LA COMMISSIONE MANDELLI
Martino Grandolfo
Istituto Superiore di Sanità (fino al 31 gennaio 2008)
LA COMMISSIONE MANDELLI
Con Decreto Ministeriale della Difesa, il 22 dicembre 2000 fu
insediata una Commissione con il compito di:
“Accertare tutti gli aspetti medico-scientifici dei casi emersi e
venuti all’attenzione in questi ultimi tempi di patologie
tumorali nel personale militare, in particolare in militari che
hanno svolto attività operativa in Bosnia e Kosovo,
verificando se esista correlazione con il munizionamento
all’uranio impoverito impiegato in quell’area, ovvero se siano
identificabili cause diverse all’origine di queste patologie”.
2
COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE
Franco Mandelli (Presidente)
 Carissimo Biagini
 Martino Grandolfo
 Alfonso Mele
 Giuseppe Onufrio
 Vittorio Sabbatini
 Antonio Tricarico

3
ISTITUZIONI RAPPRESENTATE NELLA COMMISSIONE

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Istituto Superiore di Sanità

Agenzia
Nazionale
per
la
dell’Ambiente (ANPA, oggi ISPRA)
Protezione

Centro Interforze Studi per le Applicazioni
Militari (CISAM)

Direzione Generale della Sanità Militare
4
I LAVORI DELLA COMMISSIONE MANDELLI
 La Commissione si riunì per la prima volta il 28
dicembre 2000 e rese pubblico in itinere
l’avanzamento dei propri lavori mediante la stesura di
una Relazione preliminare e di una Seconda
relazione.
 Dopo un lavoro di 18 mesi, l’11 giugno 2002 la
Commissione pubblicò la Relazione finale sulle
conclusioni raggiunte.
5
RELAZIONE PRELIMINARE DELLA
COMMISSIONE ISTITUITA DAL MINISTRO
DELLA DIFESA SULL’INCIDENZA DI
NEOPLASIE MALIGNE TRA I MILITARI
IMPIEGATI IN BOSNIA E KOSOVO
PRELIMINARY REPORT BY THE COMMITTEE
SET UP BY THE ITALIAN MINISTER OF
DEFENCE ON THE INCIDENCE OF
MALIGNANT NEOPLASMS AMONGST
SOLDIERS DEPLOYED IN BOSNIA AND KOSOVO
19 marzo/March 2001
6
SECONDA RELAZIONE DELLA
COMMISSIONE ISTITUITA DAL MINISTRO
DELLA DIFESA SULL’INCIDENZA DI
NEOPLASIE MALIGNE TRA I MILITARI
IMPIEGATI IN BOSNIA E KOSOVO
SECOND REPORT BY THE COMMITTEE
SET UP BY THE ITALIAN MINISTER OF
DEFENCE ON THE INCIDENCE OF
MALIGNANT NEOPLASMS AMONGST
SOLDIERS DEPLOYED IN BOSNIA AND KOSOVO
28 maggio/May 2001
7
RELAZIONE FINALE DELLA
COMMISSIONE ISTITUITA DAL MINISTRO
DELLA DIFESA SULL’INCIDENZA DI
NEOPLASIE MALIGNE TRA I MILITARI
IMPIEGATI IN BOSNIA E KOSOVO
FINAL REPORT BY THE COMMITTEE
SET UP BY THE ITALIAN MINISTER OF
DEFENCE ON THE INCIDENCE OF
MALIGNANT NEOPLASMS AMONGST
SOLDIERS DEPLOYED IN BOSNIA AND KOSOVO
11 giugno/June 2002
8
LINK DEL MINISTERO DELLA DIFESA
Relazione preliminare (19 marzo 2001)
http://www.difesa.it/Approfondimenti/Documents/86390_
relazione_preliminare.pdf

Seconda relazione (28 maggio 2001)
http://www.difesa.it/Approfondimenti/Documents/86390_
seconda_relazione.pdf

Relazione finale (11 giugno 2002)
http://www.difesa.it/Approfondimenti/Documents/22271_
relazione_finale.pdf

9
ANALISI STATISTICA DEI DATI
10
POPOLAZIONE DELLO STUDIO
120000
Numero militari
100000
80000
Anni-persona
60000
40000
20000
0
19/3/01
28/5/01
11/6/02
11
DATI EPIDEMIOLOGICI (1)

La popolazione studiata (43058 militari) fu quella del personale
delle Forze Armate che aveva partecipato ad almeno una
missione in Bosnia e/o Kosovo nel periodo compreso tra
dicembre 1995 e luglio 2001 (Carabinieri), agosto 2001
(Aeronautica e Marina) e novembre 2001 (Esercito), per un totale
di 115037 anni-persona.

