Comune di
San Polo d’Enza
PRESENTAZIONE
La pubblicazione “San Polo d’Enza e la sua onomastica” scritta da Loris
Bottazzi è dedicata ai personaggi storici a cui si riferiscono le strade comunali.
L’obiettivo è quello di onorare la memoria storica di persone che hanno
contribuito attraverso la propria vita, l’intelligenza o il coraggio alle conquiste
democratiche e culturali dell’Italia e del nostro paese.
Il testo, che sarà presto disponibile anche sul sito internet del Comune di San
Polo d’Enza per la consultazione online, si rivolge a tutti, ma in particolare ai
giovani affinché, leggendolo, si riapproprino della storia racchiusa nelle
strade, nei vicoli e nelle piazze di San Polo.
Studiare la toponomastica di un luogo è un modo originale per apprendere la
storia del territorio. Significa entrare in contatto con le proprie origini e
tradizioni. Per questo è importante che le nuove denominazioni rispettino
l’identità culturale e civile, antica e moderna, del paese, nonché i toponimi
tradizionali che si sono formati, spontaneamente, per tradizione orale.
Il prezioso lavoro di Loris Bottazzi, a cui va il nostro più vivo ringraziamento,
mira a valorizzare la storia dei nostri luoghi e ci offre la possibilità di
conoscere meglio il nostro territorio e i personaggi e le vicende della nostra
comunità.
Il Sindaco
(Mirca Carletti)
l’Assessore alla Cultura
(Edmondo Grasselli)
PERSONAGGI E VICENDE NELL’ONOMASTICA
STRADALE DI SAN POLO D’ENZA
Dopo il Mille la Comunità di San Polo comprendeva un territorio assai più
vasto dell’attuale; si estendeva verso la collina e intaccava aree appartenenti
oggi ai comuni di Bibbiano e Quattro Castella. Conservò quella giurisdizione
durante tutto il dominio Estense ( 1452-1859).
Nel 1859, a seguito di plebisciti indetti nei territori Emiliano-Romagnoli, con
decreto del Farini, vennero istituiti i nuovi comuni. In provincia di Reggio
erano 46. Con il censimento del 1871 vennero ridotti a 45. Era stato
soppresso il Comune di Gazzano; il suo territorio aggregato a quello di Villa
Minozzo.
Nel censimento del 1861 San Polo contava 2.479 abitanti, nel
aveva 3.255, nel 1961 4.168. Oggi ne conta 6.081.
1901 ne
La più antica fonte che si possiede in merito alla popolazione della Comunità
di San Polo in Caviano, risale al lontano 1.315. In quella data la Diocesi di
Reggio realizzò il censimento di tutte le famiglie esistenti all’interno dei
propri confini.
Il documento veramente prezioso (Si tratta di due volumetti) è conservato
alla Biblioteca Panizzi di Reggio. E’ scritto ovviamente a mano e rilegato con
del refe. Sul dorso di uno dei volumetti sono ben visibili le tracce di una
bruciatura che rischiò di distruggerlo. Le regole di quel censimento si
adattavano ad una realtà profondamente diversa dall’attuale. Soltanto i
terrieri, i nobili, le famiglie possidenti avevano un casato. La maggior parte ne
era priva.
I rilevatori avevano ricevuto istruzioni di assegnare comunque un casato ad
ogni famiglia, desumendolo in vario modo: dalle caratteristiche famigliari
(Grandi, Grossi, Bassi…), dal colore dei capelli (Rossi, Neri…), da alcune
caratteristiche del viso (Belli occhi), dal luogo dove abitavano (Del Rio,
Canova..) e via dicendo.
Per mera conoscenza si riportano tutte le famiglie di San Polo censite in
quell’anno. Si ribadisce che veniva censito solo il capo famiglia. Per desumere
la popolazione residente si doveva calcolare che la composizione media di
una famiglia si aggirava, nel 1300, sulle 8-10 unità.
San Polo in Caviano comprendeva, oltre al capoluogo, Canossa, Grassano e
Reverbera. Non c’è alcuna menzione di Barcaccia e di Pontenovo.
Si riportano quindi le famiglie censite: 18 di San Polo, 29 di Canossa, 3 di
Grassano e l’unica di Reverbera.
CAVIANO DI SAN POLO:
Zunte (Zonta?)
Coradi de San Paulo heredes (Corradi)
Costa Gerardus
Gandulfus de Caviano (Gandolfi)
Gerardus de Ceredulo. (Gherardi)
Clerici Zanis (Chierici)
Caretus Zanes (Carretti)
Ruspaglarius Rolandus, Albertus, Domnis (Ruspaggiari)
Ferrarius de Caviano (Ferrari)
Ubertus de Fontaneto
Albertus de Freneto
Gibertini Joannes
De Henza Symon
Lamberti Raynerius
Magri Gerardus
Barberius Zane
Benvenuti Jacobus
De Coentio Gilius Manarius
CANOSSA:
Acquabona Zanetus e Parmezanus
Barillis Guido, mezzadro di Bonifacio de Canossa
De Burgo Joannes (in casa propria)
Bonatus Afracellus
“ “
Bonatus Gibertinus
“ “
Baysius Gerardellus, in casa di Guidocti de Canossa
De Borsello Bertus (Borsiglia), terriero.
Maxigno Ugonus, Pinus et Albertus, terrieri
Morenis Rodolfellus
Rexani Jacobus (Reggiani)
Bergognis Zanebonus.
De Monte Gibertellus
Torellus Franciscus
Ventura
De Bedogno Guido, Michael.
De Bergognis Albertinus (Magister)
De Casella Raynerius
De Carbognano Manfredus
De Casula Razorius
Bertoloctus de Canossis
De Formentinis Joanninus
Pixinus de Riva (Pighini ?)
Rivarzana Bernardus (terriero)
De Rio Zanes Bonus.
Rodigero Thomasius de Castellis
Zanellus de Vecto
De Zebolo Anguinulfus (Zoboli) terriero.
Grandis Gerardinus
Ferrarius de Cotogno, terriero.
GRASSANO
Runzanellus de Grassano, terriero.
Runzanellus Zanellus, terriero.
Bonzanello (Consul).
REVERBERA
Rivabola Zanes (Reverberi).
Non deve sorprendere l’alto numero di famiglie censite a Canossa. Le terre
del piano erano meno salubri rispetto a quelle collinari, inoltre permaneva
ancora il timore di possibili scorrerie di barbari, nei confronti delle quali le
popolazioni del piano erano assolutamente indifese. L’ultima, veramente
terribile e distruttiva, era stata quella degli Ungari verso la fine del primo
millennio. Chi poteva, preferiva risiedere nei borghi fortificati o comunque
più protetti.
Accanto al nome censito, normalmente espresso in latino, abbiamo riportato
tra parentesi, il casato così come si è andato evolvendo nel tempo.
Le 51 famiglie censite (Corrispondenti quindi ad una popolazione dell’intera
comunità di 400-500 abitanti) rappresentano i ceppi originali della gente di
San Polo.
Sottolineo alcune curiosità:
a Reverbera, censita con il nome Rivabola, italianizzazione del dialettale
RVERBLA, compare il capostipite dei tanti Reverberi che si sono diffusi nel
tempo in tutta l’area compresa tra la via Emilia ed il pedecolle nelle provincie
di Reggio e Parma.
Compare anche il cognome “De Borsellio” poi Borsiglia, mantenutosi per
secoli nella zona e che rimette in discussione l’origine etimologica dello
stesso. Non più la certezza della derivazione dalla località “Borsea”, ma una
nuova ipotesi di lavoro e cioè che il casato abbia dato il nome alla località.
Non compaiono negli elenchi alcuni dei cognomi tipici di San Polo, quali
Benelli, Bolondi, Freschi, Bigliardi, Bertolini, Canovi. Attraverso le anagrafi
parrocchiali, rese obbligatorie con il Concilio di Trento, è possibile seguire i
movimenti delle famiglie all’interno della Comunità. Alcune si estinguono o
emigrano, altre arrivano. Nel corso del 1500 e del 1600 si registrano, a San
Polo, l’insediamento di nuovi ceppi, nuovi casati.
San Polo ha 129 denominazioni di Vie e Piazze.
Conserva, meritevolmente, numerosi toponimi di remota origine (e di difficile
comprensione), molti di etimo latino, alcuni sicuramente di ceppo Longobardo
e, taluni, forse risalenti alla precedente presenza Ligure.
Un secondo pregio dell’onomastica di San Polo sta nell’aver valorizzato al
massimo persone, personaggi e vicende della stessa comunità. Il
riconoscimento deve essere rivolto quindi agli amministratori che si sono
succeduti nel tempo ed agli uffici che hanno curato il settore, con scelte
coerenti ed aventi una propria logica condivisibile.
E’ necessaria una ultima notazione:
con la creazione dello Stato unitario venne unificata la normativa che
disciplinava l’anagrafe della popolazione negli 8 diversi regni, ducati,
granducati e territori che preesistevano nella penisola italiana.
Vennero anche emesse norme precise relative alla onomastica stradale.
Con il diffondersi del Servizio Postale e soprattutto con l’assunzione da parte
degli Stati Nazionali della gestione di tale servizio, venne introdotto il “Bollo”
a copertura del costo del Servizio stesso. Era pertanto necessario che ogni
cittadino residente avesse un proprio preciso recapito. Ogni Comune fu
obbligato quindi ad attribuire una precisa denominazione ad ogni strada ed
un numero civico ad ogni abitazione. Ogni via doveva essere contrassegnata
da una numerazione progressiva crescente dal centro dell’abitato verso
l’esterno, con i numeri pari sulla destra e quelli dispari sulla sinistra.
Anche il comune di san Polo ottemperò nel tempo a questi obblighi.
Le 129 denominazioni stradali si sono sommate nel tempo, determinate e
condizionate dalle vicende storico-politiche nazionali. Si sono quindi verificate
stratificazioni successive: ad esempio nel ventennio fascista alcune vie erano
state battezzate con riferimento a fatti o a personaggi propri della mitologia
imperiale del Regime. Altre denominazioni risultavano celebrative dell’Istituto
Monarchico cancellato, in Italia, dal Referendum Istituzionale del 1946.
Un’analisi delle denominazioni delle strade del Comune di San Polo consente
di aggregarle nel modo seguente:
Vie aventi nomi derivanti da:
A) Antichi toponimi locali o termini dialettali.
B) Vicende connesse alla storia di Canossa.
C) Grandi poeti italiani.
D) Nomi di Santi o religiosi.
E) Nomi di politici italiani.
F) Nomi della storia di San Polo o Reggiana.
G) Nomi di personaggi o vicende dell’Antifascismo.
H) Nomi del Risorgimento.
I) Nomi riferiti alla prima guerra mondiale.
J) Nomi e vicende della Resistenza.
K) Antica storia italiana.
L) Nomi di personaggi legati alla lotta alla criminalità.
M) Nomi vari.
Di seguito, ignorando le aggregazioni di cui sopra, ma seguendo uno stretto
ordine alfabetico per facilitare il lettore nella ricerca, verranno esposti brevi
cenni biografici o storici attinenti il personaggio o la vicenda richiamata.
P.S. Durante il lavoro di ricerca ho potuto beneficiare di alcuni preziosi e
specifici contributi. Ringrazio pubblicamente gli autori degli approfondimenti
ed esattamente: Riccardo Bertani di Campegine, studioso, ricercatore e
massimo esperto di lingue e dialetti orientali, per eventuali ascendenze
Longobarde nei toponimi in esame; Luisa Artoni in Barazzoni, di Bibbiano,per
Naborre Campanini; Giacomo Sulpizio, a lungo Sindaco di San Polo, per le
intitolazioni a uomini della Resistenza Sampolese; Mario Sulpizio per i ricordi
personali relativi al parroco don Ghirelli; la geometra Paola Toniolo per il
personaggio Giovanni Guicciardi.
