver almeno
agonisticamente un bello scontro.
Anche perché nel frattempo con
un orecchio si segue la capolista
Biagio Nazzaro sul campo di
Caldarola, nella speranza che i
locali blocchino i loro ospiti, ridonando ossigeno alla classifica.
La partita incomincia subito
con la Jesina in avanti e con
Strappini che prova a sfondare.
Appena dopo, eccoti il gol da un
perfetto assist di Loreti al sempre
pronto Polverari (ancora gli ex) e
il rapinatore d’area brucia tutti e
segna imparabilmente: 1-0 al 12’.
I vigorini tentano reazioni varie,
ma senza grinta, se non qualche
mezza baruffa tra ex.
Al ritorno in campo, il gioco
riprende con una Jesina ancora
proiettata in avanti ed una Vigor
che cura … il possesso palla:
quasi inspiegabile! Si prosegue
così con quel gol a vantaggio dei
nostri, i quali in un paio di occasioni mettono in vetrina
Malavenda, fino al suo tiro meritevole di segnatura, ma il palo
ribatte la sberla. Le diverse centinaia di tifosi nostrani stavolta
esultano, anche se da Caldarola
arriva la notizia che la Biagio ha
vinto.
Oggi a Chiaravalle incontreremo proprio la capolista.
Real Vallesina
Sul campo di Pianello arriva
il Lucrezia, arrabbiato per le tre
La città dello sport
Inaugurate le palestre
di via Zannoni
Calcio
Due vittorie che portano sei
punti: tre ai leoncelli, vincitori
contro la Vigor senigalliese (1-0);
tre ai realisti contro il Lucrezia (21).
di Giorgia Barboni
anni coltivano la passione della
lavorazione di questo materiale,
antico e semplice al tempo stesso.
L’inaugurazione dello scorso
giovedì, che ha visto presente tra
gli altri anche il sindaco di Jesi e
quello di Castelplanio, ha dato il
via ad un’esposizione di opere di
carattere differente, accomunate
dalla passione per il legno e da
una forte amicizia degli artisti. Il
primo di essi, partendo da foto in
bianco e nero, ha realizzato una
serie di quadri pirografati dai
soggetti più vari. Si va da scorci
di vicoli di Genzano di Roma,
città natìa di entrambi gli artisti
in mostra, ad immagini sacre,
realizzate anche appositamente
per il luogo dell’esposizione.
“Tutto parte dal mio amore
per la fotografia”, precisa
Piccerillo “e l’immagine prende
forma sul legno grazie al fuoco
del pirografo. Un soggetto cui mi
accingo a lavorare sono gli
7
Oggi Real Vallesina a Cingoli
A Chiaravalle la Jesina
In mostra le opere di due artisti romani
“Se dovessi dare un titolo alla
mostra la chiamerei il legno, la
passione e il fuoco”, e non trovo
nessuna obiezione da fare alle tre
parole. Una mostra del legno e
con il legno, quella presente
nella chiesa di San Nicolò dal 13
al 16 ottobre: opere di due artisti
romani, Alessandro Piccerillo ed
Angelo Melaranci, che ormai da
Domenica 23 ottobre 2005
Anche il Chieri ha ammainato bandiera (3-0) di fronte ad una Monte
Schiavo Banca Marche che sta sorprendendo, piacevolmente, per la
carica agonistica e tecnica che sta spiegando in questo avvio di campionato. “Pochi fronzoli, tanta sostanza, un potenziale offensivo da brivido – così Gianni Angelucci sul Carlino – Chieri tenuto ai margini
della partita dal primo all’ultimo minuto. Che, pur nella relativa brevità, è durata abbastanza per capire che quest’anno i conti bisognerà farli
anche con Jesi” (vi.ce.)
(foto Candolfi)
Basket
Sicc Bpa bloccata a Rimini
Al Kiwanis Club
Sarà lo jesino dott. Gagliardini, nel prossimo mese di
novembre, a sostituire l’avvocato
Claudio De Feo alla presidenza
del Kiwanis Club Ancona nord,
associazione che, tra le tante iniziative, ha ultimamente finanziato gli studi in medicina di un giovane del Myammar.