In totale vennero accertati 44 casi di tumore: 12 linfomi di
Hodgkins
(LH),
8
linfomi
non
Hodgkins
(LNH),
2 leucemie linfoidi acute (LLA), 3 carcinomi della tiroide, 4 tumori
al retto o al colon, 3 melanomi, 2 astrocitomi, 4 tumori del
testicolo, 1 tumore alla faringe, 1 tumore alla laringe, 1 tumore
polmonare, 1 tumore ai bronchi, 1 tumore renale e 1 tumore allo
stomaco.
12
DATI EPIDEMIOLOGICI (2)

Vennero calcolati i tassi d’incidenza specifici (SIR) per classi
quinquennali d’età per le seguenti patologie: linfoma di Hodgkin
(LH), linfoma non Hodgkin (LNH), leucemia linfatica acuta (LLA),
i tumori solidi e tutte le neoplasie (totale complessivo). Per
ciascun tasso vennero stimati gli intervalli di confidenza al 95%
(IC 95%), vale a dire l’intervallo di valori entro i quali possono
oscillare le stime dei tassi d’incidenza per effetto del caso.

I tassi d’incidenza della popolazione in studio vennero
confrontati con quelli delle popolazioni maschili incluse nei
Registri Tumori Italiani, che raccolgono dati d’incidenza in base
a diagnosi confermate.
13
IL TASSO D’INCIDENZA SPECIFICO (SIR)
Come indicatore per il confronto è stato utilizzato il rapporto tra i
casi di tumore osservati nella popolazione di militari analizzata e
quelli attesi in quella stessa popolazione facendo riferimento ai
tassi dei Registri Tumori italiani.
Il rapporto tra casi osservati e casi attesi dà una misura di rischio
denominata Tasso d’incidenza specifico (SIR, Standardized
Incidence Ratio).
SIR = 1 Non c’è differenza tra il numero di casi osservati e attesi
SIR > 1 Il numero di casi osservati è maggiore di quello atteso
SIR < 1 Il numero di casi osservati è minore di quello atteso
Anche per i SIR si calcolano gli intervalli di confidenza e l’eccesso
dei casi è ritenuto statisticamente significativo solo quando anche
il limite inferiore dell’intervallo di confidenza è maggiore di uno.
14
INCIDENZA PER 100.000 ANNI•PERSONA E SIR
NEI MILITARI ITALIANI IN BOSNIA E/O KOSOVO
Incidenza
(IC 95%)
10,43
LH
(5,39-18,23)
6,95
LNH
(3,00-13,71)
1,74
LLA
(0,21-6,28)
19,12
Tumori solidi
(11,98-28,96)
38,25
Tutte le neoplasie
(27,79-51,35)
Patologia
Casi
Casi attesi
osservati
12
5,08
8
8,53
2
1,12
22
74,28
44
91,94
SIR
(IC 95%)
2,36
(1,22-4,13)
0,94
(0,40-1,85)
1,78
(0,21-6,44)
0,30
(0,19-0,45)
0,48
(0,35-0,64)
15
Relazione finale Commissione “Mandelli” (11/06/2002)
Neoplasie maligne nei militari delle 4 FFAA impiegati in Bosnia e/o Kosovo.
Confronto tra casi osservati ed attesi *
Conclusioni
100
91,94
n° casi
80
74,28
60
44
40
22
20
0
P<0,01
12
P<0,01
P<0,01
tutti TM
TM solidi
2
5,08
1,12
LLA
osservati
LH
attesi
8
8,53
LnH
1. Incidenza di tutti i
tumori maligni (TM) in
generale e di quelli
solidi in particolare
significativamente
inferiore ai valori
attesi
2. Eccesso significativo di
casi di linfoma di
Hodgkin (LH)
3. Non rilevabili
differenze significative
per altri tipi di tumori
* Calcolati sulla base dei dati dei Registri Tumori italiani relativi al periodo 1993-98
16
TRE IMPORTANTI CRITICHE
17
DISTRIBUZIONI DI GAUSS E DI POISSON
18
DISTRIBUZIONI DI GAUSS E DI POISSON
RELAZIONE PRELIMINARE - PAG. 14
…. Pur tenendo in debito conto quanto affermato in precedenza,
l'eccesso di casi di linfomi di Hodgkin, anche se al momento non
statisticamente significativo, merita comunque di essere analizzato
attentamente, per cui si ritiene necessario seguire nel tempo
l'eventuale evoluzione della banca dati.
SECONDA RELAZIONE - PAG. 11 e 12
…. emerge un eccesso statisticamente significativo di LH mentre è
evidenziabile un numero significativamente inferiore a quello
atteso per la totalità dei tumori solidi e delle neoplasie maligne nel
loro complesso. Per quanto riguarda i LH, la significatività
statistica è raggiunta, comunque, anche con l’utilizzo del metodo
di calcolo degli intervalli di confidenza dei SIR impiegato nella
Relazione preliminare. …..
19
UTILIZZO REGISTRI CIVILI
20
ANALISI EPIDEMIOLOGICA RISPETTO A UNA
COORTE DI CARABINIERI