Loris Bottazzi
ALLENDE Salvador. Via. Politico Cileno.(Valparaiso 1908-Santiago
1973). Tra i fondatori del Partito Socialista Cileno, deputato dal
1937, ricoprì vari incarichi governativi ed Istituzionali. Nel 1970,
eletto Presidente della Repubblica, varò un vasto piano di riforme
economiche e sociali che suscitò la reazione interna dei ceti
conservatori ed anche una violenta opposizione esterna,
soprattutto degli USA. L’11 settembre del 1973, guidato dal
generale Pinochet, venne attuato un golpe militare sostenuto
dalla C.I.A. Statunitense. Allende trovò la morte nell’assalto al
Palazzo Presidenziale da parte delle truppe ribelli. Iniziò così una
delle dittature più brutale e feroce della seconda metà del 1900.
La figura di Allende, assai rivalutata in seguito, divenne un
simbolo dei vari movimenti progressisti dell’America Latina e del
mondo.
AMBROGINE. Via delle Ambrogine o Ambrosine. Toponimo che trae
origine dall’insediamento abitativo di una famiglia avente un tal
nome. Una antica tomba è stata rinvenuta nel campo posto allo
sbocco del viottolo delle Ambrosine in via Grazzano.
ARIOSTO Ludovico. Via.(Reggio E. 1474-Ferrara 1533). La madre, Daria
Malaguzzi, era un’aristocratica Reggiana, il padre, Nicolò,
discendeva da una nobile famiglia trapianata da Bologna a Ferrara
nel 1300. Ludovico nacque a Reggio, dove il padre allora
ricopriva la carica di Comandante della guarnigione. Gli anni della
giovinezza passarono felici fino al 1500, anno in cui il genitore
venne meno. Ludovico intraprese la carriera militare. Dal 1501 al
1503 fu capitano della Rocca di Canossa. Tentò poi, senza
successo, la carriera religiosa e di inserirsi nella corte papale. La
delusione fu grande. Ariosto decise allora di rinunciare alle
ambizioni di carriera a favore dell’attività letteraria. Oltre
all’Orlando Furioso, pubblicato nel 1516 e che consacrò la sua
fama, diede alla stampa altre opere minori tra le quali ricordiamo
“La Lena”, “I Negromanti”, “Le Satire” e la “Cassaria”
BARCACCIA. Via. Il letto del fiume Enza, in tempi remoti, uscendo dalla
stretta di Guardasone, piegava verso est, scorrendo ai piedi dei
colli fino a Roncolo, dove deviava verso nord. Più tardi riprese a
scorrere verso Montecchio (Monticulo), ma lasciando quella
località sulla sua sinistra.
Il letto del fiume era allora assai ampio. Copriva tutta l’area da
Barco a Montecchio e a Barco (Dal latino Imbarcum) esisteva un
punto d’imbarco per traghettare il fiume. Il termine “Barcaccia”,(
vecchia barca, grossa barca), lascia intendere chiaramente che
anche in quel luogo esisteva un punto d’imbarco per il traghetto.
Si apprende da antiche fonti che il primo ponte sul’Enza, a San
Polo,
venne
costruito
dai
Longobardi,
in
legno,
contemporaneamente alla realizzazione della importante strada
Pedemontana che correva dal Modenese fino al Piacentino, ai
piedi delle colline.
BELVEDERE. Via. Considerata una delle zone più amene del Comune. (Il
termine di per sé è assai significativo) fu sede ambita di ville
padronali. Costituiva uno dei siti più belli della cosiddetta “Via dei
Colli” ricordata sotto l’etimo “Cadorio”.
BERGONZE. Via. Antico nome di località. Esiste, non lontano, sulle
prime colline di Quattro Castella, il toponimo Bergonzano.
Potrebbe essere interessante pensare al sostantivo Longobardo
“Bergo” significante “riparo”, “ausilio”. I Longobardi lasciarono nel
linguaggio parlato molti termini riferentisi soprattutto a strumenti,
a lavori, a caratteristiche ambientali. Anche nel tedesco antico
esistevano i termini Berg=altura e Gata=strada con il significato
di strada alta.
BOCCO. Via. Un altro termine dialettale conservato nella onomastica
stradale Abbiamo già detto della permanenza nel dialetto di
parecchi termini aventi origine Longobarda e non transitati
nell’italiano. Ad esempio gli etimi longobardi “Sprock” e “Bock”,
ancora usuali nella parlata dialettale e significanti rispettivamente
“ramoscello” e “spino” non trovano riscontro nel nostro italiano. Si
può quindi presumere che Bocco sia la italianizzazione di
“Bock”indicante spino.
BONETTI Gino. Via. Era della classe 1917. Tenente pilota, in servizio nei
Balcani, l’8 settembre del 1943 si arruolò nella formazione
partigiana della Divisione Garibaldi Iugoslava, con il nome di
battaglia di “Gino”. Cadde in combattimento il 26 settembre del
1944. Aveva soltanto 27 anni.
BONHOEFFER Dietrich. Via. Pastore e Teologo.(Bielefeld 1907Flossemburg
1945) Bonhoeffer fu un teologo rivoluzionario.
Nei suoi scritti vengono soprattutto rimarcati i limiti ed il silenzio
delle Chiese Europee, Protestante e Cattolica, nel contrastare
l’insorgere e l’affermarsi del Nazismo. Nel 1939 Bonhoeffer lasciò
il suo esilio dorato in USA (Gli avevano offerto una cattedra
Universitaria) per rientrare in Germania. Arrestato il 3 aprile del
1943 fu incarcerato a Tegel. Fu giustiziato per ordine di Hitler,
nell’aprile del 1945. Durante l’occupazione tedesca, a San Polo,
presso il Comando Germanico insediato a Villa Triglia, operava il
caporale Bethge, legato a Bonhoeffer e al gruppo anti-Hitleriano
di Canaris. Bethge riceveva dalla Germania gli scritti di Bonhoeffer
che uscivano clandestinamente dal carcere e provvedeva a
smistarli presso persone fidate. La maggior parte di quel prezioso
epistolario (In originale od in copia ) è stato così salvato. Degli
“Scritti sotto la Forca” di Bonhoeffer ha scritto una interessante
monografia lo storico reggiano Antonio Zambonelli.
BONINI. Via Case Bonini. Sono diverse le strade denominate con il
casato del proprietario della villa padronale alla quale servivano
di accesso. San Polo, già nel 1500 e ancor più nel 1600, era
ricercato dalle famiglie facoltose per costruirvi la residenza
padronale. Come già è stato detto le colline prospicienti il Borgo
di San Polo erano amene, salubri, di facile accesso.
BORGHI don Pasquino. Via. Sacerdote. (Bibbiano 1903-Reggio E.1944)
Proveniva da famiglia contadina. Durante la guerra fu parroco di
Tapignola, sulla montagna reggiana. Con il nome di battaglia di
“Albertario” collaborò attivamente alla Resistenza. Arrestato dai
fascisti venne fucilato, assieme ad altri 8 partigiani, nel poligono
di tiro di Reggio Emilia, il 30 gennaio 1944. Fu decorato con
medaglia d’oro. Don Pasquino è senz’altro una delle più belle
figure del Secondo Risorgimento Italiano.
BORSEA. Via. E’ una località posta sulle prime colline, a sud-est rispetto
al Borgo di San Polo. Sull’origine del nome non si hanno certezze.
E’ stimolante pensare alla famiglia “De Borsello” censita nel 1315
in quella località. Che sia stato il toponimo a dare il nome alla
famiglia o, viceversa, che sia stata la famiglia, che disponeva di
mezzi finanziari, a denominare il luogo, ormai ha poca
importanza. E’ interessante ricordare l’oratorio di Borsea, già
citato in documenti storici all’inizio del 1700 e dipendente dalla
chiesa di Grassano.
BOSI. Via. Vale quanto detto in precedenza per altri toponimi. La
famiglia Bosi ebbe un ruolo significativo nella storia di San Polo;
oltre ad Antonio, capostipite, vanno ricordati Don Giuseppe e
Maria Maddalena Bosi, madre di Pier Giovanni Sartori, podestà di
San Polo per 24 anni, morto nel 1841 a seguito di una accidentale
caduta dalla carrozza.
BRANZANA. Via. Sono in ballo due ipotesi. Quella più tradizionale fa
riferimento all’antico Brazzano, dal latino“Braccius”. Braccio, oltre
ad indicare l’arto umano, era anche termine di misura in
lunghezza assai usato, nel passato, in campagna. L’altra fa ricorso
ad un toponimo di origine germanica (Longobarda ?), da Brand =
fuoco o Branna = bruciato, ad indicare un luogo che era stato
arso dal fuoco.
BURANI Fausto.Via. Era della classe 1921. L’11 giugno del 1944 si
arrruolò nelle formazioni partigiane con il nome di battaglia
“Pastis”. Il 5 gennaio 1945, catturato in una casa di campagna in
località Bazzano, in seguito a delazione, venne trasferito a Ciano e
tenuto prigioniero fino al 26 dello stesso mese. Fallite le trattative
per uno scambio di prigionieri, condotte da alcuni parroci del
luogo, venne sommariamente fucilato. Aveva 23 anni.
CADORIO. Via. E’ unanime l’interpretazione: Casa del rio. In questo
luogo passava la antica e bella “Via dei Colli” che provenendo da
Ciano toccava le località intermedie di Via Ghirardi, Cappella di S.
Antonio, Villa Belvedere, Villa Bonini, Villa Bosi, Monte Falcone.
CADUTI DEL LAVORO. Via. E’ una denominazione che ponendo il lavoro
al primo posto delle attività umane, rende onore ai tanti caduti
che, purtroppo, ogni anno vengono registrati nei luoghi di lavoro
in ogni parte del mondo ed in particolare nel nostro paese che
non brilla per la sicurezza che viene assicurata ai prestatori
d’opera. Uno stimolo per le Istituzioni ad intervenire per ridurre il
numero delle vittime.
CADUTI DEL 16 LUGLIO 1943. Via. La denominazione ricorda i caduti
del 16 luglio 1943, vittime di un inatteso bombardamento da
parte di aerei alleati alla cabina elettrica di San Polo. L’incursione
provocò 3 morti e 6 feriti. Successivamente San Polo fu
sottoposto ad altri attacchi aerei: nel corso del 1944 a 3
bombardamenti e a 2 mitragliamenti. Nel corso del 1945 a 3
mitragliamenti ed esattamente il 7 febbraio ( 1 morto); il 30
marzo ( 1 ferito) ed il 13 aprile ( 1 morto). In totale San Polo in 9
azioni aeree patì 5 morti e 7 feriti. I bombardamenti del 1944
avevano per obiettivo il ponte sull’Enza, mai colpito.
CAMARA Mons. Helder Via. L’intitolazione della parrocchia di San Polo a
Helder Camara, ricorda le due visite, nel 1983 e nel 1993, che il
Monsignore ha fatto nel Comune della Val d’Enza. Nato “…no
domingo de Carnaval…” (Nella domenica di Carnevale) in una
modesta famiglia di Fortaleza (Brasile), il 7 febbraio 1909,
undicesimo di tredici figli. Il padre, Joan Eduardo Torres Camara
Filho, libraio, decise di battezzarlo Helder, scoprendo che era il
nome di un piccolo porto del Nord dell’Olanda. La madre, Adelaide
Pessoa, era insegnante di scuola elementare. Il piccolo Helder
perse 5 fratelli in tenera età a causa di una epidemia di difterite.
Nel marzo del 1964 venne nominato da Paolo VI° Arcivescovo di
Olinda e Recife. Per il suo impegno nel combattere la miseria nei
grandi sobborghi urbani delle città brasiliane fu chiamato “ Il
Vescovo delle Favelas”. E’ stato uno dei maggiori precursori della
Teologia della Liberazione in Sud America.