Battuta d’arresto della Sicc Bpa, domenica scorsa a Rimini, al
termine di un incontro che ha visto gli jesini discontinui e cedere
proprio in dirittura di arrivo. La
Coopsette – la formazione di
casa – ha chiuso il confronto sul
70-64. “E’ stata davvero una
partita strana – ha commentato
Bianchi, il tecnico della Sicc –
Il problema sono state soprattutto le palle perse (ventotto!),
una statistica che ci ha condizionato pesantemente”
“Noi non siano una squadra
particolarmente dotata di talento in attacco – ha aggiunto il
coach jesino – Ciò nonostante,
dopo essere scivolati a -18, eravamo riusciti a tornare in partita. In questa rincorsa ci aveva
aiutato la nostra difesa, che era
stata buona… Siamo arrivati al
rush finale in debito d’ossigeno,
affidandoci all’improvvisazione. Ed è finita come è finita”
(fotoservizio Gino Candolfi)
reti buscate dalla Jesina. Si leggeva subito nelle loro intenzioni
la volontà di… vendetta, dato
che procedevano decisi e verso
la mezzora riuscivano a conquistare
il
vantaggio
con
Bachiocchi, bravo a superare il
portiere Montini con un calibrato pallonetto: 0-1 al 27’. Ancor
più ringalluzziti, gli ospiti puntano a portar via tutto il risultato,
anche perché il bomber Busca
fallisce due gol di testa e l’arbitro annulla a Ruggeri un gol!
Ma Tom Gabrielloni nel giro di
un minuto segna e fa segnare: 11 all’83’ e 2-1 servendo Ruggeri;
e son due gol… di testa.
Grandi feste tra il pubblico e
soddisfazione del mister, che
oggi condurrà a Cingoli la sua
squadra, terza in classifica.
Vir
Prima Categoria
Due squadre nostrane in cima
con tredici punti: San Marcello,
che si riaggancia con la vittoria
sulla Labor (3-1) e Castelplanio,
che pareggia a Falconara (1-1).
Altre due a centro classifica (8
punti) pareggiano su tutto:
Cupramontana e Spes (1-1). In
fondo alla fila tre che ancora non
trovano il bandolo della matassa:
Monserra-Borgo Jesi (1-0) e
Labor. Di cui sopra.
Seconda Categoria
Sampaolese in trasferta a
Serradica vince (1-2) e va alla
seconda
poltrona,
dietro
all’Offagna. A Monsano pareggio tra i locali e l’Aurora Jesi (11). L’Aesina perde ad Ancona (20) con la Nuova Folgore.
Terza Categoria
Castelbellino vince a Montoro
con la Leonessa (0-1) e consolida
la pole position (12 punti).
Pianello perde ad Argignano (21). Tra le Acli San Giuseppe e la
Libertas pareggio (1-1). Il
Poggio San Marcello vince in
casa del Piandigiano (1-3).
Casebruciate-Virtus Jesi non
disputata.
8
Varie
Domenica 23 ottobre 2005
LETTERE
Agenda
Ricordo di Carlo
Parlapiano
Il santo del giorno
Venerdì 21 ottobre Sant’Orsola - San Gaspare del Bufalo
- Sabato 22 San Donato di Fiesole - Domenica 23 San
Giovanni da Capestrano - San Severino. - Lunedì 24
Sant’Antonio Maria Claret - Martedì 25 San Miniato - San
Gaudenzio di Brescia - Mercoledì 26 Santi Luciano e
Crescenzio - Giovedì 27 Sant’Evaristo - Venerdì 28 Santi
Simone e Giuda, apostoli - Sabato 29 Sant’Onorato di
Vercelli - Domenica 30 San Marcello, martire.
In televisione
Sabato 22 ottobre - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine”.
Domenica 23 ottobre - ore 8,40 Canale 5) “Le frontiere
dello spirito” con mons. Gianfranco Ravasi e Cecilia
Sangiorgi - ore 9,25 (Rai Uno) Santa Messa nella Basilica di
San Pietro per la chiusura del Sinodo dei Vescovi
sull’Eucarestia - 10 Santa Messa (Retequattro) - ore 12 (Rai
Uno) Recita dell’Angelus.
Anagrafe
Nati
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
26 settembre Marisol Morene Djondo Mbiafeu (Ancona);
28 settembre Francesca Stefania Panaete; 2 ottobre Angelo
Teodoro Trimarchi e Christian Tombolesi; 3 ottobre Michela
Iadaresta, Boris Taurino, Giorgia Carnali; 5 ottobre Federico
Risi (Avellino), Dazhou e Lizhou Zhou; 6 ottobre Chiara
Crognaletti; 7 ottobre Michele Anconetani.
Oggi sposi
Domenica 23 ottobre: Christian Presti e Miriam Cardinali
a Regina della Pace
Matrimoni
2 ottobre Ronni Benedetti e Francesca Andreoli;
Francesco Fabrizzi e Simona Gigli; 8 ottobre Paolo Petrini e
Noemi La Licata; 9 ottobre Alessandro Calori e Annalisa
Armanni.