Per superare il possibile fattore confondente dello healthy
worker effect, i SIR relativi al LH vennero calcolati anche
utilizzando, per il confronto, non più i Registri civili ma
un’opportuna coorte di Carabinieri mai dispiegata all’estero.

Il valore dei SIR risultò pari a 4.12 (IC 95%: 2.13-7.20) e 3.94 (IC
95%: 1.70-7.76) assumendo, rispettivamente, una latenza zero o
pari a 1 anno.

L’eccesso di LH venne, quindi, confermato sia utilizzando per il
confronto la popolazione civile che quella militare.
21
L’EFFETTO DELLE PROTEZIONI
22
INCIDENZA PER 100000 ANNI-PERSONA E SIR
SUCCESSIVA ALL’ADOZIONE DELLE PROTEZIONI
(DOPO IL 31 DICEMBRE 1999)
Patologia
LH
LNH
LLA
Tumori
solidi
Tutte le
neoplasie
Casi
osservati Casi attesi
SIR
IC 95%
11
8
2
4.32
7.39
0.96
2.55
1.08
2.08
1.27-4.56
0.47-2.13
0.25-7.51
21
64.09
0.33
0.20-0.50
42
79.28
0.53
0.38-0.72
23
RADIOPROTEZIONE E URANIO
24
URANIO NATURALE E URANIO IMPOVERITO
L’uranio in natura ha una precisa composizione isotopica, cioè è una
miscela di 238U, 234U e 235U, con percentuali fisse e ben note.
Il DU è un residuo di produzione dell’uranio arricchito (composizione
isotopica alterata aumentando la percentuale di 235U).
E’ meno radioattivo dell’uranio naturale
U
49973 Bq/g
DU
39400 Bq/g



Emette principalmente particelle alfa e beta
E’ una modesta sorgente di irradiazione esterna
(le  compiono in aria pochi cm e i  sono schermati anche dai vestiti)

Se inalato, ingerito o incorporato (schegge di proiettili) si verifica una
contaminazione interna
DOSE ED EFFETTI TOSSICI
25
URANIO IMPOVERITO - INALAZIONE
Per la valutazione dei suoi effetti chimici e radiologici, l’uranio viene
classificato in funzione della solubilità nei fluidi corporei dei
composti che forma:

Tipo F (Fast absorption, T1/2 =10 min)

Tipo M (Moderate absorption, T1/2 =140 d)

