Max Weber (1864-1920)
La sociologia tedesca
Dilthey: scienze dello spirito diverse dalle scienza della
natura. Le seconde hanno un metodo nomotetico, il
soggetto è diverso dall’oggetto di studio. Le prime
hanno un metodo idiografico, storico, volto a studiare
aspetti per certi versi irripetibili.
Mentre nelle scienze della natura si possono spiegare i
fenomeni, cioè è possibile individuare le cause e gli
effetti e persino riprodurre entrambi per verificare la
validità delle correlazioni, nelle scienze dello spirito si
può al massimo comprendere i fenomeni, ma non è
facile spiegarli e riprodurli in termini causali.
La sociologia tedesca:
Simmel (1858-1918), di fronte alla tradizione del pensiero di Dilthey,
sostiene che interpretazione e spiegazione non sono in
contrapposizione, ma due metodi che fanno parte del medesimo discorso
conoscitivo e che in quanto tali possono fondersi.
Le scienze, in qualunque campo operino, si fondano sempre su ipotesi che
valgono sino a prova contraria. Sono sempre provvisorie e il loro
contenuto frammentario. Non si può mai aspirare alla verità
Max Weber (1864-1920) è quasi dello stesso avviso, soltanto che propone
un metodo più rigoroso per fondere interpretazione e spiegazione: con la
prima si punta a formulare un’ipotesi, con la seconda si verifica la sua
tenuta, costruendo prove per mettersi al riparo dalla confutabilità.
In questo modo, le basi su cui era nata la sociologia, cioè un certo
positivismo, la visione di Durkheim delle regole metodologiche, non
vengono del tutto abbandonate, ma vengono saldate con questa
impostazione ‘tedesca’ per la quale, oltre alle strutture della società, sono
altrettanto importanti gli insiemi dei significati soggettivi che muovono
l’azione sociale.
La sociologia tedesca:
•Per Max Weber la sociologia e le altre scienze sociali non devono occuparsi dell’intera
realtà sociale, ma dell’agire sociale. L’agire sociale è il comportamento di uno o più
individui in relazione al fatto che si è consapevoli della presenza degli altri, cioè della
società.
•Gli uomini sono esseri culturali nel segno che danno sempre uno o più significati al
proprio comportamento o a quello degli altri. A differenza di Durkheim, Weber utilizza il
termine cultura e ne dà anche una definizione:
‘Una sezione finita dell’infinità priva di senso del divenire del mondo, alla
quale è attribuito senso e significato dal punto di vista dell’uomo”
Con questa definizione Weber offre sia uno spunto metodologico, sia uno visione di
cosa deve essere inteso per cultura rispetto alla società.
•Metodologia di Weber: i dati empirici vengono selezionati sulla base dei valori che
ispirano il sociologo. I valori qui non sono da intendere nel senso di moralità, norme o
orientamenti personali del sociologo, ma ciò che egli ritiene centrale da esaminare per
valutare un fenomeno.
•In cosa si sostanzia la cultura secondo Weber? Ampie e diffuse concezioni e
interpretazioni che hanno un legame con le cose condivise e che comunque sono
ritenute come giuste, buone, vere.
La sociologia tedesca
• Il terreno intellettuale tedesco, oltre ad aver fatto fiorire il dibattito sul rapporto tra
scienze dello spirito e scienze della natura, aveva da tempo sviluppato ed è ancora
oggi centrale il rapporto di opposizione tra idealismo e materialismo.
• Sono le idee, i pensieri, le filosofie e quindi in un certo senso anche la cultura a
muovere la storia, il cambiamento, i rapporti sociali ?
• Oppure sono i rapporti sociali, le strutture, le condizioni materiali, l’organizzazione
socioeconomica ad essere il motore della storia e quindi a spiegare anche la cultura,
le idee, le filosofie, le religioni e così via?
• Certo Weber ha molto contrasto il determinismo economico, ai suoi tempi ormai in
auge in Europa e soprattutto in Germania. Al tempo stesso, Weber era altrettanto
contrario a favorire il determinismo opposto, cioè quello delle idee. Il determinismo
economico non è sostituito da quello culturale.
• L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1904-1906). Mostra in modo
originale come determinati tipi di cultura si legano e si incastrano con la realtà
sociale. Ma il fatto di mettere in luce come anche i fattori culturali possano
contribuire allo sviluppo di un certo tipo di capitalismo porta alla astrazione di una
delle tante concause e non alla causa ultima.
• Esiste quindi un condizionamento reciproco tra aspetti dell’economia e caratteri della
cultura, tra elementi pratici del sociale ed elementi che hanno a che fare con idee e
valori.