Defunti
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
28 settembre Ilde Marinelli (85 anni); 30 settembre
Maria Gresti (88) di Morro d’Alba, Gualtiero Bellagamba
(93); 1 ottobre Giovanni Massera (55), Giuliana Bucciarelli
(57) di Castelplanio; 2 ottobre Dino Scortichini (78) di
Cupramontana, Gino Appolloni (68); 4 ottobre Ida Maltoni
(88), Luigi Fratini (81), Maria Pigliapoco (74), Gilberto
Bellagamba (72), Gino Cerioni (93); 5 ottobre Lelia
Tamburo (53), Bennito Micci (91), Mario Pirro (83); 6 ottobre Maria Ramadori (69) di Cupramontana, Pierina
Pellegrini (84) di Cingoli, Lida Montesi (85), Maria
Sabbatini (87) di Maiolati Spontini; 7 ottobre Alfredo
Coppari (85), Adriano Lorenzetti (73) di Montecarotto,
Vincenzo Carloni (89) di Filottrano; 8 ottobre Giuseppa
Grotta (92) di Mergo; 9 ottobre Elda Ceccacci (90); 10 ottobre Alma Cardinaletti (92), Gino Piccioni (82) di
Montecarotto, Terenzio Mancini (83) di Castelbellino, Pietro
Boria (92); 11 ottobre Augusto Anselmi (98).
Farmacie di turno
Venerdì 21 ottobre Barba - sabato 22 Martini - domenica 23 Calcatelli - lunedì 24 Delle Grazie - martedì 25
Comunale 1 - mercoledì 26 Cerni - giovedì 27 Comunale 2
- venerdì 28 Grammercato - sabato 29 Coppi - domenica 30
Moretti.
I risultati in Vallesina
DP
7
13
9
153
10
6
7
2
4
6
1
4
IS
1
1
28
2
9
1
1
2
SP
2
1
1
27
3
3
1
3
2
PS
1
4
6
78
7
2
1
2
1
3
1
5
RP
295
331
343
4.801
478
281
166
87
178
103
89
152
CM
1
4
12
30
1
1
5
16
3
1
3
-
Legenda: FB Fausto Bertinotti - DP Antonio Di Pietro - IS Ivan
Scalfarotto - SP Simona Panzino - PS Alfonso Pecoraro Scanio RP Romano Prodi - CM Clemente Mastella
Pubblicazioni
“Impara di più
al museo con Yagù”
Venerdì 21 ottobre, nella
Pinacoteca Civica di Jesi sarà presentato il volume “Impara di più al
museo con Yagù”, una guida ai
laboratori didattici organizzati
dalle tre strutture museali di Jesi
(Pinacoteca Civica, Museo
Archeologico, Studio per le Arti
della Stampa) rivolti alle scuole
dell’infanzia, primaria e secondaria.
La pubblicazione, che cita nel
titolo il cagnolino Yagù, la guida
virtuale che accompagna i ragazzi
alla scoperta dei tesori dei musei
jesini, è frutto del lavoro a più
mani di operatrici e operatori specializzati in didattica dei musei e
si è resa necessaria in seguito alla
larga partecipazione delle scuole
all’attività organizzata dai nostri
istituti culturali,
Il volume, realizzato con il
contributo della Fondazione Cassa
di Risparmio di Jesi, intende illustrare le undici proposte didattiche
A nome di tutta la Margherita
di Jesi, ricordo con affetto e
stima Carlo Parlapiano, deceduto
pochi giorni fa. Di lui, in questi
giorni, si sono sottolineati diversi lati belli della sua esistenza.
Mi piace ricordare la sua capacità di guardare oltre il quotidiano
e oltre le contingenze.
Nelle tante discussioni poltiche fatte pubblicamente ed in
privato, posso e voglio testimonaire la sua capacità di esplorare i significati profondi dell’agire
umano e politico anche quando si
affrontavano e discutevano temi di carattere locale. Un affettuso saluto anche alla sua bella
famiglia.
Sulla consegna
della posta
Dal responsabile dell’Ufficio
Comunicazione Territoriale Emilia Romagna Marche delle Poste
Italiane:
Scrivo in merito all’articolo
“Sulla consegna della posta” pubblicato su “Voce della Vallesina”
del 9 ottobre, in cui si segnalano
criticità nel recapito della corrispondenza nella città di Jesi.