Tipo S (Slow absorption, T1/2 ~ 20 anni)
Composti F hanno un maggiore effetto tossicologico chimico
Organi bersaglio = reni, fegato
Composti S hanno un maggiore effetto radiologico
Organi bersaglio = polmoni, linfonodi
Di questo tipo sono ~ il 30% dei composti prodotti nell’incendio dei
proiettili a seguito di impatto su superfici rigide.
26
URANIO IMPOVERITO - INGESTIONE
I composti eventualmente ingeriti transitano nel tratto gastro-intestinale
 L’assorbimento nel sangue dei composti dell’uranio dipende dalle sue
proprietà chimiche e l’uranio che è entrato in circolo con i fluidi corporei viene
studiato utilizzando i modelli della Commissione Internazionale per la
Protezione Radiologica (ICRP) che descrivono sia l’escrezione attraverso le
feci e l’urina, che la distribuzione nei vari organi e tessuti bersaglio, in tempi e
percentuali diverse a seconda della loro destinazione.
 Nel sangue, approssimativamente il 47% dell'uranio risulta complessato
stabilmente con lo ione bicarbonato a causa dell'ambiente debolmente
alcalino proprio del mezzo e, in tale forma, l'elemento mostra scarsa attività
tossicologica.
 La maggior parte dell’uranio che lascia il circolo plasmatico è diretto alla
vescica urinaria e ai tubuli renali (75%) ed è destinato all’escrezione urinaria.
L’uranio restante si deposita principalmente nello scheletro (15%), nei tessuti
molli (7%) e nel fegato (1,5%), ma il corpo continuerà ad eliminare il DU per
molti anni, anche se in quantità sempre più piccole.
27
SISTEMI E ORGANI INTERESSATI A ESPOSIZIONI A DU
28
CONSIDERAZIONI RADIOPROTEZIONISTICHE
SULL’INALAZIONE DI URANIO IMPOVERITO (I)

I modelli dell’ICRP utilizzati per stimare l’eccesso di tumori
attesi dopo l’esposizione a una quantità nota di radiazioni è
largamente derivato dagli studi sui sopravvissuti di Hiroshima
e Nagasaki.

Queste stime sono relative a un’esposizione esterna molto
elevata, uniforme, acuta e prevalentemente di radiazione
gamma.

È quindi ragionevole dubitare che i coefficienti di rischio
elaborati da questi dati possano essere adeguati a uno scenario
d’esposizione quale quello in cui emettitori di particelle alfa
vengono inalati e possono irradiare direttamente i tessuti
interni.
29
CONSIDERAZIONI RADIOPROTEZIONISTICHE
SULL’INALAZIONE DI URANIO IMPOVERITO (2)

L’attuale approccio radioprotezionistico alla valutazione del
rischio di tumore non fornisce stime di suscettibilità dei
linfonodi alla radioinduzione di tumori .

Non è quindi possibile, allo stato attuale delle conoscenze e
per plausibili scenari di esposizione, dimostrare una relazione
causale tra il linfoma di Hodgkin e l’esposizione interna.

Sarebbero
necessari
studi
approfonditi
finalizzati
alla
valutazione di questo tipo di fattori di rischio.
30
LINFOMI DI HODGKIN E URANIO IMPOVERITO
CONCLUSIONI DELLA COMM. MANDELLI (11/6/02)
È stata evidenziata la presenza di un eccesso statisticamente
significativo di casi di LH ma, sulla base delle conoscenze attuali,
non è possibile dimostrare una correlazione causale tra questa
malattia e l'esposizione interna a uranio. Rimangono, però, dubbi
sulla validità del modello radioprotezionistico esistente quando
applicato allo scenario dei Balcani. D’altra parte, non è mai stata
evidenziata nei militari la presenza di contaminazione da uranio
impoverito.
CONCLUSIONI DELLA COMM. PARLAMENTARE D’INCHIESTA (1/3/06)
Non sono emersi elementi che consentano di affermare che le
patologie siano da attribuire ad effetti radiologici derivanti
dall’esposizione alle RI o alla contaminazione chimica dovuta a
questo tipo di munizionamento. Appare di rilievo che a tutt’oggi non
sono state riscontrate tracce di uranio impoverito in campioni
istologici di militari italiani che hanno sviluppato patologie tumorali.
31
CONTAMINAZIONE DEL TERRITORIO
E
POTENZIALE ESPOSIZIONE
32
CONTAMINAZIONE DA URANIO IMPOVERITO

I rapporti delle due missioni UNEP in Kosovo e in Serbia e
Montenegro, cui hanno partecipato esperti di 14 Paesi e, per l’Italia,
un esperto dell’ANPA (oggi ISPRA), hanno indicato l’assenza di
contaminazione significativa da uranio impoverito, eccetto che nei
punti in cui sono stati rinvenuti i dardi stessi.