CAMPANINI Naborre. Via. Poeta, scrittore.(Novellara 1850-R.E. 1925).
Pur dedicandosi all’insegnamento fu attento cultore di storia
reggiana ed in particolare di storia Canossiana. Fu il fondatore del
piccolo Museo Matildico a lui intitolato. Lo scrittore reggiano Lino
Beccaluva scrisse un volumetto dal titolo “Vita e opere di Naborre
Campanini”, edito da Bizzochi. Il Campanini è anche autore del
libretto “La Fata del Nord” musicato dal compositore reggiano
Guglielmo Zuelli. La prima di questa opera fu data al Manzoni di
Milano il 4 maggio del 1884.
CAMPO DI VETTO ( o D’AVETTO). Via. Come assumono importanza le
testimonianze relative agli insediamenti abitativi delle famiglie,
così è importante conoscere le vicende dei campi, delle specifiche
colture. Campo di Vetto è uno di questi. Non è chiara l’origine
dell’etimo Vetto. Si propende per la derivazione dal verbo latino
“vehere” avente il significato di
trasportare con carri. Ma
qualcuno ritiene potersi fare riferimento al termine italiano
“vetta”, con il significato di posto in alto.
CANOSSA MATILDE. Via. (1046 circa- Bondeno di Mantova 1115) Figlia
del Marchese di Canossa Bonifacio IV° e di Beatrice di Lorena,
subentrò giovanissima nel vasto marchesato paterno. Nelle lotte
per le Investiture, Matilde si schierò sempre a fianco del Papa,
contro l’Impero. Enrico IV°, dopo essersi umiliato a Canossa nel
1077, occupò la maggior parte dei dominii di Matilde, senza
riuscire a farla desistere dal suo atteggiamento antimperiale.
Matilde nel 1089 (aveva 43 anni) era andata sposa a Guelfo V° di
Baviera, anch’egli nemico dell’Imperatore Enrico IV°. Nel 1632 la
salma di Matilde fu trasportata in Vaticano.
CARBOGNANO Via. Sull’origine del termine ci sono due ipotesi: l’una,
quella più sponsorizzata, ritiene che Carbognano derivi dal colore
scuro del terreno nel quale l’antico tratturo era tracciato. La
seconda, invece, fa riferimento alla presenza in quel luogo di
carbonai che producevano la “carbonella”. Anche in tempi
abbastanza recenti, di poco anteriori alla prima guerra mondiale,
sulle colline tra Quattro Castella e San Polo operavano modesti
carbonai che poi scendevano al mercato a vendere il poco
carbone che riuscivano a produrre.
CERVI FRATELLI. Via. Partigiani. Nati a Campegine (Reggio Emilia).
Gelindo (1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando
(1911), Agostino (1916), Ovidio (1918), Ettore (1921). Antifascisti
e militanti del Partito Comunista, fecero della loro cascina un
centro di coordinamento della Resistenza nel reggiano. Arrestati
con il padre Alcide, vennero fucilati, nel dicembre del 1943, per
rappresaglia dai fascisti. Ognuno dei fratelli è stato decorato con
medaglia d’argento alla memoria.
CHIERICI GAETANO. Via. Paletnologo.(Reggio 1819-1886). Ordinato
Sacerdote nel 1844, svolse un ruolo di rilievo nel sensibilizzare il
clero reggiano alla causa dell’Unità d’Italia. Si dedicò con passione
e capacità alla Paletnologia, eseguendo scavi in Emilia e a
Pianosa, isola dell’Arcipelago Toscano. A lui si deve la scoperta di
alcuni dei più importanti giacimenti paleolitici emiliani.
CONTI ERMETE. Via. Era nato nel 1906. Agricoltore, lavorava un piccolo
podere sito nei pressi della Madonna della Battaglia. Era un uomo,
alto vigoroso. Il 10 settembre del 1944 entrò nella Resistenza
con il nome di battaglia di “Ermete”. Il 22 dicembre del 1944
venne prelevato dai tedeschi nella propria abitazione e trasferito a
Ciano, presso il famigerato Comando speciale Antiterrorismo. Il 27
dicembre
venne trasferito
a Vercallo di Casina
e quivi
barbaramente trucidato assieme ad altri resistenti.
CORNACCHIA Via. Antico sito oggetto di scavi archeologici. Vi sono stati
trovati manufatti appartenenti all’homo Sapiens Neardenthalensis
(Risalenti quindi a oltre 50.000 anni fa ), un pozzo interrato e una
tomba. Il nome della località attesta la presenza di cornacchie,
nome comune di diversi uccelli corvidi dal bel colore nero
cangiante. Non sorprende quindi se, anche oggi, passando per
quei luoghi, si nota la presenza di cornacchie gracchianti intente
a cercar cibo nei prati contigui alla strada.
COSTITUZIONE Via della. Intitolazione volta a celebrare la Costituzione
italiana, redatta ed approvata dall’Assemblea Costituente il 22
dicembre 1947, promulgata dal Capo dello Stato Enrico De
Nicola, il 27 dicembre ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948. E’
composta da 139 articoli e 18 disposizioni transitorie finali.
L’articolo 1, quello fondamentale, recita: “L’Italia è una
Repubblica democratica fondata sul lavoro.” Tutti gli studiosi di
Diritto Costituzionale comparato ne hanno riconosciuto l’altissimo
valore sociale e giuridico.
CROCETTA. Via della. E’ frequente incontrare la denominazione Via
della Croce. E’ più raro invece Via della Crocetta. Non è chiaro
inoltre se Crocetta si debba intendere nel significato di piccola
croce. Sono frequenti nei nostri territori, in particolare nelle nostre
colline, i simboli religiosi: croci,
edicole, maestà, oratori,
immagini sacre, ecc. Facevano parte, nei tempi passati, dei riti,
del cerimoniale religioso che accomunava l’intera collettività. Alla
Crocetta vi sono stati importanti ritrovamenti archeologici: in
particolare è stata recuperata una piccola lucerna in terracotta,
integra e contrassegnata da una lettera graffita sul corpo,
risalente molto addietro nel tempo e attestante un antichissimo
insediamento umano in quel sito.
CURIE MARIE. Via. Scienziata.(Varsavia 1867-Soncellemotz 1934) Marie
era polacca, faceva di nome Sklodowska. Studentessa alla facoltà
di fisica a Parigi, vi conobbe e sposò Pierre Curie, suo insegnante.
I coniugi Curie iniziarono fruttuose ricerche sull’emissione di
raggi da parte dell’Uranio, scoprendo altri due elementi fino ad
allora sconosciuti: il Radio e il Polonio. Dalle loro scoperte ebbe
inizio lo studio della Radioattività. Entrambi ebbero assegnato il
Nobel nel 1903. Morto il marito, Marie proseguì gli studi
ottenendo un secondo Nobel nel 1911. Morì di leucemia nel 1934.
CURIEL EUGENIO. Via. Scienziato, dirigente Antifascista. (Trieste 1912Milano 1945). Nel 1939 venne arrestato e condannato al confino
nell’isola di Ventotene, dove rimase fino al 1943. Dopo la sua
liberazione fondò il Fronte della Gioventù, di ispirazione comunista
e fu redattore del giornale “L’Unità”, che usciva, in quel tempo,
clandestino. Nel 1945, a pochi giorni dalla Liberazione, fu ucciso in
un attentato dai fascisti di Salò.
D’ACQUISTO SALVO. Patriota. (Napoli 1920-Polidoro, Roma 11943) Vice
brigadiere dei carabinieri, offrì la vita in cambio della libertà di 22
ostaggi che i tedeschi intendevano fucilare come rappresaglia per
un avvenuto sabotaggio. D’Acquisto, dichiaratosi unico
responsabile dell’azione partigiana, alla quale era assolutamente
estraneo, venne giustiziato sul posto, salvando però i 22 ostaggi.
Fu decorato con medaglia d’oro.
DALLA CHIESA CARLO ALBERTO.Via. (Saluzzo 1920-Palermo 1982)
Generale di Corpo d’Armata, Ufficiale dei Carabinieri in Sicilia, si
procurò esperienza e fama nella lotta alla criminalità organizzata.
Creò un nucleo speciale Anti Terrorismo che mise in crisi le
Brigate Rosse. Nominato Prefetto di Palermo, in un periodo di
recrudescenza della Mafia, abbandonato a se stesso, venne ucciso
assieme alla moglie e all’agente di scorta in un attentato mafioso
il 3 settembre 1982.
DALL’AGLIO RENZO. Via. Era nato il 10 settembre del 1927. Il 2
febbraio del 1944 si arruolò nelle file partigiane con il nome di
battaglia di “Scheggia”. Faceva parte del III° battaglione della
Brigata Franci. Cadde in uno scontro a fuoco, al Masdone di
Traversetolo, il 3 aprile del 1945, a pochi giorni dalla Liberazione.
Non aveva ancora 18 anni.
DE GASPERI ALCIDE. Politico.(Pieve di Trento1881- Sella Valsugana
1954) Sostenitore dell’Irredentismo Trentino, nel primo
dopoguerra fu tra i fondatori del Partito Popolare. Nel 1924
sostituì Don Sturzo alla segreteria del Partito. Aderì all’Aventino
dopo il delitto Matteotti. Nel 1927 fu costretto dal Fascismo a
ritirarsi da ogni attività politica. Vi ritornò alla Liberazione di Roma
(Era stato costretto a rifugiarsi in Vaticano). Finita la guerra e
proclamata la Repubblica ebbe subito la segreteria della
Democrazia Cristiana e l’incarico di ministro nel Governo Bonomi e
nel successivo Governo Parri. Fu Presidente del Consiglio dal 1948
al 1953. Diresse la ricostruzione economica dell’Italia. Convinto
Europeista e sostenitore del Patto Atlantico schierò la D.C. su
posizioni moderate di Centro. Governò con varie coalizioni
centriste comprendenti Socialdemocratici, Liberali e Repubblicani.
Fu uomo di elevata integrità morale.
DI VITTORIO GIUSEPPE. Via. Sindacalista e politico.Cerignola (18921957) Militante sindacale, nel 1911 fu eletto deputato per il
Partito Socialista. Nel 1924 aderì al Partito Comunista, nato tre
anni prima a Livorno. Nel 1925, condannato dal Tribunale
Speciale a 12 anni di carcere, fuggì in Francia. Combattè nelle
Brigate Internazionali la guerra civile Spagnola in difesa del
legittimo Governo Repubblicano, aggredito dai Golpisti fascisti del
Generale Franco. Nel 1941, catturato dai Tedeschi nella Francia
occupata, fu da questi consegnato ai Fascisti che lo confinarono a
Ventotene. Nel 1945 fu eletto Segretario Generale della C.G.I.L.,
carica che ricoprì sino alla morte.
EISINGEN Via. Comune tedesco del Land Baden Wurttemberg di 4.532
abitanti e con una superficie di 8,3 km quadrati. Degli 802 ettari
del territorio comunale, 230 sono a foresta e 10 ettari a vigneto.
Gemellato con il comune i San Polo, si trova a 7 chilometri a nordovest di Pforzheim, tra Kraichgau e la Foresta Nera, in una
regione ricca di prati, boschi e vigneti. Il bel paesaggio ha fatto di
Eisingen un ricercato luogo di residenza. Tra le “Particolarità” di
Eisingen si segnalano le vallate con il famoso “Buco di Einsingen”,
la valle di Gengenbach, l’antico torchio per la stampa del 1556 e
una vecchia campana risalente al 1493.