• Boudon….
La sociologia tedesca:
• Società e cultura sono distinte non nella realtà delle cose, ma a livello
analitico, cioè dal punto di vista dell’analisi e dei metodi di analisi
• La realtà non è un oggetto separato dagli altri oggetti sociali
• Le concezioni del mondo - come le chiama Weber - sono pubbliche e non
individuali
• Secondo Simmel, nella cultura moderna esiste uno iato, una
incommensurabilità tra cultura oggettiva e cultura soggetiva.
• Per Simmel l’individuo moderno è preso tra eccedenza culturale (cultura
oggettiva) e atrofia (cultura soggetiva)
• Viene meno l’equivalenza tra cultura e tradizione (tipica della prima
antropologia). La cultura non è solo abitudine, consuetudine, eredità sociale,
ma è anche innovazione, creatività ed implica un ruolo attivo delle idee
• Differenza tra Weber e Durkheim: per il primo il dinamismo, le contraddizioni, i
conflitti e le mediazioni muovono la scena culturale, per il secondo la cultura è
un sistema coerente, chiuso e statico.
• In generale però siamo ancora lontani dall’idea che la cultura sia un ambito di
analisi non sociologico. L’analisi della cultura veniva ancora ritenuto un campo
Max Weber (1864-1920)
Storico di economia, giurista e quindi sociologo.
Secondo Weber la sociologia deve impegnarsi ad elaborare concetti ricavati dalla
ricerca storica e destinati anche alla ricerca storica, oltre che utili a comprendere i
rapporti esistenti tra le diverse sfere del sociale.
1903-04 L’etica protestante e lo spirito del capitalismo
1920-21 Sociologia della religione
1922
Il metodo delle scienze storico-sociali
1922
Economia e società
Per analizzare la realtà storica e sociale è necessario selezionare alcuni elementi
a scapito di altri e poi valutare gli elementi selezionati per verificare la loro
capacità di essere sintesi della realtà esaminata
Gli individui seguono lo stesso processo, ma a differenza del sociologo spesso non
sono consapevoli dell’arbitrarietà delle scelte.
Ciò non significa che gli individui non possano non condividere alcune
interpretazioni della realtà. Anzi alla base della società esiste proprio questa serie di
sistemi di pensiero e di interpretazione comunemente condivisi dalla
maggioranza delle persone o alternativi alla maggioranza delle persone (*).
(*) Questa potrebbe essere la definizione di cultura sposata da Weber.
Max Weber (1864-1920)
Per Weber la cultura è l’insieme delle interpretazioni fatte proprie dai
gruppi sociali. A tali interpretazioni sono riconducibili i fenomeni sociali di
grande portata come i costumi, le convenzioni, le regole, le leggi e le
istituzioni che caratterizzano i gruppi stessi, conferiscono a tali gruppi
un’identità collettiva, che trasmettono e a volte impongono agli individui.
Le diverse interpretazioni configurano anche diversi interessi presenti
all’interno della società. Quindi nella società vi sono preferenze
potenzialmente incompatibili. Secondo Weber alla base dei conflitti sociali
vi sono interessi materiali e interessi ideali. A volte nella comprensione
del conflitto sono più importnati i primi, altre volte i secondi, altre volte
ancora entrambi.
Proprio perché la complessa realtà sociale è aperta ad interpretazioni
diverse, per Weber è necessario elaborare tipologie: insiemi di astrazioni
possibili per interpretare i diversi problemi di spiegazione posti dalla storia.
Weber definisce tipi-ideali i concetti che sono alla base delle sue tipologie.
Un tipo-ideale è tale perché la sua capacità di offrire un’interpretazione di
un determinato fenomeno sociale o storico non si applica all’intera realtà e
a tutte le sfaccettature che la sostanziano. È solo un’astrazione, una
riduzione della realtà che funziona come sua sintesi.
Max Weber (1864-1920)
Nel suo modo di procedere, Weber specifica i vincoli di affinità e compatibilità
che esistono tra i fenomeni propri di un ambito e quelli propri di altri ambiti
(economia, politica, religione, ideologia, cultura, diritto, etc) o viceversa gli effetti
bloccanti o inibenti dovuti all’inesistenza di tali vincoli.
Dagli scritti di Weber si evince che l’orientamento sociali degli individui può essere
dettato da uno o più tra 4 tipi di orientamento:
• Tradizionalmente: si privilegiano le modalità suggerite dalla memoria (non
necessariamente quella corretta) del passato, ritenendo che quel modo è sempre
stato la maniera più corretta di agire e che quindi se viene ripetuto, rappresenta un
modello per l’agire presente.