Anche le campagne di misura svolte dal Centro Interforze Studi per
le Applicazioni Militari (CISAM) hanno ottenuto risultati in completo
accordo con quanto riportato dall’UNEP.
33
34
SCENARIO CRITICO (WORST CASE)
Inalazione di polveri d’uranio prodotte nell’impatto di un
penetratore su superfici di mezzi blindati, da parte di soggetti
nelle immediate vicinanze dell'obiettivo colpito.
Ipotesi:
DU rilasciato in un attacco
10 kg
Area interessata dall’attacco
1000 m2
Introduzione totale (in 1 min)
180 mg
Stima di dose efficace = 22.6 mSv
35
SCENARIO REALISTICO MA CAUTELATIVO
Inalazione di particolato di uranio impoverito a seguito di
risospensione in aria, in condizioni di polverosità elevata
(concentrazione della polvere in aria di 5 mg/m3), sulla collina di
Vranovac (2300 dardi).
Ipotesi:
DU inalabile fine
250 kg
Tempo di permanenza
1h
Rateo di inalazione
1.5 m3/h
Stima di dose efficace = 0.15 mSv
 Utilizzati i coefficienti dell’ICRP 71
36
MONITORAGGIO BIOLOGICO
37
MONITORAGGIO BIOLOGICO
 Non
venne trovata alcuna correlazione statisticamente
significativa fra concentrazione d’uranio nelle urine e tempo di
permanenza in Kosovo in un contingente di Polizia:
Gruppo analizzato
46 persone
Gruppo di controllo
28 persone
 Altre misure (Urine + WBC) svolte dall’ENEA e dall’ANPA (oggi
ISPRA) su militari impiegati in Bosnia e Kosovo fornirono un
identico risultato:
Gruppo 1 (missioni multiple)
25 persone
Gruppo 2 (prima e dopo una missione)
71 persone
Gruppo di controllo
28 persone
38
MILITARI TEDESCHI DISPIEGATI IN KOSOVO
Untersuchungen zur
Uranausscheidung im Urin
Ricerca circa l’escrezione urinaria
dell’uranio
Ueberpruefung von
Schutzmassnahmen beim Deutschen
Heereskontingent KFOR
Verifica delle procedure di protezione
presso il contingente tedesco KFOR
Forschungsbericht im Auftrag des
Bundesministerium der Verteidigung
Rapporto di ricerca su contratto del
Ministero della Difesa
P. Roth, E. Werner, H. G. Paretzke
P. Roth, E. Werner, H. G. Paretzke
GFS-Forschungzentrum fuer Umwelt
und Gesundheit
Institut fuer Strahlenschutz
Neuherberg
Januar 2001, GSF-Bericht 3/01
GSF- Centro ricerche per l’ambiente e
la salute
Istituto di Radioprotezione
Neuherberg
Gennaio 2001, Rapporto 3/01
39
LINFOMI DI HODGKIN NEI
MILITARI E SEQUENZE VIRALI
40
Evidenziazione di sequenze virali e di mutazioni del gene p53
nelle singole cellule neoplastiche, isolate dai tessuti
mediante micromanipolazione, in un cluster di pazienti
appartenenti alle FF.AA. affetti da linfoma di Hodgkin
Prof. G. Torelli, Dr. M. Luppi, Dr.ssa P. Barozzi e Dr.ssa V. Rasini
Laboratorio di Ematologia, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia,
Università di Modena e Reggio Emilia, Modena
CONCLUSIONI DEL LAVORO
Dai dati finora raccolti emerge che la malattia di Hodgkin, almeno
quella insorta nel piccolo gruppo di militari impegnati nelle recenti
missioni militari in Kosovo e in altre aree di guerra nell’Europa
orientale da noi esaminati, non presenta caratteristiche virali e
genetiche diverse da quelle riscontrate nella malattia di Hodgkin che
insorge nella popolazione generale.
41
RISULTATI DELLE INTERVISTE
42
INTERVISTE A MILITARI AMMALATI

Su invito della Commissione, nove dei dodici militari affetti da LH
accettarono di incontrare un gruppo di medici per analizzare la loro
situazione.

Due dei pazienti intervistati riportarono d’aver vissuto l’esperienza
in modo particolarmente stressante, assistendo ad esplosioni o
venendo a contatto, nelle loro attività, con sostanze verosimilmente
nocive (bonifica di ordigni esplosivi, sminamento).

Non venne individuato alcun nesso comune fra i soggetti (mansioni
diverse) se non la partecipazione a missioni di pace in Bosnia e
Kosovo.