FERMI ENRICO. Villaggio. Fisico. (Roma 1901-Chicago 1954) Laureatosi
a Pisa nel 1922, nel 1926 , a soli 25 anni, occupò la prima
cattedra di Fisica Teorica istituita in Italia. Grazie a lui nacque una
famosa scuola di Fisica che annoverava personaggi quali Amaldi,
Segre, Majorana, Pontecorvo. Fermi fece scoperte decisive in
materia di radioattività. Nel 1938 lo scienziato, avendo una moglie
ebrea, dovette lasciare l’Italia: erano state approvate le esecrande
leggi razziali. Ebbe accoglienza negli USA. Nel 1938 conseguì il
premio Nobel per la fisica. Fu uno degli artefici della costruzione
della prima Pila Atomica. Partecipò a tutti gli studi per la
realizzazione della Bomba Atomica. Dal 1951 Fermi dedicò tutta la
sua attenzione al nuovissimo Sincrociclotrone di Chicago. Morì
prematuramente due anni dopo in quella città.
FONTANETO. Via. Fontaneto posto subito a Sud del borgo di San Polo è
importante nella vita della Comunità. Non solo perché gli scavi
archeologici hanno potuto raccontare tanta storia passata. (La
vicinanza di Luceria vi contribuì grandemente), ma anche perché
in quel luogo si verificò l’incontro di diverse civiltà: la Etrusca, la
Romana e la Celtica. Un trivio di estremo interesse. Fontaneto era
anche importante perché da quel luogo si dipartivano i prelievi
d’acqua dall’Enza per alimentare il canale dei mulini ed anche
l’irrigazione delle terre poste a valle. A Fontaneto è presente una
bella Casa Torre del 1.600.
FONTANILI GIUSEPPE. Via. Fu uno dei primi collaboratori della
Resistenza. Era della classe 1905. Abitava in collina in una
abitazione isolata detta “Casa Roma”, che divenne ben presto un
importante centro di raccolta e di smistamento dei giovani che
affluivano dalla pianura per arruolarsi nelle Brigate partigiane. Il
30 settembre del 1944 i nazifascisti irruppero di sorpresa nella
sua casa, lo catturarono, seviziandolo barbaramente. Il suo corpo
venne gettato tra le fiamme della casa incendiata.
FORNACE. VIA della. L’antico nome indica chiaramente la presenza in
loco di una lavorazione della argilla per la produzione di materiale
edile necessario per la costruzione di ripari per il bestiame
(prevalente) e per le famiglie coloniche. Non risultano fonti
specifiche.
FOSSE ARDEATINE. Via. Antica cava sulla via Ardeatina, a Roma, dove
il 24 marzo 1944 fu compiuto dai Tedeschi l’eccidio di 335
detenuti nelle carceri Romane. Si trattava di politici, ebrei e
semplici sospettati. Per rappresaglia all’attacco dei partigiani
romani sferrato il giorno prima, in via Rasella, contro un reparto
militare tedesco, in cui erano morti 32 soldati delle SS, il
Comando Tedesco ordinò la fucilazione di 10 italiani per ogni
tedesco ucciso. Il conto delle vittime risultò in eccesso, grazie
anche alla colpevole complicità dei fascisti Romani. Le vittime
vennero massacrate all’interno delle cave. Terminata la strage,
quasi a voler nascondere l’orribile misfatto, con le mine vennero
fatte saltare le oscure gallerie. Si trattò di uno dei più drammatici
e feroci massacri della seconda guerra mondiale.
FRANCESCHINI NICOLA. Via. Classe 1924. Si arruolò nelle file
partigiane con il nome di battaglia “Bolsevich”. Ebbe il suo
battesimo del fuoco nella cruenta battaglia di Cerrè Sologno,
avvenuta in quella località il 10 marzo del 1944. Lo scontro fu
durissimo e numerosi i caduti da entrambe le parti. Anche Nicola
vi trovò la morte: aveva soltanto 20 anni.
FRANK ANNA. Via. Giovanissima scrittrice ebrea. (Francoforte sul Meno
1929- Bergen Belsen 1945). Trasferitasi con la famiglia ad
Amsterdam nel 1933, quando l’Olanda fu occupata dai Nazisti ed
esplose la durissima persecuzione contro gli ebrei, visse nascosta
in un appartamento della città da 1942 al 1944. Durante quel
periodo scrisse in lingua olandese uno straordinario Diario.
Arrestata in seguito ad una vile delazione, venne deportata nel
campo di sterminio di Bergen Belsen dove morì nel 1945. Aveva
soltanto 16 anni.
FRATTA. Via. Pare assodata la derivazione dal verbo latino “Frangere”,
participio passato “fractus”, femminile “fracta”, nel significato di
“spezzato”, “piegato” ecc. Il termine era usato per indicare una
forma particolare caratteristica del terreno. Abbastanza diffuso.
FRASSATI PIER GIORGIO. Via (Torino 1901-1925). Figlio di Alfredo,
giornalista, politico e ministro nel Governo Goilitti, risentì molto di
una educazione
familiare molto legata alle organizzazioni
cattoliche. Assertore di un cristianesimo sociale, militò
attivamente nel Partito Popolare, avversando coraggiosamente il
Fascismo. Nel 1990 è stato proclamato Beato.
GALILEI GALILEO. Via. Scienziato.(Pisa 1564-Firenze 1642). Nel 1592
ottenne la cattedra di matematica all’Università di Padova.
Successivamente passò nello Studio di Pisa. Nel 1604 scoprì la
celeberrima legge della caduta dei gravi a cui seguì la scoperta
dei quattro satelliti di Giove, delle macchie della Luna, delle fasi di
Venere e, più tardi, delle macchie del Sole. Le nuove scoperte
suscitarono la più grande attenzione da parte degli studiosi
Europei, soprattutto di Keplero. Galilei era un sostenitore della
teoria Copernicana, ( Il Sole e non la Terra è al centro
dell’Universo), che metteva grandemente in crisi le tesi della
Chiesa. Quest’ultima ebbe una reazione scomposta contro lo
scienziato Pisano che venne sottoposto ad un durissimo processo,
guidato ed orientato particolarmente dai Gesuiti. La durezza degli
attacchi, le pressioni psicologiche, la minaccia di torture,
indussero il non più giovane e malandato Galilei a disconoscere le
sue tesi. Venne condannato e confinato ad Arcetri. Nel processo
a Galilei si ravvisa una delle pagine più drammatiche e tristi della
storia nel rapporto tra fede e scienza.
GALVANI LUIGI. Via. Medico e Naturalista. (Bologna 1737-1798)
Professore all’Università di Bologna, compì importanti ricerche di
anatomia comparata. Dalle sue esperienze compiute su una rana,
interpretò il fenomeno supponendo che nervi e muscoli fossero
sede di un fenomeno elettrico e funzionassero come un
condensatore. Le sue teorie, benché confutate da A.Volta, furono
preziose ed aprirono la strada allo studio dell’attività bioelettrica
dei tessuti animali.
GANAPINI Walter. Via. Era nato nel 1935. Il mattino del 5 settembre
del 1944, il piccolo Walter unitamente al fratello e alla sorellina, si
trovò a passare per Grassano Basso: dovevano lavare alcune
pecore. I tre fratellini si trovarono improvvisamente al centro di
uno scontro a fuoco tra partigiani e tedeschi: il piccolo Walter
colpito in pieno da una raffica di mitra, non ebbe scampo. Aveva
appena 9 anni.
GHIRARDI GUIDO. Via. Era della classe 1920. Faceva parte del
Distaccamento Don Pasquino Borghi, 143° Brigata, con il nome di
battaglia di “Saetta”. Catturato in località Bazzano, presso casa
Costa, a seguito di una spiata, fu barbaramente ucciso a colpi di
pistola da un Maresciallo tedesco, noto come il “Boia” di Ciano.
GHIRELLI DON LUIGI. Via. Don Luigi Ghirelli proveniva dalla frazione di
Leguigno di Casina. Fu arciprete della Chiesa della Pieve di San
Polo dal 1913 al 1931. E’ricordato da tutti come il “prete dei
poveri” per l’attenzione e la generosità che sempre dimostrava
per chi soffriva e si trovava in stato di necessità. Gli episodi che lo
riguardano sono numerosissimi. Non aveva timore di aiutare chi
aveva subito violenze dai Fascisti ( olio di ricino o manganello!). I
poveri del paese, erano tanti, se lo sentivano come un protettore.
Si diceva, al contrario, che non era altrettanto gradito ai
“Possidenti” e ai caporioni fascisti. Durante la sua permanenza a
San Polo, Don Ghirelli nel 1914 fa ristrutturare la casa del custode
a Pontenovo, destinandola a
scuola elementare. Nel 1915
inaugura il primo Asilo Infantile di San Polo. Nel 1929 fa costruire
a fianco dell’Oratorio, un piccolo teatrino. Quando nel 1931, dopo
un amaro incontro, a Reggio, con il Vescovo, è costretto a lasciare
la parrocchia, il suo discorso di commiato è pronunciato con le
lacrime agli occhi.
GHILGA. Via. Si tratta di un antico nome gelosamente conservato, ma
del quale è difficile risalire all’origine. Potrebbe appartenere
addirittura al substrato italico, precedente l’arrivo degli Etruschi e
avente significato di luogo ospitale dove stavano capanne.
Pensando invece alla derivazione etrusca, il “Chi” “Ghi” lascerebbe
intendere la presenza di pietre o di costruzione in pietra.
GIAN MAESTRI Via. Altra intitolazione viaria che fa riferimento alla
famiglia che vi risiedeva. Non si hanno notizie specifiche del
casato.
GRASSANO BASSO. Via. In una fonte compilata nel 1787, Grassano è
definito Villa della Contea di Canossa, appartenente alla Diocesi di
Reggio, avente una altitudine di m.482 sul livello del mare.
Grassano aveva allora una popolazione di 353 abitanti,
confermando il dato costante della ricerca da parte della gente di
risiedere in borghi montani meglio difendibili. Grassano è un
antico insediamento, già citato in una Bolla del 1092, come
Grazzanum. La più antica citazione storica del borgo risale
addirittura all’anno 991. Nel piccolo borgo esiste una bella e
antica chiesa in stile Romanico. Nel 1983, a cura della Pro Loco di
Grassano è stato edito un bel testo illustrato e ricco di notizie
sulla località.
GRAMSCI ANTONIO. Via. (Ales 1891-Roma 1937). Politico, scrittore. Di
numerosa e povera famiglia, erano 7 i figli. Antonio era gracile e
di salute cagionevole. Frequentò l’Università a Torino
mantenendosi con il lavoro e con una borsa di studio. Nel 1914
finì gli esami; era uno studente brillantissimo. Nel 1915 intensificò
la sua attività politica: scriveva per il giornale socialista. Nel 1919
con la pubblicazione dell’”Ordine Nuovo” iniziò la svolta: Torino
divenne il centro del movimento operaio italiano. Nel 1922
Gramsci fu a Mosca dove sposò una ragazza russa dalla quale
avrà due figli. Nel 1924, rientrato in Italia, iniziò la pubblicazione
del giornale “L’Unità”. Nello stesso anno venne eletto deputato.
Nel 1926 Gramsci fu arrestato e processato per reati di opinione:
fu condannato a 20 anni di carcere. L’ordine del Fascismo era
stato perentorio: “Bisognava impedire che quel cervello
funzionasse”. Seguirono anni durissimi di carcere in carcere,
senza potere avere le cure adeguate. Nonostante ciò riuscì a
scrivere opere di immenso valore. I suoi “Quaderni “ sono
considerati un monumento di pensiero. Morì nel 1937 in una
clinica di Roma, abbastanza dimenticato ed ignorato. L’esperienza
culturale di Gramsci è considerata da tanti storici come la più alta
dell’intero secolo.
GRISENDI MARIO. Via. Classe 1919, nome di battaglia “Folgore”.
Reduce dalla guerra in Nord-Africa nel 1940-43,
venne
rimpatriato dalla prigionia mutilato di una gamba. Nonostante la
grave menomazione volle partecipare alla Resistenza, senza
alcun privilegio, ma alla pari con gli altri partigiani. Era
ardimentoso e senza paura: per i nazifascisti divenne lo “Zoppo
maledetto”. Mario Grisendi cadde il 20 gennaio del 1945, in una
temeraria azione a Montecchio Emilia. E’ stato insignito di
Medaglia d’Oro al Valor Militare.