• Emotivamente: si seguono gli impulsi suscitati da sensazioni ed emozioni
• Razionalmente secondo i valori: si scelgono tra i mezzi a disposizione quelli più
adatti a raggiungere l’obiettivo dell’azione. In questo caso però i fini sono predefiniti
e corrispondono a determinati valori che orientano le scelte della persona.
• Razionalmente secondo gli scopi: in questo caso qualsiasi mezzo è lecito per
raggiungere un determinato scopo.
Gli individui non seguono sempre lo stesso tipo di orientamento. Inoltre,
convenzioni diffuse, definizioni della realtà altamente condivise, valori accettati
come unicamente validi, istituzioni e norme inscritte nell’esistenza collettiva rendono
poi i comportamenti un fatto di routine.
Max Weber (1864-1920)
Alla base del concetto di cultura di Weber si evince che l’azione
individuale si fa sociale, se in quanto un soggetto interpreta più o meno
consapevolmente l’attività di altri soggetti e viceversa.
Sviluppi storici importanti e consistenti possono essere anche dovuti
fenomeni di carattere puramente culturale. Weber sottolinea ad esempio
l’importanza dell’emergere di credenze e valori innovativi o di potenzialità
tecniche che non si rapportano direttamente e in un primo momento alle
questioni delle strutture sociali (disuguaglianze sociali, economiche, etc)
Weber ritiene che l’obiettivo di comprendere i fenomeni sociali non
escluda del tutto la possibilità di spiegarli. Tuttavia la spiegazione non può
basarsi su leggi universali.
La sociologia può e deve essere:
 Avalutativa
Basata su ideal-tipi, sotto-tipi e sotto-sotto-tipi fino a giungere alla
approssimazione più dettagliata e vicina al fenomeno preso in esame
Non deterministica nelle cause, ma multicausale
Centrata su visioni multi-dimensionali
Max Weber (1864-1920)
La religione
Essa consente agli individui di attribuire un significato alla propria esistenza e alla
morte, di offrire un senso morale alla vita in società. Ogni religione svolge questi
compiti in modi e misure diverse. Durkheim sosteneva invece una sorta di
medesimo operare della religione in tutte le società.
La diversità religiosa ha ricadute differenti in molteplici altri ambiti esperienza, tra cui
appunto, i processi sociali, persino quelli che hanno a che fare con la produzione, la
distribuzione e il consumo nel mondo economico.
La religione e la genesi del mondo moderno.
Secondo Weber, all’interno di una serie di pre-condizioni economiche,
tecnologiche, storiche e sociali, il capitalismo occidentale nasce e si sviluppa
anche perché un tipo di borghesia imprenditoriale si ispira a nuovi valori nel suo
operare quotidiano.
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo.
La grande innovazione religiosa è nell’ideal-tipo della riforma protestante e nello
specifico tipo di valori promosso dalla corrente calvinista che promuove la
predestinazione e indirettamente l’ascetismo mondano.
Il disegno divino determina una volta per tutte e per ciascun individuo la sua
salvezza o dannazione. Ciascuno è predestinato all’una o all’altro. Da ciò deriva
un’assillante ansia circa il proprio destino, che non è dato né conoscere, né
modificare. Ciò può condurre ad un’esistenza basata sulla continua ricerca
dell’evidenza della prova di essere predestinati alla salvezza.
Max Weber (1864-1920)
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo.
La posta in gioco dell’attività dell’imprenditore diventa la dimostrazione
della propria qualità come persona: la ricerca del profitto e del benessere
economica diventano un dovere; la dedizione personale ad un
comportamento
razionale,
sistematico,
istancabile
divengono
caratteristiche predominanti.
L’orientamento all’agire della nuova borghesia imprenditoriale è contrario a
quello emotivo e tradizionale, ma si sposta verso l'agire della razionalità
orientata allo scopo.
L’etica protestante spiega dunque la genesi del capitalismo in una
determinata area sociale e culturale dell’Europa. Ma naturalmente non
spiega né la sua successiva espansione, né tutti i rapporti interni al
capitalismo. Per Weber, l’etica religiosa è una delle concause e aveva
svolto un ruolo indispensabile per la nascita del capitalismo moderno. Le
religioni europee si distinguono dalle altre religioni perché avrebbero
sistematicamente promosso l’adozione di modalità razionali dell’agire
individuale e collettivo.
È questo che ha permesso all’Occidente di imporre la pro
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