Valore medio
4.5 mesi
Valore mediano
5 mesi
Durata
Dall’elenco delle vaccinazioni effettuate agli intervistati non
risultarono differenze, qualitative o quantitative, rispetto ai
programmi abitualmente adottati.
43
CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
DELLA
COMMISSIONE MANDELLI
44
CONCLUSIONI (I)
 Dalle
stime di rischio basate sull'analisi dei
sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, che a
tutt'oggi costituiscono la base di dati epidemiologici
fondamentale su cui la radioprotezione elabora le
stime di rischio, non emerge una correlazione
significativa tra esposizione e incidenza di linfomi, in
modo particolare per gli Hodgkin, ma anche per i non
Hodgkin.
 Queste stime sono però relative a una esposizione
esterna, uniforme, acuta e prevalentemente di
radiazione gamma, mentre lo scenario d'esposizione
prefigurabile nel caso del contingente italiano in
Kosovo e in Bosnia era profondamente diverso.
45
CONCLUSIONI (2)
 Date le prevalenti emissioni dell'uranio impoverito,
l'esposizione esterna è di modestissima entità e la
modalità principale d’esposizione da considerare è
quella interna.
 È ragionevole dubitare che i coefficienti di rischio
elaborati dai dati dei sopravvissuti di Hiroshima e
Nagasaki possano essere rappresentativi anche di
uno scenario d’esposizione, molto diverso, quale
quello del contingente italiano.
 Nel caso d’inalazione di ossidi insolubili dell'uranio, ci
si aspetta che gli organi bersaglio siano i polmoni, da
cui si valuta che una frazione non trascurabile
dell'attività in questi depositata (circa il 30%) si
concentri nei linfonodi del mediastino.
46
CONCLUSIONI (3)
 Gli studi esistenti autorizzano, quindi, a riflettere su
una possibile relazione di causalità tra l’esposizione
all’uranio e l’eccesso di alcune patologie neoplastiche
e non si deve trascurare che le conoscenze sul
destino metabolico dell’uranio prefigurano la
possibilità dell’insorgenza di neoplasie dei tessuti
linfatici.
 L'eccesso di casi di linfomi di Hodgkin merita di
essere analizzato attentamente, approfondendo anche
tutti gli altri possibili tipi d’esposizione dei soggetti in
studio e seguendo nel tempo tutti i militari impegnati.
47
RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE MANDELLI
 Promozione
di studi finalizzati a definire i livelli
d’esposizione a DU o miranti a individuare altri
fattori di rischio etiopatogenetici per lo sviluppo
di tumori.
 Monitoraggio
dello stato di salute di militari e
civili impiegati nelle missioni di pace.
 Svolgimento di una ricerca scientifica finalizzata,
volta a colmare il deficit conoscitivo attuale.
48
CONTRIBUTI E RINGRAZIAMENTI








Analisi dei dati: Maria Elena Tosti, Luigina Ferrigno - ISS
Assistenza nell’analisi dei dati: Rodolfo Cotichini - ISS
Assistenza nella revisione della letteratura e discussioni sui possibili
effetti del DU sulla salute umana: Cristina Nuccetelli - ISS
Raccolta dei dati: Gruppo Operativo Interforze della Direzione
Generale della Sanità Militare, Ministero della Difesa
Monitoraggio biologico: Giuseppe Tarroni, Maria Letizia Cozzella,
Carlo Cremisini, Paolo Battisti, Massimo Calamosca, Carlo Maria
Castellani, Andrea Luciani e staff dell’ENEA.
Ringraziamenti ai Registri Tumori e l’AIRT (Associazione Italiana dei
Registri Tumori) per il permesso di accedere e utilizzare I loro dati
Ringraziamenti per utili discussioni: Francesco Forastiere (Sistema
Sanitario Nazionale, Regione Lazio), Roberto Zanetti (AIRT), Lucio
Bertoli-Barsotti (Università di Torino), Riccardo Capocaccia, Pietro
Comba, Francesco Rosmini, Antonia Stazi e Giuseppe Traversa - ISS
Ringraziamenti agli esperti ANPA: Enrico Sgrilli, Maria Belli, Luciano
Bologna, Giuseppe De Luca, e Ferdinando Lavorante per la preziosa
collaborazione
49
Scarica

LINFOMI DI HODGKIN E URANIO IMPOVERITO CONCLUSIONI