GUICCIARDI GIOVANNI. VIA. Nato a Reggio il 19 gennaio 1822, non
solo fu uno dei massimi artisti lirici del secolo scorso, ma fu
soprattutto un ardente Mazziniano, avendo frequenti contatti, in
Europa, con esuli reggiani. Il Guicciardi possedeva un podere a
San Polo, a Villa Riolo, nella cui abitazione morì il 4 ottobre del
1883. Venne sepolto nell’Oratorio di S. Antonio, purtroppo andato
distrutto.
HO CHI MINH. Via. Presidente della Repubblica del Viet-Nam dal 1955
al 1969. Guidò la lotta di Liberazione del Viet-Nam prima contro
i Francesi e poi contro le Forze Statunitensi. Emblematica la figura
di Ho Chi Minh: da oscuro studente alla Sorbona di Parigi,
proveniente da una delle tante colonie sparse per il mondo, alla
figura simbolo di condottiero della lotta di liberazione e di
emancipazione dei popoli.Personaggio di grande carisma e di
levatura morale. E’ considerato il Padre della Patria.
KENNEDY JOHN FITZGERALD. Via. 35° Presidente degli Stati Uniti.
(Boston 1917-Dallas 1963) Laureato ad Harvard in scienze
politiche, fu eletto deputato nel 1946,1948, 1950 e senatore nel
1952 e nel 1958, nelle file del Partito Democratico. Nel 1960, alle
elezioni Presidenziali, prevalse su Richard Nixon. Avviò subito un
imponente programma di stampo Roosveltiano denominato “La
Nuova Frontiera”, che incontrò però grandi ostacoli. Anche in
politica estera non ebbe fortuna; subì lo smacco amaro della
fallita invasione di Cuba, nel 1961, e, successivamente, l’invio dei
consiglieri militari in Asia, portò alla disastrosa guerra in VietNam. Nel 1963, durante una visita a Dallas, fu vittima di un
attentato sul quale le numerose inchieste che seguirono, non
fecero mai luce completa.
KING MARTIN LUTHER. Via. Pastore Battista Afro Americano. (Atlanta
1929-Memphis 1968). Nel 1957 fondò la Lega per combattere
contro le discriminazioni razziali. Nel 1964 ottenne il Nobel per la
Pace. Nel 1968 venne assassinato in circostanze rimaste ancora
oscure. Le frange razziste del Ku Klux Klan non gli perdonavano i
successi ottenuti. Lasciò varie opere tra le quali la più nota è “La
Forza di Amare.”
LENIN VLADIMIR ILIC. Via. (Simbrisk 1870- Nizni Novgorod 1924)
Rivoluzionario Russo, principale esponente dei Bolsevichi, la
corrente maggioritaria del Partito Socialdemocratico Russo. Guidò
la vittoriosa Rivoluzione dell’ Ottobre del 1917 e avviò la
costruzione dello Stato Comunista in Russia. Figura controversa.
Gode ancora di enorme prestigio per la profondità del pensiero, la
grande capacità di leggere i fenomeni sociali e la integrità della
sua azione quotidiana. Fu autore di diverse ed insostituibili opere
teoriche. La prematura morte forse impedì che la costruzione del
nuovo Stato (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche:
URSS) conservasse quella connotazione democratica che avrebbe
dovuto distinguerlo.
LEOPARDI GIACOMO. Via. Poeta. (Recanati 1798-Napoli 1837). Nato da
famiglia nobile, visse la giovinezza a Recanati, il suo “natio borgo
selvaggio”, retrivo e ignorante come lo erano la maggior parte
delle cittadine dello Stato Pontificio. Giacomo, sensibilissimo, non
ebbe grandi confidenze con i genitori, tradizionalista e
conservatore il padre, semplice e sana amministratrice dei beni
familiari la madre. Trovò rifugio nei libri della assai dotata
biblioteca paterna. Nel 1815 fu colpito da una profonda crisi
spirituale, determinata soprattutto dalla consapevolezza del suo
fisico rovinato e dal proprio aspetto “miserabile”. La crisi
filosofica, la conoscenza di altre realtà (Napoli in particolare), di
altre esperienze, lo avviarono alla poesia. Le “Canzoni” e gli
“Idillii” fecero scoprire la prima fase della sua poesia. “Le
Operette Morali” la sua filosofia e la sua visione politica dei
problemi italiani. “A Silvia” e le “Rimembranze” (1929), la piena
maturità della sua poetica. Nel 1937, un improvviso attacco di
asma, lo portò a morte. Si trovava a Napoli ospite del suo caro
amico Antonio Ranieri.
LEVI CARLO. Galleria. Pittore, scultore. (Torino 1902-Roma 1975).
Uomo di estrema versatilità, si laureò in medicina, ma non la
esercitò mai preferendo dedicarsi alla pittura e al giornalismo. Si
impegnò anche in politica: proveniva da una famiglia di tradizioni
socialiste. La madre era sorella del noto deputato Carlo Treves.
Trovò un ambiente congeniale nel combattivo gruppo di
“Rivoluzione Liberale” raccolto attorno a Piero Gobetti, morto
giovanissimo, 24 anni, in conseguenza di una feroce bastonatura
da parte di fascisti. Partecipò alla fondazione di “Giustizia e
Libertà”. Per la sua attività antifascista, nel 1935, fu condannato
al confino in Lucania. Si rifugiò poi in Francia, rimanendovi fino al
1942. Rientrò in Italia per partecipare alla Resistenza. Dopo la
Liberazione fu eletto senatore fra gli indipendenti di Sinistra. Della
sua ampia opera letteraria è famoso il “Cristo si è fermato a
Eboli”, in cui viene rievocato il periodo del suo esilio nel profondo
sud della Basilicata.
LIGABUE ANTONIO.Via. Pittore, scultore.(Zurigo 1899-Gualtieri 1965)
Figlio di contadini emigrati in Svizzera, nel 1925 rientrò in Italia
stabilendosi a Gualtieri, sulle rive del Po. Visse solitario, spesso
preda di attacchi psichiatrici. Più decisivo per lui fu l’incontro, nel
1930, con il pittore Marino Mazzacurati che lo incoraggiò nelle
sue attitudini artistiche. Nella “Bassa” cominciò a diffondersi la
sua fama. Ligabue è considerato il maggior pittore naif italiano.
Nel 1962, colpito da una paralisi cerebrale, cessò ogni attività. I
suoi temi preferiti furono gli animali esotici e, negli ultimi anni, le
visioni agresti della sua “Bassa”. Gli animali furono anche il
soggetto delle sue sculture.
LYTOMISL. Via. Cittadina della Repubblica Ceca, gemellata con il
Comune di San Polo, posta nella Boemia orientale a 45 Km. da
Pardubice, sviluppatasi attorno ad una fortezza edificata nel 891.
Lytomisl divenne città nel 1259. E’ classificata monumento storico.
Fu centro vescovile dal 1344 e sede della unione dei “Fratelli
Boemi” nel XV° secolo. E’ nota per le sue manifatture tessili. In
tedesco Leitomischl.
LUXEMBURG ROSA. Rivoluzionaria polacca (Zamosè 1970-Berlino 1919)
Ebrea polacca, ottenne la cittadinanza tedesca con il matrimonio.
Nel 1898 aderì al Partito Socialdemocratico tedesco, militandovi
attivamente. Si affermò subito quale acuta teorica della sinistra
marxista Europea. Nel 1907 partecipò al Congresso di Stoccarda
della II° Internazionale. Collaborò alla stesura del documento
contro il militarismo e la guerra. Scrisse fondamentali saggi e
analisi sull’Imperialismo. Incarcerata più volte, partecipò con Karl
Liebknecht, nel 1919, alla rivoluzione Sparta-chista. Arrestata
ancora una volta venne sommariamente uccisa a revolverate da
alcuni ufficiali dell’esercito.
MATTEI ENRICO. Via. Politico, Imprenditore.(Pesaro 1906-Pavia 1962).
Fondò l’Industria Chimica Lombarda. Partecipò attivamente alla
Reesistenza facendo parte del Comando di Liberazione Alta Italia,
assieme a Parri, Longo. Finita la guerra fu nominato
Commissario straordinario all’Agip. Sfidando gli interessi
dell’Industria Privata in campo energetico, sviluppò l’attività
dell’Agip nella pianura padana. Eletto deputato nelle liste della
D.C., Mattei divenne Presidente dell’ENI. Condusse una grande
azione di affrancamento dell’Ente Energetico Italiano dalla
sudditanza verso le multinazionali Statunitensi, soprattutto in
materia di approvvigionamento di petrolio sovietico e dei paesi
arabi produttori, Iran in particolare. La sua azione e la sua
personalità creavano fastidi alle “7 Sorelle”. Morì nel 1962, in un
incidente aereo le cui cause non furono mai chiarite.
MARCONI GUGLIELMO. Via. Premio Nobel per la fisica.(Bologna 1874Roma 1937). Grande scienziato, autore di numerose scoperte e
noto in tutto il mondo per la invenzione della Radio che egli
brevettò nel 1896. Si comprese subito la importanza della nuova
scoperta per le comunicazioni in mare. La Radio ebbe il suo
drammatico collaudo nel 1912, in occasione del tragico naufragio
del transatlantico Titanic.
MATTEOTTI GIACOMO. Piazza. (ROVIGO 1885-Roma 1924). Avvocato,
militante socialista. Deputato al Parlamento, combatté
coraggiosamente la montante Dittatura Fascista e le violenze delle
squadracce nere che imperversavano ovunque. La sua
opposizione culminò nel drammatico discorso del 30 maggio 1924
in cui denunciò i brogli e le intimidazioni fasciste, compiute nelle
elezioni tenutesi nell’aprile appena trascorso. Venne sequestrato,
mentre rincasava, dalla banda di squadristi fascisti, guidata dal
noto picchiatore Dumini, e ucciso brutalmente. Di quell’orrendo
delitto si assunse la piena responsabilità politica e morale lo
stesso Mussolini.
MILANI
DON
LORENZO.
Via.
Sacerdote,
educatore,
scrittore.(Firenze1923-ivi 1967). Iniziò la sua attività religiosa
come Cappellano a San Donato di Calenzano, ove aprì una scuola
serale. Avviò poi un’esperienza didattica, a quei tempi
rivoluzionaria, a Barbiana del Mugello, in forte polemica con
l’autoritarismo religioso. Il suo libro, “Lettera ad una
professoressa”, divenne nel 1968 uno dei testi della contestazione
giovanile.
MINZONI DON GIOVANNI. Via. Sacerdote.(Ravenna 1885-Argenta
1923). Cappellano militare nella prima guerra mondiale, fu
parroco ad Argenta dove svolse una infaticabile attività sociale,
lottando contro l’insorgente regime fascista. La sua azione e la
sua presenza suscitarono l’ostilità dei gerarchi fascisti locali che lo
fecero assassinare a pugnalate da alcuni squadristi fatti giungere
appositamente dal Bresciano. Don Minzoni aveva 38 anni.
MISELLI ULDERICO. Via. Comandante del Distaccamento “Amendola”,
nome di battaglia “Rolando”, venne fucilato a Ciano il 27\11\1944.
Qualche tempo dopo a Villa Sesso, frazione di Reggio Emilia,
assieme ai quattro membri della famiglia Manfredi, vennero
fucilati anche Fernando e Remo Miselli, rispettivamente padre e
fratello di Ulderico.