L’Ufficio Postale di Recapito
di Jesi conta in totale 26 zone e
attualmente sono presenti le unità
necessarie a garantire la copertura
del servizio.
Nelle settimane precedenti si
sono registrate diverse assenze
non programmate del personale,
dovute principalmente a malattie
di stagione, per cui si sono verificate situazioni di criticità che
hanno causato rallentamenti nell’espletamento del servizio di
recapito in alcune vie della città. A
rendere più difficoltosa l’attività
giornaliera dei portalettere, hanno
contribuito anche le recenti cattive
condizioni meteorologiche.
Con l’arrivo nei giorni scorsi di
nuovo personale assunto a tempo
determinato, si sta già provvedendo al ripristino della regolare attività di consegna della corrispondenza.
Ci scusiamo con i cittadini per
i disagi che si sono verificati nella
normale distribuzione quotidiana
della posta.
Piano di rete
dei ripetitori di
telefonia mobile.
Dopo il voto contrario di Rifondazione comunista, i Ds aprono al
dialogo. Continua
così il "caso"
antenne che ormai da mesi accende i toni del
dibattito tra i politici e tra i cittadini, particolarmente quelli più
toccati dall'istallazione, i residenti di via Tabano e
viale Cavallotti.
"Non è mai troppo tardi", rispondono gli esponenti di Rifondazione
ai messaggi di
apertura del segretario Ds Ste(foto Anna V. Vincenzoni) fano
Bornigia
sulla complessa vicenda delle emissioni delle onde elettromagnetiche e
della loro localizzazione. Ma il partito jesino di Rifondazione dichiara di
"preferire i fatti alle parole"auspicando che in futuro"tutte le forze della
maggioranza cerchino il consenso attivo dei cittadini tramite un processo partecipativo".
Lucia Romiti
Un “mestiere” particolare
Sebastiano Vici e la sua prestigiosa scuola
di Fabrizio Filippetti
Montecarotto paese del verdicchio e di organari. Una tradizione importante quella degli
organari che ha caratterizzato la
piccola comunità di Montecarotto dal sedicesimo al diciannovesimo secolo. Ma chi erano
gli organari? Un mestiere un po’
particolare che oggi non esiste
più, ma che all’epoca rappresentava un’attività artigianale di
grande prestigio con la quale si
diventava presto famosi.
Si trattava della costruzione di
organi da chiesa, assai richiesti al
quel tempo quando non esistevano le sofisticate apparecchiature
elettroniche capaci di generare
note musicali. L’argomento è
stato trattato sabato e domenica
scorsi a Montecarotto in occasione del convegno nazionale di studio “Gli organari di Montecarotto dal XVI al XIX secolo”, tenutosi presso il teatro
comunale.
Per diffondere l’idea della donazione
Giornata Aido a Moie
dei Musei Civici di Jesi, da quelle
rivolte alla scuola dell’infanzia a
quelle più sofisticate destinate alle
scuole di secondo grado, spiegandone la metodologia, gli obiettivi,
le modalità di svolgimento, gli
orari e i costi.
Jesi, tappa
del “Neruda”
Cooperlat-Fattorie Italia, inserita tra i modelli industriali di
eccellenza per i Paesi emergenti, è
stata oggetto di una serie di studi e
seminari di livello internazionale;
e la sede di Jesi, tappa dei partecipanti al primo seminario
“Neruda”. Tra gli ospiti della cooperativa jesina, molti professori
universitari provenienti da tutta
Europa e dal Sudamerica.
L’obiettivo del progetto “Neruda” – iniziato in Italia nel maggio
2005 in collaborazione con l’Università politecnica delle Marche
- è la realizzazione di uno studio
comparativo dei sistemi di produzione del latte europei e latinoamericani. Un’analisi complessa
che avrà durata due anni.
Sabato 15 e domenica 16 ottobre i volontari dell’Aido,
Associazione italiana per la donazione di organi, hanno presidiato
le piazze di Moje con tavoli e
materiali promozionali, dimostrando ancora una volta l’impegno per l’azione di sensibilizzazione e per trasmettere una corretta informazione sulla donazione
di organi.
In questi giorni si è svolta l’iniziativa “un Anthurium per l’informazione”, manifestazione a livello nazionale finalizzata alla raccolta di fondi con la venmdita di
una
bella
pianta
fiorita,
l’Anthurium. Le persone hanno
aderito a questa campagna di
sostegno e di informazione; infatti, tra sabato e domenica, sono
state registrate nuove iscrizioni al
gruppo.