MONTALI. VIA. Altro termine che trae origine dal latino “Mons”. Sono
numerosi, nelle realtà agricole, gli accostamenti tra il luogo e la
coltivazione in esso avviata (ad esempio Monte Sorgo), oppure tra
luogo ed animali (Monte Falcone), oppure ancora tra luogo e la
specificità dello stesso (Monte Fontana). Lo stesso avviene con i
termini “Costa = pendio”, “Groppo = collina”, “Rampa = erta” e
infine “Banzola” derivante dal Longobardo Banka, da cui
provengono i termini Banco, Bancone ecc.
MACIGNO MONTEMORO. VIA. La via ricorda due antiche località
appartenenti al comune di San Polo. Nel censimento del 1315 è
censito un “Maxigno Ugonus”, tra la gente di Canossa. Il termine
Maxigno era già noto e non è detto che avesse il significato
italiano corrente di grosso masso. La località di Macigno, non
tanto come borgo, ma quale piccola unità poderale, risale molto
addietro nel tempo, fin verso l’anno mille. Lo stesso vale per
Monte Moro, dizione che fa riferimento ad un monte scuro. Dal
latino “maurus” con il significato di “moro”. La leggenda che parla
di due fratelli saraceni, isolati dal grosso dei pirati sbarcati sulla
costa spezzina per saccheggiare e costretti a rifugiarsi
nell’interno, sempre inseguiti da una masnada urlante e che si
ritrovarono, sfuggiti agli inseguitori, su quel monte disabitato
dove trovarono rifugio. solletica curiosità. Il monte dei “mori”,
intesi come saraceni, divenne Monte Moro.
MAESTRI DEL LAVORO. Via. La intitolazione è un evidente omaggio alla
manualità e all’arte dei lavoratori, in particolare degli artigiani,
numerosi sempre in Val d’Enza e capaci di esprimere altissimi
livelli funzionali ed artistici, a cominciare dalla antica lavorazione
della pietra, agli intarsi del legno, alle tecniche edili e via dicendo.
MARTIRI DELLA BETTOLA. Via. “La Bettola” è una località del Comune
di Vezzano (R.E.), posta sulla statale 63. Nella notte di San
Giovanni del 1944, un reparto tedesco, per rappresaglia, in
seguito ad un attentato partigiano contro un sidecar tedesco che
trasportava due militari, riunisce tutti i civili che erano presenti
nella locanda e ne fa strage con una ferocia inaudita. Vengono
massacrati e poi arsi nella casa in fiamme, 5 bambini, 12 donne e
15 uomini . E’ rimasto nella memoria il ricordo tragico del piccolo
Piero Varini, 17 mesi, scagliato vivo nelle fiamme, secondo la
testimonianza di uno dei due sopravissuti.
MARTIRI DI MARZABOTTO. Via. Marzabotto è un Comune montano in
Provincia di Bologna con 6.257 abitanti. Durante la seconda
guerra mondiale subì, ad opera delle S.S. tedesche, al comando
del colonnello W. Reder, uno dei più atroci massacri di civili che la
Storia ricordi. 1830 persone, la maggior parte donne, vecchi e
bambini, vennero crudelmente uccise in un tragico raid di morte
effettuato in tutti gli abitati, i borghi, i casolari sparsi tra i monti.
Qualcosa di indicibile, forse uno dei più profondi abissi in cui
possa precipitare la ferocia umana.
MOLE. VIA DELLE. Ricorda le antiche attività molitorie esercitate in loco,
in particolare lungo il “canale dei Mulini” di cui è rimasta traccia
fino a tempi recenti.
MONTEFALCONE. VIA. Fa riferimento al complesso monumentale di
Montefalcone, iniziato a costruire nel 1218 ed ultimato nel 1223.
Per curiosità si ricorda che fu un Sanpolese a vincere l’appalto per
la fornitura del legname necessario per i ponteggi e le travature.
Costui prese in prestito tutti i buoi ed i carri esistenti allora in
paese per recarsi a Cadelbosco ( Era una grande area boscata) a
prelevarvi il materiale ligneo. L’antico convento si trasformò e si
ampliò, attraverso sette secoli di storia, a seconda delle diverse
situazioni in cui si trovò ad operare: Convento francescano
all’origine, Sede estiva del Seminario di Reggio, poi dell’Università,
indi sede di Collegi. Fu scuola superiore per i figli delle famiglie
abbienti della Val d’Enza nel corso del 1800, poi riparo per i
profughi durante la prima guerra mondiale, rifugio per sfollati
dalla città durante la seconda guerra mondiale. Attualmente è
oggetto di un lungo recupero edilizio, in attesa di una congrua e
funzionale destinazione degli ampi spazi a disposizione.
MONTESSORI MARIA.Via. Educatrice. (Ancona 1870-Noordwisk
(Olanda) 1952). Nel 1896 si laureò a Roma in Medicina. Fu la
prima donna a laurearsi in Italia. Si dedicò in seguito allo studio
dei fanciulli ricoverati in manicomio. Superati i limiti
dell’orientamento medico ispirato al Positivismo, diede origine alla
Pedagogia Scientifica che applicò alla Scuola Magistrale
Ortofrenica da Lei diretta. I successi ottenuti la convinsero a
estendere i suoi metodi ai fanciulli normali. Ottenne la Libera
Docenza in Antropologia Pedagogica. Il successo dei suoi
esperimenti portarono alla diffusione del metodo Montessori in
Italia. Metodo ripreso dallo Statunitense Parkhurst e introdotto in
America. Contribuì a valorizzare il metodo Montessori in Italia il
Lombardo Radice. Numerose sono le opere della Montessori.
Citiamo il “Manuale della Pedagogia Scientifica” e “Il bambino in
famiglia”.
NEGRI ADA.Via. Poetessa (Lodi 1870-Milano1945). Maestra elementare
pubblicò nel 1892 un primo volumetto di versi “Fatalità”, con il
quale per la prima volta, entrava nella poesia italiana, il mondo
operaio delle fabbriche e la desolazione delle periferie
cittadine.Seguirono numerose altre pubblicazioni. Le ultime
raccolte poetiche della Negri risentivano degli influssi del Pascoli e
del D’Annunzio, perdendo dell’immediatezza e del calore delle sue
prime opere. Pubblicò anche, nel 1921, un romanzo
autobiografico “Stella Mattutina”.
NERUDA PABLO. Via. Pseudonimo del poeta Cileno Neftali Ricardo
Reyes, (Parral Linares 1904-Santiago1973). Premio Nobel nel
1971, Neruda è sicuramente la più alta personalità della
letteratura Sudamericana contemporanea. Dopo un’infanzia
povera e desolata nel sud australe, riuscì a studiare all’Università
ed avviarsi alla carriera diplomatica. La sua evoluzione verso la
poesia fu inarrestabile. Dai primi accenti modernisti, passò poi a
toni amari, crepuscolari ed anche sensuali per finire ad esprimere
una poesia sociale e di lotta. Il più bel risultato di questo periodo
è “Canto General”, uno straordinario poema in cui sono trattate
tutte le vicende del continente americano. Assistette e partecipò
con entusiasmo alla vittoria di Allende nel 1970. Entrò nel suo
Governo. Fu ambasciatore a Parigi. Nel 1971 ricevette il Nobel.
Minato dal cancro rientrò a Santiago dopo il colpo di Stato di
Pinochet e l’assassinio di Allende. Morì poche settimane dopo.
NOVELLA AGOSTINO. Via. Politico, Sindacalista. (Genova 1905-Roma
1974). Aderì al P.C.I. nel 1925. Perseguitato dal Fascismo, fu
arrestato nel 1927 e condannato al carcere. Nel 1932 espatriò in
Francia. Rientrò in Italia nel 1943 per partecipare alla Resistenza.
Fu Segretario Generale della C.G.I.L dal 1957 al 1970.
NOTARI DANTE. VIA. Era della classe 1921. Si arruolò nelle file della
Resistenza in data 11 giugno del 1944 con il nome di battaglia di
“Saetta”. Cadde in combattimento a Cerredolo dei Coppi, in
Comune di Ciano d’Enza, il 25 febbraio del 1945.
OLMI OLINDO.Via. Nato il 5 febbraio del 1926, arruolato tra le file della
Resistenza il 29 agosto del 1944, con il nome di battagli di
“Veleno”, cadde in uno scontro a fuoco a Traversetolo il 22
febbraio del 1945.
PAGANINI NICOLO’. Via. Violinista, Compositore. (Genova 1782-Nizza
1840). Figlio di un portuale appassionato di musica, fu messo a
studio presso il maestro di Cappella Giacomo Costa. Cominciò ad
esibirsi in pubblico a 11 anni. Si perfezionò a Parma. Si trasferì poi
in Toscana esibendosi in trionfali concerti. Condusse una vita
dissipata, tra sregolatezze, bizzarrie e aperta simpatia per le
novità introdotte dalla Rivoluzione Francese. Lasciò 5 Concerti per
violino ed orchestra e alcune opere minori. Paganini è ricordato
come un insuperabile virtuoso del violino e per la sua tecnica
completamente rivoluzionaria.
PAPA GIOVANNI XXIII°.Via. Angelo Roncalli, figlio di contadini, assurse
alle più alte cariche della Chiesa. Ereditò la cattedra di Pietro da
PioXII°, complessa e controversa figura che resse il Papato nel
drammatico ventennio interessato dalla seconda guerra mondiale.
Giovanni XXIII°, definito il “Papa Buono”, con la sua azione
pastorale, il suo impegno politico e sociale, risollevò grandemente
il prestigio della Chiesa. Fu Papa dal 1958 al 1963.
PAVESE CESARE. Via. Narratore, Poeta. (Cuneo1908-Torino 1950)
Studiò a Torino, particolarmente influenzato dal suo professore e
scrittore antifascista Augusto Monti. Si laureò con una tesi sul
grande poeta Statunitense Walt Whitman. Si diede
all’insegnamento poi passò a lavorare presso l’editrice Einaudi.
Nel 1935 Pavese fu condannato a tre anni di Confino dal
Tribunale Speciale Fascista. Durante la guerra si rifugiò in
Monferrato. Nel dopo guerra visse un periodo di grande lavoro:
scrisse poesie, racconti, traduzioni e saggi critici. Vinse il Premio
Strega con “La Luna e i Falò”. Notevoli sono “Prima che il gallo
canti” e il “Diavolo sulle colline”. Il suo ultimo scritto: “Verrà la
morte e avrà i tuoi occhi”, pubblicato postumo, anticipava il
tragico gesto che Pavese, nel 1.950, a soli 42 anni, compì dandosi
la morte. La sua esperienza letteraria è sicuramente una delle più
alte del 1900.
PETRARCA FRANCESCO.VIA. (Arezzo 1304-Arquà 1374). Uno
dei
maggiori poeti della nostra letteratura. Petrarca, giovanissimo
dovette seguire la famiglia nell’esilio di Avignone, sede allora del
Papa. Qui cominciò gli studi proseguiti poi in altre città francesi ed
ultimati a Bologna. Nel 1326 passò allo stato ecclesiastico
ricevendo gli ordini minori. Nel 1327, era il Venerdì Santo,
Petrarca vide, in una chiesa di Avignone, Laura. Di essa si
innamorò follemente: Laura diverrà la sua Musa ispiratrice. A lei
saranno dedicate le poesie del suo “Canzoniere” permeate di
altissimo lirismo. La sua fama cominciò a diffondersi nel 1341
ricevette a Roma la “Fronda di Alloro”, il più alto riconoscimento
che poteva essere concesso ad un poeta. Nel 1348 la notizia della
morte di Laura lo intristì incupendone il carattere ed inducendolo
a meditazioni mistiche. Viaggiò a lungo in Italia, a Ferrara, a
Padova, a Mantova. Sostò a Milano presso i Visconti indi a
Venezia. Trascorse gli ultimi anni ad Arquà dove morì. Di lui
restano altre opere minori tra cui l’”Africa”, il “Segreto”. le
“Epistole”. Il Sapegno colloca il Petrarca come grande esponente
nel 1.300 della cultura Umanistica.
PEZZANO.Via. Presso la vetta del monte Pezzola sono stati scoperti
avanzi di edifici Romani e tombe, attestanti remotissimi
insediamenti. La scoperta non fa altro che confermare la ricerca
persistente di luoghi montani, di difficile accesso e di facile difesa,
per chi volesse stanziarsi. Il toponimo “Pezzano” è un prediale di
chiara derivazione latina.
PIETRE.VIA. A Villa Pietre esiste un sovrappasso di collegamento fra
due unità edilizie. Si tratta di un esempio tipico dell’edilizia
collinare e montana medievale tesa ad aumentare la volumetria
abitativa e, nello stesso tempo, a rendere più compatta e più
difendibile la costruzione. La Casa Torre mozzata, posta nelle
vicinanze, è una delle più antiche esistenti. In ogni insediamento
compare sempre la ricerca di una maggiore possibilità di difesa.
PIEVE.VIA. Pieve deriva dal latino “Plebs” nel significato di Plebe,
Popolo e “Plebs de Caviliano” è l’antico nome di San Polo che
viene menzionato per la prima volta in un diploma dell’Imperatore
Ottone II°, redatto in Germania a Bruchsal il 14 ottobre del 980:
la citazione esatta dice: “.. Plebs de Pulianello, de Bibiano et de
Cavillano…” La Pieve di San Polo venne riconsacrata dal Vescovo
Adelberio verso la metà del secolo XI° e concessa in enfiteusi al
Marchese Bonifacio Canossa, padre di Matilde. La Pieve,
pregevole costruzione Romanica, conserva ancora l’impianto della
primitiva forma basilicale, nonostante le modifiche apportate nel
corso del tempo…” (Tratto da Baricchi-Toscani- Millenni
Sanpolesi.
PIOLO.VIA. A Case Piolo esiste una bella Maestà a nicchia. Quei simboli
religiosi erano punti di riferimento o luoghi di incontro delle tappe
processionali o indicazioni delle delimitazioni parrocchiali. Il
termine Piolo compare spesso sia per indicare località (Vedi Piolo
di Ligonchio), sia per indicare un tronco di bastone aguzzo.
PONTENOVO.Via. Pontenovo sorge su un terrazzo costituito da argille
giallo\arancione con ciotoli di fiume (Prima vi scorreva l’Enza)
risalenti al Periodo Riss. L’insediamento di Ponte Novo è di origine
più recente, rispetto agli altri vicini abitati. Lo conferma il nome
stesso e la bella chiesa del Marchelli che lo connota. Il toponimo
conferma senza alcun dubbio la presenza di un nuovo ponte atto
a scavalcare un corso d’acqua.
PRAMPOLINI CAMILLO.Via.(Reggio E. 1859-Milano 1930) Avvocato,
propagandista politico, organizzatore Sindacale, collaborò a
giornali socialisti fondando nel 1886 il settimanale “La Giustizia”.
Fu, nel 1882, tra i fondatori del Partito Socialista Italiano.
Prampolini sostenne una avanzata politica riformista. Uomo di
grande integrità morale,anche dopo il delitto Matteotti, sostenne
la necessità della linea legalitaria.
PREDELE.VIA. Il termine è dialettale e, probabilmente, è una
degenerazione del più frequente “Predalè” che significa “prato di
lato”. Sono sempre più rari gli antichi termini presenti nel dialetto
e non transitati nell’italiano la cui origine poteva ascendere dal
Latino, dal Longobardo o addirittura, in alcuni casi, dal celtico.
PRIMO MAGGIO. Piazza. Festa Internazionale del Lavoro. Fu introdotta
nel penultimo decennio del XX° secolo nei paesi industrialmente
più progrediti. E’ soprattutto legata alla memoranda lotta per la
conquista delle 8 ore di lavoro giornaliero. La Festa fu introdotta
con la decisione del Congresso di Parigi del 1889 e intendeva
anche ricordare i martiri di Chicago e cioè gli 8 lavoratori
americani accusati di aver lanciato, a Chicago, una bomba contro
la Polizia. Pur in assenza di ogni prova, gli 8 lavoratori furono
condannati ed impiccati. Celebrata con entusiasmo da tutti i
lavoratori, essa fu oggetto di gravi repressioni. In Italia venne
introdotta nel 1922 con una legge del Governo Facta, ma subito
dopo fu soppressa dal Regime Fascista. La Festa venne
reintrodotta dopo la Liberazione.
PUCCINI GIACOMO. Via. Compositore (Lucca 1858-Bruxelles 1924).
Discendente da una famiglia di musicisti, seguì anch’egli gli studi
musicali. Entrò in Conservatorio a Milano nel 1880. Ebbe l’aiuto di
Boito, di Ponchielli e dell’Editore Ricordi. Nel 1893 ebbe
accoglienze trionfali a Torino con Manon Lescaut. Seguirono
Bohème, Tosca e Madame Butterfly. Le sue opere ebbero alterna
fortuna. Clamoroso fu l‘insuccesso di Madame Butterfly alla Scala.
L’ultima sua opera Turandot, diretta da Toscanini, venne
presentata per la prima volta alla Scala, subito dopo la sua morte.
QUASIMODO SALVATORE. Via. Poeta (Siracusa 1901-Amalfi 1968).
Interrotti gli studi Universitari fece diversi mestieri: commesso,
disegnatore, contabile ecc. Nel 1939 insegnò letteratura italiana al
Conservatorio di Milano. Nel 1959 ebbe il premio Nobel per la
Letteratura. Nelle sue poesie, nell’ambito di un ermetismo
assoluto, teso alla purità della parola, si avverte l’influenza
profonda della lezione classica. Numerosi sono anche i suoi scritti
ed i suoi saggi su vari argomenti. Celebre è il suo passo: “..ogni
uomo è solo nel cuore della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed
è subito sera.”
QUATTRO NOVEMBRE. Piazza. A rimarcare il 4 Novembre 1918, giorno
della Vittoria, nella prima guerra mondiale, con l’ingresso
vittorioso delle truppe italiane a Vittorio Veneto.
RAMPOGNANA. VIA. E’ un toponimo forse derivante dal verbo dialettale
“Ramper” con il significato di “arrampicarsi”. Rappresenterebbe la
situazione di fatto esistente in loco: una strada che si inerpica
lungo la collina.
REBIGNANA.VIA. Il termine, antichissimo, può avere origine Celtica.
Infatti in quella lingua esiste il termine “Reidh”, traslato nello
scozzese odierno “Reidhlean” con il significato di “piano”,
“livellato”. Starebbe ad indicare una strada livellata.
REPUBBLICA.VIA. La via è dedicata alla Repubblica, in ricordo del
Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946, che sancì la vittoria
della Repubblica e quindi l’abolizione dell’Istituto Monarchico.
RESISTENZA.VIA. La via è dedicata alla Resistenza intesa quale
movimento di popolo insorto contro l’occupazione nazista, ma
soprattutto insorto contro tutto ciò che di negativo il Fascismo,
nel funesto Ventennio, aveva inoculato nella Società italiana. Un
Nuovo Risorgimento, dunque, di idee, valori, progresso, da
costruirsi sulle libertà individuali e sulla dignità riconosciuta ad
ogni persona.
REVERBERA.VIA. Nel Censimento promosso dalla Diocesi di Reggio nel
lontano anno 1315, compare la località di Rivabola, in cui è
censita una sola famiglia con la stessa denominazione. In dialetto
la località era detta ed è detta ancora “Rverbla. Sembra potersi
dedurre che da tale località e da tale denominazione siano derivati
i numerosi casati “Reverberi” assai diffusi particolarmente in Val
d’Enza, ma anche in tutto il Reggiano e nel Parmense.
RIOLO.VIA. Il termine è chiaramente il diminutivo di Rio, piccolo rio
quindi. Nel censimento del 1315 è indicato, quale cittadino di San
Polo, un certo Gerardello da Riolo, attestante l’antichità del
toponimo. Leggendo l’elenco dei censiti si noti l’importanza che
aveva la presenza dell’acqua nei pressi dell’abitazione. Risultano
infatti registrati, oltre al nostro Gerardello: ….Simone da Enza,
Uberto da Fontaneto, Pighini da Riva, Zaneto da Aquabona,
Bernardo da Rivarzana, Zane Del Rio.
RISORGIMENTO.VIALE. La denominazione ha il valore celebrativo di
tutti i fatti, le lotte, i personaggi che hanno contribuito alla
costruzione di un’Italia Unita e Indipendente. La ricorrenza del
150° Anniversario dovrà anche aiutare a ricordare i tanti valori
che quel processo storico ha inteso e deve sottendere ancora.
ROSSE LE. Via. Altro termine che fa riferimento specifico al colore del
terreno in cui e stato tracciato il sentiero. Diverse zone del
territorio pedecollinare sono caratterizzate da profondi strati di
argilla di color rosso cupo.
ROSSINI GIOACCHINO. Via. Compositore. (Pesaro 1792-Parigi 1868). Il
padre era suonatore di Corno, la madre cantante. Gioacchino
studiò a Bologna nel Liceo Musicale. Si affermò ben presto quale
autore di Opere Buffe e Serie. La sua prima opera “La Cambiale di
Matrimonio”, andò in scena a Venezia nel 1810: Rossini aveva 18
anni. Nel 1816 scrisse, in soli 15 giorni, il Barbiere di Siviglia.
Lavorò a lungo a Napoli, poi trionfò a Vienna, indi a Londra, dove
si recò con la moglie, il celebre soprano Colbran. Nel 1829 ebbe
grande successo anche a Parigi con il “Guglielmo Tell” ed in
Spagna. Morì nel 1868 a Parigi. Le sue spoglie furono traslate in
Santa Croce, a Firenze, nel 1887.
RUBALTELLI ENRICO. VIA. Nato nel 1898 a San Polo d’Enza, partecipò
giovanissimo alla prima guerra mondiale. Si laureò nel 1925 in
Medicina e Chirurgia col massimo dei voti. Assistente della
Cattedra di Otorinolaringoiatria dell’Università di Padova dal 1926
al 1935, libero docente nel 1932, fu primario nell’Ospedale civile
di Rovigo dal 1936. Autore di oltre 60 pubblicazioni scientifiche a
stampa e di numerose altre a carattere medico-morale, fu padre
di 8 figli. Fu Vice Presidente Nazionale dei Medici cattolici Italiani
e Vice Presidente Diocesano dell’Associazione Uomini Cattolici.
RUINI MEUCCIO. PIAZZA. Politico. (Reggio 1877-Roma 1970).
Avvocato, attivo nel movimento Radicale, fu consigliere di Stato e
deputato. Nel 1920 fu Ministro alle Colonie. Vivace avversario del
fascismo, nel 1927 si dovette ritirare a vita privata. Entrò nel 1943
nei gruppi Antifascisti. Successivamente fu Ministro nei Governi
Parri. Fu Presidente della Commissione dei 75 che aveva il
compito di preparare il progetto della nuova Costituzione
Repubblicana. Nel 1963 fu nominato Senatore a vita. Ebbe, a
lungo, casa e residenza a San Polo.
SAN GIOVANNI BOSCO. Via. Educatore e fondatore dei Salesiani.
(Castelnuovo d’Asti 1815- Torino 1888). Ordinato sacerdote nel
1841, cominciò subito ad occuparsi dei ragazzi poveri,
abbandonati o disadattati. Nel 1846 fondò la Pia Società di San
Francesco di Sales che in breve tempo si diffuse in tutto il mondo,
promuovendo collegi e scuole di ogni ordine e grado. Nel 1934 fu
riconosciuto Santo.