L’Aido di Moje e Majolati è
un’associazione di volontariato
che conta attualmente oltre 280
iscritti e che può vantare una
lunga attività. Infatti, l’associazione nel 2006 festeggerà il 25° anno
di fondazione; a questo proposito
si sta già lavorando per organizzare una grande manifestazione nell’ottobre 2006. In questi anni di
attività dell’Aido di Moje, nel territorio ci sono state due donazioni
multiple di organi e circa otto
donazioni di cornee, concentrate
soprattutto negli ultimi quattro
anni, grazie anche alle nuove
leggi nazionali e regionali.
In questo periodo sono aumentate anche le attività dell’Associazione Aido, con convegni, promozioni mirate, corsi formativi tenuti ai medici di famiglia
e, di recente, la distribuzione di un
opuscolo informativo con interventi di autorevoli luminari che,
dai vari punti di vista, sostengono
le ragioni etiche, sociali e scientifiche della donazione.
Le prospettive future dell’Aido
sono la condivisione dell’idea con
campagne di sensibilizzazione e
d’informazione rivolte in particolare ai giovani che dovrebbe favorire l’aumento di donazioni e
impianti nel nuovo Centro
Trapianti dell’ospedale regionale
di Torrette.
“Teatro Ragazzi”
Ai nastri di partenza la ventiduesima stagione del “Teatro
Ragazzi” di Jesi (di scena al teatro studio San Floriano e al teatro
Pergolesi), la cui prima parte dal titolo “Le mani che muovono
i sogni” - sarà dedicata ad Otello
Sarzi, il più grande maestro
burattinaio del ‘900. Direzione
artistica e organizzativa a cura
della Compagnia Teatro Pirata
di Jesi.
Anniversario
30.10.98
30.10.2005
Nel settimo anniversario della
scomparsa di
Alba Benini in Bravi
Dal Salmo 15:
Gli organi di Montecarotto
di Sara Palmolella
Le “primarie” dell’Unione di domenica scorsa
Comuni
FB
C. Bellino 57
C. Planio
51
C. Montana 76
Jesi
672
Maiolati
54
M. Carotto 54
M. Roberto 52
Poggio S.M. 14
Rosora
16
S. Marcello 18
S. Paolo
17
S. Maria N. 65
Da Giorgio Berti, presidente
della Margherita di Jesi:
Ancora sulle antenne
Sebastiano Vici, vissuto dal
1755 al 1830, fu il fondatore
della scuola degli organari a
Montecarotto. Non vi sono dati
certi su quanti allievi siano usciti
dalla sua scuola, ma sta di fatto
che durante la sua attività di
organaro il Vici costruì circa 170
organi collocati per lo più nelle
chiese del centro Italia. In seguito gli organari di Montecarotto,
come quelli di tutte le Marche,
subirono la concorrenza degli
artigiani veneti, tant’è che nel
diciannovesimo secolo le chiese
di molte città marchigiane ospitavano questo genere di strumenti tecnicamente differenti.
La ricerca effettuata da alcuni
studiosi sugli organi di Sebastiano Vici non è stata facile.
Le opere del Vici infatti non tutte
riportano la sua firma; inoltre
non sono state catalogate come
invece risulta per le opere di altri
maestri. Per molto tempo l’equivoco ha regnato anche nella chiesa della Collegiata a Montecarotto. Infatti l’attuale organo
realizzato dal Vici, si è creduto
fosse stato costruito da un altro
maestro, ipotesi questa smentita
poi da un contratto di compravendita.
Ora le opere ancora esistenti
del maestro montecarottese sono
circa 45, gran parte dislocate
nelle chiese della nostra regione
ed in minima parte dell’Umbria.
“Mi indicherai il sentiero
della vita: gioia piena nella tua
presenza, dolcezza senza fine
alla tua destra”.
Il tempo trascorre e le vicende
della vita accumulano il velo dell’oblio. Noi, però, abbiamo
avuto, scavati nel cuore e nella
mente della tua grazia, solchi
troppo profondi per essere ricoperti. Ci manchi sempre e vivi in
noi e nella “Tua” casa.
Il marito Fernando con i figli
Marco, Carlo e Paolo e le loro
famiglie.
Anniversario
5.4.1926
21.10.2002
Ivo Trillini
Ci manca sempre e vive in
noi.
Nel terzo anniversario della
sua scomparsa la moglie, il fratello, le sorelle, i nipoti, i cognati e le cognate lo ricorderanno
con una Santa Messa sabato 22
ottobre alle ore 18,30 nella chiesa di San Pietro Martire a Jesi.
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