SAN MATTEO. VIA. Matteo, apostolo ed Evangelista. Si conosce poco di
lui. Matteo vuol dire “Dono di Dio”. Quando fu chiamato a seguire
Gesù, era esattore delle imposte a Cafarnao. La Chiesa Latina ne
celebra la festa il 21 settembre, mentre la liturgia Siriaca lo
commemora il 16 novembre e quella Copta il 9 ottobre. Il Vangelo
di Matteo è considerato il più antico dei 4 testi evangelici. E’ stato
reperito un documento nel quale si afferma che fu Matteo a
coordinare in lingua ebraica i detti di Gesù. Altre fonti consentono
di stabilire che il Vangelo di Matteo fu scritto nel 70 dopo Cristo,
esattamente 37 anni dopo la morte di Gesù.
SARTORI CARLO. VIA e PIAZZA. (San Polo 1819-1879). Uomo ricco per
aver ereditato dallo zio Pier Giovanni Sartori, non volle nulla per
sé, ma impegnò tutti i suoi averi per aiutare i bisognosi. Alla sua
morte destinò una parte dei suoi beni per completare la Chiesa di
Pontenovo e tutto il resto per fondare un “Ospedale per i poveri e
per i cronici”. Alla domanda: “Che mestiere faceva?” La risposta
era:”Il Benefattore”. Iniziò le scuole a San Polo presso Don Natale
Vologni, frequentò il Seminario di Marola dal 1833 al 1835, passò
poi a Reggio al Collegio dei Gesuiti, indi alla Università di Modena
alla facoltà di Giurisprudenza, senza però completare gli studi. Il
suo sogno, l’Ospedale per i Poveri, ebbe una lunga e tribolata
gestazione. Soltanto nel 1959, 80 anni dopo la sua morte, venne
inaugurato a San Polo un moderno edificio, posto nella periferia
sud del paese, denominato: “Ospedale per infermi e cronici Carlo
Sartori.” In sostanza una bella e funzionale “Casa di riposo per
anziani” che ha svolto e continua a svolgere una insostituibile
funzione sociale nel Comune di San Polo e nell’intera Val d’Enza.
SEDIGNANO. Via. Piccolo borgo rurale posto sulle prime colline nei
pressi della Madonna della Battaglia, sulla strada per Grassano.
Negli anni 1940-50
vi abitavano numerose famiglie dedite
all’agricoltura, per la maggior parte a mezzadria. Nel borgo vi
operava pure un caseificio per la lavorazione del latte.
SESSANTA. VIA. Altro toponimo del quale non è chiara l’origine. Si è
pensato all’espressione dialettale “fare sessanta” proveniente dal
gioco delle carte ed anche ad un termine religioso. Nella parlata
dialettale il numero sessanta ed il femminile di Santo vengono
pronunciati allo stesso modo.
STRADELLA BIANCHE. VIA. Altro antico toponimo che afferisce
chiaramente al colore del terreno. Si è accertato come fosse
importante, ai fini agricoli, la conoscenza della consistenza e delle
proprietà del terreno. Nella realtà geologica di San Polo, una area
di modeste dimensioni, si incontra una estrema varietà di terreni,
sia per la composizione che per il colore: si va, infatti, da quelli
bianchi dati da normali e semplici argille, ai terreni rossi, per
finire ai terreni scuri dei quali abbiamo parlato trattando di
Carbognano e Monte Moro.
SIMONINI ALBERTO. VIA. Uomo politico reggiano.(Reggio E. 18961960) Antifascista. Socialista. Nel 1947 aderì alla scissione
Socialdemocratica guidata da Saragat. Parlamentare, fu Ministro
della Marina Mercantile. Pur impegnato a livello nazionale seppe
mantenere vivi i rapporti con la realtà reggiana.
SPALLANZANI LAZZARO. Via. (Scandiano 1729-Pavia 1799). Grande
biologo oltre che interessato alla fisica, alla geologia, e alla
mineralogia. Partecipò all’intenso dibattito sulla generazione
spontanea. Diede grande impulso alla conoscenza delle prime
esperienze di fecondazione artificiale. Spallanzani è riconosciuto
come una delle figure fondamentali della moderna Biologia.
TOGLIATTI PALMIRO. VIA. (Genova 1893-Crimea 1964) Tra i fondatori
di “Ordine Nuovo” e del Partito Comunista Italiano, fondò anche,
con Gramsci, il giornale “L’Unità”. Dopo l’arresto di Gramsci,
condannato dal Tribunale Speciale Fascista, diresse, da Parigi,
l’azione clandestina del Partito fino al 1934. In quella data fu
chiamato a Mosca nella Segreteria della III° Internazionale.
Rientrato in Italia nel 1944, sostenne con successo, la linea della
collaborazione di tutte le forze antifasciste contro il Nazifascismo.
Oggetto di un attentato nel 1848, non desistette dal sostenere
l’impegno del Partito nel rispetto ed in difesa delle Istituzioni
Democratiche. Attento assertore del concetto di “Vie Nazionali al
Socialismo”, perorava la esigenza di precise riforme strutturali
della Società Italiana. Colto, preparato, fu molto combattuto; si
era in periodo di guerra fredda ed il P.C.I. era il più forte Partito
dell’Occidente. Fece scandalo la sua separazione dalla moglie e la
pubblica convivenza con la più giovane deputata Nilde Jotti. “Sic
mores transeunt.”
TOSCANINI ARTURO.VIA. (Parma 1867 – New Jork 1957). Direttore
d’orchestra. Violoncellista, era stato allievo del Conservatorio di
Parma. Nel 1886, a soli 19 anni, mentre l’orchestra era in tournèe
a Rio de Janeiro, l’improvvisa indisponibilità del Direttore gli diede
l’opportunità di sostituirlo, dimostrando immediatamente grandi
doti di energia e di comunicazione. Considerato uno dei maggiori
Direttori di orchestra di tutti i tempi, continuò a dirigere fino a
tarda età. Fu Direttore della Scala dal 1898 al 1908, poi passò al
Metropolitan di New York. Avverso al Fascismo, fu costretto a
lasciare l’Italia. Vi tornò dopo la fine della seconda guerra
mondiale, tenendo un memorabile concerto alla Scala l’11
maggio del 1946.
TUGURIO.VIA. Antica denominazione indicante la presenza in loco di un
abituro o di un qualcosa di fatiscente e brutto di cui non è
conservata memoria. L’esistenza di denominazione analoga in
comuni contigui od in altri comuni potrebbe prospettare eventuali
altre ipotesi al momento non allo studio.
TURATI FILIPPO.VIA. Politico. (Como 1857-Parigi 1932). Pubblicista,
positivista in filosofia, socialista in politica, nel 1891, assieme alla
compagna Anna Kuliscioff, fondò la rivista “Critica Sociale”.
Contribuì alla costituzione del Partito Socialista Italiano, al
congresso di Genova nel 1892. Deputato nel 1896, fu condannato
a 12 anni di carcere per la sua partecipazione ai moti del 1898.
Scarcerato subito dopo, durante il Governo Giolitti, fu leader
dell’ala riformista. Espulso nel 1922 dal Partito, diede vita con
Matteotti e Treves al PSU. Fiero oppositore del Fascismo, nel
1926, aiutato da Pertini, Parri e Carlo Rosselli, riuscì,
clamorosamente a fuggire in Francia. Non poté più rientrare in
Patria. La morte lo colse a Parigi nel 1932.
VEDRUZZO. VIA. Non si conosce l’origine del nome. Si propende per
una derivazione da un patronimico quale Verduzzi. Il viottolo di
Vedruzzo è citato già nel settecento, nel catasto Estense delle
proprietà. Vi sono accatastate 289 ditte. (Erano i proprietari
terrieri di San Polo). Il viottolo di Vedruzzo è citato ancora prima
in relazione ad una delle tante processioni che, annualmente, si
tenevano nella Parrocchia di San Polo, e che vi transitava
dipartendosi dal Castello. In località Vedruzzo è stata reperita una
tomba a cremazione di epoca preromana, attestante quindi uno
dei più antichi insediamenti umani della zona.
XXV APRILE. VIA. E’ la data fatidica che segna, in Italia, la fine della
seconda Guerra Mondiale e la Vittoria nella Guerra di Liberazione
contro il Fascismo e il Nazismo.
XXV LUGLIO. VIA. Nella notte tra il 24 ed il 25 luglio 1943 ebbe luogo la
seduta del Gran Consiglio del Fascismo nella quale l’Ordine del
Giorno Grandi, che sfiduciava Mussolini, ebbe la maggioranza di
19 voti contro 7. La guerra era persa, gli Alleati erano sbarcati in
Sicilia. Il Re informato di tutto, firmò il decreto che nominava
Badoglio capo del Governo. Nello stesso tempo il Generale Cerica,
Comandante dei Carabinieri, riceveva dallo stesso Re l’ordine di
arrestare Mussolini quando questi fosse giunto alla residenza
privata del Sovrano. Era la tanto attesa svolta che portò l’Italia,
nel successivo settembre, dopo colpevoli incertezze e ritardi, a
dichiarare guerra alla Germania e ad unirsi agli Alleati. Le
titubanze di Badoglio e la fuga del Re a Brindisi complicarono la
situazione. Mancò subito la volontà di bloccare al confine alpino
l’entrata in massa dei tedeschi in Italia. Si sarebbero evitati al
popolo italiano tanti lutti e tante rovine.
XXIV MAGGIO. VIA. La data ricorda, nel 1915, la dichiarazione di guerra
all’Impero Austro-Ungarico ed il passaggio del confine da parte
delle truppe italiane al comando del Generale Cadorna.
VERDI GIUSEPPE. VIA. Compoitore. (Busseto 1813-Milano 1901). Figlio
di osti, si dedicò allo studio della musica. Gli anni della gioventù e
della sua preparazione teorica furono assai tribolati. Anche
l’affermazione della sua produzione musicale non fu tanto
semplice. Verdi ebbe il suo primo vero trionfo con il Nabucco, alla
Scala, nel 1842. Contribuì anche il famoso coro, assunto subito
dai patrioti Milanesi come inno alla Libertà dell’Italia. Seguirono,
con grande successo, Rigoletto, Trovatore, Traviata, La Forza del
Destino ecc.. La sua attività creativa si concluse con il Falstaff nel
1893: aveva 80 anni.
VETTO. VIA. Niente altro da aggiungere rispetto a quanto detto sul
toponimo “Campo di Vetto”. Esiste anche, in val d’Enza, a poca
distanza da San
Polo, il Comune di Vetto. Si tratta di termini
molto antichi rimasti ad indicare particolari caratteristiche del
terreno.
Loris Bottazzi vive a Bibbiano in provincia di
Reggio Emilia. E’ stato impegnato a lungo
quale pubblico amministratore: è stato
Sindaco di Bibbiano, Assessore Provinciale,
Presidente dell’Unità Sanitaria Locale di
Montecchio Emilia.
E’ autore delle seguenti pubblicazioni:
Opere di ricerca:
-
La storia di Bibbiano dalle origini all’Unità
d’Italia, 1988
50 anni di Festa dell’Unità a Bibbiano,
1998
-
Il formarsi dei Casati dopo il Mille in area
Matildica, 2001
Editi ed inediti Bibbianesi, 2004
Per verdi colli attraverso il tempo, 2005.
Un Parco, dei volontari e un po’ di storia,
2006
-
L’Onomastica stradale nel comune di
Bibbiano, 2010
Lo sdegno e la rabbia, 2011
La gente di Bibbiano nella Resistenza,
2011
- Una raccolta di poesie giovanili: Le ali del
gabbiano, 2004.
Opere di narrativa:
- L’agguato, 1990
- La notte delle stelle cadent, 1995.
- I Pietranera, 1996.
-
Improvvisamente Sarah nel verde del
parco, 1998.
Padre e figlio, 2002.
Il sole oltre il fiume, 2003.
Il primo caduto, 2005.
La morte arriva dall’acqua, 2007.
Doppio inganno, 2008.
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Onomastica di San Polo - Comune di San Polo d`Enza